Author: Anyanka72
Genere: Angst
Pairing: Spike, Buffy.
Rating: PG-13
Summary: Due semplici parole possono cambiare il
corso dell’esistenza…
It doesn’t matter what I
want, doesn’t matter what I need...
Era
buio, nella cripta, quando Willow infine aveva aperto gli occhi. C’era del
sangue. E c’era Tara, abbracciata a lei, che piangeva disperatamente… Sangue...
perdeva sangue. E davanti a loro, Spike. ‘Non può essere vero, non può...sto
sognando...’
Lo
vedeva avvicinarsi, e istintivamente aveva abbassato la testa, come si
aspettasse di venire colpita. Le guardava entrambe, con lo sguardo di un pazzo.
“S-Spike
n-non... t-ti prego...”
Aveva
sbuffato, con un ghigno tra l’annoiato e il compiaciuto. Nutrirsi di un essere
umano, era tanto tempo. Accidenti quanto tempo. Addio sacche di plasma.
Benvenuta vendetta. Le due streghette, in un colpo solo.
...Se...
aveva avuto un’esitazione, davvero ora non avrebbe saputo dirlo con esattezza.
Ora, assaporava soltanto il momento, e pensava alle possibilità.
Ucciderle?
'Cambiarle'? Tenerne una sola, ed eliminare l’altra? ...E quale delle due?
Facile...
per quale avrebbe sofferto di più Buffy?
...Meglio...
vampirizzare la rossa... e magari, sì, perché no... magari ‘servirle’, come
prima cena, l’amante... oh, non era poetico?
'Oh,
Dru sarebbe fiera di me...'
Willow
stringeva a sé Tara, che tremava senza riuscire a fermarsi. Willow era più
forte, era più preparata. Era già stata rapita da Spike. E un’altra volta aveva
provato a morderla. Tara era a un passo dal crollare. Doveva essere forte per
tutt’e due.
“Shhh,
tesoro, stai...stai tranquilla, non ci succederà niente di male...”
Spike
era scoppiato a ridere. E si era avvicinato per guardarla negli occhi. Vedeva
la paura... era così tanto tempo...
Paura
'di'lui... Troppo tempo...
“...Ma
certo, tesoro. Non vi succederà niente di male...” L’aveva detto in un tono
teatrale.
“...Ne
sei proprio, proprio sicura, rossa? Davvero? Stai cercando di convincere me, la
tua amica, o quella vocina, nella tua dannata testolina, che SA, che stai GIA’,
morendo?”
Allora
era vero... Willow lo sentiva, sentiva... sentiva la morte aleggiarle intorno.
Per la prima volta, se n’era resa conto solo in quel momento. Quante volte
aveva creduto di essere a un passo dalla morte! E invece no, quando stai per
morire ‘davvero’ è tutta un’altra cosa, lo vedi... vedi, mentre tutto davanti
ai tuoi occhi diventa confuso, è come… aveva come l’aspetto… Una volta aveva
letto qualcosa del genere, su un libro del signor Giles… ne conosceva anche
l’immagine… l’angelo della morte che ti aspetta… alle spalle della causa
terrena del tuo decesso.
...Che
era Spike. …Che le sogghignava, con alle spalle quell’angelo. Che scoperta
incredibile! Appena avesse rivisto Buffy, glielo avrebbe raccontato…Doveva
assolutamente farlo… era una scoperta spettacolare… ‘Chissà che faccia farà’,
pensava Willow. ‘All’inizio dirà: “Huh?”... poi, sgranerà gli occhi... lo fa
sempre... poi sorriderà, e dirà qualcosa sul mio prezioso cervellino... Sì,
devo dirlo a Buffy...’
“...Pensavi,
che ti avrei lasciato abbastanza forze per poter esercitare contro di me i tuoi
trucchetti e le tue magie?”
Willow
riusciva a respirare con fatica sempre maggiore. Non aveva nemmeno più
veramente paura… era troppo stanca. E non avrebbe creduto di poterlo odiare
così tanto.
Non
lo aveva davvero odiato mai… Aveva cominciato a… ad affezionarsi quasi, a lui…
all’idea di averlo nel gruppo, forse, pensava, forse… magari col tempo… poteva
davvero, cambiare…
Ma
si era affezionata a un’illusione, lo aveva capito adesso, solo che adesso, era
troppo tardi.
“A-avevamo
ragione a… a trattarti come abbiamo sempre fatto, Spike.”
“Sbagliato.
Il vostro più grande errore. Ero sinceramente dalla vostra parte. E lo sarei
stato anche adesso se…”
Sapeva
cosa avrebbe aggiunto. Ma non poteva, né voleva credere, che stava morendo per
un motivo così meschino… Per l’amore non ricambiato da Buffy, del vampiro che
l’aveva dissanguata. Perché lui, l’aveva fatto… Se ne rendeva conto, l’aveva
fatto. E non voleva che i suoi ultimi pensieri per Buffy fossero di
risentimento, Buffy non ne aveva nessuna colpa… Alzò gli occhi a guardarlo.
“Ma
certo…lo saresti stato anche adesso… s-se Buffy… avesse ceduto alle tue
avances… o-oppure lo saresti stato… a-anche se avesse chiarito… una volta per
sempre… che sei un verme schifoso… l’ha fatto… vero Spike…? Te lo ha detto…
Finalmente…?”
Aveva
un sorriso di compatimento per lui, mentre la voce diveniva via via più
flebile, man mano che parlava.
Spike
aveva serrato la mascella, poi, allontanandosi, le aveva detto, tra i denti,
sorridendo malignamente e guardando Tara,
“Molto
bene strega… muori, allora. …‘Muori’, e non saprai mai, che ne sarà stato di
Tara…”
“W-Willow
c-c-cosa … cosa ha intenzione di farci?”
Tara
piangeva, disperatamente. Willow sentiva le lacrime scorrere anche sulle sue
guance, ma non voleva che Tara se ne accorgesse. Le accarezzava le spalle,
consolandola.
Spike
notava lo sforzo di Willow di calmare l’amica, e per un attimo aveva ammirato
il suo coraggio. E l’amore, che vedeva tra loro.
Insopportabile.
“Andiamo,
streghetta…non sei nemmeno un po’ curiosa, di scoprire cosa si prova? Ti
conosco… devi esserti chiesta, almeno una volta, come dev’essere…”
Sentiva
le forze abbandonarla. Tara continuava a tremare nelle sue braccia.
Le
sussurrò di perdonarla per non essere stata abbastanza forte… per non essere
riuscita a salvarla… Non avrebbe voluto abbandonarla, ma questo… era il
momento, di riconoscere che era arrivata la fine. Strano, Spike doveva essere
molto sicuro della sua risposta. Che avrebbe detto sì…
Che
la sua brama di conoscenza, l’avrebbe portata ovunque, contro ogni regola, anche
contro la morte.
…
Era tentata, oh, era tentata… Ma sapeva bene cosa voleva essere…e ne aveva
uccisi troppi, di vampiri. Le era stato proposto anche di diventare un demone.
Chi l’avrebbe mai detto, per essere solo una comune ragazzina californiana, era
quasi ridicolo… Ma lei era una strega. Nella sua breve vita, sapeva, cos’era
diventata (e oh, che grande strega sarebbe potuta diventare, se questa sera non
avesse commesso l’imperdonabile errore di considerare Spike l’innocuo vampiro
di sempre…) e questo era certo… non sarebbe mai diventata un vampiro. Sentiva
che non le rimaneva altro tempo, quindi aveva sollevato per un’ultima volta gli
occhi su di lui, e gli aveva detto, con un filo di voce, e lo sguardo sereno,
“Spero
che tu bruci all’inferno, Spike.”
“WILLOW!!!
Ti prego, Willow… svegliati… Non… non puoi abbandonarmi, Will… ti prego…no….”
Il pianto di Tara risuonava per la cripta. Spike non riusciva a guardare la
scena. Gli era sempre piaciuta, la streghetta. Non l’aveva mai trattato davvero
così male, forse sì, ecco, solo nell’ultimo periodo, anche lei… e poi la sua
amica, amante, cosa diavolo fosse… e le sue lacrime… Era tanto, che nessuno
piangeva per una sua azione. Non era stato la causa di tanta sofferenza da un
pezzo. Non l’aveva realizzato. E non era sicuro che gli piacesse davvero,
questa sensazione.
“Dannazione
BASTA! Vattene fuori, FUORI di qui!”
Aveva
afferrato Tara, per un attimo indeciso se lasciarla andare o ucciderla, poi
aveva visto la disperazione nei suoi occhi e si era fermato. Per ora, era
sufficiente.
“…Vattene
da qui. Non voglio più vedere la tua… dannata faccia piagnucolante… davanti a
me…
E
l’aveva sbattuta fuori dalla cripta, sul prato del cimitero, urlandole di non
farsi trovare ancora là quando avesse deciso di uscire…
Doveva
decidere il da farsi. Liberarsi del corpo, per iniziare. Tara poteva avvertire
Buffy… Beh… non era quello che voleva? Farle SAPERE.
…
No, in realtà, voleva solo… andarsene… E l’avrebbe fatto, accidenti. L'avrebbe fatto.
Se solo non le avesse incontrate, stasera... Perché, ancora una volta, avevano
dovuto trattarlo… talmente male? Perché l’avevano schernito, che diavolo di
dannato motivo c’era, ANCORA, di farlo… come facevano da più di un anno, TUTTI
i maledetti giorni? …E perché, gli avevano girato le spalle?
“…Perché,
Willow?…Accidenti a te… hai preferito morire… Spero… che la tua amica
cacciatrice sia più saggia di così…”
Tara
era rimasta incapace di rialzarsi, e anche solo formulare un pensiero completo,
per un tempo che le era sembrato interminabile. Willow… Doveva andare a cercare
Buffy… Buffy avrebbe sistemato le cose… Buffy lo faceva sempre…
…It doesn't matter if I cry,
No matter if I bleed…
…Come
si affronta una notizia del genere? Continuava a chiederselo, incapace di
muovere un solo muscolo. Come si reagisce alla notizia che la tua migliore
amica… che ti conosce più di te stessa, che ha rischiato la vita mille volte
per te e non gliel’aveva richiesto nessuno stramaledetto Consiglio… nessuno
stramaledetto sacro dovere…
Tara
era seduta davanti a lei in soggiorno, e Buffy non faceva che fissarla, la
guardava, l’ascoltava, come si guarda il notiziario alla televisione, subendo
passivamente le notizie, tanto non ci riguardano… stanno parlando di qualcun
altro…
Lei…era
semplicemente troppo sconvolta. Troppo occupata, a non morire dal dolore, per
poter anche solo pensare, di consolare Tara. Willow non c’era più. Ripensava a
quella chiacchierata al liceo, quando Willow le aveva dichiarato che sarebbe
rimasta a Sunnydale dopo il diploma (se fossero sopravvissuti, certo… ci
avevano persino scherzato sopra…)
“Ci
sono scuole più sicure…” le aveva detto, “E’ una guerra giusta. E io voglio
esserci.”, aveva risposto Willow.
No,
Willow… non lo è… non lo è mai stata… Nessuna guerra giusta dovrebbe finire con
te, uccisa, in questo modo, in una cripta… Al freddo, tremando di paura… Spero
tu non abbia sofferto…
…Ed
era colpa sua. Era tutta colpa sua… Lo aveva fatto per lei…
Aveva
osservato la scena, dalla finestra. Con le lacrime agli occhi.
‘Intendevo
davvero le cose che ti ho detto cacciatrice… dannazione, perché non mi hai dato
ascolto…’
Se
n’era andato, sentiva che stava quasi per vomitare. Doveva assolutamente fare
qualcosa, stordirsi, ubriacarsi. Dimenticare.
Vagava
con un’espressione poco presente nei dintorni del Bronze, ricordava, quella
serata in cui l’aveva avuta tutta per sé… la sua cacciatrice. Cosa avrebbe dato
adesso perché fosse possibile riportare indietro il tempo a quel momento…
“Hey,
“Morte Nera!” Più depresso del solito, stasera, uh? Accidenti, dev’essere dura…
fammi indovinare: vorresti tanto entrare, ma non hai i soldi per una birra? E’
così?”
“…Ciao,
Xander…“
Se
aveva avvertito, che c’era stato un cambiamento, vedendo il suo… strano
sorriso, non aveva voluto badarci. Non ne avrebbe comunque avuto il tempo. Né
era riuscito ad accennare a una difesa, o a una fuga… Era semplicemente stato
troppo veloce. Per Spike, l’automatismo con cui lo aveva afferrato, e gli aveva
rotto il collo, era stato invece sorprendente. In quell’istante non aveva
neppure pensato. Lo aveva già fatto, per troppi mesi.
“…Addio,
Xander. Grazie, per avermi offerto da bere.”
Dopo
aver nascosto il corpo e preso il portafogli, era entrato al Bronze. La prossima
morte, che vedeva nell’immediato futuro, era la sua.
Buffy
doveva calmare Tara, calmare sua madre, uccidere Spike. Poi forse avrebbe
pensato a se stessa. E doveva avvertire il signor Giles. Non per telefono. Si
era diretta da lui dopo aver dato a Tara un sonnifero. Dentro si sentiva morire
ma non era il momento di crollare. Ignorava la nausea, ignorava le lacrime,
ignorava il dolore. Non adesso, si diceva.
Giles
era andato alla porta, e si era trovato di fronte uno Spike ubriaco, con lo
sguardo perso nel vuoto, se fosse stato possibile avrebbe detto… sudato. La
pelle, traslucida, brillava. E gli occhi, chiaramente aveva pianto, erano gli
occhi di chi implora la morte. Non l’avrebbe fatto entrare, ma quegli occhi…
“Non
mi ama, Giles, non mi amerà mai… Non mi perdonerà mai… Non mi perdono nemmeno
io…”
E
poi rideva, e aveva cominciato a rompere oggetti… Giles non l’aveva interrotto,
pensava di lasciarlo sfogare… un osservatore sa essere prudente… Ma non lo era
stato abbastanza, l’aveva capito adesso, che l’aveva spinto contro la porta,
afferrandolo per la gola, e l’aveva quasi soffocato…
Il
ghigno di Spike gli aveva gelato il sangue nelle vene.
“…Ed
è curioso… non so nemmeno più se lo sto facendo per lei o per me, Giles… Ti
lascerei vivere solo perché tu possa dirle che aveva ragione, che io sono solo
un mostro schifoso…”
Era
scoppiato a ridere.
“…Ma
lo sai cosa c’è?” E poi gli aveva sussurrato piano vicino all’orecchio,
“Glielo
posso dire io… magari… le lascerò un biglietto…”
Infine,
gli aveva tagliato la gola, era così stranamente facile... Poi l’aveva lasciato
andare, e Giles si era accasciato esanime a terra, sulla porta.
L’aveva
fatto… l’aveva fatto davvero. Le aveva lasciato un biglietto.
‘Cacciatrice.
Questo, è quello che ho fatto in una sera. Chiediti… cosa posso fare in una
settimana?
Spike.”
…Era
arrivata troppo tardi…lo aveva letto… ed era stato troppo. Era svenuta, nel
soggiorno. Poco distante, dal cadavere di Giles.
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“…Non
puoi voltare le spalle a questo.”
“Quale
parte del colpirti in faccia non riesci a capire?”
“D’accordo,
abbiamo litigato. Non è stata la nostra prima litigata, non cambia niente.”
“Cambia
tutto, Spike! Voglio che te ne vai. Ti voglio fuori da questa città, fuori da
questo pianeta! Non ti avvicinare più a me, ai miei amici, alla mia famiglia,
mai più! Capito?”
Si
era allontanata, Spike aveva scosso la testa e l’aveva seguita.
“No,
non è così semplice. C’è qualcosa tra noi, Buffy.” Nel frattempo lei aveva salito
le scale del portico, davanti a casa sua, e Spike l’aveva seguita. “Non è
piacevole, forse, ma è reale, e non c’è niente che tu o io possiamo fare al
riguardo.”
Buffy
aveva aperto la porta, ed era entrata, voltandosi a guardarlo, era a un passo
da lei.
“Che
ti piaccia o no, sono nella tua vita, non puoi semplicemente chiudermi fuori.”
Improvvisamente
si era fermato, come se una forza invisibile gli impedisse di entrare.
Buffy
era rimasta sulla soglia, rivolgendogli uno sguardo torvo.
…Spike
era rimasto sorpreso, le aveva rivolto un tentativo di sorriso, come non...
credendoci...
Non
poteva essere vero…
Buffy
stava per chiudere la porta. Quello sguardo… quel sorriso, quegli occhi.
…E,
improvvisamente, era rimasta pietrificata, dalla sensazione di… già visto, già
vissuto, mio dio ma certo… Un brivido l’aveva percorsa da capo a piedi, il
sogno, era un sogno, come… aveva fatto a non ricordarsene fino a quel momento,
quando, l’aveva sognato? A volte i sogni non si ricordano subito il mattino
appena svegli, le avevano detto. A volte… succede qualcosa di insignificante,
durante la giornata. Magari anche giorni dopo. E ci si ricorda. Non… era
successo niente. Ma poteva.
E
guardava lo sguardo innamorato del vampiro che avrebbe potuto, nell’arco di
poche ore, sconvolgere per sempre la sua vita. Bastava così poco. E la sua
unica arma, contro di lui, erano… due semplici parole. Non… poteva, ucciderlo
per questo. Non era semplicemente giusto. Non si uccide sulla base di un
sospetto, persino Spike non meritava la morte perché lei aveva sognato che
aveva ucciso tre delle persone più importanti della sua vita per… dispetto?
Pazzia? Disperazione?
…Ancora
una volta, pensava, non importa, quello che voglio io, non importa quello di
cui ho bisogno. Come diceva quella canzone. Non era mai importato, quello che
voleva lei.
Non
importa se io piango, non importa se sanguino. Tu sei sulla strada. Non so dove
va, o dove conduce… Sei stato in una gabbia, e adesso volerai libero...
Aveva
fatto un passo sulla soglia, guardandolo, sentiva una stretta al cuore, e un
odio, verso tutti, verso tutta quella situazione, verso se stessa, e che
comunque, non avrebbe cambiato le cose… Spike la guardava senza capire.
...Aspettava. Come le sembrava… dolce, la sua espressione.
E
gli aveva... sorriso, quasi, involontariamente.
“…Entra,
Spike.”