NON E' UN VALZER






Buffy


Non so esattamente da quando ho la sensazione costante di trasportare faticosamente la mia vita dalla noia alla routine. Dal liceo dove insegno con un dinamismo forzato all’ unica discoteca del posto dove la musica è tediosa quanto al reste. Cosi, io, appena ventiseienne, vedo già il mio mondo livellarsi inesorabilmente.

Come quasi tutti i miei amici, sono la metà di una coppia.

Ho incontrato il mio “lui” sette anni fa ; ci siamo amati da vicino, poi da lontano, spesso separati dalla malasorte , disperatamente ecc. ecc., poi, come si dice, abbiamo coronato un sogno, una corona… un sogno…: cioè da un paio di anni ci vediamo tutti giorni. Finite la malasorte e la disperazione, ci abbiamo…. Non è quello che volevo ? Eppure mi ostino a rimandare la convivenza con il mio sempre più bello e tenero Angel : una voce limpida su un arpeggio maggiore….


Mi sembra di avere già esaurito tutta la capacità d’entusiasma di cui disponevo….

Ecco il bilancio senza perdite ne utili, che traggo dalle mie riflessioni in questa sera autunnale . Risulto assenta ai solleciti del citofono e del telefono, esiliandomi da cose buone di cui non gusto più il sapore.

Contrariamente agli amici, non ho un cellulare…. Potrei essere ovunque senza essere scovata .

No, non ho voglia di vedere nessuno dei miei cari.


Provo nostalgia per le nostre chiacchierate adolescenziali su argomenti eccitanti come l’interpretazione di un sogno o di uno sguardo ; del mistero a tutti costi… !

Raccontarsi un film o un libro rivivendone le emozioni. Mentire agli adulti per proteggere le nostre prime indipendenze; non avere nessun controllo sul proprio egocentrismo e contestare senza misura, contaminati da “credo” e dottrine. Rifiutare indistintamente le regole ed imporselo come regola…. Magnifico disordine !!!

È passato… peccato…. Maturità o invecchiamento?

Su quale parte del mio cervello devo intervenire per ritrovare un po’ di grinta ?



William


Da giorni sono perseguita mentalmente da un cantico di J .S. Bach : « la Passione di Giovanni » coro incluso, che, nonostante la ripetizione dei suoi “Alleluia” non fa altro che aggravare la mia depressione

non ho altra voglia che di essere brutalmente assalita da una reazione vitale che dia rilievi al mio panorama.

È cosi cretino e ingiusto piangere su se stesso quando non si ha problemi veri.

Mi concedo un bel zero in determinazione e decido di prendermi a frustate. Bisogna che mi estirpi dal mio divano e che soffochi Bach e la sua liturgia infinita. Accendo lo stereo affidandogli D.B. Guru e R.Jordan “Time is Moving On”, energia tranquilla e ritmo ammaliante. Poi lo faccio ripartire da l’inizio.

Per completare la terapia; una doccia ? si, ma fredda, senza pensarci troppo…

Brrr e mi ricordo immediatamente di avere un corpo.

M’impongo un vestitino nero e un trucco leggero. Un punto di partenza ?


La mia macchina attraversa tutta la città e prende una direzione a caso. La conducente s’immagina fuggitiva, e quest’emozione mi reintegra in lei.


L’emozione, ecco cosa mi manca!


Sto già meglio, e prima che Bach recidivi e deglutisca i miei slanci, lo elimino definitivamente a colpo di Limp Bisckit.


Alle ombre del paesaggio si aggrega la pioggia e i battiti regolari dei tergicristallo introducono spontaneamente i Massive Attack che completano a meraviglia il quadro cacciando definitivamente lo spleen.

Ho seminato i miei inseguitori immaginari e sono pronta ad inventarmi qualcos’altro, immersa in uno stato di liberta totale di cui sto tastando la qualità e verificando l’assenza di limiti.


Adoro questa serata !


Avrò percorso una sessantina di km perché sono circa tre quarti d’ora che vagabondo in pace.

Non so dove mi trovo ma il mio juke box personale, in piena esplosione “Prodigy” reduce gradualmente d’intensità a causa d’interferenze esterne, ritmate e concrete in provenienza di un enorme costruzione, costellata di piccole finestre che lampeggiano di blu e violetto.


Una discoteca, perché no?. Mi fermo : “Rage Against the Machine” per piacermi !


Mi dirigo verso l’ingresso… piove ancora….


La porta si apre espellendo un giubbotto di pelle nera su gambe titubanti.

Poi, l’indesiderabile si adorna di un viso di cui non faccio che percepire l’espressione smarrita, senza distinguerne i tratti, e sono immediatamente investita dalla versione acustica di “Creep”, monumentale e straziante. Questo parallelo mi scombussola… non avrei mai volontariamente evocato quello che ho di più sacro per un “chiunque oscillante”.

Provo ad aggirare l’ostacolo, ma l’individuo cade seduto ai miei piedi, balbettando:


portami a casa, sto male…poco distante… non ce la faccio!”


Rispondo che non posso, che i miei amici mi aspettano.


Si rassegna sdraiandosi a terra, una mano sotto la nuca l’atra sulla fronte, gambe piegate.

Mi fa segno con la mano di allontanarmi articolando a malapena:

devo vomitare”


Mentre tossisce, la sua traccia sonora fedele a Radio Head s’intensifica nonostante il mio disaccordo.


Non essendo proprio di pietra, provo compassione e lo aiuto ad inginocchiarsi. Forse dovrei sostenergli la fronte, ma non sono pratica e preferisco guardare altrove mentre il mio assistito si svuota dell’eccedente.

Si siede nuovamente, stringendosi lo stomaco a due mani. Sta cosi male che cedo a me stessa e, senza ragionarci troppo, lo trascino alla mia machina.


Si stravacca sul sedile… ho paura che una nuova crisi di rigetto mi guarnisca il cruscotto…

Dovevo pensarci prima !


Aspetto un po’, poi chiedo delle direttive.


Cinque minuti scarse e arriviamo davanti a una vecchia fattoria quasi completamente inghiottita dall’edera, abbandonata ad un filo d’esistenza fiaccamente luminosa, sopra la porte d’ingresso.


Chiede ancora il mio sostegno fino all’ entrata, poi mi tende una grossa chiave…

Apro, non senza avere esitato un attimo e lo spingo oltre, pronta a salutare dopo avergli raccomandato un caffè amaro.


Lui si appende all’interruttore e irradia un interno sorprendente, completamente bianco e rosso cardinale, d’un buon gusto imprevisto in totale contrasto con l’aspetto esteriore della bicocca e il poco che so del personaggio che ci vive.


Mi trattiene il braccio costringendomi ad un faccia a faccia inopinato e a subire l’attente esame del suo sguardo sorpreso.


Sta scoprendo che gli sono totalmente sconosciuta.


Siamo fermi, separati dallo stipite , lui dentro e io a sgocciolare sulla soglia..


La mia serata è fottuta e ho freddo.


Si liscia indietro i capelli e si asciuga la fronte. Il suo viso lungo e magro potrebbe essere quello di un poeta, d’un pittore o di un musicista..


La pioggia ha diluita la sua sbronza e, di colpo, si mette a esistere! Ho quasi voglia di sorridergli ma non lo faccio…

lui si… una mossa che vale il viaggio !!!!

chiede sospettoso, quasi contrariato :


chi sei?”


Lo manderei a fragole, ma preferisco non litigare per abbreviare :


Buffy, mi chiamo Buffy, e adesso che stai meglio, scappo che ho fretta “


corruga la fronte con un espressione sopraccigliare forse interrogativa, forse divertita.

« aspetta »


penso : la mancia ? ma dico :


non serve dibatterne, vado, che ho da fare”


sorride ancora, mannaggia! basta con sti abbagli !


ho capito” dice, “la missione !”


cerco di sopraccigliare anch’io :


quale missione?”


ripulire i fossi, no?”


Non mi arrabbio perché sta solo prendendo in giro se-stesso !


Mi porge una mano ferma e si presenta :”William”. Non potendo lasciarlo cosi, la stringo con decisione e ripeto : “Buffy, adesso vado.”


Molla la mia stretta e propone con gentilezza :


entra un attimo, hai freddo . Ti faccio un tè, serve anch’a me”.

e siccome è la mia serata speciale e sento di non avere niente da temere, non entro ma non me ne vado.

Mi attira a riparo e lascio fare; si toglie il giubbotto e mi aiuta a disfarmi della mia giacca fradicia.

L’ambiente è caldo, e mi toglierei le scarpe se desse ascolto al mio rispetto per la pulizia dei luoghi e alla mia indole boema, ma mi ricordo in tempo che sono in casa di uno sconosciuto mezzo brillo !

Ispeziono l’ambiente per dettagliarlo senza fissarlo….


Porta dei jeans scuri e una camicia morbida colore porpora aperta su una maglietta nera. Non è molto alto ma longilineo e si muove con un’agiatezza che accresce gradualmente la sua complementarità con i luoghi. I suoi gesti sono armoniosi e le sue mani asciutte dalle unghie rosicchiate sono belle e virile.

Questo tizio possiede due involucri: quello da prima vista, pubblico, apparentemente nel pieno di un’ arroganza quasi adolescenziale, e quello privato, maturo, raffinato e fascinoso. L’ambiento e lo spazio sembrano anticipare ogni suo movimento dandogli una sorta di invincibilità costante. Impossibile ricordarselo sdraiato nel fango e vomitante.


Lo immagino senza vestiti e questo pensiero audace mi scandalizza. Veramente, mi scandalizza tutto di me stessa, e ne rimango immobile e muta.

Mi indica una porta allungandomi …. un maglione e dei pantaloni di tuta che contemplo sorpresa !


non ho altro da offrirti, questo è il bagno, asciugati e cambiati. Non devi ammalarti a causa mia.

Potremmo bere il nostro tè conversando e quando ne avremmo abbastanza, lì c’è la mia stanza e là quella degli ospiti, -aggiunge, puntando l’indice poi il pollice verso direzioni opposte-. È tardi, fermati qua. Puoi fidarti di me e comunque chiuderti a chiave.”


Vorrei oppormi, protestare o almeno obiettare, invece lascio il mio silenzio accompagnarlo al bollitore che sistema sui fornelli.


Il pavimento del bagno è una scacchiera gialla e azzurro acceso, muri e soffitto sono dipinti di blu. Su i scaffali di legno grezzo e scuro sono impilati asciugamani di spugna gialli e allineati piantine grasse, mini stereo e accessori di toilette. Non c’è ne dopo barba ne eau de toilette. Nella mia testa Radio Head insiste :

non amo gli uomini profumati.

Se lo avesse incrociato in un corridoio stretto, non l’avrei notato. Sarà la situazione a renderlo importante, degno di un interesso sottilmente intrecciato a un incomprensibile attenzione che me lo fa scoprire bello? In fondo, avevo voglia di una serata speciale e la mia fantasia mi ricama intorno per esaudirmi.


Qua, si sta proprio bene, e sono incuriosita dall’ ospite. Mi fido, e tocca a me adesso dimostrargli che un tè e una chiacchierata vanno bene anche a me… niente di più ma niente di meno.


Quando esco, lo trovo addormentato sul divano, i capelli ancora bagnati.

Sul tavolino, in posizione d’attesa, una teiera fuma tra due grosse tazze. Tutto considerato, preferisco non svegliarlo. Lo copro con un plaid. Adesso potrei scegliere di andarmene…


La camera degli ospiti non contiene nessun segno di occupazione: ne un libro, ne un vestito nell’ armadio. Il letto è largo e confortevole. Mi sdraio un po’ delusa. volevo saperne di più…il tempo passa senza che riesca ad addormentarmi.

Questo benedetto tè avrebbe compattato il mio sbando di sensazione !

Lo sento alzarsi e socchiudo leggermente la porta… semplice curiosità.

Non c’è …ma sento lo spruzzo della doccia.

Aspetto cosi una decina di minuti. Finalmente esce del bagno, assolutamente nudo.

Continuo a spiarlo nella sua intimità senza il minimo pudore. La mia insistenza mi sconvolge ma non mi stacco…sono ipnotizzata.

Che sia ancora la mia fantasia a disegnare questo fisico da calamita!

Lui fuma una sigaretta davanti alla finestra aperta, ignaro del mio delirio … espella il fumo lentamente e la musica aumenta di volume,come per uscire dalla mia testa e denunciare la mia clandestinità.


Chiudo in silenzio, e mi ributto al letto.

Una porta si apre e si chiude. Una luce minima filtra da sotto la mia e la musica cambia :“One Day I’ll Fly Away”. Turbata e inconsapevole delle mie effettive intenzioni, desidero una sigaretta.

L’oscuro oggetto è andato in pace. Eccomi nel salotto in cerca del suo pacchetto di sigarette che non trovo.

Impazzisco.

Ho fumato solo un paio di volte in vita mia, ma mi tortura un insensata crisi di astinenza… sto per frugare nelle tasche del suo giubbotto quando inaspettatamente, lo vedo, addormentato a pancia in giù sul divano, indifeso. No, mi urlo che non rappresento un pericolo per lui ! ma “Nice dream” mi travolge.

Tocco la sua schiena coprendolo - forse volontariamente ? non lo so; è comunque cosi che lo interpreta lui, perché si raddrizza di scatto e mi indirizza uno sguardo libidinoso abbinato a un sorriso trionfante che incenerisce istantaneamente l' incanto, e come se non bastasse, tira fuori da sotto un cuscino un astuccio dal quale estrae un preservativo.


Sono atterrita . Lui ride…


Vorrei emettere un ringhio, ma faccio di più. Gli strappo dalle mani la bustina e approfitto del suo ghigno per infilargliela in bocca.

Corro , mi chiudo in camera, mi rivesto in furia, salto dalla finestra e filo via.

Faccio fatica a ritrovare la strada principale. Non so se ridere sentendomi il Grande Maulnes di ritorno della festa al castello con la variante che l’angelo che ci ho incontrato nascondeva grandi corna.


A casa mia, c’è caldo. Mi libero dei miei vestiti umidi, una doccia calda, il tempo di crollare sul mio letto e vince la stanchezza .


Angel mi ha cercato … invento. Da quando ho incominciato a raccontare balle al mio ragazzo ? ma questa è l’ultima. Tornerò ad essere la ragazza sincera e onesta che pretende giustamente.

Ho assimilato bene l’umiliazione della sera prima. Innanzi tutto perché non è rimasta a senso unico, e di questo sono abbastanza orgogliosa, e poi perché mi ha evitata un esperienza che avrebbe potuto confondermi.





UN VIAGGIO




Le domeniche bagnate, a casa Buffy, sanno di panini, tv e coccole. Il niente a cui mi riduco in quelle occasioni mi ricolma d’inspiegabile soddisfazione.

Angel mi propone un cocktail sorpresa e, mentre mi stiracchio sul letto felicemente indolente, infila i suoi boxer da seduto prima di dirigersi verso la cucina. Strana mossa, penso, ma ricordo che non faccio meglio. Ci conosciamo bene e da tempo eppure riserviamo la nostra nudità totale all’ orizzontalità, o la doccia.

Allungo il collo per guardare il mio uomo. Si, è massiccio ma nello stesso tempo armonioso ; manca solo un po’ di disinvoltura. Elimino mentalmente i boxer… non basta… ecco, gratterei via questo tatuaggio che mi piaceva tanto.

Si! - cosi si che sarebbe senza veli…caccio via questo pensiero licenzioso: il nudo è sempre e comunque un altro vestito da sapere portare… ma l’essenziale sta all’interno… oh dio, se continuo a sbucciare mi ritroverò con un ombelico in mano!

Parliamo tanto, non so sempre di cosa, ma ce la metto tutta per non sentire la mia coscienza sfruttare le pause per fare Toc Toc e farmi sentire una caca.



Il lunedì torno ad essere la lagna che credevo seppellita insieme alla settimana passata.


Insegno da questo anno in una scuola d’arte. La mia giovane età m’impone un comportamento rigido.

Altra finzione !

Niente minigonna o pantaloni aderenti, una severità costruita sul ricordo di un mio prof del liceo, una verifica settimanale, il tutto molto innaturale perciò faticoso.

Andamento lento…

Chiamo Willow, la mia migliore amica. Dovrò pure parlare con qualcuno anche se sono sempre stata restia ai consigli altrui.

Ci vediamo a casa sua e mi svuoto omettendo ovviamente la mia bravata del venerdì sera.

Mi ascolta annoiata. Condivido. Mi va tutto bene, diamine ! che cosa cerco ?

Mi propone il convento che apre le sue porte alle pecore smarrite e offre periodi di riflessione a poco costo. Non ci rimetterei niente e potrei forse incontrarci il mio Dio.

Bene. Ho riso un po’ , è già qualcosa !




Novembre .


Giovedì pomeriggio. È ancora presto e ho voglia di vagare.

Ho trovato una panchina soleggiata nel Mac Grath park. Non fa freddo e mi sento libera e leggera. Tiro fuori le verifiche della mattina con l’intenzione di correggerle all’aria aperta.

Il silenzio è cosi perfetto che alzo lo sguardo per controllare il circondario,

Di fronte al mio studio campestre, appoggiati a un albero, un lui e una lei si baciano con accanimento. Lei si smaterializza quando riconosco lui… e mi sento morire. Sprofondo nelle mie scartoffie in cerca di trasparenza.



- studentessa ?



Merda - le mie orecchie sprigionano alte fiamme. Merda ! Thom E. Yorke s’insinua: Lo allontano.

- Parlo con te !

Mi concentro per domare l’incendio e alzo la testo adottando in fretta l’espressione, “eh ? cosa? Non ho sentito, ero distratta” per prendere tempo.

Sta lì, davanti a me, le mani in tasca e il capo leggermente inclinato. Finge interesso per la carta protocollare.

ci conosciamo?” dico da perfetta imbecille.

Ride…., e di conseguenza mi schiaccia. Merda ancora.

Mi riprendo e con un sorriso formato ictus : “oh si! scusami…. Stai meglio?”

Questa si che è un uscita degna dell’estrema unzione che mi aspetta !

Ride ancora, lo farei anch’io a posto suo, ma lui sta bene perciò può replicare sorridendo come sa , assumendo il tono “non ci sono più stagioni”:

sai,queste cose sono lunghe; ma ho finalmente rintracciato il dottore “miracolo” che mi deve una visita approfondita.

Si congeda con un “ ciao, grazie e a presto” che mi stende.

Completo il ritratto infilando precipitosamente il mio mestiere in cartella : personalità asfissiante. Freddo, crudele e minaccioso

Una doccia interminabile con M.Manson e la sua versione di “I put un Spell on U”

Diabolico!

Il divano e la mia testa che addiziona piani di difesa… Ripasso nel dettaglio quest’ ultimo incontro e concludo che non sono all’altezza. Non posso contare sull’appoggio morale dei miei amici che non comprenderebbero la mia inspiegabile spacconata.




Tre lunghi mesi d’inverno nebbioso mi risucchieranno nella monotonia, ma il mio periodo depressivo è passato e mi accontento volentieri della tranquillità, nell’ovata di Cassandra Wilson e le coccole di Angel.

Ho trovato quello che fa per me, e anche se il sogno si avvererà solo l’estate prossimo, vivo già dentro come in una tende a ossigeno..

Il Nord Africa. Ho già dato una caparra per garantirmi il posto. “Viaggio e Avventura”, cosi si chiama l’agenzia che organizza giri disorganizzati in luoghi incontaminati !

Non ne ho parlato ne con Angel, ne con Xander, l’altro nostro intimo, attualmente e da un anno in crisi per la fine di un amore.


Willow non si accontenta mai. Accetta con indulgenza il mio sfogo entusiastico, ma pretende approfondire. Vorrei tapparmi le orecchie, ma non è democratico. Lei mi ha ascoltata, ascolterò lei.


-un viaggio!… È già qualcosa, ma sei sicura che sarà sufficiente ? voglio dire, tutto questo languore … non sarebbe ragionevole cercarne la fonte. Angel è il tuo primo amore, non per questo deve essere l’ultimo ! sei sicura di essere ancora innamorata ?

non sono un’esperta, ma, perdonami…ti ho vista persa, e credo di conoscerti abbastanza per vederti ormai rassegnata !


-caspita Willow, sai quanto abbiamo sofferto e quanto abbiamo lottato per stare insieme. I miei sentimenti per Angel non sono e non saranno mai in discussione. La vita e le sue insidie non risparmiano gli innamorati.


-quale insidie? -insiste la mia detestabile amica - ormai, non vivi altro che felicità, e man mano la consumi, si rigenera come se ce ne fosse una fonte inesauribile a tua disposizione - ed elenca con voce e dita- :

Godi di un'ottima salute, hai ereditata un appartamento meraviglioso, hai trovato il lavoro che volevi subito dopo la laurea, in una scuola privata che strapaga i suoi insegnanti, hai l’amore.

O sei pazza, o ti nascondi qualcosa.





Ok, tutto vero… faccio schifo. Sono uscita senza ringraziare Willow.

O sto da dio ma da viziata, o devo preoccuparmi della fonte….



Il cenone del 31 si festeggia da Xander. Ognuno si è sbizzarrito in specialità gastronomiche proprie… è quasi tutto disgustoso. Mangiamo poco, beviamo tanto, poi tutti al Bronze.


Le ragazze, io comprese, sfoggiano vestiti scollati davanti o dietro, davanti e dietro, neri, incollati al corpo, a volte trasparenti, sexy a tutti costi.

Ma quando è tutto sexy non lo è più niente; è la legge dei contrasti.


Ballo chiusa nel mio stato di mezza sbronza, amalgamata alla folla luccicante quando una voce conosciuta e immediatamente riconosciuta mi estrae dalla trance : “per piacere, datti una controllata alle calze !” con tono sforzatamente scandalizzato.


Constato il danno e mi preoccupo per l’intensità dell’osservazione che lo ha portato a la scoperta della scaletta nonostante l’alternanza di luci soffuse e d’ oscurità totale che ci sfuma .

Mi faccio accompagnare in bagno da Willow e butto via i collant smagliati.


Vorrei farla finita con sta baldoria insulsa, ma gli altri, come gran parte del pianeta, non possono schiodarsi prima della sacra mezzanotte. Chissà che annata di merda si profilerebbe senza i guance a guance e bocche a ventosa che si offrono all’aria, senza la pioggia di tappi e le spaventose e puzzolente petardate.

Mi scopro cattiva e so anche perché… ecco è già “l’anno prossimo” e mi sento più stronza.


La solita voce invadente di spazio vitale mi mormora all’orecchio : “meglio cosi, ma il tuo vestito è volgare; eri un fiore col mio maglione. Comunque buon anno”. Mi giro, rigenerato dall’anno nuovo, pronta a spezzettarlo, ma l’infame se la svigna, consapevole del mio umore.

La ragazza che lo tiene per mano non è quella del parco. Faccio in tempo ad invidiare il suo stile: jeans bianchi, camicia bianca, e gilet di camoscio sfrangiato.

Gli seguo ancora dallo sguardo. Hanno fretta di andare a spogliarsi da qualche parte…




L’OROLOGIO



Angel asseconda il prossimo di professione.

Dopo la scarcerazione, nel suo periodo di semi-libertà, si è orientato verso i servizi sociali ed è lì che ha trovato non solo il modo di ripagare la società per i suoi errori passati ma soprattutto la sua vocazione.


Io, ho sempre saputo che non era quello che vedevano gli altri, forse perché, accecata dai miei sentimenti e sola contro tutti, più che convinta ero speranzosa di chiudere i becchi proficui di ragionevolezza, e discriminazioni.


Cosi è stato, e la scervellata Buffy , compatita da parenti amici e conoscenti, riprese a pavoneggiare il suo narcisismo con la modestia artificiale di non lasciare trasparire il “che vi avevo detto?” ostentando una naturale indifferenza che diceva “il mio ragazzo prepara dei cocktail sublimi, e io continuo a non sapere fare cuocere un uovo”.


Dopo qualche mesi di formazione accelerata, il mio uomo utilizzava il suo reinserimento a capire ed aiutare gli emarginati, con una tale efficienza che divenne presto l’educatore più stimato di un importante centro di recupero.


I sui impegni estivi lo porteranno in giro per il paese ad dirigere campi di vacanze per adolescenti sbandati in via di reinserimento.


Quando lo informò del viaggio che avrei intrapreso senza di lui occupato altrove, egli capì che in realtà desideravo proprio farlo da sola. Non ne parlò ; si preoccupò solo di documentarsi sui posti, le vaccinazioni obbligatorie e cose del genere. Sapevo già tutto, ma gli dette ascolto con rispetto per la sua delusione.




Inizio Aprile, all’uscita della scuola. lascio i ragazzi più giovani affrontare per primi i gradini come se fossero incandescenti, e mi avvio prudentemente per via dei stivaletti nuovi con tacco ancora in via di sperimentazione. Appoggio la mia cartella per togliermi la giacca, e appena compiuta la manovra, mi svuoto radicalmente delle mie funzioni articolari, muscolari, e circolatorie colpita da un frontale più violento di una mazzata. Lui sembra solo sorpreso, e non abbastanza per risparmiarsi un cenno di approvazione tra se e se.

Casualità? …


Cos’è ?“Broadway” e la voce piagnucolosa e strappa viscere cosi inglese di J.Stummer , ma non vedo la luce !



La conosco la ragazza di quinta che sale in macchina con lui. Fa musica con me in terza area. Gli darà il poco d’ informazioni che gli mancano ancora per assolvere la sua vendetta. “Paper Chase” inferisce con “ti darò quello che ti meriti”


La L200 verde si è allontanata, e torno alla razionalità. Cammino fino a casa; tre quarti d’ora di riflessione mi chiedono di cosa ho paura. Sono passati mesi e lo psicopatico, me lo sono inventato io !


M’investa un altro terrore: che accoglienza mi riserveranno le mie classi, quando la lingua arricciata della sua conquista diciottenne avrà deliziato l’universo delle mie prodezze ?


Mi faccio ricaricare dagli Eels che sanno anche essere ottimisti, ma niente ci fa. Mi ci vuole Willow e le sue stangate.

La chiamo per sapere come sta, ma lei capisce e inventa che stava per chiamarmi per un invito a cenare e a dormire da lei.



Le permetto di raccontarmi della sua interessantissima giornata al giornale. Il suo capo, una brunetta rotondo e simpatica le sta dimostrando un interesso che la mia amica giudica ambiguo, nel senso buono per lei. Lo spero tanto.. Sono mesi che me ne parla con un entusiasmo che lascia pochi dubbi sulla natura dei suoi sentimenti.

La sua ex compagna è morta d’infarto tre anni fa, e Willow non ha più avuto una vita sentimentale d’allora.


Abbrevia la pesantissima descrizione tecnica di un nuovo accessorio informatico di dimensioni assolutamente trascurabili ma capace di questa e quest’altra stregoneria, con le due parole cosi care agli egocentrici.


-E tu?


Mi basta e avanza per scaricarmi dalla radice .

Ho finito…. Lei mi guarda in silenzio, ma non ha capito niente. In effetti salta fuori con un asserzione appoggiata pesantemente sulla mia pseudo innocenza.

Ed è d’allora che la vita ti è diventata insulsa e che hai deciso goderti il Sahara a dorso di cammello.”


Ecco!


Urlo : « ma non mi ascolti. Non ti ho forse detto che sono finita dal lupo proprio perché trascinavo già la mia incudine ?”

Come previsto, non mi calcola e insiste, con la dolcezza dell’indulgenza :


e costui? C’è l’ ha la sua aurea sonore? “


Una forte emozione mi travolge evocando in me un momento di abbandono vissuto beatamente fino al suo esito squallido e umiliante.


Mi calmo e le dico :” lascia stare Willow. Parliamo d’ altro.”


E va bene, ho capito. Hai voluto cambiare aria. Hai incontrato uno stronzo che ti ha confuso con un’anima errante in cerca di pisello.

Lo hai beffato, ti sei dileguata pensando che il mondo era ampio, lo rivedi e hai paura che ti voglia fare del male ! “


Forse ci siamo, ma l’insaziabile prosegue:


OK, non hai mai detto che ti piaceva, però hai vissuto un momento magico che vuole dire: piacere è dire poco.”

Faccio finto di dormire…..


A scuola, non è cambiato niente. William non mi ha tradita……..






Mi sto preparando. Ho perfino occupata un buon quarto del mio zaino con gli indumenti raccomandati dal depliant.

Mi sono comprato una super bussola e la maneggio con delizia sotto lo sguardo attento e inquieto di Angel.

Il Dio delle piccole cose dice che ci amiamo.



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Pantacalze, felpa, tennis e voglia di approntarmi, mi portano al parco dove mi incolonno con disciplina ai joggisti. Ci metto poco a soffrire e altro pochino a mollare la corsa stingendomi la milza, anelante come una carpa in agonia.


La mia faccia gia ribollente accoglie lo stupore senza dovere cambiare niente al suo degrado.

William porta una tuta nera, un walkman nero e un sorriso che definirei gentile se fossi in grado di mettermi a definire.


Mi saluta chiamandomi signorina. Lo fa pacificamente. A me torna in mente che bisogna respirare per stare in vita.

Saluto e casco nel vizio cercando di capire cosa stava ascoltando dalle cuffiette che gli pendono sul petto come due treccine.


Mi chiede se può accompagnarmi, dico di non e gli faccio un ciao con la mano, accelerando il passo.

Riprendo a correre con naturalezza. Invece sto scappando a casa sperando di non sputare i miei polmoni prima.

Mi sono allenato davvero oggi, questo quarto d’ora abbondante di fuga mi ha rigenerata.

ma lo sforzo mi ha distratta, e quando tiro fuori dal marsupio la chiave del portone, mi sento una presenza alle spalle.


Tremo perché so ; la chiave cade, si rialza fino alla serratura e gira senza il permesso della sua padrona.


-mi offri un tè ?


il tono. è consigliante, ma non rispondo.


Mentre saliamo le scale Zack declama “killing in the name” un inno alla pace espresso a pugni chiusi.


Terrorizzata ma ragionante, penso che è un’occasione per chiarire.

L’appartamento è in disordine, anch’io.

Tempo di preparare il tè pensando a quello che gli dirò per ritrovare la mia pace, e me lo ritrovo sul mio divano, assolutamente nudo….

Prima che io riesca a chiudere la bocca per potere riaprirla e blaterare, lui svuota la tazza e dice:


la tua casa e calda e mi piace. Non ti ho scioccata, spero, non abbiamo segreti vero ?“


poi appoggia la tazzina, si alza e mi si avvicina: mi prende la mano girandola dolcemente per…. consultare il mio orologio. Si rivesta velocemente e “ciao e Grazie”




L’ AFRICA



Riesco ad insinuare nello spiraglio tra porta e spalle nere, un indifferente e veloce : “scusami se non ti trattengo, devo cambiarmi per uscire.”


E per un instante, un fugace instante, credo di essermi ripristinata la figura .

Poi faccio quello che avrei dovuto fare prima : penso…

L’esito della schermaglia m’illumina.

L’offeso, per rifarsi, si è esposto per poi fuggire riproponendo la sua interpretazione dell’accaduto a casa sua.


Lo sfogo andava accettato in silenzio, senza rilancio infantile.


Le rimarrà di me il vago ricordo di una cretina che pretende l’ultima battuta incapace di captare un messaggio chiaro e conciso.

In conclusione, più mi difendo, più sprofondo.


Ho bisogno di dormire sopra per sbarazzarmi della zavorra.

Mi risveglio distrutta, un ronzio nelle orecchie come se avessi passato la notte appesa al battente di una campana.


Una doccia e sto meglio.


Ha vinto la sfida ; non lo rivedrò più. Ho “Exit Music” nello stomaco.


La sera seguente, voglio ancora della solitudine, seduta on The Dock of the Bay, con Otis.

Ho la fronte calda.

Annullata la cenetta romantica con Angel, mi godrei le mie due righe di febbre nel mio pigiama se non insistesse a salare le mie ferite. Fingo di volere capire quello che è oramai chiaro.


Ovviamente, quello che succede tra le mie tempie ci rimarrà, perciò mi sarò sincera.

Se …: se lo avessi svegliato… diamine il tè era pronto!

Se avessimo parlato un po’, o mi sarei ricomposta, o…

Caspita Angel, ti amo, mi ami… (lalala…)


Che mi succede. Ho forse inventato tutto per dimostrarmi che sbagliavo ad annoiarmi!

Invece non..tutto reale… e mi strazia la scoperta: Creep soffoca sotto il cucino.

Ci sono sbocchi insospettabili, momenti fatali, intensi e sprovvisti di preavviso.

Non voglio discolparmi. Mi faccio pena ma non posso farci niente. Questo caos non è stato scaraventato dalla porta di una discoteca, è caduto dal cielo. Non per confondermi, ma per farmi esistere a colpo di sensazioni violenti: l’ho raccolto, l’ho seguito e mi ha soverchiata, punto….


Non è dietro il messaggero che devo correre. Devo rintracciare gli Angel e Buffy degli inizi, coloro di cui ricordo l’immensità come se appartenesse ad un’altra…


Angel. L’amore fatto con amore e gioito per amore.

L’amore che si evita, ultimamente!

Generosità o ipocrisia la finzione del orgasmo !

E la febbre di questa sera, lo stress del lavoro, il viaggio ?…

Sono pigra : non mi contento tutti giorni dei miei giorni, ma non cerco niente. Ho paura di perdere quello che forse non ho già più.




Luglio


Fuori l’anno scolastico

Angel è in viaggio con un gruppo. Ci rivedremmo un attimo alla fine del mese, poi ripartirà e io volerò per Marrakech.

Ci siamo lasciati tiepidini, ma da quando non c’è, lo amo di nuovo…



Il conto a ritrosa è cominciato. Sono completamente pronta, e in grado di accettare lo specchio pieno dell’incontrollabile riflesso di un’imbecille beatitudine. Vado avanti, l’Africa in mano tale una gomma da cancellare le mie paranoie. Mi appiccico vaste distese di sabbia ondeggiante dietro le palpebre godendo della provvisoria ottusità che mi ossigena il cervello.


Lysa è una ex protetta di Angel, diventata amica nostra e soprattutto di Willow che le ha trovato un lavoro al giornale.

Ha il dono di ridimensionarmi appena sfiora il mio orizzonte. Non è quello che è o che fa ad annullarmi, ma quello che so.


Lysa ha vissuto talmente male, che devo farmi forza per non squadrarla con l’intensità che mi sento quando chiacchiera con naturalezza, come se non ce l’avesse con il mondo !


Figlia di una madre ubriacona e di un padre immaginario, violentata dal vicino di casa a 14 anni, con conseguente aborto vissuto in glaciale solitudine, lontana dall’ala di una genitrice contrariata per la perdita del buon rapporto con il mostro della porta accanto….

ecc. ecc.

Le voglio bene ma ho paura di dimostrarle un’attenzione equivocabile, di comportarmi in modo anormalmente protettivo. Lei, invece, accetta la mia incomprensibile tortuosità con indulgenza e mi segue in conversazioni assolutamente neutrali intorno all’ultimo dei Linkin Park, alle condizioni meteorologiche, e l’ambiente lavorativo. Riusciamo cosi ad ignorare tutto della sensibilità dell’altra.

E con lei che passo la giornata, ed è lei che si dimostra incuriosita dalla risurrezione della mia nevrosi che giudica positiva. Tutto è meglio che girovagare da sonnambula come osa definire il mio tram-tram di vita.

E lei sa solo del viaggio !


Forse perché siamo da sole per la prima volta, forse perché mi sto immaginando tutto, ma si crea un’inaspettata intesa.


Mi dice di non essere particolarmente attratta dall’Africa.

Nemmeno io lo ero… e le racconto del mio sogno adolescenziale di Canada con tanto di distese nevose, di foreste e di larghi fiumi. Il pacchetto presente offre esattamente il contrario eppure…. Ma non voglio centrare su di me il contatto nuovo e, mollando il solito blocco, le chiedo dei suoi sogni, senza la minima intenzione di penetrare nel sul personale.

Mi risponde seccata che non prova a cercare dei sogni nei suoi ricordi d’infanzia ed io torno ad essere il solito mucchietto di sterco.

Mi riconosce finalmente e ride dicendomi che non ce l’ha con me, che sono carina quanto ingenua e che devo diffidare di una certa Kate.

Ammiro discretamente quel suo modo di chiudere un mondo per aprirne un tutt’altro e le chiedo chi è Kate.

Kate sarebbe una collega di Angel che lo punta da tempo. “stai attenta!” dice, “donna più che ragazza, potrebbe colpire, a lungo andare”.

Reagisco inquietandomi dallo sguardo e dico tanto per dire qualcosa :-che stronza !

Lysa alza le sopraciglia quasi divertita e dice : “tutto lì !”

Ed io mortificata penso : tutto lì !




Passo qualche giorno con il cugino pazzo che Angel non vorrebbe vedermi frequentare in quanto l’incosciente divide la sua vita tra motocross, roccia, drappi volanti e ingessature varie.

Mi porta a fare rafting sul torrente, e me ne torno a casa fiera dei lividi coraggiosamente guadagnati.


Xander e Willow sono pronti anche loro. La Florida !

Xander mi fa sentire traditrice. Questo viaggio, lo dovevamo fare insieme…

Ho scelto diversamente e lui mi odia come tutte le volte che agisco senza il suo consenso. Angel dice che Xander è segretamente innamorato di me, ma io so che Xander le vuole tutte ma non ne ama nessuna. Soffre ancora per Anya, ma l’ha persa lui, per non averla amata decentemente…

Torneremo con tante cose da raccontarci, ritrovandoci come amici di sempre.



21 Luglio


La città è quasi muta e come ogni anno in questo periodo, mi sfrutto l’ assenza d’impegno e di dialogo.

I miei bagagli sono pronti e non ho niente altro da fare che andare in piscina.

Nuotare mi smolla le mascelle . Mi stremerò poi mi butterò sulla sdraia con un fumetto.


Sono arrivata all’ennesima vasca, spinta ormai dall’ ultimo residuo di volontà, e dalla costanza di un altro nuotatore che accompagna perfettamente il ritmo del mio via vai.

Sincronismo di solitudine o di solidarietà ?


Mi fermo distrutta. L’altro masochista è sparito.. . mi sento bruscamente afferrata in vite da due forti mani e prima soccombere allo stupore, scorgo una faccia rincuorante poi allarmante in questo ordine di sensazioni, e non so perché la vita è cosi maligna da giocare con il mio buon senso, facendo uscire da tutta me stessa un “oh siiii!” quando articolo un “oh nooooo!”. Intanto affondo e bevo. L’Uomo mi sostiene e mi lascia tossire. Dice :”sono esausto anch’io”. Penso :”è la fine”, ma non so dirmi di che!


La sua gentile intenzione di tenermi a gala lo incolla a me e sento il suo “oh siiii! appoggiato sulla mia pancia. Chiudo gli occhi e deglutisco a fatica per ignorare la sua sincerità fisiologica.


Mi lascia : “ti sei ripresa?”.


Non ho una risposta… mi attacco alla scaletta, balzo fuori fino alla mia sacca e mi fiondo nel spogliatoio dove mi rivesto senza doccia.


La sua macchina è parcheggiata dietro la mia e non posso uscire.

Metto in moto le gambe di garza provando a correre, ma mi raggiunge e mi blocca.

Lo guardo sperando che avrà pietà delle mie lacrime, invece mi bacia con foga ed io mi pianto nel cemento.

Non va bene ! lo spingo e urlo : “cosa vuoi?” come se avessi bisogno di ulteriori precisazioni.

E siccome i scemi presenti sono io e Buffy, lui risponde per educazione :


-Lo sai


divento di colpo matura:


-dobbiamo parlare una volta per tutte.


Accetta di buon grado tutta la mia maturità:


-ok, sali - e mi apre la portiera del suo macchinone che profuma di menta alpina.

Rimane sul tradizionale aggiungendo : “da me o da te?”


Non mi lascio intrappolare dalle sue alternative :

-per parlare, rimaniamo in macchina

Va bene anche a lui per cui dice ok ma avvia il motore.

Chiedo : “dove vai”

Lui: -altrove

Io : - dove ?

Lui : - non temere

Fingo di non temere e lo dimostro allacciando la cintura.


Si ferma sul bordo di una stradina all’uscita della città e ci metto poco a non apprezzare il fatto che non ci passi nessuno. Sono già le sette e mezza.

Ritroveranno pezzettini del mio cadavere sparpagliati nelle fogne e la discarica.


Lui :- parla pure!



Io, con una voce sconosciuta :- smettila con le rappresaglie, ho capito .

Perdonami, non sarei dovuto rimanere a casa tua… non avrei dovuto … toccarti. Ho civettato senza volerlo. Credimi, ho già pagato quel attimo di debolezza. Lasciami stare, ti prego.

Trattengo le lacrime per non esasperarlo e per contegno dignitoso.


Lui:- quello che chiami “momento di debolezza”, io lo chiamo desiderio.


Ecco !


Ma chi si ferma e bocciato perciò :


Io :- può darsi, ma il seguito ha rotto l’incantesimo.


Lui guarda fuori : - scusami …


Mi sento appagata.


Bastava parlare !


Lui : -non mi vedrai più, ma a una condizione.

Aspetto .

Lui : -facciamo l’amore adesso poi dimentichiamo di esserci incontrati.


Non bastava …


Io, sincera :- perché?


Lui spiritoso :- perché cosa, l’amore o dimenticare ?


Io con 28 righe di febbre in su : - divertente.


Lui, cancellando il simpatico intermezzo : - perché ce l’ho dobbiamo.


Time Waits For No One. Prince et Mavis Staples , gli caccio

malvolentieri.


-ho un fidanzato !

-lui: lo avevi già quando mi accarezzavi la schiena.

Try me a little tenderess, mr David Hudson dal vivo…


Una schiena : il semplice rovescio di un petto.

Mi torna in mente una trilogia letta anni prima. Salavin, modesto impiegato il cui destino venne travolto da un gesto fuori controllo:

Ipnotizzato dalla forma inconsueta del orecchio del capo ufficio.

Non lo ascolta più, non c’è più niente che l’orecchio. Sta lì fermo e abbagliato e non sa nemmeno della sua mano, del suo indice che va e tocca. Licenziato per atto di terrorismo! Da lì incomincia la sua fine.

La mia, da una schiena…

Io:- lasciami andare

Lui irremovibile :- alle mie condizioni, a casa mia.

Io:- se accettassi, ne soffrirei e tu non te ne pentiresti.

Lui:- verifichiamo!

Io, assassina di me-stessa :-ne sono sicura, l’idea mi ripugna ! (dovrei crederci un minimo per essere credibile) – mi aggrappo al mio sedile : - non uscirò da qua.


Non sembra molto offeso. Accende una sigaretta e guarda fuori, silenzioso. Non ho più niente da dire nemmeno io. Passano minuti senza riflessione. Sono quasi rassicurata.

La sigaretta non finisce mai, allora provo ad immaginarmi all’aeroporto di Marrakech. Chiudo gli occhi, ci sono quasi : tutto è ocra nel blu.”Inerzia Creep” dei Massive.

Se aprissi gli occhi ?…

Getta la cicca e mi si avvicina. A questa distanza potrebbe morsicarmi a sangue, ma mi bacia. Questa carezza ha buon gusto di tabacco e mi spinge alla completa capitolazione (grazie al cielo).

Abbassa il suo schienale e poi il mio, poi mi spoglia con una lentezza in totale contrasto con il suo ritmo respiratorio sul quale si allinea il mio senza che io possa deciderne.

Toglie il suo tee-shirt senza incastrarsi nel collo. Si sbottona i pantaloni e mi bacia ancora, anzi, ci baciamo.

Ma poi….quando tira fuori da non so dove l’inevitabile profilattico, ho un flash agghiacciante.

Mi lascio catturare da una rabbia retroattiva e gli strappo di mano l’oggetto incriminato, ma non per introdurrglielo in bocca, che lui tiene prudentemente chiusa da quando mi ha intuito.

Lo sbuccio e mi applico ad infilarglielo dove serve con la disinvoltura di chi lo fa di mestiere, appiattisco l’avversario sul suo sedile e lo inforca brutalmente e dolorosamente, senza guardarlo.

Subisce passivamente le mie mosse meccaniche, io invece mi accanisco cercando di dominare d’ inaccettabili vibrazioni che cercano il sopravvento. Mi conviene fermarmi prima di chiamare la mamma e sprofondare di nuovo nel ridicolo che caratterizza la mia inutile lotta.

Concludo dicendogli che la “seduta” è chiusa, che ha avuto quello che cercava e che non avrà niente altro. (assurdo e teatrale).

Le sue mani fin’adesso inesistenti, mi cingano i fianchi, mi ribaltano sul mio sedile, e l’implacabile prosegue a modo suo con una sconcertante tranquillità. Perdo tutto salvo la sensibilità. Inutile resistere…e cosi…buono che non si può…

Il tempo passa senza tempo e ricominciamo e ancora. Divento inconsistente, sottomessa, incapace di impormi lo stoicismo.

...................................................


Quando non reggiamo più, è quasi giorno.

Mi accompagna alla mia macchina e non posso non notare quanto è bello il suo silenzio.

Provo a mettere ordine nei miei capelli, ma tale alla mia coscienza il danno sembra irrimediabile.


Preferisco non farmi baciare. Lo ha detto lui “poi dimentichiamo di esserci incontrati”.

Però mi accarezza la guancia e rabbrividisco un’ultima volta prima di scendere dalla macchina senza salutare. (perseverare è diabolico!)


Dopo una doccia lunga e vuota di pensieri, mi guardo nello specchio grande. Il mio corpo non è più lo stesso. I suoi contorni mi sembrano più precisi. Incomincio ad assomigliare a William e capisco che mi sono azzardata su un terreno completamente sconosciuto dove l’avversario evolve con agevolezza e maestria. Imito la sua camminata sicura senza volerlo. Eccomi proselita di un terribile guru.


Mi faccio passare il tutto con un bicchiere di latte freddo e Firestarter dei Prodigy.

Mi scaldo una pizza ricordando che non ho niente altro che lui nello stomaco da ieri a mezzogiorno.

Dormo un po’ e …. torno in piscina.

Non c’è, meglio cosi: “dimentichiamo di esserci incontrati”. Sacre parole..


A parte questo, il mio benessere è totale, senza orario ne scadenze. Ho bisogno di essere libera per controllare i miei eccessi, il mio invecchiamento, i miei limiti e fare i conti con i miei dubbi. Non cambia niente ma è come entrare nei luoghi di culto, ci si svuota per bene, poi se ne esce… come prima .



Angel si propone per due giorni tra un gruppo e l’altro. Andiamo al ristorante cinese e mi racconta. La donna svezzata che non sa di avere di fronte lo sente rilassato. Di un rilassato che la fa sentire un po’ meno colpevole di adultero di lusso.

A casa, diventa tutto più laborioso. Esco dalla doccia e circolo nuda con i testa gli occhi di un altro addosso a me.

Ci proviamo, ma non mi riesce. Faccio, ma partecipo male e lo metto sul conto del mio senso di colpa.

Angel è adulto e capisce. Vorrei che non ne parlasse perché mi sento incapace di affrontare le mie bugie.

Invece lui ne vuole parlare.

Rispondo alla sua preoccupazione senza riuscire a mentire


-ho fatto l’amore con uno ; è successo solo una volta (nel senso d’occasione) e non lo rivedrò più.

L’uomo che credevo della mia vita è impallidito e sto male.

A :- lo ami

Strana domanda

Io:- no

A:- allora perché ?

Quest’altra domanda mi spinge a bluffare :

-tu ami Kate ?

e faccio centro.

-come ?

poi si arrende

-io non volevo, lei mi ama da tempo e mi si è imposta.

Grazie Lysa, mi salvi sul filo… ma non voglio essere cosi disonesta.

-Angel, non l’ho fatto per questo. Solo una situazione volante. E tu?

-Ci perdoniamo ?

Sono sincera : - si.


Riparte il giorno dopo, intontito quanto a me. Valuteremo tornando alla normalità..


Due giorni ancora e parto io.


Accompagno Lysa dal parrucchiere. Guido io. Siamo quasi arrivate e cerco un posteggio quando mi urla nelle orecchie.

Cerco la sua visuale e ci vedo una coppia abbracciata. La ragazza tiene per la mano un bambino di quattro o cinque anni.. l’uomo incrocia lo sguardo infuocato della mia amica, stringe la famigliola e si allontana rapidamente.

Capisco … Lysa bestemmia…

Si amavano. Lo vedeva di rado a causa d’impegni di lavoro appena svelati come impegni di famiglia.

Non siamo andate dal parrucchiere. Mi ha chiesto di stare un po’ con lei per ammortizzare in compagnia.

Non so che dire o fare allora piango anch’io; non mi viene niente di meglio ma per lei va bene perché quando se ne accorge, scoppia a ridere e anch’io.

Divide il suo piccolo appartamento con una sua amica troppo chiacchierona e non testimone degli ultimi fatti e mi chiede se posso ospitarla.

Dico di si, felice di esserle utile, scordando la mia imminente partenza.

Ci penso solo quando la sistemo nella stanza ospiti, ma non me la sento di ricordarglielo.

Chiamo l’agenzia, niente Africa, non posso. Ad essere sincera, non ne ho neanche più voglia.

Mi vede disfare le borse e si sente in colpa. La tranquillizzo : non dipende da lei.

Passiamo tre settimane ad apprezzarsi. Mi racconta l’incontro e il proseguire della più orribile bella storia d’amore che abbia vissuto. L’altra me-stessa che lei è riuscita ad addomesticare ascolta senza sosta e lei si svuota lentamente di un ingombro straziante.



Quando Willow torna, la trova da me e si sorprende. Approfitto di una piccola assenza della nostra amica per riassumere la situazione. Quando Lysa torna, racconta anche lei aggiungendo che ho rinunciato alle mie avventure Nord Africane per lei.

Willow mi osserva allibita, ma chiudo affermando giustamente che non è cosi.

Quella strega non si accontenta e chiede se il mio persecutore si è manifestato, come se ci fosse una connessione.

Lysa s’incuriosisce, e Willow racconta le mie cose sfacciatamente.

Finita il suo resoconto, attacco io, cogliendo l’occasione per dirugginirmi la lingua.


-si, ho visto il mio persecutore.

Riprendo il passato aggiungendoci quello che avevo omesso, e fingo di chiudere dicendo che abbiamo sigillato un patto che me ne ha assolutamente liberato.


-allora, sto patto, chiede Willow?


Io vado in bagno e quando torno, il mio pubblico si è servito un super alcolico in attesa.

Io:- tocca te, Willow, raccontaci delle tue vacanze.


Interviene supplicante Lysa :- il patto, Buffy, il patto.


Beh, non aspettavo altro.

-semplice : ho pagato la mia libertà, accettando le sue condizioni.

W:- quale condizioni ?

Io:- una notte d’amore, nella sua macchina, sul bordo di una strada deserta.

W:-stai scherzando?

Lysa mi studia : - non credo.

W:- sei matta! Che stronzo, vigliacco! Un ricatto bello e buono e tu ti sei offerta alle sue terribili pretese…lo devi denunciare… verrai a vivere da me per un po’…

Lysa interrompe:- non mi sembri traumatizzata.

Io:- una notte indimenticabile ! orgasmi a ripetizione; sono stata brava anch’io !

Nessun seguito, eravamo d’accordo. Lui voleva questo, io sono sbocciata. Punto.


Silenzio … poi

W :- capisco .

ma fa fatica

Aggiunge

-Angel ?

Io :- gli ho detto di avere avuto un’avventura; aveva un qualcosa sulla coscienza anche lui. Ci siamo già perdonato.

W:-Questa “splendida esperienza” –ironia sterile- non ha guastato niente tra di voi ?

Io:- al contrario. Non era indispensabile, ma c’era un po’ di crisi.

Lysa vuole dell’altro, la mia storia la distrae e pretende dei dettagli.

Le rispondo con una generosità di particolari di cui non mi sarei creduta capace.

Commenta con un bello sorriso mai visto :

-mi hai convinta e discolpata : capisco adesso perché la voglia di gustare il mondo, i suoi colori, odori ecc, sia svanita improvvisamente.

Quando un uomo fa scoprire a una donna che ha un ventre, ci mette poco ad arrivare al suo cuore.

Io penso : “o vice versa”


-Piano ragazze, rispondo io, quel tizio mi ha quasi costretta, i sentimenti sono da escludere o non avete capito niente. Lui non ama perdere e ha ottenuto quello che voleva- cito : “facciamo l’amore e dimentichiamo di esserci incontrati”.

W:- e tu?

Io:- un po’ di sfogo animalesco. Credetemi, l’accaduto non ha fatto che rinforzare il mio legame con Angel. Lui mi offre l’amore vero, concreto, e armonioso.

Sorprendentemente , Willow stima che William a un’ idea del concreto e armonioso molto convincente e trova la propria battuta esilarante.

Lysa conferma e cosi realizzo di aver scaldate per bene le mie amiche, illustrando dettagliatamente l’episodio.

Vorrei replicare che il loro concetto di concreto e armonioso non ha reso sto ché, ma non è il caso.








SPIKE




Settembre



Primo, le lezioni hanno ripreso ; secondo, il mio fidanzato mi fiancheggia con un’assiduità isterica.

Un tutto che mi fa sentire monca.


Ogni tanto, come questa sera , il nostro gruppetto si compatterà per una birra da qualche parte. Lysa mi aspetta e non ho più paura di volerle bene per inconsapevole curiosità.




Un covone multicolore su gambe si presenta alla mia porta. Apro un varco tra i lunghi gladioli (sa che le rose recise mi rattristano per via del Piccolo Principe) e scovo un sorriso pieno di imbarazzo.

Invaso l’enormità nel porta ombrello, bacio il recapitante e finisco di prepararmi. Il suo imbarazzo mi perseguita dal bagno alla camera per poi intercettare la mia frenesia con un pacchettino appeso dal fiocchetto rosso, tra pollice e indice, praticamente sotto il mio naso.

(accenno della 5° Beethoven) Aiia! mi dico temendo il peggio. Apro… un anello con brillante, modello “per sempre” che fotografo per qualche secondi con disagio.

Non posso cavarmela con un “non dovevi !” eppure ridarei, cosi dicendo, il senso assoluto all’ espressione consumata.

Spero che interpreterà la mia pausa nel migliore dei modo, ma ciò non risolve il mio problema.

Perciò dico lo stesso “non dovevi” interdetta dall’inesistenza di buone parole per sottrarmi a una trappola tesa in buona fede.

Fortunatamente, mi salva chiudendo la scatolina, e appoggiandola sul letto :

Pensaci, ma non farmi aspettare troppo.”



La birreria dove dobbiamo ritrovarci al completo si trova a due passi di casa Harris. Siamo tutti puntuali eccetto lui, Xander, che non ha più di due cento metri da percorrere.

Willow approfitta dell’assenza del compagno di viaggio per riempirci velocemente di aneddoti riguardanti certe prodezze che il poveraccio avrebbe preferito senz’altro tenere segrete. Ci sbudelliamo mentre il tempo passa in vano.

Angel decide di andare ad estrarlo da casa. Passano altri dieci minuti prima che i nostri uomini si materializzino all’angolo. Xander si sbraccia vociferando mentre il mio ragazzo si guarda i piedi camminare. Da vicino, è peggio. Angel è del tutto statuario e il suo socio di passeggio sembra un peperone elettrico.

I due si siedono. Il mio compagno ha chiuso porta e finestre.

Noi scambiamo sguardi preoccupati.

Xander non ci fa aspettare, anzi, rivolge la sua punta avvelenata verso di me inquisendo :

-conosci Spike?


-cos’è, un bipede o altro ?


-lo conosci o no?


L’arrogante meriterebbe un calcio nei denti

-mai sentito nominare, rispondo secca.


Vedo Angel rianimarsi, poi il peperone smorza i toni con se-stesso.

-lo sapevo. Balle e provocazioni. Quel bastardo semina zizzania al vento. Sta a noi non raccogliere.

Lysa reagisce: - si può sapere cosa ti è entrato nel sedere ?

A me? niente, e ride di una cosa tutta sua poi dice “scusate poi vi spiego”.

Ordiniamo tutti, salvo Angel, le famose birre alla fragola per riprendersi. Sorseggiamo senza chiedere niente sapendo che il nostro amico non vede l’ora di arrivare al poivispiego.


In breve, Xander esce di casa in perfetto orario, ma, fatti due passi di numero esatto si trova di fronte l’essere odiato. Precisa :- quello da chi si è fatta consolare la cara Anya, quando ci siamo lasciati.

Intervengo :- cosa c’entro io ?

E cosi apprendiamo che lo Spike di Anya, dopo essere stato insultato da Xander ed essersi difeso mandandolo al diavolo, ha visto raddoppiarsi la minaccia col congiungimento monumentale del mio ignaro fidanzato. Il consolatore di ragazza trascurata lo avrebbe osservato riflettendo per poi sorridere con crudeltà e pronunciare una frase del tipo:

abbiamo un punto d’incrocio, tu ed io: amiamo la stessa ragazza.”


Angel mi squadra con una severità angolata che mi irrita.


Rimando la palla :

-Forse non mentiva, ma chi dice che sono io, la ragazza ?


L’angolazione ritrova la retta via del centro tavolo.


Willow chiede. Chi è, in definitivo questo tizio ?


Xander in uno stato di nevrosi loquace si lancia : - un mitomane, un bastardo. Siamo nati tutti due in questo quartiere e viviamo nello stesso isolato. Siamo cresciuti senza simpatizzare. Ha tre anni in più di me; dovrebbe aver compiuto i trentatre poco fa.

A quindici anni, ne dimostrava a malapena dodici : piccolo, senza spalle, senza muscoli, una voce da baritono stonato - una bambolina che tutte le ragazze del quartiere tiravano nei loro giochi, snobbando la nostra vivacità.

Riconosco che non ci siamo sempre comportato bene con lui… qualche scherzo innocente! Ma siamo stati noi a regalargli lo svezzamento per il suo sedicesimo compleanno con una ninfomane della zona che abbiamo assoldata per adescarlo e dargli una scossa.

Il marito della Tr., ubriacone e delinquente di mezza tacca, li ha scoperti in azione e ha fatto castigare l’idiota da tre suoi amici da definire nel caso specifico, pedofili. Drammatico, certo, ma se l’è cercato !!!

Spero ancora di vivere un incubo e cerco conferma da Lysa che sta puntando dalla sua doppietta il centro della fronte di Xander. Fortuna vuole che siamo in piazza Indipendenza e non a Ok Coral.

Merda, Xander… il mio caro Xander si mette a disgustarmi ma continua senza pudore:

-ha perso i suoi genitori presto, ed è andato a vivere dai nonni in campagna. Morti anche loro, è tornato ad abitare qui, qualche anni fa. Si è anche messo in casa un negro.

È diventato fattibile e non fa altro che scopare, per mantenere bicipiti, pettorali e addominali. E io ho perso Anya. L’avrei cercato ancora se non si fosse inquinata con sto stronzo.


Sento il rumore di stivali a passo d’oca mentre sulla sua grossa faccia cala il cappuccio bianco.


L’abietto riprende fiato e propone :

-offro il prossimo giro solo a chi sceglie alcolici !


Angel è astemio e comunque assente.

Non prende niente nessun, ma io tengo a ordinare un bicchiere d’acqua e me lo pago.

Willow fa crescere una spirale col pennarello sulla tovaglia di carta.

Lysa finisce la birra di prima ingoiando a fatica ogni sorso.

Angel, che non ha sentito niente, continua a dubitare.


Mi congedo per prima dando il via a scambi di saluti distanti.




Siamo a letto. Angel mi tiene per mano e io cerco i miei pensieri scrutando il soffitto.

- Hai considerato la mia proposta ?

quale proposta… ah si, caspita, l’anello!


- non ancora, ne parliamo domani.


- io credo che sia lui, il tuo…. Il tipo con chi hai…


- e io so che non è lui. Non si chiama cosi e non abita in città, non può avere trenta tre anni e non ti conosce. Invece potrebbe essere uno spasimante di Kate che vede in te IL rivale!


- non è cosi, lo sento. Se è come penso, questo qua dice anche di amarti


- non è lui e comunque, Xander ha detto che ama tutte le donne.


- ed è questo che ti ferma?


- che mi ferma di fare che?


Penso addormentandomi che il mio… si chiama William, e che non conviene a Angel ricordarmelo.



Il giorno dopo, siamo a pranzo da Xander. Era già in programma e comunque mi sembra giusto dare un’occasione al mio futuro ex-amico di riparare in qualche modo, se esiste un modo, l’immagine che ha dipinto di se la sera precedente.

La tavola è apparecchiata da festa è l’ ottimo umore dell’ anfitrione mi ottura l’esofago.

Annuncia che ha stappato una bottiglia di vino serio per gli uni e di cola fresca per l’altro e che lo spumante aspetta nel frigorifero di raggiungere la decina di gradi che si merita, assieme a un’ottima birra analcolica. Ha pensato a tutto e si dimostra sgradevolmente soddisfatto.


Nessuna traccia di pentimento, anzi.


Finisco con chiedergli cosa festeggia; risponde che festeggeremo noi… capisco….


Angel gli ha anticipato le sue intenzioni casalinghe e per la bestia è logico che io segua.


Angel mi punisce l’esitazione tornando al suo punto:

- forse Buffy lo conosce, il tizio di ieri, ma non accetta.


Buffy invece andrebbe volentieri dal suo tizio del 21 luglio per chiedere il bis e lascerebbe Arnold Schwraz e signora affogare nella melma del primo, ispessita dalla paranoia del secondo.


- quando e dove ?- chiede l’infetto.


rispondo per mortificare la vittima:- quando? Forse quando Angel riposava su Kate.

Dove, dipende… il primo innocente incontro: davanti alla « Prateria », una discoteca dell’Interland.


-ok, dice l’abominevole. Conosco il posto, Spike lo frequenta di sicuro; i suoi nonni gli hanno lasciato una casa a due passi da lì. Sembra che se la tenga da “garçonnière”.


La mia bella sicurezza di mezzo minuto fa viene cosi spazzata per lasciare posto a una altra certezza: Spike = William.


Ne Xander, ne Angel fumano. ….


William racconta in giro che mi ama ed è forse questo che m’impedisce di fare non so ché.

Non ho bisogno di niente altro ma aggiungo solo per me:- Si chiamava William.


X:- si chiama cosi, ma Spike gli calzava a pennello venti chili fa.

Non ti lasciare avvicinare, Buffy, lui vuole solo una cosa poi “arrivederci alla prossima”. Le sue conquiste si comportano nel stesso modo. Sesso cordiale….


Parla ancora ma non lo sento più. Guardo la sua bocca arrotondarsi per le O, chiudersi per le B e le P e penso che deve avere una grande sete.


Angel non commenta. Concludiamo la farsa senza brindisi.


In macchina, non resiste alla tentazione di chiedermi se è successo nella garçonniere. Dico di no e che vorrei cambiare discorso.


Non riesce e si tortura :- ti ha avuto ma dice amarti.


Mi scoccio : -l’ho avuto anch’io, ma non lo amo, e questo che conta, ma poi, ti chiedo io dove quando e quanto con Kate ?( a proposito, vorrei valutare io, quanto poco me ne importa).


Si arrabbia : -è diverso !


Mi arrabbio : - in cosa ?


Si calma :- ti ha cambiata.


Lo porto a casa sua. Mi sta stancando.


Passo da Willow per un po’ di conforto ma mi accoglie con uno sguardo malizioso :- “ e se l’”amico” di Xander fosse…. Il tuo stallone si sarebbe innamorato?

Vaffanc. Willow , vado a dormire.



L’individuo si è insinuato diabolicamente nella mia vita. Lo conosco abbastanza ormai per capire che la sua dichiarazione tramite fidanzato fa parte di un gioco distruttore. Prima mi umilia, poi mortifica Angel che avrà visto con me in giro.

Mi piaceva, non lo nego, ma piace a tante …e lo toccano tutte.



Non c’è neanche più normalità. Il mio rapporto con Angel riposa su un cavo di alta tensione e l’infelice mi contagia. È insopportabile. Ci eravamo perdonato. Ma lui detesta che un altro mi ami.

Gli ricordo che lui stesso mi ha detto che Kate lo amava. Mi chiede scusa, poi ricade tornando al :”ma lui ti ha cambiata”.


Rimpiango la noia…. Analizzo all’eccesso fino ad odiare l’inquinatore di fidanzate/vendicatore di bulli…e decido di agire :

Il venerdì sera seguente, parto in crociata armata di un jeans bianco vecchio di almeno dieci anni, ritrovato in un cartone dopo avere perquisito tutto l’appartamento. Esco, lasciandomi dietro Pompei.


Entrò per la prima volta alla “Prateria”, non c’è.


Cerco la vecchia dimora…

Banco! Lì c’è vita : oltre alla sua, altre due macchine sono parcheggiate nel cortile.


Il vuoto. Cerco di ricordare cosa sono venuta a fare. Cosa cerco ?


C’è altra gente la dentro. Mi deprima il sentirmi vana .


Poi mi ricordo: Non ho apprezzato il suo intervento su Angel. Un patto è un patto, non lo ha rispettato: “dimentichiamo di esserci incontrati” : parole sue.

Non deve amarmi perché amo un altro…. No, questo no: ha detto di amarmi per provocare; lo ha fatto perché Angel stava dalla parte dell’infame. Non voglio vederlo ridere.

Dio, cosa faccio qua?


In fondo, le altre presenze mi fanno comodo. Lo farò uscire nel cortile per chiarire.


Le mie gambe mi portano al campanello, non funzione, è un segno… ma non ne tengo conto. Busso .

Mi apra una ragazza – ovvio no? – non importa, lui non ha esitato a stravolgere le cose mie.

Entro di prepotenza. L’aria è satura di cannabis. Culmina il fondo musicale :

How to Disappear Completly , (ti pareva!) esce concretamente dai diffusori. L’incriminato è sdraiato a pancia in giù, di schiena per me. Una piccola rossa sta seduto sul suo sedere e gli massaggia le spalle nude. Un tipo di colore è stravaccato sul divano, a petto nudo come lui , con in mano una bottiglia di Vodka.

declamo col sangue : “che ambientino caloroso ! niente a che vedere con casa mia dove grava l’angoscia da qualche giorni in qua”.

Il padrone di casa si gira brutalmente , incurante della rossa che si ritrova seduta sul suo basso ventre, ornando cosi la scena d’un tocco di pornografia superfluo.


Il mio odio sbaglia per me : “pagherai il conto e gli interessi”. Potevo tranquillamente aggiungere, Ringo, considerando il colore “far west” della minaccia !

La ragazza della porta mi si pianta davanti con aggressività, ma io sono Lee Van Cleef e posso dire : “non immischiarti stronza, ho finito !”


Esco, corro e piango.

Ringo mi raggiunge e mi guarda collare in silenzio.


Sento delle portiere aprirsi poi chiudersi, dei motori accendersi e trascinare fuori la loro ferramenta.


Siamo soli.

Mi prende per mano e entriamo.

Anche se la stanza sembra di nuovo in perfetto ordine, anche se le finestre aperte risucchiano l’aria viziata, mi sento in inferno.

Mi arriva un grande bicchiere d’acqua, ma pretendo qualcosa di forte.

Ne voglio ancora ma la testa di fronte fa non.

Il silenzio diventa costruttivo e mi fa paura, decido di parlare prima di sentirmi bene.


-Angel mi vuole sposare, e dopo la tua ultima trovata, è convinto che faccio aspettare il consenso per causa tua. Se non avessi sparato sta cretinata, mi avrebbe lasciato pensare nella quieta.

Hai reso la mia vita impossibile.


-sposarti! Non dirai mica sul serio?


Merda ! mi calpesta, mi induce al ridicolo, ma non guarda indietro.

Allora esibisco il mio anello con orgoglio puerile:


-si, quando lo deciderò io. Non sono come te. Ho una storia vera, io. Non hai il diritto….


-senti piccola, m’interrompe alterato, è più di un mese che dormo appena e che vivo sul rogo per rispettare il nostro accordo. Mi frego delle miserie del tuo fidanzato perché penso alle mie. Scusami per tutto, ma se definisce “trovata” poi “cretinata” la mia “sparata”, vai col tuo dio, non ho altro da dire.

Mi alzo guardandomi intorno con disprezzo:- Richiama le tue miserie e torna allo Zenit !


Percorro la strada senza saperlo mentre J.River mi riversa l’interminabile “J.L.Hooker. Trasformo in rabbia ogni mio ondeggiamento di pensiero.


Ho due messaggi in segreteria : “ti amo” di Angel ma non ho il tempo di apprezzare, fulminata dal secondo : “cosa ti rode di più : che abbia offeso il tuo amichetto, o che mi faccia toccare la schiena da un’altra? pensaci.”


La mia vita non ha più niente di convincente. Mantengo il controllo a scuola;

il reste: disordine, sbando perfino negli orari e l’alimentazione. Ho incominciato a fumare : quattro sigarette il primo giorno, un pacchetto intero il seguente e cosi via. I chili svaniti mi hanno regalato il fisico di Gandhi, negligendone la filosofia.


Provo a dimostrarmi dolce con Angel, ma non possiede più questa padronanza.


Non sento più la musica…..


Grazie al cognome spifferato da Xander, ho trovato numeri di telefono e indirizzi di Spike e William. So tutto anch’io, ormai.

Gli mando un biglietto:

Allego un trofeo che manca alla tua collezione; ricordati come lo hai ottenuto!”

e infilo nella busta i slip della notte fatidica.


Ed è solo l’inizio; lo provocherò fino ad esaurimento del suo cinismo.

La sua vita è partita da schifo, ma non deve rifarsi sulla mia.


Due giorni più tardi ricevo un pacchettino contenente un bigliettino.

Nell’impossibilità di allegare un indumento che non portava la notte in questione, considera quest’ astrazione come il ricordo di quanto hai gioito”.


Torna la musica, “Climbing up the Walls”. Apprezzo ad occhi chiusi… una sorta d’erezione mentale…da ignorare.


Non sarà facile, ma ha abboccato.


Pronta per la stangata conclusiva.


Riceverà, per giro di posta, una cartolina simpatica, che tenevo da segna libro. Rappresenta in foto, un gorilla appeso a un ramo che esibisce il suo membro eretto, con espressione sorridente quanto imbecille. Scrivo :

OK dalla cintura a giù, ma non basta quando il resto è nullo !”




La vita continua senza risposta fino alla vigilia delle vacanze di natale. Il suo play-back in segreteria dice solo : “Buffy…”.

Il numero da cui mi ha chiamata è quello di città.

Chiedo in prestito la macchina di Willow.

Aspetto più di un ora in compagnie d’Erik Satie “Gymnopidie”, prima che il gorilla esca da casa. Lo seguo.

Si ferma davanti al Bronze. Ma non ha niente altro da fare, a 33 anni ?

Entro poco dopo di lui e mi piazzo nel angolo opposto della sala. Mi metto a ballare davanti a un ragazzo che non deve avere più della ventina.

Faccio la gattina, lui sorride poi mi offre un bicchiere al bar.


William mi vede.


Chiedo al pretendente di accompagnarmi alla macchina dove ho lasciato le sigarette.


Voglio che il rovina famiglia mi scopra un’abituale delle scappatelle e che ne deduca che il nostro incontro non aveva niente di unico e romantico.


Tempo di aprire lo sportello, che si fa terribilmente presente ordinando al giovane di andarsene. Mi oppongo, ma l’intimazione di William lo ha convinto. Faccio l’arrabbiata :


-non sono tua sorella, vattene.


Non si avvicina :- torna dal tuo gentile fidanzato, è finito, ti ho dimenticata, non sentirai più parlare di me. Questa volta, te lo giuro.

Vuoi punirmi, ma prendi troppi rischi. Riprendi la tua vita ed esci con i tuoi amici…. Perdonami se puoi.


Se ne va.


Torno a casa a pezzi. Non mi permette di esistere. Non riesco a crederci.


Capire ! una autopsia ? ….a chi ? lui o me ?


Qualunque cosa io dica o faccia, prende le redini senza sforzo e m’impone l’impotenza.

Ok, ha abdicato, ma umiliandomi nuovamente. Umiliandomi?… non lo so…


Sono più triste che seccata…

È stato cosi …. definitivo.

Chiamo da lui per lasciare in segreteria un messaggio d’addio civile.

Risponde in diretta. È cosi freddo che le parole non servono.

Mi sento in treno, seduta immobile a guardare sfilare i miei sfaceli dal finestrino.


Sono terribilmente stanca. Devo fare qualcosa per sbarazzarmi del chiodo fisso che sbaraglia le mie convinzioni e la mia serenità. Parlare sarebbe, nel migliore dei casi, sprofondare ancora nelle divagazioni, nel peggiore, gettare dell’olio sul fuoco.

Cerco un foglio bianco per spiattellare me stessa e tutto il mio malessere.

Invece no; decido di scrivergli.




La lettera


William,


Un nome e un’intimità legati ad impressioni e gesti, azzardo e incomprensioni.


Ti sei introdotto nel mio contesto senza essere stato invitato.

Mi hai scontrato e umiliata o più semplicemente dimostrato che sei più uomo di quanto sono donna dal nostro primo incontro, quando non ho saputo fare altro che ribellarmi a una situazione che ho cercato più di te.

La nostra storia non ha inizi e non avrà seguito perché un altro colma la mia vita, cosi come amici e abitudini ai quali la tua ultima lezione mi ha ragionevolmente rimandata.


I tormenti che hanno sconvolto la mia esistenza e che imputavo alla tua crudeltà, mi appartengono completamento e ne rivendico la responsabilità.

Ne ho abbastanza di accusarti. Non hai fatto altro che esaudire i miei capricci assumendo il ruolo ingrato d’istigatore e lasciandomi quello d’innocente vittima.

Questa constatazione potrebbe mortificarmi, ma devo dire che apprezzo che mi sia stata regalata l’opportunità di sapere chi sono

.

È ora per me di cancellare i danni e la confusione che questo episodio ha provocato intorno a me, perciò è giusto non rivedersi più, ma tengo a dirti che non dimenticherò la tua coerenza:

Se , invece di apporre la parola fine alle ostilità mi avessi confermati i tuoi sentimenti e imposto una scelta, avrei comunque tenuto quello che ho già, e che è alla mia misura.

Mi sento colpevole di avere tradito il mio fidanzato con te per un anno e mezzo, anche se di concreto, c’è stato solamente quella notte. Il primo e il dopo non avevano proprio niente del flirt, ma pesano su di me quanto ai fatti.


Perdonami per la mia leggerezza, i miei scandali e le mie ridicole ripicche.


Non rispondere a questa lettera, per favore. Il mio intento era solo di farti sapere che ho più stima di te di quanto credi e credevo io.


Buffy.


Rileggo e scendo per imbucare prima di cambiare testa.


Angel arriva appena prima che la mia compiutezza si trasformi in melanconia e ricopriamo il tempo ripassando Matrix anche se già preparati a sufficienza per sostituirne qualunque elemento recitante o meno, in caso di defezione.


La prova mi ha dimostrato che la solidità di un rapporto dipende della buona volontà.

Desidero salvare Buffy/Angel per coerenze.

Non si giura amore eterno con tanta convinzione. Non si gioca con la fiducia di chi ti ama perché lo hai voluta.

Affronto io l’argomento matrimonio. Forse prendo tempo proponendo l’estate, forse amo la pace di Agosto come giustifico.






SECONDO LYSA E GEORGE MICHAEL



Lysa mi assomiglia in meglio.

I suoi occhi sono neri e espressivi e ha più tette. Parla e ascolta. Non c’è di meglio.

Capita anche a lei di sentirsi i spilli nei globi oculare e la punta del naso che guariscono solo con fiumi di lacrime, nel troppo bello o troppo brutto.

E questo è quanto basta per capirci.

Scambiamo confidenze senza veli, come se fossimo due nature incontaminate.

Amo anche Willow, ma da quando ha mollato le sue insicurezza e timidità, dopo la perdita di Tara, poi il successo professionale, la sua forza ostacola la scioltezza altrui o perlomeno la mia.


Lysa ha digerito l’ultima stangata e conta ancora sull’amore. mi piace non sentire il “non ci credo più” del dopo disgrazia, da lei che ne ha avuto tanta.

Quando dice che amerà un uomo bello, immensamente bello, ma solo bello per lei, penso ancora all’altro, immensamente bello nella mia visuale, per quello che non so, ma che mi ha divorato. Glielo dico…


Mi chiede di essere migliore con tutti ossia di lasciare a Angel l’opportunità di amare chi lo ama, e di permetterlo anche a me-stessa.




Mi chiama per un cinema. Sono in vacanza e lei ha preso la sua giornata. Le compere natalizie raggrumano i flussi; siamo immerse nei fastidi ma lei è decisa. Niente cinema, ma un circolo tranquillo, con pochi anziani che giocano a carta, uno stanzino vuoto con un pianoforte e due bicchieri di vino caldo.


Vuole solo parlare e mi vuole attenta. Ha visto Anya… e capisco subito che non è lei l’oggetto del ritiro. Non fingo di sbuffare. Tradisco ancora Angel perché l’argomento m’interessa dentro.


Spike non dorme con tutte. Sa solo di avere tante amiche. Coloro che sanno, quelle di sempre, che lo coccolavano da piccolo, e che lo hanno aiutato a dimenticare il sesso violento, sbagliato, col sesso gentile, accendendo le sue curiosità, appagando le loro. Gli capita ancora di ritrovarsele vicino quando hanno bisogno del conforto di uno che le rispetta con affetto.

Poi qualche storie… non è il tipo che illude o si fa illudere….


Lysa sa che chi ha subito violenze si sente colpevole. Le ragazze di Spike sono amiche di cui si fida perché sanno, anche se loro hanno dimenticato.


Scambio di cortesia, dice l’imbecille di Xander….


-Ma io – dico - non sono un’amica.


-appunto.

Ti colpisce l’intrusione magica di un momento che si protrae ancora adesso.

Come pensi che abbia vissuto il vostro incontro, lui?

Che differenza c’è tra la tua musichetta che accompagna un ombra traballante, un interesso in volata crescente e il suo confronto con un assoluta estranea che lo porta a casa e accetta il suo invito con palesa meraviglia - ride – so bene che non hai il controllo di questa faccia-

Ci è cascato quanto a te, Buffy. Ma lui ha capito di più. Ti ha fatto l’amore perché ve lo dovevate. – è cosi che ha detto, No? –

Amica, non so se Spike ti vuole ancora, ma di sicuro, tu non vuoi più Angel. Gli fai l’elemosina di un sentimento che non gli serve. William è bello per te, Angel per tutte e non farà fatica a rimettersi.




Sono senza genitori, perciò passo natale coi zii, genitori del cugino pazzo, non per essere tradizionale, ma perché non ho osato rifiutare l’invito.


Angel passa sempre il natale con i suoi ragazzi.


Si prospetta adesso il famigerato capo d’anno, oggetto di preparativi, prenotazioni e acquisti come se fosse un traguardo concreto tra la fine di uno stile e l’inizio dell’ ignoto.


Il club di pallanuoto di Angel organizzerà una festa originale in piscina :

Niente babydoll e brillantini, cenone a base di pop-corn , gelato e macedonia di frutta.


Willow è stata rapita e piacevolmente sequestrata in un chalet nel bianco, dalla sua collega nonché amante per un “tregiorni” di sci tra le coperte.


Di Xander non so più niente, e non piango.


Lysa rifiuta l’avvenimento. Io ci rifletto….


Angel annaspa nella ricaduta.

Il suo comportamento è cambiato da qualche giorno:

Insiste per anticipare la funesta data, e continua a comprare accessori di cui riempie casa sua in visto del mio trasferimento.

Prima di andarsene, Willow mi ha consigliato la chiarezza. –“rischi di farti sposare senza volerlo veramente o di perderlo definitivamente”.

Passo la notte a pensarci. Sono tutto meno che pronta al passo.

Prego Angel di aspettare fine agosto; sarò ancora in ferie e lui libero d’impegni.

S’incattivisce: i miei sono pretesti per rimandare, e ricomincia con i sospetti conseguenti alla mia avventura.

Litighiamo seriamente. Come ordina il caso, gli restituisco l’anello.

Sono costernata. Ho quasi paura che non sia uno stop, ma una conclusione.



31 dicembre


Pensavo di passare la sera da sola e mi ero preparato una tavolata di frutta esotica, una bottiglia di champagne e qualche vhs di mio gusto. Non tanto per festeggiare l’anno, ma il matrimonio scansato e forse di più.


Lysa mi chiama alle 8. Ne sono felice…


Arriva agghindata da gala. Si gioca e mi piace. Mi cambio. Una camicia bianca, il vecchi Levis bianchi, un gilet di camoscio non sfrangiato ma pazienza, e le spiego come si perde la propria personalità dietro chi non sa di farti da padrone.

Ha una bottiglia festosa anche lei, che sostituiamo alla mia in frigorifero per bere fresco e subito.

Attacco Rap e balliamo mangiucchiando e soprattutto sbevazzando

Alle undici, siamo già fuori.

Parliamo di musica e si stupisce del mio stato di dipendenza vedendo spuntare lacrime, peli e pori per Broadway o Plastic trees. Non infilo Creep perché non ho voglio di confessarmi ancora.


Apro una bottiglia di acqua frizzante prima del KO.


Il telefono squilla, lo lascio fare e sfilano gli auguri spesso banali, a volta divertenti, dei miei alunni. Poi ci serve il silenzio per non vedere la stanza naufragare. Mi pento di avere bevuto, Lysa sonnecchia.


Una serie di squilli ritardatari tagliano il nebbione : il nastro s’impregna di panico:

Si chiama Kate, e mi supplica di esserci e di rispondere.

Faccio non con la testa.

Lysa alza e dice di essere se stessa.

Dice “ciao”, poi …”Spike ?” poi “dove ?”, poi “ok, grazie, ci andiamo, stai tranquilla, non succederà niente”.

Mi sciacquo la faccia in bagno per capire cosa mi verrà spiegato. Lysa ha già su il capotto:


Kate ha sentito Angel parlare al telefono con Xander, poi lo ha visto uscire con due amici.

Da quello che ha capito, si tratterebbe di una spedizione punitiva in un parco nel quartiere di Xander alle spese di uno di cui non ha capito il nome ma che potrebbe essere Spike.


Angel ha bevuto, come noi, come tutti… ma lui, non è come tutti.

Non è astemio per scelta ma per dovere, in quanto la relazione tra alcool e vene fa di lui un essere senza controllo: una sorte di Hulk malefico capace di violenza e di tutte le bravate che facevano di lui il teppiste che fu.


Mi sciacquo di nuovo la faccia e filiamo. Un quarto d’ora di strada, a finestrino aperto per smaltire ancora.

Lysa dice che interverremo solo se ce ne sarà bisogno… troppo umiliante per gli antagonisti. Dice di non preoccuparmi, che Angel è accompagnato perciò imbrigliato …

Aggiunge che forse è un bene, e che ne verrà fuori della chiarezza.

Voglio crederci…



Approfittiamo del passaggio di un gruppetto rumoroso per penetrare il campo. Una voce ci guida verso un piccolo anfiteatro fiaccamento illuminato dagli addobbi d’un alberello e da un lampione.


Ci sediamo sul terreno freddo, nascoste dietro la scalinata.

Xander è ancora solo con William e gli ripeta all’ossessione che non è altro che una troia usa e getta, e che Buffy lo vuole vedere per aiutarlo a disfarsi delle sue illusioni.


William sta in piedi e fuma con grande calma. Xander ricomincia da capo ricostruendo all’infinito il discorso cercando di renderlo ogni volta più offensivo, riuscendo unicamente ad agitarsi maggiormente:


-non rispondi perché è tutto vero.


Finalmente ottiene un

-rispondo che sono fatti miei e che a te piace prendertela con me per Anya piuttosto che farti schifo da solo per quello che sei. Ok, io una troia, ma tu un bastardo.


Lysa tira fuori una birro del zainetto e si scrive sulla mano, poi me la porge sotto il naso e riesco a leggere a fatica : “ piacerebbe anche a me!”.

Mi vuole confortare, ma io sono inchiodata dallo stupore e la sbornia.


X:….e per vendicarti ti accanisci su Buffy/Angel. Li hai rovinati per responsabilizzarmi.


W:- mai fatto niente per vendicarmi di te, sei trasparente, invisibile, lo capisci?

C’è un intrigo tra te e la tua coscienza. Arrangiati.

Per quanto riguarda Buffy e il suo amico, ero lontano di immaginare che vi conoscevate, prima che lui interferisse nella nostra ultima discussione. Lasciali fuori dalle tue paranoie.


X:- allora, perché li tormenti ?

W:- fatti miei anche quelli.

Xander blatera ancora qualcosa ma viene interrotto dall’arrivo di Angel and C°


Lysa mi trattiene e si appiccica l’indice sulle labbra. Capisco che lo fa per Willliam e per Angel. Ma cosa facciamo qua, le spie ? il rispetto assoluto sarebbe di non ascoltare per niente.

Ma se poi….?


William si è seduto sulla gradinata. Capisce del tranello ma non esteriorizza ne sorpresa ne emozione. Accende un’altra sigaretta e appoggia la schiena al gradino superiore, rassegnato.


Non è esattamente il momento di trovarlo cosi seducente…


Angel è furioso. Lo sfida, il mento in su e gli occhi semi chiusi come se soppesasse mentalmente l’avversario con disprezzo e astuzia. Ha proprio quella faccia, quella dell’altro se-stesso…odioso e prepotente.


William guarda altrove, come annoiato.


-mi riconosci ?


-certo, e allora?


-hai scopato la mia donna


-no


-oh scusa, ti avrà scopato lei, preferisci cosi ?


-preferirei fare a meno della tua volgarità.


-non puoi permetterti di farmi la morale, lo capisci questo ? ma ho altre cose da dirti prima di darti la lezione che meriti.

Hai scopata la mia fidanzata. Quante volte? Una, è cosi ? Una “sveltina” e pensi di aver vinto alla lotteria ?

Io me la faccio da sette anni e questo rappresenta qualche centinaio di volte, siamo OK?

-in effetti, la differenza è abissale.

Lysa mi fa Ok col pollice. In quanto a me, torno pian piano a una lucidità che mi pianta sul posto, per cambiare.


Angel si sente preso in giro, non è in grado di capire ma ha un asso in manica che lo rallegra anticipatamente. Tira fuori da una tasca dei jeans un foglio di carta stropicciato che liscia per bene e annuncia:

ce l’hai con me ed ecco ne la prova :

si avvicina al lampione e legge :




Cara Buffy


Anche se quello che mi scrivi non è molto incoraggiante, credo di leggere tra le righe dei sentimenti che mi portano ad insistere.

Perdona la presunzione , ma penso che mi liquidi per sbarazzarti di un peso che mi rende importante nella tua vita.

Scrivi che tra il nostro incontro, a settembre dell’anno scorso e l’ultima volta che ci siamo visti, non c’è mai stato flirt tra di noi, se escludiamo l’episodio di Luglio, e che nonostante ciò, ti senti colpevole di aver tradito il tuo fidanzato per tutto il periodo che ci ha visto incrociarsi in pochissime occasioni.

Penso che l’importanza che mi hai dato è qualcosa di più della stima che mi esprimi.

Hai scelto il tuo fidanzato, ma non sono sicuro che conserverai di me solo il ricordo della mia coerenza o di una mia qualunque qualità impressa nero su bianco per gentilezza.


Adesso che sai chi sei, cerca cosa sono per te.

Fallo per me


Tuo

William


Ha risposto alla mia lettera in quanto mio e, non so come, Angel ha intercettato il biglietto.

Ecco spiegato il suo cambiamento repentino


William sospira…


Angel prosegue :

-adesso traduco.


Mi scrivi per chiedermi gentilmente di lasciarti in pace perché hai un fidanzato che ti basta, ma io non tengo conto ne del tuo volere ne della sua esistenza. Mi hai respinto per mesi, e, anche se sono riuscito a scoparti a Luglio, quando l’incomodo era assente, non è cambiato nulla, continui a non volermi, ma sono sicuro che sei pazza di me, perché non ho ne complessi, ne scrupoli.

Mollalo e prendimi, vedrai il mondo in technicolor .


-questo è quello che volevi esprimere, ma ci sono io per raddrizzare la tua mente contorta:


Buffy non ti vuole. Hai messo dieci mesi per fartela, io tre giorni.

Se tu l’avessi conosciuta meglio, sapresti, come so io, che la tua grande esperienza in materia di sesso interessa forse le sciacquette che frequenti ma che avresti impegnato poco ad annoiarti, perché ci vuole amore e costanza per sopportare la sua distrazione a letto, e pianificazione per tenersi dei ripieghi per i servizietti che disgustano la sua boccuccia.


Malgrado l’imbecillità d’Angel e lo sfoggio che fa della mia intimità e dei suoi limiti, spero per lui che William non controbatterà. Eppure il galletto avrebbe bisogno di una lezione.

La discrezione di reazione del mio amante (magnifica parola) è tale che sono sicuramente l’unica a intravederla.

Angel gli ha inconsapevolmente consegnato la sua testa (e la mia) e lui innalza appena le sopraciglia e abbozza un quarto di sorriso che ci riporta in due a una decina di ore passate a farsi del bene nella scomodità di un auto, partendo da una debole resistenza ad un’arresa totale, per poi trasferirsi la bilateralità confermata sul sedile intero di dietro dove ci siamo esplorati dalla testa ai piedi senza chiedersi niente, desiderando solo il piacere dell’altro.


Ma come ho fatto a non ascoltare la mia boccuccia, Angel? Lei ha capito prima di me…lei lo voleva tutto, Spike, e lo divorava per essere sua.


Un quarto di sorriso: l’esito di un dubbio che il mio ex ha appena estirpato… con orgoglio, se non bastava.


Lysa, a chi non avevo risparmiato il minimo dettaglio si stringe il naso per non ridere !


Che nessuno sappia mai che questa notte eravamo lì ad origliare!


In effetti, stiamo chiarendo tutti e in particolare, noi due… i peccatori.

Non mi sento più colpevole e ringrazio Angel e la sua sbronza rivelatrice di volgarità e servizietti; mi sento innamorata di un uomo vero che mi piace tanto da spaventarmi.


Purtroppo, Angel non ha finito; la sua disperazione e il distacco del nemico hanno attizzato il famigerato disordine mentale.


-ti piace scopare le donne degli altri, scopare il mondo!- ridacchia - ho anche saputo che non disdegni il macho. Non manca niente al tuo degrado. Funzioni dappertutto : velo e vapore la tua barca ?

Toglimi una curiosità. Cosa preferisci ?


Lysa mi stringe il braccio per immobilizzarmi, mimando un conato di vomito.


William mantiene la calma per rispondere:

-ti dirò quello che preferisco, più tardi e senza testimoni.


Angel coglie al volo:

-se è di me che hai voglia questa notte, posso fare uno sforzo, e perché allontanare gli amici? Potremmo inaugurare l’anno nuovo nella depravazione e la violenza. Io non sono pratico, ma tu potresti condividere la tua scienza…


Merda !! Lysa si alza , ha gli occhi lucidi. Mi fa capire quanto ne ha sentito anche lei.

Ma è solamente oltraggiata, e spero ormai di non aver da intervenire, perché sarebbe terribile per tutti.


Xander tiene la testa abbassata, ma può stare tranquillo, è proprio vero che è invisibile. Conta esattamente per quanto vale.


L’indifferenza di William sfuma la sua partecipazione al dibattito.


Guardo Angel uscire dalla mia vita e l’idea che mi abbia toccato per tutti questi anni mi soffoca.


L’ossigeno arriva dal fondo, tramite uno dei suoi due amici.

È più alto di Angel, imponente come il nuotatore che è. Alla luce, si rivela rosso di capelli. Anche la faccia è rossa, ma dal resto dell’espressione degli occhi piccoli e la bocca sottile, non è nato cosi. Il rosso delle guancia si spegne quando si rivolge a Spike:


-Ma tu reggi ancora questi due coglioni ?


Fucila di silenzio l’impresario Xander, poi a Angel :


-noi andiamo, abbiamo sentito troppe cazzate. Via anche tu. La tua ragazza ti ha mollato? Farai come gli altri. Te ne cercherai un’altra.


Alza i tacchi, seguito dall’altro complice. Dall’ombra lo sentiamo ancora : - sbrigati e non farti pregare….

Ringrazio il cielo dell’autoritaria ragionevolezza probabilmente coinvolta a questo effetto dallo stesso Angel.

William elimina di un passo sicuro la distanza e s’impone, una quindicina di centimetri sotto l’orfano di guardia del corpo :

-Volevo dirti che preferirei che la tua fidanzata fosse mia, ma se ho capito bene, non è più di nessuno. Un’altra cosa, non mi piaceva in quanto ragazza tua…. Mi piaceva e basta. Se non ci fossi stato tu, mi avrebbe tenuto(?), ne sono certo, perché anch’io piacevo a lei e anche di questo sono certo, se non, non avrei insistito.


- Piacerci non è amare risponde l’ Angel numero uno ancora in lotta con il suo alter.


-allora mi sono espresso male, conclude il più bello uomo del mondo per me.


Angel esita, ma lo fa… finalmente sconfigge Angel 2, e tende la mano, mortificato da se-stesso per quello che ricorda di avere sputato.


Spike non ricambia, inconsapevole del escamotage e se ne va .


Lysa mi anticipa tendendomi anche lei la mano. Capisco e ci depongo la chiave della mia macchina, la bacio sulla fronte e corro.


Siccome devo risultare casuale, aspetto che sia entrato, e mi precipito prima che si chiuda il portone. Aspetto strozzando il fiatone e cercando frottole:

Non so della sua lettera, non ero nel parco, sono qua solo perché non posso più fare a meno di lui, e questo non è una frottola. Trovo la sua porta. La prima, a pianoterra. Busso… niente… suono il campanello e nessuna voce scocciata risponde “ un attimo, arrivo “, ma arriva e apre.

Era sotto la doccia e sta chiudendo l’accappatoio.


Dico solo: “Ero fuori ad aspettarti”, e mi tolgo tutto sotto il suo sguardo beatamente sorpreso, poi beatamente interessato, poi comatoso. Entro nel suo accappatoio e lo faccio entrare in me.

nessuno ci vede per riconoscere l’effigia dell’appartenenza.


Ci muoviamo appena e vorrei collegarlo al mio ampli. perché senta anche lui che nemmeno quello è un valzer: The first Time ever I saw your face, nella sensualità fatta voce di George Michael. Ci amiamo tanto che ci guardiamo fisso nella fragilità.

Facendo tesoro dell’osservazione di Angel, non mi dice che le piaccio ma decide di esprimersi bene. Ne approfitto per associarmi. Ne eravamo certi,no?


E che la sua ampiezza ti possegga

E che il suo spessore ti convinca

Ancora…….

Ancora…….