Fanfiction ospitata per gentile concessione del Bloodylove in attesa di riuscire a rintracciare l'autrice.

 

 

PARADISE

di MissKitty

 

 

 

Capitolo 1.

 

Guidava da ore senza fermarsi,senza respirare,senza bere: “vantaggi di esser vampiri”, gli bisbigliava lo straccio di sarcasmo che gli rimaneva.

Guidava senza sosta ma senza fretta,come fa chi non ha un posto dove andare e non vuole andare in nessun posto.

I bei lineamenti,sapientemente marcati,si muovevano nelle lievi espressioni che segnano il moto perpetuo dei pensieri:la mente appannata, confusa,forse, e disperatamente consapevole.

Tutto era finito e la fine era stata inutile. Era morto. Di nuovo.

Divorato dalla luce e dalle fiamme,ingoiato dalla fonte del male per il bene dell’umanità. Avrebbe riso adesso,se il dolore lancinante che emergeva da dentro non gli avesse impedito ogni contrazione nervosa.

Della città non era rimasto molto,aveva aperto perfino l’asfalto delle strade.

-Non male,Spike!-l’accenno del sorriso gli provocò di nuovo quegli spasmi violenti all’addome.

Si era trascinato,diciamo pure che aveva strisciato come un verme,nella polvere e nei detriti fino alla cripta,rasa desolatamente al suolo,anche quella,lasciando una succulenta scia di sangue che avrebbe attratto tutti i vampiri della zona attorno al suo banchetto..se ancora ve ne fossero rimasti.

Nella notte più buia di Sunnydale,senza che gli occhi potessero guidarlo,chiusi e gonfi com’erano,riuscì a malapena a spostare le lastre di pietra e le tavolacce, trovando la botola che conduceva al sotterraneo.Si lasciò cadere,giù per le scale diroccate,senza pensare al dolore e ,comunque, non avrebbe potuto provarne altro.

Non avrebbe saputo dire quanto tempo aveva trascorso sul pavimento della cripta.Forse pochi minuti,forse giorni.

Ricordava di averla sognata,però.

Nella gonna confetto del Buffybot,entrava nella sua cripta e rideva,fingendo di essere il suo giocattolo,accarezzava le sue ‘ferite sexy’ e gli baciava delicatamente le labbra.

Sognò di tenderle la mano,ma la vide rialzarsi con disgusto e correr via:quante volte,poi, gli aveva teso la mano?

“I touched the fire and It freezed me… I died so many years ago

I’ve look into and it’s black… but you can me fell…. Why can’t I feel…..” ..e tutta la passione in quel bacio...

Sentì il sale delle sue lacrime e la strada attorno a lui cosparsa di denaro e di disprezzo. “Tu sei inferiore”.

Riprese quello che rimaneva dei suoi sensi e aprì gli occhi. Granelli di polvere si avvolgevano attorno ai raggi che il sole filtrava attraverso la botola.

Per poco non gli bruciarono le gambe. “Sarebbe stato meglio” pensò mentre la spia della benzina si accendeva di rosso:la De Soto voleva essere rifocillata e anche la sua schiena implorava una tregua.

-Posso permetterla:nessuno mi aspetta in nessun posto.-

I vetri verniciati di nero annunciavano l’ora del crepuscolo colorando l’abitacolo di luci verdastre,Spike avrebbe fatto appena un altro po’ di strada per fermarsi,poi,di fronte al primo anonimo affittacamere.

Sprofondò nel letto enorme e soffice,quanto di più confortevole avesse mai provato in vita sua e cadde in un sonno profondo e agitato da immagini sfocate e abbaglianti.

Il letto ,invero,era scomodo e la stanza assai poco linda ma,nelle condizioni in cui era,a Spike parvero meglio del Ritz.

Al mattino si svegliò abbastanza riposato da desiderare una doccia e degli abiti puliti,salvati miracolosamente dallo sfacelo della cripta.

Si asciugava con movimenti lenti e rigidi,ancora tanto dolorante,imprecava ad alta voce …solo contro se stesso.

Indossò un paio dei suoi pantaloni neri,si buttò addosso una camicia,nera anche quella, e si guardò allo specchio distrattamente:i capelli scompigliati,più lunghi di come li ricordava e più scuri.

-Oh! Per l’inferno maledetto!!- strillò,balzando all’indietro per allontanarsi dallo specchio,in una espressione attonita ,prima e atterrita ,poi.

Lo specchio rifletteva la sua immagine.

Strappò le tende con un gesto convulso e le mani presero fuoco immediatamente:

-Per l’inferno ! Brucia!-questo lo rassicurò appena un poco,se non altro,era ancora un vampiro! Allora tornò a fissare lo specchio,scrutando lentamente i dettagli del suo volto riflesso,tenendosene alla larga,con diffidenza e circospezione.

-Maledizione! Come diavolo…- indagando se stesso nello specchio, cercava risposte dentro i suoi occhi a quei disegni beffardi e violenti. …Del suo destino. Di quello di lei. Dove era lei? Il pensiero che Buffy fosse morta nella lotta contro il First non lo aveva mai neppure sfiorato,nemmeno per un attimo da quando si era risvegliato misteriosamente al centro dell’immensa voragine di terra bruciata.

Mai un dubbio sulla sorte di lei:perché se fosse stata morta lui lo avrebbe sentito. Spike sapeva in cuor suo che Buffy era viva. Già,ma dove?

Camminava su e giù per il monolocale da mezza giornata,attendendo il calar del sole per rimettersi in viaggio:suo malgrado,avrebbe dovuto chiedere aiuto a Angel,l’unico che poteva sapere quanto era realmente accaduto era lui.

-Tsè!Idiota! Pensava di essere lui il ‘campione’!-brontolava, agitandosi nei limiti in cui il dolore glielo permetteva,mentre scaraventava le sue poche cose dentro al sacco che aveva con sé.

Los Angeles lo vide arrivare a tarda sera e lo accolse con le luci colorate e festose dei cartelloni pubblicitari,con le vetrine serrate e le finestre dei pub accese di giallo e di verde antico.

-Tutto come sempre-pensava-Los Angeles se ne frega di Sunnydale e del pandemonio che l’ha rivoltata…-

La De Soto piombò a tutta velocità sul marciapiede antistante il palazzo della W&H, frenando, non si sa come ,appena un passo dal vetro blindato dell’ingresso.

-Figlio di puttana! Dove sei?- era entrato senza difficoltà direttamente dalla porta principale e attraversava sicuro i corridoi ,illuminati dalle luci violette di sicurezza, come li conoscesse.

-Angel!-sbraitava ,salendo le scale;il dolore stava passando pian piano e il corpo recuperava le energie.

-Angel,maledetto!Stai sempre fra i piedi:dove diavolo sei adesso?-

Niente e nessuno.

Entrò nell’ufficio di Angel e sprofondò sulla sua poltrona,trovandola facilmente più confortevole del letto dell’affittacamere e ,con i piedi sul tavolo di mogano,cercò di prender sonno,rassegnato a dover attendere l’indomani.

 

-Sì…sì…certo,riferirò. L’avvocat…..-il ricevitore cadde a terra insieme alle cartelline colorate che la zelante Harmony voleva posare sulla scrivania del capo.

Rimase impietrita sulla soglia della porta:non credeva ai suoi occhi!

Spike seduto sul tavolo di Angel,aspettava con aria assai più che seccata,con l’entusiasmo di rivederla di uno che l’aveva salutata il giorno prima.

La poveretta ,invece,era commossa fino alle lacrime e con il labbro inferiore tremante si lanciò in una delle sue ocheggianti uscite:

-S..Sp..Spike?- biascicò ,incredula.

-Bene,ora che ci siamo salutati…dove diavolo è Angel?-

-S…Spike?-

-Harm!Rispondi!!!-

-Il mio Spike? Il mio orsacchiotto biondo cattivone?-

Spike balzò dalla scrivania e appese Harmony alla porta,stringendola per il collo.

-Dannazione!Ma sei ancora più scema di prima?-

-Angel…-la ragazza non poteva rispondere ,neppure volendo,con quella stretta al collo –Lasciami…-

-Allora?-incalzava Spike,furibondo.

-Sarà qui a momenti- tossì la ragazza.

-Bene- concluse e tornò a sistemarsi sulla scrivania.

-Spike,vorrei che tu sapessi una cosa…-

-Non mi interessa e levati dai piedi!-

-Peggio per te!-urlò Harm stridula,sbattendo la porta dell’ufficio- Arrangiati!Avrai una bella sorpresina dalla ‘tua’Buffy!Tsé!-e riprese posto,impettita e con il naso ancora più in su,alla sua scrivania di segretaria.

 

Angel arrivò poco dopo dai sotterranei che lo riparavano dalla luce del giorno,entrò nel suo ufficio,dove Spike lo attendeva impaziente.

Nessuno dei due fu troppo sorpreso dell’arrivo improvviso dell’altro perché i loro affinati sensi avevano preannunciato per tempo la reciproca vicinanza.

-…Spike…-Angel accennò un saluto secco.

-Dov’è?-

-Allora,sei vivo… di nuovo.-asserì,quasi sbuffando ,Angel.

-Dov’è?-

-Sta bene- Angel vide il volto dell’altro distendersi sensibilmente.

-Non sembri stupito di vedermi.-

-Infatti. I ritorni d’effetto sono nel tuo stile.-

-Voglio vederla,Angel. Dimmi dove è!-

-La vedrai prima di quanto immagini,però sappi che ,se potessi,te lo impedirei-

-E tu sappi che non vedo l’ora di passare l’aspirapolvere in questo ufficio.-

-Humor Inglese?-

-No.Avvertimento di vampiro incazzato.-

Erano vicini,spalle contro spalle,spingendosi reciprocamente la fronte indietro l’una contro l’altra:la rabbia e il dolore di Spike pronto a schiantarsi senza freni,contro la gelosia e i timori reconditi di Angel.

-Amore? Harmony mi ha detto che sei…. Ops,scusami,non mi ha detto che avevi un cliente…-

Quando Spike la vide entrare si sentì immensamente felice e posò timidamente gli occhi su di lei: nonostante l’irruenza di un attimo prima,adesso che Buffy era davanti a lui, non era capace di dire o fare più niente.

-Buffy…-mormorò…

Buffy era entrata con disinvoltura,fresca e solare nel suo twin set collegiale,sorrideva con una scatola di brioches in mano. Quando guardò meglio,però,la scatola le scivolò dalle mani:un inspiegabile imbarazzo la colse alla sprovvista,misto a disagio e ad uno sconosciuto turbamento,mentre sentiva le lacrime salirle in gola per quegli occhi tanto tristi che, trasparenti e indifesi,sembravano implorarla.

-Oh,scusa….non volevo disturbare.Torno più tardi.-

-No,Buffy rimani,lui è Spike . Un mio …una vecchia conoscenza di Angelus….-

-Ciao…Spike…-accigliata,Buffy pronunciò il suo nome con difficoltà,sillabandolo mentalmente e confusamente, senza riuscire a focalizzare le emozioni che le provocava.

-…..-Spike ,dal canto suo,era senza parole,passava da Buffy ad Angel e da Angel a Buffy in continuazione,aspettandosi quasi un “Sorpresa!” o un “Scherzavo!” , spiegandosi il tutto con un incantesimo di chissà quale demone oscuro …credendo fosse un’altra assurda sbagliata dimensione…

Ma gli occhi di Angel,adesso bassi e fissi al suolo,negavano ogni appiglio al tormento di Spike.

-Capisco..-proseguì Buffy,cercando di porsi in maniera più naturale possibile-capisco la tua sorpresa,Spike…immaginavo fossi un vampiro, beh,io sono la cacciatrice.-

-…..-ancora silenzio in risposta agli infantili tentativi di lei di smorzare la tensione e gli animi: Spike la fissava, cercandola….

-Che hai da fissare?_Mai visto una cacciatrice- il tono di Buffy,malamente scherzoso, lasciava capire ad Angel che quell’incontro non poteva esser privo di conseguenze.

-Buffy,Spike ne ha uccise due.-

-Oh.-buffy fece un involontario passo indietro per sentire più vicino Angel.

Spike ne aveva abbastanza.

-Angel!-disse,senza smettere di fissare Buffy-Dov’è la strega?-

-Conosci Willow?-interruppe la ragazza,sempre più incuriosita e intimorita,nel contempo.

-Abita a questo indirizzo.-Angel lo scrisse su un biglietto senza obiezioni,sapendo che ,se Spike era riuscito a sopravvivere al medaglione,al First e all’inferno che se l’era preso, di certo non si sarebbe fermato davanti a niente.Lui non avrebbe potuto impedirlo…e invero,forse,non era nemmeno sicuro di volerlo impedire.

 

 

 

 

Willow abitava in un appartamento al centro della città,in una di quelle palazzine borghesi con i mattoncini colorati,tutte deliziosamente uguali e ben ordinate.

Bussò alla porta appena una volta che Willow,avvisata per telefono da una Buffy balbettante dall’agitazione,aprì:era evidente che ,almeno lei,lo attendeva con ansia.

-Spike!-la ragazza cercava di frenare l’entusiasmo anche se Spike intuì che lo avrebbe volentieri abbracciato. Il vampiro ne rimase colpito e per un momento ,mise perfino da parte i suoi propositi omicidi verso Angel e verso tutti quelli che stavano orchestrando quella macabra giostra che pareva lo avesse cancellato dalla memoria di Buffy.

-Strega…beh,sei ancora in te,a quanto vedo!Dopo Harmony e Mr-Rialzo-sotto-scarpa avevo seri dubbi….-

-Lascia stare Angel e Harm,non è da loro che dovresti guardarti!Entra,svelto e vai di sopra prima che arrivi qualcuno!-

-Chi ?-

-La tua presenza,Spike,non è gradita-cominciò Willow,chiudendo a chiave la porta di casa.

-Ma dai?No?! Sono sconvolto:che novità è mai questa?-cantilenò.

-Dico sul serio.Ma ormai lo sapranno tutti…se ti ha visto Harmony…lei è più veloce della Tv via cavo in queste cose….-

-Senti,strega,che facciamo?Io sono stanco degli indovinelli e voglio delle spiegazioni.-

-E io saprò rispondere.-

-Cosa è successo a Buffy? Sta bene?-

-Sì e no. Buffy da quando sei morto…non è stata più la stessa,non so cosa sia accaduto esattamente dentro di lei ma ,da fuori ,era come in trance,come quando Glory catturò Dawn,ricordi? Dopo alcuni giorni ,da quando avevamo lasciato Sunnydale, non riconosceva più neppure noi..credimi,sono stati momenti terribili,per tutti.-

-Immagino,ma anche io da morto,non me la sono passata meglio… Comunque adesso lei sta bene,no? La memoria le è tornata,mi sembra!- la mascella contratta tradiva l’ansia del vampiro,dietro l’ironia spicciola.

-Beh,sì,con le dovute cure… dopo qualche mese,era migliorata e i medici dissero che era amnesia post traumatica,per cui lei tentava di cancellare un dolore che non poteva sopportare… -

-E poi?-

-E poi…Giles le ha fatto un incantesimo…perché non ricordasse più ‘quel’ dolore.-

-Ah…Che sarei io…-

-Già! Ma lo ha fatto a fin di bene…-si affrettò a giustificare Willow,preparandosi a snocciolare argomentazioni ,pronte in cantiere da mesi per quello scontro verbale.

-Immagino…-ringhiò a denti stretti,il vampiro.

-Credimi,Giles non avrebbe mai fatto del male a Buffy,lo sai! Buffy ricorda Drusilla….ricorda gli esperimenti dell’organizzazione con i chip nelle teste dei demoni…ricorda persino del medaglione…e una volta mi raccontò di aver sognato una strana cripta arredata come un salotto inglese!-

-Ma non si ricorda di me.-mormorò freddo,perso nel vuoto, oltrepassandolo con lo sguardo,cercando di tener vivi tutti i piccoli dettagli dei momenti trascorsi con lei. Improvvisamente,ebbe paura che potessero svanire anche per lui.

-Willow…io lo ammazzo come un cane…non ho dimenticato come si tortura un uomo…-

-No Spike,per carità! Anche perché Buffy ti fermerebbe.-

Poi guardò la strega,scosso da una nuova domanda,fino ad allora trascurata.

-E tu ? Com’è che non sei stupita di vedermi ? e perché sei tanto disponibile?-

-Sbagliato! Non mi hai chiesto come sei tornato.-fece Willow ,con un sorrisetto fiero e positivo.

-Tu?- si crucciò,Spike,mentre la realtà gli si prospettava ancora più complessa di quanto già non lo fosse fino a qual momento.

-Già già.-

-E perché mai?…sto impazzendo,maledizione!-gridò lui,scivolando nelle sembianze demoniache e cominciando a distruggere i mobili della bella stanzetta.

-Oh!No no! Fermo! AH! Fermo!Che fai!Calmati,Spike!Oddio,NON la foto di Xander!-

-…sai che perdita!-sibilò ,lui tornando nei suoi lineamenti candidi,cui anche Willow,gusti personali a parte,non era del tutto indifferente.

-Prima che la battaglia contro il first avesse inizio-riprese Willow,mettendo amorevolmente in salvo il ritratto dell’amico - Buffy venne da me per una di quelle chiacchierate che le amiche fanno prima dell’Apocalisse…sai,i soliti discorsi sentimentali di chi non è sicuro di esser vivo l’indomani…invece,lei mi disse “tu devi salvarlo,se non dovessi riuscirci io” …Buffy mi stava chiedendo di ricorrere alla magia nera!Ma il fatto stesso che lei arrivasse a chiedermelo….beh,mi fece capire che dovevo farlo!Per lei!-

Spike distolse lo sguardo dalle lacrime di Willow,commosso anche lui a quelle parole.

-Cosa ti ha chiesto esattamente?-le chiese,dopo essersi schiarito la voce.

-Di proteggerti con la magia nera…Spike,ti ho preparato un luogo post mortem dove essere accolto se le cose si fossero messe al peggio per te,ti ho preparato il luogo da cui tornare,al 300esimo giorno…-

-Una seconda vita?-

-No…pensa ad una placenta interdimensionale….-disse ,esaltata dalla sua stessa eloquenza metaforica.

-Che schifo!-fece lui,per tutta risposta,in una smorfia quasi fumettistica.

-Allora pensa al “PAUSE” e al “PLAY”…capito? Questo è stato possibile solo perchè sei un mezzo demone,altrimenti non ci sarebbe stata nessuna intercapedine Celeste per te:i demoni vanno tutti giù.Lassù,non tollerano intromissioni nella cernita!-

-Placenta….-il vampiro era ancora disgustosamente fermo là- …ma se mi hai salvato la pelle…va bene lo stesso.-concluse serafico.

-Tu piuttosto,come sei tornato? Tutto normale?-

-No.Per niente! Mi vedo nello specchio e ogni volta che succede,mi faccio paura da solo perché non me lo aspetto:devo abituarmi all’idea che le trasparenze riproducano la mia immagine…oh,però il sole può ancora uccidermi….-

-…strano….altro?-

-Non ti basta?-

-Beh..-

-Senti,io sono stanco- fece e in un baleno era già steso sulle coperte fiorite-se non ti spiace….vorrei riposare.Adesso fuori .-

-Che ? Oh,ma è la mia camera!-protestò con convinzione ,puntando i pugni sui fianchi.

-Dannazione!-imprecò ,alzandosi dal letto- Come vuoi….- e prese a togliersi i pantaloni,mostrando a Willow particolari rotondità, da lei dimenticate da tempo.

-Oddio!- la strega sbattè la porta e decise che il divano era comodissimo per dormire.

 

Capitolo 2.

 

Finalmente soli negli austeri locali dello studio,Buffy ed Angel avevano fatto l’amore.Buffy ne aveva improvvisamente sentito la necessità:non era la voglia di sesso ma qualcosa di indefinibile la portava a cercare con insistenza le braccia di lui,cercandovi sicurezza e protezione,mendicando, quasi, una tranquillità che iniziava a vacillare.

Quella sensazione che l’aveva sorpresa la mattina quando le era stato presentato Spike,si era attaccata a lei morbosamente per tutto il giorno e per più volte aveva lottato a fatica con lacrime immotivate e con l’angoscia di un presentimento che presto qualcosa,o qualcuno,avrebbe portato scompiglio nei suoi affetti.

Usciti dal palazzo della W&H a tarda sera,Buffy sotto braccio ad Angel,pareva aver trovato un po’ di serenità d’animo e si preparava alla ronda notturna al fianco del suo vampiro.

Appena fuori dal portone principale,Buffy notò un lampione spento sul marciapiede e una pietra poco più distante,ai piedi del palo,sul grigio plumbeo della base dorica,tanti resti di sigaretta fumati appena a metà….

Fissò Angel e poi di nuovo quel lampione,poi alzò il viso alla finestra dell’ufficio di lui ,dove la luce era stata dimenticata accesa.

Ed ecco di nuovo il pianto salirle in gola,la desolazione di quel lampione rabbiosamente rotto da un sasso tirato da chissà chi… un grande albero dal fusto robusto..un praticello verde smeraldo che si gode pacifico i raggi della luna…la luce soffusa dietro le tende tirate della sua cameretta a Sunnydale….

Una fitta alle tempie o forse più giù,nel profondo di un cuore indolenzito e stanco,la fece aggrappare più stretta al braccio di Angel.

-Che hai,tesoro?-

-Niente.-si affrettò a dire Buffy ma già Angel non poteva più crederle.

Passeggiavano mano nella mano per il grande cimitero di Los Angeles,Giles li aveva avvertiti dei rave che i vampiri tenevano da quelle parti da alcune notti e che dovevano essere fermati al più presto.

-Tipo strano il tuo amico…-

Buffy non aveva mai tollerato la tensione del non sapere,odiava che le si tenessero nascoste delle cose in omaggio alla politica del ‘ciò che è meglio per lei’.

E i suoi amici erano tutti dei politici mancati! Quella mattina aveva percepito proprio quel genere di propaganda ,dunque perché non era ancora partita in quarta con il terzo grado ad Angel? Non voleva sentire cosa aveva da dirgli su quello strano vampiro appena uscito dal parrucchiere?

-Tipo strano il tuo amico…- Buffy pose la domanda con un filo di voce,per paura che Angel potesse rispondere in malo modo.

-In che senso “strano”?-ed ecco che Angel rispondeva alle domande con altre domande,portatore della bandiera del partito,fautore estremista del ‘ciò che è meglio per lei’.

-…triste…-sospirò,a Buffy costavano molto quelle parole.

-Spike triste?No no,Buffy,sei del tutto fuori strada…”strano”sì,Spike è strano in tutti i sensi possibili in cui una persona può esserlo,ma triste,no!-

“Non posso mentirle,” cominciò a pensare il vampiro,cercando di aggirare le domande,senza dire niente di concreto, “mi odierebbe”.

-Che ci sarebbe di strano?Anche tu sei sempre musone! Un vampiro può pure essere triste,no? E poi….Angel…a me è parso che …possibile che Spike abbia un’anima?-

Angel a quelle parole fu scosso da un tremito,distolse lo sguardo da lei,sperando che un demone spuntasse da dietro un cespuglio e interrompesse quella conversazione. “Mi odierebbe”, ripetè a se stesso:

-Si.Spike ha riavuto la sua anima-

-E come…..-

Il demone spuntò da dietro il cespuglio nelle sembianze di un magrissimo vampiro,forte abbastanza da impegnarli a lungo nella lotta e loquace abbastanza da confondere le idee a Buffy,presa dal solito battibecco da cimitero.

 

La mattina seguente,incontro al vertice negli studi della W&H:

-Diamine!E adesso? Ma l’erba cattiva non muore mai?- esclamò Xander.

Willow era appallottolata sul divano e ,da un’ora circa,ascoltava in silenzio: aveva lasciato che i presenti dessero sfogo al ricco vocabolario di insulti e maledizioni eventuali rivolte rigorosamente tutte a Spike.

-Ti ricordo che l’erba cattiva ha salvato la pelle e il ‘resto’ a tutti qui dentro!- esordì, infine,lei, acida e risoluta - Ora vi ergete a paladini di Buffy,ma nessuno si ricorda com’è cominciata la storia!-

-Io lo ricordo benissimo.-

-Appunto,Angel,mi meraviglio di te!- gli occhi di Willow erano taglienti e in quelli di Angel affondarono come nel burro. Il senso di colpa lo attanagliava e ,di certo,non era orgoglioso della sua condotta ambigua e eppure mai tanto umana. E Willow si pentì del tono duro con cui lo aveva colpito.

-E no,Will!-Xander,che non aveva colto il tormento di Angel, non si dava pace del ritorno di Spike,non doveva neppure aver dormito quella notte a giudicare dal colorito del contorno occhi:-Sapevamo che,forse, lei avrebbe ricordato un giorno… ma che Spike potesse resuscitare!NO!-

Willow abbassò il viso per evitare l’inquisizione dell’amico:non avrebbe impiegato molto a capire che lei nascondeva qualcosa.

-Già,Willow!-ruggì il signor Giles,arrivato da Londra alle prime ore del mattino-Tu non sembri molto sorpresa…-

-Giusto!Com’è che sei tutta ‘Spikofila’ ?-le insinuazioni di Xander e le certezze non troppo velate di Giles,la rendevano praticamente isterica e trattenne a fatica l’incantesimo del silenzio,con cui avrebbe volentieri messo tutti a tacere almeno per mezza giornata. Quei discorsi non facevano altro che renderle più simpatico Spike,in fondo lui non aveva mai chiesto niente a nessuno e quando aveva deciso di sacrificarsi ,lo aveva fatto senza pretendere ringraziamenti,con umiltà e semplicità, incurante della piccolezza di quella stessa gente a cui salvava la vita.

“Quasi quasi…invece che ‘silentium’ uso ‘longa assentia’e me li levo dalle scatole per un pezzo”, rimuginava,nascondendosi dai suoi amici dietro la faccia preoccupata del caso.

-Xander ha ragione…la presenza di Spike non è spiegabile.-l’osservatore non era stato mai così scontroso,puliva gli occhiali in modo convulso,scrutando Willow da capo a piedi.

-Ma,insomma!-la voce fuori campo di Buffy gelò il sangue a tutti i presenti,colti in quei discorsi ,proibiti alle orecchie della cacciatrice perché ‘è meglio per lei’.

Buffy entrò gioiosa come ogni mattina,con la consueta scatola di brioches per la colazione.

-Spike di qui,Spike di là! Possibile che lo conosciate tutti ed io no!-disse sorridendo mentre abbracciava il signor Giles.

-Come mai già di ritorno?Non lo aspettavamo prima di un mese!-

-…sentivo la vostra mancanza!Sono tornato per restare.-rispose sempre più sospettoso,adesso anche nei confronti di Buffy.

-Bene!Non sa come sono contenta!Almeno aiuterà lei Dawn con la letteratura inglese! Qui ci vuole una bella festa,che ne dite?-

-A me piacciono le feste!-squittì Harmony dall’altra stanza,da cui non si doveva esser persa neanche una parola del loro discorso.

-Una festa ?-il coro dei presenti in costernazione.

-Da quanto ho sentito,questo Spike è qui da solo…nessuno so aspettava il suo ritorno..e è passato troppo tempo dall’ultima volta che ci siamo divertiti tutti insieme…-

-A dire la verità…io ne avevo promessa una ai dipendenti dello studio per via del cambio gestione…- disse Angel,non esattamente entusiasta dell’idea ed attirò su di sé lo stupore di Willow “Che Angel si stesse rassegnando all’idea?”.

-Come no! Una bella festa per Spike è quello che ci vuole!-continuò l’osservatore , inforcando gli occhialetti rotondi e sorridendo a Buffy,fingendosi compiaciuto per timore di insospettirla -…e senza Spike,sarà ancora più divertente..-sussurrò a Xander.

 

Buffy si incamminò con Willow verso casa dell’amica,discutendo di decorazioni e tartine golose.

-Beh,ci penserà il catering,non hai sentito Angel? Sarà una festa per la W&H,in fondo.-

-Vabbene,ma la musica potremo sceglierla noi? Non ricordo di aver più ballato un lento con lui da….da…-

-Forse dal diploma,Buffy? Non è che ci siano state molte occasioni…ma,dimmi,hai già pensato a cosa mettere?-domandò Willow,tutta eccitata.

-Harmony si presenterà con uno di quei fazzoletti da naso che lei chiama ‘gonne’...e con quei tacchi che io non potrei portare neppure se mi desse ripetizioni un trampoliere…-

-Scusa,ma che c’entra Harm? Non sei mica in competizione con…-Willow si bloccò “Ops!” ,fece tra sé e sé e il discorso cadde lì.

-Comunque…-riprese,per darsi un contegno –l’idea della festa è grandiosa!-

-Non credo che gli altri la pensino così.-

-…uh?-

-Willow,mica sono scema! Ho capito che questo Spike non è molto stimato dagli altri…anzi,penso che Giles lo detesti addirittura…Xander perderebbe pure l’altro occhio per vederlo sparire…e Angel…boh? Non saprei…-

-Ehm,in effetti…-le mani di Willow sudavano- ci sono stati dei dissapori ,in passato..in passato,però! Adesso …sono …dimenticati.-

-Meglio così.Come facciamo a rintracciare Spike?-

-Buffy…-Willow prese a sudare anche sotto il naso –Spike abita da me…-disse tutto d’un fiato.

-Ohh…-Buffy stava diventando sempre più curiosa:se l’amica era tanto in confidenza con quel vampiro da ospitarlo a casa sua,come mai non gliene aveva mai parlato prima d’ora? E da quando,soprattutto,un’amica di una cacciatrice dava asilo a vampiri senza avvertirla prima?

Rimuginando su quelle considerazioni,Buffy si fermò e si liberò dall’impegno quotidiano di accompagnare Willow sino a casa,con una scusa poco credibile, per non incontrare Spike.

 

Camminava assorta nei suoi ragionamenti contorti per le vie dei negozi del centro,con l’intento di comprare un abito per la festa e magari delle scarpe…chiedendosi come mai avesse avuto lo slancio d’affetto di una festa per una persona che aveva paura di incontrare…quando una vetrina catalizzò la sua attenzione per trenta minuti di seguito.

La vetrina era quella di un negozio d’abbigliamento per uomo,un negozio moderno e molto di tendenza,pure nei prezzi,astronomicamente imposti dalla tendenza a spendere tutto lo stipendio in un solo capo.

Il vetrinista aveva scelto un’ambientazione stranamente dark, con palloncini rosso fuoco sparsi sul pavimento e al centro un unico manichino faceva bella mostra di una lunga giacca di pelle nera,morbida e lucente di riflessi violetti e blu.

Buffy rimase a fissarla.

 

Tornata a casa,Dawn la accolse con circospezione,saputa la notizia del momento,non era affatto tranquilla per sua sorella.

Buffy ,invece,rientrò particolarmente felice,con un grosso pacco sottobraccio,un acquisto di gran classe,a giudicare dal nastro di raso che chiudeva la scatola.

-Che cos’è?-chiese,curiosa come una scimmia,aggirando Buffy più volte e dimenticandosi completamente delle sue ansie.

-Stai buona,tanto non è per te!-l’ammonì Buffy –E’ per la festa alla W&H!-

-Cavoli!Pensi solo per te! Ed io cosa metto?-

-Un grembiulino da brava scolaretta che ha già fatto i compiti?-

-Messaggio ricevuto.-

 

Capitolo 3.

 

Alla W&h i preparativi erano quasi ultimati,Harmony,pur con tutti i suoi petulanti difetti,era davvero efficiente in questo campo…fin troppo,considerando che nell’organizzazione del ricevimento aveva incluso una piccola attenzione in più per la sua ‘arcinemica’ Buffy,quel tanto che sarebbe bastato per rendere la festa assolutamente indimenticabile.

-Angel,ho spedito gli inviti solo ai clienti che mi hai indicato tu e il servizio catering provvede anche ai camerieri… il complesso è quello che mi hai indicato tu..che cosa manca?-cinguettò Harm al bel vampiro,appena arrivato.

-Sono sicuro che non manca niente…-rispose distrattamente,contando i minuti che mancavano all’ora in cui Buffy solitamente arrivava in ufficio.

Buffy lavorava per Angel,come tutti,del resto, da quando Sunnydale era stata distrutta, ed erano senza dubbio una squadra ben affiatata e collaudata già da varie Apocalissi, dove ognuno faceva la sua parte con il massimo impegno e coraggio.

 

A casa di Willow,Spike si era ambientato piuttosto bene,tant’è che la strega era ridotta quasi nelle condizioni di ospite dalla abitudini disordinate del vampiro.

Spike nei due giorni che aveva trascorso a Los Angeles non era mai uscito,neppure per nutrirsi,magari con piccoli animali o per svaligiare il macellaio in fondo alla strada;Willow gli aveva procurato delle sacche di sangue,riposte premurosamente nel frigo ,ma non erano state toccate.

I pensieri che lo torturavano lasciavano scorrere il tempo senza farsene accorgere: poteva svegliarsi nel cuore della notte e trovare il crepuscolo poco dopo,assorto in quel medesimo incubo che lo aveva svegliato.

Buffy non ricordava niente di lui e della loro storia,neppure un particolare o una scena,non ricordava quante volte avevano combattuto uno contro l’altra e quante altre, insieme,uniti contro il male. Non sapeva che Spike ,in fondo,aveva sempre lottato per lei. Era come se non si fosse mai presa cura di lui,non lo aveva salvato dal First nella grotta,non gli aveva fatto togliere il chip… non era stata abbracciata con lui durante la notte più dolce… e ,di certo,non lo aveva mai amato.

Sentì Willow rientrare, verso le sei del pomeriggio e saltò giù per scale per parlarle.

-Tu pensi sia felice?-

-…così sembra…-sospirò la ragazza,appendendo il cappotto all’attaccapanni nel piccolo disimpegno: in quei due giorni,si era talmente abituata a cominciare in quel modo i discorsi con Spike che le parve lo avessero sempre fatto.

-TU cosa pensi?-incalzò l’altro.

-Io penso che se mi ha chiesto di metterti in salvo con la magia nera…beh,che adesso gli girerebbero parecchio se sapesse che Giles sta manipolando la sua mente…-

-A fin di bene…- suggerì Spike,come per sincerarsene nuovamente.

-Certo. Ma Giles le sta,anzi,noi tutti le stiamo, impedendo solo di soffrire …o anche di essere felice?-

-Pensi che lei ..insomma….tu credi che lei potesse amar..insomma…-

-Io non so.Non si confidava più con me da un bel pezzo… perché io la giudicavo.-

-Hai trovato un rimedio per l’incantesimo?-

-Non ancora,ho qualcosa in un libro ma devo fare una ricerca in rete, non è facile,mi serve tempo. E se tu mi parli di continuo quando sono a casa,non mi aiuti!-

-Mmh.-

-Domani sera,fatti bello:Buffy ha insistito per organizzarti un party alla W&H-disse con distacco,accendendo il portatile sul divano letto ancora disfatto.

-…veramente?- Spike sorrise appena un po’, con stupore.

-Sì.-

-Mi servono dei vestiti nuovi,Willow!-

-E che cavolo! Adesso non vorrai che ti presti i miei!-sbottò,chiudendo con rabbia il computer.

-No,per chi mi hai preso!Certe performances le riservo per il sesso!-sorrise diabolicamente alla strega,alzando il sopracciglio a pochi centimetri dal viso,chino su di lei.

Willow arrossì vistosamente e lo spinse indietro,facendolo inciampare divertito.

-Vai al diavolo,Spike!-

-Sì. Ma tu domani vai a comprarmi dei pantaloni nuovi e una camicia?E degli stivali.-

-Cosa faccio io domani?-strillò sbigottita,mentre cercava ancora di riprendersi dalla battuta di prima.

-Hai presente come veste Xander?-

-….uh?-

-Il contrario.-

Spike le lasciò in mano banconote a volontà ,girò i tacchi e tornò ai suoi pensieri.

-Io lo rimando da dove è venuto…io lo rapo a zero…anzi glieli tingo di verde i capelli…io …io…- Willow non finì la frase,scosse rassegnata la testa e un sorriso dolce si dipinse sul suo volto.

 

La sera seguente, Dawn e Buffy arrivarono in anticipo allo studio,pensando di dover dare una mano per gli ultimissimi ritocchi, ma Harm aveva fatto le cose in grande e tutto era perfetto,anche se l’idea intima di festicciola,che aveva in mente Buffy,era andata a farsi benedire.

Buffy,che indossava pantaloni neri e un piccolo top in seta rosa,impallidì vedendo Harm scintillante venir loro incontro per salutarle. La ragazza indossava una maglia attillatissima completamente trasparente,con il reggiseno coordinato sotto,non trasparente quest’ultimo, ma di due taglie più piccolo,sicuramente!La gonna era… “dov’era la gonna?” si domandò Buffy ,verde di rabbia per i suoi pantaloni castigati.

-Buffy,cara…sei un amore stasera!-scodinzolò Harmony,volteggiando agilmente sui tacchi a spillo alti dodici centimetri – Cara,scusami… il signor Giles mi ha detto di dirti che era in corso uno di quei rave al cimitero comunale… si è precipitato là,circa un’ora fa…ha detto di non preoccuparsi e di iniziare senza di lui…. -

-Come?! Perché non mi ha avvisata lui prima di andare? –

-Non so …forse preferiva che tu restassi alla festa,del resto adesso dovrebbe tornare..se è vivo,si intende…-concluse Harmony ammiccante ,con il suo risolino preferito.

-Dawn…-

-Sì,ok,lo so. Devi andare…tranquilla,baderò io ad Angel.-concluse Dawn,sospirando, per darsi un poco di importanza.

 

Spike giunse alla W&H poco dopo che Buffy era uscita,indugiò un attimo sulla soglia, come volesse prender tempo prima di rivederla ,quando un’ombra di fianco alla porta attirò la sua attenzione. Immediatamente si mise in guardia,istintivamente preparandosi a difendersi.

-Chi sei?-

-I tuoi sensi non mi riconoscono?-

Spike provò ad inspirare,attendendo di comprendere dall’odore chi fosse il suo interlocutore,sebbene il tono della voce non preannunciasse buone intenzioni.

-Xander!- Spike abbassò i pugni e rilassò i nervi.

-Già.-

Spike rimase in silenzio,attendendo che il ragazzo prendesse la parola, spiegandogli perché lo stesse aspettando.Ma al vampiro quel tono della voce non era sfuggito e un moto di rabbia serpeggiò nella sua mente,prima ancora di sentire cosa avesse da dirgli.Difatti lo precedette:per Spike era solo l’ennesima disfatta,ancora l’umiliazione di esser lasciato in disparte.In fondo,niente era veramente cambiato con l’avvento del First.

-Scommetto che Buffy sta combattendo in un cimitero sperduto,tutta sola contro l’esercito di Saruman ed è in pericolo di vita e io sono l’unico che può aiutarla,non è vero?- disse Spike e ,alzando la testa a guardare il cielo sopra il tetto della W&H,si strinse nelle spalle e si incamminò lentamente lungo il marciapiede. Xander lo guardò allontanarsi,per quanto piccola la sua figura diventasse ad ogni passo,lui non poteva fare a meno di sentirsi inadeguato e vile,di fronte alla schiettezza e del vampiro e alla dignità di quelle parole.

-Spike! Aspetta!-urlò Xander.

Spike alzò un braccio a metà,in segno di saluto e senza voltarsi,sparì nell’ombra, come sempre.

 

“Sapevo che di non essere il benvenuto,lo sono mai stato? Non mi hanno mai accettato ma è un problema loro… volevo solo incontrare Buffy per capire come sta…che vuoi mi importi della festa.…” questi ragionamenti a bassa voce,cadenzati dal passo lento di Spike,lo condussero inosservato per le ariose strade di LA,senza metà e, tra tanta bella gente che si affrettava per tornare nelle loro belle case,girovagò a lungo,finchè un maestoso cancello nero in stile liberty non gli si parò davanti.

-Perché no?-

Saltò le inferriate con la consueta agilità e senza fretta si addentrò tra le lapidi candide senza fiori.

-Vediamo se una scazzottata tempra i miei nervi …-mormorò,guardando distrattamente le foto sulle tombe che si lasciava dietro,avanzando verso i viali interni. Quel cimitero era immenso,la vegetazione ridotta a pochi arbusti tutti uguali,squadrati da una potatura frettolosa e inesperta,senza rose bianche rampicanti lungo le sagome di marmo, con piccole cappelle chiuse da cancellini che nessuno apriva oramai da anni…. Così diverso da quello di Sunnydale!

“Quello sì che era un luogo romantico!” pensò,passando davanti all’ennesima cripta abbandonata.

“La cripta…posso vivere da solo,non ho bisogno di amici…ma lei vive per quelle persone che mi detestano… E se fosse felice?Se fosse davvero felice,senza il mio ricordo.Dovrei andarmene. Lo farei se fosse veramente felice… non sono qui per distruggere in un attimo quella normalità che tanto ha cercato…Non potrei mai! Stupido Xander! Idiota di un osservatore! Ottusi e ciechi. Andrei via…”

Guardingo,attendeva di menar le mani,sforzandosi di assumere un’aria minacciosa nonostante la disperazione di quel tormento infinito: la voce di quei pensieri ripetitivi e inconcludenti lo stava facendo impazzire.

“Dove sono i demoni quando li cerco…”- Per l’inferno dannato!-

Fu scaraventato a terra con violenza,con il volto premuto contro il terriccio dell’aiuola, sentì il primo bruciore della morte sulla schiena,sotto la spalla sinistra.

“E se…”la riflessione estrema prima della polvere e la morte,tanto fuggita per cento lunghi dissoluti anni e tanto agognata per amore.

-Muori,maledetto! Tu e i tuoi amici avete strappato il mio splendido top di seta!Non avete idea di quanto fosse costoso! Made in Italy,capito???-

Spike sgranò gli occhi nella terra umida e con un guizzo improvviso si girò,cogliendola alla sprovvista nella cupa disperazione del top rovinato,e ribaltandola sul vialetto di mattoncini grigi,proteggendole la nuca con le mani perché non si facesse troppo male.

-Tu?- e il verde dei suoi occhi di bambina si scoprì più grande e ampio,per la sorpresa.

-Ciao, Buffy…-sorrideva ,Spike,dimentico dei pensieri di fuga e di morte di un attimo prima,finendo di sistemarsi,involontariamente più comodo,a cavalcioni su di lei.

-..ciao…-Buffy,per terra a guardarlo,senza resistenza alcuna:Spike non si perse l’ammirazione nello sguardo di lei e la felicità di un timido sorriso,appena appena accennato.

-..ciao…-fece lui,di nuovo,un po’ più incerto.

-..ciao…sì…-

-…sì…ciao..-

-…ciao…-ripetè lei,immobile,sotto quel peso così improvvisamente familiare e , inconsciamente,molto piacevole.

-Come stai?-la prima cosa che gli venne in mente… tra un po’ le avrebbe parlato del tempo.

-Bene…tu?-

-Bene…-

-..bene..-

-..bene…-

-Perché non sei alla festa?-insieme,come bruscamente riportati alla realtà.

-Harm…-fece lei,niente affatto arrabbiata per l’arcano stratagemma.

-Xander..- fece lui, che a malapena,si ricordò il nome del ragazzo.

Il discorso cadde lì perché entrambi dimenticarono di finirlo:era talmente poco importante… Spike si spostò e le porse la mano.

Lei la strinse senza indugio e si alzò,sorretta da quell’ingenuo gesto.

Percorsero il viale centrale,pronti a scagliarsi contro i nemici di sempre e si ritrovarono,invece,al grande cancello senza nessun vampiro da uccidere.

Buffy abbassò gli occhi e notò che lui la teneva ancora per mano,anche adesso che erano fermi all’ingresso del cimitero non accennava a volerla lasciare.Osservò meglio:non era LUI a tenerle la mano,era LEI che gliela stringeva nell’intreccio delle dita! Dato che Spike pareva non accorgersene, Buffy pensò bene di far finta di niente,sperando in cuor suo di farla franca e di godersi ancora un pochino la pelle morbida di lui lungo le dita.

-Andiamo alla festa?-osò,timida.

-Andiamo dove vuoi.- era sincero.

 

Marchingegni e trucchi infidi sono ben poca cosa al cospetto delle beffe del destino:

e mai come la sera della festa,il destino era intenzionato a prendersi gioco dei piani di Giles e dei tacchi sensuali di Harmony.

Gli addetti alla sicurezza della W&H,alla vista della strana coppia con abiti strappati e terriccio in abbondanza tra i capelli, non poterono non cacciarli via ed anche in malo modo,data l’insistenza con cui si ponevano.

-E adesso?-chiese Buffy,dispiaciuta,sedendosi sul bordo del marciapiede- Io speravo tanto di ballare ….-

-Alzati,dai!-

-Dove mi porti?- domandò Buffy lasciandosi tirar via per la mano,senza opporre resistenza.

Sotto casa di Willow,salirono sulla De Soto e in pochi minuti furono al mare.

Una interminabile spiaggia deserta,intervallata dalle caratteristiche ville dai bei porticati di legno bianco,addobbati con piante tropicali rampicanti.In ogni casa,le luci accese disegnavano la lunga sagoma della baia di Los Angeles in uno scorcio suggestivo senza fine.

-Ci sarà pure un pub aperto…è ancora presto…-Spike era balzato dalla macchina,senza badar allo strampalato parcheggio in cui la stava lasciando,con il cofano nero in mezzo alla corsia contraria al loro senso di marcia e con la ruota posteriore nella sabbia.

-Tu guidi sempre così?-non potè fare a meno di osservare lei.

-Che?-

-Niente niente…-disse Buffy,divertita dalla noncuranza totale del vampiro,saltando giù anche lei dalla paziente De Soto.

-Vieni! Quello è aperto…- e di nuovo la stava tirando per la mano.

 

Entrarono in un piccolo pub trasandato,ai margini della spiaggia,tra la sabbia e l’asfalto,la terrazza di legno aveva bisogno di molti lavori ma gli ombrelloni chiari, chiusi sotto la luna e i piccoli lampioni spenti,le davano un tono irreale,vagamente retrò. Dentro,il barista asciugava svogliato i bicchieri, rapito dal call center erotico in onda in tv ,mentre l’unico cameriere riponeva gli sgabelli,come fossero stati enormi macigni.

-Salve.-disse frettolosamente il vampiro che già si guardava intorno,cercando qualcosa.

-Buonasera…-osò Buffy,certa che li avrebbero cacciati anche di là.

Nessuno badò a loro.

-Due birre.- Spike lanciò il denaro sul bancone,cercando ancora intorno.

Buffy notò che aveva indovinato cosa le piaceva bere,forse Spike aveva is uoi stessi gusti.

Il barista sbuffò,dovendo chinarsi per dare loro due bottiglie di Becks e a fatica raccolse le banconote.

Buffy si era completamente dimenticata della festa e dei raduni dei demoni,del suo top made in italy da buttare e che le macchie d’erba sui bei pantaloni neri,non sarebbero più andate via: si era completamente dimenticata di ciò che il programma della sua vita avrebbe dovuto prevedere per quella insolita serata.

La compagnia di Spike la inebriava di leggerezza, la spensieratezza dei suoi gesti e la calma delle sue parole avevano scacciato l’angoscia e le irrazionali paure che aveva provato quando lo aveva incontrato la prima volta.

Adesso la sua vita era fatta dell’atmosfera patinata di quel bar di seconda categoria, del velo di umidità che impregnava l’aria e della cantilena delle onde sul bagnasciuga. Respirava una pace sconosciuta.

Spike stava armeggiando con l’imitazione poco credibile di un jukebox anni 50, dimenticato in un angolo tra un vecchio flipper e un biliardo barcollante….

Dopo le imprecazioni del caso e non senza prima aver inserito varie monete,un paio di calci bel assestati fecero avvertire i primi cigolii del finto 45giri e la canzone partì.

Le prese le mani e la condusse sulla terrazza, tra le ombre dove le note di Lenny Kravitz arrivavano confuse con quelle del vento sull’oceano.

 

(“I belong to you”- LENNY KRAVITZ.)

 

You are the flame in my heart

You light my way in the dark

You are the ultimate star

 

You lift me from up above

Your unconditional love

Takes me to paradise

 

I belong to you

And you

You belong to me too

 

You make my life complete

You make me feel so sweet

 

You make me feel so divine

Your soul and mind are entwined

Before you I was blind

 

But since I've opened my eyes

And with you there's no disguise

So I could open up my mind

 

I always loved you from the start

But I could not figure out

That I had to do it everyday

 

So I put away the fight

Now I'm gonna live my life

Giving you the most in every way

 

I belong to you

And you

You belong to me too

 

You make my life complete

You make me feel so sweet

 

Oh I belong to you

I belong to you

And you, you

You belong to me too

 

You make my life complete

You make me feel so sweet

 

Oh I belong to you

I belong to you

And you, you

You belong to me too

 

You make my life complete

You make my life complete

You make me feel so sweet

 

Oh I belong to you

I belong to you

And you, and you

You belong to me too

 

You make my life complete

You make my life complete

You make me feel so sweet

 

 

-..ehm…so che la musica,forse,non è proprio quella che avresti voluto ballare stasera.. e forse neppure il cavaliere…-

-….-Buffy non rispose,smarrita dalla dolcezza della sua voce.

La toccava appena,sfiorandole la guancia sulla sua,attento a che i loro corpi non si avvicinassero troppo,carezzandole le spalle nude con il soffio irreale del timido respiro…le braccia distese lungo i fianchi e le mani,saldamente intrecciate le dita delle loro mani,abbandonate al dondolio di quella danza.

 

Capitolo 4.

 

La musica era cessata da un pezzo quando smisero di ballare:il pub aveva tirato giù la saracinesca e l’insegna al neon sulla terrazza era stata spenta.

-Perché hai gli occhi lucidi?-domandò Buffy,accarezzandogli lievemente i capelli scompigliati; lui non rispose.

Buffy era certa che quegli occhi le stessero parlando,che la stessero cercando,in un piccolo antro gelosamente custodito,oltre se stessa,a cui nemmeno lei avrebbe saputo giungere.

Si alzò sulle punte dei piedi e portò le labbra dischiuse su quelle di Spike.

Le bocche si accarezzarono in tocchi ovattati bramandone l’anelito leggero e, immaginandone i baci, si sfiorarono a lungo.

L’alba complice,sembrava tardare a venire quella mattina, sospesa tra il cielo e il mare,osservava incantata quei preziosi momenti di un amore perso nella memoria.

Quando,inesorabile, il sole si intrufolò da sotto l’orizzonte ,Buffy strinse un po’ più forte le mani di Spike ; tornarono a casa in silenzio,in muti pensieri di tristezza e impotenza. Per la cacciatrice,di nuovo l’angoscia e la confusione di voci assillanti,ridondanti di perché ,soffocate nell’eco della mente.

 

-Strega? Dormi?-il vampiro era entrato in casa quando la città spegneva i lampioni e i fattorini terminavano le consegne di latte e giornali,in salotto Willow spariva sotto le coperte del divano letto.

-Strega?… Allora?…Dormi?- sedendosi, per l’esattezza piombandole quasi addosso, la stava scuotendo per una spalla.

-Oddio! Sì! Non ho fatto la ricerca per casa:è vero!!….-soffocò le grida per via della voce roca del risveglio,tirando fuori di colpo la testa rossa dalle lenzuola de “I Puffi”.

Spike era basito:

-…ma tu sei ancora ferma allo stato embrionale di secchiona?…-osservò,con un non so che di sincera preoccupazione.

-Oh?! Non ti permetto di sindacare sui miei sogni!- ringhiò, cercandosi il viso nella massa di capelli spettinati - …almeno su quelli….-finì,a voce più bassa.

-Sono stato con Buffy….- mormorò lui.

-HIIIII!!!!!???? Cooosaaa….-Willow era fresca come una rosa,adesso-Avete fatto sesso?- chiese, in preda all’esaltazione.

-No….-rispose Spike,corrugando la fronte,quasi scandalizzato.

-Nemmeno un po’?-insiteva,guardandolo di sbieco,con la faccia sospettosa e diffidente.

-NO!-era risentito e meravigliato da quelle insinuazioni.

-Strano…-faccia ancora più sospettosa.

-Ehi,io non so mica fare solo quello! E smetti di guardarmi così:sembri quella ninfomane di quel film…. -

-…uh?-

-Come si chiama….quella lì fissata con “il campo della banda”…-

-Non è vero! Non ci somigliamo affatto.-fece,offesa.

Spike intanto si sistemò sul divano letto,con le braccia sotto la testa a fissare il soffitto,mentre Willow,senza fare caso a tanta confidenza,cercò di ritrovare un po’ del riposo bruscamente sottrattole.

-…penso che lei avverta qualcosa…-cominciò,serio.

-Non so…l’incantesimo è potente… -Will era volutamente evasiva e questo non preannunciava buone nuove.

-Trovato niente in proposito?-Spike fu diretto,come al solito.

Willow,allora si tirò su e lo guardò:

-Spike… ho trovato un incantesimo che potrebbe funzionare…ma non è proprio un rimedio… è una sorta di interversione..-

-Sii più chiara…-

-Potrei farle un'altra magia,con cui ricorderebbe te…ma… dimenticherebbe il resto..-

-Che? NO!- alzò la voce, scattando in piedi- No,Willow,questo non si può fare.-

-Lo so,Spike,ma credimi …non c’è altro …-la ragazza,mortificata,gli parlava sommessamente, trattenendo la commozione.

-No. No. Questo non si può fare.- ripetè a bassa voce,salendo le scale per sparire di sopra. Voleva stare solo.

 

 

Angel la aspettava in ufficio,prima del solito,Buffy ne era sicura.Doveva dargli delle spiegazioni? Pensò che,in realtà,non era andata alla festa per colpa del tiro giocatole da Harmony e per colpa di quel microcefalo della sicurezza che non l’aveva fatta passare. Il senso di colpa,però,non fu rabbonito e nemmeno per Angel sarebbe bastata quella storia,pur essendo proprio quello che era accaduto.

“Oppure no?”,chiese a se stessa mentre,come ogni giorno,acquistava le brioches per la colazione da portare in ufficio. “Perché ho accettato di finire la serata con Spike? Perché mi è sembrato tutto tanto naturale e spontaneo?”.Entrata alla W&H prese le scale,ancora un po’ di tempo per pensare…

“Avrei voluto …”, ripensò alle parole della canzone scelta “a caso?” da Spike e a quelle tenerezze innocenti,ai baci non dati e a quanto erano stati vicini… subito… senza imbarazzo eppure senza parole .. “..avrei voluto che lui mi ….”…

-Buffy!-

-Ciao,Angel…-sussurrò,guardandolo negli occhi certa di dover subire la sua ira, invece trovò solo tristezza sul suo viso.

-Vuoi parlarmi,immagino.-cominciò lui,chinando la testa.

-..vorrei parlarti,sì. Solo che non so di cosa….-

-Di Spike..ti aiuto io.-

-…cosa sai di lui…-

-Che non porta mai nulla di buono,almeno per me…-disse,dondolandosi sulla sedia girevole.- Buffy,non ‘posso’ dirti molto di lui…anche perché lui non c’entra..sei tu.-

-Io cosa?- Buffy non poteva capire quelle mezze parole,non poteva immaginare di dover leggere tra le righe.

-Tu cosa provi per me,Buffy. Veramente,intendo.-

A quella domanda,le ginocchia di Buffy si piegarono e lei sedette sul divano,cercando la risposta più sincera.

Quando Sunnydale era stata distrutta,loro tutti si erano lasciati alle spalle il primo male ed erano stati colti alla sprovvista da una vita normale. Buffy aveva trovato il suo grande amore ad attenderla e una meravigliosa opportunità di vivere con lui una relazione autentica,tanto quanto inaspettata. Ecco come erano andate le cose.

Il trasferimento a Los Angeles divenne definitivo per gli Scoobies,in un tacito accordo, ognuno si era ritagliato un ruolo e una fetta di sospirato, tranquillante, qualunquismo.Pur mantenendo quel legame indissolubile che li contrapponeva alle forze oscure.

-Non so…-gli rispose,dopo minuti interminabili.

-Non so…io ti amo…- fece Buffy con decisione,ma quanto suonavano strane in quel momento quelle cinque lettere.

-Io ti amo.-ripetè,poco più forte,per sentirle meglio.

-No,amore… tu mi hai amato …tanto,amore,tanto…troppo. Ma non è bastato . Angelus è sempre stato più forte di noi due.-

“ E Spike,più forte di Angelus”,pensò mentre una fitta al petto gli rompeva il fiato.

-Ma …Angel ..non capisco …io ieri sera ero con Spike,è vero,ma non ti ho mai tradito…- Buffy adesso piangeva,stringendosi il viso nelle mani.

-Io lo so,cara.Lo so. Adesso,tuttavia,non devi fare niente che tu non lo senta veramente… e non dirmi che questa mattina,venendo da me,eri felice come ogni altra mattina…- il vampiro si era seduto accanto a lei,per rassicurarla.

-Angel…-

-Fai ciò che senti e…se sentirai di amarmi ..allora io sarò qui ad aspettarti e ci riproveremo,di nuovo.-

 

La notte seguente, Buffy non potè restarsene a piangere come ogni ragazza abbandonata dalla persona che ama perché,si sa, la cacciatrice non può vivere,né soffrire, senza che qualche astuto demone non ne approfitti in men che non si dica.

Di nuovo delle vittime,ritrovate al cimitero dal guardiano quella mattina e i giornali che gridavano al maniaco assassino di turno,terrorizzando e confondendo l’intera popolazione.

Buffy era sola. Aveva atteso Angel all’ingresso,ma lui non era venuto…forse però la stava seguendo,non visto,vegliando su di lei…come faceva anche prima che si conoscessero.

Angel però non era lì; si era chiuso alla W&H tutto il giorno,aveva annullato i suoi appuntamenti e nessuno aveva aperto la porta del suo ufficio. Il vampiro aveva pianto, sul pavimento c’erano alcune suppellettili distrutte dall’inevitabile moto di rabbia contro Spike … ma ,infine,non aveva potuto fare altro che rassegnarsi: non poteva mentire a Buffy,almeno non lui, si sarebbe fatto da parte, aspettandola come sempre. Anche in eterno. Ma la voleva libera e senza compromessi.

A notte inoltrata uscì dal suo uffcio, nel palazzo le luci erano spente e non era rimasto nessuno. Si avviò mestamente all’uscita quando,da sotto una porta,notò il riflesso bianco di una lampada accesa. Entrò senza bussare,facendo gridare dallo spavento la ragazza che lavorava al computer.

-Scusa!- si affrettò a dire.

-Oddio,mi hai fatto paura! Pensavo di essere sola…-

-Anche io….-

La ragazza era nuova,Angel non ricordava di averla vista prima,lo guradava intimorita con grandi occhi verde chiaro,uno sguardo pulito e innocente.I capelli castani,lunghissimi e lisci,le incorniciavano un viso schietto e timido allo stesso tempo.

-Lavori ancora a quest’ora…-disse Angel,impacciato.

-eh,si..sono l’ultima arrivata e non vorrei fare brutte figure con i colleghi. Lei è…-

-Angel…-sorrise.

-Lo sapevo,lei è il mio capo,devo per forza sapere il nome di chi mi ha assunto.- disse stringendosi nelle spalle,mentre si avvicinava per stringergli la mano.

-Piacere.Io mi chiamo Lana Lang. Vengo dal Kansas .-

Da quella sera…per qualche strana ragione,due erano le luci che venivano spente per ultime nel grande palazzo della W&H.

 

Al cimitero,intanto,Buffy trovò quello che stava cercando da vari giorni: i raduni nostalgici dei demoni non erano un invenzione,come potè notare scendendo,non vista,nei sotterranei di una vecchia cappella apparentemente abbandonata.

Decise di non attaccarli senza avere un piano e senza aver le spalle coperte,erano veramente numerosi e anche molto cattivi,a giudicare dal sangue delle vittime che era sparso ovunque. Per un attimo pensò di uscire allo scoperto per lanciarsi in una lotta impari che le succhiasse tutte le forze fino alla fine. Non era la prima volta che desiderava morire in uno scontro da cacciatrice: quella sera ne avrebbe avuto tutte le ragioni.

Mosse un passo in avanti,per farsi notare dal vampiro di guardia.

Una mano sicura le chiuse la bocca e un’altra l’afferrò per la vita,portandola fuori dalla cripta di peso,caricata su una spalla, in maniera ridicola e maldestra,serrando con più decisione la bocca perché non potesse fiatare.

Spike lo sapeva bene :fermare Buffy nella lotta non era difficile quanto impedirle di parlare!

La mise giù quando furono al sicuro,nei pressi del primo vialetto illuminato,vicino all’uscita del cimitero.

-Spike!-

Il vampiro non era sicuro che lei fosse contenta di vederlo e soprattutto che fosse contenta di essere stata fermata.

-Ciao.-

-Che cavolo…-

Buffy era sconcertata dal sorriso disarmante del vampiro che,con espressione vagamente colpevole,era pronto per prendersi una ramanzina e forse,anche qualche pugno in faccia.

-Che devo fare? Devo dirti grazie,lo so. Mi sarei fatta ammazzare…-

-..nella migliore delle ipotesi…sei ottimista,stasera..-

Buffy rise,scotendo la testa ma con approvazione. Ecco che,di nuovo,si sentiva felice e non sapeva perché.

Avrebbe dovuto correre ad avvisare Giles,allarmare Willow perché preparasse ingredienti segreti per puzzolenti incantesimi antimostro …..si ritrovò,invece,a passeggiare per le strade illuminate di Los Angeles accanto a Spike,senza sapere dove quelle strade la stessero portando.

Il riflesso delle luci della città illuminava di giallo il grigio scuro del cielo sopra la metropoli… per le vie,qualche coppia di ritorno da una serata romantica, un paio di ubriachi che farfugliarono loro qualcosa di sconcio e quelle colorate insegne pubblicitarie intermittenti…l’aria sottile del notte ancora lunga.

Per un principe del brivido e la sua cacciatrice.

 

Capitolo 6.

 

Fianco a fianco, per le strade dilatate di quella modernità cittadina tanto ostentata quanto fittizia se commisurata alla piccolezza e alla ignoranza degli uomini che vi si muovono, Buffy e Spike si chiedevano cosa stessero facendo: forse stavano facendo una ronda… pattugliavano le vie di Los Angeles per difendere i soliti sfigati presi di mira dai succhiasangue di turno… ecco perché stavano attraversando a piedi la città!

Si trastullavano con queste scuse infantili e con la certezza che fosse presto per tornare a casa… e con la paura di non voler tornare a casa senza l’altro.

Si erano scambiati a malapena qualche monosillabo con sguardo furtivo annesso ma Spike aveva anche saputo avvertire i brividi che percorrevano la pelle di lei quando il dondolio di quella passeggiata silenziosa aveva fatto sfiorare le loro mani imbarazzate.

Buffy si sforzava di soffrire per quello che era accaduto con Angel ,non che non fosse turbata di quel distacco annunciato dal suo grande amore, tuttavia non stava soffrendo come avrebbe voluto! Era arrabbiata con se stessa per questo stato d’animo inclassificabile: perché non era chiusa al buio in camera sua,con le musiche angoscianti del caso in sottofondo,a inondare di lacrime il letto? Era già rassegnata a quella separazione tanto da provare solo un nostalgico rammarico? Come per una storia d’amore che inesorabilmente sapeva dovesse finire: stava vivendo quelle emozioni come fa chi guarda al passato col senno di poi,quando già tutto è accaduto e il tempo ha svolto generoso il suo ruolo di maestro.

Spike poteva sentire il rollio incessante dei pensieri di Buffy e cercava da ore un’occasione o un imprevisto per distrarla dal disorientamento che leggeva chiaramente sul suo volto: il verso che aveva preso la piccola ruga che le divideva dolcemente le sopracciglia era un libro aperto per il vampiro.

La ruota gigante del Luna Park spuntò giocosa dal tetto di un palazzo.

Ecco il diversivo che Spike si affannava a cercare da quando si erano allontanati dal cimitero. Si fermò e si voltò di scatto verso Buffy : già la ruga si era distesa in una attesa speranzosa.

-Ti andrebbe….- bisbigliò Spike sottovoce,temendo forse un rifiuto o un gesto di stizza.

-SI.- rispose prontamente,senza lasciarlo finire la frase.

Si ritrovarono ad affrettare il passo come fanno i bambini quando tirano per la mano i genitori che indugiano in vista dei cancelli del parco dei divertimenti,oltrepassando altre coppie che percorrevano il viale del Luna Park in senso contrario al loro,data l’ora tarda,certamente non avrebbero dovuto fare lunghe file alla cassa. Invero,sarebbero stati forse gli unici visitatori … ma questo non era importante.

-Venivo spesso la domenica qui con mamma e papà…-cominciò Buffy con naturalezza e serenità,sicura di trovare un ascoltatore attento e premuroso- i pomeriggi assolati… i capricci per lo zucchero filato… e per salire sulle “Curve della Morte”…- fece ,indicando le immense montagne russe,tra le più alte di tutti gli Stati Uniti.

-Beh, pomeriggi assolati a parte … - insinuò, porgendole velocemente lo zucchero filato,rubato all’insonnolito venditore,troppo stanco per replicare da dietro il suo carrettino colorato -… non è che tu sia cambiata molto…-.

Buffy rise a quel gesto affettuoso e cominciò la sua lotta contro le dita appiccicose per divorare lo zucchero alla velocità della luce, di fronte ad uno Spike a dir poco sorpreso da tanta voracità e ,soprattutto,dal modo ingenuo in cui Buffy leccava ripetutamente la punta delle dita, suscitando,per contro,nel vampiro ricordi di tutt’altro genere.

-Ti piacciono le “Curve”?- domandò serafica,volgendo lo sguardo trepidante alle montagne russe.

-Certo.-rispose guardandola di sbieco,senza che lei scorgesse la malizia di quella risposta.

-Ci sai andare?-

-Beh,sono cose che ti vengono naturali…anche se, modestamente,sono bravo..-

-E hai molta resistenza?-

-Ovvio. Posso farti fare tutti i giri che vuoi…-continuava lui,trattenendosi da sguardi da predatore.- Basta lasciarsi andare … seguire il movimento con tutto il corpo … prima si sale sopra….molto, molto lentamente… e poi giù …spingendosi fino in fondo e di nuovo su, per poi raggiungere il baratro …senza fiato….- Spike evitò di guardarla negli occhi.

-..mmmhh…- a Buffy parve di aver sentito già quel tono profondo con cui le parlava e per un momento,si senti in difficoltà -…Scommetto che dici così ma poi,quando lo fai,tieni gli occhi chiusi….- continuò con tono di sfida.

-No.- e si girò a fissarla,con la mente oramai immersa in una serie di immagini sfocate,che lo stavano eccitando ,nonostante i suoi sforzi per non rivederle davanti.

-A me piace guardare.-fece da ultimo,alzando il sopracciglio sinistro mentre contraeva le labbra in una smorfia fin troppo eloquente.

“Oddio:ma di cosa stavamo parlando?” penso Buffy e arrossì violentemente ,vedendo brillargli gli occhi. Spike intanto rideva di gusto,mentre lei annegava nel panico.

-Dai,allora? Vuoi fare un giro con me o no?-Il tono di Spike non fu innocente come avrebbe voluto essere e gli costò un pugno nello stomaco.

-Ahi!!-il vampiro si piegò in due.

-Ecco.- disse con soddisfazione,avviandosi verso il trenino fermo alla partenza,come se nulla fosse e come se picchiare Spike fosse una abitudine e la degna conclusione dei loro battibecchi.

Spike la seguì felice: Buffy lo aveva picchiato!

Dopo appena un giro sulle “Curve della Morte”, Spike si ritrovò a sollevare la fronte di lei con una mano,reggendole i capelli in una coda con l’altra.

-Forse ti sarebbe riuscito meglio un giretto nella casa dell’orrore…- le disse in un intervallo tra un conato e l’altro,prendendosi gioco di lei.

-Se continui a sfottermi ti do un altro pugno… appena smetto di vomitare.- ringhiò lei,chinandosi di nuovo.

Buffy vomitò per dieci minuti filati finchè,esausta sedette sul prato con un forte mal di testa, senza accorgersi di essere sdraiata sul torace di Spike,che la sorreggeva,da dietro, seduto a gambe divaricate,perché non si ribaltasse sull’erba. Rimasero così fino alle prime luci dell’alba. Buffy si assopì sprofondando il viso nella maglia nera di lui,il suo profumo era una dolce ninna nanna e le braccia,che adesso sentiva strette attorno alla pancia e ai fianchi ,la riempivano di gioia.

Spike sarebbe rimasto a vederla dormire per sempre,avrebbe desiderato farla entrare in letargo persino,se solo fossero stati al riparo dalla luce del sole… per poterla stringere,non visto,toccare i suoi capelli e baciarli… come quella notte…tanto lontana ,da essere stata dimenticata.

Il corpo di Buffy reagiva nel sonno a quelle carezze, movendosi leggermente, desideroso di averne altre e,non appena Spike osava interrompere quelle coccole,un mugolio sommesso lo richiamava e pretendeva le sue attenzioni,rendendolo tanto orgoglioso da poter sperare che forse,un giorno,lei avrebbe potuto ricordare perché il corpo della sua cacciatrice ,ne era oramai certo,non aveva scordato un bel niente!

La riaccompagnò sotto casa quella mattina,continuando a prenderla in giro per la dimostrazione di stomaco esibita poco prima mentre lei tentava,non troppo dispiaciuta dall’essere oggetto di derisione ,di ribattere a quelle offese scherzose.

-Senti,Spike….- erano giunti davanti agli scalini del palazzo in cui vivevano Buffy e Dawn- Domani sera, verresti al cimitero con me?- domandò tutto d’un fiato,rotando gli occhi in cerca di un particolare interessante su cui fissarli – Se dovessi decidere di fermare quei raduni … avrò bisogno di un bel po’ di aiuto…-

-E’ solo per questo?-si lasciò sfuggire lui- Cioè, certo che ti accompagno. Qualunque cosa tu decida di fare.- e si allontanò veloce, senza che lei potesse replicare.

-…Spike…aspetta- disse con un filo di voce- Devo darti una cosa…-

“Beh,gliela darò un’altra volta…”pensò,sorridendo,mentre la malinconia la assaliva man mano che la figura del vampiro si faceva piccola in fondo alla strada.

I lampioni si spensero e Buffy, raccogliendo il giornale per terra,entrò nel portone.

 

-Finalmente!- la sorella doveva aver dormito sul divano per aspettarla- Mi stavo preoccupando: è la seconda notte che trascorri fuori fino all’alba! ..Sola?-il tono di Dawn era quello di chi sapeva la risposta.

-Non ero sola, ero con Spike. Deduco che lo conosca anche tu?-

-No,no….-borbottò l’altra,avvicinandosi per baciare Buffy affettuosamente.

-Buffy!-Dawn si ritrasse con espressione disgustata.

-…uh?-

-Hai vomitato?Senti che odore!Non ti si sta vicino!Fatti una doccia immediatamente!-

-……- Buffy rimase di stucco,mentre la sorella saliva al piano di sopra.

Di nuovo l’angoscia si impossessò di lei e un giramento di testa la fece piombare sul divano,in preda al terrore. Sentiva di nuovo la terra aprirsi sotto i suoi piedi e lei impotente,cercare un appiglio inesistente per non farsi inghiottire dal vuoto e dal dolore. Poi ricordò Riley… quella volta che lui tornò a Sunnydale con la moglie.. ricordò l’odore nauseante dell’olio fritto del Doublemeet Palace e il lungo discorso che lui le fece… ed ecco apparire Spike,nella sua mente,dal nulla, ad accoglierla tra le sue braccia. Spike non aveva sentito l’odore stucchevole del luogo in cui lavorava? Spike l’aveva tenuta stretta tutta la notte sul prato del Luna Park.

Nella sua mente si affollavano scene sfocate e intermittenti e come nel peggiore dei suoi incubi Buffy vide se stessa circondata da demoni urlanti,mentre tentava di proteggere qualcuno che la sua mente non riusciva a distinguere,cercava di fargli da scudo con il suo corpo.

Allora corse di sopra,più veloce che potè chiudendosi dietro la porta della sua stanza,con forza, per chiudere fuori la paura che non riusciva a fronteggiare in quelle assurde immagini vissute poco prima.

Si avventò sulla bella scatola chiusa dal nastro di raso,distruggendola in movimenti scoordinati e convulsi: si avvolse nel lungo spolverino di pelle nera e ,solo allora, Buffy cominciò a piangere pur senza sapere il perché.

 

Nel frattempo Spike era entrato in casa di Willow e ,in punta di piedi stavolta,per non svegliarla,prese a salire le scale ma tornò sui suoi passi vedendola addormentata scoperta sul divano. Le si avvicinò e allungò una mano sulle lenzuola de “I puffi” per coprirle le spalle.

-Sono sveglia.-fece lei ancora ad occhi chiusi.

-Ah, non sembrava.-

-Che hai fatto fuori tutta la notte?- disse tirandosi vicino l’orologio e cercando di mettere a fuoco le lancette.

-Sono stato con Buffy…-

-Avete fatto…-si allarmò curiosissima la strega-….-

-NO! Ma sei fissata? Dì un po’,non è che faresti meglio trovarti un uomo? ..Cioè una donna… ma anche un cucciolo,al limite…-

-Idiota.-

-Novità,piuttosto? –

-No.Nessuna,oltre a quella che ti ho già detto. Ma gli effetti collaterali non sono cambiati da ieri mattina ad ora.-

-No,Willow. Allora se non c’è altro…-

-Che farai? Non puoi dirglielo ,lo sai,lei non capirebbe…. –

-Lo so. Sono stato con lei e mi è parso che stia bene… forse ha dei problemi con Angel,in certi momenti era strana… ma penso che,come sempre,siano dovuti a me:niente che lui e il suo rialzo sotto le scarpe non possano risolvere appena mi sarò levato dai piedi.-

-…Levato da dove? Quando è che hai deciso di andartene?-chiese, stupita anche lei di esserne sinceramente dispiaciuta.

-E che dovrei fare ,secondo te,rossa? L’amico di turno? Naaa!!! Non potrei mai esserle amico. Quindi … -

-Quando pensi di andare via? –

-Stanotte mi ha chiesto di fare la ronda con lei. Poi,domani sera,al tramonto,vi saluto.-

-E dove …-

-Non chiedermelo. Non lo so. E se lo sapessi,comunque non credo te lo direi.-

Spike,in quel momento, baciò Willow sulla fronte sussurrandole un “grazie”,in uno slanciò che sembro ad entrambi la cosa più naturale del mondo . Poi andò a dormire.

Rimasta sola,Willow cominciò dapprima a rimuginare,dispiaciuta… fino a parlare al vuoto arrabbiata e da ultimo,furente,scattò in piedi:

-Pezzo di stronzo di un inglese in papillon! Dobbiamo parlare e dovrai essere molto convincente per non essere trasformato in una lampada da tavolo.-

Willow era vestita e pronta per precipitarsi da Giles, buttandolo giù dal letto se necessario,per parlargli e convincerlo,con la forza e non necessariamente in quest’ordine a ridare all’amica il passato rimosso; in quel momento il telefono squillò.

-Pronto…- il tono di Willow era seccato.

-Willow… sono io… posso venire da te?-

-..B..Buffy…certo che…-alla voce incerta e rauca dell’amica che aveva appena pianto,la strega abbassò l’ascia di guerra concentrandosi sui bisogni di lei.

-No,anzi,Willow,vieni tu… lì da te c’è Spike e io…-

-Ho capito. Arrivo.-riagganciò e il suo pensiero fu rivolto al sonno quieto dell’osservatore: “Dormi pure… perché al risveglio non avrai scampo…”.

Salendo sulla sua 306 nera,ancora luccicante di cera tanto era nuova,Willow mandò uno sguardo alla finestra della sua cameretta: le tende erano chiuse e le tapparelle abbassate. “Forse per voi c’è ancora un paradiso , da qualche parte”.

 

Capitolo 7.

 

-Ho fatto prima che ho potuto…-Willow trafelata era entrata in casa,senza spettare che Dawn o Buffy le aprissero la porta.

-Buongiorno! Bella magia,Arsenio Lupen!-borbottò Dawn con una frittella in bocca e lo zaino sulle spalle.

-Ciao,Dawn!sono entrat…-

-Ciao…vado a scuola…ah,Buffy sono due notti che non dorme quindi non credo ti degnerà di grande considerazione…-così dicendo chiuse la porta dell’appartamento e in un attimo era in strada a correre dietro l’autobus.

Non appena il rumore della porta cessò,Buffy spuntò in cima alle scale.

Willow notò che indossava un pigiama ma sopra aveva indosso una lunga giacca di pelle, nera tanto quanto i cerchi che aveva sotto gli occhi.

-Buffy…come stai?-

-Non male.Questo è il problema.Angel mi ha lasciata e io non sto male.Anzi,sto bene: vado al Luna Park con Spike e sto bene! Capisci?-

-A giudicare dai pianti che ti sei fatta…tanto bene non mi pare…-osservò, preoccupata,salendo le scale.

-All’improvviso mi prendono dei pensieri terrificanti….di morte e di solitudine …quando meno me lo aspetto,poi vedo Sunnydale…i demoni ..forse è il first..io non lo so…-Buffy,seduta sul letto, fissava il pavimento con gli occhi sgranati ,di nuovo pieni di lacrime,stringendosi nelle braccia tremanti.

-Buffy, che ti sta succendo?-

-Non so. Pensavo di chiederlo al signor Giles ma… Willow,temo che non mi capirebbe. Da quando è arrivato in città Spike,tutte le persone che conosco si comportano in modo strano… Angel,primo fra tutti. Xander non mi degna di uno sguardo e Giles…sai perché non voglio parlare con lui dei miei malesseri? Perché sono convinta che mentirebbe,anche se non capisco la ragione. Perfino Dawn,penso che mi stia nascondendo qualcosa… credo che riguardi il suo rapporto con Spike:qui tutti hanno avuto a che fare con lui… tranne me!-

-….mmhh…- Willow sentiva il labbro superiore cominciare a sudare mentre cercava con una mano di tener ferma l’altra.

-Ecco:vedi?-

-Che?- fece la strega con finta disinvoltura

-Anche tu sei strana! Vuoi mentirmi anche tu? Pensi che non veda che stai cominciando a sudare come un capretto ad agosto?-

-…Buffy..io non so…-

-Ma secondo te,io sono del tutto scema? Non credi che possa avere dei sospetti sulla tua improvvisa ospitalità nei confronti di un illustre vampiro sconosciuto?-

-No,io…ma a te cosa importa che tutti abbiano avuto a che fare con Spike? Non credo che dovrebbero importarti i giudizi degli altri. Se davvero vuoi bene ad una persona allora non dev….-

-Oh! OH! Calma! Io non ho detto di voler bene a nessuno!-

E ,con un gesto di stizza,tolse lo spolverino di pelle per gettarlo addosso all’amica.

-….-Willow aveva appena elargito una delle sue più inopportune perle di saggezza e già i suoi occhi,oramai grandi come due palle da biliardo,vagavano per la stanza in cerca di una giustificazione intelligente. Che puntualmente non trovò.

-No…ma dicevo così per dire…-

-No. Tu non dici mai le cose per dire. Comunque se non vuoi essere sincera con me neppure tu…allora puoi tornartene a casa. Io ho bisogno di un’amica,Willow,non di una che pensa di sapere il solito ‘cosa è meglio per lei’.-

-Ma Buffy….-

Buffy si alzò e si chiuse in bagno,con le orecchie tese per sentire l’amica andar via.

Willow desolata uscì da casa Summers,incerta se tornare indietro e dire a Buffy tutto quello che voleva sapere o se correre da Giles per la lampada tavolo (per Xander,beh,pensò ad un portamatite).

Ma poi,era veramente tutta colpa del signor Giles?

Non era forse stata Buffy stessa a rimuovere i ricordi,in un primo momento,proprio perché troppo dolorosi? In fondo,il signor Giles aveva solo fatto in modo che non le tornassero più alla mente,risparmiandole altrettanta sofferenza…inutile… già! Inutile se la cacciatrice non avesse implorato Willow di compiere quell’incantesimo per proteggere il vampiro dal medaglione e dal First. Se la strega ne avesse parlato subito a Giles forse lui si sarebbe dovuto arrendere all’evidenza…e avrebbe lasciato che Buffy guarisse da sola le ferite provocate dai ricordi della morte di Spike.

Buffy voleva che Spike si salvasse ad ogni costo. Questo Giles o Xander non potevano negarlo.Riguardo,poi,ai motivi per cui Buffy lo aveva desiderato:quello era solo affar suo e Buffy,solo lei, avrebbe dovuto farci i conti. Willow aveva deciso: sarebbe andata a casa dell’osservatore per raccontargli come erano andate le cose realmente. Non aveva molto tempo: solo un altro giorno e poi quel testone di Spike sarebbe sparito da Los Angeles e,se Willow aveva imparato appena un poco a conoscerlo,beh,allora era certa che non avrebbero più avuto sue notizie.

 

Buffy era seduta sul bordo della vasca da bagno: il getto d’acqua calda scendeva nella schiuma,il vapore aveva appannato lo specchio e il vetro della finestra e anche la mente di lei,che non riusciva più a pensare. Spike,Spike,Spike! Chi diavolo era? Perché tutti lo conoscevano e lei no? Perché mai nessuno gli aveva mai parlato di lui?

E,soprattutto,perché questo Spike aveva il potere di cambiare gli umori dei suoi amici a suo piacimento?

-Accindenti!-strillò, affondando un pugno nell’acqua arrivata al bordo.

Adesso c’era più acqua sulle piastrelle che nella vasca.

-Oh! Maledetto inferno!- e si chinò subito ad asciugare il pavimento.

Immobile con la spugna in mano,fissava i sottili disegni sulle mattonelle: “Cosa ho detto? Cosa diavolo ho detto? Dove l’ho sentito?” Cadde seduta per terra,con le mani aggrappate al lavandino e la sensazione di vuoto che saliva dallo stomaco fino allo gola. Sentiva un peso sul petto e il pianto di nuovo fermo in gola,trattenuto a stento da un bagliore di razionalità.

“Spike…”mormorò,lasciando libere le lacrime.

Si infilò lentamente nella vasca,tanto lentamente da non accorgersi di quello che stava facendo,senza togliersi il pigiama,sprofondando nella schiuma sbiadita fino ai capelli. Buffy chiuse gli occhi: la sottile figura del vampiro,con indosso il suo regalo, stranamente consumato,era in piedi davanti a lei e le sorrideva .

“Stasera verrai,vero?”….. “Devo parlarti…”… “Stasera verrai,non è vero?” ….

“Nessuno è sincero con me da molto tempo. Nemmeno io lo sono più.”

“Stasera verrai,vero?”….. “Devo parlarti…”… “Stasera verrai,non è vero?” ….

Uscì dalla vasca,solo allora si spogliò,per infilarsi un accappatoio e stendersi sul letto vicino allo spolverino gettato via poco prima, tanto rabbiosamente. Accarezzandolo, con gli occhi ancora umidi e il respiro affannato,trovò finalmente un sonno leggero.

 

 

Il vecchio negozio del signor Giles…da quanto tempo non passava più da quella strada? Sunnydale,doveva essere notte inoltrata perché all’interno le luci erano spente. Buffy si girò per tornarsene a casa,incamminandosi per la via di fronte al Magic Box,rasentando la vecchia rete metallica rugginosa sulla sinistra.

Tutto intorno la nebbia grigia e azzurrina delle notti più misteriose, poca la luce dei lampioni e tanto debole da non illuminarle il cammino. Poi il pianto sommesso di un bimbo;Buffy non lo vedeva ma doveva essere molto vicino. Affrettò il passo nell’ombra della foschia che man mano si fece meno densa. Un bambino piccolissimo piangeva rannicchiato su uno scalino di una vecchia casa in malora,solo e infreddolito,completamente nudo si stropicciava gli occhi con le manine candide.

Buffy gli si avvicinò e lo prese sulle ginocchia,cullandolo dolcemente,con fare inesperto e il piccolo smise di piangere. Allontanò i pugnettini grassottelli dalle guance e le sorrise,guardandola con due grandi occhi blu. Buffy si sentì sperduta e inadeguata davanti a tanta innocenza. Il bimbo svanì tra le sue braccia in una polvere di luce bianca per riapparirle alle spalle, indugiando sulla porta dell’edificio in sfacelo,attendendo di essere seguito.

-No! Che fai! E’ pericoloso non entrare….- la voce però non uscì,soffocata in gola,Buffy emise a malapena un gemito e seguì il bimbo.

La casa era distrutta…la tende giallo ocra strappate dalle finestre ..un camino in mattoni rossi… due colonne aperte entrambe da una crepa profonda.

-Quando è crollata?- di nuovo la voce non le uscì.

Il bimbo le tirava un lembo dei pantaloni per essere preso in braccio.

Un sarcofago di marmo e tanti tappeti persiani…. Frigorifero e televisione…dei libri una poltrona sdrucita…. bottiglie di birra un po’ ovunque…l’aria scaldata dalla luce rassicurante di alcune candele…e nell’aria un profumo inebriante di giochi proibiti e di tenerezze conosciute.

Buffy cominciò a tremare e per un attimo perse di vista il piccolo che l’aveva condotta fin là,si accasciò a terra,raggomitolata tra le ginocchia,cercando di soffocare i singhiozzi,fin quando una manina morbida non le toccò la guancia.

Il bimbo le sorrideva pieno d’amore,facendola sentire inspiegabilmente felice.Allora lo strinse al seno,carezzandogli i boccoli castani. Avrebbe voluto rassicuralo,in quell’atmosfera cupa,avvolta in un misterioso silenzio ma presto si accorse,con immenso stupore,che il bimbo non era affatto spaventato anzi,tutt’altro,era capace di dare a lei coraggio e fiducia,solo lasciandosi coccolare.

La porta si aprì cigolando e il piccolo,con i pugni saldamenti stretti alla maglia di Buffy,emise un gridolino di gioia quando una sottile figura,avvolta in una lunga giacca nera,apparve sulla soglia,portando con sé la luce della luna.

 

Buffy si svegliò lentamente,con l’umidità dell’accappatoio che le era arrivata fino alle ossa,aggrappata allo spolverino comprato per Spike,proprio come si era addormentata qualche ora prima.

Si sentiva riposata e tranquilla,scivolò in bagno per asciugarsi i capelli con il phon.

Guardandosi allo specchio le tornò alla mente lo strano sogno e quel piccolo angioletto che girellava nudo per Sunnydale,dolce e bello come un putto,che le sorrideva felice. Buffy sorrise allo specchio e non pensò più a quel sogno.

 

Il pomeriggio trascorse stranamente sereno per la cacciatrice,impegnata nella scelta degli abiti adatti per la ronda,”per la ronda con Spike”,ripeteva a se stessa,frugando negli angoli remoti dell’armadio senza fondo quando,ad un certo punto,scelse minigonna fucsia e top nero e si accorse,a dir poco con costernazione, di sentirsi in competizione con Harmony! Sconvolta,ripose rapidamente quel ridicolo abbinamento nell’ultimo cassetto e arraffò un paio di comodi jeans,con scarpe da ginnastica e anonima maglia di cotone. Li indossò fiera di non doversi chiedere cosa le importasse del modo di vestire di Harmony. Dopo una buona dose di smorfie e mossettine davanti allo specchio:

-Inutile!-sospirò rassegnata,lasciandosi cadere sul letto disfatto- Non ho un briciolo dell’eleganza di Drusilla…-continuò rigirandosi mentre si copriva la testa con il cuscino.

 

 

Il sole tramontò languidamente dietro i grattacieli di Los Angels,tingendo di arancione e rosa le ombre allungate della città.

Davanti al cancello nero del grande cimitero comunale,la cacciatrice già attendeva il suo vampiro.

 

Capitolo 8.

 

Buffy era stata insolitamente solerte nel raggiungere il cimitero per la ronda,senza fare neppure troppo caso alla luce del sole, sebbene fosse tramontato,infatti,per un vampiro doveva essere ancora presto per uscire allo scoperto. O almeno era quello che sperava,dato che Spike tardava a raggiungerla alla cancellata.

E se non fosse venuto? Se avesse magari cambiato idea e avesse deciso di non partecipare alla spedizione notturna? Perché ,in verità,non era certo tenuto a farlo: Buffy solo in quel momento notò che lui non aveva minimamente esitato di fronte alla sua richiesta di aiuto…eppure quasi non la conosceva,non era come chiederlo a Willow o a Giles! La cacciatrice si mise a pensare,negli intervalli in cui gli occhi maliziosi di Spike glielo potevano permettere e non le comparivano davanti con quell’assurda intensità da farle rigirare lo stomaco all’indietro. Avrebbero dovuto essere occhi di un uomo senza vita ma erano di una bellezza imbarazzante e le sembrava che potessero mettere a nudo tutte le sue intime debolezze,fino ai suoi lati oscuri,lasciandola con la disarmante convinzione di esserne già stata schiava.

Quella ambigua sensazione,un insolubile misto di attrazione e paura,di passione e repulsione non l’aveva più lasciata tranquilla da quando lo aveva incontrato,per caso,tre giorni addietro; e non era certo ancora pronta per farci i conti: troppo complicato spiegare ad uno sconosciuto la percezione di un’affinità ancestrale misteriosa da cui lei si era sentita avvinta e onorata,anche,non appena quegli occhi da angelo cattivo si erano posati sui suoi.

Buffy annuì vistosamente,convincendosi della ragionevolezza di quelle argomentazioni. “Balle!” disse una vocina dentro di lei: “hai una fifa blu di quella percezione! Ecco perché non glielo dici! Altro che difficoltà di comunicazione con uno sconosciuto!”. Buffy ,che i passanti vedevano scuotere la testa spazientita,adesso stava prendendo a calci la colonna di cemento sui cui poggiava il pesante cancello nero,facendo sbriciolare svariate parti di intonaco.

Sul volgere della lotta senza quartiere tra la vocina di Buffy e la colonna di cemento, arrivò Spike.

-Ehi,Buffy!Lascia stare la colonna!-

-Oddio!- la cacciatrice si voltò,paonazza in volto, temendo che oltre essere stata colta nel mezzo del reato di distruzione di opera pubblica,Spike avesse anche origliato i suoi ragionamenti a bassa voce.

-….- il vampiro la osservava incuriosito,con un sorriso bonario,fermo a un passo da lei che non lo aveva affatto sentito arrivare,con le mani nelle tasche posteriori dei jeans neri.

-…ah…sì… -biascicò lei,armeggiando con le mani nel fallimentare tentativo di rimettere al suo posto l’intonaco caduto.

Buffy fu in difficoltà quando Spike saltò la cancellata.Dal basso lo vide arrampicarsi con le movenze di un serpente,vide la sua schiena tesa lungo la ringhiera di ferro e le gambe aggirarla con l’eleganza di un felino,per piombare dall’altra parte e sorriderle come se fosse entrato con le chiavi di casa. Le aprì il cancello,con un gesto teatrale:

-Prego,milady!-

-Gra..grazie..- Era in difficoltà a causa del campanello d’allarme che batteva nel cuore sempre più veloce: Spike riusciva ad incantarla ad ogni mossa,ad ogni passo, ad ogni idea.

Anche adesso che camminavano sul sentiero di guerra,pronti ad affrontare orde di vampiri,Buffy non pensava al pericolo che stavano correndo o alla possibilità di rimetterci la pelle,no! Lei riusciva ad sentirsi serena e tranquilla ed era merito della vicinanza di lui. Da quando non si sentiva così?Sì,perché si era già sentita così! Doveva solo sforzarsi di ricordare quando era accaduto….

-A che stai pensando?-

-Uh?-Buffy sobbalzò,colta in flagrante,di nuovo,assorta nei suoi pensieri.

-Sei diventata triste,all’improvviso.-fece lui,con sicurezza e con tono fermo,raggiungendo un sarcofago di marmo,in cima ad alcuni gradini.

-Pensavo…beh,pensavo che questa ronda non dovrebbe essere sottovalutata,Spike..-

Lui,seduto,sul monumento funerario di chissà quale illustre cittadino,la guardava con tristezza. E Buffy se ne accorse.

-Nessuna ronda deve esserlo.-

-Sì. Ma io sono obbligata a rischiare la pelle… tu invece…-

-Oh,non preoccuparti per me: io me la cavo sempre,credimi!-la voce uscì,malcelando la vena di sarcasmo.

-Che intendi dire? Che non hai paura?-

-Paura io? No,mai. Non di queste cose!-

-E di cos’è che hai paura stasera?-

-Stasera?- Spike sottolineò la domanda,con particolare curiosità per come gli era stata posta: la voce di lei aveva vibrato in un modo che lui ricordava bene,perché era quello aveva usato nei rari momenti di intimità che avevano condiviso in passato, quando lei aveva avuto bisogno di parlare con qualcuno e aveva finito per confidarsi con lui.

-Sei triste…. si vede…-aggiunse,timidamente sedendosi accanto a lui.

-Buffy… vado via da Los Angeles.-

-…..- Buffy non doveva aver capito bene,non era possibile,si erano appena conosciuti e lui non poteva sparire così,senza nemmeno avere…

Buffy a quel punto non potè più resistere e ,forse non volendo, continuò ad alta voce:

-…cosa?…perché dovresti restare? Fai bene! Vai! Vai via!- gridò sul viso del vampiro, con rabbia e nervosismo- Ti sei già stancato della città? No! Ti sei già stancato di me?-tremava la voce della cacciatrice e ancora di più tremavano le sue labbra e le sue mani. Spike sulle prime,non reagì, nel dubbio di non capire fino in fondo i motivi di un tale inaspettato sfogo.

-Ma.. Buffy…..-

-IO non voglio che tu te ne vada! Capito?Capito?-

Spike allungò le braccia per stringerla a sé,mentre il suo cuore traboccava di felicità per quelle parole che lui neppure aveva mai osato sperare di sentire.

L’aveva appena sfiorata quando un vampiro sbucò con la sua enorme ascia proprio da sotto il sarcofago su cui erano seduti e si avventò su di loro,seguito subito da un altro e poi da un altro ancora.

Spike fu scaraventato a terra mentre Buffy era saltata in piedi sulla tomba,cercando dall’alto di assestare colpi precisi su tutti e tre. Ma quello con l’ascia non era da sottovalutare e infatti,afferrata la cacciatrice per le caviglie,la ribaltò all’indietro, per schiacciarla poi con tutto il suo peso contro i gradini.

Spike si era rialzato ed era corso in aiuto di lei, uccidendo con un paletto uno degli altri due ma il terzo lo aveva bloccato prima che potesse raggiungerla,costringendolo in un corpo a corpo che pareva non avere fine.Evitò per un soffio di essere colpito dalla lancia che il demone aveva nascosto sotto la giacca,rotolando ancora più lontano dalla tomba.

Buffy non se la passava meglio: lottava debolmente contro quell’energumeno, sfiancata dai continui salti con cui schivava i colpi di ascia,senza riuscire ad attaccare.

Quando il terzo vampiro fu atterrato da Spike,egli corse immediatamente dalla cacciatrice per darle man forte ,riuscendo a disarmare il demone e ad infilzarlo a dovere, finalmente, con la parte posteriore della sua stessa ascia.

Spike ,affannato e dolorante,si voltò verso Buffy porgendole la mano per rialzarsi:

-Buffy?.. Stai bene? Non sei fer…-

-NOOOOO!!!!Spike….-

Il terzo vampiro,tramortito poco prima da Spike,aveva riacquistato ben presto la forza necessaria per rimettersi in piedi e ,raccolto da terra il paletto di legno che proprio a Spike era caduto durante lo scontro,scagliò un colpo alla spalla di Spike.

-Maledetto!!!!- Buffy urlava in preda al terrore mentre Spike si accasciava, silenziosamente sopra di lei,ancora a terra.

-Spike….-mormorò,spostandolo sull’erba – Maledetto!!!-

Buffy si alzò come una furia e prese a picchiare senza respiro il demone, massacrandolo contro il sarcofago di marmo,fino a che non cessò di muoversi,dunque estrasse un paletto dalla tasca della giacca e lo polverizzò.

Tornò a gettarsi su Spike,ancor prima che polvere fosse dissolta nell’aria completamente. Spike ,riverso sul prato umido era ancora tutto intero,segno che il colpo infertogli con il paletto non era andato a segno,tuttavia si muoveva appena.

-Spike…dimmi che hai? Dove ti ha colpito?- Buffy ,china su di lui,gli sollevava la testa e la stringeva al seno.

-Non lo so … ma mi piace…-fece quello,sommessamente,strofinando la fronte le guance contro i seni soffici,approfittando senza pudore premurosa e morbida comodità in cui Buffy stessa lo aveva adagiato.

-Ehi!-replicò lei,con finto disappunto.

-Sto malissimo!No,sul serio…-mormorò di nuovo lui,spingendo ancora più la testa in quell’abbraccio.-Qui,Buffy,sotto la spalla….-

-Fa vedere un po’…- e gli sollevò la maglietta,seriamente preoccupata.Infatti,pur non essendo stata mortale,il paletto di legno aveva lasciato una ferita profonda all’altezza della scapola e Spike sanguinava molto più di quanto lui potesse rendersi conto.

-Per stasera,direi che la ronda finisce qui… -

-No.Io sto bene, resto con te. Aiutami solo ad alzarmi.-disse lui,serio,liberandosi dall’abbraccio.

-No,Spike.Vieni a casa mia,ti fascio la spalla e poi …-

-…e poi torno a casa di Willow….-

-…s..si si, e poi torni a casa di Willow.-ripetè Buffy,più a se stessa che a lui.

Così,barcollando un poco,Spike si rialzò e camminarono per un chilometro,fino al palazzo dove era situato l’appartamento di Buffy e Dawn.

-Ssshhh…facciamo piano…non voglio svegliare…-

-Dawn…-finì di dire ,il vampiro,quando la sorellina della cacciatrice spuntò dalla cucina,imbacuccata in una vestaglia turchese.

-Ciao Spike.- disse quella,con distacco.

-Ciao,Dawn…-Spike,era incerto,non sapeva cosa aspettarsi a quel punto.Da quando Dawn era venuta a conoscenza,grazie al disinteressato intervento di Xander,di quella tremenda scena nel bagno di casa Summers,il loro rapporto si era incrinato e il vampiro era certo che la crepa fosse troppo profonda per essere sanabile,poco importava il suo sacrificio per la salvezza dell’umanità: agli occhi di Dawn,lui era quello che aveva tentato di violentarle la sorella e basta.Non Spike,non un vampiro o tanto meno uno a cui dire grazie.

Dawn passò davanti a loro,tirando dritto per la scala che conduceva al piano superiore,senza fare caso alla postura sofferente di Spike e ignorando volutamente le loro espressioni stupite,salì i gradini eretta come un fuso,con fare superiore e smorfia seccata,senza degnare Buffy di un saluto e ,certamente,senza voltarsi.

-Mia sorella… ma forse voi vi conoscevate già…e comunque ,lei non è sempre così…-si affrettò a giustificarsi lei.

-Lo so ,Buffy…-lui continuava a regalarle i sorrisi più belli,qualunque cosa accadesse intorno a loro,Buffy poteva rifugiarsi in quei suoi meravigliosi sorrisi. Ed era speciale. Buffy era rimasta senza accorgesene,impalata a guardarlo,soprappensiero forse ma,più probabilmente,senza alcun pensiero,rapita dal calore della sua presenza.

-…saliamo?-osò Spike,dopo alcuni istanti in cui si era lasciato scrutare da lei.

-Oh…si.. saliamo su,così prendo la cassetta del pronto soccorso.-

Reggendosi alla balaustra da un lato e sorretto da Buffy dall’altro,Spike arrivò in cima al piccolo corridoio su si affacciavano le camere delle ragazze e Buffy,velocemente allungò una mano per aprire la porta della sua stanza.

Spike si sentiva confuso,sebbene fosse anche veramente felice che Buffy si prendesse cura di lui come in passato,non era sicuro di come avrebbe dovuto comportarsi di lì a poco ma sapeva che la vicinanza con lei non era sopportabile oltre e , soprattutto,si trovava davanti una Buffy non del tutto prevedibile a causa dei tasselli di memoria mancanti,di fronte alla quale non era preparato.Spike in più occasioni aveva avvertito sensibilmente la tensione sessuale che tornava prepotentemente a farsi beffe delle buone intenzioni di lui e delle effimere convinzioni di lei,tanto da temere che fosse proprio Buffy a prendere pericolose iniziative. Alla maniglia che girava la domanda che gli martellava nella testa era: “Riuscirei a dirle di no?”.

A Buffy parve che la maniglia non finisse mai di girare,tanto quanto la sua testa almeno,al ritmo battente del cuore e dell’ansia lacerante per quello che la sua anima stava desiderando,dimenandosi nella morsa stressante della razionalità con cui da anni cercava di imprigionarla.

 

La porta si aprì lentamente e a Buffy,che per prima si affacciò nella stanza per accendere una luce, apparve per un brevissimo istante il bambino dai grandi occhi blu del suo strampalato sogno,seduto al centro del letto, allargava le braccia grassottelle verso lei ,tendendogli le manine con i sorrisetti più dolci.

 

Buffy e Spike si guardarono per un momento,soffermandosi entrambi su ogni pur lieve tratto,cercandosi disperatamente l’uno negli occhi dell’altro ed entrarono.

 

Capitolo 9.

 

Buffy rovistò per un poco nell’armadietto del bagno per rientrare in camera con la cassetta bianca e rossa contenente medicine e garze per le piccole emergenze.

La piccola scatola cadde a terra nel cuore della notte con un fracasso metallico che sentirono sin dall’appartamento all’ultimo piano: Spike era seduto sul bordo del letto e si era tolto la maglia,voltava le spalle alla stanza da bagno,perso con lo sguardo fuori dalla finestra.Buffy sentì le ginocchia piegarsi mentre le unghie laccate di rosa rigavano il legno verde del telaio: la schiena candida e liscia,così sapientemente disegnata,il miracolo di una possente statua che sapeva vivere di vita propria ,certo opera grandiosa di chissà quale scultore italiano,si mostrava alla cacciatrice per la prima volta,nel riflesso notturno di una minuscola abatjour dal cappello di stoffa blu.

Buffy deglutì ripetutamente e la saliva,che non voleva fare il suo corso, dovette far molto rumore perché proprio allora Spike si voltò a guardarla.Era serio e cupo e Buffy ebbe l’impressione che volesse improvvisamente alzarsi e andar via.

-Eccoti…-fece il vampiro a voce bassa,forse aveva paura di svegliare Dawn appena addormentatasi nella camera adiacente.

-….- lei tacque, con le gambe che avevano preso a tremare,tanto era concentrata sul sembrare a suo agio,quindi si chinò per raccogliere il contenuto della cassetta del pronto soccorso,sparso un po’ per tutto il pavimento.

Spike si alzò e si chinò con lei per aiutarla.

I loro occhi si fermarono nel riflesso di quelli dell’altro: il blu,nero profondo,nella camera debolmente illuminata e lo smeraldo scintillante e puro,venato dal colore dell’oro,uniti in una danza di paura ed eccitazione eppure ancora timidi,sopra il rossore ingenuo delle guance di lei.

-Buffy… -iniziò a bassa voce il vampiro- Tu..sei felice? ..Qui a Los Angeles …intendo,tu stai bene?- la domanda rimbombò nella testa di lei come le campane dell’inferno: come poteva farle quella domanda quando il suo comportamento degli untimi tre,quattro giorni, era stato così incoerente eppure involontariamente palese? Oppure non lo era? La cacciatrice ebbe l’impressione che Spike si aspettasse qualcosa di ben peggiore da parte sua:il punto era “Perché?”. Comprese che,sotto la sua andatura spavalda e ostile,incredibilmente sensuale, in fondo a quegli occhi che tagliavano,beffardi e schivi,a propria discrezione tutto ciò su cui si posavano,qualcosa …lentamente e crudelmente… doveva avere torturato la sua anima ancor prima che “Chissà come?” il vampiro la ottenesse indietro.

-Sì.-rispose secca,dopo lunga esitazione: era irritata,invero,perché sperava che Spike avesse compreso appieno il suo stato d’animo ma,evidentemente,così non era; allora mentì,prima che a lui ,ripetè quel “Sì” a se stessa, poi sperò che lui non le credesse.

-Lascia che ti medichi quel taglio,adesso…-bisbigliò. Lo sguardo del vampiro la trapassava fino in fondo all’anima,mentre i suoi pensieri contorti venivano allineati ordinatamente dal calore che le proveniva da dentro e tutto le apparve semplice e facile e bello. Come in quelle delicate fiabe in cui percepisci i colori pastello dei paesaggi incantati pur quando il libro non ha illustrazioni e senti in te la purezza e l’innocenza della principessa,sapendo che il principe forte e leale arriverà a salvarla,sfidando ogni ostacolo: in cui la realtà si erge ad amore assoluto e il ‘vissero felici e contenti’ non è la fine ma un magico inizio.

Appoggiò le ginocchia a terra e allungò una mano verso il viso di lui, soave e vellutato appiglio per un bacio leggero,che Buffy seppe rubargli, lasciandolo con gli occhi chiusi ad immaginarne un altro che venne subito dopo,quando le loro dita tremanti finalmente si intrecciarono e la distanza incommensurabile tracciata dalla perduta memoria sbiadì,lasciando spazio a nuovi ricordi,fatti di emozioni soffocate e sofferte e di sguardi traboccanti d’amore.

Inginocchiati sul pavimento freddo,avvinghiati nel abbraccio sensuale solo delle mani, si baciarono scoprendosi lentamente,sfiorandosi le labbra in inviti che si facevano sempre più arditi e incontentabili. Assaporarono i loro respiri affannati e insoddisfatti fino a quando i contorni degli oggetti che li circondavano non sfumarono:le loro ombre, allungate sulle pareti, incominciarono a girare e i rumori intorno si fecero ovattati e lontani.

Spike si spogliò lentamente,lasciando che lei lo guardasse,incantata,incapace di muoversi e incredula… poi con carezze maliziose le sfilò i vestiti,mentre Buffy rimaneva in ginocchio,immobile a spiare ogni suo piccolo movimento. Nessuna parola,nessun pensiero che tornasse a tormentarla o a suggerirle cosa fare , cosa non fare. Spike li aveva scacciati con quei baci,o forse con un incantesimo,poco le importava. Era felice e soprattutto,desiderava esserlo,dopo tanto tempo ,cercava la felicità per se stessa e Spike gliela donava con generosità,senza riserve,senza che avesse avuto bisogno di chiederglielo.

La passione ruppe gli argini del cuore e inondò le membra,travolse la mente come fosse il gambo di un giglio ,cresciuto sul greto del fiume e con essa le ansie e le angosce della cacciatrice.

Affogarono le convinzioni della linea netta che separava il bene dal male,affogò con esse la presunzione di chi crede di sapere distinguerli.

 

Spike la lasciò distesa sul letto e le si inginocchiò di fianco,mentre lei fremeva di piacere bramando le sue attenzioni. La osservò rapito,in ogni tratto e docile curva del suo corpo perfetto, Buffy giaceva tra le lenzuola color indaco,con le ginocchia leggermente sollevate e le braccia lungo i fianchi: si abbandonò al suo sguardo avido e malizioso,come cullata dalle onde appena accennate del mare placido in una alba di maggio. Con la testa reclinata da un lato,la osservava senza sfiorarla. Brividi a fior di pelle vibravano lungo le cosce e la schiena e l’intero suo corpo venne scomposto in frammenti infiniti dagli occhi blu del vampiro,sperduti nel piacere indefinibile che quegli attimi provocavano ad entrambi.

Buffy tremava sotto i suoi occhi e lo attendeva febbrile,rapita dall’incontenibile fretta di sentirlo stretto a lei,senza che nemmeno un filo d’aria potesse insinuarsi nel loro abbraccio.

Buffy era profondamente stupita dalla scoperta del piacere che quella scena le induceva:Spike la stava guardando e lei era ansimante ed eccitata alla sua mercé. Sembrava non volerla toccare, continuava a guardare soltanto,ovunque e insistentemente,tornando di tanto in tanto a leggere la complicità negli occhi di lei.

Un tremito più forte le percorse la schiena,dalla nuca fino al coccige e un gemito le sfuggì,nella silenziosa tensione sessuale di quel gioco ancora tanto innocente.

Buffy allora,portò goffamente la mano sotto l’ombelico,nell’istinto infantile di coprirsi ma lui ,con gentilezza,la fermò posandogliela sul ventre e poi,con l’altra mano la accarezzo tra le gambe e sorrise,alla conferma che era già debolmente dilatata. Spike guidò la mano di Buffy fino al pube e poi continuò a scendere ,sino alle lenzuola facendo attenzione che le stesse dita di lei sfiorassero la sua femminilità,sino alla morbida stoffa che fasciava il materasso.

Buffy arrossì violentemente ,perdendo la ragione quasi,scoprendosi già profusamente bagnata dai suoi fluidi che avevano umettato persino le lenzuola. E tutto ciò senza che lui la toccasse. E adesso tremava di più: con quanta facilità Spike aveva strappato le sottili cortine che chiamano pudore,conquistandola in tutto il suo essere,infondendogli la sua essenza d’amore e di rabbia fino al completo,appagante, abbandono.

Spike ,chino su di lei,si guardò bene dal lasciar trasparire la sua soddisfazione e tornò,invece,a baciarla con veemenza,rassicurandola tra le sue braccia.

Buffy gli sorrideva mentre ricambiava il suo bacio con lo stesso desiderio,poi lo attirò sopra di sé stringendogli le gambe attorno ai fianchi,senza interrompere il massaggio sensuale che concedeva alla nuca e alle spalle.

Poteva sentirlo: gonfio di passione e guizzante,il sangue pulsava senza pace in lui. Un lieve distacco perché Spike potesse meglio muoversi … Buffy inarcò la schiena e lasciò che lui si spingesse da subito sino al limite,mentre tutti i muscoli si contrassero, involontariamente,quasi con dolore.

Spike soffocò le grida di piacere premendole la mano sulla bocca,ridendo compiaciuto senza smettere di baciarle il collo e i capelli deliziosamente arruffati,fino al bramato ultimo anelito di piacere,quando si strinsero di più e insieme,dentro quell’alveo sinuoso e assetato,mescolarono il loro caldo e più geloso dono.

 

L’aria della stanza era fredda sulla pelle umida di sudore e Buffy mugolò,tastando il letto in cerca della coperta, Spike prontamente la coprì,attento a non svegliarla.

-Vado via,amore…-mormorò ,esitando ancora un po’ sull’espressione beata del sonno di lei –Ho rovinato tutto- parlava con voce era rotta in gola,soffocando il pianto – Di nuovo.- aggiunse,senza più fiato e saltò dalla finestra aggrappandosi al ferro rugginoso della scala antincendio. Si voltò un attimo:non le aveva voluto dare neppure un ultimo piccolo bacio e annuì,sforzandosi di convicere se stesso che stava agendo per il meglio.

Buffy si rigirò ancora nel letto,continuando a mugolare:entrambe le mani vagavano tra le lenzuola,solo che Buffy non aveva freddo.

Una lacrima le sfuggì quando isuoi occhi erano ancora chiusi: -Perché? Spike,cosa ho fatto di sbagliato?- si raggomitolo nel profumo che il vampiro aveva lasciato tra le coperte,inspirando più che potè l’odore del loro amore ma non trovò la forza di alzarsi.

 

Willow a casa,percorreva il salotto su e giù da ore:aveva bisogno di parlare con Spike ,con la massima urgenza perché non c’era molto tempo e lui doveva sapere. E doveva saperlo subito ,prima che fosse troppo tardi e lui sparisse nella notte ,come al solito,senza lasciare traccia.

Quando la strega finì anche la decima unghia,strappò il cappotto a quadri dall’attaccapanni e frugando nelle tasche tirò fuori le chiavi della macchina,per correre subito in garage senza neppure finire di vestirsi.

Con una sgommata che sentirono da santa Barbara,partì alla ricerca di Spike sarebbe andata prima al cimitero e avrebbe anche chiesto indicazioni ai vampiri,se necessario e poi avrebbe tentato a casa di Buffy,sperando,tuttavia di non trovarlo proprio là.

Spike,invece,rientrò proprio durante il rombo della partenza di Willow ma non osò fermarla,credendo che avesse qualcosa di importante da fare per guidare una utilitaria come fosse una ferrari. Entrò in casa e salì di sopra per prendere le sue poche cose.

 

Capitolo 10.

 

Spike riempì la sacca meccanicamente con gli occhi fissi davanti a sé,quando ebbe finito guardò fuori dalla finestra la sua Desoto parcheggiata lungo il vialetto alberato, fuori stava albeggiando e lui doveva sbrigarsi a salire in auto,i vetri scuri lo potevano proteggere anche durante le ore del giorno per cui non c’era ragione di attendere che venisse di nuovo la sera per partire. Del resto,prima avrebbe lasciato Los Angeles,meglio sarebbe stato: aveva fatto già abbastanza danni. Andare a letto con lei,dopo tutti i suoi ragionamenti e le buone intenzioni,dimostrava,anzi no,ribadiva che lui non era capace di rispettarla,neppure adesso che la perdita dei ricordi la rendeva tanto vulnerabile. Aveva ceduto al suo istinto,fregandosene di tutto il resto come al solito, per appagare gli irrefrenabili desideri di un momento e così facendo non aveva fatto altro che mettere in pericolo la serenità che tanto faticosamente Buffy aveva riconquistato. Sapeva come avrebbe dovuto comportarsi, ci aveva riflettuto per giorni e giorni ma i suoi validissimi intenti si erano sgretolati al primo piccolo bacio.

Se Buffy,prima dello scontro contro il first,aveva pregato Willow di proteggerlo con la magia,certamente era stata mossa –quantomeno-da affetto per lui… e se la sua memoria non fosse stata compromessa irrimediabilmente,forse,lui avrebbe insistito per capire… ma le cose erano cambiate ed erano talmente tanto diverse che Buffy si era ricostruita tutta una vita senza di lui e ciò che era peggio, “oppure meglio?” ,era felice. Nessun motivo per restare,dunque.

Lo sportello della Desoto gli parve quanto mai pesante, gettò la sacca sul sedile posteriore e partì.

 

Nel frattempo ,Willow si era arresa al fatto che il cimitero fosse deserto e incredibilmente tranquillo,nonostante conservasse tracce di una lotta recente,ormai non c’era più nessuno eccetto il guardiano che si apprestava ad aprire ufficialmente il cancello mentre lei ripartiva, a tutta velocità,per casa Summers.

Trovò Dawn che correva dietro al suo autobus con una ciambella in bocca,non badò a fermarla per chiederle di Buffy,lasciò la sua auto lungo il marciapiede incurante della poliziotta che avanzava minacciosa ,agitando il libretto delle sanzioni. Entrò invece direttamente in camera dell’amica,con un invadente incantesimo,che a detta sua,usava solo per le emergenze.

Buffy doveva essere sotto la doccia,la strega si guardò intorno:nessuna traccia di Spike. Tirò un sospiro di sollievo.

-…Spike?….-la voce di Buffy ,si accorse della presenza di qualcuno e si precipitò fuori dal bagno, con l’asciugamano tirato addosso.

La delusione sul suo viso era tanto evidente che la strega cadde seduta sul letto e comprese di essere arrivata tardi.

-..Willow?- Buffy si sistemò meglio l’asciugamano e sgranò gli occhi,in attesa di una qualche spiegazione per quell’inattesa invasione in camera sua. Il volto dell’amica già non prometteva niente di buono e la cacciatrice era certa che fosse per via dello scarso risultato ottenuto la notte passata durante la ronda. Pensò subito ad altre vittime dei vampiri o a qualche rito compiuto durante quei raduni,magari a nuove terribili presenza demoniache risvegliate…

-Buffy…-iniziò,prendendosi la testa rossa tra le mani fin quasi a farla sparire -…ti prego,dimmi che non avete fatto l’amore….-

Buffy si sentì mancare il terreno sotto i piedi ed esitò a lungo prima di rispondere.

-No..no…-balbettò,girando gli occhi per la camera- Non ti avevo detto che Angel ed io…-

-Smettila!-urlò l’altra,alzandosi in piedi come per minacciarla-…sai di chi parlo! Buffy! Dimmi che avete usato delle precauzioni,almeno!-

Buffy la guardava attonita.

-Come sai che….- Buffy non riusciva a spiegarsi come l’amica potesse essere tanto certa di lei e Spike da non averle lasciato neppure il beneficio del dubbio,poi riprese:

-…ma …ma … Willow… non capisco…è un vampiro…non serve che ….-

-Serve invece! Serviva! Se solo mi fossi decisa prima a parlarne a Giles!-

-Giles? Ma che c’entra Giles se Spike ed io abbiamo…-

-Non capisci,Buffy? Spike non è un vampiro come gli altri:non lo è più da quando da tornato nella nostra dimensione ….lui vede la sua immagine riflessa…. Non sente più il bisogno di bere sangue come prima…lui…non lo sa? Dov’è? Dove diavolo è andato?- la strega scuoteva la cacciatrice per le spalle,difficile dire chi delle due fosse più sconvolta.

-Che dimesione? Che vuol dire che non beve più il sangue? Che vuol dire che dovevamo prendere delle precauzioni?- Buffy balbettava frasi sconnesse, sorreggendosi all’amica,per non cadere.

Perché si calmassero ci volle quasi un’ora,tempo in cui Buffy rimase in piedi sulla soglia del bagno e Willow,seduta sul letto con le mani incollate alle ginocchia,in silenzio, ad ascoltare quelle parole gridate da Willow che riecheggiavano prepotentemente tra le pareti,una spiegazione confusa eppure tanto esaustiva da togliere loro la voce.

Buffy andò a sedersi sul letto accanto all’amica:

-Adesso tu mi spieghi con calma tutta la storia.Senza bugie,Willow perché,come vedi, non portano che conseguenze disastrose.-

Willow guardò Buffy con le lacrime agli occhi e cominciò.

-Buffy io devo chiederti di perdonarmi,innanzi tutto,perché una buona parte di quello che sta succedendo è colpa mia…-

-Per il perdono aspetto che mi racconti la verità…- disse allora, con cattiveria.

-Spike è tornato qui da una dimensione magica che creai circa un anno fa,quando ancora eravamo tutti a Sunnydale. L’ho creata con lo scopo di salvare il suo corpo di vampiro e la sua anima di uomo da morte certa,usando la magia nera,Buffy. Solo al trecentesimo giorno dalla sua scomparsa,avrei compiuto un altro rito per riportarlo nella nostra dimensione…-

-Ma come sapevi che sarebbe dovuto morire? E se era a Sunnydale,io perché non l’ho mai incontrato…-Buffy fu assalita allora da quella penetrante e inspiegabile angoscia,come se l’afferrassero per la gola sempre più forte o la costringessero sott’acqua impedendole di tornare a respirare.

-Aspetta,lasciami raccontare …. Per qualche ragione,probabilmente perché ho usato la magia nera in un momento in cui non avrei dovuto farlo,visto quanto mi è costato riprendermi dalla morte di Warren, l’ho riportato qui un po’ meno vampiro… con caratteristiche alterate,non so ancora se alterate temporaneamente o meno. Ma questo l’ho scoperto solo dopo aver parlato,anzi,urlato,con il signor Giles.

Ieri sera sono andata da lui per parlargli di te e di quello che ti stava accadendo,delle bugie e delle non-verità che ti erano state dette, quindi anche di Spike e del mio incantesimo che gli salvò la vita a Sunnydale,salvandolo dalle fiamme della bocca dell’inferno.-

Buffy impietrita,non tradiva emozioni,Willow credette di non sentire neppure più il suo respiro e si interruppe varie volte per sincerarsi che stesse bene.

-Il signor Giles si è dovuto arrendere all’evidenza dei fatti…e da ultimo è stato costretto a rivedere le sue idee sul Spike,per forza di cose,dunque ,quando gli ho descritto il rituale compiuto per salvarlo e quello per riportarlo nella nostra dimensione, Rupert ha notato delle discrepanze… il che ci ha portato alle conclusioni sulla natura incerta di vampiro con cui Spike è tornato indietro. E alle possibili conseguenze.-

Willow respirò profondamente e cercò,infine,lo sguardo dell’amica.

-Buffy,potresti essere incita.-disse tutto d’un fiato,aspettandosi reazioni delle peggior specie. Invece,la cacciatrice disse,con tono indecifrabile:

-Cosa hai detto a Giles per convincerlo a cambiare idea su Spike?-

-La verità,Buffy. Una verità che tu non riesci a ricordare. –

-….uh?- la cacciatrice si voltò con rabbia verso Willow,quasi volesse aggredirla per quella parole che,però Buffy,già aveva debolmente intuito in quei pochi giorni trascorsi vicino al vampiro.

-Tu conosci Spike molto meglio di tutti noi. Anzi,noi ,a dire il vero, non lo conosciamo affatto. Ti dirò solo una cosa al riguardo:sei stata tu,a Sunnydale,a chiedermi di proteggerlo con la magia nera. Il resto,Buffy,non posso dirtelo e sarebbe inutile lo facessi,anche perché credo che tu possa immaginarlo.-

Allora,all’improvviso,Buffy comprese il significato del sogno in cui il bambino dai grandi occhi azzurri la guidava per Sunnydale,sino a quella strana cripta…e potè riconoscere il volto della persona che vide sulla porta … il gridolino di gioia del bimbo…. e capì perché gli tendesse,felice,le manine.

-Voglio sapere perché non lo ricordo.-

 

Erano trascorsi quasi tre mesi da quando Spike aveva lasciato Los Angeles e da quando Willow aveva raccontato a Buffy la verità.

Buffy non poteva ricordare,per farlo le era stato spiegato che avrebbe dovuto rinunciare a tutta la memoria,Willow le aveva anche raccontato di quanto Spike si fosse arrabbiato solamente alla possibilità di ricorrere ad un simile mezzo.

Non aveva fatto test di gravidanza,non ce n’era bisogno. Sapeva di aspettare un bimbo da prima di concepirlo:era stato il bambino stesso ad avvisare la sua mamma,apparendole in sogno, cercando di aiutarla a ricordarsi del suo papà.

Buffy non era sicura di quello che provava adesso per l’osservatore:avrebbe voluto odiarlo ma sarebbe stato più esatto dire che lo compativa: agiva a fin di bene,sempre e comunque… ma quanta miseria in un uomo che credeva di ‘essere’il bene, senza capacità alcuna di metter in discussione le proprie azioni!

Aveva perdonato Willow per non essere stata sincera con lei fin dall’inizio ma non riusciva a confidarsi con l’amica come un tempo,perché quel perdono,elargito con leggerezza,per non far sentire in colpa la strega,non era stato fatto proprio dalla cacciatrice,non del tutto almeno o non ancora.

Buffy,accadeva più volte al giorno , si guardava con tenerezza allo specchio,di fronte, di profilo ,in cerca di un po’ di grasso su qualche parte del corpo o di una rotondità nuova,apparsa magari durante la notte. Tuttavia,era troppo snella e allenata perché la gravidanza potersi già intravedersi,ecco allora che ,desolata,tenendosi la pancia con la mano scivolava in cucina in cerca di fragole e cioccolata da spalmare.

Non aveva smesso un momento di pensare a Spike da quando era partito,ogni volta che si addormentava pregava il bimbo che era dentro di lei di riportarla a Sunnydale e mostrarle i perduti ricordi oppure di indicarle il luogo dove il suo vampiro si trovava.

Ma il piccolino non poteva aiutarla,troppo occupato a crescere bello e sano nella pancia rassicurante della mamma: non toccava a lui occuparsi di quelle cose da grandi adesso,erano mamma e papà che dovevano trovare il coraggio di volersi bene. Pertanto non rispose a quelle tristi preghiere ma anzi,si rigirò un po’ e spinse fuori quattro piccole protuberanze,appena accennate,ansiose di diventare manine e piedini grassottelli.

….per quel momento forse,mamma e papà si sarebbero ritrovati.

 

Capitolo 11.

 

Buffy era entrata ormai nel quarto mese e anche,nonostante si sforzasse di non darlo a vedere agli amici,anche nella mentalità della futura mamma. Passeggiava a lungo durante il giorno e non c’era una sola vetrina davanti alla quale non si fermasse a sospirare: in primo luogo erano quelle dei negozi pre-maman ,ovviamente,ma anche quelle dei giocattoli,sino alle ampie mostre dei mobilieri di Los Angeles con le loro belle camere e camerette ricostruite a regola d’arte lungo le strade della città. Buffy sognava una casa accogliente dove crescere suo figlio,per essere un po’ l’angelo del focolare,con un bimbo nella culla celeste al piano superiore e l’uomo più attraente che lei avesse visto mai,seduto sul divano color panna che la fissava con sguardo ammiccante e con il suo dannatissimo sopracciglio alzato.

Sapeva di non essere più la prescelta o almeno,non nel senso in cui lo era stata per tanti anni prima dell’avvento del First,eppure era certa che la cacciatrice non si sarebbe mai assopita,nemmeno per amore di un figlio al quale,sempre e comunque, sarebbe andato per primo ogni suo pensiero. Viveva da mesi con quei ragionamenti contrastanti,cercando la via per conciliare il suo ruolo di mamma con quello di cacciatrice : l’unica cosa su cui non aveva alcun dubbio era quella di voler essere una madre come lo era stata Joyce per lei .

In quei mesi trascorsi da sola a guardare il suo non-pancione allo specchio,Buffy aveva compreso anche di non poter ignorare più Spike,di non poter fingere che non fosse importante. Non riusciva a spiegare appieno i sentimenti che provava per il vampiro,ripetendo a se stessa che non poteva essere amore perché era successo tutto troppo presto e perché lui restava pur sempre un estraneo,almeno nei fatti,dato che nessun ricordo di lui era presente nella sua mente. E allora perché il cuore le saltava in gola ogni volta che vedeva un’ombra seguirla nella ronda? Perché quando l’ombra nera si mostrava come il demone di turno,lei lo aggrediva con quella ferocia inaudita? Era la delusione a guidare i colpi rabbiosi di suoi scontri notturni,la delusione e la rabbia di essere stata abbandonata e di non conoscerne neppure le vere ragioni?

Uccideva i suoi nemici con le lacrime che le premevano sugli occhi,difendendo se stessa dai pensieri più dolorosi ad ogni colpo che scagliava sui vampiri,sfogando le sue angosce su quelle creature demoniache per finire ogni notte, mentalmente stremata ma senza che nessun vampiro fosse riuscito a sfiorare lei e il suo piccolino,sotto il portone di Willow,incerta sul da farsi.

Per quei quattro mesi,ogni notte,dopo la ronda,Buffy era andata a chiedere l’aiuto dell’amica.Solo che non aveva trovato il coraggio di suonare il campanello.

Buffy voleva Spike. Lo voleva con tutta se stessa. Se aveva lasciato passare tanti giorni da quando lui se ne era andato, era perché temeva il passato: un passato che non conosceva ma che aveva intuito non essere esattamente rosa e fiori. In quei pochi giorni trascorsi vicino a lui,si era resa conto di quanto fosse fragile di fronte a lei e capiva,adesso,che doveva essere colpa sua. Pur non ricordando niente di quando erano a Sunnydale,era certa di averlo ferito,forse anche più volte e ,senza dubbio,in modo terribilmente crudele tanto da segnargli l’anima e mutargli il carattere. Queste convinzioni la frenavano: doveva essere questo il motivo per cui l’aveva abbandonata e se lo avesse cercato,Spike certamente l’avrebbe scacciata nuovamente.

Allo stesso tempo,però,Buffy non poteva non pensare anche ai momenti belli vissuti con Spike e a quello che aveva provato: se lo aveva provato,allora,doveva essere perché lui aveva saputo trasmetterglielo… ripensava alle parole della canzone che avevano ballato sulla terrazza del bar: “Io ti appartengo e tu appartieni a me…tu rendi così dolce la mia esistenza…. Tu sei la mia luce nelle tenebre… Io ti ho amato fin dal primo istante…” ,c’era dolcezza in quelle parole e,se anche nascondevano disperazione , Buffy era certa che fossero dettate dall’ amore.

Una notte,finalmente,schiacciò il dito sul campanello ‘Rosemberg’.

Willow si fece attendere: Buffy vide accendersi,una ad una,le luci in tutte le sue finestre, udì il cigolio di un vetro che si apriva e che si richiudeva in gran fretta,poi, finalmente,la voce trafelata di Willow dal citofono.

-Buffy? Che ci fai qui? Salì!-

Quando Buffy vide la strega a piedi nudi,in vestaglia,con i capelli malamente raccolti per la notte, sulla porta ad attenderla fra ansia e preoccupazione,non potè non sentirsi in colpa per non averle mai realmente concesso il suo perdono,per non essere stata capace di comprendere le sue buone intenzioni,neppure avendo saputo di averla indotta a ricorrere alla magia nera per salvare Spike.

Nonostante tutto,Willow era sempre lì,pronta ad aiutarla ,in qualsiasi ora del giorno e della notte.

-Che è successo?- domandò Willow,non appena Buffy la testa di Buffy sbucò dall’ultima rampa di scale.

-Niente… -disse l’altra,provando un sorriso.

-…mmmh.E quale ‘niente’ ti porta qui?-

-Spike…-mormorò Buffy,cercando comprensione negli occhi dell’amica di sempre.

Willow la fece accomodare sul divano e tornò poco dopo con due tazze di camomilla profumata,ne porse una a Buffy e sedette di fronte a lei,sul piccolo tavolino di legno, facendo attenzione a non urtare il fedele portatile,perennemente acceso.

-Vuoi sapere dove è,non è vero?-le suggerì Willow,vedendo il suo imbarazzo e la sua esitazione.

-…io…-Buffy guardava fissa la base del piccolo tavolo,fuggendo lo sguardo della strega.

-Buffy!-Willow alzò il tono della voce ,facendola trasalire –Possibile che tu abbia ancora problemi ad ammetterlo? Pazienza quando accadeva qualche anno fa…ma persino adesso che non ricordi niente,hai paura del mio giudizio? Anche adesso che non sai un bel nulla di quello che ha fatto Spike,di chi fosse in passato e di quello che è accaduto tra voi,tu ti vergogni? Ma perché? Spiegamelo,o non ti aiuterò stavolta!-minacciò Willow, tremendamente risoluta.

-Non è che mi vergogno…. È che… non voglio che gli altri pensino…-

-‘Che gli altri pensino’….- la interruppe lesta la strega,sillabando le parole -…Oppure che TU possa amare di nuovo una persona? Di cosa hai paura? E perché diavolo hai paura,soprattutto!-

-Hai ragione,ho paura di amarlo perché essere abbandonate da ‘uno che mi porto a letto’ è meglio da essere abbandonata da ‘uno che amo’… perché ho amato già un vampiro e guarda come è finita…… cosa farei se Spike non mi volesse? E,quel che è peggio,se anche mi volesse,mi dici come posso vivere al suo fianco? Lui è un vampiro! E poi,adesso,c’è anche un angioletto innocente a dover fare le spese della mia stupidità …e poi….-

-Basta,ti prego…ho capito,non aggiungere altro,perché mi sono già pentita di averti fatto entrare!-

Willow si alzò e sparì dalla porta che conduceva al garage,lasciando Buffy in preda allo sconforto per tutto il quel discorso senza fiato e ,in fondo lo sapeva, senza senso.

La strega tornò poco dopo,con un vecchio e pesante mappamondo di mogano,che lei opportunamente,pensò bene di far fluttuare nell’aria anziché sollevarlo,e alcune carte ingiallite sotto braccio.

Buffy la guardava impensierita.

Il globo si posò,leggero come una piuma,di fronte agli occhi della cacciatrice, cigolando sul perno di metallo mentre Willow,spostò il computer dal tavolo e vi sparse a casaccio quelle che Buffy riconobbe essere delle vecchie carte geografiche.

-Bene!-esordì,soddisfatta- Mi pare ci sia tutto…- e prese,con disattenzione una mano dell’amica che,continuando a mettere insieme i pezzi di quello che la strega si apprestava a fare,la guardava e non capiva.

Willow nascondeva nella tasca un piccolo pendolino di cristallo di rocca,luccicante di pagliuzze verdi che si diramavano all’interno.

-Scusami,Buffy…-

-Ahi!-gridò Buffy,ritraendo bruscamente la mano.

Con un il lato più tagliente del cristallo,Willow provocò un minuscolo taglio su un polpastrello della mano di Buffy,facendo attenzione che la piccola goccia di sangue scivolasse di lato,sino alla punta del pendolino.Solo a questo punto,lo portò sopra il mappamondo e,solo a questo punto,Buffy capì cosa stesse facendo.

Il mappamondo cominciò a girare ad un impercettibile segno della strega,sempre più velocemente,al ritmo incalzante della formula magica:

-Svelami la fuga mossa dall’amore,rivelami ove il sangue diventa amore per chi solo provò dolore….-

Sotto gli occhi della cacciatrice,il piccolo frammento di cristallo iniziò a dondolare appeso alla catenina d’oro che Willow stringeva debolmente tra la punta delle dita,il mappamondo prese a roteare vorticosamente e con esso,tutta la stanza,costringendo Buffy ad aggrapparsi al divano. Solo Willow pareva mantenere fermezza ed equilibrio,fino a che ,pian piano, il globo di legno non rallentò e la goccia di sangue,rimasta ferma sulla punta dello strumento magico, cadde sulla sagoma della Gran Bretagna e tutto smise di girare.

-…mmmhh…. Questa domanda non era poi tanto difficile,caro pendolino mio… c’era da scommetterci che Spike fosse tornato in Inghilterra…- Borbottò Willow,comunque soddisfatta del suo incantesimo.

-Perché?- domando Buffy,corrugando la fronte- Perché c’era da scommetterci?-

-Uffa! Ma non ti ricordi proprio nulla!-brontolò l’altra bonariamente- Spike è inglese…-

-William…-

-Come hai detto?- gridò Will,che non credeva alle sue orecchie- Ho capito bene? Ti ricordi?-

-No…non ricordo…ma…- Buffy,accostò una mano al ventre – William….voglio chiamare così il bambino…ecco tutto! Non ricordo niente,Willow,non insistere.-

E l’amica non lo fece,anche se era certa che qualcosa in Buffy non avesse mai cessato di agitarsi profondamente,facendosi forse,anche beffe della illustre magia del Signor Giles.

-Torniamo a noi, adesso sarà un pochino più difficile…-sospirò,cambiando argomento.

-Ahiu!-Willow aveva nuovamente ferito un dito di Buffy.

La strega ripete il rituale lasciando vagare il pendolo sulla carta geografica del Regno Unito,finchè la goccia di sangue non scivolò in una zona compresa tra Londra e la piccola cittadina di Stratford Upon Avon.

-Beh,almeno non dovrai vagare per tutto il regno di Sua Maestà….mmmh…certo che la zona è piuttosto ampia…-

Buffy era felicissima e non badò a quei chilometri di campagne e minuscole cittadine che potevano riempire quell’area,sentendosi già vicinissima a Spike.

Passato l’entusiasmo iniziale,pensando a come organizzare la partenza,Buffy si arrese alla imprecisione del pendolino e sprofondò sul divano di Willow,infilando la testa sotto il bracciolo,coprendosi con il cuscino.

-Se devo mettermi a cercare per tutta quella parte dell’Inghilterra, farò il bambino in auto,lungo un fosso tra Cambridge e Oxford! Willow! Non potresti essere più precisa?-

Ma l’amica era troppo immersa nella rete per dare ascolto a tutti quei ,pur motivati, piagnistei.

-Che stai cercando?-farfugliò Buffy,sbirciando da sotto il cuscino che la nascondeva.

-…SSthhhh….stai zitta per dieci minuti di seguito e ti prometto che ti darò anche il numero di telefono del tuo maritino…-

-Lui non è mio marito…né lo sarà mai…perché lui è un vampiro e io una donna e non dovrei amarlo perché….-

-Buffy!!!-

-..scusa…-e Buffy dovette tener per sé quei ragionamenti.

-Ecco ci siamo!Qui c’è la storia di William The Bloody!-

Buffy saltò dal divano e si precipitò al monitor,facendo quasi cadere Willow .

-…vampiro di origini inglesi…bla bla..famiglia benestante…. Sua sire la candida fanciulla Drusilla resa pazza da Angelus…bla bla bla…saccheggiarono il mondo dall’Europa alla Cina… a fianco di Darla e Angelus….bla bla….e questo lo sappiamo…-

-Tu lo sai,io no! Aspetta,vai piano.. fammi leggere….-Buffy cercava di rubare il mouse alla strega ma senza successo.

-Non ha senso che tu legga queste pagine di semplicistica cronaca di qualche osservatore fanatico,non è questo ‘Spike’ !…non solo almeno…. Oh,ecco,qui dice come viveva William.…. bla bla bla… dunque,Buffy ,la vecchia tenuta della famiglia materna di Spike si dovrebbe trovare,stando a quanto è scritto qui, a poche miglia da Stratford… c’è anche una foto dell’epoca…-

 

 

*****

Molto lontano da lì,Spike si aggirava per i lunghi corridoi spogli,tra ansia e malinconia,nel silenzio angosciante della grande villa deserta, prudentemente tirando ad ogni finestra le pesanti tende di velluto rosso,intrise di sporco e ragnatele.

-Dovrei decidermi a dare una pulita… Ora mai sono due mesi che sono arrivato……-e provò a scuotere un lembo della stoffa indurita,alzando una nube densa di polvere e terra.

Il pavimento,probabilmente di marmo,rifletteva a stento la sua sagoma,nascosto come era dallo strato di fango,qua e là,osava spuntare il retaggio del vecchio color ambra delle mattonelle ma erano solo sporadici sprazzi, che non riuscivano a mostrare al vampiro il dimenticato colore.

Spike aprì una delle porte,invero tentò di aprirla,perché alla minima pressione della sua mano,cadde rovinosamente a terra, immergendo Spike in una nebbia marrone densa e irrespirabile:

-Naaa!Credo che chiamerò qualcuno che lo faccia al posto mio..-continuò ,facendo spallucce,assolutamente convinto di quella conclusione -…Ci sono ancora dei vampiri che mi devono parecchi favori,da queste parti..ci penseranno quei miserabili a farmi da colf.-

Il suo umorismo non gli era di conforto,nonostante cercasse di convincersi che vivere da solo non era un problema per lui,le sue battute cominciavano persino a stancarlo e,comunque, non impedivano alla voce martellante nella testa di tornare a parlargli ancora di Buffy.

Al di là della porta,l’austera biblioteca della villa,con i libri di una vita e tutte le fantasie di un giovane uomo che amava la poesia.

Restò a lungo a guardare gli alti scaffali in legno e il minuscolo scaleo che usava la madre per raggiungere i volumi più in alto: pareva fosse stato appoggiato lì da pochi minuti da un disordinato ed ansioso lettore…. William lo aveva dimenticato fuori posto,una notte di troppo tempo fa in cui prese frettolosamente con sé una raccolta di poesie di Shakespeare, ricordò con quale entusiasmo avrebbe voluto leggerle a Cecily… ‘Non aveva niente di poetico quella donna..’,pensava ora il vampiro,facendo i conti con quelle remote vicende umane . E il pensiero degli occhi sognanti della cacciatrice accese un triste sorriso sulle belle labbra di lui.

-…sistemerò anche i miei vecchi libri..-sospirò,gettando un’ultima occhiata alla stanza –Avrò tempo di fare ogni cosa,ora che sono qui.-

Si gettò sul letto,in una grande camera che conservava negli affreschi del soffitto e delle pareti,il lustro del suo ricco passato,sebbene i mobili avessero quasi duecento anni, si conservavano benino o comunque il tanto che bastava per non cadere a pezzi.

-A pensarci bene,farò meglio a comprare un armadio … questo fa proprio schifo e puzza …chi se ne frega! Tanto non ho intenzione di dare molti ricevimenti…però,magari,una tv….- si rigirò nel letto e chiuse gli occhi,di lì a qualche ora il sole sarebbe tramontato e lui avrebbe deciso come sistemare alla meno peggio,la sua decadente villa. Non che gli importasse molto della casa in sé o delle tende e delle allegre famigliole di topolini che si erano trasferiti là ma darsi da fare,forse, lo avrebbe distratto un po’ .

E poi,si sa,un uomo non può usare l’immortalità come pretesto per giustificare brutto aspetto e trascuratezza.

*****

 

 

 

 

-Ho capito…Willow,sei impagabile,dico davvero,non so che farei senza di te…-Buffy era sincera e strinse Willow forte forte.

-Adesso devi solo organizzare la partenza…. E siccome non è bene che una donna, incinta di quattro mesi ,vagabondi sola per il mondo,io ti accompagno. Già che sono collegata,prenoto il volo…due posti per domani…-

-TRE posti!-fece una vocina che proveniva dalla porta socchiusa del garage.

-DAAWNNN!!!-in coro

La sorellina di Buffy fece il suo trionfante ingresso nel salotto di Willow,agitando un piccolo cacciavite in mano:

-Come vedi,Willow,anche io ho i miei trucchi magici per entrare negli appartamenti altrui…-

-Vedo ,vedo…-borbottò la strega,poco convinta di tanta baldanza.

-Si può sapere che ci fai in giro di notte ?-domandò Buffy,pronta ad aggredirla nel peggiore dei modi..

-Ho visto che non eri rientrata,cavolo,Buffy,è mattina quasi!-

-Ma …credevo che tu …che Spike non ti piacesse….- osò Buffy,con circospezione,cambiando discorso,rivolta alla sorella che già cercava il suo posto vicino al finestrino.

-Spike ha fatto delle cose terribili Buffy e il fatto che tu adesso non le ricordi non significa che anche io debba dimenticarle.Tuttavia,Spike ha dato molto a tutti noi e… beh, in un certo senso,continua a farlo … visto che solo lui ha saputo riportare il sorriso sul viso di mia sorella…. Non sono certa che meriti ancora il mio affetto tuttavia, certamente, mio nipote lo merita e ancora di più,merita un papà.-

-Dawn… grazie,sono felice che tu venga con noi.-

-Bene,allora è deciso: tre posti sul volo della British di domani…ehm,cioè oggi,dato che è mattina,alle ore 20.00.- e Willow cliccò su ‘acquista’.

 

Capitolo 12.

PRIMA PARTE.

 

Quando si accesero le lucine rosse sopra le teste dei passeggeri,un’agitazione sommessa scosse il corridoio di seconda classe dell’aereo e i passeggeri solerti allacciarono le cinture:l’aereo era in fase di atterraggio ad Heatrow.

Dawn e Willow si assestarono leste sui sedili,svegliate di soprassalto dalla voce squillante del comandante ,o di chi per lui,che annunciava la fase di discesa nel cielo di Londra,invitando i passeggeri ad individuare i monumenti già visibili che svettavano fieri tra i tetti marroni e verdi.

Buffy,in compenso,non aveva chiuso occhio per tutto il viaggio e non poteva dire di essere stanca:il suo fisico era abituato a ben altri generi di fuso orario,in confronto dei quali ,quello Los Angeles / Londra,appariva come un sonnellino pomeridiano mancato. Afferrò gli estremi della cintura con noia,ogni gesto le appariva diretto unicamente a ritardare i suoi piani : dovere preparare uno straccio di valigia,per esempio….oppure quella infinita,inutile serie di controlli all’aereoporto di Los Angeles… per non parlare di tutte quelle ore di volo!Diavolo! Ma non c’erano aeri più veloci? Ah,come? Ce ne sarebbe stato uno ma il suo utilizzo era stato momentaneamente vietato perché i motori avevano il piccolo difetto di rompersi in aria? E quello al governo americano pareva un motivo valido per costringerla a prendere un aereo che impiegava quasi dieci ore? A Buffy stavano per saltare i nervi se faceva quei ragionamenti! Da quando aveva saputo dove andare a cercare Spike,aveva perso il controllo della situazione:c’era la voglia di rivederlo,prima di tutto e di di riabbracciarlo… e poi c’era ‘tutto il resto’. Come affrontare ‘tutto il resto’ era quello che le torturava incessantemente i nervi:non aveva la minima idea di cosa dirgli e di come dirglielo. Non era neanche riuscita a provare qualche discorso a csa,tre sé e sé,mimandolo allo specchio, tanta era la paura che lui non la volesse e la allontanasse di nuovo. Spike conosceva delle cose di lei che,proprio le, ignorava di se stessa e questo era sufficiente a farla sentire inadeguata e troppo insicura per prendere una qualsiasi decisione.

Buffy aveva provato a pensare di amarlo… ma quei pochi momenti che avevano condiviso,conditi da tutti i luoghi comuni e le razionali filosofie sull’amore,le impedivano di ritenerlo possibile.

E mentre decideva che non ci fossero elementi per amarlo,fremeva per un suo sorriso e pregava per un suo abbraccio.

Allora era deciso:lei non lo amava.

Attraversava mezzo mondo,incinta di quattro mesi,solo per fargli una visitina di cortesia.

-Accidenti a lui!-ghignò,assestando un calcio al sedile di fronte.

-Ehi! Che diamine sta facendo,signorina? Ma è pazza?- Un omone baffuto di due metri si sollevò dalla poltroncina anteriore,quasi strappando la cintura di sicurezza e oscurò l’aria sopra le tre ragazze.

-ehm..non..No…scusi…-Dawn era partita per prostrarsi umilmente e provare a salvare un aereo in fase di atterraggio da una rissa di proporzioni impensabili,visto che Buffy era già schizzata in piedi,minacciando il furibondo attacco di una cacciatrice sedotta e abbandonata e incinta,per concludere.

-La scusi…sa, la gravidanza la rende isterica… che ci vuol fare… -Willow chinava e richinava la testa in segno di sottomissione,umile e grata,mentre la luce tornò sulle loro teste mano a mano che l’omone incavolato riprendeva il suo posto.

-…-Buffy non pareva tanto soddisfatta per lo scampato pericolo,forse avrebbe potuto sfogarsi un po’ picchiando quell’energumeno peloso e grasso.

-Ma sei matta?Che volevi fare?-

-Tu sei fuori di testa,Dio ci salvi!Volevi farci ammazzare da un umano,tanto per cambiare motivetto?-sbuffò Dawn,tornando ad allacciarsi la cintura.

Buffy,rimbeccata come una scolaretta,sedette e afferrò con stizza le due cinghie di metallo,provando a farle allacciare…una volta…tira una seconda volta…. Poi fissò le altre due,che sedevano composte,con le loro cinture fissate come si deve.

Guardò con più attenzione verso la sua pancia:

-AAAAHHH!!!-un urlo di gioia fece impaurire tutti i passeggeri e accorrere un’hostess premurosa.

-Che diavolo c’è ora!!-la voce dell’omone grosso e incavolato riecheggiò tonante per il corridoio,poi si alzò nuovo a guardare le tre ragazze agitate sedute dietro di lui.

Buffy gli mostrò un sorriso a bocca aperta,modello ‘lavoro a quattro mani’ di dentista e assistente,mentre le altre due rimanevano rigide come stoccafissi e si lanciavano in una smorfia di panico a denti stretti.

-Vede? Vede? Guardi!- e Buffy sollevava su e giù la maglietta,indicando la rotondità sospetta del ventre- Vede? Ecco perché non mi arriva la cintura? Vede? Guardi!- e, senza pensarci su, afferrò la testa dell’uomo tra le mani e la fece girare per tutti i sedili.

-Vede? A tutti si agganciano! A me no!!!Non è la cosa più incredibile che abbia mai visto?-

Dawn si era oramai infilata sotto l’ascella di Willow che ,da parte sua,non riusciva ad assumere alcuna espressione che fosse anche solo vagamente intelligente.

Le lucine rosse in quel momento si spensero e altre verdi si accesero al loro posto.

-Avvertiamo i signori passeggeri di poter slacciare le apposite cinture di sicurezza e che i signori possono prepararsi per le operazioni di sbarco. Grazie per aver scelto di volare con noi…. La nostra compagnia sarà lieta di….bla bla bla….- la voce del pilota sfumò nelle orecchie di Buffy la quale,liberata,ancor più brutalmente di quando l’aveva afferrata,la testa baffuta e rotonda del poveraccio seduto davanti a lei, si apprestava ad aprire da sola la porta dell’aereo.

Willow e Dawn, rimaste comprensibilmente in posizione arretrata,scossero la testa e decisero in un muto accordo di far finta di non conoscere quella pazza che stava scardinando l’apertura dell’aereo,lottando con due Hostess e un copilota che cercavano,poveretti,di fermarla.

Finalmente,il nastro allungò le loro valige e poterono lasciare quel luogo tanto snervante per la povera e indifesa mammina in dolce attesa.

Il taxi le portò alla stazione e,da là, presero il treno per Stratford. Il tragitto in treno fu sorprendentemente tranquillo nonostante Dawn e Willow,visto l’effetto del viaggio aereo,fossero preparate al peggio.

Solo il ticchettio delle unghie di Buffy sul bordo della valigia tradiva il nervosismo represso e la preoccupazione per quello a cui si stava avvicinando.

L’alba le sorprese a pochi chilometri di binari da Stratford.

“Spike sarà certamente in casa a quest’ora.” Pensarono tutte e tre scendendo alla deliziosa stazione retrò della cittadina di Shakespeare.

 

Dopo una notte alquanto movimentata,in cui Spike aveva saputo convincere vari vampiri a lavorare per lui come impresa di pulizie… (beh, la ‘convinzione’ non era esattamente quello che muoveva i vampiri su e giù per i corridoi sporchi della tenuta di Spike….) e a farlo del tutto gratuitamente,il vampiro si concedeva un meritato riposo su un divano vittoriano ripulito a dovere.

Aveva sistemato solo poche stanze della casa,lo stretto indispensabile per vivere dignitosamente,per il resto avrebbe avuto tutto il tempo necessario. I suoi lacchè non potevano fuggire la loro brillante carriera di colf.

Il piccolo salotto era stato lavato più volte e adesso,generosamente,mostrava al vampiro gli arredi fastosi di un tempo che fu, con la consolle dorata e il marmo bianco luccicante che si rifletteva nello specchio sopra essa leggermente inclinato, e il tavolo ovale al centro,di marmo anch’esso,corredato di due sole sedie per il momento,però dalle sedute imbottite e ricoperte di damasco rosso. Come lo erano i tendoni alla grande porta finestra e lo stesso divano su cui era sprofondato,esausto e soddisfatto,Spike, come se tutto il lavoro lo avesse fatto lui.

-Impartire le direttive a quei primitivi senza gusto mi ha stremato!-borbottò compiaciuto,sollevando le gambe e stendendole sui bei cuscini ricamati.

Una piccola e timida nuvoletta di polvere osò sollevarsi ancora,al pesante piombare degli anfibi del vampiro sulle imbottiture.

-Per l’inferno maledetto! Ancora polvere?-ringhiò,rigirandosi per trovare una posizione più confortevole. Dopo poco una sensazione piacevole sorprese la sua stanchezza, fino a distendergli il volto in un’espressione tranquilla e a concedergli un po’ di sonno.

Buffy era vicina.

 

 

La prima cosa da farsi era stata trovare un albergo dove sistemarsi e vicino alla stazione un piccolo affitta camere sembrava messo lì appositamente per loro.

Tre letti singoli,uno di fianco all’altro,su cui si gettarono vestite e senza togliersi le scarpe.

Silenzio.

Che fare? Tutte se lo chiedevano,nessuna lo domandava.

-Suppongo che dovrei andare,adesso.-fece Buffy,dopo qualche minuto.

Certamente la cosa più saggia da fare sarebbe stato riposare qualche ora,mangiare e dopo una bella doccia,cercare la vecchia tenuta di Spike.Nessuna però tentò di suggerirlo alla cacciatrice che,seduta sul letto,continuava a passarsi le mani tra i capelli.

-Dormirò dopo che avrò parlato con lui.-disse asciutta,senza che le venisse chiesto nulla. Si alzò frugò tra le cose di Willow,tirando fuori dalla sacca laterale dello zaino una cartina della zona.

-Dove è di preciso?-intimo,poco gentile ,alla strega distesa sul lettino con le gambe in aria,appoggiate al muro.

-L’ho cerchiato con la matita….-

-Ecco. Già. Vedo….non sembra lontano…-Buffy adesso era scortese, improvvisamente, sembrava arrabbiata e molto più che preoccupata.

-Vuoi che…- Dawn fece per alzarsi dal letto.

-No.-

E Buffy uscì,tirandosi dietro la porta.La sua incertezza era tanta da aver frenato anche la forza di quel gesto: Dawn chiuse la porta e si appoggiò allo stipite scheggiato e stinto.

 

-Senta,signorina,io non la porto fin là: non ha visto che l’asfalto è finito da un pezzo? Non dovrei neppure essere arrivato fino a qui! Se vuole scenda oppure torniamo indietro! Queste buche mi rovineranno le sospensioni del taxi! E lavoro per la compagnia solo da…- la lagna martellante di quell’autista l’aveva stancata.

-Vada al diavolo,lei e la sua ridicola macchina che chiamataxi! To’ .Ecco quello che le devo. Tenga anche il resto!-Buffy scese dall’auto prima che si fermasse,lasciando l’autista con un palmo di naso ad armeggiare con lo sportello aperto a mezz’aria dell’auto in corsa.

Buffy si guardava intorno,rigirandosi tra le mani la piantina di Willow.

Era scesa lungo una stretta stradina sterrata,piena di buche effettivamente,era evidente che non venisse percorsa da macchine molto spesso.

Quel tassista temerario le aveva spiegato che la tenuta si trovava alla fine della strada e che,dietro la collinetta che già si vedeva, le sarebbero apparse le cime di alberi secolari,in fila lungo il viale che conduceva alla casa padronale. Tuttavia solo le cime degli alberi,perché una recinzione di pietra e un’alta cancellata,non si sa come, sopravvissute alle guerre,circondavano,alte e impenetrabili, l’intera tenuta.

-Tsè! ‘Impenetrabili’-gesticolò Buffy ,imitando il tassita-Glielo faccio vedere io se sono impenetrabili.-

La campagna inglese,si sa,ha un fascino tutto speciale : sembra sempre di essere stai risucchiati nel passato ,con quei colori fuori dal tempo e quell’ordine irreale della natura. Lungo il ciglio della strada crescevano fiorellini celesti,piccoli e numerosi,a gruppetti di cinque o sei ,abbracciati da piantine di trifoglio e di viole.

Da qualche parte,di sicuro,doveva esserci un fosso o un piccolo torrente:il fruscio delle acque si distingueva chiaramente in quella scena ovattata.

Sui rami di quelle strane latifoglie,gli uccellini seguivano Buffy come nelle migliori fiabe, era lei,semmai,che non si curava di loro perché sentiva ,ad ogni passo,venir meno lo stupore per le meraviglie del paesaggio e tutta la baldanza sfoggiata con il povero tassista. Il battito del cuore era divenuto così irregolare e assordante che rimbombava nelle orecchie di lei,impedendole di dare un nome alle sensazioni che la stavano assalendo.

E comunque erano troppe e troppo diverse. In certi momenti,poteva giurare di voler tornare indietro correndo. Invece si accorgeva di aver affrettato il passo .

La cancellata apparì misteriosamente ai suoi occhi increduli. Era enorme e nera: tra le sbarre rugginose di duecento anni,qualcuno aveva inserito dei pannelli di metallo più nuovi,per impedire forse ai curiosi di sbirciare dentro,il tutto ben assicurato da tre catene più grandi del collo di un uomo,con tanto di lucchetti a prova di fiamma ossidrica.

Buffy fu presa dallo sconforto a quella vista. Non certo per tutte quelle catene con i loro dannati lucchetti,quanto perché non era sicura di volerlo oltrepassare.

Camminò davanti alla cancellata per più di un ora. Il sole era già alto e le sue convinzioni,invece,sempre più in basso.Sotto terra,in pratica. Buffy si sedette ai piedi del cancello. Doveva trovare qualcosa da dirgli.

“Vorrei tanto prenderlo a calci su quel gran bel culo che si ritrova!” sbuffò,tirandosi su ,sostenendosi al cancello.

-E va bene. Tanto…peggio di come sto…-e con un saltò afferrò la parte più alta della ringhiera,sollevando poi il resto del corpo facendo leva su entrambe le braccia.

Esitò un attimo quando si trovò seduta proprio sulle onde decorative della parte superiore:

-No. Può andare anche peggio di così-

E piombò dall’altra parte, mentre il primo pianto le saliva in gola. “Come faccio se lui non mi vuole?”.

 

In fondo al viale,dietro le tende tirate di una finestra,Spike riempiva una antica vasca da bagno di ceramica decorata rovesciando l’acqua da alcuni secchi di metallo.

-Dopo tutto il lavoro che HO FATTO stanotte ,ho proprio bisogno di un bagno.- disse,evidentemente molto soddisfatto del risultato.

Si immerse velocemente tra i fumenti, riemergendo con la testa dopo poco.

 

Capitolo 12.

SECONDA PARTE

 

Buffy smise di pensare. Non sapeva come ci fosse riuscita,ma lo fece.Probabilmente quando l’ansia è tanto forte,hai due sole alternative: o ti lasci sopraffare e,in tal caso,ti siedi in un angolo e ti disperi finchè la prima neve non ti ricopre,oppure la ignori del tutto e agisci da incosciente,senza sapere neppure quello che stai facendo esattamente e quello che farai la frazione di secondo che verrà. Lo fai e basta.

Ed ecco la breve scalinata che conduceva al portico semi crollato.Sotto il portico,tremendamente vicina,il portone principale. Se la tenuta era veramente abbandonata alla vegetazione invadente e ai segni delle intemperie e della incuria totale,allora perché quel portone d’ingresso la sovrastava con tanta sicurezza e maestosità da sottometterla in una viscida reverenza?

-Sto per sedermi e mettermi a piangere fino a che la prima neve non mi ricopra.- disse ad alta voce in pieno accordo con le ginocchia che si piegavano su quelli scalini dissestati.

Spike spalancò gli occhi,socchiusi nel silenzio dei vapori profumati dell’acqua ancora calda. Era una voce quella che aveva sentito? Ma se fuori era giorno,non potevano essere i suoi tirapiedi. Più nessun rumore. Dunque?….

Chiuse di nuovo gli occhi e cercò di rilassarsi di nuovo.

Colpi ripetuti provenienti dal portico lo fecero schizzar fuori dalla vasca. Arraffò una spugna pulita e corse per il corridoio allacciandosela intorno alla vita,scampando a varie scivolate rovinose dei suoi piedi bagnati sui marmi lucidi di cera.

-Accidenti! Proprio stanotte dovevo far passare loro la cera?- gridava mentre correva verso l’ingresso.

-Apriti! Maledettissimo portone! Hai duecento anni: devi aprirti se riprendo a calci!- Buffy colpiva i cassettoni di legno del portone con sonori pugni: aveva provato a bussare timidamente ma nessuno era andato ad aprirle.

Spike scostò appena un lembo di uno dei finestroni dell’ingresso,attento a rimanere in ombra ma quando vide chi gli stava distruggendo la porta di casa, rischiò l’affumicamento da quanto vacillarono le sue gambe.

Si passò convulsamente le mani tra i capelli e dietro il collo,camminando in cerchio davanti alla porta che stava per soccombere all’attacco sferrato dalla cacciatrice.

Poi aprì.

Buffy sentì di non avere allora più la forza neppure per colpire un cuscino.

Spike era davanti a lei,seminascosto al sole dietro il portone.Non vide il colore dei suoi occhi,né si soffermò sulla sua espressione smarrita e sgomenta,tanto meno notò l’asciugamano intorno ai fianchi.

Gli si aggrappò al collo,senza dirgli niente. Ma lui non ricambiò il suo abbraccio e Buffy tremò addosso al suo corpo bagnato: le sue paure stavano avverandosi ,lui non era contento di vederla.. le lacrime uscirono silenziose a rigarle guance,prima che il primo singhiozzo sfuggisse a svelare il pianto al vampiro,Buffy sentì le mani di lui sulla schiena e poi su su ,sino alle spalle e ai capelli. Così lei lo strinse di più e si sentì in diritto di piangere.

-Perché,amore? Dimmi perché?- le sussurrò all’orecchio con la voce più dolce che lei gli avesse mai sentito.

-Perché ti amo.-

Le parole erano proprio quelle:non c’erano dubbi,singhiozzi e singulti a parte.

Buffy allora si stacco da lui per cercare altre parole nei suoi occhi buoni e tanto tristi.

-Ti amo,Spike. Però non so se dovrei,perché io non so niente di noi e di quello che ti ho fatto. E poi… non ti conosco bene ma ciò non riesce a impedirmi di sentirmi tanto legata a te…e tu… sei un bastardo figlio di puttana….che mi ha abbandonata …-Buffy si allontanò di scatto da lui e lo colpì con un calcio nello stomaco che lo fece saltare all’indietro per quasi due metri,per finire a terra,schiacciato contro al balaustra della scalinata che si apriva sontuosa nell’ingresso.

Buffy gli si scagliò contro,senza darli modo di rialzarsi,colpendolo senza mirare e lui la lasciò fare per un po’,finchè non vide che aveva smesso di piangere. Allora,stanco di essere preso a schiaffi,fermò le braccia di lei in aria e le bloccò dietro la schiena,stringendola di nuovo a sé.

Buffy era diventata docile e arrendevole,coccolata da quell’abbraccio tanto sospirato ed era fermamente intenzionata a goderselo,prima di cominciare a provare a mettere insieme qualche sillaba per uno straccio di discorso.

Intanto se ne stavano sul pavimento,lui ancora con le spalle premute contro la balaustra goffamente barocca, seduto a gambe divaricate e,in mezzo,Buffy arrotolata sulle ginocchia,che gli spingeva contro il petto come volesse entrargli dentro con la testa.

-Vorrei riempirti di botte…-mormorò mentre sapeva di ricominciare a piangere.

-Mi pareva di averlo vagamente intuito…-rispose dolcemente,senza smettere di rassicurarla con lente carezze sulla schiena.

-Mi da soddisfazione picchiarti…-

-Me ne sono accorto…-

-L’ho sempre fatto?-domandò ansiosa,alzando gli occhi in quelli di lui.

-Eccome. –

-E tu?-

-Beh,mi sono difeso.Piuttosto bene,di solito… ma tu hai sempre avuto la meglio.-

Le sorrideva e lei si sentiva finalmente disarmata e anche un po’ soddisfatta,a dire il vero.

-Sempre?-doamdnò,tornando a nascondersi nel petto di lui.

-No.Una volta è andata meglio a me.-disse,alzando il sopracciglio in uno sguardo malizioso che a lei non sfuggì.

-Quando?-

-E’ stato parecchio tempo fa. In una casa abbandonata,a Sunnydale,non molto lontana dal Magic Box… -

Buffy capì che il loro bambino gliela aveva mostrata in sogno e gongolò felice.

-E che è successo poi?-continuò curiosa.

-Non lo immagini?-

Buffy ricambiò il sorriso malizioso e si strinse ancora di più contro il suo corpo muscoloso e sottile allo stesso tempo.

Gli prese il viso tra le mani e gli avvicinò lentamente il suo,inspirando il profumo della sua pelle e il calore che certo non emanava,ma che a Buffy sapeva riempire il cuore. Sfiorò il volto di lui con il suo,prolungando quanto possibile quel contatto leggero ma Spike,la fermò quando capiì che voleva baciarlo.

-Buffy…. i nostri ricordi… non sono tutti belli….-

-Lo so. Ma adesso non mi importa. Io adesso ti amo e se ho chiesto a Willow di salvarti… allora sono certa di averti amato anche prima… e adesso,vuoi baciarmi,per favore?-

-….-Spike indugiò un attimo sulla storia dell’incantesimo di Willow,la strega aveva raccontato come erano andata veramente le cose a Buffy,allora… era la scelta più semplice,in fin dei conti… provare a dirle la verità….lasciando che fosse Buffy a scegliere se accettarla o no.

-Spike…-incalzò lei,timidamente,distruggendolo con gli occhi lucidi di lacrime e di eccitazione.

Spike le baciò lievemente le labbra,assaporando un essenza che mai,nemmeno per un attimo lui aveva scordato,da quando molti anni fa gli era stato fatto quell’inconsapevole dono,da una poco credibile copia del grazioso Buffy-bot.

Buffy lo lasciò fare,abbandonandosi a quei tocchi leggiadri e innocenti della bocca di lui. Le mani vagavano insoddisfatte lungo le loro braccia e le spalle,stringendosi ,a tratti,in un intimo intreccio delle dita ,per sciogliersi subito in una nuova sensuale ricerca. La lingua del vampiro prese a disegnarle il contorno delle labbra e Buffy le dischiuse prontamente perché potesse entrare a giocare con la sua. Sempre più profondamente e vogliosamente,le loro lingue persero ben presto ogni freno e pudore.

Buffy mugolò languidamente,avvinghiandosi a lui con le braccia e con le gambe,lasciando una mano libera di muoversi sul debole nodo della spugna,che cadde sul freddo marmo sui cui si erano distesi.

Buffy era ancora completamente vestita, ma a quella vista non potè trattenersi oltre e sfilò abilmente dalla testa la sua maglia di cotone,lasciando Spike incantato di fronte ai suoi seni. Si abbassò lentamente il sottile reggiseno tulle e ricami di raso. Le parve di aver colto in lui un attimo di esitazione: allora prese le sue dita e le invitò sui capezzoli ansiosi,Spike li strinse leggermente facendola sussultare e poi, poco più forte, facendola quasi strillare per il piacere che i modi di lui le provocavano. Spike allora le premette i seni uno contro l’altro e,mentre li raccoglieva abilmente tra le mani, si tirò su con la bocca avidamente dischiusa,che la lingua sapientemente già inumidiva.

-Cosa….- il vampiro di fermò improvvisamente.

-Che c’è?… -Buffy si impaurì subito,come accade a chi non ha la coscienza del tutto pulita.

-Cosa hai fatto? Co…sa…ha.i…fatto qui?-balbettava lui ,senza lasciargli il seno.

-…non capisco…-provò lei,che invece capiva benissimo,cercando di temporeggiare per far funzionare il cervello alla ricerca di quel famoso discorso compiuto e maturo,invano pensato da quattro mesi.

-…Buffy…senti… ho hai fatto una plastica…ma..-e glieli alzò bruscamente- ..no.non vedo cicatrici….. giurerei che sono … per l’inferno maledetto! Buffy,hai almeno una taglia in più di seno!-

-…si..ecco…ero venuta giusto per parlarti di questo….-

-Hai attraversato mezzo pianeta per dirmi che hai preso una taglia…-Spike provò a fare del sarcasmo,ma mai come stavolta gli riusciva male: la sua mente aveva già compreso la ragione di quel cambiamento.

Il vampiro si alzò di scatto e si coprì con l’asciugamano,rabbiosamente cambiando espressione e tono di voce. Nella sua mente tutto era chiaro:Angel! Angel! Angel!

-Non è come pensi…-provò a dire lei,accostandosi la maglietta al seno e al ventre.

-E come penserei?- ruggì lui,alla faccia dell’autocontrollo.

-Sì,è come pensi….ma non esattamente….-

-Dannato vampiro con i tacchi!-si lasciò sfuggire cominciando a camminare di nuovo in cerchio per l’ingresso.

-Oh,dimenticavo… tu lo vuoi questo moccioso,non è vero? Oh,già! Che idiota sono! Come ho fatto a credere che tu amassi davvero? Ma ,sai, io ci avevo creduto? Anche quando me lo hai detto mentre mi facevo bruciare dalle fiamme della bocca dell’inferno… io ti ho creduto… anche se ti ho detto che non era vero,io , maledizione,ho creduto che mi amassi! E poi adesso lo hai ripetuto…-Spike fermò i suoi cerchi nevrotici sulle lastre di marmo rosa e ambra. E si voltò verso di lei,guardandola di sbieco,schivo ancora ma con un dubbio assai palese:

-Ma perché me lo ha ripetuto?-

-Se solo tu mi facessi parlare…-

-Senti,non importa,d’accordo. Tanti auguri e…figli.. maschi,ecco,Grazie della visita.Arrivederci.-

-OH! Su una cosa hai completamente ragione: sei un idiota!-gli urlò in faccia.

-…..uh?-

-E’un maschio,sai? Grazie degli auguri!-Buffy continuava a urlargli in faccia,per niente intimorita dalla rabbia di lui.

-…B..Be..Bene…-bisbigliò il vampiro.

-Ma è tuo! Pezzo di stronzo che non sei altro! E’ figlio di un idiota di vampiro con i capelli di Joe Tempest ,che prima si è scopato sua madre e poi è fuggito al polo nord dalla paura ….a cui non riesce nemmeno resuscitare come si deve …e se torna mezzo vampiro e mezzo uomo….lasciando la sua mamma sola per quattro mesi a parlare con uno spermatozoo che,grazie a Dio, è molto più intelligente del suo proprietario.-

Buffy gli gettò in faccia una lunga serie di irripetibili insulti,lasciandolo sgomento e con la bocca sempre più aperta.Quando lei ebbe finito,non aveva più fiato in gola e la voce era divenuta roca dallo sforzo.

Buffy se ne andò in un angolo del grande ingresso,con le braccia incrociate,a fissare le crepe degli stucchi che affioravano sulle pareti.Spike non si era mosso di un passo.

-…io…tu…noi….-

-Ripassiamo i pronomi personali,certo,vediamo se almeno in grammatica sei meno stronzo.- biascicò la cacciatrice,trattenendo un’altra crisi isterica,peggiore della recedente.

Spike si decise ad avvicinarsi a lei,molto cautamente,senza abbassare la guardia ma,anzi,pronto a una raffica di pugni,si augurò che non avesse con sé un paletto.

-Buffy….scusa…scusa..scusami…per l’inferno maledetto…-orami era ad un passo da lei –Tu …non impaletteresti il padre di tuo figlio…-

Quella domanda le strappò un sorriso. Piuttosto era un misero accenno di sorriso,ma comunque sorriso!

-Non lo so…-mugolò lei,molto sinceramente.

Spike le accarezzò la guancia e lei,inclinando la testa,sprofondò il viso in quella mano. Tanto bastò perché lui l’attirasse di nuovo a sé.

-Amore…io…non ho capito niente…ma se tu sei… allora io… sono…-

-Adesso cominciamo con le coniugazioni dei verbi?-disse lei,tirando in su le lacrime con il naso.

-Io sono… felice,Buffy… e non so se tu sei felice…ma io…-

La sollevò come fosse una piuma e la fece volare per la stanza,in una serie di giravolte come fosse lei una bambina,per poi prenderla il braccio e soffocarla di baci.

La portò nella sua camera e la stese sul letto,con una delicatezza quasi irritante,come per paura che si rompesse al minimo sobbalzo.

Spike sedette di fianco a lei,guardando in quel verde smeraldo incerto e umido di lacrime, perso e confuso.

-Come è possibile?-domando con un filo di voce.

-Non lo so… sono molte le cose che non so …per esempio..-Buffy si imbronciò leggermente e la voce non potè non uscire tremolante –TU….tu ….-

-Ti amo,Buffy. –Spike attendeva da sempre di poterle parlare in quel modo,con una leggerezza d’animo che non gli era stata mai concessa prima di allora.

Buffy sorrise e appoggiò la testa sulle ginocchia di lui,senza lasciargli la mano.

-Ti amo da morire…ti amo ….ti amo…-le sussurrava all’orecchio ma lei non poteva sentirlo perché finalmente,esausta per il viaggio e sfiancata dalle paure,si era addormentata cullata dalle carezze del suo amore.

Il vampiro si stese come meglio potè sul letto,senza spostare la testa di lei da quel comodo cuscino improvvisato sulle sue gambe,sistemandosi in una contorta posizione che,sorprendentemente,si rivelò comodissima con Buffy vicino.

Tirò sopra di loro una coperta di lana e si addormentò subito.

Le spiegazioni dei ‘dettagli’ potevano anche aspettare il sonno degli amanti.

 

Capitolo 13.

 

Quando Buffy aprì gli occhi ,le tende alla finestra erano aperte a metà e lasciavano filtrare una tiepida luce rosa.

-Spike!- gridò,tirandosi su di scatto.

-…sono qui…- lui era ai piedi del letto,vestito con i jeans neri e stava infilandosi una camicia, tra il blu e il viola.

-Cosa stai facendo?-chiese lei,aggrottando la fronte in un modo che evidenziava i suoi persistenti timori,mentre si metteva a sedere sul bordo del materasso fasciato di velluto bordò.

-Stavo pensando… -

-Cosa pensavi?-incalzò lei,senza troppa gentilezza.

-Pensavo che non ho capito come… come… ho fatto a …insomma,a fare…-

Possibile che tutta la sua sensuale sicurezza fosse d’un tratto svanita? Spike non riusciva a dire che ….

-A mettermi incinta?-finì Buffy,visibilmente offesa,alzandosi dal letto con stizza.

-…eh. Sì.-annuì lui,guardando il lampadario e tutto quello che era lontano da Buffy.

-Già passato l’entusiasmo?- gli parlava con tono distaccato e freddo,pronta a imboccare la porta per lasciare la camera da letto,la villa e quella città dove i tassisti non avevano voglia di lavorare. Spike comprese di non aver usato molta delicatezza con quelle domande troppo dirette per non essere fraintese e suonare meschine.

-No,amore. No,scusa… vieni qui…-

Le cinse la vita da dietro,fermandola giusto con la mano sul pomello d’ottone della porta. Buffy non spostò la mano ma neppure girò la maniglia.

-Spike,questo bimbo è tuo. Ma se non mi credi o se,ti è più comodo non credermi, allora sarà soltanto il mio. –

-Non parlarmi così… per favore,cerca di capire il mio disagio …-

-Disagio?- cantilenò attonita:stava perdendo la pazienza.

-No. No!Non disagio per il fatto che tu sei… sei… in…inc…-

-Incinta ,Spike! Sono incinta!-

-Si,insomma,non per quello! E’ che non capisco come sia.. ! NO! Vorrei capire cosa è successo a ME! Ecco tutto. Non sono tornato normale?-

-Discutibile… perché tu hai mai creduto di esserlo?-

-Dai,sai cosa intendo!Cerca di collaborare a questa conversazione,per favore!-

-Cosa è successo? Avevo capito che qualcosa non quadrava quando ho visto la mia immagine riflessa nello specchio… e in effetti,in questi mesi,ho bevuto molto meno sangue… -

-Non so spiegartelo con esattezza,Willow però potrà essere più precisa,se vuoi ci andiamo subito ….-

-C’è anche la strega a Stratford?-Spike sembrava molto felice della notizia.

-Si e anche Dawn…mi hanno accompagnato..-

-Capisco. Sì,voglio che mi spieghi … accidenti a lei,è quasi una specie di Dea e ancora pasticcia con la magia?-

-Spike,ti ricordo che è per il suo pasticcio che sei vivo…e che sei qui…e che io ho questa creaturina piccolissima che cresce dentro di me…. –

-Hai ragione. Andiamo da lei.-

-Subito?….-Buffy si rigirò nel suo abbraccio per guardarlo con un accenno di broncio.

-Non vuoi andare?….No.Non vuoi è evidente…-biascicò,divincolandosi stuzzicato dalla bocca di lei dietro l’orecchio.

-Ma… posso…-

-…mmmmhhh… si ….-piagnucolò,cominciando a strofinarsi sinuosamente sul corpo del vampiro; la camicia ,non ancora abbottonata,ondeggiò in aria,fino a raggiungere i piedi di lui.

-Amore… non so se mi perdonerai…se ricorderai…non credo che sarai orgogliosa di quello che stiam….oh!Al diavolo!-

La prese con le mani sotto i glutei,portandosela sui fianchi,Buffy si agganciò prontamente con le gambe finchè Spike non si mosse sino al letto e la lasciò cadere,strappandola una risatina maliziosamente invitante.

Buffy capì che non si sarebbe mai abituata a verdello togliersi i pantaloni in quel modo davanti ai suoi occhi.

-Spogliami…-sussurrò lei,ammiccando sinuose contorsioni tra le pieghe della coperta.

-Ai tuoi ordini…mammina….-rispose con voce roca,sganciandole i bottoni dei pantaloni con impazienza.

Poi si fermò.

Si fissarono per un lungo istante: gli occhi del vampiro erano increduli per quello che aveva detto ma il suono dolce di quella parola,dietro l’infantile stupore,li rendeva ancora più belli e profondi. E Buffy si riempì di orgoglio.

Spike fu straordinariamente delicato e attento…le prime due volte….perché ,come lui ben ricordava,le loro esigenze non potevano dirsi propriamente convenzionali e le regole di buona condotta non erano il loro forte. La danza seguì ben presto tutt’altre note.

 

A tarda notte,quando raggiunsero la città sulla fida Desoto,Willow elargì tutte le informazioni di cui disponeva. Non che se ne capisse molto di quelle parole astruse e impronunciabili ma il concetto era che a Spike era accaduto un po’ quello che era accaduto a Buffy con il rito della resurrezione. Entrambi avevano lasciato nell’aldilà una parte della loro forza, mentale o fisica che fosse,non era importante.

Per Spike non fu facile da accettare: in fondo i vantaggi di essere vampiro erano indiscutibili e lui conservava semmai i lati negativi.Ai suoi occhi ,una vera ingiustizia! Avrebbe potuto tornare immune ai raggi del sole,no? Anche se,doveva ammetterlo,potersi ammirare e rimirare allo specchio era una gran soddisfazione per la sua infinita vanità. La storia della fertilità,particolare peraltro che non sapevano se e quanto sarebbe rimasto,era decisamente scomoda per le sue intenzioni con Buffy che lo amava e mai sazia di lui….non per il fatto che lei fosse incinta ma per tutta quella forza di volontà che gli richiedeva il doversi ‘fermare’ per trafficare con i preservativi. Una bella scocciatura per i suoi bollenti spiriti e la sua risaputa mancanza totale di pazienza,cui si aggiungevano i risolini irritanti di lei a sottolineare la sua inesperienza e goffaggine. Quando però guardava la pancia di Buffy lievitare a vista d’occhio,allora sorrideva e dimenticava la noia di quelle acrobazie di lattice.

 

Tra alti e bassi,quando ormai il vampiro pensava di averle viste tutte,arrivò il nono mese e dopo i trenta giorni,puntuale come un orologio,Buffy quella notte fu al centro delle attenzioni di tutti.

Willow e Dawn si erano trasferite quasi subito nella tenuta, sebbene il grande parco fosse rimasto abbandonato alle erbacce e agli arbusti,la villa era tornata ad essere molto bella: le due ragazze avevano scoperto quanto fosse divertente schiavizzare i vampiri,assai più che rincorrerli con un paletto di legno!

Quella notte Buffy gridò per ore,con una voce da soprano che nessuno credeva avesse:il travaglio fu doloroso e rischioso anche,dati i mezzi semplici,per non dire rudimentali che Willow e Spike avevano predisposto per l’evento.

Buffy non voleva che nascesse in ospedale,il motivo era evidente:come darle torto?

Quel bambino,che lei già aveva visto in sogno,era certamente sano e certamente (nessuno osò dubitarne,conoscendo l’irascibilità dei genitori) il più bello che fosse mai nato …ma…era il figlio di una cacciatrice e,piccolo dettaglio,di un vampiro.

Come potevano essere sicuri che alla sua nascita non sarebbero seguiti effetti collaterali? Buffy e Spike erano molto preoccupati per questo fatto e temevano che il bimbo mostrasse da subito, aspetti insoliti per un neonato o addirittura strani poteri magici. Gli ingredienti,del resto,mamma e papà ce li avevano messi tutti!

Così il piccolo William nacque dove era nato il suo papà,in una notte placida e piena di stelle,con un filo di luna che lo attendeva ansioso alla finestra.

Spike rimase sconvolto da quello che vedeva. Suo figlio stava uscendo dal luogo dove lui non faceva altro che pensare ad entrare:era inquietante.

Buffy urlava distruggendo ogni suppellettile cui le sue mani arrivassero,con i capelli intrisi di sudore e il viso bagnato di lacrime di dolore. Chi era l’idiota che aveva parlato per primo delle gioie della maternità? Frasi offensive verso il genere umano tutto e imprecazioni rivolte a Spike (a cui lussò il polso peraltro), pur senza dimenticare di maledire Willow che armeggiava ,come nulla fosse,tra le sue gambe, incoraggiandola come dovesse saltare un’aiuola,arrivavano nitide alle orecchie di Dawn che pregava il primo Dio in ascolto,seduta sul pavimento fuori dalla porta.

Il pianto del bimbo.

Le urla di Buffy erano cessate.

Spike piangeva stringendo il piccolissimo William tra le braccia.

Buffy si era addormentata.

Dawn singhiozzava e non riusciva ad alzarsi da terra.

Il piccolo William continuava a strillare.

Willow era finalmente potuta svenire in santa pace.

 

 

La porta della cripta cigolò sinistramente sotto il peso della sua mano….

Nel centro,in piedi,accanto alla poltrona verde sdrucita e consumata,Spike la attendeva in piedi con il bambino tra le braccia.

Il piccolo appena la vide si girò e le tese le manine,ridendo gioioso perché lei lo prendesse tra le braccia.

 

 

Buffy fu svegliata da un odore dolce di crema da bagno e di borotalco,un odore delicato e buono. Sentiva una mano carezzarle i capelli.Sollevare le palpebre fu un impresa di cui avrebbero dovuto parlare i libri di storia.

Spike era accanto a lei,su una sedia,pallido come non lo aveva mai visto e con gli occhi gonfi.

-Hai pianto,Spike?-mormorò confusamente.

-Si amore…-fece lui,stringendole la mano.

-E’ colpa mia? –

-No,amore è colpa di nostro figlio…non credevo che veder nascere una vita potesse fare questo effetto …ad uno come me…-

-Portamelo…voglio vedere se è bello come nel sogno…-

Spike si alzò a prendere quel frugoletto addormentato pacifico nella culla e lo posò sul letto,accanto a Buffy.

-E’ ancora più bello di come lo avevo visto…-

-Spike, tu mi credi,vero?-

-Cosa… a cosa dovrei credere,amore…-reclinò la testa da un lato,strizzando poco gli occhi ,con quella irresistibile espressione incuriosita e confusa che Buffy apprezzò pur essendo ancora dolorante, e che le suggeriva idee poco adatte alla circostanza e che,senza dubbio ,avrebbero lenito il dolore che sentiva dappertutto.

-Ti amo.-

-Lo so ,amore….-

Se il vampiro non avesse smesso di guardarla così,si sarebbe ricordata di come guarisce velocemente una cacciatrice e avrebbe dato il primo cattivo esempio a suo figlio. A quel pensiero,Buffy ,si mosse un poco e cercò di riprendere il controllo di sé.

-Allora perché mi hai detto che ‘Non è vero…ma grazie per averlo detto…’ ,lo sai quanto ho sofferto? Io ti amo …. Ti amo da sempre…sono solo stata un pochino tardiva a capirlo…..-

 

 

FINE.

 

Epilogo.

 

Il dolore lancinante delle fitte che le squarciavano il ventre e le gambe,lo sforzo delle interminabile ore di travaglio e ,soprattutto,l’eco delle sue grida che le spaccava le tempie non erano le sole cose che aveva sentito Buffy quella notte.

Tendendo l’orecchio con attenzione ,tra una spinta e l’altra ,in quell’effimero respiro di riposo,Buffy aveva udito la gioia di Spike e il fruscio delle lacrime che solcavano le guance del vampiro….con pazienza e attenzione,aguzzando i sensi intorpiditi dal dolore,aveva sentito il rumore della felicità.

In quel momento aveva sognato il piccolo William che l’attendeva in braccio al suo papà e,varcando la familiare porta,la cacciatrice aveva riconosciuto la cripta del suo vampiro.

Quando riaprì gli occhi ,tutto era meravigliosamente chiaro ed ogni più piccolo ricordo aveva riconquistato il suo posto nel cuore,bello o brutto che potesse apparire.

Molte erano le cose da chiarire ancora con Spike ma ,come le era accaduto la mattina dopo il parto,ogni volta che Buffy prendeva in collo in bambino ,tutto il resto passava in secondo piano e veniva dimenticato. Di nuovo. Anche da Spike!

Willow fece un dono speciale a Buffy e a Spike per il lieto evento: tinse per un’ultima volta i suoi capelli di luce bianca e infuse in Buffy l’energia dell’eterna giovinezza. La strega non poteva intervenire nelle imperscrutabili scelte divine e non potè conferire all’amica vera e propria immortalità,né invulnerabilità a malattie o ferite. Tuttavia,con quella magia,Buffy e Spike avrebbero potuto ‘non-invecchiare’ insieme,uniti finchè entrambi lo avessero desiderato, quindi,probabilmente per l’eternità.

E l’eternità era un periodo piuttosto lungo agli occhi di una ancora tanto giovane Buffy: e la cacciatrice non era comunque intenzionata a sprecarla.

Tornarono a Los Angeles,lasciando i paesaggi nebbiosi di Stratford e la fatiscente tenuta per il vecchio appartamento delle sorelle Summers e Buffy tornò al suo lavoro alla W&H.

 

Una mattina,pochi giorni dopo il loro ritorno,Buffy cercava di individuare i suoi vestiti nel groviglio di quelli del vampiro,sparsi un po’ ovunque sul pavimento,come al solito.Visibile con facilità,solo lo spolverino di pelle nera che buffy ,dopo tanto tempo,si era decisa a dare al suo vampiro,che troneggiava sulla specchiera dove sarebbero dovuti stare ,graziosamente in fila gli smalti e i glitter colorati per le labbra. Questo,logicamente,prima che la passione ,poco aggraziata,lanciasse la giacca senza ritegno.

Dalla tasca dei jeans di Spike scivolò ai suoi piedi un consumato pezzo di carta.Buffy lo raccolse esitante,tenendolo piegato tra le dita di una mano,incerta sul da farsi. IL foglio non era molto grande e la carta era insolitamente grinza e rigata di nero da inconfondibili tracce di fiamme e fumo.

-Non lo riconosci,passerotto?- Spike entrò in camera strofinandosi i capelli con un asciugamano, nudo e ancora mezzo bagnato.

-…uh?- Buffy cercò di capire,indugiando sugli occhi di lui.

-Leggi …- la invitò,sorridendo,sedendosi tranquillo sul bordo del letto,in attesa , tirandosi la spugna sulle spalle,anziché in luoghi più opportuni,con la tipica sconcertante sicurezza.

Buffy sospirò,accarezzandolo con lo sguardo dalle punte ossigenate dei capelli fino ai piedi e pensò :“Adesso,scommetto che alza il suo dannato sopracciglio…e che io ci casco in pieno..”.

Tornò con gli occhi sul biglietto e lo aprì:

 

Se ci è concessa qualche emozione o se ci è permesso un attimo di felicità,

negli anni ….nei secoli….ma anche nel perdurare del mio più lieve respiro…

io non lo so.

Ma se mi tu mi guardi,Spike,mi circondi di tutto l’amore che io ho il coraggio di immaginare …e la solitudine che ho conosciuto scompare come le onde nella sabbia.

Qualcosa in me muore e rinasce ogni volta che accade.

Ho conosciuto l’Inferno.

Ho visto il Paradiso.

Che nome devo dare a quello che provo quando mi sei vicino?

Dio mi perdonerà ma,per me,questo è il Cielo.

Per sempre.

Le ultime parole furono ovattate dalle lacrime che le riempivano gli occhi:

-Tu lo hai tenuto con te…-farfugliò alla meglio,cercando di non piangere.

-Era nei pantaloni e ..beh,me li sono portati nella ‘placenta’ …mica potevo starci nudo come un neonato qualunque…-

Buffy gli saltò addosso,sdraiandolo bruscamente sul letto ancora disfatto:

-Avresti fatto meglio a lasciarmi tutto il riassunto dei nostri episodi precedenti,così avrei potuto farteli rileggere quando eri smemorata…-rise lui,soffocato dall’abbraccio.

-Non mi diverte questa cosa…-borbottò Buffy,infilandosi in fretta nell’incavo scolpito tra il collo e la sua spalla.

-No?…mmh…vediamo se ti faccio divertire in un altro modo….-

“Ecco,lo sapevo…sta alzando il sopracciglio con la sua cicatrice sexy…accidenti,farò di nuovo tardi a lavoro….e ha messo anche le labbra in ‘quel’ modo…. Facciamo che non ci vado proprio a lavoro …..” .