COME CENERE AL
VENTO
AUTHOR: Sue
E-MAIL: marysue_thecat@yahoo.it
SUMMARY: è Drusilla….non vi aspetterete coerenza, vero?^^
RATING: G
PAIRINGS: Spike/Other (indovinate l’altro chi è!)
SPOILERS: Fool For Love,
DISCLAIMER: Appartiene tutto a Joss Whedon. Io non sono
Joss Whedon, se lo fossi Spike sarebbe molto più felice, ve lo assicuro^^
DISTRIBUTION: basta chiedere;-)
FEEDBACK: come la Nutella *g*
NOTA: si dice che l’imitazione sia la forma più alta
di adulazione, o qualcosa del genere…fatto sta, che per questo piccolo pezzo di
follia, mi sono ispirata ad una fan-fiction di Maria …la stanza dei venti
(credo…in questo momento non ricordo benissimissimo il titolo, perdono!)
Per Sabrina. Per
Maria…perché sei tu…e se non ci fossi bisognerebbe inventarti.
Non
è mai stato mio.
Lui
crede che sia così…
Lo
ha creduto …oh, sì…lo ha fatto.
Quando
mi stringeva a se…
Quando
il suo cuore mi cantava la canzone del suo amore…
Io
sapevo.
Io
sentivo.
Io
vedevo.
Non
era mio.
Guardavo
il suo volto e vedevo sorriderle.
Sfiorava
la mia pelle..con carezze che non sapevano di morte…
Ma
di miele.
Carezze
che non mi facevano gridare…
E
la vedevo.
Nascondeva
il volto nel mio seno, baciava la mia pelle
E
lei era già tra noi.
Nei
suoi pensieri.
Nei
suoi ricordi.
Nel
suo passato e nel suo futuro.
Nella
sua pelle.
L’ho
anche assaggiata nel suo sangue, la notte che divenne mio.
Le
stelle erano fredde quella notte…e la terra bagnata…
Come
il suo volto.
Vedevo
già lei nelle sue lacrime.
Lui…
Non
è mai stato mio.
Lui
apparteneva alla luce.
L’ho
portato via alla luce…
Ma
la luce è rimasta in lui.
Pura.
Rifulgente.
L’ho
macchiata…
Oh…sì…
L’ho
sentita gridare…quando lui credeva che fossero le sue vittime a farlo.
L’ho
vista sporcarsi…
Quando
lui credeva che fosse solo la sua pelle a farlo.
Ma
non è scomparsa.
Mai.
Mai.
Mai.
Non
è mai stato mio.
Anche
se il verme nel mio sangue lo ha reso come me.
Non
è mai stato mio.
Non
è mai stato del sangue e della morte.
Non
avrebbe potuto esserlo.
Lui
credeva di appartenermi.
Ed
io…
Io…ho
lasciato che lo credesse. Le stelle mi dicevano quanto fossi cattiva.
Io…
Io
volevo che fosse al sicuro dalla luce.
Ed
il mio cuore voleva che conoscesse il sangue…il buio.
Sapevo
che l’avrebbe reso felice.
Sapevo
che l’avrebbe preparato.
Al
dolore
Alla
fame…
Al
ragno che gli avrebbe scavato nel cervello…e legato le braccia con la sua tela
di elettricità.
Il
ragno che lo avrebbe liberato…
Lui
è libero.
Ed
io sono bugiarda.
Cattiva.
Una
madre cattiva.
Mento.
Ma
lui ha bisogno di quella bugia…
Lo
vedo, lo sento, dentro di me…ed è uno spettacolo di sangue e morte.
Posso
quasi assaporare le sue lacrime.
Posso
quasi sentire l’odore del suo sangue.
Posso
quasi vederlo coprirsi il volto.
E
posso vedere la luce.
Luce
attorno a lui, dalla quale si ripara.
Luce
come quella che gli porta via il cuore.
Luce…
Dentro
di lui…
Non
è mai stato mio.
Anche
quando lo accoglievo in me e lasciavo che mi riempisse
…anche
quando mi prendeva la mano, le mie mani erano sporche di luce.
Non
è mai stato mio.
Sapevo.
So
Saprò.
E
riderò e piangerò.
E
le stelle saranno di nuovo fredde.
E
cieche.
E
mute.
Guarda
la notte, il mio amore.
Mio
dolce, dolce cavaliere.
Ride
nel buio.
Anche
se non appartiene ad esso.
Anche
se non appartiene a me…
C’è
luce nel buio…e c’è buio nella luce.
E
lui cammina in quella linea sottile..protetto dalle ombre.
Ed
io continuo a tessere ombre di sangue per lui…
Per
il mio dolce William.
È
della luce…se potesse vedersi, la scorgerebbe rifulgere nei suoi occhi.
Ma
per un po’…un giorno, un anno, un secolo, sarà, è, è stato mio.
Fine.