Fanfiction ospitata per gentile concessione del Bloodylove in attesa di riuscire a rintracciare l'autrice.

 

 

IL PRINCIPE DEI SOGNI

Di ManuManu

 

 

PROLOGO:

LA PRINCIPESSA ELISABETH DEL FIORENTE REGNO DI SUNNYDALE DEVE SEGLIERE UN MARITO, MA NESSUNO DEI TANTI PRETENDENTI LA CONVINCE.. FINO A QUANDO NON INCONTRA WILLIAM DI SERMNIA, MERCENARIO FUGGITO DAL SUO PAESE DOPO AVER CAPEGGIATO UN’INSUREZZIONE, CHE LA SALVA DA UN RAPIMENTO.

ELISABETH SA CHE DOVREBBE DIFFIDERE, PREVENUTA COM’E’ NEI CONFRONTI DEGLI UOMINI, MA……

 

 

CAPITOLO 1

 

SUNNYDALE, MAGGIO 1829

Al ballo per la celebrazione del venticinquesimo compleanno della principessa ereditiera Elisabeth che esaminava la marea di uomini in abito da sera bianco e nero e si diceva che non aveva mai visto in tutta la sua vita un insieme di perone così deprimenti. Ed erano tutti suoi. Tutti suoi.

-Mia cara. Hai lo stesso sorriso tirato di quando ti duole la testa. Ma non dimenticarti che ti aspetta ancora il varo di una nave-

Buffy non guardò il padre come imponeva il protocollo. La principessa era in piedi alla destra di Re Giles seduto sul trono. Entrambi sorridevano. I gentiluomini si avvicinavano uno alla volta per inchinarsi alla giovane donna o più precisamente al trono che speravano di conquistare. Ma il tono del Re raggiungeva solo le orecchie della figlia e il sovrano sembrava assai divertito. Inoltre la principessa sapeva che il sorriso era sincero. E perché non avrebbe dovuto?

Buffy era l’unica erede del piccolo regno di Sunnydale e doveva mettere al mondo un figlio, possibilmente due, prima che la gioventù svanisse, Purtroppo in quella situazione si sentiva come un melo non impollinato.

- Queste sono le api- per punirsi del commento la principessa compensò con un sorriso lievemente più cordiale un certo signor Andrew. Che la sua dame di compagnia gli stava presentando. Lui lo ricambiò facendo un altro inchino mentre Joyce alzava le sopracciglia elegantemente disegnate in un’espressione elegante.

-Forse una volta sposata smetterai di parlare da sola- bisbiglio il padre

-Probabilmente no mi piace sempre avere conversazioni intelligenti-

Lui nascose la risata sotto un elegante colpo di tosse

-Non lasci una sola possibilità a questi ragazzi-

La principessa preferì ignorare l’osservazione

-Sei tu che parli da solo-

Il sovrano prese la mano della figlia

-Era abituato a parlare con tua madre. Lo faccio ancora, come posso-

Cedendo alla tentazione Buffy abbassò gli occhi su quelli del padre e ancora una volta desiderò essere come lui, intelligente e gentile allo stesso tempo.

Senza vanità lei sapeva di essere intelligente. Mostrava pazienza con i bambini e le persone più fragili, ma provava assoluto disprezzo per gli uomini frivoli e oziosi. Purtroppo venerano molti tra i ricchi gentiluomini che si affilavano nella sala da ballo.

-Se nessuno di questi ti piace… puoi sempre avere Riley- disse il padre

Riley? Le avrebbe permesso di prendere Riley, conte dei Finn, il suo ex compagno di giochi? Ministro degli interni di Sunnydale, l’uomo che aveva gia deciso di sposare, l’uomo che Re Giles si era rifiutato di prendere in considerazione? Esasperata Buffy balbettò.

-Ma… avevi detto… allora perché tutto questo-

- Il perché lo sai-

Lo sguardo della principessa cercò Riley in fondo alla fila che si prolungava infinita sul marmo a scacchi del pavimento. E notò appena il Duca Siciliano troppo bello che le si inchinava davanti in quel momento

-Papà Riley è un brav’uomo. Per me darebbe la vita-

-Lo so, lo so- Re Giles alzò la mano per interromperla dal continuare

-Ma è anche una persona corretta-

-Gia. Mi piace per questo-

-Mi piace- ripete Re Giles con sarcasmo.

-Sicuro. Mi piace. Abbiamo tutto in comune. Appartiene a una delle famiglie più vecchie di Sunnydale. E’ consapevole dei miei doveri come pochi. E’ intelligente e responsabile-

-E’ corretto- il tono del Re era ancora più infastidito

-Papà non potrò mai innamorarmi più come la prima volta-

-Perché non vuoi-

-Certo che no- pensò che sarebbe stata pazza a innamorarsi di nuovo con la stessa passione con cui aveva amato Liam

-Eri una ragazzina, e ti sei innamorata di un uomo più anziano di te. Avrei dovuto capirlo-

-E come? Chi poteva sapere che Liam…- Buffy si interruppe anche Re Giles ritenne l’argomento troppo delicato per parlarne in quel luogo, perché disse

-Sei troppo orgogliosa per condannare Liam e con lui me e le mie responsabilità. Ma io ti capisco e so che ne porti ancora le ferite-

-Come sei drammatico- lei sposto con impazienza lo sguardo sul principe von Fulda che s’inchinava muovendo la mano con eleganza.

-Liam non mi ha mai fatto del male. Ho più capacità di recupero di quanto immagini-

-Sei corazzata contro l’amore più di quanto una donna debba esserlo-

-Amore- lei ripetè la parola con un sarcasmo superiore a quello di suo padre nel ripetere mi piaci

-Hai convocato tutti questi uomini. Credi che ne potrei scegliere uno qui tra la folla, credi che un colpo di fulmine possa colpire entrambi che i violini si mettano a suonare e che io possa volare tra le braccia del mio amato Vero?-

Il sovrano si mosse a disagio sul trono

-Oh papà!Io non voglio un amore, ho bisogno di un marito nel mio letto-

-Un marito che funzioni- insistette Re Giles

-Riley funzionerà- e anche se sospettava che far e l’amore con Riley non sarebbe stato travolgente, pensò che una piccola passione era pur sempre una nuova esperienza.

Ballò quasi con tutti i pretendenti. A un cenno di Joyce si avvicinò un altro candidato per ballare.

D’improvviso la principessa si ribellò

-No- disse alla dama di compagnia

Con il grazioso sorriso reale Buffy indicò che la festa doveva continuare, le conversazioni ripresero come se non vi fosse stata alcuna pausa e lei si diresse verso l’unica stanza in cui poteva rimanere sola. IL BAGNO.

Vi entrò, si appoggiò all’uscio e chiuse gli occhi. Perché suo padre aveva insistito in quella farsa? Era gia abbastanza difficile rassegnarsi a desiderare solo quello che poteva avere.

E ora, senza volerlo cercava tra la serie indefinita di volti colui che le permettesse di amare ancora.

Fuggire dal party era stata una buona idea. Fuggire da se stessa le sembrò un’idea ancora migliore. Se avesse potuto rimanere sola a pensare era sicura di riuscire a togliersi quei dubbi dalla mente.

Aprì l’usci e guardò da una parte all’altra del corridoio. Era vuoto. Attraversò lo studio. Apri la portafinestra e uscì nella terrazza. Appoggio le mani al marmo della balaustra e respirò l’aria fresca.

Buffy udì una porta che si apriva e la musica la raggiunse pensò forse che all’interno faceva troppo caldo o che una coppia di innamorati cercasse un posto più buio per amoreggiare.

Si voltò. Contro la porta a vetri vide un uomo

-Altezza- disse un lieve accento straniero

L’uomo indossava un’uniforme. No, una livrea. La livrea reale

Lei lo fissò stupita, non l’aveva mai visto

-Si?-

Lo sconosciuto le si avvicinò. Era molto robusto e sembrava che la giacca non riuscisse a contenerlo. Puzzava di sudore. All’improvviso allungò una mano per afferrarla. Lei lo schivo esclamando.

-Che avete intenzione di fare?-

Senza una parola l’uomo la prese per la vita, la sollevò e se la caricò sulla spalla.

 

 

 

CAPITOLO 2

 

Buffy penzolava dalla spalle del bruto, paralizzata dallo choc. Solo quando lui appoggiò un piede alla balaustra pronto a saltare nel giardino sottostante, lei cacciò un grido e gli afferrò i capelli.

Le rimase in mano una parrucca unta. Gridò ancora e tempestò di pugni la schiena del bruto. L’uomo perse l’equilibrio più del previsto e ricadde all’indietro. Contenta Buffy lo colpì ancora, si gettò di lato e finì sul pavimento battendo il gomito. L’aggressore si gettò su di lei poi qualcosa… qualcuno si abbatté su entrambi.

Un attimo dopo, libera dal peso dell’aggressore, Buffy potè riprendere fiato. In lontananza udì il rumore di una colluttazione, poi dei passi sulla terrazza, stupidamente pensò che non poteva farsi trovare con le vesti in disordine e si mise seduta, con la testa che le girava. Si guardò intorno.

I passi erano quelli dell’aggressore e del salvatore, che si allontanavano dal punto della terrazza più vicino alla sala sa ballo inoltrandosi nel buio. Un uomo balzò oltre la balaustra

-Codardo- balbettò Buffy. Non era giusto, ma le dolevano le costole e il gomito, e lei, la principessa, non era obbligata a essere giusta. Non dopo essere stata aggredita da un bestione fetido e solo uno dei suoi fedeli sudditi o forse uno dei suoi ardenti corteggiatori era corso in suo aiuto.

Il salvatore si stava avvicinando. Zoppicava. Bene! Era ferito e cercava compassione, ma lei non l’aveva.

Anche lui aveva spalle larghe anche se non erano enormi come quelle del bruto. Mentre avanzava tra le zone in ombra e illuminate dalle luci della sala, sembrava più un fantasma che un uomo. La principessa si sforzò di distinguere il volto, ma riuscì solo a vedere una chioma chiara, zigomi pronunciati e labbra carnose .

Indossava una giacca scura, cravatta nera, calzoni neri sopra scarpe nere. Evidentemente non aveva molta fantasia nel vestire ma il suo abbigliamento era da gentiluomo grazie a dio.

Quando giunse abbastanza vicino a poter essere udito, l’uomo domandò, con un tono di voce a cui lei non era abituata

-Che diavolo significa tutto questo?-

Sbalordita, indignata e dolorante lei balbettò

-Chi….che cosa…come osate?-

-Era un pretendente respinto?-

-Mai visto prima-

-Allora la prossima volta che uno sconosciuto vi aggredisce e vi carica sulle spalle è meglio che gridiate come un maiale in procinto di essere scannato-

Buffy si tirò in piedi a fatica stringendosi il gomito

-Ho gridato!-

-Io vi ho sentito appena- l’uomo le stava di fronte, aveva occhi blu e profondi, la faccia segnata da una cicatrice che gli attraversava la guancia e il mento alla tempia

-Ed ero proprio dietro i vasi-

La principessa guardò le piante alte nei vasi contro il muro, poi di nuovo lo sconosciuto. Aveva l’accento inglese. Uno straniero.

-Che cosa facevate?- gli chiese, sospettosa

-Fumavo-

Lei gli senti addosso l’odore del fumo, un lieve aroma di tabacco come quello che circondava suo padre. Per quanto stupida, questa circostanza attenuò la sua differenza.

-Chiamo le guardie e faccio inseguire il furfante-

-Furfante- lo sconosciuto rise piano -Siete una vera signora. Ma non disturbatevi a farlo inseguire, è gia lontano.

 

Lei sapeva che era vero, ma si domandò perché lui ridesse del sostantivo furfante.

Così, invece di fare ciò che avrebbe dovuto, lasciò che lo straniero le posasse una mano sulla schiena all’altezza della vita e la facesse ruotare verso la luce. L’uomo si limitò a esaminare con distacco i suoi lineamenti e con tono gentile le chiese.

-Vi siete fatta male?-

-Solo qualche contusione-

Lui le afferrò il polso lentamente le allungò il braccio

-Non è rotto- affermò

-Credo di no-

Lo sconosciuto rise, i suoi denti bianchi brillarono sul viso in penombra

-Se lo fosse ve ne accorgereste. Un gomito rotto si fa sentire- disse sbottonandogli il guanto, glielo tolse e fece correre le dita con decisione sulle ossa dell’avambraccio e più delicatamente sull’interno gomito.

Il contatto le fece venire la pelle d’oca. Lo straniero non portava i guanti e l’amano dell’uomo le sfiorava la pelle nuda.

-Che tipo di lesione state cercando?-

-Non cerco alcuna lesione. Pensavo solo che mi sarebbe piaciuto accarezzare questa pelle morbida come quella di un bambino- rispose lui, e rise all’indignazione di Buffy. Probabilmente aveva mentito dicendo di volerla accarezzare.

Le strappo il guanto e mentre lo infilava si accorse che le tremavano le mani. Le tremò anche la voce quando disse

-Non so perché qualcuno dovrebbe farmi del male… chissà cosa voleva…-

-Non siete voi la principessa?-

Lei ebbe un colpo al cuore. All’improvviso tornò calma e fece un passo indietro

-Si-

-Allora posso dire che è stato un tentato rapimento-

Buffy guardò allibita lo straniero cercando di vedere meglio nell’oscurità il possessore di quella voce impenetrabile -E’assurdo-

-Non mi pare. Siete la sola erede di un piccolo regno molto prosperoso. Immagino che vostro padre pagherebbe una fortuna per liberarvi. Mi sorprende solo che nessuno l’abbia fatto prima-

Lei si sentì molto ingenua -Noi siamo in pace qui….-

-Sapete quel che si dice, basta una mela marcia… Ma ormai quell’uomo è scappato e se è disperato potrebbe riprovarci. O potrebbe non essere solo. Dovreste prendere in considerazione la possibilità di assumere una guardia del corpo-

Chi credeva di essere? Come osava darle dei consigli?

-E voi chi siete- gli chiese

- William Darcy di Sermania, ma tutti mi chiamano Spike- l’uomo si avvicinò alla grossa pianta e riprese il sigaro che in precedenza aveva lasciato cadere nel vaso –Sono uno dei vostri pretendenti-

Anche se era spaventata, Buffy aveva conservato la presenza di spirito

-Non mi siete stato presentato-

-Impossibile ingannarvi, vero? Sono arrivato in ritardo- disse buttando il sigaro ormai spento e sporco di terra

Era maleducato, rozzo, oltre poco tempestivo, e parlava con le con tale disinvoltura da farle rizzare i capelli. Buffy decise di farglielo notare

-Se volete corteggiare una principessa, dovreste coltivare la puntualità-

-Puntualità- lo straniero imitò il suo accento patrizio –In realtà non ne vedo la ragione. Non volete certo sposami-

Era ovvio, ma le diede fastidio che ne fosse così sicuro –E perché no?- domandò

-Sono il fratello del Re di Sermania-

Stupita, lei frugò nella memoria. Il fratello del Re di Sermania? Non sapeva che avesse un fratello, ma perché quell’uomo avrebbe dovuto inventarsi quella bugia?

-Bè- disse Buffy cautamente –Non è un legame disprezzabile. Noi confiniamo a nord-ovest con il regno di Sermania…-

-Io sono il fratello bastardo-

-Capisco- certo questo spiegava molte cose, in modo particolare il perché lui sembrava non conoscere il segreto che Sunnydale e Sermania condividevano. E quel gentiluomo, doveva chiamarlo per forza così, si sentiva certo a disagio per la sua nascita illegittima, altrimenti sarebbe arrivato puntuale e si sarebbe fatto presentare come tutti gli altri

-Qui ci sono dei bastardi-

-E nemmeno loro hanno alcuna possibilità- Spike si avvicinò alla balaustra di marmo e vi si sedette sopra.

-O sbaglio?-

Buffy non voleva essere costretta ad ammetterlo

-La stessa possibilità di qualunque altro-

-Ah, allora avete gia fatto la vostra scelta. Chi sarebbe il fortunato con la palla al piede?-

Buffy sapeva che doveva rientrare e riferire l’incidente al padre. Invece rimase lì e fece anche un passo avanti per scorgere meglio i lineamenti di William

-Non ho scelto nessuno-

Come se lei non avesse parlato, l’uomo riprese

-Vi ho vista ballare con tutti quei somari-

Fu il suo sguardo a farla rabbrividire

-Avrei giurato che quel tipo…come si chiama?...Quello alto con la pomposa fascia bianca.

Buffy trattene una risata. Parlava di Riley!

-Si ora ricordo- continuò –Il piccolo lordo Riley Finn-

Il divertimento svanì

-E questo che si dice in giro?

-In parte ma c’è dell’altro. Si sono fatte congetture su ogni giovane ce vi ha tenuta tra le braccia. Specialmente tra le debuttanti. Non è che impazziscono per voi, sapete-

William passava da un argomento all’altro, e le raccontava episodi che nessuno avrebbe mai osato riferirle

-Che cosa volete dire?- domandò lei

-Parlo di tutte le signorine in fila lungo le pareti e che faranno campanello davanti agli specchi. Prima vi sposerete, più felici saranno. Non amano essere lo zimbello di una donna della vostra veneranda età-

Buffy scosse la testa –Penso di no-

-Anche se vi tenete abbastanza bene per una donna di venticinque anni. Molto bella, in realtà. Il colore dei capelli e naturale?-

-Siete insopportabile!- ma fu costretta a trattenere di nuovo una risata

-Allora non lo è. Lo immaginavo-

La principessa si riprese e replicò –Dovete ammettere che lo sembra però- lo chignon si era scomposto nella caduta.

-Non esattamente. Poche donne hanno capelli biondi come il grano e la pelle così bianca. Usate il succo di limone-

In quello aveva azzeccato –Trovo che aiuti a impallidire-

William annuì –Essere uomini è una fortuna-

-Lo sempre pensato- ammise Buffy –Gli uomini hanno tutti i vantaggi. Possono grattarsi quando hanno prurito, camminare senza far caso al rumore dei propri stivali e abbandonarsi a ogni necessità del corpo-

-E soprattutto, abbiamo… razioni inappropriate nei confronti delle signore, anche quando sappiamo che si tingono i capelli-

Lei si sentì gelare le mani e sbarrò gli occhi. Era un modo irriguardosi per dire che la trovava attraente.

-Se prometto di non fare versi sconvenienti, mi permetterete di tenervi compagnia a cena?-

Lentamente Buffy abbassò le mani e si chiese perché stava lì a parlare con quell’uomo. Ha Joyce sarebbe venuto un colpo.

-Non mi sembra una buona idea-

-Al piccolo lord Riley non piacerebbe- con la coda dell’occhio lei vide William annuire con saggezza

-Naturalmente. Pensavo solo che potreste essermi grata ho lottato con quel bruto e l’ho fatto scappare- e si strofinò un labbro come se gli facesse male.

Buffy non poteva negare di divertirsi.

-Siete bravo. Molto bravo. Ma perché dovrei andare a cena con voi quando tanti altri uomini arrivati puntualmente e che non sbirciano da dietro le piante desiderano avere l’occasione di corteggiarmi?-

Il lungo silenzio di William la costrinse a voltarsi per osservarlo. Lui sorrise

_Guardiamo in faccia la situazione, principessa. Probabilmente questa è la vostra ultima possibilità di essere corteggiata. Potete trarne il maggior vantaggio possibile e, perché no, aizzare i vostri ammiratori l’uno contro l’altro, civettare e flirtare, divertirvi come si diverte ogni donna quando riesce a farsi desiderare da molti uomini. Con me al fianco potete fare ciò che vi pare, poiché io non sono un principe né un borghese legittimo, ma solo un uomo di paglia non idoneo a un corteggiamento onesto-

Vagamente offesa, lei replicò –Avete una bella opinione del mio carattere-

William scrollò le spalle –Non credo che la vostra vita di principessa sia molto divertente, perciò potete dare un calcio al dovere una volta tanto- la guardò e lei per la prima volta nei suoi occhi vide il guizzo del predatore

-Inoltre vi serve una guardia del corpo ed è questo che sono. Il vostro mercenario personale pronto a proteggervi dalla cattiveria del mondo-

 

 

CAPITOLO 3

Se fosse stata giudiziosa, Buffy avrebbe fatto dietro front e sarebbe tornata di corsa nella sala da ballo. Ma quell’uomo aveva ragione essere principessa era estremamente noioso. E poi William era stimolante . Inoltre doveva saperne di più sul suo conto. Per la salvezza del regno, naturalmente

-Signor…-

-Spike- disse lui – se no William a voi la scelta-

-William, siete un mercenario?-

-Non ci sono molte possibilità per il fratello bastardo di un Re. Devo pur guadagnarmi da vivere-

Un mercenario. Un uomo che si batteva da una parte all’altra in cambio di denaro. Questo spiegava la sua velocità d’azione, la cicatrice, l’esperienza in ossa rotte…. E il suo cinismo. Oltre all’aureola quasi visibile di pericolosità che lo circondava.

-Siete scioccata piccola principessa- di nuovo quel tono divertito. Erano seduti uno di fianco all’altra e lui la superava di poco. Ma Buffy non si era mai fatta intimorire dalla presenza di un uomo.

-Mi stavo solo domandando… Se voi sarete la mia guardi del corpo chi mi salverà da voi?-

- Siete una ragazza intelligente. Vi salverete da sola-

-Non sono una ragazza- aveva cessato di esserlo quando aveva sposato Liam –Sono una donna-

-Una donna della tarda età di venticinque anni-

Lei lo guardo accigliata. Poteva essere più sgradevole?

-Sona abbastanza intelligente da capire che se un uomo come voi decidesse di rapirmi o di farmi del male, lo farebbe prima che io avessi il tempo di difendermi-

William non si mosse ma le disse in tono abbastanza freddo

-Se avessi deciso di rapirvi o di farvi del male, Altezza, l’avrei gia fatto.

A Buffy venne la pelle d’oca sapeva che lui era in gamba e che avrebbe potuto falla sparire senza che nessuno se ne accorgesse.

In quel momento una figura scura e robusta si fermò sulla porta dello studi e guardò fuori. Era Riley. E malgrado i suoi dubbi su William lei desiderò che se ne andasse.

Naturalmente Riley non o fece. Usci sulla veranda e domando

- Elisabeth che cosa fate qui fuori? Tutti si domandano se abbiate abbandonato la festa-

-E così-

-Non nel modo appropriato mai cara- che quel perfetto gentiluomo si permettesse di criticarla la diceva lunga. E fissare l’uomo di fianco a lei con aria di superiorità la diceva ancora più lunga

-Siete qui con un… signore-

Sulle labbra di Riley l’appellativo signore suonava come un insulto. Insulto che non sfiorò minimamente William, ma fece rizzare i capelli a Buffy. Riley si immischiava troppo, l’aveva sempre fatto.

La principessa si sistemò meglio sulla balaustra accanto a William

-Si questo signore e William di Sermania fratello di Re Wesley, ed è uno dei miei pretendenti-

Non fece in tempo a finire la frase che desiderò non averla detta

Riley si avvicinò e senza curarsi di William si concentrò su di lei

-Il fratello di Re Wesley sarebbe un principe-

William intervenne -No lord Finn, non senza il diritto conferito da un santo matrimoni tra i miei genitori-

Lei posò una mano sul braccio e lui le sorrise. Buffy si sentì ciecamente eccitata

-Io e la principessa abbiamo gia discusso la questione della mia nascita poco ortodossa, e come questa possa influire sul mio corteggiamento- William posò la sua mano su quella di Buffy

-Dovrò essere particolarmente galante per convincerla di essere l’uomo che cerca-

Lei lo fissò, sapeva che l’aveva detto per indispettire Riley. Tuttavia quel miscuglio di pericolosità e fascino ebbe su di lei un effetto travolgente

-Commovente- riuscì a dire Riley -Ma sono sicuro che Sua Maestà converrà che sarebbe meglio se lei rientrasse per la cena.

La cena. William le aveva chiesto di poterla accompagnare, e adesso le teneva la mano e aspettava una decisione. Dannazione. Quell’uomo la capiva, come lei capiva lui. Il mercenario sapeva che se lei non avesse accettato il suo invito, si serbe sentita colpevole per averlo respinto e contrariata con Riley.

Quello che le sembrava naturale un’ora prima cioè considerare Riley il suo favorito, ora non lo era più. Si disse che doveva dare un’opportunità anche agli latri pretendenti.

-E’ gia ora di cena? Grazie per avermelo ricordato Riley- Buffy scese dalla balaustra e si girò verso Spike

-Voliamo rientrare?-

Lui si alzò e le offrì il braccio

-Altezza,voi mi fate un grande onore-

Non avevano fatto neanche un passo che il senso di colpa si fece sentire

-Venite, Riley. Devo presentare William di Sermania a Sua Maestà mio padre-

-Si, Riley venite- ripetè Spike in tono malizioso.

Riley non sopportava la mancanza di etichetta di quell’uomo e si affrettò a raggiungerli

-Altezza, non siete stata presentata a quest’uomo secondo li cerimoniale, quindi non potete andare a cena con lui- disse, poi vedendola alla luce della lambada

-Altezza!-

Buffy si fermò –Che cosa c’è?-

-Guardatevi- riprese Riley indicando uno specchio alla parete

-Sembrate una sgualdrina!-

Era vero. La breve lotta con l’aggressore la aveva lasciato l’abito in disordine, un guanto sporco e lo chignon si ero scomposto, alcune ciocche le scendevano su una spalla e tutta la squisita acconciatura pendeva da una parte.

La principessa fisso la sua immagine riflessa -Oh mio dio!-

-Tuttavia, lord Finn, io esiterei a usare il vocabolo sgualdrina riferito a sua Altezza- la voce di Spike era divertita, ma anche tagliente.

Riley si trovò nell’insolita posizione di chi a torto e le sue scuse suonarono poco convincenti

-Dire sgualdrina è stata davvero una scelta infelice da parte mia-

-Io trovo il suo disordine delizioso- commentò l’altro

-Certo. Lo immaginavo. Sono lieto di non essere uscito prima sulla terrazza, Altezza. Non avrei mai voluto interrompervi mentre vi divertivate con questo individuo-

Lei non capì subito che cosa intendesse con divertirsi. Quando ci arrivò provò un misto di indignazione, confusione, divertimento e insieme un senso di ingiustificato imbarazzo . Perché lei non si era divertita ma in fondo avrebbe preferito farlo. Certo sarebbe stato meglio dell’aggressione che aveva subito

-Riley, no! Io sono stata…-

-Salvata appena da una caduta dalla balaustra. Da me. Credo che la principessa avesse bevuto un po’ troppo-

Buffy si voltò indignata –Prego?-

-Negate pure, se vi fa piacere, Altezza- Spike fece un lieve inchino con la testa guardandola intensamente

-Ma quanti bicchieri avete bevuto?-

Per qualche ragione William non voleva che lei rivelasse l’incidente, ma la sua falsa accusa non aveva importanza in quel momento. In quel lei poteva vederlo, in piena luce.

L’uomo aveva la mascella squadrata , zigomi ambi. E la cicatrice, una riga bianca sulla pelle abbronzata divideva il viso in parte disuguali. Non poteva in alcun modo definirsi bello

Tuttavia lo era. Era splendido. Stupefacente. Magnifico.

Occhi di un blu purissimo, di un intensità penetrante, di una sensualità irresistibile. Nei suoi occhi si potevano leggere disprezzo, ammirazione, tormento, desiderio persino crudeltà. Una donna poteva cadere nei suoi occhi e percorrere la strada che conduceva alla sua anima.

Non conosceva affatto quell’uomo, ma sapeva a quale razza apparteneva quella dei seduttori.

 

 

CAPITOLO 4

- Elisabeth siete ubriaca?-

Il tono furente di Riley riportò la principessa al mondo normale

-Cosa?- chiese scostando lo sguardo da Spike a Riley

-Non posso credere che abbiate potuto farlo. A che cosa stavate pensando?- incalzò Riley sempre più in collera

-A che pensavo?- pensava che aveva imparato dei propri errori, ecco tutto

-Avete bevuto senza ritegno nella vostra serata speciale?-

Lei lo guardò ancora un momento stupita, poi il cervello si mise in movimento. Non osava guardare William

-Io pensavo- ripose –Anzi non pensavo, ma ora sto meglio. L’aria fresca mi ha fatto bene e sono sicura che la cena mi rimetterà in sesto- parlava a casaccio, confermando il suo stato di ebbrezza e aumentando lo sbigottimento di Riley.

Incapace di resistere oltre, lanciò uno sguardo implorante a Spike. Lui sorrise. Sulle guance apparvero due fossette. Due. Devastanti.

Riley irruppe nei suoi pensieri dicendo

-Altezza, presumo preferiate che il signor…

-William- il mercenario tratteneva ancora la mano della principessa al suo fianco

-Solo William. Noi bastardi non abbiamo il privilegio di un cognome-

Riley detestava trovarsi in una situazione di cui non conosceva il protocollo

-Altezza immagino preferiate che sia William a scortarvi a cena-

-Forse è meglio- intervenne William -Sono esperto in casi del genere-

-Casi del genere – indignata Buffy vide Spike fare un segno di intesa a Riley che dopo una attimo di indecisione quest’ultimo lo ricambiò e si allontanò

William seguì Riley con lo sguardo e dopo che fu uscito spinse Buffy verso lo specchio e si pose dietro la spalla sinistra. Poi con delicatezza di una donna, le tolse le forcine dai capelli. Lei trattenne il fiato domandandosi se aveva intenzione di sedurla

-Tenete- le disse -Vi risistemo i capelli. Ho una certa esperienza-

Lei poté immaginare come l’avesse acquistata

-Come avete potuto insinuare quelle cose su di me?-

-Non volevo che voi diceste a Finn del tentato rapimento- le raccolse i capelli in una coda e l’attorciglio

-Non conosciamo la provenienza del bruto e se devo farvi da guardia del corpo non voglio creare scompiglio nel palazzo-

Buffy guardo l’immagine dell’uomo riflesso nello specchio e rimase colpita ancora una volta della sua bellezza virile

-Sua Maestà, mio padre…-

-Deve saperlo- Spike prese delle forcine dalla mano

-Perché se si tratta di una minaccia, questa può estendersi anche a lui-

Buffy non aveva pensato a questo. Il panico ebbe il sopravento su ogni altra sensazione

-State ferma! Non voglio straparvi i capelli”

-Mio padre…”

“Sta bene. I rapitori sono codardi e stupidi, ma non tenterebbero mai un colpo n una sala da ballo di fronte a tutti, Verrebbero subito presi e giustiziati-

-Si certo- concordo lei

-Sua Maestà e costantemente in pericolo-

-Ho molte conoscenze. Indagherò al poto domani e spero che qualcuno parli. Se lo faranno mi sarò guadagnato la paga no ancora contratta- concluse con un sorriso tutto fossette e seduzione.

Lei si sentì afferrare del desiderio

-Allora non siete più un pretendente ma un servitore- domandò

William sorrideva ancora, ma in modo diverso, il suo sorriso si era indurito, come d’acciaio

-Io non sarò mai un servo. Un servo è qualcuno al servizio dei comodi di un’altra persona. Io devo essere libero di andare e venire, devo lavorare al di fuori del vostro noioso protocollo-

Lei gli sorrise

-E devo sapere cosa chiederete come compenso-

- Compen…so? Volete che vi dica che cosa voglio come compenso?-

La principessa aspettò domandandosi come quell’uomo riuscisse ad apparire, al tempo stesso, minaccioso e protettivo, affidabile e intimidatorio

-Altezza- l’uomo abbassò le mani sulle spalle nude di lei. Erano le mani ruvide di un lavoratore, dalle dita lunge… mani d’amante.. Le passò sulla lieve curva dei muscoli, tracciando la linea del collo on la punta delle dita. La carezza era una promessa di ricompensa.

-Ora vi dirò il mio progetto, Altezza, e se volete, vi mostrerò le mie credenziali. Intendo proteggervi e tenervi lontana da ogni pericolo, e se sarete soddisfatta e constaterete che ho mantenuto la parola presenterò le mie richieste- abbassò la testa e le mormorò all’orecchio

-A voi. E voi pagherete-

 

 

“Dove diavolo era” Re Giles parlò con diversi pretendenti ma nessuno di loro, dal comportamento del sovrano, capì che era preoccupato perché la figlia, educata alle più sofisticate regole del protocollo, era sparita da un ora.

In quel momento Buffy entrò, quasi correndo.

Re Giles per poco non balzò. La figlia aveva guance accese e l’abito in disordine. Si guardò attorno ansiosa e si tuffò tra la folla.

Un gentiluomo sconosciuto la seguiva a ruota.

Rabbia, preoccupazione e, alla fine, sollievo si agitavano nel animo del re mentre si risistemava sul trono. Non conosceva l’uomo che osservava la figlia con occhi famelici, ma sotto la superficie sofisticata di lui, il sovrano intuì una corrente di forti emozioni e riconobbe nel suo sguardo uno scopo preciso.

Senza togliergli gli occhi di dosso, Re Giles con un dito fece segno a Joyce di avvicinarsi

-Perché quel giovane non mi è stato presentato?-

La donna strinse i pugni con rabbia, detestava che si facessero insinuazioni sulla sua supposta negligenza.

-William si Sermania è arrivato in ritardo, Maestà- spiegò Joyce

-Conducetelo da me-

Come sempre quando riceveva un ordine, la dama si irrigidì. Poi si mosse per eseguirlo.

Joyce si avvicinò a William e lo prese per un braccio ma lui si liberò con un gesto di impazienza. La dama gli parlò e lui alzò lo sguardo sul sovrano.

Re Giles sorrise sapendo che William di Sermania non avrebbe mai osato disobbedirgli. Ma l’uomo poteva mostrare la sua contrarietà a Buffy con lo sguardo, e lo fece.

Anche lei guardò il padre, poi alzò la testa fissando William con atteggiamento di sfida.

Mio dio, che intimità c’era tra quei due che potevano litigare senza una parola?

Re Giles non poteva, anzi, non voleva immaginarlo. Ma capiva che William voleva Buffy disperatamente on tutto l’ardore e la profondità di emozione che lui avesse sempre desiderato per la figlia. E se il giovane avesse mantenuto quella promessa di passione, re Giles l’avrebbe aiutato a catturarla.

 

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