GLI ANSITI DEL VENTO
Scritto da: Sue
Spoiler per: Tabula Rasa, Entropy,
Two to go, Selfless, Showtime.
Pairing:
Giles/Anya
Rating: NC17
Timeline:
Durante Showtine, spoilers per la settima stagione
Disclaimer: i personaggi delle serie “Buffy the
vampire Stayer “ e “Angel” appartengono a Joss Whedon, David Greenwolt la WB,
ME e la Fox, l’autrice scrive senza alcuno scopo di lucro e non intende violare
alcun copyright.
Buio.
Buio attorno a lei. Denso,
quasi vischioso. Doveva affidarsi ai suoi sensi, tenderli, come da tempo non
accadeva.
“Giles?” Chiamò Anya. L’osservatore non rispondeva,
eppure Anya sentiva così chiaramente la sua presenza: forte, impetuosa, coma
quel vento caldo, che le scompigliava i capelli, le scorreva sulla pelle come
la carezza di un amante.
“Giles?”
Ripeté Anya, tendendo le mani nell’oscurità.
C’era
qualcosa di incredibilmente sensuale in
quell’oscurità, persino la paura che nonostante tutto ancora provava, passava
in secondo piano.
Il
vento, quel vento era caldo come vento d’estate…e portava con se l’odore di
Giles.
Odore
di magia…e di bontà…e di tè bevuto insieme, durante lunghi pomeriggi al Magic
Box.
L’occhio
di Beljox aveva dato la sua risposta.
La
sua verità.
Eppure
sembrava distante…tutto distante.
Inarcò
piano la testa, mentre le sue labbra pronunciavano di nuovo il nome
dell’osservatore.
E
il suo cuore batteva forte, così forte.
Lo
sentiva? Veniva trasportato dal vento? A lei pareva quasi di sentire il cuore
di lui battere…
Perché
non parlava?
Perché
non rispondeva al suo richiamo?
***
“Giles”
Era
la voce del vento…era un richiamo forte, che sapeva di fragole e di sorrisi.
La
voce di Anya.
Giles
poteva quasi vederla nonostante l’oscurità…poteva quasi …toccarla.
Ma
non ci riusciva. Così come non poteva toccare gli altri.
Eppure
lei…lei era diversa.
Sentiva
la sua forza nel buio…la sua passione…la sua paura.
Ed
il suo cuore…
Ed
il vento…
Com’era
caldo il vento…
Giles
deglutì, mentre Anya pronunciava di nuovo il suo nome.
Ed
era vicina, più vicina.
Come
quella notte al Magic Box…quando non avevano avuto memorie né ricordi, ma solo
sorrisi…e sguardi.
“Anya”
Pronunciò
piano il nome dell’ex demone, lasciando che la sua voce venisse trasportata dal
vento.
Vento
caldo…che gli sfiorava la pelle e si mescolava a quella densa oscurità,
facendolo fremere leggermente.
“Dove
sei?” Domandò Anya.
Un
altro fremito…partito dall’anima questa volta.
“Accanto
a te…” Rispose Giles ed anche la sua voce tremava.
“Non
ti vedo…riesco solo a sentirti” Mormorò Anya.
Ed
anche la voce di lei tremava. Avvertiva anche lei gli stessi fremiti? Anche per
lei era tutto distante…tutto senza importanza?
Tutto
lontano?
Giles
non riusciva a spiegarsi il perché…era come essere sospesi nel tempo e nello
spazio.
Cullati
dal vento, protetti dall’oscurità.
Lontani
da Sunnydale, dai pericoli, da quello
che erano, dalla verità.
Giles
allungò una mano davanti a se, sfiorando con la punta delle dita i capelli
della donna. Aprì gli occhi, ammiccando nel buio…
…erano
morbidi, così morbidi i capelli di Anya…morbidi come li ricordava…come ancora,
talvolta, gli capitava di sognarli.
Il
suo tocco fu delicato…e Giles sperò che lei lo confondesse con quello del vento.
Infondo
erano al buio…e al buio poteva fingere di essere qualcun altro…persino il
vento.
***
Il
vento era divenuto fuoco.
Fuoco
che le aveva lambito i capelli… incendiato la pelle. Anya trattenne
silenziosamente il respiro quando avvertì la lieve carezza delle dita di Giles
fra i capelli.
Un
sorriso le si disegnò sul volto.
Il
vento continuava a sfiorarla, caldo e forte, mentre lei inarcava piano la testa
.
“Giles…”
Sospirò.
Piano,
pianissimo, tanto che nessuno avrebbe potuto udirlo… ma lui lo fece.
“Anya…”
Rispose piano l’uomo… ed il vento trasformò la voce di lui in una lunga carezza
che la lasciò ansante.
Cosa
stava accadendo? Anya avrebbe voluto formulare quel pensiero al alta voce, ma
temeva di mutare quanto stava avvenendo.
Temeva
che la bolla di tepore che li stava cullando, proteggendo da quanto stava
accadendo, scoppiasse… lasciandola sola. Di nuovo.
Lasciando
che lei fosse solo Anyanka… l’ex demone della vendetta.
O
Anya Jenkins… la ragazza lasciata all’altare. O Aud, la ragazza che era stata
tradita da Olaf.
Nel
vento e al buio… non era da sola.
Nel
vento era accarezzata dall’odore di Giles e circondata dalla sua presenza, e
quando allungò piano una mano e tracciò con dita tremanti i tratti del volto
dell’uomo… così dolci
< oh Anya> ,
ma
che sapeva poter essere inquietanti
<
mi piacerebbe verificare questa teoria>
,
poteva avere l’illusione di essere completa.
Di
essere Anya.
Di
essere sua.
Di
Giles.
***
Batteva
forte il cuore di Anya, Giles poteva sentirlo.
E
ne era inebriato.
Ne
era deliziato.
Il
vento era salato ora, sapeva di lacrime, e l’oscurità attorno a loro più densa.
Mille
pensieri gli si affollavano nella mente, eppure rimaneva in silenzio, così come
la donna che gli stava accarezzando il volto.
Lì
dov’erano, non avevano bisogno di parole.
In
quell’oscurità densa e calda, bastava la pelle di Anya, e il suo profumo, per
sapere, per sentire, per vedere.
E
vedeva lei, le labbra leggermente gonfie, che lo guardava andar via dal magic
Box, poco dopo essersi baciati.
E
sentiva il suo dolore, la sua eccitazione, la sua speranza e la paura.
E
avvertiva il corpo di lei.
Vicino,
sempre più vicino.
Caldo
come il vento, profumato… e suo.
Quell’ultimo
pensiero lo sorprese fino a strappargli una piccola esclamazione.
Un
piccolo ansito.
Portato
via dal vento.
E
dalle labbra di Anya, che, improvvise, coprirono le sue.
***
Era
diverso da come ricordava.
Più
bello.
Più
forte e mozzafiato di quanto ricordasse.
Labbra
contro labbra, mani intrecciate e il desiderio forte come quel vento di sentire
di più, assaggiare la pelle di lui, bere il suo sapore.
Anya
si abbandonò fra le braccia di Giles, lasciando che l’uomo continuasse quanto
lei aveva cominciato.
Il
vento aveva il loro odore ora: fragole ed erba appena tagliata, magia bianca e
nera…
E
brividi… brividi caldi e freddi che le si formavano sulla pelle, nel cuore,
nell’anima.
Si
allontanò leggermente da lui, scoprendo di essere senza fiato, e la sensazione aumentò
quando Giles la strinse di più a se, contro il suo cuore che batteva forte,
facendole scorrere più impetuosamente il sangue nelle vene.
Le
baciò i capelli, con una tenerezza che contrastava con la passione di poco
prima, e con il fuoco delle sue dita che le scorrevano lungo la schiena.
Aprì
gli occhi, e potè quasi vederlo: potè quasi vedere il verde dei suoi occhi
incupiti dalla passione , e le sue labbra gonfie dai baci.
Sorrise,
passandogli le mani fra i capelli, cercandogli le labbra quando lui fece lo
stesso.
***
Era
come essere consumati.
Era
come bruciare, nel vento di un falò di fine estate.
Non
c’erano parole, solo il respiro di lei e il lieve fruscio degli abiti che
venivano allentati.
Li,
in quel buio denso come miele, veniva piano consumato dal piacere.
E
non gli importava.
***
Non
le importava.
Forse
non era romantico, essere adagiati contro un pavimento fatto di vento ed
oscurità.
Ma
non le importava.
Non
vedere, non parlare… ma provare tutto tramite pelle e labbra.
Non
le importava. Era diverso, diverso che con Xander, diverso che con Spike…
diverso che con tutti gli amanti che avesse mai avuto.
Forse
era per quel motivo che non le importava, o forse era il vento… o il buio.
O
forse erano loro… solo loro, Anya e Giles.
Le
mani di lui la liberarono dagli abiti, lentamente dapprima, quasi con
esitazione, ed Anya si ritrovò a baciarlo con più foga, tremando al tocco delle
mani di lui sui suoi seni, sul suo ventre, le sue cosce.
Tremava
ancora sebbene sulla fronte le si fossero formate piccole stille di sudore, che
lui aveva terso con le labbra, quando lo aiutò a liberarsi dai vestiti. Chiuse
gli occhi, assaporando il tepore del corpo di Giles, stretto al suo, quando si
trovarono pelle a pelle.
Non
sentiva più il vento ora.
Solo
il respiro di Giles.
Non
era più buio… cerchi li luce dorati si muovevano e danzavano attraverso le sue
palpebre semichiuse, a ritmo con le dita di Giles che accarezzavano il suo
corpo, incessantemente, proprio come lei non riusciva a smettere di baciarlo.
Non
riusciva a smettere di accarezzarlo.
Inarcò
la testa dischiudendo leggermente le labbra quando sentì le labbra di lui e poi
la lingua stuzzicarle un capezzolo, lentamente, quasi come se la sua
eccitazione non pulsasse contro il suo ventre.
Quasi
come se non esistesse più tempo, quasi come se esso fosse scomparso insieme al
vento.
Loro…
Loro
esistevano…
Pelle
contro pelle, cuore contro cuore.
Esistevano
nei respiri, quasi sincronizzati.
Nel
piacere che lei avvertiva pulsare piano in lei, quieto… ma tanto forte da
togliere il respiro.
“Giles…”Soffiò
lei.
Non
aveva fatto altro che pronunciare il suo nome, ma lui comprese.
Comprese
tutto quanto la sua gola serrata per il batticuore le impediva di dire. La
baciò e lei inarcò i fianchi, pronta ad accoglierlo in se.
Ad
essere sua.
Nel
buio.
Lontani
da Sunnydale. Da tutto, da tutti.
Gli
circondò i fianchi con le gambe, appoggiandosi sui gomiti, cercandogli le
labbra per un bacio, e un altro, e un altro ancora.
Veloci,
frenetici, come i loro corpi che si muovevano, insieme. Sentiva il sapore della
sua pelle tra le labbra di Giles, e per un attimo si domandò se avrebbe
conservato il suo odore, l’odore di quel piacere intenso, come il buio fitto
che li circondava, una volta usciti di lì-
Poi
il vento tornò: bollente…come uno scirocco, come i loro corpi, che continuavano
a muoversi. Giles le circondò la vita con un braccio rotolando sulla schiena,
mentre era ancora dentro di lei e Anya ammiccò.
Il
vento le accarezzava il volto, mentre le dita di lui giocavano con i suoi seni.
“Anya”
Disse lui. Pronunciò il suo nome, ancora e ancora, mentre lei si muoveva ancora
sopra di lui, cercando invano di controllare i gemiti di piacere che
pronunciava a fior di labbra. Si chinò su di lui e lo baciò, mentre un nuovo
tremore, frutto di un piacere intenso, la scoteva, facendole girare la testa e
sorridere .
bruciava
il piacere, e lei voleva esserne consumata… e voleva che anche Giles lo fosse.
Insieme.
Al
buio.
Una
nuova ondata la lambì, proprio mentre formulava quei pensieri, e, quella volta,
Giles tremò con lei, attirandola a se, affondandole le mani nei capelli, mentre
la baciava. Ed il vento aveva il loro odore.
Anya
sorrise, pensando che forse, una volta usciti, come aveva sperato, avrebbe
conservato sulla pelle il loro odore, e fra le labbra il sapore dei suoi baci.
***
Non
aveva toccato nessuno da quella notte in Inghilterra, né si era fatto toccare.
Eppure
, lì al buio, teneva Anya per mano, mentre cercavano la via verso la luce.
Giles
scosse piano la testa.
Non
avevano parlato. Avevano passato minuti, ore, forse, stretti l’una all’altra,
dopo aver fatto l’amore, ma non una parola. Non un accenno riguardo a ciò che
li aspettava.
“Anya...”
Disse l’uomo.
L’ex
demone gli strinse più forte la mano.
“Cosa
faremo ora?” Lo interruppe lei.
“
Bè, credo che dovremo assicurarci di essere vestiti… ognuno con i propri
abiti…” Commentò Giles .
“Non
ti ho mai visto in rosso” Ridacchiò lei, poi appoggiando la testa contro la sua
spalla, continuò: “…e una volta appurato questo?”
Giles
sospirò, senza rispondere, imitato da Anya.
“Forse
una volta usciti di qui dimenticheremo” Commentò Anya “Sai come sono i portali
tra le dimensioni…”
C’era incertezza nella sua voce, paura…e speranza.
Si portò la mano di lei alle labbra, baciandole il palmo.
“Forse”
Rispose Giles. “O potrei colpire Xander fino a fargli perdere conoscenza,
spacciandomi per il Primo”
Anya
rise: “Forse…” La risata della donna si placò, e rimasero in silenzio.
Il
vento stava scemando. Ed anche il buio. Riusciva ad intravedere il rosso del
cappotto di Anya ora. Pochi istanti…solo pochi istanti ed avrebbero lasciato il
loro piccolo mondo. Solo pochi istanti e sarebbero tornati alla realtà.
O
la realtà, con i suoi pericoli, i suoi dolori sarebbero tornata da loro.
Giles
chiuse gli occhi quando una folata più forte di vento, questa volta gelido, li
investì.
Chiuse
gli occhi, soffiando un’ultima volta il
nome di lei, mentre allontanava la mano dalla sua.
***
Luce.
Ed
odore di pollo fritto.
Giles
si allontanò da Anya. Ricordava tutto…e se anche non l’avesse fatto, gli
sarebbe bastato guardarla, guardare i suoi capelli in disordine e gli abiti
stropicciati per farlo.
Parlarono.
Parlarono di quanto era stato rivelato dall’occhio di Beljox e Giles vide la
colpa dipingersi sul volto di lei.
Ed
Anya…la *sua* Anya allontanarsi.
Come
se non fosse accaduto niente.
La
rincorse fino all’auto.
Anya
non parlò…non parlò mentre tornavano a casa di Buffy. Solo quando si fermarono
e Giles notò le luci in casa della sua cacciatrice spente, mormorò: “Io
ricordo”
Anya
si strinse nelle spalle: “Non sei vestito di rosso”
Giles
sorrise abbassando la testa.
Ricordava.
Anya
ricordava.
Sollevò
piano la testa, incontrando il volto sorridente della donna. Lei sbuffò,
allontanando così una ciocca di capelli che le era scivolata sul volto.
Si
avvicinò a lei, sfiorandole le labbra con un bacio e fu sorpreso quando Anya lo
allontanò.
“Ma
che…” cominciò lui, aggrottando la fronte.
“Giles…ti
va di parlare di quella tua proposta riguardante Xander?”
FINE
Nota:
Se avete notato una certa “monotematicità” nelle parole di Anya e Giles, vi
assicuro che è una cosa voluta.