TEQUILA FOR TWO
AUTHOR: Sue
E-MAIL: marysue_thecat@yahoo.it
PAIRING: Spike/Anya
RATING: boh? Facciamo PG13
SETTING: sesta stagione di Buffy dopo Hell Bells
SPOILERS: sesta stagione di Buffy.
DISTRIBUTION: Due uomini e una gatta of corse, chiunque
altro…basta chiedere…
DISCLAIMER: tutto ti appartiene o Joss…tranne i tanghi di Astor
Piazzolla…
FEEDBACK: se vi va…ma siate gentili:)
NOTA: è una fan-fiction basata su spoilers, una sbronza,
depressione e liberazione…
Per Maria…ribadisco quanto scritto nel sms è vero. È finita.
“Si
può morire d’amore, lo sai?”
Spike
bevve tutto d’un fiato il suo bicchiere
di tequila e la guardò.
Bionda.
Come
Buffy.
Aveva
un cuore che le batteva forte in petto…come Buffy
Ma
era un cuore spezzato…come il suo.
Lei
inarcò le sopracciglia a quelle parole e Spike sorrise, un sorriso amaro.
“Non
guardarmi così…lo sai…lo senti dentro, non è così?”
Lei
non rispose. Era raro che parlasse con lui. Erano i suoi occhi a farlo. Occhi
arrossati in quel momento: per le troppe lacrime, per il troppo alcol.
Spike
riempì il bicchiere con il liquido trasparente e glielo passò mentre diceva:
“Non è questo, alla fine, che ci fa fare grandi cose?” si rigirò la bottiglia
tra le mani per un secondo prima di aggiungere a bassa voce: “o stronzate
enormi?” prese un respiro e disse: “L’amore…”
Lei
si limitò a stringersi nelle spalle. Ingollò il liquido tutto d’un sorso, poi
commentò con voce leggermente impastata: “Ho visto la disperazione…e il cuore
spaccarsi, ma…” s’interruppe: “No…non si muore per amore” un piccolo sorriso le
increspò le labbra carnose: “però ti concedo che ci si può andare vicini”
Spike
si allungò verso di lei, prendendole dalle mani calde il bicchiere. Sentiva
odore di tequila su di lei, e quello salato, familiare di lacrime.
Non
sapeva quando era cominciato. Era entrata una notte nella sua cripta,
indossando ancora il suo abito da sposa, e gli aveva allungato una bottiglia di
champagne, avevano bevuto, insieme.
Avevano bevuto per tutta la notte, senza parlare, vicini, ognuno perso però nel
proprio dolore.
Ogni
notte la bevanda era diversa, e col passar delle notti, e delle sbronze,
avevano cominciato a parlare. Parlare…a monosillabi a volte, o a lungo, senza
che l’altro interrompesse.
Lei
andava sempre via prima che sorgesse il sole, lasciandolo a dormire, e l’unica
cosa che lo rendesse sicuro di non aver sognato…o immaginato quelle lunghe
nottate, erano le bottiglie vuote…ed il suo profumo.
Lei
inclinò la testa di lato, appoggiando una gota su una spalla nuda: “Vicini…ma
non abbastanza…”
“Quanto
vicini?” domandò lui. “Quanto? Li guardi…li vedi tenersi per mano, e puoi quasi
sentire la loro forza…si sentono invincibili…e lo sono…finché non si
allontanano. Finché uno di loro non decide che è finita…” Batté le mani una
volta e lei inarcò la testa soffiando: “E allora c’è qualcuno che può fare
giustizia”
“Vendetta”
puntualizzò Spike.
Lei
rise. Come la sua, era una risata amara. Una risata che sapeva di lacrime. “Il
confine è labile” ansò. Gli fece cenno con gli occhi di riempirle il bicchiere,
e Spike lo fece con un sorriso.
“Vedo
che la moralità continua a non essere il nostro forte, eh?”commentò lui
versandole da bere.
Lei
sorseggiò un po’ di tequila, prima di fare un gesto con la mano “Noi?”
rise “Noi siamo gli outsider…” finì il
suo bicchiere, passandolo poi a Spike mentre continuava: “Noi non dobbiamo, non
possiamo conoscere i confini tra bene e male, tra giustizia e vendetta,
ricordi?”
Spike
annuì debolmente: “Mi è stato fatto presente…in più di un’occasione”
Sussultò
Spike quando lei gli sfiorò il volto con le dita. “L’ho visto sul tuo viso
qualche volta…” disse.
Gli
sorrise, prima di alzarsi ed avvicinarsi alla radio. Barcollava leggermente sui
suoi tacchi vertiginosi, mentre il semplice abito grigio perla che indossava, le aderiva contro la pelle,
mettendo in risalto le curve perfette del suo corpo.
Spike
bevve un po’ di tequila, ignorando i fremiti d’eccitazione che avvertiva lungo
il corpo.
Era
bella, la donna che gli era di fronte.
Ma
non era Buffy…
Ed
era Buffy che lui amava, Buffy che ancora desiderava, nonostante tutto.
Nonostante settimane fossero passate dalla mattina in cui era venuta a dirgli
addio.
Non
poteva amarlo. Lo desiderava…ma non poteva amarlo.
O
non voleva…non che alla fine facesse molta differenza. Era solo ora. Era solo un
vampiro, con un buco nero al posto del cuore, ed il palato salato, di lacrime
che rifiutava di versare.
E
lei…la donna che ora gli era di fronte…amava un altro. Un uomo…con un cuore che
gli batteva in petto, un uomo…che le aveva spezzato il cuore.
Sollevò
la testa di scatto, quando musica riempì l’aria nella cripta. Erano settimane
che non ascoltava musica, e fu sorpreso nel riconoscere le inconfondibili note
di un tango. Lei si voltò, allungando le braccia nude verso di lui,
accarezzandosele con le dita, mentre i fianchi si muovevano a ritmo con la
musica.
“Sei
ubriaca” commentò Spike guardandola, eppure, non riusciva a staccare gli occhi
da lei.
“Sono
qui per questo, lo sai…” replicò lei, avvicinandoglisi, seguendo il ritmo della
musica.
“Dì
un po’, ma c’è un’insegna fuori la mia cripta? ‘Da Spike consolatore degli
afflitti?’” il vampiro si mise in
piedi. Sentiva torpore diffonderglisi lungo il corpo, ed uno strano calore.
Lei
rise, mentre gli intrecciava le braccia attorno al collo: “No…ma dove altro
potrei essere?”
Già…dove
altro poteva essere? Chi altri poteva capirla se non lui?
Avevano
entrambi il cuore spezzato…erano entrambi soli.
E
diversi…diversi da quei *bambini* che giocavano coi loro cuori, senza pensare
alle conseguenze.
Spike
cercò di allontanare la ragazza da se, senza successo: lei gli si avvicinò
ulteriormente, movendo i fianchi contro i suoi.
“Adoro
questo…” disse lei con un sorriso, mentre un altro tango cominciava.
Spike
sorrise. Non sapeva nemmeno lui perché lo stesse facendo. Aveva ascoltato quel
tango con Drusilla tanto tempo prima, in un afosa notte estiva, mentre i loro
canini affondavano nelle gole l’uno dell’altra ed il piacere era stato
bruciante, quasi come il sole, e con
Buffy…
Non
aveva ascoltato musica con Buffy.
Loro…loro
avevano ballato…ma la era stata una
danza molto diversa.
La
loro danza era stata come un bolero. Un bolero di dolore ed urla, di passione e
lacrime. Di sangue, e oscurità. Passione tenuta nascosta. Un motivo che era
sembrato ripetersi all’infinito, fin quando lei…non si era allontanata.
Lei…mentre
lui aveva ancora il suo sapore tra le labbra, il suo odore sulla pelle….il
dolore nato insieme ad un’alba di mesi prima, che l’aveva piegato sulle
ginocchia e incrinato il suo intero essere.
Era
tutto diverso ora, pensò mentre circondava la vita della ragazza con un
braccio, e si ritrovò a sogghignare quando lei sussultò tra le sue braccia.
“Sai
ballare?” domandò lei, e Spike ebbe l’impressione che la sua voce fosse
divenuta più roca.
“E’
una vita che non faccio altro” rispose lui, “E tu Anyanka?”
Spike
fremette leggermente quando la presa dell’ex demone sulle sue spalle
s’intensificò. “Io ho appena cominciato…”
Il
vampiro sorrise: “Seguimi…” sussurrò, mentre cominciava a muoversi.
“Posso
chiudere gli occhi?” soffiò lei contro il suo collo.
“Devi…”
mormorò lui, conducendola.
“e
devi fidarti di me…”
Lei
sollevò la testa mentre lui cominciava a condurla e sorrise tristemente: “Sei
un vampiro ubriaco, senz’anima…” si morse il labbro inferiore. “naturalmente mi
fido di te…”
Anya
appoggiò il volto contro il suo e Spike si trattenne dal sospirare, mentre la
guidava.
Era
leggera tra le sue braccia, o forse era quella musica, forte e disperata
insieme che la faceva apparire tale. Come Anya si ritrovò a chiudere gli occhi,
lasciando che la mente ed il cuore seguissero il ritmo della musica.
Sembrava
che la cripta fosse divenuta immensa, mentre i loro corpi si muovevano in essa.
I passi divenivano più concitati. Spike sentiva il corpo di Anya contro il suo
e ricordò di quando qualcuno gli aveva detto che un tango non era che la
simulazione di un amplesso.
Strinse
più forte a se Anya, facendola volteggiare insieme a lui, mentre per un momento
ritornava in quella casa abbandonata, e le labbra di Buffy erano di nuovo sulle
sue, interrompendo le sue parole, con un bacio.
Per
un attimo fu di nuovo schiacciato contro quella parete mentre sentiva il
respiro di Buffy ansante, ed il suo cuore impazzire, mentre nell’aria si
diffondeva l’aroma dolce e possente del loro piacere.
Fece
scorrere le dita lungo la schiena di lei, mentre Anya inarcava la testa, ancora
ad occhi chiusi, proprio come aveva chiesto.
Ed
i loro corpi continuarono a muoversi, veloci, sempre più veloci. E le lacrime
frenetiche riempivano i loro occhi, mentre la musica li avvolgeva.
Una
gamba di Anya cinse un fianco di Spike e lui la sostenne mentre continuava a
muoversi.
Come
un amplesso.
Disperato,
come loro in quel momento.
Struggente,
come la musica che sembrava non volesse finire.
Anya
aprì gli occhi, le pupille leggermente dilatate, annuì leggermente col capo,
prima di inarcare la schiena e gettare indietro la testa.
E
Spike continuò a muoversi, insieme a lei, mentre la musica sfumava.
Ed
era senza fiato.
Come
lei.
Disperato
ed ubriaco, come lei.
Gentilmente,
attirò Anya a se, l’ex demone ansimava leggermente, e piccole stille di sudore
le imperlavano la fronte.
Spike
fece per dire qualcosa, ma fu sorpreso quando lei si sollevò leggermente sulle
punte per accarezzargli le labbra con le sue.
Era
un bacio?
Non
c’era passione bruciante in esso.
Non
c’era disperazione, non vi erano sensi di colpa.
Solo
labbra morbide, ed un vago sentore di tequila. Spike fece per allontanarla da
se, ritrovandosi, invece a stringerla più forte contro il suo corpo, e a
ripetere i passi eseguiti poco prima.
Dischiuse
le labbra Anya, e la sua bocca era fresca, sebbene Spike riuscisse a sentire il
calore del suo corpo premuto contro il suo.
Sentiva
ancora musica in lontananza.
Un
altro tango: labbra che s’incontravano, e i loro corpi che di nuovo si
muovevano, più lentamente questa volta. Ad un ritmo diverso.
Sorrise,
tra le labbra di Anya, e lei si allontanò, guardandolo ad occhi sgranati per
qualche secondo prima di domandare: “Cosa?”
“Libertango”
disse Spike, accarezzando una spalla di Anya, lasciando scivolare la sottile
spallina del vestito.
Lei
rise, una risata molto diversa da quelle precedenti.
“Liberacion” disse.
Lasciò
che la prendesse tra le braccia, e Spike scorse un seno nudo di lei, mentre
piano si avvicinava al letto.
“No”
disse piano lui, mentre l’adagiava sul letto, sorrise.
“L’inizio
della liberazione”
FINE