Fanfiction
ospitata per gentile concessione del Bloodylove in attesa di
riuscire a rintracciare l'autrice.
INCONTRI
RAVVICINATI
di Giuppa
DOVE:a Sunnydale
QUANDO: durante la puntata Tabula Rasa
PER CHI: VM 17
COPPIE: B/S ……………………..
INCONTRI RAVVICINATI
<Voglio chiamarmi…Joan!> Buffy si guarda
intorno soddisfatta. Adesso non è più la sola a non avere un nome. Solo Down la
guarda schifata.
<Che c’è? Perché fai ‘blea’ al mio nome?>
<perché trovo che Joan sia un po’ ‘blea’ non trovi? Voi non trovate che Joan
sia un po’ blea?> <A me piace!> Buffy fa un sorriso verso il ragazzo
he ha appena parlato. È alto, biondo e inglese. E si chiama Randy. Un nome che
fa davvero schifo, per forza che Joan gli piace! Da quello che sono riusciti a
capire deve essere il figlio del distinto uomo inglese con gli occhiali. Rupert
Giles se non si sbaglia… Sembra un professore, mamma mia!
<A me piace il nome Joan, quindi mi chiamerò Joan.
E poi mi sento molto Joan!> esclama Buffy sorridendo. Fine della
discussione. I presenti si guardano intorno annuendo e il suo nuovo neme è
accettato da tutti. Adesso non rimane che scoprire come diavolo fare per
ricordarsi tutto il resto.
Nell’angolo della stanza, Willow e Xander si
abbracciano teneramente. Quasi quasi la biondo prova pesino un pochino di
invidia nei loro confronti.
<Potremmo andare all’ospedale della città. Lì
potrebbero indicarci un bravo medico> salta su Tara, l’uccellino del gruppo.
Giles la guarda accigliato per un secondo e poi decide che sì, è quello che
faranno.
All’improvviso all’esterno si sentono dei rumori.
<Consegnateci Spike!> urla qualcuno <Chi è
questo Spike?> chiede Xander allarmato, ma un altro rumore assordante li fa
nascondere tutti sotto il bancone del negozio. Hanno paura. Eppure Joan non si
sente spaventata. Guarda in basso e scopre il motivo della sua tranquillità.
Randy ha afferrato la sua mano ed ora la stringe come per volerle dirle che la
proteggerà lui, qualsiasi cosa dovesse accadere. Joan gli sorride dolcemente e
Randy ricambia con uno sguardo. Le loro mani si stringono di più e adesso le
loro labbra quasi si sfiorano. Non sanno nulla del loro passato, ma sentono di
appartenere l’uno all’altra.
Con un schianto netto la vetrina del negozio si
infrange e uno strano essere dalla faccia sfigurata si avventa addosso a Randy.
Lo sbatte contro uno scaffale. Gli altri urlano terrorizzati.
<Dove sono i gattini del capo?> gli domanda
<Io non so nulla. Cos’è questa storia dei gattini?!> cerca di difendersi
il biondo. <Tu menti. Dimmi subito dove li hai messi o giuro che ti pentirai
di essere nato> Ma non fa in tempo a finire la frase perché Joan lo prende e
lo trasforma in cenere con uno strano spuntone di legno. Randy sorride. E
all’improvviso avrebbe voglia di abbracciarla quella strana donna senza un
passato. I demoni rimasti scappano spaventati bestemmiando contro una certa
cacciatrice. Randy e Joan si guardano. E all’improvviso non sanno più se essere
contenti o meno della fuga dei loro assalitori.
<Certo che quei tipi strani hanno fatto proprio un
bel disastro, eh ragazzi!> salta su la donna bionda. Da quello che hanno
scoperto la proprietaria del negozio, nonché l’amante del padre di Randy,
Giles. <Ci sarà un bel po’ da lavorare! Avanti, c’è da fare per tutti!>
dice allegra lanciando ad ognuno qualcosa con cui pulire. <Down e Tara, voi
occupatevi del piano di sopra. Xander e Willow, del bancone. Joan> <e
Randy, -completa lei- ci occupiamo della palestra, grazie!> <Perfetto. Io
e Giles penseremo al reparto incantesimi. Buon lavoro!>
<Come facevi a sapere che qui dietro c’era una
palestra?> chiede Randy non appena si ritrovano da soli <Non lo so. Mi
sarò allenata qui evidentemente. Hai visto che sono una specie di super-eroe,
no?> <Adesso non montarti la testa!> La bionda si para davanti al
ragazzo con le mani chiuse a pugno sui fianchi. Sul volto, un’espressione che
vorrebbe sembrare arrabbiata.
<Perché, tu pensi di potermi battere?> dice con
aria da sbruffona. Il ragazzo si avvicina lentamente e Joan nota che ha due
occhi blu che le fanno tremare le gambe.
<Certamente!> sussurra. La bocca carnosa è
ormai a mezzo centimetro dalle sue labbra. La super-eroina pensa che in quel
momento gli sarebbe bastato un soffio per atterrarla.
Il ragazzo la fissa per un lungo istante e poi si
allontana con difficoltà. Joan respira a fatica e Randy si sente un fastidioso
groppo in gola. Anche se sente che stranamente non ha bisogno di respirare. C’è
qualcosa che non va…
<Conta> gli dice lui. Lei lo guarda senza
capire.
<Ma cosa stai dicendo?!> esclama riprendendosi,
ma Randy è molto serio. <Conta.> le ripete
Joan lo guarda ancora per un lungo istante e poi
comincia a contare. Uno, due, tre, quattro…. Cento. Randy non ha ancora smesso
di trattenere il respiro e ancora non sente bisogno di aria. Si tocca il torace
sconvolto. Il suo cuore non batte. Chiede a Joan di riprovare e poi di toccarlo
lei, ma la ragazza ritrae la mano come se si fosse scottata. Sconvolto si prende
la testa fra le mani e si dirige verso la porta della stanza. <Dove vai?>
gli grida dietro lei, ma la sua mano è già sopra la maniglia in ferro battuto.
Joan lo ferma appena in tempo e si rende conto che ha gli occhi velati di
lacrime e la faccia sconvolta.
<Che cosa sono?> sussurra. La ragazza non sa
più cosa rispondergli. Accompagna il lento scivolare del suo corpo muscoloso
lungo la parete, stringendo a sé quel torace improvvisamente così freddo. Quel
corpo morto. Non sapendo cosa dire. Ed abbracciandolo semplicemente.
Le mani di Joan si posano delicate e fresche sul
volto rigato di lacrime del vampiro. Alla vista del suo viso tranquillo anche
Randy sembra rasserenarsi. <Cosa c’è?> le chiede. Joan sorride. Un
sorriso luminoso, dolce. Randy quasi ne rimane abbagliato. <C’è che prima,
sotto il bancone, c’è mancato poco che non ci baciassimo…> sussurra lei. Lui
la guarda stupito <Vorresti dire che non ha importanza… quello che abbiamo
appena scoperto?> chiede. Teme la risposta, ma pone lo stesso la domanda.
Come sempre. E per la prima volta lei non gli risponde allontanandolo. Le dita
di Joan accarezzano delicatamente la guancia di Randy fino a posarsi decise
sulla sua nuca. Il ragazzo spalanca gli occhi quando improvvisamente si rende
conto che lei si sta avvicinando ad occhi chiusi. Cosa vuole fare? Ma la
risposta la conosce di già. Le labbra dei due ragazzi si sfiorano finalmente.
In un bacio lento, poi appassionato. Le loro lingue giocano, l’una nella bocca
dell’altra. E le loro mani tracciano infinite carezze seguendo un percorso che,
non sanno bene perché, ma conoscono a memoria. Ad un tratto Randy si accorge
che la parte superiore dei suoi jeans sta diventando un problema. Si ferma un
secondo, quando Joan abbassa una mano e fa scivolare in basso la zip.
<Ti prego, non fermarti> sussurra lui mentre
Joan glielo prende in mano e lentamente si china per assaggiare il suo sapore.
Al vampiro sembra di impazzire. Sembra che non abbiano mai fatto altro. Le mani
di Randy corrono febbrili alla chiusura dei pantaloni di lei e la slacciano,
finalmente. Le mutandine di Joan, un tanga leggero color avorio, sono già
bagnate al punto giusto. Non perde nemmeno tempo per farla sollevare che scosta
la stoffa e le infila dentro un dito. La ragazza getta la testa all’indietro
ansimando. Rossa in volto. Randy ci sa fare… La mano di Joan si chiude attorno
al membro di lui e lo guida decisa verso il centro del suo corpo. Ma il ragazzo
non ha ancora finito. Muove lentamente il bacino nella mano di lei in modo da
eccitarsi ancora di più e contemporaneamente le infila dentro un altro dito.
Joan deve mordersi le labbra per non urlare. Lascia per un attimo la presa ed è
allora che lui la penetra. Prima lentamente. Poi con una sola spinta. E infine,
comincia a muoversi. In un ultimo bagliore di lucidità, Joan pensa che
dovrebbero chiudere la porta a chiave, ma in fondo decide che non le interessa.
Le spinte si stanno facendo più rapide. E la ragazza è ormai in balia delle
labbra esigenti di Randy. I loro corpi sembrano fondersi. Joan solleva
leggermente il bacino per aumentare la profondità. <Oh dio Randy…> geme.
Il vampiro la guarda e sorride <Sei fantastica Joan. E questo è solo
l’inizio…>
<Bene. Qui abbiamo finito!>
Anya è soddisfatta. Niente più cianfrusaglie sparse
in giro per il negozio, niente più paletti di legno che rotolano sul pavimento,
niente più cocci di quella che una volta era stata la sua mercanzia. Giles la
guarda intensamente e, prima che la ragazza possa fare qualcosa per impedirlo,
le passa un braccio intorno al collo e la bacia teneramente. Poco distante,
Xander e Willow non sembrano presi allo stesso modo… anche se dovrebbero in
teoria essere i due più fidanzati.
<Ragazzi, io vado a dare una mano ai due biondi
rinchiusi in palestra. La situazione doveva essere veramente catastrofica se
ancora non sono tornati…> <Come preferisci Xander> gli urla dietro
Willow. Un attimo prima di vederlo sparire dietro la porta.
Ansimi. Gemiti. Sospiri.
Randy è sdraiato seminudo sul pavimento e Joan non si
fa certo pregare. Fino ad un attimo prima era stato esattamente il contrario.
Ma nemmeno quella posizione dispiace al ragazzo. Anzi.
La vista è sicuramente perfetta. Sta pensando che
forse in futuro potrebbero usare qualcosa di più costruttivo, come per esempio
delle catene. Tuttavia, i baci appassionati di Joan riescono a fargli perdere
completamente la memoria. Pensa che non possa esistere nessun’altra in grado di
fargli provare un tale delirio di piacere.
La afferra. La bacia. La stringe.
E poi la volta. Pronto per invertire le posizioni e
ricominciare un’altra volta. Essere un vampiro, ha scoperto, gli ha regalato
una resistenza senza pari.
E di questo la ragazza non può che essere più che
estasiata…
La penetra ancora una volta, e poi estrae il suo
membro ancora duro come il marmo per stuzzicarle il clitoride con la lingua.
Joan non capisce più nemmeno cosa le stia succedendo. Sente le dita di lui
penetrare fino ad un certo punto e poi tirarsi magistralmente indietro. Non
capisce come faccia. Ma lo fa lo stesso. E quando lui si accovaccia dietro di
lei. Chiedendole con un solo gesto il permesso per entrare dalla parte opposta.
Allora Joan non riesce a negargli un cenno d’assenso e trattenere un debole
urlo. Sicura come non mai che adesso come adesso, se anche avessero buttato giù
la porta, lei sarebbe stata sul punto di trovarsi in Paradiso…
<Joan! Randy! Ci siete?!>
Xander bussa un paio di volte al metallo verniciato,
prima di aprire la porta. E’ stato un ragazzo anche lui. Anzi, è un ragazzo
anche lui. E sa che cosa vuol dire quando due persone carine si appartano e
spariscono per un bel po’. La verità è che anche lui vorrebbe essere tra i
fortunati che stanno flirtando sotto il tetto di quello stupido negozio di arti
magiche. Perché non è assolutamente giusto che la sua ragazza guardi più quella
Tara che lui. Ma è lesbica o cosa!? Non ci vede più dalla rabbia! E vuole
soltanto che qualcuno li scopra e fermi tutto a qualsiasi costo!
Per questo se n’è andato. Per questo bussa
insistentemente a quella porta. Per questo quando vede in terra uno strano
cristallo non può fare a meno di raccoglierlo. E per questo, quando ritorna nel
salone insieme agli altri, appoggiando il talismano sopra il tavolo, non vi
presta la minima attenzione e lo frantuma in mille pezzi, posandovi sopra un pesantissimo
libro.
Una luce accecante si sprigiona tra di loro e una
piccola fiammetta verde arde per un secondo nel profondo dei loro occhi. Willow
si accascia sul tavolino, esausta. La magia ha avuto effetto. La strega più
potente del cosmo ne ha combinata un’altra delle sue. La proprietaria del
negozio si stacca violentemente dal gentiluomo inglese, lanciando una
maledizione. E nella palestra, affaticati e disorientati, due biondi dagli
occhi come mari in tempesta, si fissano ancora allacciati in quella strana e
bellissima danza di carne.
<Oh dio! Oh
dio! Oh dio! Oh dio! OH MIO DIO!!!>
Buffy sembra completamente impazzita mentre
rintraccia disperata tutti i suoi vestiti.
<Spike! Ho fatto sesso con Spike! OH MIO
DIO!!!> grida. Tanto forte che il biondo è costretto a metterle una mano
sulla bocca per non fare accorrere tutte le forze dell’ordine di Sunnydale.
<Vuoi smetterla di strillare?> le sussurra. La
cacciatrice aspetta una attimo e poi annuisce debolmente. <Brava piccola…>
commenta lui.
<Stai… lontano da me!> gli ordina Buffy sulla
difensiva. <Ma certo - risponde il vampiro con un’alzata di spalle – non mi
sembrava che ti dispiacesse tanto , comunque, la mia vicinanza fino ad un
attimo fa…> <Allora era diverso! – si lamenta lei – ero sotto un
incantesimo! Tu, tu ti sei approfittato di me!> grida alla fine. Spike la
guarda. Sorride. Si passa una mano lungo il collo. Si alza. E si riveste.
Sta ancora cercando i pantaloni che Buffy scappa
fuori già rivestita di tutto punto e si ficca nel bagno seppellendo la testa
dentro il primo lavandino.
<Ho dormito con Spike. Ho dormito con Spike! Ho
dormito con Spike! Oh santo cielo, ho dormito con Spike!- continua a ripetere –
No. Ancora peggio! Io *ho dormito con Spike*!!!> esclama sconvolta.
<Buffy!>
TOC TOC TOC TOC TOC
<Buffy!>
Anya è sul punto di abbattere la porta tanto la
percuote violentemente. E’ da circa mezz’ora che cerca di farla uscire da quel
bagno. Ma Buffy non ha la minima idea di farsi vedere dai suoi amici nello stato
in cui si trova. E a nulla valgono le proteste di Giles e di Xander o le
rassicurazioni di Down e di Willow sul fatto che nessuno è perfetto e che tanto
Spike lo hanno già sbattuto fuori da parecchio.
<Buffy. Apri subito quella porta o giuro che la
butto giù a calci!> <Andatevene via!> urla la cacciatrice <Ma non
puoi rimanere chiusa lì dentro per sempre!> le fa notare Willow <Certo
che posso!> risponde testardamente lei. <Ok. Adesso butto giù davvero la
porta!!!> urla la ragazza mettendosi in posizione <Aspetta!> Xander si
frappone tra Anya e il legno del WC. Per la bionda ex-demone questo è veramente
troppo.
<Spostati Harris!> gli ordina, facendo il gesto
di sferrargli un cazzotto. Ma Xander sa perfettamente perché Buffy non vuole
uscire da quella cabina. E perché soprattutto non vuole farsi vedere da nessuno
di loro.
<Lasciami parlare un minuto da solo con lei. Per
favore> aggiunge infine con un sospiro.
Giles lo fissa. Willow lo fissa. E poi insieme
acconsentono. Tara fa un incantesimo alla porta e Xander riesce perfettamente a
passarci attraverso.
<Buffy?> chiama. Ma non ottiene nessuna
risposta
<Buffy?>
<Lasciatemi in pace!>
Quasi piomba nella tazza del water quando si rende
conto che Xander è vivo e corporeo davanti ai suoi occhi senza che nessuno abbia
aperto la porta.
<Ehi. Calmati. So cosa stai provando> cerca di
calmarla lui. <Come puoi dirlo?> <Perché ci sono passato anche io…>
la cacciatrice lo guarda sconvolta <Che cosa vorresti dire?> Il ragazzo
scuote la testa amareggiato <Andiamo, sii almeno onesta con te stessa. Anche
io ho provato il sapore del proibito quando ho fatto sesso con Anya. E ti devo
dire che non mi sentivo meno in colpa per averla presa perché lei si era così…
volontariamente offerta o perché è successo quando lei era appena diventata
umana. Lei si è offerta a me ed io non ho saputo nemmeno rifiutare. Anche se
sapevo che era sbagliato. Però… alla fine mi sono reso conto che se lo avevo
fatto era perché in fondo in fondo, anche allora provavo qualcosa…>
<Arriva al punto Xander!> lo rimbeccò lei. Ma in effetti aveva già capito
perfettamente dove il ragazzo voleva andare a parare.
<Quello che voglio dirti è che non la faresti
tanto lunga se la notte scorsa tu non avessi provato qualche cosa per lui. O
per quello che ti faceva provare perlomeno…> <Xander> <Non mi
inganni Buffy. – esclamò lui deciso – tu provi qualcosa per Spike. E anche se
tutti noi possiamo dirti che è la cosa sbagliata da fare. E anche se tu stessa
sai che questa è la cosa sbagliata da fare. L’unico modo che hai per convincerti
e guarirti è trovarti qualcun altro su cui fare colpo> <Il classico
metodo del chiodo schiaccia chiodo?> intuì Buffy
<Esattamente…>
<Bene. – esclamò la cacciatrice dopo qualche
secondo allargando le labbra in un sogghigno cattivo – so perfettamente a chi
potrei rivolgermi…>
<AAAAAhhhhhhhhhhhh!!!!!!!!!!!!!!!>
L’urlo disumano della ragazza, diretto esattamente
contro il suo timpano, lo rende sordo per un istante. Angel perde un colpo e indietreggia
istintivamente di paio di passi. Il vampiro ne approfitta per dargli una forte
botta in testa e scappare. Ma Angel gli tira dietro un paletto appuntito che
sibila nell’aria come un chiaro segnale di morte. E si conficca, naturalmente,
dentro il legno della quercia dietro alla quale il demone è scappato.
<Maledizione!> esclama Angel, ficcandosi con un
impeto di rabbia le mani dentro le tasche del soprabito. La ragazza, Linda
almeno così gli pare che si chiami, gli corre incontro facendogli mille feste
come un cagnolino da compagnia. Il vampiro se la scaccia di dosso mugugnando
qualcosa di non ben definito sul suo ruolo di paladino della giustizia e poi si
incammina verso casa, ben felice di aver evitato con una scusa idiota quanto
banale la festa di ringraziamento che quella specie di Banshee aveva promesso
di fargli.
<No. Scusami. La mia ragazza. Lei è un tipo molto
geloso, sai… Non posso proprio…> aveva dichiarato. La ragazza lo aveva
mollato per un istante. E il vampiro si era defilato da lì il più in fretta
possibile! Inutile dire che Angel di ragazze non ne aveva nemmeno l’ombra!
Come sempre accade in quei casi, la mente del vampiro
corre all’ultima persona importante della sua lunghissima esistenza. Buffy…
rivive continuamente quei momenti. Il momento della sua decisione. Il momento
in cui le ha detto che la lasciava per il suo bene, nelle fogne maleodoranti di
Sunnydale. Il momento della sua definitiva partenza. E infine tutti i momenti
belli che hanno vissuto quella fatidica notte, quando il sangue di quel demone
stravagante lo ha reso per un’ultima volta mortale… Angel scuote la testa
tristemente. Anche quella volta aveva agito solo per il suo bene. L’ha lasciata
andare sempre. Ma in qualche modo lei glielo ha sempre rinfacciato. Ed alla fine
si è convinto da solo che la cosa giusta era di non lasciare mai più Los
Angeles. Né per proteggerla né per aiutarla…
Per questo, quando rialza la testa, per poco non cade
a terra per lo shock.
Perché se è lei, quella a venire da lui con quel
sorriso e quelle movenze. Se è lei, quella che avanza verso di lui nella radura
del cimitero aprendo il cappotto e mettendo in mostra due gambe perfette in
bilico su due tacchi altissimi. Se è lei quella che, salutando qualcuno lo
chiama in quel modo per nome. Se quella è davvero lei, allora….
Allora questo vuole dire che qualcosa nell’urlo della
ragazzina ha leso qualcosa di importante nella sua testa. E che lui, Angel, è
sprofondato nel più bel sogno di tutta la sua vita…
<Come sarebbe a dire che è andata da Angel?!>
Spike è sbalordito. Sa che Buffy è tornata cambiata
dal suo ultimo soggiorno nell’aldilà e ne sa anche il motivo, però… Però porca
miseria! Possibile che alla più piccola scaramuccia debba correre a rifugiarsi
tra le braccia del suo caro “Piatto di spaghetti barboso come una pizza”?!
Spike è incavolato nero!
<Spike… Angel non è…> gli sussurra Down, ma il
nome del vampiro con l’anima detto di fronte a Spike ha lo stesso effetto dello
straccio rosso agitato davanti agli occhi del toro in carica. <Angel che
cosa?!> chiede quasi violento <Si darà da fare come un matto dico bene?!
Buffy è andata da lui solo per dimenticarsi della breve parentesi del
sottoscritto, vero?>
<Un… chiodo schiaccia chiodo è così?> <Beh…
sì…> ammette Buffy facendo spallucce.
<Non posso credere che tu me lo stia
chiedendo!>
<Beh, poteva anche andarti peggio…>
<Ad esempio?>
<Potevo chiederti di ballare nudo in un locale per
sole donne…>
<Ma per favore!>
Angel si volta, faticando ancora a credere a quello
che ha appena sentito con le sue stesse orecchie. Estrae un cellulare da una
tasca interna del cappotto.
<Wes? Sì… Fred? No. No no no no no… Ascoltami. Sto
chiamando per Buffy. Ah-ah... Come ‘cosa c’è che non va?’ Un demone schifoso si
è impossessato del suo corpo e mi sta facendo delle proposte oscene, ecco che
cosa c’è che non va! Ne sapete niente? Che cosa dici? Come ‘forse dovrei
accettarle’?!> Buffy si morde il labbro inferiore e strizza un occhio in
direzione del vampiro con aria complice. La visita che ha fatto un paio d’ore prima
a casa di Angel è stato un vero colpo di genio, pensa…
Il bel tenebroso riattacca e la cacciatrice si passa
languida una mano tra i capelli liscissimi e biondi. <Smettila di fare
così!> grida quasi Angel <Perché? Altrimenti che cosa pensi di fare?>
lo stuzzica lei. Il vampiro non ci vede più dalla rabbia. <Vattene!> le
grida, mettendo a tacere l’istinto. <Vattene! Vattene! Vatten- ah…
Vatt…en…e…> sospira mentre lei, avvicinatasi, gli infila una mano dentro i
pantaloni ed inizia a massaggiargli il membro che risponde perfettamente.
<Buffy…> tenta ancora lui <sch… - lo zittisce lei continuando a
massaggiarlo - io ti amo Angel. E tu lo sai. Non sai quanto mi sta costando
fare tutta questa commedia…> <Commedia?> Buffy sorride baciandolo
<Adesso non pensare a niente. Devi solo baciarmi…> gli sussurra
mordicchiandogli un orecchio, mentre gli slaccia con maestria la cerniera dei
pantaloni e lui si disfa altrettanto abilmente della minigonna di seta nera e
delle mutandine di pizzo di lei. Le sue dita giocano abili nella femminilità di
lei, bagnandola fino al punto giusto. I movimenti sono quasi automatici. Angel
è un paladino, ma ancora è un uomo. Beh, un vampiro, ma non fa poi tutta questa
grande differenza… <Oh…. Oh dio Angel…. Oh sììììììììììì… ah…cosììììììììììì!!!>
<Mio dio Buffy…> geme il vampiro sentendo di non riuscire quasi più a
trattenersi. La vista di lei così accaldata ed eccitata ha il potere di
stregarlo come nessun altra cosa al mondo. I capelli biondi sono una matassa
scomposta, che si sparpaglia sull’erba del cimitero mentre Angel la fa sdraiare
per terra e le sfila completamente le mutandine. Buffy, dal canto suo, sta
cercando di darsi da fare per slacciare la camicia di lui. I pettorali del
vampiro risplendono nel buio della notte come una scultura di marmo bianco e
bellissimo. Buffy ne rimane estasiata. Il tatuaggio sulla spalla di Angel
sembra animarsi di vita propria, intanto che il suo pene eretto e gonfio entra
ed esce dalla femminilità di lei, aumentando le spinte fino a sfiorare ogni
limite consentito. Facendola venire più volte. Sfinendola, a suon di baci e di
carezze. E prendendola tutta. Da tutte le angolazioni. Fino che, al limite
dell’ennesimo orgasmo, la cacciatrice non grida qualcosa. Qualcosa che lo fa
bloccare d’istinto.
<Dovrai convincermi con una scusa un po’ più
credibile dell’ultima volta tesoro, se vuoi infinocchiarmi di nuovo!> Spike
è seduto, le gambe allungate sulla seggiola di vimini che ha trovato il giorno
precedente alla discarica, con una bottiglia di scotch in mano. Il bourbon se
l’è già scolato tutto. E così pure il whisky e la vodka. Tutto giù, in un sorso
solo. Tanto lui l’alcool lo regge anche troppo bene.
La figura vestita di nero gli sorride maliziosa.
<So che ti piacevano i giochetti quando li
facevamo insieme. Il mio principe non ha più avuto voglia di giocare
nell’ultimo periodo? Cosa è successo? C’è stata quella tua bambina cattiva. Ma
per lei è tutto dovuto. Un cavaliere delle tenebre come te merita ben alto…>
<Forse il punto è questo, Dru. Non voglio più essere un cavaliere delle
tenebre adesso.> <Sch! Non mentirmi oltre! - esclama lei adirata - Non
puoi farlo. Non più! Tu sei mio. Lo sei sempre stato! Non ricordi più com’era
divertente e bello ai vecchi tempi? Sangue, carne… sento le grida di molti
bambini e le orecchie di giovani madri sul mio grembo… tu sai di cosa hai
bisogno William… lo hai sempre saputo…> <Smettila!> il respiro
affannato. La bocca di lei a un fiato dalla sua. I suoi fianchi invitanti che
strusciano sulle sue ginocchia. Spike non può non vedere la scollatura di lei
arrivare lenta e ansimante davanti ai suoi occhi. <No. Non mi fermerò…>
Vattene. Non ti voglio più vedere. Sei solo una
sgualdrina senza rispetto!
Parole dure. Parole che Buffy Summers non avrebbe mai
creduto di poter udire in tutta la sua vita. Men che meno dalle labbra
dell’uomo che l’aveva amata con tanta passione. Di Angel. Che di angelo adesso
aveva ben poco. Che aveva venduto le ali e l’aureola in cambio di uno scettro e
di una corona da paladino. Che si stava vendendo al migliore offrente. Buffy si
porta una mano sulla guancia, scarlatta. Lo schiaffo del vampiro non era stato
leggero. Né immotivato. La cacciatrice aveva per la centesima volta dato
ascolto a chi le stava vicino e non al suo cuore. Ed ore eccola lì. Nel
cimitero di Sunnydale. Un paletto ben nascosto sotto il soprabito di pelle
marrone e una minigonna attillata che non voleva saperne di stare al proprio
posto. A Spike sarebbe venuto da ridere… Spike… Spike… sempre Spike! Già…
Spike…
Era per lui che aveva scelto con cura ogni abito e
ogni più piccola traccia di trucco. Era per lui che se ne era andata dall’altra
parte della California, per cercare un vampiro che non le rivolgeva da anni
nemmeno più la parola. Era per lui che si era abbassata a fare da puttana al
suo vecchio e ormai disincantato amore. Era per lui. Per cercare di
dimenticarselo! Per dimenticarlo dannazione! E tutto quello che otteneva era
che stava cominciando addirittura a parlare come lui! Maledetto!E maledetto il
giorno in cui l’aveva incontrato!
Lenta e invitante. Non mi fermerò. E Spike sa che
manterrà quello che ha appena affermato.
Vorrebbe resistere. Sa che non dovrebbe farlo. Sa che
così ferirebbe lei. Lei che per lui è la cosa più importante del mondo. Ma
Buffy in fin dei conti cosa gli ha fatto negli ultimi dieci giorni? La bocca di
Dru si avvicina. Piccolo fiore vermiglio dal sapore di ambra. Il suo profumo.
Note speziate in un sottofondo di sandalo e gelso. <Sei solo confuso…>
voce bassa e sensuale. Mani esperte che si muovono abili slacciando la camicia
di velluto. <Non vedi che quello che non ti sta davanti… > sente il
respiro diventare difficoltoso. Non che ne abbia affettivamente bisogno. Ma gli
provoca un certo fastidio il fatto che sia così difficilmente presente. <Tu
sai che io posso aiutarti… Lascia che ti aiuti… ritorna da me…> il tocco
gelido delle mani di Dru sul suo collo lo lascia di stucco. La bocca, unica
parte di lei ancora presente davanti ai suoi occhi, diventa improvvisamente una
terribile tentazione. <Torna da me Spike…> La sua bocca. Piccolo fiore
vermiglio dal sapore di ambra. <Torna da me…> Il suo profumo. Note
speziate in un sottofondo di sandalo e gelso. <Torna da me…> Le sue mani.
Esperte ammaliatrici. <Torna da me…> La sua bocca. Terribile tentazione.
È solo un attimo, ma sembra durarne migliaia. Solo
uno sfiorarsi di labbra, ma sembra un ferita pulsante. Uno squarcio, netto e
profondo, da cui lasciare uscire le proprie paure. Le proprie inibizioni. Un
intrecciasi di lingue ma nella notte, sembra un lampo che acceca e distrugge.
E lei è lì.
Piccola e forte.
Uno sguardo che ti ghiaccia.
Due mani che ti bruciano.
E un nome, che semplicemente da senso alla tua
esistenza…
Buffy…
<Basta Dru, basta…> Spike la allontana da sé
come se si fosse scottato. <Che ti succede?> Magari lo sapessi… <E’
per colpa della tua nuova distrazione, è così?> chiede Drusilla arrabbiata.
<Lei ti lascerà lo sai! Lei non significa niente! Tu non significhi niente
per lei! Presto o tardi lei ti ucciderà.> Non sono parole che puoi ascoltare
senza deglutire. Spike sa che Drusilla vede il futuro. Sarebbe più facile.
Tornare con lei e massacrare mezzo mondo. Sarebbe più semplice. Ma un sorriso
sarcastico gli si dipinge involontariamente sulle labbra.
<Ho vissuto abbastanza> risponde.
E Drusilla, nera regina senza patria né nome, donna
diabolica creata da un angelo nero, principessa senza stelle né sogni, non può
fare altro che chinare sconsolata il capo. E lasciare piangendo quel luogo
triste e scuro.
<Sei strana stasera Anya> <E’ che sono
preoccupata…> <E per cosa?> Xander ha sempre avuto il dono innato di
capire le cose con una frazione di anticipo, ma in alcuni casi, sembra avere
delle fette di salame sugli occhi! <Per Spike e Buffy> brontola la bionda
tra i denti <Andiamo… vedrai che tutto si sistemerà…> Una frase banale,
scontata. Tanto per far capire meglio che non gliene importa un fico secco.
<Ah, certo… tutto si sistemerà…> ripete ironica Anya. Xander si volta
preoccupato <Pensi che qualcosa potrebbe non andare come vogliamo?> <Oh
no! - risponde l’ex-demone della vendetta quasi inviperita - sono SICURA che
tutto andrà come NOI vogliamo! E’ solo che quello che NOI vogliamo NON E’
SICURAMENTE quello che vogliono anche Spike e Buffy!> <E come puoi
saperlo?> Anya alza le mani in segno di resa. <Demone della vendetta,
ricordi?> <Cosa intendi con questo?> Anya alza le spalle indifferente.
<Ti è rimasta qualche capacità nascosta? Oppure semplicemente sei passata
dalla parte ‘io voglio bene a Spike’?> chiede Xander. Gli occhi di Anyanca
sono braci di fuoco <Come puoi credere che io sia tornata quella di una
vota? Come puoi anche solo pensare che avrei tenuto delle facoltà da demone
della vendetta senza dirti niente? Io ti amo, Harris! E se questo non conta
niente per te, allora…> <Ehi ehi ehi, frena i motori! Non stavo dicendo
questo!> esclama Xander portando le mani in avanti come per fermare un treno
in corsa. Un sorriso radioso si dipinge sulle labbra della bionda <Bene.
Adesso sono più sollevata.> dice contenta. <E in ogni caso, - aggiunge -
la storia tra Spike e Buffy è così evidente che persino un cieco se ne
accorgerebbe.>
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TOC TOC TOC
<Chi è?> Anya si alza dal tavolo e si dirige
verso la porta del negozio. L’hanno sprangata bene. Non vogliono che nessuno
sappia quanto è successo, almeno fino a che Buffy non sarà tornata quella di
una volta. Giles è stato molto chiaro: “Voglio che Buffy possa sempre contare
su ognuno di noi, in qualunque momento. E che abbia sempre un posto dove
potersi sfogare. Quello che le sta succedendo è terribile.” Ovviamente Anya è
d’accordo con lui. Innamorarsi è effettivamente una delle esperienze più
sconvolgenti che una donna possa provare. E da quel poco che le ha insegnato il
suo vecchio mestiere, non va mai a finire bene.
<Chi è?>
<Anya, fammi entrare!>
<Ma nemmeno per sogno!> grida Xander inviperito
<Andiamo, Harris! voglio solo parlarvi!> <Ti ho detto di no! Anya,
ricordati quello che ha detto il signor Giles: non dobbiamo far entrare nessuno
che Buffy non voglia vedere!> A quelle parole, la bionda sorride ironica e
apre la porta. Spike entra e Xander, con uno scatto d’ira, abbandona il
negozio.
<Nervosetto il tuo fidanzatino oggi eh?>
<Più o meno come al solito - risponde Anya facendo spallucce - allora, come
mai sei qui?> <Non te lo immagini?> la bionda diventa rossa come un
peperone e gira la testa di scatto <A no Spike! Scordatelo! Non sono più
quella di una volta adesso! Sono fidanzata. E sono felice con il mio uomo.>
il vampiro abbassa gli occhi imbarazzato. <Anya, no. Non volevo quello.
Voglio solo sapere… se lei è già tornata…> c’è qualcosa nella voce di Spike
che Anya non riesce ad ignorare. E, anche se quando gira lo sguardo, lo vede
con il solito sorriso sfrontato dipinto sulle labbra, sa che c’è stato un momento
in cui quel sorriso è svanito per un secondo, lasciando spazio alla vergogna e
all’incertezza. Perché Anya sa quello che prova. Perché Anya sa che si sta
mettendo in gioco un’altra volta. L’ennesima volta. Perché Anya sa che si
getterebbe nel fuoco se questo bastasse per conquistare l’affetto di Buffy. Ma
il problema è che nemmeno questo è bastato fino ad adesso. E lui sta affondando
ogni giorno di più. E questo, probabilmente, è davvero l’ultimo gradino…
<No. Non è ancora tornata.> risponde lei, con
un mezzo sorriso sulle labbra. Spike muove appena la testa in un cenno di
assenso e si gira per raggiungere la porta. <Spike…> il vampiro si volta
<puoi aspettarla qui, se vuoi…so quanto tu ci tenga a Buffy…> Dura solo
un attimo, ma è un sorriso vero. Di quelli che raramente illuminano il volto
del mezzo-demone. <No, grazie - risponde dopo un attimo di silenzio,
raggiungendo la soglia - non voglio crearti altri problemi. E poi un po’ di
aria fresca può farmi soltanto bene…> Ed esce.
Erba. Lapidi. Rumori sinistri. Lo strano fruscio del
vento tra le foglie degli alberi morti. L’inquietante cigolio delle porte di
ferro. Le cripte fatiscenti… Buffy cammina da sola sistemandosi un passo sì e
uno no una gonna che non vuole saperne di stare al proprio posto. In un cimitero
che per lei è praticamente la sua seconda casa. Con un paletto stretto in una
mano che per lei rappresenta la sua unica ancora di salvezza.
<Chi è là?> nessun rumore. <Ti conviene
uscire allo scoperto!> Buffy è sicura di aver sentito bene. C’è qualcuno
alle sue spalle. Qualcuno che fino ad un attimo prima camminava dietro alle sue
spalle. <Adesso conto fino a tre. Uno…> ancora nulla. <Due…> lo
sconosciuto si muove nell’ombra. La cacciatrice stringe il paletto tra le dita,
sicura come non mai che chiunque possa essere non scapperà. <Tre!> Un
cappotto nero sbuca dall’albero solo un secondo prima che la voce di Buffy
finisca di pronunciare la fatidica parola. E il paletto, fischiando nell’aria,
lo raggiunge in pieno. Buffy si porta le mani alla bocca con un gemito
soffocato. La schiena di Spike batte duramente contro il tronco della quercia e
si accascia al suolo. Una mano premuta istintivamente contro il petto nel punto
esatto in cui un rivolo scarlatto macchia la camicia e indica il foro d’entrata
del paletto. L’altra, grondante di sangue, stringe il legno premuto sull’erba.
Quasi non riesce a credere di essere ancora intero.
Non ha mai visto Buffy mancare un bersaglio. Né l’ha mai vista precipitarsi come
una furia verso una delle sue vittime e poi non finirla a furia di pugni.
<Mio dio, Spike! Non dovevi seguirmi così di nascosto. Potevo anche
ucciderti lo sai!> <Me n’ero accorto, piccola…> geme, cercando di
rialzarsi. Una mano di Buffy lo blocca sull’erba <No. Rimani fermo. Potresti
avere qualcosa di rotto…> <Da quando ti preoccupi tanto del sottoscritto
cacciatrice?> <Idiota! - sibila lei - ti ho quasi ammazzato!> <Lo
hai fatto comunque…>
Buffy rimane allibita. Spike abbassa lo sguardo. La
ferita si già quasi del tutto rimarginata. Essere un vampiro ha numerosi
vantaggi. Ma non sa se questo gli fa piacere in quel preciso istante…
<So quello che hai fatto con Angel…> sussurra.
Buffy apre la bocca per rispondere, ma lui la blocca. <Non ti biasimo se non
vuoi stare con me. Non posso obbligarti a provare quello che provo io. Ma sono
stanco di stare male. Sai perché non sono uscito, prima? Avevo paura di
vederti… non sapevo se avrei potuto sopportarlo… No. Non compatirmi. Non te lo
permetto. Quello che voglio dire, è che sono stufo di essere l’unico a stare
male. Vi prendete gioco di me. E io non riesco più a sopportarlo. Non ce la
faccio più Buffy. Non ci riesco più. Non posso più restare… Se non mi dai un
motivo più che valido per rimanere, io me ne vado.> Buffy lo fissa un attimo
negli occhi, senza parole. Poi, con gesti lenti, si toglie la giacca e si
sbottona la camicetta. <Buffy… cosa stai facendo?> domanda Spike preso
alla sprovvista. Buffy ormai ha addosso soltanto il reggiseno di pizzo e sta cominciando
a slacciarsi anche quello. <Buffy… se fai così, io non…> <Schhh! Zitto
stupido vampiro! - sussurra la cacciatrice con fare malizioso - mi hai chiesto
un motivo per rimanere no?> Spike deglutisce <Non lo trovi abbastanza
valido?> <Oh… Buffy…> sussurra lui mentre appoggia le mani sui suoi
fianchi. <No. Non posso. Non in questo modo!> esala, mentre si alza
velocemente in piedi e si volta per scappare. Buffy rimane allibita. Dopo un
secondo di esitazione si alza anche lei e lo raggiunge di corsa. <Perché no?>
gli chiede, come se non conoscesse già la risposta <Ti sei scopata Angel,
ecco perché!> esclama lui adirato <Non significava niente…> <Certo!
Adesso mi verrai anche a dire che pensavi a me mentre lui te lo metteva
nel…> Spike si blocca di scatto. Buffy ha abbassato la testa. Una singola
lacrima, piccola e lucente, riga la sua guancia perfetta. <Sc…scusami,
io…> sussurra lui ritornando indietro <No. Sei tu che devi scusarmi. E
hai ragione: è andata esattamente come hai descritto. Angel mi ha cacciata perché
io ho cercato di dimenticarti andando con lui, ma…> il vampiro protende un
dito e raccoglie la piccola goccia. <Non ti devi preoccupare per questo. Ma
non sarebbe giusto che io approfitti di te in questo modo. Adesso vai a casa e
riposati. Io tornerò domani mattina per vedere come…> Non ha ancora finito
di parlare che Buffy lo afferra prepotentemente per le spalle e lo bacia con
passione. Quando lei si ritrova a dover riprendere fiato, Spike si stacca per
un attimo guardandola negli occhi <Questo quindi vuol dire che…>
<Esattamente> sussurra lei. e le loro lingue tornano a giocare l’una
nella bocca dell’altra. Buffy preme il suo petto nudo contro il torace di
Spike, che la abbraccia con passione. Improvvisamente, la bionda sente dietro
la schiena qualcosa di duro contro cui il vampiro la sta spingendo, sempre
continuando a baciarla. In un attimo di lucidità si accorge che di tratta del
tronco della quercia dalla quale era uscito Spike poco prima. Si abbandona
contro la superficie scabrosa e infila le mani sotto la maglietta nera di lui.
La giacca di pelle orai giace abbandonata sul prato, insieme alla camicia di
seta nera e ad alcuni vestiti di lei. La schiena fredda e atletica di Spike è
un tendersi di muscoli che la cacciatrice non può fare a meno di notare,
nonostante dalla posizione in cui è non la possa vedere. I baci del vampiro,
scendono appassionati dalla bocca al collo di lei, mentre le mani fredde ed
esperte di lui le alzano la minigonna e si adoperano per far cadere sull’erba
un tanga finissimo e quasi inesistente. <Oh… dio Spikeeee…> geme lei,
mentre la lingua abile di lui comincia a leccarle il clitoride. Buffy non
riesce più nemmeno a stare in piedi. Ci prova, appoggiandosi al tronco della
quercia con la testa, ma le sue risorse si esauriscono quando lui le afferra i
glutei con le mani e la costringe ad avvicinarsi con le gambe per approfondire
il contatto. Spike sente le dita di Buffy afferrargli la testa affondando le
dita nei capelli ossigenati, e trascinarla in basso accompagnando la scia del
suo corpo che si siede sull’erba, intrappolato tra lui e la quercia, allargando
le gambe e guidando la sua bocca in quel luogo dove già da prima voleva
arrivare. Spike lecca la femminilità di Buffy mentre lei geme e si aggrappa al
suo collo. Il tutto non dura che pochi istanti. Dopo alcuni minuti di quella
piacevole tortura, Spike si alza velocemente seppellendo la testa nell’incavo
del suo collo e avvolgendo, con una mano nel frattempo, uno dei seni di Buffy
stringendolo a coppa. L’altra mano, utilizzata fino ad un attimo prima per
allontanare le dita di Buffy e riprendere il controllo della situazione,
scivola veloce fino alla vagina della cacciatrice e la massaggia infilando,
quando la sente pronta e abbastanza bagnata, un dito dentro. La bocca di Spike è
rapida a bloccare con un bacio l’urlo di sorpresa di Buffy che, travolta dal
piacere, si bagna ancora di più non appena al primo dito se ne aggiunge un
altro. <Bloody hell Buffy… mi fai morire se fai così…> sussurra il
vampiro tra un bacio e l’atro, mentre Buffy lo scongiura con un filo di voce di
non fermarsi. Le mani della ragazza, strette fino ad un secondo prima attorno
ai glutei del vampiro, si spostano sulla parte anteriore del suo corpo
accorgendosi di come lui sia gonfio e duro. Lo si può sentire persino
attraverso la stoffa dannazione! Buffy ne è estasiata…
Con uno sforzo di volontà non indifferente, riesce a
slacciargli la cintura dei pantaloni e a sfilarglieli quel tanto che basta
perché il suo pene, costretto fino a quel momento entro il limite invalicabile
della stoffa, possa essere finalmente in grado di raggiungere il suo piacere.
Spike ringrazia il cielo di non avere indossato mutande quella mattina o il
tocco con le mani di lei, diventando più lungo, gli avrebbe sicuramente fatto
perdere il controllo. Le gambe di Buffy si intrecciano con quelle di Spike
pregandolo di avvicinarsi. Le dita, strette intorno alla sua schiena, affondano
le unghie nelle spalle di lui nel preciso momento in cui viene penetrata fino
in fondo, con una violenza e una passionalità senza limiti. Travolgendolo con
il suo orgasmo. Spike cerca insistentemente di pensare a qualcosa di
spiacevole, come la faccia disgustata di Drusilla o l’espressione che gli
rivolge costantemente Xander per non venire a sua volta. E’ così occupato a
trattenersi che non si accorge minimamente dei rumori che giungono alle sue
spalle e che Buffy, presa com’è, non sta a sua volta ascoltando. Così da non
intuire come, dietro di loro, ci fosse un osservatore nascosto che guardava
allibito la scena.
“Ha fatto entrare Spike! Ma cosa le è saltato in
mente?”
Xander è talmente furioso con Anya che non si accorge
nemmeno di essere arrivato al cimitero.
“Dannazione! Ho anche dimenticato il paletto!” pensa
arrabbiato “Vorrà dire che andrò a casa di Buffy e chiederò a Down di
prestarmene uno. Dannato Spike! Se mi vede un vampiro sono fritto!”. Immerso in
questi pensieri, non si accorge del paletto di legno sull’erba, davanti a lui e
ci appoggia e sopra il piede cadendo a terra con un sonoro tonfo. “Maledizione!
Ma cosa diavolo è?” si lamenta il ragazzo rialzandosi a fatica. Vicino al suo
piede, un paletto appuntito sporco di sangue e un top femminile attirano la sua
attenzione. Nella sua mente si dipinge automatica una scena che ha visto sin
troppe volte: canini appuntiti, ringhio feroce, urla acute e infine, un corpo
inerte a terra che lui e Buffy rinvengono quando ormai è troppo tardi… ma
questa volta deve essere successo qualcosa di diverso… per prima cosa, che un
vampiro a Sunnydale girasse con un paletto in tasca era una cosa abbastanza
inusuale e per seconda, dove sta adesso il corpo? Xander solleva con
delicatezza il top e si accorge che non ci sono sopra tracce di sangue fresco.
“Un momento… un paletto di legno nel bel mezzo di un cimitero, di questo cimitero!
Un top abbandonato per terra, un top che, ora che ci penso, ho già visto da
qualche parte. E non è della misura né di Down né di Tara. Willow è a casa
studiare. Buffy è da Angel. Che Anya sia uscita e le sia capitato qualcosa di
orribile?” Xander afferra il paletto dal suolo e senza pensare si mette a
correre attraverso il cimitero intenzionato a raggiungere quanto più in fretta
possibile la casa di Buffy e chiamare aiuto.
Sta ancora correndo, quando dei rumori provenienti da
dietro un albero poco distante attirano la sua attenzione. “Anya!” pensa, e
senza riflettere si avvicina cercando di fare meno rumore possibile al luogo
incriminato. Non può certo immaginare la scena che invece si troverà davanti…
Un rumore secco. Appena percettibile. Uno schiocco.
Ma non abbastanza sottile per non essere colto dalle orecchie allenate della
cacciatrice né da quelle super-sensibili del vampiro. Spike e Buffy si voltano
all’unisono interrompendo quello che stanno facendo. La bocca spalancata di
Xander è il segno inequivocabile che è lì da abbastanza tempo per capire (e
vedere) tutto. Il ragazzo si volta e scappa, in direzione del Magic Box. Adesso
è più che mai convinto che la situazione richieda il codice rosso. E mentre
Buffy cerca di rivestirsi, aiutata da Spike che le butta sulle spalle il suo
spolverino di pelle, un folto gruppo di vampiri si para spuntando dall’ombra
alle loro spalle.
<Porca miseria! Ci mancava solo questa!>
esclama Buffy guardando in direzione di Xander <Ce la fai da solo?> Spike
si guarda intorno <Beh… forse contro i primi venti… poi però…> <Ok.ho
capito.> “Dannato Xander!” pensa. Mentre combatte fianco a fianco con Spike
e polverizza, uno dopo l’altro, tutti i loro avversari, Xander arrivato al
Magic Box, racconta a tutti la scena che ha appena visto.
<Ok. Abbiamo finito. E adesso la parte più
difficile…> sospira Buffy infilandosi il paletto in tasca e avviandosi in
direzione del Magic Box. <Cosa credi di fare?> <Venire con te, che
domande!> Buffy si volta verso di lui con le mani piantate sui fianchi
<No, non devi venire! La situazione è già abbastanza complicata anche senza
la tua presenza. Conosci Xander. sai che rischieresti la vita inutilmente…>
<E secondo te invece qua fuori sono al sicuro?> Buffy abbassa la testa
senza rispondere. <Senti – sospira Spike – Io non ti lascio da sola con
quelli. Non puoi affrontarli da sola. Potrai anche essere la cacciatrice,
ma…> <No!> il tono di Buffy non ammette repliche. Spike apre le
braccia tentando di rispondere, ma lei lo precede <Non voglio che ti facciano
del male. A me al massimo potrebbero fare una ramanzina. Saprò dirgli il fatto
loro. E non ammetto repliche!> aggiunge, visto che Spike è già sul punto di
ribattere. <Verrò alla tua cripta il prima possibile. Aspettami lì per
favore…>
La porta che cigola, gli sguardi di tutti fissati
duramente sul nuovo arrivato, un freddo cenno di invito ad entrare nemmeno
troppo amichevole. Sono cose a cui Buffy ormai è abituata, ma sempre stando
dall’altra parte… <Abbiamo bisogno di parlare> la voce del signor Giles è
atona e gelida. La cacciatrice si siede. <Non avevi il diritto di farlo>
Xander la guarda spalancando gli occhi <Era mio dovere.> <Ma che ti
saltato in mente? Lui non è come Angel e lo sai!> esclama il signor Giles
allargando le braccia <Voi non lo conoscete nemmeno!> tenta di difenderlo
Buffy, ma persino Willow è contro di lei <Non abbiamo bisogno di conoscerlo
per sapere che è un vampiro e non ha un’anima!> Buffy non ci vede più dalla
rabbia <L’anima non significa niente. – esclama - Tu hai un’anima, ma stai
giocando con la memoria di tutti noi. Ti pare una cosa giusta?> Giles si
alza in piedi battendo una mano sul tavolo <Non puoi paragonare le due cose!
Lui è un assassino Buffy!> <Ma è cambiato. E nessuno di voi sembra
rendersene conto!> <Sei solo tu che non vuoi vedere la realtà dei fatti
Buffy!> <Solo perché credi di amarlo, non significa che…> <No! –
Buffy interrompe Willow alzandosi bruscamente – Io non credo di amarlo. Io LO
AMO. E come al solito voi non capite o non volete capire!> Buffy si volta.
Sotto gli sguardi ammutoliti dei presenti la cacciatrice esce dal negozio e si
accascia piangente dietro l’angolo della strada.
<Ehi? C’è nessuno?> la voce di Anya risuona più
volte nella cripta vuota. Spike si appiattisce ancora di più contro la parete.
Non gli è fuggito il particolare che la bionda tenga in mano un paletto. E
spera con tutto sé stesso che non possieda ancora qualche capacità da demone
nascosta o lo troverà di sicuro. Magari possono averle attribuito qualche
potere speciale. <Spike… - urla lei – vieni fuori, non ho intenzione di
farti del male. Sto dalla tua parte…> ancora nessuna risposta. Anya sbuffa
annoiata <Se non vieni fuori da dietro quella colonna dovrò venirti a
prendere e questo presuppone una grande fatica! Falla finita per favore!>
Spike può avere tanti difetti, ma di sicuro non è un codardo. Non avrebbe senso
nascondersi ancora. Se deve affrontare Anya, tanto vale farlo a viso aperto, e
senza peli sulla lingua.
<Finalmente ti sei deciso!> sbuffa la bionda
chiudendo la porta alle sue spalle in modo che nessuno potesse entrare. <Che
cosa sei venuta a fare?> <E’ ovvio no?> Anya lo fissa per un lungo
istante con gli occhi sbarrati e poi sbuffa scocciata <Avevo paura che
mandassero qualcuno per farti la festa. Non sai a cosa possono arrivare. L’hai
combinata grossa questa volta. Ma Buffy è dalla tua parte. Si vede che voi due
ve la intendete alla grande…> <Quindi… - ricapitola Spike – tu… non sei
venuta qui per ‘farmi la festa’?> Anya si mette a ridere di gusto <Ma
certo che no, scemo! Pensavo che ormai lo avessi capito: io non ce l’ho con
voi. E sono sempre stata una delle poche persona a difendervi! Certo, se Buffy
dovesse chiedermi di vendicarmi di te dopo che tu l’hai…> <Ok ok Anya!
Non andare avanti!> la ferma Spike con un sorriso sollevato sulle labbra.
<Buffy piuttosto. So che era andata al Magic Box per parlare con gli altri,
sai niente di come stia andando?> Anya lo guarda ammutolita. <Che
c’è?>
<Tu… tu hai.. tu hai lasciato che… che Buffy
andasse da sola al Magic Box per…> <Diciamo che non mi ha lasciato molta
altra scelta> <E cosa ti avrebbe fatto per bloccarti? Un incantesimo
imbalsamante?> Spike allarga le braccia impotente <Senti, che diavolo
potevo fare?> <Seguirla! Ecco che diavolo potevi fare! Ma ti rendi conto
che Buffy è da sola con quel gruppo di… idioti che non aspettano altro che
vedervi a pezzetti? E’ da sola contro tutti. Come pensi che possa difendersi? E
poi, mio passionalissimo vampiro, ti è mai saltato in mente che la cacciatrice
può essere forte contro tutte le forze del creato ma non riuscirebbe mai a
sopportare uno scontro diretto con i suoi amici?! Anche in caso che ‘vincesse’,
si ritroverebbe da sola contro tutti.> Spike la guarda per un attimo
disarmato <Cosa… cosa possiamo fare?> sussurra alla fine. Anya afferra lo
spolverino di pelle nera dalla poltrona e lo tira al vampiro senza troppa
delicatezza <Andare ad aiutarla. E’ ovvio!>
I due non fanno, però, in tempo ad arrivare al Magic
Box che sentono dei singhiozzi provenire dall’angolo della strada. Si
avvicinano per vedere da dove provengono e trovano Buffy in lacrime. <Oh
Spike> esclama la cacciatrice buttandosi tra le sue braccia, <è stato
orribile!> <Cosa ti hanno detto quegli idioti?> urla Anya arrabbiata,
ma Buffy non fa in tempo a risponderle che Xander e company escono dal negozio
e si avvicinano ai tre.
<TU! DISGRAZIATO! – urla Anya puntando un dito
contro Xander – Come hai potuto?! Potevi farti gli affari tuoi una volta tanto!
E voi! Non ho davvero parole! Siete… siete… sempre pronti a rovinarle la vita!
Siete… siete delle sanguisughe, ecco cosa siete! Peggio voi dei vampiri!>
Willow guarda Buffy e nota la tenerezza con cui Spike sta tentando invano di
consolarla. Xander è allibito dalle parole della sua ragazza e Giles...
Giles fa un passo avanti a testa bassa e sussurra
<Mi dispiace. Eravamo usciti per fare pace.
Credimi. Non volevamo altro.> <Non abbiamo il diritto di intrometterci
nella tua vita> aggiunge Down < specie in quella privata. Scusaci
Buffy>
La cacciatrice è incredula. “Non può essere reale! -
pensa Buffy – sanno tutto di me e Spike, eppure mi chiedono scusa… Adesso mi
sveglio e scopro che è stato solo un bel sogno e…” ma un bacio dolce di Spike
le fa capire che, invece, non è un sogno.
THE END