Fanfiction ospitata per gentile concessione del Bloodylove in attesa di riuscire a rintracciare l'autrice.

 

 

RICORDI DAL PASSATO

Di Ginny

 

 

Autrice: Ginny

timeline: dopo CHOSEN (settima serie) CONTIENE SPOILER DELLA SETTIMA STAGIONE DI BTVS

disclaimer: tutti i personaggi qui descritti, delle serie BTVS e ATS, appartengono a joss Whedon e a chiunque ne possieda i diritti. Non c’è niente di mio (?) e soprattutto non è scritto a scopo di lucro.

Rating: V.M. 14 per sicurezza

Feedback:si per favore! Siate sinceri e fatemi sapere cosa ne pensate! Ginevra.tosti@libero.it

Shipper: Buffy/Angel-us; Buffy/Spike

Dedica: non voglio fare dediche particolari, infatti dedico questa fan fiction a tutti quelli che la leggeranno, grazie!! Ma la dedico soprattutto a chiunque, come me, non abbia ancora ben chiaro quale shipper sia la migliore, quale preferisca!

Ringraziamenti: ringrazio prima di tutto Raffie che prestandomi i cofanetti della seconda stagione mi ha dato lo spunto, e soprattutto perché mi sopporta quando le faccio mille domande! Inoltre un grazie immenso a Spuffy che sarà la prima a leggere e a giudicare e che mi da sempre delle opinioni sincere, tra un ricatto e l’altro ;). Ragazze vi voglio bene!!!

Un enorme ringraziamento anche a tutti quelli che con le loro critiche e le loro discussioni mi danno sempre nuovi spunti…soprattutto grazie a tutti quelli della chat di bloody love che coi loro (nostri!) deliri mi fanno divertire ogni sera!

 

BUONA LETTURA!!!

 

Ricordi dall’inferno

*****1*****

 

 

Buffy era stesa sul prato, i fili d’erba verdi stretti tra le dita, le unghie affondate nella terra fresca. Guardava il cielo, azzurro, blu come gli occhi del vampiro che si era incenerito davanti ai suoi occhi, del vampiro con l’anima che forse amava. In realtà non vedeva la distesa celeste in cui era perso il suo sguardo, ne le nuvole bianche che come soffice panna le passavano lentamente sopra. In realtà la sua mente era ancora là, a fissare il baratro che aveva inghiottito la città. La sua città. Sunnydale. La battaglia finale era stata il giorno prima, poi si erano allontanati con lo scuolabus e si erano accampati in quell’angolo di paradiso. In attesa di riprendere in mano ciascuno la propria vita. All’inizio avevano riso, avevano scherzato, avevano tentato in ogni modo di esorcizzare ognuno i propri sentimenti, le proprie sofferenze. Ma poi era sorto nuovamente il sole, e tutti si erano resi conto che non potevano ignorare l’accaduto, che era iniziato un nuovo periodo della loro vita, e dovevano affrontarlo, che per quanto stessero tutti assieme in realtà ognuno era solo col proprio dolore. Buffy più di tutti soffriva. Sentiva sulle spalle il peso di ogni perdita, vedeva ancora anya davanti a se, quasi le sembrava di sentirla parlare, vedeva i volti di chi aveva perso, aveva davanti ogni istante la città che sprofondava. La sua città. Sunnydale. Non l’aveva potuto impedirlo, ma i sensi di colpa erano ancora offuscati dal dolore. Più di ogni altra cosa aveva davanti l’immagine di Spike. L’unico che le fosse mai stato veramente vicino. L’unico che quando persino sua sorella l’aveva ripudiata le era stato accanto, l’aveva consolata e sostenuta. E ora vedeva all’infinito le fiamme avvolgere la sua mano, sentiva quel “ti amo” detto troppo tardi risuonare nelle sue orecchie, e poteva ancora udire chiaramente la voce di lui dirle che non era vero. E poi aveva corso. Non era rimasta lì. Non l’aveva aiutato. L’aveva abbandonato. Aveva abbandonato l’unica persona che era disposta a sacrificare se stessa per un suo sorriso. Lei se n’era andata e lui era morto. Scomparso. Polvere. Per sempre. Le lacrime non scendevano più dagli occhi verdi, non ne aveva più, le aveva già piante tutte. Si voltò rotolando sull’erba e raggiunse con la mano destra un mucchietto di stoffa nera lì accanto. Se la strinse al petto, affondò il volto nella stoffa scaldata dal sole, lasciandosi andare a quel calore che mai vi aveva potuto sentire. Aspirò a fondo l’odore tanto familiare. E ancora una volta non poté fare a meno di piangere. Avrebbe dato qualunque cosa per sentire ancora una volta, una sola, il suo abbraccio. Per dormire abbracciata a lui come la notte prima della battaglia finale. Per sentirsi completamente protetta stretta contro il suo corpo. Ma non era più possibile. Non si accorse dello scricchiolio dei rami calpestati alle sue spalle.

-come stai?- chiese la strega alle sue spalle

-Willow!-sussurrò stupita di vederla mentre si voltava lentamente, stringendo tra le dita la maglietta –diciamo che se l’inferno mi avesse inghiottito non starei peggio- abbozzò un sorriso ma ne uscì solo una smorfia.

-era di spike?- chiese accennando alla maglietta con la testa

-si, l’ho trovata dentro la mia borsa…c’è ancora il suo odore…- non riuscì a finire la frase, le lacrime ripresero a scorrere lente. L’amica le si avvicinò e le poggiò una mano sulla spalla

-ascolta, so che in questo periodo non ti sono stata vicino, non ti è stato vicino nessuno…tranne Spike. Siamo stati tutti dei bastardi con te, ma so cosa provo e se me lo permetterai vorrei poterti aiutare-

-non puoi far passare il dolore, ne resuscitare un vampiro dalle ceneri…-

-però potrei starti accanto- Buffy abbassò le mani, le puntò a terra e si alzò, la presa sulla maglietta meno convulsa

-grazie, ma ormai è troppo tardi- fece per allontanarsi, ma Willow la bloccò riprendendo a parlare

-cosa pensi di fare ora?-

-non sono più la prescelta, posso avere una vita. È un grosso cambiamento…andrò a LA-

-torni da Angel?- lei scosse la testa sorridendo

-non lo so, non credo di essere pronta ad una non-relazione con lui, ma lì ho degli amici, gente che non mi ha mai abbandonato neppure per un secondo- Buffy si voltò nuovamente, facendo qualche passo avanti

-so che non conta niente Buffy, ma mi dispiace-

-hai ragione, non importa. Torniamo al campo, c’è da fare- le due presero a scendere la tranquilla collinetta, la cacciatrice si muoveva tra gli alberi con la grazia di un felino, i sensi non più allertati, soffocati dalla stanchezza e dalle lacrime versate. La strega la seguiva qualche passo dietro, più goffamente, cercando un modo per alleviare il suo dolore. Sapeva bene cosa significasse la perdita della persona amata, conosceva a perfezione il dolore lancinante al cuore di quando chi rappresenta tutta la tua vita si spegne sotto ai tuoi occhi. Lei era impazzita per questo, aveva ucciso. Buffy invece stringeva al petto una maglietta. Ma il dolore era lo stesso. E sapeva che la stava lacerando dentro. A spezzare quel silenzio denso fu Giles. Corse incontro alle ragazze e si fermò davanti a Buffy. Aveva l’aria addolorata. La cacciatrice lo guardò fredda.

-Buffy ho da dirti una cosa…- lei strinse la maglietta tra le dita, fissando l’uomo negli occhi, provando rancore misto a paura

-dica pure, tanto non ho più nulla da perdere-

-Buffy durante l’ultima battaglia non eravate soli-

-cosa sta cercando di dirmi? Qualche altro demone malefico è venuto fuori? Lo affidi a qualcun’altra, non è più affar mio-

-non è questo. Angel era lì e…- Buffy spalancò gli occhi, la paura le attanagliò il cuore, impedendogli quasi di battere

-la prego non lo dica- sussurrò. Giles abbassò la testa

-una delle SIT l’ha visto. L’ha visto anche andare in polvere- la cacciatrice restò immobile, gli occhi spalancati a fissare il vuoto. Non riusciva a reagire, non riusciva neppure a pensare. Sentiva solo un gran vuoto in mezzo al petto ed un gran senso di nausea. Senza rendersene conto iniziò a ridere, istericamente, la maglia cadde a terra, le energie cominciarono a mancarle lentamente. Gettò indietro la testa, fissando il cielo. La bocca aperta in una smorfia di dolore, le lacrime che sgorgavano dagli occhi fissi e arrossati. I due amici la guardarono, senza sapere come comportarsi. Avrebbero voluto dire qualcosa, ma ogni parola suonava come inadeguata, avrebbero voluto starle accanto, ma sapevano sarebbe sembrato ipocrita. La fissarono immobili mentre lei si accasciava a terra, fissando l’erba, senza muovere un solo muscolo. Di colpo il dolore era passato, la sofferenza non c’era più. C’era il nulla. Il vuoto assoluto nella sua mente. Non aveva più nessuno. Nessuno. Aveva perso tutte le persone a cui teneva. Tutti i suoi appoggi, le sue certezze ora erano niente più che cenere sparsa al vento. Come poteva fare qualcosa? Qualunque cosa?

Passarono interminabili minuti, poi Willow le si inginocchiò accanto, prendendole una mano tra le sue. Buffy si voltò verso di lei, senza tuttavia vederla.

-vattene. Andatevene tutti- disse meccanicamente. La voce piatta

-Buffy io credo che…-iniziò Giles, ma lei lo interruppe

-andatevene. Lasciatemi sola- ripeté, apparentemente priva di qualsiasi emozione. Riluttanti, per non turbarla ancora di più, i due ubbidirono, ed iniziarono a scendere la collina, voltandosi indietro di tanto in tanto. Ma Buffy rimase immobile, apparentemente in catalessi, ma ben cosciente. Col dolore che la lacerava dentro, il mondo che era crollato su di lei.

lentamente l’azzurro del cielo si scurì, le nuvole diventarono come pennellate rosa sulla tela di un pittore, mentre il sole scendeva su di un carro infuocato. Poi calarono le tenebre ed iniziarono a spuntare le stelle, come mille luci di natale. Buffy seguì tutto il cambiamento con gli occhi fissi al cielo. Fino a poche ore prima a questo punto si sarebbe aspettata l’arrivo di Spike o Angel, ma ora no. Non sarebbero mai più arrivati. Nessuno dei due. Ora avrebbe voluto piangere, urlare, sfogarsi. Ma non ci riusciva. Ormai anche la rabbia se n’era andata. Rimaneva solo la disperazione, il vuoto. Il buio dentro di lei. si piegò in avanti, le mani che graffiavano la terra, lo sguardo perso tra i ciuffi d’erba ormai diradati dal suo scavare convulso

-MALEDETTI!- urlò fissando il terreno –perché! Perché ve li siete presi entrambi!-la voce si affievoliva –loro non meritano di essere lì! Io non lo merito!- poi tacque, le sue stesse parole la ferivano. Passarono diversi secondi prima che si rendesse conto del silenzio sovrannaturale che la circondava. Era cessato il rumore del vento, il fruscio delle foglie non si udiva più, e il vicino fiume aveva interrotto il suo scrosciante chiacchiericcio. Guidata più dall’istinto che dalla volontà Buffy alzò lo sguardo. Il cielo era cupo, non si vedevano più le luci del campo in fondo alla collina. Poteva udire solo il suo respiro irregolare. Poi avvertì una presenza. Si guardò intorno allarmata.

-c’è qualcuno?- chiese prudentemente

-tu chi vorresti ci fosse?- era una voce femminile, dolce, ma con qualcosa di molto angosciante.

-chi sei?- rispose Buffy allarmata

-qualcuno che ti potrebbe rendere felice- lei scosse la testa, sorridendo sarcastica

-allora sei caduta male, perché posso assicurarti che non ci riuscirai-

-potrei portarti da Angel e Spike…sono sicura che li vuoi vedere- Buffy balzò in piedi, furiosa.

-sono morti! MORTI!bastarda bugiarda!- urlò contro la voce, senza tuttavia capire dove esattamente si trovasse

-ma io non ho mai detto che sono vivi. Ho detto solamente che posso portarti da loro- rispose quella con voce calma, suadente

-mi stai per uccidere? Accomodati pure, non mi opporrò- ribatté lei altrettanto calma. La voce ridacchiò

-oh no, tu non morirai. Non ora almeno, un giorno…però posso portarti da loro due. All’inferno-

-chi sei? perché mi fai del male? Non è un bello scherzo, soffro già abbastanza- sussurrò lei, esausta

-non è uno scherzo. Non posso spiegarti, non io. Lo farà qualcuno laggiù. Io posso solo portartici- Buffy scosse la testa, confusa

-io…io non so cosa devo fare…potrebbe essere una trappola…- sentì una sorta di carezza sul viso, ma appena la voce riprese a parlare si rese conto che era distante quanto prima

-Buffy, hai ancora qualcosa da perdere?-la cacciatrice scosse la testa –io sono dalla tua parte. Laggiù forse no, ma io sono qui per te, non per farti del male. Dammi la mano-

-io….io….ma non so neppure dove sei- sussurrò confusa

-davanti a te. Dammi la mano- tremando, esitante, Buffy allungò la mano. La figura di una donna stupenda, vestita di bianco e circondata da un magico candore le si avvicinò, le sfiorò le dita e poi le strinse la mano nella sua –ora chiudi gli occhi piccola Buffy, ti porterò da loro- spaventata, ma cosciente di non aver più nulla da rischiare, Buffy ubbidì. Sentì la donna che la strinse, ed un’improvvisa sensazione di benessere s’impadronì di lei, ma appena l’abbraccio si sciolse una fortissima sensazione di angoscia la riavvolse. Aprì gli occhi, ma attorno a se vide solo il buio. Si mosse, cercando di tastare attorno a se, cercando di abituare gli occhi, ma non servì. C’erano solo il buio e il nulla. E tanta tanta sofferenza nell’aria. Buffy iniziò ad ansimare spaventata.

-voce! Voce sei qui? Aiuto!-

-silenzio!- questa volta era una voce maschile, roca profonda, agghiacciante. Una voce che Buffy avrebbe potuto attribuire alla morte. La cacciatrice tacque.

-Buffy c’è un motivo per cui tu sei qui- iniziò la voce di donna –hai sempre servito il bene, sei arrivata in paradiso e ne sei stata strappata per affrontare nuovamente il dolore e la sofferenza. Le forze del bene e del male hanno raggiunto un accordo per te-

-un accordo? Il bene e il male discutono per me? Wow sto diventando famosa!- disse sarcastica

-non parlare stupida mortale!- ruggì la voce maschile –sei qui perché potrai riavere indietro uno dei due vampiri morti ieri-

-uno?- sussurrò lei –io voglio…-

-tu non hai il diritto di volere- rispose la voce femminile

-potrai averne uno solo! In questo modo vincerà il bene perché affievolirà le sofferenze di uno dei suoi protetti, ma anche il male, perché tu soffrirai sempre per la perdita dell’altro. Accetti?- la voce maschile era sempre più fredda e perentoria

-non lo so- balbettò impaurita

-Buffy, fai trionfare l’amore, salvane almeno uno- le sussurrò soave la donna

-dove sta l’inganno? A me cosa succederà? Mi sto vendendo l’anima al diavolo?-

-no, all’inferno non ci interessa l’anima di una cacciatrice. Devi decidere immediatamente- Buffy chiuse gli occhi e deglutì. Non poteva rifiutare. Non poteva perdere l’occasione di riavere indietro una delle due persone più importanti della sua vita. Se non per altro lo doveva a loro. Entrambi avevano sempre fatto molto per lei, e ora era suo dovere salvare almeno uno. Glielo doveva

-accetto-

-brava Buffy. Ora io non posso più restare, buona fortuna- la donna sparì, Buffy potè vedere un’alone luminoso nell’oscurità allontanarsi

-chi avrò indietro?- chiese, cercando di riacquistare nella voce quella sicurezza degna di una cacciatrice. La voce demoniaca si lasciò andare ad una risata agghiacciante

-questo sarai tu a deciderlo!- Buffy arretrò di un passo

-no! Questo non puoi chiedermelo! Non puoi farmi scegliere!- urlò piagnucolando

-ormai hai accettato. La scelta è tua!- Buffy scosse la testa. –scegli! Spike!- alla destra di Buffy di colpo si accesero delle torce. I suoi occhi impiegarono qualche secondo ad abituarsi. Poi lo vide. Spike era nudo, incatenato con le braccia in alto, su tutto il suo corpo segni di indicibili torture. Tra le sofferenze atroci Spike aprì gli occhi, e vide Buffy. Un debole sorriso comparve sulle sue labbra. Nessuna pena infernale poteva impedirgli di provare felicità alla vista della ragazza.

-Spike!- urlò lei piangendo emozionata, impietosita e spaventata. Poi si voltò verso dove prima arrivava la voce –posso avvicinarmi?- chiese con voce supplicante

-vai- ruggì quello. Senza esitare un solo istante in più la cacciatrice corse verso il vampiro.

-Buffy- sussurrò lui, un tono di pura felicità incrinò il dolore

-oh Spike, mi dispiace- gli accarezzò col palmo aperto il viso livido e gonfio, quasi irriconoscibile. Lui inclinò il capo verso la sua mano –ti giuro che troverò il modo di far cessare tutto questo-

-ora che ti ho vista ho la forza per superare qualsiasi pena. Oh Buffy quanto ti amo!- piangendo la cacciatrice poggiò le labbra su quelle tartassate del ragazzo

-cacciatrice non ti stai scordando la seconda opzione?- ruggì beffarda la voce. Come poco prima alla sua sinistra si accesero delle torce. Legato nella stessa posizione c’era Angel. Buffy si sentì mancare il cuore. Fece un passo in avanti, ma le gambe iniziarono a tremarle. Al contrario dell’altro vampiro Angel non si mosse

-Angel, amore-sussurrò Buffy per farlo svegliare, ma lui restò privo di sensi. Il volto tumefatto contorto in una smorfia. Ma non di dolore. Di terrore puro. Piangendo Buffy si avvicinò, poggiando una mano sul petto possente del ragazzo. ma quello non si mosse. Preoccupata Buffy si voltò verso la voce –perché? Perché lui non reagisce?-

-perché lui ha troppa paura. È ben cosciente, sente ogni cosa, sente perfettamente anche il dolore, ma lui è già stato qui, sa cosa gli aspetta, e il terrore l’ha completamente paralizzato- la voce rise. Dolcemente Buffy si avvicinò di più ad Angel, si alzò sulle punte per raggiungere meglio il suo viso, poi gli diede due piccoli baci sulla guancia. Stai tranquillo tesoro, troverò il modo di salvarti. Ora sono qui io, andrà tutto bene- ma non ebbe alcuna reazione.

-fai qualcosa!! Non posso fare una scelta se lui è in questo stato!- urlò alla voce, questa volta arrabbiata. Non le importava se stava sfidando il diavolo in persona o chiunque fosse, non poteva sopportare di vedere Angel in quello stato. Le catene si aprirono, e il corpo svenuto del ragazzo le cadde tra le braccia. Delicatamente lo poggiò a terra, la testa sulle sue gambe. Iniziò ad accarezzargli dolcemente la fronte, spostandogli i capelli sudati

-amore apri gli occhi. Sono qui io, andrà tutto bene. Ti prego Angel- finalmente, dopo lunghi minuti, il vampiro aprì gli occhi

-Buffy, ti prego dimmi che è stato solo un incubo- sussurrò disperato. Lei, piangendo scosse la testa

-mi dispiace amore- debolmente lui alzò una mano e le accarezzò il volto, lei gli baciò il palmo.

-adesso basta smancerie! Vi ho concesso fin troppo! Buffy scegli!- ordinò la voce. Ma la cacciatrice assunse un’aria seria.

-prima libera anche spike. In ogni caso avrai tutta l’eternità per torturare quello che resterà- poggiando dolcemente la testa di Angel a terra, con sotto la sua giacca arrotolata, andò da Spike, e in quel momento le catene si aprirono. Subito Buffy sorresse il vampiro, aiutandolo a sedersi, scostandogli i capelli più lunghi del solito dal viso, accarezzandolo dolcemente. Spike sorrise, troppo debole per muoversi.

-va bene cacciatrice, ora puoi fare la tua scelta. Se intreccerai le dita con quelle dei due vampiri potrai rivivere alcuni dei momenti più significativi con loro. Riproverai gli stessi sentimenti, ma con la coscienza di oggi. Inoltre potrai chiaramente capire ciò che provavano loro-

-quanto tempo ho?- chiese, la voce carica d’odio

-abbastanza. Comincerai da Angel. E ora inizia prima che perda la pazienza- Buffy sfiorò una guancia a Spike, poi velocemente tornò da Angel e gli si sedette accanto. Prendendogli la mano.

 

*****FINE 1*****