Fanfiction
ospitata per gentile concessione del Bloodylove in attesa di
riuscire a rintracciare l'autrice.
PARADISE
di MissKitty
Capitolo 1.
Guidava da ore senza fermarsi,senza
respirare,senza bere: “vantaggi di esser vampiri”, gli bisbigliava lo straccio
di sarcasmo che gli rimaneva.
Guidava senza sosta ma senza
fretta,come fa chi non ha un posto dove andare e non vuole andare in nessun
posto.
I bei lineamenti,sapientemente
marcati,si muovevano nelle lievi espressioni che segnano il moto perpetuo dei
pensieri:la mente appannata, confusa,forse, e disperatamente consapevole.
Tutto era finito e la fine era stata
inutile. Era morto. Di nuovo.
Divorato dalla luce e dalle
fiamme,ingoiato dalla fonte del male per il bene dell’umanità. Avrebbe riso
adesso,se il dolore lancinante che emergeva da dentro non gli avesse impedito
ogni contrazione nervosa.
Della città non era rimasto
molto,aveva aperto perfino l’asfalto delle strade.
-Non male,Spike!-l’accenno del sorriso
gli provocò di nuovo quegli spasmi violenti all’addome.
Si era trascinato,diciamo pure che
aveva strisciato come un verme,nella polvere e nei detriti fino alla
cripta,rasa desolatamente al suolo,anche quella,lasciando una succulenta scia
di sangue che avrebbe attratto tutti i vampiri della zona attorno al suo
banchetto..se ancora ve ne fossero rimasti.
Nella notte più buia di
Sunnydale,senza che gli occhi potessero guidarlo,chiusi e gonfi
com’erano,riuscì a malapena a spostare le lastre di pietra e le tavolacce,
trovando la botola che conduceva al sotterraneo.Si lasciò cadere,giù per le
scale diroccate,senza pensare al dolore e ,comunque, non avrebbe potuto
provarne altro.
Non avrebbe saputo dire quanto tempo
aveva trascorso sul pavimento della cripta.Forse pochi minuti,forse giorni.
Ricordava di averla sognata,però.
Nella gonna confetto del
Buffybot,entrava nella sua cripta e rideva,fingendo di essere il suo
giocattolo,accarezzava le sue ‘ferite sexy’ e gli baciava delicatamente le
labbra.
Sognò di tenderle la mano,ma la vide
rialzarsi con disgusto e correr via:quante volte,poi, gli aveva teso la mano?
“I
touched the fire and It freezed me… I died so many years ago
I’ve
look into and it’s black… but you can me fell…. Why can’t I feel…..” ..e tutta la passione in quel bacio...
Sentì il sale delle sue lacrime e la
strada attorno a lui cosparsa di denaro e di disprezzo. “Tu sei inferiore”.
Riprese quello che rimaneva dei suoi
sensi e aprì gli occhi. Granelli di polvere si avvolgevano attorno ai raggi che
il sole filtrava attraverso la botola.
Per poco non gli bruciarono le gambe.
“Sarebbe stato meglio” pensò mentre la spia della benzina si accendeva di
rosso:
-Posso permetterla:nessuno mi aspetta
in nessun posto.-
I vetri verniciati di nero
annunciavano l’ora del crepuscolo colorando l’abitacolo di luci verdastre,Spike
avrebbe fatto appena un altro po’ di strada per fermarsi,poi,di fronte al primo
anonimo affittacamere.
Sprofondò nel letto enorme e
soffice,quanto di più confortevole avesse mai provato in vita sua e cadde in un
sonno profondo e agitato da immagini sfocate e abbaglianti.
Il letto ,invero,era scomodo e la
stanza assai poco linda ma,nelle condizioni in cui era,a Spike parvero meglio
del Ritz.
Al mattino si svegliò abbastanza
riposato da desiderare una doccia e degli abiti puliti,salvati miracolosamente
dallo sfacelo della cripta.
Si asciugava con movimenti lenti e
rigidi,ancora tanto dolorante,imprecava ad alta voce …solo contro se stesso.
Indossò un paio dei suoi pantaloni
neri,si buttò addosso una camicia,nera anche quella, e si guardò allo specchio
distrattamente:i capelli scompigliati,più lunghi di come li ricordava e più
scuri.
-Oh! Per l’inferno maledetto!!-
strillò,balzando all’indietro per allontanarsi dallo specchio,in una
espressione attonita ,prima e atterrita ,poi.
Lo specchio rifletteva la sua immagine.
Strappò le tende con un gesto convulso
e le mani presero fuoco immediatamente:
-Per l’inferno ! Brucia!-questo lo
rassicurò appena un poco,se non altro,era ancora un vampiro! Allora tornò a
fissare lo specchio,scrutando lentamente i dettagli del suo volto
riflesso,tenendosene alla larga,con diffidenza e circospezione.
-Maledizione! Come diavolo…- indagando
se stesso nello specchio, cercava risposte dentro i suoi occhi a quei disegni
beffardi e violenti. …Del suo destino. Di quello di lei. Dove era lei? Il
pensiero che Buffy fosse morta nella lotta contro il First non lo aveva mai
neppure sfiorato,nemmeno per un attimo da quando si era risvegliato
misteriosamente al centro dell’immensa voragine di terra bruciata.
Mai un dubbio sulla sorte di
lei:perché se fosse stata morta lui lo avrebbe sentito. Spike sapeva in cuor
suo che Buffy era viva. Già,ma dove?
Camminava su e giù per il monolocale
da mezza giornata,attendendo il calar del sole per rimettersi in viaggio:suo
malgrado,avrebbe dovuto chiedere aiuto a Angel,l’unico che poteva sapere quanto
era realmente accaduto era lui.
-Tsè!Idiota! Pensava di essere lui il
‘campione’!-brontolava, agitandosi nei limiti in cui il dolore glielo
permetteva,mentre scaraventava le sue poche cose dentro al sacco che aveva con
sé.
Los Angeles lo vide arrivare a tarda
sera e lo accolse con le luci colorate e festose dei cartelloni
pubblicitari,con le vetrine serrate e le finestre dei pub accese di giallo e di
verde antico.
-Tutto come sempre-pensava-Los Angeles
se ne frega di Sunnydale e del pandemonio che l’ha rivoltata…-
-Figlio di puttana! Dove sei?- era
entrato senza difficoltà direttamente dalla porta principale e attraversava
sicuro i corridoi ,illuminati dalle luci violette di sicurezza, come li
conoscesse.
-Angel!-sbraitava ,salendo le scale;il
dolore stava passando pian piano e il corpo recuperava le energie.
-Angel,maledetto!Stai sempre fra i
piedi:dove diavolo sei adesso?-
Niente e nessuno.
Entrò nell’ufficio di Angel e
sprofondò sulla sua poltrona,trovandola facilmente più confortevole del letto
dell’affittacamere e ,con i piedi sul tavolo di mogano,cercò di prender
sonno,rassegnato a dover attendere l’indomani.
-Sì…sì…certo,riferirò. L’avvocat…..-il
ricevitore cadde a terra insieme alle cartelline colorate che la zelante
Harmony voleva posare sulla scrivania del capo.
Rimase impietrita sulla soglia della
porta:non credeva ai suoi occhi!
Spike seduto sul tavolo di
Angel,aspettava con aria assai più che seccata,con l’entusiasmo di rivederla di
uno che l’aveva salutata il giorno prima.
La poveretta ,invece,era commossa fino
alle lacrime e con il labbro inferiore tremante si lanciò in una delle sue
ocheggianti uscite:
-S..Sp..Spike?- biascicò ,incredula.
-Bene,ora che ci siamo salutati…dove
diavolo è Angel?-
-S…Spike?-
-Harm!Rispondi!!!-
-Il mio Spike? Il mio orsacchiotto
biondo cattivone?-
Spike balzò dalla scrivania e appese
Harmony alla porta,stringendola per il collo.
-Dannazione!Ma sei ancora più scema di
prima?-
-Angel…-la ragazza non poteva
rispondere ,neppure volendo,con quella stretta al collo –Lasciami…-
-Allora?-incalzava Spike,furibondo.
-Sarà qui a momenti- tossì la ragazza.
-Bene- concluse e tornò a sistemarsi
sulla scrivania.
-Spike,vorrei che tu sapessi una
cosa…-
-Non mi interessa e levati dai piedi!-
-Peggio per te!-urlò Harm
stridula,sbattendo la porta dell’ufficio- Arrangiati!Avrai una bella sorpresina
dalla ‘tua’Buffy!Tsé!-e riprese posto,impettita e con il naso ancora più in
su,alla sua scrivania di segretaria.
Angel arrivò poco dopo dai sotterranei
che lo riparavano dalla luce del giorno,entrò nel suo ufficio,dove Spike lo attendeva
impaziente.
Nessuno dei due fu troppo sorpreso
dell’arrivo improvviso dell’altro perché i loro affinati sensi avevano
preannunciato per tempo la reciproca vicinanza.
-…Spike…-Angel accennò un saluto
secco.
-Dov’è?-
-Allora,sei vivo… di nuovo.-asserì,quasi
sbuffando ,Angel.
-Dov’è?-
-Sta bene- Angel vide il volto
dell’altro distendersi sensibilmente.
-Non sembri stupito di vedermi.-
-Infatti. I ritorni d’effetto sono nel
tuo stile.-
-Voglio vederla,Angel. Dimmi dove è!-
-La vedrai prima di quanto immagini,però
sappi che ,se potessi,te lo impedirei-
-E tu sappi che non vedo l’ora di
passare l’aspirapolvere in questo ufficio.-
-Humor Inglese?-
-No.Avvertimento di vampiro
incazzato.-
Erano vicini,spalle contro
spalle,spingendosi reciprocamente la fronte indietro l’una contro l’altra:la
rabbia e il dolore di Spike pronto a schiantarsi senza freni,contro la gelosia
e i timori reconditi di Angel.
-Amore? Harmony mi ha detto che sei….
Ops,scusami,non mi ha detto che avevi un cliente…-
Quando Spike la vide entrare si sentì
immensamente felice e posò timidamente gli occhi su di lei: nonostante
l’irruenza di un attimo prima,adesso che Buffy era davanti a lui, non era
capace di dire o fare più niente.
-Buffy…-mormorò…
Buffy era entrata con
disinvoltura,fresca e solare nel suo twin set collegiale,sorrideva con una
scatola di brioches in mano. Quando guardò meglio,però,la scatola le scivolò
dalle mani:un inspiegabile imbarazzo la colse alla sprovvista,misto a disagio e
ad uno sconosciuto turbamento,mentre sentiva le lacrime salirle in gola per
quegli occhi tanto tristi che, trasparenti e indifesi,sembravano implorarla.
-Oh,scusa….non volevo disturbare.Torno
più tardi.-
-No,Buffy rimani,lui è Spike . Un mio
…una vecchia conoscenza di Angelus….-
-Ciao…Spike…-accigliata,Buffy
pronunciò il suo nome con difficoltà,sillabandolo mentalmente e confusamente,
senza riuscire a focalizzare le emozioni che le provocava.
-…..-Spike ,dal canto suo,era senza
parole,passava da Buffy ad Angel e da Angel a Buffy in continuazione,aspettandosi
quasi un “Sorpresa!” o un “Scherzavo!” , spiegandosi il tutto con un
incantesimo di chissà quale demone oscuro …credendo fosse un’altra assurda
sbagliata dimensione…
Ma gli occhi di Angel,adesso bassi e
fissi al suolo,negavano ogni appiglio al tormento di Spike.
-Capisco..-proseguì Buffy,cercando di
porsi in maniera più naturale possibile-capisco la tua
sorpresa,Spike…immaginavo fossi un vampiro, beh,io sono la cacciatrice.-
-…..-ancora silenzio in risposta agli
infantili tentativi di lei di smorzare la tensione e gli animi: Spike la
fissava, cercandola….
-Che hai da fissare?_Mai visto una
cacciatrice- il tono di Buffy,malamente scherzoso, lasciava capire ad Angel che
quell’incontro non poteva esser privo di conseguenze.
-Buffy,Spike ne ha uccise due.-
-Oh.-buffy fece un involontario passo
indietro per sentire più vicino Angel.
Spike ne aveva abbastanza.
-Angel!-disse,senza smettere di
fissare Buffy-Dov’è la strega?-
-Conosci Willow?-interruppe la ragazza,sempre
più incuriosita e intimorita,nel contempo.
-Abita a questo indirizzo.-Angel lo
scrisse su un biglietto senza obiezioni,sapendo che ,se Spike era riuscito a
sopravvivere al medaglione,al First e all’inferno che se l’era preso, di certo
non si sarebbe fermato davanti a niente.Lui non avrebbe potuto impedirlo…e
invero,forse,non era nemmeno sicuro di volerlo impedire.
Willow abitava in un appartamento al
centro della città,in una di quelle palazzine borghesi con i mattoncini
colorati,tutte deliziosamente uguali e ben ordinate.
Bussò alla porta appena una volta che
Willow,avvisata per telefono da una Buffy balbettante dall’agitazione,aprì:era
evidente che ,almeno lei,lo attendeva con ansia.
-Spike!-la ragazza cercava di frenare
l’entusiasmo anche se Spike intuì che lo avrebbe volentieri abbracciato. Il
vampiro ne rimase colpito e per un momento ,mise perfino da parte i suoi
propositi omicidi verso Angel e verso tutti quelli che stavano orchestrando
quella macabra giostra che pareva lo avesse cancellato dalla memoria di Buffy.
-Strega…beh,sei ancora in te,a quanto
vedo!Dopo Harmony e Mr-Rialzo-sotto-scarpa avevo seri dubbi….-
-Lascia stare Angel e Harm,non è da
loro che dovresti guardarti!Entra,svelto e vai di sopra prima che arrivi
qualcuno!-
-Chi ?-
-La tua presenza,Spike,non è
gradita-cominciò Willow,chiudendo a chiave la porta di casa.
-Ma dai?No?! Sono sconvolto:che novità
è mai questa?-cantilenò.
-Dico sul serio.Ma ormai lo sapranno
tutti…se ti ha visto Harmony…lei è più veloce della Tv via cavo in queste
cose….-
-Senti,strega,che facciamo?Io sono
stanco degli indovinelli e voglio delle spiegazioni.-
-E io saprò rispondere.-
-Cosa è successo a Buffy? Sta bene?-
-Sì e no. Buffy da quando sei
morto…non è stata più la stessa,non so cosa sia accaduto esattamente dentro di
lei ma ,da fuori ,era come in trance,come quando Glory catturò Dawn,ricordi?
Dopo alcuni giorni ,da quando avevamo lasciato Sunnydale, non riconosceva più
neppure noi..credimi,sono stati momenti terribili,per tutti.-
-Immagino,ma anche io da morto,non me
la sono passata meglio… Comunque adesso lei sta bene,no? La memoria le è
tornata,mi sembra!- la mascella contratta tradiva l’ansia del vampiro,dietro
l’ironia spicciola.
-Beh,sì,con le dovute cure… dopo
qualche mese,era migliorata e i medici dissero che era amnesia post
traumatica,per cui lei tentava di cancellare un dolore che non poteva
sopportare… -
-E poi?-
-E poi…Giles le ha fatto un
incantesimo…perché non ricordasse più ‘quel’ dolore.-
-Ah…Che sarei io…-
-Già! Ma lo ha fatto a fin di bene…-si
affrettò a giustificare Willow,preparandosi a snocciolare argomentazioni
,pronte in cantiere da mesi per quello scontro verbale.
-Immagino…-ringhiò a denti stretti,il
vampiro.
-Credimi,Giles non avrebbe mai fatto del
male a Buffy,lo sai! Buffy ricorda Drusilla….ricorda gli esperimenti
dell’organizzazione con i chip nelle teste dei demoni…ricorda persino del
medaglione…e una volta mi raccontò di aver sognato una strana cripta arredata
come un salotto inglese!-
-Ma non si ricorda di me.-mormorò
freddo,perso nel vuoto, oltrepassandolo con lo sguardo,cercando di tener vivi
tutti i piccoli dettagli dei momenti trascorsi con lei. Improvvisamente,ebbe
paura che potessero svanire anche per lui.
-Willow…io lo ammazzo come un cane…non
ho dimenticato come si tortura un uomo…-
-No Spike,per carità! Anche perché
Buffy ti fermerebbe.-
Poi guardò la strega,scosso da una
nuova domanda,fino ad allora trascurata.
-E tu ? Com’è che non sei stupita di
vedermi ? e perché sei tanto disponibile?-
-Sbagliato! Non mi hai chiesto come
sei tornato.-fece Willow ,con un sorrisetto fiero e positivo.
-Tu?- si crucciò,Spike,mentre la
realtà gli si prospettava ancora più complessa di quanto già non lo fosse fino
a qual momento.
-Già già.-
-E perché mai?…sto
impazzendo,maledizione!-gridò lui,scivolando nelle sembianze demoniache e
cominciando a distruggere i mobili della bella stanzetta.
-Oh!No no! Fermo! AH! Fermo!Che
fai!Calmati,Spike!Oddio,NON la foto di Xander!-
-…sai che perdita!-sibilò ,lui tornando
nei suoi lineamenti candidi,cui anche Willow,gusti personali a parte,non era
del tutto indifferente.
-Prima che la battaglia contro il
first avesse inizio-riprese Willow,mettendo amorevolmente in salvo il ritratto
dell’amico - Buffy venne da me per una di quelle chiacchierate che le amiche
fanno prima dell’Apocalisse…sai,i soliti discorsi sentimentali di chi non è
sicuro di esser vivo l’indomani…invece,lei mi disse “tu devi salvarlo,se non
dovessi riuscirci io” …Buffy mi stava chiedendo di ricorrere alla magia nera!Ma
il fatto stesso che lei arrivasse a chiedermelo….beh,mi fece capire che dovevo
farlo!Per lei!-
Spike distolse lo sguardo dalle
lacrime di Willow,commosso anche lui a quelle parole.
-Cosa ti ha chiesto esattamente?-le
chiese,dopo essersi schiarito la voce.
-Di proteggerti con la magia
nera…Spike,ti ho preparato un luogo post mortem dove essere accolto se le cose
si fossero messe al peggio per te,ti ho preparato il luogo da cui tornare,al
300esimo giorno…-
-Una seconda vita?-
-No…pensa ad una placenta
interdimensionale….-disse ,esaltata dalla sua stessa eloquenza metaforica.
-Che schifo!-fece lui,per tutta
risposta,in una smorfia quasi fumettistica.
-Allora pensa al “PAUSE” e al
“PLAY”…capito? Questo è stato possibile solo perchè sei un mezzo demone,altrimenti
non ci sarebbe stata nessuna intercapedine Celeste per te:i demoni vanno tutti
giù.Lassù,non tollerano intromissioni nella cernita!-
-Placenta….-il vampiro era ancora
disgustosamente fermo là- …ma se mi hai salvato la pelle…va bene lo stesso.-concluse
serafico.
-Tu piuttosto,come sei tornato? Tutto
normale?-
-No.Per niente! Mi vedo nello specchio
e ogni volta che succede,mi faccio paura da solo perché non me lo aspetto:devo
abituarmi all’idea che le trasparenze riproducano la mia immagine…oh,però il
sole può ancora uccidermi….-
-…strano….altro?-
-Non ti basta?-
-Beh..-
-Senti,io sono stanco- fece e in un
baleno era già steso sulle coperte fiorite-se non ti spiace….vorrei
riposare.Adesso fuori .-
-Che ? Oh,ma è la mia camera!-protestò
con convinzione ,puntando i pugni sui fianchi.
-Dannazione!-imprecò ,alzandosi dal
letto- Come vuoi….- e prese a togliersi i pantaloni,mostrando a Willow
particolari rotondità, da lei dimenticate da tempo.
-Oddio!- la strega sbattè la porta e
decise che il divano era comodissimo per dormire.
Capitolo 2.
Finalmente soli negli austeri locali
dello studio,Buffy ed Angel avevano fatto l’amore.Buffy ne aveva
improvvisamente sentito la necessità:non era la voglia di sesso ma qualcosa di
indefinibile la portava a cercare con insistenza le braccia di lui,cercandovi
sicurezza e protezione,mendicando, quasi, una tranquillità che iniziava a
vacillare.
Quella sensazione che l’aveva sorpresa
la mattina quando le era stato presentato Spike,si era attaccata a lei morbosamente
per tutto il giorno e per più volte aveva lottato a fatica con lacrime
immotivate e con l’angoscia di un presentimento che presto qualcosa,o
qualcuno,avrebbe portato scompiglio nei suoi affetti.
Usciti dal palazzo della W&H a
tarda sera,Buffy sotto braccio ad Angel,pareva aver trovato un po’ di serenità
d’animo e si preparava alla ronda notturna al fianco del suo vampiro.
Appena fuori dal portone
principale,Buffy notò un lampione spento sul marciapiede e una pietra poco più
distante,ai piedi del palo,sul grigio plumbeo della base dorica,tanti resti di
sigaretta fumati appena a metà….
Fissò Angel e poi di nuovo quel
lampione,poi alzò il viso alla finestra dell’ufficio di lui ,dove la luce era
stata dimenticata accesa.
Ed ecco di nuovo il pianto salirle in
gola,la desolazione di quel lampione rabbiosamente rotto da un sasso tirato da
chissà chi… un grande albero dal fusto robusto..un praticello verde smeraldo
che si gode pacifico i raggi della luna…la luce soffusa dietro le tende tirate
della sua cameretta a Sunnydale….
Una fitta alle tempie o forse più
giù,nel profondo di un cuore indolenzito e stanco,la fece aggrappare più
stretta al braccio di Angel.
-Che hai,tesoro?-
-Niente.-si affrettò a dire Buffy ma
già Angel non poteva più crederle.
Passeggiavano mano nella mano per il
grande cimitero di Los Angeles,Giles li aveva avvertiti dei rave che i vampiri
tenevano da quelle parti da alcune notti e che dovevano essere fermati al più
presto.
-Tipo strano il tuo amico…-
Buffy non aveva mai tollerato la
tensione del non sapere,odiava che le si tenessero nascoste delle cose in
omaggio alla politica del ‘ciò che è meglio per lei’.
E i suoi amici erano tutti dei
politici mancati! Quella mattina aveva percepito proprio quel genere di
propaganda ,dunque perché non era ancora partita in quarta con il terzo grado
ad Angel? Non voleva sentire cosa aveva da dirgli su quello strano vampiro
appena uscito dal parrucchiere?
-Tipo strano il tuo amico…- Buffy pose
la domanda con un filo di voce,per paura che Angel potesse rispondere in malo
modo.
-In che senso “strano”?-ed ecco che
Angel rispondeva alle domande con altre domande,portatore della bandiera del
partito,fautore estremista del ‘ciò che è meglio per lei’.
-…triste…-sospirò,a Buffy costavano
molto quelle parole.
-Spike triste?No no,Buffy,sei del
tutto fuori strada…”strano”sì,Spike è strano in tutti i sensi possibili in cui
una persona può esserlo,ma triste,no!-
“Non posso mentirle,” cominciò a
pensare il vampiro,cercando di aggirare le domande,senza dire niente di concreto,
“mi odierebbe”.
-Che ci sarebbe di strano?Anche tu sei
sempre musone! Un vampiro può pure essere triste,no? E poi….Angel…a me è parso
che …possibile che Spike abbia un’anima?-
Angel a quelle parole fu scosso da un
tremito,distolse lo sguardo da lei,sperando che un demone spuntasse da dietro
un cespuglio e interrompesse quella conversazione. “Mi odierebbe”, ripetè a se
stesso:
-Si.Spike ha riavuto la sua anima-
-E come…..-
Il demone spuntò da dietro il cespuglio
nelle sembianze di un magrissimo vampiro,forte abbastanza da impegnarli a lungo
nella lotta e loquace abbastanza da confondere le idee a Buffy,presa dal solito
battibecco da cimitero.
La mattina seguente,incontro al
vertice negli studi della W&H:
-Diamine!E adesso? Ma l’erba cattiva
non muore mai?- esclamò Xander.
Willow era appallottolata sul divano e
,da un’ora circa,ascoltava in silenzio: aveva lasciato che i presenti dessero
sfogo al ricco vocabolario di insulti e maledizioni eventuali rivolte
rigorosamente tutte a Spike.
-Ti ricordo che l’erba cattiva ha
salvato la pelle e il ‘resto’ a tutti qui dentro!- esordì, infine,lei, acida e
risoluta - Ora vi ergete a paladini di Buffy,ma nessuno si ricorda com’è
cominciata la storia!-
-Io lo ricordo benissimo.-
-Appunto,Angel,mi meraviglio di te!-
gli occhi di Willow erano taglienti e in quelli di Angel affondarono come nel
burro. Il senso di colpa lo attanagliava e ,di certo,non era orgoglioso della
sua condotta ambigua e eppure mai tanto umana. E Willow si pentì del tono duro
con cui lo aveva colpito.
-E no,Will!-Xander,che non aveva colto
il tormento di Angel, non si dava pace del ritorno di Spike,non doveva neppure
aver dormito quella notte a giudicare dal colorito del contorno occhi:-Sapevamo
che,forse, lei avrebbe ricordato un giorno… ma che Spike potesse
resuscitare!NO!-
Willow abbassò il viso per evitare
l’inquisizione dell’amico:non avrebbe impiegato molto a capire che lei
nascondeva qualcosa.
-Già,Willow!-ruggì il signor
Giles,arrivato da Londra alle prime ore del mattino-Tu non sembri molto
sorpresa…-
-Giusto!Com’è che sei tutta
‘Spikofila’ ?-le insinuazioni di Xander e le certezze non troppo velate di
Giles,la rendevano praticamente isterica e trattenne a fatica l’incantesimo del
silenzio,con cui avrebbe volentieri messo tutti a tacere almeno per mezza
giornata. Quei discorsi non facevano altro che renderle più simpatico Spike,in
fondo lui non aveva mai chiesto niente a nessuno e quando aveva deciso di
sacrificarsi ,lo aveva fatto senza pretendere ringraziamenti,con umiltà e
semplicità, incurante della piccolezza di quella stessa gente a cui salvava la
vita.
“Quasi quasi…invece che ‘silentium’
uso ‘longa assentia’e me li levo dalle scatole per un pezzo”,
rimuginava,nascondendosi dai suoi amici dietro la faccia preoccupata del caso.
-Xander ha ragione…la presenza di
Spike non è spiegabile.-l’osservatore non era stato mai così scontroso,puliva
gli occhiali in modo convulso,scrutando Willow da capo a piedi.
-Ma,insomma!-la voce fuori campo di
Buffy gelò il sangue a tutti i presenti,colti in quei discorsi ,proibiti alle
orecchie della cacciatrice perché ‘è meglio per lei’.
Buffy entrò gioiosa come ogni
mattina,con la consueta scatola di brioches per la colazione.
-Spike di qui,Spike di là! Possibile che
lo conosciate tutti ed io no!-disse sorridendo mentre abbracciava il signor
Giles.
-Come mai già di ritorno?Non lo
aspettavamo prima di un mese!-
-…sentivo la vostra mancanza!Sono
tornato per restare.-rispose sempre più sospettoso,adesso anche nei confronti
di Buffy.
-Bene!Non sa come sono contenta!Almeno
aiuterà lei Dawn con la letteratura inglese! Qui ci vuole una bella festa,che
ne dite?-
-A me piacciono le feste!-squittì
Harmony dall’altra stanza,da cui non si doveva esser persa neanche una parola
del loro discorso.
-Una festa ?-il coro dei presenti in
costernazione.
-Da quanto ho sentito,questo Spike è
qui da solo…nessuno so aspettava il suo ritorno..e è passato troppo tempo
dall’ultima volta che ci siamo divertiti tutti insieme…-
-A dire la verità…io ne avevo promessa
una ai dipendenti dello studio per via del cambio gestione…- disse Angel,non
esattamente entusiasta dell’idea ed attirò su di sé lo stupore di Willow “Che
Angel si stesse rassegnando all’idea?”.
-Come no! Una bella festa per Spike è
quello che ci vuole!-continuò l’osservatore , inforcando gli occhialetti
rotondi e sorridendo a Buffy,fingendosi compiaciuto per timore di insospettirla
-…e senza Spike,sarà ancora più divertente..-sussurrò a Xander.
Buffy si incamminò con Willow verso
casa dell’amica,discutendo di decorazioni e tartine golose.
-Beh,ci penserà il catering,non hai
sentito Angel? Sarà una festa per
-Vabbene,ma la musica potremo
sceglierla noi? Non ricordo di aver più ballato un lento con lui da….da…-
-Forse dal diploma,Buffy? Non è che ci
siano state molte occasioni…ma,dimmi,hai già pensato a cosa mettere?-domandò
Willow,tutta eccitata.
-Harmony si presenterà con uno di quei
fazzoletti da naso che lei chiama ‘gonne’...e con quei tacchi che io non potrei
portare neppure se mi desse ripetizioni un trampoliere…-
-Scusa,ma che c’entra Harm? Non sei
mica in competizione con…-Willow si bloccò “Ops!” ,fece tra sé e sé e il
discorso cadde lì.
-Comunque…-riprese,per darsi un
contegno –l’idea della festa è grandiosa!-
-Non credo che gli altri la pensino
così.-
-…uh?-
-Willow,mica sono scema! Ho capito che
questo Spike non è molto stimato dagli altri…anzi,penso che Giles lo detesti
addirittura…Xander perderebbe pure l’altro occhio per vederlo sparire…e
Angel…boh? Non saprei…-
-Ehm,in effetti…-le mani di Willow
sudavano- ci sono stati dei dissapori ,in passato..in passato,però! Adesso
…sono …dimenticati.-
-Meglio così.Come facciamo a
rintracciare Spike?-
-Buffy…-Willow prese a sudare anche
sotto il naso –Spike abita da me…-disse tutto d’un fiato.
-Ohh…-Buffy stava diventando sempre
più curiosa:se l’amica era tanto in confidenza con quel vampiro da ospitarlo a
casa sua,come mai non gliene aveva mai parlato prima d’ora? E da
quando,soprattutto,un’amica di una cacciatrice dava asilo a vampiri senza
avvertirla prima?
Rimuginando su quelle
considerazioni,Buffy si fermò e si liberò dall’impegno quotidiano di
accompagnare Willow sino a casa,con una scusa poco credibile, per non
incontrare Spike.
Camminava assorta nei suoi ragionamenti
contorti per le vie dei negozi del centro,con l’intento di comprare un abito
per la festa e magari delle scarpe…chiedendosi come mai avesse avuto lo slancio
d’affetto di una festa per una persona che aveva paura di incontrare…quando una
vetrina catalizzò la sua attenzione per trenta minuti di seguito.
La vetrina era quella di un negozio
d’abbigliamento per uomo,un negozio moderno e molto di tendenza,pure nei
prezzi,astronomicamente imposti dalla tendenza a spendere tutto lo stipendio in
un solo capo.
Il vetrinista aveva scelto
un’ambientazione stranamente dark, con palloncini rosso fuoco sparsi sul
pavimento e al centro un unico manichino faceva bella mostra di una lunga
giacca di pelle nera,morbida e lucente di riflessi violetti e blu.
Buffy rimase a fissarla.
Tornata a casa,Dawn la accolse con
circospezione,saputa la notizia del momento,non era affatto tranquilla per sua
sorella.
Buffy ,invece,rientrò particolarmente
felice,con un grosso pacco sottobraccio,un acquisto di gran classe,a giudicare dal
nastro di raso che chiudeva la scatola.
-Che cos’è?-chiese,curiosa come una
scimmia,aggirando Buffy più volte e dimenticandosi completamente delle sue
ansie.
-Stai buona,tanto non è per
te!-l’ammonì Buffy –E’ per la festa alla W&H!-
-Cavoli!Pensi solo per te! Ed io cosa
metto?-
-Un grembiulino da brava scolaretta
che ha già fatto i compiti?-
-Messaggio ricevuto.-
Capitolo 3.
Alla W&h i preparativi erano quasi
ultimati,Harmony,pur con tutti i suoi petulanti difetti,era davvero efficiente in
questo campo…fin troppo,considerando che nell’organizzazione del ricevimento
aveva incluso una piccola attenzione in più per la sua ‘arcinemica’ Buffy,quel
tanto che sarebbe bastato per rendere la festa assolutamente indimenticabile.
-Angel,ho spedito gli inviti solo ai
clienti che mi hai indicato tu e il servizio catering provvede anche ai
camerieri… il complesso è quello che mi hai indicato tu..che cosa
manca?-cinguettò Harm al bel vampiro,appena arrivato.
-Sono sicuro che non manca
niente…-rispose distrattamente,contando i minuti che mancavano all’ora in cui
Buffy solitamente arrivava in ufficio.
Buffy lavorava per Angel,come
tutti,del resto, da quando Sunnydale era stata distrutta, ed erano senza dubbio
una squadra ben affiatata e collaudata già da varie Apocalissi, dove ognuno
faceva la sua parte con il massimo impegno e coraggio.
A casa di Willow,Spike si era
ambientato piuttosto bene,tant’è che la strega era ridotta quasi nelle
condizioni di ospite dalla abitudini disordinate del vampiro.
Spike nei due giorni che aveva
trascorso a Los Angeles non era mai uscito,neppure per nutrirsi,magari con
piccoli animali o per svaligiare il macellaio in fondo alla strada;Willow gli
aveva procurato delle sacche di sangue,riposte premurosamente nel frigo ,ma non
erano state toccate.
I pensieri che lo torturavano
lasciavano scorrere il tempo senza farsene accorgere: poteva svegliarsi nel
cuore della notte e trovare il crepuscolo poco dopo,assorto in quel medesimo
incubo che lo aveva svegliato.
Buffy non ricordava niente di lui e
della loro storia,neppure un particolare o una scena,non ricordava quante volte
avevano combattuto uno contro l’altra e quante altre, insieme,uniti contro il
male. Non sapeva che Spike ,in fondo,aveva sempre lottato per lei. Era come se
non si fosse mai presa cura di lui,non lo aveva salvato dal First nella
grotta,non gli aveva fatto togliere il chip… non era stata abbracciata con lui
durante la notte più dolce… e ,di certo,non lo aveva mai amato.
Sentì Willow rientrare, verso le sei
del pomeriggio e saltò giù per scale per parlarle.
-Tu pensi sia felice?-
-…così sembra…-sospirò la
ragazza,appendendo il cappotto all’attaccapanni nel piccolo disimpegno: in quei
due giorni,si era talmente abituata a cominciare in quel modo i discorsi con
Spike che le parve lo avessero sempre fatto.
-TU cosa pensi?-incalzò l’altro.
-Io penso che se mi ha chiesto di
metterti in salvo con la magia nera…beh,che adesso gli girerebbero parecchio se
sapesse che Giles sta manipolando la sua mente…-
-A fin di bene…- suggerì Spike,come
per sincerarsene nuovamente.
-Certo. Ma Giles le sta,anzi,noi tutti
le stiamo, impedendo solo di soffrire …o anche di essere felice?-
-Pensi che lei ..insomma….tu credi che
lei potesse amar..insomma…-
-Io non so.Non si confidava più con me
da un bel pezzo… perché io la giudicavo.-
-Hai trovato un rimedio per
l’incantesimo?-
-Non ancora,ho qualcosa in un libro ma
devo fare una ricerca in rete, non è facile,mi serve tempo. E se tu mi parli di
continuo quando sono a casa,non mi aiuti!-
-Mmh.-
-Domani sera,fatti bello:Buffy ha
insistito per organizzarti un party alla W&H-disse con distacco,accendendo
il portatile sul divano letto ancora disfatto.
-…veramente?- Spike sorrise appena un
po’, con stupore.
-Sì.-
-Mi servono dei vestiti nuovi,Willow!-
-E che cavolo! Adesso non vorrai che
ti presti i miei!-sbottò,chiudendo con rabbia il computer.
-No,per chi mi hai preso!Certe
performances le riservo per il sesso!-sorrise diabolicamente alla
strega,alzando il sopracciglio a pochi centimetri dal viso,chino su di lei.
Willow arrossì vistosamente e lo
spinse indietro,facendolo inciampare divertito.
-Vai al diavolo,Spike!-
-Sì. Ma tu domani vai a comprarmi dei
pantaloni nuovi e una camicia?E degli stivali.-
-Cosa faccio io domani?-strillò
sbigottita,mentre cercava ancora di riprendersi dalla battuta di prima.
-Hai presente come veste Xander?-
-….uh?-
-Il contrario.-
Spike le lasciò in mano banconote a
volontà ,girò i tacchi e tornò ai suoi pensieri.
-Io lo rimando da dove è venuto…io lo
rapo a zero…anzi glieli tingo di verde i capelli…io …io…- Willow non finì la
frase,scosse rassegnata la testa e un sorriso dolce si dipinse sul suo volto.
La sera seguente, Dawn e Buffy
arrivarono in anticipo allo studio,pensando di dover dare una mano per gli
ultimissimi ritocchi, ma Harm aveva fatto le cose in grande e tutto era
perfetto,anche se l’idea intima di festicciola,che aveva in mente Buffy,era
andata a farsi benedire.
Buffy,che indossava pantaloni neri e
un piccolo top in seta rosa,impallidì vedendo Harm scintillante venir loro
incontro per salutarle. La ragazza indossava una maglia attillatissima
completamente trasparente,con il reggiseno coordinato sotto,non trasparente
quest’ultimo, ma di due taglie più piccolo,sicuramente!La gonna era… “dov’era
la gonna?” si domandò Buffy ,verde di rabbia per i suoi pantaloni castigati.
-Buffy,cara…sei un amore
stasera!-scodinzolò Harmony,volteggiando agilmente sui tacchi a spillo alti
dodici centimetri – Cara,scusami… il signor Giles mi ha detto di dirti che era
in corso uno di quei rave al cimitero comunale… si è precipitato là,circa
un’ora fa…ha detto di non preoccuparsi e di iniziare senza di lui…. -
-Come?! Perché non mi ha avvisata lui
prima di andare? –
-Non so …forse preferiva che tu
restassi alla festa,del resto adesso dovrebbe tornare..se è vivo,si
intende…-concluse Harmony ammiccante ,con il suo risolino preferito.
-Dawn…-
-Sì,ok,lo so. Devi
andare…tranquilla,baderò io ad Angel.-concluse Dawn,sospirando, per darsi un
poco di importanza.
Spike giunse alla W&H poco dopo che
Buffy era uscita,indugiò un attimo sulla soglia, come volesse prender tempo
prima di rivederla ,quando un’ombra di fianco alla porta attirò la sua
attenzione. Immediatamente si mise in guardia,istintivamente preparandosi a
difendersi.
-Chi sei?-
-I tuoi sensi non mi riconoscono?-
Spike provò ad inspirare,attendendo di
comprendere dall’odore chi fosse il suo interlocutore,sebbene il tono della
voce non preannunciasse buone intenzioni.
-Xander!- Spike abbassò i pugni e
rilassò i nervi.
-Già.-
Spike rimase in silenzio,attendendo
che il ragazzo prendesse la parola, spiegandogli perché lo stesse aspettando.Ma
al vampiro quel tono della voce non era sfuggito e un moto di rabbia serpeggiò
nella sua mente,prima ancora di sentire cosa avesse da dirgli.Difatti lo precedette:per
Spike era solo l’ennesima disfatta,ancora l’umiliazione di esser lasciato in
disparte.In fondo,niente era veramente cambiato con l’avvento del First.
-Scommetto che Buffy sta combattendo
in un cimitero sperduto,tutta sola contro l’esercito di Saruman ed è in
pericolo di vita e io sono l’unico che può aiutarla,non è vero?- disse Spike e
,alzando la testa a guardare il cielo sopra il tetto della W&H,si strinse
nelle spalle e si incamminò lentamente lungo il marciapiede. Xander lo guardò
allontanarsi,per quanto piccola la sua figura diventasse ad ogni passo,lui non
poteva fare a meno di sentirsi inadeguato e vile,di fronte alla schiettezza e
del vampiro e alla dignità di quelle parole.
-Spike! Aspetta!-urlò Xander.
Spike alzò un braccio a metà,in segno
di saluto e senza voltarsi,sparì nell’ombra, come sempre.
“Sapevo che di non essere il
benvenuto,lo sono mai stato? Non mi hanno mai accettato ma è un problema loro…
volevo solo incontrare Buffy per capire come sta…che vuoi mi importi della festa.…”
questi ragionamenti a bassa voce,cadenzati dal passo lento di Spike,lo
condussero inosservato per le ariose strade di LA,senza metà e, tra tanta bella
gente che si affrettava per tornare nelle loro belle case,girovagò a
lungo,finchè un maestoso cancello nero in stile liberty non gli si parò
davanti.
-Perché no?-
Saltò le inferriate con la consueta
agilità e senza fretta si addentrò tra le lapidi candide senza fiori.
-Vediamo se una scazzottata tempra i
miei nervi …-mormorò,guardando distrattamente le foto sulle tombe che si
lasciava dietro,avanzando verso i viali interni. Quel cimitero era immenso,la
vegetazione ridotta a pochi arbusti tutti uguali,squadrati da una potatura
frettolosa e inesperta,senza rose bianche rampicanti lungo le sagome di marmo,
con piccole cappelle chiuse da cancellini che nessuno apriva oramai da anni….
Così diverso da quello di Sunnydale!
“Quello sì che era un luogo
romantico!” pensò,passando davanti all’ennesima cripta abbandonata.
“La cripta…posso vivere da solo,non ho
bisogno di amici…ma lei vive per quelle persone che mi detestano… E se fosse
felice?Se fosse davvero felice,senza il mio ricordo.Dovrei andarmene. Lo farei
se fosse veramente felice… non sono qui per distruggere in un attimo quella
normalità che tanto ha cercato…Non potrei mai! Stupido Xander! Idiota di un
osservatore! Ottusi e ciechi. Andrei via…”
Guardingo,attendeva di menar le
mani,sforzandosi di assumere un’aria minacciosa nonostante la disperazione di
quel tormento infinito: la voce di quei pensieri ripetitivi e inconcludenti lo
stava facendo impazzire.
“Dove sono i demoni quando li cerco…”-
Per l’inferno dannato!-
Fu scaraventato a terra con
violenza,con il volto premuto contro il terriccio dell’aiuola, sentì il primo
bruciore della morte sulla schiena,sotto la spalla sinistra.
“E se…”la riflessione estrema prima
della polvere e la morte,tanto fuggita per cento lunghi dissoluti anni e tanto
agognata per amore.
-Muori,maledetto! Tu e i tuoi amici
avete strappato il mio splendido top di seta!Non avete idea di quanto fosse
costoso! Made in Italy,capito???-
Spike sgranò gli occhi nella terra
umida e con un guizzo improvviso si girò,cogliendola alla sprovvista nella cupa
disperazione del top rovinato,e ribaltandola sul vialetto di mattoncini
grigi,proteggendole la nuca con le mani perché non si facesse troppo male.
-Tu?- e il verde dei suoi occhi di
bambina si scoprì più grande e ampio,per la sorpresa.
-Ciao, Buffy…-sorrideva
,Spike,dimentico dei pensieri di fuga e di morte di un attimo prima,finendo di
sistemarsi,involontariamente più comodo,a cavalcioni su di lei.
-..ciao…-Buffy,per terra a
guardarlo,senza resistenza alcuna:Spike non si perse l’ammirazione nello
sguardo di lei e la felicità di un timido sorriso,appena appena accennato.
-..ciao…-fece lui,di nuovo,un po’ più
incerto.
-..ciao…sì…-
-…sì…ciao..-
-…ciao…-ripetè lei,immobile,sotto quel
peso così improvvisamente familiare e , inconsciamente,molto piacevole.
-Come stai?-la prima cosa che gli
venne in mente… tra un po’ le avrebbe parlato del tempo.
-Bene…tu?-
-Bene…-
-..bene..-
-..bene…-
-Perché non sei alla
festa?-insieme,come bruscamente riportati alla realtà.
-Harm…-fece lei,niente affatto
arrabbiata per l’arcano stratagemma.
-Xander..- fece lui, che a malapena,si
ricordò il nome del ragazzo.
Il discorso cadde lì perché entrambi
dimenticarono di finirlo:era talmente poco importante… Spike si spostò e le
porse la mano.
Lei la strinse senza indugio e si
alzò,sorretta da quell’ingenuo gesto.
Percorsero il viale centrale,pronti a
scagliarsi contro i nemici di sempre e si ritrovarono,invece,al grande cancello
senza nessun vampiro da uccidere.
Buffy abbassò gli occhi e notò che lui
la teneva ancora per mano,anche adesso che erano fermi all’ingresso del
cimitero non accennava a volerla lasciare.Osservò meglio:non era LUI a tenerle
la mano,era LEI che gliela stringeva nell’intreccio delle dita! Dato che Spike
pareva non accorgersene, Buffy pensò bene di far finta di niente,sperando in
cuor suo di farla franca e di godersi ancora un pochino la pelle morbida di lui
lungo le dita.
-Andiamo alla festa?-osò,timida.
-Andiamo dove vuoi.- era sincero.
Marchingegni e trucchi infidi sono ben
poca cosa al cospetto delle beffe del destino:
e mai come la sera della festa,il
destino era intenzionato a prendersi gioco dei piani di Giles e dei tacchi
sensuali di Harmony.
Gli addetti alla sicurezza della
W&H,alla vista della strana coppia con abiti strappati e terriccio in
abbondanza tra i capelli, non poterono non cacciarli via ed anche in malo
modo,data l’insistenza con cui si ponevano.
-E adesso?-chiese
Buffy,dispiaciuta,sedendosi sul bordo del marciapiede- Io speravo tanto di
ballare ….-
-Alzati,dai!-
-Dove mi porti?- domandò Buffy
lasciandosi tirar via per la mano,senza opporre resistenza.
Sotto casa di Willow,salirono sulla De
Soto e in pochi minuti furono al mare.
Una interminabile spiaggia
deserta,intervallata dalle caratteristiche ville dai bei porticati di legno
bianco,addobbati con piante tropicali rampicanti.In ogni casa,le luci accese
disegnavano la lunga sagoma della baia di Los Angeles in uno scorcio suggestivo
senza fine.
-Ci sarà pure un pub aperto…è ancora
presto…-Spike era balzato dalla macchina,senza badar allo strampalato
parcheggio in cui la stava lasciando,con il cofano nero in mezzo alla corsia
contraria al loro senso di marcia e con la ruota posteriore nella sabbia.
-Tu guidi sempre così?-non potè fare a
meno di osservare lei.
-Che?-
-Niente niente…-disse Buffy,divertita
dalla noncuranza totale del vampiro,saltando giù anche lei dalla paziente De
Soto.
-Vieni! Quello è aperto…- e di nuovo
la stava tirando per la mano.
Entrarono in un piccolo pub
trasandato,ai margini della spiaggia,tra la sabbia e l’asfalto,la terrazza di
legno aveva bisogno di molti lavori ma gli ombrelloni chiari, chiusi sotto la
luna e i piccoli lampioni spenti,le davano un tono irreale,vagamente retrò.
Dentro,il barista asciugava svogliato i bicchieri, rapito dal call center
erotico in onda in tv ,mentre l’unico cameriere riponeva gli sgabelli,come
fossero stati enormi macigni.
-Salve.-disse frettolosamente il
vampiro che già si guardava intorno,cercando qualcosa.
-Buonasera…-osò Buffy,certa che li
avrebbero cacciati anche di là.
Nessuno badò a loro.
-Due birre.- Spike lanciò il denaro
sul bancone,cercando ancora intorno.
Buffy notò che aveva indovinato cosa
le piaceva bere,forse Spike aveva is uoi stessi gusti.
Il barista sbuffò,dovendo chinarsi per
dare loro due bottiglie di Becks e a fatica raccolse le banconote.
Buffy si era completamente dimenticata
della festa e dei raduni dei demoni,del suo top made in italy da buttare e che
le macchie d’erba sui bei pantaloni neri,non sarebbero più andate via: si era
completamente dimenticata di ciò che il programma della sua vita avrebbe dovuto
prevedere per quella insolita serata.
La compagnia di Spike la inebriava di
leggerezza, la spensieratezza dei suoi gesti e la calma delle sue parole
avevano scacciato l’angoscia e le irrazionali paure che aveva provato quando lo
aveva incontrato la prima volta.
Adesso la sua vita era fatta
dell’atmosfera patinata di quel bar di seconda categoria, del velo di umidità
che impregnava l’aria e della cantilena delle onde sul bagnasciuga. Respirava
una pace sconosciuta.
Spike stava armeggiando con
l’imitazione poco credibile di un jukebox anni 50, dimenticato in un angolo tra
un vecchio flipper e un biliardo barcollante….
Dopo le imprecazioni del caso e non
senza prima aver inserito varie monete,un paio di calci bel assestati fecero
avvertire i primi cigolii del finto 45giri e la canzone partì.
Le prese le mani e la condusse sulla
terrazza, tra le ombre dove le note di Lenny Kravitz arrivavano confuse con
quelle del vento sull’oceano.
(“I belong to you”- LENNY KRAVITZ.)
You are the flame in my heart
You light my way in the dark
You are the ultimate star
You lift me from up above
Your unconditional love
Takes me to paradise
I belong to you
And you
You belong to me too
You make my life complete
You make me feel so sweet
You make me feel so divine
Your soul and mind are entwined
Before you I was blind
But since I've opened my eyes
And with you there's no disguise
So I could open up my mind
I always loved you from the start
But I could not figure out
That I had to do it everyday
So I put away the fight
Now I'm gonna live my life
Giving you the most in every way
I belong to you
And you
You belong to me too
You make my life complete
You make me feel so sweet
Oh I belong to you
I belong to you
And you, you
You belong to me too
You make my life complete
You make me feel so sweet
Oh I belong to you
I belong to you
And you, you
You belong to me too
You make my life complete
You make my life complete
You make me feel so sweet
Oh I belong to you
I belong to you
And you, and you
You belong to me too
You make my life complete
You make my life complete
You make me feel so sweet
-..ehm…so che la musica,forse,non è
proprio quella che avresti voluto ballare stasera.. e forse neppure il
cavaliere…-
-….-Buffy non rispose,smarrita dalla
dolcezza della sua voce.
La toccava appena,sfiorandole la
guancia sulla sua,attento a che i loro corpi non si avvicinassero
troppo,carezzandole le spalle nude con il soffio irreale del timido respiro…le
braccia distese lungo i fianchi e le mani,saldamente intrecciate le dita delle
loro mani,abbandonate al dondolio di quella danza.
Capitolo 4.
La musica era cessata da un pezzo
quando smisero di ballare:il pub aveva tirato giù la saracinesca e l’insegna al
neon sulla terrazza era stata spenta.
-Perché hai gli occhi lucidi?-domandò
Buffy,accarezzandogli lievemente i capelli scompigliati; lui non rispose.
Buffy era certa che quegli occhi le
stessero parlando,che la stessero cercando,in un piccolo antro gelosamente
custodito,oltre se stessa,a cui nemmeno lei avrebbe saputo giungere.
Si alzò sulle punte dei piedi e portò
le labbra dischiuse su quelle di Spike.
Le bocche si accarezzarono in tocchi
ovattati bramandone l’anelito leggero e, immaginandone i baci, si sfiorarono a
lungo.
L’alba complice,sembrava tardare a venire
quella mattina, sospesa tra il cielo e il mare,osservava incantata quei
preziosi momenti di un amore perso nella memoria.
Quando,inesorabile, il sole si
intrufolò da sotto l’orizzonte ,Buffy strinse un po’ più forte le mani di Spike
; tornarono a casa in silenzio,in muti pensieri di tristezza e impotenza. Per
la cacciatrice,di nuovo l’angoscia e la confusione di voci
assillanti,ridondanti di perché ,soffocate nell’eco della mente.
-Strega? Dormi?-il vampiro era entrato
in casa quando la città spegneva i lampioni e i fattorini terminavano le
consegne di latte e giornali,in salotto Willow spariva sotto le coperte del
divano letto.
-Strega?… Allora?…Dormi?- sedendosi,
per l’esattezza piombandole quasi addosso, la stava scuotendo per una spalla.
-Oddio! Sì! Non ho fatto la ricerca
per casa:è vero!!….-soffocò le grida per via della voce roca del
risveglio,tirando fuori di colpo la testa rossa dalle lenzuola de “I Puffi”.
Spike era basito:
-…ma tu sei ancora ferma allo stato
embrionale di secchiona?…-osservò,con un non so che di sincera preoccupazione.
-Oh?! Non ti permetto di sindacare sui
miei sogni!- ringhiò, cercandosi il viso nella massa di capelli spettinati -
…almeno su quelli….-finì,a voce più bassa.
-Sono stato con Buffy….- mormorò lui.
-HIIIII!!!!!???? Cooosaaa….-Willow era
fresca come una rosa,adesso-Avete fatto sesso?- chiese, in preda
all’esaltazione.
-No….-rispose Spike,corrugando la
fronte,quasi scandalizzato.
-Nemmeno un po’?-insiteva,guardandolo
di sbieco,con la faccia sospettosa e diffidente.
-NO!-era risentito e meravigliato da
quelle insinuazioni.
-Strano…-faccia ancora più sospettosa.
-Ehi,io non so mica fare solo quello!
E smetti di guardarmi così:sembri quella ninfomane di quel film…. -
-…uh?-
-Come si chiama….quella lì fissata con
“il campo della banda”…-
-Non è vero! Non ci somigliamo
affatto.-fece,offesa.
Spike intanto si sistemò sul divano
letto,con le braccia sotto la testa a fissare il soffitto,mentre Willow,senza
fare caso a tanta confidenza,cercò di ritrovare un po’ del riposo bruscamente
sottrattole.
-…penso che lei avverta
qualcosa…-cominciò,serio.
-Non so…l’incantesimo è potente… -Will
era volutamente evasiva e questo non preannunciava buone nuove.
-Trovato niente in proposito?-Spike fu
diretto,come al solito.
Willow,allora si tirò su e lo guardò:
-Spike… ho trovato un incantesimo che
potrebbe funzionare…ma non è proprio un rimedio… è una sorta di
interversione..-
-Sii più chiara…-
-Potrei farle un'altra magia,con cui
ricorderebbe te…ma… dimenticherebbe il resto..-
-Che? NO!- alzò la voce, scattando in
piedi- No,Willow,questo non si può fare.-
-Lo so,Spike,ma credimi …non c’è altro
…-la ragazza,mortificata,gli parlava sommessamente, trattenendo la commozione.
-No. No. Questo non si può fare.-
ripetè a bassa voce,salendo le scale per sparire di sopra. Voleva stare solo.
Angel la aspettava in ufficio,prima
del solito,Buffy ne era sicura.Doveva dargli delle spiegazioni? Pensò che,in
realtà,non era andata alla festa per colpa del tiro giocatole da Harmony e per
colpa di quel microcefalo della sicurezza che non l’aveva fatta passare. Il
senso di colpa,però,non fu rabbonito e nemmeno per Angel sarebbe bastata quella
storia,pur essendo proprio quello che era accaduto.
“Oppure no?”,chiese a se stessa
mentre,come ogni giorno,acquistava le brioches per la colazione da portare in
ufficio. “Perché ho accettato di finire la serata con Spike? Perché mi è
sembrato tutto tanto naturale e spontaneo?”.Entrata alla W&H prese le
scale,ancora un po’ di tempo per pensare…
“Avrei voluto …”, ripensò alle parole
della canzone scelta “a caso?” da Spike e a quelle tenerezze innocenti,ai baci
non dati e a quanto erano stati vicini… subito… senza imbarazzo eppure senza
parole .. “..avrei voluto che lui mi ….”…
-Buffy!-
-Ciao,Angel…-sussurrò,guardandolo
negli occhi certa di dover subire la sua ira, invece trovò solo tristezza sul
suo viso.
-Vuoi parlarmi,immagino.-cominciò
lui,chinando la testa.
-..vorrei parlarti,sì. Solo che non so
di cosa….-
-Di Spike..ti aiuto io.-
-…cosa sai di lui…-
-Che non porta mai nulla di
buono,almeno per me…-disse,dondolandosi sulla sedia girevole.- Buffy,non
‘posso’ dirti molto di lui…anche perché lui non c’entra..sei tu.-
-Io cosa?- Buffy non poteva capire
quelle mezze parole,non poteva immaginare di dover leggere tra le righe.
-Tu cosa provi per me,Buffy.
Veramente,intendo.-
A quella domanda,le ginocchia di Buffy
si piegarono e lei sedette sul divano,cercando la risposta più sincera.
Quando Sunnydale era stata
distrutta,loro tutti si erano lasciati alle spalle il primo male ed erano stati
colti alla sprovvista da una vita normale. Buffy aveva trovato il suo grande
amore ad attenderla e una meravigliosa opportunità di vivere con lui una
relazione autentica,tanto quanto inaspettata. Ecco come erano andate le cose.
Il trasferimento a Los Angeles divenne
definitivo per gli Scoobies,in un tacito accordo, ognuno si era ritagliato un
ruolo e una fetta di sospirato, tranquillante, qualunquismo.Pur mantenendo quel
legame indissolubile che li contrapponeva alle forze oscure.
-Non so…-gli rispose,dopo minuti
interminabili.
-Non so…io ti amo…- fece Buffy con
decisione,ma quanto suonavano strane in quel momento quelle cinque lettere.
-Io ti amo.-ripetè,poco più forte,per
sentirle meglio.
-No,amore… tu mi hai amato
…tanto,amore,tanto…troppo. Ma non è bastato . Angelus è sempre stato più forte
di noi due.-
“ E Spike,più forte di Angelus”,pensò
mentre una fitta al petto gli rompeva il fiato.
-Ma …Angel ..non capisco …io ieri sera
ero con Spike,è vero,ma non ti ho mai tradito…- Buffy adesso
piangeva,stringendosi il viso nelle mani.
-Io lo so,cara.Lo so.
Adesso,tuttavia,non devi fare niente che tu non lo senta veramente… e non dirmi
che questa mattina,venendo da me,eri felice come ogni altra mattina…- il
vampiro si era seduto accanto a lei,per rassicurarla.
-Angel…-
-Fai ciò che senti e…se sentirai di
amarmi ..allora io sarò qui ad aspettarti e ci riproveremo,di nuovo.-
La notte seguente, Buffy non potè
restarsene a piangere come ogni ragazza abbandonata dalla persona che ama perché,si
sa, la cacciatrice non può vivere,né soffrire, senza che qualche astuto demone
non ne approfitti in men che non si dica.
Di nuovo delle vittime,ritrovate al
cimitero dal guardiano quella mattina e i giornali che gridavano al maniaco
assassino di turno,terrorizzando e confondendo l’intera popolazione.
Buffy era sola. Aveva atteso Angel
all’ingresso,ma lui non era venuto…forse però la stava seguendo,non
visto,vegliando su di lei…come faceva anche prima che si conoscessero.
Angel però non era lì; si era chiuso
alla W&H tutto il giorno,aveva annullato i suoi appuntamenti e nessuno
aveva aperto la porta del suo ufficio. Il vampiro aveva pianto, sul pavimento
c’erano alcune suppellettili distrutte dall’inevitabile moto di rabbia contro
Spike … ma ,infine,non aveva potuto fare altro che rassegnarsi: non poteva
mentire a Buffy,almeno non lui, si sarebbe fatto da parte, aspettandola come
sempre. Anche in eterno. Ma la voleva libera e senza compromessi.
A notte inoltrata uscì dal suo uffcio,
nel palazzo le luci erano spente e non era rimasto nessuno. Si avviò mestamente
all’uscita quando,da sotto una porta,notò il riflesso bianco di una lampada
accesa. Entrò senza bussare,facendo gridare dallo spavento la ragazza che
lavorava al computer.
-Scusa!- si affrettò a dire.
-Oddio,mi hai fatto paura! Pensavo di
essere sola…-
-Anche io….-
La ragazza era nuova,Angel non
ricordava di averla vista prima,lo guradava intimorita con grandi occhi verde
chiaro,uno sguardo pulito e innocente.I capelli castani,lunghissimi e lisci,le
incorniciavano un viso schietto e timido allo stesso tempo.
-Lavori ancora a quest’ora…-disse
Angel,impacciato.
-eh,si..sono l’ultima arrivata e non
vorrei fare brutte figure con i colleghi. Lei è…-
-Angel…-sorrise.
-Lo sapevo,lei è il mio capo,devo per
forza sapere il nome di chi mi ha assunto.- disse stringendosi nelle
spalle,mentre si avvicinava per stringergli la mano.
-Piacere.Io mi chiamo Lana Lang. Vengo
dal Kansas .-
Da quella sera…per qualche strana
ragione,due erano le luci che venivano spente per ultime nel grande palazzo
della W&H.
Al cimitero,intanto,Buffy trovò quello
che stava cercando da vari giorni: i raduni nostalgici dei demoni non erano un
invenzione,come potè notare scendendo,non vista,nei sotterranei di una vecchia
cappella apparentemente abbandonata.
Decise di non attaccarli senza avere
un piano e senza aver le spalle coperte,erano veramente numerosi e anche molto
cattivi,a giudicare dal sangue delle vittime che era sparso ovunque. Per un
attimo pensò di uscire allo scoperto per lanciarsi in una lotta impari che le
succhiasse tutte le forze fino alla fine. Non era la prima volta che desiderava
morire in uno scontro da cacciatrice: quella sera ne avrebbe avuto tutte le
ragioni.
Mosse un passo in avanti,per farsi
notare dal vampiro di guardia.
Una mano sicura le chiuse la bocca e
un’altra l’afferrò per la vita,portandola fuori dalla cripta di peso,caricata
su una spalla, in maniera ridicola e maldestra,serrando con più decisione la
bocca perché non potesse fiatare.
Spike lo sapeva bene :fermare Buffy
nella lotta non era difficile quanto impedirle di parlare!
La mise giù quando furono al
sicuro,nei pressi del primo vialetto illuminato,vicino all’uscita del cimitero.
-Spike!-
Il vampiro non era sicuro che lei
fosse contenta di vederlo e soprattutto che fosse contenta di essere stata
fermata.
-Ciao.-
-Che cavolo…-
Buffy era sconcertata dal sorriso
disarmante del vampiro che,con espressione vagamente colpevole,era pronto per
prendersi una ramanzina e forse,anche qualche pugno in faccia.
-Che devo fare? Devo dirti grazie,lo
so. Mi sarei fatta ammazzare…-
-..nella migliore delle ipotesi…sei
ottimista,stasera..-
Buffy rise,scotendo la testa ma con
approvazione. Ecco che,di nuovo,si sentiva felice e non sapeva perché.
Avrebbe dovuto correre ad avvisare
Giles,allarmare Willow perché preparasse ingredienti segreti per puzzolenti
incantesimi antimostro …..si ritrovò,invece,a passeggiare per le strade
illuminate di Los Angeles accanto a Spike,senza sapere dove quelle strade la
stessero portando.
Il riflesso delle luci della città
illuminava di giallo il grigio scuro del cielo sopra la metropoli… per le
vie,qualche coppia di ritorno da una serata romantica, un paio di ubriachi che
farfugliarono loro qualcosa di sconcio e quelle colorate insegne pubblicitarie
intermittenti…l’aria sottile del notte ancora lunga.
Per un principe del brivido e la sua
cacciatrice.
Capitolo 6.
Fianco a fianco, per le strade
dilatate di quella modernità cittadina tanto ostentata quanto fittizia se
commisurata alla piccolezza e alla ignoranza degli uomini che vi si muovono,
Buffy e Spike si chiedevano cosa stessero facendo: forse stavano facendo una
ronda… pattugliavano le vie di Los Angeles per difendere i soliti sfigati presi
di mira dai succhiasangue di turno… ecco perché stavano attraversando a piedi
la città!
Si trastullavano con queste scuse
infantili e con la certezza che fosse presto per tornare a casa… e con la paura
di non voler tornare a casa senza l’altro.
Si erano scambiati a malapena qualche
monosillabo con sguardo furtivo annesso ma Spike aveva anche saputo avvertire i
brividi che percorrevano la pelle di lei quando il dondolio di quella
passeggiata silenziosa aveva fatto sfiorare le loro mani imbarazzate.
Buffy si sforzava di soffrire per
quello che era accaduto con Angel ,non che non fosse turbata di quel distacco
annunciato dal suo grande amore, tuttavia non stava soffrendo come avrebbe
voluto! Era arrabbiata con se stessa per questo stato d’animo inclassificabile:
perché non era chiusa al buio in camera sua,con le musiche angoscianti del caso
in sottofondo,a inondare di lacrime il letto? Era già rassegnata a quella
separazione tanto da provare solo un nostalgico rammarico? Come per una storia
d’amore che inesorabilmente sapeva dovesse finire: stava vivendo quelle
emozioni come fa chi guarda al passato col senno di poi,quando già tutto è
accaduto e il tempo ha svolto generoso il suo ruolo di maestro.
Spike poteva sentire il rollio
incessante dei pensieri di Buffy e cercava da ore un’occasione o un imprevisto
per distrarla dal disorientamento che leggeva chiaramente sul suo volto: il
verso che aveva preso la piccola ruga che le divideva dolcemente le
sopracciglia era un libro aperto per il vampiro.
La ruota gigante del Luna Park spuntò
giocosa dal tetto di un palazzo.
Ecco il diversivo che Spike si
affannava a cercare da quando si erano allontanati dal cimitero. Si fermò e si
voltò di scatto verso Buffy : già la ruga si era distesa in una attesa
speranzosa.
-Ti andrebbe….- bisbigliò Spike
sottovoce,temendo forse un rifiuto o un gesto di stizza.
-SI.- rispose prontamente,senza
lasciarlo finire la frase.
Si ritrovarono ad affrettare il passo
come fanno i bambini quando tirano per la mano i genitori che indugiano in
vista dei cancelli del parco dei divertimenti,oltrepassando altre coppie che
percorrevano il viale del Luna Park in senso contrario al loro,data l’ora
tarda,certamente non avrebbero dovuto fare lunghe file alla cassa.
Invero,sarebbero stati forse gli unici visitatori … ma questo non era
importante.
-Venivo spesso la domenica qui con
mamma e papà…-cominciò Buffy con naturalezza e serenità,sicura di trovare un
ascoltatore attento e premuroso- i pomeriggi assolati… i capricci per lo
zucchero filato… e per salire sulle “Curve della Morte”…- fece ,indicando le immense
montagne russe,tra le più alte di tutti gli Stati Uniti.
-Beh, pomeriggi assolati a parte … -
insinuò, porgendole velocemente lo zucchero filato,rubato all’insonnolito
venditore,troppo stanco per replicare da dietro il suo carrettino colorato -…
non è che tu sia cambiata molto…-.
Buffy rise a quel gesto affettuoso e
cominciò la sua lotta contro le dita appiccicose per divorare lo zucchero alla
velocità della luce, di fronte ad uno Spike a dir poco sorpreso da tanta
voracità e ,soprattutto,dal modo ingenuo in cui Buffy leccava ripetutamente la
punta delle dita, suscitando,per contro,nel vampiro ricordi di tutt’altro
genere.
-Ti piacciono le “Curve”?- domandò
serafica,volgendo lo sguardo trepidante alle montagne russe.
-Certo.-rispose guardandola di sbieco,senza
che lei scorgesse la malizia di quella risposta.
-Ci sai andare?-
-Beh,sono cose che ti vengono
naturali…anche se, modestamente,sono bravo..-
-E hai molta resistenza?-
-Ovvio. Posso farti fare tutti i giri che
vuoi…-continuava lui,trattenendosi da sguardi da predatore.- Basta lasciarsi
andare … seguire il movimento con tutto il corpo … prima si sale sopra….molto,
molto lentamente… e poi giù …spingendosi fino in fondo e di nuovo su, per poi
raggiungere il baratro …senza fiato….- Spike evitò di guardarla negli occhi.
-..mmmhh…- a Buffy parve di aver
sentito già quel tono profondo con cui le parlava e per un momento,si senti in
difficoltà -…Scommetto che dici così ma poi,quando lo fai,tieni gli occhi
chiusi….- continuò con tono di sfida.
-No.- e si girò a fissarla,con la
mente oramai immersa in una serie di immagini sfocate,che lo stavano eccitando
,nonostante i suoi sforzi per non rivederle davanti.
-A me piace guardare.-fece da
ultimo,alzando il sopracciglio sinistro mentre contraeva le labbra in una
smorfia fin troppo eloquente.
“Oddio:ma di cosa stavamo parlando?”
penso Buffy e arrossì violentemente ,vedendo brillargli gli occhi. Spike
intanto rideva di gusto,mentre lei annegava nel panico.
-Dai,allora? Vuoi fare un giro con me
o no?-Il tono di Spike non fu innocente come avrebbe voluto essere e gli costò
un pugno nello stomaco.
-Ahi!!-il vampiro si piegò in due.
-Ecco.- disse con
soddisfazione,avviandosi verso il trenino fermo alla partenza,come se nulla
fosse e come se picchiare Spike fosse una abitudine e la degna conclusione dei
loro battibecchi.
Spike la seguì felice: Buffy lo aveva
picchiato!
Dopo appena un giro sulle “Curve della
Morte”, Spike si ritrovò a sollevare la fronte di lei con una mano,reggendole i
capelli in una coda con l’altra.
-Forse ti sarebbe riuscito meglio un
giretto nella casa dell’orrore…- le disse in un intervallo tra un conato e
l’altro,prendendosi gioco di lei.
-Se continui a sfottermi ti do un
altro pugno… appena smetto di vomitare.- ringhiò lei,chinandosi di nuovo.
Buffy vomitò per dieci minuti filati
finchè,esausta sedette sul prato con un forte mal di testa, senza accorgersi di
essere sdraiata sul torace di Spike,che la sorreggeva,da dietro, seduto a gambe
divaricate,perché non si ribaltasse sull’erba. Rimasero così fino alle prime
luci dell’alba. Buffy si assopì sprofondando il viso nella maglia nera di
lui,il suo profumo era una dolce ninna nanna e le braccia,che adesso sentiva
strette attorno alla pancia e ai fianchi ,la riempivano di gioia.
Spike sarebbe rimasto a vederla
dormire per sempre,avrebbe desiderato farla entrare in letargo persino,se solo
fossero stati al riparo dalla luce del sole… per poterla stringere,non
visto,toccare i suoi capelli e baciarli… come quella notte…tanto lontana ,da
essere stata dimenticata.
Il corpo di Buffy reagiva nel sonno a
quelle carezze, movendosi leggermente, desideroso di averne altre e,non appena
Spike osava interrompere quelle coccole,un mugolio sommesso lo richiamava e
pretendeva le sue attenzioni,rendendolo tanto orgoglioso da poter sperare che
forse,un giorno,lei avrebbe potuto ricordare perché il corpo della sua
cacciatrice ,ne era oramai certo,non aveva scordato un bel niente!
La riaccompagnò sotto casa quella
mattina,continuando a prenderla in giro per la dimostrazione di stomaco esibita
poco prima mentre lei tentava,non troppo dispiaciuta dall’essere oggetto di
derisione ,di ribattere a quelle offese scherzose.
-Senti,Spike….- erano giunti davanti
agli scalini del palazzo in cui vivevano Buffy e Dawn- Domani sera, verresti al
cimitero con me?- domandò tutto d’un fiato,rotando gli occhi in cerca di un
particolare interessante su cui fissarli – Se dovessi decidere di fermare quei
raduni … avrò bisogno di un bel po’ di aiuto…-
-E’ solo per questo?-si lasciò
sfuggire lui- Cioè, certo che ti accompagno. Qualunque cosa tu decida di fare.-
e si allontanò veloce, senza che lei potesse replicare.
-…Spike…aspetta- disse con un filo di
voce- Devo darti una cosa…-
“Beh,gliela darò un’altra volta…”pensò,sorridendo,mentre
la malinconia la assaliva man mano che la figura del vampiro si faceva piccola
in fondo alla strada.
I lampioni si spensero e Buffy,
raccogliendo il giornale per terra,entrò nel portone.
-Finalmente!- la sorella doveva aver
dormito sul divano per aspettarla- Mi stavo preoccupando: è la seconda notte
che trascorri fuori fino all’alba! ..Sola?-il tono di Dawn era quello di chi
sapeva la risposta.
-Non ero sola, ero con Spike. Deduco
che lo conosca anche tu?-
-No,no….-borbottò l’altra,avvicinandosi
per baciare Buffy affettuosamente.
-Buffy!-Dawn si ritrasse con
espressione disgustata.
-…uh?-
-Hai vomitato?Senti che odore!Non ti
si sta vicino!Fatti una doccia immediatamente!-
-……- Buffy rimase di stucco,mentre la sorella
saliva al piano di sopra.
Di nuovo l’angoscia si impossessò di
lei e un giramento di testa la fece piombare sul divano,in preda al terrore.
Sentiva di nuovo la terra aprirsi sotto i suoi piedi e lei impotente,cercare un
appiglio inesistente per non farsi inghiottire dal vuoto e dal dolore. Poi
ricordò Riley… quella volta che lui tornò a Sunnydale con la moglie.. ricordò
l’odore nauseante dell’olio fritto del Doublemeet Palace e il lungo discorso
che lui le fece… ed ecco apparire Spike,nella sua mente,dal nulla, ad
accoglierla tra le sue braccia. Spike non aveva sentito l’odore stucchevole del
luogo in cui lavorava? Spike l’aveva tenuta stretta tutta la notte sul prato
del Luna Park.
Nella sua mente si affollavano scene
sfocate e intermittenti e come nel peggiore dei suoi incubi Buffy vide se
stessa circondata da demoni urlanti,mentre tentava di proteggere qualcuno che
la sua mente non riusciva a distinguere,cercava di fargli da scudo con il suo
corpo.
Allora corse di sopra,più veloce che
potè chiudendosi dietro la porta della sua stanza,con forza, per chiudere fuori
la paura che non riusciva a fronteggiare in quelle assurde immagini vissute
poco prima.
Si avventò sulla bella scatola chiusa
dal nastro di raso,distruggendola in movimenti scoordinati e convulsi: si
avvolse nel lungo spolverino di pelle nera e ,solo allora, Buffy cominciò a
piangere pur senza sapere il perché.
Nel frattempo Spike era entrato in
casa di Willow e ,in punta di piedi stavolta,per non svegliarla,prese a salire
le scale ma tornò sui suoi passi vedendola addormentata scoperta sul divano. Le
si avvicinò e allungò una mano sulle lenzuola de “I puffi” per coprirle le
spalle.
-Sono sveglia.-fece lei ancora ad
occhi chiusi.
-Ah, non sembrava.-
-Che hai fatto fuori tutta la notte?-
disse tirandosi vicino l’orologio e cercando di mettere a fuoco le lancette.
-Sono stato con Buffy…-
-Avete fatto…-si allarmò curiosissima
la strega-….-
-NO! Ma sei fissata? Dì un po’,non è
che faresti meglio trovarti un uomo? ..Cioè una donna… ma anche un cucciolo,al
limite…-
-Idiota.-
-Novità,piuttosto? –
-No.Nessuna,oltre a quella che ti ho
già detto. Ma gli effetti collaterali non sono cambiati da ieri mattina ad
ora.-
-No,Willow. Allora se non c’è altro…-
-Che farai? Non puoi dirglielo ,lo
sai,lei non capirebbe…. –
-Lo so. Sono stato con lei e mi è
parso che stia bene… forse ha dei problemi con Angel,in certi momenti era
strana… ma penso che,come sempre,siano dovuti a me:niente che lui e il suo
rialzo sotto le scarpe non possano risolvere appena mi sarò levato dai piedi.-
-…Levato da dove? Quando è che hai
deciso di andartene?-chiese, stupita anche lei di esserne sinceramente
dispiaciuta.
-E che dovrei fare ,secondo te,rossa?
L’amico di turno? Naaa!!! Non potrei mai esserle amico. Quindi … -
-Quando pensi di andare via? –
-Stanotte mi ha chiesto di fare la
ronda con lei. Poi,domani sera,al tramonto,vi saluto.-
-E dove …-
-Non chiedermelo. Non lo so. E se lo
sapessi,comunque non credo te lo direi.-
Spike,in quel momento, baciò Willow
sulla fronte sussurrandole un “grazie”,in uno slanciò che sembro ad entrambi la
cosa più naturale del mondo . Poi andò a dormire.
Rimasta sola,Willow cominciò dapprima
a rimuginare,dispiaciuta… fino a parlare al vuoto arrabbiata e da
ultimo,furente,scattò in piedi:
-Pezzo di stronzo di un inglese in
papillon! Dobbiamo parlare e dovrai essere molto convincente per non essere
trasformato in una lampada da tavolo.-
Willow era vestita e pronta per
precipitarsi da Giles, buttandolo giù dal letto se necessario,per parlargli e convincerlo,con
la forza e non necessariamente in quest’ordine a ridare all’amica il passato
rimosso; in quel momento il telefono squillò.
-Pronto…- il tono di Willow era
seccato.
-Willow… sono io… posso venire da te?-
-..B..Buffy…certo che…-alla voce incerta
e rauca dell’amica che aveva appena pianto,la strega abbassò l’ascia di guerra
concentrandosi sui bisogni di lei.
-No,anzi,Willow,vieni tu… lì da te c’è
Spike e io…-
-Ho capito. Arrivo.-riagganciò e il
suo pensiero fu rivolto al sonno quieto dell’osservatore: “Dormi pure… perché
al risveglio non avrai scampo…”.
Salendo sulla sua 306 nera,ancora
luccicante di cera tanto era nuova,Willow mandò uno sguardo alla finestra della
sua cameretta: le tende erano chiuse e le tapparelle abbassate. “Forse per voi
c’è ancora un paradiso , da qualche parte”.
Capitolo 7.
-Ho fatto prima che ho potuto…-Willow
trafelata era entrata in casa,senza spettare che Dawn o Buffy le aprissero la
porta.
-Buongiorno! Bella magia,Arsenio
Lupen!-borbottò Dawn con una frittella in bocca e lo zaino sulle spalle.
-Ciao,Dawn!sono entrat…-
-Ciao…vado a scuola…ah,Buffy sono due
notti che non dorme quindi non credo ti degnerà di grande considerazione…-così
dicendo chiuse la porta dell’appartamento e in un attimo era in strada a
correre dietro l’autobus.
Non appena il rumore della porta
cessò,Buffy spuntò in cima alle scale.
Willow notò che indossava un pigiama
ma sopra aveva indosso una lunga giacca di pelle, nera tanto quanto i cerchi
che aveva sotto gli occhi.
-Buffy…come stai?-
-Non male.Questo è il problema.Angel
mi ha lasciata e io non sto male.Anzi,sto bene: vado al Luna Park con Spike e
sto bene! Capisci?-
-A giudicare dai pianti che ti sei
fatta…tanto bene non mi pare…-osservò, preoccupata,salendo le scale.
-All’improvviso mi prendono dei
pensieri terrificanti….di morte e di solitudine …quando meno me lo aspetto,poi
vedo Sunnydale…i demoni ..forse è il first..io non lo so…-Buffy,seduta sul
letto, fissava il pavimento con gli occhi sgranati ,di nuovo pieni di
lacrime,stringendosi nelle braccia tremanti.
-Buffy, che ti sta succendo?-
-Non so. Pensavo di chiederlo al
signor Giles ma… Willow,temo che non mi capirebbe. Da quando è arrivato in
città Spike,tutte le persone che conosco si comportano in modo strano…
Angel,primo fra tutti. Xander non mi degna di uno sguardo e Giles…sai perché
non voglio parlare con lui dei miei malesseri? Perché sono convinta che
mentirebbe,anche se non capisco la ragione. Perfino Dawn,penso che mi stia
nascondendo qualcosa… credo che riguardi il suo rapporto con Spike:qui tutti
hanno avuto a che fare con lui… tranne me!-
-….mmhh…- Willow sentiva il labbro
superiore cominciare a sudare mentre cercava con una mano di tener ferma
l’altra.
-Ecco:vedi?-
-Che?- fece la strega con finta
disinvoltura
-Anche tu sei strana! Vuoi mentirmi
anche tu? Pensi che non veda che stai cominciando a sudare come un capretto ad
agosto?-
-…Buffy..io non so…-
-Ma secondo te,io sono del tutto
scema? Non credi che possa avere dei sospetti sulla tua improvvisa ospitalità
nei confronti di un illustre vampiro sconosciuto?-
-No,io…ma a te cosa importa che tutti
abbiano avuto a che fare con Spike? Non credo che dovrebbero importarti i
giudizi degli altri. Se davvero vuoi bene ad una persona allora non dev….-
-Oh! OH! Calma! Io non ho detto di voler
bene a nessuno!-
E ,con un gesto di stizza,tolse lo
spolverino di pelle per gettarlo addosso all’amica.
-….-Willow aveva appena elargito una
delle sue più inopportune perle di saggezza e già i suoi occhi,oramai grandi
come due palle da biliardo,vagavano per la stanza in cerca di una
giustificazione intelligente. Che puntualmente non trovò.
-No…ma dicevo così per dire…-
-No. Tu non dici mai le cose per dire.
Comunque se non vuoi essere sincera con me neppure tu…allora puoi tornartene a
casa. Io ho bisogno di un’amica,Willow,non di una che pensa di sapere il solito
‘cosa è meglio per lei’.-
-Ma Buffy….-
Buffy si alzò e si chiuse in bagno,con
le orecchie tese per sentire l’amica andar via.
Willow desolata uscì da casa
Summers,incerta se tornare indietro e dire a Buffy tutto quello che voleva
sapere o se correre da Giles per la lampada tavolo (per Xander,beh,pensò ad un
portamatite).
Ma poi,era veramente tutta colpa del
signor Giles?
Non era forse stata Buffy stessa a
rimuovere i ricordi,in un primo momento,proprio perché troppo dolorosi? In
fondo,il signor Giles aveva solo fatto in modo che non le tornassero più alla
mente,risparmiandole altrettanta sofferenza…inutile… già! Inutile se la
cacciatrice non avesse implorato Willow di compiere quell’incantesimo per
proteggere il vampiro dal medaglione e dal First. Se la strega ne avesse
parlato subito a Giles forse lui si sarebbe dovuto arrendere all’evidenza…e
avrebbe lasciato che Buffy guarisse da sola le ferite provocate dai ricordi
della morte di Spike.
Buffy voleva che Spike si salvasse ad
ogni costo. Questo Giles o Xander non potevano negarlo.Riguardo,poi,ai motivi
per cui Buffy lo aveva desiderato:quello era solo affar suo e Buffy,solo lei,
avrebbe dovuto farci i conti. Willow aveva deciso: sarebbe andata a casa
dell’osservatore per raccontargli come erano andate le cose realmente. Non
aveva molto tempo: solo un altro giorno e poi quel testone di Spike sarebbe
sparito da Los Angeles e,se Willow aveva imparato appena un poco a
conoscerlo,beh,allora era certa che non avrebbero più avuto sue notizie.
Buffy era seduta sul bordo della vasca
da bagno: il getto d’acqua calda scendeva nella schiuma,il vapore aveva
appannato lo specchio e il vetro della finestra e anche la mente di lei,che non
riusciva più a pensare. Spike,Spike,Spike! Chi diavolo era? Perché tutti lo
conoscevano e lei no? Perché mai nessuno gli aveva mai parlato di lui?
E,soprattutto,perché questo Spike
aveva il potere di cambiare gli umori dei suoi amici a suo piacimento?
-Accindenti!-strillò, affondando un
pugno nell’acqua arrivata al bordo.
Adesso c’era più acqua sulle
piastrelle che nella vasca.
-Oh! Maledetto inferno!- e si chinò
subito ad asciugare il pavimento.
Immobile con la spugna in mano,fissava
i sottili disegni sulle mattonelle: “Cosa ho detto? Cosa diavolo ho detto? Dove
l’ho sentito?” Cadde seduta per terra,con le mani aggrappate al lavandino e la
sensazione di vuoto che saliva dallo stomaco fino allo gola. Sentiva un peso
sul petto e il pianto di nuovo fermo in gola,trattenuto a stento da un bagliore
di razionalità.
“Spike…”mormorò,lasciando libere le
lacrime.
Si infilò lentamente nella vasca,tanto
lentamente da non accorgersi di quello che stava facendo,senza togliersi il
pigiama,sprofondando nella schiuma sbiadita fino ai capelli. Buffy chiuse gli
occhi: la sottile figura del vampiro,con indosso il suo regalo, stranamente
consumato,era in piedi davanti a lei e le sorrideva .
“Stasera verrai,vero?”….. “Devo
parlarti…”… “Stasera verrai,non è vero?” ….
“Nessuno è sincero con me da molto tempo.
Nemmeno io lo sono più.”
“Stasera verrai,vero?”….. “Devo
parlarti…”… “Stasera verrai,non è vero?” ….
Uscì dalla vasca,solo allora si
spogliò,per infilarsi un accappatoio e stendersi sul letto vicino allo
spolverino gettato via poco prima, tanto rabbiosamente. Accarezzandolo, con gli
occhi ancora umidi e il respiro affannato,trovò finalmente un sonno leggero.
Il vecchio negozio del signor Giles…da
quanto tempo non passava più da quella strada? Sunnydale,doveva essere notte
inoltrata perché all’interno le luci erano spente. Buffy si girò per tornarsene
a casa,incamminandosi per la via di fronte al Magic Box,rasentando la vecchia
rete metallica rugginosa sulla sinistra.
Tutto intorno la nebbia grigia e azzurrina
delle notti più misteriose, poca la luce dei lampioni e tanto debole da non
illuminarle il cammino. Poi il pianto sommesso di un bimbo;Buffy non lo vedeva
ma doveva essere molto vicino. Affrettò il passo nell’ombra della foschia che
man mano si fece meno densa. Un bambino piccolissimo piangeva rannicchiato su
uno scalino di una vecchia casa in malora,solo e infreddolito,completamente
nudo si stropicciava gli occhi con le manine candide.
Buffy gli si avvicinò e lo prese sulle
ginocchia,cullandolo dolcemente,con fare inesperto e il piccolo smise di
piangere. Allontanò i pugnettini grassottelli dalle guance e le
sorrise,guardandola con due grandi occhi blu. Buffy si sentì sperduta e
inadeguata davanti a tanta innocenza. Il bimbo svanì tra le sue braccia in una
polvere di luce bianca per riapparirle alle spalle, indugiando sulla porta
dell’edificio in sfacelo,attendendo di essere seguito.
-No! Che fai! E’ pericoloso non
entrare….- la voce però non uscì,soffocata in gola,Buffy emise a malapena un
gemito e seguì il bimbo.
La casa era distrutta…la tende giallo
ocra strappate dalle finestre ..un camino in mattoni rossi… due colonne aperte
entrambe da una crepa profonda.
-Quando è crollata?- di nuovo la voce
non le uscì.
Il bimbo le tirava un lembo dei pantaloni
per essere preso in braccio.
Un sarcofago di marmo e tanti tappeti
persiani…. Frigorifero e televisione…dei libri una poltrona sdrucita….
bottiglie di birra un po’ ovunque…l’aria scaldata dalla luce rassicurante di
alcune candele…e nell’aria un profumo inebriante di giochi proibiti e di
tenerezze conosciute.
Buffy cominciò a tremare e per un
attimo perse di vista il piccolo che l’aveva condotta fin là,si accasciò a
terra,raggomitolata tra le ginocchia,cercando di soffocare i singhiozzi,fin
quando una manina morbida non le toccò la guancia.
Il bimbo le sorrideva pieno
d’amore,facendola sentire inspiegabilmente felice.Allora lo strinse al
seno,carezzandogli i boccoli castani. Avrebbe voluto rassicuralo,in
quell’atmosfera cupa,avvolta in un misterioso silenzio ma presto si accorse,con
immenso stupore,che il bimbo non era affatto spaventato anzi,tutt’altro,era
capace di dare a lei coraggio e fiducia,solo lasciandosi coccolare.
La porta si aprì cigolando e il
piccolo,con i pugni saldamenti stretti alla maglia di Buffy,emise un gridolino
di gioia quando una sottile figura,avvolta in una lunga giacca nera,apparve
sulla soglia,portando con sé la luce della luna.
Buffy si svegliò lentamente,con
l’umidità dell’accappatoio che le era arrivata fino alle ossa,aggrappata allo
spolverino comprato per Spike,proprio come si era addormentata qualche ora
prima.
Si sentiva riposata e
tranquilla,scivolò in bagno per asciugarsi i capelli con il phon.
Guardandosi allo specchio le tornò
alla mente lo strano sogno e quel piccolo angioletto che girellava nudo per
Sunnydale,dolce e bello come un putto,che le sorrideva felice. Buffy sorrise
allo specchio e non pensò più a quel sogno.
Il pomeriggio trascorse stranamente
sereno per la cacciatrice,impegnata nella scelta degli abiti adatti per la
ronda,”per la ronda con Spike”,ripeteva a se stessa,frugando negli angoli
remoti dell’armadio senza fondo quando,ad un certo punto,scelse minigonna
fucsia e top nero e si accorse,a dir poco con costernazione, di sentirsi in
competizione con Harmony! Sconvolta,ripose rapidamente quel ridicolo
abbinamento nell’ultimo cassetto e arraffò un paio di comodi jeans,con scarpe
da ginnastica e anonima maglia di cotone. Li indossò fiera di non doversi
chiedere cosa le importasse del modo di vestire di Harmony. Dopo una buona dose
di smorfie e mossettine davanti allo specchio:
-Inutile!-sospirò
rassegnata,lasciandosi cadere sul letto disfatto- Non ho un briciolo
dell’eleganza di Drusilla…-continuò rigirandosi mentre si copriva la testa con
il cuscino.
Il sole tramontò languidamente dietro
i grattacieli di Los Angels,tingendo di arancione e rosa le ombre allungate
della città.
Davanti al cancello nero del grande
cimitero comunale,la cacciatrice già attendeva il suo vampiro.
Capitolo 8.
Buffy era stata insolitamente solerte
nel raggiungere il cimitero per la ronda,senza fare neppure troppo caso alla
luce del sole, sebbene fosse tramontato,infatti,per un vampiro doveva essere
ancora presto per uscire allo scoperto. O almeno era quello che sperava,dato
che Spike tardava a raggiungerla alla cancellata.
E se non fosse venuto? Se avesse
magari cambiato idea e avesse deciso di non partecipare alla spedizione
notturna? Perché ,in verità,non era certo tenuto a farlo: Buffy solo in quel
momento notò che lui non aveva minimamente esitato di fronte alla sua richiesta
di aiuto…eppure quasi non la conosceva,non era come chiederlo a Willow o a
Giles! La cacciatrice si mise a pensare,negli intervalli in cui gli occhi
maliziosi di Spike glielo potevano permettere e non le comparivano davanti con
quell’assurda intensità da farle rigirare lo stomaco all’indietro. Avrebbero
dovuto essere occhi di un uomo senza vita ma erano di una bellezza imbarazzante
e le sembrava che potessero mettere a nudo tutte le sue intime debolezze,fino ai
suoi lati oscuri,lasciandola con la disarmante convinzione di esserne già stata
schiava.
Quella ambigua sensazione,un
insolubile misto di attrazione e paura,di passione e repulsione non l’aveva più
lasciata tranquilla da quando lo aveva incontrato,per caso,tre giorni addietro;
e non era certo ancora pronta per farci i conti: troppo complicato spiegare ad
uno sconosciuto la percezione di un’affinità ancestrale misteriosa da cui lei
si era sentita avvinta e onorata,anche,non appena quegli occhi da angelo cattivo
si erano posati sui suoi.
Buffy annuì vistosamente,convincendosi
della ragionevolezza di quelle argomentazioni. “Balle!” disse una vocina dentro
di lei: “hai una fifa blu di quella percezione! Ecco perché non glielo dici!
Altro che difficoltà di comunicazione con uno sconosciuto!”. Buffy ,che i
passanti vedevano scuotere la testa spazientita,adesso stava prendendo a calci
la colonna di cemento sui cui poggiava il pesante cancello nero,facendo
sbriciolare svariate parti di intonaco.
Sul volgere della lotta senza
quartiere tra la vocina di Buffy e la colonna di cemento, arrivò Spike.
-Ehi,Buffy!Lascia stare la colonna!-
-Oddio!- la cacciatrice si
voltò,paonazza in volto, temendo che oltre essere stata colta nel mezzo del
reato di distruzione di opera pubblica,Spike avesse anche origliato i suoi
ragionamenti a bassa voce.
-….- il vampiro la osservava
incuriosito,con un sorriso bonario,fermo a un passo da lei che non lo aveva
affatto sentito arrivare,con le mani nelle tasche posteriori dei jeans neri.
-…ah…sì… -biascicò lei,armeggiando con
le mani nel fallimentare tentativo di rimettere al suo posto l’intonaco caduto.
Buffy fu in difficoltà quando Spike
saltò la cancellata.Dal basso lo vide arrampicarsi con le movenze di un
serpente,vide la sua schiena tesa lungo la ringhiera di ferro e le gambe
aggirarla con l’eleganza di un felino,per piombare dall’altra parte e
sorriderle come se fosse entrato con le chiavi di casa. Le aprì il cancello,con
un gesto teatrale:
-Prego,milady!-
-Gra..grazie..- Era in difficoltà a
causa del campanello d’allarme che batteva nel cuore sempre più veloce: Spike
riusciva ad incantarla ad ogni mossa,ad ogni passo, ad ogni idea.
Anche adesso che camminavano sul
sentiero di guerra,pronti ad affrontare orde di vampiri,Buffy non pensava al
pericolo che stavano correndo o alla possibilità di rimetterci la pelle,no! Lei
riusciva ad sentirsi serena e tranquilla ed era merito della vicinanza di lui.
Da quando non si sentiva così?Sì,perché si era già sentita così! Doveva solo
sforzarsi di ricordare quando era accaduto….
-A che stai pensando?-
-Uh?-Buffy sobbalzò,colta in
flagrante,di nuovo,assorta nei suoi pensieri.
-Sei diventata
triste,all’improvviso.-fece lui,con sicurezza e con tono fermo,raggiungendo un
sarcofago di marmo,in cima ad alcuni gradini.
-Pensavo…beh,pensavo che questa ronda
non dovrebbe essere sottovalutata,Spike..-
Lui,seduto,sul monumento funerario di
chissà quale illustre cittadino,la guardava con tristezza. E Buffy se ne
accorse.
-Nessuna ronda deve esserlo.-
-Sì. Ma io sono obbligata a rischiare
la pelle… tu invece…-
-Oh,non preoccuparti per me: io me la
cavo sempre,credimi!-la voce uscì,malcelando la vena di sarcasmo.
-Che intendi dire? Che non hai paura?-
-Paura io? No,mai. Non di queste
cose!-
-E di cos’è che hai paura stasera?-
-Stasera?- Spike sottolineò la
domanda,con particolare curiosità per come gli era stata posta: la voce di lei
aveva vibrato in un modo che lui ricordava bene,perché era quello aveva usato
nei rari momenti di intimità che avevano condiviso in passato, quando lei aveva
avuto bisogno di parlare con qualcuno e aveva finito per confidarsi con lui.
-Sei triste…. si
vede…-aggiunse,timidamente sedendosi accanto a lui.
-Buffy… vado via da Los Angeles.-
-…..- Buffy non doveva aver capito bene,non
era possibile,si erano appena conosciuti e lui non poteva sparire così,senza
nemmeno avere…
Buffy a quel punto non potè più
resistere e ,forse non volendo, continuò ad alta voce:
-…cosa?…perché dovresti restare? Fai
bene! Vai! Vai via!- gridò sul viso del vampiro, con rabbia e nervosismo- Ti
sei già stancato della città? No! Ti sei già stancato di me?-tremava la voce
della cacciatrice e ancora di più tremavano le sue labbra e le sue mani. Spike
sulle prime,non reagì, nel dubbio di non capire fino in fondo i motivi di un
tale inaspettato sfogo.
-Ma.. Buffy…..-
-IO non voglio che tu te ne vada!
Capito?Capito?-
Spike allungò le braccia per
stringerla a sé,mentre il suo cuore traboccava di felicità per quelle parole che
lui neppure aveva mai osato sperare di sentire.
L’aveva appena sfiorata quando un
vampiro sbucò con la sua enorme ascia proprio da sotto il sarcofago su cui
erano seduti e si avventò su di loro,seguito subito da un altro e poi da un
altro ancora.
Spike fu scaraventato a terra mentre
Buffy era saltata in piedi sulla tomba,cercando dall’alto di assestare colpi
precisi su tutti e tre. Ma quello con l’ascia non era da sottovalutare e
infatti,afferrata la cacciatrice per le caviglie,la ribaltò all’indietro, per
schiacciarla poi con tutto il suo peso contro i gradini.
Spike si era rialzato ed era corso in
aiuto di lei, uccidendo con un paletto uno degli altri due ma il terzo lo aveva
bloccato prima che potesse raggiungerla,costringendolo in un corpo a corpo che
pareva non avere fine.Evitò per un soffio di essere colpito dalla lancia che il
demone aveva nascosto sotto la giacca,rotolando ancora più lontano dalla tomba.
Buffy non se la passava meglio:
lottava debolmente contro quell’energumeno, sfiancata dai continui salti con
cui schivava i colpi di ascia,senza riuscire ad attaccare.
Quando il terzo vampiro fu atterrato
da Spike,egli corse immediatamente dalla cacciatrice per darle man forte
,riuscendo a disarmare il demone e ad infilzarlo a dovere, finalmente, con la
parte posteriore della sua stessa ascia.
Spike ,affannato e dolorante,si voltò
verso Buffy porgendole la mano per rialzarsi:
-Buffy?.. Stai bene? Non sei fer…-
-NOOOOO!!!!Spike….-
Il terzo vampiro,tramortito poco prima
da Spike,aveva riacquistato ben presto la forza necessaria per rimettersi in
piedi e ,raccolto da terra il paletto di legno che proprio a Spike era caduto
durante lo scontro,scagliò un colpo alla spalla di Spike.
-Maledetto!!!!- Buffy urlava in preda
al terrore mentre Spike si accasciava, silenziosamente sopra di lei,ancora a
terra.
-Spike….-mormorò,spostandolo sull’erba
– Maledetto!!!-
Buffy si alzò come una furia e prese a
picchiare senza respiro il demone, massacrandolo contro il sarcofago di
marmo,fino a che non cessò di muoversi,dunque estrasse un paletto dalla tasca
della giacca e lo polverizzò.
Tornò a gettarsi su Spike,ancor prima
che polvere fosse dissolta nell’aria completamente. Spike ,riverso sul prato
umido era ancora tutto intero,segno che il colpo infertogli con il paletto non
era andato a segno,tuttavia si muoveva appena.
-Spike…dimmi che hai? Dove ti ha
colpito?- Buffy ,china su di lui,gli sollevava la testa e la stringeva al seno.
-Non lo so … ma mi piace…-fece
quello,sommessamente,strofinando la fronte le guance contro i seni
soffici,approfittando senza pudore premurosa e morbida comodità in cui Buffy
stessa lo aveva adagiato.
-Ehi!-replicò lei,con finto
disappunto.
-Sto malissimo!No,sul serio…-mormorò
di nuovo lui,spingendo ancora più la testa in quell’abbraccio.-Qui,Buffy,sotto
la spalla….-
-Fa vedere un po’…- e gli sollevò la
maglietta,seriamente preoccupata.Infatti,pur non essendo stata mortale,il
paletto di legno aveva lasciato una ferita profonda all’altezza della scapola e
Spike sanguinava molto più di quanto lui potesse rendersi conto.
-Per stasera,direi che la ronda
finisce qui… -
-No.Io sto bene, resto con te. Aiutami
solo ad alzarmi.-disse lui,serio,liberandosi dall’abbraccio.
-No,Spike.Vieni a casa mia,ti fascio
la spalla e poi …-
-…e poi torno a casa di Willow….-
-…s..si si, e poi torni a casa di
Willow.-ripetè Buffy,più a se stessa che a lui.
Così,barcollando un poco,Spike si
rialzò e camminarono per un chilometro,fino al palazzo dove era situato
l’appartamento di Buffy e Dawn.
-Ssshhh…facciamo piano…non voglio
svegliare…-
-Dawn…-finì di dire ,il vampiro,quando
la sorellina della cacciatrice spuntò dalla cucina,imbacuccata in una vestaglia
turchese.
-Ciao Spike.- disse quella,con
distacco.
-Ciao,Dawn…-Spike,era incerto,non sapeva
cosa aspettarsi a quel punto.Da quando Dawn era venuta a conoscenza,grazie al
disinteressato intervento di Xander,di quella tremenda scena nel bagno di casa
Summers,il loro rapporto si era incrinato e il vampiro era certo che la crepa
fosse troppo profonda per essere sanabile,poco importava il suo sacrificio per
la salvezza dell’umanità: agli occhi di Dawn,lui era quello che aveva tentato
di violentarle la sorella e basta.Non Spike,non un vampiro o tanto meno uno a
cui dire grazie.
Dawn passò davanti a loro,tirando
dritto per la scala che conduceva al piano superiore,senza fare caso alla
postura sofferente di Spike e ignorando volutamente le loro espressioni
stupite,salì i gradini eretta come un fuso,con fare superiore e smorfia
seccata,senza degnare Buffy di un saluto e ,certamente,senza voltarsi.
-Mia sorella… ma forse voi vi
conoscevate già…e comunque ,lei non è sempre così…-si affrettò a giustificarsi
lei.
-Lo so ,Buffy…-lui continuava a
regalarle i sorrisi più belli,qualunque cosa accadesse intorno a loro,Buffy
poteva rifugiarsi in quei suoi meravigliosi sorrisi. Ed era speciale. Buffy era
rimasta senza accorgesene,impalata a guardarlo,soprappensiero forse ma,più
probabilmente,senza alcun pensiero,rapita dal calore della sua presenza.
-…saliamo?-osò Spike,dopo alcuni
istanti in cui si era lasciato scrutare da lei.
-Oh…si.. saliamo su,così prendo la
cassetta del pronto soccorso.-
Reggendosi alla balaustra da un lato e
sorretto da Buffy dall’altro,Spike arrivò in cima al piccolo corridoio su si
affacciavano le camere delle ragazze e Buffy,velocemente allungò una mano per
aprire la porta della sua stanza.
Spike si sentiva confuso,sebbene fosse
anche veramente felice che Buffy si prendesse cura di lui come in passato,non
era sicuro di come avrebbe dovuto comportarsi di lì a poco ma sapeva che la
vicinanza con lei non era sopportabile oltre e , soprattutto,si trovava davanti
una Buffy non del tutto prevedibile a causa dei tasselli di memoria mancanti,di
fronte alla quale non era preparato.Spike in più occasioni aveva avvertito
sensibilmente la tensione sessuale che tornava prepotentemente a farsi beffe
delle buone intenzioni di lui e delle effimere convinzioni di lei,tanto da
temere che fosse proprio Buffy a prendere pericolose iniziative. Alla maniglia
che girava la domanda che gli martellava nella testa era: “Riuscirei a dirle di
no?”.
A Buffy parve che la maniglia non
finisse mai di girare,tanto quanto la sua testa almeno,al ritmo battente del
cuore e dell’ansia lacerante per quello che la sua anima stava
desiderando,dimenandosi nella morsa stressante della razionalità con cui da
anni cercava di imprigionarla.
La porta si aprì lentamente e a
Buffy,che per prima si affacciò nella stanza per accendere una luce, apparve
per un brevissimo istante il bambino dai grandi occhi blu del suo strampalato
sogno,seduto al centro del letto, allargava le braccia grassottelle verso lei
,tendendogli le manine con i sorrisetti più dolci.
Buffy e Spike si guardarono per un
momento,soffermandosi entrambi su ogni pur lieve tratto,cercandosi
disperatamente l’uno negli occhi dell’altro ed entrarono.
Capitolo 9.
Buffy rovistò per un poco
nell’armadietto del bagno per rientrare in camera con la cassetta bianca e
rossa contenente medicine e garze per le piccole emergenze.
La piccola scatola cadde a terra nel
cuore della notte con un fracasso metallico che sentirono sin dall’appartamento
all’ultimo piano: Spike era seduto sul bordo del letto e si era tolto la
maglia,voltava le spalle alla stanza da bagno,perso con lo sguardo fuori dalla
finestra.Buffy sentì le ginocchia piegarsi mentre le unghie laccate di rosa
rigavano il legno verde del telaio: la schiena candida e liscia,così
sapientemente disegnata,il miracolo di una possente statua che sapeva vivere di
vita propria ,certo opera grandiosa di chissà quale scultore italiano,si
mostrava alla cacciatrice per la prima volta,nel riflesso notturno di una
minuscola abatjour dal cappello di stoffa blu.
Buffy deglutì ripetutamente e la
saliva,che non voleva fare il suo corso, dovette far molto rumore perché
proprio allora Spike si voltò a guardarla.Era serio e cupo e Buffy ebbe
l’impressione che volesse improvvisamente alzarsi e andar via.
-Eccoti…-fece il vampiro a voce
bassa,forse aveva paura di svegliare Dawn appena addormentatasi nella camera
adiacente.
-….- lei tacque, con le gambe che
avevano preso a tremare,tanto era concentrata sul sembrare a suo agio,quindi si
chinò per raccogliere il contenuto della cassetta del pronto soccorso,sparso un
po’ per tutto il pavimento.
Spike si alzò e si chinò con lei per
aiutarla.
I loro occhi si fermarono nel riflesso
di quelli dell’altro: il blu,nero profondo,nella camera debolmente illuminata e
lo smeraldo scintillante e puro,venato dal colore dell’oro,uniti in una danza
di paura ed eccitazione eppure ancora timidi,sopra il rossore ingenuo delle
guance di lei.
-Buffy… -iniziò a bassa voce il
vampiro- Tu..sei felice? ..Qui a Los Angeles …intendo,tu stai bene?- la domanda
rimbombò nella testa di lei come le campane dell’inferno: come poteva farle
quella domanda quando il suo comportamento degli untimi tre,quattro giorni, era
stato così incoerente eppure involontariamente palese? Oppure non lo era? La
cacciatrice ebbe l’impressione che Spike si aspettasse qualcosa di ben peggiore
da parte sua:il punto era “Perché?”. Comprese che,sotto la sua andatura
spavalda e ostile,incredibilmente sensuale, in fondo a quegli occhi che
tagliavano,beffardi e schivi,a propria discrezione tutto ciò su cui si
posavano,qualcosa …lentamente e crudelmente… doveva avere torturato la sua
anima ancor prima che “Chissà come?” il vampiro la ottenesse indietro.
-Sì.-rispose secca,dopo lunga
esitazione: era irritata,invero,perché sperava che Spike avesse compreso
appieno il suo stato d’animo ma,evidentemente,così non era; allora mentì,prima
che a lui ,ripetè quel “Sì” a se stessa, poi sperò che lui non le credesse.
-Lascia che ti medichi quel
taglio,adesso…-bisbigliò. Lo sguardo del vampiro la trapassava fino in fondo
all’anima,mentre i suoi pensieri contorti venivano allineati ordinatamente dal
calore che le proveniva da dentro e tutto le apparve semplice e facile e bello.
Come in quelle delicate fiabe in cui percepisci i colori pastello dei paesaggi
incantati pur quando il libro non ha illustrazioni e senti in te la purezza e
l’innocenza della principessa,sapendo che il principe forte e leale arriverà a
salvarla,sfidando ogni ostacolo: in cui la realtà si erge ad amore assoluto e
il ‘vissero felici e contenti’ non è la fine ma un magico inizio.
Appoggiò le ginocchia a terra e
allungò una mano verso il viso di lui, soave e vellutato appiglio per un bacio
leggero,che Buffy seppe rubargli, lasciandolo con gli occhi chiusi ad
immaginarne un altro che venne subito dopo,quando le loro dita tremanti
finalmente si intrecciarono e la distanza incommensurabile tracciata dalla
perduta memoria sbiadì,lasciando spazio a nuovi ricordi,fatti di emozioni
soffocate e sofferte e di sguardi traboccanti d’amore.
Inginocchiati sul pavimento
freddo,avvinghiati nel abbraccio sensuale solo delle mani, si baciarono
scoprendosi lentamente,sfiorandosi le labbra in inviti che si facevano sempre
più arditi e incontentabili. Assaporarono i loro respiri affannati e
insoddisfatti fino a quando i contorni degli oggetti che li circondavano non
sfumarono:le loro ombre, allungate sulle pareti, incominciarono a girare e i
rumori intorno si fecero ovattati e lontani.
Spike si spogliò lentamente,lasciando
che lei lo guardasse,incantata,incapace di muoversi e incredula… poi con carezze
maliziose le sfilò i vestiti,mentre Buffy rimaneva in ginocchio,immobile a
spiare ogni suo piccolo movimento. Nessuna parola,nessun pensiero che tornasse
a tormentarla o a suggerirle cosa fare , cosa non fare. Spike li aveva
scacciati con quei baci,o forse con un incantesimo,poco le importava. Era
felice e soprattutto,desiderava esserlo,dopo tanto tempo ,cercava la felicità
per se stessa e Spike gliela donava con generosità,senza riserve,senza che
avesse avuto bisogno di chiederglielo.
La passione ruppe gli argini del cuore
e inondò le membra,travolse la mente come fosse il gambo di un giglio
,cresciuto sul greto del fiume e con essa le ansie e le angosce della
cacciatrice.
Affogarono le convinzioni della linea
netta che separava il bene dal male,affogò con esse la presunzione di chi crede
di sapere distinguerli.
Spike la lasciò distesa sul letto e le
si inginocchiò di fianco,mentre lei fremeva di piacere bramando le sue
attenzioni. La osservò rapito,in ogni tratto e docile curva del suo corpo
perfetto, Buffy giaceva tra le lenzuola color indaco,con le ginocchia
leggermente sollevate e le braccia lungo i fianchi: si abbandonò al suo sguardo
avido e malizioso,come cullata dalle onde appena accennate del mare placido in
una alba di maggio. Con la testa reclinata da un lato,la osservava senza
sfiorarla. Brividi a fior di pelle vibravano lungo le cosce e la schiena e
l’intero suo corpo venne scomposto in frammenti infiniti dagli occhi blu del
vampiro,sperduti nel piacere indefinibile che quegli attimi provocavano ad
entrambi.
Buffy tremava sotto i suoi occhi e lo
attendeva febbrile,rapita dall’incontenibile fretta di sentirlo stretto a
lei,senza che nemmeno un filo d’aria potesse insinuarsi nel loro abbraccio.
Buffy era profondamente stupita dalla
scoperta del piacere che quella scena le induceva:Spike la stava guardando e
lei era ansimante ed eccitata alla sua mercé. Sembrava non volerla toccare,
continuava a guardare soltanto,ovunque e insistentemente,tornando di tanto in
tanto a leggere la complicità negli occhi di lei.
Un tremito più forte le percorse la
schiena,dalla nuca fino al coccige e un gemito le sfuggì,nella silenziosa
tensione sessuale di quel gioco ancora tanto innocente.
Buffy allora,portò goffamente la mano
sotto l’ombelico,nell’istinto infantile di coprirsi ma lui ,con gentilezza,la
fermò posandogliela sul ventre e poi,con l’altra mano la accarezzo tra le gambe
e sorrise,alla conferma che era già debolmente dilatata. Spike guidò la mano di
Buffy fino al pube e poi continuò a scendere ,sino alle lenzuola facendo
attenzione che le stesse dita di lei sfiorassero la sua femminilità,sino alla
morbida stoffa che fasciava il materasso.
Buffy arrossì violentemente ,perdendo
la ragione quasi,scoprendosi già profusamente bagnata dai suoi fluidi che avevano
umettato persino le lenzuola. E tutto ciò senza che lui la toccasse. E adesso
tremava di più: con quanta facilità Spike aveva strappato le sottili cortine
che chiamano pudore,conquistandola in tutto il suo essere,infondendogli la sua
essenza d’amore e di rabbia fino al completo,appagante, abbandono.
Spike ,chino su di lei,si guardò bene
dal lasciar trasparire la sua soddisfazione e tornò,invece,a baciarla con
veemenza,rassicurandola tra le sue braccia.
Buffy gli sorrideva mentre ricambiava
il suo bacio con lo stesso desiderio,poi lo attirò sopra di sé stringendogli le
gambe attorno ai fianchi,senza interrompere il massaggio sensuale che concedeva
alla nuca e alle spalle.
Poteva sentirlo: gonfio di passione e
guizzante,il sangue pulsava senza pace in lui. Un lieve distacco perché Spike
potesse meglio muoversi … Buffy inarcò la schiena e lasciò che lui si spingesse
da subito sino al limite,mentre tutti i muscoli si contrassero,
involontariamente,quasi con dolore.
Spike soffocò le grida di piacere
premendole la mano sulla bocca,ridendo compiaciuto senza smettere di baciarle
il collo e i capelli deliziosamente arruffati,fino al bramato ultimo anelito di
piacere,quando si strinsero di più e insieme,dentro quell’alveo sinuoso e
assetato,mescolarono il loro caldo e più geloso dono.
L’aria della stanza era fredda sulla
pelle umida di sudore e Buffy mugolò,tastando il letto in cerca della coperta,
Spike prontamente la coprì,attento a non svegliarla.
-Vado via,amore…-mormorò ,esitando
ancora un po’ sull’espressione beata del sonno di lei –Ho rovinato tutto-
parlava con voce era rotta in gola,soffocando il pianto – Di nuovo.-
aggiunse,senza più fiato e saltò dalla finestra aggrappandosi al ferro
rugginoso della scala antincendio. Si voltò un attimo:non le aveva voluto dare
neppure un ultimo piccolo bacio e annuì,sforzandosi di convicere se stesso che
stava agendo per il meglio.
Buffy si rigirò ancora nel
letto,continuando a mugolare:entrambe le mani vagavano tra le lenzuola,solo che
Buffy non aveva freddo.
Una lacrima le sfuggì quando isuoi
occhi erano ancora chiusi: -Perché? Spike,cosa ho fatto di sbagliato?- si
raggomitolo nel profumo che il vampiro aveva lasciato tra le coperte,inspirando
più che potè l’odore del loro amore ma non trovò la forza di alzarsi.
Willow a casa,percorreva il salotto su
e giù da ore:aveva bisogno di parlare con Spike ,con la massima urgenza perché
non c’era molto tempo e lui doveva sapere. E doveva saperlo subito ,prima che
fosse troppo tardi e lui sparisse nella notte ,come al solito,senza lasciare
traccia.
Quando la strega finì anche la decima
unghia,strappò il cappotto a quadri dall’attaccapanni e frugando nelle tasche
tirò fuori le chiavi della macchina,per correre subito in garage senza neppure
finire di vestirsi.
Con una sgommata che sentirono da
santa Barbara,partì alla ricerca di Spike sarebbe andata prima al cimitero e
avrebbe anche chiesto indicazioni ai vampiri,se necessario e poi avrebbe
tentato a casa di Buffy,sperando,tuttavia di non trovarlo proprio là.
Spike,invece,rientrò proprio durante
il rombo della partenza di Willow ma non osò fermarla,credendo che avesse
qualcosa di importante da fare per guidare una utilitaria come fosse una
ferrari. Entrò in casa e salì di sopra per prendere le sue poche cose.
Capitolo 10.
Spike riempì la sacca meccanicamente
con gli occhi fissi davanti a sé,quando ebbe finito guardò fuori dalla finestra
la sua Desoto parcheggiata lungo il vialetto alberato, fuori stava albeggiando
e lui doveva sbrigarsi a salire in auto,i vetri scuri lo potevano proteggere
anche durante le ore del giorno per cui non c’era ragione di attendere che
venisse di nuovo la sera per partire. Del resto,prima avrebbe lasciato Los
Angeles,meglio sarebbe stato: aveva fatto già abbastanza danni. Andare a letto
con lei,dopo tutti i suoi ragionamenti e le buone intenzioni,dimostrava,anzi
no,ribadiva che lui non era capace di rispettarla,neppure adesso che la perdita
dei ricordi la rendeva tanto vulnerabile. Aveva ceduto al suo
istinto,fregandosene di tutto il resto come al solito, per appagare gli
irrefrenabili desideri di un momento e così facendo non aveva fatto altro che
mettere in pericolo la serenità che tanto faticosamente Buffy aveva
riconquistato. Sapeva come avrebbe dovuto comportarsi, ci aveva riflettuto per
giorni e giorni ma i suoi validissimi intenti si erano sgretolati al primo
piccolo bacio.
Se Buffy,prima dello scontro contro il
first,aveva pregato Willow di proteggerlo con la magia,certamente era stata mossa
–quantomeno-da affetto per lui… e se la sua memoria non fosse stata compromessa
irrimediabilmente,forse,lui avrebbe insistito per capire… ma le cose erano
cambiate ed erano talmente tanto diverse che Buffy si era ricostruita tutta una
vita senza di lui e ciò che era peggio, “oppure meglio?” ,era felice. Nessun
motivo per restare,dunque.
Lo sportello della Desoto gli parve
quanto mai pesante, gettò la sacca sul sedile posteriore e partì.
Nel frattempo ,Willow si era arresa al
fatto che il cimitero fosse deserto e incredibilmente tranquillo,nonostante
conservasse tracce di una lotta recente,ormai non c’era più nessuno eccetto il
guardiano che si apprestava ad aprire ufficialmente il cancello mentre lei
ripartiva, a tutta velocità,per casa Summers.
Trovò Dawn che correva dietro al suo
autobus con una ciambella in bocca,non badò a fermarla per chiederle di
Buffy,lasciò la sua auto lungo il marciapiede incurante della poliziotta che
avanzava minacciosa ,agitando il libretto delle sanzioni. Entrò invece direttamente
in camera dell’amica,con un invadente incantesimo,che a detta sua,usava solo
per le emergenze.
Buffy doveva essere sotto la doccia,la
strega si guardò intorno:nessuna traccia di Spike. Tirò un sospiro di sollievo.
-…Spike?….-la voce di Buffy ,si accorse
della presenza di qualcuno e si precipitò fuori dal bagno, con l’asciugamano
tirato addosso.
La delusione sul suo viso era tanto
evidente che la strega cadde seduta sul letto e comprese di essere arrivata
tardi.
-..Willow?- Buffy si sistemò meglio l’asciugamano
e sgranò gli occhi,in attesa di una qualche spiegazione per quell’inattesa
invasione in camera sua. Il volto dell’amica già non prometteva niente di buono
e la cacciatrice era certa che fosse per via dello scarso risultato ottenuto la
notte passata durante la ronda. Pensò subito ad altre vittime dei vampiri o a
qualche rito compiuto durante quei raduni,magari a nuove terribili presenza
demoniache risvegliate…
-Buffy…-iniziò,prendendosi la testa
rossa tra le mani fin quasi a farla sparire -…ti prego,dimmi che non avete
fatto l’amore….-
Buffy si sentì mancare il terreno
sotto i piedi ed esitò a lungo prima di rispondere.
-No..no…-balbettò,girando gli occhi
per la camera- Non ti avevo detto che Angel ed io…-
-Smettila!-urlò l’altra,alzandosi in
piedi come per minacciarla-…sai di chi parlo! Buffy! Dimmi che avete usato
delle precauzioni,almeno!-
Buffy la guardava attonita.
-Come sai che….- Buffy non riusciva a
spiegarsi come l’amica potesse essere tanto certa di lei e Spike da non averle
lasciato neppure il beneficio del dubbio,poi riprese:
-…ma …ma … Willow… non capisco…è un
vampiro…non serve che ….-
-Serve invece! Serviva! Se solo mi
fossi decisa prima a parlarne a Giles!-
-Giles? Ma che c’entra Giles se Spike
ed io abbiamo…-
-Non capisci,Buffy? Spike non è un
vampiro come gli altri:non lo è più da quando da tornato nella nostra
dimensione ….lui vede la sua immagine riflessa…. Non sente più il bisogno di
bere sangue come prima…lui…non lo sa? Dov’è? Dove diavolo è andato?- la strega
scuoteva la cacciatrice per le spalle,difficile dire chi delle due fosse più
sconvolta.
-Che dimesione? Che vuol dire che non
beve più il sangue? Che vuol dire che dovevamo prendere delle precauzioni?-
Buffy balbettava frasi sconnesse, sorreggendosi all’amica,per non cadere.
Perché si calmassero ci volle quasi
un’ora,tempo in cui Buffy rimase in piedi sulla soglia del bagno e
Willow,seduta sul letto con le mani incollate alle ginocchia,in silenzio, ad
ascoltare quelle parole gridate da Willow che riecheggiavano prepotentemente
tra le pareti,una spiegazione confusa eppure tanto esaustiva da togliere loro
la voce.
Buffy andò a sedersi sul letto accanto
all’amica:
-Adesso tu mi spieghi con calma tutta
la storia.Senza bugie,Willow perché,come vedi, non portano che conseguenze disastrose.-
Willow guardò Buffy con le lacrime
agli occhi e cominciò.
-Buffy io devo chiederti di
perdonarmi,innanzi tutto,perché una buona parte di quello che sta succedendo è
colpa mia…-
-Per il perdono aspetto che mi
racconti la verità…- disse allora, con cattiveria.
-Spike è tornato qui da una dimensione
magica che creai circa un anno fa,quando ancora eravamo tutti a Sunnydale. L’ho
creata con lo scopo di salvare il suo corpo di vampiro e la sua anima di uomo
da morte certa,usando la magia nera,Buffy. Solo al trecentesimo giorno dalla
sua scomparsa,avrei compiuto un altro rito per riportarlo nella nostra
dimensione…-
-Ma come sapevi che sarebbe dovuto
morire? E se era a Sunnydale,io perché non l’ho mai incontrato…-Buffy fu
assalita allora da quella penetrante e inspiegabile angoscia,come se
l’afferrassero per la gola sempre più forte o la costringessero sott’acqua
impedendole di tornare a respirare.
-Aspetta,lasciami raccontare …. Per qualche
ragione,probabilmente perché ho usato la magia nera in un momento in cui non
avrei dovuto farlo,visto quanto mi è costato riprendermi dalla morte di Warren,
l’ho riportato qui un po’ meno vampiro… con caratteristiche alterate,non so
ancora se alterate temporaneamente o meno. Ma questo l’ho scoperto solo dopo
aver parlato,anzi,urlato,con il signor Giles.
Ieri sera sono andata da lui per
parlargli di te e di quello che ti stava accadendo,delle bugie e delle
non-verità che ti erano state dette, quindi anche di Spike e del mio
incantesimo che gli salvò la vita a Sunnydale,salvandolo dalle fiamme della
bocca dell’inferno.-
Buffy impietrita,non tradiva
emozioni,Willow credette di non sentire neppure più il suo respiro e si
interruppe varie volte per sincerarsi che stesse bene.
-Il signor Giles si è dovuto arrendere
all’evidenza dei fatti…e da ultimo è stato costretto a rivedere le sue idee sul
Spike,per forza di cose,dunque ,quando gli ho descritto il rituale compiuto per
salvarlo e quello per riportarlo nella nostra dimensione, Rupert ha notato
delle discrepanze… il che ci ha portato alle conclusioni sulla natura incerta
di vampiro con cui Spike è tornato indietro. E alle possibili conseguenze.-
Willow respirò profondamente e
cercò,infine,lo sguardo dell’amica.
-Buffy,potresti essere incita.-disse
tutto d’un fiato,aspettandosi reazioni delle peggior specie. Invece,la
cacciatrice disse,con tono indecifrabile:
-Cosa hai detto a Giles per
convincerlo a cambiare idea su Spike?-
-La verità,Buffy. Una verità che tu
non riesci a ricordare. –
-….uh?- la cacciatrice si voltò con
rabbia verso Willow,quasi volesse aggredirla per quella parole che,però
Buffy,già aveva debolmente intuito in quei pochi giorni trascorsi vicino al
vampiro.
-Tu conosci Spike molto meglio di tutti
noi. Anzi,noi ,a dire il vero, non lo conosciamo affatto. Ti dirò solo una cosa
al riguardo:sei stata tu,a Sunnydale,a chiedermi di proteggerlo con la magia
nera. Il resto,Buffy,non posso dirtelo e sarebbe inutile lo facessi,anche
perché credo che tu possa immaginarlo.-
Allora,all’improvviso,Buffy comprese
il significato del sogno in cui il bambino dai grandi occhi azzurri la guidava
per Sunnydale,sino a quella strana cripta…e potè riconoscere il volto della
persona che vide sulla porta … il gridolino di gioia del bimbo…. e capì perché
gli tendesse,felice,le manine.
-Voglio sapere perché non lo ricordo.-
Erano trascorsi quasi tre mesi da
quando Spike aveva lasciato Los Angeles e da quando Willow aveva raccontato a
Buffy la verità.
Buffy non poteva ricordare,per farlo
le era stato spiegato che avrebbe dovuto rinunciare a tutta la memoria,Willow
le aveva anche raccontato di quanto Spike si fosse arrabbiato solamente alla
possibilità di ricorrere ad un simile mezzo.
Non aveva fatto test di gravidanza,non
ce n’era bisogno. Sapeva di aspettare un bimbo da prima di concepirlo:era stato
il bambino stesso ad avvisare la sua mamma,apparendole in sogno, cercando di
aiutarla a ricordarsi del suo papà.
Buffy non era sicura di quello che
provava adesso per l’osservatore:avrebbe voluto odiarlo ma sarebbe stato più
esatto dire che lo compativa: agiva a fin di bene,sempre e comunque… ma quanta
miseria in un uomo che credeva di ‘essere’il bene, senza capacità alcuna di
metter in discussione le proprie azioni!
Aveva perdonato Willow per non essere
stata sincera con lei fin dall’inizio ma non riusciva a confidarsi con l’amica
come un tempo,perché quel perdono,elargito con leggerezza,per non far sentire
in colpa la strega,non era stato fatto proprio dalla cacciatrice,non del tutto
almeno o non ancora.
Buffy,accadeva più volte al giorno ,
si guardava con tenerezza allo specchio,di fronte, di profilo ,in cerca di un
po’ di grasso su qualche parte del corpo o di una rotondità nuova,apparsa
magari durante la notte. Tuttavia,era troppo snella e allenata perché la
gravidanza potersi già intravedersi,ecco allora che ,desolata,tenendosi la
pancia con la mano scivolava in cucina in cerca di fragole e cioccolata da
spalmare.
Non aveva smesso un momento di pensare
a Spike da quando era partito,ogni volta che si addormentava pregava il bimbo
che era dentro di lei di riportarla a Sunnydale e mostrarle i perduti ricordi
oppure di indicarle il luogo dove il suo vampiro si trovava.
Ma il piccolino non poteva
aiutarla,troppo occupato a crescere bello e sano nella pancia rassicurante
della mamma: non toccava a lui occuparsi di quelle cose da grandi adesso,erano
mamma e papà che dovevano trovare il coraggio di volersi bene. Pertanto non
rispose a quelle tristi preghiere ma anzi,si rigirò un po’ e spinse fuori
quattro piccole protuberanze,appena accennate,ansiose di diventare manine e
piedini grassottelli.
….per quel momento forse,mamma e papà
si sarebbero ritrovati.
Capitolo 11.
Buffy era entrata ormai nel quarto
mese e anche,nonostante si sforzasse di non darlo a vedere agli amici,anche
nella mentalità della futura mamma. Passeggiava a lungo durante il giorno e non
c’era una sola vetrina davanti alla quale non si fermasse a sospirare: in primo
luogo erano quelle dei negozi pre-maman ,ovviamente,ma anche quelle dei
giocattoli,sino alle ampie mostre dei mobilieri di Los Angeles con le loro
belle camere e camerette ricostruite a regola d’arte lungo le strade della
città. Buffy sognava una casa accogliente dove crescere suo figlio,per essere
un po’ l’angelo del focolare,con un bimbo nella culla celeste al piano
superiore e l’uomo più attraente che lei avesse visto mai,seduto sul divano
color panna che la fissava con sguardo ammiccante e con il suo dannatissimo
sopracciglio alzato.
Sapeva di non essere più la prescelta
o almeno,non nel senso in cui lo era stata per tanti anni prima dell’avvento
del First,eppure era certa che la cacciatrice non si sarebbe mai
assopita,nemmeno per amore di un figlio al quale,sempre e comunque, sarebbe
andato per primo ogni suo pensiero. Viveva da mesi con quei ragionamenti
contrastanti,cercando la via per conciliare il suo ruolo di mamma con quello di
cacciatrice : l’unica cosa su cui non aveva alcun dubbio era quella di voler
essere una madre come lo era stata Joyce per lei .
In quei mesi trascorsi da sola a
guardare il suo non-pancione allo specchio,Buffy aveva compreso anche di non
poter ignorare più Spike,di non poter fingere che non fosse importante. Non
riusciva a spiegare appieno i sentimenti che provava per il vampiro,ripetendo a
se stessa che non poteva essere amore perché era successo tutto troppo presto e
perché lui restava pur sempre un estraneo,almeno nei fatti,dato che nessun
ricordo di lui era presente nella sua mente. E allora perché il cuore le
saltava in gola ogni volta che vedeva un’ombra seguirla nella ronda? Perché
quando l’ombra nera si mostrava come il demone di turno,lei lo aggrediva con
quella ferocia inaudita? Era la delusione a guidare i colpi rabbiosi di suoi
scontri notturni,la delusione e la rabbia di essere stata abbandonata e di non
conoscerne neppure le vere ragioni?
Uccideva i suoi nemici con le lacrime
che le premevano sugli occhi,difendendo se stessa dai pensieri più dolorosi ad ogni
colpo che scagliava sui vampiri,sfogando le sue angosce su quelle creature
demoniache per finire ogni notte, mentalmente stremata ma senza che nessun
vampiro fosse riuscito a sfiorare lei e il suo piccolino,sotto il portone di
Willow,incerta sul da farsi.
Per quei quattro mesi,ogni notte,dopo
la ronda,Buffy era andata a chiedere l’aiuto dell’amica.Solo che non aveva
trovato il coraggio di suonare il campanello.
Buffy voleva Spike. Lo voleva con
tutta se stessa. Se aveva lasciato passare tanti giorni da quando lui se ne era
andato, era perché temeva il passato: un passato che non conosceva ma che aveva
intuito non essere esattamente rosa e fiori. In quei pochi giorni trascorsi
vicino a lui,si era resa conto di quanto fosse fragile di fronte a lei e capiva,adesso,che
doveva essere colpa sua. Pur non ricordando niente di quando erano a
Sunnydale,era certa di averlo ferito,forse anche più volte e ,senza dubbio,in
modo terribilmente crudele tanto da segnargli l’anima e mutargli il carattere.
Queste convinzioni la frenavano: doveva essere questo il motivo per cui l’aveva
abbandonata e se lo avesse cercato,Spike certamente l’avrebbe scacciata
nuovamente.
Allo stesso tempo,però,Buffy non
poteva non pensare anche ai momenti belli vissuti con Spike e a quello che aveva
provato: se lo aveva provato,allora,doveva essere perché lui aveva saputo
trasmetterglielo… ripensava alle parole della canzone che avevano ballato sulla
terrazza del bar: “Io ti appartengo e tu appartieni a me…tu rendi così dolce la
mia esistenza…. Tu sei la mia luce nelle tenebre… Io ti ho amato fin dal primo
istante…” ,c’era dolcezza in quelle parole e,se anche nascondevano disperazione
, Buffy era certa che fossero dettate dall’ amore.
Una notte,finalmente,schiacciò il dito
sul campanello ‘Rosemberg’.
Willow si fece attendere: Buffy vide
accendersi,una ad una,le luci in tutte le sue finestre, udì il cigolio di un
vetro che si apriva e che si richiudeva in gran fretta,poi, finalmente,la voce
trafelata di Willow dal citofono.
-Buffy? Che ci fai qui? Salì!-
Quando Buffy vide la strega a piedi
nudi,in vestaglia,con i capelli malamente raccolti per la notte, sulla porta ad
attenderla fra ansia e preoccupazione,non potè non sentirsi in colpa per non
averle mai realmente concesso il suo perdono,per non essere stata capace di
comprendere le sue buone intenzioni,neppure avendo saputo di averla indotta a
ricorrere alla magia nera per salvare Spike.
Nonostante tutto,Willow era sempre
lì,pronta ad aiutarla ,in qualsiasi ora del giorno e della notte.
-Che è successo?- domandò Willow,non
appena Buffy la testa di Buffy sbucò dall’ultima rampa di scale.
-Niente… -disse l’altra,provando un
sorriso.
-…mmmh.E quale ‘niente’ ti porta qui?-
-Spike…-mormorò Buffy,cercando
comprensione negli occhi dell’amica di sempre.
Willow la fece accomodare sul divano e
tornò poco dopo con due tazze di camomilla profumata,ne porse una a Buffy e
sedette di fronte a lei,sul piccolo tavolino di legno, facendo attenzione a non
urtare il fedele portatile,perennemente acceso.
-Vuoi sapere dove è,non è vero?-le
suggerì Willow,vedendo il suo imbarazzo e la sua esitazione.
-…io…-Buffy guardava fissa la base del
piccolo tavolo,fuggendo lo sguardo della strega.
-Buffy!-Willow alzò il tono della voce
,facendola trasalire –Possibile che tu abbia ancora problemi ad ammetterlo?
Pazienza quando accadeva qualche anno fa…ma persino adesso che non ricordi
niente,hai paura del mio giudizio? Anche adesso che non sai un bel nulla di
quello che ha fatto Spike,di chi fosse in passato e di quello che è accaduto tra
voi,tu ti vergogni? Ma perché? Spiegamelo,o non ti aiuterò stavolta!-minacciò
Willow, tremendamente risoluta.
-Non è che mi vergogno…. È che… non
voglio che gli altri pensino…-
-‘Che gli altri pensino’….- la
interruppe lesta la strega,sillabando le parole -…Oppure che TU possa amare di
nuovo una persona? Di cosa hai paura? E perché diavolo hai paura,soprattutto!-
-Hai ragione,ho paura di amarlo perché
essere abbandonate da ‘uno che mi porto a letto’ è meglio da essere abbandonata
da ‘uno che amo’… perché ho amato già un vampiro e guarda come è finita…… cosa
farei se Spike non mi volesse? E,quel che è peggio,se anche mi volesse,mi dici
come posso vivere al suo fianco? Lui è un vampiro! E poi,adesso,c’è anche un
angioletto innocente a dover fare le spese della mia stupidità …e poi….-
-Basta,ti prego…ho capito,non
aggiungere altro,perché mi sono già pentita di averti fatto entrare!-
Willow si alzò e sparì dalla porta che
conduceva al garage,lasciando Buffy in preda allo sconforto per tutto il quel
discorso senza fiato e ,in fondo lo sapeva, senza senso.
La strega tornò poco dopo,con un
vecchio e pesante mappamondo di mogano,che lei opportunamente,pensò bene di far
fluttuare nell’aria anziché sollevarlo,e alcune carte ingiallite sotto braccio.
Buffy la guardava impensierita.
Il globo si posò,leggero come una
piuma,di fronte agli occhi della cacciatrice, cigolando sul perno di metallo
mentre Willow,spostò il computer dal tavolo e vi sparse a casaccio quelle che
Buffy riconobbe essere delle vecchie carte geografiche.
-Bene!-esordì,soddisfatta- Mi pare ci
sia tutto…- e prese,con disattenzione una mano dell’amica che,continuando a
mettere insieme i pezzi di quello che la strega si apprestava a fare,la
guardava e non capiva.
Willow nascondeva nella tasca un
piccolo pendolino di cristallo di rocca,luccicante di pagliuzze verdi che si
diramavano all’interno.
-Scusami,Buffy…-
-Ahi!-gridò Buffy,ritraendo
bruscamente la mano.
Con un il lato più tagliente del cristallo,Willow
provocò un minuscolo taglio su un polpastrello della mano di Buffy,facendo
attenzione che la piccola goccia di sangue scivolasse di lato,sino alla punta
del pendolino.Solo a questo punto,lo portò sopra il mappamondo e,solo a questo
punto,Buffy capì cosa stesse facendo.
Il mappamondo cominciò a girare ad un
impercettibile segno della strega,sempre più velocemente,al ritmo incalzante
della formula magica:
-Svelami la fuga mossa
dall’amore,rivelami ove il sangue diventa amore per chi solo provò dolore….-
Sotto gli occhi della cacciatrice,il
piccolo frammento di cristallo iniziò a dondolare appeso alla catenina d’oro
che Willow stringeva debolmente tra la punta delle dita,il mappamondo prese a
roteare vorticosamente e con esso,tutta la stanza,costringendo Buffy ad
aggrapparsi al divano. Solo Willow pareva mantenere fermezza ed equilibrio,fino
a che ,pian piano, il globo di legno non rallentò e la goccia di sangue,rimasta
ferma sulla punta dello strumento magico, cadde sulla sagoma della Gran Bretagna
e tutto smise di girare.
-…mmmhh…. Questa domanda non era poi
tanto difficile,caro pendolino mio… c’era da scommetterci che Spike fosse
tornato in Inghilterra…- Borbottò Willow,comunque soddisfatta del suo
incantesimo.
-Perché?- domando Buffy,corrugando la
fronte- Perché c’era da scommetterci?-
-Uffa! Ma non ti ricordi proprio
nulla!-brontolò l’altra bonariamente- Spike è inglese…-
-William…-
-Come hai detto?- gridò Will,che non
credeva alle sue orecchie- Ho capito bene? Ti ricordi?-
-No…non ricordo…ma…- Buffy,accostò una
mano al ventre – William….voglio chiamare così il bambino…ecco tutto! Non
ricordo niente,Willow,non insistere.-
E l’amica non lo fece,anche se era
certa che qualcosa in Buffy non avesse mai cessato di agitarsi
profondamente,facendosi forse,anche beffe della illustre magia del Signor
Giles.
-Torniamo a noi, adesso sarà un
pochino più difficile…-sospirò,cambiando argomento.
-Ahiu!-Willow aveva nuovamente ferito
un dito di Buffy.
La strega ripete il rituale lasciando
vagare il pendolo sulla carta geografica del Regno Unito,finchè la goccia di
sangue non scivolò in una zona compresa tra Londra e la piccola cittadina di
Stratford Upon Avon.
-Beh,almeno non dovrai vagare per
tutto il regno di Sua Maestà….mmmh…certo che la zona è piuttosto ampia…-
Buffy era felicissima e non badò a
quei chilometri di campagne e minuscole cittadine che potevano riempire
quell’area,sentendosi già vicinissima a Spike.
Passato l’entusiasmo iniziale,pensando
a come organizzare la partenza,Buffy si arrese alla imprecisione del pendolino
e sprofondò sul divano di Willow,infilando la testa sotto il
bracciolo,coprendosi con il cuscino.
-Se devo mettermi a cercare per tutta
quella parte dell’Inghilterra, farò il bambino in auto,lungo un fosso tra
Cambridge e Oxford! Willow! Non potresti essere più precisa?-
Ma l’amica era troppo immersa nella
rete per dare ascolto a tutti quei ,pur motivati, piagnistei.
-Che stai cercando?-farfugliò
Buffy,sbirciando da sotto il cuscino che la nascondeva.
-…SSthhhh….stai zitta per dieci minuti
di seguito e ti prometto che ti darò anche il numero di telefono del tuo
maritino…-
-Lui non è mio marito…né lo sarà
mai…perché lui è un vampiro e io una donna e non dovrei amarlo perché….-
-Buffy!!!-
-..scusa…-e Buffy dovette tener per sé
quei ragionamenti.
-Ecco ci siamo!Qui c’è la storia di
William The Bloody!-
Buffy saltò dal divano e si precipitò
al monitor,facendo quasi cadere Willow .
-…vampiro di origini inglesi…bla
bla..famiglia benestante…. Sua sire la candida fanciulla Drusilla resa pazza da
Angelus…bla bla bla…saccheggiarono il mondo dall’Europa alla Cina… a fianco di
Darla e Angelus….bla bla….e questo lo sappiamo…-
-Tu lo sai,io no! Aspetta,vai piano..
fammi leggere….-Buffy cercava di rubare il mouse alla strega ma senza successo.
-Non ha senso che tu legga queste
pagine di semplicistica cronaca di qualche osservatore fanatico,non è questo
‘Spike’ !…non solo almeno…. Oh,ecco,qui dice come viveva William.…. bla bla
bla… dunque,Buffy ,la vecchia tenuta della famiglia materna di Spike si
dovrebbe trovare,stando a quanto è scritto qui, a poche miglia da Stratford…
c’è anche una foto dell’epoca…-
*****
Molto lontano da lì,Spike si aggirava
per i lunghi corridoi spogli,tra ansia e malinconia,nel silenzio angosciante
della grande villa deserta, prudentemente tirando ad ogni finestra le pesanti
tende di velluto rosso,intrise di sporco e ragnatele.
-Dovrei decidermi a dare una pulita…
Ora mai sono due mesi che sono arrivato……-e provò a scuotere un lembo della
stoffa indurita,alzando una nube densa di polvere e terra.
Il pavimento,probabilmente di
marmo,rifletteva a stento la sua sagoma,nascosto come era dallo strato di
fango,qua e là,osava spuntare il retaggio del vecchio color ambra delle
mattonelle ma erano solo sporadici sprazzi, che non riuscivano a mostrare al
vampiro il dimenticato colore.
Spike aprì una delle porte,invero
tentò di aprirla,perché alla minima pressione della sua mano,cadde
rovinosamente a terra, immergendo Spike in una nebbia marrone densa e
irrespirabile:
-Naaa!Credo che chiamerò qualcuno che
lo faccia al posto mio..-continuò ,facendo spallucce,assolutamente convinto di
quella conclusione -…Ci sono ancora dei vampiri che mi devono parecchi
favori,da queste parti..ci penseranno quei miserabili a farmi da colf.-
Il suo umorismo non gli era di
conforto,nonostante cercasse di convincersi che vivere da solo non era un
problema per lui,le sue battute cominciavano persino a stancarlo e,comunque,
non impedivano alla voce martellante nella testa di tornare a parlargli ancora
di Buffy.
Al di là della porta,l’austera
biblioteca della villa,con i libri di una vita e tutte le fantasie di un
giovane uomo che amava la poesia.
Restò a lungo a guardare gli alti
scaffali in legno e il minuscolo scaleo che usava la madre per raggiungere i
volumi più in alto: pareva fosse stato appoggiato lì da pochi minuti da un
disordinato ed ansioso lettore…. William lo aveva dimenticato fuori posto,una
notte di troppo tempo fa in cui prese frettolosamente con sé una raccolta di
poesie di Shakespeare, ricordò con quale entusiasmo avrebbe voluto leggerle a
Cecily… ‘Non aveva niente di poetico quella donna..’,pensava ora il
vampiro,facendo i conti con quelle remote vicende umane . E il pensiero degli
occhi sognanti della cacciatrice accese un triste sorriso sulle belle labbra di
lui.
-…sistemerò anche i miei vecchi
libri..-sospirò,gettando un’ultima occhiata alla stanza –Avrò tempo di fare
ogni cosa,ora che sono qui.-
Si gettò sul letto,in una grande
camera che conservava negli affreschi del soffitto e delle pareti,il lustro del
suo ricco passato,sebbene i mobili avessero quasi duecento anni, si
conservavano benino o comunque il tanto che bastava per non cadere a pezzi.
-A pensarci bene,farò meglio a
comprare un armadio … questo fa proprio schifo e puzza …chi se ne frega! Tanto
non ho intenzione di dare molti ricevimenti…però,magari,una tv….- si rigirò nel
letto e chiuse gli occhi,di lì a qualche ora il sole sarebbe tramontato e lui
avrebbe deciso come sistemare alla meno peggio,la sua decadente villa. Non che
gli importasse molto della casa in sé o delle tende e delle allegre famigliole
di topolini che si erano trasferiti là ma darsi da fare,forse, lo avrebbe
distratto un po’ .
E poi,si sa,un uomo non può usare
l’immortalità come pretesto per giustificare brutto aspetto e trascuratezza.
*****
-Ho capito…Willow,sei impagabile,dico
davvero,non so che farei senza di te…-Buffy era sincera e strinse Willow forte
forte.
-Adesso devi solo organizzare la
partenza…. E siccome non è bene che una donna, incinta di quattro mesi
,vagabondi sola per il mondo,io ti accompagno. Già che sono collegata,prenoto
il volo…due posti per domani…-
-TRE posti!-fece una vocina che
proveniva dalla porta socchiusa del garage.
-DAAWNNN!!!-in coro
La sorellina di Buffy fece il suo
trionfante ingresso nel salotto di Willow,agitando un piccolo cacciavite in
mano:
-Come vedi,Willow,anche io ho i miei
trucchi magici per entrare negli appartamenti altrui…-
-Vedo ,vedo…-borbottò la strega,poco
convinta di tanta baldanza.
-Si può sapere che ci fai in giro di
notte ?-domandò Buffy,pronta ad aggredirla nel peggiore dei modi..
-Ho visto che non eri
rientrata,cavolo,Buffy,è mattina quasi!-
-Ma …credevo che tu …che Spike non ti
piacesse….- osò Buffy,con circospezione,cambiando discorso,rivolta alla sorella
che già cercava il suo posto vicino al finestrino.
-Spike ha fatto delle cose terribili
Buffy e il fatto che tu adesso non le ricordi non significa che anche io debba
dimenticarle.Tuttavia,Spike ha dato molto a tutti noi e… beh, in un certo
senso,continua a farlo … visto che solo lui ha saputo riportare il sorriso sul
viso di mia sorella…. Non sono certa che meriti ancora il mio affetto tuttavia,
certamente, mio nipote lo merita e ancora di più,merita un papà.-
-Dawn… grazie,sono felice che tu venga
con noi.-
-Bene,allora è deciso: tre posti sul
volo della British di domani…ehm,cioè oggi,dato che è mattina,alle ore 20.00.-
e Willow cliccò su ‘acquista’.
Capitolo 12.
PRIMA PARTE.
Quando si accesero le lucine rosse
sopra le teste dei passeggeri,un’agitazione sommessa scosse il corridoio di
seconda classe dell’aereo e i passeggeri solerti allacciarono le
cinture:l’aereo era in fase di atterraggio ad Heatrow.
Dawn e Willow si assestarono leste sui
sedili,svegliate di soprassalto dalla voce squillante del comandante ,o di chi
per lui,che annunciava la fase di discesa nel cielo di Londra,invitando i
passeggeri ad individuare i monumenti già visibili che svettavano fieri tra i
tetti marroni e verdi.
Buffy,in compenso,non aveva chiuso occhio
per tutto il viaggio e non poteva dire di essere stanca:il suo fisico era
abituato a ben altri generi di fuso orario,in confronto dei quali ,quello Los
Angeles / Londra,appariva come un sonnellino pomeridiano mancato. Afferrò gli
estremi della cintura con noia,ogni gesto le appariva diretto unicamente a
ritardare i suoi piani : dovere preparare uno straccio di valigia,per
esempio….oppure quella infinita,inutile serie di controlli all’aereoporto di
Los Angeles… per non parlare di tutte quelle ore di volo!Diavolo! Ma non
c’erano aeri più veloci? Ah,come? Ce ne sarebbe stato uno ma il suo utilizzo
era stato momentaneamente vietato perché i motori avevano il piccolo difetto di
rompersi in aria? E quello al governo americano pareva un motivo valido per costringerla
a prendere un aereo che impiegava quasi dieci ore? A Buffy stavano per saltare
i nervi se faceva quei ragionamenti! Da quando aveva saputo dove andare a
cercare Spike,aveva perso il controllo della situazione:c’era la voglia di
rivederlo,prima di tutto e di di riabbracciarlo… e poi c’era ‘tutto il resto’.
Come affrontare ‘tutto il resto’ era quello che le torturava incessantemente i
nervi:non aveva la minima idea di cosa dirgli e di come dirglielo. Non era
neanche riuscita a provare qualche discorso a csa,tre sé e sé,mimandolo allo
specchio, tanta era la paura che lui non la volesse e la allontanasse di nuovo.
Spike conosceva delle cose di lei che,proprio le, ignorava di se stessa e
questo era sufficiente a farla sentire inadeguata e troppo insicura per
prendere una qualsiasi decisione.
Buffy aveva provato a pensare di
amarlo… ma quei pochi momenti che avevano condiviso,conditi da tutti i luoghi
comuni e le razionali filosofie sull’amore,le impedivano di ritenerlo
possibile.
E mentre decideva che non ci fossero
elementi per amarlo,fremeva per un suo sorriso e pregava per un suo abbraccio.
Allora era deciso:lei non lo amava.
Attraversava mezzo mondo,incinta di
quattro mesi,solo per fargli una visitina di cortesia.
-Accidenti a lui!-ghignò,assestando un
calcio al sedile di fronte.
-Ehi! Che diamine sta
facendo,signorina? Ma è pazza?- Un omone baffuto di due metri si sollevò dalla
poltroncina anteriore,quasi strappando la cintura di sicurezza e oscurò l’aria
sopra le tre ragazze.
-ehm..non..No…scusi…-Dawn era partita
per prostrarsi umilmente e provare a salvare un aereo in fase di atterraggio da
una rissa di proporzioni impensabili,visto che Buffy era già schizzata in
piedi,minacciando il furibondo attacco di una cacciatrice sedotta e abbandonata
e incinta,per concludere.
-La scusi…sa, la gravidanza la rende
isterica… che ci vuol fare… -Willow chinava e richinava la testa in segno di
sottomissione,umile e grata,mentre la luce tornò sulle loro teste mano a mano
che l’omone incavolato riprendeva il suo posto.
-…-Buffy non pareva tanto soddisfatta
per lo scampato pericolo,forse avrebbe potuto sfogarsi un po’ picchiando
quell’energumeno peloso e grasso.
-Ma sei matta?Che volevi fare?-
-Tu sei fuori di testa,Dio ci
salvi!Volevi farci ammazzare da un umano,tanto per cambiare motivetto?-sbuffò
Dawn,tornando ad allacciarsi la cintura.
Buffy,rimbeccata come una
scolaretta,sedette e afferrò con stizza le due cinghie di metallo,provando a
farle allacciare…una volta…tira una seconda volta…. Poi fissò le altre due,che
sedevano composte,con le loro cinture fissate come si deve.
Guardò con più attenzione verso la sua
pancia:
-AAAAHHH!!!-un urlo di gioia fece
impaurire tutti i passeggeri e accorrere un’hostess premurosa.
-Che diavolo c’è ora!!-la voce dell’omone
grosso e incavolato riecheggiò tonante per il corridoio,poi si alzò nuovo a
guardare le tre ragazze agitate sedute dietro di lui.
Buffy gli mostrò un sorriso a bocca
aperta,modello ‘lavoro a quattro mani’ di dentista e assistente,mentre le altre
due rimanevano rigide come stoccafissi e si lanciavano in una smorfia di panico
a denti stretti.
-Vede? Vede? Guardi!- e Buffy
sollevava su e giù la maglietta,indicando la rotondità sospetta del ventre-
Vede? Ecco perché non mi arriva la cintura? Vede? Guardi!- e, senza pensarci
su, afferrò la testa dell’uomo tra le mani e la fece girare per tutti i sedili.
-Vede? A tutti si agganciano! A me
no!!!Non è la cosa più incredibile che abbia mai visto?-
Dawn si era oramai infilata sotto
l’ascella di Willow che ,da parte sua,non riusciva ad assumere alcuna
espressione che fosse anche solo vagamente intelligente.
Le lucine rosse in quel momento si
spensero e altre verdi si accesero al loro posto.
-Avvertiamo i signori passeggeri di
poter slacciare le apposite cinture di sicurezza e che i signori possono
prepararsi per le operazioni di sbarco. Grazie per aver scelto di volare con
noi…. La nostra compagnia sarà lieta di….bla bla bla….- la voce del pilota
sfumò nelle orecchie di Buffy la quale,liberata,ancor più brutalmente di quando
l’aveva afferrata,la testa baffuta e rotonda del poveraccio seduto davanti a
lei, si apprestava ad aprire da sola la porta dell’aereo.
Willow e Dawn, rimaste
comprensibilmente in posizione arretrata,scossero la testa e decisero in un
muto accordo di far finta di non conoscere quella pazza che stava scardinando
l’apertura dell’aereo,lottando con due Hostess e un copilota che
cercavano,poveretti,di fermarla.
Finalmente,il nastro allungò le loro
valige e poterono lasciare quel luogo tanto snervante per la povera e indifesa
mammina in dolce attesa.
Il taxi le portò alla stazione e,da
là, presero il treno per Stratford. Il tragitto in treno fu sorprendentemente
tranquillo nonostante Dawn e Willow,visto l’effetto del viaggio aereo,fossero
preparate al peggio.
Solo il ticchettio delle unghie di
Buffy sul bordo della valigia tradiva il nervosismo represso e la
preoccupazione per quello a cui si stava avvicinando.
L’alba le sorprese a pochi chilometri
di binari da Stratford.
“Spike sarà certamente in casa a
quest’ora.” Pensarono tutte e tre scendendo alla deliziosa stazione retrò della
cittadina di Shakespeare.
Dopo una notte alquanto movimentata,in
cui Spike aveva saputo convincere vari vampiri a lavorare per lui come impresa
di pulizie… (beh, la ‘convinzione’ non era esattamente quello che muoveva i
vampiri su e giù per i corridoi sporchi della tenuta di Spike….) e a farlo del
tutto gratuitamente,il vampiro si concedeva un meritato riposo su un divano
vittoriano ripulito a dovere.
Aveva sistemato solo poche stanze
della casa,lo stretto indispensabile per vivere dignitosamente,per il resto
avrebbe avuto tutto il tempo necessario. I suoi lacchè non potevano fuggire la
loro brillante carriera di colf.
Il piccolo salotto era stato lavato
più volte e adesso,generosamente,mostrava al vampiro gli arredi fastosi di un
tempo che fu, con la consolle dorata e il marmo bianco luccicante che si
rifletteva nello specchio sopra essa leggermente inclinato, e il tavolo ovale
al centro,di marmo anch’esso,corredato di due sole sedie per il momento,però
dalle sedute imbottite e ricoperte di damasco rosso. Come lo erano i tendoni
alla grande porta finestra e lo stesso divano su cui era sprofondato,esausto e
soddisfatto,Spike, come se tutto il lavoro lo avesse fatto lui.
-Impartire le direttive a quei
primitivi senza gusto mi ha stremato!-borbottò compiaciuto,sollevando le gambe
e stendendole sui bei cuscini ricamati.
Una piccola e timida nuvoletta di
polvere osò sollevarsi ancora,al pesante piombare degli anfibi del vampiro sulle
imbottiture.
-Per l’inferno maledetto! Ancora
polvere?-ringhiò,rigirandosi per trovare una posizione più confortevole. Dopo
poco una sensazione piacevole sorprese la sua stanchezza, fino a distendergli
il volto in un’espressione tranquilla e a concedergli un po’ di sonno.
Buffy era vicina.
La prima cosa da farsi era stata
trovare un albergo dove sistemarsi e vicino alla stazione un piccolo affitta
camere sembrava messo lì appositamente per loro.
Tre letti singoli,uno di fianco
all’altro,su cui si gettarono vestite e senza togliersi le scarpe.
Silenzio.
Che fare? Tutte se lo
chiedevano,nessuna lo domandava.
-Suppongo che dovrei
andare,adesso.-fece Buffy,dopo qualche minuto.
Certamente la cosa più saggia da fare sarebbe
stato riposare qualche ora,mangiare e dopo una bella doccia,cercare la vecchia
tenuta di Spike.Nessuna però tentò di suggerirlo alla cacciatrice che,seduta
sul letto,continuava a passarsi le mani tra i capelli.
-Dormirò dopo che avrò parlato con lui.-disse
asciutta,senza che le venisse chiesto nulla. Si alzò frugò tra le cose di
Willow,tirando fuori dalla sacca laterale dello zaino una cartina della zona.
-Dove è di preciso?-intimo,poco
gentile ,alla strega distesa sul lettino con le gambe in aria,appoggiate al
muro.
-L’ho cerchiato con la matita….-
-Ecco. Già. Vedo….non sembra
lontano…-Buffy adesso era scortese, improvvisamente, sembrava arrabbiata e
molto più che preoccupata.
-Vuoi che…- Dawn fece per alzarsi dal
letto.
-No.-
E Buffy uscì,tirandosi dietro la
porta.La sua incertezza era tanta da aver frenato anche la forza di quel gesto:
Dawn chiuse la porta e si appoggiò allo stipite scheggiato e stinto.
-Senta,signorina,io non la porto fin
là: non ha visto che l’asfalto è finito da un pezzo? Non dovrei neppure essere
arrivato fino a qui! Se vuole scenda oppure torniamo indietro! Queste buche mi
rovineranno le sospensioni del taxi! E lavoro per la compagnia solo da…- la
lagna martellante di quell’autista l’aveva stancata.
-Vada al diavolo,lei e la sua ridicola
macchina che chiamataxi! To’ .Ecco quello che le devo. Tenga anche il
resto!-Buffy scese dall’auto prima che si fermasse,lasciando l’autista con un
palmo di naso ad armeggiare con lo sportello aperto a mezz’aria dell’auto in
corsa.
Buffy si guardava intorno,rigirandosi
tra le mani la piantina di Willow.
Era scesa lungo una stretta stradina
sterrata,piena di buche effettivamente,era evidente che non venisse percorsa da
macchine molto spesso.
Quel tassista temerario le aveva
spiegato che la tenuta si trovava alla fine della strada e che,dietro la
collinetta che già si vedeva, le sarebbero apparse le cime di alberi
secolari,in fila lungo il viale che conduceva alla casa padronale. Tuttavia
solo le cime degli alberi,perché una recinzione di pietra e un’alta
cancellata,non si sa come, sopravvissute alle guerre,circondavano,alte e
impenetrabili, l’intera tenuta.
-Tsè! ‘Impenetrabili’-gesticolò Buffy
,imitando il tassita-Glielo faccio vedere io se sono impenetrabili.-
La campagna inglese,si sa,ha un fascino
tutto speciale : sembra sempre di essere stai risucchiati nel passato ,con quei
colori fuori dal tempo e quell’ordine irreale della natura. Lungo il ciglio
della strada crescevano fiorellini celesti,piccoli e numerosi,a gruppetti di
cinque o sei ,abbracciati da piantine di trifoglio e di viole.
Da qualche parte,di sicuro,doveva
esserci un fosso o un piccolo torrente:il fruscio delle acque si distingueva
chiaramente in quella scena ovattata.
Sui rami di quelle strane
latifoglie,gli uccellini seguivano Buffy come nelle migliori fiabe, era
lei,semmai,che non si curava di loro perché sentiva ,ad ogni passo,venir meno
lo stupore per le meraviglie del paesaggio e tutta la baldanza sfoggiata con il
povero tassista. Il battito del cuore era divenuto così irregolare e assordante
che rimbombava nelle orecchie di lei,impedendole di dare un nome alle
sensazioni che la stavano assalendo.
E comunque erano troppe e troppo
diverse. In certi momenti,poteva giurare di voler tornare indietro correndo.
Invece si accorgeva di aver affrettato il passo .
La cancellata apparì misteriosamente
ai suoi occhi increduli. Era enorme e nera: tra le sbarre rugginose di duecento
anni,qualcuno aveva inserito dei pannelli di metallo più nuovi,per impedire
forse ai curiosi di sbirciare dentro,il tutto ben assicurato da tre catene più
grandi del collo di un uomo,con tanto di lucchetti a prova di fiamma ossidrica.
Buffy fu presa dallo sconforto a
quella vista. Non certo per tutte quelle catene con i loro dannati
lucchetti,quanto perché non era sicura di volerlo oltrepassare.
Camminò davanti alla cancellata per
più di un ora. Il sole era già alto e le sue convinzioni,invece,sempre più in
basso.Sotto terra,in pratica. Buffy si sedette ai piedi del cancello. Doveva
trovare qualcosa da dirgli.
“Vorrei tanto prenderlo a calci su
quel gran bel culo che si ritrova!” sbuffò,tirandosi su ,sostenendosi al
cancello.
-E va bene. Tanto…peggio di come
sto…-e con un saltò afferrò la parte più alta della ringhiera,sollevando poi il
resto del corpo facendo leva su entrambe le braccia.
Esitò un attimo quando si trovò seduta
proprio sulle onde decorative della parte superiore:
-No. Può andare anche peggio di così-
E piombò dall’altra parte, mentre il
primo pianto le saliva in gola. “Come faccio se lui non mi vuole?”.
In fondo al viale,dietro le tende
tirate di una finestra,Spike riempiva una antica vasca da bagno di ceramica
decorata rovesciando l’acqua da alcuni secchi di metallo.
-Dopo tutto il lavoro che HO FATTO stanotte
,ho proprio bisogno di un bagno.- disse,evidentemente molto soddisfatto del
risultato.
Si immerse velocemente tra i fumenti,
riemergendo con la testa dopo poco.
Capitolo 12.
SECONDA PARTE
Buffy smise di pensare. Non sapeva
come ci fosse riuscita,ma lo fece.Probabilmente quando l’ansia è tanto
forte,hai due sole alternative: o ti lasci sopraffare e,in tal caso,ti siedi in
un angolo e ti disperi finchè la prima neve non ti ricopre,oppure la ignori del
tutto e agisci da incosciente,senza sapere neppure quello che stai facendo
esattamente e quello che farai la frazione di secondo che verrà. Lo fai e
basta.
Ed ecco la breve scalinata che
conduceva al portico semi crollato.Sotto il portico,tremendamente vicina,il
portone principale. Se la tenuta era veramente abbandonata alla vegetazione
invadente e ai segni delle intemperie e della incuria totale,allora perché quel
portone d’ingresso la sovrastava con tanta sicurezza e maestosità da
sottometterla in una viscida reverenza?
-Sto per sedermi e mettermi a piangere
fino a che la prima neve non mi ricopra.- disse ad alta voce in pieno accordo
con le ginocchia che si piegavano su quelli scalini dissestati.
Spike spalancò gli occhi,socchiusi nel
silenzio dei vapori profumati dell’acqua ancora calda. Era una voce quella che
aveva sentito? Ma se fuori era giorno,non potevano essere i suoi tirapiedi. Più
nessun rumore. Dunque?….
Chiuse di nuovo gli occhi e cercò di
rilassarsi di nuovo.
Colpi ripetuti provenienti dal portico
lo fecero schizzar fuori dalla vasca. Arraffò una spugna pulita e corse per il
corridoio allacciandosela intorno alla vita,scampando a varie scivolate
rovinose dei suoi piedi bagnati sui marmi lucidi di cera.
-Accidenti! Proprio stanotte dovevo
far passare loro la cera?- gridava mentre correva verso l’ingresso.
-Apriti! Maledettissimo portone! Hai
duecento anni: devi aprirti se riprendo a calci!- Buffy colpiva i cassettoni di
legno del portone con sonori pugni: aveva provato a bussare timidamente ma
nessuno era andato ad aprirle.
Spike scostò appena un lembo di uno
dei finestroni dell’ingresso,attento a rimanere in ombra ma quando vide chi gli
stava distruggendo la porta di casa, rischiò l’affumicamento da quanto
vacillarono le sue gambe.
Si passò convulsamente le mani tra i
capelli e dietro il collo,camminando in cerchio davanti alla porta che stava
per soccombere all’attacco sferrato dalla cacciatrice.
Poi aprì.
Buffy sentì di non avere allora più la
forza neppure per colpire un cuscino.
Spike era davanti a lei,seminascosto
al sole dietro il portone.Non vide il colore dei suoi occhi,né si soffermò
sulla sua espressione smarrita e sgomenta,tanto meno notò l’asciugamano intorno
ai fianchi.
Gli si aggrappò al collo,senza dirgli
niente. Ma lui non ricambiò il suo abbraccio e Buffy tremò addosso al suo corpo
bagnato: le sue paure stavano avverandosi ,lui non era contento di vederla.. le
lacrime uscirono silenziose a rigarle guance,prima che il primo singhiozzo
sfuggisse a svelare il pianto al vampiro,Buffy sentì le mani di lui sulla
schiena e poi su su ,sino alle spalle e ai capelli. Così lei lo strinse di più
e si sentì in diritto di piangere.
-Perché,amore? Dimmi perché?- le
sussurrò all’orecchio con la voce più dolce che lei gli avesse mai sentito.
-Perché ti amo.-
Le parole erano proprio quelle:non c’erano
dubbi,singhiozzi e singulti a parte.
Buffy allora si stacco da lui per
cercare altre parole nei suoi occhi buoni e tanto tristi.
-Ti amo,Spike. Però non so se
dovrei,perché io non so niente di noi e di quello che ti ho fatto. E poi… non
ti conosco bene ma ciò non riesce a impedirmi di sentirmi tanto legata a te…e
tu… sei un bastardo figlio di puttana….che mi ha abbandonata …-Buffy si
allontanò di scatto da lui e lo colpì con un calcio nello stomaco che lo fece
saltare all’indietro per quasi due metri,per finire a terra,schiacciato contro
al balaustra della scalinata che si apriva sontuosa nell’ingresso.
Buffy gli si scagliò contro,senza
darli modo di rialzarsi,colpendolo senza mirare e lui la lasciò fare per un
po’,finchè non vide che aveva smesso di piangere. Allora,stanco di essere preso
a schiaffi,fermò le braccia di lei in aria e le bloccò dietro la
schiena,stringendola di nuovo a sé.
Buffy era diventata docile e
arrendevole,coccolata da quell’abbraccio tanto sospirato ed era fermamente
intenzionata a goderselo,prima di cominciare a provare a mettere insieme
qualche sillaba per uno straccio di discorso.
Intanto se ne stavano sul
pavimento,lui ancora con le spalle premute contro la balaustra goffamente barocca,
seduto a gambe divaricate e,in mezzo,Buffy arrotolata sulle ginocchia,che gli
spingeva contro il petto come volesse entrargli dentro con la testa.
-Vorrei riempirti di botte…-mormorò
mentre sapeva di ricominciare a piangere.
-Mi pareva di averlo vagamente
intuito…-rispose dolcemente,senza smettere di rassicurarla con lente carezze
sulla schiena.
-Mi da soddisfazione picchiarti…-
-Me ne sono accorto…-
-L’ho sempre fatto?-domandò
ansiosa,alzando gli occhi in quelli di lui.
-Eccome. –
-E tu?-
-Beh,mi sono difeso.Piuttosto bene,di
solito… ma tu hai sempre avuto la meglio.-
Le sorrideva e lei si sentiva
finalmente disarmata e anche un po’ soddisfatta,a dire il vero.
-Sempre?-doamdnò,tornando a
nascondersi nel petto di lui.
-No.Una volta è andata meglio a
me.-disse,alzando il sopracciglio in uno sguardo malizioso che a lei non
sfuggì.
-Quando?-
-E’ stato parecchio tempo fa. In una
casa abbandonata,a Sunnydale,non molto lontana dal Magic Box… -
Buffy capì che il loro bambino gliela
aveva mostrata in sogno e gongolò felice.
-E che è successo poi?-continuò
curiosa.
-Non lo immagini?-
Buffy ricambiò il sorriso malizioso e
si strinse ancora di più contro il suo corpo muscoloso e sottile allo stesso
tempo.
Gli prese il viso tra le mani e gli
avvicinò lentamente il suo,inspirando il profumo della sua pelle e il calore
che certo non emanava,ma che a Buffy sapeva riempire il cuore. Sfiorò il volto
di lui con il suo,prolungando quanto possibile quel contatto leggero ma
Spike,la fermò quando capiì che voleva baciarlo.
-Buffy…. i nostri ricordi… non sono
tutti belli….-
-Lo so. Ma adesso non mi importa. Io
adesso ti amo e se ho chiesto a Willow di salvarti… allora sono certa di averti
amato anche prima… e adesso,vuoi baciarmi,per favore?-
-….-Spike indugiò un attimo sulla
storia dell’incantesimo di Willow,la strega aveva raccontato come erano andata
veramente le cose a Buffy,allora… era la scelta più semplice,in fin dei conti…
provare a dirle la verità….lasciando che fosse Buffy a scegliere se accettarla
o no.
-Spike…-incalzò
lei,timidamente,distruggendolo con gli occhi lucidi di lacrime e di
eccitazione.
Spike le baciò lievemente le
labbra,assaporando un essenza che mai,nemmeno per un attimo lui aveva
scordato,da quando molti anni fa gli era stato fatto quell’inconsapevole
dono,da una poco credibile copia del grazioso Buffy-bot.
Buffy lo lasciò fare,abbandonandosi a
quei tocchi leggiadri e innocenti della bocca di lui. Le mani vagavano
insoddisfatte lungo le loro braccia e le spalle,stringendosi ,a tratti,in un
intimo intreccio delle dita ,per sciogliersi subito in una nuova sensuale
ricerca. La lingua del vampiro prese a disegnarle il contorno delle labbra e
Buffy le dischiuse prontamente perché potesse entrare a giocare con la sua.
Sempre più profondamente e vogliosamente,le loro lingue persero ben presto ogni
freno e pudore.
Buffy mugolò
languidamente,avvinghiandosi a lui con le braccia e con le gambe,lasciando una
mano libera di muoversi sul debole nodo della spugna,che cadde sul freddo marmo
sui cui si erano distesi.
Buffy era ancora completamente
vestita, ma a quella vista non potè trattenersi oltre e sfilò abilmente dalla
testa la sua maglia di cotone,lasciando Spike incantato di fronte ai suoi seni.
Si abbassò lentamente il sottile reggiseno tulle e ricami di raso. Le parve di
aver colto in lui un attimo di esitazione: allora prese le sue dita e le invitò
sui capezzoli ansiosi,Spike li strinse leggermente facendola sussultare e poi,
poco più forte, facendola quasi strillare per il piacere che i modi di lui le
provocavano. Spike allora le premette i seni uno contro l’altro e,mentre li
raccoglieva abilmente tra le mani, si tirò su con la bocca avidamente
dischiusa,che la lingua sapientemente già inumidiva.
-Cosa….- il vampiro di fermò
improvvisamente.
-Che c’è?… -Buffy si impaurì
subito,come accade a chi non ha la coscienza del tutto pulita.
-Cosa hai fatto? Co…sa…ha.i…fatto
qui?-balbettava lui ,senza lasciargli il seno.
-…non capisco…-provò lei,che invece
capiva benissimo,cercando di temporeggiare per far funzionare il cervello alla
ricerca di quel famoso discorso compiuto e maturo,invano pensato da quattro
mesi.
-…Buffy…senti… ho hai fatto una
plastica…ma..-e glieli alzò bruscamente- ..no.non vedo cicatrici….. giurerei
che sono … per l’inferno maledetto! Buffy,hai almeno una taglia in più di
seno!-
-…si..ecco…ero venuta giusto per
parlarti di questo….-
-Hai attraversato mezzo pianeta per
dirmi che hai preso una taglia…-Spike provò a fare del sarcasmo,ma mai come
stavolta gli riusciva male: la sua mente aveva già compreso la ragione di quel
cambiamento.
Il vampiro si alzò di scatto e si
coprì con l’asciugamano,rabbiosamente cambiando espressione e tono di voce.
Nella sua mente tutto era chiaro:Angel! Angel! Angel!
-Non è come pensi…-provò a dire
lei,accostandosi la maglietta al seno e al ventre.
-E come penserei?- ruggì lui,alla
faccia dell’autocontrollo.
-Sì,è come pensi….ma non
esattamente….-
-Dannato vampiro con i tacchi!-si
lasciò sfuggire cominciando a camminare di nuovo in cerchio per l’ingresso.
-Oh,dimenticavo… tu lo vuoi questo
moccioso,non è vero? Oh,già! Che idiota sono! Come ho fatto a credere che tu
amassi davvero? Ma ,sai, io ci avevo creduto? Anche quando me lo hai detto
mentre mi facevo bruciare dalle fiamme della bocca dell’inferno… io ti ho
creduto… anche se ti ho detto che non era vero,io , maledizione,ho creduto che
mi amassi! E poi adesso lo hai ripetuto…-Spike fermò i suoi cerchi nevrotici
sulle lastre di marmo rosa e ambra. E si voltò verso di lei,guardandola di
sbieco,schivo ancora ma con un dubbio assai palese:
-Ma perché me lo ha ripetuto?-
-Se solo tu mi facessi parlare…-
-Senti,non importa,d’accordo. Tanti
auguri e…figli.. maschi,ecco,Grazie della visita.Arrivederci.-
-OH! Su una cosa hai completamente
ragione: sei un idiota!-gli urlò in faccia.
-…..uh?-
-E’un maschio,sai? Grazie degli
auguri!-Buffy continuava a urlargli in faccia,per niente intimorita dalla
rabbia di lui.
-…B..Be..Bene…-bisbigliò il vampiro.
-Ma è tuo! Pezzo di stronzo che non
sei altro! E’ figlio di un idiota di vampiro con i capelli di Joe Tempest ,che
prima si è scopato sua madre e poi è fuggito al polo nord dalla paura ….a cui
non riesce nemmeno resuscitare come si deve …e se torna mezzo vampiro e mezzo
uomo….lasciando la sua mamma sola per quattro mesi a parlare con uno
spermatozoo che,grazie a Dio, è molto più intelligente del suo proprietario.-
Buffy gli gettò in faccia una lunga
serie di irripetibili insulti,lasciandolo sgomento e con la bocca sempre più
aperta.Quando lei ebbe finito,non aveva più fiato in gola e la voce era
divenuta roca dallo sforzo.
Buffy se ne andò in un angolo del
grande ingresso,con le braccia incrociate,a fissare le crepe degli stucchi che
affioravano sulle pareti.Spike non si era mosso di un passo.
-…io…tu…noi….-
-Ripassiamo i pronomi personali,certo,vediamo
se almeno in grammatica sei meno stronzo.- biascicò la cacciatrice,trattenendo
un’altra crisi isterica,peggiore della recedente.
Spike si decise ad avvicinarsi a
lei,molto cautamente,senza abbassare la guardia ma,anzi,pronto a una raffica di
pugni,si augurò che non avesse con sé un paletto.
-Buffy….scusa…scusa..scusami…per
l’inferno maledetto…-orami era ad un passo da lei –Tu …non impaletteresti il
padre di tuo figlio…-
Quella domanda le strappò un sorriso.
Piuttosto era un misero accenno di sorriso,ma comunque sorriso!
-Non lo so…-mugolò lei,molto
sinceramente.
Spike le accarezzò la guancia e
lei,inclinando la testa,sprofondò il viso in quella mano. Tanto bastò perché
lui l’attirasse di nuovo a sé.
-Amore…io…non ho capito niente…ma se
tu sei… allora io… sono…-
-Adesso cominciamo con le coniugazioni
dei verbi?-disse lei,tirando in su le lacrime con il naso.
-Io sono… felice,Buffy… e non so se tu
sei felice…ma io…-
La sollevò come fosse una piuma e la fece
volare per la stanza,in una serie di giravolte come fosse lei una bambina,per
poi prenderla il braccio e soffocarla di baci.
La portò nella sua camera e la stese
sul letto,con una delicatezza quasi irritante,come per paura che si rompesse al
minimo sobbalzo.
Spike sedette di fianco a
lei,guardando in quel verde smeraldo incerto e umido di lacrime, perso e
confuso.
-Come è possibile?-domando con un filo
di voce.
-Non lo so… sono molte le cose che non
so …per esempio..-Buffy si imbronciò leggermente e la voce non potè non uscire
tremolante –TU….tu ….-
-Ti amo,Buffy. –Spike attendeva da
sempre di poterle parlare in quel modo,con una leggerezza d’animo che non gli
era stata mai concessa prima di allora.
Buffy sorrise e appoggiò la testa
sulle ginocchia di lui,senza lasciargli la mano.
-Ti amo da morire…ti amo ….ti amo…-le
sussurrava all’orecchio ma lei non poteva sentirlo perché finalmente,esausta
per il viaggio e sfiancata dalle paure,si era addormentata cullata dalle
carezze del suo amore.
Il vampiro si stese come meglio potè
sul letto,senza spostare la testa di lei da quel comodo cuscino improvvisato
sulle sue gambe,sistemandosi in una contorta posizione che,sorprendentemente,si
rivelò comodissima con Buffy vicino.
Tirò sopra di loro una coperta di lana
e si addormentò subito.
Le spiegazioni dei ‘dettagli’ potevano
anche aspettare il sonno degli amanti.
Capitolo 13.
Quando Buffy aprì gli occhi ,le tende
alla finestra erano aperte a metà e lasciavano filtrare una tiepida luce rosa.
-Spike!- gridò,tirandosi su di scatto.
-…sono qui…- lui era ai piedi del
letto,vestito con i jeans neri e stava infilandosi una camicia, tra il blu e il
viola.
-Cosa stai facendo?-chiese
lei,aggrottando la fronte in un modo che evidenziava i suoi persistenti
timori,mentre si metteva a sedere sul bordo del materasso fasciato di velluto
bordò.
-Stavo pensando… -
-Cosa pensavi?-incalzò lei,senza
troppa gentilezza.
-Pensavo che non ho capito come… come…
ho fatto a …insomma,a fare…-
Possibile che tutta la sua sensuale
sicurezza fosse d’un tratto svanita? Spike non riusciva a dire che ….
-A mettermi incinta?-finì
Buffy,visibilmente offesa,alzandosi dal letto con stizza.
-…eh. Sì.-annuì lui,guardando il
lampadario e tutto quello che era lontano da Buffy.
-Già passato l’entusiasmo?- gli parlava
con tono distaccato e freddo,pronta a imboccare la porta per lasciare la camera
da letto,la villa e quella città dove i tassisti non avevano voglia di
lavorare. Spike comprese di non aver usato molta delicatezza con quelle domande
troppo dirette per non essere fraintese e suonare meschine.
-No,amore. No,scusa… vieni qui…-
Le cinse la vita da dietro,fermandola
giusto con la mano sul pomello d’ottone della porta. Buffy non spostò la mano
ma neppure girò la maniglia.
-Spike,questo bimbo è tuo. Ma se non
mi credi o se,ti è più comodo non credermi, allora sarà soltanto il mio. –
-Non parlarmi così… per favore,cerca
di capire il mio disagio …-
-Disagio?- cantilenò attonita:stava
perdendo la pazienza.
-No. No!Non disagio per il fatto che
tu sei… sei… in…inc…-
-Incinta ,Spike! Sono incinta!-
-Si,insomma,non per quello! E’ che non
capisco come sia.. ! NO! Vorrei capire cosa è successo a ME! Ecco tutto. Non
sono tornato normale?-
-Discutibile… perché tu hai mai
creduto di esserlo?-
-Dai,sai cosa intendo!Cerca di
collaborare a questa conversazione,per favore!-
-Cosa è successo? Avevo capito che
qualcosa non quadrava quando ho visto la mia immagine riflessa nello specchio…
e in effetti,in questi mesi,ho bevuto molto meno sangue… -
-Non so spiegartelo con esattezza,Willow
però potrà essere più precisa,se vuoi ci andiamo subito ….-
-C’è anche la strega a
Stratford?-Spike sembrava molto felice della notizia.
-Si e anche Dawn…mi hanno
accompagnato..-
-Capisco. Sì,voglio che mi spieghi …
accidenti a lei,è quasi una specie di Dea e ancora pasticcia con la magia?-
-Spike,ti ricordo che è per il suo
pasticcio che sei vivo…e che sei qui…e che io ho questa creaturina piccolissima
che cresce dentro di me…. –
-Hai ragione. Andiamo da lei.-
-Subito?….-Buffy si rigirò nel suo abbraccio
per guardarlo con un accenno di broncio.
-Non vuoi andare?….No.Non vuoi è
evidente…-biascicò,divincolandosi stuzzicato dalla bocca di lei dietro
l’orecchio.
-Ma… posso…-
-…mmmmhhh… si
….-piagnucolò,cominciando a strofinarsi sinuosamente sul corpo del vampiro; la
camicia ,non ancora abbottonata,ondeggiò in aria,fino a raggiungere i piedi di
lui.
-Amore… non so se mi perdonerai…se
ricorderai…non credo che sarai orgogliosa di quello che stiam….oh!Al diavolo!-
La prese con le mani sotto i
glutei,portandosela sui fianchi,Buffy si agganciò prontamente con le gambe
finchè Spike non si mosse sino al letto e la lasciò cadere,strappandola una
risatina maliziosamente invitante.
Buffy capì che non si sarebbe mai
abituata a verdello togliersi i pantaloni in quel modo davanti ai suoi occhi.
-Spogliami…-sussurrò lei,ammiccando
sinuose contorsioni tra le pieghe della coperta.
-Ai tuoi ordini…mammina….-rispose con
voce roca,sganciandole i bottoni dei pantaloni con impazienza.
Poi si fermò.
Si fissarono per un lungo istante: gli
occhi del vampiro erano increduli per quello che aveva detto ma il suono dolce
di quella parola,dietro l’infantile stupore,li rendeva ancora più belli e
profondi. E Buffy si riempì di orgoglio.
Spike fu straordinariamente delicato e
attento…le prime due volte….perché ,come lui ben ricordava,le loro esigenze non
potevano dirsi propriamente convenzionali e le regole di buona condotta non
erano il loro forte. La danza seguì ben presto tutt’altre note.
A tarda notte,quando raggiunsero la
città sulla fida Desoto,Willow elargì tutte le informazioni di cui disponeva.
Non che se ne capisse molto di quelle parole astruse e impronunciabili ma il
concetto era che a Spike era accaduto un po’ quello che era accaduto a Buffy
con il rito della resurrezione. Entrambi avevano lasciato nell’aldilà una parte
della loro forza, mentale o fisica che fosse,non era importante.
Per Spike non fu facile da accettare:
in fondo i vantaggi di essere vampiro erano indiscutibili e lui conservava
semmai i lati negativi.Ai suoi occhi ,una vera ingiustizia! Avrebbe potuto
tornare immune ai raggi del sole,no? Anche se,doveva ammetterlo,potersi
ammirare e rimirare allo specchio era una gran soddisfazione per la sua
infinita vanità. La storia della fertilità,particolare peraltro che non
sapevano se e quanto sarebbe rimasto,era decisamente scomoda per le sue
intenzioni con Buffy che lo amava e mai sazia di lui….non per il fatto che lei
fosse incinta ma per tutta quella forza di volontà che gli richiedeva il doversi
‘fermare’ per trafficare con i preservativi. Una bella scocciatura per i suoi
bollenti spiriti e la sua risaputa mancanza totale di pazienza,cui si
aggiungevano i risolini irritanti di lei a sottolineare la sua inesperienza e
goffaggine. Quando però guardava la pancia di Buffy lievitare a vista
d’occhio,allora sorrideva e dimenticava la noia di quelle acrobazie di lattice.
Tra alti e bassi,quando ormai il
vampiro pensava di averle viste tutte,arrivò il nono mese e dopo i trenta
giorni,puntuale come un orologio,Buffy quella notte fu al centro delle
attenzioni di tutti.
Willow e Dawn si erano trasferite
quasi subito nella tenuta, sebbene il grande parco fosse rimasto abbandonato
alle erbacce e agli arbusti,la villa era tornata ad essere molto bella: le due
ragazze avevano scoperto quanto fosse divertente schiavizzare i vampiri,assai
più che rincorrerli con un paletto di legno!
Quella notte Buffy gridò per ore,con
una voce da soprano che nessuno credeva avesse:il travaglio fu doloroso e
rischioso anche,dati i mezzi semplici,per non dire rudimentali che Willow e
Spike avevano predisposto per l’evento.
Buffy non voleva che nascesse in
ospedale,il motivo era evidente:come darle torto?
Quel bambino,che lei già aveva visto
in sogno,era certamente sano e certamente (nessuno osò dubitarne,conoscendo
l’irascibilità dei genitori) il più bello che fosse mai nato …ma…era il figlio
di una cacciatrice e,piccolo dettaglio,di un vampiro.
Come potevano essere sicuri che alla
sua nascita non sarebbero seguiti effetti collaterali? Buffy e Spike erano
molto preoccupati per questo fatto e temevano che il bimbo mostrasse da subito,
aspetti insoliti per un neonato o addirittura strani poteri magici. Gli
ingredienti,del resto,mamma e papà ce li avevano messi tutti!
Così il piccolo William nacque dove
era nato il suo papà,in una notte placida e piena di stelle,con un filo di luna
che lo attendeva ansioso alla finestra.
Spike rimase sconvolto da quello che
vedeva. Suo figlio stava uscendo dal luogo dove lui non faceva altro che pensare
ad entrare:era inquietante.
Buffy urlava distruggendo ogni
suppellettile cui le sue mani arrivassero,con i capelli intrisi di sudore e il
viso bagnato di lacrime di dolore. Chi era l’idiota che aveva parlato per primo
delle gioie della maternità? Frasi offensive verso il genere umano tutto e
imprecazioni rivolte a Spike (a cui lussò il polso peraltro), pur senza
dimenticare di maledire Willow che armeggiava ,come nulla fosse,tra le sue
gambe, incoraggiandola come dovesse saltare un’aiuola,arrivavano nitide alle
orecchie di Dawn che pregava il primo Dio in ascolto,seduta sul pavimento fuori
dalla porta.
Il pianto del bimbo.
Le urla di Buffy erano cessate.
Spike piangeva stringendo il
piccolissimo William tra le braccia.
Buffy si era addormentata.
Dawn singhiozzava e non riusciva ad
alzarsi da terra.
Il piccolo William continuava a
strillare.
Willow era finalmente potuta svenire
in santa pace.
La porta della cripta cigolò
sinistramente sotto il peso della sua mano….
Nel centro,in piedi,accanto alla
poltrona verde sdrucita e consumata,Spike la attendeva in piedi con il bambino
tra le braccia.
Il piccolo appena la vide si girò e le
tese le manine,ridendo gioioso perché lei lo prendesse tra le braccia.
Buffy fu svegliata da un odore dolce di
crema da bagno e di borotalco,un odore delicato e buono. Sentiva una mano
carezzarle i capelli.Sollevare le palpebre fu un impresa di cui avrebbero
dovuto parlare i libri di storia.
Spike era accanto a lei,su una
sedia,pallido come non lo aveva mai visto e con gli occhi gonfi.
-Hai pianto,Spike?-mormorò
confusamente.
-Si amore…-fece lui,stringendole la
mano.
-E’ colpa mia? –
-No,amore è colpa di nostro figlio…non
credevo che veder nascere una vita potesse fare questo effetto …ad uno come
me…-
-Portamelo…voglio vedere se è bello
come nel sogno…-
Spike si alzò a prendere quel
frugoletto addormentato pacifico nella culla e lo posò sul letto,accanto a
Buffy.
-E’ ancora più bello di come lo avevo
visto…-
-Spike, tu mi credi,vero?-
-Cosa… a cosa dovrei credere,amore…-reclinò
la testa da un lato,strizzando poco gli occhi ,con quella irresistibile
espressione incuriosita e confusa che Buffy apprezzò pur essendo ancora
dolorante, e che le suggeriva idee poco adatte alla circostanza e che,senza
dubbio ,avrebbero lenito il dolore che sentiva dappertutto.
-Ti amo.-
-Lo so ,amore….-
Se il vampiro non avesse smesso di
guardarla così,si sarebbe ricordata di come guarisce velocemente una
cacciatrice e avrebbe dato il primo cattivo esempio a suo figlio. A quel
pensiero,Buffy ,si mosse un poco e cercò di riprendere il controllo di sé.
-Allora perché mi hai detto che ‘Non è
vero…ma grazie per averlo detto…’ ,lo sai quanto ho sofferto? Io ti amo …. Ti
amo da sempre…sono solo stata un pochino tardiva a capirlo…..-
FINE.
Epilogo.
Il dolore lancinante delle fitte che
le squarciavano il ventre e le gambe,lo sforzo delle interminabile ore di
travaglio e ,soprattutto,l’eco delle sue grida che le spaccava le tempie non
erano le sole cose che aveva sentito Buffy quella notte.
Tendendo l’orecchio con attenzione
,tra una spinta e l’altra ,in quell’effimero respiro di riposo,Buffy aveva
udito la gioia di Spike e il fruscio delle lacrime che solcavano le guance del
vampiro….con pazienza e attenzione,aguzzando i sensi intorpiditi dal dolore,aveva
sentito il rumore della felicità.
In quel momento aveva sognato il
piccolo William che l’attendeva in braccio al suo papà e,varcando la familiare
porta,la cacciatrice aveva riconosciuto la cripta del suo vampiro.
Quando riaprì gli occhi ,tutto era
meravigliosamente chiaro ed ogni più piccolo ricordo aveva riconquistato il suo
posto nel cuore,bello o brutto che potesse apparire.
Molte erano le cose da chiarire ancora
con Spike ma ,come le era accaduto la mattina dopo il parto,ogni volta che
Buffy prendeva in collo in bambino ,tutto il resto passava in secondo piano e
veniva dimenticato. Di nuovo. Anche da Spike!
Willow fece un dono speciale a Buffy e
a Spike per il lieto evento: tinse per un’ultima volta i suoi capelli di luce
bianca e infuse in Buffy l’energia dell’eterna giovinezza. La strega non poteva
intervenire nelle imperscrutabili scelte divine e non potè conferire all’amica
vera e propria immortalità,né invulnerabilità a malattie o ferite. Tuttavia,con
quella magia,Buffy e Spike avrebbero potuto ‘non-invecchiare’ insieme,uniti
finchè entrambi lo avessero desiderato, quindi,probabilmente per l’eternità.
E l’eternità era un periodo piuttosto
lungo agli occhi di una ancora tanto giovane Buffy: e la cacciatrice non era comunque
intenzionata a sprecarla.
Tornarono a Los Angeles,lasciando i
paesaggi nebbiosi di Stratford e la fatiscente tenuta per il vecchio
appartamento delle sorelle Summers e Buffy tornò al suo lavoro alla W&H.
Una mattina,pochi giorni dopo il loro
ritorno,Buffy cercava di individuare i suoi vestiti nel groviglio di quelli del
vampiro,sparsi un po’ ovunque sul pavimento,come al solito.Visibile con
facilità,solo lo spolverino di pelle nera che buffy ,dopo tanto tempo,si era
decisa a dare al suo vampiro,che troneggiava sulla specchiera dove sarebbero
dovuti stare ,graziosamente in fila gli smalti e i glitter colorati per le
labbra. Questo,logicamente,prima che la passione ,poco aggraziata,lanciasse la
giacca senza ritegno.
Dalla tasca dei jeans di Spike scivolò
ai suoi piedi un consumato pezzo di carta.Buffy lo raccolse esitante,tenendolo
piegato tra le dita di una mano,incerta sul da farsi. IL foglio non era molto
grande e la carta era insolitamente grinza e rigata di nero da inconfondibili
tracce di fiamme e fumo.
-Non lo riconosci,passerotto?- Spike
entrò in camera strofinandosi i capelli con un asciugamano, nudo e ancora mezzo
bagnato.
-…uh?- Buffy cercò di
capire,indugiando sugli occhi di lui.
-Leggi …- la
invitò,sorridendo,sedendosi tranquillo sul bordo del letto,in attesa ,
tirandosi la spugna sulle spalle,anziché in luoghi più opportuni,con la tipica
sconcertante sicurezza.
Buffy sospirò,accarezzandolo con lo
sguardo dalle punte ossigenate dei capelli fino ai piedi e pensò
:“Adesso,scommetto che alza il suo dannato sopracciglio…e che io ci casco in
pieno..”.
Tornò con gli occhi sul biglietto e lo
aprì:
Se ci è concessa qualche emozione o se
ci è permesso un attimo di felicità,
negli anni ….nei secoli….ma anche nel
perdurare del mio più lieve respiro…
io non lo so.
Ma se mi tu mi guardi,Spike,mi
circondi di tutto l’amore che io ho il coraggio di immaginare …e la solitudine
che ho conosciuto scompare come le onde nella sabbia.
Qualcosa in me muore e rinasce ogni
volta che accade.
Ho conosciuto l’Inferno.
Ho visto il Paradiso.
Che nome devo dare a quello che provo
quando mi sei vicino?
Dio mi perdonerà ma,per me,questo è il
Cielo.
Per sempre.
Le ultime parole furono ovattate dalle
lacrime che le riempivano gli occhi:
-Tu lo hai tenuto con te…-farfugliò
alla meglio,cercando di non piangere.
-Era nei pantaloni e ..beh,me li sono
portati nella ‘placenta’ …mica potevo starci nudo come un neonato qualunque…-
Buffy gli saltò addosso,sdraiandolo
bruscamente sul letto ancora disfatto:
-Avresti fatto meglio a lasciarmi
tutto il riassunto dei nostri episodi precedenti,così avrei potuto farteli
rileggere quando eri smemorata…-rise lui,soffocato dall’abbraccio.
-Non mi diverte questa cosa…-borbottò
Buffy,infilandosi in fretta nell’incavo scolpito tra il collo e la sua spalla.
-No?…mmh…vediamo se ti faccio
divertire in un altro modo….-
“Ecco,lo sapevo…sta alzando il
sopracciglio con la sua cicatrice sexy…accidenti,farò di nuovo tardi a
lavoro….e ha messo anche le labbra in ‘quel’ modo…. Facciamo che non ci vado proprio
a lavoro …..” .