Fanfiction ospitata per gentile concessione del Bloodylove in attesa di riuscire a rintracciare l'autrice.

 

 

 

COMPLOTTI

Di Psike

 

.....1925....

 

Una insolita nebbia si espandeva per le vie della città, l'ideale per un entrata ad effetto, anche se dubitava ci sarebbe stata molta differenza con l'angusta e fumosa stanza del suo locale. Un posticino pieno di gente 'raccomandabile', tutti giocatori d'azzardo e gangster, ed era sicura che molti erano suoi uomini. Ma lei era abituata a trattare con gente peggiore. Certo all'apparenza le sue attività erano perfettamente legali, ma chi è del mestiere non si lascia certo ingannare da un completo tagliato su misura e tante opere di mecenatismo. Ma lei aveva un piano, e otteneva sempre quello che voleva. Entrò nel locale con tutta la noncuranza di chi è abituata a luoghi del genere. Ed eccolo li, Angel Hollister, famoso capo banda di una delle famiglie mafiose più potenti di LA, impeccabile nel suo taier, con le sue due favorite, Drusilla e Darla DeVries. Entrabbe di belle oltre ogni dire, la prima mora con gli occhi violetti e la carnagione eterea, sembrava perennemente malata, fragile, anche se in realtà era tutt'altro; la seconda bionda con occhi indaco e l'incarnato d'avorio, sembrava una bambola di porcellana. Entrammbe disposte a tutto pur di mantenere il loro posto di favorite, ma non erano un problema per lei, non uno dei più importanti. Avanzò nel locale, tra i tavoli pieni di uomini che la guardavano con una certa curiosità.Evidentemente in quel posto non dovevano esserci molte donne oltre alle favorite di Angel e alle ballerine di Fox-trot. Si sedette al tavolo più lontano da Angel che riuscì a trovare, ma in una posizione tale che lui senza ombra di dubbio avrebbe potuto osservare ogni sua mossa. La prima regola era farsi notare senza che lui si accorgesse che era quello che si desidera. Lanciò una breva occhiata al bancone del bar, facendo capire al barista che desiderava ordinare, e quesi si precipitò all'istante.

_Che cosa le porto signorina?

_Weaschy con ghiaccio, grazie.

L'uomo si allontanò dal suo tavolo alquanto perplesso per andare a prendere l'ordinazione. Intanto Angel osservava la streana sconosciuta seduta a un tavolo solitario, incantato dalla sua bellezza, dai suoi capelli biondi e dal fisico esile. Lasciò passare circa un ora prima di far allontanare Dru e Darla e dirigersi al tavolo della sconosciuta.

__Buonasera signorina, il mio nome è Angel Hollister, sono il proprietario del locale. Le porgo il mio benvenuto.

_La ringrazio signor Hollister. Io sono Elisabeth Summer.-disse porgendogli la mano, che lui da perfetto gentiluomo sfiorò appena con le labbra.

_La prego, mi chiami Angel.

Lei sorrise compiaciuta"A quanto pare le cose sono più semplici del previsto."pensò.

_Le va di ballare Elisabeth?

_Con molto piacere.- e gli tese la mano mente l'accompagnava verso la sala da ballo. Tutto sembrava andare per il meglio. Ma il destino si diverte a frapporre inprevisti impensabili sulla nostra strada al solo scopo, di movimentare il gioco della nostra vita. Ed è quello che successe quella sera quando un uomo dagli occhi di un azzurro impossibile e i lineamenti marcati ma armoniosi ed eleganti, entrava nel locale con al bracco una ragazza dai lunghi capelli castani. Erano William detto il sanguinario, per i numerosi omicidi compiuti per ottenere la supremazzia nel commercio illegale di Weaschy, e Down la sorella di Angel.

 

 

Entrando in quel locale, tutto si aspettava fuorchè la scena che gli si presentò innanzi. Lei era li, e ballava con Angel. Fece scorrere il suo sguardo sul corpo di lei, ammirato dall'opera che il tempo aveva compiuto, rendendola ancora più affascinante. Poi scortò la sua accompagnatrice al loro tavolo.

 

Mentre volteggiava tra le braccia di Angel, lo sguardo le cadde sull'uomo appena entrato, e lei non seppe se il cuore in quel momento le si fosse fermato per l'eccitazione o la paura. Sperò con tutta se stessa che lui non la vedesse, o che almeno non si ricordasse di lei, in fondo era passato molto tempo. Ma lo scintillio pieno di desiderio che si accese nello sguardo di lui, mentre l'osservava le fece chiaramente capire che le sue speranze erano vane. Ora vrebbe dovuto far attenzione, lui poteva far saltare il suo piano. Quando finirono di ballare con suo enorme dispiacere notò che Angel la guidava proprio verso il tavolo dove era seduto lui.

_Down cara, finalmente sei arrivata. William.-salutò- permettetemi di presentarvi la signorina Elisabeth Summer.

_Piacere di conoscerla Elisabeth.-La salutò Down, mentre lei porgeva la mano a William.

_E' un piacere anche per me fare la sua conoscenza.- disse lui sfiorandole la mano con le labbra, ma non gli sfuggì il tono leggermente ironico con il quale aveva pronunciato quelle parole.

_Il piacere è tutto mio.- rispose ritraendo la mano e sedendosi sulla sedia che Angel le porgeva.

Per tutto il resto della serata, non potè fare altro che restare seduta a quel tavolo, dato che a quanto aveva capito Down era la sorella di Angel. Si sforzò di essere il più affabile possibile, per evitare di creare qualche ostacolo tra lei e il sio scopo, ma Down sembrava avere intenzioni tutt'altro che amicevoli nei suoi confronti. William invece per tutta la serata finse di non conoscerla, anche se di tanto in tanto sembrava divertirsi a metterla a disagio.

_Mi dica Eliscbrth, che ci fa una ragazza tutta sola in giro a quest'ora, potrebbe essere pericoloso.-le chiese con il solito tono ironico.

_Avevo voglia di divertirmi. Comunque so badare a me stessa.-gli rispose seccamente.- Comunque credo sia ora che mi ritiri. Angel le va di accompagnarmi.- aggiunse alzandosi.

_Con molto piacere.- E la guidò fino alla porta, per poi aprirgliela per lasciarla passare. seguendola subito dopo.

William rimase a contemplare la porta, mentre un diabolico sorriso glistendeva le labbra e ri ricordi si affacciavano alla sua mente. Se aveva visto giusto, Buffy non era cambiata in quei tre anni, e presto entrambi si sarebbero divertiti a discapito di Angel. E lui lo sapeva che era impossibile non venire bruciati se lei decideva di giocare, per esperienza personale.

Passarono tre notti da quella in cui l'aveva rivista. Tre notti durante le quali aveva atteso il momento più opportuno per parlarle da solo, a modo suo. Finalmente quella sera il destino sembrava dalla sua parte. L'aveva attesa fuori dal locale, nascosto nel vicolo che dava sul retro, finchè non lavava vista arrivare. Appena era stata alla sua portata l'aveva trascinata con lui nel buoi.

_Spike, maledizione! Ti sembrano scherzi da fare?- disse lei appena si fu resa conto di chi era il suo assalitore.

_Noto che ti ricordi di me dolcezza. Strano, l'altra sera mi era sembrato che non mi conoscessi.

_Finiscila e dimmi cosa vuoi.

_Non lo immagini? Voglio la stessa cosa che volevo tre anni fa,te!

_Ho sempre pensato che tu avessi qualcosa che non va, ma ora ho la certezza che tu sia pazzo!

_Perchè? Perchè dopo che sei scomparsa per tre anni io continuo ancora a desiderarti come la prima volta?- e mentre lo diceva le si era avvicinato e le stava massaggiando le spalle.- Non ho scordato quello che si prova a tenerti tra le braccia Buffy, a possederti.- E aveva preso a baciarle il collo mentre le sue mani ora la tenevano per la vita facendola aderire al suo corpo, mostrandole la propria eccitazione. Poi le accarezzò il ventre scendendo verso le cosce.

_E non ho scordato neanche cosa piace a te.

_Spike, smettila.-tentò di resistere debolmente lei. Possibile che ogni volta si sciogliesse al tocco delle sue mani, e non riuscisse a resistergli.

_Fermami, passerotto e io ti lascerò andare.-e mentre lo diceva prese a stuzzicare il centro della sua femminilità con una mano, mentre l'altre le accarezzava il seno.

_Spike...-la sua protesta fu interrotta da un gemito di piacere, mentre lui la penetrava con un dito, eccitandola come solo lui sapeva fare.

_Ti voglio amore, ora.

_Potrebbe uscire Angel e allora il mio piano..-disse lei tra un gemito e l'altro mentre lui le spostava gli slip.

_Gia, e questo non dirmi che non ti eccita da morire, perchè a me si.-E senza aspettare oltre la prese da dietro con un unico fluido movimento. Buffy con le mani poggiate al muro era in preda all'eccitazione più folle. Sensazioni che credeva aver dimenticato e che ora a dispetto del tempo tornavano a farla annegare tra le braccia di Spike, le cui spinte si facevano sempre più forti e intense, finche entrambi non vennero. Lantamente usci da lei e prese a baciarla con sempre più passione. Non si sarebbe mai saziato abbastanza di lei. La voleva sempre, disperatamente. Era come una droga.

_Verrò da te questa notte amore. Non credere di sfuggirmi ancora.

Lentamente si stacco da lei se pur con molta fatica, e si allontanò.

Rimasta sola si risistemò e si dette il tempo di calmarsi. SE fosse entrata in quelle condizioni qualcuno avrebbe potuto capire. Poi entrò nel locale pronta a portare avanti il suo piano.

 

 

 

Restò a guardarla nascosto nell'ombra finchè non la vide entrare nel locale. Solo allora gettò a terra la sigaretta fumata ormai fino al filtro e sparì nella notte. Non riusciva ancora a credere di averla ritrovata dopo tre anni di ricerca, ma ora lei non gli sarebbe più scappata. Continuò a camminare per le strade ormai quasi deserte di LA, ripensando alla prima volta che l'aveva vista.

 

>>>>> QUATTRO ANNI PRIMA <<<<<<

 

Si trovava nell'ampio e luminoso ufficio di Rupert Giles, il più potente dei boss mafiosi di NY. Lui l'aveva chiamato perchè lo voleva fra i suoi uomini, e di sicuro lui non si sarebbe fatto scappare un occasione del genere. Quando la grande porta in mogano dello studio si era spalancata improvvisamente e rumorosamente, mentre scompigliata testa bionda vi si affacciava con un innocientemente colpevole sorriso sulle labbra rosse. Elisabeth, la figlia di Giles, entrò nellla stanza a passo leggermente svelto, come se morisse dalla voglia di correre tra le braccia del padre, e arrivata alla scrivania gli regalava il più radioso dei sorrisi, dopo aver degnato lui, William Gordon amala pena di uno sguardo. Sorrise tra se, sicuramente la piccola e innocente Elisabeth, di appena 17 anni ignorava chi fosse il padre e cosa faciesse, convinta magari che lui fosse un rispettabile uomo di affari. Poi come era entrata, uscì, senza neanche quardarlo. Scosse la testa, non doveva farsi strane idee. Senza dubbio lei era bellissima, ma intoccabile. E infondo gli sarebbe dispiaciuto macchiare l'innocenza di quell'angelo biondo. Passò qualche settimana prima che lui si accorgesse che Elisabeth, lo evitava di proposito. La vedeva fermarsi spesso a chiacchierare con tutti gli uomini di suo padre e flirtare con i più giovani. Chiamava indistintamente il più vecchio o il più giovane dei gangster con cui si trovava per nome, ma lui no. Sempre e solo per cognome, sempre e solo saluti fugaci solo se assolutamente necessari. Il sangue gli ribbolliva nelle vene dall'affronto. Come si permetteva quella ragazzina di ignorarlo. Decise che l'avrebbe sedotta a qualsiasi costo. Iniziò una lunga corte, che sembrava non avere mai fine. Anzi sembrava che lei neanche si accorgesse delle sue attenzioni. Il suo orgoglio non lo sopportava, tuttavia dovette arrendersi. E allora accadde. Lei prese a fissarlo di nascosto e avrebbe giurato di leggere un certo interesse in quegli occhi di un verde intenso. ma decise di ignorarla. Passò un altra settimana e Joyce, la moglie di Rupert dette un altro dei suoi balli. La serata era terribilmente noiosa e calda e lui non resistendo oltre si allontanò dalla casa padronale, lungo gli immensi giardini che la circondavano.

_Sai mi aspettavo maggiore insistenza dal più temuto play boy di NY.- una voce suadente e leggermente ironica aveva interrotto il silenzio di quei luoghi. Una voce che gli sembrava famigliare.

_Chi sei, fatti vedere!- disse voltandosi di scatto per restare folgorato dalla sorpresa alla vista di quello che stava avvenendo. Elisabeth avanzava lentamente verso di lui, come un letale predatore alla sua preda, con movenze impnotiche e sensuali.

_Che c'è Spike, hai perso la lingua?- e scoppiò in una risata cristallina.

_Non dovrebbe essere qui, signorina. Potrebbe essere pericoloso.

_Sai mi hai molto delusa, speravo resistessi di più.

_Cosa vuoi dire?- Non capiva molto di quello che stava succedendo, ma una cosa era certa, l'igenua ragazzina che lui credeva lei fosse, non era mai esistita. Ora davanti a se c'era una donna affascinante e sicura di se, che gli stava facendo ribollire il sangue nelle vene.

_Semplice, ho voluto giocare con te.-e mentre lo diceva gli si era avvicinata fino a sfiorarlo.- Volevo vedere quanto ci avresti messo a farti avanti. Ma tu ti sei arreso.- aggiunse con una certa delusione.

_Chi ti dice che la mia non fosse solo una tattica.-e le cinse la vita con un braccio attirandola maggiormente a se.- Sai dovresti stare più attenta passerotto, a giocare con il fuoco ci si può bruciare.

_E se io volessi bruciare.-Gli sussurrò vicino all'orecchio.

_Sarò felice di accontentarti.- e l'aveva baciata, con tutta la passione di cui era capace, con tutto il desiderio che provava. E lei non si era tirata indietro. Era così che rea iniziata tra loro. Una storia di sesso in cui non c'erano sentimenti. Ma ad un tratto questa si era trasformata. Senza sapere come si erano ritrovati a passeggiare lungo gli immensi giardini sotto mano nella mano, con solo la luna come testimon di quel cambiamento. I loro sguardi si erano fatti timidi e fugaci, mentre prendevano consapevolezza che non era più solo sesso. Poi al sorgere del sole, nascosti nel loro angolo privato.

_Buffy, non so quando tutto questo sia iniziato, ma non voglio che finisca.-l'aveva guardata negli occhi leggendovi la sorpresa.

_Neanche io voglio.-aveva risposto, ed era sincera.

_Allora accetta questo.- e gli avava mostrato una piccola scatolina con dentro un anello molto semplice.

_Spike io...

_Ti prego, di solo che lo accetti. Non mi importa se non lo indosserai.poi lei lo aveva baciato, dolcemente e a fior di labbra.

_Non me lo toglierò mai.- gli aveva risposto a fior di labbra, prima che lui ne riprendesse possesso in un bacio pieno di desiderio.

_Ti amo.

_Anche io, William.

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Scosse il capo, cercando di fare chiarezza nella sua mente. Perchè Buffy era scappata, senza un parola, senza un avvertimento. Quella sea lei gli avrebbe dovuto dare una spiegazione.

 

 

Lentamente si diresse verso casa sua. Era molto tardi, la serata con Angel era stata terribilmente noiosa, anche perchè lei non aveva prestato molta attenzione a quello che lui diceva. Era stata troppo impegnata a ripercorrere ogni attimo di quello che era successo con Spike quella stessa sera. Lui era dacapo nella sua vita, ci era tornato da appena tre giorni e gia minacciava la sua salute mentale. No, tutto questo non avrebbe portato nulla di buono, doveva fare in modo che lui lasciasse la città, o quantomeno che non volesse più avere a che fare con lei. Aprì la porta del suo appartamento, sembrava non esserci nessuno. Non sapeva se sentirsi delusa o sollevata, ma appena ebbe fatto qualche passo in più nel salotto, una voce la distrasse dalle sue considerazioni.

_E' parecchio tardi passerotto. Iniziavo a credere che per stanotte non saresti più rientrata.

_Spike, come sei entrato? No, lascia perdere, era una domanda stupida.

_Io e te dobbiamo parlare dolcezza, ora. Non me ne andrò di qui finchè non avrai risposto alle mie domande.

_Spike, non puoi aspettare domani, è molto taredi, sono stanca.

_No, ora.

_Daccordo, accomodati. Da dove vuoi che inizi.-cercò di apparire il più calma possibile, non doveva dargli nessun modo di leggerle dentro, non questa volta.

_Io direi dal perchè sei scappata.

_Avevo bisogno di cambiare aria.- Mentì.

_Cosa?! Buffy ti rendi conto di quello che dici? Per mesi ho cercato di sapere, senza che tuo padre se ne accorgesse, dove eri finita, e tu ora vuoi farmi credere che sei andata via pechè volevi farti una vacanza?

_E' così. -Tentò di convincerlo lei.

_Dio Buffy, la gente non scompare in quel modo quando va in vacanza. Non Ho avuto tue notizzie per tre anni!

_Non vedo quale sia il problema, Spike.Non hai alcun diritto su di me.

_Cosa?! Buffy tu mi amavi! Noi ci amavamo, perchè...

_Ti sbagli. E' stato divertente per un po, ma la cosa era diventata troppo sdolcinata per i miei gusti!- Sapeva che così lo stava uccidendo, ma non aveva scelta, doveva rimanere ferma, impassibile, glaciale. Lui non doveva leggere il dolore che le causava pronunciare quelle parole. Allontanarlo da se, quando tutto quello che voleva era morire tra le sue braccia. - Ora che hai avuto le tue risposte vado a dormire. Sai gia dove è la porta, non c'è bisogno che ti accompagni. - Aggiunse voltandosi per andare in camenra da letto.

Spike intanto che era rimasto bloccato fino a quel momento si alzò di scatto.

_Non può essere vero!- disse afferrandola per un braccio.

_Si invece.- e cercò di liberarsi della sua stretta.

_Buffy fermati.- Disse tirandola più forte e facendola voltare. In quel momento, per via del movimento brusco, il gancio della catenina che lei indossava si sganciò facendola cadere a terra con un lieve suono argenteo. Entrambi erano rimasti pietrificati a guardare la catenina a terra.Spike lentamente si chinò per raccoglierla.

_Ma questo è.... è l'anello che ti ho regalato. Lo porti al collo. Non l'hai tolto.- disse guardandola negli occhi sorpreso, ma pieno di una nuova speranza.

_Ecco... io...l'ho...l'ho trovato tra le mie cose... non sapevo di averlo quando me ne sono andata.- Balbettò cercando di essere credibile.

_Buffy, sei una pessima bugiarda amore.- E l'attirò a se facendo aderire il suo corpo a quello di lui e prese a torturarle il collo con piccoli baci.- Ti prego amore, dimmi la verità.

Si interruppe quando sentì il lamento soffocato di lei, che stava piangendo. Le asciugò le lacrime con un dito e le fece poggiare il capo sul petto.

_Va tutto bene amore, calmati. Mi racconterai tutto quando ti sarai calmata. Ti prego, lo sai che non sopporto di vederti piangere.- Gli disse cullandola nel suo abbraccio finchè non la sentì calmarsi.

 

 

 

_Va tutto bene amore, calmati. Mi racconterai tutto quando ti sarai calmata.Ti prego, lo sai che non sopporto vederti piangere.- gli disse cullandola nel suo abbraccio finchènon la sentì calmarsi.

La guidò fino al divano e la fece sedere in braccio, senza smettere di sussurrarle parole di conforto. Quando alzò la testa dal suo petto si sentì morire.Era stupenda con gli occhi lucidi e quello sguardo infinitamente dolce e spaventato. Non l'aveva mai vista così fragile, lei non glielo aveva mai permesso.Non lo permetteva a nessuno. Dava sempre l'impressione di avere tutto sotto controllo, di non aver mai bisogno di aiuto. Ora sembrava così piccola tra le sue braccia. Si chinò a baciarle le guance, asciugandole le lacrime con i suoi baci, fino a raggiungere le sue labbra. All'inizio fu un bacio tenero, infinitamente dolce e lento. Come se fosse la prima volta per entrambi,poi si fece più appassionato e intenso. Quando si staccarono avevano entrambi il fiato corto e il viso arrossato. Le accarezzò una guancia scostando una ciocca ribbelle di capelli.

_Amore, che è successo? Perchè sei scappata?- il suo tono era infinitamente dolce, preoccupato e innamorato.

_E' difficile William. E' tutto così difficile.Io dovevo farlo, non potevo restare.

_Perchè?- le fece poggiare nuovamente la testa sul suo torace.

_Perchè ti avrebbe ucciso....io...io..non potevo...non potevo permettere che accadesse.- Stava dinuovo piangendo. Avrebbe fatto di tutto per non vederla piangere ma doveva sapere. Le sue parole lo lasciarono sconvolto. Chi l'avrebbe ucciso?

_Buffy, di chi stai parlando?

_Di mio padre.

_Cosa?! Perchè avrebbe dovuto...

_Perchè...

 

 

>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>TRE ANNI PRIMA<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<

 

 

Era raggiante, come tutti i giorni in quel periodo.Si aggirava canticchiando con aria assente per i diveresi corridoi della villa di famiglia, sorridendo a chiunque incontrasse.

_Buffy, dobbiamo parlare. Vieni nel mio ufficio.- Fu la voce di Rupert che la riportò bruscamente alla realtà.

Lo seguì con un brutto presentimento,il tono del padre non preannunciava niente di buono.

_Di cosa dobbiamo parlare?- chiese sperando che il suo presentimento fosse falso.

_Vedi Buffy, ormai hai 18anni, e ora che pensi al tuo futuro.

_Non capisco, cosa.....

_Come sai,- continuò ignorandola.- nella nostra famiglia, da generazioni in caso di figlie femmine è il padre a scegliere lo sposo. Io questo sposo te l'ho trovato.

_Io non ho intenzione di sposarmi con un perfetto sconosciuto!

_Non sei tu a decidere, Elisabeth!

_Ah no!? E se non ti ubbidisco cosa mi farai?- era furente, nessuno poteva decidere della sua vita, nemmeno suo padre.

_Sentiamo Padre, cosa mi farai? Mi regalerai un bel paio di scarpe di piombo e mi farai fare un giretto turistico del porto, "Squartatore"?

_Come?! Da quando lo sai?

_Non sono stupida, e non sono nemmeno ceca! Sono anni che so che non sei altro che un mafioso!

_Bene, allora si di cosa sono capace.

_Non ho paura!

_Elisabeth, Riley è il figlio di uno dei bosspiù potenti di NY. Da tempo io e suo padre siamo impegnati in una lotta tra bande, che finirebbe se tu sposassi suo figlio.

_No. Non voglio entrarci nei tuoi affari!

_E' per lui?- e indicò l'anello alla mano di Buffy.

_Come lo sai?

_Non so ancora chi sia, ma non ci metterò molto a scoprirlo! Sposa Riley e lui vivrà!

 

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Sospirò pesantemente.

_Sapevo che l'avrebbe fatto. Non avevo altra scelta, dovevo andarmene.- alzò lo sguardo fino a incontrare gli occhi di lui.- Non potevo sposare Riley. E non potevo permettere che tu morissi.

_Potevi dirmelo, avremmo trovato una soluzione.

_Ti conosco, testardo come sei l'avresti affrontato. Non potevo rischiare.- gli occhi le si velarono nuovamente di lacrime.- Ti preferivo lontano da me invece che morto!

_Shh piccola, è tutto a posto. Ora siamo in sieme.- E la baciò dolcemente.

 

[WIP]