ALLA FERMATA DELL'AUTOBUS

 

Autore: Anneliz

 

Spoiler per: The Prom”, “Graduation” pt. 1-2

 

Pairing: C/Wesley (accennato), X/Anya (accennato)

 

Rating: Credo che questa fanfic si possa definire un gapfiller.. poiché costituisce un riempitivo tra l'ultimo episodio della 3^ Season e il primo episodio della 4^ Season di BtVS e insieme il primo episodio della 1^ Season di AtS.

 

Timeline: post “Graduation”.

 

Sommario: Alla fermata degli autobus si inscena un ultimo incontro.

 

Disclaimer: I personaggi appartengono a Joss Whedon, David Greenwolt, la WB, ME, UPN e la Fox. L’autrice scrive senza alcun scopo di lucro e non intende violare alcun copyright.

 

 

 

 

“Cordelia!”

 

Cordelia alzò il capo, spaventata. Aveva riconosciuto la voce.

 

Seduta sulla panchina un po’ impolverata, a terra accanto a lei un’unica valigia che conteneva i pochi oggetti personali che le erano rimasti, doveva essersi probabilmente addormentata.

 

Controllò l’orologio.

 

Si rese conto, con sgomento, che non era passata neanche un’ora da quando era arrivata lì. Avrebbe dovuto attendere ancora un po’.

 

Ma a quanto pare, adesso avrebbe avuto compagnia.

 

Xander arrivò correndo davanti a lei, poi si fermò e si piegò appoggiando le mani alle ginocchia per riprendere fiato.

 

Cordelia gli rivolse un debole sorriso.

 

“Ehi. Che ci fai qui?”

 

Probabilmente, se tutta la scena si fosse svolta tre mesi prima, a questo punto avrebbe già infilato nella conversazione una decina di commenti ironici e insulti velati e non.

 

Ma non era tanto sicura, in quel momento, di aver forza per insultare Xander.

 

Anche perché, francamente, non ne aveva tutta questa voglia. E francamente era stanca di dover esibire una corazza di ferro che evidentemente il fisco si era portato via insieme a tutto il resto.

 

“Ehi,” replicò Xander ancora ansimando leggermente, “sono riuscito a raggiungerti”

 

Con un gesto fluido si lasciò cadere accanto a lei sulla panchina, alzando il capo e fissando qualsiasi punto che non fosse lei.

 

Guardandolo, Cordelia si accigliò per un attimo, poi lo imitò e distolse lo sguardo.

 

Rimasero in silenzio per qualche minuto, entrambi ignari di cosa avrebbero dovuto dire.

 

Cordelia controllò di nuovo l’orologio, e sospirò.

 

E finalmente Xander si decise a parlare.

 

“C’è una ragione perché io ora sono qui”, cominciò un pò incerto.

 

Lei si sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio, e inarcò un sopracciglio.

 

“Ma davvero?”

 

Il sottile sarcasmo doveva essere arrivato alle orecchie di Xander, perché il ragazzo si girò a guardarla in modo intenso.

 

Beh, intenso, rifletté Cordelia. Questa è una parola grande. Diciamo, piuttosto, serio. Ecco, serio è qualcosa che Xander non è, di solito.

 

Ad ogni modo, Xander la stava guardando, e per qualche strana ragione Cordelia si sentiva sempre più imbarazzata, come se lui la stesse scrutando lentamente fin dentro l’anima.

 

“Cosa?” sbottò esasperata.

 

Xander scosse la testa, ma non distolse lo sguardo.

 

“E’ solo che, stavo pensando,” si fermò un momento, come per cercare le parole giuste.

 

Aveva sul viso quell’espressione un po’ impacciata che lei aveva sempre trovato così tenera.

 

Gliel’avrebbe detto, se non fosse stato che era troppo impegnata a dirgli che era un perdente.

 

“Stavo pensando,” Xander ricominciò, e le prese una mano.

 

Senza pensare, Cordelia gliela strinse, e questo fece sorridere lui.

 

“Stavo pensando che sei davvero bellissima,” bisbigliò.

 

Cordelia arrossì, ma si impose di non nascondere il viso né di lasciare la sua mano.

 

La sensazione era… piacevole, e non voleva che smettesse. Non ancora.

 

Decise, comunque, che non si sarebbe comportata da adolescente non abituata ai complimenti.

 

Ne aveva ricevuti a sufficienza, e sapeva come comportarsi. Come era solita comportarsi prima.

 

Indifferentemente dal fatto che, nonostante fosse abituata ai complimenti, lui l’avesse fatta arrossire.

 

“Beh, a quanto pare te ne sei reso conto troppo tardi,” replicò sicura, in tono quasi arrogante.

 

Ma Xander, in qualche modo, aveva imparato a leggere tra le righe. Anche lui era abituato. Al suo sarcasmo usato come scudo protettivo.

 

Cordelia lo odiava, per questo.

 

“Mhm,” sospirò Xander, e solo allora le lasciò la mano e tornò a guardare davanti a sé.

 

Scrollò le spalle.

 

“L’ho sempre saputo, ma non è che abbia fatto una gran differenza”

 

Cordelia annuì.

 

“Proprio no, in effetti”

 

Trascorse un altro minuto.

 

“Ero venuto per salutarti, comunque”

 

“Già”

 

Xander la scrutò con la coda dell’occhio.

 

“Los Angeles non è così distante, sai. Potremo incontrarci lo stesso. Questo non è un addio”

 

Cordelia rise.

 

Doveva assolutamente. Il tono con cui lui aveva pronunciato quelle ultime parole…

 

“Sì, lo so,” disse in risposta, ancora sorridendo.

 

Di nuovo silenzio.

 

“Quindi, sei ancora intenzionato a partire per il tuo viaggio ‘on the road’?”

 

Xander annuì.

 

“Saremo io, la mia auto e la strada e… questo suonava molto meglio quando lo ripetevo nella mia testa,” finì leggermente imbarazzato.

 

Cordelia gli diede una piccola pacca sulla mano.

 

“Sarà divertente. Pensa a tutti i posti che potrai vedere…”

 

“Già,” rispose Xander. “Le stazioni di benzina sporche e puzzolenti, i motel dall’aspetto fatiscente, i grossi camionisti che mi rutteranno in faccia…”

 

“Beh, forse non proprio,” ammise Cordelia, storcendo il naso. “Anzi, probabilmente sarà orribile”

 

Xander concordò annuendo col capo.

 

“Essere soli in un luogo sconosciuto e lontano da casa…,” continuò Cordelia, “Potrebbe essere… terrificante…”

 

E in quel momento non sapeva più se stava parlando di Xander, o di se stessa. Per un attimo la paura la assalì.

 

“Tu starai bene,” mormorò Xander, quasi le avesse letto nel pensiero.

 

Cordelia si volse a guardarlo con gli occhi spalancati, rendendosi conto ancora una volta che lui la conosceva bene. Troppo bene, per i suoi gusti.

 

“Lo spero,” bisbigliò lei in una piccola voce.

 

“Si che sarà così,” esclamò Xander.

 

Lei notò che aveva assunto di nuovo quell’espressione di poco prima… serio.

 

“Andrai a Los Angeles,” proseguì lui, “e li ammalierai tutti con un solo sguardo e… diventerai un’attrice famosa o una modella elegantissima e… avrai così tanti soldi che non saprai neanche che fartene e… incontrerai un uomo ricco e bello e… sarai quello che sei sempre voluta diventare…”

 

Cordelia  sembrò rifletterci su.

 

“E cosa sarebbe?”

 

Xander la guardò e scrollò le spalle.

 

“Una regina,” disse, come se fosse la cosa più naturale del mondo.

 

E lei voleva credergli.

 

Voleva davvero, davvero tanto, prendere tutte le insicurezze e i dubbi che erano sorti dal nulla nel suo animo, e rinchiuderli in una piccola scatola per non riaprirla mai più.

 

Voleva essere ottimista come lui, e credere che, dopotutto, lei era Cordelia Chase, e poteva conquistare il mondo.

 

Decise di dirlo ad alta voce.

 

“Sono Cordelia Chase, e posso conquistare il mondo,” esclamò in una pallida copia del tono deciso che una volta le veniva così facilmente.

 

Xander sorrise.

 

“Questa è la mia Cordy,” bisbigliò, mettendole un braccio intorno alle spalle e attirandola a sé.

 

Cordelia appoggiò il capo sulla sua spalla, e chiuse gli occhi.

 

Non aveva neanche la forza necessaria per ribattere che no, non era la sua Cordy, ma tanto non aveva importanza.

 

“Xander?” fece poi lei dopo un attimo.

 

“Mhm”

 

“Ti ho mai ringraziato per quel vestito? Perché, lo sai, è stata probabilmente una delle cose più carine che qualcuno abbia mai fatto per me, e tu sei stato davvero, davvero meraviglioso a-”

 

“Cordelia?” la interruppe lui.

 

“Cosa?”

 

“Non c’è bisogno di ringraziarmi”

 

Tacquero ancora.

 

“Sicché, il tuo appuntamento per il prom era Anya, giusto? Anya, ovvero l’ex demone?”

 

Xander annuì.

 

“Devo avere un feticcio per le donne mostro,” esclamò sorridendo.

 

“Presenti escluse, naturalmente”

 

“Stai scherzando? Tu sei la peggiore di tutte”

 

Cordelia gli rifilò un schiaffo giocoso sul braccio, e subito dopo tornò ad appoggiarsi a lui.

 

“Tu invece… con Giles jr?”

 

Cordelia decise di lasciar perdere la battuta sulla gelosia che, in un altro tempo, gli avrebbe senza dubbio rivolto. Dopotutto, lui le aveva riservato la stessa gentilezza poco prima.

 

“Già. Non ha funzionato, comunque”

 

“Come mai?” domandò Xander.

 

“Come se ti interessasse…” borbottò Cordelia.

 

“Mi interessa più di quanto tu creda,” replicò lui rivolgendole un sorrisetto.

 

Cordelia scrollò le spalle.

 

“Beh, diciamo che avevamo qualche problema a livello, sai… orale” bisbigliò lei un po’ incerta.

 

Xander si accigliò.

 

“In che senso? Non riuscivi a comprendere i suoi manierismi da altolocato pomposo?”

 

“No,” replicò Cordelia candidamente. “Nel senso che non sapeva assolutamente baciare”

 

Xander ridacchiò sommessamente, e Cordelia pensò per un attimo che lui lo avrebbe detto di nuovo, avrebbe detto di nuovo che questa era la sua Cordelia, ma lui non lo fece.

 

Così, rimasero per l’ennesima volta in silenzio.

 

L’ultima, a quanto sembrava dal suo orologio. L’autobus sarebbe arrivato di lì a qualche minuto.

 

“Non eravamo fatti per stare insieme,” disse Xander dopo un po’.

 

Cordelia era quasi sicura di aver percepito un tono di rimpianto nella sua voce, ma poi, forse, no, si era sbagliata.

 

Così, annuì semplicemente.

 

“Già, eravamo totalmente sbagliati”

 

Xander abbassò il capo imbarazzato.

 

“Però io ti volevo davvero bene, lo sai, vero? E mi dispiace ancora tantissimo per averti ferita e se potessi tornare indietro impedirei a tutti i costi che accadesse e-”

 

Cordelia lo fece tacere, poggiando gentilmente un dito sulle sue labbra.

 

“Lo so. Non importa.” E poi dopo un attimo “Anch’io ti volevo bene”

 

E quando Xander alzò gli occhi per sincerarsi che, sì, Cordelia aveva detto che gli voleva bene e lo intendeva sul serio, lei gli rivolse un grande sorriso.

 

Lui non poté far a meno che ricambiare.

 

E naturalmente, l’autobus scelse proprio quel momento per arrivare.

 

Si alzarono entrambi in fretta dalla panchina, e Xander la aiutò a sistemare la valigia nello scompartimento bagagli.

 

L’autista suonò il clacson un paio di volte e le urlò di salire, Salga in fretta, signorina, qui non abbiamo tutta la giornata.

 

Così, Cordelia decise di chiudere in quel momento la sua fase di Sunnydale.

 

Porse la mano a Xander, il quale, un po’ riluttante, ricambiò la stretta.

 

“Arrivederci, Harris,” esclamò lei sorridendo.

 

Xander ricambiò il sorriso.

 

“Buona fortuna, Chase”

 

Cordelia lasciò la sua mano, e salì sull’autobus attraverso le porte aperte, che subito si richiusero, e l’autobus ripartì.

 

Facendosi largo tra i passeggeri, Cordelia trovò alla fine un posto vicino al finestrino.

 

Guardando indietro, vide che Xander era ancora accanto alla panchina, in piedi, le mani nelle tasche e gli occhi rivolti all’autobus.

 

Continuò a guardarlo finché gli fu possibile, poi appoggiò il capo contro il sedile, e chiuse gli occhi.

 

Non vide passare il cartello autostradale che le annunciava, ufficialmente, la fine della sua permanenza a Sunnydale, ma non è che le importasse.

 

Aveva già detto addio a chi per lei fosse davvero contato qualcosa, a Sunnydale.

 

Ora, le si aprivano davanti nuove porte e una nuova vita.

 

Sperava solo che Xander avesse ragione. Sperava solo che potesse davvero diventare quello che aveva sempre desiderato essere.

 

Una regina.

 

 

FINE