Fanfiction
ospitata per gentile concessione del Bloodylove in attesa di
riuscire a rintracciare l'autrice.
UN
PIRATA DA AMARE
di Miss Kitty
CAPITOLO 1.
Vi è stato un tempo in cui il dominio
dei sette mari non era diviso pacificamente tra gli stati che vi si affacciavano,un
tempo in cui per ogni guerra sulla terraferma se ne svolgeva una ancor più
truce negli oceani: flotte di inaudita potenza veleggiavano le une contro le
altre per conquistare le rotte sicure e le più ricche zone di
pesca,imbarcazioni imponenti,cariche di soldati e si cannoni,solcavano le acque
per l’effimera bramosia umana di qualche miglia di costa in più .
Pirati che saccheggiavano ogni nave
che capitasse sulla loro rotta,fosse essa mercantile o,meglio ancora,pesante
veliero per ricchi aristocratici diretti nel Nuovo Mondo: inutile farle
scortare da navi cariche di soldati armati fino ai denti,i pirati erano
comunque più scaltri e più arditi e certamente superiori nella lotta oltre che
nelle abilità di marinai.
Ogni volta che una nave fosse apparsa
nei loro cannocchiali, vini delle uve più pregiate e la frutta più fresca,con
ogni primizia e sorta di pasciuta selvaggina sarebbe finita nella loro
stiva,sempre al termine di estenuanti scontri a suon di spade,da un lato e polvere
da sparo,dall’altro.
…Ma la memoria di queste battaglie,nel
corso dei secoli,è andata perduta con la stessa facilità con cui il sangue che
venne versato è stato sciacquato dalle onde vorticose del mare.
La famiglia Summers viaggiava su una
delle navi più grandi che fosse stata mai costruita fino ad allora nelle
Americhe,era stata loro riservata una lussuosa cabina in cui Mrs Joyce e le due
figlie potessero trovare ogni confort lasciato sulla terraferma.
Il trasferimento non era certamente
definitivo,Mrs Joyce e la figlia maggiore,Buffy, avrebbero accompagnato la
giovane Dawn a Parigi,in uno dei collegi per signorine più esclusivi,si
sarebbero trattenute solo poche settimane per sistemare alcuni affari,rimasti
in sospeso dal momento della morte del padre delle ragazze.
Buffy,ormai più che ventenne, era
stata educata invece nelle Americhe,nella città di Washington,dove i Summers
erano sempre stati una delle famiglie più in vista.
Immaginate allora cosa provocavano in
città le risse,non troppo celate,della bella Buffy,sempre pronta a menar le
mani per difendere i più deboli,fossero ragazze sbeffeggiate o poveri uomini
che chiedevano un po’ di elemosina,oppure cuccioli randagi malmenati da qualche
ricco signorotto perdigiorno.
Temperamento di cui Buffy non faceva
mistero,né si vergognava,sebbene fosse la ragione di una certa diffidenza delle
signorine perbene della sua età,che cercavano di tener le distanze da quella
ragazza così irascibile e mascolina nelle abitudini,oltre che del fatto
che,nonostante l’età da marito,i vari corteggiatori si congedassero pochi
giorni dopo averla conosciuta.
Eh,già,perché non erano solo le risse
far venire le palpitazioni alla povera Mrs. Summers: c’erano anche le lezioni
di scherma e i libri rivoluzionari che leggeva la figlia (ci sarebbero stati
anche i romanzi censurati,ma Buffy si guardava bene da lasciarli in giro per
casa,almeno quelli,per risparmiare alla povera donna altri svenimenti!), il
modo in cui Buffy montava a cavallo e i pantaloni che si ostinava ad indossare,
la velocità con cui poteva scalare i pioppi della villa,la dimestichezza con le
armi da fuoco (e non) che erano state di suo padre… e che dire delle sue
amicizie? L’unica donna-giornalista del Paese,figlia di una nobildonna certo,ma
che si diceva fosse una strega e il figlio del falegname, Xander,bravissimo
giovane,Mrs Joyce ne era certa,ma del tutto inadeguato a frequentare la
primogenita dei Summers,specie da quando egli aveva preso in moglie una
ex-ballerina ,Anya,mezza svampita e del tutto priva di buone maniere.
In compenso,Mrs Summers non poteva non
riconoscere,come del resto,tutta Washington, quanto Buffy fosse bella e
delicata nelle fattezze,a dispetto del suo carattere poco aristocratico. E
certamente avrebbe già trovato un buon partito se non fosse stata….. come
era,appunto.
Per fortuna c’era la piccola Dawn!
Fanciulla di appena quindici anni,ancor più bella della sorella e
fortunatamente,assai più graziosa nei modi .E allora ecco che stavano
affrontando la traversata dell’oceano per portarla a Parigi,dalle migliori
istitutrici del mondo!Lei,sì:sarebbe divenuta una vera signora!
-Ma è vero che le insegnanti mi
colpiranno con il frustino se non saprò rispondere?-chiese Dawn alla sorella
per la centesima volta,mentre erano sedute sul ponte a prendere un tè.
-Non so…però,se dovessero farlo,tu mi
chiami e io glielo infilo su per il naso il frustino,piccola!-
-Ma tu sarai dall’altra parte del
mare!-Dawn guardava Buffy e rideva.
-…..già.- sospirò Buffy.
-Buffy ! Buffy! Sta arrivando!
Oddio,Buffy, sistemati i capelli! Dove hai messo il cappello?-
-Non so, deve essermi volato in mare…
chi arriva?-
-Lui!- scandì Dawn,facendo vistosi
cenni con la testa e con gli occhi – Il comandante Angel! Dio,Buffy non
voltarti subito..vedessi come è bello mentre cammina…vedessi vedessi….!!!!-
-Signorine…permettete?-il bel
comandante si inchinò e baciò loro le mani,anzi i guanti- Potrei unirmi a voi
nella conversazione?- sorrise fissando Buffy.
Da quando si erano imbarcate,il
tenebroso comandante non aveva mai smesso di corteggiarla né lei,invero, pareva
essere del tutto indifferente agli ammalianti occhi scuri di Angel. Buffy non
era certo stupida,aveva capito di cosa lui e la madre parlassero assorti ad
ogni occasione,forse era questo che la frenava:perché mai,se lui era interessato,continuava
a discuterne con sua madre,invece di trascorrere del tempo insieme a lei per
conoscerla meglio? Non si chiedeva come lei fosse veramente e continuava,per
contro,a confabulare con sua madre che sghignazzava giuliva ai cenni di lui.
Persa in quei ragionamenti senza
conclusione,Buffy non aveva preso una sola parola della conversazione di Angel
e sua sorella,quando Dawn,che la scuoteva per un bracci, la riportò alla
realtà.
-Buffy,rispondi? Che ne pensi? Non hai
paura? Io ho una paura folle!-cinguettò la sorellina -Ma lei,comandante ci
proteggerà da questi pericoli,non è vero?La sua nave è molto più veloce,no?
Poi, se c’è lei al timone…-
-Paura di che?-
-Sua sorella stava preoccupandosi dei
pirati,Miss Buffy…ma queste rotte sono sicure,stiamo aprendo la via alla flotta
britannica e se anche incontrassimo dei pirati,beh,i nostri alleati ci
raggiungerebbero prima che possano abbordarci.Non avete niente da temere!-
-..mmhh…pirati,dite? Non saprei…..devo
dire che le letture sui pirati sono tra le mie preferite… le loro avventure
sono così fantasiose e piene di mistero..magiche direi… la lotta con le sole
spade contro i fucili dei soldati…vederli volteggiare sulle funi….. e la
conquista del bottino,le feste durante la notte…le grotte colme di tesori…. non
saprei…-
-I pirati non sono magici,né
misteriosi,mia signora-la interruppe serio il cupo comandante - …sono uomini
malvagi e senza pietà che saccheggiano e uccidono, per poche monete d’oro,
giovani donne come voi. Sono ladri . E meritano la forca.-
Buffy tacque stizzita da così poca
fantasia e da così tanta sicurezza.
Durante la notte,Buffy scivolò
silenziosa sul ponte,non riusciva a dormire bene da quando avevano lasciato la
terraferma,mentre aveva scoperto che le piaceva moltissimo guardare il mare di
notte.
Sedette su alcune funi arrotolate,sul
ponte di poppa,ipnotizzata dalla schiuma che il veliero lasciava dietro sé: ne
fissava un vortice e lo seguiva con lo sguardo fino a vederlo scemare e
confondersi nelle onde.Aveva letto da qualche parte che la schiuma fosse
generata dalla morte di una sirena che si era innamorata di un principe,ma la
loro diversità aveva,infine, vinto l’amore che pur li legava e lei,costretta
per sempre nel suo mondo, era morta di dolore.
Poi un’ombra e una voce dolce interruppe
le sue fantasie sull’oceano :
-Miss Summers…non è un po’ tardi? E
poi questo non sarebbe posto adatto a voi.-Angel la rimproverò dolcemente e
sedette accanto a lei.
-Mi piace il mare durante la notte..-
Buffy era felice che
lui,finalmente,tentasse di avvicinarla in modo meno formale.
-Buffy….io vorrei che voi…all’arrivo
in Francia…vorrei potervi accompagnare a Parigi ..vorrei che conosceste la mia
famiglia,vostra madre è d’accordo e se anche voi lo foste..io sarei felice…-
Buffy soffocò una reazione poco
femminile delle sue: sua madre aveva già dato il suo assenso ,per cui se anche
a lei Angel non fosse piaciuto…. E lui che non capiva che,se voleva qualcosa da
lei,avrebbe dovuto domandarlo a lei!Ecco un altro figlio del suo
tempo,giustamente,del resto….era Buffy ,casomai,che viveva nelle pagine dei
libri che leggeva.
-Comandante Angel…-sospirò
profondamente-Non crediate che io non abbia visto le vostre manovre con mia
madre. Mi fa piacere che lei abbia dato il suo assenso per conoscere la vostra
illustrissima famiglia. Tuttavia… se vorrete portare anche me,oltre mia
madre,intendo, dovrete chiederlo a me direttamente,mi sono spiegata?-
Il comandante era attonito.
-…oh..oh..certo. Capisco. Scusate.-
Buffy fissava gli occhi di
Angel,cercando di distinguerli dal buio della notte …. Poi il suo sguardo si
poso sulle labbra di quel giovane uomo ,di una bellezza non comune e attese.
Attese.
….Attese,appunto.
Poi,d’istinto,Buffy si allungò verso
di lui e si lasciò baciare. Il suo primo bacio.
-Curiosa sensazione….- pensò,tra sé e
sé,alzandosi per recitare la dovuta parte della pudica signorina di buona
famiglia.
Angel,già grato per il bacio
concessogli, le fece strada per riaccompagnarla in coperta.
-Che? Come sarebbe,Buffy, “curiosa
sensazione”? Oh,mio Dio! Che ne è dei baci infuocati dei miei libri?Delle
carezze proibite ? Perché non mi sento turbata? Nè confusa né ,tanto meno,
felice o appagata?”- Buffy si fermò con questi interrogativi e si voltò,di
colpo, in direzione della scia della nave,un sibilo destò i suoi sensi ed ella
forzò lo sguardo nella notte.
Per un attimo le parve di vedere
qualcosa in lontananza,una sagoma informe stagliarsi sinistra nel buio. Poi
l’ombra sparì,Buffy scosse la testa e tornò in cabina,scortata dal suo
comandante.
A poche miglia di distanza,la sagoma
sinistra immaginata da Buffy disegnava anch’essa la propria sinuosa scia
nell’oceano profondo e complice: nascosto nella nebbia,un maestoso vascello di
ebano e ottone si lasciava cullare da deboli onde.
Sulla prua del veliero,una figura
sottile ,avvolta in un lungo mantello,attendeva il suo momento.
La luna spuntò dietro le nuvole e
accese di luce un perfido sorriso.
William,The Bloody,uno dei pirati più
temuti dell’emisfero delle acque pregustava il succulento bottino che la nave
passeggeri serbava apposta per lui.
Un giovane pirata: chi poteva
raccontare di averlo incontrato,descriveva un uomo sui trent’anni,con occhi
impenetrabili e lineamenti decisi,con strani capelli color oro, innaturalmente
luminosi. Poco più di un ragazzo,dunque,eppure tanto temuto da essere già il
terrore del mare,temuto persino da quelli come lui :spietato e crudele,ricco
fino a far impallidire i nobili delle Corti,abile sulle navi come nessun
ammiraglio di quei tempi e agile nell’acqua alla pari dei pesci.
Il suo covo,dicevano si trovasse su
una delle isole di un piccolo arcipelago,talmente piccolo da non essere nemmeno
indicato su tutte le mappe.
Invero,come William fosse, e il perché
lo fosse,nessuno poteva saperlo,perché nessuno mai se lo era domandato.
Restò a lungo in piedi, appena sopra
la affusolata chiglia,a fissare l’immaginario bottino (inimmaginabile,a dire il
vero, stavolta per lui!) quando qualcosa portato dalle onde attirò il suo
sguardo sull’acqua. Accese una fiaccola e la getto in mare cosicché la fiamma
gli mostrasse l’oggetto misterioso: un delizioso cappello bianco dai nastri
rossi venne inghiottito dalla pancia della nave.
E una strana euforia lo pervase.
Nessuna lampada ad illuminare il
vascello pirata,le vele spiegate erano tradite dal rumore del vento, invisibili
anche all’occhio più esperto,più nere di certo di una notte senza stelle…. Un
fischio risuonò come note di armonica e una decina di uomini uscirono
dall’ombra iniziando a muoversi rapidi e silenziosi lungo tutto il perimetro
dell’imbarcazione, lavorando in un moto fluido e sollecito.
Il veliero nero prese velocità.
-Nostromo! Assalteremo la nave prima
del nuovo giorno.- sibilò William ad un uomo vicino a lui che continuava a
portarsi il cannocchiale al viso e a togliersi immediatamente gli occhiali per
pulirli e ripulirli ogni volta.
-Agli ordini, capitano.-
-E dì alla tua donna di preparare la
carne migliore per pranzo: avremo tutti di che festeggiare domani!-
Nella sua cabina,Buffy continuava a
rivoltarsi nelle coperte da qualche ora,senza chiudere occhio,agitata come non
mai.
Pensò che era stato per il suo primo
bacio che non riusciva ad addormentarsi,doveva essere così:era ancora
emozionata.
-Oh,accidenti,macché bacio e bacio!
Non so perché non riesco a prender sonno! –
-Hai detto “bacio”? Chi ha baciato
chi?!-Dawn era schizzata sul suo letto.
-Ma non stavi dormendo?Nessuno ha
baciato nessuno! Vattene a letto.-
-No! Ho capito:il comandante ti ha
baciato!Dio! Tutte le fortune le hai tu!-
-Beh,si…è vero….mi ha baciata,ma la
fortuna non c’entra molto…diciamo che quasi quasi glielo ho chiesto io di
farlo!-
-Che? Come? Perché?-
-Dormi,Dawn,adesso…e fai tanti bei
sogni…perché se non li fai mentre dormi,la vita non te ne regalerà
nessuno,piccolina...-sospirò Buffy,con tanta malinconia.
-Tu sei pazza!Il comandante ti ha
baciato e tu dici che non è stato come vivere un sogno!…io credo…-
-Dawn,dormi o te le suono.Intese?-
In quel momento le ragazze udirono il suono
lungo di una sirena e poi ancora,di nuovo,la stessa sirena a intervalli
prolungati per alcuni minuti. Un frastuono generale proveniva dal ponte, le
pareti in legno rimbombavano dell’eco dei passi dell’equipaggio,mentre le porte
delle cabine cominciavano ,una dopo l’altra ,ad aprirsi lungo il corridoio,in
un coro di “Che succede?” e “Mio Dio,cosa è stato?”.
Anche Mrs Joyce si affacciò sulla
soglia mentre un marinaio correva gridando ai passeggeri di restare chiusi
nelle loro stanze,poi il grido del terrore: “Pirati”!
Mrs Joyce stringeva a sé le figlie in
un angolo della camera,ma Buffy non era affatto convinta che la cosa giusta
fosse restare a tremare chiusa in cabina.
-Dovremmo armarci tutti a uscire sul
ponte a difendere la nave,ecco cosa dovremmo fare!Ci sono uomini grandi e
grossi tra i passeggeri,perché devono starsene chiusi in coperta?Dobbiamo
reagire,se vogliamo che non ci rubino le nostre cose!-
-Buffy ,ti prego,non dire
sciocchezze..fermati,Buffy,dove vai!- Mrs Joyce gridava dietro alla figlia che
intanto si infilava la vestaglia per uscire!
-Parlerò al comandante e gli dirò di
dare fucili e spade ai passeggeri in grado di tenerli!-
Si precipitò alla porta e l’aprì,poi
si voltò a guardarsi intorno…adocchiò una vecchia cassapanca su cui erano posati
i loro bagagli, abbastanza grande per…
-Mamma,Dawn,io torno subito…però
voi,intanto, infilatevi qui dentro e aspettate il mio ritorno.Respirerete senza
difficoltà dai fori laterali. Mi raccomando non uscite per nessuna ragione!-
richiuse la porta a chiave e fuggì di corsa su per le scale.
Sul ponte le si presentò uno
spettacolo che lei era a malapena stata in grado di immaginare,immersa nei
romanzi che descrivevano scene simili.
Un veliero tutto nero li aveva
affiancati e stava già agganciandosi al parapetto con delle morse di metallo,
mentre le prime passerelle di legno andavano,con tonfo sordo, ad unire le due
navi. Come spettri, i primi pirati armati di spade e coltelli scivolavano
veloci lungo quegli stretti passaggi ,uccidendo i soldati che vi si frapponevano.
Colpi di fucile e fumo delle polveri confondevano in una nebbia densa buoni e
cattivi,mentre Buffy,rimasta dapprima pietrificata a quella vista,cercava il
comandate tra uomini stesi a terra e altri duellanti lungo tutto il ponte.
-Aaaahhh!! Lasciatemi!-gridò
voltandosi a chi la stringeva per il braccio.
Un uomo di mezza età,armato di spada
affilata la attirò a sé scrutandola da capo a piedi:
-Cosa abbiamo qui? Una ragazza? …di
buona famiglia,a quanto vedo…bella vestaglia,milady,anche a mia moglie
piacerebbe …. Ma dove ha lasciato il forziere con i suoi gioielli,tesoro?-
Al pensiero che il pirata la
costringesse a portarlo dalla madre e dalla sorella,Buffy si divincolò con
tutta la forza che fu capace e saltando indietro,afferrò lesta la spada di un
soldato ,per piantarla, in men che non si dica, diritta nel fianco del suo
aggressore.
Corse via,a perdifiato,chiamando Angel
a gran voce,si scontrò con altri due pirati ai quali diede del filo da torcere
con le sue lezioni di scherma,sparando perfino qualche colpo con un fucile
abbandonato sul ponte contro chi le si parava davanti.
Si ritrovava immersa nelle pagine dei
suoi amati libri,adesso,vivendo le avventure tanto sognata nella sua tranquilla
e confortevole tenuta di Washington,la camicia da notte macchiata di sangue e
strappata un po’ ovunque,i capelli scompigliati e una spada tra le mani
tremanti.
Poi un colpo alla testa e la nave girò
vorticosamente intorno a lei, urtò violentemente la balaustra e cadde in mare.
Buffy aveva imparato a nuotare e con
le poche forze che ancora animavano il suo corpo pieno di lividi,raggiunse una
trave che galleggiava intorno ai due velieri e ad essa si aggrappò,lasciandosi
andare.
CAPITOLO 2.
Il veliero pirata ripartì,carico di
tesori,gustosi alimenti e freschissime bevande, abbandonando la nave passeggeri
al suo destino; del resto il capitano sapeva che la flotta britannica li
seguiva a un paio di giorni di navigazione ,per cui non c’era molto tempo da
perdere.
Avevano ripreso da poche ore il
viaggio ,quando il ragazzino di vedetta in cima all’albero maestro gridò:
-Nostromo! Uomo in mare a dritta!-
-Non è possibile! Chi può trovarsi nel
mezzo dell’oceano? Non abbiamo incrociato altre navi…- e prese a guardare nel
cannocchiale.
-Fate chiamare il capitano,presto.-
William,The Bloody stava godendosi il
meritato riposo dopo il saccheggio, immerso in una calda vasca da bagno nella
sua cabina,quando bussarono insistentemente alla sua porta.
-Maledizione! Jenny! Sai che non
voglio essere disturbato in questo momento!-
-Si,William,ma c’è una cosa che
dovresti vedere…-
Jenny era l’unica donna a bordo del
vascello,era la moglie del nostromo,la cuoca di bordo…e il vero sostituto del
capitano nel mettere in riga gli uomini/bestia dell’equipaggio. Inoltre,era il
solo contatto con le famiglie,a casa: Jenny vedeva il passato,conosceva ogni
cosa del presente e prevedeva il futuro e per la ciurma era come avere una
finestra sulla vita dei figli,delle mogli e delle amanti.
Il capitano indossò i suoi pantaloni
neri,stivali a mezzo polpaccio ,una morbida casacca rossa aperta sul petto fino
all’addome e uscì,incuriosito dal mormorio dei suoi uomini,solitamente di poche
parole.
-Capitano! Guardate!-
La ragazza giaceva riversa sul ponte,
pareva senza vita perché non tremava nemmeno per il freddo.
-Capitano,non sapevamo se lasciarla in
mare o..-
William non rispose,la prese tra le
braccia e la portò nella sua cabina.
-Jenny!!!! Jenny!!! Dove diavolo
sei?!- strillava mentre cercava di asciugarla come meglio poteva.
-Capitano…-il nostromo aprì la porta-
Per i sette mari! William!….-
-Rupert! Dove diavolo è Jenny? Va’a
chiamarla,ho bisogno di lei..-poi si interrupe,stupito dall’espressione
dell’uomo - Che hai? Mai visto una ra..?-
-Non chiamatela ragazza,capitano,per
carità! Quella non è una ragazza! Quella è una arpia! Una vera furia! E’lei che
per poco non mi trapassa il cuore con la spada! Ha sparato ad altri due uomini
della ciurma e ve ne ha infilzati almeno una decina complessivamente! Quella è
una delle erinni fatta donna!!-
-Beh,se vi fate infilzare dalle
donne,peggio per voi,non è questo che vi ho insegnato! E adesso chiama Jenny!-
Jenny spiegò che non esisteva modo
migliore di un bagno bollente per scaldare una persona rimasta nel freddo
oceano per tante ore,così Buffy fu immersa nella vasca calda,mentre la donna
cercava di massaggiarle i polsi e le gambe. Rupert e William erano stati chiusi
fuori dalla cabina su ordine inappellabile di Jenny la quale non aveva
dimenticato le buone maniere, pur vivendo in mezzo ai pirati.
Dopo una mezz’ora aprì loro la porta.
-Allora,si è ripresa la belva?-domandò
il nostromo,indicandosi la fasciatura intorno al petto.
-No. Non riesco a scaldarla,a questo
punto,dubito che supererà la notte.-
William ascoltava senza proferir
parola,immobile,appoggiato alla parete. Avrebbe voluto che non gli importasse.
Tuttavia non poteva fare a meno di
sentire ancora quel corpicino esile, infreddolito e ferito,come lo tenesse
anche in quel momento tra le sue braccia. Quella ragazza aveva il volto di un
angelo,non aveva visto mai delle labbra tanto belle,su nessuna delle donne che
aveva conosciuto.
-Basta. Andatevene,adesso facciamo a
modo mio. Fuori!-
Jenny aveva sistemato Buffy sul
divano,vestendola con una delle camicie più lunghe di William,coprendola con
tutte le coperte che era riuscita a trovare.
Le posò una mano sulla guancia. Ma era
fredda come la neve.
Con un gesto di stizza ,William buttò
per terra le coperte e la sollevò,tenendola nuovamente tra le braccia.
Era strano ciò che provava. Teneva a
freno i suoi istinti senza difficoltà ,solitamente, eppure se lei si fosse
svegliata…se fosse stata come tutte le donne che conosceva…quanto sarebbe stato
bello .
Queste considerazioni lo
tranquillizzarono: tutto normale,dunque…. Oppure no?
Il pensiero che lei fosse come tutte
le altre,per qualche strana ragione,lo turbava profondamente.
Le tolse la camicia,lasciandola nuda
per un attimo,cercando di non guardarla e sistemandola sotto la coltre pesante
della trapunta.
Cominciò a spogliarsi anche lui e, ripensando
a quello che aveva intravisto poco fa , un sorriso imperscrutabile tese il suo
viso.
-Vediamo,se riesco a scaldarti
io…-mormorò tra sé e sé ,mentre si infilava sotto le coperte.
Le salì sopra,schiacciandola con tutto
il corpo,appoggiando il viso sul cuscino,di fianco a quello di lei,sprofondando
trai i suoi lunghi capelli.
Non dormì,non avrebbe potuto neanche
volendo,impegnato come era a imporre la sua volontà su quella di “qualcun
altro”,che non intendeva assolutamente starsene tranquillo al suo posto.
Di tanto in tanto portava le labbra al
naso di lei,per controllare il flebile respiro, stringendola contro di sé più
che poteva, per darle un po’ del calore del suo corpo.
Fuori stava calando il sole,dai vetri
verdastri delle piccole finestrelle quadrate, la luce del tramonto era
inconfondibile.
William sentiva il respiro pian piano
normalizzarsi e i nervi tendersi sotto il suo peso. Stava meglio. Avrebbe
certamente superato la notte,anzi,addirittura avrebbe riposato. Istintivamente
le accarezzò le guance e il collo ,spostandosi su un fianco,per lasciarla
respirare meglio : adesso poteva guardarla dormire…. nuda nel suo letto,la più
bella sconosciuta mai incontrata solcando gli oceani.
Restò a spiarla nel sonno tranquillo e
seducente fino a notte inoltrata,combattuto nel dubbio e nella contraddizione
del suo stesso comportamento, fino a che non cadde anch’egli in un sonno
profondo.
Al mattino ,William si svegliò
disturbato da un setoso solletico sulla pancia e lungo i fianchi, si alzò
incuriosito sui gomiti: la ragazza dormiva beata su un fianco,con la testa
appoggiata sul suo addome a mo’ di cuscino, le mani accostate al
volto,stringendo sensualmente i seni tra i gomiti.
Le labbra, semidischiuse, accennavano
il loro primo sorriso al pirata.
Adesso che non era più in pericolo di
vita,William non poté resistere oltre e sollevò lentamente la trapunta: non era
sua abitudine toccare una donna contro la sua volontà (anche perché non ne
aveva mai conosciuta una che tale volontà non avesse avuta), solo quella volta
,la passione fu più forte e allungò una mano sulla spalla vellutata. Solo con
la punta delle dita,per non svegliarla,scivolò a disegnarne i contorni
affusolati lungo la schiena, esitando, prima della ardita curva dei glutei,
sulle due piccole fossette che ad essi preludevano.
Si accorse che stava trattenendo il
respiro,divenuto già intenso a quei tocchi che pur gli parevano persino troppo
casti, per essere proprio i suoi.
Buffy cominciò a muoversi sotto le sue
mani ,stringendolo un poco di più e girandosi sull’altro fianco ,verso i piedi
del letto… poi ,stiracchiandosi,aprì i dolcissimi occhi verdi.
Immaginate cosa videro quegli occhioni
innocenti non appena aperti.
-Aaaahhh!!! Dio mio!!!!- con un balzo
Buffy,sebbene dolorante, fu giù dal letto,tirandosi dietro la trapunta, davanti
al sorriso diabolico di William.
-Buongiorno cara.- per niente
scomposto,anzi, visibilmente compiaciuto,lui la fissava disteso sul letto senza
coperte,con le braccia sotto la testa.
-Chi diavolo sei tu? Cosa mi hai
fatto,lurido verme!- Buffy urlava e, proprio come Rupert l’aveva descritta,
arraffò la spada sistemata vicino al letto.
-Io ti uccido! Come hai potuto farmi
questo! E dove sono? Cosa hai fatto a mia madre e a mia sorella!-
-Ehi,calma! Una cosa alla volta…- per
niente scomposto,lui si stava infilando i pantaloni mentre quella continuava a
gridargli contro e a minacciarlo con la spada.
-Adesso, posa la spada o finirai per
farti male,piccolina!-
-Cosa mi hai fatto?-la voce di lei
cominciava a tremare e con essa le mani.
William se ne accorse e provò pena. In
fondo non era così sanguinario come avrebbe voluto.
Si alzò dal letto e lei si lasciò
avvicinare perché ,per la prima volta in vita sua,Buffy era veramente
spaventata. Le tolse gentilmente la spada dalle mani e la infilò nella
cintura,poi si inchinò con fare teatrale :
-William,The Bloody,miss. Siete sulla
mia nave,siete stata salvata dai miei uomini, pirati anch’essi, s’intende e io
vi ho salvata per miracolo dal congelamento, scaldandovi con il mio corpo.
Nudo,ovviamente.- e il lampo furente, che lei gli vide negli occhi ,nel
pronunciare quelle parole,la fece sobbalzare.
-Non vi ho toccata ,né ho desiderato
farlo,signora,ci tengo a precisarlo!-
Del resto lui era un pirata e mentire
era parte del gioco.
- Ignoro di vostra madre e ignoro di
vostra sorella,ma saranno certamente più socievoli di voi.- poi le baciò la
mano e andò via.
Buffy rimase sola in quella cabina
enorme e carica di decori,del lusso più sfrenato,stucchevole perfino.
Si avvolse alla meglio nella coperta
cercando in giro per la stanza, indumenti più adatti,quando due colpetti secchi
alla porta introdussero la premurosa Jenny.
-Buongiorno signorina,vi siete
svegliata bene?-
Lo sguardo di Buffy avrebbe dovuto
chiarire a Jenny molte più cose di lunghi discorsi.
-Oh…capisco,ma non temete, William è
un pirata ma sa come trattare una donna…-
Lo sguardo di Buffy era sempre più
attonito e disgustato a quella triste serie di doppi sensi ,ma la ragazza non
trovava il coraggio di parlare.
-Miss?…Come vi chiamate?-
-…Sum… Miss Summers,signora,miss
Buffy Summers.-
-Orbene,miss Buffy, vi ho portato dei
vestiti per cambiarvi. Indossateli,presto,il capitano vi attende in sala da
pranzo per la colazione.-
-Io non vado da nessuna parte! Non
voglio fare colazione!Non voglio niente!Voglio solo tornare sulla mia nave da
mia madre e mia sorella! E adesso se ne vada fuori di qui anche lei! Dica al
suo capitano che per me può strozzarcisi con la colazione! Fuori!!!-
Jenny fu catapultata nel
corridoio,dove il marito la attendeva tutto soddisfatto:
-Che ti avevo detto,Jenny! Quella è
una arpia!-
-A me fa compassione,invece,Rupert. E
tu ,quante storie che fai per una lama che ti ha passato da parte a parte!Stai
invecchiando,caro mio.-
Buffy indossò gli abiti lasciati dalla
donna :qualunque cosa la attendesse ,non avrebbe potuto certamente affrontarla
avvolta in una trapunta.
Non potè fare a meno di notare la
ricchezza dei ricami dell’abito rosso,seta e tulle di sartorie francesi,senza
dubbio,sebbene il colore fosse un po’audace per una giovane di buona famiglia
come lei.
Vestita di tutto punto,cercò un’arma
che potesse proteggerla e trovato un coltello affilato,lo sistemò sotto la
gonna,fissandolo alla giarrettiera.
Di nuovo i due colpetti secchi alla
porta:
-Miss Buffy,laciatemi entrare,ve ne
prego.-
Buffy aprì con poca convinzione,solo
per tentare di strappare alla donna alcune informazioni.
-Il capitano vi manda la colazione e
si raccomanda che mangiate a sufficienza.-
-….Gr…Grazie. A te,non al capitano,sia
chiaro! Piuttosto,sai dirmi dove stiamo andando?-
-Stiamo andando sull’Isola del Poeta
Maledetto….a casa,insomma!-
-Isola del Poeta Maledetto…mmh..e dove
sarebbe questo posto? Voglio dire,una volta arrivati là,cosa farete di me?-
-Beh,sarà il capitano a deciderlo….non
saprei,miss Buffy…però una cosa la posso dire,dall’Isola del Poeta si salpa
solo se il capitano dà il suo assenso…quindi,credo che farete bene ad abituarvi
a noi pirati!-
-Che?Portami da lui! Avanti!-
-Eh,non è possibile,miss. –rispose con
decisione stavolta Jenny – Anzi,fate colazione e poi vi accompagnerò nella
vostra cabina. A meno che non vogliate dividere questa con il Capitano
William.- concluse gentilmente,spiando di soppiatto l’espressione della ragazza
a quella insinuazione.
Buffy bevve appena qualche sorso di
latte e poi seguì,rassegnata la donna fino alla sua stanza,entrò e richiuse
immediatamente la porta,lasciando Jenny fuori.
Restò appoggiata alla porta,senza
accorgersi del tempo che passava,con le lacrime agli occhi, pensando alla madre
e alla sorella,pregando che fossero sane e salve.
Cosa ne sarebbe stato di lei? Come
avrebbe potuto lasciare quell’isola sperduta ? Poi qualcosa si mosse tra le
coperte,attirando la sua attenzione..ancora un po’ di moto tra le lenzuola e
una codina nera spuntò tra i cuscini.
-Miiiiiioooooo….miiiioooo- un
minuscolo gattino nero rotolò sul pavimento, incespicando nell’enorme fiocco
rosso che aveva legato al collo.
Buffy lo prese in braccio e gli
sorrise:
-Micetto! Quanto sei
piccolo!Aspetta,togliamo questo fiocco prima che ti strozzi! Che carino sei…ma
come sei arrivato in mezzo all’oceano tu? Beh,tu ti chiederai lo stesso di me…-
Si stese sul letto a coccolare il
gatto,cercando una soluzione che la liberasse dalla situazione terribile in cui
era finita.
Le ore trascorrevano lente ,senza che
nessuno si curasse di lei; Buffy cominciò ad aggirarsi per la stanza,curiosando
in tutti i cassetti e gli anfratti possibili,cercando qualcosa,senza sapere
cosa. Quando aprì l’armadio restò allibita: conteneva solo camicie da notte
,vestaglie e un numero infinito di corsetteria intima,un capo più indecente
dell’altro , tutti oggetti misteriosi di cui lei aveva a malapena sentito
parlare da Willow.Solo tenerli tra le mani faceva di lei una peccatrice!
Richiuse l’armadio con forza e le
ginocchia si piegarono,lasciandola per terra. Però si trattava di Buffy:non
sapeva resistere alle tentazioni e quella era veramente troppo grande. Riaprì
l’armadio e prese ad esaminare quegli indumenti proibiti uno per uno arrossendo
e sgranando gli occhi ogni volta di più.
D’un tratto un dubbio l’assalì, fissò
con più attenzione tutte le pareti e gli strani tendaggi che le
decoravano,allungò la mano incerta a tirare una delle tante cordicelle raso che
penzolavano lungo i muri.
-Oh,Dio mio…-
Intorno al letto vi erano degli
specchi!
E poi ….le candele…. gli oli profumati
,che non servivano certo per il bagno,come lei aveva creduto in un primo
momento….ma allora,forse,anche le catene attaccate all’estremità del
baldacchino non erano usate per legare i prigionieri!
Si precipitò alla porta e piombò nel
corridoio,percorse tutte le scale senza che nessuno la fermasse, arrivando sul
ponte in un baleno:
-Ehi! Tu! Lurido ,schifoso ,essere
umano! Perfino le bestie hanno più morale di te!-
Le risa della ciurma sembravano non
toccarla.
Dal canto suo ,William,se ne stava
appoggiato alla balaustra sorseggiando liquore, sebbene non fosse ancora
mezzogiorno,per niente scandalizzato da tanto ardire di una donna,osservandola
con curiosità…pareva quasi felice.
-Come ti permetti di darmi la cabina
delle tue concubine?-
E giù ! Ancora ,le risa più sguaiate
dei marinai!
Solo per un istante Buffy allora
tacque,ma non perché infastidita dalle beffe di quei rozzi uomini di
mare,quanto per l’espressione sul volto del capitano.
William la guardava di traverso,con la
testa inclinata e una smorfia compiaciuta che gli contraeva le mascelle in
maniera terribilmente arrogante,con le labbra leggermente pronunciate in
avanti,ancora umide di liquore.
Le braccia conserte sul petto,fermavano
una camicia nera svolazzante e mentre lui continuava,imperterrito,a fissarla,a
lei parve di tendersi, per meglio guardagli il petto scoperto.
I capelli biondi ,sotto il sole della
mattina, riflettevano una luce quasi bianca .
Fu solo per un impercettibile istante,
che la posa e il viso di quello sconosciuto le tolsero la parola e nessuno se
ne accorse,se non proprio lei che,per quella sua debolezza, si irritò ancora di
più.
-Siete un farabutto e un manigoldo!
Esigo che mi sia assegnata una cabina degna del mio stato! Capito? Allora?!
Siete diventato sordo e muto?-
-Intanto, mi pare che la maleducata
,miss, siate voi,dato che io mi sono presentato a voi questa mattina e voi mi
rivolgete la parola senza averlo fatto.-
Buffy arretrò di un passo e aggrottò
la fronte: aveva ragione lui.
-Miss Buffy Summers.-
-Secondo,miss Summers,accontentavi di
quella cabina a meno che non preferiate dividere quelle con i miei uomini,ma
non ve lo consiglio…sapete,russano,durante la notte.-
L’intera ciurma stava divertendosi
come non mai.
William si staccò dal parapetto e
avanzò lentamente verso di lei.
-Infine,miss Summers,terza lezione di
buone maniere: si dice “Grazie”,quando si ricevono dei regali.-
-…uh?-
-Miiiaaao!- fece William a pochi
centimetri dal viso di lei.
Quella fu la prima volta che Buffy
vide il sopracciglio sinistro di lui inarcarsi,mettendo in evidenza la
cicatrice più sensuale che la povera Buffy avesse mai visto.
Ecco una ragione per preoccuparsi
veramente.
L’aver trovato quella cicatrice
“sensuale”.
Aggettivo che neppure la coraggiosa
Willow osava scrivere nei suoi più pungenti articoli.
Qualcosa in Buffy stava agitandosi
verso grandi cambiamenti, ma la sua avventura era appena cominciata.
CAPITOLO 3.
Il resto della giornata trascorse
felicemente solo per il gattino che restò sempre accoccolato sulle ginocchia di
Buffy a fare una sorta di fusa…non gli riuscivano ancora molto bene,essendo
evidentemente troppo piccolo.
Jenny portò vassoi con pietanze per
almeno tre persone,tanto a pranzo che a cena,ma Buffy toccò appena un po’ di
minestra.
Le ore chiusa in coperta l’avevano
fatta agitare ancora di più: anziché preoccuparsi di come fuggire dall’Isola
del Poeta Maledetto,le sue energie erano state impiegate per ore nel prepararsi
ogni sorta di risposta alle possibili domande dell’odiato capitano,provando e
riprovando davanti agli specchi frasi estremamente argute e pungenti che la
salvassero dalle beffe di lui.
Solo a notte inoltrata,quando nessun
rumore proveniva dai piani superiori,trovò il coraggio di uscire all’aria
aperta. Nessuno,per dire il vero,la costringeva in cabina, nessuno era mai di
guardia alla sua porta,avrebbe potuto girare il vascello in lungo e in largo,
se non fosse stata terrorizzata dall’incontro con il capitano.
Passeggiò per il ponte e finì per
sedersi a guardare la schiuma della nave,come faceva quando viaggiava verso
-Ohoooohhooo…..scommetto che state
pensando al vostro innamorato!-
Eccolo lì. Non aveva scampo: William
era spuntato dal nulla ed era in piedi di fronte a lei,tutto vestito di
nero,con tanto di mantello (decisamente retrò,per qui tempi) con quegli strani
capelli che avevano rubato il colore alla luna.
-Spostatevi da lì! Non vedo!
E….poi…non è il mio fidanzato!-
-Cosa è che dovete vedere? E chi non è
il vostro fidanzato? E perché non fate mai un solo discorso alla volta quando
vi rivolgete a me?-
-….-di nuovo,Buffy non trovava nessuna
frase da sbattergli in faccia,nonostante tutte le prove e le smorfie del
pomeriggio davanti agli specchi.
Le sembrava che lo facesse di
proposito,per metterla in difficoltà e farla sentire una donnetta aristocratica
senza cervello e ,soprattutto,era certa che lui si divertisse da matti a farsi
beffa di lei.
-La schiuma ….-
William trattenne a stento una risata.
-Che avete da ridere?-
-No…niente….niente che voi possiate
capire!-
Buffy si imbronciò,incrociando le
braccia sulla pancia.
-Vedete?…Siete proprio una bambina
….che non conosce certe cose del mondo.-
-Invece le conosco! E ho capito che il
vostro era una scurrile allusione a sfondo sessuale!-
Arrossì rovinosamente,né il buio poté
nascondere la profonda vergogna di aver usato “quella” parola,rivolgendosi ad
un uomo.
William allora scoppiò a ridere senza
ritegno e si sedette vicino a lei.
-Oh,allora il vostro fidanzato vi ha
erudito in merito…-
-Ehi!-adesso quell’insolente stava
esagerando e avrebbe pagato per quelle insinuazioni volgari ,oltre che per
averla portata nuda nel suo letto.
- Questo è troppo!-
Buffy si avventò contro di
lui,graffiandoli le braccia e il viso,in una lotta impari che però impegnava
comunque il pirata,colto probabilmente alla sprovvista.
Rotolarono per qualche metro,urtando
botole e bitte di ferro,finchè lei non gli fu sopra a cavalcioni e tirò fuori
il coltello dalla gonna,puntandoglielo alla gola.
-Ritirate subito quello che avete
detto….pensato! …Fatto!-
William,del tutto sordo alle minacce,
taceva,illudendo Buffy di aver preso il sopravvento. Per qualche istante ci fu
silenzio:lei lo guardava,attendendo una risposta o una reazione. Lui stava
mordendosi il labbro inferiore …..Buffy seguì il suo sguardo: da quanto tempo
stava puntando il reggicalze?
-Dio mio!-si alzò subito da quella
posizione,lasciandolo libero.
-Cosa devo fare io con voi?- chiese a
se stessa,parlando ad alta voce.
-..non so,ma io avrei delle idee …-
-Andate al diavolo!-
Di nuovo quel sopracciglio inarcato.
-Andate al diavolo!-
-E il secondo,per cosa è?-le gridò
William,vedendola scappar via.
L’aveva umiliata di nuovo:nonostante i
suoi preparativi,la lotta, il coltello.Tutto era inutile con un individuo
arrogante in quella maniera. Buffy corse nella sua cabina e scoppiò a
piangere,osservata dal gatto che le saltellava attorno,cercando di attirare la
sua attenzione.
Le notti seguenti evitò prudentemente
di uscire. Ma quel viaggio sembrava non finire mai e sulla nave era impossibile
non incontrarlo.Del resto, era impossibile anche non poter respirare mai un po’
d’aria fresca.
Così si decise ad andare su ponte,nel
cuore della notte,strisciando quasi,pur di non fare il minimo rumore.
-Buonasera,Buffy-
-Ma voi non dormite mai?!!-
-E voi?-
-Vi prego,non stasera.-
-Non stasera,cosa?-
-Non tormentatemi. Lasciatemi sola.-
-No.- le disse sorridendole,per tutta
risposta a quelle implorazioni.
-Che cosa volete da me?-domandò
esausta.
-E voi?-
-Io voglio solo tornare a casa mia.
Quando sarà possibile,anzi…Sarà possibile?Se è lecito chiederlo?-
-State tranquilla,se vi avessi voluto
morta mi sarei risparmiato la seccatura di scaldarvi nel mio letto,vi pare?-
-Vi odio.-
William continuava a sorriderle,non
era affatto un pirata come gli altri.Ma come erano ,in fondo,gli altri? Che
poteva sapere lei di quella gente?
-Quando ripartiremo dall’isola,verrete
con noi e ,appena incontreremo una nave sulla nostra rotta, vi darò una barca e
tornerete sana e salva dal vostro fidanzato.-
-Non è il mio fidanzato! E adesso,se
non vi dispiace,vorrei stare sola.La vostra nave è enorme,andate a vegliare da
un’altra parte,per favore.-
-Non vi annoiate sola tutto il
giorno?-
William continuava a decidere a quali
domande rispondere e quali ignorare completamente e quel modo di “fare il bello
e il cattivo tempo” mandava Buffy su tutte le furie.
-Come passavate il tempo nella vostra
casa?-
-Avevo i miei amici sempre intorno e
la mia sorellina…-
-Scommetto che tua madre non lasciava
a te la sua educazione…-
-No.Infatti….ma come lo sai?-
-E’ evidente!- rispose, ridendo.
-Già!-concluse,Buffy e si voltò per
sorridergli anche lei.
Si guardarono dritti negli
occhi,stupiti da quel tono divenuto inspiegabilmente disteso e tanto
confidenziale,poi lui riprese,togliendosi dall’imbarazzo:
-Vi piace leggere?-
Buffy notò che era tornato a parlarle
in modo formale e si accorse,suo malgrado,di provarne dispiacere.
-Si,molto…cioè,dipende dalle letture.-
-Se volete,avrei una piccola libreria
in coperta,potreste scegliere un libro e intrattenervi un po’ durante questo
viaggio forzato.-
-Gr..grazie.-
Entrarono in una cabina di fianco a
quella del capitano,una piccola biblioteca galleggiante,curata in tutti i
particolari con scrittoio e poltroncine e tante lampade ad olio che
illuminassero tutti volumi.
Buffy era in difficoltà,non conoscendo
alcuno degli autori.
-Hai mai letto la “Commedia”?-
Buffy scosse il capo, intimorita per
la sua ignoranza a confronto con quella di un pirata e ,nel
contempo,intimamente felice che lui fosse tornato a darle del tu.
-E’ meglio tu legga solo la terza
cantica,mi pare più adatta a te.-
-E tu cosa ne sai che cosa è adatto a
me,scusa?-
-Hai ragione. Allora…-cominciò a
cercare con un equivoco interesse nello scaffale più alto e Buffy era certa di
essersi di nuovo infilata nei guai!
-Tieni.-e le mise in mano tre volumi.
“Kamasutra”,“Decamerone”,”Epigrammi di
Marziale”,lesse sulle copertine.
-Tu….tu…sei la persona più disgustosa
che…- non finì di parlare che William fu colpito prima da uno e poi dall’altro
dei libri,per fortuna evitò il terzo.
-Ahi! Volevo vedere se li conoscevi!-
-La tua “Commedia” andrà benissimo.-
Poi seguì William per un’altra porta
che si apriva nella stanza e che conduceva direttamente alla sua
cabina,convinta che sbucasse nel corridoio.
Alla vista del letto in cui aveva
dormito insieme al pirata,in cui aveva ,soprattutto, dormito n.u.d.a. insieme
al pirata ,si sentì avvampare dalla vergogna,senza allo stesso tempo riuscire a
staccare gli occhi da quei cuscini e da quelle coperte.
-Che c’è,piccola?- la sua voce era
diversa adesso o almeno lei la percepiva più intensa e vibrante.
-…….-
Buffy ,in silenzio senza saper più
dove guardare,non riusciva neppure a vedere la porta per scappare.
William le si avvicinò,girandole
lentamente intorno ,squadrandola come a cercare qualcosa nascosto sotto le sue
vesti,guardando fin dentro di lei.
Buffy ,che teneva gli occhi
bassi,immaginava il suo sopracciglio inarcato che gridava a gran voce il suo
nome.
Cosa le stava facendo quello
sconosciuto? Perché il cuore batteva tanto forte?Sentiva i muscoli e i tendini
tremare ad ogni piccolo movimento di lui che ,adesso, fermo alle sue spalle,le
faceva mancare il respiro.
-William,lasciatemi andare,vi prego.-
-Ma Buffy,io non ti sto
trattenendo,puoi andare dove vuoi ,piccola.- ancora il tono più profondo di
quel sussurro vicinissimo al suo collo.
William le sfiorò le spalle nude con
le labbra dischiuse e la punta della lingua,scostandole con una mano i capelli
e continuando a giocherellare con le sue ciocche.
Senza dire niente, accarezzandola solo
con il respiro.
Dentro di sé si sentiva confuso almeno
quanto lei,seppure per diverse ragioni: anche per lui stava accadendo qualcosa
di misterioso,anche lui sentiva le sue convinzioni seriamente minacciate dal
ritmo accellerato del suo cuore.
Oramai era troppo tardi per
entrambi:stavano già condividendo qualcosa di tanto inaspettato quanto bramato
e che li avrebbe legati per sempre….comunque la loro avventura si fosse
conclusa.
Al quel contatto ovattato,la ragazza
si girò a guardarlo in volto,spiando invano il cuore del pirata attraverso il
blu inquietante dei suoi occhi.
Poi , Buffy lo baciò.
Avvertiva il bisogno di quelle labbra
calde sulle sue,senza sapere esattamente come si dovesse fare e…..beh, William
pensò al resto.
La stringeva lungo tutta la schiena in
un abbraccio infinito,mentre le mani di lei erano ferme sul suo
petto,intimidite dalla loro stessa inesperienza.
Buffy non si rese conto del tempo che
passava,non si rese conto neppure esattamente di quanto il suo corpo lo
desiderasse,sentiva solo il cuore uscirle dalla gola e la stanza girare.
Non era più prigioniera di pirati,non
era più lontana dai suoi cari…non era più niente. Era solo tra le braccia di
William ed era l’unico posto dove doveva essere.
Sentiva il respiro divenire pian piano
affannato e la stretta di lui pretendere sempre di più. William l’attirava a sé
facendole quasi male ….
-Buffy…ti voglio.Ora. Subito.-
-William…-
CAPITOLO 4.
Ripetuti pugni battuti sulla porta e
,immediatamente dopo, il nostromo ,sulla soglia, con delle carte sotto il
braccio, finiva di pulire gli occhiali:
-Che diavolo aspettavi ad
aprirmi,Capitano!-gridò Rupert,poi si infilò gli occhiali:
- …Capitano ,secondo i miei calcoli
arrivere…arriv… Ah! Scusate…-
Buffy scappò via,in preda ad una
vergogna mai provata in vita sua.
-Dannazione! Accidenti a te Rupert!-
-Idiota d’un capitano! Non potevi
chiuderti a chiave se volevi s……-
-Zitto!Maledizione! Non dire quella
parola!!! Io NON volevo niente… è..è successo! E ora sparisci!-
Quando fu sola nella sua cabina,Buffy
si infilò sotto le coperte vestita ,sperando che la coltre della trapunta
soffocasse il suo pianto disperato.
Lo stomaco le doleva per la rabbia del
suo gesto inconsulto, il senso di colpa la attanagliava…. Quanto avrebbe voluto
essere nel suo letto,nella sua bella casa a Washington!…Con la musica del
pianoforte di Dawn che saliva dal piano di sotto a darle la buonanotte.
Perché stava accadendo? E cosa mai
stava accadendo?
Ripensò al bacio di Angel: puro e
romantico…
Poi ripensò a quello che era accaduto
pochi minuti prima: aveva provato sensazioni indescrivibili, troppe emozioni
insieme…troppo piacere,tanto profondo e dolce da averle fatto dimenticare tutto
il resto.
Adesso era turbata e certamente
confusa… e sarebbe stata anche felice se non si fosse sentita terribilmente in
colpa per aver tradito tutto il buon senso che tanto sua madre si era affannata
ad inculcarle nella testa.
Ma lei lo aveva voluto:non poteva
mentire a se stessa! Lo aveva desiderato dalla prima volta che William aveva
inarcato quel suo maledetto sopracciglio con quella stramaledettissima
cicatrice!
Bene. D’accordo ,si era lasciata
trasportare dalle effimere attenzioni di lui nei suoi confronti…ecco tutto.Era
stato un momento. Si era invaghita per una serie di circostanze e con la stessa
velocità,le sarebbe passato.
L’importante era non perdere la
ragione!
Smise di piangere e tirò fuori la
testa per prendere il micetto con sé sotto le coperte.
William rimase sveglio quelle ultime ore
prima dell’alba,tornando e ritornando sul ponte ,nella speranza di incontrarla.
Sarebbe voluto andare a chiamarla
nella sua cabina e stringerla ancora a sé ma,nel contempo, era conscio che li
divideva l’oceano…. Forse avrebbe potuto portarla a letto ….eppure, non era
questo il punto! La desiderava come nessun altra mai in vita sua,ma era certo
che fare l’amore con lei non gli sarebbe bastato,anzi,avrebbe complicato
ulteriormente la faccenda.
Aveva amato donne di cui nemmeno
ricordava il volto… altre,sull’Isola del Poeta non attendevano che lui… dunque
non c’era posto per quella ragazza aristocratica.
Buffy meritava una vita sulla
terraferma tra tanta bella gente come lei,un marito perbene e tanti marmocchi
in giro per la sua grande villa,vicino alla famiglia e agli amici.
In fin dei conti erano due
sconosciuti,non avevano condiviso niente,neppure una notte di sesso né, tanto
meno ,potevano essere coinvolti da sentimenti!
-..sentimenti….-mormorò al sole che
stava sorgendo all’orizzonte.
Non usava quella parola,non credeva
neppure averla nella testa,invece li aveva provati durante tutta la sua
esistenza: dolore e disperazione…. quando,da bambino,la sua famiglia era stata
uccisa dai soldati inglesi, terrore….. quando il suo villaggio era stato messo
a ferro e a fuoco, gratitudine ….per chi l’aveva accolto e cresciuto come un
figlio e quel sentimento di odio e rabbia che lo guidava nella sua vita di
pirata sanguinario.
-…amore….-bisbigliò,con un filo di
voce.
-Capitano!- la voce di Jenny lo
sollevò,come sempre,dall’angoscia- Che succede? Siamo quasi a casa,non siete
felice? Ancora un paio di notti da solo e poi sarete circondato dalle vostre
donne!-quel tono indagatore della donna era ben conosciuto da William.
-A te non poso mentire,vero,Jenny?-
-Difficilmente,tesoro mio.-
-E allora non provocarmi,visto che la
tua magia legge nella mia mente.-
-No,tesoro,non nella mente…- e gli
baciò la fronte.
Al risveglio,Buffy trovò tutto ciò che
le era necessario, un bagno ancora fumante e abiti puliti, la sua colazione sistemata
accanto al letto.
-William…-La prima parola che
pronunciò.
-Devo parlargli,assolutamente! Devo
chiarire il malinteso!-e le prove dei discorsi e delle intonazioni
ricominciarono di gran lena.
Buffy parlava parlava… e intanto,i
baci di lui la scuotevano e la accarezzavano ancora,fino in fondo all’anima ,in
barba alla saggezza dei suoi propositi.
Era ancora nella vasca a continuare i
preparativi,quando cominciò il disagio con se stessa… Tentando di rallentare il
battito del cuore,iniziò ad agitarsi nell’acqua profumata di oli fioriti. Poi
uscì,avvolgendosi in un telo di lino e finalmente comprese. Asciugarsi le
gambe,la fronte non serviva…
Si guardò intorno spaventata,come per
paura che qualcuno la sorprendesse in quella matura intimità con se stessa,non
ancora del tutto consapevole di come reagiva il suo corpo. Non le era mai
accaduto di provare eccitazione pensando ad un uomo.Mai prima d’ora,nonostante
tutte le fantasie sul principe azzurro.
Se sapeva essere naturale per una
donna, non si capacitava del perché le accadesse proprio per il pirata:
-Non deve accadere! Non mi puoi
tradire così! Perché?!Perché?! -ripeteva a se stessa,disperata.
- Perché non posso fare a meno di
pensare a te? Forse sono tutti i romanzi che ho letto!Ecco: mi hanno confuso le
idee e mi fanno credere cose che non sono,mi fanno vedere cose che non
esistono! Mio Dio!Quell’uomo è un pirata,un ladro! Un assassino!-
Con suo grande disappunto si accorse
di aver ferito anche lei diversi uomini,al momento dell’assalto e pure di aver
sparato alcuni colpi di pistola.
-Ma era per difendermi! L’ho fatto per
difendermi!-
Quegli stessi uomini che,in secondo
momento,l’avevano ripescata dall’oceano.
Se non avesse chiarito l’accaduto con
il capitano,sarebbe impazzita.
William era in sala da pranzo,dove
attendeva che Jenny servisse il pasto.
-Posso?-chiese Buffy sulla porta,con
un filo di voce?
-Certamente,miss Buffy,prego,unitevi a
me per il pranzo!-
Le parlava in un modo così freddo e
distaccato da ricordarle i nobili che sua madre si ostinava a presentarle da
tanti anni.
-William..scusate,Capitano,volevo
dire… per quello che è avvenuto questa notte,nella vostra cabina io…-
-Dunque, “
-Che?-
-Se preferite un'altra lettura,la
biblioteca è aperta,scegliete ciò che più vi aggrada.-
-Non intendevo il libro…-
-E che altro allora? Non ricordo altro
avvenimento di cui parlare.-
-No…non… Certo.Come volete. Grazie del
libro,volevo dirvi….ho già cominciato a leggerlo.- si congedò e scappò
via,temendo di piangere davanti a lui.
Nei due giorni seguenti,William si
mosse evitando di incontrarla,sebbene il suo stesso comportamento gli parlasse
già in modo molto eloquente,si chiuse nei suoi silenzi,confidando i suoi
pensieri tristi e cupi solo all’oceano.
-TEEERRAAAAA!!!!-
La voce del ragazzino di vedetta
risuonò fino in fondo alla stiva del veliero e da quel momento in poi furono
solo grida di gioia e grandi movimenti per ogni corridoio e per ogni stanza.
Dai piccoli oblò della cabina,Buffy vide una striscia di terra di un verde
sgargiante con tanti fuochi accessi sulla spiaggia,pur in pieno girono.
Il vascello ammainò allegramente le
vele,mente le scialuppe cadevano una da una nelle acque turchesi dell’Isola del
Poeta Maledetto e i pirati si tuffavano in mare dalla gioia. Ancora qualche
giorno di pazienza e poi si sarebbe imbarcata per il suo viaggio di ritorno
verso casa,verso la sue gente e la sua adorata terraferma.Fosse stata l’America
o
Il nostromo,suo malgrado, si occupò di
aiutarla a scendere per la scala di corda,in modo che prendesse posto sulla
barca che l’avrebbe portata a terra.
-Faccio da sola!-
-..e ti pareva!-borbottò,pulendosi gli
occhialetti rotondi con un lembo della casacca.
Sulla barca con Buffy, viaggiavano
solo Rupert e Jenny,oltre al micio nero.
-Miss Buffy,questi mesi alloggerete
con noi,nella nostra casa,per ordine del capitano.-
-….me ne infischio dei suoi ordini,io!
Non lo avete ancora capi… Come “mesi”?-
-Sull’Isola resteremo il tempo
necessario per lasciar passare
Ci vorranno due o tre mesi,non di
più!-
-Che diamine è
-E’ una corrente di aria calda che
attraversa l’oceano da Sud e che porta con sé venti forti sul mare,che rendono
troppo pericolosa la navigazione. Ecco perché abbiamo riempito così bene la
pancia della nave!-spiegò Rupert con fierezza.
Buffy non disse una parola fino a
casa.
Sull’Isola la vita era completamente
fuori da ogni canone: i colori fiammanti delle vesti,gli abiti corti delle
donne,le continue risse per le strade tra gli stessi uomini che,solo un attimo
dopo,rivedevi abbracciati a bere birra e bambini indisciplinati che giocavano
per strada tutto il santo giorno e che mai avevano aperto un libro in vita
loro.
La casa del nostromo era fatta quasi
completamente di legno ed era confortevole,per essere l’abitazione di pirati;la
camera di Buffy era piccola ma ben tenuta,con pochi mobili di vimini e tende di
lino alla finestra. Strani segni si alzavano da terra,incisi sull’armadio,come
qualcuno si fosse misurato durante gli anni.
Era passata una settimana da quando
erano arrivati e tutto sommato era trascorsa in fretta. Buffy aveva ripreso ad
allenarsi con la spada,casomai le fosse servita di lì a poco,tormentando un
terrorizzato Rupert perché duellasse con lei.
Passava il tempo aiutando
Jenny,imparando da lei a conoscere le stelle e i segni che madre natura manda
agli uomini attenti .
William pareva scomparso. Buffy girava
per le strade del piccolo villaggio indisturbata,nessuno sembrava fare caso a
lei.
Però non aveva mai smesso di pensare a
lui.
A quando le aveva sfiorato le spalle
con le labbra e con la lingua…non poteva dimenticare come l’aveva fatta sentire
il suo abbraccio,stretto fino a farle male e poi lei lo aveva baciato! Non lui!
Questo pensiero la torturava.
William ,da quel giorno,l’aveva
evitata e ignorata,come gettandole addosso tutto il suo disprezzo.
Quando la sera si coricava,nel momento
in cui il corpo si rilassava esausto dalla giornata appena trascorsa,quando la
mente si distendeva verso il sonno,e il sogno, allora e soltanto allora,per un
attimo , il cuore riusciva a far sentire la sua voce e il suo dolore e
Buffy-solo per quell’attimo!- prima di cadere addormentata, comprendeva l’amore
per William.
Solo per un attimo! Poi il sonno
profondo e niente più.
Uno dei tanti pomeriggi in cui Buffy
non aveva niente da fare,se non attendere che anche quella giornata finisse,
stava aggirandosi ai margini del villaggio,curiosando tra le tante piante
tropicali a lei sconosciute,per meglio imprimerle nella memoria per descriverle
a Willow al ritorno a casa quando,da dietro un albero,due donne spuntarono a
sbarrarle la strada.
-Fermati.- sibilò gelida,la più
giovane.
-Che c’è? Chi siete?-Buffy non si
sarebbe fatta cogliere impreparata da niente e da nessuno in quel paese di
gente incivile. Poi le osservò bene: bionde entrambe e molto belle,
pesantemente agghindate,con abiti troppo scollati,persino per le donne
disinibite di quel luogo,cariche di gioielli di immenso valore. Non ci impiegò
molto a capire chi fossero.
-Che volete da me? Non abbiamo niente
da spartire.-seccata,non certo intimorita, Buffy stringeva già la sua spada tra
le mani.
Il buon Rupert l’aveva avvisata che in
quel posto gli abitanti non usavano le armi,ma nessuno girava mai disarmato,per
cui Buffy si era volentieri adeguata al fodero della spada sempre appeso alla
vita.
-Bene bene,finalmente ci
conosciamo,miss Buffy!-
-Non mi pare affatto di
conoscervi,signore.-
-Mi chiamo Darla e lei è Harm. Siamo
le donne del Capitano.-annunciò orgogliosa.
Buffy avrebbe preferito che l’avessero
infilata subito con un pugnale: adesso le sue angosce trovavano biondissime
conferme davanti a lei.
-Continuo a non capire.-Buffy teneva
duro.
-Bugiarda! Non puoi fingere con una
donna,carina! Ho visto bene la tua faccia un momento fa.-ringhiò
Harm,avvicinandosi e scoprendo un coltello dal corpetto.
-Tu lo vuoi! Ma se pensi di portarcelo
via,non sai in che guai ti sei messa!-le saltò addosso,buttandola per
terra,seguita da Darla,armata di coltello anche lei e intenzionata ad usarlo.
Buffy colpì con violenza
entrambe,usando pugni e calci,lottando con tutte le sue forze contro quella
squallida aggressione,trovandola paradossalmente propizia per sfogare tutta la
rabbia che covava.
Il corpo a corpo sembrava non finire
mai,Buffy spesso veniva bloccata e non riusciva ancora a sfoderare la spada.
Era solo Darla,in verità, che le dava
del filo da torcere,ma la lotta era impari,perché Buffy,mentre picchiava questa
,doveva tener lontana Harm con gomitate e schiaffi,spingendola
all’indietro,approfittando dei pochi attimi in cui la gettava a terra per riuscire
a tramortire l’altra.
Un calcio assestato violentemente allo
zigomo di Harm la lasciò,da ultimo, priva di sensi e Buffy,in uno
scontro,adesso alla pari con Darla,prese finalmente la sua spada
e,puntandogliela alla gola,la immobilizzò.
-Ora parliamo educatamente,noi due,che
ne dici?Come è che ti chiami…ah, Darla… perché ce l’avete con me?-
-Perché non sanno perdere,mia
cara…-una voce roca e sottile,interruppe Buffy.
-E voi chi diavolo sareste? Un’altra prostituta
di William,da quanto vedo!- Buffy era sfinita,sentiva dolori in tutto il corpo
e la mente non era del tutto lucida.Parlava a quella donna con il viso ferito e
rigato di pianto.
-Lascia la povera Darla,le hai già
fatto abbastanza male rubandole William. E tu, Darla, raccogli Harm e levatevi
dai piedi,Buffy ed io dobbiamo parlare.-
-C..come vuoi tu,Drusilla.-disse
Darla,servile.
Drusilla era algida e severa,di una
grazia non comune; pur stremata e confusa, Buffy,non potè non sentirsi
inadeguata di fronte a lei.
-Ami William? O lo vuoi solo per un
po’ nel tuo letto?-
Buffy non sapeva rispondere a tanta
schiettezza.
-Come immaginavo….-riprese Drusilla -
Sei una mocciosa che ha un nuovo capriccio su cui impuntarsi…povero il mio
Capitano ....proprio di questa piccola aristocratica doveva innamorarsi…-
Drusilla sospirò e fece per andarsene.
-Per me William non è un capriccio.-
Parole che Buffy sperò fossero state
dette da qualcun altro.Ma era proprio lei a parlare,adesso.
-Per me William non è un capriccio.-ripetè,più
a se stessa che a Drusilla- Io… credo ….di essermi innamorata di lui. Non
volevo che succedesse. Ma è successo! Lui però non mi vuole ed ha
ragione,perché è sbagliato.-
Drusilla ,che le voltava le
spalle,sorrise amaramente:
-Buffy,ascoltami. Sbagliato o no,lui
non è più lo stesso da quando è tornato.Ci ha sommerso di regali preziosi e ha
fatto l’amore con noi tre, non so per quante notti di seguito. Ma non era
lì,non era lì per nessuna di noi.Siamo prostitute,ma non siamo stupide e certe
cose le fiutiamo miglia prima degli altri.-
Buffy era agghiacciata da quelle
rivelazioni. Una peggiore dell’altra!
-Harm e Darla non ti daranno più
fastidio.Ma ricorda: se ami William dovrai lottare per averlo e non contro di
noi!In fondo, lui non mai è stato nostro. Pensa a quello che ti ho detto.-
Si allontanò leggiadra e
terribile,fluttuando, quasi, tra la passiflora e il mango;Buffy la rincorse:
-Drusilla…-
-Che vuoi ancora?-
-Grazie…-
-Grazie?…povera illusa!Io spero tu
diventi pasto dei pescecani….Quello che Darla e Harm provano…è niente rispetto
a quello che ti auguro io.-
Così dicendo sparì.
Buffy ,rimasta sola,si guardò i
vestiti:era tutta sporca di fango e terra, con lividi ed escoriazioni sulle
braccia e sulle gambe,nonostante indossasse sempre i pantaloni dal giorno in
cui era sbarcata su quella maledetta isola.
-Guarda che roba!Ahi!-urlò toccandosi
la caviglia-Quella cagna scellerata mi ha sistemato per bene! Accidenti a lei!
…a loro! A tutto questo!!!-
Osservò intorno in cerca di un
ruscello,sicura di averne visto un proprio là vicino, appena il giorno prima.
-Ho bisogno di un po’ d’acqua…-
Riprese a camminare,barcollando un po’
per il dolore,ma ben presto la fitta vegetazione si diradò, mostrando la
bianchissima sabbia dell’atollo. Possibile che non avesse il benché minimo
senso dell’orientamento?
Stanca e avvilita girò sui suoi passi
per tornare a casa del nostromo,divenuto orami luogo accogliente e sicuro per
lei…forse perfino piacevole.
Camminava pesantemente e
goffamente,fissando i piedi che affondavano nella sabbia,con la testa bassa ad
ascoltare la cantilena delle onde.
Il sole stava pigramente sparendo
dietro l’orizzonte.
Il nitrito improvviso di un
cavallo,vicinissimo a lei, ruppe la melodia rassicurante dell’oceano.
-Buffy…-
Era apparso dal nulla….
Bello e terribile,a cavallo di un
giovane puledro dal lucidissimo manto nero,scalzo e torso nudo,montando a pelo
quel fiabesco destriero….
Una apparizione irreale… forse stava
sognando…. il suo principe del brivido.
Il cavallo le si parava
davanti,costringendola ad indietreggiare con affettuose spinte del capo.
Buffy non riusciva a sollevare lo
sguardo,accarezzava dolcemente la testa del puledro,con il cuore ancora stretto
dalla voce di William.
-..ciao…-bisbigliò a fatica.
William saltò giù,prendendole le mani.
-Cosa hai fatto?! Ti hanno fatto del
male?-
-No..no..niente…nessuno.Sono caduta.-
-Capisco.-annuì,senza convinzione.
-Per favore,mi accompagneresti da
Jenny?-gli chiese con voce tremante,senza voler aggiungere spiegazioni. Avrebbe
volentieri evitato di chiederglielo: come avrebbe potuto sopportare la
vicinanza del suo corpo? Le gambe,però, la reggevano a fatica e sentiva che
presto sarebbe crollata… in tutti i sensi.
William risalì a cavallo e le prose la
mano.
Ricevette allora la ferita più
dolorosa di tutte quelle che gli erano state inferte con le spade. Buffy si
resse al pelo dell’animale e lo montò,senza sfiorargli nemmeno le dita.
Cavalcarono fino alla casetta del
nostromo,William mandava il cavallo al passo,per guadagnare un po’ di tempo e
trattenerla vicino il più a lungo possibile,ma lei taceva,né mai lo strinse o
si appoggiò a lui.
Il pirata fermò il cavallo per farla
scendere.
-Vaaaiii…-intimò inaspettatamente alla
bestia.
E il cavallo,che pareva non aspettasse
altro,ripartì al galoppo.
-Ferma il cavallo,William!!-
-No.-
-Dove andiamo?-urlava con l’ultimo
fiato che le era rimasto.
-Davvero non lo immagini?-
CAPITOLO 5.
La casa del Capitano era del tutto
simile alle altre,di legno anch’essa ma più grande e su due piani,immersa in
una fitta vegetazione.
Quando William fermò il cavallo ,Buffy
si era già addormentata da un pezzo , abbandonandosi finalmente sulla sua
schiena e costringendolo a rallentare di molto l’andatura.
La adagiò sul letto cosi come era,con
gli abiti sporchi,pulendole però il viso e disinfettandole le piccole ferite.
Con attenzione le fasciò la caviglia gonfia, riconoscendo senza dubbi il taglio
di un pugnale.
-Perché?-mormorò,chino su di lei,lasciandole
un piccolo bacio sulla fronte.
Uscì dalla camera in punta di piedi
per raggiungere la propria.
-Capitano?…-un servitore,pirata
anch’egli lo fermò.
-Che c’è,Jonathan?-
-Ecco…credo che debba sapere quello
che è accaduto alla signorina quest’oggi…-
-Tu lo sai?-
-Beh,in paese hanno visto uscire dal
bosco Harm e Darla,pare ci fosse anche Drusilla con loro…beh,ecco…loro…-
-Allora? Parla!-
-Pare che avessero teso un agguato a
miss Summers…ma,diavolo!Il nostromo aveva ragione:quella aristocratica picchia
come un uomo!Se avesse veduto come le ha ridotte!-
-Capisco.-e chiuse la porta della sua
camera dietro di sé.
William si addormentò sorridendo.
Era ancora notte,quando Buffy si
svegliò per il dolore alla caviglia.Resasi immediatamente conto di dove si trovava
scese dal letto intenzionata a tornare da Jenny,con o senza l’aiuto di
qualcuno.
Percorse il corridoio,verso le scale,
immaginando William addormentato dietro ogni porta che oltrepassava. Il cuore
le batteva all’impazzata.
Una lucciola,entrata da chissà dove,
le volò intorno al viso: “un segno”, le suggerì la voce di Jenny. Allora la
seguì finchè la lucina non si spense su una porta. E Buffy sapeva perfettamente
dove l’avrebbe condotta.
Tratteneva il respiro per non far
rumore, le tende frusciavano alla brezza dell’oceano,la luna piena entrava
dalla finestra aperta e i suoi raggi si allungavano pigramente nella penombra.
Il pirata era lì,disteso sul
letto,avvolto nelle lenzuola a malapena fino alla vita… lasciandola sgomenta di
fronte alle forme della sua bellezza.
Buffy non riusciva a muoversi, una
passione sconosciuta la teneva incatenata ad un sogno.
Allungò una mano e gli accarezzò la
schiena delicatamente,bramando ogni tocco,sino alla nuca. La pelle di William
era liscia e levigata,fresca nonostante la grande afa portata dalla Bocca dell’
Inferno.
Passò le mani tra i suoi capelli
dorati,cullando ogni ciocca tra le dita.Ancora e ancora.
Finchè gli occhi non divennero umidi
di lacrime.
-Perché piangi,amore?-
Buffy ritrasse istintivamente la mano e
lui con più dolcezza ripetè:
-Perché stai piangendo,amore?-
-Ho detto a mia sorella che i sogni
non si avverano. Ma mentivo.-
-Si sono avverati per te,Buffy?-
sussurrò aprendo gli occhi.
-Potrebbero.Ma sono io a non avere la
forza per accoglierli in me. Se credi che i sogni non si avverino, la vita è
più facile.-
Restarono in silenzio per un po’.
Buffy sciolse i sottili nastri della
camicetta,avvicinandosi un po’ di più al letto; William la fissava ancora
diffidente.
-Aspetta…-le intimò con gentilezza-voglio
farlo io.-
Senza alzarsi dal letto,la teneva
davanti a sé sfilandole gli abiti come avesse davanti il più prezioso dei
tesori rubati all’oceano.
Nella profondità della terra qualcosa
stava scotendo le viscere di due mondi lontani,divisi dal mare.
Quando Buffy fu completamente
nuda,William affondò il volto sul suo ventre abbracciandola come un bimbo e
lasciandosi abbracciare.
Poi l’attirò sul letto accanto a
lui,premendole le mani sui cuscini e accarezzandole le braccia perché le
tenesse ferme sopra la testa e lo lasciasse fare.
Il pirata avrebbe voluto lasciarsi
andare alla sua indole sfrenata e folle ma, allo stesso tempo,desiderava
assaporare ogni angolo di lei,lentamente,infinitamente,perché quei momenti non
avessero mai termine.
La pelle della ragazza prendeva
fuoco,sentiva le gambe avvolte dalle fiamme e insieme lambite da brividi che,
come cerchi concentrici, la tormentavano aumentando il desiderio del contatto
con il corpo di William.
Se chiudeva gli occhi,Buffy non
avrebbe saputo dire dove la stessero accarezzando le sue mani,non rendendosi
conto dove finisse la propria pelle e dove iniziasse quella di lui.
Si sentiva semplicemente felice.
Immensamente felice.
Le labbra di William erano nello
stesso istante su tutto il suo corpo,in un morbido gioco di baci che la
lusingava e la stordiva.
Buffy non poteva certo sapere come
fosse fare l’amore…ma ebbe la sensazione che neanche lui lo sapesse: quelle
carezze erano così intese e sensuali,tanto lente e profonde da indurla a
credere che non avesse toccato mai una donna nella sua vita.
E William se ne rendeva
conto.Sconosciute sensazioni lo avevano rapito contro la sua volontà,anzi,
sprezzanti avevano ridicolizzato la sua volontà e la sua fama di maestro
d’amore,per travolgerlo e sfinirlo negli occhi verdi di Buffy.
D’un tratto si fermò e si sollevò
leggermente a guardarli.
E William arrossì.
-Cosa mi hai
fatto?-bisbigliò,stringendosela forte al petto.
-E tu?-
Le labbra si unirono ansiose di nuove
maliziose torture ,mentre lui si riempì le mani dei suoi seni,premendoli uno
contro l’altro. Voleva scoprirla ancora …scoprire dove l’avrebbe condotto.
Le sfiorò le ginocchia con gentilezza
e Buffy tremò al pensiero di ciò che desiderava,allargò esitante le gambe e
deglutì,irrigidendosi.
-Buffy…non vuoi…-
-Sssshhh…-
Buffy lo rassicurò baciandolo ancora e
passandogli le dita tra i capelli.Quanto le piaceva farlo!
William adesso era steso sopra di
lei,con il bacino leggermente sollevato,in modo da poterla accarezzare a suo
piacimento nella più profonda intimità.
Sentivano entrambi che era il momento.
“Sentivano”:questo faceva paura.
William si spinse in lei appena un
poco per non farle male,senza smettere di coccolarla con piccoli baci
innocenti.
Ma sapevano entrambi che così non
avrebbe resistito a lungo.
E, infatti, i suoi movimenti divennero
presto più bruschi e invadenti.
Buffy ansimava e gemeva…ma il
dolore,si sa,è così vicino al piacere. (“Pain is so close to
pleasure”/F.Mercuri.ndr).
Una spinta poderosa sfuggì
all’eccitazione del pirata facendola gridare.
-Amore…-e fece per
ritrarsi,dispiaciuto -..scusa…-
Lei lo afferrò per il
bacino,attirandolo con decisione a sé.
-No. Non smettere,ti prego…non
voglio..-
Cercò di soffocare alla meglio le
altre grida,posandole il palmo della mano sulla bocca ma senza costringerla con
forza,finché non si calmò.
Adesso il dolore stava passando e
Buffy cominciava a muoversi sotto il suo peso,allargando vogliosamente le gambe
per lui.
William vibrava dentro lei in onde di
piacere,con spinte fluide e profonde , permettendole di dimenarsi a suo
piacimento,perché potesse indicargli lei stessa come darle più piacere.
D’un tratto entrambi spalancarono gli
occhi in quelli dell’altro. Buffy inarcò la schiena perché lui arrivasse a
mordere la punta dei seni.
Poi il piacere proibito,prolungato
allo spasmo,a lungo atteso e inaspettato…mai provato.
William si abbandonò sopra di
lei,torturandola ancora un po’, senza lasciarla libera, dondolandosi e premendo
il corpo contro quello di lei,strappandole maliziosi e vogliosi risolini.
Quando gli parve che lei ne avesse
abbastanza,cercò di uscire da quell’alveo sinuoso e caldo,ancora tatno
innocente.
Buffy si imbronciò,in una smorfia
birichina di offesa e di sfida.
-Ah,sì?…- fece lui piacevolmente
sorpreso.
Sorridevano stretti uno all’altro,come
due innamorati qualunque.
Due realtà stavano crollando nella
fragilità della superbia e nella presunzione delle loro certezze,ciò che è bene
e ciò che è male si studiavano curiosi,scotendo prodigiosamente quei due mondi
.L’oceano però ,che sempre li aveva separati, indicò la via nascosta che li
univa tra la spuma delle onde.
Il sole era lato da diverse ore quando
il pirata si alzò per prendere qualcosa da mangiare .
-Dove vai?-si svegliò lei,in ansia.
-Non hai fame…-William era incredulo e
dimenticò come finire la frase.
Buffy si stiracchiava
ingenuamente,allungando il suo corpo perfetto tra le onde nere della seta, in
modo inconsapevolmente sensuale. Era irresistibile.
Le fu addosso con un balzo
improvviso,facendole male sul serio.
-Ahi!-
-Zitta…. Ora non si gioca più.-
Lo sguardo di William si era fatto
torbido e scuro,la mascella contratta e il suo sorriso diabolico appena
accennato,tradivano sinistre intenzioni .
La zittì con un bacio che le impediva
di respirare,respingendole la lingua fino alla gola, senza freni,senza timore
di un rifiuto,sorridendo ai gemiti di lei.
Mentre con una mano le bloccava i
polsi sopra la testa e con l’altra le premeva la bocca,con complice violenza,la
penetrò senza esitazione,incurante del dolore che la precoce irruenza le
provocava.
Tornò a guardarla negli occhi: lucidi
d’eccitazione,lo imploravano…di continuare.
Avevano mangiato ostriche e bevuto
sidro di mele,continuando sempre a fare l’amore.
Ed era di nuovo sera.
Accoccolati tra le lenzuola non
dicevano niente.
Buffy notò che William passava e
ripassava la punta delle dita su una macchia poco più scura, che interrompeva
il luccichio della seta.
-Sai cos’è?-le domandò serio.
-Si.-
-E’ sangue…-
-Non dirmi che un pirata come te si
lascia impressionare dal sangue!-
-Buffy. Non mi era mai capitato…-
continuò lui e Buffy si senti una sciocca.
-Per favore…rivestiti adesso.-
Buffy lo guardò sconvolta,mai avrebbe
pensato di udire quelle parole,non dopo tutto quello che era accaduto. Tuttavia
non replicò. Si rivestì in maniera meccanica,senza rivolgergli una parola,né
uno sguardo.
Lo sapeva intento a scrutare il mare
dalla terrazza,lontano da lei miglia e miglia.
-Prendi il mio cavallo per andare a
casa.-un’ultima attenzione di lui.
-Dammi una nave,se vuoi che torni a
casa.-rispose tagliente.
-Buffy…-
-Cosa? Cosa? Accidenti! Cosa vuoi
dire! Che non è accaduto niente neppure stavolta? Che valgo quanto una delle
tue puttane?-
-Questo mai!-urlò rabbioso
-Ma certo….Il capitano,il terribile
William the Bloody,ha scoperto di avere i sensi di colpa come tutto il resto
del mondo!-
-Non è questo è che…-
-Vivi pure tranquillo! Sapevo anche
prima di venire con te che il mio posto non era qui! L’ho fatto per amore! Ti amo,capisci
quello che dico? Lo sai cos’è l’amore,eh? E lo rifarei.Anche se sapessi di
ricevere questo trattamento.-
L’aveva messo a tacere,stavolta. Poi
si era diretta per le scale,con foga,le mancava l’aria in quella casa adesso!
-Buffy,aspetta!-
Avrebbe voluto essere sorda a quella
voce…
-Cosa vuoi ancora?-
-E’ buio fuori,non te andare.-
-Riprovaci,William,perché il buio non
mi ferma.- e continuò a scendere i gradini.
-resta con me,ti prego,Ho bisogno che
tu resti con e! Anche se rinnegando i sogni…la vita è più facile.-
La raggiunse e l’abbracciò senza che
si voltasse.
-Buffy,ti amo anch’io. E adesso,non so
come fare.-
Si baciarono a lungo,fermi sui gradini
di legno,ancora dubbiosi per quanto stava avvenendo.
William riportò Buffy in camera ma
quella notte non fecero l’amore.Restarono svegli,aggrappati l’uno
all’atra,pensando a come affrontare l’alba.
Di lì a poco,la loro vita sarebbe
tornata indietro e sarebbe stato come se mai si fossero incontrati.
Buffy era rimasta a casa di William
quelle ultime settimane,vivendo attimo per attimo i momenti d’amore che quella
avventura fuori dal tempo ancora poteva riservare loro.
Il giorno prima della partenza Buffy
si alzò durante la notte,mentre il suo amore giaceva addormentato,sebbene
entrambi stessero recitando in quel momento, per rendere il distacco meno
doloroso.
Buffy tornò a casa del nostrono in
piena notte,eppure Jenny la stava spettando,come sempre.
-Cara…-
Buffy piangeva a dirotto,senza
riuscire a controllarsi.
-Cara,dimmi …cosa vuoi fare?-
-Jenny! Cosa dovrei fare? Dovrei
restare qui? E incatenare un uomo come William ad una vita da marito? No. Io
voglio che lui sia felice. Ecco quello che voglio.-
Jenny prese amorevolmente le mani
della ragazza e tremò,stringendole fino a farle quasi male.-
-Che succede? Che ti prende? E’ una
premonizione,vero?-incalzò, ancora più agitata.
-Buffy…quando tu e lui avete fatto
l’amreo la prima volta..c’era la luna piena?-
-Si…..-Buffy ricordava bene la schiena
di William sotto i raggi del plenilunio.
-E’ già passato un ciclo
lunare,tesoro…-
Buffy per poco non svenne,realizzando ciò
a cui alludeva la donna.-Mio Dio…NO! Non è possibile…Mi Dio! Si! Un bam..un
bimbo…il figlio di William…-farneticando,con le lacrime agli occhi,non sapeva
se di gioia o di dolore,salì nella sua stanza.
-Jenny-tornò seria ad affacciarsi
sulla porta.-Giurami che non ne fari parola con nessuno!Con William per primo!-
-…te lo giuro…-promise Jenny e Buffy
chiuse la porta.
-Una bimba…-mormorò la moglie del
nostromo,sorridendo- una bimba sana e forte e bellissima!-
CAPITOLO 6.
-Siamo diversi,capisci? E’ stata una
follia:non dovevo permetterlo!- William camminava su e giù per la sua
cabina,continuando a scaricare la sua rabbia contro il povero nostromo, da
quando il veliero aveva lasciato l’Isola del Poeta Maledetto.
-Capitano…dunque,ne siete
consapevole?-lo interruppe Rupert,dopo ore di monologo.
-Certo! E’ per questo che la
riconsegneremo alla sua gente.-
-Ooohh,capisco.- annuì con finta
comprensione,togliendosi gli occhiali per pulirli nuovamente.
-Rupert! Dannazione,cosa vuoi dirmi!-
-Io?… Ma niente,non sto dicendo
niente!-
-Quando pulisci quelle ridicole lenti
consumate vuol dire che non stai dicendo quello che pensi!-
-…Beh,William… ti sei chiesto perché è
successo tutto questo?-
-Un milione di volte!-
-Dunque?…cosa ti sei risposto?-
-….che non esiste risposta.-bisbiglò
il pirata,nascondendosi allo sguardo indagatore del nostromo.
-Sciocco. Allora,te lo spiego io: non
si può scegliere chi amare,caro mio. E’ molto semplice:solo questa è la
risposta che tu e lei tanto vi affannate a cercare. Piuttosto dovreste
domandarvi cosa siete disposti a fare per quello che vi è accaduto!-
-Che intendi?- chiese preoccupato
William.
-Se lei ti amasse veramente dovrebbe
essere disposta a seguirti per i sette mari! …Mandando al diavolo la sua bella
casa a Washington! Dovrebbe essere felice di vivere con te sulla nostra
isola,senza più guardarsi indietro.- disse il nostromo con fare decisamente
provocatorio.
-Ma…non posso chiederle tanto! Rupert!
Io sono una creatura malvagia:uccido e saccheggio, la mia vita è sregolata e
dissoluta… mentre lei…lei merita tutto il meglio che la vita ha da offrire….-
-Bene bene… allora caro mio,se parli
così….non c’è più niente da fare.-concluse celando la fierezza per le parole
del capitano e uscì,lasciandolo crucciato a rimuginare su quelle ultime
considerazioni.
Il tramonto era tornato a far capolino
dai vetri verdastri del finestrone della cabina,colorando la stanza con strane
ombre grigio e arancio,mentre William che non si era fatto vedere sul ponte da
quando erano salpati,se ne stava abbandonato sul divano, mezzo nudo e
completamente ubriaco, a spaccare bicchieri da whisky contro le pareti.
-Accidenti a te ,Rupert!-biascicava
,tra una imprecazione e l’altra- Ho capito cosa vuoi che faccia!Accidenti a te!
Stupido nostromo senza senso dell’orientamento! Spero che i tuoi luridi
occhialini cadano in mare e che se li mangi un’orca!-
E continuava a bere, adesso dalla
bottiglia di Bourbon , non trovando più bicchieri sani per versarlo.
Si assopì nei fumi dell’alcol e , nel loro
dormiveglia beato,udì la voce di Jenny parlare di conati di vomito e di Buffy.
Il mal di testa atroce dei quasi due
litri di distillati che aveva trangugiato lo scossero dallo stato di grazia
della sbronza:
-Oddio… ho il mal di…mare..- non finì
la frase che ,riverso sul pavimento, iniziò a vomitare.
Quando la porta della cabina si
spalancò rumorosamente ,Jenny vide il suo capitano in uno stato squalificante e
ridicolo insieme:
-William! Che stai facendo? Mio Dio!
Alzati!Quanto hai bevuto, disgraziato!-
-Ssshhh…Jenny non urlare così!-mormorò
con la bocca impastata,cercando di alzarsi.
-Non sto urlando,idiota di un
capitano! Ero venuta a prendere degli asciugamani puliti per Buffy.-
-Uh? Perché…- domandò, improvvisamente
lucido,l’altro-…. Buffy,sta male?-
-…ehm…no.. ..è solo un po’ di nausea
da mal di mare… con i tuoi stessi puzzolenti sintomi,a quanto vedo! Vergognati
,William!-Jenny cambiò prontamente argomento.
Rimasto nuovamente solo,si concesse un
bagno gelato per riprendere possesso delle sue azioni.
-…Da quando a Buffy fa male il mare?-
continuò a chiedersi.
Due settimane di navigazione erano
trascorse,quando due navi passeggeri furono avvistate sulla rotta del vascello
pirata. Era giunto il momento della separazione.
-E sia.-pensò il capitano vedendole
stagliarsi nel cannocchiale.
Per la prima volta, da quando aveva
scelto di essere un pirata, aveva sperato di non incrociare nessuna nave.
Se la ciurma avesse lontanamente
immaginato quei desideri… lo avrebbe di certo rinnegato!
-Rupert,dì a Jenny che avvisi lei
Buffy.-parlò con un filo di voce.
-Sei sicuro?-
-E’ un ordine. Muoviti.-
Buffy era nella sua stanza,stordita e
indebolita dalle nausee della gravidanza, incrementate dai lunghi giorni
trascorsi senza mai uscire all’aria aperta.Ma la paura di incontrare William
era più forte del bisogno di aria fresca.
Se lo avesse rivisto,se per un solo
istante avesse potuto perdersi nell’unico,vero, oceano da lei mai
attraversato…l’oceano dolce dei suoi occhi azzurri e,allora ….lo avrebbe
implorato di non mandarla via e di tenerla con lui, sempre.
Avrebbe rinunciato a tutto pur di non
perderlo e di poterlo amare per il resto della vita…su una nave o su un’isola
sperduta chissà dove…non importava,pur di averlo vicino…e di crescere insieme
quella creaturina innocente e inconsapevole della stupidità di mamma e papà.
Invece,Washington la aspettava,con le
sue incomprensibili formalità e i suoi abiti scomodi,con le manie “perbene” di
sua madre… che,probabilmente,l’ avrebbe data in sposa al primo vecchio pieno di
soldi di passaggio pur di nascondere la vergogna di un figlio illegittimo!
Buffy scoppiò a piangere,stringendosi il ventre e gridando agli specchi della
stanza la disperazione contro se stessa.
Nel corridoio, Willliam la
ascoltava,furtivamente, aggrappato con le unghie al legno sconnesso della
porta,piangendo anche lui ai singhiozzi più forti di lei.
-Basta!-
Il pirata quasi buttò giù la porta.
-Adesso basta!-ripete guardandola con
gli occhi umidi di lacrime.
Buffy lo fissava incredula,tra la disperazione
e la speranza, singhiozzando sommessamente.
-Buffy,non piangere…lo sai che non lo
sopporto..- bisbigliò dolcemente, avvicinandosi a lei.
-Che sei venuto a fare? Mi ha già
avvisato Jenny,sono pronta..possiamo andare.-disse con tono inutilmente distaccato,asciugandosi
le guance arrossate dal pianto.
-No…-
-NO??-ripetè Buffy ,mentre un barlume
di speranza le accendeva il volto.
-Non ancora…intendevo…-continuò
timidamente,lui.
-Ah.Non ancora.Certo. E,di grazia…-il
tono di Buffy si fece subito aggressivo e sarcastico,pronto per un ultimo moto
di rabbia-…che cosa ancora mi dovete dire, Capitano?-
-Buffy…ti prego,guardami- la afferrò
per le braccia scotendola leggermente,perché alzasse lo sguardo al suo.
-Lasciami William,ti prego.Non dirmi
niente…sarebbe ancora più doloroso… facciamo come se non fosse accaduto mai…è
meglio per entrambi…-
-Tu lo credi?-
-E tu lo credi?- ripetè Buffy con la
voce di nuovo rotta dal pianto,posandosi una mano sul ventre.
-Io non lo credo. Io ne sono
certo.Vivere con te sarebbe troppo difficile…per entrambi…non saprei dove..Non
saprei come…- cominciò William,adesso facendola piangere-…eppure…sento che non
posso lasciarti andare:lascio perdere tutto,Buffy. Solo una parola,amore mio e
del pirata William The Bloody non si avranno più notizie. Sarò solo William,un
uomo semplice e innamorato.-
Buffy non riusciva a smettere di
piangere perché non riusciva a comprendere le sue parole. Scuoteva la testa con
gli occhi inchiodati al pavimento... ripetendo dentro di sé ,più volte,ciò che
aveva udito.
-Non posso,William…-disse con un filo
di voce-Non posso chiedertelo.-
-Non me lo stai chiedendo.Lo voglio
io….Se tu lo vuoi…-
-Non è possibile….come faremo…-
-Ehi,amore,non devi preoccuparti
,penso che tu oramai sappia che il denaro non è un problema per me…-
-Non mi riferivo al denaro…-
-E a cosa,allora?-le sollevò il mento
e la costrinse a guardarlo. A Buffy quegli occhi sarebbero bastati,non
sarebbero state necessarie altre spiegazioni. Invero,nemmeno le udì
completamente, immersa nell’amore avvolgente dei loro riflessi blu.Ciò
nonostante,lui continuò:
-Non preoccuparti della tua
famiglia,inventerai per loro una delle storie romanzate dei tuoi libri ed io
diventerò chiunque tu vorrai. E ti renderò felice,amore.Te lo giuro sui tesori
dell’oceano!-
-E la tua nave?-
-Nominerò un nuovo Capitano…magari
proprio il nostromo,che dici?- il tono era finalmente divenuto allegro e
scanzonato e anche Buffy accennava i primi sorrisi increduli.
-Dalla mia casa …non si vede il
mare…-annunciò,infine,ancora diffidente e intimorita.
-..Ah,giusto. Ecco:questo sì che è un
problema. Bene,ne compreremo un’altra…. sulla costa ovest,che dici?-
-…Ss..sì…William…-
Gli saltò al collo stringendolo con
tutta la forza che aveva,piangendo ancora,felice come non lo era mai stata in
vita sua.
“Toc toc”.
-Capitano..-la voce del timido e
maldestro Jonathan interruppe quel momento meraviglioso ed unico- Le navi sono
ad un solo miglio di distanza! Attendiamo i suoi ordini!-
-…William…-Buffy lo guardò e per un istante
ebbe ancora paura di aver frainteso quanto William le aveva detto..
Allora la baciò
appassionatamente,senza aggiungere altro, mentre il povero Jonathan, dal
corridoio,chiedeva ancora spiegazioni ,chiamando a gran voce il Capitano.
Nessuna risposta.
William e Buffy erano già sdraiati sul
letto,avvinghiati e accaldati,si stavano liberando degli abiti e anche delle
loro paure.
Il veliero rimase a guardare le navi
allontanarsi mestamente nella nebbia.
-Oddio!Fermo!!- gridò improvvisamente
Buffy,spingendo il pirata giù dal letto.
-Ahi!! Che ti prende?-domandò
William,preoccupato e stupito ,rialzandosi da terra.
-William…scusami…vieni qui…-
Disteso di fianco a lei,attendeva
intimorito una parola.
-William…devo dirti una cosa,che so ti
farà infuriare e forse mi odierai ,perfino!..per non avertelo detto subito…-
minuscole lacrime erano tornate ad affacciarsi dagli occhi verdi.
-Non può essere tanto grave,da non
voler fare l’amore..-
-Oh,sì,che lo è,invece!-
-…Uh?-la mascella contratta non
preludeva reazioni pacifiche.
-Aspettiamo un bambino. Da circa due
mesi.-lo disse con un filo di fiato,irrigidendosi tra le lenzuola e con esse
persino riparandosi,pronta ad essere maltrattata e, soprattutto, questa volta
lo avrebbe meritato.
Nessuna reazione. E poi un boato di
gioia: le grida arrivavano fino al ponte..dalla prua alla poppa del
veliero,mentre William saltava sul letto sbatacchiando la ragazza di qua e di
là,farfugliando frasi concitate che prevedevano culle e pannolini e regali
preziosi e insegnamenti dei venti e di canzoni e nuove stanze colme di balocchi
e via dicendo.
-Amore mio ,ma perché non me lo hai
detto subito?-disse ,affannato,appena fu un poco più calmo.
-Lo sai il perché. Non avrei mai
accettato che rimanessi con me solo per il bimbo. E avevo paura che
,forse,avresti potuto volerlo con te…..non volere me…non so…-
-Sciocchina! Comprendo le tue
ragioni,ma avresti comunque dovuto dirmelo.-
-Lo so.-
-Amore,andiamo sul ponte…. Ho un
annuncio importante da fare. Rivestiti, prima,ovviamente!-e Buffy,finalmente
rideva di nuovo.
….L’ANNO SEGUENTE…..
Avevano abbandonato la ciurma e il
vascello pirata,lasciandolo nelle mani del Capitano Jonathan The Bloody,che
sarebbe stato l’ultimo dei pirati che,tutt’oggi, animano queste storie…o
comunque l’ultimo di cui si racconti.
William,invero,avrebbe voluto
insignire del grado il buon Rupert,il quale però rifiutò, sotto il pretesto
dell’età,mosso dall’affetto paterno per lo stesso William che lui e Jenny
avevano allevato come un figlio.
Mrs Joyce era stata subito conquistata
dagli eleganti modi di fare di quel gentiluomo,facoltoso commerciante di
gioielli,tanto innamorato della sua rediviva Buffy e altrettanto …ricco ,mentre
Dawn,a conoscenza della verità, era semplicemente incantata da quello che per
lei restava un personaggio fiabesco.
William e Buffy avevano acquistato una
grande casa in legno bianco vicino alla spiaggia,nel nuovo stato della
California,nei pressi di un centro abitato appena sorto,chiamato “Sunnydale”.
Lì era nata la loro dolcissima
bambina,proprio come Jenny aveva loro preannunciato.
Jenny,dal giorno dell’annuncio del
Capitano William The Bloody alla ciurma di ritirarsi a vita privata,aveva
deciso che i due avrebbero avuto bisogno di un aiuto domestico e che lei e suo marito
erano senz’altro le persone più adatte a ricoprire tale ruolo.
Il pianto della bimba svegliò Buffy
dal sonno vigile di giovane mamma ma ,quasi non aveva ancora aperto gli
occhi,che l’eco della ninna nanna di Jenny spense le grida della piccolina in
dolci vagiti fino al silenzio tranquillo.
Allora Buffy si strinse al seno le
braccia di William che dormiva profondamente accanto a lei,su un
fianco,circondando il suo corpo in ogni movenza.
Avevano fatto di nuovo l’amore per
tutta la notte e adesso che era mattino inoltrato,Buffy non ricordava neppure
quando le danze fossero state interrotte.
Sorrise e arrossì,accoccolandosi
sempre più nell’abbraccio di lui.
Poi sobbalzò:
-NO! William! Che hai fatto?!-
-…mmmmhh…-mugugnò lui,senza scomporsi.
-William! Spostati!!!-
-…mmmmhhhh…-
-Svegliati!-urlò Buffy dimenandosi per
liberarsi dalla stretta.
-..che c’è…amore?… Mi vuoi ancora?-
-William! Che hai fatto?-
-Cosa ho fatto?- chiese lui ,quasi
sveglio.
-Lo sai come ci siamo addormentati?-
-…..Uh?…- la guardava senza capire.
Buffy gli fece un cenno con gli
occhi,intimandogli di abbassare lo sguardo un po’ più in basso.
-…oooohhhooohhh…-fece lui sorridendo
maliziosamente.
Ed ecco il sopracciglio inarcato.
-Smetti!-esclamò Buffy-Ti pare il
momento?-
-Amore…dai,non ti arrabbiare… mica ero
solo quando me lo sono dimenticato…lì!-
-Che vorresti dire?-si imbronciò lei.
-Che a te ,prima, piace addormentarti
così ,poi, mi svegli urlante come una furia perché hai paura
delle…ehm..delle….conseguenze?…-
-Oh,finiscila!-e come al solito,lui
l’aveva fatta tacere.
-Hai ragione tu,sai ,amore?-continuò
William maliziosamente,portandosi lentamente sopra di lei -Sarà meglio che
porti a termine quanto lasciato in sospeso…- .
FINE.