Fanfiction ospitata per gentile concessione del Bloodylove in attesa di riuscire a rintracciare l'autrice.

 

 

LE RETI DELL'AMORE

di Cleo

 

 

Introduzione “Who am I?”

 

Oggi mi sono alzata alle cinque del mattino. Svegliarmi presto di solito mi provoca un lieve rincoglionimento del tipo post-sbornia, ma oggi devo essere in forma. Sono una delle poche prescelte allenatrici per uno stage di pallavolo organizzato dalla Los Angeles University, e alle sette e mezza ci presentano i supervisori. Spero che ci sia qualcuno di carino.

In genere quando dico che sono una pallavolista mi prendono in giro, visto che sono alta 1.62, ma se mi vedono giocare cambiano idea.

Infatti è grazie a me che il mio liceo, il Sunnydale High, ha vinto il campionato nazionale di pallavolo per licei. Faccio l’alzatrice e il giorno della finale ho salvato in extremis la palla del match point. La palla fece punto, la coppa fu nostra e quelli di Los Angeles si mangiarono le dita dalla rabbia. E pensare che una losangelina, Cordelia, mi aveva anche presa in giro perché sono bassa! No problem, le ho dato un pugno sul naso. Peccato che non si sia rotta il setto nasale così non avrebbe più potuto giocare, quella difenditrice del cacchius. Eh già, quando voglio so essere cattiva.

 

Oggi mi sono alzato presto. Presto varrebbe a dire alle sei, e mi sono alzato incacchiato, perché ci presentano i supervisori dello stage di pallavolo organizzato dalla L.A University di cui io sono un allenatore alle SETTE E MEZZA. Ragazzi, sono un pallavolista, non un dannato mattiniero!

Quando dico che sono un pallavolista in genere gli altri ragazzi credono che sia una checca perché non gioco a calcio/basket/rugby/football, ma io li mando tutti a quel paese e se se lo meritano do’

loro un bel pugno sul naso, perché bisogna portare rispetto alle checche e perché io sono un gran figo. Ecco tutto, questa è la mia logica. Spero che qui allo stage ci sia qualche ragazza sventola.

La mia ultima ragazza, Harmony, mi ha lasciato per uno stupido giocatore di football, Angel O’Connel, l’ennesimo cretino che si ostina ancora a chiamarmi checca. Allora io sono andato lì, gli mollato un gran pugno sul naso e l’ho pestato per bene, e lui non mi ha più rivolta la parola, per grazia sua. Eh già, sono cattivo.

 

 

 

Capitolo 1 “The partners” parte prima

 

Andavano tutti e due di fretta, quella mattina. Un ragazzo biondo ossigenato, alto e muscoloso, che cercava di allacciarsi una scarpa mentre correva per i corridoi degli alloggi degli allenatori cercando di ricordarsi dov’era la sala riunioni. Una ragazza bionda, bassina ma muscolosa, che cercava disperatamente di farsi una coda di cavallo mentre correva per i corridoi alla ricerca della sala riunioni. E tutti assorti nei loro pensieri, andarono a sbattersi contro e finirono col sederino per terra.

- Fa’ attenzione a dove vai!- urlarono all’unisono, nervosi.

- Cretino- borbottò lei rialzandosi

- Cretina- borbottò lui rialzandosi, e i due corsero verso due direzioni diverse, sempre alla ricerca della sala riunioni.

Arrivarono tutti e due in leggero ritardo e il direttore, Joe Marshaw, li guardò malevolo.

Joe Marshaw. Aveva giocato nella nazionale americana ai mondiali del ’98, e fra gli allenatori dello stage era una star.

- Ora facciamo un breve ricapitolo per i ritardatari- disse, ammiccando ai due biondi e ad altri due ragazzi appena entrati – Questo corso di pallavolo è stato organizzato dalla L.A University, e ospiterà ragazzi dai 12 ai 16 anni. Gli allenatori, voi, sono stati scelti in base a criteri severissimi. Da questo stage usciranno tutte le promesse della pallavolo mondiale. Comunque,qui non si terranno solo corsi di pallavolo, ma anche altre attività come il nuoto o il tennis. Oltre all’allenamento ad ognuno di voi verrà assegnato un partner con cui presterete assistenza alle attività pomeridiane e sorveglierete alcuni pasti, gli eventi serali e le gite speciali del finesettimana.-

Il suo discorso fu lungo e un po’ noioso, così tutti si distrassero e si svegliarono solo quando Joe iniziò ad elencare i nomi dei partner.

- Summers, Buffy. Rafting e kayak. Dalle due e mezzo alle cinque durante la settimana. E hai la colazione mercoledì, il pranzo lunedì, la cena giovedì e la domenica sera nuoto. Gite da prestabilire.-

La biondina, Buffy Summers, si alzò in piedi e annuì con la testa.

- Summers, Buffy farai coppia con...Anderson, William.-

Il biondo ossigenato dello scontro si alzò in piedi e Buffy gli scoccò un’occhiata furente. Il primo approccio con lui era stato un disastro.

Buffy sperava tanto di essere in coppia con Willow, una rossa simpatica con cui aveva fatto amicizia, invece era capitata con quello stupido ossigenato.

Un amico di William Anderson, detto Spike, Xander, gli mollò una gomitata e gli fece l’occhiolino.

- Bel colpo, amico! Carina la bionda, eh?-

Spike gli scoccò un’occhiataccia – Non parlare. Prima quella lì mi è venuta addosso, in corridoio.-

Xander si portò una mano al mento – Questo potrebbe essere un GROSSO problema.-

Spike gli diede un pugno nella pancia.

- A volte mi domando perché sono ancora tuo amico- gemette il bruno – Comunque se non vuoi che quella gran sventola sia la tua partner basta che vai da Joe e gli chiedi se può cambiare le coppie. Gli piaci, sei un campione, vedrai che ti dirà di sì.-

 

 

Capitolo 1 “The partners” parte seconda

 

Willow guardò Buffy maliziosa – Bel colpo, ragazza! Carino il biondo, eh?-

Buffy si imbronciò – Non parlare. Oggi quel cretino mi è venuto addosso, in corridoio.-

Willow scosse la testa – Allora vuol dire che me lo prenderò io.-

La bionda le diede una leggera pacca sulla spalla.

- Comunque, se non vuoi quel gran figo come partner basta che vai da Joe e gli chiedi di cambiare. Gli piaci, sei una campionessa, vedrai che ti dirà di sì.-

Intanto Joe lesse il nome di Willow e la ragazza si lazò in piedi.

- Rosemberg, Willow. Nuoto e tennis. Dalle quattro alle sei e mezza durante la settimana. Hai il pranzo martedì, la colazione venerdì e la cena sabato e martedì pomeriggio calcio. Gite da prestabilire.- lesse il foglio – Rosemberg, Willow, farai coppia con Harris, Alexander.-

Un ragazzo bruno e carino si alzò in piedi e salutò Willow, che quasi svenne ma trovò la forza di ricambiare.

La rossa si lasciò cadere sulla sedia e sospirò:- Abbiamo due gran fighi come partner.-

 

La riunione durò per un’altra mezz’oretta, poi gli allenatori incominciarono a distribuirsi nelle varie palestre per il primo giorno di allenamenti.

Willow e Xander trascinarono i propri amici l’uno verso l’altro.

- Salve! Io sono Xander e lui è Spike.-

Willow, stranamente, impavida, rispose:- E io sono Willow e lei è Buffy.-

La rossa e il bruno si sorrisero, mentre i due biondi assistevano seccati alla scena.

- Allora, che squadra allenate? Io una femminile.- chiese Xander

- Ehy, anch’io!- squittì con un po’ troppo entusiasmo Willow

- Io alleno una maschile- rispose senza voglia Buffy

- Anch’io- brontolò Spike

- Vuoi dire che ci vedremo anche in palestra?- domandò Buffy alzando gli occhi al cielo

- Così pare.-

Poi più senza una parola da parte dei biondi si avviarono verso le palestre.

 

Capitolo 2 “Champions”

 

Dopo aver lasciato i due piccioncini alias Xander e Willow alla palestra femminile, Spike e Buffy si diressero verso la palestra maschile.

All’improvviso Spike ruppe il pesante silenzio, squadrando lei curioso.

- Scusa se te lo chiedo, ma sei sicura di giocare a pallavolo? Perché mi sembri un po’ bassina.-

Buffy si infuriò – Ma lo sai chi sono IO?! Sono Buffy Summers, la Buffy Summers del Sunnydale High che ha vinto la nazionale!-

Spike aprì e chiuse la bocca un paio di volte, incredulo.

- TU SEI QUELLA BUFFY SUMMERS?! Quella della ricezione fantastica al match point?! L’alzatrice?! Per l’inferno maledetto, lo sapevo che saresti finita qui!- esclamò

La bionda sorrise sorniona – Già. E tu sei?- domandò con aria di superiorità

- Io sono Anderson, l’Anderson della Ashbury di Las Vegas che ha vinto tre volte di fila la nazionale.- disse orgoglioso.

Stavolta fu il turno di Buffy ad aprire e chiudere la bocca.

- Oh mio Dio! Wow! Tu sei Anderson?! Lo schiacciatore?! Oh mio Dio!- esclamò

- Beh, modestamente...- gongolò mentre spingeva la porta della palestra

- Allora, visto che siamo tutti e due dei campioni, che ne diresti di una tregua?- le chiese speranzoso entrando in palestra. Buffy gli sorrise – Uhu, direi di sì...- acconsentì dirigendosi verso la sua squadra, quella con la maglia azzurra.

Spike la salutò con la mano – Ehy, a dopo-

- A dopo- ricambiò lei.

Spike rimase a fissare intontito quella strana biondina che già l’aveva stregato..

 

 

Capitolo 3 “The team”

 

Mentre si voltava e raggiungeva la sua squadra, Buffy sentì lo sguardo di Spike addosso e sorrise. Di solito non le piaceva che i ragazzi le facessero il filo perché la mettevano a disagio, ma Spike era diverso...strano, gentile e sfacciato allo stesso tempo e sì, Buffy doveva ammetterlo, davvero bello.

La sua squadra era composta da 12 ragazzi tra i 12 e i 16 anni, tutti molto alti e slanciati. Un ragazzo, che sembrava il più grande della comitiva, la guardò preoccupato.

- Dov’è finito l’allenatore?- chiese guardandola dall’alto del suo metro e novanta.

La bionda fece finta di offendersi – L’allenatore? Sono io.-

Il ragazzo la guardò sorpreso – Starà scherzando.-

- No. Salve a tutti, mi chiamo Buffy e sarò la vostra allenatrice per queste due settimane in cui starete al corso. Potete darmi del tu e chiedermi qualsiasi cosa non vi sia chiara. Chiaro bene?- disse con fare autoritario. I ragazzi annuirono, intimoriti.

- Bene, iniziamo.- lanciò un pallone al ragazzo di prima e gli sibilò:- Vediamo che sai fare.-

 

 

Spike scrutò la sua squadra. 12 ragazzini intimoriti, che credevano di sapere cosa fosse lo sport agonistico, ma che in realtà non ne avevano la minima idea. E per l’Inferno, lui avrebbe fatto imparare a quelle mammolette cosa voleva dire lavorare sodo.

Prese un pallone e se lo girò tra le mani. – Allora, cosa sapete della pallavolo?- domandò tranquillamente, e i ragazzi lo guardarono straniti.

Un ragazzino lentigginoso si fece avanti – Scusi, in che senso?-

- Nel senso di cosa sapete della pallavolo. Cosa rappresenta per voi. Se avete intenzione di giocare a livello agonistico. Se avete intenzione di lavorare sodo. Se avete...Per l’Inferno maledetto, cosa sto dicendo?! Al lavoro! Prendete un pallone a coppia e palleggiate!- abbaiò, e i ragazzini eseguirono intimoriti.

Spike sorrise. Amava far finta di voler incutere terrore a quei marmocchi, anche se sapeva che in realtà se ne sarebbe affezionato.

 

Capitolo 4 “This is my game” parte prima

 

Quella sera a cena tutti gli allenatori si trascinarono nel salone da pranzo nella catalessi più totale. Il primo giorno di allenamenti era stato un vero sfinimento, sia fisico che psichico. Buffy e Willow sedevano ad un tavolino vicino alla finestra, e la rossa raccontava con enfasi la sua giornata alla bionda.

-…allora mi ha detto:“Per me sei una buona allenatrice” ed io gli ho risposto:”Anche per me sei un buon allenatore” e…Buffy mi stai ascoltando?-

Willow guardò la sua amica che trastullava il cibo nel piatto con la forchetta, guardando un punto fisso nel vuoto.

- Buffy? Buffy? BUFFY?!-

La bionda si riscosse.

- Uhu, eh, sì? Dimmi tutto!-

Willow scosse la testa.- Uh, no, niente. Evidentemente ti stavo annoiando.-

Buffy sorrise – No, non mi stavi annoiando, è solo che ho altri pensieri per la testa.-

Willow ammiccò – Chi è?-

A interrompere Willow ci pensarono Xander e Spike, salvando Buffy da quella domanda pericolosa. I due ragazzi si sedettero al tavolo con i loro vassoi e incominciarono a mangiare come se fossero appena tornati dal deserto.

Buffy e Willow li guardarono a bocca aperta – C…come fate a mangiare tutta quella roba?- chiese Buffy incredula. Non credeva che un essere umano fosse veramente in grado di mangiare tutta quella roba. Solo per fare un esempio, Spike aveva preso due hot dog, un piatto di insalata, uno di patatine, una salciccia, un uovo, una banana e un dolcetto.

- Che roba?- chiese in risposta Spike guardando il suo piatto stracolmo.

- Noi uomini ci dobbiamo nutrire.- disse Xander con la bocca ancora quasi piena.

Buffy e Willow si guardarono in faccia e poi scoppiarono a ridere.

- Che c’è?- domandò indispettito Xander

Spike le guardò e poi scrollò le spalle – Donne…-

Quando smise di ridere, Buffy guardò Spike con aria birichina.

- Spike, che giorno è oggi?-

Il biondo ci pensò un attimo – Uhu, domenica, perché?-

- E ti ricordi che attività c’è alla domenica, Spike?-

- Nuoto, perc…Nooooooooooooooooooooooooooo!- il suo urlo disperato riecheggiò nella sala – Ti prego dimmi che non dobbiamo andare?!- chiese a Buffy supplichevole – Sono stanco morto! Non ce la faccio! Ti prego dimmi che non è vero!-

- È bello vedere un ragazzo supplicare.- disse la bionda rivolta a Willow – Un’esperienza che tutte dovrebbero fare.-

Si alzò e afferrò Spike per la maglietta. – Comunque, adesso dobbiamo andare visto che siamo già in ritardo. Ci si vede!- urlò mentre si allontanava con Spike

- A domani!- rispose Willow. Xander scosse la testa – Poveretto, non vorrei essere al suo posto. Chissà cosa gli farà fare.-

 

 

Capitolo 4 “This is my game” parte seconda

 

Buffy trascinava Spike per il vialetto che conduceva alle piscine tenendolo saldamente per la collottola.

- Summers! Ti prego, Summers! Per favoreeeeeeeeee!-

Buffy sorrise sadicamente. – Eh no, caro mio. Lo conosco bene questo trucco. Se ti lascio andare tu scappi via ed io non ho alcuna voglia di dare assistenza da sola e ancora meno di coprirti. Perciò, fila!-

- Summers…passerotto…amore…per favore…mi stai facendo male.- disse guardandola con quei suoi grandi occhi blu come il mare. E visto che Buffy non sapeva nuotare tanto bene, ci affogò dentro. La bionda sospirò.

- D’accordo…ma se ti azzardi a scappare sei un uomo morto.- lo minacciò mollando la sua maglietta. Lui la guardò riconoscente.

- Grazie, amore!- la ringraziò scoccandole un bacio sulla guancia, cosa di cui si pentì subito dopo. Entrambi arrossirono – Ehm…uhu..non c’è di che.-

Dopo pochi minuti raggiunsero le piscine. Erano due, situate in un grande edificio rettangolare che dava sul grande parco in cui si svolgevano gli allenamenti di calcio, rugby, football e hockey sull’erba. L’edificio da fuori sembrava cupo, anonimo, così dipinto di grigio, ma quando entrarono dentro i due rimasero a bocca aperta. All’interno sia il soffitto che i muri erano dipinti di un azzurro uguale a quello dell’acqua della piscina, dando l’impressione che i muri fossero una continuazione dell’acqua.

L’allenatore di nuoto, un antipaticissimo ragazzone di nome Larry Holmes, li accolse con un sorriso d’astio.

- Eccoli, finalmente, i due pallavolisti! Lo sapete che siete in ritardo di ben cinque minuti?!-

Spike, che già conosceva Larry, roteò gli occhi. – Scusa, Holmes. Allora, che cosa dobbiamo fare?- chiese con aria indolente.

Larry ridacchiò – Oh, assolutamente niente. Se abbiamo bisogno di aiuto, non so, per qualche attrezzo, io vi chiamo e voi ce lo sistemate.-

Buffy sbucò fuori dalla schiena di Spike – Vuoi dire che dobbiamo stare qui fino alle undici dopo una giornata di allenamento per non fare assolutamente nulla?!-

Larry scannerizzò il corpo della bionda – Oh sì, amore.-

Lo disse in un modo diverso da come lo aveva detto Spike, come…se lo stesse sputando fuori. Veleno.

La bionda si riparò istintivamente dietro Spike, il quale, con sua grande sorpresa, le strinse forte la mano, come a dire “non provare a toccarla lei è mia”. Larry, per sua fortuna, recepì il messaggio

 

Erano seduti sul bordo della piscina, i piedi immersi nell’acqua, parlottavano allegramente, e sembrava tutto così giusto. Ad entrambi sembrava giusto. A Spike, con quei grandi occhioni blu da bambino e i capelli ossigenati da adolescente in crisi mistica, che scrutava quella bionda che chiacchierava come una dodicenne. A Buffy, con i suoi occhi verdi un po’ spauriti che esaminavano il mondo, come a chiedere qualcosa, un segno. Un segno che il Destino, quello con la D maiuscola che scrive la storia, ti vuole bene. Che ti fa incontrare una persona che come te si inventa il nome delle cose e che ha paura di chi ha sempre ragione. Quella persona è speciale, e lo sai, perché mentre guardi i suoi grandi occhi che sembrano avere una domanda per tutti senti le farfalle nello stomaco e il mondo gira e gira e gira ancora, ma tu non te ne accorgi per niente. Sai solo che il Destino ti ha fatto un regalo. Un regalo bellissimo dagli occhi blu e la pelle pallida come la luna.

 

 

Capitolo 5 “A gift”

 

-…vorrei tanto studiare alla NYU, ma sai, i soldi per me e mia madre sono un problema e credo che lei non riuscirebbe a pagarmi le rette, ed io non ho voti particolarmente alti e non riuscirei ad ottenere una borsa di studio. Così, quasi sicuramente non ci andrò.-disse Buffy a Spike, scotendo la testa e dondolando i piedi nell’acqua fredda della piscina.

- Potresti ottenerne una per merito sportivo.- rispose lui (esiste una borsa di studio per merito sportivo?Boh, me lo sono inventata…).

Buffy sorrise. – La otterrei se giocassi in nazionale.-

- Per me puoi arrivarci. A giocare alla nazionale, intendo.- affermò lui tranquillamente, guardando Holmes che gridava ordini a due ragazzini seccati. La bionda strabuzzò gli occhi.

- Ma sei impazzito? La nazionale! È…è la nazionale, per Dio!-

Spike si voltò a guardarla. – Hai sentito Marshaw, no? Da qui usciranno le promesse della pallavolo mondiale. Ok, magari qui non siamo tutti dei campioni, però ci sono alcune persone, tra cui tu, che hanno del talento, quello vero. Ti sbirciavo, qualche volta, all’allenamento, e ho capito perfettamente di che pasta sei fatta. Sei una di quelle toste. Puoi ottenere quella borsa di studio, se vuoi. Puoi ottenere tutto, se ti gira. Tutto, Summers!- esclamò schizzandola. Lei in risposta lo buttò in acqua, si alzò e corse lontano da lui per non farsi prendere, ma lui le afferrò una caviglia e la gettò in acqua.

- Cattiva, cattiva Summers…lo sai che non si fanno queste cose.- la rimproverò mentre le teneva la testa sott’acqua. Lei riemerse, lui la guardò.

I capelli biondi bagnati e sfuggiti alla severa coda di cavallo che si era fatta, il poco mascara che si era messa colato giù, sulle guance.

Lei lo guardò. I capelli ossigenati prima perfettamente disciplinati con il gel, adesso spettinati in tanti riccioloni, gli zigomi perfetti su cui scendeva una goccia d’acqua.

Lui la guardò, lei lo guardò e lui la baciò.

Un bacio, leggero, breve, casto. Un bacetto da niente. Ma è importante, come bacio. È il primo bacio che Spike da a Buffy. Ed è bellissimo.

Spike si staccò lentamente da lei, guardandola profondamente negli occhi. Non dissero niente. In quei momenti non c’è bisogno di parole. Ci si guarda negli occhi e ci si capisce. E basta. Ed è bellissimo; come tutto, quando hai di fianco una persona che è un dono del Destino.

 

 

Capitolo 6 “The consequences”

 

Buffy lo guardò negli occhi e arrossì violentemente. Lui l’aveva baciata. Lui.

Non era mai stata baciata così. Mai.

Solo in quel momento si ricordò che lei aveva un ragazzo, Riley Finn, e lo mandò mentalmente al diavolo. Lui l’aveva tradita, lo sapeva. Poi era tornato strisciando a chiederle perdono. Lei l’aveva perdonato, ma poi lui lo aveva fatto di nuovo. Si trovava in piscina, con un amore di ragazzo, che aveva dimostrato di essere sensibile e corretto (e con grande piacere di Buffy anche mooooooolto bello), e allora perché doveva essere fedele a Riley? Lui non lo era stato. Lei non l’amava. Lui era arrogante, presuntuoso e le faceva sempre fare la figura della ragazzetta indifesa che dipendeva sempre dal suo ragazzo. E allora che vada al diavolo e ci resti. Ecco.

In un moto di coraggio la bionda riafferrò la maglietta di Spike e fece per baciarlo, ma vennero odiosamente interrotti da Holmes.

- Wow, ragazzi! Preferiremmo non vedere scene sconce, grazie. E comunque uscite di lì, che l’allenamento è finito.-

I due biondi riemersero in silenzio dall’acqua, imbarazzati. Un conto era essere beccati, ma da Larry Holmes era il massimo della sfiga.

Il nuotatore notò i loro vestiti bagnati e indicò a Buffy lo spogliatoio.

- Là dentro, ci sono alcune divise di ricambio. E sbrigati, che entro alle undici e mezza i custodi devono chiudere.-

Buffy si avviò mestamente allo spogliatoio, lanciando un’ultima occhiata a Spike, che le sorrise rassicurante.

- Allora? Quando arrivate al sodo?- chiese malizioso Holmes

- Cosa?-

- Al sodo. Lo sai, no?- disse mollandogli un’amichevole gomitata nella costola

Spike lo guardò con ira. – Ti sembra il tipo di ragazza che…?-

Holmes annuì.- Beh, dai, per essere carina è carina, e dalla scena di prima io potrei dedurre…-

- Pensi che sia una ragazzetta qualunque?- sibilò il biondo parandoglisi davanti.

- Di’ pure una facile…-

Spike non lo fece quasi finire. Gli diede un pugno potentissimo sul naso, che mandò il nuotatore a terra.

- Prova a parlare di nuovo di lei in quel modo, e giuro che ti spacco il tuo bel faccino da figlio di papà. Capito?- abbaiò il biondo, mentre Larry annuiva, terrorizzato.

Dalla porta dello spogliatoio apparì Buffy, allarmata dal rumore.

- Spike? È tutto a posto?- chiese infilandosi una maglietta. Poi vide Larry e si portò una mano alla bocca. – Oddio! Spike! Cosa è successo? Che diavolo gli hai fatto?-

- Lui ti insulta, io gli spacco la faccia.- rispose tranquillamente, poi si avviò fuori dalla piscina, nell’aria afosa della notte di luglio, con ancora addosso i vestiti bagnati e la mente un po’ confusa.

 

 

Capitolo 7 “To be together”

 

Passò una settimana dall’episodio del bacio, e da allora non si parlarono più. Agli allenamenti si sbirciavano di nascosto, ai pasti sedevano insieme ai loro amici senza mai guardarsi in faccia; ma Xander e Willow, troppo presi a tubare come piccioncini, non si accorsero di niente. Ormai la gente non li chiamava più per nome, ma Xillow, un nomignolo universale che stava ad indicare un bruno e una rossa in fase di cuccamento acuto.

Una sera, dopo cena, Spike bloccò Buffy.

- Dobbiamo parlare.- sussurrò – Stasera, alle dieci, fatti trovare davanti alle piscine.-

- Perché dovrei venire?- rispose Buffy sulla difensiva. Non voleva più parlargli. Mai più. Lui l’aveva baciata in un modo che le faceva paura. Lui quasi non la conosceva, ma le guardava dentro. In un modo che le faceva paura. Lui usava quelle due scheggie di cielo che aveva al posto degli occhi e la trafiggeva dentro. Pugnali, quegli occhi. La bionda si chiese se lui provasse le stesse cose. Probabilmente no. Forse per lui era solo un’avventurella estiva, che sarebbe finita all’inizio di settembre. Lui sarebbe andato ad una prestigiosa università che i suoi facoltosi genitori professori universitari alla N.Y University potevano permettersi, lei sarebbe finita a fare la cameriera in un locale. Lui avrebbe filtrato con altre ragazze belle, intelligenti, ricche e rifatte, lei avrebbe sospirato pensando a lui mentre puliva un tavolo sporco di caffè e ketchup. Non ci poteva fare niente. Lei era così. Troppo sentimentale, troppo romantica, troppo ingenua, troppo fragile. E i ragazzi che incontrava erano sempre e solo da cottarelle estive.

Spike la guardò piegando la testa di lato, come faceva sempre quando osservava le persone, e si domandò a cosa stava pensando lei. Da quel delisizioso faccino imbronciato potè capire che non era qualcosa di piacevole. Magari lei veramente NON voleva venire. Magari lei lo considerava patetico, perché non era tipo da flirt estivi e da ragazze prendi-e-molla. Magari pensava che era uno sciocco, a vedere nei suoi bellissimi occhi verdi qualcosa che non c’era. Si chiese se lei provasse le stesse cose. Probabilmente no. Forse per lei era solo una cottaella estiva. Due mesi di divertimento e poi stop, non ci si parla più. Lo sapeva, sarebbe andata così. Lei avrebbe ottenuto una bella borsa di studio per merito sportivo e avrebbe avuto tutti i ragazzi che voleva ai suoi piedi, lui avrebbe continuato a trastullarsi sui banchi della N.Y University per trovare un modo per rivederla. Lei avrebbe avuto centinaia di ragazzi, giocatori di football, intellettuali, la gente che contava, lui si sarebbe voltato ad ogni chioma bionda nella speranza di rivedere i suoi occhi, che lo trafiggevano come pugnali.

Ma lui non ci poteva fare niente. Era sempre stato così. Romantico, ingenuo, innamorato dell’idea di amare. Patetico, in una parola. Tutte lo trovavano patetico, perché voleva qualcosa di più di una storiella da niente. Forse lui si era illuso, e lei era come le altre…

- Oh, lascia perdere…- mormorò affranto, e lei annuì senza convinzione.

- Ok…allora ci si vede in giro.- rispose lei, nella speranza di fargli cambiare idea.

- Già.-

Buffy fece per voltarsi ed andersene, ma Spike la trattenne per un braccio.

- Dannazione, no! Non ci si vede in giro! Oggi, alle dieci, davanti alle piscine. E sarà meglio per te che tu venga.- disse, prima di girarsi e dirigersi verso i dormitori maschili.

Mentre Spike si allontava un sorriso si allargò sul viso di Buffy, la quale ballò una Snoopy Dance mentale.

Willow le si avvicinò sorridendo sognante, come sempre da quando, due giorni prima, si era messa con Xander. Aveva fatto un resoconto dettagliato della vicenda alla bionda, che si era addormentata prima che la durata del racconto della rossa arrivasse ai dieci minuti.

- Beh, allora, che succede?- chiese vedendo l’amica sorridere tutta felice.

- Oh, niente, solo Spike e io…beh…insomma, io e lui…uhu…-

Willow battè le mani, entusiasta.

- Che belloooo! Ci pensi? Due coppie di amici che sono insieme…bellobellobello…noi quattro che andiamo d’amore e d’accordo, tutti felici e sbaciucchianti…-

Buffy arrossì.

- Willow, insomma! Lui vuole solo parlarmi, tutto qui. Non si è mai parlato di fidanzati e cuccamenti…-

La rossa le si avvicinò, e in modo confidenziale le sussurrò all’orecchio.

- Sai, Xander mi ha detto di te e Spike, domenica sera, in piscina…a quanto pare LUI si confida con il suo amico, al contrario di una certa bionda…-

Buffy arrossì di nuovo.

- Non era niente di rilevante, Willow…solo un bacetto.- cercò di sminuire, ma la rossa le sorrise maliziosa.

- Sai, Xander mi ha anche detto che Spike gli ha detto che ti trova davvero carina…mi sa che hai trovato da tenerti occupata per i prossimi due mesi, bella…-

Buffy ci accigliò. – Scusa, che ti ha detto Xander di preciso?-

La rossa assunse un’aria pensosa.-Quello che ti ho detto. Spike ti trova davvero carina e attraente e sarebbe interessato…-

- Allora…allora…È SOLO PER IL MIO ASPETTO FISICO?!- urlò – Tutti quei discorsi, sulla borsa di studio…sul talento…sul fatto che mi difendeva perché Larry mi ha insultato…tutte quelle belle parole…solo perché mi trova…carina? Non bella, carina…adesso gliela faccio vedere io, a quell’ossigenato da strapazzo!!!!!!!!- urlò, e come una furia si diresse verso la sua camera, con Willow che la seguiva appresso, preoccupata.

- Buffy, stai bene? Buffy?-

La bionda entrò in camera e gettò le chiavi della stanza sul letto a castello che divideva con Willow: la bionda sotto, la rossa sopra.

- Oh, sì, sto bene Willow. Voglio solo fargliela vedere. Voglio dirgliene quattro. Gli farò del male, vedrai. Lo farò pentire di quello che ha fatto.-

La rossa si accigliò. – Ma si può sapere di preciso COSA ti ha fatto per farti incavolare così tanto?-

Buffy sorrise sadicamente. – Lo dovevi proprio vedere, Will. Tutto panna e zucchero, con tanti bei discorsi sul talento che secondo lui io ho…-

Willow ridacchiò.- Secondo te l’ha fatto solo per portarti…beh, a letto? Non ti sfiora minimamente l’idea che magari lui è veramente interessato a te?-

- Will, credimi, ho già avuto a che fare con ragazzi come lui e ti posso assicurare che sono tutti uguali, e non sarà certo uno sborone ossigenato a farmi cambiare idea.-

La rossa sospirò.- Boh, fai come vuoi. Io vado da Xander. Poi mi racconti, eh?-

Un sorriso maligno si dipinse sul volto di Buffy.- Ci puoi contare.-

 

Capitolo 8 “ That’s better for all”

 

Buffy si preparò con molta cura. Lunga doccia con sapone e shampoo aromatizzati, smalto alle unghie, trucco, capelli sciolti sulle spalle che ricadevano in morbide onde e, per completare l’opera, un bellissimo prendisole bianco con dei fiorellini marroncini e le spalline arricciate, che metteva in risalto la sua leggera abbronzatura.

L’aveva indossato per il ballo del diploma e la sua amica Anya, sempre molto schietta, aveva dichiarato: - Se incontri un ragazzo bastardo che ti prende per i cosiddetti e vuoi farlo sbavare, mettiti questo vestito.-

E Buffy l’aveva presa in parola.

Erano già le 21.45, così si avviò verso le piscine. Mentre camminava, si soffermò più volte a guardare le stelle, che parevano così innaturali in una città come Los Angeles, in cui i grattacieli coprivano tutta la volta del cielo. Ma il complesso di edifici in cui si svolgeva lo stage di pallavolo erano in periferia, con annesso un boschetto dove si svolgeva l’orientiring e i campi delle varie attività, e lì le stelle si vedevano benissimo.

Senza neanche accorgersene si trovò davanti alle piscine. Spike era già lì, e appoggiato contro un albero fumava una sigaretta. La luce della luna illuminava la sua pelle, facendola diventare ancora più pallida.

Quando Spike la vide, la sua mascella sfiorò terra, e Buffy sorrise deliziata e gli si avvicinò lentamente.

- Wow, amore…sei uno schianto…- mormorò squadrandola bene da vicino.

- Davvero? Sono uno schianto? E tu sei interessato a me solo perché sono uno schianto, non è vero?-

Spike si accigliò.- Cosa…-

- Sai, Willow mi ha riferito quello che tu hai detto a Xander, e la cosa non mi è piaciuta per niente. Sarebbe “interessato”, lui!- esclamò mimando le virgolette con le dita quando pronunciò la parola ‘interessato’.- E sentiamo, in che senso saresti interessato? A portarmi a letto o cosa?-

Spike sgranò gli occhi.- Amore, sei impazzita?-

- E non chiamarmi amore! Penso che tu sia uno schifoso verme ossigenato che crede di poter fare quello che vuole con le persone, ma –sorpresa!- non è così! Tu devi portare rispetto alle persone che…-

Spike le tappò la bocca, interrompendo il suo sproloquio.

- Vediamo…A: cosa stai dicendo? B: di chi stai parlando? C: Xander cosa ha dannatamente detto alla Rossa?-

Buffy si liberò dalla sua stretta.- Sto parlando del fatto che vuoi portarmi a letto.-

Spike rise istericamente, cercando di mascherare il fatto che fosse la verità.

- Io non ti voglio affatto portare a letto!-

Buffy aprì e chiuse la bocca.- Ma…Willow…Xander…tu…oh, beh, meglio.- disse cercando di mascherare la delusione, poi si illuminò tutta.- Allora perché volevi parlarmi?- domandò maliziosa

Spike sospirò.- A proposito di domenica sera. Sappi che non è stato nulla, solo un incidente di percorso. Che non si ripeterà più.- specificò.

- Un incidente di percorso.- mormorò annuendo Buffy.- Che non si ripeterà più.-

Spike sospirò di nuovo, passandosi una mano tra i capelli. – Già.-

- Oh, bene, ok…-

“ Tu non sai quanto dannatamente vorrei farlo, invece, passerotto…ma così è meglio per tutti”

“ Tu non sai che se fossi più coraggiosa lo farei lo stesso…ma così è meglio per tutti”

 

 

Capitolo 9 “ But I want you...”

 

È triste, come un bacio nascosto. Come la pioggia a ciel sereno e un saluto non ricambiato. È triste, un amore negato. Buffy lo sta vivendo, e capisce che è molto più triste di quello che descrivono nei libri e nei fim. È desolazione, impotenza. Ma soprattutto tristezza e rabbia e amarezza. Daresti l’anima per uno sguardo rubato e uccideresti per un bacio. Un bacio che lui ti nega, un bacio che non vuole darti. Un ‘incidente di percorso’, ha detto lui. Ma non è vero. Vorrebbe darglielo, quel bacio. Gliene darebbe mille, a quella ragazza dagli occhi di smeraldo, ma pensa che lei non voglia. Lei pensa che lui non voglia, lui pensa che lei non voglia. È così triste un amore negato.

 

- Xander? Idiota? Sei sveglio?- sussurrò Spike al suo compagno di stanza, il quale mugugnò sotto le sotto le coperte.

- Non lo sarei se tu avessi smesso si rigirarti nel letto mezz’ora fa.-

Spike sorrise.- È che devo parlarti.-

Un sonoro sospiro provenne dal letto di sotto.- Parla.-

- Si tratta di Buffy. Sai le ho fatto quel discorso sul bacio e tutto il resto, ma…sai non sono sicuro di non volerlo. Insomma, lei è bella, intelligente…si, ok, è una gran testona, ma è così adorabile con quel suo faccino, quando mette il broncio…e poi è così…-

Il viso di Xander sbucò dal letto di sotto.- Sei cotto amico, ma evitami la solfa. ‘Notte.-

Spike gli lanciò il cuscino in faccia.- Ehi, l’altra sera io ti ho ascoltato, con il luuuuungo discorso su Willow, adesso tocca a me.-

 

- Willow? Wills? Sei sveglia?- sussurrò Buffy alla sua compagna di stanza, la quale imprecò sotto le coperte.

- Non lo sarei se tu avessi spento la luce mezz’ora fa.-

Buffy sorrise.- È che non riesco a dormire e vorrei parlarti.-

- Spara.- sospirò Willow

- È per Spike. L’altra sera, per il discorso del bacio…credevo di volerlo. Invece ora non ne sono poi così sicura. Insomma, lui è così bello, intelligente…ok, è un po’ idiota, ma questo è un fattore superabile…e poi è così…-

- Ehi amica, tu sei davvero cotta. Ma ora lasciami dormire, d’accordo?-

Buffy le tirò una cucinata. – L’altra sera io ti ho ascoltato, con la solfa soporifera su Xander, quindi ora tocca a me.-

 

L’indomani, lunedì, dovevano sorvegliare il pranzo insieme, e si prepararono tutti e due con grande cura, ansiosi di vedersi e far perdere la testa all’altro.

Si incontrarono in sala pranzo, poco prima dell’inizio del pasto.

- Ciao.- mormorò Buffy, scostandosi una ciocca di capelli dietro all’orecchio

- Ciao.- rispose William, torcendosi le mani.

- Allora, come va?- chiese, imbarazzata

- Uhu, bene.- “Oh, al diavolo! Adesso glielo dico, se le sta bene ok, se non le sta bene…”

- Quellacosadelbacioerasolounacavolata.- disse tutto d’un fiato, arrossendo come mai in vita sua.

- Cosa?-

- Il discorso sul bacio…era solo una cavolata. Non è stato un incidente di percorso. Mi è piaciuto.-

Buffy sorrise, felicissima. – Anche a me è piaciuto. Davvero.-

- Allora, vorresti ripetere l’esperienza?- le sussurrò all’orecchio. – Questa sera, alle piscine, alle dieci.-

- Ci sarò.- rispose, ammaliata da quegli occhi blu come il mare, che le erano entrati nel cuore e che non sembrava volessero uscirne tanto presto.

 

Buffy si torse per l’ennesima volta le mani. Erano già le dieci e venti, e lui non era ancora arrivato. Non fece in tempo formulare questo pensiero che due grandi mani si posarono sui suoi occhi.

- Chi sono?- le chiese parlando in falsetto.

La bionda si girò, sorridendo. – Finalmente sei arrivato! Credevo che non venissi più.-

Spike sorrise in risposta, affondandole una mano nei capelli. – Come potevo non venire?-

- Uhm, non lo so…- mormorò, avvicinandosi alle sue labbra, e lui la attirò in un bacio esigente.

“Ti amo” pensò lei, mentre lo baciava.

“Ti amo” pensò lui, mentre la baciava.

Si staccarono lentamente, per assaporare quell’attimo così bello.

- Vieni, siediamoci.- le disse, indicandole la quercia che stava davanti a loro.

Spike si sedette osservando il cielo, seguito a ruota da Buffy.

Lui le prese la mano e le indicò una stella.

- Vedi quella stella, la più luminosa di tutte? È la stella polare, che guida chi si perde.

Buffy scrutò interessata il cielo. – Ti intendi di astronomia?-

Spike scosse le spalle. – No, so il nome di qualche stella, tutto lì.-

La bionda gli diede una pacchettina sulla spalla. – Dai, non fare il modesto, ho sentito dire in giro che sei un patito.-

- Beh, sì, modestamente…qualche cosuccia la so.-

Buffy lo baciò di nuovo. – Il mio astronomo preferito.-

Spike ricambiò il bacio. – Uhm, senti, volevo parlarti...sai, del torneo di pallavolo…come è organizzata la tua squadra? La mia direi benone…-

- Sì, anche la mia…li ho fatti allenare duramente.-

- Che tattica userai? Voglio dire, punterai sulla difesa o sull’attacco?-

In quel momento Buffy si ricordò che la prima partita che avrebbe disputato nel torneo sarebbe stata contro quella di Xander, poiché il torneo era misto, e le lacrime le salirono agli occhi.

- Tu mi hai chiesto di venire con te solo per sapere la mia tattica di gioco, visto che la mia prima partita la giocherò contro Xander?- chiese con voce tremante.

Spike si accigliò. – Cosa?-

- Hai capito benissimo. Rispondi.-

- Io non sapevo neanche che avresti giocato contro Xander!-

Le lacrime cominciarono a scivolare sulle guance di Buffy. – Sì che lo sapevi! E hai pensato di uscire con me, nella speranza che ti dicessi le mie tattiche di gioco per aiutare il tuo amico! E io che cominciavo a fidarmi di te…- esclamò

- Buffy, io…-

- Sta’ zitto! Avrei dovuto capirlo prima che eri solo uno stronzo!- singhiozzò, per poi andarsene. Spike urlò, nella speranza di trattenerla. – Buffy, aspetta! Buffy! Io ti amo, dannazione! Buffy!-

Appoggiò la testa all’albero e la sbattè contro ad esso ripetutamente. – Idiota, idiota, idiota, idiota, idiota, idiota, idiota, idiota.-

 

Capitolo 10 “ Don’t cry for him “

 

Buffy rientrò in camera sbattendo la porta, con le lacrime che le accecavano la vista.

Willow alzò la testa dal libro che stava leggendo e corse incontro a Buffy, che si rannicchiò nel suo abbraccio.

- Lui…lui…voleva solo sapere…le mie tattiche…di gioco…per aiutare Xander…- singhiozzò, e Willow sorrise amaramente.

- Mi dispiace. Credevo che fosse veramente interessato a te. -

La bionda tirò su col naso e si staccò da Willow. – Avrei dovuto immaginarlo.-

La rossa le accarezzò una guancia. – Non piangere per lui. Se non ti apprezza non ti merita, lo sai come dice il proverbio.-

- Lo so, Wills. Ma perchè a te va sempre bene? Perché io non trovo mai qualcuno che si interessa davvero a me? Cos’ho che non va?-

Willow sorrise dolcemente. – Tu non hai niente che non va. E se lui non capisce quanto sei bella, intelligente e sexy è un suo problema.-

Buffy rise, tra le lacrime. – Tu mi trovi sexy?-

- Per me sì, ma non è questo quello che intendevo. Tu sei speciale, e se lui non lo capisce…anche se credo che lo faccia. Lui è cotto, Buff. A puntino. Xander mi ha detto che lo ha torchiato per ore con tanti lunghi discorsi su di te e su quanto sei bella, intelligente e adorabile, proprio come hai fatto tu. Siete innamorati, solo che siete tutti e due troppo orgogliosi e testardi e vi sforzate di creare problemi che non ci sono. Se lo ami, Buff, va’ da lui e diglielo. Non è così difficile.-

Buffy scosse la testa, amareggiata. – Vorrei poterti dire che ci credo, ma sarebbe mentire. Io…io lo amo, Wills, ma lui mi ha fatto capire in tutti i modi di non contraccambiare.-

Willow si mise le mani sui fianchi. – O tu hai capito male?-

Buffy sospirò. – Lo sai…-

La rossa roteò gli occhi e poi le prese la mano. – Dai, andiamo a divertirci, il bar è ancora aperto…- disse aprendo la porta. Peccato che dall’altro lato ci fosse Spike, che si prese una gran botta sul naso.

- Ahhh…per l’Inferno maledetto, Rossa!- imprecò accasciandosi a terra. Willow guardò divertita l’amica, poi si defilò verso il bar.

Buffy guardò Spike preoccupata. – Spike? Spike, tutto bene?-

Il biondo si alzò lentamente da terra. – Sì, credo di sì. Tutto gira maledettamente, ma sono ok.-

Buffy sospirò di sollievo. – Oh bene. Il motivo della tua visita?- chiese sprezzante.

- Volevo chiederti scusa per stasera. Mi sono comportato davvero male, ma ti giuro che non volevo assolutamente usarti. Se mi vuoi dare un’altra possibilità io…-

In risposta ricevette una bella porta in faccia. Spike sospirò, depresso.

-…ti amo.-

 

Capitolo 11 “ Many, many problems”

 

Dopo l’ennesima litigata con Buffy, Spike pensò bene di andare al bar, sfogando i suoi dispiaceri nel succo di frutta. A volte rimpiangeva di non avere l’età per bere.

Ne aveva sentito parlare tante volte. Una bella sbronza e via, non ti ricordi più niente del giorno prima. Sarebbe stata una grande cosa.

Si girò e con la coda dell’occhio vide Buffy, Willow e Xander che si dimenavano in pista.

Willow e Xander ballavano tutti presi l’uno dall’altro, mentre Buffy sembrava…sola.

Spike si alzò e si diresse verso la pista da ballo e abbracciò la bionda da dietro.

Willow e Xander si guardarono un attimo negli occhi, per poi allontanarsi dai due biondi.

- Cosa vuoi?- chiese Buffy acida, continuando a ballare.

- Solo ballare con te, amore.- le sussurrò in risposta, cominciando a muoversi a ritmo. – La senti, la musica?-

Buffy si girò di scatto, arrabbiata. – Si può sapere che cosa vuoi?-

- Voglio che mi perdoni.-

- Mi sembra di averti già fatto capire chiaramente che non voglio più vederti!- esclamò, per poi correre verso l’uscita. Spike le corse dietro e le afferrò un polso.

- Non puoi sempre scappare ed evitarmi. Abbiamo già troppi problemi.-

- Ascoltami bene, perché forse sei duro d’orecchi e non hai capito: NON-VOGLIO-PIU’- VEDERTI.-

- Io ti amo. E anche tu mi ami.- affermò, sicuro di sé.

Buffy assunse un’espressione stupita. – Ma sei fuori?-

- Va bene, allora. Dimmelo in faccia. Mi ami sì o mi ami no?-

Buffy avvicinò il viso al suo. – No.-

 

[WIP]