Fanfiction ospitata per gentile concessione del Bloodylove in attesa di riuscire a rintracciare l'autrice.

 

LA DOLCE VERITA' II

di Luvi

 

 

Buffy entrò in silenzio nella cripta di Spike, a quell’ora stava sicuramente dormendo e non voleva svegliarlo. Iniziò a cercare le chiavi della macchina per tutta la stanza, ma c’era un disordine pazzesco e trovarle sarebbe stato pressochè impossibile. Bhè infondo il disastro l’avevano fatto loro due solo poche ore prima, non doveva certo lamentarsi.

Era sul punto di andarsene e tornare qualche ora più tardi, quando Spike si svegliò sbadigliando “ehi amore cosa ci fai qui?” Lanciò un’occhiata all’ingresso “e non hai neanche divelto la porta per entrare. Stai facendo progressi”

Lei sorrise stancamente, si sedette hai piedi del letto e si prese la testa fra le mani “che c’è Buffy? Sono ancora gli ormoni?” La ragazza scosse la testa “Willow è tornata”

Spike annuì pensieroso “Ho quasi paura a chiedertelo, cosa le è successo?”

“Lei è...lei è...”

Scoppiò a piangere senza ritegno: tutte le lacrime che aveva trattenuto fino a quel momento le sgorgarono dagli occhi come un fiume in piena.

Spike si sentì stringere il cuore: lo distruggeva vedere Buffy in quello stato, e pereltro era sempre colpa dei suoi amici. Si alzò dal letto e la strinse a se “non ti preoccupare Buffy, calmati, non può essere niente a cui non si possa porre rimedio. E poi sai che io sono sempre qui ad aiutarti”

Lei gli si strinse un pò di più, come a non volerlo perdere “Ti amo, grazie per salvarmi e consolarmi sempre, non so come farei senza di te”

Stettero un pò in silenzio, fino a che Buffy non si fu calmata ed ebbe smesso di singhiozzare.

“Willow è stata morsa da un vampiro” Spike guardò Buffy seriamente e poi scoppiò a ridere attirandosi un’occhiataccia della cacciatrice “non mi sembra ci sia niente da ridere”

“Oh si invece, questa è una delle cose più divertenti che io abbia mai sentito. La rossa un vampiro cattivo e succhiasangue? Io non ci posso credere”

“Lei è rimasta buona grazie alla magia, ma soprattutto perchè non ha perso l’anima”

Il commento colpì Spike e lo stordì, come se qualcuno lo stesse picchiando in continuazione con una gigatesca mazza da Baseball.

Buffy lo considerava cattivo solo perchè non aveva un’anima? Tutto il lungo percorso di redenzione che aveva intrapreso per lei, non significava niente?Anche se non aveva un’anima lui era buono e sapeva amare. Credeva che lei se ne fosse accorta...

Buffy capì d averlo ferito “mi dispiace non volevo...”

“No figurati, tanto ormai ci sono abituato”

La cacciatrice abbassò lo sguardo “ero venuta a chiederti se mi puoi prestare la macchina”

“Si, certo, prendila. le chiavi sono nella tasca dei miei pantaloni” Guardò la confusione che regnava nella sua cripta: Era la stessa Buffy che aveva appena passato con lui quella notte indimenticabile? Stentava a crederlo.

La ragazza prese le chiavi ed uscì, in silenzio come era entrata.

 

Buffy si sedette in macchina ed inspirò profondamente: tutto li dentro sapeva di Spike, era impregnato di lui. Stare li era come sentirsi abbracciati dal vampiro in persona.

Accese il motore e partì verso il magic box. Aveva offeso Spike, aveva scorto nei suoi occhi una tristezza infinita che le aveva fatto capire quanto lui avesse sofferto in passato, e quanto lei fosse stata cieca.

Si ricordò di un discorso che aveva fatto un giorno con Dawn.

Stavano parlando di Angel, di come era difficile la sua vita senza di lui, e che nessuno avrebbe mai potuto amarla come aveva fatto lui. Dawn l’aveva ascoltata in silenzio, con le braccia incrociate sul petto e quando lei aveva finito il suo discorso, la sorella l’ aveva guardata truce e aveva cominciato a parlare in tono calmo e pacato “Posso dirti una cosa Buffy? Hai le fette di salame sugli occhi. Angel si è ritrovato con un anima che non ha mai realmente voluto, tu dici che possa amare più intensamente di qualsiasi altra persona o vampiro, in base a che cosa? Solo perchè ha un’anima? Appena ha vissuto un momento di pura felicità è tornato ad essere un mostro. Con la stregua preferisco Spike, lui ha intrapreso un lungo cammino di redenzione, che Angel non avrebbe avuto neanche il coraggio di iniziare. E poi l’ha fatto solo per te Buffy, è il dono più bello che una persona possa fare. Ma tu non riesci a capirlo, lo tratti male, e guarda che lui, anche se non ha un’anima, soffre da morire. Dagli una possibilità, cerca di vedergli dentro, io credo che ti piacerà quello che ci troverai.”

Buffy era rimasta in silenzio, Dawn non sapeva che lei andava già a letto con Spike, ma quel suo discorso le aveva aperto il cuore. E poi si era innamorata, un amore travolgente, dolce passionale, un amore con Spike. Un amore che con Angel non aveva mai vissuto, un amore che Angel non le aveva mai dato. Spike era la cosa più bella che avesse, e spesso lei lo maltrattava, forse incosapevolmente, lo feriva. Ma era una lama a doppio taglio, perchè ogni volta che lo mortificava il dolore le tornava indietro, con il doppio dell’intensità.

Quella sera si sarebbe fatta perdonare, sapeva già come

 

 

Buffy guardò impensierita Willow che le sedeva silenziosa accanto.

“Sicura di volerlo fare da sola?”

L’amica annuì energicamente “io credo di doverle diverse spiegazioni”

Buffy sorrise e la rossa uscì veloce dalla macchina.

La cacciatrice mise in moto e scosse la testa “povera Tara, sarà un duro colpo per lei”

Le strade di sunnydale erano vuote e silenziose, ed il tutto era reso ancora più strano dal fatto che i vetri della macchina erano completamente neri e ricoperti da diversi strati di materiali di vario genere. All’improvviso vide qualcuno camminare stancamente su un marciapiede, qualcuno dall’andatura molto familiare.

Fermò la macchina ed aprì un finestrino “ehi Xan, che ci fai qui tutto solo? Non dovresti essere con Anya a progettare le nozze?”

Il ragazzo scivolò in macchina come un ombra silenziosa “Anya se ne è andata”

“Per un breve periodo o...”

“No lei mi ha lasciato”

Nella macchina cadde un silenzio pesante, quasi insostenibile. Buffy si chiese se quello non fosse per caso venerdì 17.

“Ma perchè, io non capisco, vi amavate così tanto. Anya era elettrizzata all’idea di sposarsi”

“Lei ha ha detto che, che era stufa. Era stufa che io pensassi solo a Willow e non l’aiutassi con i preparativi per le nozze. Era stufa di essere trattata come l’aliena del gruppo. E forse aveva ragione”

Il ragazzo scoppiò a piangere e Buffy lo abbracciò forte: doveva essere la giornata più brutta di tutta la vita di Xander.

“Non ti preoccupare, forse lei ha avuto un pò di paura prematrimoniale e ha deciso di voler stare un pò da sola, così...”

“No, quando abbiamo parlato aveva un biglietto aereo per non so dove. E poi l’ha detto a chiare lettere “non voglio più sposarmi con te”

Buffy annuì tristemente “vieni a casa mia Xan, ti preparerò un pranzo coi fiocchi”

La giornata passò velocemente, Xander si era femato da Buffy, aveva detto di non aver voglia di stare da solo; Dawn era tornata da scuola di ottimo umore, aveva preso un otto in matematica, materia abbastanza ostica per lei. Willow le aveva telefonato verso le 4 del pomeriggio, dicendole che Tara aveva accettato il fatto, si erano riconciliate ed erano tornate a stare insieme, Buffy era felicissima per la riunione delle sue amiche, ma non potè non dire a Willow della vicenda di Xander, la rossa si era preoccupata tantissimo, ma la cacciatrice l’aveva tranquillizzata che non era affatto colpa sua, e che l’unica cosa che poteva fare era venire a mangiare da lei. Aveva accettato di buon grado, ed aveva detto che lei e Tara sarebbero arrivate verso le otto.

Buffy cercò di concentrarsi sull’arrosto che stava preparando: non riusciva a smetter di pensare a quante cose erano successe in quelle 24 ore, ma soprattutto non riusciva a perdonarsi per aver fatto soffrire Spike.

“cosa si mangia di buono stasera?”

Per fortuna c’era sua sorella che riusciva sempre a tirarla su di morale.

“Arrosto, patatine e un dolce –sorpresa”

“wow ho una fame da lupi, quando si va a tavola?”

“fra mezz’ora.”

Ci fu un attimo di silenzio.

“Dawn… andresti a chiamare Spike per invitarlo a cena?”

La ragazzina sorrise radiosa “certo, saremo di ritorno in un lampo”

 

Dawn bussò delicatamente alla porta della cripta, ma non sentendo risposta entrò. Spike stava seduto sul sarcofago e teneva in mano un foglio ed una penna, sembrava alquanto assorto nei suoi pensieri.

“Spike?”

Il biondo alzò la testa e sorrise “tu e tua sorella, a volte siete uguali, altre maledettamente diverse. Oramai sono abituato a farmi buttar giù la porta da Buffy, e quando uno bussa non sento niente”

Si accorse di aver parlato troppo e guardò Dawn con aria inquisitoria “non che tua sorella venga spesso qui. Viene solo quando a bisogno di informazioni eh…”

“non c’è bisogno che ti giustifichi Spike. So già tutto di voi e del bambino”

Spike sorrise “sono contento che almeno tu ne sia al corrente”

Dawn ricambiò il sorriso “Buffy vuole che tu venga a mangiare a casa nostra”

Il vampiro rimase alquanto sorpreso “io a casa vostra? A mangiare?”

“si più o meno è quello che ho detto. Vieni allora?”

“E chi se la lascia sfuggire un’occasione del genere?”

 

 

“tadam eccomi tornata”

 

Xander si alzò stancamente dal divano “dove sei stata Dawn?”

 

“Io sono…”

 

“Permesso,mmh che buon profumino” Spike si guardò intorno e vide Xander. I due furono una sola voce “che diavolo ci fa lui qui?”

 

Dawn sorrise “ho invitato io Spike, è sempre da solo nella sua cripta ed un po’ di compagnia non può fargli male”

 

Xander sembrava furioso “se a Buffy va bene…”

 

Ci fu un attimo di silenzio, e poi Dawn se ne andò in cucina, lasciando soli i due uomini.

 

“dove hai lasciato la tua fidanzata? Di solito siete inseparabili”

 

Buffy ascoltò la conversazione dalla cucina. Cosa avrebbe risposto il suo amico? Forse avrebbe dovuto aiutarlo.

 

“lei mi ha lasciato”

 

Spike rimase un attimo in silenzio, e la cacciatrice temette che cominciasse a ridere senza ritegno.

 

“mi dispiace” il vampiro gli diede una pacca sulla spalla e Buffy sospirò di sollievo “bhè meglio adesso che all’altare”

 

Xander abbassò la testa, e la rialzò con un piccolo sorriso “già forse è meglio così”

 

Buffy si mise a fare giravolte per la cucina : Spike e Xander iniziavano ad andare d’accordo, presto avrebbe potuto annunciare a tutti la loro storia.

 

Ringraziò silenziosamente il cielo e ricominciò a tagliare le carote fischiettando un motivo stupido.

 

Il vampiro biondo entrò di soppiatto in cucina e cinse da dietro la vita della cacciatrice.

 

“ciao amore, cosa cucini di buono?”

 

“mmh, lo scoprirai fra poco”

 

Buffy si girò verso Spike agitando il coltello “mi dispiace per stamattina, a volte non mi accorgo di quello che dico e…”

 

“sono disposto a perdonarti appena posi il coltello tesoro.Una cacciatrice con un arma improprio in mano non è esattamente la persona con cui vorrei discutere di colpe”

 

Lei rise ed appoggiò la testa sul petto di lui “grazie”

 

“di cosa?”

 

“di essermi sempre vicino”

 

“Dovere”

 

Il campanello alla porta suonò e Buffy si staccò con riluttanza dal suo amato.

 

“sono Willow e Tara, devo andare ad aprire”

 

“vengo anch’io, non voglio perdermi la rossa vampirizzata”

 

Lei sorrise e gli tirò un piccolo schiaffo sul braccio.

 

 

 

La cena iniziò e, nonostante tutte le terribili notizie condensate in un giorno solo, i commensali sembravano abbastanza felici, o perlomeno senza pensieri.

 

Spike, per una volta, non venne trattato come un diverso, e durante l’arco della serata ebbe modo di parlare più o meno con tutti. Si offrì di aiutare Willow ad ambientarsi come vampiro, insegnandole le cose fondamentali.

 

Alla fine della cena Tara chiese a Buffy se lei e Willow potevano tornare ad abitare li, perché in università avrebbero avuto dei problemi a nascondere la vera identità di Willow, e poi avevano bisogno di un po’ più di privacy.

 

Buffy acconsentì, in tal modo anche Spike avrebbe passato più tempo in casa sua.

 

“Spero che la cena vi sia piaciuta ragazzi, ho dato il meglio di me stessa”

 

“era ottima Buffy”

 

“davvero succulenta”

 

“erano anni che non mangiavo così”

 

La cacciatrice si alzò per riportare i piatti in cucina, ma all’improvviso iniziò a girarle la testa e svenne. I piatti caddero a terra con un tremendo fragore, e tutti i commensali si alzarono a soccorrerla.

 

 

 

oh mio dio Buffy, Buffy” Dawn gridava in preda all’agitazione e grosse lacrime le rigarono il viso, Spike sentì il mondo crollargli addosso, si inginocchiò di fianco alla sua amata e la prese tra le braccia. Mille pensieri gli attraversarono la mente, impedendogli di prendere qualsiasi tipo di decisione. Gli altri erano tutti li intorno, raggelati, nessuno riusciva a fare niente, e a ognuno venne in mente le terribile scena del giorno della morte di Buffy.

 

Spikesi riscosse dal torpore che lo avvolgeva e si alzò in piedi con imbraccio la cacciatrice.

 

“dobbiamo assolutamente portarla all’ospedale” si stupì della sua stessa voce, sembrava provenire da un altro mondo.

 

Dawn si lasciò cadere a terra gemendo “la stessa cosa della mamma…”

 

Xander la tirò su e l’abbracciò “no, non ti preoccupare Dawnie”

 

Spike strinse i denti ed uscì, poteva sentire il lento battere del cuore di Buffy contro il suo petto, e questo lo rinfrancò un pochino.

 

“resisti amore, vedrai che non è niente di grave. Hai superato prove più dure, questo non è niente al confronto”

 

La posò delicatamente sul sedile posteriore e salì al posto di guida, mise in moto ma la portiera del passeggero si aprì. Entrò Tara, scura in volto “ti accompagno anch’io”

 

“e il resto della combriccola?”

 

“aspettano che Dawn si sia calmata e poi ci raggiungono”

 

Cadde il silenzio e Tara si girò preoccupata a guardare Buffy “spero non sia niente di grave, ma soprattutto che non riguardi il bambino”

 

Spike andò quasi a sbatter contro un palo “tu- tu lo sai?”

 

La ragazza annuì e lo guardò tristemente “Buffy aveva bisogno di un’amica che non la giudicasse” fece una lunga pausa “lei ti ama”

 

Spike sorrise un poco “sei diversa dagli altri”

 

Il resto del viaggio proseguì in silenzio, Spike infranse ogni limite di velocità e anche parecchi stop, infatti arrivarono in un battibaleno all’ospedale, dove subito Buffy fu ricoverata, e il dottore rassicurò i due che non si trattava di nulla di grave. Tara sorrise timidamente “le posso chiedere un favore? Buffy è in cinta, la prego di fare dei controlli per vedere se il bambino sta bene”

 

Il medico annuì sorridente e Spike lo guardò aggrottando le sopracciglia.

 

“ah una cosa ancora, i risultati sulla gravidanza li comunichi solo a me, non vogliamo che la cosa si sappia. Non ancora”

 

Si sedettero sulle scomode poltroncine della sala d’aspetto e pochi minuti dopo arrivarono anche Xander e Willow con una Dawn ancora in lacrime.

 

Spike si alzò di scatto e l’abbracciò con fare rassicurante “dai piccola non è niente, vedrai che si risolverà tutto per il meglio”

 

La ragazzina singhiozzò più forte “lei era finalmente felice adesso…”

 

“e lo sarà ancora appena uscirà di qui” intervenne Tara. Spike la strinse un po’ più forte a sé, ed un terrore ceco iniziò a pervadergli le membra, se Buffy si fosse ammalata seriamente lui non avrebbe saputo cosa fare.

 

Le due ore successive furono interminabili ma tranquille. Spike camminava avanti e indietro per la sala d’aspetto, come un leone in gabbia. A confronto di quelle ultime ore la sua vita centenaria sembrava essere trascorsa in un soffio. Un dolore sordo gli prendeva lo stomaco e il cuore: suo figlio stava bene?Perché buffy era svenuta così improvvisamente? Era forse colpa della gravidanza o lui la faceva “stancare” troppo?

 

Si passò una mano tra i capelli e si lasciò cadere su una scomoda poltroncina: aveva una maledetta voglia di mettersi ad urlare e spaccare qualcosa.

 

Dawn aveva smesso di piangere e si era chiusa in un ostinato mutismo. Tara e Willow si tenevano la mano scambiandosi di tanto in tanto tenere occhiate.

 

Xander guardava di sottecchi Spike: non l’aveva mai visto così agitato. Il suo viso era una maschera di dolore; non sembrava nemmeno più lui, la sua solita ironia e le frasi pungenti sembravano non aver mai fatto parte di lui.

 

Xander si guardò le mani: possibile che il vampiro amasse veramente tanto Buffy? Il suo amore era davvero così puro e disinteressato? La parola puro correlata ad un essere senz’anima, uno come Spike, era come provare a mangiare nutella e acciughe. Eppure qualcosa faceva credere a Xander che il vampiro stesse soffrendo veramente. Tornò a guardarlo e gli posò una mano sulla spalla “tutto bene”

 

Spike si girò e lo guardò come se si fosse appena svegliato da un incubo “io…..credo di si. E ….tu?”

 

Xander annuì debolmente “diciamo che non è la giornata più bella della mia vita”

 

Spike sorrise stancamente. Pensò che fosse davvero strano parlare così con Xander senza insultarlo o prenderlo in giro. In fondo non gli dispiaceva troppo.

 

Il medico apparve all’improvviso e tutti scattarono in piedi come se avessero appena ricevuto una scossa. Il dottore sorrise dolcemente “la signorina Summers sta perfettamente bene. Lo svenimento è stato causato da una serie di problemi, come le poche ore di sonno e i continui sforzi fisici, accumulatisi da tempo.”

 

Gli amici tirarono un sospiro di sollievo,come se ricominciassero a respirare solo in quel momento.

 

“e… possiamo vederla?” chiese timidamente Dawn.

 

“certamente si è appena svegliata. Cercate di non stancarla”

 

Xander, Willow e Dawn, si misero a correre dalla gioia, non accorgendosi che Spike e Tara erano rimasti a parlare col medico.

 

Quest’ultimo li guardò, visibilmente preoccupato “purtroppo la salute di suo figlio non è altrettanto buona”

 

Spike si sentì morire, un’altra volta.

 

“è bradicardico e..”

 

“è Bradi che?”

 

“vede, suo figlio ha i battiti del cuore troppo lenti, come del resto tutte le altre funzioni vitali, come dire è quasi come se fosse mezzo morto” Spike sorrise e tirò un sospiro di sollievo, attirandosi gli sguardi perplessi di Tara e del dottore “mmh… mi scusi ci può lasciare un secondo da soli?”

 

Il medico annuì ed i due si allontanarono.

 

Tara lo guardò con gli occhi pieni di lacrime “oh mio dio, ma cosa è successo? E-e perché tu sorridi, io n-non…”

 

“è normale che abbia questi problemi, pensaci Tara, il dottore ha detto che è quasi come se fosse mezzo morto. Per forza, lui è figlio mio, un non-morto. Le sue funzioni vitali sono giuste così”

 

Tara sorrise un po’ rincuorata “io non- non ci avevo pensato”

 

Buffy aprì lentamente gli occhi e l’odore di disinfettante l’assalì, non aveva mai sopportato gli ospedali, soprattutto negli ultimi tempi.

Il suo primo pensiero andò al bambino, se gli fosse successo qualcosa non se lo sarebbe mai perdonato. Grosse lacrime iniziarono a solcarle il viso. Chiuse gli occhi e pensò a Spike.

Aveva bisogno di averlo vicino, del suo conforto, del suo amore, di lui.

“Will…”

“si Buffy sono qui”

La regazza riaprì improvvisamente gli occhi. La sua amica Willow le stava seduta accanto e la guadava, quasi commossa.

Buffy sorrise debolmente. Si aspettava di trovare William accanto a lei, come sempre pronto ad aiutarla, ed invece….c’erano i suoi amici.

Non che le dispiacesse, gli voleva veramente molto bene, e poi c’era sua sorella, chissà come si era spaventata poverina.

“Dawn…”

La ragazzina scoppiò in un pianto dirotto “oh Buffy meno male che stai bene, ci hai fatto morire di paura, non farlo mai più”

Xander sorrise debolmente “bhè una degna conclusione per una giornata indimenticabile”

“Dai Xander pensa che peggio di così non può andare”

Tara entrò silenziosamente seguita dal dottore e salutò Buffy con uno dei suoi dolci sorrisi.

“ragazzi mi dispiace, ma non vorrei che Buffy si affaticasse troppo. Potete tornare a trovarla domani”

Dawn sorrise felice “e quando potremo riportarla a casa?”

“se tutto procederà bene e non ci saranno ricadute, tra una settimana sarà fuori.”

La gang salutò Buffy e uscì in silenzio nei freddi corridoi dell’ospedale.

Il dottore guardò Buffy e si fece serio “purtroppo ora devo darti delle cattive notizie”

La ragazza strinse gli occhi per non scoppiare a piangere. Dov’era Spike? Si sentiva così sola senza di lui…

“vede il bambino è…”

“ehi dottore inizia lo show senza di me?”

Il vampiro entrò col suo passo inconfondibile, e il sorriso più sexy che Buffy avesse mai visto; si sedette sul letto accanto a lei e il cuore le fece una capriola.

“Spike”

“amore, sei bellissima, un po’ pallidina, ma del resto neanch’io ho un’abbronzatura eccezionale. Scusi dottore ci lascia un secondo?”

Il medico fece spallucce ed uscì chiudendosi la porta alle spalle.

Spike le accarezzò i capelli e la guardò con quei suoi occhi più blu del mare, con quello sguardo così unico, così carico d’amore, che solo lui sapeva donarle, e che la riempiva di una gioia infinita.

“Allora Buffy, prima di agitarti inutilmente devi sapere che non hai motivo di agitarti”

Lei annuì un po’ preoccupata e gli prese la mano nella sua.

“il bambino sta bene” tirò un sospiro di sollievo “il medico era preoccupato perché ha il battito rallentato e altre cose che ora non ricordo esattamente, ma…”

Due lacrime silenziose solcarono il viso di Buffy e Spike gliele asciugò.

“ehi amore non piangere. Non ti preoccupare. È normale che nostro figlio sia diverso, infondo per metà è figlio mio, ed io non sono esattamente vivo quindi è del tutto normale se le sue funzioni vitali non sono regolari”

Buffy sorrise dolcemente.

“non potrà mai essere come gli altri bambini. Lui è figlio nostro”

Spike la baciò teneramente “ti ricordo che potrebbe anche essere una femmina”

Lei gli tirò un buffetto sul braccio “spero sia femmina”

Si guardarono per un lungo momento, tutta la paura delle ultime ore era passata, eppure Spike sentiva che c’era ancora qualcosa che non andava, qualcosa che non riusciva a dargli pace.

Sorrise, non voleva preoccupare Buffy per una sua sensazione.

Si frugò in una tasca ed estrassa un sacchetto di sangue “me lo stavo quasi dimenticando. Ti ridarà un po’ di colore”

Buffy lo prese e lo tenne tra le mani come se si potesse rompere da un momento all’altro.

“Grazie William, io non…”

Il dottore entrò in quel momento, ma la cacciatrice fu abbastanza svelta da nascondere il regalo appena ricevuto.

“mi dispiace signor…?” il medico guardò Spike che sorrise maliziosamente “the Bloody”

Buffy fece un risolino.

“Bene signor….the Bloody, l’orario delle visite è finito e devo chiederle di lasciar riposare Buffy. Tutti vogliamo che si rimetta al più presto e torni in forma come prima”

“io più di tutti, mi creda” si alzò dal letto e diede un ultimo bacio a Buffy “sai che ti sarò sempre accanto, vero amore?”

lei annuì commossa “non ne ho mai dubitato”

Spike uscì e si chiuse la porta alle spalle.

Buffy guardò il dottore e sorrise, sentendosi la donna più fortunata del mondo “dunque dottore mi dia queste atroci notizie”

 

Guardò fuori dal finestrino e sospirò.

Ok forse era stata una mossa un po’ avventata.

Si era lasciata alle spalle un lavoro fisso ed un negozio di cui era praticamente proprietaria, un fidanzato, un quasi matrimonio: e tutto questo per inseguire un sogno.

Lei, avrebbe avuto una vita comoda con tanti soldi e invece…

Una mossa decisamente avventata.

Eppure non se ne pentiva. Più o meno. Aveva solo lasciato il suo tutto per un improbabile qualcosa.

Cosa diavolo le era venuto in mente?

Non ne era troppo sorpresa, perché dopo quel bacio niente aveva avuto più molto senso. Le dispiaceva un po’ per Xander; aveva passato più di mille anni ad infliggere pene di ogni tipo a milioni di uomini, eppure lasciare Xander era stato infinitamente più difficile. Ma del resto la colpa non era che sua, non faceva che trattarla come una stupida, quando lui era solo un ragazzino. Buono per la stanza da letto, ma alla lunga stancava. Lei aveva bisogno di un uomo, uno che la capisse, avesse la pazienza di ascoltarla e spiegarle tutte quelle cose che facevano gli esseri umani e che le sembravano strane e infinitamente stupide. Un uomo “più vecchio” dell’età che aveva come umana. Trovare uomini ultramillenari non era una cosa affatto semplice. E quando ne incontrava non sempre erano maturi e responsabili.

“è solo un capriccio momentaneo, Anya. Poi tornerai da me” le aveva detto Xander. Si sbagliava. Ed infatti ora era su un aereo, diretta verso l’inghilterra, verso Giles.

Sempre che lui l’avesse voluta.

 

Buffy guarì più in fretta del previsto, dato il suo metabolismo da cacciatrice, e tornò a casa, sommersa dalle cure dei suoi amici. Lo facevano per lei, certo, ma se avessero continuato così sarebbe soffocata.

I segni della gravidanza iniziavano a farsi vedere, presto avrebbe dovuto dire a tutti cos’era successo, ma soprattutto come, e quella era la parte decisamente più difficile.

 

“Willow attenta, dietro di te”

un vampiro colpì violentemente la ragazza sulla schiena, facendola cadere a terra a faccia in giù.

“Spike, mio dio, fai qualcosa se va avanti così la ucciderà”

Spike sbuffò ed impalettò il vampiro “scusa amico, niente di personale”

Buffy corse a soccorrere l’amica “ehi Will, tutto bene?”

“si certo” risposero in coro la strega e il vampiro platinato.

Era già parecchio tempo che i tre uscivano a fare la ronda insieme; Buffy cercava di non affaticarsi troppo ma del resto Willow era una novellina, non molto abile nel combattimento corpo a corpo, decisamente forte nella magia.

“Bhè direi che per stasera ne ho abbastanza, quell’idiota mi ha fatto un male cane”

“povera rossa, così delicata”

Willow fece la linguaccia a Spike e poi riprese “allora domani sul tardo pomeriggio vogliamo uscire a far spese Buffy?”

“si Willow, mi piacerebbe molto. Ma ora vai a casa io e Spike staremo un altro po’ qui a controllare che tutto sia ok. Torneremo a casa fra un’ora o due. ”

Eh sì, questa era la cosa che rendeva Buffy più felice di ogni altra: Spike dormiva in casa sua.

D’accordo, era parecchio frustrante vivere sotto lo stesso tetto e non potersi quasi toccare, ma d’altra parte averlo sempre vicino la faceva sentire amata, felice, protetta. E poi era sempre meglio che non averlo proprio.

inoltre per la parte fisica del loro rapporto c’era tempo tutte le notti dopo che Willow se ne tornava a casa e lei e Spike restavano soli. Potevano rimanere anche tutta la notte nella sua comfortevole cripta; il mattino dopo avrebbero detto che un demone gli aveva fatto perdere conoscenza.

Ma la situazione non sarebbe durata a lungo, era una donna in cinta ora, e voleva poter fare l’amore con l’uomo che amava in casa sua, senza dover mentire solo per poterlo baciare.

Spike le si avvicinò e la strinse a se “come mai quello sguardo assorto amore?”

Lei sorrise “voglio dirlo ai miei amici”

Lui la guardò incredulo e Buffy gli diede un bacio “entro questa settimana sarai a tempo pieno impiegato in camera mia, come si conviene ad una coppia che aspetta un figlio”

Lui rise e scosse la testa “per adesso però dobbiamo accontentarci della mia cripta…”

Si baciarono per un lungo momento, poi Spike la strinse a se e lei gli posò la testa sulla spalla.

“dove andrai domani con Willow?”

Lei fece spallucce “per negozi, oramai è quasi inverno e fa buio prima, così lei può uscire quando i negozi sono ancora a perti”

Ci fù un momento di silenzio poi Buffy tirò su la testa e lo guardò dritto negli occhi, con quella particolare luce che lui aveva imparato a riconoscere “sai cosa mi comprerò?”

Spike fece segno di no con la testa “gli effetti della gravidanza sul mio corpo iniziano a farsi vedere, avrò bisogno di alcuni vestiti “da mamma”, non credi”

Lui sorrise maliziosamente “direi anche di reggiseni di qualche taglia in più. O se vuoi andare in giro senza per me è solo un piacere”

Gli tirò un pugno sul braccio “Porco”

Ed iniziarono a baciarsi con quella passione incontenibile con cui lo facevano sempre.

Non riuscirono a raggiungere la cripta.

 

Spike si svegliò in piena notte sul divano di casa Summers. Ancora quella sensazione…solo che ora più che una sensazione era un dolore. Un dolore profondo, lo lacerava da dentro, ma non riusciva a capire cosa lo facesse stare così male. Si alzò dal divano e si diresse in cucina, doveva assolutamente bere un po’ di sangue, si sentiva debole, quasi affaticato. E poi sentiva quelle voci così forti nella sua testa, forse il chip stava avendo qualche tipo di disfunzione.

Frugò nelle tasche della giacca che aveva buttato sul divano solo poche ore prima, ed estrasse un foglietto ingiallito e spiegazzato insieme ad una penna.

Stava scrivendo una poesia per Buffy, in quelle ultime settimane si era sentito molto più vicino a William, il disastroso poeta che era stato.

Si sedette al tavolo e si passò una mano tra i capelli: voleva scrivere qualcosa che lasciasse Buffy di stucco, qualcosa che la facesse commuovere e restare senza fiato. Ma allo stesso tempo sapeva che qualsiasi cosa le avesse scritto, lei l’avrebbe apprezzata, no di più sarebbe stata felice. Perché lei lo amava. Sorrise inconsciamente ripensando al suo sguardo quella sera al ristorante. I suoi occhi, a volte verdi e acuti come quelli di un gatto, altre castani e così dolci. Quella sera erano stati castani, profondi e carichi di tutto l’amore inespresso. Era così strano che un momento gli avesse cambiato la vita, eppure era successo. Solo un’altra volta era accaduto, il giorno in cui aveva incontrato Dru… doveva ringraziarla, senza di lei non avrebbe mai conosciuto Buffy, e la sua vita sarebbe rimasta mediocre e senza gioia.

La testa gli pulsò violentemente, di nuovo quelle voci così assordanti e allo stesso tempo così deboli.

Guardò il foglio ancora vuoto e lo mise nella tasca dei pantaloni. Forse avrebbe dovuto prendere un’ aspirina o roba simile, o magari dormire per un paio d’ore sarebbe bastato.

 

Dawn si alzò di buon ora e scese a prepararsi la colazione. Dormivano ancora tutti, compresi Spike e Willow che di solito a quell’ora erano ancora svegli.

Si sedette al tavolo di cucina con un bicchiere di succo in mano e sorrise. Era felice. Non si sentiva più sola ne trascurata, e presto avrebbe avuto un nipotino a cui badare, cosa voleva di più? Guardò le uova che sfrigolavano insieme al bacon nella padella e pensò a suo madre.

Le mancava tantissimo. Chissà se sarebbe stata felice a sapere della gravidanza di Buffy?

Di sicuro si, diventare nonna era sempre stato un suo sogno, glielo diceva sempre quando lei e Buffy erano più piccole “Quando diventerò nonna sarò la donna più felice sulla faccia della terra. I vostri figli saranno talmente belli e speciali da fare invidia a tutti”

Dawn tirò su col naso e una lacrima le cadde nel succo: era felice, il tempo delle lacrime era finito.

 

Willow stava lavando i piatti in cucina, con le tapparelle abbassate per non rischiare di bruciare. La sua condizione non le dispiaceva: non essendo completamente un vampiro poteva stare al sole nei momenti in cui non era forte, tipo all’alba o alla fine del tramonto. E questo le bastava, infondo non aveva mai amato particolarmente il sole. Inoltre aveva Tara che la riscaldava, l’illuminava le dava tutto l’amore che una persona potesse desiderare. Chiuse l’acqua e si asciugò le mani. Adesso probabilmente era al magic box a tentare di capire qualcosa sugli affari, dato che sia Anya che Giles se ne erano andati.

Si sedette ed aprì il computer, ma non lo usò. Si mise a guardare un punto indefinito del muro e sospirò, si stava annoiando a morte. Spike dormiva ancora, Buffy si stava facendo la doccia, e tutti gli altri erano fuori a far le loro cose. Si alzò dalla sedia e il suo sguardo venne attirato da un vaso colorato, a fiori. Willow sbatté gli occhi incredula non-non poteva essere…

 

Buffy uscì dalla doccia e si avvolse un asciugamano intorno al corpo. Guardò la sua immagine riflessa nello specchio e si trovò incredibilmente bella, come non lo era mai stata.

La porta del bagno si aprì lentamente rivelando una testa platinata.

Buffy sorrise, non voleva che Willow li scoprisse così “il bagno è occupato Spike”

“lo so amore è per questo che sto entrando”

Si richiuse la porta alle spalle senza il minimo rumore. “la rossa è giù al computer, non si accorgerà di niente”

La squadrò da capo a piedi con uno sguardo inequivocabile, che avrebbe fatto arrossire chiunque. Ma lei non lo fece e gli si avvicinò facendo cadere il telo a terra.

Lui la strinse a se “credo che dovremmo fare qualcosa sai ?”

“riguardo a cosa?”

“riguardo al modo in cui le cose che hai addosso cadono quando sei davanti a me”

Spike la baciò “potremmo pensarci anche dopo”

Buffy annuì rapita dalla sua bocca “non ho abbastanza sangue al cervello per riuscire a formulare una frase di senso compiuto in questo momento.”

Lei sorrise e gli cinse i fianchi con le gambe “e ora….”

“buffyyy vieni giù presto ho bisogno di parlarti”

la voce di Willow arrivò più che indesiderata.

“a-arrivo Will. Dammi un minuto sono sotto la doccia.

Spike uscì senza far rumore.

“perché diavolo strilli rossa c’è gente che sta dormendo”

“Ma se tu dormi sul divano, cosa ci fai su?”

“volevo andare in bagno ma ho visto che era occupato”

Willow annuì distrattamente, come se in realtà non le interessasse molto.

“Buffy non sa cosa ha in casa, qualcosa che milioni di uomini, vampiri e altre migliaia di demoni cercano, e desiderano.”

Spike alzò un sopracciglio “eh cosa sarebbe questa meraviglia?”

Buffy scese le scale sorridendo “sono io ovviamente”

La rossa rimase impassibile “non credo sia il caso di scherzarci su”

La cacciatrice tornò seria e corrugò la fronte, era preoccupata per la serietà di willow, ma non riusciva a stare così vicino a Spike, doveva escogitare qualcosa per stare da sola con lui, o gli sarebbe saltata addosso davanti alla sua migliore amica.

“allora Will, dimmi tutto, che serpe mi sto portando in seno?”

“sapevate di avere questo…”

si girò e prese il vaso dal tavolo

“si, ero a conoscenza di possedere un pericolosissimo vaso colorato in casa”

“come ne sei venuta in possesso?”

A Spike iniziò a pulsare violentemente la testa, quelle voci, ogni volta più assordanti…

“Spike stai bene?”

Buffy lo guardò preoccupata e gli posò una mano sul braccio, le voci si zittirono.

“si, non ti preoccupare”

Willow li guardò accigliata “da quando siete così gentili fra di voi?”

I due aprirono la bocca e la richiusero senza dire niente, la rossa scosse la testa

“non importa. Questo è più importante al momento”

rimise il vaso sul tavolo.

“voi non sapete cos’è vero? È un Tl-ang?”

“un che?” chiese Buffy.

“buongiorno a tutti. Il genio della matematica è tornato. Ehi che bel vaso, quando l’abbiamo comprato?”

“Ciao genio come mai a casa così presto?”

“4 ore buche, ho deciso di non perdere tempo in quel luogo angusto chiamato scuola”

Willow si sedette e cominciò a parlare “Questo bel vaso, o più proriamente Tl-ang, il vaso della fertilità, ha un potenziale che nessuno di voi può immaginare. Questo vaso può far rimanere incinta qualsiasi donna innamorata sulla faccia della terra”

Nella casa cadde il silenzio “non si sa esattamente quando ne dove fu costruito, si sa solo che se anche un vampiro lo toccasse potrebbe concepire un figlio.”

“willow, non riesco a capire, se una donna tocca il vaso ed è innamorata rimane incinta?”

“pressochè, ma ovviamente deve toccare il vaso insieme all’uomo o alla donna che ama”

“alla donna?”

“Si se due donne si amano il vaso ha la capacità di far concepire loro un figlio. Non c’è bisogno che ci sia un atto sessuale tra maschio e femmina”

il silenzio si fece più spesso e buffy e Spike si guardarono. Dawn fissò il vaso e poi Willow “quindi funzionerebbe anche tra una donna e un vampiro o magari un vampiro e un vampiro?”

La rossa annuì “è proprio per questo che tutti lo vogliono, il figlio di due vampiri sarebbe un’essere veramente forte, quasi imbattibile.”

Buffy sentì un brivido percorrerle tutto il corpo, e inspirò profondamente “co-cosa accadrebbe se il vaso si rompesse?”

“la gravidanza finirebbe immediatamente, e nel caso il figlio fosse già nato scomparirebbe, come risucchiato nel nulla”

Buffy strinse gli occhi per non piangere, “io ho- ho bisogno di andare in bagno un attimo”

Salì per le scale lentamente, come se stesse camminando in un incubo, grosse lacrime iniziarono a caderle copiose.

Dawn abbassò lo sguardo “vado su a posare la cartella”

Spike fissò Willow che parlava, eppure non riusciva a sentire niente di quello che stava dicendo. Era quello il motivo per cui Buffy era rimasta incinta , e tutto sarebbe potuto finire in meno di un secondo, solo per colpa di un vaso.

“yuhu Spike sei tra noi?”

“si certo, ero un po’ distratto, stavi dicendo?”

“dove l’ha preso quel vaso?”

“hai presente quella sera, in cui sei scappata?”

Willow arrossì impercettibilmente.

“sai quel pacco che era vicino alla porta? Ecco l’abbamo trovato lì dentro. C’era anche un biglietto.”

“e cosa c’era scritto?”

“cacciatrice non ti preoccupare, di me ti puoi fidare”

Willow annuì pensierosa “non riesco a capire, chi avrebbe interesse a far avere questo vaso a Buffy?”

 

Dawn bussò delicatamente alla porta della camera di buffy

“posso entrare?”

“si Dawn ”

La ragazzina entrò con un mezzo sorriso.

“stai bene?”

“no, non credo”

“domanda stupida, scusami. Non devi preoccuparti troppo, possiamo mettere il vaso in un posto in cui nessuno riuscirà a trovarlo.”

“dawn non è solo questo il problema, vedi io credevo che fosse frutto solo dell’amore, ed invece è a causa di una magia.”

“continuo a non capire.”

“non mi aspetto che tu ci riesca”

Dawn abbassò lo sguardo. “hai ragione, scusami. Non mi devo intromettere nei fatti tuoi.”

“no Dawn scusami tu, ho solo voglia di stare da sola”

“chiederò a Willow se vuol venire con me al magic box, così potrai parlare con Spike”

Buffy sorrise “grazie Dawnie, sei un angelo”

“uno in famiglia ci vuole”

 

“scordatelo Dawn”

“dai willow, perfavoreperfavore”

“per me è pericoloso uscire in pieno giorno”

“ma possiamo prendere la macchina di Spike…”

La rossa sembrò rifletterci un momento.

“no”

“Will, non posso andarci, con tutti i mostri che ci sono”

“alle tre del pomeriggio?”

“per una ragazzina è pericolosa Sunnydale”

“io ci sono cresciuta bene. Fatti accompagnare da Spike”

“sta dormendo”

“allora aspettermo che Tara torni a casa per chiederle come va”

“dai poverina, pensala è tutto sola, circondata da clienti ostili, eh…”

Willow la guardò e sbuffò “e va bene, ma solo per farti stare zitta”

“grazie sei la migliore. Buffy noi usciamo”

“ok, vedi di non far bruciare Willow”

Buffy sentì la porta chiudersi e scese le scale, Spike dormiva tranquillamente sul divano con la tv ancora accesa sul canale dove trasmettevano “passioni”.

Gli si sedette di fronte e lo guardò: com’era bello, e mentre dormiva sembrava quasi angelico. Quanto lo amava, adesso lo capiva veramente, sopra ogni altra cosa, lui, solo lui e l’amore che provavano l’una per l’altro. Un vaso non li avrebbe certo ostacolati.

Spike aprì gli occhi lentamente e sorrise “hei amore”

“William”

“adoro quando mi chiami così.”

Si guardarono per un lungo momento.

“vieni qua Buffy, sdraiati vicino a me”

“non credo sia né il luogo nè il momento più adatto per…”

“voglio solo parlare”

“ah, e di cosa?”

Gli si sdraiò accanto fissandolo dritto negli occhi “domanda retorica, scusa.”

“Buffy io ti amo, lo sai. Non credo, anzi sono sicuro, che quel maledetto vaso non cambierà assolutamente niente”

La cacciatrice annuì e Spike l’abbracciò “ho paura Spike, ho paura che tutto finisca, ho paura di risvegliarmi e tornare in quell’inferno che è il mondo. E sinceramente dopo essere stata in paradiso” lo accarezzò su una guancia e ripensò a tutti i momenti passati insieme “due volte, io, io non ce la farei”

Iniziò a piangere e lui la baciò dolcemente “sistemeremo tutto, troveremo un posto per il vaso. Ma soprattutto non perderai mai questo paradiso.”

“ti amo Spike”

 

 

“eccomi a casa.”

Buffy aprì gli occhi e si ritrovò a fissare quelli impossibilmente blu di Spike. Desiderò che quel momento non finisse mai, l’unica cosa che voleva veramente, passare l’eternità così, abbracciata a Spike, annegando nel suo sguardo.

Lui le accarezzò dolcemente i capelli.

Lei sorrise e si mise a sedere.

“ciao Dawn, Willow e Tara?”

“arriveranno più tardi, si fermavano a prendere delle pizze e Xander”

Spike si alzò e si passò una mano fra i capelli.

“e tu briciola? Niente compiti per domani?”

la ragazza arrossì “mio dio scusatemi vi ho-ho disturbato, io non mmh mi spiace se volete posso…”

“Stavamo solo dormendo Dawn”

“ah o-ok. Allora io vado su a fare i compiti”

Spike guardò la ragazzina salire in fretta le scale e si stupì di quanto fosse cresciuta in così poco tempo. Buffy andò in cucina e cominciò ad aparecchiare la tavola, prese il vaso e lo portò in cantina, dove lo chiuse in un armadio e nascose la chiave sotto una mattonella che si sollevava. Tornò su ed uscì in giardino.

Spike decise di farsi una doccia veloce, ma quando fu a metà scala gli tornò quel mal di testa lancinante. Diventava sempre più forte, insostenibile, come qualcosa che lo lacerava incessantemente da dentro. Solo la vicinanza di Buffy sembrava portargli un po’ di sollievo, ma appena lei si allontanava le voci tornavano, e il peggio era che adesso riusciva perfettamente a capire cosa gli stavano dicendo.

 

Anya si sistemò i vestiti e il trucco nel bel bagno della sua stanza d’albergo.

Londra le piaceva, era così grigia, ma allo stesso tempo così allegra, la faceva sentire proprio bene. Sarebbe potuta andare a fare shopping, oppure in un bel ristorante a mangiare qualcosa di tipico, ma prima doveva assolutamente cercarlo. Tirò fuori l’agenda dalla borsetta e fissò il telefono con aria di sfida: compose il numero e aspettò pazientemente, ma dopo tre squilli partì la segreteria telefonica “questo è il numero telefonico di Rupert Giles, lasciate un messaggio e vi richiamerò.”

Anya riattaccò e sbuffò contrariata, sarebbe andata a fare shopping e più tardi avrebbe richiamato, ora doveva solo rilassarsi. Scese nella hall dell’albergo ed andò alla reception per lasciare le chiavi, ma quando si avvicinò un uomo le si mise davanti.

“mi scusi forse non si è accorto che…”

“no mi scusi lei sono stato un vero cafone…”

“Giles?”

“Anya”

La ragazza appoggiò la chiave sul banco “come ha fatto a sapere che ero qui?”

“io, bhè, ho alcuni informatori che ti hanno vista arrivare all’aereoporto, allora volevo venire a vedere cosa facevi qua e perchè sei da sola”

“ho lasciato Xander…”

“mi dispiace”

“…perché continuavo a pensare a te”

“ah, io non so che..”

Il receptionista si avvicinò “signorina deve uscire? Metto via le chiavi?”

Giles la guardò e sorrise “no, credo che ne avremo bisogno”

 

Anya si stiracchò piacevolmente nel letto: ora era felice, aveva di fianco un uomo maturo, che sapeva quello che voleva, e glielo aveva appena dimostrato, disposto ad una relazione seria. O almeno così credeva.

Lui si svegliò poco dopo e la baciò dolcemente “Anya, forse non ci crederai, ma è da quando ci siamo baciati che sogno questo momento. Lo so non è molto giusto nei confronti di Xander, infondo lui è un nostro caro amico eh..”

“Xander chi? Oh Rupert, anch’io aspettavo questo momento da molto tempo, ma ci sarà modo di parlare dopo non credi?”

La nottata volò via.

La mattina dopo i due andarono a far colazione: tutti li fissavano lei sembrava così poco adatta a lui, era troppo giovane. Se solo avessero saputo che era un demone millenario.

Si sedettero ad un tavolo ed iniziarono a mangiare in silenzio, lanciandosi di tanto in tanto occhiate complici.

“allora Anya, a chi hai lasciato il magic box?”

“a nessuno in particolare, l’ho lasciato e basta, probabilmente se ne occuperà Tara, o Buffy se desidera lasciare lo squallido fast food in cui lavora”

Giles per poco non si strozzò “lavora in un fast food?”

“si per risollevare i suoi soldi.”

“e Willow come sta?”

“è diventata un vampiro”

Stavolta l’uomo riuscì a strozzarsi.

“ehi Rupi non stare male proprio adesso abbiamo una vita davanti, non mi lasciare subito”

Giles sorrise ma tornò subito serio “come è successo?”

Anya alzò gli occhi al cielo e raccontò quello che Xander le aveva riferito.

“non ci posso credere è assurdo.”

La guardò negli occhi e vi trovò una vena di tristezza.

“Anya cos’hai?”

“io” una lacrima le cadde nel the “che stupida sono, non è da me piangere come una bambina. È solo che Xander amava più Willow e Buffy di me”

“e credi che per me sia lo stesso”

“esatto”

Giles le accarezzò una guancia “abbiamo davanti a noi un sacco di tempo, impariamo a conoscerci”.

 

Spike guardò soddisfatto la sua poesia, era bella, nonostante fosse stato abbastanza difficile per lui riprendere a scrivere, ce l’aveva fatta e il risultato lo soddisfaceva.

Sentì qualcuno scendere le scale e se la nascose in tasca, voleva fare una sorpresa a Buffy per il suo compleanno, che incredibilmente coincideva con l’inizio del terzo mese di gravidanza.

Era già passato così tanto tempo da quel giorno? Da quel meraviglioso giorno che gli aveva cambiato la vita?

Buffy entrò in cucina e Spike si alzò di scatto risvegliandosi dai suoi pensieri, ma le voci gli si ammassarono improvvisamente tutte in testa e scoppiarono in un fragore assordante.

Il vampiro cadde a terra sulle ginocchia e si prese la testa fra le mani.

Buffy gli si inginocchiò a fianco.

“Spike, oh mio dio Spike cos’hai, rispondi”

La voce di Buffy gli giunse ovattata come se lui stesse nuotando in una piscina affollatissima.

Un improvviso tremore lo scosse, ed iniziò a ridere, senza un motivo preciso.

Lo stavano guardando, tutti, lo odiavano. Alcuni li riconobbe li aveva uccisi poco dopo essere appena stato vampirizzato, altri li vedeva a mala pena, ma poteva sentire benissimo quello che gli stavano dicendo.

“basta io, non… mi dispiace, non avevo …”

“Spike ascoltami, rialzati va tutto bene, ci sono io”

le voci cessarono e Spike alzò lo sguardo verso Buffy: aveva gli occhi pieni di lacrime.

Lei si sentì morire, vederlo così la distruggeva.

“Vieni Spike, andiamo di sopra, devi riposarti, poi mi racconterai cos’è successo, ma adesso devi solo dormire.”

Lo aiutò ad alzarsi ed iniziarono a salire le scale.

“Buffy… non lasciarmi, se te ne vai tu loro tornano, mi perseguitano”

“non ti preoccupare amore non ti lascerò, mai”

Lo fece distendere sul suo letto e gli accarezzò lentamente i capelli, cosa gli stava succedendo? Non era la prima volta che aveva quei mal di testa, non riusciva però a capire da che cosa potessero essere procurati. Spike si era addormentato ma Buffy non ebbe il coraggio di lasciarlo da solo. Chiuse la porta e gli si sdraiò accanto continuando ad accarezzargli il viso e i capelli.

“Dormi William, dormi. Ci sono qua io, scopriremo cosa ti fa stare male e lo distruggeremo. Abbiamo sofferto abbastanza ora è arrivato il momento di essere felici, e non saranno certo dei mal di testa a ostacolarci.”

Buffy chiuse gli occhi e inspirò profondamente, domani sarebbe dovuta andare a fare le prima ecografia, ma senza Spike non se ne parlava, lo voleva accanto a se, la prima volta in cui avrebbero visto il loro bambino, da sola non ce l’avrebbe mai fatta.

 

 

Willow e Tara si diedero la mano ed entrarono nel bel ristorante che avevano prenotato la mattina stessa; avevano deciso di trascorrere un po’ di tempo da sole, era tanto che non stavano un po’ per i fatti loro; volevano comprarsi una casa tutta loro, abitare da Buffy era stato divertente, ma ora avevano bisogno dei propri spazi.

“sai Tara, pensavo ad una casetta vicino ad un bel bosco”

“Will, dobbiamo pensare a qualcosa che possiamo permetterci. Non fraintendermi, impazzirei per una casa vicino ad un bosco, magari di quercie, però al momento dobbiamo orientarci su qualcosa del tipo appartamento a poco prezzo in piena città”

“potremmo costruircela una casetta, non dovrebbe essere troppo difficile, un po’ di legna, un incantesimo, niente di troppo complicato”

“Will sai vero cosa penso riguardo all’uso improprio della magia, e nonostante tu ora ne abbia bisogno, preferisco che continui a fare attenzione”

“lo so Tara, stavo scherzando. Forse potremmo fare un viaggio, non so in Italia o Irlanda.”

“e con quali soldi?”

“con quelli che guadagneremo lavorando al magic Box”

“verrai a lavorare anche tu?”

“certo, così tu potrai frequentare l’università”

“Sei un tesoro Willow”

Si guardarono e sorrisero: si sentivano veramente felici “una sola cosa Will. Prima di fare il nostro viaggetto vorrei che dessimo un po’ di soldi a Buffy, ne ha veramente bisogno e odia il suo lavoro al fast food.”

“ci avevo già pensato, Tara. E poi le dobbiamo quei soldi, infondo abbiamo vissuto a casa sua per parecchi mesi.”

“ti amo Willow”

“anch’io Tara, e sono davvero felice che tu mi abbia perdonato.”

 

Spike si svegliò ed aprì lentamente gli occhi, c’era un incredibile silenzio, anche nella sua testa, quasi irreale. Si mise a sedere sul letto e capì di essere nella stanza di Buffy.

Gli ritornò in mente quello che era successo e la paura che aveva visto negli occhi di Buffy, si era davvero preoccupata che lui potesse stare male seriamente.

Guardò un orologio appeso alla parete e notò che erano già le sei del pomeriggio, di li ad un ora Buffy avrebbe dovuto fare la prima ecografia, e lui ci sarebbe stato, anche con il mal di testa lancinante.

Uscì dalla stanza e si avviò verso la cucina per far vedere a Buffy che stava bene, e che era pronto a vedere il suo bambino.

La cacciatrice guardò l’orologio e inspirò profondamente, ormai Spike dormiva da parecchie ore e lei aveva una paura inimmaginabile che lui stesse male per qualcosa di serio, ma non voleva asslutamente svegliarlo. In più era agitata per l’imminente visita, sarebbe stato tutto a posto? E se il bambino avesse avuto qualcosa che non andava, tipo se fosse stato senza un dito o peggio senza una mano? Doveva chiamare Willow e dirle di cercare cosa potesse far stare Spike così male, forse qualcuno gli aveva fatto un incantesimo o qualcosa del genere.

Chiuse l’acqua del lavandino e si asciugò le mani: avrebbe dovuto essere uno dei momenti più belli della sua vita, insomma stava per avere un figlio con la persona che amava più della sua stessa vita, e invece tutto andava per il peggio. Appoggiò la testa contro una mensola e una lacrima le rigò il volto.

“dai amore, non piangere, un mal di testa non è certo la fine del mondo”

Buffy si girò e la voce le si bloccò in gola, non potè fare altro che baciarlo e abbracciarlo, ringraziando mentalmente il cielo che stesse bene.

 

 

Lui la strinse a se e le diede un bacio sui capelli “allora sei pronta a vedere il nostro piccolo bambino?”

Lei scoppiò a piangere dalla felicità “mai stata così pronta”

Il sole era già basso dietro le colline quando Buffy e Spike uscirono di casa mano nella mano diretti dal dottore.

“la mia macchina ce l’ha Willow o è vicino al cimitero?”

“credo sia al cimitero, però mi piacerebbe andare a piedi. Lo studio non è molto lontano da qui e il sole sta tramontando non ti andrebbe di fare una passeggiatina e per una volta far finta di essere una coppia qualsiasi?”

“non saremo mai una coppia qualsiasi Buffy”

le accarezzò dolcemente i capelli e lei sorrise, “e poi cacciatrice io sono troppo bello per passare per una persona normale”

Lei gli tirò un pugno sul braccio “sono io quella davvero bella qui”

Camminarono per circa due isolati ridendo, baciandosi, scherzando, fermandosi a guardare le vetrine dei negozi per bambini e discutendo del più e del meno. I passanti si giraravano a guardarli, rapiti dall’incredibile energia che li circondava. Era quasi palpabile l’amore che provavano l’un l’altro.

 

Buffy si tolse piano i pantaloni, alzò la maglia e si sdraiò sul lettino.

L’infermiera le sorrise dolcemente ed iniziò ad applicarle il gel.

“allora avete già pensato che nome dare al bambino?”

Buffy rabbrividì per il freddo della pomata “a dir la verità no. Ma se fosse maschio mi piacerebbe chiamarlo William”

Spike, che era intento a guardare foto di piccoli bambini appese al muro, si girò e le prese la mano “se è femmina penso che la chiameremo Joice, giusto amore?”

Lei lo guardò e sorrise “mi piacerebbe davvero molto. Alla mamma…, lei sarebbe stata felice. Di secondo nome mi piacerebbe chiamarla Audrey, come Audrey Hepburn, è una delle mie attrici preferite”

“ok, ok vediamo allora questo bambino. Non vi potrò dire già il sesso, è troppo presto, però potremo vedere come sta e se va tutto bene. Pronti?”

I due annuirono emozionati e Buffy strinse un po’ di più la mano di Spike, che era stranamente tiepida, o forse era solo una sua sensazione.

L’infermiera prese una specie di scanner ed iniziò a passarlo sul ventre della cacciatrice, sul piccolo schermo in fondo al letto iniziò ad apparire una figura confusa in bianco e nero, che si muoveva impercettibilmente.

“ed eccolo qui. Allora questo è il cuore, ha dei battiti un po’ lenti, ma può darsi che stia dormendo. In ogni caso non mi preoccuperei troppo. Questa è la spina dorsale, la testa…”

Né Buffy né Spike stavano più seguendo, erano troppo concentrati a guardare quel piccolo esserino che rappresentava tutto quello che provavano l’uno per l’altra e molto di più.

Non gli servivano spiegazioni riguardo a dove si trovassero le varie parti del corpo, perché inconsciamente sapevano entrambi tutto quello che c’era da sapere. Quello era loro figlio, la loro vita, loro stessi. Ed era vivo, lo potevano vedere, lo potevano sentire.

“…se volete vi posso dare la cassetta per casa”

Buffy guardò Spike con gli occhi lucidi e lui le accarezzò dolcemente una guancia, asciugandole una lacrima “si voglio portarlo a casa, voglio farlo vedere ai miei amici”

“bene signorina Summers si rivesta pure. La segretaria le dirà poi il giorno in cui deve tornare per il prossimo controllo”

L’infermiera uscì dalla stanza lasciandoli soli.

Spike chiuse gli occhi e sorrise, voleva assaporare ogni secondo di quella meravigliosa sensazione. Buffy gli posò la testa sul petto e lui la strinse a se. Stettero in silenzio, abbracciati senza pensare a niente tranne che a quello che stavano vivendo. Buffy si sentiva completa, e poi sentire così il cuore di Spike che batteva insieme al suo…

 

 

 

Lui si tastò il polso “io non…era così tanto tempo che non sentivo questo rumore e adesso…”

Buffy strinse gli occhi e grosse lacrime iniziarono a solcarle il viso. “questo è fantastico, vuol dire che tu sei di nuovo umano”

“io non ho l’anima e non devo esserlo completamente, ho davvero voglia di bere del sangue e questo non credo sia un comportamento del tutto umano.” Buffy sentì del risentimento nella sua voce.

“Spike. Non mi interessa che tu abbia l’anima o meno. Io ti amo per quello che sei, quello che sei diventato, e per come stiamo insieme. Ho visto migliaia di persone con l’anima che non sono neanche lontanamente come te. Non riuscirebbero mai ad amarmi come fai tu”

Spike sorrise, sentire Buffy dire quelle cose lo rendeva felice come poche volte lo era stato nella sua vita “non riesco a capire come possa essere successo, voglio dire come ho fatto a tornare vivo”

“lo scopriremo. Ma adesso” si spostò i capelli e si accarezzò il collo “se hai sete devi nutrirti così scopriremo subito se sei del tutto umano o no”

“Buffy, no. Ti toglierei troppe energie”

Lei espose il collo ulteriormente ma lui lo coprì con la sua mano.

“non pensavo che l’avrei mai detto, ma non ho nessuna intenzione di farlo, non è il momento più adatto tesoro. Hai bisogno di tutta la tua forza e di tutto il tuo sangue. Ma tra sei mesi sarai accontentata.”

In compenso iniziò a baciarla fino a che entrambi rimasero senza fiato.

Lui sorrise e la sostenne contro di sé, sentendo che faceva fatica a stare in piedi.

“sai cosa mi piacerebbe davvero fare?”

“dimmi amore”

“Andare al mare, due o tre giorni. Sono sicura che abbronzato sei uno schianto.”

“sono sicuro che se ti vedo in costume da bagno non ti resta addosso per più di due minuti”

Buffy rise veramente felice, poi guardò Spike negli occhi e vi annegò, come sempre, non riusciva a non farlo “stasera voglio che i miei amici lo sappiano, di noi, del bambino, del fatto che sei umano. E stanotte dormirai in camera mia”

“mi sembra un ottimo piano”

 

Dawn guardò agitata l’orologio,voleva assolutamente sapere com’era andata l’ecografia, chissà se il bambino era maschio o femmina, se stava bene, se era normale, se…

Era nervosa, sarebbe potuta uscire e andare da Janice, e se poi Buffy fosse tornata e lei non era in casa? No meglio aspettarla, magari alla tv davano qualcosa di interessante.

Accese la tv e fece un veloce zapping: niente.

Salì in camera sua e prese il telefono per chiamare Janice, ma sentì la porta aprirsi e le risate di Buffy e Spike risuonare per le scale.

Si fiondò giù emozionatissima “finalmente siete tornati, ma quanto ci avete messo? Il bambino sta bene? È maschio o femmina? Quando farai il prossimo controllo? Mi piacerebbe tanto esserci. E il video ve l’hanno dato? Nei film lo fanno sempre vedere. O forse avete le foto. Perché van bene lo stesso e poi…”

“ehi briciola finirò di risponderti nel 2006 se ci fai qualche altra domanda”

Dawn abbassò la testa “scusate”

“ma dai Dawn non ti preoccupare il bambino sta benissimo, non si sa ancora se è maschio o femmina è troppo presto. E si il video ce lo abbiamo”

La ragazzina l’abbracciò “Buffy sono troppo curiosa, posso vederlo?”

“tra poco. Stanno arrivando gli altri, lo vedremo tutti insieme”

Dawn rimase senza fiato “voi volete dirlo a tutti?”

Spike e Buffy si guardarono e sorrisero “è qualcosa che avrei dovuto fare molto tempo fa”

 

 

Tara, Willow e Xander arrivarono tutti insieme dal magic box. Sembravano felici e Buffy se ne rallegrò; era emozionata, perché non sapeva come l’avrebbero presa, e non sapeva bene neanche come introdurre il discorso, ma le bastava sapere di aver vicino Spike.

Gli amici si sedettero sul divano insieme a Dawn, mentre Buffy rimase in piedi con Spike.

“allora Buff, come mai questa convocazione?” incominciò Xander abbracciando Dawn che gli era seduta al fianco.

“ho tre cose importanti da dirvi.”

Inspirò profondamente e lanciò un’occhiata a Spike che le sorrise per incoraggiarla.

“primo Spike è tornato per metà umano”

Nella sala scese il silenzio, si sentivano solo i gridolini di gioia di Dawn.

“come è successo?”

“non lo sappiamo ancora bene, faremo ricerche nei prossimi giorni, al magic box c’è di sicuro qualcosa che ci aiuterà a capire”

“in che senso per metà?” chiese Xander

Spike lo guardò “nel senso che se voglio morderti posso farlo”

“e il chip?”

“non credo funzioni più” disse Buffy “ma andiamo avanti. Seconda cosa io e…”

Una fortissima contrazione all’addome le fece mancare il fiato, poi una seconda ancora più potente la fece crollare a terra sulle ginocchia.

Gli amici si alzarono preoccupati e Spike le si chinò accanto.

Il dolore si intensificò e Buffy cominciò a piangere stringendosi la pancia.

Spike trattenne a stento un’ imprecazione, odiava vedere Buffy soffrire a quel modo, lo faceva sentire impotente. La prese in braccio e si girò per portarla nel suo letto.

Buffy si raggomitolò contro al petto di Spike che era piacevolmente caldo, e cercò di non pensare al dolore che provava, poteva percepire gli sguardi preoccupati di suoi amici e i singhiozzi di Dawn “spike portami su ”

Lui incominciò a salire le scale seguito dalla gang preoccupata più che mai.

“non sarebbe meglio portarla in ospedale, assomiglia allo stesso problema che ha avuto l’altra volta” ipotizzò Xander.

“in ospedale non sapranno cosa farle ha solo bisogno di riposo e di tranquillità, quindi Xander puoi anche andartene”

“ma sentitelo capitan ossigenato l’esperto di medicina, stai approfittando della debolezza di Buffy e basta”

Spike strinse i denti doveva mantenersi calmo per Buffy, aveva bisogno di lui e litigare con Xander non l’avrebbe di certo fatta stare meglio. Ma prima o poi gliele avrebbe date di santa ragione e di certo nessuno poteva biasimarlo.

Appoggiò delicatamente Buffy sul letto e le si sedette accanto “hai bisogno di qualcosa amore? Un bicchier d’acqua? una coperta in più?”

“ho bisogno di te Spike, ho freddo e ora puoi finalmente riscaldarmi”

Lui sorrise e lanciò un’occhiata agli scooby fuori dalla porta. Tara capì e chiuse lentamente la porta sotto gli sguardi inebetiti di Willow e Xander.

“sei pazza non possiamo lasciare Buffy nelle mani di un mezzo vampiro,”

“Tara perché l’hai…”

E all’improvviso capirono tutti e due e si chiesero come avessero fatto a non accorgersene, a non vedere, loro erano i suoi migliori amici.

 

 

 

Willow sorrise e una lacrima le rigò il volto; come aveva fatto ad essere così cieca, era felice che Buffy fosse riuscita a trovare un amore speciale come il suo, anche se si rimproverava di non essere riuscita a capirlo prima.

La reazione di Xander non fù altrettanto positiva. Era disorientato. Come aveva fatto Buffy ad innamorarsi di un essere come Spike?

Scese le scale non sapendo bene cosa fare o dove andare, ma si ritrovò nella cantina. La stessa cantina dove lui e cordelia si erano scambiati il primo bacio, strano che gli tornasse in mente proprio adesso. Inspirò profondamente e chiuse gli occhi. Sarebbe uscito da quella casa, sarebbe andato a farsi un giro per calmarsi e riordinare le idee.

Si girò per andarsene ma inciampò in una piastrella fuori posto e cadde rovinosamente a terra.

“dannazione”

Guardò la causa della sua caduta e vide qualcosa che luccicava: una chiave. Si incuriosì e la tirò su cercando una possibile serratura. Notò un armadio in fondo alla stanza si avviccinò e girò la chiave: dentro c’era un grazioso vaso colorato lo tirò fuori e lo guardò più attentamente.

 

Tara, willow e Dawn si sedettero sul divano in silenzio.

“sarà meglio chiamare Xander ed andarcene”

“si potremmo dormire a casa sua o per una notte stare in albergo. Dawnie a te va bene venire con noi?”

“si non c’è problema, e poi sapete che io adoro stare con voi.”

 

Buffy appoggiò la testa sul petto di Spike e sentì il dolore andare via lentamente. Che bello era avere Spike caldo, era una cosa meravigliosa.

“va meglio amore?”

“abbastanza ma sento ancora dolore.”

“comunque è stata una gran mossa”

“cosa?” chiese buffy perplessa

“star male in modo che i tuoi amici capissero da soli cosa è successo”

Buffy scoppiò a ridere e Spike non potè fare a meno di imitarla.

Una nuova fitta fece trattenere il fiato a Buffy.

 

Xander salì lentamente le scale con il vaso in mano e lo posò sul lavandino per riempirlo d’acqua, la rabbia gli era un po’ sbollita e voleva far capire a Buffy che non ce l’aveva con lei. Voleva comprarle dei fiori ma a quell’ora non sapeva proprio dove cercarli.

 

Spike strinse a se Buffy e la cullò dolcemente, piano piano la ragazza si addormentò e lui si convinse che non era un male passeggero, un male da donna incinta.

Chiuse gli occhi per riposare un po’ ma le voci si popolarono nella sua testa, però questa volta erano più gentili, questa volta lo capivano e lo rassicuravano.

Un dolore improvviso gli prese il petto: la sua anima. Era tornata e bruciava e gli faceva ricordare di ogni nefandezza commessa, di ogni crimine di ogni vittima. Abbracciò un po’ più forte Buffy, solo lei sembrava avere il potere di zittire le voci. Si sentiva troppo stordito per fare qualsiasi cosa, come era successo?. Certo, lui aveva desiderato riavere l’anima per Buffy, e in fondo anche per se stesso. Ma questo era stato così improvviso. Eppure avrebbe dovuto capirlo, dalle voci che ogni tanto gli riempivano la testa e gli urlavano di andare all’inferno, augurandogli la più sofferente delle morti, definitiva.

 

Tara si alzò dal divano e si avviò alla porta con Dawn “noi iniziamo ad andare Will, stai un po’ con Xander, forse ha bisogno d’aiuto”

La rossa annuì impensierita e si diresse verso la cucina. L’amico stava fissando il t- lang nel lavandino.

“ehi Xan, tutto bene?”

“non saprei. Tu credi che Buffy sia felice?”

“Io sono sicura che lo è. Anzi ti dirò di più è veramente innamorata”

“e come fai a saperlo?”

“ho visto come si guardavano e ho capito che si amavano”

Xander sorrise amareggiato “non sono stato altrettanto perspicace” Tirò fuori il vaso ricolmo d’acqua e lo guardò come se potesse dare una risposta ai suoi problemi.

“sai quanto è potente quel vaso?”

Xander fece segno di no con la testa

“molto più di quanto tu possa immaginare”

E all’improvviso Willow capì, capì che Buffy portava in se un segno vivente del suo amore per Spike. Buffy era incinta!

“Xander posa subito quel vaso non dovevi neanche toccarlo…”

Ma fu inutile, il vaso era bagnato e lui l’aveva preso male. Il contenitore scivolò a terra e si frantumò in piccoli pezzi, nel medesimo istante Buffy lanciò un urlo che lacerò l’aria e poi cadde il silenzio.

 

 

 

Willow si prese la testa tra le mani. Se l’avesse saputo prima, se l’avesse capito, se avesse ascoltato Buffy… Troppi se, ora non c’era più niente da fare. Guardò tristemente Xander che non aveva capito quale nesso ci fosse tra il vaso e Buffy.

“che c’è Will?”

“a-andiamo via Xander non possiamo fare niente”

“e i cocci?”

Guardò i resti colorati e li fece sparire con una magia.

 

Spike strinse più forte a se Buffy che piangeva a dirotto. Aveva sentito il rumore di qualcosa rompersi, ma aveva sentito ancora più chiaramente l’urlo di Buffy che gli aveva distrutto il cuore. Il loro bambino era…

Sospirò, cercando di trattenere le lacrime, ma non ci riuscì, il dolore era troppo forte, troppo insopportabile. Il viso di Buffy era una maschera di sofferenza, stava dicendo frasi sconnesse, senza senso, sembrava non avere più il controllo del suo corpo.

“Buffy, calmati, calmati noi lo affronteremo insieme, io ti sarò sempre vicino”

“no lui è è morto è volato via il nostro piccolo angelo, lui non tornerà mai più, , e tu non mi sarai sempre vicino. Anch’io morirò o forse lo farai prima tu dissolvendoti in polvere che volerà via e mi entrerà negli occhi e io piangerò….”

Spike strinse la mascella e la costrinse a guardarlo negli occhi “ora calmati”

Lei stette zitta per un minuto a fissarlo “hai il ghiaccio…gli occhi, a te non interessava, non interessa, tu non puoi capire il dolore, non hai un’anima”

Spike stette male, non voleva dirle la verità, non ora, lei non era in sé e nemmeno lui era tanto lucido. Si alzò dal letto e guardò la cacciatrice raggomitolarsi su se stessa, in pochi secondi era diventata l’ombra della ragazza forte che era sempre stata.

“ho freddo, voglio stare sola vai via” Buffy ricominciò a piangere stringendosi la pancia come per abbracciare il suo bambino. Spike si tolse lo spolverino e glielo posò sopra, la ragazza sembrò calmarsi e si addormentò. Lui le accarezzò una guancia inzuppata di lacrime e poi tirò un pugno al muro. Avrebbe voluto stare li con Buffy a cullarla, a baciarla, tenerla stretta a se, ma sentiva che non le sarebbe stato d’aiuto, non sarebbe stato d’aiuto neanche a se stesso, soprattutto ora che la sua anima cominciava a farsi sentire, lui era debole e non avrebbe potuto fare niente. Le depose un lieve bacio sulle labbra, poi scese lentamente le scale. Non era sicuro di fare la cosa giusta, ne quella migliore, ma era l’unica cosa sensata per entrambe. Prese il telefono e chiamò Tara dicendole di tornare da Buffy perchè aveva bisogno di loro. Non poteva lasciarla sola in un momento simile, e stare con lei l’avrebbe solo fatta sentire più debole. Uscì da casa Summers e si chiuse la porta alle spalle, cercando di non pensare a niente, ma sentendosi lacerare il cuore da un dolore mai provato.

 

Buffy si svegliò lentamente, gli occhi le bruciavano, il ventre le faceva un male tremendo e la testa le stava per esplodere. Ma il dolore più forte era quello che le veniva dal cuore. Il suo bambino, scomparso. Non riusciva a smettere di piangere. E poi come aveva trattato Spike dicendogli quelle cose orribili.

Sentì che era entrato qualcuno nella stanza e sperò che fosse lui.

“ciao Buffy come va?”

Dawn. Non ce la faceva a parlarle, non voleva parlarle

“Buffy sei sveglia?”

“dov’è Spike?”

“io … ti ha lasciato lo spolverino”

Buffy si girò impercettibilmente, lo poteva sentire, aveva il suo profumo intorno, addosso.

“Buff….Spike se ne è andato”

Il suo cuore smise di battere, e credette che non potesse più riprendere a farlo.

“mi-mi dispiace”

Dawn uscì dalla stanza in silenzio e Buffy si prese la testa fra le mani e riprese a piangere, spostò la coperta ed indossò lo spolverino, perché se ne era andato? Perché l’aveva lasciata proprio ora che aveva più bisogno di lui? Mise le mani in tasca e vi trovò un foglietto spiegazzato con sopra scritto “Per Buffy”

Lo aprì lentamente cercando di smettere di piangere e cominciò a leggere.

 

Ti guardo, ti sento, ti respiro.

Non riesco a capacitarmi di avere vissuto senza di te fino ad oggi

Guardo al nostro futuro

E lo vedo carico di dolci promesse

Ma soprattutto vedo noi due, insieme, e solo questo importa.

Non posso immaginare un avvenire senza di te, senza noi,

così come non posso immaginare un cielo senza stelle, un mare senza acqua.

Ti guardo e vedo tutto quello che ho sempre cercato

E non sono mai riuscito a trovare

Ti guardo e mi basta per riempirmi il cuore di una felicità mai raggiunta

E so che il nostro amore non finirà mai.

William

 

 

 

 

 

 

 

La carrucola salì lentamente, con un cigolio sinistro, ed un secchio arrivò alla luce del sole in modo che la superficie liquida si fondesse col cielo.

Spike la guardò e vide il viso sorridente di Buffy quando erano andati a far la prima ecografia, quello sguardo che solo lei aveva, e che era reso mille volte più luminoso per il bambino. Un nodo gli strinse il petto e sentì che il sole bruciava quasi penosamente sulla sua pelle. Avvicinò la mano come per accarezzare Buffy, ma il secchio scivolò in fondo al pozzo con un rumore sordo.

“tutto bene William?”

L’uomo chiuse gli occhi ed inspirò profondamente, l’aria gli entrò prepotentemente nei polmoni, che erano fuori esercizio da più di un centinaio d’anni.

“no, direi di no Dru”

Lei avanzò con quella grazia che aveva sempre avuto e gli posò una mano sulla spalla.

“credo sia arrivato il momento di tornare da lei.”

Lui si girò e sorrise “non so cosa avrei fatto senza di te, mi hai cambiato la vita, ti devo molto”

La donna chiuse gli occhi e rivolse la testa verso il cielo di un azzurro accecante.

“volevo che fossi felice come lo sono io William. E ho sempre saputo cosa sarebbe successo tra voi. Io l’ho visto, e ho visto anche che per voi le difficoltà non sono ancora finite”

“ma perché il vaso?”

“era l’unico modo per farti tornare umano”

“umano….” Si passò una mano fra i capelli “e l’anima?”

Drusilla sorrise e gli appoggiò una mano sul petto “è tornata, perché tu l’hai rivoluta.”

“io .…”

“non l’hai chiesta esplicitamente, ma loro hanno sentito, loro hanno visto.”

Fece una risatina “Jack sta uscendo per andare nella vigna”

Spike alzò lo sguardo ancora un po’ stordito da quelle affermazioni e vide un uomo alto, dai capelli color paglia che gli si avvicinava affiancato da un grosso cane nero e un bambino di tre anni con corti capelli neri e grandi occhi blu, tali e quali a quelli di sua madre.

“tuo figlio è bellissimo Dru.”

Lei sorrise compiaciuta e si toccò il ventre “ed è solo il primo”

Lui aprì la bocca stupito l’abbracciò “ è meraviglioso, sono davvero felice per te e Jack. Lui lo sa?”

“no, non ancora. Pensavo di dirglielo oggi”

I due si guardarono per un lungo istante: era incredibile quante cose fossero successe, erano stati due vampiri amanti che avevano fatto stragi in tutta europa, ed ora erano umani, innamorati di altre persone. Gli era stata concessa un’altra possibilità.

“ehi Will, vuoi venire con me e Phil a raccogliere l’uva?”

Il bambino lo guardò speranzoso e William si ritrovò a pensare che avrebbe potuto aver un figlio come quello , se non fosse successo… se quel vaso non si fosse rotto…

“mi spiace Jack, oggi torno a casa.”

Si chinò e guardò dolcemete Phil “ma presto tornerò a trovarvi”

Si rialzò e sorrise ai due coniugi.”vado, non ho valigie.” Strinse la mano a Jack e baciò Drusilla su una guancia.

iniziò ad incamminarsi lentamente e dopo una decina di metri si girò a guardare la famiglia

“ehi Dru vedi di dare un bel nome a quel bambino”

Jack si girò verso la moglie e aprì la bocca come per parlare, ma non emise alcun suono.

Drusilla sorrise “sarà una bambina William”

Lui scosse la testa e riprese a camminare, questa volta più velocemente e con quel suo passo inconfondibile.

 

 

 

 

 

Buffy guardò tristemente fuori dalla finestra del suo ufficio: sei mesi, 13 giorni ed esattamente 5 ore che non vedeva più Spike e questa cosa la uccideva ogni giorno un pochino di più. Sarebbe stata sul punto di partorire il loro bambino, sarebbero stati una famiglia. Iniziò a piangere, e non cercò neanche di fermare le lacrime. Si prese la testa fra le mani. Doveva essere forte, se non per lei almeno per Dawn. Avrebbe ucciso Xander, forse l’avrebbe fatta sentire meglio.

Si immaginò il viso di Spike a quella rivelazione e sorrise un po’, i suoi occhi blu che la guardavano maliziosi e il suo sorriso divertito…

Si alzò di scatto dalla sedia facendola cadere. Doveva cercare di pensare a qualcos’altro, tipo al suo nuovo lavoro. Incredibile che in quei sei mesi fosse riuscita anche a combinare qualcosa di decente. Ma più che altro era stato un colpo di fortuna, avevano riaperto il liceo di Sunnydale e gli serviva qualcuno che aiutasse psicologicamente gli studenti, e che non fosse un demone della vendetta. Aveva fatto un colloquio col nuovo preside ed era stata assunta.

Si lasciò cadere pesantemente sulla sedia, si odiava profondamente, come aveva fatto a dire quelle cose orribili a Spike? Lui l’amava, e lei era stata un mostro. Forse non lo meritava, e lui aveva fatto bene ad andarsene, solo per il modo in cui lo aveva trattato durante quegli anni avrebbe fatto bene a non tornare mai più. Questo pensiero le fece un male inimmaginabile, non aveva mai amato nessuno così tanto e perderlo definitivamente sarebbe stato impossibile.

Perché infondo non aveva perso la speranza, sentiva che lui sarebbe tornato a Sunnydale, e sarebbero stati di nuovo insieme e felici. Si prese la testa fra le mani.

“sta funzionando amore?”

La voce di Spike rimbombò intorno a lei, così vera, così reale da farla illudere che lui fosse davvero lì. Si ricordò il giorno in cui le aveva rivolto quelle parole, lei l’aveva insultato e poi picchiato e poi…

“no, non sta funzionando, non sono mai stata molto brava ad autoconvincermi”

 

 

Dawn si picchietto la fronte con la matita: aveva appena finito un’ottima verifica di matematica, ed era davvero felice di essere finalmente al liceo, era cresciuta e ora le si apriva un nuovo mondo davanti agli occhi. Un nuovo mondo chiamato Thomas. Ok si era presa una bella cotta per un ragazzo più grande, bellissimo ed irraggiungibile. Però era felice, non voleva avere una storia, solo sentirsi innamorata. Abbassò lo sguardo sul foglio di brutta su cui aveva pasticciato diversi numeri, Buffy stava male e lei non riusciva a farla stare meglio.

Avevano sofferto davvero molto dopo la perdita del bambino e la partenza di Spike, ma sua sorella continuava a star male allo stesso modo di sei mesi prima, se non di più. Si sforzava di ridere con i suoi amici per non farli preoccupare, ma di notte piangeva, la sentiva chiamare Spike anche nel sonno.

E in fondo un po’ lo odiava perché se ne era andato; con lui al suo fianco Buffy avrebbe superato tutto più facilmente, sarebbe tornata ad essere contenta e sarebbero stati una famiglia quasi normale, sicuramente felice. Ma invece non era successo, chissà perché a Sunnydale nessuno era mai felice, tutti arrivavano ad un passo dall’ esserlo, ma poi succedeva qualcosa che faceva cambiare tutto. Forse il problema era il fatto che si trovavano sulla bocca dell’inferno, di sicuro questo portava una certa aria di negatività.

 

Tara aprì la porta del negozio con le braccia cariche di pacchi di nuove erbe magiche da sistemare sugli scaffali del magic box. Non credeva le sarebbe mai piaciuto lavorare così tanto, e invece li aveva trovato il suo ambiente. Si, a volte entravano clienti qualsiasi in cerca di un regalo particolare, ma spesso arrivavano persone che avevano i suoi stessi interessi e con cui scambiava volentieri quattro chiacchiere: era davvero incredibile quante streghe vivessero a Sunnydale.

E poi Willow la aiutava spesso, così riuscivano a passare un sacco di tempo insieme. Entrambe seguivano i corsi serali, un po’ per necessità un po’ per mancanza di tempo, e si divertivano davvero molto. Posò le scatole sul bancone e si guardò attorno: eppure sentiva che qualcosa non andava, percepiva una strana sensazione che però non riusciva bene ad identificare, qualcosa di spiacevole e negativo stava per succedere. O forse lei era solo troppo paranoica. Per una volta stavano tutti bene e lei doveva crearsi problemi inesistenti.

Bhè, tutti tranne Buffy.

Sembrava fosse in un continuo stato di semincoscienza, quando c’era Xander si sforzava di ridere, ma era evidente che non convinceva nessuno. Passava le giornate in casa, e al suo nuovo lavoro, non usciva mai. Era il fantasma della donna che era stata, eppure ogni tanto riusciva ancora a vederle brillare una certa luce in fondo agli occhi, quella luce da guerriera immortale che le si accendeva ogni volta che andava a caccia, la preoccupava il fatto che quella luce spuntava quando guardava intensamente Xander, e non era difficile indovinare cosa stesse pensando.

 

Buffy tornò a casa e si lasciò cadere sul divano accendendo la tv senza però guardarla.

Si tolse lo spolverino di Spike e lo posò sull’attaccapanni, lo indossava sempre, la faceva sentire un po’ meno sola. Lo fissò per un paio di secondi e poi chiuse gli occhi per rivedere Spike che lo indossava e le veniva incontro con quel suo passo da predatore e un sorriso che avrebbe fatto svenire chiunque. E poi i suoi occhi che le accarezzavano il corpo in un modo così sensuale da farle tremare le ginocchia, quegli occhi così blu e caldi quando le diceva che l’amava sopra ogni altra cosa al mondo, così azzurri quasi color del ghiaccio quando era arrabbiato e contraeva la mascella, come volesse evitare di mordere qualcuno. Riaprì stancamente le palpebre e sentì che gli occhi le pungevano in modo fastidioso. Riprese lo spolverino e lo strinse a se: non riusciva a separarsene. Salì lentamente le scale e si buttò sul letto inspirando a fondo il profumo di Spike, e poi si addormentò profondamente, sognando di un meraviglioso vampiro platinato che la stringeva su un bel prato verde baciato dal sole, ridevano ed erano felici, Buffy si sentiva completa, come solo riusciva ad esserlo quando stava insieme a lui.

 

Dawn tornò a casa fischiettando e con una fame tremenda. Si preparò un panino e si sedette davanti alla tv già accesa.

“Buffy sei in casa?”

Non ricevette risposta e fece spallucce continuando a mangiare con foga.

Quella sera sarebbe andata al Bronze con Janice e altri suoi nuovi compagni di classe, avrebbe lasciato un biglietto sul frigo, perché già sapeva che sua sorella avrebbe passato il resto del giorno a letto.

 

 

 

Il telefono squillò per la quinta volta e Buffy allungò pigramente la mano.

“pronto?”

“ehi Buffy, ti ho svegliato?”

La ragazza sprofondò la testa nel cuscino.

“no figurati, stavo solo riposando. Dimmi Will, perché hai chiamato?”

“volevo chiederti se stasera ti va di venire al Bronze, così per divertirci un po’”

Buffy stette zitta per un paio di secondi: aveva solo voglia di stare a casa e strafogarsi di gelato davanti ad un film strappalacrime, per poi addormentarsi senza troppi pensieri.

“io non…”

“dai Buff, non risolverai i tuoi problemi standotene chiusa in casa a piangerti addosso”

“tu non puoi capire cosa ho passato, cosa STO passando”

“certo, è come al solito, nessuno ti può capire perché tu hai dei sentimenti unici che nessun altro può provare. E dai piantala e vieni a divertirti”

Buffy si sentì indispettita, ora neanche la sua amica la capiva, perfetto. Però infondo sapeva che aveva ragione, si era chiusa in se stessa e non permetteva a nessuno di avvicinarsi.

“ok, a che ora?”

“verso le nove, va bene?”

“si perfetto. Ciao Will e… grazie”

Posò il ricevitore e si prese la testa fra le mani: doveva cercare di divertirsi, almeno provarci.

 

Il bronze era come al solito affollatissimo, pieno di persone felici che ridevano e ballavano, si baciavano, bevevano, insomma stavano vivendo. Buffy si sentì molto fuori posto, si aggiustò la maglietta azzurra e si strinse lo splverino addosso.

“ehi Buff finalmente sei tra noi”

Xander le andò incontro con un grande sorriso stampato in faccia e lei desiderò più che mai fargli passare la voglia di ridere.

“Xan, come va? Willow e Tara?”

“arriveranno fra poco, stanno chiudendo il magic box”

L’amico diventò serio e Buffy si pentì un po’ di essere così fredda e distaccata con lui, infondo aveva sofferto molto dopo che Anya se ne era andata.

“andiamo a prenderci da bere, farà bene ad entrambe”

Xander annuì ritrovando il sorriso.

“ho visto tua sorella con le sue amiche prima, avevano l’aria di divertirsi un sacco”

Buffy sorrise, almeno Dawn era felice.

Willow e Tara arrivarono allegre, mano nella mano.

“stasera offriamo noi, oggi abbiamo fatto degli incassi stratosferici”

“si siamo riuscite a vendere cose che erano in negozio da anni.”

I quattro si avvicinarono al bar cercando di non essere urtati dall’incredibile quantità di gente che ballava in pista.

Tara guardò Buffy di sottecchi e vide che scrutava la folla come se fosse in cerca di qualcuno, sapeva benissimo chi, e le faceva male il cuore a pensare quanto stesse soffrendo.

Abbracciò un po’ più forte Willow, come se avesse avuto paura di perderla: riusciva perfettamente a capire cosa stesse provando Buffy, perché se lei avesse perso Will si sarebbe ridotta allo stesso modo.

Scosse la testa, era inutile pensarci non sarebbe mai successo, niente le avrebbe divise.

Ma mentre diceva questo si ricordò che molto meno di un anno prima la magia era riuscita a separarle, davvero profondamente, e un improvviso senso di solitudine la invase, facendole venire uno strano dolore alla bocca dello stomaco.

Buffy si sedette su uno sgabello e si ritrovò a fissare sua sorella che ballava: era così giovane e già così bella, molto più di lei alla sua età. Vide che lanciava continue occhiate ad un ragazzo di qualche anno più grande, il quale non sembrava rivolgerle molta attenzione. Sembrava dell’ultimo anno ed era forse un po’ troppo grande per Dawn. Scosse la testa e sorrise pensando che il suo primo amore aveva avuto circa 220 anni più di lei.

Tornò a fissare la folla che si agitava sulle note di una canzone degli anni sessanta e all’improvviso vide infondo alla sala una testa platinata che avrebbe riconosciuto dovunque.

Il suo cuore mancò un battito. Si alzò di scatto facendo cadere lo sgabello. Non poteva credere che Spike fosse li. Si buttò tra la folla non esitando a spintonare e a far cadere chi le intralciava la strada, ma quando arrivò nel punto in cui credeva di averlo visto non trovò nessuno. Uscì dal locale ed iniziò a correre, senza preoccuparsi di avvisare i suoi amici; doveva trovarlo, doveva essere li vicino, non poteva scomparire e basta. Si diresse verso la cripta che conosceva tanto bene, perlustrò il cimitero, cercò in ogni luogo possibile in cui Spike potesse essere andato, ma non lo trovò. Verso le 4 del mattino tornò a casa, si sedette esausta su una poltrona e si prese la testa fra le mani: forse si era semplicemente sbagliata, e quella testa bionda apparteneva ad uno stupido ragazzino con la mania di protagonismo. O forse era lui, ma era così disgustato e stufo di lei che non voleva neanche vederla.

Entrò nella sua stanza, distrutta e con la testa che le ronzava insistentemente, provò a dormire ma non ci riuscì, si alzò dal letto e prese a fare le valigie: se ne sarebbe andata, cambiare aria non le avrebbe fatto altro che bene. Scese in cucina e scrisse un breve biglietto a Dawn in cui le diceva di non preoccuparsi e che le voleva molto bene. Uscì di casa e si diresse alla stazione degli autobus per comprare un biglietto andata e ritorno per Los Angeles.

 

 

 

 

Il pulmann partì poco dopo le sei, probabilmente da qualche parte stava sorgendo il sole, ma il tempo era talmente brutto che da lì a cinque minuti sarebbe scoppiato un temporale tremendo. Meglio così, non avrebbe sopportato vedere il sole e il cielo azzurro come gli occhi di Spike. Era incredibile come ogni cosa riuscisse a ricordarle lui, perfino la pubblicità del gelato le faceva venire in mente certi momenti passati insieme. Abbandonò la testa sul sedile e grosse gocce iniziarono a bagnare il vetro, l’autista accese la radio per riscaldare l’atmosfera del pulmann, che sembrava essere di una tristezza infinita: tutti i passeggeri parevano in una specie di trance. Ma la radio non aiutò nessuno, c’era una canzone tristissima che stranamente si adattava a lei e a Spike:

 

“I promised i would never leave you,

but now all I am taking with me are bitter sweet memories”

 

Perchè se ne era andato? Continuava a chiederselo, ma infondo lo sapeva benissimo, era stata solo colpa sua e del suo comportamento, nessun uomo sarebbe riuscito a sopportare così tanto, ma lui si: l’aveva amata così tanto e lei se n’era accorta così tardi…

 

“But you should always know, that I’ll think of you every step of the way

and I will always love you, no matter where you will be”

 

Buffy chiuse gli occhi e sorrise, infondo al cuore sperava ancora, sentiva che Spike non aveva smesso di amarla, e non l’avrebbe lasciata sola, sarebbe tornato e loro sarebbero stati felici.

Avrebero costruito una storia più forte grazie a delle solide fondamenta che già esistevano, e tutto sarebbe stato bello e niente avrebbe più avuto importanza tranne loro due e il loro amore. La cacciatrice si addormentò di un sonno profondo e senza sogni, risvegliandosi solo pochi minuti prima dell’arrivo a Los Angeles.

 

Spike camminava lentamente, fermandosi ogni tanto ad osservare le persone o i negozi: era così strano per lui passeggiare in pieno giorno a Sunnydale. Tutto sembrava diverso, ma soprattutto la gente, di notte avevano paura, temevano qualsiasi cosa, si spaventavano per un non nulla. E si poteva sentire l’aura di tensione che li circondava, i vampiri ci riuscivano, lui ci riusciva. Ma alla luce del sole era differente, esibivano tutti dei gran sorrisi, come se le paure delle ore buie fossero solo stupidi incubi.

Mise le mani nelle tasche dei pantaloni e si sedette su una panchina: era stato uno stupido. Perché era scappato da Buffy? Vederla in quello stato l’aveva distrutto, non sarebbe riuscito ad affrontare un faccia a faccia, ne a spiegarle niente. E poi doveva ammetterlo. Aveva avuto paura. Per la prima volta nella sua vita e non, aveva avuto una paura del diavolo. L’aveva vista, triste, con lo sguardo perso nel vuoto ed il suo spolverino addosso, troppo grande per lei, sembrava quasi non sopportare la presenza dei suoi amici. E si era maledetto per averla lasciata sola, di non essere rimasto ad aiutarla con i suoi problemi, anzi con i loro problemi. Era andato via. Non era stato più facile ma gli era sembrata la cosa migliore da fare. E a vederla così distrutta aveva paura di non riuscire a starle di fronte senza piangere, aveva paura che non sarebbe riuscita a capire, che fosse tornata ad odiarlo perché l’aveva abbandonata nel momento del bisogno. E non avrebbe sopportato di ferirla. Chiuse gli occhi e sentì un timido raggio di sole riscaldargli il viso per pochi secondi, per poi sparire dietro minacciose nuvole nere. Doveva andare da Buffy, forse tutto si sarebbe risolto, forse avevano un’altra possibilità. Si alzò deciso e con una strana emozione che gli stringeva la bocca dello stomaco ma qualcosa in lontananza sulla strada attirò la sua attenzione: una ragazza, abbastanza alta, bionda e con degli enormi libri di magia in mano. Era Tara, gli pareva molto cambiata dall’ultima volta che l’aveva vista, sembrava parecchio più sicura di se, lo poteva capire dal passo deciso con cui camminava, e lo sguardo risoluto che aveva. Anche lei doveva essersi accorta di lui, perché gli stava andando incontro, ma la sua espressione non era delle più amichevoli.

“Spike, vedo che sei tornato”

“così sembra”

Tara sembrò pensare a qualcosa e cercare di mantenere l’atteggiamento da dura, ma subito sorrise dolcemente “ieri sera Buffy ti ha visto”

Spike annuì “io non… come sta?”

“male. Non l’ho mai vista sorridere in questi sei mesi. Perché te ne sei andato?”

“credevo fosse la cosa migliore da fare, non sarei stato d’aiuto.”

Si sedette accanto a lui, appoggiando i libri per terra.

“saresti stato più d’aiuto se fossi rimasto. Ma non devi certo spiegazioni a me.”

Lui sorrise stancamente “ cosa è successo qui a Sunnyhell?”

“niente di particolare, tutto normale. Se si può parlare di normalità sulla bocca dell’inferno”

Tara guardò Spike e notò che aveva evidenti segni di stanchezza sul viso, sembrava diverso, più umano.

“Buffy è a casa sua?”

La ragazza si riscosse dai suoi pensieri e si morse un labbro “lei… è, è…come posso dire…Dopo averti visto ieri sera lei è andata via”

Spike la guardò come se avesse appena finito di dire cose senza senso e, nonostante sapesse già la risposta le chiese dove fosse andata.

Tara arrossì un po’ “a Los Angeles”

Lui la fissò dritta negli occhi “Los Angeles”

La ragazza si sentì improvvisamente di troppo e si alzò per andarsene.

“Spike… Buffy ti ama, non ha mai smesso di farlo. Non aver paura delle ombre del passato. Lei non è più sua da tanto tempo.”

Tara se ne andò lasciando Spike a riflettere da solo.

 

Buffy scese dal pullman con passo veloce, decisa ad andare a casa di suo padre per trascorrere li la notte: aveva intenzione di tornare a Sunnydale l’indomani, non voleva lasciare troppo tempo Dawn da sola.

Prese con facilità il suo bagaglio e si avviò per chiamare un taxi.

“Buffy, il pullman è arrivato un po’ in ritardo vero?”

La cacciatrice si girò sorpresa trovandosi davanti colui che era stato l’osservatore di Faith.

“Wesley, come hai fatto a sapere che sarei arrivata, sono…” guardò un orologio appeso su un muro della stazione “ sono già le dieci, il pullman è andato più lento del solito”

“Willow ha chiamato Angel che mi ha chiesto di venirti a prendere e portarti al suo albergo”

“e come sta?”

“non saprei, diciamo che è un periodo in cui non ci vediamo spesso”

Buffy salì in macchina e Wesley mise in moto. Il tragitto fu abbastanza breve e i due non parlarono molto se non per scambiarsi qualche domanda di cortesia.

“siamo arrivati. Vuoi una mano con i bagagli?”

“no, non ti preoccupare. E grazie per il passaggio”

Buffy entrò cautamente nell’hotel.

 

 

 

Salì lentamentele scale, in apparenza non c’era nessuno nell’albergo e lei non sapeva che stanza dovesse prendere. Posò le valigie e si guardò intorno.

“c’è nessuno?”

non ricevette risposta ed iniziò a sentirsi infastidita. “fantastico”

Se non c’era nessuno ad indicarle la sua stanza ne avrebbe presa una a caso, la prima vuota che avesse trovato.

“sei Buffy?”

La cacciatrice si girò trovandosi davanti un demone verde con delle corna rosse e dei vestiti un po’ troppo colorati e che contrastavano quasi fastidiosamente con il colore della sua pelle; mentre di fianco a lui c’era una ragazza acqua e sapone un po’ più alta di lei e con dei lunghi capelli castani. Erano decisamente una strana coppia.

“io sono Lorne e lei è Fred. Angel ci ha chiesto di prenderci cura di te finchè lui è via a parlare con Cordelia per cercare di farle recuperare la memoria”

“Cordelia ha perso la memoria?”

“si” rispose Fred “ma è una storia un po’ lunga da spiegare; vieni ti facciamo vedere camera tua”

Salirono un’altra rampa di scale e Buffy entrò in una stanza enorme con le pareti rosa chiaro ed un grande letto giallo: iniziò a chiedersi se l’arredatore non fosse Lorne.

“bhè sarai stanca fai come se fossi a casa tua”

“grazie mille siete davvero gentili.”

I due uscirono chiudendo la porta e la cacciatrice si lasciò cadere pesantemente sul letto.

Stare lontano da Sunnydale la faceva sentire un pochino meglio, perlomeno non aveva ricordi di Spike legati a quei luoghi e non avrebbe pensato a lui tutto il giorno. Forse sarbbe riuscita a non pensargli per almeno 20 minuti o addirittura mezz’ora.

Non tirò fuori i vestiti dalla borsa, aveva intenzione di fermarsi poco e non aveva nessuna voglia di disfare la valigia. Avrebbe potuto dormire un po’ oppure poteva fare colazione, ma non aveva voglia di fare nessuna delle due cose. Anzi le era venuta un’ idea migliore, qualcosa che l’avrebbe aiutata a distrarsi.

 

Spike trovò la sua macchina davanti al cimitero ancora ricoperta da tutti i cartoni e i pannelli neri: si grattò la fronte e poi si mise a levarli il più in fretta possibile ammucchiandoli di fianco all’auto. Saltò dentro, mise in moto, accese la radio e improvvisamente sentì che tutto stava per risolversi al meglio.

 

Buffy uscì quasi furtivamente dall’albergo per paura che Fred e Lorne glielo impedissero sotto ordine di Angel. Iniziò a camminare con passo spedito lanciando occhiate distratte alle vetrine dei negozi che erano addobbate con ombrelloni, secchielli e palette.

Angel era sempre stato così: misterioso e per certi versi impenetrabile, non si spiegava perché continuasse a trattarla come una sedicenne bisognosa di protezione e cure. Forse non era ancora riuscito ad accettare il fatto che fosse cresciuta e fosse cambiata. L’aveva amato davvero tanto e aveva creduto che non sarebbe più riuscita a provare quel tipo di affetto per nessun altro. Ed in parte era vero. Ma l’ amore che aveva vissuto era un tipo di sentimento che provano le sedicenni. Lei era cresciuta e l’amore che la legava ora a Spike era qualcosa di totalmente diverso: più profondo, meno drammatico, molto più maturo e più soddisfacente, perché finalmente lei era stata felice come non le era mai successo di essere, si sentiva completa, non più sola. Ok, forse all’inizio non erano state tutte rose e fiori, ma il legame che infondo li aveva sempre uniti, prima come nemici mortali e poi come amanti, si era modificato nel tempo ed era cambiato fino a diventare qualcosa che Buffy non avrebbe potuto definire diversamente da Amore, un tipo d’amore molto diverso da quello che aveva provato a suo tempo per Angel, ma non per questo meno forte. Entrò in un palazzetto del ghiaccio.

“quanto costa pattinare qui?”

Un ragazzo lentigginoso la guardò come se fosse scesa da un altro pianeta.

“sono solo le 11 è ancora chiuso.”

“e quando apre?”

“tra un’ora”

Buffy lo guardò e prese in seria considerazione l’idea di tirargli un pugno e prendere i pattini da ghiaccio senza aspettare l’orario d’apertura.

“non è che si può fare uno strappo alla regola? Tanto tu sei qui a far niente almeno inizi bene la giornata, sono disposta a pagarti il doppio.”

Il ragazzo sembrò rifletterci un attimo.

“no, la pista apre fra un’ora.”

“credo che se una ragazza ti chiede gentilmente un favore tu dovresti farglielo, o forse bisogna passare alle maniere forti?”

Buffy sorrise.

“ok. Prego signorina, che misura porta di piede?”

“38”

Il ragazzo le portò i pattini e poi si sedette imbronciato su una panchina.

“Angel”

“Buffy”

Si baciarono delicatamente sulla guancia per salutarsi.

“è giorno, non è un po’ pericoloso per te stare fuori?”

“no, il tempo è pessimo e non credo cambierà”

La cacciatrice si mise i pattini.

“come mai qui a Los Angeles?”

“A Sunnydale mi sentivo troppo triste, troppi ricordi.”

“di cosa?”

Buffy guardò Angel da sotto in su e notò che doveva aver messo su qualche kiletto: era possibile che un vampiro ingrassasse? Forse era l’anima a far la differenza…

“Buffy?”

La ragazza si riscosse dai suoi pensieri e sorrise tristemente: sarebbe stato un duro colpo per Angel.

“Spike è andato via”

Il vampiro aggrottò la fronte “bene, non vedo il problema”

“ io lo amavo….. lo amo”

Se Angel avesse avuto un sistema circolatorio normale sarebbe sbiancato e probabilmente svenuto.

“tu…lui, Spike…non…”

“è una storia davvero troppo lunga da spiegare e non ho nessuna intenzione di farlo, in nessun caso.”

Lui abbassò il capo e si guardò i piedi “tu ami Spike”

“si, e lui ama me”

“e perché se ne è andato? Non si dovrebbe mai lasciare la donna che si ama, soprattutto se quella donna sei tu.” Buffy sentì chiaramente del risentimento nella sua voce.

“senti da che pulpito viene la predica. Penso che tu sia proprio l’ultimo a poter parlare.”

“non è una predica, ma voglio solo ricordarti che non ha un’anima, è un assassino e…”

“e mi ama come nessun altra persona ha mai fatto, nemmeno tu Angel. So benissimo che non è un santo, ma lui è cambiato per me, per l’amore che provava per me e nessuno mi aveva mai donato qualcosa di così bello”

“perché se ne è andato allora?”

“non lo so, ma so che tornerà. Oppure andrò io a cercarlo fino in capo al mondo.”

“non ti capisco”

“non desidero che tu lo faccia. Senti Angel non ho nessuna voglia di litigare con te, ma è evidente che è l’unica cosa che riusciamo a fare quando ci incontriamo. È brutto, ma io non faccio più parte della tua vita, né tu della mia. Cosa sai di quello che mi è accaduto negli ultimi tre anni?”

“sei morta”

“apparte quello, sapevi che Xander ha invocato un demone che faceva ballare e cantare tutti? O che Willow era diventata dipendente dalla magia ed ora è un mezzo vampiro? E potrei andare avanti a lungo, sono sicura che anche a te sono successe mille cose, di cui io non so assolutamente nulla. E sinceramente mi va bene così”

“hai ragione, ma vedi, vieni qui e mi sbatti questa cosa in faccia, insomma stiamo parlando di Spike! Non credo che riuscirò mai ad accettarlo. Fa niente, e so che hai perfettamente ragione, ma mi piacerebbe se oggi pomeriggio venissi nel locale di Lorne giusto per distrarti un po’”

“verrò, grazie”

Buffy lo guardò negli occhi e vide l’amarezza che lo schiacciava. Di solito le piaceva passare del tempo con Angel, ma per la prima volta desiderò che lui se ne andasse e la lasciasse da sola.

Quasi ad esprimere il suo desiderio il sole fece capolino da dietro le nuvole costringendo il vampiro e spostarsi all’ombra di alcuni alberi.

“bhè ora è meglio che io vada, vorrei arrivare intero a stasera”

“va bene ci vediamo.”

Buffy entrò nella pista ed iniziò a pattinare liberando la testa da qualsiasi pensiero che non fosse Spike e i suoi occhi più blu del mare.

 

 

 

Buffy mangiucchiò un hamburger, guardando distrattamente le vetrine dei negozi più in di tutta L.A.; era pieno di gente che parlava, urlava, cantava, tutti carichi di pacchetti e scatoloni, bambini che correvano ridendo e trascinando le loro bambole per tutta la strada.

Un rumore infernale veniva dal traffico, c’era stato un incidente e tutte le macchine suonavano il clacson ripetutamente, come se avessero potuto cambiare qualcosa.

Entrò nella hall chiudendosi il chiasso alle spalle. I muri dovevano essere insonorizzati, poiché il silenzio adesso era assoluto. Eppure il suo cuore gridava di dolore, un grido che nessuno sembrava sentire. Salì le scale ed entrò nella sua stanza, addormentandosi quasi subito.

 

 

 

Bussarono pesantemente alla porta e Buffy si alzò di scatto mettendosi a sedere sul letto.

“posso entrare?”

“certo Lorne”

Il demone verde entrò e la cacciatrice notò che era riuscito ad accostare dei colori ancora più assurdi rispetto a quando l’aveva visto la prima volta.

“volevo chiederti se volevi venire al locale per…”

Buffy guardò fuori dalla finestra: aveva dormito così a lungo? Eppure il sole era ancora alto…

“no, è presto sono le 5 e 30. Ma se vieni tra una mezzoretta ti offriamo l’aperitivo”

“grazie, allora mi preparo. Devo vestirmi in modo particolare?”

“no, non preoccuparti. Però mi sono permesso di portarti una cosa.”

E tirò fuori da dietro la schiena un vestito rosso fuoco con una scollatura che definire profonda sarebbe stato un eufemismo, era chiaramente di seta, doveva essere costato parecchio.

“io non… non…”

“non c’è bisogno che mi ringrazi, però mi piacerebbe se dopo cantassi”

Buffy guardò il vestito con odio profondo “non sono molto brava a cantare”

“oh non importa tesoro sarai talmente bella che nessuno ascolterà la tua voce”

Lorne posò il vestito sul letto e uscì facendole l’occhiolino.

“magari se fosse di un altro colore sarebbe un po’ più… mettibile”

Buffy se lo provò e constatò che infondo le stava bene, a Spike sarebbe sicuramente piaciuto.

Si riscosse da quel pensiero e uscì dalla stanza cercando di non pensare a come i suoi occhi blu si sarebbero velati di desiderio e a come le sue mani l’avrebbero saputa accarezzare facendo vibrare ogni corda del suo essere.

Appoggiò la testa contro la porta e sospirò stancamente: non poteva andare avanti così, sarebbe partita lei stessa a cercarlo l’indomani, non fare niente la faceva sentire frustrata, e stare lontano da Sunnydale la incoraggiava ad essere un po’ più intraprendente. Si preoccupava per Dawn, ma sapeva che era una ragazza sveglia, e poi lei stessa l’aveva allenata per tutta l’estate.

Rincuorata da questo pensiero si voltò per scendere le scale ma inciampò in una scatola lasciata davanti alla sua stanza si chinò e notò con piacere che Lorne aveva provveduto a farle avere delle scarpe che andassero bene col vestito: rosse e con il tacco a spillo. Le calzò, ma il vestito era talmente lungo che le copriva interamente.

Decise di andare a piedi, insieme alle scarpe Lorne le aveva lasciato un indirizzo e una cartina per arrivare al locale; il sole era tenue ma non scaldava abbastanza, Buffy indossò lo spolverino e lo strinse a se.

“Buffy, ehi Buffy”

La cacciatrice si girò e vide Fred andarle incontro insieme ad un ragazzo di colore, con un grande sorriso stampato in faccia.

“vedo che Lorne ti ha portato un vestito”

“già e…” guardò i pantaloni di un arancione acceso che indossava “anche a te ha portato qualcosa”

Fred rise “si, oggi si sentiva particolarmente estroso. Ma il peggio è la maglietta”

Scostò leggermente il cappotto scoprendo una maglia verde con larghe maniche a scacchi blu e gialli.

“allora sono stata ancora fortunata”

“scusa Buffy, mi sono dimenticata completamente di fare le presentazioni. Lui è Gunn”

il ragazzo tese la mano e lei la strinse un po’ più forte del dovuto.

“wow sei davvero forte”

Buffy fece spallucce “sono la cacciatrice”

 

“ehi siamo arrivati”

“Lorne ha detto che dovrò cantare”

“ah”

la ragazza guardò Fred insospettita “in che senso ah?”

“no, no niente così ah, sai quando non si sa cosa dire,giusto per non stare in silenzio”

Buffy annuì in silenzio nutrendo dei forti sospetti.

Nel locale non c’era molta gente, ma sembravano divertirsi tutti molto. Una giovane donna stava cantando una famosa canzone degli anni settanta, e non era per niente intonata. Lorne stava ad un lato del palco e sorrideva tenendo il ritmo con il piede.

“sediamoci la, fra poco arriverà anche Angel”

Si sedettero ad un tavolino poco distante dal palco e stettero per un po’ in silenzio facendo finta di ascoltare la ragazza, pensando in realtà ognuno ai fatti suoi.

La canzone finì e ci fu un grande applauso, più per solidarietà che per reale bravura, Lorne scese dal palco ed andò a sedersi con loro, mentre prendeva il microfono un uomo sulla cinquantina decisamente sovrappeso.

“Ciao ragazzi, Fred quei colori fanno risaltare i tuoi occhi. Buffy, sei veramente splendida.” Si girò a guardare per un secondo l’uomo che prendeva un acuto particolarmente male. “dunque, che canzone vuoi cantare?”

La cacciatrice fece finta di pensarci, mentre in realtà si guardava intorno per cercare una possibile via di fuga. “non saprei”

“oh avanti ci deve essere una canzone che ti piace particolarmente…”

“Come what may”

“bhè è una bella canzone, ma va cantata a due voci”

“lo so, le farò tutte e due io. Adoro quella canzone e il film mi ha fatto piangere per ore intere”

“moulin rouge, vero?”

“si”

“anch’io ho pianto come una fontana”

“bene allora inizia a prepararti la prossima sei tu”

Il demone verde tornò sul palco osservando con evidente interesse l’uomo che si stava esibendo.

Buffy guardò di sottecchi Fred: le ricordava un po’ Willow, intelligente, dolce e disponibile. Le era davvero grata di averla aiutata a distrarsi, le sarebbe piaciuto che fosse venuta a Sunnydale, avrebbero potuto conoscersi un po’ meglio e diventare amiche.

“e ora signore e signori una persona speciale è venuta a cantare per noi stasera, Buffy Summers!”

La ragazza salì timidamente sul palco e sentì molte persone sussurrare le parole cacciatrice, Sunnydale, vampiri. Non erano quindi tutti umani in quel locale, anche se le loro facce dicevano il contrario.

La musica iniziò e Buffy strinse il microfono “ma cosa diavolo sto facendo?” pensò fra se e se “dovrei essere a casa con il mio bambino e Spike, e invece sono sul palco di un locale per demoni a fare il karaoke, vestita come una diva di film porno da quattro soldi”

E poi iniziò a cantare:

 

Never knew i could feel like this

Like I’ve never seen the sky before

Want to vanish inside your kiss

Every day I’m loving you more and more

 

“allora Lorne” iniziò Fred un pò preoccupata “cosa senti?”

“bhè di sicuro è più intonata di molti altri”

“intendevo nel…”

“so cosa intendevi Fred”

Angel arrivò in quel momento e si sedette con loro

“Ha già iniziato a cantare?”

“si. Come sta Cordy?”

“meglio, un po’ stordita e preoccupata ma generalmente meglio.”

Buffy si mosse a disagio sul palco cercando di evitare lo sguardo di Angel o degli altri e concentrandosi sulla canzone, che tuttavia riusciva solo a farle pensare a Spike.

“…Come what may, come what may

I will love you until my dying day”

 

“Qualsiasi cosa succeda io ti sarò sempre accanto” le sembrava fossero passati interi secoli da quando Spike glielo aveva detto, e anche se lui se ne era andato lei continuava ad amarlo con uguale intensità e credeva che lui facesse lo stesso.

 

“suddenly my life doesn’t seem such a waste

it all revolves around you…”

 

Com’era vero, senza di lui non avrebbe mai trovato la forza di vivere di nuovo, ed era strano come prima la sua vita fosse stata così frenetica e vuota, ed era bastato il suo arrivo a renderla piena, il suo amore a farle aprire gli occhi.

 

Fred si mordeva il labbro inferiore mentre guardava verso il palco, Lorne era concentratissimo e Angel sembrava alquanto impaziente.

“allora Lorne?”

“credo Angel…” disse il demone asciugandosi una lacrima “che ti basti guardarla per capire”

 

Grosse lacrime iniziarono a rotolare sul viso di Buffy spezzandole la voce.

 

“Storm clouds may gather

and stars may collide

But I love you until the end of time”

 

Buffy non resistette un secondo di più: scese dal palco cercando di fermare le lacrime e corse in strada.

Il pubblico rimase in silenzio, non riuscendo a capire cosa fosse successo, ma Lorne si alzò e chiamò un altro cantante che subito intonò le note di un allegra canzone, il piccolo incidente sembrava esser stato dimenticato in un battibaleno.

 

Buffy arrivò all’albergo, decisa a smettere di soffrire. Era stata una stupida a non averlo fatto prima, avrebbe risolto tutti i suoi problemi: doveva andarlo a cercare, trovarlo e…

Si lasciò cadere sul letto e un terribile presentimento la colse all’ improvviso torcendole il cuore: forse lui non voleva essere ritrovato, forse lui non l’amava più.

Si mise a fare le valigie, non era da lei arrendersi doveva sapere la verità, anche se non avesse dovuto essere la verità che lei voleva.

Tirò su la borsa e si apprestò ad uscire ma trovò Angel sulle scale.

“Buffy dove….”

“via, io non ce la faccio più ho bisogno di sapere”

Il vampiro frugò nella tasca della giacca e ne tirò fuori un fogliettino.

“me lo ha dato Fred, ha detto che avrebbe potuto interessarti.”

La cacciatrice iniziò a leggere: si trattava di un albergo non molto distante da Los Angels, immerso nel verde, diceva la locandina, le sarebbe stato d’aiuto per riordinare le sue idee.

“Fred è davvero speciale.”

“si”

Ci fu un attimo di silenzio, rotto solo da il rumore del traffico in strada.

“mi dispiace Buffy”

“risolverò tutto, in bene o in male ma lo farò”

“ti chiamo un taxi?”

“Si te ne sarei grata. Grazie Angel, è bello sapere che sarai sempre qui.”

“soprattutto per te.”

Si abbracciarono per un lungo istante.

“voglio che tu sia felice Angel, anche senza di me”

“ci proverò, ma essere davvero felice per me è un po’ rischioso”

Buffy sorrise e notò che c’era qualcuno che era appena entrato.

“Cordelia?” la ragazza che si ricordava era notevolmente cambiata, diventando una donna bellissima, alta, bruna ed elegante come sempre, però.

“Buffy sono contenta che tu sia qui”

“sto per andare via; mi dispiace di non poter star qui a chiacchierare, ma c’è qualcosa che devo fare.”

“non ti preoccupare è stato comunque bello vederti, anche se per solo per pochi minuti”

Le due ragazze si abbracciarono e poi Buffy uscì a prendere il taxi, ma prima d entrarvi si girò a osservare Angel e Cordelia che si guardavano con una gran dolcezza.

“Angel ho bisogno di parlarti”

Buffy non sentì mai cosa si fossero detti, ma potè benissimo immaginarlo e si sentì davvero felice per loro. Appoggiò stancamente la testa sul sedile e sorrise: ancora una volta era stupita da come le cose fossero cambiate in soli cinque anni, se qualcuno le avesse detto anche solo due anni prima che Angel e Cordelia si sarebbero amati, lei sarebbe impazzita dal dolore e probabilmente non ci avrebbe creduto, mentre ora riusciva solo ad esserne felice.

Girò la testa verso il finestrino e notò che grosse nuvole di pioggia avevano ricoperto il sole.

Tirò fuori dalla tasca dello spolverino la poesia e la guardò come se avesse potuto rivelarle da un momento all’altro dove si trovasse Spike.

“non importa quanto tempo ci vorrà, ti ritroverò. Qualsiasi cosa succeda William, non smetterò mai di amarti e questo mi darà la forza di andare avanti”

 

 

Spike guardò la sua vecchia De Soto malamente parcheggiata su un lato della strada: doveva trovare un meccanico che la aggiustasse al più presto, si era spenta così, all’improvviso in mezzo all’autostrada. Ma lui non l’aveva lasciata li, e dato che mancavano pochi kilometri a Los Angeles, aveva deciso di portarcela piano piano. Ma il tempo era trascorso velocemente e ora erano già le cinque passate. Chissà perché tutti i suoi viaggi verso Los Angeles dovevano essere un inferno. Chiuse gli occhi ed inspirò profondamente cercando di ignorare la morsa che gli attanagliava lo stomaco: non aveva la più pallida idea di dove fosse finita Buffy e si rimproverava per non aver chiesto a Tara dove stesse Angel.

Si guardò un po’ intorno e decise di seguire il suo sesto senso, che di solito non sbagliava mai riguardo a Buffy.

Iniziò a camminare cercando di non pensare: c’era ancora luce, ma uno spesso strato di nuvole stava ricoprendo il sole rendendo la città quasi vuota e misteriosa, come avvolta da una nebbia irreale. Aveva il cuore distrutto, e il peso della sua anima diventava quasi insopportabile, ma c’era qualcosa che gli dava la forza di andare avanti. Viveva per il momento in cui avrebbe rivisto Buffy, il momento in cui avrebbe guardato nei suoi occhi e nient’altro sarebbe importato, solo loro due e tutto l’amore che li univa. E già vedeva la felicità nel suo sguardo, sentiva il corpo di Buffy cercare il suo nella notte, le sue labbra dolci che sembravano state create apposta per baciare le sue; e tutto sarebbe andato bene, la sua anima non avrebbe più fatto tanto male. Loro sarebbero stati insieme.

Spike alzò lo sguardo e vide Angel su un lato della strada: parlava con una ragazza, che quando si girò, riconobbe come Cordelia. Gli sembrava quasi impossibile ma l’altro vampiro con l’anima pareva più triste e depresso del solito. Cordelia attraversò la strada andandosene dalla parte opposta in cui lui si trovava, ma potè notare che piangeva disperatamente, incredibile non credeva fosse possibile far piangere Cordelia così tanto solo parlandole. Guardò ancora Angel che sembrava aver perso la capacità di muoversi o di fare qualsiasi altra cosa.

Il vampiro si girò all’improvviso e i due si guardarono per qualche secondo senza fare niente.

Il primo a muoversi fu Spike, col suo solito passo disinvolto, cercando di nascondere che era tornato umano, ma in fondo sapeva già che Angel avrebbe capito lo stesso.

“Buffy se ne è andata”

“ciao anche a te, io sto bene e tu? Non molto a quanto vedo”

Il vampiro si girò per entrare in albergo.

“ti ho detto quello che volevi sapere, ora vattene”

“e poi dicono che i ragazzi con la fronte bassa non sono perspicaci…”

“Spike non ho nessuna voglia di picchiarti e in questo momento tu sei l’ultima persona che voglio tra i piedi”

Lui rise “ti sei sempre sopravvalutao”

Angel si girò e gli sferrò un pugno, ma Spike fu più rapido e lo evitò.

“Senti bel tenebroso non ho tempo da perdere, dov’è andata Buffy?”

“non lo so”

“io invece credo che tu lo sappia benissimo. Io la amo Angel e ho bisogno di ritrovarla”

“anche lei ti ama, più di quanto abbia amato me”

Spike rimase sbalordito al sentir quelle parole così schiette uscire dalla bocca di Angel e la sua distrazione gli procurò un pugno dritto sul naso.

“E non sai quanto ti odio per questo” William indietreggiò di qualche passo ma non provò molto dolore, meno di quanto se ne fosse aspettato.

Scosse la testa per chiarirsi le idee e vide che Angel era rimasto fermo immobile a fissarlo.

“Tu hai…. Tu sei un…. Come….?”

“è una lunga storia, troppo lunga e adesso è il momento meno adatto per raccontartela.”

Il vampiro sembrava davvero esterefatto come se avesse appena sentito la cosa più assurda e terrificante del mondo allo stesso tempo.

“ti odio Spike, dal profondo del mio cuore. Perché sei riuscito ad avere tutto ciò che io ho sempre desiderato, perché tu e non io?”

“non lo so” rispose sinceramente Spike, provando infondo pena per Angel. Lui? Pena? Per Angel? Oddio cosa gli era successo… “probabilmente perché sono più bello ed intelligente di te, non vedo altre spiegazioni plausibili” tornò serio “forse perché io l’ho desiderato davvero”

Rimasero in silenzio per alcuni attimi ed Angel capì che le parole di Spike avevano un senso, ed anche se gli faceva male ammetterlo infondo c’era un po’ di verità. Guardò il suo antico compagno e sospirò.

“Buffy è andata in un albergo a circa 50 kilometri da qua”

“Grazie”

Spike fece per andarsene, ma poi si girò e sorrise “sono davvero stupito”

“da cosa?”

“dal fatto che tu sia riuscito a far piangere Cordelia, è un osso duro”

Angel alzò gli occhi al cielo che minacciava pioggia e Spike continuò.

“vi vedo bene insieme: Angel il cucciolone e Cordelia la dura” suo malgrado il vampiro bruno sorrise. “apparte gli scherzi credo che se inizi a correre ora, tu la possa raggiungere”

“Dici?”

“si”

Angel cominciò a camminare ma Spike lo fermò “un’ ultima cosa.”

Caricò il braccio e gli tirò un pugno colpendolo in mezzo alla faccia “ti dovevo questo, amico”

Spike si avviò verso la sua macchina sorridendo: era tornato umano ma non aveva perso la sua forza.

 

 

 

Tara entrò nel magic box accendendo le luci e chiedendosi dove fossero Willow e Xander, per poi ricordarsi che erano andati a prendere alcune merci in posta.

Si mise a risistemare il negozio molto lentamente: non aveva niente da fare e non sembrava essere una giornata piena di clienti.

Si sedette al tavolino, cercando di ricordarsi com’era quando stavano tutti insieme li e il signor Giles li obbligava a fare lunghissime ricerche su demoni spesso inesistenti o estinti.

Era strano come tutto sembrasse lontanissimo. Le cose erano state più facili, nonostante affrontassero quasi due apocalissi all’anno, loro erano uniti e insieme sembrava più semplice affrontare il mondo o la fine di esso. Iniziò a sfogliare un libro sovrappensiero guardando le immagini di orribili demoni di altre dimensioni, non accorgendosi che Willow e Xander erano arrivati.

“ciao tesoro. Ma quanta roba avevi ordinato? Se non fossi stata così forte non ce l’avremmo mai fatta”

“ancora una volta super Willow ha salvato il mondo grazie alla sua straordinaria forza e la sua incredibile intelligenza”

I due risero ma Tara non rispose, ancora assorta nei suoi pensieri: avrebbe dovuto dire di aver incontrato Spike o no?

“Tara?”

“ragazzi, finalmente siete arrivati ma quanto ci avete messo?”

Will e Xander si guardarono perplessi.

“Buffy si è fatta sentire?”

“non so, sono appena arrivata al negozio”

“non capisco perché se ne sia andata a quel modo, avrebbe potuto parlarcene” disse Xander masticando una caramella “ e poi lasciare Dawn da sola”

Willow si sedette vicino a Tara “Buffy era stanca, aveva bisogno di un po’ di tempo per lei.”

“già forse è così. Quel che invece non riesco proprio a capire è perché Spike se ne sia andato all’improvviso, se amava così tanto Buffy…” la frase non fu completata e rimase a lungo sospesa in aria, Willow guardò Tara che dal canto suo era ben decisa a non alzare la testa dal libro: odiava mentire, la faceva sentire tremendamente in colpa.

“Che ne dite se andiamo a mangiare fuori, portiamo anche Dawn”

Le due ragazze annuirono, ben contente di cambiare discorso. Tara si offrì di andare a prendere la ragazzina a scuola.

“ma Willow tu puoi?”

“il cielo è coperto, non credo che ci saranno problemi”

“allora va bene, ma prima dovreste farmi un piacere e sistemare quei vasi sulle mensole, io non ce la faccio, sono troppo pesanti”

“non c’è problema capo”

Tara baciò Willow e poi sorrise.

“ok allora vado a prendere Dawn ci vediamo fra una mezzoretta al bar qua vicino”

La ragazza uscì facendo suonare la campanella che si trovava sopra la porta.

“sai Will, a volte desidererei tornare indietro nel tempo, quando andavamo al liceo, la vita sembrava così bella e semplice, c’erano così pochi problemi e tu non eri più forte di me”

“io no, e poi sono sempre stata più forte di te”

Risero ed iniziarono a sistemare la merce nella cantina, fuori diventava sempre più buio e presto iniziò a piovere incessantemente, i due furono costretti ad accendere la luce.

“mio dio non finiremo mai qui, queste casse sono senza fine”

“Tara mi ha chiesto se le ultimi tre le possiamo aprire e mettere sul bancone”

“quando arriveremo agli ultimi tre?”

 

Tara sorrise a Dawn, che le stava accanto con la faccia di una che aveva appena vinto la lotteria.

“questo ombrello è fantastico vero? Dove andiamo a mangiare? Non importa, scommetto che ci divertiremo tantissimo. Mi dispiace solo che Buffy non sia qui”

“lei non-non sarebbe stata molto felice, e tu saresti stata in pensiero per lei cercando di farla divertire ma non ci saresti riuscita e saresti diventata triste.”

“detto così è terrificante”

“già forse hai ragione, e magari non sarebbe andata così, chi lo sa”

“spero solo che adesso stia un po’ meglio”

“di sicuro Dawnie, di sicuro”

 

“e questo è l’ultimo”

“credevo che non sarebbe mai finita, ad un certo punto ho davvero pensato che lo stesso momento si stesse ripetendo, una specie di loop”

“già ho avuto la stessa sensazione”

Appoggiarono l’ultima piccola scatola sul bancone, che nonostante le dimensioni era la più pesante.

Willow e Xander stettero un po’ in silenzio e la ragazza capì a cosa lui stesse pensando.

“fa ancora male Xan?”

“si, ma ogni giorno va un pochino meglio”

Willow gli accarezzò il viso.

“e poi forse…” continuò il ragazzo “è stata la cosa migliore. Forse lei aveva davvero ragione e-e, forse è tutta colpa mia, non so” iniziò a piangere sommessamente e lei lo abbracciò.

“non è colpa tua, e neanche sua. È successo e basta. Lo so non è giusto ma a volte la vita non va come uno vorrebbe.”

“a noi capita un po’ troppo spesso però”

“andrà meglio Xander, riuscirai a dimenticare Anya”

Di nuovo calò il silenzio, quel silenzio confortevole che gli amici sanno condividere.

 

“Dawn non mangiare troppi antipasti, altrimenti dopo non ti entrerà più niente”

“ma oramai ho sedici anni Tara, so dosare quello che devo mangiare”

La ragazzina si infilò in bocca una manciata di patatine.

“mi piace stare con te Tara, mi sembra di essere con mia mamma, e questo è bello. Ti voglio bene.”

“oh Dawnie, anch’io ti voglio bene, non sai quanto”

Le due si abbracciarono e Tara si commosse: povera piccola, la sua vita doveva essere stata terribile, una sorella in continuo pericolo, un padre praticamente inesistente e sua madre… Non incolpava Buffy, non l’avrebbe mai fatto, la sua vita era una delle più difficili che si potesse immaginare doveva cacciare di notte, lavorare di giorno, curarsi di sua sorella. E l’unica persona che le dava la forza di andare avanti se ne era improvvisamente andata.

Eppure si sentì improvvisamente ottimista: le cose sarebbero andate meglio per la famiglia Summers.

 

“avevano paura che scappasse questo vaso?”

Willow sorrise e fu contenta che Xander si fosse liberato, riusciva di nuovo a vedergli la felicità negli occhi.

“potrei provare un incantesimo”

La luce andò via mentre la ragazza finiva di pronunciare la formula e calò il buio più completo.

“perfetto”

“Will, aiutami a spostare il vaso”

“non lo vedo”

“è qui, lo senti?”

“si, si l’ho trovato”

“è pesantissimo. Dove lo mettiamo?”

“spostiamolo un pò più a destra, domani li sistemeremo meglio ”

la luce tornò all’improvviso e i due persero quasi la presa sul vaso.

Willow fu la prima a riabituarsi e quando vide cosa teneva in mano desiderò averlo lasciato cadere.

“toh” disse Xander “è uguale a quello che aveva Buffy in cantina e che io le ho rotto, solo che questo pesa decisamente di più, potrei regalarglielo per sostituire l’altro”

 

 

 

 

 

Il taxi si fermò davanti ad un grande cancello in ferro, pieno di arzigogolii.

“mi spiace signorina, dovrà camminare un po’”

“non c’è problema, sono una camminatrice nata”

Le sembrava strano che ci fosse un posto così bello tanto vicino a Los Angeles, all’improvviso le sembrava di essere tornata indietro nel tempo, nell’ europa del 1800. Il citofono ultramoderno la riportò bruscamente alla realtà.

Suonò il campanello più volte, finchè il cancello si aprì con un secco rumore metallico.

Buffy iniziò a camminare guardandosi intorno: il sentiero si allungava per diversi metri in mezzo a due file di alti alberi nel pieno della loro bellezza, verdi rigogliosi. Piccole gocce d’acqua cadevano dalle foglie, una leggera nebbiolina circondava tutto facendole sembrare di essere in uno strano sogno. Arrivò davanti all’albergo, che, constatò essere una specie di castello ottocentesco, compreso di torri, torrette e merli. Un portone gigantesco le si presentò, e buffy iniziò già ad immaginarsi gli interni: lugubri, pieni di storie raccapriccianti riguardo a fantasmi di gente morta in orribili modi. Perché Fred le aveva consigliato un posto del genere?

Aprì con facilità l’enorme portone e si ritrovò in una minuscola stanzetta che doveva fungere da reception, un piccolo omino pelato e con grandi baffi stava seduto dietro ad una scrivania quasi troppo grande per lui. Per terra c’era un grande tappeto rosso pieno di disegni orientaleggianti. Buffy diede un colpo di tosse per farsi notare e l’ometto alzò la testa sorridendole “finisco di scrivere e poi arrivo signorina”

La ragazza ne approfittò per guardarsi ancora un po’ intorno, i muri erano ricoperti da mattonelle abbastanza scure, ma tutto l’insieme trasmetteva una sensazione di calda accoglienza. Un corridoio a volta congiungeva la salettta d’ingresso con un ampia stanza di cui non si vedeva molto a parte il fatto che era inondata di luce.

“bene bene” l’omino chiuse il librone “ io sono Antoine Legoff. Lei?”

Aveva un forte accento francese di cui prima non si era accorta. “Buffy Summers. Una mia amica mi ha consigliato…”

“un’ottima amica, ottima. È solo che al momento non ho nessuna camera disponibile”

Sospirò con fare drammatico e poi sorrise “ma non si preoccupi perché fra venti minuti, mezz’ora se ne libererà una. Tenga, gli attuali clienti mi hanno già consegnato le chiavi, mi serviranno dieci minuti per far ripulire tutto.” Le diede le chiavi e la osservò per un po’

“il bagaglio lo può lasciare qui. Nell’attesa può riposarsi di la nel salotto, oppure fare un giretto nel parco. Prenda il nostro depliant, le farà vedere i diversi percorsi tematici che può visitare.”

Nonostante facesse abbastanza caldo si strinse lo spolverino addosso e prese il fogliettino che le veniva offerto. “grazie io… penso che andrò a vedere il parco”

Ma l’uomo non l’ascoltava neanche più, già immerso nei suoi compiti.

Buffy uscì di nuovo e una ventata calda per poco non la soffocò: nonostante tutto galleggiasse in una nebbiolina surrreale erano in pieno maggio e il caldo era quasi torrido.

Desistette dal togliersi la giacca solo perché si vergognava del vestito che portava sotto.

Guardò il depliant che aveva cinque bei percorsi colorati in diversi modi. Optò per il blu: giardino inglese, che poi si incrociava col rosso: giardino giapponese.

 

Spike arrivò davanti ad un cancello e fermò la de Soto, che improvvisamente aveva ripreso a funzionare come e meglio di prima. Forse le cose stavano incominciando ad andar davvero per il verso giusto. Si avvicinò per esaminare meglio la recinzione: se era tipo vecchio modello avrebbe forzato la serratura.

“dannazione” era un cancello elettrico, uno dell’ultima generazione, ci avrebbe messo minimo un’ora. Chiuse gli occhi e scrocchiò il collo: e se Buffy non fosse stata li? No, lui lo sapeva, lui ne era sicuro. Si guardò intorno : non era poi così alto, l’avrebbe scavalcato.

 

Buffy si ritrovò all’improvviso nel giardino giapponese. Si voltò indietro: aveva attraversato quello inglese senza neanche accorgersene, aveva camminato e basta. Si mise la chiave della camera in tesca e si tolse lo spolverino. Faceva un caldo soffocante.

Alzò lo sguardo e rimase incantata dalla bellezza del posto in cui si trovava.

C’erano molti aceri rossi, con le foglie dello stesso colore del suo vestito, erano bassi e i rami si allungavano a toccarsi gli uni con gli altri nascondendo completamente il cielo; la nebbiolina si era diradata, ma tutto rimaneva avvolto da un aria magica, come quella dei sogni. Ma la cosa che la colpiva di più era il ponte a triplo arco di un bianco candido, quasi accecante. In mezzo a tutto quel rosso era davvero strano. Sotto scorreva un piccolo fiume su cui galleggiavano diverse foglie. Buffy attraversò il ponte come se tutto fosse solo frutto della sua immaginazione. Chiuse gli occhi ed inspirò profondamente. L’aria era carica di profumi dolci e nuovi. E lei si sentiva più sola che mai avvolta da quel silenzio così spesso, interrotto solo dal lento scorrere dell’acqua. Si fermò: il percorso continuava tortuoso davanti a lei, ma era troppo stanca per camminare ancora.

Un rumore dietro di lei mise i suoi sensi in all’erta. Si girò lentamente, in caso di bisogno era pieno di legnetti per terra. Alzò piano lo sguardo e quando vide chi le stava davanti il cuore smise di batterle per diversi secondi. Lasciò cadere lo spolverino a terra e sbattè gli occhi, avendo paura che si trattasse solo di un sogno. Cercò di respirare ma era come se l’aria intorno fosse improvvisamente sparita. Tutto sembrava essere scomparso, svanito, lasciando solo loro due, lei e Spike.

Il suo corpo si mosse autonomamente verso di lui come se non avesse mai fatto altro, gli occhi le si riempirono di lacrime di gioia: iniziò a correre perché ogni secondo che li separava era un’eternità, una sofferenza senza fine. Lui fece lo stesso non riuscendo a trattenere la commozione per averla ritrovata. Si baciarono come se avessero trattenuto il fiato per quei lunghi sei mesi e solo ora ricominciassero realmente a respirare.

Finalmente l’una nelle braccia dell’altro come sempre avrebbe dovuto essere, nel solo modo in cui si sentivano entrambi realmente vivi e completi.

Si guardarono a lungo negli occhi, senza dire niente, accarezzandosi e basta; le parole erano superflue. Buffy si chiese come avesse fatto a vivere senza quegli occhi che le riempivano l’anima, com’era riuscita a stare senza di lui, senza la sua bocca, senza il suo profumo e i suoi abbracci. Il sole era tornato a splendere, cacciando via la solitudine e la disperazione, lasciando soltanto il futuro, chiaro e limpido. Lei allungò una mano e gli accarezzò il viso sorridendo dolcemente, quasi tremando per la felicità. Lui sorrise di rimando e grosse lacrime iniziarono a sgorgare dagli occhi di Buffy. Non era mai stata così felice nella sua vita.

Spike le sfiorò i capelli con le dita, com’era solito fare, e poi si baciarono, dimenticandosi di tutto, scambiandosi l’amore che per lungo tempo era rimasto chiuso nei loro cuori, condividendo la gioia che provavano e sentendosi finalmente completi.

 

Buffy si accorse di essere entrata in stanza solo per il brusco cambio di temperatura; non aveva intenzione di staccarsi da Spike mai più, fino a morire senza fiato.

Gli si strinse di più per sentire meglio il suo corpo, per ricordare come erano stati fatti apposta per appartenersi. Lui fece scorrere una mano per tutta la lunghezza della schiena nuda di lei, facendola rabbrividire. Buffy gli si dovette aggrappare alle spalle per non cadere, improvvisamente le gambe le erano diventate troppo molli per reggere qualsiasi peso. Spike raggiunse il laccio del vestito ed iniziò a scioglierlo, scendendo a baciarle il collo. La cacciatrice gemette, e si rese conto che era il primo suono che emetteva: non avevano parlato perchè tutto quello che c’era da dire riuscivano a comunicarselo solo guardandosi negli occhi.

Il vestito le scivolò morbidamente fino ad ammucchiarsi ai suoi piedi, Spike la prese per la vita e lei allungò le mani sbottonandogli lentamente la camicia, senza mai smettere di sprofondare nel blu dei suoi occhi. La fece scivolare per le ampie spalle, soffermandosi ad accarezzare le forti braccia e poi le mani. Lui la sollevò un pochino da terra sempre tenendola stretta a se, per poi distenderla dolcemente sul letto.

Si fermò un attimo per guardarla, per riempirsi gli occhi della sua bellezza; Buffy rabbrividì,

desiderò che non smettesse mai di guardarla in quel modo speciale, con quello sguardo che solo lui aveva, come se lei fosse stata la cosa più bella che avesse mai visto.

Iniziò ad accarezzarla delicatamente, come se avesse paura di poterle far male, le baciò il collo scendendo con lentezza, senza fretta, assaporando ogni istante, ogni suono di piacere che Buffy lasciava uscire dalla bocca, ogni movimento che faceva con il corpo.

Lei inarcò leggermente la schiena per il piacere, e Spike smise di baciarle la pancia, risalendo per guardarla negli occhi, oramai offuscati dal desiderio, ma ancora abbastanza limpidi da poterci leggere dentro tutto l’amore che provava per lui.

La baciò, e lei lo accolse dentro di se, sentendosi finalmente perfettamente completa dopo sei lunghi mesi.

Spike iniziò a muoversi lentamente, affondando un pochino di più ad ogni spinta, senza mai cessare di guardarla negli occhi; lei si sentiva rinascere ogni secondo di più, non avrebbe saputo dire dove iniziasse il corpo dell’uno e finisse quello dell’altra, erano oramai una cosa sola, nella carne e …. nell’anima. Buffy appoggiò le mani dietro al collo di Spike perdendosi nei suoi occhi un’ultra volta, poi reclinò il capo all’indietro e smise di pensare a qualsiasi cosa, tutto quello che voleva era lui, e il piacere che ad ogni minuto si faceva più denso più forte; lui si chinò a baciarle il collo, senza smettere di muoversi su di lei, aumentando il ritmo dei suoi affondi sentendo che sia il suo corpo che quello di Buffy erano vicini al limite estremo. No, non si trattava solo di corpi, era la sensazione più intensa che avesse mai provato, la sua anima era indissolubilmente legata a quella di lei, per l’eternità.

Il piacere li travolse come un’onda potentissima, lasciandoli completamente appagati, ebbri di un sentimento assoluto, inspiegabile a parole.

 

 

 

 

Spike guardò Buffy che si era addormentata abbracciata a lui, stringendogli delicatamente la mano, come se avesse paura che potessse scomparire improvvisamente. Le accarezzò dolcemente i lunghi capelli e le depose un piccolo bacio sulla testa: dio, quanto l’amava, solo guardarla dormire lo riempiva di una felicità immensa. Lei sorrise nel sonno e gli si raggomitolò un po’ più vicino, cercando il contatto con il suo corpo.

Non avrebbe mai smesso di guardarla di riempirsi gli occhi di lei, era solo grazie al suo amore che lui viveva, che era cambiato. Niente li avrebbe mai divisi, si appartenevano come non erano mai appartenuti a nessun altro.

Chiuse gli occhi, le palpebre improvvisamente troppo pesanti: per la prima volta dopo tanto tempo sentiva davvero cosa volesse dire essere felice, completo. La sua anima non bruciava più e tutto taceva nella dolce notte estiva: l’unico suono era quello dei due cuori che battevano all’unisono, uniti, per sempre.

 

Buffy si svegliò stiracchiandosi piacevolmente nel letto, arrotolando ulteriormente le lenzuola intorno al suo corpo. Sorrise sorniona e aprì lentamente i grandi occhi verdi, girandosi per guardare Spike.

“Buongiorno amore”

La sua voce, calda, profonda, avvolgente: Dio quanto le era mancato.

Gli sorrise dolcemente

“Buongiorno” Buffy sentì che il cuore le sarebbe presto esploso dalla felicità. Continuò a fissarlo, bello come un dio, no di più, con quello sguardo che le faceva venire un caldo assurdo, soprattutto nel basso ventre; rilassato, vestito solo con il suo sorriso maledettamente sexy. Buffy non riusciva a staccargli gli occhi di dosso e notò che era leggermente abbronzato, si doveva essere bruciato le spalle. Si alzò per andare in bagno, ma lui la prese per un braccio e la tirò a se.

“dove credi di andare?”

“in bagno a farmi una doccia”

“perché?”

già perché?

Si districò dal lenzuolo che aveva ancora addosso e gli salì sopra a cavalcioni.

“abbiamo sei lunghi mesi da recuperare. E questa volta non te la caverai con solo otto ore”

“oh no tesoro, è diverso. Tu non sopravviverai a questa giornata”

ribaltò la situazione bloccandole delicatamente le braccia sui cuscini. Buffy aprì la bocca ed emise un gemito soffocato, sarebbe morta molto volentieri così.

 

Diverse ore dopo la cacciatrice aveva praticamente strappato le leggere tende del letto a baldacchino e divelto la testiera. Buffy appoggiò la testa sul petto di Spike, chiuse gli occhi e sorrise. Lui le accarezzò i capelli un po’ sudati e le depose un lieve bacio sulla fronte.

“ti amo Spike”

“ti amo Buffy”

Si addormentarono così, abbracciati e felici come non lo erano mai stati.

 

Spike si svegliò il mattino dopo, un timido raggio di sole illuminava i capelli di Buffy facendoli risplendere e sembrare d’oro. Respirava lentamente e continuava a sorridere nel sonno, mormorando ogni tanto frasi sconnesse. La sua anima non faceva più male, anzi, gli procurava una sensazione di pace e tranquillità a lui solitamente estranea. Non l’avrebbe mai più lasciata, il vuoto era stato troppo incolmabile senza di lei, e il dolore per entrambe troppo profondo.

Rimase ancora un po’ a guardarla dormire, sapendo che non si sarebbe mai stancato di farlo, cercando di imprimersi nella memoria ogni sua piccola parte, ma ritrovandosi a conoscere già tutto perfettamente di lei. Non era mai stato unito così profondamente con qualcuno.

Si alzò dal letto cercando di non svegliarla, e andò a farsi una doccia.

 

Buffy aprì gli occhi strizzandoli per la troppa luce che entrava dalla finestra di fronte al letto.

Sentì il rumore dell’acqua che scrosciava nel bagno e sorrise stiracchiandosi: una nottata di pura felicità, e ora la giornata era appena ricominciata sotto i migliori auspici. No era diverso. La sua vita era appena ricominciata.

Si alzò dal letto avviandosi verso il bagno, ma mentre stava per aprire la porta Spike uscì.

I capelli bagnati erano diventati riccioli ribelli e formavano sensuali onde disorordinate sulla sua testa, i pensieri coerenti di Buffy finirono ai capelli: era un tale concentrato di sensualità da farle venire le gambe molli solo a guardarlo.

Lui la attirò dolcemente a sé, facendo aderire perfettamente i loro corpi.

Lei fece scorrere le mani lungo il petto di Spike, congiungendole poi dietro il suo collo.

“adoro i tuoi capelli.” Prese un corto riccio platinato e se lo arrotolò intorno al dito.

“dovresti tenerli sempre così”

Sorrise enigmaticamente guardandola con i suoi occhi blu velati di desiderio e Buffy smise definitivamente di pensare: aprì leggermente le gambe e lui la prese in braccio, entrando in lei e facendole emettere un sospiro soffocato. Entrarono nella doccia e riaprirono l’acqua, che iniziò a scorrere piacevolmente fresca sui loro corpi bollenti. Le mani di Buffy scivolarono sulla schiena di lui, poi reclinò il capo all’indietro permettendogli un più facile accesso al suo seno. Ma Spike si allontanò da lei per guardarla, lasciandola tremante e con le gambe che a mala pena reggevano. L’acqua nella vasca si alzava sempre di più raggiungendo quasi il limite massimo e lambendo le ginocchia di Buffy.

“Spike, io credo che morirò se non…”

lui si riavvicinò facendo scivolare la sua mano sulla femminilità di lei.

“se non cosa?”

Gli occhi di Buffy lo supplicarono di donarle il piacere tanto agoniato, ma lui continuò imperterrito la sua dolce tortura facendola sdraiare nell’ampia vasca. Chiuse l’acqua e rimase un attimo a guardare quanto fosse bella con gli occhi socchiusi e il corpo che reagiva ad ogni sua più tenera carezza. La baciò sulla bocca e poi scese al collo, al seno ed infine si immerse nell’acqua . Buffy inarcò la schiena ormai al limite, ma Spike tornò rapidamente in superficie lasciandola ancora una volta agonizzante per il piacere non del tutto raggiunto. Stava iniziando a perdere davvero qualsiasi facoltà mentale.

Riiniziarono a baciarsi con più amore, con più passione, incuranti dell’acqua che usciva dalla vasca ad ogni loro movimento. Lui entrò in lei delicatamente e dolcemente, aumentando di intensità ad ogni spinta. Il sangue di Buffy iniziò a scorrer più veloce, bruciandole le vene come se fosse diventato lava liquida, le sue unghie si piantarono nella forte schiena di Spike facendogli aprire la bocca per il piacevole dolore. Un lampo di lucidità passò negli occhi di lei, che rafforzò la presa e fece passare l’altra mano tra i capelli platinati attirandolo più vicino a sé. Si baciarono, divorandosi, le lingue si incontrarono, si unirono; l’acqua saliva e scendeva come mossa da una marea invisibile.

Sprofondare, ancora un po’, sentirsi completamente persa in lui, più vicina che mai a quella che dafiniva felicità assoluta. Buffy guardò Spike nel profondo blu dei suoi occhi e vi trovò qualcosa che aveva già visto la sera prima, una luce diversa dal solito, dolorosamente viva. Lui affondò un’altra volta in lei, lentamente, con forza come solo lui sapeva fare. Buffy venne catturata dalla luce e vi si immerse, il piacere, il piacere infinito che li avvolgeva, univa ancora una volta e per sempre.

 

 

 

 

Le finestre del bagno erano appannate da diverso tempo, e piccole goccie le rigavano come tante stelle cadenti. Buffy uscì dalla vasca con le gambe ancora malferme e fu prontamente sorretta da Spike che le sorrise sensualmente e la baciò.

“appena torniamo a Sunnydale dobbiamo mettere una vasca come questa in casa. Spaziosa, con l’idromassaggio, comoda…”

“e quando abbiamo intenzione di tornare?” chiese lui alzando un sopracciglio.

“non so. Presto perché non voglio lasciare Dawn troppo tempo da sola”

“presto ma non adesso”

Buffy lo guardò incuriosita “cos’hai in mente?”

“è una sorpresa. Però dobbiamo prima uscire da questa camera con dei vestiti addosso”

“la vedo complicata.”

Rientrarono in camera ridendo e cercando di trattenersi dal continuare a baciarsi, ma l’impresa era ardua e i due non resistettero più di cinque minuti con la biancheria intima addosso.

 

“è quasi mezzogiorno”

Buffy posò la testa sul petto di lui, esausta ma felice.

“ho un’idea geniale. Se rimanessimo qua per sempre? Infondo non dobbiamo tornare subito a Sunnydale. Non ti pare un bel programma? Fare l’amore, dormire, mangiare, fare l’amore ancora e ancora e…”

“e tua sorella?”

La cacciatrice si imbronciò e lo guardò contrariata.

Spike le depose un veloce bacio sulla bocca e le accarezzò i capelli, facendola tornare a sorridere.

“Amore, non sai quanto desidererei stare qui per sempre, con te e basta, lasciando il mondo fuori da quella porta…”

“ma non possiamo.” Concluse lei un po’ rattristata

stettero in silenzio per qualche secondo, abbracciati, senza pensare a nulla di particolare, se non a vivere il presente.

Si alzarono svogliatamente dal letto e Buffy andò verso la sua borsa per cercare qualcosa da mettersi, raccolse il vestito rosso da terra e lo piegò ordinatamente, aprì la valigia e vi trovò un enorme pacco fucsia e blu con un nastro giallo tutto arricciato. Appoggiato sopra c’era un biglietto con scritto per Buffy. Incuriosita iniziò a scartarlo e dentro vi trovò un bellissimo vestito nero. Sbattè le palpebre un paio di volte per essere sicura di quello che vedeva e poi lo indossò. Si guardò allo specchio e rimase impressionata: sembrava essere stato cucito apposta per lei, era elegante ma non troppo, lungo fino al ginocchio e molto sbracciato, era legato con un laccio dietro il collo. Raccolse il biglietto e lo girò trovandovi una firma in verde piena di arzigogolii: Lorne.

Sorrise e piegò il foglietto, avrebbe dovuto andare più spesso a Los Angeles, l’avevano ricoperta di regali.

Si guardò ancora un po’ allo specchio, chiedendosi dove fosse finito Spike, era strano che quel vestito le fosse rimasto addosso così a lungo. Iniziò a legarsi i capelli in una larga treccia, da cui scappavano mille ciuffi ribelli, donandole quell’aspetto elegantemente disordinato che le piaceva tanto. Andò a vedere se Spike fosse in bagno, e si chiese come diavolo avesse fatto ad andarsene senza che lei si accorgesse di niente. Ritornò nella stanza e nello stesso istante la porta d’ entrata si aprì.

Spike entrò con disinvoltura e Buffy per poco non svenne tanto era bello.

Indossava una camicia bianca con le maniche arrotolate sopra i gomiti, non molto aperta sul petto, faceva risaltare incredibilmente la leggera abbronzatura e il blu dei suoi occhi; anche i Jeans erano bianchi, retti da una bella cintura di pelle scura, i capelli erano tornati pettinati. Non l’aveva mai visto vestito di bianco, ma decise che gli donava tanto quanto il nero.

“tu co…io non, da dove…il…”

La zittì con un bacio e prese uno dei tanti ciuffi ribelli arrotolandolo su un dito.

“Stavi dicendo?”

“Perché hai pettinato i capelli?”

“avrai modo e tempo per spettinarli tesoro.”

“potrebbe essere anche adesso”

“Si, sono già stufo di vederti così vestita.”

Si allontanò per guardarla meglio, il fisico minuto avvolto in un bel vestito nero, le guance delicatamente arrossate, i lunghi capelli biondi disordinatamente legati che le incorniciavano il viso, così bella…

Le catturò le labbra, non riuscendo a resistere un minuto di più.

“sei bellissima con questo vestito”

“scommettiamo che senza sto meglio?”

“non c’è bisogno di scommettere”

la sua mano scese, calda, invitante sulla sua gamba. Alzò lentamente la gonna, scrutando nei suoi occhi, nutrendosi del desiderio che vi aleggiava. Buffy schiuse la bocca piano, sensualmente e qualcuno bussò alla porta.

“Dannazione”

“mi scusi signorina, posso entrare?”

La cacciatrice andò ad aprire la porta leggermente innervosita.

“signor Legoff, cosa diav…come mai qua?”

“ho visto un uomo dall’aspetto dubbio uscire dalla sua finestra. Sta bene?”

Spike sbucò dietro Buffy salutando l’omino baffuto.

“sono io l’uomo sospetto”

“oh mi-mi dispiace di avervi disturbato. Vi fermate qui anche oggi?”

“no”

“si”

I due risero.

“no” continuò Spike “dobbiamo andare in un altro posto”

“va bene, allora inizio a preparare il conto. Non vi fermate neanche per pranzo?”

“no grazie, mangeremo da qualche parte per strada”

Disse dubbiosa Buffy.

“ok, e scusatemi ancora per il disturbo”

L’ometto uscì chiudendosi la porta alle spalle.

“sono curiosa” disse Buffy raccogliendo la sua valigia “dove hai intenzione di portarmi?”

“te l’ho già detto, è una sorpresa” Le prese la borsa ed aprì la porta.

Si diedero la mano teneramente, le dita che si incrociavano perfettamente, un dolce brivido li percosse: sarebbe stato sempre così.

Prima di richiudersi la porta alle spalle, Buffy si girò e prese lo spolverino sul braccio, sorridendo raggiante all’uomo che amava.

 

 

 

 

Anya si guardò allo specchio della deliziosa casa di campagna di Rupert Giles. Si sistemò i capelli e lisciò il bel vestito giallo a fiori che indossava, si spostò sul lavandino per lavarsi le mani sudate. Era agitata, molto agitata. Troppo per i suoi gusti. L’ultima volta che si era sentita così era quando stavano per affrontare l’apocalisse scatenato da Glory.

Ma questa volta tutto era molto peggio.

Fissò il suo sguardo in quello dello specchio e cercò di respirare profondamente.

Infondo non era sicuro, forse avrebbe dovuto accertarsene bene prima di andarlo a dire ai quattro venti.

Giles entrò in bagno salutandola con un bacio e lei si sentì morire, non riusciva a trattenersi, doveva dirlo assolutamente.

“Rupi, forse sono in cinta”

l’uomo sputò violentemente l’acqua che aveva appena bevuto e la guardò stralunato.

Anya si maledì per il suo non riuscire a mentire.

“tu co-cosa? In che senso forse?”

“questo mese mi è saltato il ciclo e, lo so, abbiamo sempre fatto sesso sicuro, bhè tranne quella volta sull’altalena o quell’altra su quella piccola casa sull’albero che usavi da bambino, ma li non era sicuro per motivi diversi, quindi io non so…”

lui sorrise per la sua agitazione.

“hai già fatto il test di gravidanza?”

“no”

“allora facciamolo e poi discutiamone.”

Lei lo abbracciò un po’ sollevata, adorava come lui riusciva a farla tornare calma e quei sei mesi erano stati i più belli della sua vita; avevano imparato ad amarsi, anche se lei non era sicura di essere pronta per un bambino.

Scesero a Shrewsbury, il delizioso paesino vicino alla villa di Giles, e si incamminarono verso la farmacia, incontrando di tanto in tanto qualche viso conosciuto.

L’inghilterra era diversa dall’america, tutto era impregnato di un silenzio secolare, spezzato solo dai cori delle chiese che si alzavano limpidi nell’aria mattutina.

Anya entrò in farmacia guardandosi nervosamente intorno, c’era tantissima gente per essere domenica mattina e lei no ne poteva più di aspettare. Un ragazzino davanti a lei guardò la commessa con aria contrita e diventò rosso senza aver detto ancora niente.

L’ex demone lo fissò con compatimento: chissà perché gli umani dovevano vergognarsi così tanto per comprare qualcosa che serviva al loro bene.

Sbuffò annoiata, il ragazzino non accennava a parlare e la commessa lo guardava interrogativa.

Alzò gli occhi al cielo, ora si era davvero stufata.

“il ragazzo vuole dei preservativi”

I due la guardarono spalancando gli occhi dalla sorpresa e il resto della clientela si zittì. Subito dopo sentì vari commenti ma non se ne preoccupò troppo, il ragazzino scappò verso la porta, con la faccia simile ad un pomodoro ed Anya si avvicinò al bancone soddisfatta.

“un test di gravidanza grazie”

 

Giles si versò un bicchierino di brandy e lo buttò giù in un colpo solo: doveva mantenersi calmo. Non aveva mai minimamente pensato all’eventualità di avere un figlio, ma adesso che poteva succedere non era terrorizzato. Leggermente su di giri era la parola migliore.

Anya uscì a testa bassa dal bagno e Giles scattò in piedi.

“è..è..?”

“no, sarà pronto tra poco”

si risedettero sul divano in silenzio non sapendo bene cosa dire.

Anya fu la prima a rompere il silenzio. “Rupert, io non credo di essere pronta ad affrontare tutto quello che questa gravidanza comporterà. Ho davvero paura”

“non devi averne” la tranquillizzò lui accarzzandole i lunghi capelli biondi “saremo comunque noi due giusto? E poi io…”

Era davvero arrivato il momento di dirlo “…io ti amo”

L’ex demone lo guardò con gli occhi spalancati.

“davvero? Io non…wow. Anch’io ti amo Rupi”

lo baciò piano.

“è ora di vedere cosa ci riserva il nostro futuro”

“già”

si alzarono e si avviarono verso il bagno tenendosi per mano. Anya sollevò la stecca con mani tremanti e inspirò profondamente prima di guardare.

“Negativo” stranamente si era aspettata di essere più felice e lo stesso Giles, invece si guardarono sorridendo tristemente.

 

 

 

 

 

 

Il sole brillava nel cielo di un azzurro accecante, e i due salirono in macchina sorridendo. La cacciatrice fu tentata di chiedere come mai lui non avesse preso fuoco, ma decise di non farlo: quella domanda implicava troppe spiegazioni a problemi irrisolti, troppi dubbi e difficoltà. Ora lei voleva solo essere felice, ci sarebbe stato un tempo per i chiarimenti.

Accese la radio cercando una stazione che trasmettesse canzoni decenti, e dopo diversi minuti di ricerca sentì la voce di Christina Aguilera uscire chiara dalle casse.

Spike aprì il finestrino e fece partire la cassetta dei Ramones. Lei lo guardò con aria di sfida e rimise la radio.

“tesoro, per quanto io ti possa amare non riesco a sopportare questa spazzatura”

“vuoi chiamare musica quel baccano che ascolti tu?”

Entrambi avvicinarono le dita al tasto per spegnere la radio e poi si fissarono.

“continua a guardare la strada, ”

“mi distrai amore”

“piantala” sorrise felice lei.

Un silenzio piacevole invase la macchina accompagnato da una brezza estiva, il mare luccicava in lontananza attirando lo sguardo stanco di Buffy che presto si addormentò fissando il rilassante sfavillio della superficie liquida che si muoveva lenta ed instancabile.

 

Un forte odore di salsedine fece svegliare Buffy respirando pigramente. Si voltò a guardare la strada che correva vicinissima al mare, tanto che gli spruzzi delle bianche onde arrivavano a bagnare la macchina. Dovevano aver passato Sunnydale da un bel po’, Spike aveva seguito la strada costiera che andava verso Long Beach e che non passava vicino alla bocca dell’inferno anche se per molti versi ci assomigliava.

“è strano” cominciò lui “di solito non faccio questo effetto soporifero alle ragazze, soprattutto se sono in macchina con me”

“abbiamo avuto una lunga nottata e anche una lunga mattinata a dire il vero. E poi dovresti saperlo che non sono una ragazza come le altre”

Buffy lo guardò un po’ mentre lui teneva gli occhi fissi sulla strada, le piaceva quando iniziavano a punzecchiarsi, e sapeva che le schermaglie erano appena cominciate.

“lo so benissimo, miss unicità, che sei diversa, la prescelta, unica e sola, insostituibile”

“oh oh il signor sono talmente sexy che riesco a scioglier il ghiaccio con un’occhiata e a far gelare l’inferno con un sorriso è ferito nell’orgoglio. E poi io Sono davvero insostituibile”

“la direzione desidera ricordare alla signorina Buffy Summers che non è più l’unica cacciatrice nè quella in carica”

“e la signorina Buffy Summers replica gentilmente che rimane comunque la migliore sul campo, o perlomeno l’unica a non essere in prigione.”

“per adesso”

“cosa?”

“ho deciso che ci faremo arrestare per atti osceni in luogo pubblico”

Lei rise divertita “ti amo Spike”

Lui frenò bruscamente e si girò a guardarla con quegli occhi disperatamente vivi che aveva in quei giorni e che seducevano Buffy in uno strano modo.

“sarai sempre l’unica per me”

Sorrise dolcemente e Buffy arrossì stupidamente: lo amava e adorava le sue dichiarazioni improvvise e così sincere.

 

“ok tesoro siamo arrivati”

Scesero dalla macchina, il sole non era più alto nel cielo, il mezzogiorno era passato da 3 ore abbondanti. La cacciatrice si guardò intorno: una lunghissima spiaggia bianca si estendeva per kilometri sia alla sua destra che alla sua sinistra, una piccola collinetta nascondeva parte dell’entroterra, ma per il resto era un deserto assoluto.

“credevo che questo posto fosse talmente pieno di gente da non poterci camminare, qualcosa tipo dieci persone a metro quadro quando si è fortunati”

“anch’io lo pensavo, ma a quanto pare non tutto quello che si vede in Baywatch è vero. A partire da Pamela Anderson”

risero brevemente.

“ok, è indubbiamente molto romantico, anche dormire sotto le stelle non è una cattiva idea, ma perché mi hai portato proprio qua?”

“ti fidi di me?”

“si”

“bene, allora chiudi gli occhi e dammi la mano”

Buffy obbedì e si fece guidare da Spike per alcuni metri.

“aprili pure”

La ragazza sbattè le ciglia un paio di volte per abituarsi all’accecante luce del sole resa ancora più brillante da un’ enorme casa bianca che rifletteva i caldi raggi pomeridiani in parte assorbendoli. Era una villa enorme, ricordava una reggia araba con alti archi che si estendevano per tutta l’altezza dell’ edificio e che creavano un lungo porticato, in cima c’era un ampio terrazzo anch’esso inondato dal sole. Un balcone si fondeva con la collina retrostante, completamente ricoperta da piante tropicali di ogni genere, dalle felci ad altri strani alberi di un verde intenso.

“ti piace?”

“è incredibile, come… di chi è?”

“di un amico”

lei lo guardò aggrottando la fronte.

“vieni rientriamo in macchina, c’è una strada che arriva diritta al cancello posteriore.”

Buffy saltellò emozionata sul sedile.

“è bellissimo, potremo fare il bagno di notte. A qualsiasi ora ne abbiamo voglia. Chissà come sarà dentro, già me la immagino. Ci sarà il telefono? Devo assolutamente chiamare Dawn”

Tornò a guardare distrattamente la strada.

“mi sento un po’ in colpa ad averla lasciata da sola, ormai sono già due giorni che non la sento”

“non ti preoccupare, briciola è forte, scommetto che non sente neanche la tua mancanza”

“Grazie!” esclamò lei fintamente offesa per poi tornare seria. Abbassò gli occhi sulle sue mani che si contorcevano.

“sicuramente ha sentito la tua di mancanza in questi sei mesi”

Spike si irrigidì al volante e continuò a guidare semplicemente non rispondendo.

Buffy lo guardò di sottecchi chiedendosi cosa fosse realmente successo, mille domande le giravano per la testa ma non aveva il coraggio di rivolgergliene neanche una.

 

Tara diede l’ultimo morso al suo panino e tornò a lavorare: l’aspettavano una serie infinita di calcoli di spese arretrate da sistemare.

Dawn stava seduta al tavolo infondo al negozio insieme a Xander, tentando di fare i compiti tra una risata e l’altra; Willow dormiva a casa, sarebbe arrivata solo nel tardo pomeriggio.

“Xan, se arriva un cliente per favore servilo tu, questi stupidi numeri richiedono tutta la mia concentrazione.”

“sarà fatto”

Dawn guardò il ragazzo e notò che aveva qualcosa di diverso dal solito, sembrava più felice, come se all’improvviso avesse dimenticato Anya e avesse ricominciato a vivere serenamente.

“perché mi stai fissando?”

“è vietato?”

“no ma è fastidioso”

“Cosa ti è successo Xan? Sembri contento”

“ed è così strano?”

“bhè in questo periodo si”

Lui alzò gli occhi al cielo e sospirò in modo melodrammatico.

“ho conosciuto una ragazza”

“wow è fantastico” esclamò Tara da dietro al bancone.

Dawn lo guardò invece con sospetto.

“ti sembra impossibile piccola Dawnie? E invece no, big Xan è ancora capace di attirare sciami di ragazze.”

“Sciami è la parola giusta. Sicuro che sia umana e non abbia spiacevoli risvolti tipo donna-insetto o ragazza-mummia? magari è qualcosa tipo mezza donna mezzo camaleonte ”

“perché ogni volta me lo dovete ricordare? no comunque è perfettamente normale e non ha nessuna caratteristica non umana e poi perché proprio un camaleonte?”

“In ogni caso dovresti iniziare a fare della palestra, negli ultimi mesi hai messo su un po’ di chili, vero big Xan? Magari potresti riprendere a nuotare” disse Dawn con finta noncuranza.

“signorina si dà il caso che il mio peso-forma sia perfetto. Ma soprattutto da chi hai preso la brutta abitudine di dire certe cose in faccia alla gente?”

La ragazzina alzò i grandi occhi azzurri su Xander e non rispose, pensando silenziosamente a Spike.

 

Il suono dei tacchi di Buffy si diffuse leggero per il porticato e si confuse col ritmico rumore del mare. Guardò l’acqua che avanzava e indietreggiava, inesorabilmente, per sempre. Tranquilla e potente capace di una forza sconosciuta.

Si tolse le scarpe e scese sulla spiaggia magicamente attirata dall’oceano; la sabbia bollente le bruciò un po’ i piedi, ma dopo pochi passi riuscì ad abituarcisi. Si girò a guardare la casa strizzando gli occhi per il sole, un vento leggero soffiava dal mare scompigliandole i ciuffi di capelli che scappavano dalla treccia e muovendole piano l’orlo della gonna. Spike uscì in quel momento dalla villa, camminando sulla spiaggia con il suo sorriso più sexy che metteva in risalto i suoi zigomi infinitamente sensuali, i capelli platinati riflettevano il sole sembrando quasi bianchi: una divinità, troppo bello per essere vero, e l’amava, nonostante tutto quello che era successo lui l’amava ancora.

Buffy si mise a ridere dalla felicità ed iniziò a fare giravolte guardando il cielo.

Spike la raggiunse e l’afferrò per la vita stringendola a se e ridendo con lei. Buffy lo guardò negli occhi di un azzurro disarmante, non l’aveva mai visto sotto la luce del sole, non così bene, mai così bello e vivo.

Lo baciò dolcemente e poi corse verso l’acqua come una bambina che vede il mare per la prima volta, camminò sulla spuma bianca affondando un po' nella sabbia bagnata, piccoli spruzzi la bagnarono lievemente mentre continuava a ridere.

Si ricordò di una volta dopo che era tornata dalla caccia con Riley. Lui le aveva chiesto se lo sentiva, il sapore della felicità. L’aveva guardata con quei suoi occhi un po’ stupidi aspettandosi un risposta affermativa, ma lei non aveva sentito assolutamente nulla, gli voleva bene, era un caro ragazzo, ma non era mai stata realmente felice, né innamorata.

Ma ora lo era, immersa in una contentezza senza fine, adesso capiva, sentiva il cuore scoppiarle dalla felicità mentre guardava Spike sorriderle, seduto su una collinetta di sabbia, i piedi nudi leggermente insabbiati. Tirò un calcio ad un onda contro vento e le gocce d’aqua le ricaddero addosso, asciugandosi subito per il forte sole.

Spike si riempì gli occhi di Buffy che rideva e giocava con l’acqua, sembrava un’altra persona da quando l’aveva rivista al bronze, pareva impossibile, ma in quei due giorni era diventata una donna, una splendida e potente donna.

Avanzò verso di lui lentamente e gli si sedette in braccio, facendo salire il vestito all’altezza delle coscie, lui l’attirò a se prendendola per la vita sottile e guardandole prima gli occhi e poi le labbra, con quel suo viso così sensuale e concentrato da far perdere la testa a qualsiasi donna. Buffy sorrise e attirò il suo viso più vicino, posando le mani sul collo di lui.

Spike alzò lo sguardo, gli occhi che brillavano di un sorriso malizioso e la baciò.

Rimasero sulla spiaggia tutto il pomeriggio, a guardarsi, a giocare, a baciarsi, a ridere. Il tempo non era importante, tutto sembrava semplicemente dissolversi e lasciar solo loro due, uniti come non lo erano mai stati.

 

 

 

 

 

 

Una settimana più tardi i due erano di ritorno per Sunnydale. Erano davvero felici ma sapevano che tornare sulla bocca dell’inferno voleva dire riaprire le vecchie ferite e far sorgere nuovi dubbi. Il viaggio fu veloce e silenzioso e quando il cartello di benvenuto di Sunnydale spuntò entrambi sentirono una stretta allo stomaco che li avvisava che i guai erano appena cominciati.

“andiamo al magic box, saranno di sicuro tutti la.”

“sicura di non voler passare prima da casa?”

“mi stai facendo una proposta indecente?”

Ma Spike non sorrise, si girò a guardarla seriamente gli occhi di un blu dolorosamente impenetrabile.

“Stai bene Spike? C’è qualcosa che non va?”

“no, va tutto bene”

Riprese a guidare stringendo eccessivamente il volante fino a far diventare le nocche bianche.

L’aveva saputo, tornare li dove ogni male aveva origine l’avrebbe fatto soffrire come mai prima. Era umano, totalmente, eppure la sua anima era più dolorosa che mai, credeva che quei mesi l’avessero aiutato a riprendere il controllo, ma ora che era lì tutti i suoi castelli in aria erano crollati miseramente.

Parcheggiò in Revello Drive, tutto era come l’aveva lasciato né più né meno : potevano essere stati sventati mille apocalissi, morte molte persone, ma tutto sembrava tranquillo come al solito.

Buffy tirò fuori le chiavi ed aprì la porta di casa che era immersa nell’oscurità.

“Will sei qui?”

La rossa si precipitò giù dalle scale e strinse l’amica a sè.

“come stai Buff? ci hai spaventato un sacco.”

“sto bene grazie.” Sorrise felice e Willow notò Spike dietro di lei.

Adesso che era entrato in casa tutto sembrava essersi calmato dentro di lui.

“Rossa, ti sono cresciuti i capelli.”

Si abbracciarono brevemente.

“Come va?”

“si tira avanti”

Lo guardò confusa: non sembrava più la stessa persona, i suoi occhi erano diventati opachi e lo sguardo era assente.

“Gli altri sono al magic box, Dawn sarà felicissima di rivedervi.”

“tu non vieni?”

La rossa afferrò un bicchiere pieno di un denso liquido rosso “purtroppo devo aspettare, il sole è ancora troppo caldo”

Spike fissò il sangue e stranamente ne sentì un desiderio crescente.

“Bene, andiamo a piedi, non l’avrei mai creduto, ma un po’ mi mancava Sunnydale”

Camminarono in silenzio, un po’ emozionati, non si fermarono a guardare nessuna vetrina: il solo ricordo di quel che era successo era straziante, era come avere un enorme buco che trapassava il cuore da parte a parte. Spike si sentì ancora una volta un vigliacco, se ne era andato per paura di far del male ulteriore a Buffy, quando in realtà avrebbe solo potuto aiutarla, si odiava per essere scappato in quel modo, lei non l’avrebbe mai fatto. Ma lui si era ritrovato improvvisamente debole e disorientato…

Sorrise amaramente, era inutile, non c’erano scuse per ciò che aveva fatto, non aveva scuse per aver lasciato Buffy da sola.

Ma del resto vederlo come era stato nelle prime settimane dopo che l’anima era tornata l’avrebbe solo fatta soffrire, aveva passato due mesi e farneticare cose senza senso chiuso in un granaio. La notte dormiva poco e quando lo faceva si svegliava urlando come posseduto.

Buffy fece scivolare la sua mano in quella di Spike e la strinse delicatamente.

Lui si girò e le sorrise dolcemente: presto avrebbe dovuto dirle dell’anima.

 

 

 

 

 

 

 

 

In pochi minuti arrivarono davanti al magic box, si sentivano chiaramente le voci di Dawn e Xander che stavano ridendo.

Si guardarono un attimo indecisi.

“è l’ultima possibilità che abbiamo di scappare, lo sai amore?”

Lei abbozzò un sorriso “non posso avere il jolly-apocalisse per rendere la situazione più normale?”

Inspirò ed aprì lentamente la porta, facendo suonare la familiare campanella.

I tre nel negozio si girarono a guardarli, distinguendo a malapena due sagome stagliate contro la luce. Dawn si alzò di scatto “Buffy e….Spike?” disse titubante.

“in carne ed ossa briciola”

Corse loro incontro e li abbracciò, trattenendo a stento le lacrime: stava davvero succedendo, Spike era tornato e sua sorella era di nuovo felice. Andò a cercar la sua polaroid decisa ad immortalare il momento.

Tara sorrise dolcemente e li salutò, sembravano contenti, eppure sentì che c’era qualcosa che non andava, qualcosa che tormentava gli occhi di Spike.

Xander rimase un po’ indeciso seduto vicino al tavolo: era difficile per lui accettare che la sua migliore amica stesse insieme ad un mezzo vampiro ultracentenario, ed era ancora più difficile vedere che si amavano sul serio. Si alzò contro voglia mentre Dawn scattava foto a tradimento, ridendo come una bambina davanti ad un enorme pacco regalo.

Spike guardò Xander avvicinarsi: avrebbe fatto davvero fatica dal trattenersi a non picchiarlo a sangue. Il ragazzo abbracciò delicatamente Buffy e poi si fermò a guardarlo.

“capitan ossigenato è tornato a quanto pare… meglio tardi che mai”

“sai una cosa Harris, sarebbe davvero tempo per te di andartene, se cambi un po’ aria farà bene… soprattutto a noi”

Spike serrò la mascella per non spaccargli la faccia e Buffy sembrò fare lo stesso.

Come al solito Tara intervenne per allentare la situazione.

“potremmo uscire tutti insieme al bronze stasera”

Nella testa di ognuno risuonò forte e chiaro un no, eppure l’urletto di felicità di Dawn fece cambiare opinione a tutti. “Tara è un’idea fantastica, ragazzi non potete dire di no”

“Dacci solo il tempo di cambiarci e mangiare, ok Dawnie?”

Chiacchierarono stancamente fino a che Willow non arrivò trafelata e coperta da un lungo impermeabile viola.

“ecco la nostra ragazza infiammabile” esclamò Xander improvvisamente rasserenato dalla presenza dell’amica.

“Di nuovo ciao a tutti” disse baciando leggermente Tara “fuori si sta rannuvolando a velocità supersonica, fra poco scoppierà un temporale coi fiocchi”

“stasera andiamo al Bronze, vuoi venire?” La rossa guardò sorridente Dawn che saltellava allegra implorandola con lo sguardo “certo, non mi perdo mai il divertimento. Ma forse Buffy e Spike sono un po’ stanchi”

“sono sicura che una doccia ci rimetterà in sesto e magari prima di sera riusciremo a dormire anche un po’”

“iniziate pure ad andare a casa allora. Ci racconterete stasera”

I due annuirono contenti di poter finalmente rilassarsi un po’, anche se dallo sguardo di Spike Buffy dubitò seriamente che si sarebbe riposata.

 

“come fai?” chiese Spike accarezzando i capelli di Buffy.

“a fare cosa?”

“a non picchiare Xander, a non prendergli la testa e sbattergliela contro un muro, anche solo per farlo tacere”

“mi ricordo che è mio amico e che non l’ha fatto apposta. Infondo è solo colpa mia se è successo”

“no!” esclamò un po’ più volentemente del dovuto “non è colpa tua, amore. Non…” ma le parole gli morirono in gola, cosa poteva dire?

La cacciatrice gli si raggomitolò contro, chiudendo gli occhi e lasciandosi cullare da lui.

Sei lunghi mesi erano passati da quell’orribile giorno, quel giorno in cui tutto le era crollato addosso con un peso insopportabile, ed ora erano di nuovo li, abbracciati in quel letto un po’ troppo stretto cercando di non pensare al passato e neanche al futuro, perché sarebbe stata dura, lo sapevano, le vere difficoltà dovevano ancora cominciare. Si addormentarono pesantemente, troppo stanchi per parlare.

 

Spike si stiracchiò come un gatto al sole, allungando pigramente la mano per rispondere al telefono che squillava insistentemente.

“chi è?”

“sono Dawn, stavate dormendo?”

“si briciola, dimmi tutto”

Buffy gli si strofinò addosso sorridendo e morsicandogli un orecchio, facendolo gemere leggermente.

“va tutto bene?” chiese la ragazzina.

“S-si”

“volevo solo dirvi che vado direttamente al bronze con Willow e Tara. Vi aspettiamo qui”

“va bene, il t-tempo di mangiare e siamo lì”

Chiuse la comunicazione e con un movimento repentino bloccò i polsi di Buffy contro il cuscino facendole inarcare la schiena contro il suo corpo.

“chissà perché ho idea che ci metteremo più del tempo richiesto per mangiare”

Lei sorrise contenta “ho voglia di divertirmi stasera”

“anch’io e devo andare a prendere nella mia cripta alcuni vestiti”

Si alzò di scatto dal letto “ci troviamo al Bronze tra mezz’ora?”

“ma…non…”

Ma lui era già sceso e Buffy sentì la porta sbattere violentemente. Si sedette pensierosa sul bordo del letto.

“cosa diavolo gli sta succedendo?”

 

 

 

[WIP]