PASSION FATAL



AUTORE: Manu-Manu

RAITING: NC- 17 (ma solo per sicurezza)

PAIRING: William e Buffy

DISCLAIMER: I personaggi non sono di mia proprietà ma di Whendon & Co., è una storia scritta solo per puro piacere personale e non a scopo di lucro, ecc. ecc.

GENERE: AU

RIASSUNTO: Chi sposerà William Darcy, ultimogenito del potente barone di Sunnydale. La nobile fanciulla normanna Darla, bella come un angelo ma fredda come una statua, oppure l'umile birraia del villaggio, la sensuale dispettosa e appassionata Buffy?



CAPITOLO 1 (prima parte)

Castello di Craig Fawr, 1233


Contento di potersi isolare per qualche momento dalle rumorose celebrazioni che si svolgevano nella sala sottostante, sir William Darcy prese a camminare avanti e indietro sugli spalti del castello di suo padre.

Il raccolto era stato abbondante e tutti coloro che abitavano a Sunnydale o nei suoi dintorni stavano facendo una festa nella sala grande, che a quell’ora era colma dell’odore acre di fumo delle candele e del sudore dei corpi accaldati, misto all’aroma di spezie e di profumi costosi.

Respirando a pieni polmoni l’aria frizzante della sera, William si appoggiò contro uno dei merli. Suo padre aveva impiegato anni a costruire quella fortezza dopo che era ritornato dalle crociate. Adesso il castello di Craig Fawr era solido e confortevole, un maestoso tributo alla determinazione e all’acume mercantili del barone Rupert Darcy.

Mentre William lasciava vagare lo sguardo sul cortile che si stendeva sotto di lui, i suoi occhi si posarono su un punto dove, tre anni addietro, aveva centrato appieno con la lancia un difficile bersaglio. Cosa che nemmeno Wesley, il suo fratello maggiore, era riuscito a fare. Era stato un gran giorno, quello. Finché quella impertinente di Buffy era arrivata con il suo carico di birra e aveva rovinato il suo trionfo osservando che, a suo avviso, il centro del bersaglio le pareva più largo del solito.

Anche se William era figlio del barone Rupert Darcy, Buffy non gli aveva mai portato rispetto né gli aveva dimostrato simpatia. Fin dai tempi dell’infanzia, lo aveva sempre deriso e dileggiato.

William era convinto che la situazione sarebbe stata diversa se fosse nato primogenito, come Wesley, o se fosse stato un barone, come il suo cugino e fratellastro Liam

Purtroppo non era né l’uno né l’altro, e tutti quanti a Craig Fawr lo reputavano ancora un ragazzo, come Liam continuava a chiamarlo nonostante avesse ricevuto l’investitura di cavaliere.

Ma un giorno le cose sarebbero cambiate. Lui, si William Darcy, sarebbe diventato l’uomo più famoso, più ricco e rispettato della famiglia, anche più di suo padre, che aveva perso un occhio combattendo in Terra Santa al fianco del re Riccardo.

Abbozzando un lieve sorriso di compiacimento, William considerò ancora una volta il piacevole modo con cui avrebbe potuto imboccare l’allettante strada che conduceva alla fama e al successo. Avrebbe sposato la donna adatta. E chi meglio di lady Darla Tommson, la più bella nobile normanna che avesse mai incontrato e che in quel momento era ospite a Craig Fawr con il padre, avrebbe potuto incarnare quell’idea di sposa?

L’opportunità di fare un matrimonio come quello che aveva in mente no era impossibile, pensò William, rammentando il sorriso che gli aveva rivolto lady Darla, vincendo il suo riserbo di fanciulla aristocratica, quando avevano ballato prima che si ritirasse nelle sue stanze per la notte.

Anche lui si sarebbe dovuto ritirare, si ammonì William soffocando uno sbadiglio. L’indomani mattina sarebbe dovuto essere pronto di buonora per scortare lady Darla alla cappella per ascoltare la santa messa.

William si diresse verso le scale che conducevano al cortile interno, rispose distrattamente al saluto della sentinella di guardia, aggirò la torre e attraversò una zona buia degli spalti, impenetrabile persino al chiaro di luna.

A un tratto due mani lo afferrarono per la tunica, attirandolo nell’angolo più scuro. Prima che potesse protestare o chiamare aiuto, la persona che lo aveva assalito premette il suo corpo voluttuoso contro quello di lui e lo baciò appassionatamente.

Un bacio che qualsiasi uomo avrebbe sognato.

Il bacio perfetto: deciso eppure dolce. Labbra calde e sensuali, che si muovevano sulle sue con ardore e desiderio, mozzandogli il respiro in gola. La bocca della donna sapeva di miele e di spezie, come il sidro di mele, e lievi ciocche di capelli gli solleticavano la guancia.

Un bacio che poteva ubriacare, inebriare un uomo.

Quella donna chi era?, si chiese William stringendola conto di sé, acceso di passione.

Lady Darla? No. La bella normanna era troppo timida e delicata per comportarsi in quel modo. E poi la sua bocca avrebbe avuto il sapore del vino.

Forse una delle cameriere? Si. Era probabile. Ma chi di loro poteva essere tanto audace da agire così?

Che importanza aveva?

L’aroma del sidro di mele pareva mescolarsi all’aria della sera fino a diventare parte di essa. E anche di William, mentre si abbandonava a quell’inaspettato momento di passione

Poi, com’era iniziato, il baciò terminò di scatto. La donna staccò la bocca dalla sua e si scostò da lui

-Non sei Riley!- esclamò sommessamente una voce familiare

William imprecò. Avrebbe dovuto capire chi era! Una sola persona sapeva di sidro e mele.

-Santo cielo, Buffy, che cosa fai?- protestò sottovoce, prendendola per le spalle.





Il buoi gli impediva di vedere il viso della giovane donna che distillava birra e sidro per guadagnarsi da vivere, ma sapeva che aveva partecipato alla festa. Com’era possibile non averla notata alla festa di seta rossa con bordi verdi e dorati, elegante e prezioso come quelli delle nobili dame? Era davvero un bel vestito, fatto per mettere in evidenza la figura snella di Buffy e per attirare l’attenzione maschile sulle sue forme, Le estremità del nastro rosso che le cingeva il capo a mò di coroncina le ondeggiavano sulle spalle a ogni passo di danza.

Si. Buffy si era fatta notare alla festa, ballando, ridendo, agitando la testa di riccioli biondi come uno spiritello gioioso, civettando con tutti gli uomini presenti. Fatta eccezione per lui, William, perché Buffy aveva avuto il buonsenso di evitarlo.

-Come puoi immaginare, stavo aspettando Riley- rispose lei con il suo solito tono spavaldo.

-Il capitano delle guardie?- domandò William, pensando al bruno, aiutante soldato che suo padre aveva promosso di recente a quella posizione di responsabilità.

-Non sono affari tuoi- replicò Buffy stringendosi sdegnosamente nelle spalle e spingendolo da parte per passare.

Udendo un rumore di passi che si avvicinavano, William la prese per un braccio e la obbligò a ritrarsi nell’angolo buio.

-Che cosa fai?- protestò lei

-Zitta! Non voglio che ci vedano insieme- bofonchiò William

-Oh, non dobbiamo farci vedere insieme, vero?- rise sommessamente Buffy con fare malizioso –Altrimenti Drusilla potrebbe pensare che la sua predizione stia per avverarsi-

La sentinella fece il suo giro di ronda e poi tornò indietro, ma William se ne rese appena conto. Le parole di Buffy gli avevano ricordato l’assurda, ridicola voce sparsa da quella intrigante di Drusilla, che si vantava di saper prevedere il futuro, e che era andata a raccontare a tutti gli abitanti del villaggio che un giorno lui e quella impertinente birraia si sarebbero sposati.


Una parte di lui, quella saggia e riflessiva stava disperatamente cercando d’ignorare la sensazione che la vicinanza del corpo di Buffy e il ricordo del bacio appassionato che gli aveva appena dato gli stessero procurando.

-Entrambi sappiamo che su questo punto Drusilla si sbaglia di grosso- borbottò –Io non ti sposerò mai-

-Che cos’hai, William?- lo prese in giro Buffy –Ti manca il respiro?-

-Io non h proprio niente- replicò William. Per dimostraglielo gli andò più vicino –Dov’è Ben?- gli chiese, menzionando il nome del figlio illegittimo che Buffy aveva dato alla luce 10 anni prima

-Non può essere con suo padre perché questa sera Liam non è qui. E non c’è neanche sua moglie- puntualizzò Buffy –Chissà come sei triste per non aver visto la bella Cordelia-

William contrasse la mascella. A suo tempo, l’infatuazione che aveva avuto per la moglie del cugino aveva provocato molti pettegolezzi al castello e al villaggio. Pettegolezzi per la verità giustificati dal suo sconsiderato comportamento.

Si era proprio reso ridicolo agli occhi di Cordelia confessandole l’amore che credeva di nutrire per lei e si era reso indegno delle insegne di cavaliere delle quali andava fiero. Non era leale che Buffy glielo ricordasse.

-Qualunque sentimento abbia provato in passato per Cordelia, non esiste più. Tu puoi dire la stessa cosa riguardo a Liam?- obbiettò seccamente

Buffy tornò a ridere sommessamente. Era la medesima reazione che aveva tutte le volte che cercava di parlare con lei. Sembrava che quella zoticona non potesse mai fare un discorso serio.

-Sei geloso?- gli chiese con fare ammiccante

-Di te e lui? Mai-

-Ah, bene. Considerando che Liam è stato con me prima che Ben venisse alla luce, immagino che dovrei lodarti per la tua saggezza-

-Ho detto che non sono mai stato geloso di voi due- precisò William seccamente.

-Molto bene, ti credo- disse Buffy accennando un inchino

-E dal momento che sei stato tanto gentile da chiedermelo, ti dirò che questa sera mio figlio è con Tommy e Drusilla-

Tommy era l’altro figlio bastardo di Liam,e Drusilla era la sua mamma.

Drusilla era stata la prima amante di Liam e aveva generato il primogenito del giovane barone Darcy. Ma non era solo questo a darle prestigio e autorità fra gli abitanti del villaggio. Era soprattutto la sua capacità di prevedere il futuro a farla rispettare, e anche temere, un po’ da tutti. Questo potere di vedere quello che sarebbe successo, Drusilla lo aveva appreso da Rachel, la vecchia guaritrice del villaggio che conosceva tutte le virtù salutari delle erbe e preparava infusi, decotti e impiastri di ogni tipo di male. Rachel conosceva anche il corso degli astri e l’influenza che essi potevano avere sul destino delle presone.

Drusilla era stata allevata da Rachel. La guaritrice l’aveva trovata in fasce in una cesta sotto un quercia accanto ai corpi inanimati dei genitori- L’aveva portata nella sua capanna, l’aveva riscaldata e nutrita con latte di pecora e da quel giorno l’aveva sempre tenuta con sé, perché era rimasta sola al mondo. Quando era diventata fanciulla, alta e fiera come un’amazzone, Drusilla era andata a vivere al castello e aveva imparato l’arte di filare e tessere la lana. Proprio lì aveva conosciuto Liam ed era diventata la sua amante.

-Almeno Drusilla sa come deve comportarsi come madre- osservò William con tono di accusa.

- Drusilla non si prende un altro amante perché è troppo altera e presuntuosa. Dopo aver avuto un figlio da un barone, non è disposta a amare un uomo che non sia nobile-

-Te lo ha detto lei?-

-Conosci Dru, no? Hai qualche dubbio in proposito?

-Forse si sta ancora pentendo di aver generato un figlio con Liam-

Buffy tornò a ridere –Non essere sciocco. Come me, Dru non è pentita di aver avuto un figlio con Liam. E’ l’influenza dei normanni a farti parlare così? Sai che noi gallesi non badiamo a queste cose. Siamo troppo pratici-

-Non è la parola che userei-

-Quale useresti? No, lasciami indovinare- disse Buffy appoggiandosi l’indice sulle labbra

-Immorali? Dissoluti? Peccaminosi?- gli fece scorrere il dito lungo il mento -Lussuriosi? Lascivi?-

Eccitato suo malgrado, William si scostò

-Non provi vergogna ad avere un figlio senza essere sposata?-

-Mi rendo conto che sei stato troppo tempo con i normanni! No. Non me ne vergogno affatto-

-E non ti dà fastidio o ti addolora, che Liam abbia sposato un’altra donna?-

-Perché dovrebbe? Liam e io non abbiamo mai parlato di matrimoni. E poi l’amore fra noi è finito molto prima che Liam incontrasse Cordelia-

-Non ti capirò mai-

-Forse sono io che non voglio essere capita da te-

-E a me non importa che cosa tu faccia e con chi lo faccia- ribattè William, lottando contro il desiderio di assaggiare di nuovo quelle labbra che sapevano di miele e di spezie, di stringere contro di sé quel corpo femminile vibrante di vita e sensualità.

-Bene-

-Allora resta qui ad aspettare il tuo amante-

-Credo sia meglio che io vada a cercarlo. E’ in ritardo. Lasciami passare-

-Non ho intenzione di impedirtelo-

-Mi sbarri la strada-

-Io?- obbiettò William con il cuore che gli pulsava in gola

-Si-

William non si scostò, ma cedette alla tentazione che lo tormentava da tempo e attirò Buffy contro di sé.

Poi la baciò con tutta la selvaggia, sfrenata passione che era esplosa dentro di lui da quando Buffy gli aveva premuto le labbra sulla bocca.

Per un istante lei parve arrendersi, ma poi lo respinse con furia.

-Non mi piaci!- protestò Buffy con convinzione, cercando d’ignorare l’ondata di desiderio che il bacio di William darcy aveva provocato in lei.

No. William non le piaceva. Non aveva simpatia per quel giovane uomo dei freddi occhi azzurri che sembravano giudicarla costantemente e condannarla perché si godeva di quello chela vita offriva, perché gioiva dell’ammirazione degli uomini. D’accordo, era bello come tutti i Darcy: aveva i capelli chiari molto diversi da quelli del cugino, labbra sensuali e un corpo agile e muscoloso, frutto di lunghe ore di allenamento nelle arti marziali, che la tunica nera e le brache attillate mettevano in evidenza.

Ma c’erano molti uomini belli come lui, e dotati di maggiore senso dell’umorismo e di gioia di vivere. Si, William aveva quasi i lineamenti di Liam, ma aveva anche gli occhi severi del fratello maggiore, l’impeccabile Wesley Darcy, che si pavoneggiava nel proprio onore come un guerriero si pavoneggia in un’armatura lucente.

-Anche tu non mi piaci- replicò William

-Allora vattene. Lasciami in pace-

William si girò, invitandola co un ampio gesto della mano a passare. Buffy fece un passo avanti.

No. Lui non era Riley. Non era Liam, e neppure un altro della dozzina di uomini con i quali aveva fatto l’amore.

Ma i suoi baci erano i più caldi che avesse mai ricevuto da un uomo, e lei voleva di più.

Così Buffy lo attirò con impeto contro di sé e tornò a baciarlo con passione, compiacendosi della sorpresa e del desiderio che accese in lui.

Avrebbe mostrato a William Darcy perché molti uomini la trovavano irresistibile.

-Dovresti comportarti come si conviene a una donna dignitosa e andare immediatamente a casa- ansimò lui ritraendo.

Buffy gli appoggiò le mani sul petto, avvertendo i muscoli possenti sotto la tunica e il battito furioso del cuore

-Posso fare quello che voglio. Sono una donna adulta- ribattè con aria di sfida.

Gli avvicinò le dita ai lacci della tunica, sciolse il nodo che la teneva legata attorno al collo e infilò la mano sotto la camicia per accarezzare la pelle.

-Lo vedo- borbottò William con voce roca, appoggiandole una mano sul seno.

Buffy ritrasse la propria, ma solo per fargliela scorrere lungo il corpo. Voleva toccarlo, esplorarlo tutto.

Con il respiro affannato, William tornò a baciarla. Buffy le dischiuse all’istante per ricevere la sua lingua.

Continuando a baciarla, William la spinse contro il muro e iniziò a sciogliere i lacci che le chiudevano il vestito sulla schiena.

No. Lui non era come gli altri. Aveva sempre immaginato che sarebbe stato così, penso Buffy.

Perché non scoprire tutto? Fino in fondo.

Mentre gli accarezzava il petto, William le fece scivolare il corpetto lungo il busto. Quando si chinò a mordicchiarle un capezzolo, lei trattenne a stento un grido di piacere. Solo la vaga consapevolezza che la sentinella di guardia l’avrebbe sentita la indusse a rimanere in silenzio.

Ansiosa di avere di più, premette i fianchi contro quelli si lui.

Era un invito. Un permesso. Una richiesta.

Poi gli insinuò le mani sotto la tunica alla ricerca delle brache.

Ansimando, William le alzò l’orlo della gonna, poi la sollevò tenendola saldamente per il fondo schiena.

-Si. Oh. Si- sussurrò Buffy aggrappandosi alle sue spalle e circondandogli il corpo con le gambe.

William la prese con ansiosa frenesia.

Mordendosi il labbro per non gridare, Buffy lo accolse dentro di sé, godendo di ogni spinta, mentre il suo corpo si tendeva nella deliziosa ansia dell’attesa come la corda di un liuto sotto le dita esperte di un musicista,

E William era l’esperto menestrello che sapeva esattamente come toccare il suo corpo, quasi fosse stato uno strumento a lui familiare. Finché la tensione esplose e ondate di piacere la travolsero in un gorgo di pura estasi.

Dalle labbra di William non sfuggì alcun suono anche quando alla fine si acquietò, accasciandosi contro di lei, esausto e sudato.

Sfinita e appagata, Buffy gli appoggiò il capo contro la spalla, mentre il suo respiro tornava gradualmente normale.

Aveva appena fatto l’amore con William Darcy, un uomo che non provava nemmeno un bracciolo di simpatia per lei, pensò Buffy, allibita.

Svanita la passione, restavano solo amarezza rimorso.

William non aveva mai avuto simpatia per lei.

Fin da quando erano fanciulli e lui si recava alla birreria con suo padre in compagnia del barone.

Stava impalato a fissarla con i suoi occhi duri e penetranti come se in lei ci fosse stato qualcosa di riprovevole. Disperata, Buffy lo aveva schernito e beffato fino a ottenere una reazione, una risposta, anche se quella che lui le aveva detto nel corso di quegli anni non era mai stato gradevole da ascoltare.

Quando Buffy rimise i piedi per terra, la gonna le ricadde attorno alle gambe, coprendo pudicamente la sua nudità.

Quasi contemporaneamente, William si girò e allacciò le brache, abbassando l’orlo della tunica.

-Mi dispiace- mormorò -Non volevo che accadesse-

-Invece lo volevi- replicò Buffy richiudendo il corpetto sul seno, ferita nell’orgoglio dall’atteggiamento imbarazzato di lui

-Se non avessi voluto che accadesse, non lo avresti fatto. Non cercare di negarlo-

-Sono pentito di averlo fatto e vorrei che entrambi dimenticassimo quello che è appena accaduto- ribadì William tristemente

Anche se si disse che avrebbe dovuto immaginarselo e che non doveva essere sorpresa, Buffy sentì le lacrime salirle prepotentemente agli occhi.

Ma sarebbe morta piuttosto che mostrare che era offesa e ferita.

-Che cosa è appena accaduto? Niente. Proprio niente!- replicò con un’alzata di spalle, ostentando una falsa indifferenza.

-Sono contento che tu sia d’accordo con me- disse William, visibilmente sollevato.

-Oh, sono d’accordo. Eccome! Con Liam era fantastico. Ma questo non lo è stato- dichiarò Buffy con tono di schermo.

Poi, prima che William potesse ferirla ulteriormente con le sue parole taglienti, si allontanò, sparendo lungo la scala che scendeva nel cortile.

Rimasto solo sugli spalti, William sospirò profondamente mentre si riavviava i capelli scomposti. Santo cielo, che cosa gli era successo? Come era potuto essere così sconsiderato , e così stupito?

Con Buffy! Fra tutte le donne di Sunnydale aveva scelto proprio Buffy per abbandonarsi ai suoi bassi istinti!


Buffy, che lo aveva sempre deriso come se tutto quello che faceva fosse solo una sorte di facezia per farla divertire. Buffy, che si vantava di dormire con tutti gli uomini che glielo chiedevano.

Buffy, la donna che aveva generato un figlio con suo cugino Liam fuori del matrimonio.

Che Dio lo proteggesse. Aveva bisogno di sposare la dolce, riservata, ingenua Lady Darla, che si sarebbe sicuramente scandalizzata se avesse saputo come si era comportato quella sera.

Doveva controllarsi meglio. Ma quale uomo avrebbe saputo resistere al bacio appassionato di Buffy? Quale essere mortale avrebbe avuto la forza di respingere una calda, seducente donna che si fosse offerta a lui con tanto ardente desiderio?

Nessuno che lui conoscesse. Nemmeno l’austero Wesley.

A differenza di Buffy, almeno lui era pentito della sua condotta lasciva. Se fosse stata un’altra donna, una creatura pudica e timorata di Dio, lei sarebbe fuggita appena si fosse resa conto che aveva sbagliato a baciarlo.

Ma Buffy era rimasta, e lui aveva inevitabile ceduto alla tentazione.

Si. Era colpa di Buffy. Era sua la colpa perché l’aveva baciato, e perché era il tipo di donna che si apposta negli angoli bui come quello, con uno scopo ben preciso. Quello scopo. Perciò non era il caso di rimproverarsi. La colpa di ciò che era accaduto era tutta di Buffy.

Ma se lady Darla fosse venuta a saperlo ci sarebbe state delle difficoltà.

Doveva assicurarsi che la bella normanna non lo sapesse mai, decise William. Anche se ciò significava dover parlare in privato con Buffy. Considerando la rabbia che aveva visto lampeggiare anche nel buio nei suoi occhi verdi, immaginava che anche lei fosse ansiosa di tenere segreto il loro convegno.

Si sarebbe recato da Buffy l’indomani, decise William. Ma senza fretta. Se avesse lasciato il castello troppo presto, avrebbe suscitato curiosità e poi avrebbe dovuto dare spiegazioni.

E non voleva essere costretto a mentire.


(fine della prima parte)


(Seconda parte)

Buffy attraversò il cortile vuoto a passo spedito.

Era ansiosa di ritornare a casa, di allontanarsi da William e da tutti i Darcy.

Doveva essere impazzita! Fare l’amore con quella canaglia!

Quel maledetto arrogante che coraggio aveva avuto a cercare di farla vergognare per qualcosa che era solo naturale? Era fiera di essere la madre del figlio di Liam. Senza contare che tutti sapevano che William avesse smaniato per lady Cordelia, la moglie normanna del cugino.

Un sorriso sardonico incurvò gli angoli della bella bocca carnosa di Buffy. A quanto sembrava, il focoso cavaliere aveva superato quella infatuazione.

-Buffy-

Un’altra figura maschile avanzò verso di lei del portone. L’uomo era armato e indossava la cotta di maglia di ferro. Folti capelli biondicci gli sfioravano le spalle robuste e gl’incorniciavano il viso.

Riley.

-Dov’eri andato?- gli chiese Buffy con tono freddo.

-A riferire la parola d’ordine alla sentinella di guardia per la notte- si scusò Riley , prendendola per mano

-Sei bellissima con questo vestito, Buffy. Il rosso si ti dona-

-Pensavi che ti avrei aspettato per sempre?- replicò scostandosi

-Buffy, lo sai che solo il dovere e le tue indisposizioni femminili mi tengono lontano da te. Sono finite vero?- obbiettò lui con la sua voce calda e profonda

-Si-

-Non sarai in collera perché sono un poco in ritardo! Altre donne potrebbero esserlo, ma non tu.-

Buffy sospirò profondamente. Aveva fatto quello che aveva fatto. Non poteva biasimare altri se non se stessa

- No. Non sono in collera con te-

-Mi fa piacere- sussurrò Riley, guidandola verso il magazzino degli attrezzi

-Questa sera la mia baracca è troppo affollata di soldati che fanno baldoria-

-Sono stanca, Riley- disse Buffy liberando la mano -Adesso andrò a casa e metterò a letto-

-Posso venire con te. Qui al castello i miei compiti sono finiti. Tuo figlio è con Drusilla vero?-

-Ho detto che sono stanca. Buonanotte, Riley-

Piantando in asso l’ardente ammiratore, Buffy si allontanò senza aggiungere altro.


Il mattino seguente, il barone Rupert si avvicinò sospirando alla tavola alta della sala grande di Craig Fawr, dove il figlio minore stava già consumando il suo spuntino. Altri tavoli erano stati montati per accogliere la servitù e gli ospiti, e numerose cameriere erano indaffarate a servire il primo pasto della giornata.

-Dio mi protegga- bofonchiò il barone con una smorfia sedendosi pesantemente sulla sua sedia.

-Il vento deve soffiare da est perché la gamba mi duole più del solito-

Si girò verso William e lo scrutò con insistenza

-Questa notte non hai dormito bene, figliolo? Colpa del vino o di una donna?-

-Che dici!- protestò William guardandosi attorno nella sala.

Per fortuna, la devotissima lady Darla non era ancora ritornata dalla cappella, dove William si era basto ad ammirarla. Nell’abito azzurro pallido e con lungi capelli biondi appena coperti da un leggerissimo velo bianco, le era apparsa come una angelo. Avrebbe voluto attenderla per scortarla nella sala grande, ma aveva temuto di fare la figura del paggio innamorato.

Per quanto la desiderasse, voleva conservare un poco della propria dignità.

Inoltre pensava che avrebbe fatto meglio a incontrare Buffy prima di parlare con lei.

-Molto bene- ridacchiò il barone Darcy.

-Non dirmelo. Ma io preferirei che si trattasse di una donna. Non sopporto gli ubriaconi-

-Lo so- confermò William

Il padre poteva essere semicieco,ma vedeva sempre tutto. E se gli capitava di non cogliere qualche sfumatura, sua moglie era pronta a fargliela notare.

Era praticamente impossibile tenere un segreto con i suo genitori, pensò William fissando il volto del padre.

-Allora è una donna. Bene. Sei un uomo giovane e immagino che ci sia da aspettarselo. Anche Wesley ha avuto i suoi…-

-Amori- lo prevenne William - E Liam, naturalmente. Finché trattato bene da quel cavaliere d’onore che sono, non c’è niente di male. No sei d’accordo papà?-

-Si, hai ragione- osservò Rupert alquanto stupito

-E quello che accade riguarda solo te e la donna-

Avrebbe fatto meglio a tacere, pensò William, rinunciando a replicare

-Spero sono che ti stia trastullando con una inglese o gallese e non con una normanna- osservò il barone allungando una mani verso la pagnotta che aveva davanti

Mott, il segugio preferito di Rupert Darcy, un enorme cane nero, si avvicinò scodinzolando, in attesa di ricevere qualche briciola.

-Anya ha un debole per te- proseguì il barone, accennando col capo verso una giovane cameriera.

Di poco minore di William, Anya era leggiadra e oltre a possedere cure generose era una fanciulla gentile ed educata. William le aveva rubato qualche bacio nelle cucine, ma non si era mai spinto più in là.

-Non sta per sposarsi-

-Oh, si. L’avevo dimenticato-

-Ma io no. E poi non mi sto trastullando con nessuna-

-No?!- esclamò il padre con tono di aspra disapprovazione

-No! Che cos’hai contro le donne normanne? Tu hai sposato una normanna-

-Tua madre è una donna eccezionale, assolutamente fuori dal comune- rispose il padre con una risatina bassa.

William finse di non aver già sentito quella sua osservazione almeno un migliaio di altre volte.

Non era un segreto che il barone amasse profondamente la sua meravigliosa consorte.

-La maggior parte delle donne normanne sono rigide e ambiziose- sentenziò il padre facendosi serio –E custodiscono gelosamente la loro virtù. Non è saggio promettere a una normanna più di quello che sei disposto a concederle-

-Non ho fatto promesse a nessuna donna- obiettò William staccando un pezzo di pane dalla pagnotta e gettando le briccole a Mott

-Ti ho avvertito, figliolo- annuì Rupert con tono pacato

-Non vorrei che si ripetessero i problemi che abbiamo avuto con il matrimonio di Liam. Non sono pronto a trattare con un altro austero e intransigente normanno come Lord Perronet, lo zio di Cordelia. Ti ricordi che aveva minacciato di uccidere Liam se non avesse sposato immediatamente sua nipote? E dopotutto era stata lei a intrufolarsi nel letto di Liam- rammentò il barone sospirando e massaggiandosi la gamba offesa.

-Nemmeno io la voglio- lo rassicurò William alzandosi in piedi. Non aveva più appetito –Ti assicuro che cercherò di comportarmi sempre e in tutto con giudizio e con onore-

-Ne sono sicuro William- convenne il padre.

-Non ho mai dubitato di questo-

Senza rispondere, William gli girò le spalle e si allontanò

-Benedetto ragazzo! Credo che dovrai parlarne un po’ con sua madre- borbottò il barone, accarezzando distrattamente il muso di Mott.

Non mutò avviso quando vide il figlio fermarsi sulla porta e arrossire alla vista di lady Darla e del padre di lei che entravano per consumare il loro spuntino.


(fine della seconda parte)



CAPITOLO 2 (prima parte)

Mentre sorrideva alla leggendaria lady Darla, William si accorse che stava arrossendo come un bambino colpevole. Ma non potè evitarlo

Anche se era impossibile, aveva l’impressione di portare su di sé qualche segno visibile del comportamento lascivo e peccaminoso che aveva tenuto con Buffy e che era certo avrebbe scandalizzato e disgustato quella giovane donna delicata e dimorata di Dio.

-Buongiorno, sir. William- mormorò lady Darla abbassando pudicamente gli occhi. Ma non prima di avergli rivolto un sorriso soave.

Un sorriso che non gli avrebbe se avesse saputo quello che aveva fatto

-I miei rispetti, milady, e anche a coi, milord- rispose rivolgendo un compito cenno del capo al burbero padre di Darla.

Come molti normanni, sir Anthony portava i capelli grigi corti e arricciati. Quel mattino indossava una lunga tunica bordata di pelliccia per difendersi dal freddo e aveva sul viso una espressione decisamente contrariata.

Rammentando l’impressionabile quantità di birra mista a vino che sir Anthony aveva bevuto la sera precedente, William si chiese se fossero i postumi della sbornia la causa del cattivo umore dell’anziano signore.

Augurandosi che si trattasse di quello e che il raffinato gentiluomo non ce l’avesse con lui, si girò a sbirciare verso il proprio genitore, che aveva sempre portato i capelli lungi e si era sempre vestito con semplicità.

Il barone rupert Darcy era ancora seduto alla tavola alta a bere e mangiare, ma osservava il figlio e i suoi ospiti con l’unico occhio sano come un falco spia la sua preda.

Grazie al cielo, suo padre era sempre cortese e ospitale con i visitatori, si compiacque William, così non doveva temere di trovarsi in imbarazzo per il suo comportamento.

-Vi prego, accomodatevi alla tavola alta- disse, deciso a ignorare la curiosità del padre mentre rifletteva sulle opportunità di tagliarsi i capelli che, al pari di suo fratello e di suo cugino, gli coprivano la nuca fino a sfiorargli le spalle.

Con un cenno di assenso del capo, sir Anthony si avviò verso la tavola, ma lady Darla appoggiò una mano delicata sul braccio di William e gli rivolse uno sguardo implorante.

-Dobbiamo proprio?- mormorò con la bella voce incrinata dall’ansia

-Possiamo accomodarci là, milady- rispose William con un sorriso indicando un tavolo libero, intimamente compiaciuto che la leggiadra fanciulla volesse rimanere da sola con lui, naturalmente entro i limiti imposti dalle convenzioni e dal decoro.

-Oh, grazie- gli sussurrò lei quando la guidò verso il tavolo.

Lady Darla si sedette con grazia, spostando di lato la gonna con un gesto fluido ed elegante. Poi tornò a guardare William con gli occhi azzurri colmi di apprensione

-Spero che non vi siate offeso, signore, ma trovo che vostro padre sia piuttosto…inquietante-

In effetti suo padre con quella cicatrice sul viso, la benda nera sull’occhio accecato e l’andatura leggermente zoppicante, poteva fare una certa impressione, convenne William prendendo posto accanto a Darla e aspirando il delicato profumo che emanava il corpo di lei.

Buffy sapeva di miele e di spezie, gli ingredienti del sidro di mele e del braggot, una tipica bevanda gallese ottenuta mescolando la birra al sidro di mele, ricordo all’improvviso.

Non era il momento di pensare a Buffy, si ammonì contrariato, rivolgendo alla delicata fanciulla che gli stava accanto un sorriso rassicurante.

-Non dovete scusarvi, milady. Molte persone lo temono, soprattutto i suoi nemici-

-Spero che non mi annoveriate tra i nemici della vostra famiglia!- esclamò lady Darla, avvampando in modo seducente.

-Che dite! Assolutamente no- si affrettò a dichiarare William

Lady Darla sorrise.

Un sorriso bellissimo, anche se in esse non c’era…

No! Non mancava niente in quel sorriso. Era un sorriso meraviglioso. Una leggiadra fanciulla stava sorridendo a lui. Sarebbe dovuto essere felice. Doveva smettere di pensare al sorriso di Buffy. E alla spruzzata di efelidi che le picchiava il naso, e a come socchiudeva maliziosamente gli occhi quando era contenta.

E alle scintille che quegli occhi sprizzavano quando era infuriata. O ai lampi di scherno che saettavano in quelle pupille verdi quando lo prendeva in giro. Perché la sera precedente non l’aveva guardato in quel modo offensivo?

-Sono molto contenta di sapere che ci considerate vostri amici- proseguì lady Darla mentre Anya le metteva davanti il tagliere del pane e un boccale di birra.

L’aristocratica normanna non prestò attenzione alla cameriera.

-Spero che ciò non significhi che avete fretta di lasciarci- osservò William, ringraziando Anya con un cenno del capo. La cameriera lanciò un’occhiata cattiva a lady Darla, che per fortuna non se ne accorse.

-Oh, non ho alcuna fretta- dichiarò lady darla.

William si guardò in attorno per assicurarsi che nessuno li stesse guardando, nemmeno suo padre, poi allungò il braccio sul tavolo e le prese la mano.

-Sono contento-

Lady Darla abbassò gli occhi sulla mano di William posta sulla sua, fissandola con espressione sgomenta.

Se lei non voleva che le tenesse la mano, perché non la ritraeva?, si chiese lui, confuso e disorientato. E se apprezzava quel gesto familiare, perché le sue dita erano ineri e aveva quella strana espressione?

Lady Darla sembrava contrariata, ma anche indecisa su quello che doveva fare.

William la lasciò andare e ritrasse il braccio per evitare qualsiasi imbarazzo.

Lady Darla gli lanciò un altro sguardo incerto, tornando ad avvampare.

Era un sciocco, si ammonì William. Lady Darla era una fanciulla pudica e rispettabile. Non poteva aspettarsi che reagisse con sfrontatezza o con decisione.

Era sicuramente un punto a suo favore.

-La giornata si presenta bella. Più tardi accettereste di fare una cavalcata con me?- le chiese compitamente –Naturalmente con una scorta- soggiunse per timore che lei pensasse che le stava facendo una proposta sconveniente.

-Ne sarei felice, sir William- rispose Darla sommessamente

William assaporò il suo piccolo trionfo. Quella donna era un premio inestimabile, la quintessenza dell’aristocratica femminilità normanna. E non c’erano dubbi, lei provava qualcosa per lui. Forse qualcosa di tanto serio e profondo da accettare di diventare sua moglie.

Sposare lady Darla sarebbe stata una grande vittoria. Avrebbe dimostrato quanto valeva a tutti coloro che non lo ritenevano all’altezza di Wesley, di Liam e di suo padre.

Doveva ottenere la mano di lady Darla. E l’avrebbe ottenuta.


- C’è sotto qualcosa- disse Rupert Darcy guardando la sua serafica moglie, intenta a tessere un arezzo nel solario -Il nostro William aveva l’aria di chi non ha dormito ed era di un umor nero-

-Forse non gradisce essere interrogato come un bambino irresponsabile. Adesso è un uomo, Rupert- rispose lady Joyce abbozzando il lieve sorriso affettuoso che riservava solo al marito, mentre continuava a lavorare al suo arezzo.

-Non ho detto questo- obbiettò il barone iniziando ad andare avanti e indietro per la stanza zoppicando per la ferita riportata in battaglia.

-Non sono un indovino per leggergli nella mente. Se non voleva che lo interrogassi, doveva dirlo apertamente-

-Pretendi troppo da un uomo che non lascia trapelare i suoi affanni- osservò lady Joyce.

Il barone si lasciò cadere sulla sedia con un sorriso.

- D’accordo, è coerente con la sua riservatezza. Ma è una dote che ha ereditato più da te che da me-

-Comunque sia, William ha sempre custodito gelosamente i propri sentimenti. Tuttavia, temo che non ci fosse stato niente, non sarebbe stato tanto restio a dirti perché era stanco-

-Sono sicuro che c’è di mezzo un donna-

Joyce aggrottò la fronte

-Credi che abbia fatto qualcosa di sconveniente con lady Darla? Ho notato le attenzioni che le ha rivolto durante la festa, e come ha ballato con lei. E lady Darla sembrava contenta-

Rupert si soffregò la benda che gli copriva l’occhio accecato

-Spero di no- bofonchiò

-Quella fanciulla non ti piace?-

Rupert si stinse nelle spalle come un bambino imbronciato più che come un potente signore di un castello -Non particolarmente-

-E’ molto bella- gli fece notare la moglie con gentilezza

-Non tutti son saggi e ponderati. Tu eri molto maggiore di William quando m’incontrasti, altrimenti avresti sposato un’altra-

-Dopo tanti anni, amore mio, continui a non credere che sei bella-

-Solo per te, mio adorato. Ma mi basta- rispose lady Joyce con un altro dolce sorriso –Pensi che William si sai invaghito di lady Darla?- domandò facendosi seria -E che lei non ricambi il sentimento?-

Il barone Darcy tornò a stringersi nelle spalle

-Non lo so. Lei è troppo…schiva. Troppo perfetta. Deve esserci qualcosa che non va-

-Perché sembra perfetta o perché ha colpito la fantasia di William?-

-Immagino che sia perfetta per chi desidera una moglie priva di vita, di entusiasmo, di vivacità. Santo cielo, mi stupisco che respiri! In lei non c’è un barlume di vitalità, di passione-

-Se ieri sera William e stato con lei, vuol dire che forse serba l’entusiasmo e la passione per il giovane cavaliere che ha conquistato il suo cuore-

-Credi che abbia un cuore da conquistare?- borbottò il barone -Santi nubi, Joyce, spero che non sia stato con lei. Non voglio che un altro normanno infuriato si lamenti che un giovane cavaliere della mia famiglia ha disonorato sua figlia e pretenda un matrimoni riparatore-

-Rupert non stiamo parlando di Liam, ma di William- lo ammonì affettuosamente la moglie

-Credi davvero che possa aver fatto l’amore con una fanciulla normanna come lady Darla prima del matrimonio?-

-Se non si trovava con lei, potrebbe trattarsi di un’altra- osservò il barone con espressione sorniona –Forse Buffy-

-non glielo avrai detto vero?- proruppe lady Joyce inarcando le sopracciglia

- No. Probabilmente mi avrebbe sfidato a duello- Rupert ridacchiò –Quella si che è una donna piena di entusiasmo!-

-Sfortunatamente non credo che William voglia prendere in considerazione il matrimonio con una donna che non sia nobile lignaggio-osservò Joyce

-La sua ambizione mi ha causato parecchie preoccupazioni- dichiarò l’uomo –So dove la smania di onori e di ricchezze possa condurre un uomo-

Lady Joyce annuì pensierosa, probabilmente ricordando le nefandezze compiute dal padre di Liam per la sua smodata sete di potere

-Immagino che sia anche difficile essere il figlio cadetto- sospirò - Se solo Drusilla non avesse mai fatto quella profezia…Buffy e William andavano d’accordo finché Drusilla non ha detto che si sarebbero sposati-

-Ma se litigavano come cani e gatti!- protestò Rupert

-Era diverso. Erano battibecchi infantili-

-Forse dovrei…-

-Rupert! Non puoi, non devi dire una parola!- lo ammonì la sua sposa -A nessuno dei nostri figli piace ricevere consigli non richiesti. E adesso non dirmi che non hanno preso da te!-

Il barone corrugò la fronte -hai ragione, come sempre. Non dirò niente. E tu?-

-Rupert!!-

-Santo cielo, Joyce!!- esclamò il barone appoggiano le mani sui braccioli della sedia e alzandosi in piedi con l’agilità che la gamba offesa gli consentiva

-Voglio sapere se nostro figlio fa sul serio con quella creatura normanna o se si sta solo divertendo-

-Creatura mi sembra una definizione un po’ dura-

-Donna. Femmina. Quella che è. Non m’ispira fiducia. Ha un sorriso troppo affettato-

-A essere sincera, mio caro, non piace molto neppure a me. Forse è un capriccio passeggero-

-Che dio mi aiuti, lo spero anch’io-

- Qualunque cosa sia, non dobbiamo interferire. William è un uomo e dobbiamo confidare che si comporti con rettitudine e onore in qualsiasi situazione e con qualsiasi donna-

Rupert si avvicinò alla moglie e la prese tra le braccia

-Voglio solo che sia felice, Joyce. Desidero che il nostro William abbia la felicità che abbiamo avuto noi due-

Come avveniva sempre, il sorriso della moglie lo intenerì profondamente

-Lo so, amore mio, lo so- mormorò lady Joyce sollevandosi sulle punte dei piedi per baciarlo.

Se in quel momento uno dei loro figli fosse entrato nel solario, avrebbe scoperto che il fuoco della passione non muore mai, ma che fra due persone che si amano veramente continua a bruciare con la stessa intensità anche dopo trent’anni di matrimonio

(fine seconda parte)


(wip)