Fanfiction
ospitata per gentile concessione del Bloodylove
in attesa di riuscire a rintracciare l'autrice.
L’ATTESA
Di Emme
Si
tratta di un ipotetico seguito a “Primo Appuntamento”
Disclaimer:
Questo racconto e’ di pura fantasia e
si ispira agli interpreti della serie Buffy the
Vampire Slayer.
Rumori. Suoni Voci. Ma tutto in
lontananza, ovattato.
“James”
Qualcuno lo chiamava.
“James? Riesci a
sentirmi?”
Si’ certo che sentiva, ma aprire gli occhi era cosi’ difficile. Le palpebre erano pesanti
e ogni minimo movimento era faticoso, molto faticoso.
Luce. Una
fascio di luce negli occhi, cerca di alzare la mano per proteggerli. Sente
qualcuno che gliela afferra.
“James ? Apri gli occhi”.
Una stanza bianca, sconosciuta, facce
attorno a lui, volti sorridenti.
“Ma cosa...dove...”
******
“Bentornato tra noi, per un po’ di
tempo ci hai fatto temere di perderti”.
Steve, e tutti gli altri componenti
della sua band sono li’ attorno a lui in quella
stanza d’ospedale. Da quando aveva ripreso conoscenza, il giorno prima, era
stato un continuo via vai di gente, e solo adesso aveva un attimo di tempo per
stare con i suoi amici.
“Eri quasi morto quando ti hanno
trovato. Dissanguato. I medici comunque non riescono a spiegarsi i segni che
hai sul collo”
Lui alza la mano, lentamente si passa
le dita sul collo. Adesso c’e’ una fasciatura, ma muovendo le dita
delicatamente riesce a sentire sotto la garza i 2 piccoli buchi circolari, sono
ancora dolorosi, ma si stanno lentamente cicatrizzando.
Gli hanno gia’
spiegato che quando e’ stato trovato, praticamente morto, era solo. Della
ragazza, Maria, nessuna traccia. E’ passata una settimana da allora, una
settimana trascorsa a lottare per sopravvivere. Troppo debole per vivere,
troppo forte per morire.
“Sei stato morso da
un serpente. Probabilmente e’
entrato in macchina nel pomeriggio e poi, balzando dal sedile di fianco ti ha
morso al collo. Per fortuna, sei riuscito a fermare l’auto sull’orlo del
dirupo, altrimenti precipitavi di sotto.”
“Gia’ , l’unica cosa che non riescono a spiegarsi e’ dove sia
finito il sangue. Ne hai perso a litri, ma i sedili della macchina erano appena
appena macchiati.” Emma,
anche nella vita molto simile al personaggio da lei interpretato nel telefilm
in cui lavorano insieme, aveva raggiunto il punto della questione.
Non aveva detto a nessuno quello che
era veramente successo. Lo avrebbero preso per pazzo e internato in qualche
bella clinica, dove avrebbe passato il resto della sua vita chiuso in una
camicia di forza. Ma naturalmente, alla polizia, alcune cose non quadravano.
Che tipo di serpente lo aveva morso ? Come era finito
nella sua auto? E il sangue ? I sedili della macchina
erano macchiati e anche la sua camicia lo era, ma il tutto non corrispondeva
all’enorme quantita’ di sangue che aveva perso. Non
si era mai sentito di serpenti che bevevano i sangue
delle loro vittime.
“Sempre fortunato. Se lei non fosse
stata li’...”
“Lei? Lei chi?“ Guarda i suoi amici
interrogativamente, uno dopo l’altro, nessuno di loro sapeva di Maria, aveva
taciuto a tutti quella parte della storia e, quindi, di che “lei” stavano
parlando?
“
“ E’ venuta tutti i giorni in ospedale
a chiedere tue notizie” interviene Michelle “Gia’ .... mi sa che il nostro biondino ha colpito di nuovo”
dicendo questo, gli sorride, mentre lo aiuta a sollevarsi sui cuscini.
******
Il calore del sole sul viso e sul
corpo. Una sensazione stupenda. Torso nudo, piedi scalzi e esercizi di
rilassamento e respirazione.
Campanello.
Il ragazzo biondo si gira
istintivamente verso la porta.
“Un attimo ... arrivo”. Si alza dal
tappetino. Indossa solo un paio di pantaloni, chiari, lunghi,
molto morbidi mentre con passo elastico si dirige alla porta, la apre, senza
guardare “Ehi ragazzi, che succede? Siete in anticipo...”
“Buongiorno. Posso
entrare?”
Al suono di quella voce sconosciuta,
si gira di scatto. C’e’ una giovane donna davanti al suo appartamento.
Ha un bellissimo viso, un ovale
perfetto in cui sono incastonati 2 magnifici occhi verdi, 2 smeraldi
scintillanti, che adesso lo stanno guardando con espressione interrogativa.
“Mi chiamo Anne Tees. Ci siamo visti al momento del suo incidente. Ma non credo che lei riesca a ricordarlo. Posso entrare?” La ragazza e’ sempre davanti alla porta, in attesa
di un cenno di invito.
Si rende conto che e’ rimasto bloccato
a guardarla, a osservare i suoi occhi, le sue labbra, e il vestitino azzurro
che disegna le linee del suo corpo e scopre le gambe sottili. Si riscuote, sorride.“ Prego venga avanti. Non mi ricordo ma mi hanno detto di lei. Mi hanno anche
riferito che e’ venuta piu’ volte in ospedale a
chiedere mie notizie, ma ... non ci siamo visti”
“Lo so. Non volevo disturbare. Mi
avevano detto che lei stava migliorando e questo era quello che mi interessava
sapere. Quindi ho aspettato che tornasse a casa per ....un
incontro piu’ tranquillo”.
Lui le sorride, mentre la sta
accompagnando in salotto. Cammina di fianco e lei e non puo’
fare a meno di notare come i suoi movimenti siano quasi felini. Quella donna ha
su di lui uno strano effetto, lo affascina e lo turba. Si siedono sul divano.
Sono di alcantara bianca. Tutta la casa e’ arredata in modo chiaro ed e’ molto
luminosa.
“Posso offrirle qualcosa da bere?”
“Grazie, non adesso, magari , dopo...anzi piu’ tardi
sicuramente” alza il viso verso di lui e gli sorride.
“Io mi scuso per il mio abbigliamento...la lascio un attimo sola...vado a indossare qualcosa di piu’ ..adatto”
“No. Non e’ nessario”
La ragazza gli ha afferrato un braccio e dolcemente, ma con fermezza lo attira
sul divano vicino a lei. La sua mano sfiora delicamente
le due piccole cicatrici che lui ha sul collo.
“ Due segni cosi’
piccoli, quasi invisibili, e possono uccidere. Sembra incredibile non trovi?”
“Si’ .... Sarei morto se non fossi arrivata tu”.
Sono passati a darsi del tu in modo
naturale, come se si conoscessero da sempre. Sente che tra loro c’e’ una strana
complicita’, come se ci fosse un legame, ma, in fondo
e’ naturale, lei gli ha salvato la vita.
“Si dice che salvato
e salvatore siano legati l’un l’altro per sempre. Questa e’ la situazione che si e’ creata fra noi. Ti devo la vita”. Sorride, le sfiora la mano e la guarda
negli occhi. Sono molto vicini. Lui sente il dolce profumo della pelle di lei.
Lei ricomincia a
parlare, senza smettere di guardarlo negli occhi “Gia’,
noi abbiamo in comune molte cose... piccoli segreti. Uno di questi ha un nome: Maria”.
Lui aggrotta la fronte, la cicatrice
sul sopraciglio sinistro si contrae. “Maria... allora tu...hai visto?”
“Certo...E’
per questo che sono intervenuta.”
“Ma lei, Maria, dove...”
“Nessuno ha notato la polvere sul
sedile di fianco a te , tutti quei paramedici e
poliziotti, hanno fatto una gran confusione e cosi’
... Maria e’ svanita nel vento.” Muove la mano, facendo un gesto che imita lo
svolazzare delle foglie e lo guarda con un sorriso malizioso.
“Quindi ... tu l’hai uccisa”
“ Beh... tecnicamente parlando e’ piu’ giusto dire che l’ho “eliminata” ,
infatti, trattandosi di un vampiro era gia’ morta da
tempo”
Lui si alza e inizia a camminare
avanti ed indietro mentre parla a voce alta, ma come se stesse parlando con se
stesso.
“Mi sembra di essere finito in una
puntata di “Ai Confini della realta’”, dove il
telefilm in cui recito normalmente e’ diventato la vita reale. Vampiri...sangue...paletti...cacciatrici.”
Anne, che stava girovagando per la casa
osservandone ogni particolare, si gira verso di lui e lo guarda . Quando gli parla il suo tono esprime stupore.
“Cacciatrici? Che cosa c’entra La
cacciatrice ? Per quanto riguarda i
vampiri, il sangue ed i paletti e tutto Ok, ma non c’e’ nessuna cacciatrice.”
Lui sostiene il suo guardo, e con tono
ironico, la stuzzica: “ Perche’ tu come ti chiami ? Van Helsing ?
“
La risposta della
ragazza ha un tono piccato: “Mi chiamo Anne, e se le cacciatrici esistessero
davvero, sicuramente non sarebbero le mie migliori amiche. Ne’ mie, ne’ di Maria, ne’
di nessuno di quelli come noi”.
Lui l’ha afferra per le spalle e la
gira verso di se’. Si fronteggiano.
“Hai appena detto che hai ucciso Maria , ‘ eliminata’ per usare le tue parole, e adesso mi vieni a
dire che sei come lei?”
“E come te...piu’
o meno”
Stupito , lui
la lascia e la guarda : “Cosa caz.... Come me.. piu’ o meno. Ma che diavolo stai
dicendo?”
“Ti sto dicendo che quando ho
eliminato Maria, tu eri piu’ morto che vivo, ho
capito subito che se non avessi fatto qualcosa non saresti sopravvissuto, in
lontananza sentivo gia’ il suono delle sirene che si
stavano avvicinando. Non c’era tempo per attuare il processo di trasformazione,
non avrei mai avuto il tempo necessario per finire di dissanguarti e per darti
il mio sangue, e , insomma, per tutta la procedura. E cosi’ ho dovuto fare in fretta e usare una specie di
palliativo.”
“Palliativo?”
“Ti ho fatto bere poche gocce del mio
sangue, non abbastanza per trasformarti, ma suffienti per impedirti di morire. Solo che non ero sicura
che avrebbe funzionato. E’ per questo che sono venuta
tutti i giorni in ospedale a vedere come stavi. E, infatti, all’inizio sembrava
che non ci fossero speranze, Ma poi hai iniziato a reagire, a migliorare, e poi
poco a poco ti sei ripreso. Adesso stai bene, vero? Ti senti bene !?!” Lei lo guarda, apprensiva.
“Si’ mi
sento benissimo” le ha risposto usando un tono brusco, e adesso, sentendosi in
colpa, per scusarsi, continua nella spiegazione: “Mi pareva strano di sentirmi cosi’ in forma dopo quello che
avevo appena passato invece...e’ il tuo sangue dentro di me che mi rende forte.
Sono un vampiro?
Lei sorride :
“No, non lo sei . E io sono qui per chiederti se vuoi...diventarlo.”
Lui apre la bocca per parlarle ma lei
mette una mano sulle sue labbra. Le sfiora. “Aspetta.
Mi rendo conto che questa storia ti ha sconvolto, quindi non voglio che tu mi
risponda adesso, tornero’. Tornero’ a prendere la tua
risposta.”
Detto questo, prima che lui riesca a
fermarla, lei si allontana.
Si ritrova solo. Sente ancora sulle
labbra la lieve carezza delle sue dita.
Sarebbe tornata. Si’,
lei lo aveva promesso. Sarebbe tornata. A lui non restava altro da fare che
ASPETTARE.
FINE