ADESSO CREDO

 

 

 

Autore: Anneliz

    

Spoiler per: “The Gift”… e “Deceiving the Destiny”!

                                         

Pairing: B/S

 

Rating: Un po’ Angst, un po’ Romance / POV di Spike / PG13, per sicurezza!

 

Timeline: Un anno dopo “Deceiving the Destiny”, in particolare un anno dopo il primo epilogo.

 

Summary: Buffy è morta in “The Gift”, e niente la riporterà indietro. Ma Spike adesso ha qualcosa per cui sperare.

 

Disclaimer: I personaggi appartengono a Joss Whedon, David Greenwolt, la WB, ME, UPN e la Fox. L’autrice scrive senza alcun scopo di lucro e non intende violare alcun copyright.

 

Note dell’Autore: Ooops! I did it again! …Pensavo sinceramente di aver chiuso del tutto la saga di DTD, ma poi il passo di un libro, “I cercatori di conchiglie” di Rosamunde Pilcher, mi ha fatto venire l’ispirazione e questo seguito mi sembrava obbligatorio. Spero vi piaccia!

 

 

 

 

 

 

 

E’ successo tre giorni fa.

 

Lo ricordo bene.

 

Tre giorni fa… ricorreva la data della tua morte.

 

Ed io ero lì, a pensare… a te.

 

E all’ingiustizia della vita.

 

E al destino infame che ti aveva portata via da me proprio quando…

 

E così, dicevo, deve essere stato allora.

 

Ero passato in camera di Dawn, per rimboccarle le coperte, accarezzare i suoi morbidi capelli.

 

Riempirla di baci come avrei tanto voluto fare con te, e non ho potuto.

 

Nonostante stesse dormendo, lei deve avere avvertito la mia presenza.

 

Quella ragazzina è sempre in grado di percepirmi, anche quando mi nascondo nelle ombre per osservare senza essere visto.

 

Devi averle trasmesso questo sesto senso per la mia presenza, quando le hai fatto quel dono d’amore.

 

Mi ha stretto la mano, mentre le sfioravo una guancia, e ha sorriso nel sonno.

 

E, improvvisamente, sono stato invaso da tenerezza infinita e insieme tristezza.

 

Perché… nel mio cuore… era nato l’insano e irrealizzabile desiderio di…

 

Essere padre.

 

Ho desiderato poter stringere a me una creatura nata dalla nostra unione.

 

…Mi sarebbe piaciuto avere un figlio tuo, nostro, anche se so perfettamente che non sarebbe mai potuto succedere.

 

Il mio corpo è morto.

 

Come il tuo in questo momento.

 

Ma a me, chissà perché, è stato dato il permesso di rimanere e veder crescere e cambiare le persone e le cose che più ti sono state care al mondo.

 

Veglio su di loro, lo sai, ogni giorno.

 

O ogni notte, a seconda dei punti di vista.

 

E loro hanno imparato ad amarmi.

 

E suona strano, persino alle mie orecchie, sentir pronunciare queste parole.

 

Loro – Mi – Amano.

 

Come anche tu hai detto di amarmi, prima di saltare.

 

E’ stato un anno fa, ma sono convinto che ricorderò per sempre la tua voce in quell’ultimo momento, e il tuo viso mentre mi guardavi per l’ultima volta, un misto tra accettazione, disperazione, amore.

 

Credevo che il mio spirito fosse morto con te, quel giorno.

 

Lo credevo mentre versavo sul tuo corpo esanime lacrime che speravo potessero ricondurti da me.

 

Naturalmente era tutta un’illusione.

 

Come è un’illusione, che tu possa ascoltare le mie parole.

 

Ma io sono sempre stato un inguaribile ottimista, lo sai, è una cosa che neanche la morte – la tua – è stata in grado di portarmi mia.

 

Ma mi sto dilungando troppo.

 

Dawn ha lasciato la mia mano, ed io, ancora traboccante di quello strano amore paterno, mi sono chinato e le ho dato un bacio sulla fronte.

 

E poi mi sono tirato indietro di scatto, perché la sensazione della sua morbida pelle calda sotto le mie labbra di ghiaccio era ancora una tentazione troppo forte.

 

Sono ancora un vampiro, del resto, e il sangue di un bambino può attirarmi più di qualunque altra cosa, offuscandomi il cervello con il ricordo del suo dolce sapore.

  

Sono uscito in fretta dalla sua camera.

 

Ero diretto alla mia, giù nel seminterrato.

 

E’ lì che vivo ora.

 

L’Osservatore ha ritenuto che fosse la sistemazione più comoda.

 

Lui occupa invece la vecchia camera di tua madre.

 

Così siamo sicuri che, ovunque tu sia, non dovrai preoccuparti per la tua sorellina, perché ci sono i tuoi uomini qui a proteggerla.

 

La tua camera è ancora disabitata.

 

E’ la stessa dal giorno della tua morte, quando sei salita a cambiarti prima della battaglia finale.

 

Non è stato spostato un solo oggetto.

 

Come se quella stanza stesse ancora aspettando il ritorno del suo proprietario.

 

Chissà, forse un giorno ritornerai.

 

Entrerai in casa nel pieno del giorno, quando io sto dormendo, ti infilerai silenziosa in cantina e mi sveglierai inondandomi di baci e carezze.

 

E poi forse faremo l’amore, come non abbiamo mai avuto la possibilità di fare, e ti dimostrerò l’intensità del sentimento che provo per te.

 

E poi resteremo sdraiati sul mio letto, esausti, per ore ed ore, ed io ti terrei stretta a me, per non lasciarti andare mai più.

 

E ti bacerei la pelle, e sentirei la consistenza vellutata dei tuoi capelli d’oro.

 

E ti ripeterei che ti amo, fino allo sfinimento, fino a non avere più fiato in corpo – come se già non ne avessi – e tu faresti lo stesso.

 

E ci ameremmo, per il resto della nostra vita, per sempre.

 

Perché, vedi, nel mio piccolo sogno, anche a te è stata donata quell’eternità che adesso mi tormenta.

 

E sarebbe… perfetto.

 

Io e te, sempre.

 

Ritornare alla realtà da alcune illusioni è sempre la cosa peggiore, purtroppo, ma l’unica che ci resta, se non vogliamo rischiare di impazzire.

 

…Anche tre giorni fa sono passato davanti alla tua camera.

 

Senza correre, per una volta, per il timore che sarei scoppiato in lacrime senza preavviso.

 

Qualcuno doveva aver aperto la finestra, e ore le tendine bianche si agitavano nel vento e si muovevano quasi secondo i passi di una danza vecchia come il tempo.

 

Sono entrato a chiudere la finestra, e per una volta non ho avvertito quella sensazione di disagio che mi fa accapponare la pelle ogni volta.

 

Ho sentito pace.

 

Come se quella camera fosse stata appena graziata dalla presenza di un angelo…

 

Avrei potuto giurare di sentire il tuo profumo, ma forse erano solo residui dai sogni nella mia mente.

 

Ho richiuso tutto, e mi sono girato per uscire e abbandonare nuovamente quel tempio di sacralità.

 

Quando qualcosa di bianco, sulla coperta porpora del tuo letto, ha attirato la mia attenzione.

 

Un pezzo di carta leggermente ingiallito in alcuni punti, sembrava come una nota che qualcuno aveva lasciato lì perché qualcun altro la leggesse.

 

E forse ero io il destinatario del messaggio.

 

Con mani tremanti, ho spiegato il foglio.

 

Le parole, beh, temo che si siano impresse nel mio cervello per sempre.

 

“…E non posso credere che il destino, avendoci fatto incontrare, non abbia inteso di farci restare insieme…

 

Avrò riletto quella frase decine e decine di volte, solo per convincermi che ciò che vedevo era reale.

 

E poi un profumo – il tuo profumo – ha assalito i miei sensi, e un tocco, lieve come l’aria, mi ha sfiorato una guancia.

 

Ho girato su me stesso più e più volte, cercando col cuore, se non con gli occhi, l’angelo che mi aveva lasciato quel dono prezioso.

 

I miei occhi erano chiusi, perché potevo vedere semplicemente con la mia mente – e con gli altri quattro sensi.

 

Uno spostamento d’aria davanti a me, e poi le finestre di nuovo aperte, e le tendine che di nuovo si agitavano nel vento.

 

Il foglietto di carta mi è scivolato tra le dita, indisturbato, e, aprendo gli occhi, l’ho visto volare via, nell’oscurità della notte di cui io dovrei essere padrone.

 

Quelle parole sono ancora dentro di me, così come quel tocco e il tuo profumo.

 

Tu eri reale.

 

Tu eri lì con me.

 

Eri l’angelo venuto a salvarmi.

 

Ed ora io credo.

 

Credo nell’amore che ci ha unito e che continua a tenerci legati.

 

Credo nella speranza che un giorno ci rincontreremo, per quanto lontano possa essere quel giorno.

 

Credo a me e a te, come anime gemelle che si sfuggono e si rincorrono e si ritrovano in un circolo eterno di vita e morte.

 

Forse in altre dimensioni ci ritroveremo per essere brutalmente separati senza che nessuno dei due abbia da dire in merito.

 

Forse accadrà in due, tre, cinque realtà contemporaneamente.

 

Ma ce ne sarà una, una sola, nella quale noi, come entità separate, ci annulleremo, e diventeremo invece un unico individuo perfetto, l’incontro di passione, rabbia, tenerezza, violenza, dolcezza, morte, vita, amore.

 

Sarà un’estasi eterna, per entrambi.

 

Ed ora io ci credo più che mai, perché tu mi hai indicato la strada per credere.

 

Ora non è più soltanto un sogno, è una certezza.

 

…Buonanotte, amore mio.

 

Ho la sensazione che questa sarà una notte felice per entrambi…

 

 

FINE

 

* * *

 

 

 

N/A: Ok, non voglio annoiarvi ancora, ma ci tenevo a trascrivere il passo da cui è tratta la frase nella fanfic. E’ parte di una lettera, ma ho preso solo quello che mi interessava. Vi consiglio di leggere il libro: a me è piaciuto davvero tanto!

 

 

“…Rileggendo questa lettera, essa mi colpisce come la lettera di un uomo felice che si aspetta di vivere in eterno. Per qualche ragione imperscrutabile, non ho timore di non sopravvivere alla guerra. La morte, l’ultimo nemico, mi appare molto lontana, oltre la vecchiaia e l’infermità. E non posso credere che il destino, avendoci fatto incontrare, non abbia inteso di farci restare insieme.

Ti penso a Carn Cottage, immagino ciò che stai facendo e vorrei essere con te, condividere le risa e le vicende domestiche di quella che mi sono abituato a considerare la mia seconda casa. Tutto di essa è stato bello, in tutti i sensi. E in questa vita, nulla di ciò che è buono può andare completamente perduto. Rimane parte di noi, del nostro carattere. Così una parte di te sarà ovunque con me. E parte di me è tua, per sempre. Amore mio, mia adorata.

 

Richard.”