Autore:
Anneliz
Spoiler per: Tutta la 7^ Season di BtVS, in special modo “Chosen”.
Pairing: B/S accennato, un po’ di X/D
Rating: Angst – POV di Dawn
Timeline: post “Chosen”
Summary: Cosa è successo dopo gli sconvolgenti – e non tanto
piacevoli – eventi di “Chosen”? Ascoltiamo da un altro punto di vista il
susseguirsi della storia.
Disclaimer: I personaggi appartengono a Joss Whedon, David Greenwolt,
la WB, ME, la UPN e la Fox. L'autore scrive senza alcuno scopo di lucro e non
intende violare alcun copyright.
Note dell’Autore: Lo so, lo so, un altro post “Chosen”! E’ solo che
ogni volta che penso all’episodio mi viene in mente un altro punto di vista che
avrei voluto esporre, e così via con la fanfic! In questo frangente, posso
comunque dichiararmi innocente, perché sono stata ispirata a scrivere dopo aver
letto “La casa degli spiriti” di Isabel Allende. In effetti, beh, i primi due
righi potrebbero anche descrivere il golpe militare avvenuto in Cile. E
sì, la fan-fiction potrebbe considerarsi come un pezzo di compagnia a “28
Giorni Dopo”. Se siete arrivati fin qui siete davvero dei coraggiosi! Smetto di
cianciare, augurandovi buona lettura!
“Non sapevamo che sarebbe accaduto in questo modo.
Agognavamo questa guerra, ma non conoscevamo davvero il prezzo da
pagare.
Delle tante ragazze che affollavano casa, poche sono rimaste in piedi.
Le altre, quelle che non sono sopravvissute, che sono cadute in
battaglia… di loro, non esiste più niente.
Miste a polvere, a luce, a anima, a risate, a doveri, e a giovinezza,
sono svanite.
Ho insistito perché tornassimo lì.
Perché vedessi con i miei occhi che i luoghi della mia finta infanzia
erano scomparsi nel nulla.
Non potevo accettare di averle perse.
Credevo di non poter vivere con la conoscenza di quelle che erano
rimaste indietro.
Anime senza riposo e senza meta che vagavano incerte tra il regno dei
vivi e dei morti.
Sull’orlo costante di un precipizio che non oltrepasseranno mai.
Anime di ragazzine che erano come me, eppure non vedranno ciò che io
vedrò.
Non proveranno ciò che io potrò provare.
Come gli altri hanno fatto prima di me.
Sapere cosa si farà domani è l’ultima speranza di attaccarsi ancora a
qualche certezza.
Chiederlo a lei, a Buffy, la sorella maggiore, la più grande
Cacciatrice, la più forte.
Lei dovrebbe saper rispondermi.
Dopo tutta la violenza e l’odio a cui l’ho vista assistere e prender
parte in tutti questi anni, dovrebbe essere in grado di risollevarsi.
Mi stavo solo illudendo, non una, bensì due volte.
So che tutta l’ammirazione che provavo per lei è svanita da tempo.
So che stavolta, che la situazione non sembra essere così difficile, lei
non si risolleverà.
Ne ho avuto un sospetto dal suo pacifico bisbigliare con Giles della
fine, e di chi ci aveva salvati tutti.
Ne ho avuto una conferma dal suo sorriso stranamente tranquillo.
Ora probabilmente non ha più forza neanche per piangere, o muoversi.
Il suo sguardo è stanco.
Il suo spirito è vuoto.
Buffy è semplicemente assente.
Ciò che nessuno si sarebbe mai potuto aspettare, una volta terminato
quel sanguinoso scontro di corpi, e spade, e fuoco, e pugni, è che lei sarebbe
stata quella a crollare.
Non una crisi di nervi temporanea.
Willow ci ha già provato.
Ha messo da parte la stanchezza, nascondendo qualche ciocca di capelli
bianchi che le grazia il capo, annegando il dolore della perdita di tutto il
suo passato, e i suoi amori, e la sua identità, per star accanto a Buffy.
Alla fine, è sempre stato per Buffy se è accaduto ciò che è successo.
I fili dei destini di Buffy e Willow, come anche Xander e Giles, si sono
confusi in una massa intricata che mai nessuno riuscirà a sciogliere.
Così Willow ha confluito tutte le sue forze in un’ultima sfera di energia,
con la quale è penetrata nella mente di Buffy.
Sarebbe stata l’ultima volta che usava la sua magia.
Dopo esser tornata da noi, Will ci ha descritto l’esito del suo viaggio.
Come ho detto, aveva sempre rischiato tutto per Buffy.
E ora, per la prima volta, era pronta a rinunciare a lei.
Perché Buffy non voleva più tornare.
Perché, giorno dopo giorno, anno dopo anno, battaglia dopo battaglia,
Buffy aveva lentamente perso pezzi della sua anima.
Fino a perdersi del tutto in un luogo grigiastro e senza forma dove non
esisteva altro che il silenzio.
L’abbiamo lasciata lì, sull’orlo di quel cratere dove aveva smarrito la
pazzia e anche se stessa.
Il commiato da lei è stato forse come un addio a una persona morta.
E forse è questo che Buffy è, morta nello spirito, se non ancora nel
corpo, come il suo amante bruciato dall’ardore di un’anima appassionata.
Solo Andrew è rimasto accanto a lei.
Ha bofonchiato qualcosa riguardo un esercito e il suo generale.
Ci ha salutato agitando la mano mentre lo scuolabus prendeva velocità,
rombando leggermente nella notte silenziosa della non più Sunnydale.
La nostra attuale direzione è Cleveland.
Così è questo il destino che ci attende.
Sarà la storia che si ripete tutta daccapo, un’altra Bocca dell’Inferno,
un’altra Cacciatrice che combatterà eroicamente e alla fine perirà.
Non cerchiamo più una vita normale.
Abbiamo abbandonato quella pretesa nel momento in cui il cartello stradale
della nostra vecchia città natia è crollato al suolo senza pietà.
Potrebbe sembrar strano.
Con Sunnydale è andata in frantumi qualsiasi speranza avessimo di una
vita normale.
Non potremmo cominciare ora a ignorare l’oscurità.
Non dopo tutto quello che abbiamo già affrontato.
Ho sedici anni, eppure ho sopportato le tragedie e il buio che alcuni
non vedranno mai neanche in una vita intera.
Siamo sconfitti, schiacciati dal peso del dovere che noi stessi ci siamo
imposti.
Non potremmo fare altrimenti.
Non potremmo starcene rinchiusi in casa a guardare il ‘David Letterman
Show’ o a giocare scacchi, sapendo che in quello stesso momento un vampiro si
sta appropriando di una vita o un demone sta tentando di portare l’Apocalisse
sulla terra.
Sarebbe del tutto improbabile e impossibile, per noi.
Così continuiamo, il nostro autobus sfreccia lungo l’autostrada della
California, il caldo è opprimente, la puzza di sangue permea ancora l’aria.
Siamo ancora insieme, per quanto uniti potrebbero dirsi un gruppo di
condannati al patibolo.
E’ quello che facciamo, giusto?
Aiutiamo il prossimo sconfiggendo il Male, senza che ci importi se
moriremo nel farlo, o se quel prossimo non saprà mai che per una vita salvata,
ce n’è sempre una che scompare.
E’ quello che facciamo.”
“Cosa stai scrivendo, Dawnie?”
La voce di Xander la riscosse da quel pezzo di carta ingiallito e
bruciacchiato in più parti.
Alzò il capo rivolgendo lo sguardo verso l’uomo che ora per lei era
diventato il più importante.
Scosse la testa, incurvando le labbra in un leggero sorriso.
“Le ultime impressioni di viaggio.”
Xander annuì, per quanto era chiaro dall’espressione sul suo viso che
non aveva afferrato davvero di cosa stesse parlando.
La benda nera sull’occhio gli conferiva un connotato piratesco.
Un fascino quasi esotico che lo rendeva solo ancora più bello, che
sottolineava l’esperienza visibile nei suoi occhi, eppure contrastava col suo
aspetto complessivo di eterno ragazzo.
Dawn ne era in qualche modo estasiata.
Sedici anni, e un’infanzia infranta, ma quell’affetto per lui non faceva
che rafforzarsi e tramutarsi in qualcos’altro.
“Beh, non direi che sono le ultime… Il viaggio è appena cominciato,
Dawnie.”
Dawn sorrise a labbra strette.
Il vero viaggio di tutta una vita era finito con la Bocca dell’Inferno
di una piccola cittadina della California.
Quello che adesso la aspettava era una macabra routine fatta ancora di
morte e battaglie.
Osservò ancora il viso di Xander.
Almeno, avrebbero affrontato insieme quella routine.
“Forse hai ragione. Forse è appena cominciato…”
…qualcos’altro, rifletté tra sé, appoggiando il capo sulla spalla che
Xander le offriva.
Qualcosa doveva pur ricominciare.
Il foglio di carta che stringeva tra le dita volò dal finestrino aperto
perdendosi nella scia di polvere.
FINE