NOT A PUPPET

 

 

 

Autore: Anneliz

 

Spoiler per: Tutta la 4^ Season di AtS / “Chosen”, episodio finale di BtVS.

 

Pairing: C/D

 

Rating: Un Angst abbastanza ottimistico.

 

Timeline: Post “Home” / “Chosen”. L’inizio della 5^ Season di AtS.

 

Summary: Cordelia sta dormendo… ma qualche giorno dovrà pur risvegliarsi. Ed è l’amore ad aiutarla. - Sequel a 28 Giorni Dopo.

 

Disclaimer: I personaggi appartengono a Joss Whedon, David Greenwolt, la WB, ME, UPN e la Fox. L’autrice scrive senza alcun scopo di lucro e non intende violare alcun copyright.

 

Note dell’Autore: Perché ho scritto questa fan-fiction? Beh, perché ho odiato che Cordelia sia stata così bistrattata nelle ultime due serie, e soprattutto che sia stata totalmente Out Of Character. E anche perché, beh, Doyle merita di essere ricordato, sempre, e questo mi sembrava il modo migliore.

 

E volevo aggiungere… beh, le dediche non sono mai state il mio forte, ma… questa è per Maria. Perché sei stata tu, più degli altri, a farmi conoscere e amare questa coppia. E soprattutto… per essermi stata vicina con la tua amicizia, e per aver potuto sempre contare su di te, sin da quando ti ho conosciuta. Non ti dirò mai grazie abbastanza.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nel suo letto circondato da candele profumate, riposa Cordelia.

 

Il suo è un sonno di beatitudine eterna.

 

E’ un sonno di pace.

 

Si sveglierà soltanto quando il male sarà sconfitto per sempre.

 

Solo allora Cordelia aprirà gli occhi e tornerà a vivere.

 

Tutto è immobile e silenzioso attorno a lei.

 

Nessuno viene più a vederla.

 

Nessuno ha più sue memorie.

 

C’è una leggenda, certo, sulla madre della salvatrice.

 

Una donna dall’aspetto eternamente giovane e un’eterna bellezza, costretta a riposare per non assistere alle cose orribili della vita.

 

Ne sono accadute fin troppe in sua presenza.

 

Il tempo si è come ghiacciato nella piccola stanzetta dell’Hyperion.

 

Nessuno ha mai disturbato il sonno sacro della madre.

 

E poi qualcosa succede…

 

Sono delle voci.

 

E il demone che aveva aiutato ad orchestrare il lieto evento compare al suo fianco.

 

Skip.

 

E accanto a lui il demone che per tutta la sua vita non ha fatto che ricevere ordini e portarli a termine.

 

Proprio come in questo caso.

 

Whistler.

 

Skip rimane indietro, incrocia le braccia sul petto, sorride soddisfatto.

 

Le sue parole risuonano nella stanza senza che lui abbia aperto bocca.

 

“Voi siete tutti burattini.”

 

E la sua voce è così odiosa, che Whistler ha quasi voglia di farlo tacere per sempre.

 

Ma non è qui per questo.

 

Un’altra volta, magari.

 

Whistler si avvicina alla fanciulla sul letto, le sfiora leggermente la fronte con una mano.

 

La ragazza è fredda, come potrebbe esserlo un cadavere.

 

Ma non è morta.

 

Non ha ancora emanato il suo ultimo respiro.

 

E’ solo… così stanca.

 

E ha tanto bisogno di riposare.

 

Ha bisogno di riposare, in pace, fino alla nuova alba del mondo.

 

E’ quello che è scritto nella leggenda.

 

La mano si sposta ad accarezzarle piano una guancia, fino a risalire di nuovo sulla fronte.

 

Poi Whistler si ferma.

 

E senza aprire bocca, senza muovere le labbra, senza emettere neanche un suono, Whistler le parla.

 

E racconta alla donna incosciente quello che il mondo sta patendo in sua assenza.

 

Le distruzioni, e le morti, e l’orrore in nome dell’essere che lei ha portato alla luce.

 

E poi le narra la storia di un uomo.

 

Un uomo che si è sacrificato, non per adempiere a questo destino di morte e distruzione, o per portare alla luce un bambino che non salverà il mondo.

 

Ma di un uomo che si è sacrificato per salvare il mondo egli stesso.

 

E che le ha donato una parte di sé non per una volontà superiore, ma per amore.

 

Nessuno ha mai conosciuto questa storia.

 

C’era stato un tempo in cui anche un vampiro con l’anima aveva saputo della loro storia.

 

Della profondità del loro amore, dell’unione indissolubile che li legava anche attraverso la morte.

 

Ma poi anche lui aveva dimenticato.

 

E non perché gli fosse convenuto.

 

Ma perché la donna dal nome Jasmine così aveva voluto.

 

E il vampiro aveva creduto di amare la donna con le visioni perché era scritto che sarebbe successo.

 

Non per sua volontà.

 

Perché il cuore del vampiro era già affidato ad altre donne.

 

Ma Jasmine teneva in mano i fili del destino, e il vampiro, come gli altri burattini, non aveva potuto far altro che ubbidire.

 

…Whistler sussurra piano nella sua mente.

 

Vi scivola all’interno senza essere invasivo, senza interrompere il suo pacifico sonno.

 

Ma sa qual è il suo compito.

 

E sa di dover portarlo a compimento, perché la nuova alba del mondo si avveri realmente.

 

Così le parla con convinzione, scotendola nel suo punto centrale.

 

“Non è stato solo un gioco.

 

“Lui era reale.

 

“Il principe che tu avevi sempre sognato era reale.

 

“Non era solo un burattino nelle mani dell’essere che hai concepito.

 

“Il vostro amore era reale.

 

“Lo è, ancora oggi.

 

“Doyle era reale.

 

“La sua morte lo è stata, il suo sacrificio, il suo dono.

 

“Un dono fatto non per destino, ma per amore.

 

“L’ultima traccia di sé, qualcosa che avresti potuto conservare con te per sempre.

 

“E’ stato in seguito che tutto è stato avvelenato.

 

“L’unica cosa buona nata dall’amore è stata avvelenata dall’odio.

 

“Doyle ti vede.

 

“Ti osserva ogni giorno.

 

“Conosce il tuo dolore.

 

“Lo prova egli stesso.

 

“E soffre per te perché sa che non sei più stata veramente tu da quel giorno.

 

“Sa che la vera Cordelia è rimasta immersa in profondità da uno spirito più potente, e che probabilmente non tornerà mai più.

 

“Perché ora quella Cordelia sta dormendo come era giusto che facesse.

 

“Ora si sta riprendendo dalle fatiche degli ultimi tre anni.

 

“Dai rimpianti, dalle perdite, dai rimorsi, dalle sofferenze provate.

 

“Vede tutto questo, Doyle, ne è cosciente, e ancora ti ama.

 

“E vuole solo che tu ti risvegli.

 

“Perché sa che tu puoi sconfiggerli tutti.

 

“Sa che tu hai più coraggio, e più forza, di tutti loro.

 

“Sa che hai sofferto, lo ha provato sulla sua pelle, e sa che hai imparato a convivere col dolore, affrontandolo ogni giorno.

 

“Sa che non sei un burattino.

 

“Ascolta, Cordelia, ascoltami.

 

“Anche nel tuo stato di sonno perenne, in quella coma in cui ti hanno spinto, ascoltami.

 

“Abbatti ogni barriera, spezza ogni catena che ancora ti tiene prigioniera.

 

“Liberati da quelle dolci illusioni che quell’essere dalla forma di donna ha creato nella tua mente.

 

“Tutto questo sei tu. Forte.

 

“Ascoltami.

 

“Nessuno chiede che la propria vita cambi, ma succede.

 

“E allora noi che cosa siamo, solo dei burattini?

 

“Creature senza alcuna speranza?

 

“Cordelia, i grandi momenti arriveranno, sarà sempre così.

 

“La cosa che conta è come tu li affronterei.

 

“Ciò che dimostra chi sei, è come ti rialzi dopo una caduta.

 

“Tu sei una guerriera, Cordelia.

 

“Una combattente del bene.

 

“E so che capisci quello di cui sto parlando.

 

“Mostramelo.

 

“Mostra a me, e a Doyle, e a ogni stupido essere su questa terra che tu sai rialzarti.

 

“Risvegliati, Cordelia.

 

“Dimostra che il tuo amore non è stato solo un gioco.

 

“Mostra cosa significa veramente amare, e credere in quell’amore anche quando tutto il resto del mondo è contro di te.

 

“O quando il resto del mondo è troppo scettico per vedere quello che è così palesemente chiaro.

 

“Svegliati dal tuo sonno eterno per assistere alla nuova alba del mondo.”

 

…E Cordelia si sveglia.

 

Con un sobbalzo, apre gli occhi.

 

E, pian piano, i suoi occhi si abituano alla luce di una lampada sopra di lei, e scrutano la stanza.

 

Cordelia cataloga il luogo come la stanza d’un ospedale.

 

Non la sua camera da letto.

 

Poi lentamente anche il tatto ritorna ai suoi sensi.

 

E avverte una pressione alla mano, una pressione che va aumentando di minuto in minuto.

 

E poi finalmente anche l’udito torna al suo posto, come l’olfatto.

 

“Cordelia”

 

Il suo solito profumo di notti d’estate e acqua di mare.

 

Gira il capo di lato, e sorride ad Angel.

 

E poi un altro dolore la assale.

 

Uno di terra rivoltata, e cenere, e immerso in profondità, tabacco e pelle.

 

Volge il capo di nuovo, e alla sua sinistra, seduto su una scomoda sedia, Cordelia vede Spike.

 

Ora lui sta dormendo, proprio come lei poco prima.

 

Non è lo Spike che conosceva.

 

I suoi corti capelli quasi bianchi sono stati rimpiazzati da riccioli scuri.

 

Il suo abbigliamento non è più quello di una volta.

 

Spike ha addosso un semplice pantalone marrone ed una camicia bianca.

 

Cordelia lo osserva con attenzione.

 

E i suoi bei lineamenti si accigliano, perché la ragazza riesce a leggere sul volto dell’uomo dormiente una miriade di sensazioni contrastanti.

 

E quella che predomina è la sofferenza.

 

Come lei.

 

Ora è stanca di tenere ancora gli occhi aperti.

 

Li chiude lentamente, immortalando nella memoria le immagini appena viste.

 

Al suo fianco, sente Angel alzarsi e avvicinarsi a Spike.

 

“C’è molto di cui dovresti sapere, amica mia,” Angel mormora con dolcezza.

 

Cordelia annuisce.

 

“Lo so. Molto è cambiato.”

 

Anche Angel annuisce, senza rendersi conto che lei non può vederlo.

 

“Ci saranno cose che dovrò insegnarti, persone che dovrai imparare di nuovo ad amare, perché anche loro sono cambiati. Sei pronta a tutto questo?”

 

La ragazza riapre gli occhi, e fissa su di lui il suo sguardo penetrante.

 

Sorride enigmaticamente.

 

“Posso fare questo, e anche di più.”

 

Angel sorride, mettendo le mani sulle spalle di Spike, ancora addormentato e ignaro della conversazione.

 

“Skip aveva torto, Angel,” Cordelia mormora, ancora sorridendo.

 

Il vampiro aggrotta la fronte nel suo solito modo pensieroso.

 

“Riguardo cosa?” domanda dopo qualche momento.

 

Cordelia non risponde.

 

Si ripiega indietro nei cuscini, richiudendo gli occhi.

 

Il sorriso da prima è rimasto sul suo volto.

 

Ancora in pace, nonostante tutto, nonostante il mondo, e il male, e il dolore, e la morte, Cordelia riposa.

 

…Non un burattino.

 

 

 

 

FINE