VORREI POTER
DIRE...
Author: Anyanka72
Pairing:
Buffy/Spike (Dawn/Spike friendship)
Genere:
Drama/Romance
Rating: PG-13
Timeline: Post The
Gift (5° stagione BTVS)
Summary: I pensieri di Spike. Un legame
impossibile.
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"Please, dear… could you
save a seat in Nirvana for me…"
Quante
volte l’ho riascoltata? Non me lo ricordo più. E’ strano, è passato così poco…
tempo… e tu lo sai, piccola, per me il tempo non è che poi abbia mai contato
molto. Non… sempre almeno.
Quando
eri qui, era sempre, una questione di tempo.
…Non
si può sperare in un’eclissi alla settimana, vero, Buffy?
Poi…
le eclissi qui a Sunnydale vengono solo se c’è un’Ascensione, un’Apocalisse, o
qualche dannato demone o dio, che non trova le chiavi di casa.
Quando
eri qui, il tempo aveva un significato. Le ore che passavano, lo avevano.
Significavano quanto mancava per vederti. Quante ne avevo ancora prima di
salutarti.
Ti
ho odiata quella sera. Quanto, ti ho odiata. Non avevi scelta… ma hey, che scelta
abbiamo avuto, noi?
Lo
so… Ci sto… provando, Buffy. Almeno, non sono ancora diventato saggio.
…E
quella volta che ti ho detto… okay d’accordo non te l’ho detto, ma come se
l’avessi fatto.. “Eliminami da questo assurdo mondo, dove anche tu, respiri…”
…
Beh tesoro... tu non… respiri più in questo mondo, ed è diventato ancora più
assurdo.
Comunque
ti ho fatto una promessa. E non ci crederai Buffy, ma sta funzionando. Dawn
sopravviverà. Non sarà facile, ma ce la farà. Tutte le donne Summers, sono speciali.
...Solo,
che solo una è la mia slayer.
Ma
tanto… tu probabilmente non puoi sentirmi.
Un…
vampiro che prega. Oh, e perché no? …Io credo nei bilanci. Ci sono io, esiste
il male. Questo mondo assurdo esiste? Esiste… il bene. E’ solo che io non so più
da che parte stare.
Non
esattamente.
Non
ti ho mai detto tante cose, Buffy, che ti avrei confessato, mi dicevo, quando
avresti voluto ascoltarle. …Lo so che un giorno avresti voluto. Lo… sapevo.
Solo… io credevo, di avere tempo. Per… tutti e due. E che ti avrei persa, un
giorno, ma non così presto. Non così dannatamente presto.
Vorrei…
vorrei non averti fatto quella promessa, “Fino alla fine del mondo”, quella
sera, a casa tua… Vorrei poter dire che non è stata gratitudine.
…
Vorrei poter dire, che quando ti sei buttata tra le mie braccia, mi hai
guardato, oh i tuoi occhi in quel momento,.. e poi mi hai detto “Per un attimo,
Spike…solo…per un attimo…” e poi hai… quasi sorriso, quando ho annuito… e hai
cercato le mie labbra, sapevi che non l’avrei fatto io… e ti sei stretta a me,
e mi hai chiesto di non dire niente, per favore, non dire niente…
Vorrei
poter dire, Buffy, che il mio sì era per consolarti, per…confortarti, per
…tranquillizzarti. Vorrei poter dire di non essere stato felice, che tu avessi…
COSI’ tanto, bisogno, di me, e vorrei poter dire, che tu lo hai fatto… perché
volevi sopravvivere, e non perché avevi già deciso di morire.
Vorrei
poterlo dire. A volte, penso che se non ti avessi baciato, tu saresti ancora
viva.
…Tanto,
non avevo bisogno di fartela, quella promessa. E tu lo sapevi, in fondo.
...Ma
adesso, che i giorni nascono e muoiono tutti uguali, e che Dawn conta su di me
(diabolica slayer, non posso nemmeno più uccidermi…) e che ho ascoltato mille
volte questa canzone, e che ho pianto così tanto…
Adesso,
ho capito che non è la canzone giusta. Non devi tenere un posto in paradiso per
me, cacciatrice. Tu devi tornare qui. Tu, tornerai. Io lo so, non chiedermi
come, ma lo so… tu tornerai.
…E
io ti aspetto.
CAPITOLO
2 Zucchero filato
Sono
al buio. Mi sto calmando… Dawn è a casa, cacciatrice. Puoi stare tranquilla.
Voglio bene, a Dawn.
Siamo
andati al luna park, stasera. Mi sento una specie di padre con lei. …Un vampiro
padre.
Certi
giorni, riesco persino a farla ridere.
Ci
sono cose che non cambiano.
...Purtroppo.
Ci
sono... altre cose da dire.
...Il
chip. Che condiziona quello che sono adesso.
...Cos’ero
prima.
...E,
piccola... cosa non sarò mai.
Ho
deciso di ripercorrere quei momenti, Buffy. Meglio questo di altri passatempi…
è interessante.
E
poi, la noia è pericolosa. Non voglio rischiare, di annoiarmi…
Ma
la cosa straordinaria, Buffy, è che stasera mi sono ricordato. Chissà, se è
successo anche a te, e non me l’hai mai detto? Voglio chiedertelo, Buffy. Devo
farlo. Sapere, se è stata colpa mia. Se tornerai davvero, devo sapere.
E'
buffo…
Non
ti ho amata, dal primo momento che ti ho vista. Mi sei… piaciuta, dal primo
momento in cui ti ho vista. E quella canzone, che ballavi… me la ricordo.
Parlava di stupidità e di debolezza. Ma non è stato allora. Non riuscivo a
smettere di guardarti… perché non ti avevo mai vista. Solo, che invece non era
così. Io ti avevo già vista… dopo, però.
E
non me lo ricordavo.
E’
stata Dawn, stasera. Con le guance ricoperte dallo zucchero filato. Per un
attimo, devo averla spaventata. Chissà che espressione, deve avere visto.
Terrore.
Colpa. Rimorso.
“Spike…
stai …bene?”
“S-sì,
briciola, sto…bene.” Le ho sorriso, ma non era vero. Non so come ho resistito,
dopo. Finalmente, sono qui. Ho acceso le candele, adesso. Come le avevamo
accese allora. A formare un cerchio. E noi, al centro. E osservo la fiamma.
Aveva
sospirato...
Il
viaggio qui, da Cleveland. Per lei. L’aveva inseguita per ogni stato. E quando
era arrivato,lei… era partita per Sunnydale.
“Bene…ti
va di giocare, piccola…”
E
quando era arrivato, a Sunnydale…
Il
Bronze. Distrutto. Vampiri, sangue, il maestro, Angel…
E
lei, che stava per essere uccisa.
“Beh,
se questo è il benvenuto, ci sarà da divertirsi…”
Prima,
l’aveva studiata. Era diversa.
Quella
cicatrice, sulle labbra… E il modo di combattere, oh… non era precisamente
classe, ma c’era del potenziale. ...E quelle trecce, mio dio!
“Per
te, bambina, ho viaggiato tanto?”
Strano
però… non aveva difeso Angel. Ucciso, davanti ai suoi occhi.
Angel,
l’essere più… ingrato, che cammini sulla faccia di questa sanguinosa terra.
“…Bene,
hai guadagnato dei punti, ragazzina.”
Non
sapeva spiegarsi perché l’aveva fatto.
Forse,
perchè doveva, voleva farlo lui… Era lì per questo. E uccidere il maestro non
era etico. E questo era il maggior punto a favore della cacciatrice.
In
fondo, l’aveva fatto per se stesso.
L'aveva
ucciso, prima che potesse romperle il collo. E lei, gli era caduta tra le
braccia.
“…grazie…”
‘…Ecco,
dev’essere stato da allora, che ti ho… amata. Ma non è stato sufficiente...’
“Di
niente, dolcezza.”
Ma
era un vampiro. L’aveva colpito. Non se l’aspettava. Era forte la ragazzina,
accidenti. Sarebbe stata una bella battaglia.
“Non
sono la tua dolcezza. Mi chiamo Buffy. E chi DIAVOLO sei, tu?” Lo guardava
pronta ad attaccarlo, adesso.
Le
aveva sorriso. Non voleva combattere con lei, non subito.
“Beh
tesoro… il fatto è che non lo so bene neanch’io... Vedi, funziona così. Io
arrivo, e la vittima mi chiede chi sono. E io dico che sono quello che la
ucciderà. ...Solo che non posso dirtelo, adesso. Dovrei dirti che sono quello
che te l'ha salvata, la vita. E io che pensavo che Cleveland fosse terribile.”
Ne
aveva abbastanza. Le aveva salvato la vita, ma era irritante. Chiunque fosse,
non aveva intenzione di fare conversazione. ...E allora perché gli aveva
chiesto quello che gli aveva chiesto?
“Vorresti
dire che sei un… vampiro con una crisi d’identità? Soffri di…amnesia? Hai...
un'anima?”
A
questo, si era messa a ridere. Le avevano raccontato che esistevano, vampiri
così. Che idiozia.
Lui
non si era scomposto.
“…Spike,
comunque. E ci rivedremo, cacciatrice.”
“No,
Spike. Io non... abito qui. Non penso, che ci rivedremo.”
Le
camminava davanti, lentamente, la fissava. Anche lei, non lo perdeva d'occhio.
“Beh
neanch’io abito qui. Ma ho intenzione di fermarmi. Il tempo necessario.”
“Aspetta…hai
detto che vieni da Cleveland?”
Ma
sarebbe diventato giorno presto. Le aveva dato le spalle. Peccato, andare via.
Non le aveva risposto.
'Ricordo
che mi è dispiaciuto andarmene, Buffy...'
Intorno,
la scena era rimasta uguale… i morti, i feriti, il sangue.
“Tutto
bene, Buffy?
“Uh…s-si,
Oz… grazie… Dì... dì a Giles che… lo chiamerò.”
Chi
era, quel tale? Cosa…stava succedendo? Aveva sentito, come un…cambio,
nell’aria, l’atmosfera, era… era più rarefatta. Perché? Non capiva… Doveva
parlare con Giles, subito.
“Pronto?”
“Signor
Giles, sono Buffy. Qui è… tutto finito. Lei sta…sta bene?”
“E-ecco
io…s-sì, Buffy, più... più o meno...”
“Che
cosa intende dire?”
“Buffy…
è meglio che tu mi raggiunga in biblioteca.”
Era
tutto così strano.
Adesso
era in biblioteca. E Giles le stava dicendo cose prive di senso.
“Quindi
lei… mi sta dicendo che questa realtà non… esiste…più?”
“Ah…ecco…sì,
è quello... che ho detto, in un certo senso. Ma…”
“E
quale altro senso ci dev’essere? Insomma dannazione VUOLE SPIEGARSI?”
“Noi
“eravamo”, in questa realtà, Buffy. Per un… desiderio. Che si è dissolto.
Quando tu, sei arrivata.Il desiderio, era che tu non fossi mai arrivata a
Sunnydale. Sei qui, e questo ha rotto l’incantesimo.”
“Questo
NON spiega perché questa realtà non esiste, signor Giles. Perché non dovremmo
essere qui?”
“…Perché…
noi dobbiamo essere altrove, Buffy… Forse, ci siamo già, in effetti…”
“E’
pazzesco. Lei è pazzo.”
“Non…durerà
a lungo, in ogni caso. Succede, a volte… quando... quando non è ancora successo
tutto quello che… uhm... deve... succedere. E quando questo avverrà, noi
torneremo a casa.”
Non
l’aveva lasciato finire, era uscita prima che terminasse la frase. Si sentiva
male.
Era…
‘vero’, inoltre. Aveva sentito, accadere qualcosa.
Sentiva
che non era il posto giusto dove stare.
…E
adesso, cosa avrebbe potuto fare? Cosa si… fa quando il mondo non esiste?
Quando qualunque azione si compia, non avrà conseguenze? Era come non avere una
coscienza…
"Beh,
guardiamo i lati positivi..."
Avrebbe
potuto, fino a che quest’illusione durava, essere libera… Non essere la
cacciatrice… Non uccidere nessun vampiro… Andare al cinema… Essere Buffy… per
una volta. Ma non aveva una casa.
“Beh,
perché avrebbe dovuto essere bello, in fondo? … Questo, Giles non l’ha detto,
in effetti.”
Ma
era determinata, a occupare quel tempo.
E…
quello strano vampiro era di passaggio. Veniva da Cleveland. Era l’unico con
cui avesse una cosa in comune, allora. E a Sunnydale, di alberghi ce ne sono
pochi.
E
si era presentata alla sua porta. Non poteva crederci...
“Beh,
questa città è piena di sorprese, direi… hai un desiderio di morte più forte di
quanto pensassi… Mi toglierai parte del divertimento, così.”
“Questa
città non esiste, Spike. Io, non esisto. Tu, anche tu non sei qui.”
“Ma
che diav—“
Aveva
dato un colpo alla porta, spingendolo dentro e entrando a sua volta. L’aveva
immobilizzato alla parete, un paletto sul petto. Lui sogghignava.
“Ehy,
bastava chiedere. Ti avrei fatto entrare prima.”
“Stammi
a sentire, Spike. Questo dannato posto NON C’E’. Chiaro? Noi, non siamo qui.
Non so perché ma è così. SO, che è così. Perché accidenti sarei venuta a
cercare te, un vampiro?”
“Buon
gusto?”
“Ho...
bisogno di farmi una doccia. E voglio uscire. E TU, verrai con me. ...E dal
momento che non avrebbe nessun senso, io non ti impaletterò, tu non succhierai
il mio sangue. Affare fatto?”
Avrebbe
riso, se non avesse visto la sua espressione sconvolta.
Con
un cenno le aveva indicato la porta del bagno.
E
aveva ascoltato l’acqua che scrosciava.
“O
è dannata fortuna, amico, o stai facendo un bel sogno. In ogni caso, vediamo
come… va a finire.”
Poi,
il resto era stato incredibile.
“Vuoi
dire… intendi dire davvero, che... non siamo veri?” La osservava, una mano
sotto il mento, mentre lei mangiava una pizza. Lo aveva guardato.
“Vuoi
dire che tu… non lo... "senti", anche tu?”
“Non
lo so, Buffy. Io, non sono vivo. In qualunque realtà parallela mi trovi.
...Beh, effettivamente, qualcosa di MOLTO STRANO sta succedendo.”
Non
poteva evitare, di ridere tra sè e sè, di tutta la faccenda.
“E
che cos'è, secondo te?”
“Stai
scherzando, vero? Io vampiro, tu cacciatrice…suona qualche campanello?”
Quella
frase… era certo, di averla sentita pronunciare da lei. Quando?
“Esatto.
E’ quello che volevo dire…” Continuava a mangiare la pizza. Non era poi così
male, Spike. Non faceva domande stupide, andava al punto. No, non era poi così
male.
“…Quindi,
quella pizza che hai lì… non la stai mangiando davvero, è così?” Le sorrideva.
Un’altra situazione folle. Le sembrava di conoscerla da un pezzo. Sembrava imbarazzata,
adesso.
“Beh,
io… basta crederci. E la fame che avevo prima, in quella... ci credevo
veramente.”
Era
divertito. Un mondo sull’orlo della scomparsa, e lui a cena con la cacciatrice.
Stava meglio, con i capelli sciolti. Poi, le aveva prestato una sua maglietta.
Immaginava il calore, su quella maglietta.
“Dimmi,
quindi, cacciatrice… cosa hai voglia di fare, adesso?”
Le
si era avvicinato, con uno sguardo malizioso.
“Non
lo so, Spike… Qualcosa… per dare… un senso a questa serata?”
“Beh
Buffy, se quello che dici è vero, niente di quello che faremo da adesso in poi
avrà un senso…”
“…Pensandoci,
non è poi molto diverso da quello che faccio nel mondo vero…”
Aveva
sorriso.
‘Che
sorriso... dolce,’ pensava. ‘Deve essere così, dev’essere un sogno.’
“Spike…”
“Uhm?”
“Ho
avuto l’impressione che… tu conoscessi, quel vampiro.”
“E’
così. Era… un vampiro molto potente.”
Aveva
paura di fargli quest’altra domanda, anche se non sapeva bene perché.
“E…Angel…
Angel, lo conoscevi?”
“Angel…
sì, conoscevo... anche lui.” Non aveva potuto evitare un triste sorriso,
pensando a Angel.
“Lui
mi ha detto che… che io ero il suo destino. Ti… dice niente, questo?”
“No,
Buffy. O meglio… Forse.”
“Forse?”
Aveva
sospirato. Angel. In fondo, vedere il tuo... sire ridotto in cenere, non capita
davvero tutti i giorni.
“Se
lo ha detto, aveva un motivo per farlo.”
“Ecco
io… sentivo che avrei voluto conoscerlo…Che forse, io lo… conoscevo.”
“O
che forse, lo conoscerai… Non si può essere il destino di qualcuno,
altrimenti…”
Involontariamente,
le loro mani si erano toccate, sul tavolino. Lei non l’aveva spostata, e lui
l’aveva presa nella sua. Era più, che noncuranza, era più, che indifferenza,
era più, che la vaga sensazione di impunità, che provavano da quella mattina.
La
mano, continuava a stringere la sua.
Aveva
la sensazione, di averlo incontrato, di averlo odiato, che avrebbe fatto meglio
a essere ovunque tranne che lì, con lui… E aveva risposto, alla sua stretta.
“Spike…
Grazie, di avermi salvato la vita.”
“…Aspetta,
a dirlo.”
Poi…erano
andati al cinema, avevano visto un film, di cui non ricordavano più il titolo.
E ne avevano discusso, a lei era piaciuto, lui l’aveva trovata una commedia
mielosa e dalla trama inesistente. E avevano parlato per ore, erano andati al
luna park, lei aveva preso lo zucchero filato, giocavano a fare il papà con la
bambina capricciosa… E l’aveva presa in giro, perché aveva lo zucchero filato
su tutto il viso, e poi lei l’aveva rincorso, e alla fine lo aveva catturato, e
lo aveva ricoperto dello zucchero che era rimasto… E avevano riso... davvero.
Anche se quel mondo non era vero, le loro risate lo erano state. Non poteva
parlare per lei, non completamente, ma… Se le circostanze fossero state
diverse…
Poi…poi
erano andati al cimitero di Sunnydale. Non avevano voglia, di tornare in
quell’albergo triste. Stava per diventare giorno, di nuovo…
Avevano
visto la cripta. Quella, dove viveva adesso. Non era molto diversa. E ci erano
entrati. Anche l’interno, era lo stesso. Avevano trovato delle candele, le
avevano accese, e disposte a cerchio. E loro, all’interno del cerchio. Lei
sentiva il suo cuore battere, per l’emozione e la paura. Ma stava bene, con
lui… In un certo senso, si fidava, di lui.
“Perché
siamo qui, Spike?"
Lui
l'aveva avvicinata a sé. La guardava negli occhi, e lei avrebbe giurato che
c'era qualcosa, in quegli occhi... Qualcosa di più, di un semplice desiderio di
passare del tempo... piacevolmente... Ma tanto, si diceva, non è vero niente…
questa cosa non sta succedendo... Le si era avvicinato ancora di più, e lei
sentiva la sua voce, che le sussurrava, piano, vicino all’orecchio..
“...Non
importa, giusto?”
“No…
ma facendo finta che importi…”
In
fondo, non contava. Niente, contava, fosse questa, o l’altra, la realtà giusta
in cui essere. Lo sapevano. Forse, una parte di loro era ancora rimasta, in
quella cripta. Ecco, perché ci era tornato. La sua cacciatrice… così reale,
così coraggiosa, così viva. Aveva sempre pensato fosse solo un altro dei suoi
tanti sogni. Dai quali emergeva ogni giorno, e in cui Buffy non era più con
lui.
E
questo, era quello che importava.
E
forse anche Buffy, allora, in quella Sunnydale immaginaria, lo aveva sentito.
Erano lì, non erano veri, pazienza. I suoi baci... quell’intera notte, al
freddo e al buio in quella cripta vuota, in cui lei lo aveva riscaldato con il
suo calore, non c’era mai stata? E, Buffy pensava, lo rivedrò mai, questo
strano personaggio, cosa provo per lui, veramente?
Non
erano che sogni, magie, desideri?
Lo
erano comunque sempre stati, anche nel mondo reale. Forse, il desiderio doveva
dissolversi allora, e non prima. Forse, era quello, che doveva succedere. Che
Buffy tornasse a Sunnydale. O che Spike, tornasse a Sunnydale.
O
che lui, invece, come aveva fatto, l’avesse uccisa... che avesse rotto la loro promessa,
che l’avesse morsa…
che,
in un attimo di lucidità… Si fosse ricordato chi era, lui, veramente…Cos’era
veramente. Stupida cacciatrice… Perché era questo. Buffy doveva morire, uccisa
dal maestro… E lui era venuto ad interrompere l’incantesimo.
Subito
dopo, Buffy era nel cortile del liceo… Lui… si era svegliato. Un sogno, diceva…
un altro stupido sogno.
Osservava
la fiamma, silenzioso, nella cripta.
...Solo
che non lo era, Buffy… Era irreale, ma non era un sogno. Ecco, perché so che
non mi amerai mai. Certe cose non cambiano… ti ho uccisa per riportarti in un
mondo dove sei morta, stavolta davvero. E mi tornano in mente le parole che mi
dicevi, in quel ristorante, ridendo…
“Spike…
mi sento come la protagonista di una puntata di un telefilm per ragazzini, dove
qualcuno ci vuole insieme ad ogni costo…”
“E
la puntata finisce con lei, o lui, che si svegliano e non è successo nulla, e
continuano a odiarsi, più di prima… giusto?”
“Ma…io
ti odio, Spike?"
"Non
lo so, Buffy... tu mi odi?"
“...Pensi
che ce lo ricorderemo, questo 'appuntamento', Spike?”
“...No,
Buffy. ...Penso di no.”
CAPITOLO 3 Rose e spine
‘…Voglio
stare qui, da solo. Al buio. Ubriacarmi. Sentirmi stupido. Odiarmi, un po’ di
meno, o un po’ di più.
Ma
tanto non è possibile. Chi diavolo è alla porta, adesso?
…Dawnie.
Sì, lassù di certo qualcuno mi odia. Ma briciola non ne ha nessuna colpa.’
“…Dawn,
cosa… cosa ci fai qui a quest’ora di notte…”
Dawn
stava piangendo. La guardava preoccupato.
“Non…
voglio andare da Giles, domani!”
Ed
era corsa dentro, superandolo. Spike aveva chiuso la porta, con un sospiro.
Tempo di rimproveri.
“Primo,
Dawn: NON osare mai più uscire di casa a quest’ora di notte, meno che mai
venire da queste parti. Hai una minima idea di cosa potrebbe succederti? Domani
prenderemo provvedimenti per questo. Secondo: ne abbiamo già parlato, briciola…
tuo padre non c’è per il week end, e onestamente non posso biasimare il suo
rifiuto a lasciarti da me. E’… sempre tuo padre, dopo tutto.”
Si
era seduta sul coperchio della bara. Si guardava le mani, le lacrime
continuavano a scendere, lacrime d’impotenza.
“Ah,
certo. Mio “padre”. Sai, Spike, credo… credo che quei monaci, non… abbiano
fatto, un …buon lavoro, con lui, dopotutto… Voglio dire, tutti…tutti, sembrano
ricordarsi COSI’ bene, di me… chi sono io… lui… devono averlo lasciato per
ultimo! Forse… forse erano… stanchi, quando gli hanno… inserito i ricordi della
sua seconda figlia! E-e così lui…lui…”
“Shhh,
Dawn, basta. Non puoi continuare così.”
“Io
non… io non so nemmeno cosa, devo continuare, Spike…”
L’aveva
abbracciata… Dawn... Capiva, la sua disperazione. Il fatto che le sembrasse
ingiusto essere viva. Ma Buffy era morta, per Dawn. E briciola doveva uscirne.
Glielo doveva. Almeno questo. La sua voce si era fatta comprensiva.
“Dawnie,
noi, sappiamo, chi sei… noi ci ricordiamo. Pensa a questo…”
Aveva
fatto un risolino isterico, staccandosi da lui.
“Certo!
Tutti, vero? Anche tu, vero? Anche tu, sai chi sono, giusto?”
Lo
stava esasperando. Come al solito. Ma Dawn non aveva bisogno di una predica, e
accidenti, non sarebbe certo stato lui a fargliela. Le aveva sorriso.
“Anch’io,
Dawn.”
“Ne
sei sicuro, Spike? Di cosa sono, io? Di cosa sono, IO, per te? Dimmelo!”
‘a
parte essere il motivo percui non mi sono ancora impalettato da solo’, pensava,
mentre cercava di non alzare troppo la voce…
“Lo
so fin troppo bene cosa sei, Dawn. Tu sei…una ragazzina cocciuta e testarda,
sei la causa dei miei più feroci mal di testa, sei …la mia spina nel fianco!”
Dawn
aveva alzato gli occhi, guardandolo… infatti… era questo, il problema. Parlava
quasi a se stessa.
“Già…ma
non sono la… “sanguinosa”, spina… nel tuo…”sanguinoso”, fianco…”
…Era
vero. Mocciosa saputella. Spike non aveva risposto niente.
Quell’espressione,
lui la usava per Buffy. Angel glielo aveva raccontato, Spike lo ripeteva
spesso… Quando Angel era cattivo. E quando Spike, era cattivo. E adesso,
cos’erano?
Dopo
un sospiro, Spike aveva rotto il silenzio.
“Dawn…
è tardi. Vieni, ti riporto a casa. Willow non si è accorta di niente,
immagino.”
“No,
ho aspettato che dormisse…Spike, mi dispiace.”
“Non
è colpa tua, lo so. E’ solo che io… non posso farci niente.”
L’aveva
riaccompagnata a casa, l’aveva messa a letto, le aveva rimboccato le coperte.
L’avrebbe fatto, senza il chip? Anche adesso? Non lo sapeva, con sicurezza. Non
era così certo, di essere davvero cambiato.
A
dire il vero, non avrebbe saputo nemmeno dire se funzionasse o no, adesso.
Era
diverso tempo, che non aveva avuto occasione di scoprirlo.
Non
che avesse perso la voglia di combattere. La rabbia… c’era, oh, se c’era.
Semplicemente, non avrebbe cambiato le cose. E voleva risparmiarla per se
stesso. Non voleva sprecarla.
Willow
non li aveva sentiti rientrare. Da quando Buffy era morta, Willow si era
trasferita a casa sua, per stare vicino a Dawn. Il padre aveva acconsentito,
forse anzi, era stato sollevato da questa soluzione.
‘E
io…’ pensava, Spike, a volte… ‘Buffy, lo so, è tuo padre… Ma sinceramente… ho
visto vampiri trattare meglio, i propri figli. …E tu…uno lo conosci.’
Non
aveva saputo resistere, alla tentazione di andare in camera di Buffy. Era stato
a casa sua molte volte, da allora, Dawn aveva “spesso”… “bisogno” di essere
riaccompagnata a casa, ma c’era sempre qualcuno, o forse, si era sempre
sforzato di impedirselo. La sua sanguinosa spina. Temeva che sarebbe stato
peggio. E infatti, appena aperta la porta, aveva sentito come una vertigine.
Anche il suo profumo… era ancora là…
Quante
volte, aveva sognato di essere in quella stanza? L’unica volta che si ricordava
di averla vista lì, era stato quando il soldatino aveva deciso di comprarsi un
po’ di tenebra nei bassifondi di Sunnydale. …E credeva di soffrire così tanto,
perché lei stava con un altro!
“Se
tornassi, Buffy, e se ti sposassi con l’esercito intero… sarei l’uomo più
felice della terra…”
Si
era avvicinato al letto, aveva sfiorato il cuscino con le dita. Un ladro, in
una stanza dove non c’è più niente da rubare. Poi, era andato alla scrivania. E
aveva scorso con gli occhi tutti gli oggetti, le foto, Buffy con Willow, Buffy
con Xander, Buffy con Giles. E le cartoline, e i disegni, e il suo diario… E
poi era trasalito. Quando aveva visto, sul diario, quel petalo di rosa.
Sapeva,
che amava le rose. Questo, almeno, lo sapeva. E, nell’assurdità della sua
esistenza, almeno, aveva un appuntamento quotidiano. Quello in cui andava da
lei, sulla sua tomba, tutte le notti, e le portava una rosa bianca. Le
piacevano bianche. E le parlava, e lei… lo ascoltava. …O almeno, cosi sperava…
Prima di ridere di se stesso per la sua stupidità.
“In
realtà, Buffy, spero solo che un giorno sarai talmente stanca, di sentire le
mie lacrime patetiche, che risorgerai solo per polverizzarmi, e farmi stare zitto
per sempre. …E se questo servirà a portarti indietro, allora che io sia dannato
se la smetterò di parlarti. Ti annoierò a tal punto, cacciatrice, che fuggirai,
da dove ti trovi adesso, solo per venire a tapparmi la bocca una volta per
tutte. In amore, guerra… e morte, ogni mezzo è lecito.”
Però,
quel petalo di rosa. Beh, poteva averlo portato Willow. Era, un gesto “da
Willow”… Forse la streghetta lo seguiva… In realtà, sperava ci fosse una
spiegazione meno razionale. Aveva bisogno, di un po’ di magia…aveva preso in
mano il diario, non aveva intenzione di leggerlo, solo, era un oggetto caro a
Buffy. E un foglio era caduto. E c’era il suo nome sopra.
“Beh,
è per me… non è violazione della privacy, allora… non tecnicamente…”
Era
già alla seconda riga, prima di aver finito di pensarlo. E adesso aveva bisogno
di sedersi.
“Spike.
Non
sarà una lettera lunga, abbiamo poco tempo, e poi dobbiamo andare… Se stai
leggendo questo messaggio, allora, come dicono nei film di spionaggio, le cose
saranno andate male… almeno per me. Ma non importa comunque, se salverò Dawn,
io sarò contenta in ogni caso. Mi hai appena detto di sapere di essere un
mostro… beh Spike, se tutti i mostri fossero come te… questo mondo sarebbe
decisamente migliore. E Dawn non rischierebbe la vita. E tu stesso, non
rischieresti la vita. Stasera, probabilmente, sarò io, quella che non ce la
farà. E da una parte, dovrei essere felice… Ma io voglio, vivere. Voglio
disperatamente sopravvivere. Salvare Dawn, salvare tutti noi, salvare questo
mondo un’altra volta.
…Io
li conosco, i miei amici. Sono certa che se andrà come temo, loro vorranno
provare a farmi tornare indietro. E io avrei voluto chiedere di non farlo,
‘lasciatemi in pace, lasciatemi riposare in pace.Il mondo non cambia, non
possiamo fare niente, sono stanca.’
Ma
ho cambiato idea.
Si
può ancora avere fiducia nel mondo, Spike. Le cose, possono davvero migliorare.
Quando ti guardo, giorno dopo giorno… Lo vedo con i miei occhi. Non vorrei
perdermi questo spettacolo… Lo so che è una pazzia e che non sarà possibile e
che se morirò, sarà per sempre. Forse… forse volevo solo dirti, quanto mi
sarebbe piaciuto vedere come sarebbe andata a finire.
E
poi vorrei ringraziarti. In tutto questo tempo, mi sei stato molto più di
conforto di quanto io ti abbia mai confessato.
E…
mi è sempre piaciuto il tuo umorismo. Non ridevo, ma non vuol dire che non
sapessi apprezzare una bella battuta. Piacevi alla mamma, e lei non si
sbagliava mai sulle persone.
Con
o senza chip.
E
un’ultima cosa… forse anche tu, ogni tanto, ti sbagli…
…Adesso
dobbiamo proprio andare.
Buffy.
Osservava
il foglio, l’aveva riletto per la terza volta. E ogni volta soffriva un po’ di
più.
“Non
l’hai finita, cacciatrice… una lettera va conclusa con ‘un bacio’, ‘tanti cari
saluti’… va finita con una frase in cui si chiede all’altro di rispondere,
di…fare qualcosa…”
Ma
questo, lei lo aveva detto. E infatti, era stato per questo che gli altri non
avevano fatto nulla. Credevano che lei non volesse più tornare.
E
quello che aveva detto ora, in realtà... avrebbe davvero voluto credere che
fosse possibile...
“Bene,
piccola… vuoi tornare... Ti cercheremo, allora... spero tu non abbia cambiato
idea, nel frattempo... Dovunque tu sia.”
CAPITOLO
4-Ricompensa
Ecco
Buffy, quello che non avevo davvero mai pensato è che un giorno avrei dovuto
essere io, a riportarti indietro. Per quanto mi sforzassi, non riuscivo a non
pensare che se qualcuno lo avesse fatto a me, fosse… tornato indietro,
prima…della mia morte, magari per impedirmi di diventare quello che sono
adesso…
L’aveva
trovata sotto la pioggia. Non aveva smesso da quella mattina. Era seduta su una
panchina, tremava dal freddo. Aveva un’espressione disperata. Si lasciava
bagnare, non le importava.
Ma
i riflessi erano sempre gli stessi. Si era alzata di scatto…
‘No,
Buffy, non lo farai davvero…’
Invece
sì, che l’aveva fatto. Beh, gli avevano detto che sarebbe stata una Buffy
diversa. Avrebbe voluto che lo vedessero ora, mentre schivava i suoi colpi.
‘Se
non fosse che mi sei mancata tanto…’
Era
pazzesco, era tutta un’immensa follia. E la colpa era stata sua.
Le
dimensioni parallele… Giles… E lui, che una sera gli avevo confessato cosa era
accaduto ‘veramente’, in una di quelle realtà. Forse… forse sperava che
l’avrebbe disgustato tanto da fargli decidere finalmente di ucciderlo.
O
forse voleva che lo perdonasse lui, se non poteva farlo Buffy. Invece, gli
aveva confermato una speranza. E tempo dopo si eravamo ritrovati tutti, c’erano
tutti i suoi amici, che lo trattavano come… se fosse il padrone del loro
destino.
‘…Beh,
sì, questa parte è stata divertente, devo ammetterlo.
E
Angel. Oh Buffy, se avessi potuto vedere come mi guardava in quel momento.
Ho
anche pensato che Giles e gli altri potevano averlo chiamato solo per
convincermi ad accettare. Devo riconoscere che potrebbero aver visto giusto. ’
“Cosa
diavolo ci fai, TU, qui?” Erano bagnati fradici. Non accennava a smettere di
piovere.
“Non
avevi detto: ‘non sentirai
“…Ho
detto anche che ai vampiri piace spararle grosse! Quella, era una di quelle
volte!”
Stavano
urlando.
‘…Che
bello, rivederti…’
“Beh,
non puoi stare, QUI’! Cercati un altro posto!”
“E
perché? Los Angeles mi piace, ed è abbastanza grande per tutti e due.”
“Non
lo è, se ci siamo già incontrati. Da quanto, sei qui?”
Quella
era davvero, la pura verità.
“Da
stasera.”
“Stai
scherzando.”
“No,
tesoro. Sono appena arrivato.”
“E
come mi hai trovato?”
“...dannata
sfortuna?”
“Non
ti credo, Spike. Tu…tu mi hai… seguito. E… al diavolo, vattene a casa, adesso.”
E
si era voltata andandosene. Poi si era girata, e lui era ancora là.
“…Spike?”
“Si,
Buffy.”
“Non…
ce l’hai, una casa?”
Le
aveva sorriso.
“Non
al momento.”
“…Dov’è,
Drusilla?”
Già,
Drusilla. Dov’era, adesso? Pensava a… se stesso in Sud America.
“E’
lontana, da qui, cacciatrice… non è a Los Angeles.”
“…Oh.
Voi…”
“Ehy.
Non dobbiamo per forza parlare di me. Vai a casa tu, piuttosto. Ti prenderai un
raffreddore.”
Non
aveva saputo resistere… Gli aveva rivolto un sorriso cattivo.
“…Cos’è,
avete litigato un’altra volta? Dimmi, Spike, di quale demone si è innamorata la
dolce Drusilla, ora?”
Forse,
forse un po’ diversa, ecco… forse. Ma non peggiore.
“...Se
anche fosse così, io soffro comunque meno di te.”
“E
come fai a dirlo? Che ne sai tu di quanto soffro io?”
“Andiamo,
Buffy, stavi cercando di beccarti una polmonite, quando ti ho incontrata. Cosa
che potrebbe in effetti ancora succedere. E perdi tempo a chiedermi dei miei
problemi di cuore? E sta ancora diluviando, in caso tu non l’abbia notato.
...Ti stai annoiando a morte, cacciatrice, è così?”
Aveva
abbassato gli occhi. Stava per sentirsi male.
“Io
non… ci… vediamo, Spike.”
“Aspetta…
non stai in piedi. Coraggio… fatti accompagnare a casa.”
Giles
aveva ragione. Quella Buffy, voleva morire. Non sarebbe stata così tanto in sua
compagnia, non avrebbe mai accettato di mostrarsi debole proprio con lui. Non
le importava vivere.
Lo
aveva attaccato, è vero, ma poteva sempre rinunciare, fingere un momento di
distrazione. Sarebbe stato come buttarsi da un palazzo.
…Lasciarsi
cadere. Era l’unico modo in cui voleva andarsene. Doveva solo scegliere ancora
il momento. Ma non avrebbe dovuto aspettare molto, ne era sicura.
Non…
c’è molto da dire, in realtà.
Dicevano…
dicevano cose senza senso, a dire il vero. Per me, almeno.
Giles
diceva che eri morta. Ed eri… risorta. E che era troppo strano, perché fosse
solo questo. Poi, aveva blaterato per ore sull’esistenza di due anime, di due
Buffy… Che avevano…convissuto, in te, da quel momento. E che si erano divise,
sì, divise, aveva detto proprio così… Doveva aver esagerato con lo scotch, pensavo.
Che
da quell’istante, quando ti hanno uccisa, e il tuo insopportabile amico ti ha
salvato… avevi convissuto con due volontà opposte. Finchè, non è accaduto
l’evento scatenante… Uccidere Angel. Quello, era stato troppo anche per te.
Questa
parte, era meno divertente.
…E
allora,
L’altra,
era rimasta sospesa in una specie di limbo. Aspettando la fine. Il tuo
osservatore, pensa che tu non sia vissuta da sola a Los Angeles più di una
settimana. Quindi potevamo… portarti via… senza sconvolgere gli eventi…darti
un’altra possibilità… ma la volevi davvero, tu?
Quanto
a me, dicevano, ero l’unico che potesse farlo…
…Che
il mio sire e maestro, tuo eterno, unico amore… beh a quel tempo era all’inferno.
E senz’anima, inoltre.
Questo
è buffo. A quel tempo, qual era, la… differenza tra di noi?
…Ma
c’è sempre stata, una differenza… deve esserci stata anche allora.
...E
quindi io, sarei stato inviato a pregarti di voler gentilmente tornare. Affrontare
una Buffy senza ragione per vivere, avvicinarti, guadagnare la tua fiducia.
…E,
lungo il viaggio di ritorno, ti avrei informato delle… novità.
“…Sai
che c’è di nuovo, Buffy?”
A
parte, naturalmente, dirti che avevi perso tre anni di vita…
Anni
nei quali avevi, nell’ordine, ritrovato, il più grande amore della tua vita… e
l’avevi perso di nuovo; avevi guadagnato una sorella, che non avevi mai
conosciuto; ...e infine, avevi perso tua madre. Senza poterle dire addio.
…Ah,
e poi, spiegarti la parte del come mai c’ero proprio IO, a dirti tutto questo.
Quando
mi hai guardato come se fossi un pazzo, non sai quanto sono stato d’accordo.
Per non parlare dell’ultima cosa: la ricompensa.
Perché,
Buffy, ce n’era una. Non avrebbero mai pensato, che l’avrei fatto solo per
poterti rivedere, toccare di nuovo, anche solo un minuto. Stupida banda di boy
scouts. Ho accettato con piacere la ricompensa.
Perché
io tre anni fa non avevo il chip… Ecco perché mandare me. Meglio Spike senza
chip, che Angel senz’anima. Dev’essere nelle cose che ci mancano, non in quelle
che abbiamo, che sta la differenza, vero Buffy?
E
comunque, da quando ti ho rivisto, allora, quel tempo è stato nostro. Non potrò
mai averti davvero? D’accordo. In fondo, chi stabilisce, almeno per me, qual è
la parte migliore tra fantasia e realtà.
Ed
è stato divertente. Anche perché l’avevo già vissuto, e tu allora non potevi
saperlo. Spiarti, seguirti, difenderti. Con o senza chip. E quando mi hai
visto…
Avresti
potuto uccidermi, e non l’hai fatto. Non lo hai fatto mai. Cosa sapevi, Buffy?
…E
la cosa curiosa, era vedere le tue reazioni cambiare. Giorno dopo giorno. Il
tuo atteggiamento, il …modo in cui rispondevi alla mia presenza. Certe volte,
eri persino tu a venirmi a cercare. Non so quanto tempo siamo rimasti là, qui
hanno detto solo poche ore. Ma non sono state poche ore. Avrei potuto non
tornare… avremmo potuto, non tornare. Che rischio, hanno corso…
“E
dimmi, Spike… com’è, mia… sorella?”
“…Beh,
è …tua sorella, Buffy. …Ti piacerà.”
E
la nostra ultima chiacchierata notturna, fino al sorgere del sole. Quando, alla
fine, ti ho detto perché ero lì. Dovevi volerlo tu.
E
adesso sei tornata. Gli altri dicono che sei diversa, che a momenti, sembri…
cattiva, che a volte è come… se tu non fossi la stessa Buffy.
Ma
non per me, cacciatrice. Io lo so come sei, io l’ho sempre saputo. E quando ti
ho vista correre tra le braccia di Angel…
Beh,
quello che ho detto quando non c’eri, lo penso ancora. Non importa molto il
resto. Non è mai importato. Sono talmente felice di saperti di nuovo qui.
Anche
se le cose tra noi resteranno sempre le stesse. Un sacco di cose non dette.
Spero solo che tu apra gli occhi prima di morire di nuovo… e nel tuo caso, le
lancette corrono sempre un po’ più veloci… pensaci, Buffy.
Credevano
che fosse una ricompensa. Non si sono resi conto, che è stata solo la rinuncia
definitiva a una speranza. Era pur sempre una mia speranza.
…Beh,
finalmente è buio. E io… sono un vampiro… Se ti sono sembrato un uomo…spero di
smentirti il più tardi possibile.
Anche
tu, in fondo, mi conosci bene, Buffy, e avevi ragione tu…
Ma
l’amore ti fa dire cose stupide.
E
lo rifarei comunque mille volte. Spero… spero di non incontrarti, stanotte…
FINE.