VINCOLI
fan
fiction scritta da Andrea Paroli
Nota
: Questa storia si svolge durante la terza stagione di Buffy the Vampire
Slayer, più precisamente tra la sesta puntata “I DOLCI DELLA BANDA” (titolo
originale:“Bad Candy” trasmessa in U. S. A. il 19/03/2001) e la settima puntata
“RIVELAZIONI” (titolo originale: “Revelations” trasmessa in U. S. A. il
21/11/2000)
0.
“Blood
is thicker than water”;
“Il
sangue è più denso dell’acqua”
(Proverbio
Inglese)
1.
Sunnydale, oggi…
………
così concentrata nel fissare quella piccola lapide un po’ sbieca, che quando
riesce a sentire il rumore dei passi che si avvicinano, la sua prima reazione è
voltarsi di scatto e brandire nella mano il paletto, già pronto a colpire al
cuore…
…<…wowowowowo…>
scatta indietro Faith alzando le mani e retrocedendo di qualche passo con quel
perenne sorriso divertito sul viso…… <…dovrei essere io la schizzata del
gruppo…> si schernisce, abbassando le braccia e avvicinandosi a Buffy,
rimasta ancora in posizione d’attacco…
…le
labbra di quest’ultima si contraggono in una smorfia… <…scusa………
scusami…> esclama con una voce che, di poco, oltrepassa il sussurro……… il
braccio armato si abbassa e lei si volta di nuovo a fissare la lapide………… i
piccoli rampicanti che fino a poco prima avevano aderito con forza, sono stati
strappati via e gettati il più lontano possibile…
.…si
era ripromessa di farle visita più spesso…………… ma, come sempre, gli impegni di
ogni giorno, le occupano più tempo di quello che vorrebbe…
…e
la visita a quella tomba è qualcosa che, ogni volta, viene accantonata in fondo
alla lista delle “cose da fare oggi”…
…<…nuovo
cliente della serata ?…> butta lì Faith dondolandosi al ritmo di una musica che
solo lei conosce………… le dita giocherellano con un paletto appuntito in maniera
quasi maniacale……… qualcosa su cui ha lavorato per un’ora intera, mentre si
sorbiva una puntata di “non- sa- che- cosa- cavolo- fosse” che la tv della sua
stanza al motel trasmetteva a volume alto e a cui, lei, non ha prestato il
minimo interesse………… e, se è per questo, neppure al ritmico battere di un pugno
contro il muro………… che si fottano !!!………… lei combatte ogni sera……… rischia le
pelle ogni volta, per salvare gente che non ha mai visto prima d’ora……… e a
cui, di certo, non interessa uno stramaledetto niente, di quello che la
riguarda………… che stia bene o sia malata, alla “gente” che salva la vita, non
interessa per niente…
…e
allora, non si merita di poter fare (almeno una volta) quello che le pare
???……… tenere alzato il volume della televisione e perdere la mente in quei
ridicoli discorsi da soap-opera ???…
…che
schifo di vita !…
…<…no…>
replica Buffy qualche secondo dopo………… continua a fissare la lapide e le poche
lettere incise sopra………… e, sotto il terreno coperto d’erba, c’è la bara…
…è
rimasta a Sunnydale…………così hanno voluto i suoi genitori………… un guerriero
caduto sul campo di battaglia e lì seppellito………… come poteva essere altrimenti
???…
…avrebbe
voluto esserci al suo funerale……… ma in quel momento, non era Buffy ad
andarsene da Sunnydale……… ma Anne che si dirigeva a Los Angeles…
…Buffy
avrebbe voluto……………… avrebbe voluto………… avrebbe……PUNTO…
…fissando
quella piccola lapide, si rende conto che, a questo punto, qualunque desiderio
abbia avuto, è stato seppellito insieme a quel corpo…
…<Chi
è ?…> domanda Faith con voce annoiata…… il sole è tramontato da un pezzo e
ancora non ha combattuto…… si sente come un fucile carico, messo sopra un
camino solo per essere ammirato……… un’arma inutile è un oggetto che non ha
ragione d’essere…
<…non
lo so…> risponde Buffy………… menzogna e verità dette allo stesso tempo…
…ormai,
non potrà più sapere chi è sepolto sotto quello strato di terra verde…………non
c’è stato il tempo per conoscerla meglio…
…<…un’amica……
credo…> aggiunge Buffy con un sorriso triste, prima di rialzare lo sguardo…
…e
vedere quella figura in ombra, davanti a lei…
2.
Los Angeles, cinque mesi prima
…dalla
grata si intravede un volto pallido e sbarbato…… occhi castani e capelli dello
stesso colore…… <…ti ascolto…> la voce è calda e rassicurante …… lui è lì
per ascoltarla…… per sentire qualunque cosa voglia dire…
…<…io…>
ed Anne si interrompe… <Dimmi…> invita la voce del sacerdote……… il tono
non è impaziente……… lui è disposto ad aspettare tutto il tempo che lei vuole
impiegare per aprire il suo cuore e la sua mente a quella confessione…
<…io……………
l’ ho ucciso…> conclude la ragazza………… e per qualche secondo, c’è solo il
silenzio…… il respiro che viene dall’altra parte della grata di metallo
brunito…… <Ucciso ?…> la voce del sacerdote è curiosa e sconvolta allo
stesso tempo… <…chi ?…>
…<…io…………
dovevo……… farlo…> le parole escono fuori senza che lei riesca a porle un
freno…… qualcosa che preme sul cuore come un punteruolo………… come una spada
affilata che l’ ha infilzato da parte a parte, pochi istanti dopo quel loro
ultimo abbraccio…
…dietro
di loro quel vortice che si apriva……… avrebbe inghiottito il mondo intero………
era su compito……… il suo destino…
…<…parla
figliola……… ti ascolto………apri il tuo cuore…> e altre parole a cui Anne non
presta attenzione………… si alza come in trance e a lunghi passi si allontana dal
confessionale, seguita solo dall’eco delle parole del sacerdote…
…e
poi fuori…
…fuori
all’aria fresca della notte appena iniziata………
ancora addosso, sotto quell’impermeabile, color avorio scuro (12.95 ai
grandi magazzini) che lo nasconde agli occhi del mondo, l’uniforme bianca e
rossa da cameriera…
…un
doppio turno che le ha martoriato i piedi………… un doppio turno a 4.95 l’ora ………
ma le servono disperatamente quei soldi…
…le
serve disperatamente ogni cosa, a dire il vero, da quando “Anne” è arrivata a
Los Angeles…
…ogni
cosa le manca……… ma non tutto, in senso materiale…
…
le serve di sentire il calore di quell’amicizia che ha lasciato a Sunnydale………
le serve di sentire la voce della madre (meno ci pensa meglio è…… ogni volta
che pensa a lei, non può far a meno di immaginarla disperata e in lacrime,
accanto ad un telefono che non squilla……… e, con un tocco di cattiveria, in
quell’affresco mentale, non manca mai un bicchiere mezzo vuoto a portata di
mano…)…… ma, più di tutto, le manca Angel…
…se…
…poi
il pensiero si interrompe………si ferma in piedi reggendosi con le spalle alla
porta………… si sente un peso enorme e nessuna forza per sostenerlo………una mano
portata al viso e le dita che premono sugli occhi per ricacciare indietro le
lacrime…
…se
almeno, lui, non l’avesse guardata………… se non si fosse svegliato da
quell’incubo chiamato Angelus…
…lei
lo odiava…… lo odiava perché era un crudele assassino con il volto del suo
amato Angel…
…ma
in quell’ultimo minuto………… lui ha alzato lo sguardo verso di lei………… l’ ha
guardata con quei occhi limpidi………… Angel si era appena svegliato dal suo
incubo………… Angel era tornato per lei…
…se…
…stringe
le labbra per indurire il viso……… per impedire alle lacrime di trovare una via
sulle quale scorrere…
…se…
…se
almeno non l’avesse guardata………… se Angel non l’avesse guardata………… se avesse
continuato ad essere Angelus, il suo più odiato nemico…………… non sarebbe stato
facile lo stesso…………ma, almeno, il ricordo sarebbe stato sopportabile………… si
sarebbe potuta illudere che Angel era sparito per sempre, sostituito da quello
spietato assassino del suo alter-ego…
…era,
di certo, quest’ultimo che aveva ucciso e sostituito il suo amato…
…si
sarebbe cullata per sempre in questa illusione, continuando a richiamare alla
mente i brevi, ma intensi momenti, con Angel…
…sarebbe…
…bastato…
…
solo…
…che…
…
solo…
…che………
…sarebbe
bastato solo che non l’avesse guardata…
…se
non l’avesse guardata……… solo questo !!!… se non si fosse svegliato da
quell’incubo…… se non l’avesse guardata con quello sguardo smarrito…
…solo
questo…
…se…
…avrebbe
trafitto l’Angelus e lo avrebbe scagliato nel vortice dimensionale…
…nessun
rimpianto e nessun rimorso………… avrebbe tolto di mezzo, una creatura, che più di
tutte si meritava l’appellativo di Mostro…
…avrebbe
pianto la perdita di Angel, questo è vero……… avrebbe continuata a piangerla
fino alla fine della sua vita…………… ma non in questo modo…
…NON
IN QUESTO MODO !!!…
…avrebbe
eliminato l’Angelus, piangendo la perdita di Angel…
…invece
non è andata così…
…Angel
era lì…… di fronte a lei…… di nuovo in possesso della sua anima……… e lei………
…stringe
le mani a pugno e alza il viso al cielo oscurato dalle luci dei palazzi che
salgono verso l’alto…
…lei
lo ha abbracciato…………… poteva fare solo questo………… vedere dietro di loro il
varco che si allargava………… un vortice di nero abisso che, fra poco, avrebbe
inghiottito il mondo…
…lei
lo ha ucciso…
…gli
occhi di lui……li rivede ogni volta che chiude i propri…
…quello
sguardo smarrito……… quella muta domanda negli occhi………non rabbia……… non
odio………… solo incredulità……… “PERCHÈ
?”……………… ma che poteva fare ???……… che scelta c’era ???…
…solo,
la fine del mondo…
…ha
dovuto scegliere tra Angel e il mondo intero…
…ed
è stata la scelta più scontata, e più difficile, di tutta la sua vita…
…e
Buffy non ha retto a quella decisione………… Anne è dovuta subentrare…
…ma
“Anne” non era Buffy………… non viveva a Sunnydale e non era una Cacciatrice…
…ha
semplicemente abbandonato il campo, per cercare una vita che le si addicesse…
…ma,
come è difficile distinguere la netta separazione tra ombra e luce, qualcosa di
Buffy l’ ha inseguita fino a Los Angeles…
…sogni
a volte………… a volte incubi………… ma, sempre, ricordi…
…quegli
occhi…
3.
Anne
cammina lungo il marciapiede, imbrattato da chiazze nere di gomme da masticare
e cicce di sigaretta, fumate con rabbia e schiacciate con una scarpa dalla
suola lisa…
…
pochi lampioni accesi……… poche luci accese dietro le finestre dei palazzi…
…un
negozio di alimentari aperto, poco lontano…………… le serve di fare spesa…… il
frigorifero è quasi vuoto……… quasi come lo stipendio che, ormai, poco le pesa
in tasca…
…a
4.95 l’ora non può permettersi di scialare…………… uova e pancetta per la prima
colazione del giorno dopo…… un paio di confezioni di spremuta d’arancia (in
cartone)………qualche snack al cioccolato…… una bibita dietetica…… acqua
minerale………… cos’altro, per oggi ???……… troppo……… troppo altro, che il suo
stipendio non può reggere il peso, fino alla fine del mese…
…una
cena veloce, sarebbe meglio………… una pizza, salsiccia e peperoni…………… una pizza
fumante…
…scuote
la testa, attraversando la strada…………… il pensiero della pizza è da respingere a
tutti i costi come l’avanzata di un nemico che, se riesce a far breccia una
volta, può conquistare tutto il portafogli…
…sta
morendo dalla voglia di una pizza………… ma con quello che costano, rischia di
rimetterci l’equivalente di due o tre ore di stipendio (mancia esclusa al
ragazzo della pizza)…
…all’ultima
settimana di fine mese, se ancora le rimane qualcosa, si è ripromessa di
pranzare e cenare solo con pizza………… ma, per ora, deve tenere duro con quello
che ha in tasca…
…ma…
…bhe,
ecco…
…quasi,
quasi, un pupazzo le andrebbe di comprarlo…… qualcosa di morbido e colorato…………
che resti sopra le coperte come un cane da guardia…
…come
qualcuno che la accolga, dopo un turno di lavoro, con quello sguardo sorridente
e stampato sul volto di peluches…
…un
porcellino…… o magari un coniglietto con lunghe orecchie…… una bianca e una
nera…… qualcosa di ………… bhe………… simpatico………… ecco…
…niente
a dimensioni naturali, si promette lei, con un breve sorriso che fa capolino
sopra le labbra, immaginando un pony di peluches sopra al letto……… un pony la
cui criniera sfiora il soffitto…
…qualcosa
di piccolo………… magari, se ha fortuna, ne trova ancora uno………… le sembra di
averne visto qualcuno legato al collo di una bottiglia di bibita come offerta
promozionale…
…i
suoi pensieri vengono interrotti dalla macchina passa rombando lungo la
strada……… due fari che risplendono come una coppia di soli……un’auto sportiva
con fiamme e diavoli dipinte lungo le fiancate……il clacson viene suonato con
forza…… un lungo muggito metallico che accompagna l’auto finché non le passa
accanto…… il rumoroso rimbombo di qualche ritmo sconosciuto, esce dai
finestrini e la investe …
…l’auto
arriva all’incrocio……… passa con il rosso senza nemmeno rallentare……… volta a
destra ed è già storia vecchia per lei…
…finisce
di attraversare la strada e si ritrova sul marciapiede…
…non
che cambi qualcosa del resto……… cicche di sigaretta e gomme masticate,
costellano il grigio asfalto, come stelle di un cielo sconosciuto…
4.
<…buonasera…>
saluta Anne in direzione del cassiere, un coreano trentenne……… questi fa un
gesto di risposta che potrebbe significare :
a) “Vattene”
b) “Buonasera a te”
c) Sta scacciando una mosca
fastidiosa
d) Nessuno dei suddetti
(segnare
con una croce la scelta effettuata)
…Anne
rimane immobile, cercando di decidere se salutare di nuovo o lasciar
perdere………… e la seconda possibilità ha il sopravvento…
…Los
Angeles è un “porto di mare”………gente che arriva e parte ogni giorno……… e per
questo fatto, è una città del tutto impersonale………… decine di migliaia di facce
che si vedono e spariscono subito dopo…
…salutare
un cliente o un gestore di un negozio è solo una formalità da paesino di
campagna dove tutti, più o meno, si conoscono…
…ma
a Los Angeles, nessuno smania per essere correttamente salutato, né per
salutare a sua volta ………… prendi, (soprattutto) paghi e vai……… niente più di
questo………avanti il prossimo…
…ha
salutato il proprietario del negozio, solo per riceverne in cambio un saluto………
un semplice “salve”…… allo stesso modo di quando era a Sunnydale……… solo un
modo per ricordare…… per provare le stesse emozioni……… ma il coreano, con una
mano sotto il bancone, probabilmente sta decidendo se lei è una rapinatrice e
se gli conviene subito afferrare con più forza il suo machete …(… o fucile…… o
quello che è…) per essere pronto ad estrarlo al minimo segno di pericolo…
…Anne
serra le labbra, cercando di ingoiare la delusione di quella piccola,
insignificante, delusione di essere stata quasi del tutto ignorata, e avanza
tra gli scaffali scegliendo con cura la sua spesa, in base ai prezzi della
merce…
…5.85
……… 3.55 …… 2.95 …… 8.95 …… 4.55 …
…tutti
numeri……… anche lei si sente solo un numero……… nemmeno una persona in carne ed
ossa……… solo un numero perso in mezzo ad una marea di altri numeri…
…tutta
gente che ha solo se stessa su cui appoggiarsi…
…prendi,
(soprattutto) paghi e vai……… avanti il prossimo…
…
posa sul bancone due cartoni di latte scremato, una confezione di uova, una
confezione di succo d’arancia (o una, o nessuna……… due, incidevano troppo sul totale),
due snack al cioccolato, uno spazzolino nuovo, un dentifricio alla fragola,
smalto per unghie color rosso scuro, shampo e…… … e poi basta… si era accorta
di aver preso troppa roba……… il piccolo pupazzo di uno scimmiotto, pendeva
accanto al tappo di una birra di marca svedese…… ma lei non beve birra e non le
andava di spendere soldi per comprarla, solo per avere quel pupazzo…… l’idea di
afferrarlo e portarselo in tasca le è balenata in testa per diversi secondi……
ma era certa che le telecamere nascoste, fossero puntate nei luoghi dove il
cassiere non poteva vedere solo con gli occhi…
…la
spesa, viene posata di fronte alla grossa fessura aperta nella vetrata che
racchiude la cassa e il cassiere………… quest’ultimo, alla fine, quasi con
riluttanza, tira fuori la mano da sotto il bancone e, velocemente, fa passare i
prodotti sopra il lettore laser, ammucchiandoli alla sua sinistra…
…un
verso stridulo e metallico, segna l’uscita del conto…
…una
mano glielo porge insieme ad una busta di plastica con il logo della catena di
negozi in cui (gentile cliente, lei è pregato di riciclare questa busta di
plastica, anziché gettarla……… Grazie) ha appena fatto la spesa…
…velocemente
ammucchia la roba dentro la busta che tiene aperta…il coreano non si muove……
tiene entrambe le mani sul bordo del bancone…… pronte a scattare e afferrare
l’arma nascosta sotto, nel caso che lei tentasse di aggredirlo…
…finito
di mettere a posto la spesa, Anne tira fuori un piccolo portafogli di plastica
blu elettrico e lo apre, pescando due banconote da cinque dollari e posandole
sul tavolo…
…il
cassiere usa solo una delle mani per prendere il denaro e dare il resto………
l’altro braccio sembra incollato al bancone……… si muove a scatti impercettibile………
un tremore continuo che lo fa oscillare tra scattare verso l’arma e afferrare
saldamente il bordo di legno…
…Anne
bofonchia qualcosa che, di certo, al cassiere non interessa, né come saluto né
come insulto, e si avvia verso la porta…
…fine
della spesa e del contatto umano, in quella giornata…
5.
Con
le maniglie della busta, strette in mano……… e l’altra mano in tasca, serrata
sulla chiave dell’appartamento, Anne percorre il marciapiede scuro, passando di
fronte agli androni illuminati, di altri palazzi, all’interno dei quali, vede
agitarsi ombre furtive…
…non
sono affari che la riguardano……e tira avanti senza un altro sguardo…
…cammina
persa nei suoi pensieri, scivolando accanto ad un gruppo di ragazzi con giacche
di pelle nera e borchie metalliche……… sente le loro voci e le loro risate
volgari per qualcosa che, di certo, uno di loro ha detto…
…li
oltrepassa con passo veloce…… sente le voci che la chiamano……… sente un
fischio…… ma lei continua a fissare davanti a lei……… l’ultima cosa che vuole è
attirare di nuovo l’attenzione…
…vuole
solo sparire………… vuole essere considerata una persona e per questo amata……… e
al tempo stesso vorrebbe svanire nel nulla……… non provare alcuna sensazione se silenzio
nella mente e sonni senza incubi…
…si
sente sola e confusa…
…vuole
entrambe le cose e nessuna…
…per
questo “Anne” ora si trova a Los Angeles………… per raccogliere i pensieri……… per
darle una spiegazione sufficiente, a quello sguardo confuso che la fissava e le
faceva una domanda in silenzio…
…le
mani serrano con più forza la busta e la chiave…
…se
non l’avesse guardata negli occhi………… se non l’avesse fatto……… almeno questo………
se fosse rimasto Angelus solo per un altro minuto…
…invece
era tornato Angel……… era tornato per lei……………… e lei lo aveva ucciso…
6.
Le
luci brillano ad intermittenza lungo le scale………… le sembra che ci siano altri
graffiti nuovi, sulla parete, dall’ultima volta che c’è passata………… un certo “David”
ha la madre che fa un pessimo lavoro, commenta una scritta rossa, con lettere
fatte a vernice spray…
…l’unica
nota positiva, pare sia, lo scarafaggio schiacciato sul quarto gradino, alla
fine, è sparito…
…non
certo per merito del custode…… più probabilmente è stato Tiger, la gatta dei
Morris……… quella bestiaccia, dalla pelliccia color bianca e grigia, con un
occhio marrone e uno giallo, sembra avere in simpatia solo determinate persone…
…non
importa che lei, qualche giorno prima, gli abbia allungato un piattino di
latte………… il suo unico merito è stato quello di essere svelta a ritrarre la
mano…… o si sarebbe ritrovata con profondo graffio sulla pelle…
…stranamente,
però, la simpatica “gattina” (sopravvissuto alla polpetta avvelenata che, si
dice, gli abbia dato uno dei figli della coppia Wetrosky) sembra aver preso a
ben volere Mary………… ogni volta che può, lo si trova a strofinarsi accanto a lei
e fare fusa a più non posso…… ricompensato da una generosa grattatine sul capo…
…la
mattina prima (come lei stessa ha assistito, uscendo dall’appartamento in quel
momento) Tiger non ha potuto fare le fusa a Mary che per qualche minuto…
…
la madre della bambina, Jane, ha subito riportato la figlia dentro
all’appartamento… “… tuo padre si arrabbia, se ti vede con quel gatto…” ha
spiegato la donna mentre, lestamente, spingeva dentro la figlia…… e cercava,
senza riuscirci, di fare in modo che gli occhiali neri le coprissero gli occhi
per nasconderli alla vista…
…il
livido sull’occhio destro era troppo grosso da mascherare con un semplice paio
di occhiali…
…la
porta si è chiusa e Tiger, in mancanza di meglio, si è avvicinato a lei per
cercare qualche carezza ……… una sorta di ripiego, niente di più……… lei lo ha accontentato
solo per restate qualche minuto a fissare la porta dell’appartamento dei
Mitchell………… aspettando…………… bhe……………… non lo sa nemmeno lei…
…forse,
aspettandosi di sentire le urla di Jhon, il capofamiglia…
…dopo
qualche minuto, sia lei che Tiger si sono stancati e ognuno si è allontanato
per la sua strada…
7.
“Casa
Dolce Casa”………… lei ricorda che sua nonna aveva un quadro appeso alle pareti
color pastello del salone………… aveva incorniciato un ricamo a lettere rosse, su
sfondo bianco, con quelle parole… “CASA DOLCE CASA”……… lettere gotiche e
svolazzanti………… qualcosa che dava l’impressione di durare in eterno…
…ricorda
tutto questo, mentre si trova di fronte alla porta del suo appartamento………… nel
corridoio, risuona il brusio confuso della televisione della signora
Patterson…… il rumore di qualche cosa che sta guardando (probabilmente una
soap-opera…… ma è solo una sua supposizione ……… niente di veramente confermato)
sta filtrando sotto la porta e si spande nell’aria come un gas urticante e
fastidioso…
…tira
fuori la chiave e la infila nella toppa, con l’oscura premonizione di sapere
esattamente cosa l’aspetta una volta aperto…
…e
la predizione è assolutamente confermata dalla vista di ciò che si cela oltre
l’uscio…
…qualcosa
di grigio……… incolore…… impersonale…
…
un appartamento costruito appositamente per un tipo di proprietario, che cambia
con la stessa velocità dello scorrere dei giorni…
…
tre stanze, bagno compreso……… muri grigi…… soffitto grigio…… sul muro i buchi
dei quadri posseduti “chissà da chi” e portati via da quelli che partivano……… e
forse sostituti con altri dai nuovi proprietari…
…
unico superstite, una raffigurazione di un mare in tempesta e un nave su cui
spicca la figura dell’indomito comandante…… un colosso dalla barba nera, e una
benda che gli copre un occhio, che sfida la potenza del mare, ergendosi in
tutta la sua statura di fronte alle onde incombenti…
…qualcuno,
volutamente, ha abbandonato quel quadro……… la figura dell’eroe solo contro tutto
il mondo è troppo retorica…………troppo statica…
…nessuno
si chiede se l’eroe sta male ???……… se l’eroe è felice ???…… se l’eroe
rimpiange, ogni giorno, una vita normale ???…
…hanno
fatto bene ad abbandonare quel quadro………… e lei lo ha tenuto sul muro solo per
ricordarsi della falsità della sua esistenza da Cacciatrice…
…
“…per ogni generazione, c’è una disgraziata che combatte contro le forze del
male…”…
…un
sorriso tirato compare sulle labbra, mentre posa la busta sul tavolo e tira
fuori la spesa…
…dovrebbero
mettercelo !!!……… se avesse il numero di telefono del Consiglio degli
Osservatori, probabilmente li chiamerebbe, per dire di modificare la prefazione
di quel libro e cambiare la parola “prescelta” con “disgraziata” ……… o
“sventurata”……… o qualcosa che renda l’idea che, chi diventa una prescelta,
deve essere pronta a morire o perdere tutto quello che ama…
…sarebbe
suo diritto chiederlo di modificarlo ???……… voglio dire, è lei la “Prescelta”,
vero ??? …… non ha qualche tipo di diritto ???……… qualcosa che può dire o fare,
senza che glielo possano negare ???…
…non
lo ha mai saputo………… non lo ha mai chiesto………… si è, semplicemente, limitata a
combattere contro tutte quelle creature che minacciavano la vita degli abitanti
di Sunnydale…
…e
per lei ???……… ora cosa c’è per lei
???………… nessuno ci ha pensato ???……… non c’è scritto da qualche parte, dopo la
prefazione, cosa succede adesso, alla Cacciatrice ???
…alla
prescelta…
…alla
sventurata…
…ad
Anne…
…a
Buffy…
8.
Non
era stato il rumore del traffico (peraltro rarefatto, quell’ora)………… non sono
le voci in strada…… non è stata la musica sparata a tutto volume da qualche
parte in strada……… non è stata la musica (sparata a tutto volume, anche questa)
che scende dall’appartamento al quarto piano…
…non
sono nemmeno gli incubi notturni…
…lei
si trovava in un mondo di ombre scure……… in un sonno senza sogni…
…poi
si è svegliata…
…con
un senso di disagio………… ha fissato il muro di fronte a lei senza riconoscerlo,
chiedendosi dove era finita la sua roba……… il suo armadio………… poi, dopo qualche
istante di smarrimento, ha ricordato che tutta la sua vita era rimasta a
Sunnydale…
…ha
fissato il muro grigio e spoglio, dove spiccava la figura scura del quadro…
…e
si è voltata verso l’atrio…………ed è allora che ha visto quella sagoma…
…ferma
e immobile…
…un’ombra
scura in piedi all’ingresso della camera da letto…
…il
cuore ha fatto un tuffo nel petto…
…la
figura non ha fatto un solo movimento……… e per qualche istante lei si è chiesta
se fosse un’allucinazione……… un incubo………… un velo d’ombra nei suoi occhi
appena aperti…
…ma
era lì !!!………… a pochi metri da lei…
…alta…………
portamento eretto……… braccia incrociate sul petto……… sguardo di sfida…
…non
la vedeva quasi per nulla……… solo una sagoma nera sull’uscio………però sapeva che
questa era la sua posa…………… ne era certa……… ne era sicura, allo stesso modo di
come ignorava l’identità di quella figura…
…<…chi
sei ?…>………… ma la domanda è rimasta senza risposta……… la figura non ha
accennato nessun movimento……… niente…
…lei
ha sbattuto le palpebre……… e la figura era scomparsa nel nulla…
…un
istante prima era sull’uscio……… la fissava severamente (ne era certa di
questo……… chi ha quel portamento eretto ha sempre uno sguardo severo…… una
semplice associazione di pensieri…) …………poi è scomparsa nel nulla…
…e
lei, dopo qualche secondo, si è chiesta se fosse stato davvero un sogno……… un
sogno ad occhi aperti…
…è
balzata fuori dal letto e acceso le luci della camera…
…ma
non c’era nessuno a parte lei………… l’unica finestra era serrata……… la porta d’ingresso
aveva ancora la catena attaccata e la serratura era ben chiusa…
…lei
è rimasta lì per qualche minuto, continuando a fissare l’uscio vuoto……… quasi
aspettandosi che la figura comparisse di nuovo…
…ma
non è successo…
…ciò
che è accaduto dopo quella fugace apparizione………… tutti gli avvenimenti
seguenti……è riuscita a spiegarlo solo con il senno di poi………… in nessun altra
maniera una tale associazione di fatti e azioni sarebbero stati spiegabili…
…quella
figura era apparsa per un motivo preciso…
…lei
è balzata fuori dal letto e si è vestita in fretta e in furia………… l’orologio
segnava le 3:42 del mattino………… dall’esterno, il buio calava come una cappa su
ogni cosa…………… si sentiva il rumore di una macchina che passava rombando con
forza……… e spariva in lontananza…
…maglietta,
scarpe, pantaloni…………… si è bloccata…… si è tolta le scarpe, prima di tentare
di infilarsi i pantaloni…
…era
stata presa da una frenesia sconosciuta…………… l’unica cosa certa era che il letto,
almeno per il resto della serata, non era più il suo posto…
…si
è infilata al volo l’impermeabile ed è uscita dall’appartamento…
9.
Il
corridoio era vuoto e le poche lampade rimaste, irradiavano una luce gialla e
malsana che si rifletteva sui lucidi usci delle porte…
…silenzio………
immobilità assoluta di ogni cosa…………… persino lei è rimasta un minuto intero,
in piedi a fissare il corridoio vuoto……… e per qualche istante si è chiesta se
stava ancora dormendo…
…davanti
a lei c’era quella strana visione di normalità e silenzio……… qualcosa di
anormalmente inquietante……… aveva l’impressione che il mondo intero la stesse
osservando da dietro gli spioncini……………che ci fossero strane, bizzarre
creature, che premessero gli occhi su quei forellini, per scrutarla…
…da
solo una porta, leggermente aperta, filtrava una lama di luce che si irradiava
sull’esterno…
…la
figura era lì…… oltre quella porzione di luce di luce…………… se ne potevano distinguere
solo alcuni particolari ……………pantaloni rossi……… o viola scuro………………un luccichio
………… qualcosa di dorato su cui si rifletteva la luce……… un ciondolo…… un
monile……… un bracciale………… un pugnale affilato……………cosa fosse, non lo saprebbe
dire…………… sa solo di aver intravisto un luccichio…………… niente di più…
…ma
la figura era lì……… non era svanita né si era dissolta………… era lì, immobile…………
la stava aspettando……… voleva che andasse da lei…
…NO
!!!…
…non
voleva questo……… voleva un’altra cosa…
…qualcosa
dentro di lei……… un sesto senso……… un’intuizione……… qualcosa che parlava
dicendo cose che lei non poteva capire, le ha trasmesso una strana
inquietudine………… qualcosa che la sua mente aveva già compreso ad un livello
inferiore di coscienza e cercava di comunicarlo, senza molto risultato, tranne
quella sensazione di disagio…
…scontato…
…ecco
la parola………… qualcosa di certo e prevedibile…
…Anne
è rimasta in piedi……… immobile come la figura……… il respiro trattenuto per ascoltare
le “parole”……… era certa che le avrebbe sentite………… nonostante la distanza da
quella porta leggermente aperta…
…quelle
“parole” che sentiva quando si chiudeva in camera sua………… quelle “parole” che
non voleva ascoltare ma che riusciva lo stesso ad udire…
…quando
suo padre e sua madre litigavano…
…si
rinfacciavano l’un l’altro gli errori di una scelta sbagliata, fatta nel
momento in cui si dissero “si” reciprocamente…
…Anne……o
Buffy……… non ha una reale importanza………… entrambe hanno ricordi precisi ……
sensazioni mai sopite………… l’orecchio incollato alla porta della camera……… tese
ad udire e al tempo stesso a cercare di non sentire niente…
…tesa
a sentire una parola d’amore che avrebbe posto fine alla lite………… una semplice
parola che lei sapeva non sarebbe arrivata…
…
insaziabile di sapere e al tempo stesso spaventata da quello che udiva…
…schifata
e disgustata dal comportamento dei suoi genitori…
…e
alla fine, si gettava sul letto premendo le mani su quelle orecchie che si
erano riempite di parole d’odio…… si sedeva davanti allo specchio e cercava di
perdersi in quell’immagine riflessa……… un tocco di fard…… di rossetto…… gesti
qualunque, purché le tenessero la mente impegnata e non le permettessero di
ascoltare quelle “parole” che continuavano a filtrare dalla porta chiusa…
10.
…Anne/Buffy………
Buffy/Anne………… ha preso ad avvicinarsi
alla figura……… a quella porta leggermente aperta………… ha aumentato l’andatura…………
non c’erano le “parole”…… non le sentiva……… sapeva di doverle sentire……… che ci
dovevano essere……… ma l’unico rumore era il suo respiro…… qualcosa di
grossolano e ansante come una faticosa marcia…
…paura…………
ansia……… assoluta comprensione di quello che avrebbe trovato, una volta
arrivata a quella porta leggermente aperta…
…aveva
paura…………… paura di ripiombare indietro di anni……… tornare dietro quella porta
bianca della sua camera, ad ascoltare senza voler realmente sentire…
…ma
era imperativo andare verso la figura immobile…
…lei
l’aveva chiamata solo per questo motivo…
…le
porte chiuse sfilavano accanto a lei come tante sentinelle in attenti……… tutte chiuse
e rigidamente impettite nella loro posa………… nessuna luce che filtrava da sotto
di essa…… e poi, per quale motivo sarebbe dovuto essere diverso ???…… chi, a
quell’ora, era ancora sveglio ???…
…solo
una porta aperta……… l’unica………… e la figura era lì……… ferma…
…il
volto nascosto da un velo di quella luce elettrica… ……… braccia conserte sul
petto……… volto rivolto verso di lei………una posa che esprimeva forza e fermezza
di propositi…
…come
avrebbe potuto descriverla in altra maniera ?…
…solo
pochi metri……………… solo pochi per capire di chi si trattasse……… pochi metri…
…e
la figura si è dissolta……… svanita nel nulla……… un istante prima era di fronte
a lei…… e l’istante dopo non c’era più…
…e
poteva solo voler dire una cosa…
…ora,
lei, si doveva trovare lì…
Vai
alla Storia (seconda parte)
Indietro
Community Aggiungi lista preferiti
Aggiungi
lista nera
Segnala
abuso
Invia
ad un amico
------------------
Crea
fanfiction
ProfiloBlogVideoSitoFotoAmici
Esplora
Vincoli
(seconda
parte)
10.
…Anne/Buffy………
Buffy/Anne………… ha preso ad avvicinarsi
alla figura……… a quella porta leggermente aperta………… ha aumentato
l’andatura………… non c’erano le “parole”…… non le sentiva……… sapeva di doverle
sentire……… che ci dovevano essere……… ma l’unico rumore era il suo respiro……
qualcosa di grossolano e ansante come una faticosa marcia…
…paura…………
ansia……… assoluta comprensione di quello che avrebbe trovato, una volta arrivata
a quella porta leggermente aperta…
…aveva
paura…………… paura di ripiombare indietro di anni……… tornare dietro quella porta
bianca della sua camera, ad ascoltare senza voler realmente sentire…
…ma
era imperativo andare verso la figura immobile…
…lei
l’aveva chiamata solo per questo motivo…
…le
porte chiuse sfilavano accanto a lei come tante sentinelle in attenti……… tutte
chiuse e rigidamente impettite nella loro posa………… nessuna luce che filtrava da
sotto di essa…… e poi, per quale motivo sarebbe dovuto essere diverso ???……
chi, a quell’ora, era ancora sveglio ???…
…solo
una porta aperta……… l’unica………… e la figura era lì……… ferma…
…il
volto nascosto da un velo di quella luce elettrica… ……… braccia conserte sul
petto……… volto rivolto verso di lei………una posa che esprimeva forza e fermezza
di propositi…
…come
avrebbe potuto descriverla in altra maniera ?…
…solo
pochi metri……………… solo pochi per capire di chi si trattasse……… pochi metri…
…e
la figura si è dissolta……… svanita nel nulla……… un istante prima era di fronte
a lei…… e l’istante dopo non c’era più…
…e
poteva solo voler dire una cosa…
…ora,
lei, si doveva trovare lì…
11.
…è
rimasta in piedi……… davanti alla porta leggermente aperta…………la lama di luce
elettrica che usciva fuori e illuminava il pavimento di legno graffiato da
quelle migliaia di scarpe che vi erano transitate nel corso degli anni…
…
non c’erano quelle “parole” a risuonare nell’aria……… le aspettava con un misto
di ansia e paura……… ha teso al massimo le orecchie, ma ha sentito altro…
…un
rumore……… monotono……… regolare……… straziante…
…un
singhiozzo trattenuto a forza……… un pianto sommesso…
…
la mano è salita verso l’uscio……… si è trattenuta……… in attesa……… in attesa di
sentire la voce dei suoi genitori……… in attesa di sentire una riconciliazione
che, lei orribilmente lo sapeva, non sarebbe avvenuta…
…sono
passati anni da allora………… anni !!!…………… anni in cui si è spostata da Los
Angeles a Sunnydale e poi ritorno………… anni in cui Buffy ha dovuto abituarsi per
forza di cose a quei continui litigi, promettendosi che, quando fosse stato il
suo turno, a lei non sarebbe successo…
…avrebbe
trovato l’uomo giusto e l’avrebbe amato…… poi l’ ha colpito con una spada……… in
pieno……… e quei occhi……… che la guardavano……… occhi che domandavano……… non
rabbia o odio……… solo stupore……… “PERCHÈ
???”…
…il
passato è passato……… e quella non era certo la porta della sua camera……… non è
la porta della vecchia casa di Buffy…
…perché,
in quel momento si parla di lei…
…di
Buffy che è fuggita da Sunnydale per diventare Anne………… ma anche in una nuova
città, a distanza di anni e con un altro nome, il passato di Buffy è riuscita a
raggiungerla…
…il
suo passato è tornato a tormentarla…
…
in nessun luogo……… in nessun tempo……… la sua vita passata……… i suoi ricordi……
la lasceranno mai…
…la
semplice realtà dei fatti……… la tristezza che viene soppiantata da una rabbia
sorda che ne prende il posto…
…BUFFY
ha afferrato con forza la maniglia e ha aperto…
12.
…aveva
cinque anni……… il 18 maggio del ‘62……… se lo ricorda ancora……… aveva cinque
anni quando Pa’ è tornato a casa…
…sbronzo
come al solito…… dopo una giornata passata al “Silly’s” con gli amici a bere e
raccontare le sue tragedie personali…… il posto di lavoro perso per colpa di
qualche immigrato che lavorava sottocosto …… i bei tempi sotto le armi…………
tutti inquadrati e in riga…… disciplina allo stato puro……… tutto preciso e in
ordine………… mille visi tutti uguali……… ognuno con un compito……… mille piccoli
ingranaggi di una macchina più grande e complessa…
…che
non fosse mai andato in guerra questo era irrilevante……… a sentire lui era
pronto a partire in ogni momento per schiacciare “quei luridi comunisti” che
cercavano di rovesciare il paese…
…se
ce ne fosse stato bisogno avrebbe imbracciato il fucile in ogni momento……… e,
qualche anno dopo, lo fece davvero………… riverniciando una parete intera della
rimessa, con i pezzi del suo cervello e schizzi di sangue…
…era
così Pa’……tutta la giornata a bere ricordando i vecchi tempi fino a che, la
birra, non gli faceva dimenticare il motivo per cui era andato a sbronzarsi…
…era
allora che tornava a casa………… quel vecchio furgoncino Ford rosso acceso con il
retro scoperto………… alle volte, quando Pa’ non era sbronzo, filava sulla strada
a tutta velocità e gli permetteva di stare dietro……… di sentire il vento in
faccia e, se chiudeva gli occhi, aveva la sensazione di volare…
…lui
e suo fratello Henry (…morto nell’80 di cancro ai polmoni…) alzavano al volo la
mano quando Pa’ chiedeva chi voleva accompagnarlo in città…
…ma
quella notte, come tante notti prima e dopo di allora, era il momento in cui si
dovevano rintanare da qualche parte e non farsi trovare assolutamente…
…
la loro madre arrivava in cucina, quando sentiva le ruote far saltare i sassi
del selciato……… ci si precipitava dentro…… “vostro padre è tornato”……… lo
diceva come una vedetta che annuncia tempesta all’orizzonte …
…e
in effetti era così…
…e
poco dopo, da dietro le finestre, apparivano le luci del furgoncino………
balenavano come lampi di un temporale……e quel rombo simile ad un tuono…… il
motore che aveva bisogno di una controllata, ma tutti i soldi che Ma’
guadagnava al ristorante, finivano nelle birre dentro al frigo…
…lo
stridio dei freni……… alle volte, il fracasso quando Pa’ andava contro i vasi
delle piante e li spaccava………… quella sera non li ha sentiti……… ma, del resto,
già da qualche tempo Ma’ aveva cambiato posto alle piante……… non sentire il
rumore di vasi in pezzi aveva un’importanze vitale…… era un segnale quello………
peccato che Ma’ non l’avesse capito……… era un segnale per sapere il grado di
sbronza di Pa’…
…se
li rompeva, voleva dire che era talmente ubriaco da essere tornato a casa per
puro miracolo (da parte di quale entità superiore, arrivasse questo miracolo,
lui se lo sta ancora chiedendo)…… se non rompeva niente voleva dire che era
alticcio soltanto…
…in
ogni caso, la birra che gli nuotava nel sangue, lo faceva diventare furioso………
irritato con il mondo intero……… con ogni cosa di quello stramaledetto fottuto mondo,
che gli aveva levato il posto di lavoro per darlo a qualche peones messicano,
grasso baffuto e che non dice una sola parola comprensibile…
…Ma’
era un comandante di nave che stava affrontando una situazione d’emergenza…
…per
prima cosa doveva assicurarsi che i passeggeri (lui e suo fratello) si
mettessero al sicuro… “…in camera vostra…”…… ordinava……… e loro non facevano
obbiezioni di sorta………… suo fratello Henry (…dannato stupido……… chi gli ha
detto di iniziare a fumare ???…… problemi suoi…) più grande di due anni lo
prendeva per mano e lo accompagnava in camera…
…sua
madre, velocemente, estraeva dal frigo le birre fredde (tenute in serbo per
quell’occasione) che fino a quel momento aveva nascosto in un luogo sicuro nel
quale Pa’ non le potesse trovare…
…un
semplice trucco psicologico…
…quando
Pa’ tornava a casa sbronzo, se trovava una confezione da sei di birra, ancora
da bere, si concentrava solo su quelle …… ringraziava Ma’ della sua premura
(con in cervello che continuava a chiedersi da dove fossero uscite tutte quelle
birre……… ma ormai, con i neuroni che affogavano nell’alcool, questa, era
domanda che non aveva una grande importanza…) si sedeva in poltrona e se le
scolava tutte, mentre raccontava i suoi problemi a Ma’ che faceva una posa
interessata e dispiaciuta, tanto per assecondarlo……… fino a che, Pa’ si scolava
tutte le birre e poi crollava a dormire direttamente sul divano…
…quella
notte non andò così……… per questo se lo ricorda ancora…
…quella
notte non andò affatto così…
…loro
due stretti sotto il letto di suo fratello……… sentiva le urla di Pa’…… urla
furiose e confuse …… sbraitava contro il mondo intero che ce l’aveva con lui…
che lo aveva costretto a sposare una sgualdrina che si era fatta mettere
incinta apposta…… e si ritrovava due smidollati come figli…… due ragazzini che
si mettevano a piangere per niente ……… al primo ceffone, tanto per dire……
…
figurarsi che lui (come raccontava sempre, da sobrio e da sbronzo, vantandosi
del suo passato e di nonno), alla loro età, faceva i lavori più duri……… e se
suo padre lo puniva, era perché lo meritava di certo……… come quella volta che
lo bastonò di brutto, perché aveva rotto una bottiglia di vino quando nonno gli
aveva chiesto di andarla a prendere…
…Pa’
urlava la sua rabbia………e anche Ma’ urlava……… per il dolore urlava…………… urlavano
entrambi per motivi opposti…
…e
poi lo schianto della televisione, buttata a terra……… il tonfo delle lattine di
birra scagliate contro il muro……… il rumore di legno rotto………una delle seggiole
che veniva fracassata a terra……… e poi le urla di Ma’ che salivano d’intensità,
quando il legno di una gamba era usato per colpirla…
…per
colpire quella sgualdrina che aveva messo al mondo due vigliacchi piagnucolosi…
…poi
il rumore dei tonfi e delle urla si era interrotto………… non che la tempesta
fosse finita…… era solo un momento di calma……… l’occhio del ciclone…
…poi
il rumore dei passi di Pa’ che si avvicinava alla loro stanza…………… loro due che
si stringevano ancora di più l’uno all’altro…
…e
la porta che si spalancava all’improvviso……… potevano vedere solo le scarpe
marroni di Pa’ … grosse e malmesse…… quelle da lavoro……… l’unico paio buono era
per la messa domenicale e Ma’ le conservava in maniera religiosa………… Pa’ ci
teneva a quelle scarpe……… lo hanno seppellito con quelle addosso………… un tocco
gentile da parte di suo fratello Henry (…già tossiva con quella voce
cavernosa……… IDIOTA !!!!…)…
…al
fianco, quasi a sfiorare terra, pendeva un grosso pezzo di legno con gli orli
intarsiati e la punta scheggiata……… era la seggiola a dondolo di nonno………… uno
dei manici intarsiati a mano…
…ha
alzato la coperta e li ha trovati a colpo sicuro…
…
e di sicuro, ancora una volta, ha pensato che tra tutti i padri del mondo, lui
era l’unico a ritrovarsi con i due figli più stupidi che esistano…………
nascondersi sotto il letto !!!……… da deficienti completi…
…ha
strattonato fuori Henry, afferrandolo per i capelli, mentre piangeva e si
dimenava……… lo ha buttato sul letto e gli ha dato addosso con il bastone…………
tanti di quei tonfi che alla fine il rumore si è fuso insieme alle urla…
…poi
Pa’ è barcollato indietro, mentre la birra stava vincendo la resistenza del suo
organismo…
…ma
aveva ancora abbastanza rabbia in corpo per tirare fuori anche lui………… buttarlo
sopra le coperte (mentre suo fratello frignava raggomitolato su se stesso) e
bastonare anche lui…
…si
ricorda solo quei colpi sordi……… secchi……… menati a caso, mentre una mano di
Pa’ cercava di tirargli via le braccia che aveva lui alzato per ripararsi…
…quelle
mani gli afferravano le braccia e le strattonavano via, cosicché il bastone
potesse piovere nel punto scelto da Pa’…
…
per un paio di volte è riuscito a sfuggire alla sua presa……… e lui lo ha
colpito più forte…
…poi
ha lasciato cadere quel pezzo di legno (che il giorno dopo Ma’ ha fatto
velocemente sparire insieme al resto della sedia a dondolo………… più velocemente
di quanto ci abbia messo il suo occhio nero a tornare normale… ) ed è
barcollato fuori dalla loro camera, biascicando qualcosa di incomprensibile,
con quel tono arrabbiato…
…dannazione
al mondo intero…
…
e, almeno per quella sera, aveva perso ogni interesse per loro………… è uscito da
casa ed è montato sul furgoncino, diretto chissà dove…
…ma
mai così lontano da non ritrovare la strada di casa una volta passata la
sbornia……… questo non è mai accaduto nei successivi quindici anni, finché Pa’
non è schiattato…
…i
giorni successivi, non una parola su quello che era successo………… forse perché
Pa’ era un fatalista………… tutto deve accadere, perché è scritto che accada…
…ha
dato una bella lezione alla moglie e ai figli ???……… lo ha fatto, perché doveva
andare così ……… era scritto che andasse così……… punto…
…rimorsi
?…… no………… lo ha fatto per punire una moglie, che non ha altro merito di
portargli le birre fredde, dopo una sera al “Silly’s”…
…
e riguardo a loro due ???……… bhe……… una scarica di botte, ogni tanto, li aiuta
a crescere più forti e robusti………ma, soprattutto, meno piagnucoloni……… ci
vogliono degli uomini per affrontare la vita, non dei bambini frignanti…
…tutto
per il loro bene…
…che
diavolo !!!…… le lezioni di Pa’ non si dimenticavano facilmente………… ci si
cresce… e si impara che un uomo deve fare, quello che un uomo deve fare…… una
sorta di legge non scritta, ma che qualcuno, un giorno o l’altro, dovrebbe
incidere sul fianco di tutte le montagne del mondo…
…quante
volte ha detto a sua figlia, di non portare in casa quella gatta pulciosa ???…
quante ???…
…stupida
come la madre………… stupida e piagnucolosa…
…che
ha fatto di male in vita sua ???…… Jane non era una donna da sposare………
spassarsela per una notte, questo sì……… ma non sposare…
…quella
scema gli ha rovinato tutta la vita… quando gli ha detto che era incinta l’ ha,
praticamente, costretto a sposarla…
…e
per cosa ???………PER COSA ???…
…per
un pidocchioso lavoro in una città che preferisce immigrati coreani e messicani
che gli soffiano il lavoro, solo per guadagnare la metà di quello che spetta a
lui…
…dannazione
al mondo intero…
…ma
per lui cosa c’è ???…
…COSA
???…
…un
buco di appartamento in un palazzo infestato da tossici e immigrati…… un lavoro
al porto, se quei giorni ha la fortuna di trovarne… e una figlia che scoppia a
piangere per uno schiaffo o due…
…è
il padre, no ???……… non è suo diritto……… ANZI……… non è suo dovere, impartire
una lezione ai figli, quando sbagliano…
…all’età
di sua figlia, Pa’ lo puniva con un bastone quando sbagliava…… e lei……. miss
“piccoli occhi dolci” scoppia a piangere per un ceffone…
…quante
volte gli ha detto di non tirarsi in casa quella gatta ???……. quante ???………
quel maledetto miagolio che gli entra dentro al cervello……… quel lamento
costante………e i segni di unghiate sulle porte……… i peli sulla poltrona…
…e
Jane, asseconda la figlia……… solidale con lei, anziché con lui……… al diavolo
anche lei…
…fortuna
che, ogni tanto, è lui che fa capire ad entrambe chi comanda………… chi porta a
casa i soldi e chi decide come le cose devono andare…
…devono
andare come lui dice che debbano andare………… è scritto che sia così……… è lui o
non è lui il Capofamiglia ???…
…non
c’è altra strada che questa……… ANZI……non deve esistere altra strada se non
questa…
…lui
dice una cosa e loro due la fanno……… punto…
…se
non la fanno o la fanno male, vanno punite…
…qualche
ceffone ogni tanto……… un pugno…… un calcio, se proprio deve……… e le cose, per
qualche giorno, filano come vuole lui…
…Jane
amorevole mogliettina, sempre pronta a qualunque cosa lui chieda…
…
Mary in camera sua (a frignare…… come al solito……… ma che ha fatto di male per
meritarsi una piagnucolosa del genere, come figlia ???……… al primo schiaffo
scoppia a piangere…)… o a scuola, così non rompe le scatole…
…bhe……
in fin dei conti, non è stato proprio un male che quella gattaccia sia entrata
in casa…… anzi…… è stato un ottimo motivo per dare una lezione ad entrambe………
cosicché capiscano chi comanda davvero…
…ogni
giorno, e adesso se lo deve segnare da qualche parte, farebbe bene a impartire
una lezione ……… un paio di schiaffi a ognuna delle due, tanto per chiarire la
situazione…
…e
poi via…… una birra già al bar, mentre loro due piangono quello che devono
piangere……poi la piantano e rimettono a posto l’appartamento…
…non
che lo faccia per cattiveria, andiamo……… ai suoi tempi, Pa’ impartiva lezioni
del genere un giorno sì e l’altro era troppo sbronzo per farlo…
…un
paio di schiaffi al giorno non hanno mai ammazzato nessuno…
…certo
che………… un paio di volte……… o tre o quattro, tanto per essere precisi………… bhe
d’accordo !!!……… ha un po’ esagerato……… Jane è finita all’ospedale……… come
quella volta che ha raccontato di essersi rotta due costole, cadendo dalle
scale…… brava mogliettina……… non ha voluto metterlo in mezzo…
…quando
lei tornava, lui le faceva trovare sempre un mazzo di fiori per scusarsi…………
non che lui l’abbia fatto apposta………… solo che, quelle volte, lei si era
meritata una lezione più chiara del solito ceffone…
…andiamo…………
sarà successo solo…………… cinque volte ???………… sei ???………… comunque, non oltre le
dieci…
…e
ogni volta, lui non si è scusato con lei, promettendo che non ci sarebbe stata un’altra
volta ??? ……… e lei, ogni volta, giurava di non farlo più arrabbiare con quei
soliti discorsi ???……… se vogliamo dirla tutta, tra i due, è lei che ha mancato
alla promessa per prima…
…in
effetti, ora, in lui c’è più chiarezza di pensiero………… tutti i pezzi sono
andati a posto…… in fin dei conti, quante volte ha detto a Mary di non far
entrare quella gattaccia in casa ???……… un’infinita !!!…
…alla
fine, lui ha perso la pazienza, trovandosi quel sacco di pulci miagolante in
casa………… un calcio ben assestato e contro il muro……… così impara a soffiare
contro di lui…
…in
quanto a Mary, un ceffone per farla stare zitta…………e Jane ???…… come al solito,
dalla parte della figlia………… qualunque cosa combini quella ragazzina, lei, ogni
volta di ogni stramaledetta volta, si schiera dalla sua parte………… OGNI VOLTA…
…mai
una sola volta che sia solidale con lui……… MAI…
…è
sempre lui che ha torto, a sentire sua moglie…
…e
un pugno anche a lei……… tanto per farle capire che lui non apprezza quel genere
di pensiero…
…come
se lui non sapesse cosa le passa per quel cervellaccio………… come l’anno scorso
che l’ ha sorpresa al telefono con la sorella…
…lei
voleva lasciarlo ………… ma dopo due settimane di ospedale e tre mesi di gesso, lei
ha cambiato idea…
…la
prossima volta l’ammazza………… non vorrebbe arrivare a questo punto……… ma alla
prossima che gli combina, giura che stavolta non se la cava con un occhio nero
o con un braccio rotto…
…anzi…
…tanto
che il suo risentimento non è ancora stato intaccato da qualcuno di quei
stupidi rimorsi che gli prendono la mattina dopo, quando torna a casa, dovrebbe
appiopparle qualche altra scarica di botte………così per stare tranquilli che, per
almeno un mese, Jane resterà “la brava mogliettina sempre pronta ad ogni sua
richiesta”…
…ecco
qua…
…non
c’è altro da dire ???……… da aggiungere ???………. sembra di no !……quasi 6 pagine
di pensieri, idee, opinioni…… alle volte dette e ripetute due o tre volte…
…
tutto quello che Jhon avrebbe potuto dire per difendersi……… per, almeno,
cercare di far capire il perché, ogni tanto, picchia la moglie…
…avrebbe
voluto dirle……… sinceramente………… aprire la bocca e cercare di spiegare…
…ma
quella ragazza bionda è piombata nel bar come una furia, quasi strappando via
le porte che permettevano all’ambiente di restare in una tranquilla e placida
penombra…
…lo
ha afferrato di peso e scagliato contro una delle pareti, nello stupore
generale…
…lui
era a terra…… ad ansimare come un cane, dopo essere rimbalzato contro il muro
ed essere caduto di peso sul pavimento…… il barista era indeciso se prendere il
telefono o il fucile che teneva entrambi nascosti sotto al bancone…
<…provaci……
e ti strappo la mano…> la voce della ragazza era gelida…… non c’era niente,
in quella frase, che avrebbe messo alcun dubbio sul fatto che avrebbe davvero
avverato la sua minaccia ………… il barista ha, saggiamente, alzato le mani in
segno di resa…
…
lentamente, alcuni avventori, hanno preferito cambiare aria……… i pochi rimasti,
si sono accesi una sigaretta e si sono accomodati meglio sullo sgabello per
godersi lo spettacolo…
13.
…Jhon
Mitchell giaceva a terra, gemendo per il colpo, mentre con una mano si stringeva
il braccio dolorante…
…Buffy
non ha aspettano nemmeno un secondo……… lo ha afferrato per il bavero del
giaccone e lo ha rimesso in piedi, con un unico, fluido, movimento…
…era
uno spettacolo assurdo… impossibile… molti degli avventori del locale, dopo
qualche giorno, furono assolutamente certi che ciò che videro in seguito era
tutta immaginazione…… allucinazioni e cattivi ricordi, causati dalla birra…
…perché,
non era assolutamente possibile che, una ragazza così minuta, potesse
sollevare a venti centimetri da terra,
un uomo di quasi novanta chili, e tenerlo lì come una bambola con cui giocare…
…e
poi sbatterlo con forza contro il muro……… una……… due……… tre volte…
…ed
ogni volta Jhon gemeva per il colpo……… la testa e le spalle che sbattevano
duramente contro la parete………… tutto il locale, all’improvviso, sembrava essere
diventato un’enorme trottola………… davanti a lui, facce e oggetti si muovevano
velocemente da sinistra a destra…
…poi
le mani che lo reggono, lo abbassano fino a che i piedi toccano il pavimento………
e il ginocchio della Cacciatrice colpisce con forza il petto dell’uomo……… forse
è suggestione, ma a Buffy sembra di sentire qualcosa che si rompe……… come un
ramo spezzato…
…un
verso grossolano esce dalle labbra di Jhon, insieme al fiato dei polmoni e la
saliva……… e il fuoco che si accende dentro l’uomo……… qualcosa che brucia di
dolore…
…il
corpo che si affloscia verso la Cacciatrice……… sembra non possedere più ossa………
si piega verso il basso senza alcuna resistenza…………… ma lei che lo tiene
saldamente, per impedire che cada a terra…
…e
lo sbatte di nuovo contro la parete………… lo inchioda lì con una mano che preme
sul petto…… e l’altra che arretra………… le dita che si serrano a pugno…
…e
poi colpisce…
…la
testa dell’uomo viene sbalzata indietro………… il rumore di carne lacerata……… un
solco sanguinante lungo una guancia…
…e
di nuovo…
…e
ancora…
…la
testa si affloscia sul petto……… una litania di dolore che sale dalle labbra…
…Buffy
lascia la presa e Jhon piomba verso il terreno…………ma solo le ginocchia riescono
a toccarlo…
…le
dita della Cacciatrice afferrano i capelli neri e sorreggono il corpo, piegano
all’indietro la testa……… dando l’impressione di voler spingere, fino a
staccarla via…
…sotto
le sue dita, una faccia bianca e rossa……… un occhio chiuso e un taglio sopra il
ciglio …
…l’altro
occhio, che vaga senza meta dentro l’orbita……… fissa qualche istante lo sguardo
rabbioso della Cacciatrice…… poi passa oltre……… arriva a fissare il volto di
Pa’……… è lì…… di fronte a lui……… scuote la testa per dissentire…… una smorfia
sul viso……… “…che razza di figlio piagnucoloso e vigliacco…” dice con tono
disgustato, quella voce che gli rimbalza in testa…
…poi
la vista viene oscurata………… una faccia di fronte a lui………… una ragazza
giovane…… bionda……… due occhi freddi………una voce che sussurra…
…<…ora……
Jhon…… tu sparisci………… perché se resti, e scopro che metti ancora le mani
addosso a tua moglie e tua figlia… giuro che la prossima volta t’ammazzo…>
la voce è pacata……… tranquilla…… e la minaccia è sincera…… lo sente nel fondo
dell’anima…… come quando Pa’ entrava in camera sua con quel pezzo di legno in
mano…
…poi
tutto si fa buio…
…l’unico
occhio sano si chiude……… la mano che lo teneva lascia la presa……… e Jhon cade a
terra di peso, perdendo la mente nel confortante buio dell’incoscienza…
…Buffy
si volge verso il barista e si limita a fissarlo… <…io non voglio
problemi…> geme quest’ultimo con una vocina impersonale…
…<Allora,
chiama un’ambulanza…… ma non la polizia……… mi sono spiegata ?…> replica la
Cacciatrice <Certo…… certo……… una rissa tra ubriachi………… è questo che ho
visto…>…… Buffy non aggiunge altro…… si limita a gratificarlo con un cenno
d’assenso…
…poi,
a passo tranquillo, esce dal locale…
14.
…una
piccola scatola da scarpe……… Tiger è entrata tutta lì dentro………
…la
faccia di Mary è contratta e sul punto di piangere, mentre la depone nella buca
sul terreno…… il livido sulla guancia è ancora visibile…… l’occhio nero della
madre, resterà ancora per qualche tempo……… è inevitabile…
…ma
Jhon Mitchel è svanito……… dissolto nell’aria dopo una rissa nel suo bar
preferito…
…la
polizia ha interrogato Jane riguardo ad una ragazza bionda… ma non ha insistito
oltre……… l’occhio nero che lei cercava di mascherare con i soliti occhiali da
sole, era una spiegazione più che sufficiente…
…del
resto, il marito, dopo aver fornito una confusa spiegazione su una sua
aggressione da parte di una giovane donna, appena è riuscito a rimettersi in
piedi, è uscito dall’ospedale ed è sparito…
…neppure
il poliziotto che prendeva appunti, e che, ogni tanto, dava uno sguardo
esplicito alla donna, sembrava molto interessato (o motivato) a ritrovarlo…
…tutto
ciò che Jhon ha lasciato dietro di sé, è una moglie, una figlia e una gatta
ammazzata con una bottigliata sulla testa…
…è
Mary che si è incaricata di seppellirla…… una piccola buca scavata al centro di
un parco …… in mezzo al verde delle piante…
…la
madre non se la sentiva ancora di uscire……… non con tutti quei sguardi curiosi
che, di sicuro, si sarebbero puntati sul suo viso…
…la
cameriera che abita accanto a loro…… quella Anne “non si sa che cognome”…… si è
offerta di accompagnare la bambina, appena questa è uscita dall’appartamento
con la scatola di scarpe in mano…
…la
cameriera Anne “non si sa che cognome”, che ha riempito la buca ed è rimasta
accanto alla bambina mentre questa piangeva in silenzio……… che le ha offerto un
fazzoletto per asciugarsi le lacrime…
…<Vuoi
essere mia amica ?…> ha chiesto Mary, con la mano stretta in quella di Anne,
mentre tornavano indietro………… la guardava con quei grandi occhi nocciola…… si
limitava a guardarla e aspettare una risposta…… <Si…certo…> ha replicato
Anne, sorridendo alla bambina…
…questa
ha sorriso a sua volta…<…io mi chiamo Mary…… e tu ?…>
…Anne
è rimasta in silenzio qualche secondo…
…perché
non era Anne a dover rispondere…
…lo
doveva sapere……… è stata chiamata !!!………… richiamata da qualcuno che si
aspettava che a rispondere a quella misteriosa figura fosse Buffy, e non Anne…
…<…Buffy…>
ha risposto… <……mi chiamo Buffy………… ……… ma è un segreto……… mi prometti di
non dirlo a nessuno ?…>
…alla
parola “segreto” gli occhi di Mary si sono spalancati ancora di più…… però ha
annuito con forza, in risposta alla domanda…
15.
Sunnydale…… oggi…
…<…andiamo
???……… ho voglia di sgranchirmi……… in qualunque maniera…> il tono di Faith è
impaziente……… vuole menare le mani il prima possibile……… ma, nel caso incontri
un tipo “giusto e tosto”, non gli dispiacerebbe buttarlo sul primo letto che
trova…
…Buffy
si limita a fissare di fronte a lei…… nient’altro………<…arrivo……… un
minuto…>… replica …
…Faith
scrolla le spalle……… <… ok …> replica con voce annoiata………… Buffy è una
vera pizza………… troppo triste per quanto la riguarda……… una che non si sa godere
la vita…
…giocherellando
con il suo paletto si allontana fino a divenire un’ombra tra le tombe…
…Buffy
rimane a fissare di fronte a lei………… quella sagoma dietro la lapide……… in
piedi…… sguardo fermo…… impassibile……… braccia incrociate sul petto…
…non
è con la morte, che finisce la loro esistenza da Cacciatrici…
…ora
ne è certa…
…c’è
altro oltre a questo……… forse un’ultima missione da portare a termine…………
ricordare a chi ha scordato il perché……… o forse, diventare un angelo custode
per una bambina indifesa…
…Buffy
non potrebbe dire quale delle due sia la verità…
…forse,
per quello stesso caso, entrambe le possibilità…
…perché
ne è certa, se quella sera Anne non avesse ricordato di essere stata Buffy… un
giorno o l’altro, non ci sarebbe stata solo la tomba da scavare per una gatta
morta……… ma anche due bare per una madre e una figlia…
…<…grazie…>
mormora Buffy in direzione di Kendra…
…quest’ultima…
…
spirito…… visione…… fantasma…… allucinazione…
…
qualunque cosa sia… si limita a fare un cenno del capo…
…lo
sguardo severo si addolcisce di poco…
…poi
svanisce…
…la
sua presenza a Sunnydale non è più necessaria…
…ma
se la missione della Cacciatrice Africana, si è conclusa………per Buffy, una nuova
notte di Caccia è appena iniziata…
…e
sia…
FINE