Fanfiction ospitata per gentile concessione del Bloodylove in attesa di riuscire a rintracciare l'autrice.

 

 

UN PIRATA DA AMARE

di Miss Kitty

 

 

CAPITOLO 1.

 

 

Vi è stato un tempo in cui il dominio dei sette mari non era diviso pacificamente tra gli stati che vi si affacciavano,un tempo in cui per ogni guerra sulla terraferma se ne svolgeva una ancor più truce negli oceani: flotte di inaudita potenza veleggiavano le une contro le altre per conquistare le rotte sicure e le più ricche zone di pesca,imbarcazioni imponenti,cariche di soldati e si cannoni,solcavano le acque per l’effimera bramosia umana di qualche miglia di costa in più .

La Marina Britannica era impegnata in conflitti continui,di volta in volta contro i Francesi o contro gli Spagnoli,pur di non lasciarsi scappare il titolo di superpotenza marittima; tuttavia un pericolo ancor più minaccioso muoveva i piani degli stratega di Sua Maestà: i pirati.

Pirati che saccheggiavano ogni nave che capitasse sulla loro rotta,fosse essa mercantile o,meglio ancora,pesante veliero per ricchi aristocratici diretti nel Nuovo Mondo: inutile farle scortare da navi cariche di soldati armati fino ai denti,i pirati erano comunque più scaltri e più arditi e certamente superiori nella lotta oltre che nelle abilità di marinai.

Ogni volta che una nave fosse apparsa nei loro cannocchiali, vini delle uve più pregiate e la frutta più fresca,con ogni primizia e sorta di pasciuta selvaggina sarebbe finita nella loro stiva,sempre al termine di estenuanti scontri a suon di spade,da un lato e polvere da sparo,dall’altro.

…Ma la memoria di queste battaglie,nel corso dei secoli,è andata perduta con la stessa facilità con cui il sangue che venne versato è stato sciacquato dalle onde vorticose del mare.

 

 

 

La famiglia Summers viaggiava su una delle navi più grandi che fosse stata mai costruita fino ad allora nelle Americhe,era stata loro riservata una lussuosa cabina in cui Mrs Joyce e le due figlie potessero trovare ogni confort lasciato sulla terraferma.

Il trasferimento non era certamente definitivo,Mrs Joyce e la figlia maggiore,Buffy, avrebbero accompagnato la giovane Dawn a Parigi,in uno dei collegi per signorine più esclusivi,si sarebbero trattenute solo poche settimane per sistemare alcuni affari,rimasti in sospeso dal momento della morte del padre delle ragazze.

Buffy,ormai più che ventenne, era stata educata invece nelle Americhe,nella città di Washington,dove i Summers erano sempre stati una delle famiglie più in vista.

Immaginate allora cosa provocavano in città le risse,non troppo celate,della bella Buffy,sempre pronta a menar le mani per difendere i più deboli,fossero ragazze sbeffeggiate o poveri uomini che chiedevano un po’ di elemosina,oppure cuccioli randagi malmenati da qualche ricco signorotto perdigiorno.

Temperamento di cui Buffy non faceva mistero,né si vergognava,sebbene fosse la ragione di una certa diffidenza delle signorine perbene della sua età,che cercavano di tener le distanze da quella ragazza così irascibile e mascolina nelle abitudini,oltre che del fatto che,nonostante l’età da marito,i vari corteggiatori si congedassero pochi giorni dopo averla conosciuta.

Eh,già,perché non erano solo le risse far venire le palpitazioni alla povera Mrs. Summers: c’erano anche le lezioni di scherma e i libri rivoluzionari che leggeva la figlia (ci sarebbero stati anche i romanzi censurati,ma Buffy si guardava bene da lasciarli in giro per casa,almeno quelli,per risparmiare alla povera donna altri svenimenti!), il modo in cui Buffy montava a cavallo e i pantaloni che si ostinava ad indossare, la velocità con cui poteva scalare i pioppi della villa,la dimestichezza con le armi da fuoco (e non) che erano state di suo padre… e che dire delle sue amicizie? L’unica donna-giornalista del Paese,figlia di una nobildonna certo,ma che si diceva fosse una strega e il figlio del falegname, Xander,bravissimo giovane,Mrs Joyce ne era certa,ma del tutto inadeguato a frequentare la primogenita dei Summers,specie da quando egli aveva preso in moglie una ex-ballerina ,Anya,mezza svampita e del tutto priva di buone maniere.

In compenso,Mrs Summers non poteva non riconoscere,come del resto,tutta Washington, quanto Buffy fosse bella e delicata nelle fattezze,a dispetto del suo carattere poco aristocratico. E certamente avrebbe già trovato un buon partito se non fosse stata….. come era,appunto.

Per fortuna c’era la piccola Dawn! Fanciulla di appena quindici anni,ancor più bella della sorella e fortunatamente,assai più graziosa nei modi .E allora ecco che stavano affrontando la traversata dell’oceano per portarla a Parigi,dalle migliori istitutrici del mondo!Lei,sì:sarebbe divenuta una vera signora!

 

-Ma è vero che le insegnanti mi colpiranno con il frustino se non saprò rispondere?-chiese Dawn alla sorella per la centesima volta,mentre erano sedute sul ponte a prendere un tè.

-Non so…però,se dovessero farlo,tu mi chiami e io glielo infilo su per il naso il frustino,piccola!-

-Ma tu sarai dall’altra parte del mare!-Dawn guardava Buffy e rideva.

-…..già.- sospirò Buffy.

-Buffy ! Buffy! Sta arrivando! Oddio,Buffy, sistemati i capelli! Dove hai messo il cappello?-

-Non so, deve essermi volato in mare… chi arriva?-

-Lui!- scandì Dawn,facendo vistosi cenni con la testa e con gli occhi – Il comandante Angel! Dio,Buffy non voltarti subito..vedessi come è bello mentre cammina…vedessi vedessi….!!!!-

-Signorine…permettete?-il bel comandante si inchinò e baciò loro le mani,anzi i guanti- Potrei unirmi a voi nella conversazione?- sorrise fissando Buffy.

Da quando si erano imbarcate,il tenebroso comandante non aveva mai smesso di corteggiarla né lei,invero, pareva essere del tutto indifferente agli ammalianti occhi scuri di Angel. Buffy non era certo stupida,aveva capito di cosa lui e la madre parlassero assorti ad ogni occasione,forse era questo che la frenava:perché mai,se lui era interessato,continuava a discuterne con sua madre,invece di trascorrere del tempo insieme a lei per conoscerla meglio? Non si chiedeva come lei fosse veramente e continuava,per contro,a confabulare con sua madre che sghignazzava giuliva ai cenni di lui.

Persa in quei ragionamenti senza conclusione,Buffy non aveva preso una sola parola della conversazione di Angel e sua sorella,quando Dawn,che la scuoteva per un bracci, la riportò alla realtà.

-Buffy,rispondi? Che ne pensi? Non hai paura? Io ho una paura folle!-cinguettò la sorellina -Ma lei,comandante ci proteggerà da questi pericoli,non è vero?La sua nave è molto più veloce,no? Poi, se c’è lei al timone…-

-Paura di che?-

-Sua sorella stava preoccupandosi dei pirati,Miss Buffy…ma queste rotte sono sicure,stiamo aprendo la via alla flotta britannica e se anche incontrassimo dei pirati,beh,i nostri alleati ci raggiungerebbero prima che possano abbordarci.Non avete niente da temere!-

-..mmhh…pirati,dite? Non saprei…..devo dire che le letture sui pirati sono tra le mie preferite… le loro avventure sono così fantasiose e piene di mistero..magiche direi… la lotta con le sole spade contro i fucili dei soldati…vederli volteggiare sulle funi….. e la conquista del bottino,le feste durante la notte…le grotte colme di tesori…. non saprei…-

-I pirati non sono magici,né misteriosi,mia signora-la interruppe serio il cupo comandante - …sono uomini malvagi e senza pietà che saccheggiano e uccidono, per poche monete d’oro, giovani donne come voi. Sono ladri . E meritano la forca.-

Buffy tacque stizzita da così poca fantasia e da così tanta sicurezza.

 

 

Durante la notte,Buffy scivolò silenziosa sul ponte,non riusciva a dormire bene da quando avevano lasciato la terraferma,mentre aveva scoperto che le piaceva moltissimo guardare il mare di notte.

Sedette su alcune funi arrotolate,sul ponte di poppa,ipnotizzata dalla schiuma che il veliero lasciava dietro sé: ne fissava un vortice e lo seguiva con lo sguardo fino a vederlo scemare e confondersi nelle onde.Aveva letto da qualche parte che la schiuma fosse generata dalla morte di una sirena che si era innamorata di un principe,ma la loro diversità aveva,infine, vinto l’amore che pur li legava e lei,costretta per sempre nel suo mondo, era morta di dolore.

Poi un’ombra e una voce dolce interruppe le sue fantasie sull’oceano :

-Miss Summers…non è un po’ tardi? E poi questo non sarebbe posto adatto a voi.-Angel la rimproverò dolcemente e sedette accanto a lei.

-Mi piace il mare durante la notte..-

Buffy era felice che lui,finalmente,tentasse di avvicinarla in modo meno formale.

-Buffy….io vorrei che voi…all’arrivo in Francia…vorrei potervi accompagnare a Parigi ..vorrei che conosceste la mia famiglia,vostra madre è d’accordo e se anche voi lo foste..io sarei felice…-

Buffy soffocò una reazione poco femminile delle sue: sua madre aveva già dato il suo assenso ,per cui se anche a lei Angel non fosse piaciuto…. E lui che non capiva che,se voleva qualcosa da lei,avrebbe dovuto domandarlo a lei!Ecco un altro figlio del suo tempo,giustamente,del resto….era Buffy ,casomai,che viveva nelle pagine dei libri che leggeva.

-Comandante Angel…-sospirò profondamente-Non crediate che io non abbia visto le vostre manovre con mia madre. Mi fa piacere che lei abbia dato il suo assenso per conoscere la vostra illustrissima famiglia. Tuttavia… se vorrete portare anche me,oltre mia madre,intendo, dovrete chiederlo a me direttamente,mi sono spiegata?-

Il comandante era attonito.

-…oh..oh..certo. Capisco. Scusate.-

Buffy fissava gli occhi di Angel,cercando di distinguerli dal buio della notte …. Poi il suo sguardo si poso sulle labbra di quel giovane uomo ,di una bellezza non comune e attese.

Attese.

….Attese,appunto.

Poi,d’istinto,Buffy si allungò verso di lui e si lasciò baciare. Il suo primo bacio.

-Curiosa sensazione….- pensò,tra sé e sé,alzandosi per recitare la dovuta parte della pudica signorina di buona famiglia.

Angel,già grato per il bacio concessogli, le fece strada per riaccompagnarla in coperta.

-Che? Come sarebbe,Buffy, “curiosa sensazione”? Oh,mio Dio! Che ne è dei baci infuocati dei miei libri?Delle carezze proibite ? Perché non mi sento turbata? Nè confusa né ,tanto meno, felice o appagata?”- Buffy si fermò con questi interrogativi e si voltò,di colpo, in direzione della scia della nave,un sibilo destò i suoi sensi ed ella forzò lo sguardo nella notte.

Per un attimo le parve di vedere qualcosa in lontananza,una sagoma informe stagliarsi sinistra nel buio. Poi l’ombra sparì,Buffy scosse la testa e tornò in cabina,scortata dal suo comandante.

 

 

A poche miglia di distanza,la sagoma sinistra immaginata da Buffy disegnava anch’essa la propria sinuosa scia nell’oceano profondo e complice: nascosto nella nebbia,un maestoso vascello di ebano e ottone si lasciava cullare da deboli onde.

Sulla prua del veliero,una figura sottile ,avvolta in un lungo mantello,attendeva il suo momento.

La luna spuntò dietro le nuvole e accese di luce un perfido sorriso.

William,The Bloody,uno dei pirati più temuti dell’emisfero delle acque pregustava il succulento bottino che la nave passeggeri serbava apposta per lui.

Un giovane pirata: chi poteva raccontare di averlo incontrato,descriveva un uomo sui trent’anni,con occhi impenetrabili e lineamenti decisi,con strani capelli color oro, innaturalmente luminosi. Poco più di un ragazzo,dunque,eppure tanto temuto da essere già il terrore del mare,temuto persino da quelli come lui :spietato e crudele,ricco fino a far impallidire i nobili delle Corti,abile sulle navi come nessun ammiraglio di quei tempi e agile nell’acqua alla pari dei pesci.

Il suo covo,dicevano si trovasse su una delle isole di un piccolo arcipelago,talmente piccolo da non essere nemmeno indicato su tutte le mappe.

 

Invero,come William fosse, e il perché lo fosse,nessuno poteva saperlo,perché nessuno mai se lo era domandato.

Restò a lungo in piedi, appena sopra la affusolata chiglia,a fissare l’immaginario bottino (inimmaginabile,a dire il vero, stavolta per lui!) quando qualcosa portato dalle onde attirò il suo sguardo sull’acqua. Accese una fiaccola e la getto in mare cosicché la fiamma gli mostrasse l’oggetto misterioso: un delizioso cappello bianco dai nastri rossi venne inghiottito dalla pancia della nave.

E una strana euforia lo pervase.

 

Nessuna lampada ad illuminare il vascello pirata,le vele spiegate erano tradite dal rumore del vento, invisibili anche all’occhio più esperto,più nere di certo di una notte senza stelle…. Un fischio risuonò come note di armonica e una decina di uomini uscirono dall’ombra iniziando a muoversi rapidi e silenziosi lungo tutto il perimetro dell’imbarcazione, lavorando in un moto fluido e sollecito.

Il veliero nero prese velocità.

-Nostromo! Assalteremo la nave prima del nuovo giorno.- sibilò William ad un uomo vicino a lui che continuava a portarsi il cannocchiale al viso e a togliersi immediatamente gli occhiali per pulirli e ripulirli ogni volta.

-Agli ordini, capitano.-

-E dì alla tua donna di preparare la carne migliore per pranzo: avremo tutti di che festeggiare domani!-

 

Nella sua cabina,Buffy continuava a rivoltarsi nelle coperte da qualche ora,senza chiudere occhio,agitata come non mai.

Pensò che era stato per il suo primo bacio che non riusciva ad addormentarsi,doveva essere così:era ancora emozionata.

-Oh,accidenti,macché bacio e bacio! Non so perché non riesco a prender sonno! –

-Hai detto “bacio”? Chi ha baciato chi?!-Dawn era schizzata sul suo letto.

-Ma non stavi dormendo?Nessuno ha baciato nessuno! Vattene a letto.-

-No! Ho capito:il comandante ti ha baciato!Dio! Tutte le fortune le hai tu!-

-Beh,si…è vero….mi ha baciata,ma la fortuna non c’entra molto…diciamo che quasi quasi glielo ho chiesto io di farlo!-

-Che? Come? Perché?-

-Dormi,Dawn,adesso…e fai tanti bei sogni…perché se non li fai mentre dormi,la vita non te ne regalerà nessuno,piccolina...-sospirò Buffy,con tanta malinconia.

-Tu sei pazza!Il comandante ti ha baciato e tu dici che non è stato come vivere un sogno!…io credo…-

-Dawn,dormi o te le suono.Intese?-

In quel momento le ragazze udirono il suono lungo di una sirena e poi ancora,di nuovo,la stessa sirena a intervalli prolungati per alcuni minuti. Un frastuono generale proveniva dal ponte, le pareti in legno rimbombavano dell’eco dei passi dell’equipaggio,mentre le porte delle cabine cominciavano ,una dopo l’altra ,ad aprirsi lungo il corridoio,in un coro di “Che succede?” e “Mio Dio,cosa è stato?”.

Anche Mrs Joyce si affacciò sulla soglia mentre un marinaio correva gridando ai passeggeri di restare chiusi nelle loro stanze,poi il grido del terrore: “Pirati”!

Mrs Joyce stringeva a sé le figlie in un angolo della camera,ma Buffy non era affatto convinta che la cosa giusta fosse restare a tremare chiusa in cabina.

-Dovremmo armarci tutti a uscire sul ponte a difendere la nave,ecco cosa dovremmo fare!Ci sono uomini grandi e grossi tra i passeggeri,perché devono starsene chiusi in coperta?Dobbiamo reagire,se vogliamo che non ci rubino le nostre cose!-

-Buffy ,ti prego,non dire sciocchezze..fermati,Buffy,dove vai!- Mrs Joyce gridava dietro alla figlia che intanto si infilava la vestaglia per uscire!

-Parlerò al comandante e gli dirò di dare fucili e spade ai passeggeri in grado di tenerli!-

Si precipitò alla porta e l’aprì,poi si voltò a guardarsi intorno…adocchiò una vecchia cassapanca su cui erano posati i loro bagagli, abbastanza grande per…

-Mamma,Dawn,io torno subito…però voi,intanto, infilatevi qui dentro e aspettate il mio ritorno.Respirerete senza difficoltà dai fori laterali. Mi raccomando non uscite per nessuna ragione!- richiuse la porta a chiave e fuggì di corsa su per le scale.

Sul ponte le si presentò uno spettacolo che lei era a malapena stata in grado di immaginare,immersa nei romanzi che descrivevano scene simili.

Un veliero tutto nero li aveva affiancati e stava già agganciandosi al parapetto con delle morse di metallo, mentre le prime passerelle di legno andavano,con tonfo sordo, ad unire le due navi. Come spettri, i primi pirati armati di spade e coltelli scivolavano veloci lungo quegli stretti passaggi ,uccidendo i soldati che vi si frapponevano. Colpi di fucile e fumo delle polveri confondevano in una nebbia densa buoni e cattivi,mentre Buffy,rimasta dapprima pietrificata a quella vista,cercava il comandate tra uomini stesi a terra e altri duellanti lungo tutto il ponte.

-Aaaahhh!! Lasciatemi!-gridò voltandosi a chi la stringeva per il braccio.

Un uomo di mezza età,armato di spada affilata la attirò a sé scrutandola da capo a piedi:

-Cosa abbiamo qui? Una ragazza? …di buona famiglia,a quanto vedo…bella vestaglia,milady,anche a mia moglie piacerebbe …. Ma dove ha lasciato il forziere con i suoi gioielli,tesoro?-

Al pensiero che il pirata la costringesse a portarlo dalla madre e dalla sorella,Buffy si divincolò con tutta la forza che fu capace e saltando indietro,afferrò lesta la spada di un soldato ,per piantarla, in men che non si dica, diritta nel fianco del suo aggressore.

Corse via,a perdifiato,chiamando Angel a gran voce,si scontrò con altri due pirati ai quali diede del filo da torcere con le sue lezioni di scherma,sparando perfino qualche colpo con un fucile abbandonato sul ponte contro chi le si parava davanti.

Si ritrovava immersa nelle pagine dei suoi amati libri,adesso,vivendo le avventure tanto sognata nella sua tranquilla e confortevole tenuta di Washington,la camicia da notte macchiata di sangue e strappata un po’ ovunque,i capelli scompigliati e una spada tra le mani tremanti.

Poi un colpo alla testa e la nave girò vorticosamente intorno a lei, urtò violentemente la balaustra e cadde in mare.

Buffy aveva imparato a nuotare e con le poche forze che ancora animavano il suo corpo pieno di lividi,raggiunse una trave che galleggiava intorno ai due velieri e ad essa si aggrappò,lasciandosi andare.

 

CAPITOLO 2.

 

Il veliero pirata ripartì,carico di tesori,gustosi alimenti e freschissime bevande, abbandonando la nave passeggeri al suo destino; del resto il capitano sapeva che la flotta britannica li seguiva a un paio di giorni di navigazione ,per cui non c’era molto tempo da perdere.

Avevano ripreso da poche ore il viaggio ,quando il ragazzino di vedetta in cima all’albero maestro gridò:

-Nostromo! Uomo in mare a dritta!-

-Non è possibile! Chi può trovarsi nel mezzo dell’oceano? Non abbiamo incrociato altre navi…- e prese a guardare nel cannocchiale.

-Fate chiamare il capitano,presto.-

William,The Bloody stava godendosi il meritato riposo dopo il saccheggio, immerso in una calda vasca da bagno nella sua cabina,quando bussarono insistentemente alla sua porta.

-Maledizione! Jenny! Sai che non voglio essere disturbato in questo momento!-

-Si,William,ma c’è una cosa che dovresti vedere…-

Jenny era l’unica donna a bordo del vascello,era la moglie del nostromo,la cuoca di bordo…e il vero sostituto del capitano nel mettere in riga gli uomini/bestia dell’equipaggio. Inoltre,era il solo contatto con le famiglie,a casa: Jenny vedeva il passato,conosceva ogni cosa del presente e prevedeva il futuro e per la ciurma era come avere una finestra sulla vita dei figli,delle mogli e delle amanti.

Il capitano indossò i suoi pantaloni neri,stivali a mezzo polpaccio ,una morbida casacca rossa aperta sul petto fino all’addome e uscì,incuriosito dal mormorio dei suoi uomini,solitamente di poche parole.

-Capitano! Guardate!-

La ragazza giaceva riversa sul ponte, pareva senza vita perché non tremava nemmeno per il freddo.

-Capitano,non sapevamo se lasciarla in mare o..-

William non rispose,la prese tra le braccia e la portò nella sua cabina.

-Jenny!!!! Jenny!!! Dove diavolo sei?!- strillava mentre cercava di asciugarla come meglio poteva.

-Capitano…-il nostromo aprì la porta- Per i sette mari! William!….-

-Rupert! Dove diavolo è Jenny? Va’a chiamarla,ho bisogno di lei..-poi si interrupe,stupito dall’espressione dell’uomo - Che hai? Mai visto una ra..?-

-Non chiamatela ragazza,capitano,per carità! Quella non è una ragazza! Quella è una arpia! Una vera furia! E’lei che per poco non mi trapassa il cuore con la spada! Ha sparato ad altri due uomini della ciurma e ve ne ha infilzati almeno una decina complessivamente! Quella è una delle erinni fatta donna!!-

-Beh,se vi fate infilzare dalle donne,peggio per voi,non è questo che vi ho insegnato! E adesso chiama Jenny!-

 

Jenny spiegò che non esisteva modo migliore di un bagno bollente per scaldare una persona rimasta nel freddo oceano per tante ore,così Buffy fu immersa nella vasca calda,mentre la donna cercava di massaggiarle i polsi e le gambe. Rupert e William erano stati chiusi fuori dalla cabina su ordine inappellabile di Jenny la quale non aveva dimenticato le buone maniere, pur vivendo in mezzo ai pirati.

Dopo una mezz’ora aprì loro la porta.

-Allora,si è ripresa la belva?-domandò il nostromo,indicandosi la fasciatura intorno al petto.

-No. Non riesco a scaldarla,a questo punto,dubito che supererà la notte.-

William ascoltava senza proferir parola,immobile,appoggiato alla parete. Avrebbe voluto che non gli importasse.

Tuttavia non poteva fare a meno di sentire ancora quel corpicino esile, infreddolito e ferito,come lo tenesse anche in quel momento tra le sue braccia. Quella ragazza aveva il volto di un angelo,non aveva visto mai delle labbra tanto belle,su nessuna delle donne che aveva conosciuto.

-Basta. Andatevene,adesso facciamo a modo mio. Fuori!-

Jenny aveva sistemato Buffy sul divano,vestendola con una delle camicie più lunghe di William,coprendola con tutte le coperte che era riuscita a trovare.

Le posò una mano sulla guancia. Ma era fredda come la neve.

Con un gesto di stizza ,William buttò per terra le coperte e la sollevò,tenendola nuovamente tra le braccia.

Era strano ciò che provava. Teneva a freno i suoi istinti senza difficoltà ,solitamente, eppure se lei si fosse svegliata…se fosse stata come tutte le donne che conosceva…quanto sarebbe stato bello .

Queste considerazioni lo tranquillizzarono: tutto normale,dunque…. Oppure no?

Il pensiero che lei fosse come tutte le altre,per qualche strana ragione,lo turbava profondamente.

Le tolse la camicia,lasciandola nuda per un attimo,cercando di non guardarla e sistemandola sotto la coltre pesante della trapunta.

Cominciò a spogliarsi anche lui e, ripensando a quello che aveva intravisto poco fa , un sorriso imperscrutabile tese il suo viso.

-Vediamo,se riesco a scaldarti io…-mormorò tra sé e sé ,mentre si infilava sotto le coperte.

Le salì sopra,schiacciandola con tutto il corpo,appoggiando il viso sul cuscino,di fianco a quello di lei,sprofondando trai i suoi lunghi capelli.

Non dormì,non avrebbe potuto neanche volendo,impegnato come era a imporre la sua volontà su quella di “qualcun altro”,che non intendeva assolutamente starsene tranquillo al suo posto.

Di tanto in tanto portava le labbra al naso di lei,per controllare il flebile respiro, stringendola contro di sé più che poteva, per darle un po’ del calore del suo corpo.

Fuori stava calando il sole,dai vetri verdastri delle piccole finestrelle quadrate, la luce del tramonto era inconfondibile.

William sentiva il respiro pian piano normalizzarsi e i nervi tendersi sotto il suo peso. Stava meglio. Avrebbe certamente superato la notte,anzi,addirittura avrebbe riposato. Istintivamente le accarezzò le guance e il collo ,spostandosi su un fianco,per lasciarla respirare meglio : adesso poteva guardarla dormire…. nuda nel suo letto,la più bella sconosciuta mai incontrata solcando gli oceani.

Restò a spiarla nel sonno tranquillo e seducente fino a notte inoltrata,combattuto nel dubbio e nella contraddizione del suo stesso comportamento, fino a che non cadde anch’egli in un sonno profondo.

 

Al mattino ,William si svegliò disturbato da un setoso solletico sulla pancia e lungo i fianchi, si alzò incuriosito sui gomiti: la ragazza dormiva beata su un fianco,con la testa appoggiata sul suo addome a mo’ di cuscino, le mani accostate al volto,stringendo sensualmente i seni tra i gomiti.

Le labbra, semidischiuse, accennavano il loro primo sorriso al pirata.

Adesso che non era più in pericolo di vita,William non poté resistere oltre e sollevò lentamente la trapunta: non era sua abitudine toccare una donna contro la sua volontà (anche perché non ne aveva mai conosciuta una che tale volontà non avesse avuta), solo quella volta ,la passione fu più forte e allungò una mano sulla spalla vellutata. Solo con la punta delle dita,per non svegliarla,scivolò a disegnarne i contorni affusolati lungo la schiena, esitando, prima della ardita curva dei glutei, sulle due piccole fossette che ad essi preludevano.

Si accorse che stava trattenendo il respiro,divenuto già intenso a quei tocchi che pur gli parevano persino troppo casti, per essere proprio i suoi.

Buffy cominciò a muoversi sotto le sue mani ,stringendolo un poco di più e girandosi sull’altro fianco ,verso i piedi del letto… poi ,stiracchiandosi,aprì i dolcissimi occhi verdi.

Immaginate cosa videro quegli occhioni innocenti non appena aperti.

 

-Aaaahhh!!! Dio mio!!!!- con un balzo Buffy,sebbene dolorante, fu giù dal letto,tirandosi dietro la trapunta, davanti al sorriso diabolico di William.

-Buongiorno cara.- per niente scomposto,anzi, visibilmente compiaciuto,lui la fissava disteso sul letto senza coperte,con le braccia sotto la testa.

-Chi diavolo sei tu? Cosa mi hai fatto,lurido verme!- Buffy urlava e, proprio come Rupert l’aveva descritta, arraffò la spada sistemata vicino al letto.

-Io ti uccido! Come hai potuto farmi questo! E dove sono? Cosa hai fatto a mia madre e a mia sorella!-

-Ehi,calma! Una cosa alla volta…- per niente scomposto,lui si stava infilando i pantaloni mentre quella continuava a gridargli contro e a minacciarlo con la spada.

-Adesso, posa la spada o finirai per farti male,piccolina!-

-Cosa mi hai fatto?-la voce di lei cominciava a tremare e con essa le mani.

William se ne accorse e provò pena. In fondo non era così sanguinario come avrebbe voluto.

Si alzò dal letto e lei si lasciò avvicinare perché ,per la prima volta in vita sua,Buffy era veramente spaventata. Le tolse gentilmente la spada dalle mani e la infilò nella cintura,poi si inchinò con fare teatrale :

-William,The Bloody,miss. Siete sulla mia nave,siete stata salvata dai miei uomini, pirati anch’essi, s’intende e io vi ho salvata per miracolo dal congelamento, scaldandovi con il mio corpo. Nudo,ovviamente.- e il lampo furente, che lei gli vide negli occhi ,nel pronunciare quelle parole,la fece sobbalzare.

-Non vi ho toccata ,né ho desiderato farlo,signora,ci tengo a precisarlo!-

Del resto lui era un pirata e mentire era parte del gioco.

- Ignoro di vostra madre e ignoro di vostra sorella,ma saranno certamente più socievoli di voi.- poi le baciò la mano e andò via.

 

Buffy rimase sola in quella cabina enorme e carica di decori,del lusso più sfrenato,stucchevole perfino.

Si avvolse alla meglio nella coperta cercando in giro per la stanza, indumenti più adatti,quando due colpetti secchi alla porta introdussero la premurosa Jenny.

-Buongiorno signorina,vi siete svegliata bene?-

Lo sguardo di Buffy avrebbe dovuto chiarire a Jenny molte più cose di lunghi discorsi.

-Oh…capisco,ma non temete, William è un pirata ma sa come trattare una donna…-

Lo sguardo di Buffy era sempre più attonito e disgustato a quella triste serie di doppi sensi ,ma la ragazza non trovava il coraggio di parlare.

-Miss?…Come vi chiamate?-

-…Sum… Miss Summers,signora,miss Buffy Summers.-

-Orbene,miss Buffy, vi ho portato dei vestiti per cambiarvi. Indossateli,presto,il capitano vi attende in sala da pranzo per la colazione.-

-Io non vado da nessuna parte! Non voglio fare colazione!Non voglio niente!Voglio solo tornare sulla mia nave da mia madre e mia sorella! E adesso se ne vada fuori di qui anche lei! Dica al suo capitano che per me può strozzarcisi con la colazione! Fuori!!!-

Jenny fu catapultata nel corridoio,dove il marito la attendeva tutto soddisfatto:

-Che ti avevo detto,Jenny! Quella è una arpia!-

-A me fa compassione,invece,Rupert. E tu ,quante storie che fai per una lama che ti ha passato da parte a parte!Stai invecchiando,caro mio.-

 

Buffy indossò gli abiti lasciati dalla donna :qualunque cosa la attendesse ,non avrebbe potuto certamente affrontarla avvolta in una trapunta.

Non potè fare a meno di notare la ricchezza dei ricami dell’abito rosso,seta e tulle di sartorie francesi,senza dubbio,sebbene il colore fosse un po’audace per una giovane di buona famiglia come lei.

Vestita di tutto punto,cercò un’arma che potesse proteggerla e trovato un coltello affilato,lo sistemò sotto la gonna,fissandolo alla giarrettiera.

Di nuovo i due colpetti secchi alla porta:

-Miss Buffy,laciatemi entrare,ve ne prego.-

Buffy aprì con poca convinzione,solo per tentare di strappare alla donna alcune informazioni.

-Il capitano vi manda la colazione e si raccomanda che mangiate a sufficienza.-

-….Gr…Grazie. A te,non al capitano,sia chiaro! Piuttosto,sai dirmi dove stiamo andando?-

-Stiamo andando sull’Isola del Poeta Maledetto….a casa,insomma!-

-Isola del Poeta Maledetto…mmh..e dove sarebbe questo posto? Voglio dire,una volta arrivati là,cosa farete di me?-

-Beh,sarà il capitano a deciderlo….non saprei,miss Buffy…però una cosa la posso dire,dall’Isola del Poeta si salpa solo se il capitano dà il suo assenso…quindi,credo che farete bene ad abituarvi a noi pirati!-

-Che?Portami da lui! Avanti!-

-Eh,non è possibile,miss. –rispose con decisione stavolta Jenny – Anzi,fate colazione e poi vi accompagnerò nella vostra cabina. A meno che non vogliate dividere questa con il Capitano William.- concluse gentilmente,spiando di soppiatto l’espressione della ragazza a quella insinuazione.

 

Buffy bevve appena qualche sorso di latte e poi seguì,rassegnata la donna fino alla sua stanza,entrò e richiuse immediatamente la porta,lasciando Jenny fuori.

Restò appoggiata alla porta,senza accorgersi del tempo che passava,con le lacrime agli occhi, pensando alla madre e alla sorella,pregando che fossero sane e salve.

Cosa ne sarebbe stato di lei? Come avrebbe potuto lasciare quell’isola sperduta ? Poi qualcosa si mosse tra le coperte,attirando la sua attenzione..ancora un po’ di moto tra le lenzuola e una codina nera spuntò tra i cuscini.

-Miiiiiioooooo….miiiioooo- un minuscolo gattino nero rotolò sul pavimento, incespicando nell’enorme fiocco rosso che aveva legato al collo.

Buffy lo prese in braccio e gli sorrise:

-Micetto! Quanto sei piccolo!Aspetta,togliamo questo fiocco prima che ti strozzi! Che carino sei…ma come sei arrivato in mezzo all’oceano tu? Beh,tu ti chiederai lo stesso di me…-

Si stese sul letto a coccolare il gatto,cercando una soluzione che la liberasse dalla situazione terribile in cui era finita.

Le ore trascorrevano lente ,senza che nessuno si curasse di lei; Buffy cominciò ad aggirarsi per la stanza,curiosando in tutti i cassetti e gli anfratti possibili,cercando qualcosa,senza sapere cosa. Quando aprì l’armadio restò allibita: conteneva solo camicie da notte ,vestaglie e un numero infinito di corsetteria intima,un capo più indecente dell’altro , tutti oggetti misteriosi di cui lei aveva a malapena sentito parlare da Willow.Solo tenerli tra le mani faceva di lei una peccatrice!

Richiuse l’armadio con forza e le ginocchia si piegarono,lasciandola per terra. Però si trattava di Buffy:non sapeva resistere alle tentazioni e quella era veramente troppo grande. Riaprì l’armadio e prese ad esaminare quegli indumenti proibiti uno per uno arrossendo e sgranando gli occhi ogni volta di più.

D’un tratto un dubbio l’assalì, fissò con più attenzione tutte le pareti e gli strani tendaggi che le decoravano,allungò la mano incerta a tirare una delle tante cordicelle raso che penzolavano lungo i muri.

-Oh,Dio mio…-

Intorno al letto vi erano degli specchi!

E poi ….le candele…. gli oli profumati ,che non servivano certo per il bagno,come lei aveva creduto in un primo momento….ma allora,forse,anche le catene attaccate all’estremità del baldacchino non erano usate per legare i prigionieri!

Si precipitò alla porta e piombò nel corridoio,percorse tutte le scale senza che nessuno la fermasse, arrivando sul ponte in un baleno:

-Ehi! Tu! Lurido ,schifoso ,essere umano! Perfino le bestie hanno più morale di te!-

Le risa della ciurma sembravano non toccarla.

Dal canto suo ,William,se ne stava appoggiato alla balaustra sorseggiando liquore, sebbene non fosse ancora mezzogiorno,per niente scandalizzato da tanto ardire di una donna,osservandola con curiosità…pareva quasi felice.

-Come ti permetti di darmi la cabina delle tue concubine?-

E giù ! Ancora ,le risa più sguaiate dei marinai!

Solo per un istante Buffy allora tacque,ma non perché infastidita dalle beffe di quei rozzi uomini di mare,quanto per l’espressione sul volto del capitano.

William la guardava di traverso,con la testa inclinata e una smorfia compiaciuta che gli contraeva le mascelle in maniera terribilmente arrogante,con le labbra leggermente pronunciate in avanti,ancora umide di liquore.

Le braccia conserte sul petto,fermavano una camicia nera svolazzante e mentre lui continuava,imperterrito,a fissarla,a lei parve di tendersi, per meglio guardagli il petto scoperto.

I capelli biondi ,sotto il sole della mattina, riflettevano una luce quasi bianca .

Fu solo per un impercettibile istante, che la posa e il viso di quello sconosciuto le tolsero la parola e nessuno se ne accorse,se non proprio lei che,per quella sua debolezza, si irritò ancora di più.

-Siete un farabutto e un manigoldo! Esigo che mi sia assegnata una cabina degna del mio stato! Capito? Allora?! Siete diventato sordo e muto?-

-Intanto, mi pare che la maleducata ,miss, siate voi,dato che io mi sono presentato a voi questa mattina e voi mi rivolgete la parola senza averlo fatto.-

Buffy arretrò di un passo e aggrottò la fronte: aveva ragione lui.

-Miss Buffy Summers.-

-Secondo,miss Summers,accontentavi di quella cabina a meno che non preferiate dividere quelle con i miei uomini,ma non ve lo consiglio…sapete,russano,durante la notte.-

L’intera ciurma stava divertendosi come non mai.

William si staccò dal parapetto e avanzò lentamente verso di lei.

-Infine,miss Summers,terza lezione di buone maniere: si dice “Grazie”,quando si ricevono dei regali.-

-…uh?-

-Miiiaaao!- fece William a pochi centimetri dal viso di lei.

Quella fu la prima volta che Buffy vide il sopracciglio sinistro di lui inarcarsi,mettendo in evidenza la cicatrice più sensuale che la povera Buffy avesse mai visto.

Ecco una ragione per preoccuparsi veramente.

L’aver trovato quella cicatrice “sensuale”.

Aggettivo che neppure la coraggiosa Willow osava scrivere nei suoi più pungenti articoli.

Qualcosa in Buffy stava agitandosi verso grandi cambiamenti, ma la sua avventura era appena cominciata.

 

CAPITOLO 3.

 

Il resto della giornata trascorse felicemente solo per il gattino che restò sempre accoccolato sulle ginocchia di Buffy a fare una sorta di fusa…non gli riuscivano ancora molto bene,essendo evidentemente troppo piccolo.

Jenny portò vassoi con pietanze per almeno tre persone,tanto a pranzo che a cena,ma Buffy toccò appena un po’ di minestra.

Le ore chiusa in coperta l’avevano fatta agitare ancora di più: anziché preoccuparsi di come fuggire dall’Isola del Poeta Maledetto,le sue energie erano state impiegate per ore nel prepararsi ogni sorta di risposta alle possibili domande dell’odiato capitano,provando e riprovando davanti agli specchi frasi estremamente argute e pungenti che la salvassero dalle beffe di lui.

Solo a notte inoltrata,quando nessun rumore proveniva dai piani superiori,trovò il coraggio di uscire all’aria aperta. Nessuno,per dire il vero,la costringeva in cabina, nessuno era mai di guardia alla sua porta,avrebbe potuto girare il vascello in lungo e in largo, se non fosse stata terrorizzata dall’incontro con il capitano.

Passeggiò per il ponte e finì per sedersi a guardare la schiuma della nave,come faceva quando viaggiava verso la Francia. Ripensò ad Angel. L’aveva baciata … il suo primo bacio …sorrise teneramente a quel ricordo.

-Ohoooohhooo…..scommetto che state pensando al vostro innamorato!-

Eccolo lì. Non aveva scampo: William era spuntato dal nulla ed era in piedi di fronte a lei,tutto vestito di nero,con tanto di mantello (decisamente retrò,per qui tempi) con quegli strani capelli che avevano rubato il colore alla luna.

-Spostatevi da lì! Non vedo! E….poi…non è il mio fidanzato!-

-Cosa è che dovete vedere? E chi non è il vostro fidanzato? E perché non fate mai un solo discorso alla volta quando vi rivolgete a me?-

-….-di nuovo,Buffy non trovava nessuna frase da sbattergli in faccia,nonostante tutte le prove e le smorfie del pomeriggio davanti agli specchi.

Le sembrava che lo facesse di proposito,per metterla in difficoltà e farla sentire una donnetta aristocratica senza cervello e ,soprattutto,era certa che lui si divertisse da matti a farsi beffa di lei.

-La schiuma ….-

William trattenne a stento una risata.

-Che avete da ridere?-

-No…niente….niente che voi possiate capire!-

Buffy si imbronciò,incrociando le braccia sulla pancia.

-Vedete?…Siete proprio una bambina ….che non conosce certe cose del mondo.-

-Invece le conosco! E ho capito che il vostro era una scurrile allusione a sfondo sessuale!-

Arrossì rovinosamente,né il buio poté nascondere la profonda vergogna di aver usato “quella” parola,rivolgendosi ad un uomo.

William allora scoppiò a ridere senza ritegno e si sedette vicino a lei.

-Oh,allora il vostro fidanzato vi ha erudito in merito…-

-Ehi!-adesso quell’insolente stava esagerando e avrebbe pagato per quelle insinuazioni volgari ,oltre che per averla portata nuda nel suo letto.

- Questo è troppo!-

Buffy si avventò contro di lui,graffiandoli le braccia e il viso,in una lotta impari che però impegnava comunque il pirata,colto probabilmente alla sprovvista.

Rotolarono per qualche metro,urtando botole e bitte di ferro,finchè lei non gli fu sopra a cavalcioni e tirò fuori il coltello dalla gonna,puntandoglielo alla gola.

-Ritirate subito quello che avete detto….pensato! …Fatto!-

William,del tutto sordo alle minacce, taceva,illudendo Buffy di aver preso il sopravvento. Per qualche istante ci fu silenzio:lei lo guardava,attendendo una risposta o una reazione. Lui stava mordendosi il labbro inferiore …..Buffy seguì il suo sguardo: da quanto tempo stava puntando il reggicalze?

-Dio mio!-si alzò subito da quella posizione,lasciandolo libero.

-Cosa devo fare io con voi?- chiese a se stessa,parlando ad alta voce.

-..non so,ma io avrei delle idee …-

-Andate al diavolo!-

Di nuovo quel sopracciglio inarcato.

-Andate al diavolo!-

-E il secondo,per cosa è?-le gridò William,vedendola scappar via.

L’aveva umiliata di nuovo:nonostante i suoi preparativi,la lotta, il coltello.Tutto era inutile con un individuo arrogante in quella maniera. Buffy corse nella sua cabina e scoppiò a piangere,osservata dal gatto che le saltellava attorno,cercando di attirare la sua attenzione.

Le notti seguenti evitò prudentemente di uscire. Ma quel viaggio sembrava non finire mai e sulla nave era impossibile non incontrarlo.Del resto, era impossibile anche non poter respirare mai un po’ d’aria fresca.

Così si decise ad andare su ponte,nel cuore della notte,strisciando quasi,pur di non fare il minimo rumore.

-Buonasera,Buffy-

-Ma voi non dormite mai?!!-

-E voi?-

-Vi prego,non stasera.-

-Non stasera,cosa?-

-Non tormentatemi. Lasciatemi sola.-

-No.- le disse sorridendole,per tutta risposta a quelle implorazioni.

-Che cosa volete da me?-domandò esausta.

-E voi?-

-Io voglio solo tornare a casa mia. Quando sarà possibile,anzi…Sarà possibile?Se è lecito chiederlo?-

-State tranquilla,se vi avessi voluto morta mi sarei risparmiato la seccatura di scaldarvi nel mio letto,vi pare?-

-Vi odio.-

William continuava a sorriderle,non era affatto un pirata come gli altri.Ma come erano ,in fondo,gli altri? Che poteva sapere lei di quella gente?

-Quando ripartiremo dall’isola,verrete con noi e ,appena incontreremo una nave sulla nostra rotta, vi darò una barca e tornerete sana e salva dal vostro fidanzato.-

-Non è il mio fidanzato! E adesso,se non vi dispiace,vorrei stare sola.La vostra nave è enorme,andate a vegliare da un’altra parte,per favore.-

-Non vi annoiate sola tutto il giorno?-

William continuava a decidere a quali domande rispondere e quali ignorare completamente e quel modo di “fare il bello e il cattivo tempo” mandava Buffy su tutte le furie.

-Come passavate il tempo nella vostra casa?-

-Avevo i miei amici sempre intorno e la mia sorellina…-

-Scommetto che tua madre non lasciava a te la sua educazione…-

-No.Infatti….ma come lo sai?-

-E’ evidente!- rispose, ridendo.

-Già!-concluse,Buffy e si voltò per sorridergli anche lei.

Si guardarono dritti negli occhi,stupiti da quel tono divenuto inspiegabilmente disteso e tanto confidenziale,poi lui riprese,togliendosi dall’imbarazzo:

-Vi piace leggere?-

Buffy notò che era tornato a parlarle in modo formale e si accorse,suo malgrado,di provarne dispiacere.

-Si,molto…cioè,dipende dalle letture.-

-Se volete,avrei una piccola libreria in coperta,potreste scegliere un libro e intrattenervi un po’ durante questo viaggio forzato.-

-Gr..grazie.-

Entrarono in una cabina di fianco a quella del capitano,una piccola biblioteca galleggiante,curata in tutti i particolari con scrittoio e poltroncine e tante lampade ad olio che illuminassero tutti volumi.

Buffy era in difficoltà,non conoscendo alcuno degli autori.

-Hai mai letto la “Commedia”?-

Buffy scosse il capo, intimorita per la sua ignoranza a confronto con quella di un pirata e ,nel contempo,intimamente felice che lui fosse tornato a darle del tu.

-E’ meglio tu legga solo la terza cantica,mi pare più adatta a te.-

-E tu cosa ne sai che cosa è adatto a me,scusa?-

-Hai ragione. Allora…-cominciò a cercare con un equivoco interesse nello scaffale più alto e Buffy era certa di essersi di nuovo infilata nei guai!

-Tieni.-e le mise in mano tre volumi.

“Kamasutra”,“Decamerone”,”Epigrammi di Marziale”,lesse sulle copertine.

-Tu….tu…sei la persona più disgustosa che…- non finì di parlare che William fu colpito prima da uno e poi dall’altro dei libri,per fortuna evitò il terzo.

-Ahi! Volevo vedere se li conoscevi!-

-La tua “Commedia” andrà benissimo.-

Poi seguì William per un’altra porta che si apriva nella stanza e che conduceva direttamente alla sua cabina,convinta che sbucasse nel corridoio.

Alla vista del letto in cui aveva dormito insieme al pirata,in cui aveva ,soprattutto, dormito n.u.d.a. insieme al pirata ,si sentì avvampare dalla vergogna,senza allo stesso tempo riuscire a staccare gli occhi da quei cuscini e da quelle coperte.

-Che c’è,piccola?- la sua voce era diversa adesso o almeno lei la percepiva più intensa e vibrante.

-…….-

Buffy ,in silenzio senza saper più dove guardare,non riusciva neppure a vedere la porta per scappare.

William le si avvicinò,girandole lentamente intorno ,squadrandola come a cercare qualcosa nascosto sotto le sue vesti,guardando fin dentro di lei.

Buffy ,che teneva gli occhi bassi,immaginava il suo sopracciglio inarcato che gridava a gran voce il suo nome.

Cosa le stava facendo quello sconosciuto? Perché il cuore batteva tanto forte?Sentiva i muscoli e i tendini tremare ad ogni piccolo movimento di lui che ,adesso, fermo alle sue spalle,le faceva mancare il respiro.

-William,lasciatemi andare,vi prego.-

-Ma Buffy,io non ti sto trattenendo,puoi andare dove vuoi ,piccola.- ancora il tono più profondo di quel sussurro vicinissimo al suo collo.

William le sfiorò le spalle nude con le labbra dischiuse e la punta della lingua,scostandole con una mano i capelli e continuando a giocherellare con le sue ciocche.

Senza dire niente, accarezzandola solo con il respiro.

Dentro di sé si sentiva confuso almeno quanto lei,seppure per diverse ragioni: anche per lui stava accadendo qualcosa di misterioso,anche lui sentiva le sue convinzioni seriamente minacciate dal ritmo accellerato del suo cuore.

Oramai era troppo tardi per entrambi:stavano già condividendo qualcosa di tanto inaspettato quanto bramato e che li avrebbe legati per sempre….comunque la loro avventura si fosse conclusa.

 

Al quel contatto ovattato,la ragazza si girò a guardarlo in volto,spiando invano il cuore del pirata attraverso il blu inquietante dei suoi occhi.

Poi , Buffy lo baciò.

Avvertiva il bisogno di quelle labbra calde sulle sue,senza sapere esattamente come si dovesse fare e…..beh, William pensò al resto.

La stringeva lungo tutta la schiena in un abbraccio infinito,mentre le mani di lei erano ferme sul suo petto,intimidite dalla loro stessa inesperienza.

Buffy non si rese conto del tempo che passava,non si rese conto neppure esattamente di quanto il suo corpo lo desiderasse,sentiva solo il cuore uscirle dalla gola e la stanza girare.

Non era più prigioniera di pirati,non era più lontana dai suoi cari…non era più niente. Era solo tra le braccia di William ed era l’unico posto dove doveva essere.

Sentiva il respiro divenire pian piano affannato e la stretta di lui pretendere sempre di più. William l’attirava a sé facendole quasi male ….

-Buffy…ti voglio.Ora. Subito.-

-William…-

 

CAPITOLO 4.

 

Ripetuti pugni battuti sulla porta e ,immediatamente dopo, il nostromo ,sulla soglia, con delle carte sotto il braccio, finiva di pulire gli occhiali:

-Che diavolo aspettavi ad aprirmi,Capitano!-gridò Rupert,poi si infilò gli occhiali:

- …Capitano ,secondo i miei calcoli arrivere…arriv… Ah! Scusate…-

Buffy scappò via,in preda ad una vergogna mai provata in vita sua.

-Dannazione! Accidenti a te Rupert!-

-Idiota d’un capitano! Non potevi chiuderti a chiave se volevi s……-

-Zitto!Maledizione! Non dire quella parola!!! Io NON volevo niente… è..è successo! E ora sparisci!-

Quando fu sola nella sua cabina,Buffy si infilò sotto le coperte vestita ,sperando che la coltre della trapunta soffocasse il suo pianto disperato.

Lo stomaco le doleva per la rabbia del suo gesto inconsulto, il senso di colpa la attanagliava…. Quanto avrebbe voluto essere nel suo letto,nella sua bella casa a Washington!…Con la musica del pianoforte di Dawn che saliva dal piano di sotto a darle la buonanotte.

Perché stava accadendo? E cosa mai stava accadendo?

Ripensò al bacio di Angel: puro e romantico…

Poi ripensò a quello che era accaduto pochi minuti prima: aveva provato sensazioni indescrivibili, troppe emozioni insieme…troppo piacere,tanto profondo e dolce da averle fatto dimenticare tutto il resto.

Adesso era turbata e certamente confusa… e sarebbe stata anche felice se non si fosse sentita terribilmente in colpa per aver tradito tutto il buon senso che tanto sua madre si era affannata ad inculcarle nella testa.

Ma lei lo aveva voluto:non poteva mentire a se stessa! Lo aveva desiderato dalla prima volta che William aveva inarcato quel suo maledetto sopracciglio con quella stramaledettissima cicatrice!

Bene. D’accordo ,si era lasciata trasportare dalle effimere attenzioni di lui nei suoi confronti…ecco tutto.Era stato un momento. Si era invaghita per una serie di circostanze e con la stessa velocità,le sarebbe passato.

L’importante era non perdere la ragione!

Smise di piangere e tirò fuori la testa per prendere il micetto con sé sotto le coperte.

 

William rimase sveglio quelle ultime ore prima dell’alba,tornando e ritornando sul ponte ,nella speranza di incontrarla.

Sarebbe voluto andare a chiamarla nella sua cabina e stringerla ancora a sé ma,nel contempo, era conscio che li divideva l’oceano…. Forse avrebbe potuto portarla a letto ….eppure, non era questo il punto! La desiderava come nessun altra mai in vita sua,ma era certo che fare l’amore con lei non gli sarebbe bastato,anzi,avrebbe complicato ulteriormente la faccenda.

Aveva amato donne di cui nemmeno ricordava il volto… altre,sull’Isola del Poeta non attendevano che lui… dunque non c’era posto per quella ragazza aristocratica.

Buffy meritava una vita sulla terraferma tra tanta bella gente come lei,un marito perbene e tanti marmocchi in giro per la sua grande villa,vicino alla famiglia e agli amici.

In fin dei conti erano due sconosciuti,non avevano condiviso niente,neppure una notte di sesso né, tanto meno ,potevano essere coinvolti da sentimenti!

-..sentimenti….-mormorò al sole che stava sorgendo all’orizzonte.

Non usava quella parola,non credeva neppure averla nella testa,invece li aveva provati durante tutta la sua esistenza: dolore e disperazione…. quando,da bambino,la sua famiglia era stata uccisa dai soldati inglesi, terrore….. quando il suo villaggio era stato messo a ferro e a fuoco, gratitudine ….per chi l’aveva accolto e cresciuto come un figlio e quel sentimento di odio e rabbia che lo guidava nella sua vita di pirata sanguinario.

-…amore….-bisbigliò,con un filo di voce.

-Capitano!- la voce di Jenny lo sollevò,come sempre,dall’angoscia- Che succede? Siamo quasi a casa,non siete felice? Ancora un paio di notti da solo e poi sarete circondato dalle vostre donne!-quel tono indagatore della donna era ben conosciuto da William.

-A te non poso mentire,vero,Jenny?-

-Difficilmente,tesoro mio.-

-E allora non provocarmi,visto che la tua magia legge nella mia mente.-

-No,tesoro,non nella mente…- e gli baciò la fronte.

 

Al risveglio,Buffy trovò tutto ciò che le era necessario, un bagno ancora fumante e abiti puliti, la sua colazione sistemata accanto al letto.

-William…-La prima parola che pronunciò.

-Devo parlargli,assolutamente! Devo chiarire il malinteso!-e le prove dei discorsi e delle intonazioni ricominciarono di gran lena.

Buffy parlava parlava… e intanto,i baci di lui la scuotevano e la accarezzavano ancora,fino in fondo all’anima ,in barba alla saggezza dei suoi propositi.

Era ancora nella vasca a continuare i preparativi,quando cominciò il disagio con se stessa… Tentando di rallentare il battito del cuore,iniziò ad agitarsi nell’acqua profumata di oli fioriti. Poi uscì,avvolgendosi in un telo di lino e finalmente comprese. Asciugarsi le gambe,la fronte non serviva…

Si guardò intorno spaventata,come per paura che qualcuno la sorprendesse in quella matura intimità con se stessa,non ancora del tutto consapevole di come reagiva il suo corpo. Non le era mai accaduto di provare eccitazione pensando ad un uomo.Mai prima d’ora,nonostante tutte le fantasie sul principe azzurro.

Se sapeva essere naturale per una donna, non si capacitava del perché le accadesse proprio per il pirata:

-Non deve accadere! Non mi puoi tradire così! Perché?!Perché?! -ripeteva a se stessa,disperata.

- Perché non posso fare a meno di pensare a te? Forse sono tutti i romanzi che ho letto!Ecco: mi hanno confuso le idee e mi fanno credere cose che non sono,mi fanno vedere cose che non esistono! Mio Dio!Quell’uomo è un pirata,un ladro! Un assassino!-

Con suo grande disappunto si accorse di aver ferito anche lei diversi uomini,al momento dell’assalto e pure di aver sparato alcuni colpi di pistola.

-Ma era per difendermi! L’ho fatto per difendermi!-

Quegli stessi uomini che,in secondo momento,l’avevano ripescata dall’oceano.

Se non avesse chiarito l’accaduto con il capitano,sarebbe impazzita.

 

William era in sala da pranzo,dove attendeva che Jenny servisse il pasto.

-Posso?-chiese Buffy sulla porta,con un filo di voce?

-Certamente,miss Buffy,prego,unitevi a me per il pranzo!-

Le parlava in un modo così freddo e distaccato da ricordarle i nobili che sua madre si ostinava a presentarle da tanti anni.

-William..scusate,Capitano,volevo dire… per quello che è avvenuto questa notte,nella vostra cabina io…-

-Dunque, “La Commedia” non è di vostro gradimento,miss? –

-Che?-

-Se preferite un'altra lettura,la biblioteca è aperta,scegliete ciò che più vi aggrada.-

-Non intendevo il libro…-

-E che altro allora? Non ricordo altro avvenimento di cui parlare.-

-No…non… Certo.Come volete. Grazie del libro,volevo dirvi….ho già cominciato a leggerlo.- si congedò e scappò via,temendo di piangere davanti a lui.

Nei due giorni seguenti,William si mosse evitando di incontrarla,sebbene il suo stesso comportamento gli parlasse già in modo molto eloquente,si chiuse nei suoi silenzi,confidando i suoi pensieri tristi e cupi solo all’oceano.

 

-TEEERRAAAAA!!!!-

La voce del ragazzino di vedetta risuonò fino in fondo alla stiva del veliero e da quel momento in poi furono solo grida di gioia e grandi movimenti per ogni corridoio e per ogni stanza. Dai piccoli oblò della cabina,Buffy vide una striscia di terra di un verde sgargiante con tanti fuochi accessi sulla spiaggia,pur in pieno girono.

Il vascello ammainò allegramente le vele,mente le scialuppe cadevano una da una nelle acque turchesi dell’Isola del Poeta Maledetto e i pirati si tuffavano in mare dalla gioia. Ancora qualche giorno di pazienza e poi si sarebbe imbarcata per il suo viaggio di ritorno verso casa,verso la sue gente e la sua adorata terraferma.Fosse stata l’America o la Francia,poco le importava,pur di dimenticare quell’uomo.

Il nostromo,suo malgrado, si occupò di aiutarla a scendere per la scala di corda,in modo che prendesse posto sulla barca che l’avrebbe portata a terra.

-Faccio da sola!-

-..e ti pareva!-borbottò,pulendosi gli occhialetti rotondi con un lembo della casacca.

Sulla barca con Buffy, viaggiavano solo Rupert e Jenny,oltre al micio nero.

-Miss Buffy,questi mesi alloggerete con noi,nella nostra casa,per ordine del capitano.-

-….me ne infischio dei suoi ordini,io! Non lo avete ancora capi… Come “mesi”?-

-Sull’Isola resteremo il tempo necessario per lasciar passare la Bocca dell’Inferno.

Ci vorranno due o tre mesi,non di più!-

-Che diamine è la Bocca dell’Inferno?-Buffy aveva le lacrime agli occhi,ma non più forza di arrabbiarsi.

-E’ una corrente di aria calda che attraversa l’oceano da Sud e che porta con sé venti forti sul mare,che rendono troppo pericolosa la navigazione. Ecco perché abbiamo riempito così bene la pancia della nave!-spiegò Rupert con fierezza.

Buffy non disse una parola fino a casa.

Sull’Isola la vita era completamente fuori da ogni canone: i colori fiammanti delle vesti,gli abiti corti delle donne,le continue risse per le strade tra gli stessi uomini che,solo un attimo dopo,rivedevi abbracciati a bere birra e bambini indisciplinati che giocavano per strada tutto il santo giorno e che mai avevano aperto un libro in vita loro.

La casa del nostromo era fatta quasi completamente di legno ed era confortevole,per essere l’abitazione di pirati;la camera di Buffy era piccola ma ben tenuta,con pochi mobili di vimini e tende di lino alla finestra. Strani segni si alzavano da terra,incisi sull’armadio,come qualcuno si fosse misurato durante gli anni.

Era passata una settimana da quando erano arrivati e tutto sommato era trascorsa in fretta. Buffy aveva ripreso ad allenarsi con la spada,casomai le fosse servita di lì a poco,tormentando un terrorizzato Rupert perché duellasse con lei.

Passava il tempo aiutando Jenny,imparando da lei a conoscere le stelle e i segni che madre natura manda agli uomini attenti .

William pareva scomparso. Buffy girava per le strade del piccolo villaggio indisturbata,nessuno sembrava fare caso a lei.

Però non aveva mai smesso di pensare a lui.

A quando le aveva sfiorato le spalle con le labbra e con la lingua…non poteva dimenticare come l’aveva fatta sentire il suo abbraccio,stretto fino a farle male e poi lei lo aveva baciato! Non lui! Questo pensiero la torturava.

William ,da quel giorno,l’aveva evitata e ignorata,come gettandole addosso tutto il suo disprezzo.

Quando la sera si coricava,nel momento in cui il corpo si rilassava esausto dalla giornata appena trascorsa,quando la mente si distendeva verso il sonno,e il sogno, allora e soltanto allora,per un attimo , il cuore riusciva a far sentire la sua voce e il suo dolore e Buffy-solo per quell’attimo!- prima di cadere addormentata, comprendeva l’amore per William.

Solo per un attimo! Poi il sonno profondo e niente più.

 

Uno dei tanti pomeriggi in cui Buffy non aveva niente da fare,se non attendere che anche quella giornata finisse, stava aggirandosi ai margini del villaggio,curiosando tra le tante piante tropicali a lei sconosciute,per meglio imprimerle nella memoria per descriverle a Willow al ritorno a casa quando,da dietro un albero,due donne spuntarono a sbarrarle la strada.

-Fermati.- sibilò gelida,la più giovane.

-Che c’è? Chi siete?-Buffy non si sarebbe fatta cogliere impreparata da niente e da nessuno in quel paese di gente incivile. Poi le osservò bene: bionde entrambe e molto belle, pesantemente agghindate,con abiti troppo scollati,persino per le donne disinibite di quel luogo,cariche di gioielli di immenso valore. Non ci impiegò molto a capire chi fossero.

-Che volete da me? Non abbiamo niente da spartire.-seccata,non certo intimorita, Buffy stringeva già la sua spada tra le mani.

Il buon Rupert l’aveva avvisata che in quel posto gli abitanti non usavano le armi,ma nessuno girava mai disarmato,per cui Buffy si era volentieri adeguata al fodero della spada sempre appeso alla vita.

-Bene bene,finalmente ci conosciamo,miss Buffy!-

-Non mi pare affatto di conoscervi,signore.-

-Mi chiamo Darla e lei è Harm. Siamo le donne del Capitano.-annunciò orgogliosa.

Buffy avrebbe preferito che l’avessero infilata subito con un pugnale: adesso le sue angosce trovavano biondissime conferme davanti a lei.

-Continuo a non capire.-Buffy teneva duro.

-Bugiarda! Non puoi fingere con una donna,carina! Ho visto bene la tua faccia un momento fa.-ringhiò Harm,avvicinandosi e scoprendo un coltello dal corpetto.

-Tu lo vuoi! Ma se pensi di portarcelo via,non sai in che guai ti sei messa!-le saltò addosso,buttandola per terra,seguita da Darla,armata di coltello anche lei e intenzionata ad usarlo.

Buffy colpì con violenza entrambe,usando pugni e calci,lottando con tutte le sue forze contro quella squallida aggressione,trovandola paradossalmente propizia per sfogare tutta la rabbia che covava.

Il corpo a corpo sembrava non finire mai,Buffy spesso veniva bloccata e non riusciva ancora a sfoderare la spada.

Era solo Darla,in verità, che le dava del filo da torcere,ma la lotta era impari,perché Buffy,mentre picchiava questa ,doveva tener lontana Harm con gomitate e schiaffi,spingendola all’indietro,approfittando dei pochi attimi in cui la gettava a terra per riuscire a tramortire l’altra.

Un calcio assestato violentemente allo zigomo di Harm la lasciò,da ultimo, priva di sensi e Buffy,in uno scontro,adesso alla pari con Darla,prese finalmente la sua spada e,puntandogliela alla gola,la immobilizzò.

-Ora parliamo educatamente,noi due,che ne dici?Come è che ti chiami…ah, Darla… perché ce l’avete con me?-

-Perché non sanno perdere,mia cara…-una voce roca e sottile,interruppe Buffy.

-E voi chi diavolo sareste? Un’altra prostituta di William,da quanto vedo!- Buffy era sfinita,sentiva dolori in tutto il corpo e la mente non era del tutto lucida.Parlava a quella donna con il viso ferito e rigato di pianto.

-Lascia la povera Darla,le hai già fatto abbastanza male rubandole William. E tu, Darla, raccogli Harm e levatevi dai piedi,Buffy ed io dobbiamo parlare.-

-C..come vuoi tu,Drusilla.-disse Darla,servile.

Drusilla era algida e severa,di una grazia non comune; pur stremata e confusa, Buffy,non potè non sentirsi inadeguata di fronte a lei.

-Ami William? O lo vuoi solo per un po’ nel tuo letto?-

Buffy non sapeva rispondere a tanta schiettezza.

-Come immaginavo….-riprese Drusilla - Sei una mocciosa che ha un nuovo capriccio su cui impuntarsi…povero il mio Capitano ....proprio di questa piccola aristocratica doveva innamorarsi…- Drusilla sospirò e fece per andarsene.

-Per me William non è un capriccio.-

Parole che Buffy sperò fossero state dette da qualcun altro.Ma era proprio lei a parlare,adesso.

-Per me William non è un capriccio.-ripetè,più a se stessa che a Drusilla- Io… credo ….di essermi innamorata di lui. Non volevo che succedesse. Ma è successo! Lui però non mi vuole ed ha ragione,perché è sbagliato.-

Drusilla ,che le voltava le spalle,sorrise amaramente:

-Buffy,ascoltami. Sbagliato o no,lui non è più lo stesso da quando è tornato.Ci ha sommerso di regali preziosi e ha fatto l’amore con noi tre, non so per quante notti di seguito. Ma non era lì,non era lì per nessuna di noi.Siamo prostitute,ma non siamo stupide e certe cose le fiutiamo miglia prima degli altri.-

Buffy era agghiacciata da quelle rivelazioni. Una peggiore dell’altra!

-Harm e Darla non ti daranno più fastidio.Ma ricorda: se ami William dovrai lottare per averlo e non contro di noi!In fondo, lui non mai è stato nostro. Pensa a quello che ti ho detto.-

Si allontanò leggiadra e terribile,fluttuando, quasi, tra la passiflora e il mango;Buffy la rincorse:

-Drusilla…-

-Che vuoi ancora?-

-Grazie…-

-Grazie?…povera illusa!Io spero tu diventi pasto dei pescecani….Quello che Darla e Harm provano…è niente rispetto a quello che ti auguro io.-

Così dicendo sparì.

 

Buffy ,rimasta sola,si guardò i vestiti:era tutta sporca di fango e terra, con lividi ed escoriazioni sulle braccia e sulle gambe,nonostante indossasse sempre i pantaloni dal giorno in cui era sbarcata su quella maledetta isola.

-Guarda che roba!Ahi!-urlò toccandosi la caviglia-Quella cagna scellerata mi ha sistemato per bene! Accidenti a lei! …a loro! A tutto questo!!!-

Osservò intorno in cerca di un ruscello,sicura di averne visto un proprio là vicino, appena il giorno prima.

-Ho bisogno di un po’ d’acqua…-

Riprese a camminare,barcollando un po’ per il dolore,ma ben presto la fitta vegetazione si diradò, mostrando la bianchissima sabbia dell’atollo. Possibile che non avesse il benché minimo senso dell’orientamento?

Stanca e avvilita girò sui suoi passi per tornare a casa del nostromo,divenuto orami luogo accogliente e sicuro per lei…forse perfino piacevole.

Camminava pesantemente e goffamente,fissando i piedi che affondavano nella sabbia,con la testa bassa ad ascoltare la cantilena delle onde.

Il sole stava pigramente sparendo dietro l’orizzonte.

Il nitrito improvviso di un cavallo,vicinissimo a lei, ruppe la melodia rassicurante dell’oceano.

-Buffy…-

Era apparso dal nulla….

Bello e terribile,a cavallo di un giovane puledro dal lucidissimo manto nero,scalzo e torso nudo,montando a pelo quel fiabesco destriero….

Una apparizione irreale… forse stava sognando…. il suo principe del brivido.

Il cavallo le si parava davanti,costringendola ad indietreggiare con affettuose spinte del capo.

Buffy non riusciva a sollevare lo sguardo,accarezzava dolcemente la testa del puledro,con il cuore ancora stretto dalla voce di William.

-..ciao…-bisbigliò a fatica.

William saltò giù,prendendole le mani.

-Cosa hai fatto?! Ti hanno fatto del male?-

-No..no..niente…nessuno.Sono caduta.-

-Capisco.-annuì,senza convinzione.

-Per favore,mi accompagneresti da Jenny?-gli chiese con voce tremante,senza voler aggiungere spiegazioni. Avrebbe volentieri evitato di chiederglielo: come avrebbe potuto sopportare la vicinanza del suo corpo? Le gambe,però, la reggevano a fatica e sentiva che presto sarebbe crollata… in tutti i sensi.

 

 

William risalì a cavallo e le prose la mano.

Ricevette allora la ferita più dolorosa di tutte quelle che gli erano state inferte con le spade. Buffy si resse al pelo dell’animale e lo montò,senza sfiorargli nemmeno le dita.

Cavalcarono fino alla casetta del nostromo,William mandava il cavallo al passo,per guadagnare un po’ di tempo e trattenerla vicino il più a lungo possibile,ma lei taceva,né mai lo strinse o si appoggiò a lui.

Il pirata fermò il cavallo per farla scendere.

-Vaaaiii…-intimò inaspettatamente alla bestia.

E il cavallo,che pareva non aspettasse altro,ripartì al galoppo.

-Ferma il cavallo,William!!-

-No.-

-Dove andiamo?-urlava con l’ultimo fiato che le era rimasto.

-Davvero non lo immagini?-

 

 

 

CAPITOLO 5.

 

La casa del Capitano era del tutto simile alle altre,di legno anch’essa ma più grande e su due piani,immersa in una fitta vegetazione.

Quando William fermò il cavallo ,Buffy si era già addormentata da un pezzo , abbandonandosi finalmente sulla sua schiena e costringendolo a rallentare di molto l’andatura.

La adagiò sul letto cosi come era,con gli abiti sporchi,pulendole però il viso e disinfettandole le piccole ferite. Con attenzione le fasciò la caviglia gonfia, riconoscendo senza dubbi il taglio di un pugnale.

-Perché?-mormorò,chino su di lei,lasciandole un piccolo bacio sulla fronte.

Uscì dalla camera in punta di piedi per raggiungere la propria.

-Capitano?…-un servitore,pirata anch’egli lo fermò.

-Che c’è,Jonathan?-

-Ecco…credo che debba sapere quello che è accaduto alla signorina quest’oggi…-

-Tu lo sai?-

-Beh,in paese hanno visto uscire dal bosco Harm e Darla,pare ci fosse anche Drusilla con loro…beh,ecco…loro…-

-Allora? Parla!-

-Pare che avessero teso un agguato a miss Summers…ma,diavolo!Il nostromo aveva ragione:quella aristocratica picchia come un uomo!Se avesse veduto come le ha ridotte!-

-Capisco.-e chiuse la porta della sua camera dietro di sé.

William si addormentò sorridendo.

 

Era ancora notte,quando Buffy si svegliò per il dolore alla caviglia.Resasi immediatamente conto di dove si trovava scese dal letto intenzionata a tornare da Jenny,con o senza l’aiuto di qualcuno.

Percorse il corridoio,verso le scale, immaginando William addormentato dietro ogni porta che oltrepassava. Il cuore le batteva all’impazzata.

Una lucciola,entrata da chissà dove, le volò intorno al viso: “un segno”, le suggerì la voce di Jenny. Allora la seguì finchè la lucina non si spense su una porta. E Buffy sapeva perfettamente dove l’avrebbe condotta.

Tratteneva il respiro per non far rumore, le tende frusciavano alla brezza dell’oceano,la luna piena entrava dalla finestra aperta e i suoi raggi si allungavano pigramente nella penombra.

Il pirata era lì,disteso sul letto,avvolto nelle lenzuola a malapena fino alla vita… lasciandola sgomenta di fronte alle forme della sua bellezza.

Buffy non riusciva a muoversi, una passione sconosciuta la teneva incatenata ad un sogno.

Allungò una mano e gli accarezzò la schiena delicatamente,bramando ogni tocco,sino alla nuca. La pelle di William era liscia e levigata,fresca nonostante la grande afa portata dalla Bocca dell’ Inferno.

Passò le mani tra i suoi capelli dorati,cullando ogni ciocca tra le dita.Ancora e ancora.

Finchè gli occhi non divennero umidi di lacrime.

-Perché piangi,amore?-

Buffy ritrasse istintivamente la mano e lui con più dolcezza ripetè:

-Perché stai piangendo,amore?-

-Ho detto a mia sorella che i sogni non si avverano. Ma mentivo.-

-Si sono avverati per te,Buffy?- sussurrò aprendo gli occhi.

-Potrebbero.Ma sono io a non avere la forza per accoglierli in me. Se credi che i sogni non si avverino, la vita è più facile.-

Restarono in silenzio per un po’.

Buffy sciolse i sottili nastri della camicetta,avvicinandosi un po’ di più al letto; William la fissava ancora diffidente.

-Aspetta…-le intimò con gentilezza-voglio farlo io.-

Senza alzarsi dal letto,la teneva davanti a sé sfilandole gli abiti come avesse davanti il più prezioso dei tesori rubati all’oceano.

 

Nella profondità della terra qualcosa stava scotendo le viscere di due mondi lontani,divisi dal mare.

 

Quando Buffy fu completamente nuda,William affondò il volto sul suo ventre abbracciandola come un bimbo e lasciandosi abbracciare.

Poi l’attirò sul letto accanto a lui,premendole le mani sui cuscini e accarezzandole le braccia perché le tenesse ferme sopra la testa e lo lasciasse fare.

Il pirata avrebbe voluto lasciarsi andare alla sua indole sfrenata e folle ma, allo stesso tempo,desiderava assaporare ogni angolo di lei,lentamente,infinitamente,perché quei momenti non avessero mai termine.

La pelle della ragazza prendeva fuoco,sentiva le gambe avvolte dalle fiamme e insieme lambite da brividi che, come cerchi concentrici, la tormentavano aumentando il desiderio del contatto con il corpo di William.

Se chiudeva gli occhi,Buffy non avrebbe saputo dire dove la stessero accarezzando le sue mani,non rendendosi conto dove finisse la propria pelle e dove iniziasse quella di lui.

Si sentiva semplicemente felice. Immensamente felice.

Le labbra di William erano nello stesso istante su tutto il suo corpo,in un morbido gioco di baci che la lusingava e la stordiva.

Buffy non poteva certo sapere come fosse fare l’amore…ma ebbe la sensazione che neanche lui lo sapesse: quelle carezze erano così intese e sensuali,tanto lente e profonde da indurla a credere che non avesse toccato mai una donna nella sua vita.

E William se ne rendeva conto.Sconosciute sensazioni lo avevano rapito contro la sua volontà,anzi, sprezzanti avevano ridicolizzato la sua volontà e la sua fama di maestro d’amore,per travolgerlo e sfinirlo negli occhi verdi di Buffy.

D’un tratto si fermò e si sollevò leggermente a guardarli.

E William arrossì.

-Cosa mi hai fatto?-bisbigliò,stringendosela forte al petto.

-E tu?-

Le labbra si unirono ansiose di nuove maliziose torture ,mentre lui si riempì le mani dei suoi seni,premendoli uno contro l’altro. Voleva scoprirla ancora …scoprire dove l’avrebbe condotto.

Le sfiorò le ginocchia con gentilezza e Buffy tremò al pensiero di ciò che desiderava,allargò esitante le gambe e deglutì,irrigidendosi.

-Buffy…non vuoi…-

-Sssshhh…-

Buffy lo rassicurò baciandolo ancora e passandogli le dita tra i capelli.Quanto le piaceva farlo!

William adesso era steso sopra di lei,con il bacino leggermente sollevato,in modo da poterla accarezzare a suo piacimento nella più profonda intimità.

Sentivano entrambi che era il momento. “Sentivano”:questo faceva paura.

William si spinse in lei appena un poco per non farle male,senza smettere di coccolarla con piccoli baci innocenti.

Ma sapevano entrambi che così non avrebbe resistito a lungo.

E, infatti, i suoi movimenti divennero presto più bruschi e invadenti.

Buffy ansimava e gemeva…ma il dolore,si sa,è così vicino al piacere. (“Pain is so close to pleasure”/F.Mercuri.ndr).

Una spinta poderosa sfuggì all’eccitazione del pirata facendola gridare.

-Amore…-e fece per ritrarsi,dispiaciuto -..scusa…-

Lei lo afferrò per il bacino,attirandolo con decisione a sé.

-No. Non smettere,ti prego…non voglio..-

Cercò di soffocare alla meglio le altre grida,posandole il palmo della mano sulla bocca ma senza costringerla con forza,finché non si calmò.

Adesso il dolore stava passando e Buffy cominciava a muoversi sotto il suo peso,allargando vogliosamente le gambe per lui.

William vibrava dentro lei in onde di piacere,con spinte fluide e profonde , permettendole di dimenarsi a suo piacimento,perché potesse indicargli lei stessa come darle più piacere.

D’un tratto entrambi spalancarono gli occhi in quelli dell’altro. Buffy inarcò la schiena perché lui arrivasse a mordere la punta dei seni.

Poi il piacere proibito,prolungato allo spasmo,a lungo atteso e inaspettato…mai provato.

William si abbandonò sopra di lei,torturandola ancora un po’, senza lasciarla libera, dondolandosi e premendo il corpo contro quello di lei,strappandole maliziosi e vogliosi risolini.

Quando gli parve che lei ne avesse abbastanza,cercò di uscire da quell’alveo sinuoso e caldo,ancora tatno innocente.

Buffy si imbronciò,in una smorfia birichina di offesa e di sfida.

-Ah,sì?…- fece lui piacevolmente sorpreso.

Sorridevano stretti uno all’altro,come due innamorati qualunque.

 

Due realtà stavano crollando nella fragilità della superbia e nella presunzione delle loro certezze,ciò che è bene e ciò che è male si studiavano curiosi,scotendo prodigiosamente quei due mondi .L’oceano però ,che sempre li aveva separati, indicò la via nascosta che li univa tra la spuma delle onde.

 

Il sole era lato da diverse ore quando il pirata si alzò per prendere qualcosa da mangiare .

-Dove vai?-si svegliò lei,in ansia.

-Non hai fame…-William era incredulo e dimenticò come finire la frase.

Buffy si stiracchiava ingenuamente,allungando il suo corpo perfetto tra le onde nere della seta, in modo inconsapevolmente sensuale. Era irresistibile.

Le fu addosso con un balzo improvviso,facendole male sul serio.

-Ahi!-

-Zitta…. Ora non si gioca più.-

Lo sguardo di William si era fatto torbido e scuro,la mascella contratta e il suo sorriso diabolico appena accennato,tradivano sinistre intenzioni .

La zittì con un bacio che le impediva di respirare,respingendole la lingua fino alla gola, senza freni,senza timore di un rifiuto,sorridendo ai gemiti di lei.

Mentre con una mano le bloccava i polsi sopra la testa e con l’altra le premeva la bocca,con complice violenza,la penetrò senza esitazione,incurante del dolore che la precoce irruenza le provocava.

Tornò a guardarla negli occhi: lucidi d’eccitazione,lo imploravano…di continuare.

 

Avevano mangiato ostriche e bevuto sidro di mele,continuando sempre a fare l’amore.

Ed era di nuovo sera.

Accoccolati tra le lenzuola non dicevano niente.

Buffy notò che William passava e ripassava la punta delle dita su una macchia poco più scura, che interrompeva il luccichio della seta.

-Sai cos’è?-le domandò serio.

-Si.-

-E’ sangue…-

-Non dirmi che un pirata come te si lascia impressionare dal sangue!-

-Buffy. Non mi era mai capitato…- continuò lui e Buffy si senti una sciocca.

-Per favore…rivestiti adesso.-

 

Buffy lo guardò sconvolta,mai avrebbe pensato di udire quelle parole,non dopo tutto quello che era accaduto. Tuttavia non replicò. Si rivestì in maniera meccanica,senza rivolgergli una parola,né uno sguardo.

Lo sapeva intento a scrutare il mare dalla terrazza,lontano da lei miglia e miglia.

-Prendi il mio cavallo per andare a casa.-un’ultima attenzione di lui.

-Dammi una nave,se vuoi che torni a casa.-rispose tagliente.

-Buffy…-

-Cosa? Cosa? Accidenti! Cosa vuoi dire! Che non è accaduto niente neppure stavolta? Che valgo quanto una delle tue puttane?-

-Questo mai!-urlò rabbioso

-Ma certo….Il capitano,il terribile William the Bloody,ha scoperto di avere i sensi di colpa come tutto il resto del mondo!-

-Non è questo è che…-

-Vivi pure tranquillo! Sapevo anche prima di venire con te che il mio posto non era qui! L’ho fatto per amore! Ti amo,capisci quello che dico? Lo sai cos’è l’amore,eh? E lo rifarei.Anche se sapessi di ricevere questo trattamento.-

L’aveva messo a tacere,stavolta. Poi si era diretta per le scale,con foga,le mancava l’aria in quella casa adesso!

-Buffy,aspetta!-

Avrebbe voluto essere sorda a quella voce…

-Cosa vuoi ancora?-

-E’ buio fuori,non te andare.-

-Riprovaci,William,perché il buio non mi ferma.- e continuò a scendere i gradini.

-resta con me,ti prego,Ho bisogno che tu resti con e! Anche se rinnegando i sogni…la vita è più facile.-

La raggiunse e l’abbracciò senza che si voltasse.

-Buffy,ti amo anch’io. E adesso,non so come fare.-

Si baciarono a lungo,fermi sui gradini di legno,ancora dubbiosi per quanto stava avvenendo.

William riportò Buffy in camera ma quella notte non fecero l’amore.Restarono svegli,aggrappati l’uno all’atra,pensando a come affrontare l’alba.

Di lì a poco,la loro vita sarebbe tornata indietro e sarebbe stato come se mai si fossero incontrati.

 

La Bocca dell’Inferno orami era fuori dalle rotte dei pirati e sull’ Isola del Poeta Maledetto erano tutti in fermento intorno al veliero pronto a riprendere il largo.

Buffy era rimasta a casa di William quelle ultime settimane,vivendo attimo per attimo i momenti d’amore che quella avventura fuori dal tempo ancora poteva riservare loro.

Il giorno prima della partenza Buffy si alzò durante la notte,mentre il suo amore giaceva addormentato,sebbene entrambi stessero recitando in quel momento, per rendere il distacco meno doloroso.

 

Buffy tornò a casa del nostrono in piena notte,eppure Jenny la stava spettando,come sempre.

-Cara…-

Buffy piangeva a dirotto,senza riuscire a controllarsi.

-Cara,dimmi …cosa vuoi fare?-

-Jenny! Cosa dovrei fare? Dovrei restare qui? E incatenare un uomo come William ad una vita da marito? No. Io voglio che lui sia felice. Ecco quello che voglio.-

Jenny prese amorevolmente le mani della ragazza e tremò,stringendole fino a farle quasi male.-

-Che succede? Che ti prende? E’ una premonizione,vero?-incalzò, ancora più agitata.

-Buffy…quando tu e lui avete fatto l’amreo la prima volta..c’era la luna piena?-

-Si…..-Buffy ricordava bene la schiena di William sotto i raggi del plenilunio.

-E’ già passato un ciclo lunare,tesoro…-

Buffy per poco non svenne,realizzando ciò a cui alludeva la donna.-Mio Dio…NO! Non è possibile…Mi Dio! Si! Un bam..un bimbo…il figlio di William…-farneticando,con le lacrime agli occhi,non sapeva se di gioia o di dolore,salì nella sua stanza.

-Jenny-tornò seria ad affacciarsi sulla porta.-Giurami che non ne fari parola con nessuno!Con William per primo!-

-…te lo giuro…-promise Jenny e Buffy chiuse la porta.

-Una bimba…-mormorò la moglie del nostromo,sorridendo- una bimba sana e forte e bellissima!-

 

CAPITOLO 6.

 

-Siamo diversi,capisci? E’ stata una follia:non dovevo permetterlo!- William camminava su e giù per la sua cabina,continuando a scaricare la sua rabbia contro il povero nostromo, da quando il veliero aveva lasciato l’Isola del Poeta Maledetto.

-Capitano…dunque,ne siete consapevole?-lo interruppe Rupert,dopo ore di monologo.

-Certo! E’ per questo che la riconsegneremo alla sua gente.-

-Ooohh,capisco.- annuì con finta comprensione,togliendosi gli occhiali per pulirli nuovamente.

-Rupert! Dannazione,cosa vuoi dirmi!-

-Io?… Ma niente,non sto dicendo niente!-

-Quando pulisci quelle ridicole lenti consumate vuol dire che non stai dicendo quello che pensi!-

-…Beh,William… ti sei chiesto perché è successo tutto questo?-

-Un milione di volte!-

-Dunque?…cosa ti sei risposto?-

-….che non esiste risposta.-bisbiglò il pirata,nascondendosi allo sguardo indagatore del nostromo.

-Sciocco. Allora,te lo spiego io: non si può scegliere chi amare,caro mio. E’ molto semplice:solo questa è la risposta che tu e lei tanto vi affannate a cercare. Piuttosto dovreste domandarvi cosa siete disposti a fare per quello che vi è accaduto!-

-Che intendi?- chiese preoccupato William.

-Se lei ti amasse veramente dovrebbe essere disposta a seguirti per i sette mari! …Mandando al diavolo la sua bella casa a Washington! Dovrebbe essere felice di vivere con te sulla nostra isola,senza più guardarsi indietro.- disse il nostromo con fare decisamente provocatorio.

-Ma…non posso chiederle tanto! Rupert! Io sono una creatura malvagia:uccido e saccheggio, la mia vita è sregolata e dissoluta… mentre lei…lei merita tutto il meglio che la vita ha da offrire….-

-Bene bene… allora caro mio,se parli così….non c’è più niente da fare.-concluse celando la fierezza per le parole del capitano e uscì,lasciandolo crucciato a rimuginare su quelle ultime considerazioni.

 

Il tramonto era tornato a far capolino dai vetri verdastri del finestrone della cabina,colorando la stanza con strane ombre grigio e arancio,mentre William che non si era fatto vedere sul ponte da quando erano salpati,se ne stava abbandonato sul divano, mezzo nudo e completamente ubriaco, a spaccare bicchieri da whisky contro le pareti.

-Accidenti a te ,Rupert!-biascicava ,tra una imprecazione e l’altra- Ho capito cosa vuoi che faccia!Accidenti a te! Stupido nostromo senza senso dell’orientamento! Spero che i tuoi luridi occhialini cadano in mare e che se li mangi un’orca!-

E continuava a bere, adesso dalla bottiglia di Bourbon , non trovando più bicchieri sani per versarlo.

Si assopì nei fumi dell’alcol e , nel loro dormiveglia beato,udì la voce di Jenny parlare di conati di vomito e di Buffy.

Il mal di testa atroce dei quasi due litri di distillati che aveva trangugiato lo scossero dallo stato di grazia della sbronza:

-Oddio… ho il mal di…mare..- non finì la frase che ,riverso sul pavimento, iniziò a vomitare.

 

Quando la porta della cabina si spalancò rumorosamente ,Jenny vide il suo capitano in uno stato squalificante e ridicolo insieme:

-William! Che stai facendo? Mio Dio! Alzati!Quanto hai bevuto, disgraziato!-

-Ssshhh…Jenny non urlare così!-mormorò con la bocca impastata,cercando di alzarsi.

-Non sto urlando,idiota di un capitano! Ero venuta a prendere degli asciugamani puliti per Buffy.-

-Uh? Perché…- domandò, improvvisamente lucido,l’altro-…. Buffy,sta male?-

-…ehm…no.. ..è solo un po’ di nausea da mal di mare… con i tuoi stessi puzzolenti sintomi,a quanto vedo! Vergognati ,William!-Jenny cambiò prontamente argomento.

Rimasto nuovamente solo,si concesse un bagno gelato per riprendere possesso delle sue azioni.

-…Da quando a Buffy fa male il mare?- continuò a chiedersi.

 

Due settimane di navigazione erano trascorse,quando due navi passeggeri furono avvistate sulla rotta del vascello pirata. Era giunto il momento della separazione.

-E sia.-pensò il capitano vedendole stagliarsi nel cannocchiale.

Per la prima volta, da quando aveva scelto di essere un pirata, aveva sperato di non incrociare nessuna nave.

Se la ciurma avesse lontanamente immaginato quei desideri… lo avrebbe di certo rinnegato!

-Rupert,dì a Jenny che avvisi lei Buffy.-parlò con un filo di voce.

-Sei sicuro?-

-E’ un ordine. Muoviti.-

Buffy era nella sua stanza,stordita e indebolita dalle nausee della gravidanza, incrementate dai lunghi giorni trascorsi senza mai uscire all’aria aperta.Ma la paura di incontrare William era più forte del bisogno di aria fresca.

Se lo avesse rivisto,se per un solo istante avesse potuto perdersi nell’unico,vero, oceano da lei mai attraversato…l’oceano dolce dei suoi occhi azzurri e,allora ….lo avrebbe implorato di non mandarla via e di tenerla con lui, sempre.

Avrebbe rinunciato a tutto pur di non perderlo e di poterlo amare per il resto della vita…su una nave o su un’isola sperduta chissà dove…non importava,pur di averlo vicino…e di crescere insieme quella creaturina innocente e inconsapevole della stupidità di mamma e papà.

Invece,Washington la aspettava,con le sue incomprensibili formalità e i suoi abiti scomodi,con le manie “perbene” di sua madre… che,probabilmente,l’ avrebbe data in sposa al primo vecchio pieno di soldi di passaggio pur di nascondere la vergogna di un figlio illegittimo! Buffy scoppiò a piangere,stringendosi il ventre e gridando agli specchi della stanza la disperazione contro se stessa.

Nel corridoio, Willliam la ascoltava,furtivamente, aggrappato con le unghie al legno sconnesso della porta,piangendo anche lui ai singhiozzi più forti di lei.

-Basta!-

Il pirata quasi buttò giù la porta.

-Adesso basta!-ripete guardandola con gli occhi umidi di lacrime.

Buffy lo fissava incredula,tra la disperazione e la speranza, singhiozzando sommessamente.

-Buffy,non piangere…lo sai che non lo sopporto..- bisbigliò dolcemente, avvicinandosi a lei.

-Che sei venuto a fare? Mi ha già avvisato Jenny,sono pronta..possiamo andare.-disse con tono inutilmente distaccato,asciugandosi le guance arrossate dal pianto.

-No…-

-NO??-ripetè Buffy ,mentre un barlume di speranza le accendeva il volto.

-Non ancora…intendevo…-continuò timidamente,lui.

-Ah.Non ancora.Certo. E,di grazia…-il tono di Buffy si fece subito aggressivo e sarcastico,pronto per un ultimo moto di rabbia-…che cosa ancora mi dovete dire, Capitano?-

-Buffy…ti prego,guardami- la afferrò per le braccia scotendola leggermente,perché alzasse lo sguardo al suo.

-Lasciami William,ti prego.Non dirmi niente…sarebbe ancora più doloroso… facciamo come se non fosse accaduto mai…è meglio per entrambi…-

-Tu lo credi?-

-E tu lo credi?- ripetè Buffy con la voce di nuovo rotta dal pianto,posandosi una mano sul ventre.

-Io non lo credo. Io ne sono certo.Vivere con te sarebbe troppo difficile…per entrambi…non saprei dove..Non saprei come…- cominciò William,adesso facendola piangere-…eppure…sento che non posso lasciarti andare:lascio perdere tutto,Buffy. Solo una parola,amore mio e del pirata William The Bloody non si avranno più notizie. Sarò solo William,un uomo semplice e innamorato.-

Buffy non riusciva a smettere di piangere perché non riusciva a comprendere le sue parole. Scuoteva la testa con gli occhi inchiodati al pavimento... ripetendo dentro di sé ,più volte,ciò che aveva udito.

-Non posso,William…-disse con un filo di voce-Non posso chiedertelo.-

-Non me lo stai chiedendo.Lo voglio io….Se tu lo vuoi…-

-Non è possibile….come faremo…-

-Ehi,amore,non devi preoccuparti ,penso che tu oramai sappia che il denaro non è un problema per me…-

-Non mi riferivo al denaro…-

-E a cosa,allora?-le sollevò il mento e la costrinse a guardarlo. A Buffy quegli occhi sarebbero bastati,non sarebbero state necessarie altre spiegazioni. Invero,nemmeno le udì completamente, immersa nell’amore avvolgente dei loro riflessi blu.Ciò nonostante,lui continuò:

-Non preoccuparti della tua famiglia,inventerai per loro una delle storie romanzate dei tuoi libri ed io diventerò chiunque tu vorrai. E ti renderò felice,amore.Te lo giuro sui tesori dell’oceano!-

-E la tua nave?-

-Nominerò un nuovo Capitano…magari proprio il nostromo,che dici?- il tono era finalmente divenuto allegro e scanzonato e anche Buffy accennava i primi sorrisi increduli.

-Dalla mia casa …non si vede il mare…-annunciò,infine,ancora diffidente e intimorita.

-..Ah,giusto. Ecco:questo sì che è un problema. Bene,ne compreremo un’altra…. sulla costa ovest,che dici?-

-…Ss..sì…William…-

Gli saltò al collo stringendolo con tutta la forza che aveva,piangendo ancora,felice come non lo era mai stata in vita sua.

“Toc toc”.

-Capitano..-la voce del timido e maldestro Jonathan interruppe quel momento meraviglioso ed unico- Le navi sono ad un solo miglio di distanza! Attendiamo i suoi ordini!-

-…William…-Buffy lo guardò e per un istante ebbe ancora paura di aver frainteso quanto William le aveva detto..

Allora la baciò appassionatamente,senza aggiungere altro, mentre il povero Jonathan, dal corridoio,chiedeva ancora spiegazioni ,chiamando a gran voce il Capitano.

Nessuna risposta.

William e Buffy erano già sdraiati sul letto,avvinghiati e accaldati,si stavano liberando degli abiti e anche delle loro paure.

 

Il veliero rimase a guardare le navi allontanarsi mestamente nella nebbia.

 

-Oddio!Fermo!!- gridò improvvisamente Buffy,spingendo il pirata giù dal letto.

-Ahi!! Che ti prende?-domandò William,preoccupato e stupito ,rialzandosi da terra.

-William…scusami…vieni qui…-

Disteso di fianco a lei,attendeva intimorito una parola.

-William…devo dirti una cosa,che so ti farà infuriare e forse mi odierai ,perfino!..per non avertelo detto subito…- minuscole lacrime erano tornate ad affacciarsi dagli occhi verdi.

-Non può essere tanto grave,da non voler fare l’amore..-

-Oh,sì,che lo è,invece!-

-…Uh?-la mascella contratta non preludeva reazioni pacifiche.

-Aspettiamo un bambino. Da circa due mesi.-lo disse con un filo di fiato,irrigidendosi tra le lenzuola e con esse persino riparandosi,pronta ad essere maltrattata e, soprattutto, questa volta lo avrebbe meritato.

Nessuna reazione. E poi un boato di gioia: le grida arrivavano fino al ponte..dalla prua alla poppa del veliero,mentre William saltava sul letto sbatacchiando la ragazza di qua e di là,farfugliando frasi concitate che prevedevano culle e pannolini e regali preziosi e insegnamenti dei venti e di canzoni e nuove stanze colme di balocchi e via dicendo.

-Amore mio ,ma perché non me lo hai detto subito?-disse ,affannato,appena fu un poco più calmo.

-Lo sai il perché. Non avrei mai accettato che rimanessi con me solo per il bimbo. E avevo paura che ,forse,avresti potuto volerlo con te…..non volere me…non so…-

-Sciocchina! Comprendo le tue ragioni,ma avresti comunque dovuto dirmelo.-

-Lo so.-

-Amore,andiamo sul ponte…. Ho un annuncio importante da fare. Rivestiti, prima,ovviamente!-e Buffy,finalmente rideva di nuovo.

 

 

….L’ANNO SEGUENTE…..

Avevano abbandonato la ciurma e il vascello pirata,lasciandolo nelle mani del Capitano Jonathan The Bloody,che sarebbe stato l’ultimo dei pirati che,tutt’oggi, animano queste storie…o comunque l’ultimo di cui si racconti.

William,invero,avrebbe voluto insignire del grado il buon Rupert,il quale però rifiutò, sotto il pretesto dell’età,mosso dall’affetto paterno per lo stesso William che lui e Jenny avevano allevato come un figlio.

 

Mrs Joyce era stata subito conquistata dagli eleganti modi di fare di quel gentiluomo,facoltoso commerciante di gioielli,tanto innamorato della sua rediviva Buffy e altrettanto …ricco ,mentre Dawn,a conoscenza della verità, era semplicemente incantata da quello che per lei restava un personaggio fiabesco.

 

William e Buffy avevano acquistato una grande casa in legno bianco vicino alla spiaggia,nel nuovo stato della California,nei pressi di un centro abitato appena sorto,chiamato “Sunnydale”.

Lì era nata la loro dolcissima bambina,proprio come Jenny aveva loro preannunciato.

Jenny,dal giorno dell’annuncio del Capitano William The Bloody alla ciurma di ritirarsi a vita privata,aveva deciso che i due avrebbero avuto bisogno di un aiuto domestico e che lei e suo marito erano senz’altro le persone più adatte a ricoprire tale ruolo.

 

Il pianto della bimba svegliò Buffy dal sonno vigile di giovane mamma ma ,quasi non aveva ancora aperto gli occhi,che l’eco della ninna nanna di Jenny spense le grida della piccolina in dolci vagiti fino al silenzio tranquillo.

Allora Buffy si strinse al seno le braccia di William che dormiva profondamente accanto a lei,su un fianco,circondando il suo corpo in ogni movenza.

Avevano fatto di nuovo l’amore per tutta la notte e adesso che era mattino inoltrato,Buffy non ricordava neppure quando le danze fossero state interrotte.

Sorrise e arrossì,accoccolandosi sempre più nell’abbraccio di lui.

Poi sobbalzò:

-NO! William! Che hai fatto?!-

-…mmmmhh…-mugugnò lui,senza scomporsi.

-William! Spostati!!!-

-…mmmmhhhh…-

-Svegliati!-urlò Buffy dimenandosi per liberarsi dalla stretta.

-..che c’è…amore?… Mi vuoi ancora?-

-William! Che hai fatto?-

-Cosa ho fatto?- chiese lui ,quasi sveglio.

-Lo sai come ci siamo addormentati?-

-…..Uh?…- la guardava senza capire.

Buffy gli fece un cenno con gli occhi,intimandogli di abbassare lo sguardo un po’ più in basso.

-…oooohhhooohhh…-fece lui sorridendo maliziosamente.

Ed ecco il sopracciglio inarcato.

-Smetti!-esclamò Buffy-Ti pare il momento?-

-Amore…dai,non ti arrabbiare… mica ero solo quando me lo sono dimenticato…lì!-

-Che vorresti dire?-si imbronciò lei.

-Che a te ,prima, piace addormentarti così ,poi, mi svegli urlante come una furia perché hai paura delle…ehm..delle….conseguenze?…-

-Oh,finiscila!-e come al solito,lui l’aveva fatta tacere.

-Hai ragione tu,sai ,amore?-continuò William maliziosamente,portandosi lentamente sopra di lei -Sarà meglio che porti a termine quanto lasciato in sospeso…- .

 

 

FINE.