Fanfiction
ospitata per gentile concessione del Bloodylove in attesa di
riuscire a rintracciare l'autrice.
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OZ
Di Siranna
Buffy Summers camminava decisa verso
Rovello(grazie Lu) Drive, stava tornando a casa dopo aver passato un pomeriggio
in compagnia di Willow, pomeriggio che avrebbe dovuto essere divertente e all’insegna
del relax post-scuola ma che si era rivelato tutt’altro.
Certo voleva un gran bene a Willow,
sin dal suo primo giorno alla Sunnydale Hig School quando aveva dovuto
assistere all’umiliazione della rossa da parte di Cordelia aveva
pensato che sarebbero state amiche. E quando quel pomeriggio aveva trovato la
sua camera invasa da fazzoletti usati, si era convinta che occorresse un
intervento drastico per risvegliare l’amica dallo stato di torpore e
depressione. Era entrata tutta sorridente e, dopo aver spostato una
ragguardevole quantità di moccichini dal letto, si era seduta accanto alla
ragazza.
-Che succede Will? È esplosa la
scatola dei clinex?- lei si era voltata e per poco a Buffy non era preso un
colpo, la sua faccia assomigliava a uno di quei quadri di Kandisky anzi, a uno
dei primi schizzi mal riusciti. Era evidente che aveva tentato in qualche modo
di truccarsi ma la mano mal ferma non era l’ideale per
quell’attività. La matita nera, una così pesante l’aveva
vista solo addosso a qualche dark nel giorno di carnevale, formava delle strane
linee discontinue simili a quelle di un elettrocardiogramma. Un mascara
rigorosamente nero colava dagli occhi come pioggia a causa delle lacrime,
poteva sembrare che avesse ricevuto un paio di pugni in pieno viso. La tonalità
di rossetto era quanto più simile al nero ci potesse essere e sarebbe stata
anche graziosa se non fosse sbavato tutto intorno alle labbra, come se si fosse
abbuffata di cioccolato.
Si trattenne dallo scoppiare a ridere
ma sgranò gli occhi e accarezzò una guancia dell’amica, le
faceva una tale tenerezza con quegli occhioni stanchi e rossi di pianto…
-Wills ma che cosa hai combinato?-
chiese premurosa, cercando un fazzoletto pulito. Lei glielo porse non curante e
con voce rotta di pianto rispose.
-I-io mi sono truccata…agli
uomini piacciono le dark? B-bè ecco fatto! Così non sarò più guardata come la
povera sfigata secchiona Willow! Da oggi in poi basta vestiti che mi fanno
sembrare una torta alla panna…s-solo r-roba s-scura…-
ricominciò a piangere disperata e tutto il lavoro che Buffy aveva fatto fino a
quel momento andò a farsi benedire, mentre fiumi di inchiostro nero
incrostavano le guance. Capì da cosa era dipeso il gesto sconsiderato dell’amica:
Veruca. La ragazza licantropo che le aveva portato via Oz, lei era molto il
tipo dark e si ricordava che l’amica aveva già tentato di
imitarla. Il dolore per il ragazzo era ancora decisamente vivo, basti pensare a
cosa aveva fatto qualche giorno prima…rabbrividì al pensiero e tornò a
ripulire Willow. Cercò un nuovo fazzoletto che le fu fornito dall’amica,
sembrava che sgorgassero dalle sue mani come i conigli dal cappello dei
prestigiatori, che il corpo si fosse adattato alla nuova condizione
lacrima-permanente e avesse instaurato una produzione costante di clinex per
arginare le perdite?
-Will ma che dici? Guarda che non è
assolutamente vero! Xander ad esempio sta con Anya e lei è la persona più
colorata e stravagante che…- s’interruppe
notando l’occhiataccia dell’amica. “ok pessimo
esempio Buf, Anya è un demone, è normale che sia un po’
matta e io l’ho paragonata a lei!” si disse
tra sé.
-Insomma…senti
andiamo di là e ci puliamo ok? Poi mi racconti tutto se ti fa sentire meglio.-
era consapevole che una frase del genere poteva risultare molto pericolosa,
ormai conosceva il ritornello a memoria: “Buffy e se fosse colpa mia?
Insomma magari non l’ho mai capito…sono
così depressa…sono una stupida! Avrei dovuto fermarlo e parlargli…però
magari sarebbe stato peggio! E se lui si aspettava che io lo facessi e siccome
non l’ho fatto è rimasto deluso e se n’è
andato? Avrà pensato che non tenevo a lui…ma non è vero! Io lo amo! E se
vuole che io lo chiami per dirgli di tornare e io non lo faccio e pensa che non
mi manca…se n’è andato via da talmente tanti
giorni…” il tutto arricchito da pianti e lacrime grandi come
prugne. Però le voleva talmente bene che non riusciva a non farsi raccontare
tutto un’altra volta, in fin dei conti lei l’aveva
ascoltata moltissimo a causa di Angel! Era un sacco di tempo che non pensava
più a lui, a volte le capitava di sognarlo ma per pochi istanti e anche così
non era che un viso sbiadito. Certo avrebbe avuto sempre un posto speciale nel
suo cuore, lo amava ancora tantissimo e non dubitava che se fosse tornato non
avrebbe esitato a rimettersi con lui. Questo però era meglio non farlo sapere a
Riley, già aveva avuto qualche problema con la storia di Spike…se
solo pensava a quello le venivano i brividi ma la cosa peggiore era che non era
certa di che cosa glieli provocasse…
Eppure amava ancora Angel, più di ogni
altra cosa ma non l’avrebbe mai confidato che a sé
stessa, o forse anche a Willow. Era sicura che lei sapesse, era la sua migliore
amica e confidente dai tempi del liceo! A Xander sicuramente avrebbe taciuto
tutto, lui adorava il suo nuovo ragazzo mentre Angel non l’aveva
mai sopportato. A volte la faceva così infuriare! Ma che se lo sposasse lui se
tanto lo apprezzava, non poteva sopportare quando criticava il suo vampiro e se
Riley rideva delle mediocri battute era ancora più propensa ad uccidere. Anche
se se la prendeva con Spike le dispiaceva, sole lei aveva il diritto di
criticarlo, era proprietà privata! “ma che sto dicendo? No, non lo
sto difendendo, era solo una considerazione sbagliata…un
postumo della magia di Willow, ecco certo Buffy, era così.”
Disse tra sé. “tanto più che con la sua lingua sa difendersi da
solo! A proposito della sua…NO! Buffy riprenditi! È solo
colpa della magia, solo della magia!” si costrinse a tornare con i
piedi per terra e la mente all’opzione Brava Ragazza.
Naturalmente il pomeriggio era
trascorso come da copione, tra lacrime versate alla velocità della luce e
inesauribili sproloqui. Buffy si chiedeva come mai casa Rosemberg non fosse allagata
e non vi crescesse muffa sui muri, vista la quantità di acqua che la sua amica
vi riversava.
Una volta rassicurata Willow di
chiamarla non appena giunta a casa per sentire come stava riuscì ad andare a
casa.
Ora stava camminando ma era
completamente sopra pensiero, più volte centrò delle buche ma non ci fece caso.
Per la prima volta dopo diciotto anni non inveì contro i costruttori
incompetenti delle strade americane. La cosa che distraeva Buffy era, come
logico, il problema Oz-Willow. Voleva assolutamente trovare una soluzione sia
perché non poteva sopportare la sua amica che piangeva giorno e notte e anche
per un fattore personale. Non per essere cattivi certo ma da quando Willow
soffriva non c’era più stato un attimo di pace per nessuno della Scooby
Gang. Oltre alle varie chiamate nel cuore della notte seguite da lacrimanti
lamenti c’era tutto il bagaglio soprannaturale, la ragazza si
sfogava con la magia e questo creava una serie di problemini di natura poco
piacevole.
L’ultimo era stato il peggiore,
Xander si era ritrovato assediato dai demoni che uscivano da ogni nascondiglio
solo per trovarlo, Giles era diventato improvvisamente cieco e lei e Spike…si
erano innamorati perdutamente l’uno dell’altra
e stavano per sposarsi. Stava per andare all’altare con
un anello di fidanzamento a forma di teschio!! Inoltre, a causa dei continui
demoni che volevano agguantare Xander, avevano dovuto rifugiarsi in una cripta
e lì lei e il vampiro si erano…dati molto da fare.
Dopo essere guarita dall’incantesimo
aveva passato una settimana a fare sciacqui col collutorio finché non aveva
finito la bottiglietta e la sua bocca era diventata un ambiente letale per
qualsiasi sfortunato germe vi si fosse introdotto.
Sia lei che Spike avevano giurato di
non rivangare più la cosa perché per entrambi era imbarazzante, soprattutto per
il fatto che almeno a Buffy era un po’ piaciuto…ma
questo non doveva uscire dalla sua mente.
Giunse a casa completamente
soprapensiero, aprendo la porta gridò automaticamente alla cucina: -Ciao mamma,
stasera non ceno, devo riflettere.- ed era corsa in camera sua con il cervello
che già fumava.
Joyce non replicò nulla ma osservò
stranita la figlia. Era da quando andava alla Emery che non saltava un pasto
perché doveva pensare! Solo l’idea di associare le parole
Buffy e Pensare poteva risultare ironico, voleva tanto bene alla sua bambina
però non si poteva dire che usasse troppo la materia grigia, era più che altro
una persona impulsiva che agiva in modo spiccio usando cazzotti e calci in
bocca. Fortunatamente c’era Willow che possedeva un po’ di
sale in zucca e nonostante praticasse magia le piaceva, riusciva ad infondere
nella figlia quella dose minima di buon senso. C’era poi
quell’uomo, il signor Giles, che le faceva da osservatore e
che era inglese, un tipo strano e un po’ bizzarro che però sembrava
degno di fiducia e con criterio e poi aveva certi occhi… “ah
Joyce…dovresti conoscerlo più approfonditamente…non
si sa mai…” fu risvegliata da questi pensieri appena in tempo prima
che degenerassero dalla spia del fornello. –Caspiterina
le patatine!- disse mentre si affrettava a spegnere il fuoco prima che la cena
si trasformasse in una poltiglia bruciacchiata.
Lanciò un’occhiata
al frigo e vi lesse un promemoria che si era fatta nel pomeriggio, interruppe
il salvataggio dei tuberi e si avviò verso la camera della figlia.
Buffy aveva il cervello che macinava
idee sempre più assurde e contorte su come aiutare Willow, aveva già elaborato
una ventina di idee non troppo impossibili e le valutava con occhio critico. Il
punto principale non era distogliere il pensiero dell’amica
da Oz, questo era escluso anche perché non ci sarebbe riuscito nessuno. Era
giunta alla conclusione che si dovevano riunire e per fare questo aveva bisogno
di scovare il musicista, fin qui tutto facile ma come mettere in atto il piano?
-Buffy? Puoi aprire un secondo?- sua
madre stava bussando togliendole la miracolosa concentrazione. “prima
si lamentano che non rifletti mai e quando finalmente lo fai vengono a rompere
ogni cinque minuti…che ci sia un manuale che lo
prevede?” sorrise quando le venne in mente che due o tre anni
prima sua madre lo aveva consultato per crescerla in modo adeguato…considerato
che era andata a letto con un vampiro e gli aveva fatto perdere l’anima,
che aveva sventato tre apocalissi e che era scappata di casa cambiando nome,
quei volumetti non dovevano essere molto utili…o forse c’era
il problema Buffy uguale Cacciatrice che non era preso in considerazione dagli
psicologi moderni.
Aprì la porta e sorrise alla donna di
mezza età un po’ trasandata che aveva bussato, ma la sua mente era
ancora in piena attività.
-Amore mi sono ricordata che oggi
pomeriggio ha telefonato Riley, gli ho detto che lo avresti richiamato.- le
mise in mano il telefono in modo da non farla fuggire dall’imminente
promessa fatta a suo discapito. Sospirò rassegnata, convinta che il mondo
intero stesse cospirando contro la sanità mentale di Willow e la sua beneamata
tranquillità.
-Grazie mamma, lo chiamo da qui.-
Joyce annuì e ritornò in cucina, sperando ardentemente che la sua cena non si
fosse tramutata in una poltiglia appiccicosa color marrone.
La ragazza sollevò il ricevitore
portandoselo distrattamente all’orecchio e compose il numero del
Campus. Una voce monotona da centralino le rispose destandola dalle
macchinazioni in cui era ricaduta.
-Riley Finn per piacere…-
attese che le passassero la sua stanza e il bofonchiare tipico del ragazzo la
raggiunse… a volte si chiedeva cosa trovava in lui, poi
ovviamente le venivano in mente una serie di circostanze piacevoli che
continuavano a farle dire “ti amo” al
soldato e si sentì sicura, perché lei le provava quelle parole…
-Ciao Riley sono io.- disse, mentre la
sua mente vagava già via.
“…dovrei solo riuscire a trovarlo e per farlo ci
vorrebbe qualcuno che seguisse delle…emh per così dire tracce ma
dubito che Oz semini volantini ogni volta che attraversa un luogo…”
-E quindi ti dicevo che io e i ragazzi
avevamo pensato…- “…eppure ci deve essere un modo
per rintracciarlo! Non mi arrenderò così presto.” E continuò
a macinare ipotesi ignorando lo scroscio di parole dall’altro
capo del filo.
-Buffy? Mi stai ascoltando?- lei
scosse un secondo la testa e si guardò intorno nella camera per vedere chi la
chiamava ma nulla.
-Buffy! Ci sei!?- si rese conto di
tenere in mano un telefono e dedusse che dall’altra parte
ci fosse qualcuno, poi collegò e si ricordò di Riley. Battendosi una mano sulla
testa e facendosi un appunto mentale di richiedere la garanzia del cervello
rispose:
-Riley, scusa era caduta un attimo la
linea…- “qui cade qualcos’altro
se questo non la smette di parlare, meno male che sono femmina.”
-Ah mi ero preoccupato. Dicevo che io
e i ragazzi avevamo pensato di fare una serata tra di noi, andare al Bronze
magari e…-
-Si certo…-
“potrei chiedere al signor Giles se è in grado di…Willow
non ci riuscirebbe mai, è troppo sconvolta. C’è solo quel
rompipalle di quel vampiro che potrebbe disturbare il rito…hey!
Lui sente gli odori!”
-Così poi passavamo da me e potevamo
stare un po’ insieme tu e…-
-SPIKE!!- urlò tutta contenta e in
preda all’eccitazione! “sono un genio! Lui riuscirà a
fiutarlo e…”
-Buffy ma che sta succedendo? Che
centra l’ostile 17!?- si maledì per aver parlato ad alta voce
e di apprestò a riparare il danno.
-No niente è che…non
ho tempo per parlare ora, devo chiamare Willow, è questione di vita o di morte,
scusa Riley.- attaccò il telefono piuttosto non curante delle proteste e si
buttò sul letto cominciando a saltellare tutta felice e con il sorriso da un orecchio
all’altro.
Dalla porta semi chiusa arrivò la voce
preoccupata della madre che le chiedeva se andava tutto bene. –Mai
stata meglio mamma!!- urlò agguantando il telefono.
“non ci credo! È un piano stupendo che è venuto in
mente tutto a me!!! Così la smetteranno di considerarmi male!! C’è
solo un problema… ho bisogno di parlare con Angel…”
si calmò di colpo e riappese il
ricevitore. Questo era il vero problema, se non l’avesse
chiamato il piano sarebbe andato a rotoli ma farlo aveva come conseguenza udire
la sua voce e quindi rivedere il suo viso dall’espressione
agrodolce e i suoi occhi profondi ed enigmatici. Però si parlava di Willow! La
sua migliore amica che aveva fatto di tutto per lei e che stava male come un
cane, non si doveva nemmeno porre problemi di quel genere! Avrebbe affrontato
Angel e tutto quello che comportava pur di renderla felice.
Chiamò l’amica e le
espose tutto il suo piano con il maggior tatto possibile e la migliore voce
sicura ed allegra. Non fu affatto facile convincerla a provare, sia per la
naturale timidezza che la caratterizzava sia perché era piuttosto scettica, il
maggiore problema era il vampiro, per un fatto d’imbarazzo e
di incertezza. Le aveva detto: “e-e tu credi d-davvero che ci
aiuterà? Ma lui mi odia e…” non l’aveva
lasciata terminare per impedire che un groviglio di dubbi assalisse anche sé
stessa. Dopo molti pianti e promesse era riuscita a convincerla a fare una
prova anche perché, come giustamente le aveva ricordato, ci avrebbe pensato lei
a convincere Spike…forse non necessariamente a
pugni...
Dopo aver concluso con Willow erano le
undici, il tempo era volato e anche i soldi della bolletta ma era un’emergenza
e si sa che per le emergenze non ci sono bollette vhe tengano!
Ora veniva il difficile, però era
fondamentale. Tanto più che a quell’ora doveva essere reperibile, si
fece coraggio e si pettinò un poco, sentendosi decisamente idiota dato che
nessuno l’avrebbe vista. Respirò a fondo auto convincendosi che
sarebbe andato tutto bene e che ne sarebbe uscita nel migliore dei modi, senza
che la sua mente ordinasse alle ghiandole lacrimali di azionarsi alla fine
della chiacchierata e alla voce di apparire adorante e in attesa di un cenno d’affetto.
Compose il prefisso di Los Angeles e
poi il numero della Angel Investigations(oddio, dubbio atroce, si chiama
così?nn sn pratica di Ats..), attendendo mentre il noioso e snervante “tu-tuut” le
faceva saltare i nervi. In quei brevi secondi l’agitazione
era salita talmente tanto da rendere la gola secca e gonfia e la fronte imperlata
di sudore...
-Pronto qui è
-Corduffygnoangelortante- farfugliò
mentre il cervello inviava la frase giusta ma la bocca e la lingua
bisticciavano, rifiutandosi di pronunciarla. Sospirò sconsolata.
-Doyle!! Puoi venire un secondo?
Demone al telefono, ho bisogno di un interprete e anche di andare a dormire…puoi
occupartene tu per cortesia?- urlò la donna stordendo la cacciatrice che
riacquistò l’uso della parola.
-Cordelia sono Buffy, scusa ma mi è
andata la saliva di traverso…- silenzio un secondo poi ci fu
una lunga cristallina risata.
-Buffy? Ciao! Avrei dovuto capire
subito che eri tu.- esclamò canzonatoria la voce. “ah-ah
molto simpatica miss vestiti e carta di credito-dipendente.“
-Sì emh…non ho
molto tempo, ho bisogno di parlare con Angel.- ci fu un’espressione
di stupore soffocata che non tranquillizzò per nulla la ragazza.
-Buffy sai che non tornerà vero?-
Stong! Mazzata in testa in arrivo da Los Angeles!
-Cordy non ho chiamato per questo,
voglio solo che mi faccia un favore.- precisò sconsolata, chiedendosi come mai
tutti la ritenevano disperata a tal punto da umiliarsi così. “devono
conoscermi veramente bene…”
-Ah, scusa è solo che non volevo dover
passare la notte a consolarti al telefono.- “che faccio
la insulto oppure le urlo di colpo nell’orecchio?”
-Va bene, me lo passi?- chiese
cercando di mantenere la calma il più possibile.
-Certo, aspetta un secondo.- una
stupida musichetta d’attesa le trapanò le orecchie,
una vecchia canzone degli anni cinquanta che probabilmente il vampiro
considerava graziosa. L’agitazione saliva a dismisura
mentre quell’odioso motivetto le risuonava in testa avendo l’effetto
di un pungolo sulla carne. “sto per parlare con Angel, sto
per parlare con Angel e questo non mi crea problemi, è una questione di lavoro.
Si! Convinciti ragazza.”
La odiosa musica finì e le mancò un
battito mentre la voce infelice del suo ragazzo “ex ragazzo,
lapsus freudiano” le giungeva alle orecchie e le infondeva un calore
ovattato e piacevole, le mancava così tanto…
-Ciao Angel…- si
bloccò per deglutire e lui le rispose domandandole cosa desiderava. “oh un
sacco di cose amore…da te un sacco…calma
Buf, respira.”
-Ehm…e…- si
bloccò di nuovo. “respira ragazza, ricorda: un dialogo è botta e
risposta, parole e frasi, frasi e periodi…”
-Vo-volevo chiederti una cosa…- si interruppe
di nuovo, inutile non riusciva a parlare per più di due secondi.
-Buffy…lo sai vero
che io non posso tornare…ne abbiamo già parlato.- un
lieve rancore le si insinuò dentro, lui era già pronto a sputare sentenze,
proprio come al ballo di fine anno. Decisioni prese solo da lui per il bene di
tutte e due…senza chiederle cosa ne pensava. E ora aveva l’arroganza
di credere che lo chiamasse per implorarlo di ritornare da lei, pensò godesse
nel negarglielo. Aveva la presunzione di credere che pensasse solo a lui e a
come riconquistarlo. Strinse il ricevitore con forza fino a farlo scricchiolare
e decise di non dargli la soddisfazione di sentirla sbavare.
-Angel non ho tempo per queste cose,
voglio un favore.- “vai così Buf! Fagliela vedere”
-Ah…capisco, di
che si tratta?- gongolò nel sentirlo deluso dalla sua voce fredda, adesso lo
avrebbe ripagato per l’umiliazione ricevuta un anno
prima. “vediamo chi è la ragazzina ora.”
-Mi occorre la gemma di Amara…”rincariamo
la dose ragazza.”…per Spike- intrecciò il dito nella cornetta con fare
lezioso, rallegrandosi ancora di più di aver avuto la brillante idea di
menzionare l’altro idiota, senza nemmeno riflettere su quale
conseguenza potessero avere le sue parole. Soprattutto su sé stessa.
-Spike!?! Buffy ti senti bene? Se me l’hai
mandata proprio perché…- era geloso, oh se lo era! E
lei ci godeva un mondo.
-Angel, che stress! Non è per lui-lui!
Devo aiutare Willow e lo devo fare trovando Oz, per trovarlo mi occorre Spike e
il suo fiuto “prendi e porta a casa! Non voglio te!…si
raccontatela Buf”… e lui ha il cip quindi è facilmente controllabile,
per usarlo ho bisogno di averlo con me ventiquattrore su ventiquattro “incassa
Angel! Rimpiangi di avermi lasciato per il mio bene! Avevi solo paura!” e
per fare questo mi occorre la gemma. È un circolo vizioso, mi sono spiegata
abbastanza bene oppure ripeto?- sogghignò tra se per l’improvviso
silenzio che era caduto a Los Angeles.
-Angel? Ci sei ancora?- domandò
innocentemente ma abbastanza in tono risoluto. “mi dispiace
tesoro…ma lo devi capire come si soffre…”
-Si…ma amore “ah-ah
siamo tornati a questi appellativi è? Tanto non attacca” sei
sicura che la gemma non lo renderà di nuovo invincibile?- Buffy soffocò uno
sbadiglio mettendoci un po’ più entusiasmo del necessario.
-Ne ho già parlato col signor Giles “non è
vero ma mi serve per convincerlo.” Ed è tutto a posto, manchi solo
tu per il contributo…non mi dirai che non vuoi
aiutare Will? Ha espressamente riposto la sua fiducia in te…- ”uno a
zero palla al centro.” Sogghignò diabolicamente ed
attese.
-No certo…allora
quanto starai con…Spike?- era geloso e lo sapeva, non vedeva l’ora
di sganciare la prossima bomba.
-Oh…non lo so,
penso per molti giorni. Ma non ho problemi, siamo diventati un poco amici “ok,
non è vero ma dopo essere stati sul punto di sposarci direi che siamo un po’ più
intimi…Buffy smettila!” e andiamo d’accordo,
Willow sarà con noi comunque.- lo sentì deglutire con molta difficoltà e respirare
affannosamente, nonostante non occorresse per nulla e questo la mandò in brodo
di giuggiole. Si stava prendendo una di quelle rivincite!
-Va-va bene, te la mando per domani
con la posta e…bè buona fortuna. Buffy io non so se sia una…-
-Si va bene Angel grazie mille, buona
notte- attaccò di colpo, non avrebbe retto più. Stava per scoppiare a ridere e
a piangere, sia perché era felice di averlo fatto ingelosire sia perché le
dispiaceva molto di ferirlo…infondo lo amava…forse.
Ora rimaneva giusto il tempo per
schiacciare un pisolino prima di passare all’azione, la
fase uno aspettava sia lei che l’amica.
Si mise il pigiama e si infilò sotto
le coperte, pregustando quello che la mattina dopo l’aspettava,
ancora su di giri per averla fatta pagare al vampiro e per aver trovato un
piano a prova di bomba.
La sveglia suonò assassina alle sette
e mezza, la prima mattina di vacanza dopo che il college era finito. Buffy
allungò una mano e diede un gran colpo all’oggetto maledetto riducendolo in
pezzi. -Ben ti sta brutta carogna…- biascicò piena di sonno,
mentre si avvolgeva nelle coperte come un bruco nel suo bozzolo. Sentì di nuovo
le palpebre farsi pesanti e si abbandonò felice al meritato riposo, sperando di
tornare al sogno che stava facendo prima su qualcosa di giallo ma mortalmente
bello…
-Buffy!!! Io vado al lavoro! Vuoi che
stacchi il telefono?- la ragazza aprì gli occhi maledicendo chiunque avesse
permesso che l’uomo parlasse già alle sette di mattina. Spostò le
lenzuola che le coprivano interamente la testa e prima che la madre emettesse
un altro strillo stile benshii le disse:-Sì…va-UAH!-va
bene…- ma non riuscì a finire la frase che fu soffocata da
un eccezionale sbadiglio. Si lasciò ricadere sul letto pronta ad andare in coma
per circa quattro ore…
-Buffy stavi dormendo?!?- gridò
innocente la donna sempre più vicina a camera sua, tanto che l’urlo
risultò più possente. La cacciatrice strinse i pugni e si conficcò le unghie
nella carne, producendo dei notevoli buchi attraverso le lenzuola. Imprecò
silenziosamente contro quelle domande idiote che servivano solo a far
arrabbiare maggiormente le persone. Ripetendosi mentalmente che quella era sua
madre e non uno stupido vampiro da polverizzare cercò di mantenere un tono
calmo e rilassato da brava bambina.
-No mamma, ero sveglia. Buon lavoro
mamma, ci vediamo oggi mamma.- Joyce le mandò un bacio e un saluto dalle scale
e se ne andò. Solamente quando sentì la porta sbattere e le chiavi girare nella
serratura si permise di lasciarsi andare in un grido liberatorio.
-Finalmente! Casa vuota e silenziosa
tutta per me…- ricadde pesantemente sul cuscino abbracciandolo
teneramente e allargando la bocca in un sorriso rilassato, avvolgendosi nelle
morbide coperte che la proteggevano dal brutto mondo rumoroso, perdendosi nell’oscurità
soffusa della stanza e nel regolare suono del proprio respiro. Tornò in uno
stato di torpore riposante, quanto di più simile al sonno ci fosse e gioì nel
capire che presto avrebbe varcato anche quello stadio. Era così meraviglioso
sapere di stare per dormire profondamente dopo tanto tempo, senza avere
pensieri o preoccupazioni per la testa, con la sicurezza di aver fatto la cosa
più giusta. In effetti compiere buone azioni alleggeriva parecchio l’animo
e rendeva spensierati, sapere che presto avrebbe reso la sua migliore amica la
più felice di tutte le persone su questa terra era così appagante! Senza
contare che finalmente, dopo molto tempo si sentiva completa e libera! Libera
dal pensiero di Angel che l’assillava continuamente, o certo
gli sbavava ancora dietro però…un po’ meno…diciamo
che ora quando ripensava a lui intensamente le bastava un secchio solo per
raccogliere la bava e un pacchetto di fazzoletti in cui riversare le
lacrimucce. Ma si stava lentamente perdendo nel corso dei ragionamenti e
sopraggiungeva improvviso il tanto agognato sonno, portava con sé il sogno che
l’avviluppava e la stregava come una dolce melodia
suonata dalla stanchezza. Ecco ritornare quella meravigliosa figura…aveva
un viso così bello e dolce, l’aria intrigante e quel giallo
color del sole che…
Driiiiiiiin …Driiiiin
Buffy imprecò molto violentemente e
con un entusiasmo tale da essere paragonata al più efficiente scaricatore di
porto. I frammenti di sogno che si stavano riformando si infransero
inesorabilmente, come i vetri di una finestra colpiti da una palla da baseball.
Si aggrappò a quegli ultimi istanti di sonno che disperatamente mente e corpo
esigevano ma non riuscì a tenerli, scivolarono via veloci come l’olio
e con loro la sua pazienza.
Si alzò dal letto sbattendo in un
angolo le coperte, agguantò la vestaglia che si strinse con rabbia alla vita e
inforcò le ciabatte di peluche con la faccia da maialino che non si addicevano
per nulla al suo umore. Inciampò in una scarpa che finì direttamente fuori
dalla finestra e spalancò la porta di camera sua con un impeto tale da
scardinarla. Si apprestò a scendere per le scale in assetto di guerra stile
Rambo, ciabattando rumorosamente sui gradini che pestava come se volesse
ridurli in cenere, perdendo ogni briciola di grazia che una diciannovenne
dovrebbe avere e ripetendosi come un rosario: “se suona un’altra
volta lo uccido.”
Il postino che attendeva pazientemente
di svolgere il suo lavoro fu tentato di suonare un’altra
volta, certo che però erano appena le sette e trenta di mattina…magari
era ancora a letto. Era un ragazzo di vent’anni che ammirava segretamente
la bionda di quella casa, aveva potuto vederla poche volte e quindi cercava di
recapitare qualunque cosa fosse destinata al numero 1630 di quella via.
Purtroppo per lui erano solo riviste d’arte per la madre che, seppur
fosse tanto gentile, non gli interessava minimamente. La ragazza poi non era
quasi mai a casa perché molto impegnata con i suoi amici e…il
suo ragazzo, soffriva quando la vedeva in giro a braccetto con lui.
Soffermò il dito per un secondo ancora
sul campanello, indeciso se premere oppure no. Udì dei rumori strani ed
inquietanti arrivare da dietro l’uscio e si allarmò, qualcosa di
sicuramente poco umano si stava facendo strada in quella casa e sembrava venire
verso di lui. Si guardò intorno in cerca di qualcuno a cui chiedere aiuto in
caso di bisogno ma si scoprì tragicamente solo. Fu tentato di scappare via ma
non fece in tempo. La porta si aprì o per meglio dire, si scardinò e sulla
soglia apparve una figura dal viso assonnato e cerchiato da occhiaie, la cui
espressione era tutt’altro che amichevole, i capelli
biondi e spettinati all’inverosimile aleggiavano ad un’aria
di morte e gli occhi erano lancia razzi impazziti. Solo attraverso un
rapidissimo e profondo esame poté riconoscere in quella furia la sua adorata
dea che venerava da lontano e si complimentò con sé stesso per aver continuato
a farlo in quel modo.
L’occhiata omicida e di rabbiosa
attesa che gli rivolse lo fece indietreggiare di un passo. Con voce tremante
disse:-La si-signorina Buffy S-summers?- lei annuì e con tono assassino ed
impastato di sonno rispose:-Che vuole!?- lui deglutì rumorosamente e le indicò
una busta di cartone marroncino che teneva in mano.
-Una raccomandata per lei…se
fosse così gentile da firmare….- le porse un foglio e una
penna, lei l’agguantò con mal garbo e scarabocchiò il nome nell’apposito
spazio, strappandogli di mano il pacchetto.
-Grazie, bu-buona giornata- sussurrò
il ragazzo stando molto attento alle unghie smaltate di bianco che erano
pericolosamente vicino al suo collo. Lei lo fissò con cattiveria.
-Dite, voi delle poste vi fabbricano
così idioti da venire a quest’ora a suonare a casa della gente
oppure vi selezionano tra gli individui più stupidi della terra?- chiese acida.
Lui la fissò, perplesso se rispondere o no, optò per il classico: -Come?- lei
stralunò gli occhi e gli sbatté la porta in faccia.
Entrò in cucina e prese il taglierino
che sua madre usava per aprire le consegne della galleria d’arte.
Osservò la scatola, con una grafia aggraziata e femminile era scritto: Buffy
Summers, Rovello Drive – Sunnydale. California. Girò il
pacchetto e sull’altro lato era stampato chiaramente Los Angeles, attenzione
fragile.
Sorrise per la prima volta e ringraziò
mentalmente Angel, prese il taglierino e con un movimento che avrebbe fatto
invidia ad un ninja aperse la scatola, con un taglio alla chirurgo. Ne rotolò
fuori un piccolo anello dorato con una pietra verde incastonata all’interno,
la ragazza storse il naso, decisamente non era il suo genere di gingillo. Si
beò della faccia che Spike avrebbe fatto a doverlo portare tutto il giorno.
Frugò nella scatola alla ricerca speranzosa di un biglietto e rimase male
quando non ne trovò, immaginò fosse una conseguenza del suo comportamento al
telefono la sera prima.
Guardò l’orologio e
notò che erano già le otto e mezza, fece una breve colazione e poi decise di
andare a prendere Willow per mettere in atto la prima parte del piano:
informazioni.
Nonostante fosse molto presto non si
fece scrupoli, un po’ malignamente pensò che se era
sveglia lei poteva ben esserlo anche la ragazza. In pochi minuti era pronta,
indossava una gonna morbida da tennis bianca, con la maglietta coordinata e un
paio di infradito del medesimo colore. Per smorzare l’effetto
gelataio annodò un foulard nero sul collo che abbinò con una borsa. Dopo
essersi data un ultima pettinata allo specchio prese le chiavi ed uscì, era una
bellissima giornata di metà giugno e decise di fare una camminata che avrebbe
anche calmato il nervoso per le ripetute sveglie.
Quando arrivò a casa Rosemberg trovò l’amica
ad aspettarla sulle scale, seduta con le gambe abbracciate e l’immancabile
fazzoletto. Aveva uno dei suoi completi stile meringa e ne fu felice, lo stile
dark non si addiceva per niente al carattere timido ed angelico.
-Ciao Willow, come stai?- chiese con
cautela, nonostante l’assenza delle lacrime e dei
cerchi rossi intorno agli occhi non credeva che si fosse arresa all’evidenza
e avesse smesso di piangere.
-Bene Buffy…sono
agitata…ho paura che non accetterà mai…- “eccolo
lo spirito pessimista! Volevo ben dire io!”. La cacciatrice le sorrise
dolcemente e le mise un braccio intorno alle spalle. –Non
ti preoccupare, Spike è…bè non ti detesta come fa con me… “che
cos’è questa? Una nota di tristezza!?” e
poi ci penso io a convincerlo!- disse immaginandosi lei con in mano un paletto
e il vampiro supplicante che le prometteva tutto quello che voleva. “ecco
questa è l’immagine che il mio cuore vuole vedere!”
sorrise malignamente mentre, solo per un centesimo di secondo, un’altra
visione le affollava le meningi.
-Signori e signore, lo show di “prendiamo
a calci nel sedere il vampiro” sta per iniziare- era la prima
battuta che faceva da…Buffy non lo ricordava nemmeno
più. L’abbracciò forte.
-Eccola la mia Willow!-
Si incamminarono insieme verso la casa
dell’osservatore, mentre entrambe congetturavano sulle
reazioni di Spike e mettevano a punto il piano definitivo da esporre in modo
chiaro e con belle parole al signor Giles, entrambe sapevano che la sua
considerazione ad una loro idea si otteneva comunicandogliela in modo
impeccabile. L’avrebbe fatto Willow che quanto a parole era molto
più in gamba della cacciatrice, a volte si sentiva così incapace! Per gli altri
sapeva dare bene i pugni e ammazzare qualche vampiro saltellante.
Quando giunsero davanti alla porta
della casa la strega stava letteralmente fremendo d’eccitazione
e di inquietudine, all’amica ricordava molto la
ragazzina del liceo che aveva conosciuto qualche anno prima, così insicura su
tutto eppure così brillante. Dolce e dal visino innocente, che era capace di
uscite fulminanti. In effetti nemmeno lei era molto tranquilla, soprattutto all’idea
di rivedere il vampiro per la prima volta dopo l’increscioso
fatto di qualche giorno prima. Respirò a fondo e guardò il campanello antiquato
del suo osservatore, come un insetto pronto a saltarle addosso era
improvvisamente diventato repellente e difficile da toccare. “forza
Buf, non succederà nulla! Fai vedere a quel punk che non ti ricordi nemmeno di
lui.” Con un altro respiro profondo schiacciò il
bottoncino e accolse il suono cantilenante con una smorfia, come se si fosse
trattato di unghie su una lavagna. Dopo nemmeno cinque secondi risuonò una voce
alterata ed irriverente dal marcato accento inglese:-Ruuupeeert!! Hanno suonato
vai ad aprire dannazione prima che strimpellino ancora! Stavo cercando di
dormire!! Ci andrei io se solo non fossi legato a questa stramaledetta sedia!
Di che hai paura? Che tramortisca una venditrice ambulante con il mio
fascino!?!!?- Willow soffocò una risata e Buffy fece una smorfia di
compatimento. La porta le venne aperta da un uomo sulla cinquantina con gli
occhiali, perfettamente vestito con un abito di tweed e con un papillon, la sua
espressione sconsolata e di muta scusa testimoniava l’agonia
che soffriva a convivere con il non-morto. “ancora per
poco Giles, ancora per poco…” Buffy entrò e squadrò il
vampiro.
-Per quanto mi riguarda basterebbe la
tua bocca, il tuo continuo blaterare stenderebbe qualunque persona sana di
mente!- sbottò con tono impertinente. Lui le rivolse una delle sue più genuine
occhiate d’odio. –Ed ecco miss rompo le palle
mattina e sera! Sei venuta qui per il round quotidiano di “picchia
e ferisci il vampiro”?– le rispose
lui indurendo la mascella e stringendo convulsamente le mani intorno alle corde
mentre l’istinto di saltarle addosso cresceva sempre di più.
-Tu non puoi essere ferito Spike, sei
una creatura vuota e senz’anima.- sentenziò lei sfogando
tutto il rancore provato contro di lui e sé stessa, voleva umiliarlo.
-Bé dolcezza, io mi accontenterei
anche dell’involucro!- ammiccò sollevando un sopracciglio arrogante,
mimando con le mani il gesto di indicare sé stesso. Lei disgustata fece una
smorfia. –Non sono ancora disperata Spike.-
-Allora perché te ne vai in giro con
Capitan America? Non mi sembra sia ne molto dotato ne particolarmente
appagante!- ribatté Spike che a suo modo si divertiva, adorava prendere in giro
il ragazzo della cacciatrice e godeva di una gioia perversa nel renderle
evidente quanto fosse incompetente ed inesperto rispetto a sé stesso, anche se
non ne sapeva esattamente il motivo.
-E che ne sai!?- urlò furiosa Buffy,
che in minima parte sapeva che il vampiro non aveva tutti i torti.
-Tesoro siamo stati fidanzati non
ricordi? E da fidanzati, a parte la maggior parte del tempo passata a Eww…baciarci,
mi hai fatto qualche confessione!- rispose maligno esibendo un ghigno di rara
bellezza e perfidia.
-Non è affatto vero! Chi ti credi di
essere Spike, un dio?- sbraitò piccata Buffy, che cominciava davvero a perdere
la pazienza. Si era avvicinata molto al vampiro durante il dialogo e cominciava
a giocare con il paletto in modo piuttosto pericoloso.
-In un certo senso dolcezza…perché
non verifichi tu stessa?- inarcò in modo quasi inverosimile il sopracciglio,
tanto che Willow ne rimase seriamente impressionata e non poté fare a meno di
soffocare una risata.
-Porco!- gridò Buffy, mentre una
rappresentazione grafica della frase di Spike le rimbalzava nella mente,
facendola rabbrividire anche se per un secondo non seppe esattamente dire a
causa di cosa.
-Può darsi ma di certo non lascio
insoddisfatti. Per lo meno non ho bisogno di andare in giro vestito da soldato
per auto convincermi della mia virilità! Dolcezza!- rispose sarcastico, godendo
un mondo nel vederla diventare rossa di rabbia e non curandosi del paletto. Non
gli avrebbe mai fatto nulla, sapeva bene che non riusciva ad ucciderlo ora che
era innocuo. Poi era così carina quando si arrabbiava…”William
ma che dici!?! La vogliamo piantare con questi stramaledetti pensieri!? Lei è
come un raggio di sole…scotta terribilmente.”
Willow e Giles seguivano il dialogo
come durante un incontro di tennis, spostando la testa verso l’uno e
poi l’altro, senza osare intervenire per evitare che uno
dei due li uccidesse. Infondo era abbastanza spassoso e distraeva la strega dal
suo pensiero principale: Oz. Senza contare che la sua agitazione andava
diminuendo sempre di più, senza nemmeno accorgersene si sedette sul divano ed
appoggiò il capo alla mano mentre seguiva interessata il Buffy and Spikes’
match. Giles da buon inglese si limitava a pulire gli occhiali e fingere di non
ascoltare, sempre più imbarazzato per i commenti che si susseguivano.
-Si certo perché quello smalto nero da
checca e l’anellino con il teschio sono molto da uomini!-
sorrise trionfante per averlo lasciato un secondo senza parole, ma durò poco.
-Io amore non ho problemi a farti
verificare! Dimmi, quanto hai dovuto pagare per convincere il gigante a venire
a letto con una donna?- si rese conto di aver esagerato non appena vide quello
scintillio nei suo occhi, quello della cacciatrice vendicativa.
Buffy gli sferrò un pugno in pieno
viso e non potendosi muovere il vampiro lo ricevette in tutta la potenza. Il
naso cominciò a sanguinare e dovette soffocare un urlo imprecando e dimenandosi
sulla sedia. Buffy si accarezzò il pugno soddisfatta e si preparò a colpirlo
ancora, per fortuna del ragazzo intervenne Willow che disse:-Ferma! Ci serve
intero…- poi sotto l’occhiata assassina dell’amica
si guardò intorno spaesata e aggiunse:
-Ci de-dev’essere
un ventriloquo qui…- ma in suo soccorso intervenne
anche il bibliotecario che prendendo per un braccio la cacciatrice la bloccò e
sfoderando il tono più autoritario e saggio che conosceva disse:-Willow ha
ragione, sono stanco di assistere ai vostri battibecchi!- poi rivolgendosi
direttamente a Spike aggiunse:-E tu smettila di criticare il ragazzo di Buffy!
Sembra che te le cerchi apposta! Da inglese che sei pensavo avessi quel tanto
che bastava di sale in zucca per sapere come sono impulsivi gli americani!-
agitò l’indice con fare minaccioso, tipo maestra dell’asilo
contro il bambino capriccioso.
-Ti prego Rupert! Se continui a
puntarmi addosso quel di-dito mi metto a piangere!!- esclamò sarcastico il
vampiro.
Le due ragazze fulminarono Giles con
una delle loro più micidiali occhiate e esclamarono:-Che vorrebbe dire la frase
di prima? Ci considera degli stupidi pronti a fare a botte per una
sciocchezza?- lui le fissò allarmato e riprese a pulirsi gli occhiali
imbarazzato, balbettando delle spiegazioni.
Spike osservò tutto con divertimento e
disgusto, divertimento perché era comico vedere un uomo di cinquant’anni
messo al muro da un paio di ragazzine appena uscite dal liceo e disgustoso
perché sperava che da inglese lui avesse un po’ più di
spina dorsale. Se fosse stato libero e senza cip avrebbe fatto vedere alle due
mocciose come si porta rispetto a un uomo! Vampiro a parte. Scosse la testa
nauseato e convenne che non c’erano più gli inglesi di una
volta, ora erano tutti succubi dello Zio Sam.
-Comunque Buffy, come mai siete venute
qui?- chiese Giles, contento di essere riuscito a scampare all’ira
delle due ragazzine. La sua innata diplomazia e preparazione l’avevano
aiutato ancora una volta.
Buffy si fece avanti lanciando delle
occhiate circospette al vampiro e passandogli accanto si portò vicino al suo
osservatore. -Parliamo di là, non voglio che senta- sussurrò a mezza voce,
indicandolo con la testa.
-Risparmia la fatica a questo povero
vecchietto di attraversare casa sua! Vi sento benissimo anche dall’altra
parte della stanza! Vampiro qui, ricordi?- esclamò con sufficienza Spike. L’uomo
non reagì bene all’essere definito “vecchietto”, lo
guardò con un’occhiata risentita e portò via Willow. Buffy si
avvicinò al vampiro e portandosi alla sua stessa altezza mormorò:-Non l’ho
dimenticato- gli diede un colpo in testa che lo stordì e se ne andò soddisfatta
raggiungendo gli altri due.
L’inglese rimase un attimo
sorpreso dalla violenza della sua cacciatrice ma accortosi del meraviglioso
silenzio che era calato in casa sua non ci pensò più, mettendo a disposizione l’attenzione
alle due ragazze.
Willow si schiarì la voce e ritrovando
tutta la sua agitazione cominciò a parlare:-Signor Giles, siamo venute perché…Buffy…ha
escogitato un piano…-
-Tutta da sola!- precisò la bionda,
ricevendo uno sguardo più che sorpreso dal suo osservatore.
-Si ecco, questo per portare sollievo
a me…sa per l’ab-abbandono di O-oz…- un
piccolo sussulto la scosse e l’uomo le picchiettò una spalla
comprensivo.
-E anche per voi che subite la mia…frustrazione.-
Giles scosse la testa. –Non dirlo nemmeno Willow, siamo
tuoi amici…- riuscì a far risultare la voce abbastanza
convincente nonostante nella mente gli rimbalzassero i ricordi della sua cecità
e del rischio di essere il testimone al matrimonio di Buffy e Spike.
La strega sorrise e ritrovò un po’ più
di sicurezza.-Per il mio modesto parere è un buon piano però volevamo sapere il
suo.- la cacciatrice sorrise incoraggiante ed esortò l’amica
a continuare.
-In pratica, vorremmo ritrovare Oz e
siccome non ha lasciato un recapito- breve sospiro
-abbaiamo pensato di servirci di Spike
che essendo un vampiro ha un buon fiuto.- Buffy lanciò un’occhiata
al biondo che si era mosso appena ma aveva continuato a dormire come un pupo.
Giles fece tanto d’occhi
e si grattò il mento con una mano.-Ma anche facendolo…come
farebbe Spike a rintracciarlo? Potreste agire solo di notte…- le
due ragazze sorrisero complici e Buffy prese dalla sua borsa il piccolo
pacchetto da cui estrasse l’anello.
-Ci abbiamo pensato, ieri sera ho
chiamato Angel e stamattina è arrivata per posta.- estrasse il gioiello e Giles
sbiancò, si tolse gli occhiali e con mano tremante lo prese, rigirandolo tra le
dita e fissò sbalordite le due ragazze.
-La gemma d’Amara?!
Ma siete diventate matte? Lo renderebbe invulnerabile, proprio ciò che vuole!-
esclamò, il vampiro si scosse un poco ma non si svegliò. Buffy fece segno di
abbassare la voce e riprese il gioiello, rimettendolo al sicuro nella scatola.
-Non gridi, non siamo sicure infatti.
Siamo qui da lei anche per chiederle se si può fare, se il cip può annullare l’effetto
dell’anello. Voglio però che consulti bene ogni libro,
scritto o pergamena, non voglio solo il suo parere.- l’osservatore
sembrò profondamente dispiaciuto, non riconosceva la sua cacciatrice votata al
bene, dall’incantesimo di Will era cambiata.
-Mi dispiace signor Giles ma temo che
lei sia di parte, sappiamo che detesta Spike e suppongo anche che tutto il
nostro piano non gli piaccia, per questo ho bisogno di un parere imparziale.-
spiegò Buffy, per giustificare il suo aspro commento. Voleva tanto bene al suo
osservatore perché era stato come un padre per lei ma non si fidava del tutto,
più di una volta aveva mentito per il suo bene senza prendere in considerazione
i suoi sentimenti. “sentimenti Buf? Per chi i
sentimenti…”
-Secondo me ha una stramaledetta
ragione!- tutti si voltarono verso l’altro capo del salotto e
squadrarono il vampiro allibiti, Buffy era la più basita di tutti soprattutto
per il fatto di non essere riuscita a stenderlo, i suoi pugni non fallivano
mai!
Lui si compiacque di possedere la loro
attenzione e sorrise arrogante. –Tu mangia libri mi odi troppo e
questo mi lusinga ma c’è in ballo una faccenda troppo
grossa!- annuì convinto usando la faccia più angelica e onesta che conoscesse
ma il suo naturale spirito malvagio emergeva sempre.
-E tu ti aspetti che io creda che lo
fai per Willow? Ma per piacere! Tu sei solo un porco egoista che pensa a sé
stesso!- sbottò Buffy ancora arrabbiata contro sé stessa e la sua forza. Giles
annuì in silenzio e cominciò ad avviarsi verso la biblioteca.
Spike sorrise malignamente e piegò il
viso da un lato. -Che vuoi che ti dica, mi hai scoperto. Ti scotta è che non
sei riuscita a stendermi?- non rispose nemmeno e gli voltò le spalle
indispettita.
-Allora, non vi viene in mente che
magari il ragazzo vuole essere lasciato in pace? Infondo lo capirei…-
attaccò ancora il vampiro. Willow si voltò verso di lui con le lacrime agli occhi
e il ragazzo le sorrise, il primo sorriso dolce che faceva dopo molti giorni a
parte quelli per la sua Buffy, “tua??? Spike sei ammattito? È un
postumo da incantesimo, sicuramente.” Prima che la cacciatrice
intervenisse aggiunse:-Non per te rossa, perché si sa che i musicisti sono un
po’ strani! A volte gli girano i cinque minuti e…sono
sicuro che tu sei molto dolce amore!- Willow sorrise appena, rincuorata e si
disse che l’idea dell’amica non era poi male. La
cacciatrice sentì inspiegabilmente un po’ di gelosia che mischiata alla
rabbia di prima la fece fremere. –Per favore! A te interessa solo
il tuo benessere e uscire al sole senza bruciare ti alletta come un party a
base di sangue!- sbottò con astio.
-Pensala come vuoi raggio di sole, non
è che sei gelosa?- chiese malignamente Spike, centrando in pieno e godendosela
un mondo nel farla arrabbiare.
Lei si alzò in piedi e gli arrivò a
poca distanza, si abbassò alla sua altezza e sussurrò:
-Non mi interessa la tua attenzione.
Sappiamo tutti e due che non te ne frega nulla di Willow.- lui alzò un
sopracciglio provocante e si sporse in avanti, per quanto glielo permettessero
le corde.-Secondo me sei rimasta scottata dolcezza ed è normale con un figo
come me. Può anche darsi che sia vero ciò che dici ma lascia che ti illumini il
poco cervello che hai: ho un certo amor proprio e fare da segugio non è molto
edificante, voglio un compenso per il mio lavoro, un po’
quello che chiedi tu al tuo soldatino per iniziarlo al mondo femminile.-
sogghignò compiaciuto e si riappoggiò alla sedia mentre la guardava diventare
rossa. Buffy si alzò in piedi e si preparò a colpirlo.-Il solo compenso che ti
diamo è quello di non finire con un paletto nel cuore Spike.- inveì lei.
-Ecco la mia cacciatrice in posizione
calci in culo. Non mi ucciderai perché non ci riesci e sai come mai? Sei troppo
affascinata per rovinare questo bel visino e tutto il resto che è anche
meglio!- sorrise sicuro di aver fatto centro e sopportò di buon grado il pugno
che lo prese sulla guancia, testimone della sua ragione.
Buffy si sentì decisamente scoperta e
optò per una sana battuta, si voltò verso i suoi amici che la guardavano
esasperati.-Sapete, non è affatto una buona idea. Lasciamo perdere o dopo i
primi cinque minuti lo infilzo.- Willow si alzò in piedi e le prese le mani. –No!
Ora mi hai dato una speranza e la mantieni! Non si deludono le amiche, non si
fa Buf, una volta Xander l’ha fatto all’asilo
e sono rimasta danneggiata per un sacco di tempo e poi…- -Va
bene Wils, ok, controllami tu.- Spike sorrise suo malgrado ed esclamò:-Sì
rossa, ti prometto che anch’io farò il bravo…nel
limite del possibile però! Sono sempre il Big Bad!- Willow saltò al collo di
Buffy e l’abbracciò forte.-Grazie Buf! Grazie grazie grazie!
Sei un genio! Grazie che hai escogitato tutto per me!- gridò finalmente felice
dopo molto tempo. La cacciatrice perse la sua rabbia e ricambiò l’entusiasmo
saltellando insieme all’amica.
-Hey! Anch’io
collaboro no?- attirò l’attenzione il vampiro. Willow
gli sorrise splendidamente e abbracciò di slancio anche lui, stampandogli un
bacio sullo zigomo e arrossendo subito dopo ritrovando la sua naturale
timidezza. Lui rimase per un attimo scioccato e riprese presto un’aria
burbera e da cattivo ragazzo. –Scu-scusa Spike…come
ricompensa potrai sentire il cd dei Ramones tutte le volte che vorrai- disse
sorridendo innocente. Lui spalancò gli occhi e lanciò un urlo di felicità. –WoW!
Grazie rossa!-
Buffy nascose un sorriso per l’umanità
che vedeva in Spike ogni volta che dimostrava di amare i passatempi umani, a
volte non lo odiava ma le stava simpatico “sì ma solo a volte Buf!” si
ripeté decisa. Fece una smorfia e guardò mortificata Willow.
-Will ma che fai! Non ci pensi a me!
Le mie povere orecchie saranno trapanate alla fine della ricerca!- la strega si
morse un labbro e dispiaciuta disse:-Scu-scusa ma…- fu
interrotta dal vampiro:-Basta rossa! Non comanda mica lei!- Buffy sempre con l’espressione
sconsolata ribatté:-No ma le mie orecchie devono pur vivere!- lui si accigliò,
non toccategli la musica se tenete alla pelle!
-Allora perché ascolti quella
spazzatura di Britney Spears? quella è solo una sgualdrina che latra mostrando
cosce e tutto il resto!- le si accesero gli occhi e animata dal sacro fuoco
della difesa del suo idolo gridò:-Lei è una grande! Voi uomini notate solo
quello ma ha una gran voce!- lui sorrise sarcastico:-Sì per gridare quando
lavora!- Buffy alzò le mani e puntò un dito contro di lui.
-Come volevasi dimostrare! Britney
trionferebbe su quelle scimmie urlatrici!-
-Scommetti?- ribatté il vampiro,
animato dall’amore incondizionato per la sua musica preferita.
Willow seguiva il Buffy and Spikes’ match secondo round molto
interessata e divertita, rincuorata dalla apparente dimenticanza della sua
persona da parte dell’amica.
-Mhmhm!- si schiarì la voce il signor
Giles, tutti si erano scordati di lui che aveva già cominciato le ricerche,
sperando di non trovare nulla di positivo per la riuscita del piano.
-Scusate se interrompo la vostra
discussione sui gusti musicali, che tra parentesi sono pessimi entrambi, ma
vorrei riportare l’attenzione sul problema
principale: gemma di Amare e effetti collaterali per la salute della
cacciatrice!- tutti si zittirono sotto il suo tono autoritario e quando fece
cenno di avvicinarsi alle due ragazze Buffy si voltò verso il vampiro e
bisbigliò:-SOLO per Willow! La tua spazzatura non reggerà il confronto con
Brit!- lui le ringhiò dietro e Giles li fulminò con lo sguardo. Sotto l’occhiata
incenerente Buffy si fece mite ed attenta come una perfetta scolaretta e sbatté
come una bambina le ciglia verso l’uomo.
L’osservatore si compiacque di sé
stesso e dopo uno schiarimento di voce parlò:-I libri non riportano riferimenti
alla combinazione della gemma con cip, esso è un’invenzione troppo
nuova, tutta via in base a calcoli e ipotesi attendibili, ipotizzo che l’effetto
cip continui nonostante l’anello e che quindi lui sia sì
immune ai paletti ma incapace di nuocere alle persone. In pratica riusciresti
benissimo a levarglielo poiché non si può difendere e quindi a farlo fuori.-
-Rupert!!!- gridò Spike contrariato,
allungava il collo per riuscire a vedere quello che succedeva dietro la schiena
di Buffy che nonostante tutto non gli dispiaceva. Lei mossa a compassione prese
la sedia e la portò lì vicino.
Giles riprese a parlare:-Queste sono
ipotesi, non garantisco niente.- le due ragazze annuirono e Willow disse:-B-bé
c’è un solo mo-modo di scoprirlo…- i
suoi occhi lacrimevoli e speranzosi commossero tutti e tre, inducendoli ad
accontentarla. Quando però si trattò di mettere in pratica la richiesta fu
tutta un’altra storia, il vampiro si rifiutò categoricamente
di andare fuori al sole a farsi togliere l’anello. Convennero quindi che
avrebbero testato l’affidabilità della teoria con
una croce. Indossò l’anello e quando gli misero la
croce sul petto non avvenne nulla, Buffy tentò quindi di togliere la gemma e
come convenuto lui provò ad impedirglielo con calci e pugni. Ancora prima che
la colpisse un lancinante dolore alla testa lo assalì, si dimenò pochi secondi
sul pavimento e poi si rialzò, uscendo alla luce del sole rimanendone immune.
Furono felici di verificare che le teorie del bibliotecario erano esatte e
Willow, la più gioiosa di tutti, era praticamente euforica, saltellava ovunque
in preda ad una gaiezza immensa.
Ci volle del bello e del buono per
convincere Spike a tornare all’interno dell’abitazione,
sembrava che a privarlo del sole si dovesse ucciderlo e questo non faceva che
far rimbombare nella mente della cacciatrice un’unica parola:
paradosso. Angel non era mai stato così, aveva sempre quegli occhi intensi e
malinconici di cui si era innamorata e che ormai le erano proibiti. Non aveva
mai manifestato desiderio di luce in quegli anni e solo allora comprese una
verità fondamentale: lui non la voleva, lui voleva solo rosolarsi nel proprio
dispiacere ed espiare le proprie colpe facendo soffrire anche gli altri,
facendo soffrire lei. Dove stava scritto che per alleggerire il peso di due
secoli di massacri, lui dovesse espandere la penitenza anche a chi lo amava?
Cosa significava quel “lo faccio per il tuo bene.”? Lo
faceva per il suo bene!
-Hey raggio di sole! Che faccia truce!
Che hai?- lui aveva rifiutato l’aiuto offerto, voleva non essere
aiutato ma soprattutto aveva rifiutato la luce dell’amore
che era incarnata da lei, aveva rifiutato lei, l’unico
raggio di sole che poteva toccare e conoscere sempre.
Alzò lo sguardo e lo posò sul ragazzo
che passeggiava sotto il sole estasiato, accogliendo ogni raggio come fosse
oro. Sorrise inconsciamente incantata dal suo modo di abbracciare quella
pallida imitazione della vita.
-Nulla Spike, è tutto ok.- e per la
prima volta la sua voce non suonò sprezzante, per la prima volta gli parlò come
si fa con un uomo di cui si ha rispetto, forse perché lui amava, bramava la
luce.
La fissò scettico e abbandonò la
contemplazione del paesaggio illuminato dal sole per avvicinarla ma non con la
solita aria beffarda, aveva un atteggiamento strano per un vampiro assassino di
due cacciatrici. Le si parò davanti con le mani sui fianchi e piegò di lato il
collo facendo quel sorriso strano, un po’ dolce e perplesso.
-Chissà perché invece mi sembra la
tipica faccia da post-incontro con manzotin…(omaggio a
tutte voi)- si allontanò un poco, giusto per premunirsi da eventuali attacchi.
Rivolse il viso al sole e gli sorrise e alla cacciatrice venne di getto in
mente una frase:”due stelle che si sorridono.” E ne
rimase scioccata, lui si voltò verso di lei con un sorriso tirato e gli occhi
strizzati per la luce e attese una sua qualche reazione.
-Che intendi con “manzotin”?-
chiese perplessa, ripetendosi la mantra di smettere di guardare i suoi capelli
infuocati dal sole e gli zigomi sensuali bianchissimi ora brillanti sotto il re
del cielo.
Lui ghignò piano, mentre nei sui occhi
scintillava un lampo di derisione. –Mettiamola così amore: il tuo
ex, per quanto i suoi occhioni infelici lo rendano affascinante, per me è solo
un idiota che assomiglia tanto ad un manzo con quella sua postura rigida e la
corporatura massiccia e poi certo è proprio stupido se rinuncia per i suoi
patetici propositi ad un gioiellino come te!- inorridì per un breve momento ma
poi costrinse i suoi lineamenti a riassumere la posa da cattivo ragazzo e pregò
il Dio, dopo molti anni, di accordargli la grazia che lei non avesse udito l’ultima
parte. “ne va del mio orgoglio! Se gli altri demoni sapessero
che sono costretto a fare da cagnolino alla cacciatrice e alla sua amica sarei
rovinato! Se poi scoprissero che mi piace…”
-AAAAAAAAHH!!!!!!-urlò il vampiro con
un tono così spaventato che fece piombare Buffy giù dal muretto su cui si era
seduta. Spike cominciò ad ansimare violentemente e a sudare e ad agitarsi in
preda ad un terrore cieco, vagava smarrito tenendosi il capo e sussurrando a
velocità pazzesca:-Non è vero, non l’ho detto.-
Willow e il signor Giles si voltarono
verso i due biondi, allarmati e sconcertati dal comportamento del ragazzo che
sembrava essere sul punto di morire d’infarto, peccato che risultasse
un po’ impossibile.
Buffy si alzò a fatica e lo guardò
perplessa mentre continuava a blaterale, sempre più arrabbiato tanto che ogni
cosa che aveva a disposizione andava in frantumi e i suoi pugni si serravano di
scatto conficcando le unghie nella pelle. Si prendeva la testa e strizzava gli
occhi ridotti a due fessure mentre diventava sempre più rosso. Attese qualche
secondo e provò a parlargli, molto impressionata e un tantino preoccupata.
-Spike va…- ma
non fece in tempo a finire la frase che lui si voltò e la prese per le braccia
mentre la sua faccia da demone saliva, le ringhiò contro senza che potesse fare
nulla per difendersi, tanto era stretta dalla presa ferrea.
-Stai lontano cacciatrice! Non voglio
la tua compassione! E vestita così stai malissimo!- urlò allontanandosi e
ritornando normale; estrasse un paletto dalla borsa e si preparò ad usarlo se
le si fosse avvicinato ancora, gemma di Amara o no un pezzo di legno nel cuore
fa sempre male! Si osservò un attimo il vestito e scosse la testa completamente
stupita.
-Spike, tutta la scemenza dell’organismo
si è raccolta nella testa e il cervello si è fuso?-
Ora gli altri due si erano avvicinati
timorosi e si tenevano a debita distanza dal vampiro che era intento a spaccare
un cespuglio in mille pezzettini.
Lo guardarono perplessi e si chiesero
cosa diavolo fosse accaduto al grande lucido Spike. Buffy continuava a
tamburellare con le dita sul paletto e a tenersi pronta ad usarlo, non capiva
niente e questo la indispettiva al quanto, tanto più che la sua battuta era
passata inosservata e il silenzio da parte del ragazzo era davvero inusuale.
La rossa si avvicinò alla cacciatrice
e la fissò con sguardo interrogativo, lei scrollò le spalle con un’occhiata
disgustata. Attesero qualche minuto e poi tornò, lanciando un’occhiata
torva a Buffy e riprendendo l’aria strafottente rivolse un
ghigno impertinente a tutti.
-Scusate ragazzi…-
guardò sarcastico Giles -…umani, il sole mi ha dato un po’ alla
testa, perdona un povero vampiro piccola cacciatrice…-
sbatté languidamente le ciglia e lei alzò gli occhi irritata. -Per me Spike l’acqua
ossigenata ti ha danneggiato l’unico neurone che avevi- le fece
un ghigno perfido. -Almeno il mio non si è suicidato tanto tempo fa…non
mi sono innamorato di un manzo, io.- non raccolse la provocazione perché sapeva
che altrimenti sarebbero andati avanti per molto tempo. Scosse semplicemente la
testa pensando che dopotutto, infondo infondo, ma proprio infondo, aveva
ragione. Angel che cosa le aveva dato? Nulla, piuttosto le aveva tolto qualcosa
e non parlava della sua purezza, le aveva strappato un pezzo di cuore e se lo
teneva stretto il vigliacco o meglio, lei gli permetteva di conservarlo con il
dubbio che lui non sapesse di possederlo, non era propriamente sicura che lo
tenesse sotto una campana di vetro, tipo rosa della Bella e
Piegò il viso di lato e la osservò
interessato, poteva quasi sentire il rumore delle sue meningi che rimuginavano
su quello che aveva detto. Un lieve broncio le si era formato sulle labbra e
quell’espressione da dura era sparita, sembrava una bambina…maledì
mentalmente Angel per aver guastato quell’animo innocente, per aver fatto soffrire
quella che era poco più di una ragazzina. Odiava vedere le donne tristi o per
lo meno quelle che non faceva diventare tristi apposta…
Si girò verso Willow che lo osservava
in silenzio, la sua faccia era perplessa all’inverosimile,
in quegli occhi scuri c’era un po’ di
timore.
-Non ti preoccupare rossa, ritroverò
il tuo ragazzo…se lo sapessero in giro come mi sono ridotto…ma mi
piaci, sei un bel tipetto timido ma dentro…hai una certa autorità, giuro
che se dovessi averti come nemico mi preoccuperei…- le
sorrise e fu uno dei pochi sorrisi sinceri che rivolse ai suoi “custodi”.
Giles si fece avanti e osservò con
cipiglio il vampiro, il commento sui “ragazzi” non
gli era per niente piaciuto ma ritrovava una certa…complicità
nel ragazzo. “bè Rupert, dopotutto è inglese e un vampiro inglese è
sicuramente meglio di uno americano.” Disse tra sé e sé.
-Bene mhm…Spike.
Ricordati che però dovrai comportarti bene perché non è una vacanza ma una
missione e poi la gemma tornerà qui.- indicò il taschino. Il vampiro lo guardò
e sorrise sarcastico. -Si mammina.-
Giles borbottò qualcosa che nessuno
sentì e si pulì gli occhiali, domandandosi come avrebbero fatto i giovani a
formare la società del domani se non erano nemmeno capaci di portare rispetto
agli anziani.”No! uomini maturi Rupert.”
-Bene, che ne dite di andare a magiare
qualcosa? È l’una passata.- disse Willow tutta contenta. La
cacciatrice fu d’accordo con lei, felice di vederla così gioiosa.
Promisero a Spike che dopo avrebbe potuto uscire ancora un po’ a
patto di rimanere nei pressi della casa, fu l’unico modo
per staccarlo dal suo amicone Sole.
Consumarono un pasto ricco che
prepararono i due inglesi, vedere Spike con un grembiule a quadretti bianchi e
blu era qualcosa di comico, soprattutto per il fatto che impartiva ordini all’altro
uomo a destra e a manca. Vederli litigare per quanto olio aggiungere alle
patate era quanto di più spassoso ci fosse, il vampiro aveva gusti tutti suoi
per quanto riguardavano i condimenti. La cosa che più stupì Buffy fu però il
fatto ce si desse tanto da fare per loro, non l’aveva mai
visto così “premuroso” e scacciò questa novità con un
pensiero tutt’altro che lusinghiero per il ragazzo. “sta
facendo tutto questo perché gli abbiamo dato la gemma e vuole tenerla anche
dopo aver trovato Oz, ma tanto non mi incanta.” Vederlo
mangiare legato alla sua sedia, intorno alla tavola imbandita di pollo fritto,
cipolle a fiore e patatine, era bizzarro. L’avevano
legato non tanto per sicurezza, quanto per impedire che facesse impazzire Giles
con il suo continuo via vai per controllarlo mentre ultimava i piatti.
Succhiava avidamente con l’aiuto di una cannuccia il sangue
riscaldato nel microonde, servito in quella squallida tazza gialla con la
scritta Kiss the Librarian. Sembrava gli piacesse un mondo, deglutiva estasiato
e le sue occhiaie sembrarono diminuire mentre assumeva il liquido rosso. Buffy
lo osservò con attenzione per un po’, finché lui non interruppe il
suo sorbire avido e rimase con la cannuccia mezza piena e il capo inclinato, mentre
la guardava di sottecchi. Un ghigno poco rassicurante increspò le labbra.
-Ne vuoi un po’
cacciatrice?- chiese quasi ridendo, spingendo con il mento il bastoncino di
plastica verso di lei e facendo scintillare gli occhi maligno. Si perse per un
secondo in quell’azzurro sfacciato e presuntuoso che la osservava
sardonico. Storse la bocca e mise fuori la lingua disgustata come una bambina.
-Non essere ridicolo!- esclamò
addentando un pezzo di pollo troppo violentemente e facendosi male con l’osso.
Soffocò un’imprecazione che fece scoppiare a ridere il vampiro.
-Con questo non c’è rischio di farsi male…- ammiccò
verso il sangue e per un attimo gli occhi di Buffy si soffermarono sul liquido
denso che pareva vorticare nella tazza, una strana attrazione le fece mantenere
lo sguardo.
Lui se ne accorse e si stupì,
scherzava, non credeva che le potesse interessare veramente e da quel momento
un’idea malata e stuzzicante gli balenò in testa.
-Avanti cacciatrice…ti
sentirai bene…- si perse ancora in quell’azzurro
impossibile e soggiogante, poteva mentire quel colore…non
poteva… una pedata di Willow sotto il tavolo la fece
ritornare in sé e guardò il vampiro schifata.
-Cacciatrice, dico sul serio, vedrai
come ti sentirai viva…- picchiò un pugno sul tavolo.
-Finiscila Spike! Torna a ingozzarti
di quello schifo e taci!- sbottò furibonda, mentre lo stomaco le si contorceva
ancora alla vista della densità oscura di quel rosso carminio. Qualcosa dentro
di lei fremette e la fece rabbrividire impercettibilmente, una strana sensazione
le fece provare quel liquido…si sentì impassibilmente
attratta e si accese un ombroso senso di potere e di dipendenza, qualcosa che
le faceva desiderare il sangue.
*
Un furgoncino dal dubbio colore
violaceo si faceva strada per le vie di San Francisco, era un po’
malandato ma soprattutto polveroso, aveva un non so che di sospetto. Macinava l’asfalto
con lentezza e un po’ di fatica, il motore ansimava
appena producendo un mugolio sommesso che si adattava perfettamente alle vie
scure e umidicce.
Si fermò a poca distanza dall’ingresso
posteriore di uno squallido bar di periferia: “The Dream”. A
guardarlo non si sarebbe detto. Aveva i muri scrostati e ricoperti di graffiti
volgari, le piccole finestre avevano vetri oscurati o almeno ciò che ne restava.
La porta di metallo arrugginito era bollata in più punti e ai suoi piedi
stavano casse di birra vuote e bottiglie di vetro rotte che stazionavano lì da
una vita. Una certa quantità di polvere mischiata ad acqua ricopriva il
cemento, vecchi manifesti muffiti si scrostavano dalle pareti umide del vicolo.
Gruppi che avevano suonato un tempo lì senza poi essere diventati famosi, forse
piccole band formate da ragazzi in cerca di un sogno. Anche i Dengoes ate my
baby avevano avuto un loro cartellone pubblicitario al Bronze, qualche serata l’avevano
fatta e anche un discreto successo.
Un furgoncino dal dubbio colore
violaceo si faceva strada per le vie di San Francisco, era un po’
malandato ma soprattutto polveroso, aveva un non so che di sospetto. Macinava l’asfalto
con lentezza e un po’ di fatica, il motore ansimava
appena producendo un mugolio sommesso che si adattava perfettamente alle vie
scure e umidicce.
Si fermò a poca distanza dall’ingresso
posteriore di uno squallido bar di periferia: “The Dream”. A guardarlo
non si sarebbe detto. Aveva i muri scrostati e ricoperti di graffiti volgari,
le piccole finestre avevano vetri oscurati o almeno ciò che ne restava. La
porta di metallo arrugginito era bollata in più punti e ai suoi piedi stavano
casse di birra vuote e bottiglie di vetro rotte che stazionavano lì da una
vita. Una certa quantità di polvere mischiata ad acqua ricopriva il cemento,
vecchi manifesti muffiti si scrostavano dalle pareti umide del vicolo. Gruppi
che avevano suonato un tempo lì senza poi essere diventati famosi, forse
piccole band formate da ragazzi in cerca di un sogno. Anche i Dengoes ate my
baby avevano avuto un loro cartellone pubblicitario al Bronze, qualche serata l’avevano
fatta e anche un discreto successo.
Un ragazzo con capelli dal colore
indefinibile entrò nel locale, era sceso dal furgoncino sgangherato e si
portava dietro un voluminoso oggetto avvolto i una custodia di tela nera. Prima
di entrare si era fermato un attimo ad osservare i cartelloni malconci e aveva
sospirato, avrebbe voluto tanto tornare indietro…
Una volta passato dal corridoietto
squallido e maleodorante che introduceva nel locale vero e proprio fu investito
dal suono martellante di una musica house, decisamente non il tipo che amava
lui. Poteva vedere attraverso una vetrata la gente che ballava e si scatenava
sulla pista, stavano tutti ammassati come animali che si strusciavano gli uni
contro gli altri. “ma guarda se proprio qui dovevo
andare a finire…” si disse tra sé e sé il ragazzo mentre scuoteva la
testa. Pensare che prima era tutto così semplice e diverso…
Quel posto non faceva affatto per lui,
troppa confusione, troppa vita cittadina e troppe ragazze che gli ricordavano
lei…il rosso andava di moda evidentemente ma nessuno
poteva vantarne uno tiziano come quello della ragazza…
Arrivò ad un bancone giusto fuori
dalla sala bombardata di musica ad alto volume e luci elettroniche
intermittenti, l’odore del fumo non propriamente fumo gli impregnava
già le narici e lo infastidiva, certo qualche tiro l’aveva
fatto ma quella concentrazione letale lo nauseava abbastanza.
Dietro il bancone stava un tipo tutto
muscoli che indossava una camicia bianca aperta sul petto palestrato e
perfettamente liscio…si vedevano ancora i segni delle
cerette. Un paio di jeans stracciati a vita bassa entro il limite consentito
dalla legge e per completare scarpe nere con i tacchi. Odiava chi si vestiva
male e chi portava i tacchi.
Intorno ai polsi portava un rolex d’oro
pacchiano e svariati anelli enormi, molto vistosi. Le dita erano tozze e
grassocce e i cerchi d’oro e argento le ricoprivano
quasi completamente.
Intorno al collo stava una catena d’oro
con un medaglione grosso quanto una noce a forma di simbolo della pace; all’orecchio
destro erano allacciati un piercing con una pietra grossa ed azzurra e un
orecchino ad anello. Sul sinistro stava un orecchino a forma di lancia e uno a
simbolo del dollaro.
Non appena il ragazzo si avvicinò l’uomo
smise di analizzare profondamente la cubista che ballava in sala. Gli rivolse
il suo miglior sorriso da bravo ragazzo e ricevette in risposta un’occhiataccia
indagatrice.
-Chi accidenti sei ragazzo? Non ti
hanno detto che i minorenni non entrano?- rise da solo come un idiota. Il
ragazzo sorrise appena dicendosi che capiva perfettamente le persone che si
abbassavano a portare i tacchi. Ma nonostante la battuta di cattivo gusto fece
buon viso a cattivo gioco, i soldi gli servivano.
-Sono Oz Osbourn, il bassista.- Per
prevenire ulteriori domande mostrò la carta d’identità. L’uomo
storse il naso e controllò minuziosamente il documento.
Indicò con il capo una stanzetta
laterale. -Di là e sbrigati musicista, sei in ritardo.-
Oz annuì piano e trascinandosi dietro
lo strumento andò a raggiungere il gruppo.
Aveva risposto ad un annuncio sul
giornale il giorno prima, una band che suonava al locale The Dream informava
tutti i suonatori di basso in circolazione che avevano un posto vacante per
qualche serata dato che il musicista sostituito aveva una brutta forma di
influenza. Sarebbe stato vincolato da un contratto per una settimana con il
pagamento di 70 dollari alla serata.
Oz non se l’era
fatto ripetere due volte, aveva un disperato bisogno di soldi. Certo qualche
lavoretto lo aveva fatto ma nulla di serio e questa nuova occasione, anche se
non duratura, era la migliore mai capitata, almeno veniva pagato per qualcosa
che amava e sapeva fare!
Quando entrò nella sala prove si trovò
davanti tre ragazzi dall’aria scontrosa. Alzarono appena
la testa al suo arrivo e non lo salutarono. Osservando meglio il luogo si rese
conto che non dovevano avere un gran successo, forse li tenevano lì perché
nessun altro era disposto a prendere il loro posto.
Salutò cordialmente i componenti e si
presentò:-Ciao a tutti, sono Oz, il bassista.- allungò una mano che non venne
presa ma non ci fece molto caso, quel posto gli serviva.
Un ragazzo dai capelli color cenere e
gli occhi scuri, leggermente vacui gli si avvicinò. Lo scrutò senza espressione
con quelle due palle sporgenti ed inquietanti e con tono triste rispose:-Io
sono Trevis, voce. Loro sono Dick e Chester- Indicò gli individui dietro di lui
-rispettivamente chitarra, coro e
batteria.- gli esseri uscirono dall’ombra che li occultava con
maestria e si sporsero alla luce fredda del neon, mostrando i visi tirati e
depressi ed accennando ad un saluto con il capo.
Uno aveva magnifici capelli neri “sì,
magnifici se si vedessero sotto tutto quello sporco...”
pensò Oz; occhi spenti grigi, con l’espressione un po’ da
cane bastonato. La pelle del viso era screziata da brufoli rossastri e così
pallida che il ragazzo credette di aver a che fare con uno zombie, aveva la
corporatura esile. “ma dove sono capitato? Al
festival dei morti?”
L’altro aveva il viso rubizzo
contornato da capelli color sabbia che scendevano disordinati in un taglio
fuori moda, occhi neri e acquosi e una bocca storta in un’espressione
di disapprovazione o collera, non si capiva perfettamente. Lui doveva sembrare
un alieno con quei capelli blu scuro modellati con gel e lo smalto nero alle
unghie, per non parlare dell’orecchino! Dal modo in cui lo
scrutavano sembrava che la pensassero proprio così.
Poiché il bassista non aveva compreso
chi fosse chi, si trovò di fronte ad un dilemma atroce:come parlare loro senza
fare brutta figura? “Dio mio, se sbaglio i loro nomi
ho paura che mi inseguano con passo strascicato e mi uccidano staccandosi
qualche arto...”
Deglutì e sorrise ancora, un po’ meno
sicuro di prima.
-Che sai fare?- chiese uno dei due con
tono tutt’altro che curioso. –Bè avevo un
gruppo una volta ed eravamo piuttosto bravi, so suonare un po’
tutto- rispose tenendo d’occhio l’uscita,
così, per sicurezza...
Il ragazzo annuì e se ne tornò al suo
posto, lucidando la chitarra. “ah, allora lui è il chitarrista!” si disse
Oz. Ma con sommo sconforto lo vide andare a sistemare anche la batteria e a
prendere le bacchette.
L’altro ignoto lo squadrò con
espressione di disarmante indecifrabilità e disse in modo atono:-Bene. Se vuoi
dare un’occhiata al tuo strumento fallo pure. Tra poco
usciamo.-
Con passo strascicato, senza attendere
la risposta ritornò alla precedente occupazione, controllare le casse. Non lo
aveva nemmeno lasciato rispondere. “Evidentemente hanno un numero di
parole preciso da dire al giorno e non vogliono sforare..”
valutò Oz sospirando pensieroso, una mano appoggiata al mento.
Non si era accorto che l’ultimo...essere
di dubbia umanità lo stava fissando. Quando si voltò verso di lui lo trovò a
scrutarlo in un modo così fisso ed angosciante che si spaventò non poco. “qui
forse mi conviene munirmi di un’arma...mi dispiacerebbe spaccare
il mio basso in testa a questi esseri..”
-Bene Oz, gli spartiti sono già sul
palco, sono canzoni dei gruppi di quest’oggi.- comunicò in tono assente.
Lui tirò un sospiro di sollievo e sorrise ma smise subito quando incontrò l’espressione
neutra. –Oh, bene perché io non sapevo se...- ma si interruppe
perché il suo interlocutore si era allontanato ciondolante e si era messo a
trafficare con il microfono. Alla luce di una squallida lampadina appariva
ancora di più spettrale, con la carnagione tirata e quasi livida. Oz cominciò a
chiedersi se l’altro bassista fosse veramente ammalato.
Dopo un’altra breve
pausa i tre esseri-forse-umani andarono verso la porta. Il ragazzo decise di
seguirli e poiché non gli saltarono addosso brandendo braccia o gambe pensò
fosse ora di esibirsi.
Da parte sua fu contento di ritrovarsi
davanti ad un pubblico, per due motivi:c’erano testimoni e sentiva il
brivido d’eccitazione che gli procurava la folla. Lo fu un po’ meno
non appena i vari ragazzi appiccicati tra di loro si accorsero dell’improvviso
cambiamento di musica. Si girarono verso i quattro mal capitati e si misero ad
urlare contrariati, fischiando a più non posso. Oz che per la prima volta
veniva salutato così si agitò moltissimo e si trovò a disagio. Gli altri invece
non se ne curarono minimamente, gli fecero un po’ pena.
Erano abituati.
Naturalmente la marea di fischi non si
placò nemmeno quando Trevis si avviò mesto e tranquillo al microfono. Davvero
si chiedeva come potessero suonare ogni sera sotto quelle pugnalate.
-E ora suoneremo i brani più in voga,
un grazie al nostro nuovo seguace e un augurio a Jimmy di pronta guarigione,
grazie tante.- declamò come una cantilena, non crucciandosi per non ricevere
risposte positive.
Oz si preparò e aprì lo spartito, la
prima canzone era Wondering dei Good Charlotte, nonostante il ritmo fosse
abbastanza allegro e la musica orecchiabile il cantante ci metteva meno
entusiasmo di quanto si usa per pregare. Veniva fuori una specie di litania
lamentosa con parecchie stecche. Il ragazzo non sapeva più che pesci pigliare,
primo perché i suoi compagni avevano un tempo tutto loro, un po’
stile banda da corteo funebre, poi anche perché le grida di disgusto si
facevano sempre più alte e numerose. Temette che da un momento all’altro
salissero sul palco armati di ombrellini da cocktail e li linciassero.
Quando quella pallidissima imitazione
di canzone finì si concesse un sospiro di sollievo, purtroppo attaccarono con
la seguente: Basket Case. “Sì proprio da rinchiudere
siamo...” pensò disperato, tenendo faticosamente dietro alle
note cincischiate a casaccio.
Quello strazio era insopportabile per
chiunque, peggio dei lunghi sermoni del Signor Giles. A quel pensiero perse un
colpo, Willow. Gli era venuta in mente all’improvviso e come un’onda
inattesa sconvolge la sabbia lei gli aveva sconvolto la testa. Come gli mancava
la sua adorata, timida, magica rossa...
Si accorse dal silenzio improvviso che
avevano terminato la canzone e nonostante lui ne avesse eseguita solo metà
nessuno se n’era accorto. Nessuno li ascoltava. Però molti li
guardavano con espressioni assassine e giocherellavano oziosamente con catene e
cinture borchiate all’inverosimile. Deglutì un paio di
volte e si accinse, pur sapendo che avrebbe decretato la sua fine, a cominciare
il nuovo pezzo.
Heartbreaker, dei Rasmus riscosse
qualche occhiata solo minacciosa, un bellissimo e rilassante cambiamento. “forse
non finirò in un canale con il cervello spappolato...”
pensò con un peso in meno nel cuore. Ma aveva parlato troppo presto.
Anche in seguito si chiese cosa fosse
saltato in mente ai suoi compagni.
Attaccarono, forse animati dalla “buona
riuscita” del pezzo con un altro, che decretò la loro
imminente fine.
-There
are just too many times that people have tried to look inside of me
wondering what I think of you...- un
mugolio di sconforto fuggì dalle sue labbra, seguito da molte bottiglie di
vetro nella loro direzione. Hit the floor fu la goccia che fece traboccare il
vaso, il sassolino che diede inizio alla frana, l’ultima
goccia, come preferite. Piovve su di loro ogni sorta di oggetto contundente si
potesse trovare, Oz si sorprese di quante armi si celino in un bar. Shaker,
stuzzicadenti per gli aperitivi, bicchieri spaccati, olive e cetriolini...
una pioggia multiforme li attaccò
senza pietà. E i suoi compagni erano imperturbabili, continuavano la loro
imitazione di musica come seri automi, prolungando l’agonia
degli spettatori e facendo avvicinare a velocità astronomica la loro morte.
Oz saltellava di qua e di là evitando
con una strabiliante agilità ogni cosa, stando anche ben attento alle cipolline
che, traditrici, potevano darti senso di innocenza abbandonate sul pavimento ma
che invece si rivelavano astute ingannatrici e ti facevano piombare lungo
disteso con qualche bel trauma cranico. Fu contento, per la prima volta in vita
sua, di essere piccolo. Alla fine si rintanò dietro la batteria, con gli
spartiti in bocca per salvarli e continuare quella che avrebbe decretato la sua
imminente fine.
Chester, lui era il batterista, lo
guardò con una scintilla di emozione classificabile come sorpresa. Ma fu solo
un’illusione, riprese l’aria neutra
continuando a dare un ritmo sbagliato.
Lo spettacolo, o meglio l’autolesionismo,
andò avanti ancora.
In the end, Escape, I’d
rather dance with you, Asthenya, Jesus of Suburbia, It wasn’t
enough...arrivata a questa Oz pensò: “sono indeciso, mi taglio la gola
con una corda del basso oppure ficco la testa nel riflettore più vicino?”
Ed andarono avanti per molto ancora,
il pubblico talvolta si placava o meglio ringhiava solamente, altre sembrava di
essere ritornati nel Far West con indiani Siux che lanciavano grida disumane di
battaglia ed erano pronti a scotennare l’uomo bianco.
Ma quello che stupì di più il
licantropo fu che i membri del gruppo non si scomponevano più di tanto, qualche
volta spostavano leggermente la testa per evitare una ciliegina vacante ma
nulla di più! Che cosa avevano questi esseri che permetteva loro di rimanere
tranquilli di fronte al giorno del giudizio? E sì che lui di catastrofi se ne
intendeva! Ma in confronto a questa avrebbe aperto cento volte la bocca dell’inferno
e sarebbe andato a chiuderla di persona armato di un ferro da calza!
Quando finalmente la serata finì tirò
un sospiro di sollievo, così come tutti gli spettatori. Nel locale non c’era
più uno stuzzichino ne un’oliva da cocktail che non fosse
spiaccicata su qualcuno o qualcosa.
Ritornarono in sala prove e lì Oz si
appoggiò stremato al muro, i compagni richiusero in silenzio gli strumenti
nelle custodie e coprirono con un telo la batteria. Sempre nella più totale e
grave aria di silenzio, tipo santa inquisizione.
Dick si avvicinò al ragazzo. “oddio
adesso mi assalisce con una fiatata da zombie!” pensò
fugacemente.
Infilò la mano con gesto lento e
terrificante nella tasca della giacca. Oz era sempre più sudato e intimorito. “basso
o meno se mi fa qualcosa glielo spacco in testa!” gridò
dentro di sé in preda all’angoscia.
Quando estrasse la mano sventolo delle
banconote davanti al viso del ragazzo e senza felicità disse:-Ecco, grazie.- Oz
tirò un sospiro di sollievo così rumoroso che fece voltare gli altri due.
-Pre-prego.- afferrò i soldi e li mise
in tasca. Si precipitò fuori accompagnato da un breve saluto, giunto quasi
verso la salvezza del corridoio si fermò, roso dalla curiosità.
-Scusate- disse rientrando di
soppiatto. –Come si chiama il vostro gruppo? Sull’annuncio
non c’era...- loro parvero spiazzati dalla richiesta e si
guardarono stupiti. “accidenti! Sono riuscito a
suscitare in loro qualche emozione! Che Dio ci scampi, qui succede un’altra
apocalisse!”.
Parvero indecisi se rispondere o meno,
avrebbero sprecato delle parole!
-Ma Chainless ovviamente!- e per la
prima volta in tutta la serata sorrisero. Oh, durò poco, ma quel movimento così
inusuale per quelle facce fece scoppiare a ridere Oz e lasciò di stucco loro.
-Ci vediamo domani Oz.- disse Travis e
bastò questo per far afflosciare la gaiezza del ragazzo.
*
-Non ci posso credere, non ci voglio
credere!- -E dai, quante storie! Che c’è di male?- -No no, il mio buon
senso si rifiuta di accettare l’idea!- -Xan insomma! Non è mica
la fine del mondo! Che cosa potrà mai succedere!- -No, no, no! Non ascolto, bla
bla bla, brrr, frrr, ahhhh- -Xander!!- Buffy lo guardò con stizza, mentre il
ragazzo si aggirava facendo smorfie e versacci come un bambino di quattro anni.
-Scusami! Il mio cervello è ancora
alla fase:No, mio Dio no!- esclamò fermandosi.
-Ma insomma, che cosa ti manda tanto
in bestia?- esclamò contrariata Buffy, alzandosi dal divano frustrata e andando
a posizionarsi minacciosa davanti a Xander.
-COME cosa c’è di
sbagliato!! Stiamo parlando di..Spike! un vampiro che ha nel curriculum ben due
cacciatrici! Che ha sempre voluto la tua morte e sempre la vorrà!- “mhm..di
questo non sono poi tanto sicura...da come mi baciava...NO!!che penso!”
-Vedo che sei di nuovo d’accordo
con me.- asserì il ragazzo, notando la faccia disgustata dell’amica.
Ma prima che la normalità li raggiungesse di nuovo e lui potesse tornare alla
sua amata oziosa attività da poltronaro (termine nuovo, appena coniato) lei si
riprese dall’elucubrazioni mentali.
-Su dai Xan non fare il tragico...-
disse Buffy, un tantino esasperata.
Lui la guardò esterrefatto, indeciso
se allargare di più la sua circonferenza bocca oppure sgranare gli occhi,
diventando un degno avversario di una mosca. “è del tutto
partita? Non può voler andare in giro con...con un vampiro!”
-Tragico!?! Io sono realista! Gli vuoi
anche dare la gemma di Amarra! Già che ci sei perché non gli dai anche un
permesso speciale per bersi due pinte di sangue umano a notte!- urlò.
-Alexander Harris! Credi che io stia
venendo meno al mio dovere di cacciatrice?- esclamò punta sul vivo. –Ti
ricordo che lo faccio per una mia carissima amica! Se sei così insensibile da
dimenticarlo non mi sorprende che tu non voglia nemmeno concedere una
possibilità a Spike!- si alzò di scatto dalla sedia e con sguardo inorridito
rimase impalato a fissarla. –Una possibilità? Per quell’ammasso
di carne invecchiata d’oltreoceano?!?-
la ragazza ispirò profondamente. “è
Xander, il tuo migliore amico e NON uno sporco demone ciarliero rompipalle!”
-Sì, poi te l’ho
detto non ci può fare nulla. Il cip funziona sempre, gemma o no.-
-Si ok ma non è comunque un buon
motivo! Pensaci! Chi difenderà gli innocenti durante la tua assenza!-
-Gli innocenti possono aspettare! Si
tratta di Willow! E poi quanti innocenti credi possano esserci a Sunnyhell?- “OMMIODDIO!!!
Ho usato un suo...vocabolo...appunto mentale da periferia a cervello di Buffy,
resettare tutto!!!” miracolosamente Xander sembrava
non aver sentito, il che era sicuramente la più grande fortuna capitatale
ultimamente. “grazie mia buona stellina...”
animata dal suo sacro compito di difendere i diritti dell’amicizia
incalzò:-Non durerà molto e tu, Anya e il Signor Giles potrete fare parte del
lavoro.- -Ma Buf come farai a sopportare blondieboy per più di una mezzora?-
lei sorrise inconsciamente. –Oh...non
lo so potrebbe risultare anche un’esperienza piacevole- “o
santo paletto!”
-COOSA? Esperienza piacevole? Non
voglio ricordare di aver sentito questa frase da te a proposito di lui! Adesso
vado a lavarmi il cervello con lo shampoo!-
Con una poderosa spinta Buffy lo
ributtò sulla poltrona del salotto, gli occhi accesi e le mani che prudevano
incredibilmente.
“NON e ripeto NON mi guasterà il mio piano! È il primo
che faccio e non sarà certo per la sua incompatibilità con i vampiri che lo
manderò a monte!” queste parole rimbombarono nella sua mente come un
grido di guerra.
-Adesso Basta! Si farà e basta, per
amore di Willow e anche per la mia tranquillità!- e con questo l’argomento
era chiuso, quando nelle iridi di Buffy brillava la fiamma della cacciatrice
era meglio non discutere più.
Il ragazzo sospirò sconsolato ma
comprese che non le avrebbe mai fatto cambiare idea. Lui comunque l’aveva
avvertita e quando di lì a pochi giorni fosse tornata a casa in lacrime le
avrebbe buttato addosso il tanto famoso “te l’avevo
detto!” dopo di che l’avrebbe consolata e aiutata,
magari l’avrebbe anche convinta ad uccidere il biondone, chi
lo sa...
La sera, al Bronze si erano ritrovai tutti.
Avevano deciso di festeggiare per la bella idea della cacciatrice, per lo meno
le due amiche perché gli altri non sembravano molto contenti. Eccezionalmente
anche il Signor Giles e Spike si erano uniti alla compagnia. Il vampiro
ovviamente non indossava la gemma che era riposta accuratamente nella
cassaforte dell’inglese.
Era stata la cacciatrice ad insistere
che venissero, per convincere l’uomo aveva dovuto quasi
minacciarlo!
Buffy e Riley sedevano abbracciati, lei
vestita con un abito blu scuro, di velluto, che le arrivava a metà coscia, i
capelli arricciati lasciati sciolti. Lui...bè lui con l’immancabile
uniforme verde militare, completa di placchetta argentata intorno al collo. Non
appena il vampiro era entrato aveva lanciato uno sguardo molto ironico alla
cacciatrice, sfidandola a smentire quello che si erano detti il giorno prima.
Lui in compenso sfoggiava il suo
migliore look da super cattivo, i capelli biondo impossibile erano pettinati
con piccole punte arricciate, come i riccioli di un angelo, un angelo oscuro.
L’immancabile spolverino nero
tirato a nuovo gli ondeggiava intorno come se un’aria
leggera lo facesse muovere, lasciava intravedere la camicia rossa sbottonata
sul petto marmoreo e scolpito, che con la sua bianchezza risaltava in maniera
favolosa alle luci soffuse del locale. I jeans neri gli fasciavano le gambe
come una seconda pelle, risaltandone la forma atletica. Nonostante tutto aveva
una corporatura normale, cosa che lo differenziava dall’altissimo
e massiccio soldato. La cacciatrice sapeva però che in uno scontro non avrebbe
vinto il fidanzato. Mentre lo osservava camminare beffardo ed elegante verso di
loro fu colpita da una strana sensazione, un freddo improvviso che si
intensificò non appena lui posò le iridi blu nelle sue. Lesse in quegli occhi
il male, qualcosa che Angel non aveva mai avuto, c’era
la tenebra e l’amarezza, c’era il potere della notte.
Ma la cosa che più la spaventò fu che
non riusciva a staccarsi da quei laghi di malvagità, erano due prepotenti
calamite e le risucchiavano tutti i buoni propositi, la voglia di vivere.
“perché succede...perché mi sento così e soprattutto,
perché mi attira così tanto?” si chiese mentre ripetuti
brividi le correvano lungo la schiena.
Li raggiunse subito, non senza aver
prima lanciato un’occhiata da predatore tra tutta la gente intorno a
lui, ballavano senza sapere che avrebbero potuto essere uccisi, senza sapere
che lì c’era il Re della notte.
-Hey!- disse con poco entusiasmo.
-Hey..- rispose Willow, arrossendo perché era stata la prima e l’unica
a rispondere al saluto. Il vampiro si accomodò vicino a lei e le sorrise, quasi
la considerasse l’unica lì che meritava attenzione.
Xander squadrò il vampiro per lungo
tempo, con un cipiglio tutt’altro che amichevole e storcendo
il naso. Anya dal canto suo rifletté un secondo e poi rivolse un lungo e tirato
sorriso in direzione del biondo.
“oh Bloody Hell! Dove sono capitato! Sembra il raduno
dei deficienti cronici!” pensò Spike alzando il
sopracciglio e facendo ridere la strega, non si sarebbe mai abituata alle
altezze che poteva raggiungere quel pezzettino di pelle!
-Ciao Spike.- disse alla fine la
cacciatrice, guardandosi bene dal mostrarsi turbata, fuggì comunque i suoi
occhi dato che continuava a sentire un formicolio allo stomaco e i brividi.
Lui rispose con un cenno del capo.
Guardò insistentemente il soldato come a sfidarlo a parlare, spostò lo sguardo
sulla cacciatrice e notò che non lo teneva più stretto, sembrava chiusa in sé
stessa, non gli sfuggì il fatto che non lo degnasse nemmeno di una battuta
sarcastica.
Xander continuava a tirar su con la
cannuccia nel suo cocktail, come un bambino offeso.
Il silenzio che era calato stava dando
sui nervi a Spike, se l’avevano invitato perché
dimostrare tutta quella ostilità?
-Bene, sembrate quattro- si voltò per
un secondo verso la rossa e le sorrise-malati di demenza senile scappati da un
manicomio, non sono propriamente un mostro quindi non vi mangio la lingua se la
usate...- inspiegabilmente gli vennero in mente i momenti trascorsi con Buffy
seduti una in braccio all’altro. La fissò prepotentemente
finché non lo guardò negli occhi -...per parlare.- concluse con un tono basso e
roco. La vide avvampare.
“che ti prende Spike?! Perché fai questi pensieri!!”
“oddio Buf! Ti sembrano momenti da revocare e
soprattutto, ti sembra il caso di arrossire davanti a lui?”
Un silenzio misto di imbarazzo calò
sulla tavola, sembrava che tutto fluisse dalla cacciatrice. Sentiva solo la sua
mente che lavorava velocissima ed in preda al panico più totale, avvertiva nei
volti dei suoi amici dei muti rimproveri, in alcuni anche la delusione. Le
parlavano senza muovere le labbra ma le facevano molto più male che con normali
parole. Il flusso dei suoi pensieri si perse nell’imbarazzante
ricordo di tutte le volte che aveva guardato Spike in modo diverso da quello di
una cacciatrice con la preda. Che cosa poteva dire a sua discolpa per quanto
aveva fatto e per quanto continuava a fare? Come poteva spiegare a Xander che
lei non era una macchina da guerra ma che possedeva dei sentimenti e della
pietà e che quando guardava il vampiro biondo non riusciva ad ucciderlo ma
nemmeno a provare odio, tanta era la pena che sentiva nello scoprire che era
inerme ed innocuo? Immaginava chiaramente cosa avrebbe potuto dirgli, lei una
volta non era così, per lei i vampiri erano carne da macello. Non si soffermava
mai a pensare che potessero avere dei sentimenti simili a quelli umani, che
nonostante tutto ERANO STATI degli uomini e come tali avevano sperimentato
forse l’amore, l’odio, la speranza o la
tristezza. Ma da Angel...lui era un vampiro con l’anima e
questo un po’ cambiava le cose, con lui aveva iniziato ad avere
dei dubbi, dopotutto che cos’è l’anima?
Tutti gli uomini ce l’hanno eppure ogni giorno ci sono
assassini, vengono violentate donne, sono praticate torture, ci sono guerre. E
tutti questi uomini sono stati dotati da Dio di una scintilla, ma agiscono
peggio di demoni che invece non hanno nulla.
E quindi da quei lontanissimi giorni,
sembrava fosse passata una vita intera da quando aveva abbracciato Angel un’ultima
volta, sentiva che il suo parametro di giudizio era cambiato. Angelus che cos’era?
Uno Spike più megalomane e meno spiritoso. Forse molto ipocrita, molto più del
biondo. Però per lui...per lui aveva provato attrazione dopotutto, nel recesso
del suo cuore sentiva che non gli era stata del tutto differente. Forse si
stava perdendo in un vortice di immoralità, però Angelus, anche lui non era un
automa senza sensazioni. Lui odiava il mondo e Spike lo amava, lui voleva solo
vendetta per la cacciatrice, perché lo aveva fatto sentire un uomo, lo aveva
fatto sentire vivo e Spike le aveva concesso il suo aiuto, in parte per
Drusilla certo ma anche perché teneva al mondo, perché c’era
il Manchester United, come si poteva dire che fosse DAVVERO un mostro, un
assassino vuoto, freddo e privo di emozioni?
-Buffy!?!?!- sbatté le palpebre e
osservò le persone attorno a lei. “non capite un emerito cazzo di
me!” si era spaventata per ciò che aveva detto in sé. Ma
aveva davvero tutti i torti?
-Terra chiama Buffy! Sei ancora tra
noi?- chiese un inviperito Xander, non solo non aveva smesso di tirar su il suo
cocktail imbronciato, ma ora che era quasi finito emetteva quel tipico
gorgoglio gutturale che fanno le cannucce dei bambini di tre anni. “se
non la smette altro che amico, gliela infilo su per il naso la cannuccia!”
Guardò Riley con un misto di disgusto
e rassegnazione, lui era sempre immobile in quella stolida e passiva aria da
ufficiale imbottito di narcotici.
-Si, scusate stavo...pensando.-
mormorò a tutti. Annuirono e ripresero in fermo silenzio a bere le loro
ordinazioni. Cosa poteva fare per rompere il ghiaccio? Contò le persone intorno
a lei e vide che ne mancava una! Con molta, moltissima riluttanza si girò verso
il vampiro e, senza guardarlo negli occhi, chiede: -Spike, dov’è
Giles?- lui la guardò molto attentamente, ispezionando ogni ruga del suo viso e
le mani che si muovevano nervosamente intorno al bicchiere.
Si rilassò in un lungo sorriso, cosa
che lo rese terribilmente meraviglioso agli occhi di qualsiasi donna si
trovasse a passare di lì.
-L’ultima
volta che l’ho visto stava cercando di convincere il buttafuori
che non era un apprensivo padre di una minorenne ma un semplice
avventore...certo il suo completo stile The con Sua Maestà non lo aiutava...-
sogghignò diabolico all’idea, nonostante l’occhiata
assassina della cacciatrice.
Willow rise di cuore, smettendo
imbarazzatissima per quella sua reazione Spike-favorele.
Ormai il suo viso era una maschera
rosso fuoco, faceva una certa impressione.
-Bè, sarà il caso che io vada a vedere
se...-disse Buffy indicando la porta.
-Sì, vai a controllare se lo
spauracchio occhialuto ha bisogno di essere salvato...saresti una perfetta
colf!- buttò lì il vampiro, era più forte di lui, doveva un po’
prenderla in giro altrimenti non si sentiva bene... “altrimenti
lei non ti rivolgerebbe nemmeno la parola Spike, sii sincero con te stesso...”
-Smettila Spike! Non sei qui per
insultare ne me ne i miei amici!-
-Oh scusa, avevo scambiato Rupert per
un bibliotecario di cinquant’anni e non per un adolescente in
piena attività ormonale!-
-Chiudi quella boccaccia altrimenti
io...-
-Ragazzi!!!!!- strillò Anya, i due la
guardarono iracondi.
-Che c’è!-
urlarono insieme.
-Se volete fare sesso non dovete per
forza prima litigare! Andate in un bagno e calmate i bollenti spiriti!-
-Anya!!- urlò a sua volta Xander,
mentre con un viso inorridito li squadrava tutti e tre.
Spike osservò per un secondo la reazione
di Buffy, istantaneamente anche lei si voltò verso di lui con occhi
indecifrabili e lo guardò allo stesso modo. Il vampiro sorrise malizioso e lei
i rivoltò di scatto, rossa fino alla radice dei capelli.
-Anya ti prego! Ora non mi leverò mai
più quest’immagine dalla testa! Nemmeno con due galloni del
solvente di Nonna Acetonella!-
-Xander per piacere non citare Harry
Potter, sappiamo che è l’unico libro che hai letto fino
in fondo! E poi scusa, sembrano due fidanzatini che litigano in continuazione!
Dico, toglietevi lo sfizio e stop!- ribatté l’ex demone
con aria innocente.
Willow non sapeva più dove nascondersi
per ridere in pace, Xander appariva irrimediabilmente danneggiato, Riley
manteneva una certa freddezza anche se aveva afferrato la mano di Buffy non
appena si era sollevato il discorso, come un bambino a cui minacciano di
portare via la mamma. Anya annuiva convinta, nonostante il suo fidanzato
tentasse di tapparle la bocca e cancellarle il sorrisetto soddisfatto. Quanto
ai due biondi, evitavano accuratamente di guardarsi e tentavano di tenere un
contegno, come se le parole incriminate non fossero state pronunciate. Ora la
cacciatrice avrebbe voluto tirarsi una martellata in testa per la stupida idea
di “rompere il ghiaccio” e
naturalmente fare lo stesso ad Anya.
“non riesco a scacciare l’immagine
che mi si è formata in testa...ormai sono scioccata e rovinata per l’eternità..mannaggia
ad Anya! E tu Buffy cattiva smettila di sospirare e compiacerti!!”
“per tutti i demoni maledetti di Sunnyhell! Spike
piantala di tradurre le parole in fotogrammi realistici! Anche se...NO! io sono
il grande cattivo, sono il grande cattivo e ho ucciso due cacciatrici, sono il
grande cattivo e ho ucciso due cacciatrici e non posso fare a meno di pensare a
quanto mi piacerebbe farlo con la terza...”(lascio libera interpretazione
^-^)
-Bè, io vado a cercare Giles...- la
ragazza svicolò scandalosamente in fretta dalla situazione “bollente”,
lasciando dietro di lei i pensieri cattivi e un vampiro notevolmente sconvolto
per conto suo.
Spike si prese tutto il tempo per
calmarsi, facendo lunghi introspettivi sospiri e camminando avanti e indietro
abbondantemente, così, giusto per abbassare la tensione...
Il silenzio imbarazzato ed arrabbiato
ripiombò addosso ai ragazzi, fu sostituito gradualmente con delle piccole
chiacchiere che crebbero, timidamente diventarono discorsi finché ognuno non
mentì a sé stesso dicendosi che aveva dimenticato l’intera
faccenda.
Guardandosi intorno il vampiro
analizzò la gente. C’erano numerosi adolescenti sotto
i quattordici anni che si scatenavano in pista, ballando un po’
goffamente e strusciandosi tra di loro. Scosse la testa riflettendo che qualche
anno prima non avrebbe resistito al richiamo dei loro corpi caldi, del sangue
bollente che pulsava eccitato nelle vene. Ora era solo una pallida imitazione
di sé stesso e se ne vergognava non poco ma non era stata una sua scelta. Però,
in fin dei conti non stava poi così maledettamente male, certo bere sangue di
porco e dormire legato non era il massimo ma aveva...qualcuno che si prendesse
cura di lui, che nonostante tutto aveva avuto pietà. E la pietà per un vampiro
è qualcosa di oscuro e allo stesso tempo allettante, come si può provare pietà
per un uomo?
C’erano persone che, bene o male
lo sopportavano e non era costretto ad attorniarsi di oche petulanti...se solo
ripensava ad Harmony gli veniva il volta stomaco, ne di servi incapaci ed
infedeli e non si ubriacava fino a farsi scoppiare la testa.
“ma che vai dicendo Spike? Qui a nessuno fotte di te,
sono solo una massa di rincitrulliti e lei...lei non è niente, non sarebbe
diversa da Drusilla...ti tradirebbe comunque...HEY! che diavolo penso? Paragono
la mia perfetta sire a..a..Buffy? e poi che cosa sono queste storie di
tradimenti? Io vivo benissimo così...voglio DRU!!!”
mentre ripensava alla sua principessa
un’ombra scura era passata sul suo volto, Willow se n’era
accorta e le dispiaceva così tanto! Sapeva cosa si provava ad essere tristi
mentre nessuno ti capisce, lui le aiutava e quello era il ringraziamento...le
piaceva Spike e non nel senso di attrazione fisica, ma come persona. Aveva
sempre sbagliato a giudicarlo secondo i parametri di Buffy...
Gli picchiettò la spalla con l’indice
e gli sorrise timida. Lui fu strappato prepotentemente dai suo pensieri ma
forse fu la cosa migliore.
-Tutto ok Spike?- chiese timida,
arrossendo quando lui la guardò in quel modo così pieno di gratitudine per aver
chiesto quella cosa.
-Si rossa, solo...un po’ di
nostalgia per i tempi andati, sai...sangue, donne, assassini...può sembrare
routine ma...mi manca.- disse con la voce malinconica di chi è preso dalla
tristezza più nera. Oh come era grato alla ragazza per averlo distratto,
piangere sarebbe stato sbagliatissimo.
-Sì...guarda che Buffy non voleva
essere...ehm...bè più scortese del solito. Secondo me lei si fida un po’ di
te...deve trovare il coraggio per ammetterlo a sé stessa e poi per combattere i
nostri pregiudizi...ma si fiderà...- sussurrò piano lei.
Spike le sorrise dolcemente, adorava
quella ragazzina e non in quel senso, era sincera e timida, innamorata ma
riusciva a farlo sentire meglio... e poi Buffy, lei era eterea, era
insuperabile, era la cosa che più odiava in assoluto, era la cosa per cui era
vissuto, era il suo primo ostacolo considerabile...era
-Anche tu hai pregiudizi?- le chiese
mentre non ascoltava veramente, mentre aveva in testa solo un massa di capelli color
del grano, mentre sognava i suoi pugni e il suo viso reso duro dalla
determinazione ad uccidere.
-Li avevo...però ora...Spike sei forte
e mi piaci...cioè, non fraintendermi!- si affrettò a precisare corrosa dalla
vergogna mentre tornava dello stesso colore dei capelli.
Lui le sorrise come si può fare con
una sorella amatissima.
-Non ti preoccupare rossa, anche tu “mi
piaci”-
tirò un lungo sospiro di sollievo.
-Bene, è perfetto allora! Avrai un’alleata
in questa guerra contro i pregiudizi! Conta su di me!- esclamò euforica, per
ripiombare nella vergogna dato che dal suo urlo molte teste si erano girate.
-Grazie Willow, accetto.- le prese una
mano gentilmente.
-Ti va di ballare rossa? Da AMICI,
così fai un po’ di pratica per il tuo musicista. Ti giuro che te lo
trovo costasse il mio prezioso spolverino!- e dopo una promessa così, che altro
c’era da fare se non accettare e sorridere, camminando
alzati dieci centimetri da terra?
La trascinò in mezzo alla pista dove
le persone si dimenavano al ritmo dell’house lanciata a tutto volume.
Il vampiro non era per niente soddisfatto dell’accompagnamento
ma non poteva più tirarsi indietro e comunque non l’avrebbe
mai fatto. Sapeva che la rossa aveva bisogno di distrarsi un po’ e il
modo migliore per farlo era convincere il suo corpo a muoversi seguendo un
ritmo, lasciando fuori tutto il resto a parte il pulsante, magnifico e caldo
ritmo. Sembrava essere l’unico ad aver capito che per
aiutare Willow non ci volevano sguardi comprensivi e di compassione per lei,
che non era certo una buona idea pomiciare con il proprio partner lì davanti ai
suoi occhi e nemmeno dirle di continuo: “Will tutto bene?” “e no!
Tutto bene un maledetto niente!” prometterle che presto sarebbe
tornato o che, ancora peggio, avrebbe trovato un altro e avrebbe in fretta
dimenticato quel ragazzo. Il discorso “se se n’è
andato vuol dire che non ti amava e che non ti meritava, meglio perderlo che
trovarlo ecc...” non serviva maledettamente a nulla! Non conosceva le
ragioni per cui il lupacchiotto aveva voluto andarsene e nemmeno le voleva
sentire ma non poteva di certo essere perché si era stancato di lei. Non ci si
poteva stancare di una persona così da mattina a sera e nessuno l’avrebbe
mai convinto che avesse lanciato segnali a Willow che lei non aveva compreso...
La musica sfumò in modo rassicurante
in un lento molto dolce, la calda voce canadese era una coperta calda in cui
avvolgersi, la canzone aveva un ritmo ovattato...così piacevole...
NA NA
NA NA NA NA NA NA
I MISS YOU
[MI MANCHI]
I
MISS YOU SO BAD
[MI
MANCHI DA MORIRE]
I
DON'T FORGET YOU
[NON TI DIMENTICO]
OH IT'S SO SAD
[OH È COSÌ TRISTE ]
Ballavano quel lento teneramente
abbracciati, non come una coppia ma come un paio di anime che avevano bisogno
di essere consolate e che trovavano conforto solo l’uno
nell’altra. Willow posava la testa sul petto di Spike e
osservava la massa intorno a sé che si muoveva ignara del testo della canzone
che invece lei ascoltava bene.
Oz era così lontano da lei, lo sentiva
come un vuoto in mezzo al cuore e mai le parole di una canzone erano state più
azzeccate per lei..
I
HOPE YOU CAN HEAR ME
[SPERO TU POSSA SENTIRMI]
I REMEMBER IT CLEARLY
[LO RICORDO CHIARAMENTE]
THE DAY YOU SLIPPED AWAY
[IL GIORNO IN CUI SEI SCIVOLATO VIA]
WAS THE DAY I FOUND
[E' STATO IL GIORNO IN CUI HO CAPITO]
IT WON'T BE THE SAME
[CHE NON SAREBBE PIÙ STATO LO STESSO]
OH
“lo so che non puoi farlo amore mio...eppure ricordo
benissimo quando mi hai lasciato! Non mi hai nemmeno dato il tempo di spiegarmi
con te, sei semplicemente scivolato via da me e te ne sei andato, ignorando
quello che veramente io sentivo! Non me ne importa niente del tuo demone!
Apprezzo che tu lo combatta per me ma non mi interessa se per tre sere al mese
devo chiuderti dietro a sbarre! Guardaci Oz...siamo tutti speciali qui, tu non
saresti stato diverso...ma ora, da quel giorno maledetto non sono più io e la
mia vita è sfumata in una pallida sopravvivenza senza di te...”
NA NA
NA NA NA NA NA
I
DIDN'T GET AROUND TO KISS YOU
[NON SONO VENUTA A DIRTI ADDIO]
GOODBYE
ON THE HAND
[BACIANDOTI
SULLA MANO]
I
WISH I THAT I COULD SEE YOU AGAIN
[SPERO DI POTERTI RIVEDERE]
I KNOW THAT I CAN'T
[SO CHE NON POTRÒ]
“non posso cancellare il dolore che ho provato quando
ho capito che non saresti tornato più...non ho potuto abbracciarti ne chiederti
se mai avremmo ritrovato il nostro legame, se mai avessi potuto sentirti ancora
vicino a me...se avessi potuto impazzire di nuovo ad un tuo concerto al
Bronze...se avessi potuto comprarti il gel per i capelli o se avessi potuto
fare colazione con te, mangiandoci una scatola di dolci a letto...perché lo
sento che per molto non ti vedrò più...”
I
HOPE YOU CAN HEAR ME
[SPERO TU POSSA SENTIRMI]
I REMEMBER IT CLEARLY
[LO RICORDO CHIARAMENTE]
THE DAY YOU SLIPPED AWAY
[IL GIORNO IN CUI SEI SCIVOLATO VIA]
WAS THE DAY I FOUND
[E' STATO IL GIORNO IN CUI HO CAPITO]
IT WON'T BE THE SAME
[CHE NON SAREBBE PIÙ STATO LO STESSO]
OH
Spike pensava a Drusilla, pensava a
quanto l’aveva amata e cercata pensava a quando l’aveva
lasciato la prima volta...lì aveva sofferto troppo e si era umiliato in maniera
indecorosa...poi era tornata ed era stato come se il sole lo avesse baciato per
la prima volta. Ricordava il suo abbandono definitivo...era scivolata via come
l’acqua sulle rocce e lui non aveva potuto impedirlo e
sapeva che se mai fosse tornata ancora, non sarebbe stato più lo stesso...non
ci sarebbe stata più la loro alchimia...
Sentiva il capo di Willow posato
addosso, lui giocava con i suoi capelli rossi e la teneva stretta, vedendo in
lei l’unica persona capace di comprenderlo veramente in
quel momento. E poi avvertì un debole singhiozzo, le parole di quella canzone
non erano speciali solo per lui e si maledì per non averci pensato, maledì la
giovane Avril per aver fatto una canzone così triste e maledì il dj per averla
messa proprio quella sera...al loro primo incontro come amici e non come
nemici...l’abbracciò forte per trasmetterle il suo conforto, per
farle capire che di lui si sarebbe potuta fidare e che lui capiva come si sentiva..
NA NA
NA NA NA NA NA
I'VE
HAD MY WAKE UP
[MI
SONO SVEGLIATA]
WON'T
YOU WAKE UP
[TU NON TI SVEGLIERAI]
I KEEP ASKING WHY
[CONTINUO A CHIEDERMI PERCHÉ]
I CAN'T TAKE IT
[NON POSSO ACCETTARLO]
IT WASN'T FAKE
[NON ERA UNA FINZIONE]
I HAPPENED YOU PASSED BY
[È SUCCESSO DAVVERO CHE TE NE SEI
ANDATO]
“nonostante non volessi convincermene tu te ne sei
andato e non ti avrei più trovato sul mio cuscino, che mi guardavi sonnecchiare
ed attendevi pazientemente che aprissi gli occhi...ogni giorno è più dura Oz,
sapere che non troverò il tuo abbraccio al mattino...e continuo a dirmi che
forse è colpa mia che non ti ho mai capito, che non ho mai compreso quanto
fosse penoso per te essere un lupo....però te ne sei andato così, senza darmi
la possibilità di sapere se mai ti ritroverò....te ne sei andato veramente...”
NOW YOU'RE GONE
[ORA NON CI SEI PIÙ]
NOW YOU'RE GONE
[ORA NON CI SEI PIÙ]
THERE
YOU GO
[TE
NE SEI ANDATO]
THERE
YOU GO
[TE
NE SEI ANDATO]
SOMEWHERE
YOU'RE NOT COMING BACK
[DA QUALCHE PARTE DA DOVE NON POSSO
RIPORTARTI INDIETRO]
“non so nemmeno dove sei Oz!! e questo piano...questa
caccia all’uomo...non lo so forse non serve perché tu non vuoi
più avermi tra i piedi, forse non vuoi essere trovato...”mentre
le parole della canzone le rimbombavano in testa lei piangeva, inondava lo
spolverino di Spike con le sue stupide lacrime da ragazzina e nonostante questo
lui l’abbracciava più stretta e la faceva sentire meglio...
THE DAY YOU SLIPPED AWAY
[IL GIORNO IN CUI SEI SCIVOLATO VIA]
WAS THE DAY I FOUND
[E' STATO IL GIORNO IN CUI HO CAPITO]
IT WON'T BE THE SAME
[CHE NON SAREBBE PIÙ STATO LO STESSO]
OH
“Oz, non sarà più lo stesso no! Ti torverò ad ogni
costo e tutto cambierà...in meglio! Dovessi affrontare venticinque Angelus
affamati del mio sangue!”
NA NA
NA NA NA NA NA NA
I MISS YOU
[MI MANCHI]
“Tu quanto non lo sai...”
Buffy rientrò di corsa trascinandosi
dietro l’osservatore. Una volta giunta al tavolo sorrise e lo
fece sedere prepotentemente. Poi si guardò intorno e un’espressione
allarmata le paralizzò il volto.
-Dove sono Willow e Spike?- gridò e
tutti si voltarono a guardare verso la pista da ballo.
-Stavano ballando...li ho visto guarda
sono la e...O ACCIDENTI!! Willow sta piangendo! Che cosa le ha fatto quel
brutto figlio di puttana di un vampiro!!- urlò Xander osservando la rossa
accasciata sul petto di Spike, con il viso rigato da copiose lacrime. Buffy non
ci pensò su due volte, agguantò il paletto e si precipitò sulla coppia.
Anya trattenne Xander che dopotutto
avrebbe avuto poche possibilità di difendersi se Spike fosse tornato normale...
Senza nemmeno dargli il tempo d’accorgersi
di lei, Buffy staccò violentemente il vampiro da Willow e cominciò a
picchiarlo.
-Che cazzo credevi di fare brutto
assassino!! Che stavi facendo a Willow!!-
lui scosse la testa per riprendersi
dal pugno appena ricevuto e fece del suo meglio per parare gli altri che
piovevano continuamente.
-Stavamo solo ballando stupida
Cacciatrice! Non posso maledettamente fare un inferno di niente con questo
fottutissimo cip!!-urlò tra un colpo e l’altro.
-Oh certo! E lei piangeva perché gli
era andato un moscerino nell’occhio!!- urlò furiosa la
ragazza. Sentiva oltre alla paura un po’ di gelosia, perché lei non era
tra quelle braccia...lei non poteva avere la dolcezza dell’abbraccio
che Spike stava dando alla rossa...
-Senti brutta cretina non posso
nemmeno attaccarti ora! E credimi lo farei perché tu scagli accuse senza mai
pensare! Usa quell’organo che hai in testa invece
di farlo ammuffire lì per sempre!-
-Idiota di un vampiro io...-
-SMETTETELA tutti e due!!!!!- urlò
Willow. Si voltarono di scatto, ricordandosi che c’era
anche lei e che erano in un locale affollato di gente che li guardava con
sguardo attonito.
-Tu Buffy non capisci mai nulla?
Arrivi qui e sputi sentenze solo perché ti ritieni di avere l’autorità
per farlo! Non ti fermi mai ad analizzare le cose!! Piangevo perché pensavo a
Oz e perché la canzone me l’ha ricordato! O ti sei già
dimenticata di tutto tanto è importante la tua missione di slava-mondo?!? Spike
mi ha solo chiesto di ballare e mi stringeva, mi consolava!! Ma voi non capite
mai un accidenti di niente vero!?siete solo degli egoisti che pensano solo a
loro stessi!!- e detto questo si fiondò fuori dal loca in lacrime, sotto lo
sguardo stupito di tutti i presenti.
-Davvero complimenti Cacciatrice, una
vera amica.-
-Sai qual è il tuo problema Spike? Non
capisci mai quando è ora di chiudere il becco!- e detto questo lo mandò a terra
con un colpo solo. Si voltò verso l’uscita e lasciò cadere le
braccia disarmata, intanto il vampiro si era rialzato e incurante di tutti
quelli che li guardavano sorpresi aveva girato la cacciatrice in modo da
guardarla negli occhi. E in quell’istante Buffy risentì quella
sensazione, come di freddo e vuoto e di malvagità ma non la malvagità classica
che hanno tutti i vampiri, vi vide una cattiveria consapevole e genuina ma
soprattutto totalmente umana. La rabbia che in quegli occhi si accendeva era
data da un uomo incazzato nero e non da un demone a cui avevano pestato la
coda. Che cos’era realmente Spike?
-Cacciatrice, non so che cosa ti sia
successo, probabilmente sei caduta dal seggiolone da piccola ma hai una
maledetto problema a rapportarti con gli altri!- esclamò massaggiandosi il
punto in cui lei l’aveva colpito.
-Ha parlato Mr. Popolarità! Ma fatti
un po’ di benemeriti affaracci tuoi!- lui sorrise
sarcastico, incurvando la linea morbida delle labbra in una smorfia
terribilmente bella.
-Come tu ti fai i tuoi Regina dei
Paletti? Continuando a trascurare la tua amica e i suoi problemi che non
saranno paragonabili ad una fine del mondo ma sono difficoltà enormi per il suo
cuore! E allora io non posso non curarmi di lei perché
-Non credo tu abbia il diritto di
insegnarmi a vivere la mia vita Spike!- sbottò lei, picchiando il pugno sul bancone
tanto che il barista le servì subito una birra, ignorata da lei e apprezzata
dal non-morto
-Se non capisci nemmeno quando ti si
dà un consiglio allora sei proprio messa male ragazzina, non ho bisogno di
vivere attraverso di te ne sono così disperato da accollarmi i problemi di un’adolescente
complessata.- tracannò la birra e la fissò con quegli occhi limpidi e azzurri,
aspettando che lei ribattesse.
-E allora perché dici di aiutare
Willow!?-
-Perché è una forma di ringraziamento,
per avermi compreso e dimostrato che non mi vede come un oggetto. Non temere
cacciatrice, non avrai mai questo tipo di gratitudine da me.-
-Non voglio la tua gratitudine, voglio
solo che mi aiuti a trovare Oz e basta, dopo di che fai quello che ti pare.-
lui le sorrise senza allegria, con un’aria
canzonatoria.
-Non allevierai mai quel senso di
colpa che senti, nemmeno quest’impresa ti arrecherà un
maledetto sollievo!- lei si sentì scoperta. Perché lo faceva? Voleva bene a
Willow, le dispiaceva di vederla così disperata, per tranquillità personale
e...perché si stava allontanando da lei, inesorabilmente e forse era legato al
fatto che la vedeva così felice e spensierata con il bassista da essere
invidiosa. Lei aveva un soldato, nemmeno troppo soddisfacente a letto. Poi Oz
se n’era andato e il senso di colpa per averla invidiata e
per aver sperato che la sua felicità si guastasse un pochino era arrivato più
veloce di un concorde. La opprimeva, la faceva sentire sporca e sleale. Aveva
progettato tutto per togliersi di mezzo quel fastidiosissimo rimorso, e poi per
le altre ragioni. E Spike era così fastidiosamente capace di consolare le
persone senza un motivo...adesso per lo meno. Però era qualcosa e lui si
dimostrava così innaturale come vampiro in quei momenti. La domanda risorgeva
spontanea nella sua testa: che cos’era Spike esattamente?
-Tu hai i tuoi tornaconti Spike e
ingraziarti Willow è un modo per avere un amico, un alleato e per avere la
libertà, ma non l’otterrai mai vampiro! Io sono la vera amica, IO so
amare veramente Willow.-
-Infatti è già uscita da venti minuti
e tu sei qui che ti diverti a litigare con me, non ti sei dimenticata
qualcuno?-
Spalancò gli occhi e guardò di nuovo
la porta, come aveva potuto dimenticarla? Come aveva potuto darla vinta a quell’insopportabile
essere?
-Va al diavolo Spike!-
-Già fatto baby, è interessante magari
un giorno ti ci porto.- lei corse via, con la sua risata che rimbombava nelle
orecchie, quella risata maledettamente sexy!
Dopo una spiegazione veloce alla
scoobie gang e una bacetto Riley si era catapultata fuori dal locale e aveva
cominciato a cercare una familiare testa rossa. Ma nulla, così aveva gridato in
vano il suo nome e chiesto, seppur di malavoglia, alle varie coppiette che
circolavano avvinghiate nei dintorni ma di lei nemmeno l’ombra.
Era andata al College e l’aveva
cercata nella loro stanza, nella biblioteca, nel parco e nei locali lì vicino
ma non l’aveva trovata. Quando usciva si era sentita toccare
una spalla e con uno scatto violento si era girata, pronta a difendersi.
-Hey Buffy! Tranquilla sono io! Come
mai ti aggiri qui come un’anima in pena? Qualche vampiro
si è diretto qui?- domandò allarmata la ragazza.
-Ciao Tara, scusa ma è questione di
abitudine...non volevo assalirti.- rispose, respirando più lentamente ma continuando
a guardarsi intorno. Tara era una giovane e graziosa ragazza dai capelli color
biondo pallido e la pelle molto chiara. La rossa l’aveva
conosciuta al ritrovo di streghe di Sunnydale e le era stata subito talmente
simpatica che l’aveva presentata a Buffy la quale aveva notato che in
presenza di Tara, Willow sembrava scordare per una attimo il suo amore e
rideva, le raccontava alcuni fatti del liceo oppure si sfogava ma mai senza
versare lacrime. Lei era stata informata subito della natura di Buffy, perché
essendo una strega d’alto livello poteva essere utile
ma soprattutto era una persona riservata e un’amica
fidata. Non era entrata ancora a far parte della gang perché si riteneva un po’ un’estranea
ed era molto timida.
-Non fa nulla! C’è qualcosa
che non va? Ti vedo piuttosto sconvolta...- chiese con voce morbida.
-è che...ho perso Willow...è successo
un vero casino!- così le spiegò in poche parole ciò che era successo,
tralasciando il fatto che le erano occorsi venti minuti per accorgersi della
scomparsa dell’amica! La cosa più comica però era che lei non stava
con il suo ragazzo, a parlare e sbaciucchiarsi, stava con Spike! Lui le aveva
fatto perdere la cognizione del tempo e anche solo il litigare con lui l’aveva
assorbita completamente!
-Oh santo cielo!! Aspetta avverto
Warren dell’emergenza e ti do una mano a cercarla, sai ho un
incantesimo perfetto!- esclamò e corse subito ad avvisare il suo ragazzo.
Warren era un giovane studente ossessionato dalla scienza e dagli esperimenti
ed era anche famoso per fallirli tutti con qualche piccola esplosione...
-Ok eccomi, ho solo bisogno di una
mappa....MAPPA!- urlò al vuoto e una cartina di Sunnydale le apparve sul palmo
della mano, lasciando visibilmente sorpresa Buffy. Prese un cristallo bianco e
cominciò a farlo roteare sulla città. Recitò una formula sommessamente e la
gemma si illuminò fino a puntare in una direzione ben precisa, come attratto da
una forza estranea.
Tara sollevò il viso, aveva i
lineamenti contratti e l’espressione preoccupata.
-È al cimitero!- disse alla
cacciatrice che per poco non si sentì male.
-Restfield?- chiese con speranza, non
erano molto lontane.
-No è in uno a nord e ci conviene
sbrigarci...- Buffy non le fece nemmeno finire la frase e si mise a correre.
-Buffy aspetta!!!- si fermò stupita
guardandola.
-Conosco un modo più semplice per
raggiungerla!!- detto questo le prese una mano e recitando un’altra
formula sparirono, ritrovandosi dall’altro capo della città ed
atterrando giusto giusto su un vampiro sbucato alle spalle di Willow. Lei si
girò spaventata cadendo della tomba su cui si era seduta e finendo gambe all’aria.
Buffy non perse tempo e polverizzò il novellino in pochi secondi e Tara aiutò
la rossa ad alzarsi.
Fissò la cacciatrice con profondo
risentimento. –Anche se mi hai salvato la vita non faccio pace!-
esclamò incrociando le mani sul petto con fare imbronciato.
Buffy sospirò e le si avvicinò.
-Scusami Wils, non avrei mai dovuto
reagire come ho reagito... meno male che ti ho trovata! Ma che ti è saltato in testa
di venire qui!-
-Te la sei presa comoda però eh?
Scommetto che è stato Spike a dirti che ormai non c’ero
più! Ma non cambiare discorso! Voglio sentire le tue scuse fino in fondo!-
dichiarò risoluta la rossa. Buffy si chiese se ora potesse anche leggerle nel
pensiero.
-Ok, è vero. Ma mi rincresce
veramente!! È che io ti ho vista così avvinghiata a lui e poi piangevi e avevi
una posizione strana...ho temuto il peggio!-
-Ma se ha il cip! L’abbiamo
provato ieri!! Come faceva a mordermi!-
-Lo so ma Xander...-
-Tu devi sempre dare retta a lui vero?
Ma se odia Spike con tutta l’anima!!-
-Senti ora sei ingiusta, lui si è
preoccupato perché ti vuole bene!-
-Si ma solo quando gli hai fatto
notare che non c’ero! Perché prima era immerso tutto nella sua
commiserazione per avere una fidanzata chiacchierona e prima ancora era troppo
assorbito dal fatto che Spike fosse lì con noi per accorgersi che soffrivo!-
-Non è vero Willow! Noi abbiamo
reagito così perché ti vogliamo bene e perché Spike è...una creatura fredda e senz’anima
che ha ucciso...lui non può provare compassione...lui non è Angel!-
-Di questo non c’è
dubbio! Ma almeno lui si è preoccupato per me mente invece Angel non faceva che
auto flagellarsi e dire “Buffy, ti amo, ti amo, ti amo e
devo smetterla perché sono troppo felice! Ma come fate a non capire che in
Spike c’è del buono! Ok ha tendenze omicide ma guarda come si
comportava con me e non dire che è per un tornaconto perché non potrei dargli
nulla!-
-Prima di tutto vergognati di quello
che hai detto di Angel....-
-Ma andiamo Buffy, guarda in faccia
alla realtà! Lui ti ha lasciato perché tu abbia una vita normale e invece la
tua vita fa schifo! Lui ti ha lasciato perché ha pensato soprattutto a sé
stesso, perché risiedere nell’infelicità è il suo sport preferito!-
Buffy sgranò gli occhi.
-Secondo me hai passato un po’
troppo tempo con Spike!-
-Ed è anche questo il problema vero?
Ammettilo che infondo sei un po’ gelosa e che hai reagito così
prima perché ti sei sentita tradita! Il grande cattivo che non ti dedica tutta
la sua attenzione...- ei si sentì scoperta, ormai era inutile negare.
-Sì in effetti...un po’. Ma
è sbagliato Willow!! Io sto con Riley e...-
-Ma non siete mica sposati! Insomma se
lui non i soddisfa, e non intendo in materia di sesso, non puoi mica passare la
tua vita con lui quando potresti avere molto di più!-
Buffy sgranò gli occhi, era veramente
Willow che parlava?! Da quando aveva tutta questa iniziativa?
-Willow! Proprio tu mi dice queste
cose? Tu dovresti rimproverarmi per i pensieri insani che mi vengono, dovresti
essere della tifoseria di Riley!-
-Hey! Io non sono Xander!! Lo
sopportavo perché piaceva a te ma se stai con Spike è molto meglio, è poi lui è
decisamente più simpatico. Credo di volergli un po’ di
bene...-
-Aspetta frena! Io NON voglio stare
con Spike! Ho solo dei momenti in cui...-
-Ti piacerebbe stringerlo a te e
baciarlo appassionatamente e affondare le mani nei suoi morbidi capelli?-
Buffy sospirò estasiata, all’idea
gli occhi le si illuminarono e si rese conto che era tremendamente sbagliato!
-In effetti...ma non è giusto Will! E
anche te che mi metti queste idee in testa! Sei sadica non è giusto! Devo
smetterla.-
-Secondo me non dovresti...però fai
come preferisci...- “si si, questi due sono fatti l’uno
per l’altra, hanno solo bisogno che qualcuno li svegli! E
io sono intenzionata a metterci tutta me stessa nell’impresa..
ih ih ih ih!!!!” pensò con un sorrisetto demoniaco Willow.
-Ok, tornando ad argomenti meno
compromettenti...pace fatta?-
-Pace fatta. Però se sei veramente mia
amica e se vuoi farti perdonare fino in fondo c’è ancora
una cosa che dovresti fare...-
-Tutto quello che vuoi...-
-Devi chiedere scusa ad una “persona”...-
Va bene accontentare Willow, va bene
che l’aveva trattata male, va bene che era stata sgarbata
ed impulsiva, tolleriamo anche il fatto che l’aveva fatta
correre come una pazza per mezza Sunnydale a cercarla, ma chiedere scusa ad un
vampiro egocentrico era proprio il colmo! E così stava camminando nella
modalità cacciatrice-arrabbiata-pericolo-statemi-lontano, dirigendosi verso
casa di Giles, tutto per chiedere SCUSA ad un vampiro! Lei che era la
cacciatrice doveva chiedere scusa ad un vampiro! Il colmo.
La notte era scura, c’era
una sorta di strano silenzio per la città. Un leggero venticello scompigliava i
capelli dorati di Buffy e le alzava i bordi della giacca di pelle corta, non c’era
in giro un’anima, letteralmente. La luna era più bella che mai,
nel suo colore malato rischiarava il cammino degli amanti donando loro un’atmosfera
mistica in cui suggellare le loro promesse. “già e io
sono qui sola come un cane, mentre il mio fidanzato è chissà dove e per di più
devo andare da un vampiro NON per ucciderlo, per farmi perdonare!” “ok
non interrompiamo l’atmosfera poetica Buf, tanto
ormai lo devi fare...” “però non è
affatto giusto! E chi ci pensa a me? Non è che mentre io litigavo lui se ne
stava buono buon zitto zitto a subire!” “ma lui lo
faceva per Willow Buf, le sue cause erano più nobili, tu eri solo gelosa...” “giustamente!
La colpa è sempre della cacciatrice e il vampiro è un fanciullo innocente! Ah!
Non c’è più religione!” il suo monologo continuava, le
l’avessero vista l’avrebbero presa per una povera
pazza fuggita da qualche manicomio.
Osservò il paesaggio intorno a sé per
capire dove si trovasse, ormai era un po’ che camminava senza badare
minimamente a dove andasse. Una rapida occhiata le suggerì di trovarsi al
cimitero, il suo caro vecchio buon campo per gli allenamenti! Era così noioso
aspettare che i novellini si svegliassero, non c’era nemmeno
gusto perché li uccidevi subito come niente.
Scrollò le spalle e pensò che un po’ di
movimento non le avrebbe fatto male, tra l’altro erano un po’ di
sere che non faceva la ronda e si sentiva in colpa, ormai era diventato un
lavoro e anche un modo per sfogarsi un po’. Osservò le tombe e ne scelse
una che le sembrava nuova, si appollaiò sulla lapide ed attese.
Un raggio di luna la illuminava e la
rendeva eterea, come una regina della notte fredda ed impassibile che attendeva
di servire alla sua amica morte un nuovo discepolo, quando la guardava così si
sentiva...perso. Perso nella bellezza del mare biondo che erano i suoi capelli,
si chiedeva se quell’angelo di morte fosse veramente
la ragazzina superficiale e un po’ stupida che conosceva. Ecco
quello che voleva di lei, voleva la cacciatrice bella e forte, letale come un
raggio di sole ed altrettanto meravigliosa. La sua pelle fredda aveva il
colorito del latte, pareva immersa nelle tenebre come in un caldo abbraccio d’oscurità.
Lo stesso in cui amava farsi avvolgere lui. Le scrutava le gambe lasciate
scoperte dall’abitino, dondolavano piano nell’aria
e sembravano scandire il tempo, se avesse avuto ancora un cuore vivo avrebbe
battuto al loro ritmo. “ti rendi conto di quello che
stai pensando? Stai idolatrando la cacciatrice, te la stai immaginando con te
in un mondo di tenebra, stai maledettamente pensando a quanto sarebbe
maledettamente bello stringerla tra le tue braccia!” “ma
non posso farci niente...è troppo bella quando è così!” “e
cioè per circa tre ore al giorno, va bè che sono di notte ma non sono un po’
pochine?” “mi trovo in una stramaledetta
crisi d’astinenza! Dopo Arm, che non era nulla d’eccezionale,
non mai toccato una donna...che deve fare un povero vampiro?” “andare
a cercare in qualsiasi posto affollato di notte Spike...anche se non potrai
farti uno spuntino una bella scopata fa sempre bene...” “non
mi piacciono le cose da una botta e via, io voglio...passione e amore...” “ma
con Armony...” “oh al diavolo ma mi rendo conto
che sto litigando con me stesso????” buttò stizzito la sigaretta che
stava fumando e riprese a guardare assorto la cacciatrice, intenta ora a
combattere contro un vampiro appena risorto. La stava tirando per le lunghe,
voleva divertirsi un po’...avrebbe saputo benissimo come
farla divertire e non necessariamente facendosi riempire il cervello di scosse
elettriche...
Si muoveva con noia crescente, davvero
non era nulla di speciale quel piccolo vampiro. Anche lasciarlo vincere un po’ non
era divertente, sembrava così goffo ed impacciato che ad ogni movimento avrebbe
potuto impalettarlo. Le mancava combattere contro qualcuno di decente. “forse
farei meglio a non cacciare per due settimane e poi venire ad uccidere, dovrebbero
essersi fatti un po’ di ossa nel frattempo!”
pensò mentre mandava a terra per l’ennesima volta il poveraccio,
quasi quasi sarebbe stato più caritatevole ucciderlo per risparmiargli l’umiliazione...
“sarebbe come allevarli, tenerli un po’ in
vivaio...certo non avrebbero mai l’esperienza di qualcuno vecchio
un secolo...non avrebbero la sua forza...” –Ah Spike
perché stasera tutti i miei pensieri vanno a te?- impalettò con stizza il
vampiro e si voltò di scatto, avvertendo una presenza. Rimase impalata quando
se lo trovò davanti, con tanto di ghigno furbetto e capelli scintillanti, in
tutta la sua bellezza...”come ti è venuto Buf? Spike non
è bello...ok è magnifico...”.
Lui la fissò incuriosito, piegando il collo
da un lato e sbattendo le lunghe ciglia sugli occhi blu, aveva una strana
espressione, come compiaciuta e beffarda...ma infondo anche colpita.
-E così mi pensi eh cacciatrice?-
sussurrò facendosi più vicino, pericolosamente più vicino.
Lei deglutì forte, incapace di
scostarsi da quegli occhi magnetici. “accidenti alla mia boccaccia!
Mannaggia al mio parlare da sola!! Mannaggia alle farfalle che ho nello
stomaco!!” pensò mentre nel suo cervello vorticavano mille
emozioni a velocità scandalose.
-Penso...penso...- -Si?- le si fece
ancora più vicino, ormai poteva contare quante cicatrici ci fossero sul suo
viso. –Penso a te...e a quanto mi piacerebbe...”oddio
la cosa sta prendendo una BRUTTISSIMA piega!!”...mi
piacerebbe piantarti un paletto nel cuore!- riuscì a finire in un soffio.
Lui non si mosse, la guardò fisso
negli occhi avvertendo la sua inquietudine. “e così la
senti vero? La cattiveria che c’è in me? Mi piace quando le
vittime si rendono conto di quanto sono pericoloso...ma se vedessi anche il lato
umano di me...sarei felice...” stupì se stesso per i pensieri
e tornò a fissarla accigliato, da una certa distanza ora.
Lei sospirò sollevata, incrociando le
braccia sul petto e ripetendosi di smetterla di fissarlo come se fosse Brad
Pitt, no! Molto meglio di Brad Pitt...”Buffy smettila!!”
-Ah, è già qualcosa...- disse infine
il vampiro, a mezza voce.
-Come?- sbatté le palpebre e
guardandolo sempre più stupita.
-Nulla, anche tu sei spesso nei miei
pensieri ultimamente.- asserì divertito di provocarle tanto scompiglio. “non
potrò picchiarla e fare il grande cattivo però ho un certo potere comunque...e
non vedo l’ora di usarlo maledettamente a mio favore..”
-Sono lusingata, mi immagino che tipo
di pensieri...tu che torturi, mordi, picchi me e io che piango!!- esclamò
cercando di dimostrare meno sbigottimento per la recente rivelazione.
Alzò il sopracciglio cicatrizzato e
sorrise, incurvando la linea morbida delle labbra sensualmente.
-Non necessariamente questi...- le
lanciò un’occhiata maliziosa che la fece arrossire.
“Spike ci stai provando spudoratamente!! Ma d’altronde
lei è così bella...così rifulgente che...alt! siamo passati da bella a questo
tipo di espressioni! È da quando scrivevi poesie da vivo che non saltano
fuori!!!”
-Ah...bè ecco grazie per la sincerità...-
“OMMIODIO!! Ma ti rendi conto Buf? Adesso mi scavo una
fossa con le mani e mi ci infilo per la vergogna!! E mi piace anche ciò che ha
detto!! Se Anya sta sera se ne fosse stata zitta ora non penserei a queste
cose...”
-Comunque hai ragione su un punto, il
morderti rientra nel campionario di pensieri sulla cacciatrice.- “ancora?
Perché maledettamente non le dici anche che la ami...NO!!! BASTA!!! È l’alcool
che...NO NO NO!!” notò che era diventato improvvisamente sconvolto e
la guardava con sguardo allucinato. La cosa dei morsi non l’aveva
con precisione impressionata. L’unica volta che Angel l’aveva
morsa era stato molto doloroso e si era anche sentita male dopo, quindi era un
pensiero cattivo su di lei e ancdava bene, era cattivo... “spero..”
-Ehm, tutto ok Spike?- sussurrò
incerta.
-Sì, probabilmente...uhm questo
maledetto affare che ho nel cervello deve aver captato delle onde magnetiche
estranee e si è messo ah..uhm a farmi maledettamente male...- “ok
vecchio mio, sai ancora cavartela ma la prossima volta una scusa più decente!”
-Capisco...- non seppe nemmeno lei
spiegare perché aveva quella voce delusa, forse sperava che... “che
cosa Buf? Che si fosse disperato perché si era reso conto di provare qualcosa per
te e non poteva averti? È assurdo...ma sarebbe stato bello..NO! che dico???
Deve essere l’aria strana della notte e tutto il discorso con
Willow...anche se devo ammettere che un po’ mi piace..cioè molto...”
-Come mai sei qui paladina della
luce?- chiese il vampiro, con l’aria di essersi ripreso. Le andò
vicino ma non fece nulla, si limitò a sedersi ai piedi della lapide su cui
stava appollaiata lei ora. Chiuse gli occhi e aspirò il suo odore, vaniglia
dolce e buonissima...li piaceva il suo odore.
-Sai di buono...mhm... passerotto...-
disse sommessamente.
-Come scusa?- lo osservò impietrita e
lui si morse la lingua dalla rabbia. “maledetta la mia mania di
parlare con me stesso, maledetta la mia boccaccia e stramaledetta l’abitudine
si annusare le donne che mi piacciono!!” si urlò in testa.
-Dicevo che...porti con te...l’odore
della bontà di una scacciademoni...quante buone azioni hai fatto sta notte?- ma
il suono tono aveva perso molta della leggendaria insolenza, sembrava più una
frase detta in mezzo al panico.
Lei sembrò crederci, forse perché non
desiderava approfondire l’argomento e forse per non far
vedere quanto le sue guance fossero diventate bordeaux, ma soprattutto per non
dar a vedere che il pensiero che lui trovasse il suo odore gradevole la compiaceva.
-Ah.- disse. Rimasero in silenzio
imbarazzati entrambi, era comico da vedere. Due creature della notte, forti e
bellissime, fiere e senza paura che avevano vergogna l’uno
dell’altra ed erano impacciati come due ragazzini al primo
appuntamento.
Non si guardavano, solo brevi occhiate
l’uno all’altra di sfuggita, per rubare
alla notte un’immagine della figura che stava loro accanto.
Buffy dondolava le gambe ancora, come
una bambina pensierosa, arricciandosi un ricciolo sull’indice
destro.
Spike la guardava estasiato, come se
non avesse visto nulla di più bello al mondo, sembrava così indifesa! Come una
bimba impaurita. Avrebbe voluto stringerla tra le braccia e coccolarla,
rassicurarla e baciarle la fronte accarezzando i morbidi capelli. Poi magari baciarla
anche, ma non subito, prima voleva dimostrarle quanto le voleva bene e come si
sarebbe preso cura di lei sempre.
-Sono venuta qui perché volevo
prendere a calci nel sedere un po’ di vampiri e poi perché cerva
te...- disse infine lei, ricordandosi della sua precedente domanda.
-Anche me vuoi prendere a calci?-
chiese sorridendo. Si guardarono negli occhi e per un attimo sentirono entrambi
una sorta di pace l’uno nelle iridi dell’altra.
Non c’erano più cattiveria e rabbia e nemmeno repulsione e stizza,
solo loro due e le loro anime.
-No...non riesco se non ti puoi
difendere...- sussurrò staccandosi dal suo sguardo e giocherellando con le
dita.
-Pietà?- domandò sorpreso lui.
-Chiamala come vuoi Spike...forse
anche pena o rispetto e lealtà...non ci riesco.- concluse semplicemente lei.
Passò altro tempo carico di silenzio teso, mentre entrambi stavano bene lì
vicini, per la prima volta avevano pace l’uno accanto all’altra.
-È che volevo chiederti scusa...- lui
sgranò gli occhi.
-Non fare quella faccia, prima era per
Willow ma mi rendo conto che ho sbagliato a trattarti male. Perdonami...- si
guardarono negli occhi di nuovo e fu ancora più intenso. Incredibile come basti
avere solo un simile contatto per provare emozioni devastanti, come se
potessero parlarsi così e dirsi tante cose...il vampiro e la sua cacciatrice,
la cacciatrice e il suo vampiro.
-Scuse accettate Buffy.- sussultò al
suono del suo nome. Rare volte aveva usato il vero nome invece di appellativi,
le provoca i brividi e anche una cera pace, come se pronunciando il suo nome le
avesse tolto un peso dalle spalle, come se le avesse fatto capire che lui c’era e
nel caso l’avrebbe aiutata. Aveva un suono così dolce detto
dalla sua bella bocca...
-Grazie. È che...mi stupiva, non
pensavo fossi capace di comportarti così con chi soffre...ho visto il tuo lato
umano per la prima volta e devo dire che...mi stupisce. Angel non ha mai avuto
umanità, disperazione profonda forse, ma mai l’umanità che
ho visto nei tuoi occhi e nei tuoi gesti stasera...sei un vampiro speciale...-
rimase molto colpito, entrambi lo
furono da quelle parole che parevano aver aperto uno spiraglio nel loro
rapporto. Avevano sancito una sorta d’amicizia, non più la
sopportazione.
-Bè...non dirlo in giro! Come salvo la
faccia del grande cattivo?- sorrisero entrambi.
-Ok...si è fatto tardi...devo
andare...buona notte Spike.-
-‘Notte Buffy...-
Nessuno ancora lo sapeva, ma qualcosa
era cambiato profondamente tra di loro, non sarebbero mai stati come prima...il
vampiro e la sua cacciatrice, la cacciatrice e il suo vampiro...
Più tardi, a casa di Giles...
Buffy irruppe dalla porta della casa,
con un paletto in mano e lo sguardo cattivo.
-Cosa sei venuta a fare qui
cacciatrice? Vuoi uccidermi? Bene, fallo in fretta, così smetterò di soffrire
in questo schifo di mondo!- esclamò Spike strappandosi la camicia e rimanendo a
petto nudo davanti a lei. Buffy però abbassò il paletto e lo osservò a bocca
aperta, colpita.
Non si capì chi fosse stato a prendere
l’iniziativa, un attimo dopo le loro bocche si
sfioravano e cominciavano a muoversi in un bacio appassionato, mentre entrambi
erano estasiati dalle sensazioni.
Il vampiro si staccò e lei era ancora
più scioccata, si portò una mano alla bocca e lo fissò, per riprendere a
baciargli il collo così come fece lui.
-Ti amo Buffy...-
-Ti voglio Spike...-
Nella stanza Spike dormiva e sorrideva
estasiato...con un’espressione di pura felicità e
beatitudine in volto...
-Ma no mamma non preoccuparti, staremo
bene.- Buffy stava finendo di sistemare la valigia, o per meglio dire LE
valigie. Per abitudine tendeva a mettere dentro ogni cosa c’era
nell’armadio, mettendo poi solo la metà della roba che si
portava. Ma quello era un viaggio particolare e lo spropositato numero di cose
che aveva ficcato dentro le valige poteva fare invidia ad una Boutique del
centro. Ma lei aveva pensato che, non sapendo con precisione quanto fosse
durata quella strana scampagnata, occorreva essere preparati e pronte a tutto.
Certo i tre bauletti da trucco, le venti cinture e le otto paia di scarpe
potevano apparire un tantino superflui ma il suo petulante ego le imponeva di
avere accessori che si sarebbero adattati a qualunque situazione. Poi, oltre ai
tre trolley e alla valigia coordinati, c’era anche una sacca molto più
anonima e discreta, di colore nero con l’universale simbolo Nike.
Conteneva i cosiddetti ferri del mestiere, paletti, croci, balestre, asce e
pugnali, di tutto un po’. Ma giustamente, meglio
prevenire che curare. Sulla targhetta della sacca stava il nome scritto quasi
in modo illeggibile, un anonimo e timido Summers, per quanto quel nome fosse
anonimo.
Joyce piegò le camice e le mise dentro
la valigia che ancora non minacciava di scoppiare.
-Lo so è solo che non mi piace questa
storia.- asserì seriamente, raccogliendo l’ennesima t-shirt.
-Oh mamy...ne abbiamo già parlato no?-
Buffy sbuffò, mentre con una mano toglieva dal collo sudato i capelli, l’estate
si minacciava spietatamente calda quell’anno.
-Sì tesoro, ma non capisco ancora cosa
ci possa essere di utile nel viaggio.-
-Te l’ho
spiegato, è per Willow e anche per me...non voglio rischiare di arrivare all’altare
con Spike un’altra volta.- sorrise appena al pensiero, ora non le
faceva più ribrezzo, solo le provocava una gran ilarità. “e
pensare che quando il prete avesse detto finché morte non vi separi sarebbe
stato azzeccatissimo...Dio, un’eternità con Spike, a
rassettargli al cripta, lavargli le camice nere e spolverare l’impermeabile
di pelle nero...vivere in un mondo pieno di nero...a ridere e fare l’amore
con lui...Ok STOP.”
-Non credo che mi sarebbe dispiaciuto
averlo come genero(oddio è giusto?non mi ricordo mai con le parentele..)-
asserì molto seriamente la donna, intenta a litigare con la lampo del
valigione.
Buffy alzò di colpo la testa dal suo
lavoro e la guardò impietrita.
-Come scusa?- domandò a mezza voce. La
madre non sembrò preoccuparsi molto, la sua concentrazione era assorbita tutta
da quella benedetta cerniera.
-Ma sì, è un bravo ragazzo. Dopotutto
ci ha aiutato in qualche occasione ed inoltre è adorabile quando mangia la
cioccolata...è talmente gentile...- aveva gli occhi quasi a cuoricino,
disgustando enormemente la figlia.
-Già peccato quell’insignificante
dettaglio che è vampiro!- sbottò incredula la bionda.
La signora Summers sospirò
contrariata.
-Stai sempre a cercare il pelo nell’uovo
tu!-
-O bè scusami se non impazzisco per un
ragazzo allergico alla luce del sole e con incompatibilità per gli steccati!- l’altra
scrollò le spalle.
-Come vuoi tu cara, solo pensavo che è
veramente un ragazzo per bene.- finalmente chiuse la valigia e sorrise
soddisfatta.
-Oh sì c’è quel
piccolo handicap di aver trucidato centinaia di persone, o ma penso che con il
tempo si possa superare la cosa...mio Dio se penso che tu mi vedresti bene
sposata con Spike...-
-Con chi dovrei essere sposato io?- la
cacciatrice divenne scarlatta, trovandoselo appollaiato sul davanzale della
finestra.
-Ciao Spike.- disse con un luminoso
sorriso la donna più anziana.
-Buon giorno signora Summers...allora
cacciatrice?-
lei si riprese con molta fatica dallo
shock e cominciò a balbettare.
-Oh n-niente era un di-discorso così
per ridere...eh eh...si diceva che...- -Si?- “santo
paletto, aiutami tu ora che faccio?”
-Si parlava di abiti e...secondo me stai
abusando un po’ troppo di quella gemma d’Amarra!
Che accidenti ci fai qui?- il suo tentativo di cambiare discorso era tanto
palese quanto inefficace, credeva davvero che lo spietato Big Bad, il vampiro
maestro, il re del prendere per il culo la gente avrebbe lasciato perdere? “ti
prego fa che i vapori di ossigenatura gli abbiano intasato le funzioni
celebrali...”
“mhm...questa cosa me a farò spiegare bene...ma non
ora...so io quando...”
-Ah-ha, sai com’è,
nonno Rupert non ne poteva più di avermi intorno..- -Lo capisco!- -...e così mi
ha mandato un po’ via, da quando ha quest’oggettino
ha una maledetto motivo per buttarmi fuori di casa!- il suo tono voleva essere
molto offeso, ma l’infallibile ghigno che gli
attraversava le labbra non ingannava nessuno.
-Si perché immagino che tu non faccia
NULLA per farti buttare fuori...quel pover’uomo sarà fatto santo!-
-Non credo dati i precedenti, se
santificano uno squartatore allora anch’io mi merito il paradiso!- con
un agile balzo entrò dalla finestra e atterrò sul pavimento.
-Da quando puoi entrare in questa
casa?- disse scioccata la ragazza.
-Da quando un anno fa tua madre mi ha
invitato per la cioccolata.- rispose tranquillamente il vampiro, donando un
dolce sorriso alla signora Summers che si mise a ridere come una ragazzina.
Disgustata Buffy rivolse la sua
attenzione a un paio di top, cercando disperatamente di infilarli in un
frammento di spazio della valigia.
-Comunque, che diavolo ci facevi
appollaiato sul davanzale della mia finestra? Non sai che esistono anche le
porte?-
-Io l’avrei anche
usata, ho suonato diverse volte ma evidentemente non avete sentito e allora ho
provato dall’albero, non credere che mi piaccia rimanere lì come
su un trespolo...tra l’altro c’era ancora
disgustoso odore di Manzotin...- gli lanciò un’occhiataccia,
indicando casualmente un paletto sparso per la stanza.
-Chi Spike?- domandò la signora
Summers perplessa.
-Oh Manzontin sta per Ang...- -Angalia
detrictus...è...un insetto, cioè una specie di strano parassita che
probabilmente attacca il legno dell’albero e allora...tra l’altro
i vampiri sono lievemente allergici, l’ho letto sul libro di scienze,
cioè non è che ho letto sul libro di scienze che i vampiri sono allergici, ho
letto che...- -Si ok Buffy credo che tua madre abbia capito, è vero Joyce,
danno un po’ di prurito...- concluse Spike salvandola da una
figuraccia imminente. Gli rivolse un fugace sorriso di ringraziamento. Davvero
aveva creduto che potesse rivelare a sua madre tutto, le serate in cui Angel
entrava da lì oppure quando se ne stava appoggiato al davanzale a parlare con
lei...non capiva cosa la infastidisse veramente, in effetti era passato tanto
di quel tempo che ormai una sgridata sarebbe stata inutile, forse temeva la delusione
che si sarebbe dipinta sul volto della madre.
Il vampiro si guardò intorno e osservò
la stanza della cacciatrice, peluche vecchi e un po’
sciupati ovunque, vecchi poster e foto di famiglia, il grande armadio che
conteneva i vestiti della ragazza, un mondo tutto di gonne e camicette...poi il
tappeto, lo specchio...soffermò lo sguardo sulle valige quasi finite e si fece
dubbioso.
-Parte anche lei Joyce?- domandò
incuriosito. La donna alzò la testa e la scosse.
-No, ho tantissimo lavoro da fare alla
galleria...come ti viene in mente Spike?- chiese con dolcezza. Come adorava
quel tono, così maledettamente materno e caldo, come se non lo considerasse
solo una cosa da uccidere ma una persona vera con sentimenti, gli ricordava un
po’ sua madre...”smettiamola o mi sciolgo in
lacrime e non è davvero il caso davanti alla cacciatrice...sarei rovinato per l’eternità...
o per lo meno finché non riesco ad ucciderla...” “e no
Spike che pensieri sono? Tu non devi uccidere Buffy” “Buffy?
Da quando è Buffy per me e non cacciatrice? E poi mi sto rimproverando perché
voglio ucciderla...questo sole mi ha dato alla testa!”
-Bè le valige sono molte...- disse
cercando di rimanere impassibile, mentre nel suo cervello due istinti
contrastanti combattevano per il predominio.
-Sono di Buffy!- rispose
tranquillamente la donna che orami era abituata agli eccessi della figlia,
quando andavano da qualche parte dovevano noleggiare un rimorchio apposta per i
bagagli!
-COOOSA?!?- esclamò il vampiro
squadrando la ragazza da cima a fondo, lei sorrise timida e si sedette sul
letto guardandolo con il più innocente degli sguardi.
-Ma io non ho un furgone!! Ho solo
-Oh andiamo Spike non sono mica
molte...e poi devo essere previdente, non sappiamo nemmeno per quanto staremo
via! non credo che ci saranno problemi di spazio, basterà stringerci un po’!-
-Si, vedo noi tutti spiaccicati contro
i finestrini stile cartoni animati! Te sei matta, portatene al massimo due
altrimenti stai a casa, non voglio ridurmi a sottiletta per tutto il viaggio!-
Buffy sbuffò molto arrabbiata.
-Quante storie per un paio di valige,
ti posso ricordare che stai parlando con la cacciatrice?- ribatté in tono
imperioso.
-Non mi interessa, nemmeno se mi
trovassi davanti al diavolo in persona cambierei idea, o due o nulla e guarda
che le voglio riempite umanamente, non stile se-le-tocco-salta-la-cerniera!-
stavano litigando come due bambini ma il vampiro era irremovibile, nessuno
avrebbe stipato la sua macchina adorata in stile vacanze-americane, come in
quei film in cui sembra che una famiglia di quattro persone si porti dietro
mezza casa, con le cose legate pure sul tetto...inconcepibile!
-Ehm...-entrambi, ancora urlanti si
voltarono vero la signora Summers.
-A quanto ho capito le porti tu
Spike...- disse con aria molto seria la donna.
Il vampiro guardò interrogativo buffy,
possibile che non le avesse detto nulla?
-Si...infatti.- lei si sciolse in un
grande sorriso.
-Oh meno male! Sono molto più
tranquilla ora!- esclamò facendo il gesto di togliersi un peso.
-MAMMA!! Ma ma ma...ti fidi di lui che
è un vampiro e sottolineo la parola vampiro e non di me???- l’altra
le si avvicinò e con lo sguardo di madre comprensiva rispose.
-Vedi Buffy, tu sei ancora una
bambina, una ragazzina e due ragazzine in giro da sole per l’America...con
i tempi che corrono...invece lui è molto più grande, ha esperienza e ha tutta
la mia fiducia!-
il vampiro sorrise compiaciuto,
gongolando come un matto alla vista della cacciatrice arrabbiata e scioccata. “e
così ha fiducia in me...emano fiducia...ma guarda un po’...una
volta mi avrebbe infastidito perché volevo essere tutto grr argh...invece
ora...emano fiducia e la mamma di Buffy si fida di me!!!!” se
non fosse stato per il suo contengo si sarebbe messo a saltellare nella stanza.
-Ma io sono la cacciatrice...-
-Appunto tesoro, sarebbe ancora più pericoloso...ma adesso non discutiamone
più, c’è lui e io sono tranquilla...-
“mio Dio ma è veramente mia madre questa? Va beh la
simpatia per Spike ma qui si esagera!!” con il broncio si rivolse al
vampiro che cercò di ritornare serio e scacciare il sorrisino gongolante.
-Allora...perché diavolo sei venuto
qui...non me l’hai ancore detto...- disse imbronciata, sporgendo le
labbra in avanti. “mio dio se lo fa ancora...non so
che mi prende ma..le salto addosso e...BASTA BASTA!!!pietà per un povero
vampiro in astinenza da lungo tempo!!” ritrovando un certo contegno
rispose: -Bè, per una questione importante, io ho qualche centinaio di dollari
da parte ma...vedi ci sarebbe comunque un problema di disponibilità
economica...- disse lievemente imbarazzato. “per cosa
poi, sono loro che si portano dietro me non io che devo badare a loro! Non sono
una tata!”
“materialista come al solito! Ah, sempre a pensare ai
soldi, i vampiri sono tutti...grr non lo sopporto!!!”
-Oh non preoccuparti Spike, darò a
Buffy la mia carta di credito, solo usatela con parsimonia!- sentenziò la
donna.
La cacciatrice ammutolì. “come????
Ma se io non sono mai riuscita ad ottenerla nemmeno per un Week-end con
Willow!!! Che diavolo succede a mia madre!?!?!”
Non disse nulla ma non sorrise
riconoscente nemmeno come il ragazzo.
-Allora Spike, già che ci sei, perché
non ti fermi a pranzo da noi?-
“no, questa non è mia madre, dov’è
quella donna risoluta che prende Spike a colpi d’ascia per
difendermi? Dov’è finita? Voglio quella Joyce Summers!!!!!!!”
Il giorno dopo era giunto finalmente
il momento della partenza, partenza che secondo Buffy, più sarebbe stata rapida
meglio era. Non che non volesse salutare i suoi amici e parenti, ma non
sopportava l’idea di subire le prediche di Giles per un
comportamento corretto, le occhiatacce deluse di Xander per questo viaggio On
the Road con il vampiro che per anni aveva tentato di ucciderla, il sarcasmo
pungente di Anya e le sue battutine sempre fuori luogo. Riley...di lui non
aveva paura, non aveva detto molto al riguardo, non che avesse mai parlato
molto del resto. Pareva che di fronte a lei si paralizzasse e la sua lingua si
appiccicasse al palato. In effetti in fatto di comunicazione questa relazione
non era molto diversa da quella con Angel anche se i suoi occhioni da cane
lacrimoso e le lunghe, lunghissime occhiate malinconiche non le superava
nessuno. Che si erano detti lei e Angel in fin dei conti? Tra loro c’erano
lunghi silenzi carichi di nulla, si guardavano sognanti per un tempo infinto
senza spiccicare parola, con la tristezza appiccicosa del non-morto che
aleggiava su di loro costantemente. Ripensandoci ora si dava dell’idiota,
si vedeva lì imbambolata a fissare quella faccia sproporzionata...neanche
avessero mille promesse da farsi. “oh Buffy ti amo di qua, ti amo
di là...ti amo ma non poso stare con te perché ti farei soffrire...hai bisogno
di una vita normale....un ragazzo normale...io non ti posso dare nulla...” bla
bla bla...quante sciocchezze! Angel non voleva farla soffrire ma ci era
riuscito più di tutti, più volte. Spike invece non si preoccupava di smontarle
l’ego in tanti piccoli introvabili pezzi, le parlava
schietto e sincero senza un minimo di tatto o rimorso, sbattendole in faccia la
nuda e cruda verità. Oh con lui aveva sempre parlato molto, le loro lotte,
tutti gli incontri erano stati ricchissimi di parole che si erano sputati
addosso e in qualche modo queste parole avevano un significato profondo,
riuscivano a ferirsi con semplici frasi. Si dicevano sempre quello che
pensavano l’uno dell’altra e si facevano male, la
schiettezza di Spike era ciò che apprezzava di più nella loro rel...”RELAZIONE????
hey! Che stiamo dicendo qui? Mio Dio sto paragonando le mie storie con quella di
Spike che per altro non esiste nemmeno, lo sto paragonando ai miei ragazzi!!
Devo farmi deframmentare l’impianto celebrale...” si
disse la ragazza, intenta a chiudere la valigia. Alla fine era riuscita a
separarsi della maggior parte delle sue cose, ora aveva l’anonima
sacca nera e un trolley più beauty. Almeno lui non avrebbe rotto al momento
della partenza. Tanto qualcosa l’avrebbe trovato da dire, lui
parlava SEMPRE, non c’era modo di farlo stare zitto.
Ciò che la mandava in bestia era che diceva sempre la cosa giusta, la battutina
perfetta...anche il suo primo approccio con lei era stato fuori dal comune. “certo
era molto più eccitante quella promessa di morte che “hai
gia-gia letto il capitolo 9?” ma dico ma si può dire una cosa
più stupida?”
“glielo concedo, mi ha enormemente sorpresa con la sua
frase...Spike-Riley 1-0...adesso mi metto anche a fare i punteggi...devo
ricordarmi di resettare l’intero sistema...”
sospirò e prese la maniglia del
trolley, afferrò il beauty e si mise sulla spalla la sacca. Era comico vedere
una ragazza alta poco più di 1e65 che trasportava valigioni, sommersa dalla
loro mole. “neanche fossi uno sherpa!”
Uscì di casa e fu investita dal caldo
umido, pregando che sulla macchina di Spike ci fosse un minimo di aria
condizionata si guadò intorno.
Sembrava che il Papa andasse in
villeggiatura. Una quantità spropositata di persone la attendeva in religioso
silenzio. Xander aveva subito sfoderato la sua aria da bambino imbronciato e
teneva le braccia incrociate sul petto, stizzito. Anya sorrideva raggiante,
avvinghiata al suo ragazzo e continuava a scoccare occhiate maliziose ai due
biondi che si stavano appena guardando. Giles si puliva gli occhiali con l’immancabile
panno e sembrava leggermente deluso. Sua madre la guardava raggiante “almeno
lei...” e rivolgeva grandi sorrisi a Spike. “ah
ecco...mi pareva strano tutto questo affetto verso di me che SONO SUA
FIGLIA!!!!” si disse rabbiosa Buffy.
Anche Tara e Warren erano venuti a
salutarla tutti felici, per lo meno loro avevano sorrisi sinceri e raggianti. C’era
Willow, con due morbide sacche da viaggio già mezze dentro il bagagliaio. “evidentemente
loro hanno subito superato lo Spike-check-in!” ma dovette
ammettere che le sacche erano le migliori e le più comode da utilizzare, senza
contare che occupavano meno spazio e si potevano mettere in mille modi. “eh eh
voglio vederli io poi i suoi vestitini stropicciati e i miei belli a posto
ah!...mi sto arrabbiando? Lo sto facendo veramente? Dio tutto per Spike! Mi
devo riportare la memoria celebrale nel punto in cui ODIO-SPIKE e ricominciare
da lì...” infine c’era Riley, bloccato come un
pupazzo nella sua posa da militare, con l’immancabile uniforme. “no...non
mi sono dimenticata di LUI, ma non ho il coraggio di guardarlo perché so che
troverà il modo per shockarmi...”
Alzò timidamente gli occhi su di lui e
fu un miracolo se la mascella non le cadde e un rivolino di bava scendesse da
bordo bocca. Stava appoggiato in modo rilassato alla sua macchina prediletta,
con i capelli ossigenati di fresco e lasciati scendere con riccioli ribelli
intorno al viso, se li era modellati apposta. Indossava lo spolverino non
abbottonato che creava una sorta di lungo mantello di pelle e una camicia blu
acceso aperta di quattro bottoni che faceva vedere il freddo torace perfetto. I
jeans erano quelli neri, immancabili ma dovevano essere nuovi. Portava un paio
d’occhiali da sole molto scuri e dallo forma moderna e
allungata, che evidenziavano la bellezza del volto scavato. Sulle labbra
morbide era dipinto un sorriso d’arrogante attesa. La sua postura
sciolta e virile sembrava renderlo ancora più... attraente. “Santo
paletto...se ci fosse un premio per il vampiro più sexy dell’anno
lui se lo aggiudicherebbe immediatamente...” pensò,
fermandosi a guardarlo con la bocca leggermente aperta. “Buffy,
stiamo parlando di Spike, il tuo nemico mortale!” “non
mi interessa...è obbiettivamente un bel ragazzo...” “ho
detto davvero ragazzo?” –Buffy...-
-Che noia, è tremendamente sexy e basta!- appena lo disse le sembrò che un
incudine le si fosse schiantato in testa. “devo smetterla di parlare a me
stessa!! Confondo la realtà!!”. Abbassando la testa e
socchiudendo gli occhi si girò verso il suo ragazzo.
-Si...soldato del mio cuore?- disse
titubante. Lui adorava sentirsi chiamare così. Guardò di sfuggita Spike, si era
abbassato gli occhiali con fare sensuale e la guardava sorpreso, provocante e
divertito insieme. Quando pronunciò l’appellativo per Riley lo vide
fare una smorfia di disgusto.
“stava parlando di me...mi guardava quando l’ha
detto...mhm cacciatrice birichina...credo che questo viaggio sarà moolto
interessante...”
Riley si addolcì. –Chi
sarebbe tremendamente sexy Buffy?- chiese però sospettoso.
-Oh...”oddio e
qui?”...ehm sta-stavo pensando a Tom Cruise...ho visto una
sua foto su un giornale e...ehm, stavo dicendomi che era obbiettivamente
carino...-“si dai sminuiamo gli aggettivi che è meglio...”
“Tom Cruise un maledetto accidente! Cacciatrice...in questo
viaggio ti insegnerò a come dire belle bugie...oltre a tutto il resto s’intende!”
-Ah, per un momento mi ero
preoccupato.- asserì il colosso che aveva per fidanzato.
-Ma amore...non potrei mai
tradirti...- si alzò sulla punta dei piedi...”aiuto, è così
enorme che non ci arrivo...UNA SCALA!!”...e gli diede un bacio. “disgustoso...credo
che prima di baciarla le farò mangiare due scatole di mentine...baciarla
Spike!?!?!” Willow rideva come una matta in silenzio ai
cambiamenti d’espressione di Spike, era indubbio che Buffy non
parlava del protagonista di Mission Impossible....oh quella sì che si sarebbe
prospettata un’interessante vacanza...
Xander aveva stampato un
sorrisino ebete sul viso, contento che la sua Buf e il soldato fossero così
vicini. Solo Anya rimaneva perplessa guardava con sospetto ora il vampiro, che
tra parentesi trovava estremamente allettante, ora la cacciatrice, incollata
come a forza alle labbra ad alta quota del suo ragazzo.
-Scusa Buffy...- disse con voce
squillante, distraendola dalla sua pericolosa impresa alpina. Avrebbe giurato
di averle visto tirare un sospiro di sollievo.
-Si mhm...Anya?- rispose molto
sollevata. L’intervento della
ragazza era stato per una volta appropriato ed eseguito al momento giusto.
Scostò i capelli biondi dal viso e lanciò una fugace occhiata all’ossigenato. La sua espressione disgustata e volutamente ironica la fece
arrossire ancora di più. Se avesse imparato a tenere a bada la sua boccaccia...”quanto vorrei essere un vampiro per non arrossire! Non sanno la fortuna
che hanno, niente figure di merda, niente problemi con le bugie...ok c’è la questione sole ma è facilmente superabile...” pensò stizzita.
-Buffy? Ci sei? Ti ho appena
fatto una domanda, il mio tempo è denaro!- esclamò irritato l’ex demone.
-Uh? Scusa stavo...penando a
Sp..spogliarmi di questa gia-giacca, fa un caldo demoniaco!-si beccò varie
occhiate sconcertate e la sua, divertita oltre l’inverosimile, aveva sicuramente capito tutto. “accidenti a me, devo annodarmi la lingua quando non parlo di cose
fondamentali, magari riesco ad evitare figure come queste..”
Anya non parve farci caso, lei
stessa era stravagante e poi era troppo preoccupata di sprecare tempo prezioso
lì, salutando i ragazzi. Nemmeno fossero un corteo!
-Mh si come vuoi, sai mi sembra
evidente che tu prima non ti riferissi a Tom Cruise! Mi sembrava piuttosto che
parlassi di Spaaaaaaaaahi!!!!!!!!- urlò saltellando su un piede solo. La
cacciatrice le si era avvicinata come un fulmine una volta capito dove voleva
andare a parare e senza curarsi troppo della sua immensa forza le aveva mollato
un pestone sul piede degno di un giocatore di rugby.
-Che succede!?!- esclamò Joyce
preoccupata, portandosi vicina alla ragazza per aiutarla, a tenersi in piedi
più che altro!
Buffy le lanciò un’occhiata che diceva: se-parli-ti-impedisco-di-camminare-per-l’eternità, lei colse subito l’allusione
e con il miglior sorriso a trentadue denti che aveva rispose:-Oh non si
preoccupi signora Summers, è solo un callo...demoniaco, mi è uscito stamattina
e pulsa di dolore a volte...- Xander la guardò inorridito.
-Piantala Harris, ho detto che è
sul PIEDE! Cosa dovrei dire io dei tuoi sfoghi cutanei sul tuo...- -Ehm Anya
ok, non dobbiamo rendere pubblica la nostra vita privata!- la interruppe appena
in tempo il ragazzo, diventando rosso come un pomodoro, vista la stazza poteva
benissimo incarnare l’ortaggio. Questa fu
la volta degli altri di fare una faccia disgustata! Non appena Joyce colse il
senso arrossì fino alla radice dei capelli.
-Ehi moccioso lo sai che si
diventa ciechi?- urlò Spike mentre ghignava come un matto.
Willow si tuffò in macchina da un
finestrino della De Soto e lì scoppiò a ridere senza ritegno alcuno,
contagiando anche Tara, Warren e naturalmente Spike. Erano tutti e quattro
appoggiati alla macchina(cosa per altro non troppo salutare vista la condizione
del mezzo)in preda a convulsi scoppi di risa, ripetevano a pezzi le frasi di
Xander e quella di chiusura di Spike, finendo per ridere ancora più
sguaiatamente. Willow ormai non emetteva più nemmeno il suono, si limitava a
muovere la bocca nella parodia del riso violentissimo, mentre col naso aspirava
aria per non soffocare. Xander era rosso oltre misura e potendolo avrebbe fatto
apparire un fungo atomico proprio in testa al vampiro, con bomba ovviamente.
Pareva un piccolo estintore stragonfio di schiuma, pronto ad esplodere per
placare l’incendio di risa.
Avrebbe impalettato quel vampiro, un giorno o l’altro l’avrebbe riempito di
botte fino a riattivargli la circolazione!
Anya aveva un sorrisetto stupido,
guardando il biondo sbottò, con tono di comprensione,:-Lo sa! Glielo dico
sempre e poi ci sono io ma no! A volte lo deve fare, dice che è un’attività prettamente maschile e dimostra quanto attivi siano!- a quell’uscita fu la volta di Spike di buttarsi a terra, piombò sulla strada
scosso da risa così profonde che il suo corpo sembrava in preda ad una crisi
epilettica. Ormai nemmeno lui emetteva più alcun suono, picchiettava per terra
con la mano e le lacrime gli scendevano dagli occhi copiose. Willow era
arrossita anche se non si capiva se era dovuto alla confessione sulla vita
sessuale dell’amico o alle risa
violentissime. Tara e Warren d’altra parte erano
accasciati sul cofano della macchina, ormai non sembravano più in grado di intendere
e di volere.
-E poi...- riprese Anya.
-Patatina piantala!- urlò Xander
in preda ad una crisi isterica, scarlatto dalla rabbia, quasi cianotico. Se uno
sguardo avesse potuto incenerire allora Spike sarebbe già stato polvere.
-Ma bambolotto io...- attaccò la
ragazza che non capiva cosa stava scatenando.
-Ho detto zitta!- strillò il
moro, con una voce degna di un cantante d’opera.
Joyce aveva un sorrisino sciocco
sul volto e aveva piccoli singulti, non sembrava scandalizzata da tutto quel
discorso, rivolgeva a Spike occhiatine del tipo: “che birichino che sei! Non sai che queste cose non si dicono?” ma non dava segno di voler aiutare Xander, piuttosto filò in casa,
dando un bacio veloce alla figlia e mandandone due in direzione di Spike e
Willow. Sicuramente ora il divano era occupato dalla sua persona piegata in
due.
Riley sembrava l’unico dalla parte di Xander, gli batté una mano sulla spalla come a
dirgli:”non ti preoccupare
amico, lo sistemiamo noi quello là..”
Quanto a Buffy...bè, lei era
molto, mtolo indecisa se picchiare Spike o...gettarsi a terra con lui e morire
dal ridere. “pessima idea Buf, poi
non sai in cosa potrebbero degenerare le risa vicino a lui...aspetta almeno un
posto discreto...” “COOOSA!?!?! Dio altro che revisione mentale, una completa sostituzione,
mi devo far trapiantare il cervello di una suora per non cadere più in questi
pensieri!” ma era troppo, emise
un piccolo singulto, simile ad un riso e a uno schiarimento di gola tipico di
Giles. Già, l’osservatore aveva
continuato a pulire nervosamente gli occhiali con tanta dedizione che ora
dovevano essere più splendenti del sole delle Hawaii, sempre che le lenti non
si fossero consumate. Il rossore che imperlava il suo volto era palese, ma
Spike aveva il dubbio(sì, era riuscito a pensare tra una risata e l’altra) che fosse a causa del tentativo di contenere le risate.
Quando la cosa si fu calmata,
calmata per modo di dire, Xander sembrava una locomotiva pronta ad esplodere e
a liberare tutta la sua mostruosità contro il vampiro, allora l’attenzione si portò di nuovo su Buffy.
-Anya, scusa, cos’è che stai dicendo a proposito di Tom Cruise?- chiese interessato Riley.
L’ex-demone guardò la cacciatrice, ricevendo un fuoco
di fila di parolacce silenziose e minacce un po’ meno sottomesse, a cominciare la pugno che la bionda si strofinava con
molta nonchalance.
-Bè, noi dobbiamo proooprio
scappare, è stato un piacere vedervi tutti qui...vi chiameremo.- esclamò Buffy
e in un gesto fugace diede un bacetto al soldato. Prese per la collottola uno Spike
ancora accasciato a terra,che fra parentesi ebbe una discreta veduta da quella
posizione “mai mettere le gonne
Buffy...mai...” e lo scaraventò
dentro mettendogli le chiavi, pescate chissà da dove, in mano. Per Willow non
ci furono grandi problemi, lei ridacchiava ancora come una matta sdraiata sul
sedile anteriore.
-Parti!- ordinò Buffy. Spike non
se lo fece ripetere due volte, ingranò la marcia e partì sgommando come un pilota
di formula-uno a Indianapolis, lasciando dietro di sé polvere, un ragazzino
ferito nell’orgoglio, Sunnydale e
tutte le sue remore sul fatto di amare la cacciatrice.
-Sei stato proprio maleducato!-
sbottò ad un tratto Buffy.
Il vampiro la guardò piacevolmente
sorpreso. Erano più di
Stavano correndo sull’autostrada che li portava a Los Angeles, non che il vampiro ne fosse
entusiasta anche perché c’era il rischio di
incontrare Mr. Manzo. Sicuramente lui avrebbe scoperto che Buffy era lì, non
appena lei fosse entrata nella metropoli. Chiamatelo sesto senso, oppure il
risveglio del piccolo Angel...fatto sta che sarebbe arrivato, sicuro come l’oro. Magari con quel passo strisciante di autocommiserazione, con le
spalle incassate e il collo taurino ficcato a forza tra di esse, con l’espressione da bello, impossibile ed infelice, però ci sarebbe stato. E
se l’avesse guardata con quell’espressione infelice, innamoratissima e struggente...addio sogni d’amore con lei.
La strada si snodava in mezzo a
praterie, il più delle quali secche. C’era
anche qualche traccia di deserto il che rendeva il paesaggio triste e
solitario, come se Dio si fosse scordato di quel luogo. E pensando a L.A. forse
era proprio così. La quantità di demoni che pullulava per la città, rigurgitati
da chissà quale luogo, la loro ferocia e spietatezza pari a quelle di un
esercito di Mongoli...tutto lasciava presagire che l’occhio di Mr. Nuvoletta non si posasse più lì da tempo immemorabile.
Insomma, quanti troverebbero un provetto torturatore senza nessuno sforzo, se
non in una città maledetta? Quel bastardo di Marcus! L’aveva pure preso per il culo! E dire che di soldi ne aveva sborsati per
assumerlo! Tanto a lui non interessava il sole...si come no! E maledetto Angel
che lo aveva capito prima di lui!! Angel Angel Angel! Sempre quel dannato
vampiro, ovunque andasse c’era il fantasma del
lardoso ad accompagnarlo. L’ombra di un martire
della luce. Un martire un maledetto cazzo! Solo perché una stupida tribù di
zingari lo aveva maledetto per passare un po’ il tempo e poi, quale maledizione più idiota! Andiamo! Perdere l’anima era facilissimo se lo si voleva, era tutto un gran casino.
-Davvero, non sei stato affatto
carino!- ribatté la ragazza seduta al suo fianco. Spike alzò gli occhi al
cielo, guardò nello specchietto retrovisore per sincerarsi che la rossa
dormisse e poi si voltò verso di lei.
-Ben tornata tra noi Summers!
Credevo che un vampiro ti avesse mangiato la lingua.-
“ridi ridi vampiro da strapazzo! So che pensi e la mia
lingua non la tocchi!”
gli lanciò un’occhiataccia e poi si accorse che lui la guardava, ergo:non vedeva
davanti a sé.
-Guarda al strada idiota di un
vampiro! Non voglio finire su una nuvoletta prima del tempo!- gridò. Lui si
prese uno spavento niente male, aveva tutto sotto controllo ma quel suo urlo
improvviso gli aveva fatto pensare ad un bel tir in arrivo...
con una lieve sbandata si portò
sulla corsia di sorpasso e vi rimase, deciso a mettere quanta più distanza
poteva tra lui e le altre macchine. Aveva un carico prezioso!
-Chi accidenti ti ha dato la
patente?!?- esclamò contrariata Buffy.
-Mhm...fammi pensare...l’esaminatore che ho minacciato di sbranare qualche decennio fa...- ghignò
felice, ricordando i bei tempi in cui poteva anche sbattersene della parola
data e mangiare a sazietà. “vorrei un collo...un
piccolo dolce collo pieno di sangue che pulsa...mi sento come un leone a cui
hanno tolto i denti...maledetta Iniziativa!!!”
-Cooosa? Quindi tu non hai fatto
un vero esame di guida, non hai un diploma...sono alla mercé di un pirata della
strada!- urlò scandalizzata la ragazza, tenendosi più stretta alla cintura e
agganciandosi ad una delle maniglie, come una vecchina che non è abituata a
viaggiare.
-Hey dolcezza sono ancora qui no?
Non ho mai fatto significativi incidenti...- protestò, ferito nell’orgoglio.
-Si ma questa volta hai un
passeggero...DUE passeggeri! Ti potresti distrarre e...oh Dio...- stralunò gli
occhi impaurita.
-Credimi cacciatrice, con Dru al
mio fianco era mooolto più facile distrarsi che non ora, non si preoccupava
troppo se non tenevo le mani sulle 10e10...- Buffy lo guardò disgustata, poi
guardò il sedile a cui era appoggiata.
-Ewww...Spike questo potevi anche
risparmiarmelo, ora dovrò buttare via i vestiti e disinfettarmi!!-
-Hey, ogni anno la pulisco
perfettamente! Ormai è acqua passata, puoi stare tranquilla è igienico. E
comunque non rischierei l’incidente, porto cose
troppo importanti...- l’ultima frase la
sussurrò appena ma lei la sentì, ugualmente.
-Cos’hai detto? Io e lei...importanti?- “ma che accidenti è, un vampiro? Adesso non c’è nemmeno più la privacy....”
-Diavolo, certo! Vuoi che mi
ritrovi alle costole un bambolotto imbottito di armi anti-ostili e un lupo
mannaro? Solo perché non ho accudito le loro ragazze? Eh no grazie.-
“uff! c’è
mancato poco...sapessi la verità cacciatrice...ma ne rimarresti delusa...”
“sul serio la pensa così? Bè d’altronde è lo spirito di sopravvivenza...anche se sono un po’ delusa...”
rimasero in silenzio un altro po’, osservando la strada che veniva mangiata dalla macchine e spariva
dietro di loro...tutto è già passato, ogni metro li avvicinava di più a Los
Angeles, un luogo che entrambi avrebbero preferito non rivedere.
-Tornando al discorso di
prima...hai fatto male. Povero Xan, non dovevi uscirtene con quella battuta.-
-E perché di grazia?
Schiaffeggiare con uscite ironiche la facciotta piena del bamboccio è uno dei
miei divertimenti preferiti.-
-Dio Spike ma sei fatto di
pietra? Chissà come si è sentito...con tutti che si sbellicavano dalle
risate...-
-Almeno l’ho avvertito. E poi era irresistibile come battuta...non potevo non
dirla!- ridacchiò ancora all’idea, un lampo
malizioso passava attraverso i suoi occhi mentre ricordava le confessioni di
Anya.
-Tu e la tua ironia cattiva! Avete
trascinato tutti in uno scroscio di risa indecente...-
-Tutti? Anche tu passerotto?-
-Non chiamarmi così. Sì, non ho
potuto resistere...ma era sbagliato.-
lui scosse il capo, quanti
problemi si faceva la ragazza!
-Però...non proprio tutti
ridevano...ho notato che qualcun altro prendeva molto sul serio la causa:
difendiamo Xander dal vampiro cattivo.- ridacchiò appena, suscitando enorme
curiosità nella ragazza.
-Chi scusa?-
-Ma capitan America! Del resto lo
capisco, tra segaioli ci si comprende. Hanno combattuto per la stessa causa.-
scansò appena in tempo un pugno di Buffy e la macchina sbandò, facendola
urlare.
-Sei un maiale Spike! Riley
non...non fa quel genere di cose!-
-E tu come lo sai cacciatrice?-
domandone, come lo sapeva? Bè si fidava di lui e...del fatto che non aveva mai
visto strane irritazioni...ma andiamo era assurdo solo pensarci!
-Bè seguo l’istinto.-
-Ma non hai prove.-
-No.-
seguì un silenzio imbarazzante
mentre la cacciatrice si chiedeva se il suo istinto non vacillasse un po’...dopotutto che certezza aveva? E poi andiamo...era ridicolo e
disgustoso solo pensarci!
-Sai se io avessi te non ne avrei
affatto bisogno.- sbottò tutt’a un tratto Spike.
-Co-come?- lei rimase per un
attimo interdetta.
-Mi hai capito.- rimasero con un
pesantissimo silenzio calato sulle loro teste. Come cento spade di Damocle.
E così quella...cos’era? una sorta di dichiarazione? No, non poteva, li era il big bad, il
vampiro maestro che era stato protagonista di molte atrocità...il childe pazzo
di quella pazza di Drusilla. Il vampiro con un cip nel cranio ma non...non un
corteggiatore!! Basta vampiri nel cuore. Uno l’hai provato, la merce era ottima ma gli effetti collaterali
imprevedibili. Aveva dato tutta sé stessa per un vampiro e guarda un po’ com’era finita!
Ma perché pensava quelle cose?
Era un complimento...certo ben mascherato e un po’ contorto. Lui l’apprezzava, come
aspetto e presumibilmente per altro. Anche se non aveva mai provato e non l’avrebbe MAI fatto. “amici e tutto ok, ma
fuori da me! Sempre e comunque.”
-Perché stiamo andando a L.A.?-
domandò per cambiare argomento, erano la sua specialità i cambi d’argomento. Del resto era decisamente un argomento che non voleva
affontare...”ma perché continuo a
dire argomento?”
-Bè ho pensato che potevamo
andare a trovare Angel, sai una rimpatriata, qualche birra, il poker, due
chiacchiere su quanti demoni abbiamo fatto fuori nel fine settimana...una cosa
così, per ricordare i vecchi tempi...- rispose molto seriamente Spike. Lei lo
guardò con la mascella slogata che toccava il tappetino dell’auto. Stile cobra affamato, metaforicamente parlando è ovvio.
Lui rise un poco e poi la guardò
di nuovo.
-Per l’inferno maledetto stavo scherzando! Mi credi così stupido e masochista?
Spiacente ma la parte dell’autolesionista depresso
la lascio ad Angel.- sorpassò una Jaguar blu metallizzato, un uomo tutto oro e
brillantina stava alla guida e si beffò sonoramente della macchina di Spike, al
che il ragazzo esibì la sua migliore maschera di caccia e
-Dunque?- il tono offeso indicava
chiaramente che la cacciatrice non aveva gradito la frecciatina sul suo ex, ma
si sarebbe dovuta abituare, non aveva nessuna intenzione di essere accompagnato
per tutto il viaggio dal fantasma del vampiro redento e dal ricordo delle sue
gesta apocalittiche.
-Oz è un...- la rossa sul sedile
posteriore grugnì nel sonno. –Caspita, forse
dovremmo usare lei come segugio, è una specie di radar umano! Basta pronunciare
il nome del suo ragazzo per...aspetta voglio riprovarci...Oz...- la ragazza si
mosse ancora.
-Spike smettila...-
-No dai è troppo
divertente...Oz!-
-Spike per piacere piantala...-
-Guarda guarda guarda! Proviamo
con...Ozzy...-
-Spike non è affatto comico...-
-Mr. Osbourn...-
-SPIKE!-
l’urlo della cacciatrice interruppe il piacevole passatempo del non-morto,
che per inciso passavo troppo tempo con gli occhi allo specchietto retrovisore
che sulla strada. Destò anche Willow, che si stropicciò gli occhi e contemplò
il panorama arido fuori dal finestrino.
-Ciao ragazzi...scusate avevo
sonno...mi sono persa nulla?... No-Non che dovesse accadere qua-qualcosa di
interessante tra voi due cioè, non sto dicendo che avreste potuto........ciao
ragazzi...dove andiamo?- divenne rossa di nuovo, mentre Spike ridacchiava
divertito e la cacciatrice la guardava male.
-Ben svegliata rossa, stavamo
parlando della nostra meta.-
-Direi battibeccando piuttosto!-
precisò la cacciatrice.
-Sì ok, le stavo spiegando in
modo semplice e lineare perché andiamo a Los Angeles.-
-Già e mi piacerebbe proprio
saperlo, visto che non ho voglia di un tête à tête con il mio ex!-
-Ma non mi dire, e io che credevo
che la tua vita iniziasse e finisse con lui...il tuo sole il tuo guru della
tristezza...-
-Ma piantala Spike, quando
Drusilla ti ha mollato eri ridotto peggio di uno straccio calpestato!-
-La mia situazione era molto più
complicata! Drusilla era la mia venere nera, eravamo insieme da...secoli!-
-Sì e ti tradiva da secoli non
dirmi che non...-
-BASTAAAA!!!!- si voltarono
entrambi, cioè, Buffy si voltò e Spike guardò nello specchietto retrovisore,
diventato il suo fido amicone.
-Smettetela tutti e due, non mi
interessa quello che dite, non mi interessa se avete dei problemi a gestire la
vostra vita sentimentale perché li abbiamo tutti! Buffy, Spike viene con noi, è
la nostra guida e sa dove portartci, cerca di metabolizzare la cosa! Spike,
Buffy è molto legata ad Angel e non può farci nulla, vedi di accettarlo e ora Silenzio!
Tu guida e tu guarda davanti!- sbottò Willow, con un tono che nulla aveva della
piccola dolce streghetta innamorata.
Spike si chiese se veramente
doveva portare indietro Oz, se con loro reagiva così...con lui che l’aveva lasciata che avrebbe fatto?
-Allora...perché andiamo a Los
Angeles?- chiese una contrita Buffy ad un imbarazzato Spike. I due biondi erano
così simili infondo, DOVEVANO stare assieme, dovevano assolutamente scoprire di
essere fatti l’uno per l’altro. Una volta Willow si sarebbe guardata bene anche dal pensare
queste cose, c’era Angel e lei aveva
sempre avuto un po’ paura di Angel. Una
piccola cotta segretissima, breve quanto la vita di una mosca? Sì...si poteva
confessare, poi però lui era diventato il ragazzo fisso e intoccabile della sua
migliore amica e lei era ritornata alle vecchie abitudini, Xander. In seguito
era arrivato Oz, il suo musicista, l’unico
che sapeva accordare le corde del suo cuore. Ok, confessiamo anche questo, c’era stato quel breve attimo in cui Spike l’aveva rapita...ecco lì si era trovata in qualche modo attratta da lui.
una cosa comprensibile, sarebbe capitato a chiunque! Se solo si fosse fatto
vedere un po’ più in giro una
frotta di adolescenti- e forse non solo quelle- si sarebbe accorta di lui, il
giovane(si fa per dire) vampiro si sarebbe ritrovato in un nanosecondo il
ragazzo più popolare e bramato di tutta Sunnydale. Di Spike l’attraeva però...quella sua dolcezza rancorosa, che nascondeva sotto la
scorza dura del grande cattivo, un po’
come il latte di una bella noce di cocco racchiuso dal guscio solido.
Lui amava, amava così tanto
Drusilla, era così disperato che l’aveva
implorata di eseguire un incantesimo d’amore
per riportarla indietro. Non gli era importato se lei non lo avesse amato
veramente. Era la voglia, il desiderio dell’amore che facevano di Spike una vampiro unico, così deciso a
procurarselo che non si faceva nessuno scrupolo, a differenza di qualcun
altro...tenebroso...di sua conoscenza. Ecco perché Spike e Buffy dovevano stare
assieme, lei aveva un incurabile bisogno di amore incondizionato, donato senza
obblighi, vero e disperato, che la accecasse e attaccasse alla terra come con
la colla, un amore anche rabbioso, che potesse superare tutto e potesse essere
portatore di qualsiasi cosa, a cominciare dalla verità, dalla comprensione
reciproca e dalle liti.
E Spike doveva trovare qualcuno
che lo facesse un po’ penare e che
rendesse il suo cammino di semi-redenzione-post-cip motivato. Aveva bisogno di
una donna forte come lui, nera come lui, demoniaca come lui, bella come lui e
specialissima come lui, una donna difficile da conquistare ma una volta presa
all’amo...che non l’avrebbe più mollato.
Tornò ad ascoltare le loro
parole, in fin dei conti doveva portare indietro il suo piccolo cucciolo strimpella
note! Quindi la meta era importante e l’argomento la incuriosiva, all’agente
matrimoniale avrebbe pensato dopo.
<<Bè passerotto, ho dei
contatti a Los Angeles, c’è un demone che mi
deve un paio di favori. Questo tipo si chiama Lorne e ha un locale dove fa
principalmente caraoke, ma a volte arriva qualche gruppo, non troppo famoso.
Pensavo che il nostro fuggitivo avrebbe dovuto guadagnarsi il pane quindi
avrebbe cercato lavoro in qualche locale. Lorne potrebbe sapere dove è stato e
con un paio di giri dirci anche dove se n’è andato.>>
Willow batté entusiasta le mani e
diede un bacio immaginario a Spike, anche la cacciatrice sembrava orgogliosa
del vampiro, dopotutto era stata tutta un’idea sua e vedere che si era messo al lavoro la confortava. Almeno non
avrebbe dovuto fare un viaggio in sua compagnia per niente, chissà se sarebbe
venuto fuori qualcos’altro....
<<Ma come puoi essere
sicuro che è stato effettivamente a Los Angeles?>> chiese interessata.
<<Andando per logica, L.A.
è la metropoli più vicina a Sunnyhell senza contare che vi può trovare
facilmente un lavoro, siamo a Hollywood per l’inferno maledetto! inoltre da lì partono le maggiori autostrade,
potrebbe raggiungere qualsiasi luogo. E in fine bè...c’è una leggerissima traccia del suo odore.>> concluse con un moto d’orgoglio, dopotutto non aveva deluso Buffy, era un primo passo per
conquistarla. Perché lui la voleva conquistare, voleva portarla alla pazzia con
sé e impedirle di vivere senza di lui, amava già quella donna dannazione! Non
sapeva nemmeno lui come mai, forse dal primo momento in cui l’aveva vista ballare...a in quel preciso istante avrebbe ballato con lei
tutta l’eternità. Amava la
bellezza di Buffy, il suo corpo minuto e proporzionato, amava la sua
intelligenza e la sua forza, amava la tenebra che c’era in lei...fulgida regina della notte, guardiana intoccabile di un
mondo che poteva appartenere ad entrambi...e lui lo voleva assolutamente, per
regalarglielo.
<<Geniale...!>>
concordò Buffy, la sorprendeva quel vampiro...che poi non era del tutto un
vampiro-vampiro...in effetti ora lo vedeva alla luce del sole, sotto raggi
infuocati...con la camicia aperta e il petto che gli si abbronzava
dolcemente...poteva essere chiunque ma NON un vampiro. Amava la sicurezza che
le dava, averlo vicino così forte e bello la rassicurava inoltre guidava
splendidamente, nonostante tutto. Era estremamente rilassato, come se fosse
stato alla luce del sole fino a quel momento, guidando una De Soto sgangherata
per la campagna californiana arida e secca, un perfetto esempio del classico
teenager on the road, pronto alla calda avventura verso Hollywood con due pupe
al carico.
<<E poi voglio avere un’indicazione precisa sul suo percorso, in modo da raggiungerlo facilmente
e gettarmi sulla traccia fresca.>> concluse fiero del suo spirito d’iniziativa, aveva avuto una pensata geniale nel rivolgersi a Lorne, si
stava dimostrando un perfetto stratega e il suo istinto di cacciatore
riemergeva fiorente come un tempo, chi l’avrebbe mai detto che avrebbe potuto servire non solo per uccidere?
<<Spike te l’ho già detto che sei un tesoro?! Grazie nono so che farei senza di
te!>> disse la strega, in un lancio d’entusiasmo.
<<Meno male che l’idea l’ha avuta lui
eh!>> commentò un scontrosa Buffy.
<<Oh Buf! Lo sai che senza
di te questo non avrebbe potuto esistere...grazie...di tutto cuore.>>
diedi un bacio sulla guancia dell’amica
che si risollevò.
Scoccò un’occhiata di sincera gratitudine a Spike, non poteva nemmeno immaginare
come la rendesse...fiera di lui. Non era cattivo, non del tutto, per le persone
che contavano poteva farsi ammazzare. Gli era grata di entrare in quella
cerchia, sembrava diverso da prima, ora assumeva l’aura di un amico, fidato.
Willow richiuse gli occhi, per
donare giusto un po’ di intimità ai due
biondi, ansiosa di sentire quello che sarebbe successo.
<<Spike io...uh
bè...grazie. per quello che fai per Will e che fai per me...per come ti
comporti...grazie...>> sussurrò piano la cacciatrice, cogliendo di
sorpresa lui.
stava davvero facendo quello che
credeva? Lo stava ringraziando e con..con quel tono?
<<Prego Buffy...”oddio gli farei dire il mio nome in eterno...ha un suono così...così
magico...”...ti ho spiegato
perché lo faccio...>> lei annuì e sospirò.
<<E...mi dispiace per come
ti tratto...di solito, meriti molta più umanità, lo hai dimostrato parecchie
volte.>> aveva ancora il viso abbassato, rossa per l’imbarazzo. Il quale però non era legato al fatto di chiedere perdono ad
un vampiro, semplicemente si sentiva come una ragazza davanti ad un
ragazzo...che le piaceva, cercando di dirglielo in qualche modo. E stranamente
la cosa non la infastidiva.
“giuro che d’ora
in poi innalzerò un cero ogni mese! Questo è un miracolo...Dio non ripudia suoi
figli... anche se sono un po’ zannuti...” stava stringendo il volante in modo innaturale e per quanto suonasse
strano gli sudavano le mani. Lei aveva detto quelle cose...lei...lei...era
semplicemente perfetta...maledettamente desiderabile.
“e parla idiota! Il dialogo è un’interazione tra due persone!!”
-Hey dolcezza, non hai battuto la
testa per caso? Perché hey, è un magnifico cambiamento...- disse con un sorriso
degno da star, sexy come non mai, naturalmente felice.
Rise in modo sottile, comprendendo
i suoi dubbi.
-No Spike...sono tutta intera.
Non...non dovrei più trattarti male...devo uh...voglio che siamo...uh...posso
dire...complici?- alzò la testa e lo guardò speranzosa.
Lui inarcò un sopracciglio, in modo
naturalmente provocante, con quell’espressione
birichina...
-Complici di cosa passerotto?-
chiese con voce sensuale. Lei arrossì in fretta e lo deliziò. Era come una
bambina, una piccola ragazzina vergognosa e tanto bella. Adorava la sfumatura
color tramonto che assumeva la sua pelle, era il suo piccolo cielo.
-Spike ti prego...intendevo...se
potevamo...andare d’accordo e non...non
vederci più solo come vampiro disattivato e cacciatrice tollerante in pausa...-
si torse le mani emozionata, terribilmente a disagio per la sua mancanza di
parole, di spontaneità. Quella non le mancava mai ma ora...ma ora...davanti a
quel ragazzo così bello e così...buono... “suona in un modo così...così strano...quella parola accomunata al suo
nome...” sentiva uno
spiacevole senso di disagio, come se lui potesse leggerle dentro e capire cosa
veramente sentiva...
-Perché non provi a dire amici,
sono solo cinque lettere.- azzardò lui, dicendosi che quella era l’ultima occasione che aveva, se avesse sbagliato, se avesse osato sperare
troppo allora un opprimente velo di imbarazzo li avrebbe avviluppati.
Lei sorrise, un sorriso morbido
come una brezza estiva, e lo guardò negli occhi, scoprendoci tanta vita, tanta
speranza.
-Ti prego di scusarmi...solo che
suona difficile come parola...legata e a me e a te. Ma è quello che io
intendevo...cioè se uh...per te non è troppo...- ma non finì la frase, lui le
accarezzò piano la guancia per poi tornare con gli occhi sulla strada, con
ancora la morbidezza della sua pelle tra le dita, come se una parte di lei
fosse racchiusa nella sua mano. Immediatamente la strinse, per paura che quella
lieve ombra potesse sfuggirgli via.
Mentre lei era rimasta
paralizzata dal gesto di innaturale tenerezza appena ricevuto, le dita fredde
del vampiro, a contatto con il suo viso caldo...un abbraccio fresco, come
quello di un lenzuolo pulito.
-Non è troppo, è molto più che
una semplice tregua. Sono contento Buffy, è un inizio.- “ci sarà una continuazione piccolo raggio di sole?”
-Be-bene, scusa se non sono
riuscita a dirlo...solo che suona così nuovo, appena l’ho pensato mi sono rimbombate in testa le tue parole su me e Angel e...-
lo vide indurire la mascella di colpo e serrare la presa sul volante, gli occhi
dardeggiare per un attimo, capì di avere commesso un errore.
-Non ci sto paragonando! Solo che
temevo..temevo che questo valesse anche per noi e..sinceramente mi sarebbe
dispiaciuto perché...sei un tipo okay Spike.- si affrettò a spiegare. Non
voleva perderlo ora che l’aveva appena trovato,
dopo anni...aveva trovato il vero Spike, ogni sua parte.
-Aha dolcezza. Quello che dissi
su Angel e te...bè io lo penso ancora, ma noi siamo diversi. Abbiamo più
possibilità di un futuro, abbiamo più possibilità di andare avanti.- raggelò
non appena si rese conto di quello che aveva detto. Le lanciò uno sguardo di
soppiatto e la vide sorridere delicatamente, in quel momento avrebbe voluto
stringerla in un dolce abbraccio...lei gli dava speranza.
-Sì...non ci sono...maledette
clausole...-sorrise nel sentirla usare una sua espressione-...e nemmeno
particolari situazioni che ci impedirebbero di...tu sei diverso da lui ed è un
bene. Non ho bisogno di un Angel di comparaggio...è per questo che mi piaci...-
trasalì per aver detto proprio quello che stava pensando da un po’. Era una spudorata confessione.
Lo guardò di sottecchi. Il
piccolo, arrogante e soddisfatto sorriso la sollevarono. Non gli dispiaceva l’idea, ed era certa che in qualche modo...le volesse bene.
-È okay, un buon inizio. Spero che
continui a durare questa cosa, perché ci conto maledettamente tanto. Mi sei
piaciuta subito Summers, dal primo momento che ti ho visto ho capito che
saremmo stati qualcosa di più che avversari.-
Lei rise piano, solleticando
piacevolmente le orecchie di Spike con il suono cristallino della sua voce.
-Mi piace questa cosa Spike, d’altronde avrei dovuto capirlo che ti avrei visto sotto un’altra luce...lo sai che avrei combattuto contro te in eterno? Solo
contro di te?- chiese con il viso di chi domanda l’ovvio
-Certamente dolcezza e lo sai
vero? Anch’io avrei ballato con
te per sempre.- non rispose, annuì riflettendo sul significato della sua frase,
arrossendo e compiacendosi.
In poco tempo erano passati da
litigi stupidi e continui a uno stato di comprensione e amicizia, era evidente
che erano qualcosa di speciale insieme.
-Vorrei fare qualcosa per
sugellare la nostra nuova amicizia....- si guardò intorno mordendosi un labbro.
Oh Spike aveva un paio di idee al riguardo ma come già accennato, sarebbe stato
controproducente...
Willow fece CASUALMENTE scivolare
con il piede la borsa dei cd che si era portata dietro. Conosceva abbastanza
bene Buffy per sapere che avrebbe cercato qualcosa che fosse piacevole per lei
e adatto a Spike. Così aveva portato solo cd pop, tutti estremamente
commerciali. Solo uno era diverso, messo apposta come esca. Un cd masterizzato
che conteneva alcuni brani rock scelti tra quelli più “adatti” alla loro situazione
e guarda un po’? La prima canzona
sembrava scritta apposta per Spike.
L’attenzione di Buffy fu attirata dalla borsa dei cd di Willow, ci frugò
dentro sapendo che la sua amica non avrebbe avuto nulla in contrario. Lanciò un
gemito di frustrazione quando vide i titoli degli album.
-Che succede dolcezza?- chiese il
vampiro, cercando di vedere con la coda dell’occhio che stava facendo e sogghignando, accorgendosi della gonna
alzatasi a causa della torsione del corpo della ragazza.
-Nulla...aspetta...AHA! trovato!-
la vide ritornare davanti con i capelli scarmigliati e la camicia sorta, teneva
in mano un cd.
-Ecco, per dimostrarti che potrei
sopportare qualunque cosa di te!- inserì il cd nel lettore dell’auto. “però...deve proprio
adorare la musica se ha installato un impianto del genere nella sua vecchissima
auto...” pensò mentre chiudeva
gli occhi e si concentrava sulla musica.
Subito le prime note suonate
dalla chitarra si diffusero nell’auto,
creando una specie di lento brusio. Man mano che crescevano d’altezza e si aggiungeva la batteria un crescente senso di vertigini l’assaliva. Le sembrava che la musica stesse precipitando, che la facesse
precipitare e la sensazione era acuita dal fatto di aver chiuso gli occhi.
Seguì una sensazione di strana ebbrezza e si ritrovò a dondolare la testa al
ritmo. Non pensava di potersi emozionare tanto sentendo del rock!
Poi la voce del cantante prese a
declamare parole, quasi a sibilarle, con un tono che la faceva rabbrividire
tanto pareva inumano. Le parole erano strascicate e allungate in modo bizzarro,
si alternavano acuti a note gravi che quasi rendevano incomprensibili le
parole, aveva una voce magica...sembrava fosse disperato...avesse un bisogno
incalzante di parlare a tutti della sua tristezza e ci riusciva cantando in
modo struggente.
IT'S BUGGING ME,
(MI DA FASTIDIO)
GRATING ME
(MI DA SUI NERVI)
AND TWISTING ME AROUND
(E MI PRENDE IN GIRO)
YEAH I'M ENDLESSLY
(SÌ, COLLASSO)
CAVING IN
(SENZA FINE)
AND TURNING INSIDE OUT
(E MI ROVESCIO)
Spike sussultò, era esattamente vero.
A volte la odiava per come lo trattava, si sentiva immensamente deriso da tutta
quella situazione, non poterla farla pagare agli amici della cacciatrice lo
faceva sentire irrimediabilmente impotente. Però gli piaceva, da morire, e non
era pià capace dio pensare sensatamente o per lo meno, con il senso di un
vampiro. Cadeva in suo potere, non lo dava a vedere ma sapeva che avrebbe fatto
qualsiasi cosa lei avesse detto.
Buffy continuò a tenere chiusi
gli occhi. “la prima volta che l’ho visto mi ah fatto paura, poi ha cominciato a darmi sui nervi, con
tutti i suoi tentativi di farmi fuori, di uccidere i miei amici...senza per
altro riuscirci. Mi ha SEMPRE preso in giro, ha sempre trovato un modo per
scherzare e burlarsi di me anche nei momenti più critici. Anche ora lo fa,
spesso mi deride. Ma quando poi parla....a volte sento che c’è dell’altro...mi sconvolge
con le sue pillole di saggezza e con la sua brutale sincerità...con la sua
dolcezza. Mi sento irrimediabilmente persa e dimentico chi sono, rovescio la
mia vita e divento sua amica.”
'CAUSE I WANT IT NOW
(PERCHÉ LO VOGLIO ORA)
I WANT IT NOW
(LO VOGLIO ORA)
GIVE ME YOUR HEART AND YOUR SOUL
(DAMMI IL TUO CUORE E
AND I'M BREAKING OUT
(E STO ANDANDO FUORI)
I'M BREAKING OUT
(STO ANDANDO FUORI)
LAST CHANCE TO LOSE CONTROL
(ULTIMA POSSIBILITÀ DI PERDERE IL
CONTROLLO)
In quel momento era la cosa che
bramava di più, il suo cuore di cui fare parte, la sua anima per sentirsi
davvero amato. E lo voleva tremendamente, desiderava sentirsi amato da lei,
perché ormai era l’unica cosa che
contava. Stava diventando pazzo per lei, un vampiro buono che smette di
uccidere...certo con l’aiuto del cip ma per
lei...questo e altro. Pazzo! Completamente pazzo...forse trovarsi con del
sangue umano era l’unica possbilità di
ritornare quello di prima...ma al diavolo lui non voleva!
IT'S HOLDING ME, MORPHING ME
(MI TRATTIENE, MI TRASFORMA)
AND FORCING ME TO STRIVE
(E MI OBBLIGA A SFORZARMI)
TO BE ENDLESSLY COLD WITHIN
(ESSERE SENZA FINE FREDDO DENTRO)
AND DREAMING I'M ALIVE
(E SOGNANDO DI ESSERE VIVO)
oh lo faceva di continuo! Con i
suoi sorrisi e le sue parole abbozzate...le promesse di amicizia...lo stava
assoggettando e cambiando in qualcosa di umano, trattenendo il mostro. E certo
che doveva sforzarsi...lo faceva senza problema...solo per lei...per farle
capire quanto poteva amarla e mutare per quell’amore.
Si sentiva freddo da circa un
secolo, vuoto, solo Dru lo scaldava con il suo amore pazzo e
tenebroso...selvaggio...poi lei se n’era
andata e lui era di nuovo ghiacciato...ora con lei sognava, si SENTIVA vivo...
'CAUSE I WANT IT NOW
(PERCHÉ LO VOGLIO ORA)
I WANT IT NOW
(LO VOGLIO ORA)
GIVE ME YOUR HEART AND YOUR SOUL
(DAMMI IL TUO CUORE E
I'M NOT BREAKING DOWN
(NON STO ANDANDO A PEZZI)
I'M BREAKING OUT
(STO ANDANDO FUORI)
LAST CHANCE TO LOSE CONTROL
(ULTIMA POSSIBILITÀ DI PERDERE IL
CONTROLLO)
“Per l’inferno maledetto!
questo è quanto voglio, è quanto mi rimbomba nella testa! Per te cacciatrice!
Maledettamente tutto per quel bel faccino d’angelo! Mi stai trasformando, avevo giurato che dopo Dru nessuno avrebbe
portato significativi cambiamenti in me e ora tu...tu mi stai riportando ad
essere ciò che ero...se non è paradossale questo...”
AND I WANT YOU NOW
(E TI VOGLIO ORA)
I WANT YOU NOW
(TI VOGLIO ORA)
I'LL FEEL MY HEART IMPLODE
(SENTIRÒ IL MIO CUORE IMPLODERE)
BUT I'M BREAKING OUT
(MA STO ANDANDO FUORI)
ESCAPING NOW
(FUGGENDO ORA)
FEELING MY FAITH ERODE
(SENTENDO
ed era vero, la voleva. Mai prima
d’ora aveva sentito questo tremendo bisogno verso una
donna. Verso la cacciatrice...il cuore morto di un vampiro che ipoteticamente
batteva ancora fortissimo, al pensiero di tenerla tra le braccia, di farla sua
subito...stava impazzendo completamente per lei, lì, in macchina, in mezzo al
deserto. Stava fuggendo dalla sua madre tenebra, la sua “fede” per il male veniva
meno.
Buffy si sentì quasi morire, non
poteva credere a se stessa...non poteva e basta! Lei era fidanzata...aveva un
ragazzo che credeva d’amare e ora ogni suo
pensiero, buono o cattivo era rivolto verso quel vampiro bellissimo che le
sedeva accanto e la stava portando via da tutto. Dai suoi doveri di cacciatrice
e da Sunnydale, dove la sua coscienza sembrava essere radicata. Il suo cuore
era un guazzabuglio di emozioni, stava impazzendo per Spike, lo sentiva e non
lo voleva fermare...non ora...magari più tardi...ma sarebbe stato troppo tardi.
La sua purezza, la “fede” per il bene mutava, veloce e irreversibile. Voleva Spike, lui e il su
mondo di tenebra. Bizzarro come una canzone potesse portare a tutto questo.
La musica finì ed entrambi si
guardarono di scatto, con gli occhi torbidi di desiderio. Le loro mani si
incontrarono in una stretta disperata, una parodia delle loro vere intenzioni.
E nessuno fu in grado di trattenerli più, Spike parcheggiò l’auto in una piazzola d’emergenza,
benedicendo al sua fortuna, e tirò a sé la cacciatrice. Con le mani ancora intrecciate
si baciarono disperati, sentendo che nulla contava più. Incuranti del
passeggero che dormiva sul sedile anteriore approfondirono il loro bacio, le
loro mani intrecciate si sciolsero andando ad immergersi le une nei capelli
delle altre. I loro occhi, un mare blu e un prato verde, non smisero di
incontrarsi e di baciarsi anch’essi. Buffy abbracciò
più stretto il vampiro e sorrise inconsciamente mentre lui le accarezzava
teneramente la schiena.
Spike era come in paradiso, la
donna che amava lo stava baciando senza paura, senza nemmeno smettere all’improvviso per guardarlo inorridita. Semplicemente lo guardava con nuovi
occhi, ma in quegli occhi c’era anche la
cacciatrice e non sembrava contrariata. Sì, gli sorrideva quasi...
Quando Buffy ebbe bisogno d’aria si staccò, a malincuore, maledicendosi per la sua scarsa apnea. Si
guardarono ancora. Si sorrisero dolcemente e dimenticarono che c’era un mondo che gravitava intorno a loro.
-Spike questo è stato...-
-Sbagliato lo so.- disse
improvvisamente duro, c’era da aspettarselo
che lo dicesse.
-NO! Ascoltami...è stato bello.
Non so che possa...che possa significare...ancora non lo so ma...ma non mi
pento.-
i fuochi d’artificio esplosero in Spike, per la gioia e l’mozione delle sue parole. Ed era la vera Buffy? Oh sì sicuro, perché c’era insicurezza in lei...ma non smetteva di sperare.
-Ok Buffy...grazie. Sei tutto
quello che voglio in questo momento.-
-Si...ora...ripartiamo...sono
felice che sei con me Spike...-
era la conversazione post primo
bacio più bizzarra che avessero mai fatto...ma non cu bisogno d’altro. Ripartirono, tenendosi qualche volta per mano.
Willow, sul sedile posteriore
fece un piccolo sorriso. “grazie Muse, siete
mitici...lo sapevo che Hysteria era perfetta...”
Arrivarono a Los Angeles che era
ormai il crepuscolo, il colore del sole morente era appiccicato alle facciate
dei grattacieli dell’immensa metropoli e
li faceva sembrare tanti fantasmi privi di calore. Lo smog che li ricopriva
rendeva tutto più squallido.
I due biondi non si erano parlati
molto durante il tragitto, a volte si sorridevano di sfuggita ma nessuno dei
due riusciva ad esprimere una frase coerente. Buffy si sentiva immensamente
bene. Che un miracolo fosse accaduto? I celebri sensi di colpa di Buffy Summers
erano stati finalmente debellati? No. Semplicemente non li avvertiva, stava
bene con se stessa e non si rimproverava di quanto aveva fatto. Lei non aveva
tecnicamente tradito il suo ragazzo, anzi Riley al momento era l’ultimo dei suoi pensieri. Stava cercando di capire cosa l’aveva portata a baciare Spike con tutto quell’entusiasmo...ve bene, scartando il corpo perfetto e la personalità
brillante rimaneva solo un grande punto interrogativo. Aveva capito di non
poter più aspettare, di dover cibarsi di lui ad ogni costo per continuare a
vivere. Non era amore. No, assolutamente, nemmeno tra un milione di apocalissi,
aveva già dato. Però, per quanto impossibile non riusciva a staccargli gli
occhi di dosso, non capiva perché la sua mente continuava a riportarla all’immagine delle loro labbra languidamente allacciate. Di una cosa doveva
dargli atto, baciava immensamente bene. Faceva scivolare lentamente le labbra
sulle sue, facendole aderire senza sforzo. Le muoveva con la delicatezza del
vento, senza trascinarla con il capo in un tentativo di spostare la bocca.
Rendeva le labbra di Buffy malleabili come la creta, vi si fondeva come oro
fuso, giocava con loro come se fossero state di fragrante pastafrolla al
limone. Si sentiva ancora un biscotto crudo, che aspettava di essere bruciato
da lui. Ma oltre all’incommensurabile
tenerezza c’era che la passione,
che rendeva calde le labbra e le faceva ardere come il metallo rovente. Non era
obbligata ad imporsi di rispondere al bacio perché semplicemente non poteva
rifiutare, le veniva naturale e poteva volare oltre le schiere del concreto in
quell’istante. Annegando, immergendosi, facendosi avvolgere
dal denso colore dei suoi occhi.
Lei non amava Spike.
Ne era attratta, inesorabilmente
e inconfutabilmente. Ma non lo amava. Sentiva un profondissimo affetto, nato
chissà da dove; non che se ne rendesse conto solo ora, era tutto cominciato
molto tempo prima, da quando avevano fatto la prima vera alleanza, da quando
lui si era offerto di aiutarla, da quando l’aveva coperta con Joyce. Sua madre aveva fiuto per i ragazzi, con lui si
era subito trovata bene, a parte l’incidente
con l’ascia ma lì era notevolmente sotto pressione. Aveva
compreso subito che poteva essere una persona speciale e un buon amico. Bè ora
era diventato un amante. “no! Che dico...siamo
già passati a questo? Cuore di Buffy, qui è il cervello, rispondi!!” “perché mi spavento? È
buono, è gentile e bacia da Dio...forse è perché ne ho bisogno...” “Riley ti dà amore!” “ma io non parlo d’amore...” “e di cosa parli Buff?” “sant’iddio...di..passione...” “non è uguale?” “no! Le cose non vanno
necessariamente di pari passo! La passione consuma in fretta...non è nulla
senza amore, è solo per una botta e via!” “e non è questo che
vuoi da Spike?” Buffy si accigliò
notevolmente, non solo stava litigando con se stessa ma si faceva venire dubbi
e colpe da sola!
“io non voglio nulla da Spike...” “davvero? E allora
tutti i pensieri di prima?” “non erano rivolti a quello, erano cose puramente
simboliche...sentimenti.” “e se li cerchi in lui non pensi che la storia con Riley difetti di
qualcosa?” –Io penso troppo e basta!- urlò in macchina frustrata. Due paia di occhi
si incatenarono su di lei, uno verde scuro, l’altro blu impossibile. Il primo con un’espressione perplessa e lievemente divertita, l’altro stranamente furbetta, consapevole quasi e tanto, tanto annegata di
desiderio. Questo la spaventò. La eccitò. La rabbuiò. La fece sentire
divinamente. Ma lei non amava Spike.
Sorrise nervosamente
tormentandosi una ciocca di capelli che lasciò a dondolare davanti agli occhi.
-È tutto ok passerotto?- aveva
una voce calda, sensuale, bellissima. Ma ormai ogni cosa di Spike si associava
automaticamente alla parola Bellissimo. “ e questo non va molto bene...”
-Sì uh…io…non lo so. Cioè sto
bene ma…stavo parlando tra me
e me…- farfugliò cercando di capire come mai fosse così
poco padrona delle proprie funzioni vocali.
Lui scrollò le spalle e la fissò
a lungo, mentre svoltava dentro l’intricato
labirinto delle vie della città degli angeli.
Willow non aveva mai dormito,
nemmeno nel fatidico momento del contatto, ora se la rideva beatamente intuendo
i pensieri che dovevano affollare la mente dell’amica. D’altra parte era
decisa a fare la gnorri, non sapeva come l’avrebbe presa la ragazza. La magia però non centrava affatto questa
volta, aveva solo ricreato l’atmosfera adatta. Era
del parere che si dovesse dare un calcio al culo del destino qualche volta e
quella era una delle fatidiche volte, d’altronde non aveva fatto altro che accelerare la venuta di qualcosa che
sarebbe accaduta comunque, prima o poi.
-Buffy? Spike? Siamo già arrivati….?- chiese innocentemente.
Lui lanciò un’occhiata divertita nello specchietto.
-Ben tornata tra i vivi rossa, anche
se non parlo per me.- una risposta normale non era in grado di darla. Ma si
sentiva maledettamente euforico, perché circoscrivere questa sua sensazione a
sé stesso?
-Willow! Finalmente! Secondo
Spike dovremo trovare il posto tra un paio di isolati…- rispose Buffy, felice finalmente che la sua migliore amica fosse
sveglia, trovava indecente che una persona potesse dormire così a lungo. Ciò
che più la inquietava era la reazione che avrebbe avuto, non appena appresa la
notizia. Certo lei sembrava adorare Spike, ma infondo…era sempre stata una fervente sostenitrice dell’accoppiata: cacciatrice-ragazzo normale. Se solo fosse stato al suo
posto Xander..non sapeva come sarebbe finita. Di sicuro con una bella rissa tra
i due e poi con la serie completa delle occhiate da
amico-ferito-e-deluso-dalla-cacciatrice. Sempre che fosse stato ancora vivo.
Che cosa le faceva pensare poi che Spike avrebbe lottato per lei…lottare CONTRO di lei aveva un senso ma l’altra semplice preposizione non sembrava andare bene in quella frase.
Spike era come Snoopy, un’anima arrogante ed
estremamente cinica interessata solo al benessere personale, egocentrico e
privo di sensibilità se non verso la pappa, in quel caso il sangue. E Willow
poteva fare Woodstock, ma lei, avrebbe mai fatto la parte della bracchetta? O
sarebbe rimasta un semplice e sfigato Charlie Brown?
Però però… quel bacio, quella stretta…che
dicevano? Non promettevano, non lasciavano deluse, che cazzo gli era venuto in
mente!? Oh non si sarebbe fatta umiliare, usare come una semplice Harmony,
troppo oca per servire a qualcosa, troppo dolce per capire che era finita. No!
Lei, Buffy Summers avrebbe combattuto e portato avanti quella campagna nata con
il famoso apostrofo rosa, avrebbe lottato e infine vinto, tutto per dimostrare
che non era una semplice ragazzina di provincia ma una donna, con tutte le armi
di seduzione possibili incorporate nel corpicino minuto. Avrebbe avuto Spike,
avrebbe dimostrato a tutti che non si poteva usare Buffy Summers.
-Siamo arrivate dolcezze. Ora,
lasciate che vi spieghi alcune cosette. Nel locale c’è la tregua tra umani e demoni, gli uni convivono serenamente con gli
altri d’accordo? È la
politica di tolleranza più riuscita e non voglio che il mio amico perda clienti
per colpa mia.-
alla cacciatrice riusciva
difficile immaginare una convivenza pacifica, ma se funzionava non sarebbe
stata certo lei a guastarla. Tanto più che le informazioni gli servivano per
portare avanti la loro ricerca.
Spike parcheggiò l’auto proprio davanti all’entrata, il locale si
chiamava Caritas ed era molto elegante, almeno così pareva da fuori.
Scesero, il vampiro si scompigliò
giocosamente i capelli e sistemò lo spolverino, per apparire al meglio di sé.
Non poté fare a meno di osservarlo compiaciuta, non solo faceva una bella
figura con un accompagnatore così, ma era mortalmente delizioso e l’espressione “mangiarselo con gli
occhi” andava a pennello. Lui la notò prima che potesse
togliere lo sguardo adorante.
-Ti piace quello che vedi
passerotto?- domandò con voce roca, così bassa e profonda da farle andare in
corto circuito i neuroni e farle perdere l’uso delle gambe.
Sorrise in modo lievemente ebete
ed arrossì. Spike pensò che fosse il rosso più bello che avesse mai visto,
avrebbe voluto avere una serie di camice di quel colore solo per ricordarla in
ogni istante.
Si sistemò la gonna nera che le
arrivava a metà coscia e la camicia bianca. Si sentiva troppo semplice per quel
posto. Lei e Willow si guardarono, la rossa indossava una delle sue lunghissime
gonne patchwork, dai colori più vari e una maglia a maniche lunghe viola scuro,
abbastanza scollata.
-Non vi preoccupate dolcezze,
siete perfette e ora seguitemi.- Buffy in seguito si chiese il motivo del suo
gesto, non trovò mai una spiegazione plausibile. Si avvicinò al vampiro in modo
del tutto tranquillo e gli mise una mano alla vita, sotto lo spolverino,
abbracciandolo possessivamente ed infilando una mano nella tasca sinistra dei
jeans.
Lui stesso fu il più sorpreso di
tutti e tre. Mai, nemmeno se gliel’avessero
predetto i Poteri Che Sono in persona, ci avrebbe creduto. Ciò che si era
aspettato era indifferenza, titubanza e molta stizza. Ma mai quello.
Willow sgranò gli occhi e sorrise
di nascosto, soddisfatta. Poi con aria scioccata ma complice si avvicinò a
Buffy e le sussurrò:-Dopo mi spieghi.- lei annuì piano con l’aria più tranquilla del mondo, rilassandosi contro il braccio di Spike
che l’aveva raggiunta alla vita.
Entrarono nel grande salone che
pareva un incrocio tra un Night Club, un bar e un cabaret. In fatto d’arredo era un luogo piacevole. Pareti scure, sul viola e prive di troppi
ornamenti, luci soffuse e ombreggianti da pub. C’era un grande salone con tanti piccoli tavoli eleganti e moderni, su cui
stava una bella lampada diversa per ognuno. C’era poi una sorta di palco con un microfono, una sedia e un televisore
al plasma con schermo piatto, piuttosto piccolo e manovrabile, delle casse da
cui si diffondeva la melodia. Il locale bar era dipinto in rosso scuro, la
parete dietro il bancone era ricca di scaffali di vetro su cui riposavano pigre
bottiglie di sgargianti colori e molti bicchieri, shaker e ornamenti per i
cocktail.
Sul palco si esibiva un demone
Knarl, cantava con voce ricca di sentimento una vecchia canzone di Woody
Guthrie.
Dietro il bancone del bar,
apparentemente schiavo di quell’esibizione, stava il
più bizzarro demone che Buffy avesse mai visto. Vestiva in modo eccentrico, una
giacca viola acceso in coordinato con i pantaloni e una camicia rosa confetto.
Il tutto contrastava enormemente con il colore della sua pelle, verde acido e
sprizzante di vivacità, e delle due piccole e arcuate corna che gli spuntavano
dalle tempie, rosso carminio.
I capelli erano ritti in testa,
del colore indefinito e comunque scuro. E un paio di occhi marrone nocciola così
vividi da fare impressione. Dopotutto non aveva l’aria minacciosa, anzi era la forma di demone più lontana dall’aggettivo pericoloso mai vista.
Spike sorrise radioso, con quell’aria da bello, impossibile e dannato che la faceva svenire.
Si staccò da lei con suo grande
disappunto ed andò incontro al vistoso demone.
-Spike amico!- scoppiò con voce
melodiosa l’essere e lo abbracciò
affettuosamente, dandogli cameratesche pacche sulla schiena.
-Per l’inferno maledetto Lorne! Sono secoli che non ci vediamo!- rispose il
ragazzo.
-Che ci fai qui, diavolo di un
vampiro!?-
-Sono in missione amico, faccio
il segugio!-
-Che intendi?-
-Te lo spiegherò solo davanti ad
una pinta vermiglia, ora permettimi di presentarti le mie due accompagnatrici.-
fece un cenno alle due ragazze
che si avvicinarono un po’ incerte. Buffy tornò
alla sua posizione, cosa che incuriosì piacevolmente il bel magnate del
karaoke.
-Ommioddio! Che stile meraviglioso!
Ragazza mia sei una scoperta!- tuonò ammirato, andando ad esaminare la gonna e
la maglia di Willow che, imbarazzata, sorrise in un tentativo di ricambiare il
complimento.
-Gra-grazie Mr. Lorne.- balbettò
ritrovando la sua naturale timidezza.
-Lorne mia cara! Chiamami solo
Lorne, sei più che benvenuta in questo locale, soprattutto se sei con Spike.
Amico non sapevo frequentassi persone così belle.- e a Buffy venne il sospetto
che non si riferisse solo all’aspetto esteriore,
sentiva che quel demone poteva leggerle dentro in qualche modo.
-Loro sono Willow la strega e
Buffy,
-Shh! Amico, ti prego non voglio
che i miei clienti fuggano!- spiegò in un sussurro Lorne, mentre si sturava un
orecchio dopo la spiacevole esecuzione.
-Non si preoccupi, Spike mi ha
spiegato la politica che vige qui, non sono venuta per creare scompiglio, per
quel che mi riguarda se questi demoni non danno in escandescenze sono
liberissimi di stare qui.- rispose tranquillizzante la cacciatrice.
Le piaceva Lorne, parlava in modo
schietto e gentile, con voce carezzevole e con una punta di ironia sempre
presente.
-Grazie piccola, sono lieto di
fare la vostra conoscenza bambine. Infondo anche voi siete una parte del mondo
demoniaco.- lo disse con noncuranza, ma la cosa turbò entrambe le ragazze.
Willow non si era mai considerata in quel modo, per lei la magia era una
materia affascinante come la geometria e la districava, la usava analizzando le
sue formule con si analizzano i dati di un problema. L’aspetto puramente magico, astratto non l’aveva mai considerato.
Quanto alla bionda, essere
definita un demone, lei che li uccideva e combatteva, era sembrato decisamente
paradossale. Non negava di avere dei poteri sovrumani ma cielo, anche Dio li
aveva! “sei blasfema Buffy,
blasfema e insicura.”
Spike notò il disagio e lanciò un’occhiata contrariata al demone.
-Bene, che ne dite di discutere
del perché siete qui? Non credo che l’alleanza
tra un vampiro e due paladine del bene sia puramente casuale, così come la
vostra presenza qui.- esclamò Lorne con un gioviale sorriso. Spike lo guardò in
modo significativo.
-Oh sicuro, uno zero positivo va bene?-
-Perfetto amico, voi bellezze che
prendete?-
Buffy fece una faccia disgustata
e contrariata per la bevanda del suo accompagnatore, sperando ardentemente che
non venisse da una sorgente umana. “poi
gli farò lavare i denti, se no come lo bacio?!” “ecco sono questo tipo
di pensieri Buffy che ti portano a fare le tue proverbiali cazzate.” “santo paletto, voglio
solo divertirmi in questo viaggio, divertirmi e godermela!”
-Io prendo un Bacardi, senza
niente dentro.- disse Willow, arrossendo lievemente.
-Per me…una cola, non sono in vena d’alcool.-
un cameriere demone, dalla dubbia identità demoniaca, apparve dal nulla con le
ordinazioni. Si sedettero ad un tavolo abbastanza vicino al palco ma lontano da
orecchie indiscrete.
-Dunque?- chiese Lorne, sorseggiando
una soda.
Il vampiro guardò la cacciatrice
o più precisamente la divorò, scendendo dalla folta chioma dorata ai piedi
snelli ed aggraziati. Come poteva essere così bella, come poteva lui, averla
baciata poco prima?
-Bé è semplice, stiamo cercando
una persona.- disse lei, sorseggiando la sua bibita.
Spike bevve con gusto il suo
sangue, rosso accesso e lievemente caldo, proprio come piaceva a lui. Gli
ricordava molto quello delle vittime appena uccise, con il nettare carminio che
ancora tiepido usciva invitante dalle vene lacerate. Gli mancava quella vita,
ne sentiva ancora il profumo selvaggio. L’inebriante olezzo della vita che scorre via. “ma lei non lo vorrebbe, non mi tollererebbe mai…”
-Un uomo?- domandò il demone,
molto interessato.
-Sì, più precisamente il suo
ragazzo. La mia rossa preferita è molto in pena…- asserì il vampiro. Willow arrossì e gli sorrise, ricevendo un’occhiata carica di brutti significati dalla cacciatrice.
-Si chiama Da-Daniel Osbourn…per gli amici è Oz.- disse timida, sentendo un vuoto profondo al cuore,
le mancava ogni momento di più e nonostante la presenza dei due amici
alleviasse un po’ il senso di
lacerazione, continuava a rivolerlo indietro.
-E perché siete venuti qui?-
-Bè Lorne, il ragazzo è un
licantropo.-
-È-è partito per imparare a
co-controllare le trasformazioni…-
-A parte il fatto che avrebbe
potuto venire qui per un drink, e comunque non l’avrei notato più di quanto non faccia con clienti normali, non capisco
cosa centri io!-
-Ci sto arrivando amico, è un
musicista e pensavamo che magari…-
-Non ci sono più esibizioni dal
vivo da tre mesi.-
-Per l’inferno maledetto Lorne! Smettila d’obbiettare! Non ti stiamo facendo il terzo grado!-
Buffy lo guardò contrariata,
avrebbe dovuto dimostrarsi un po’
più gentile con la persona da cui dipendeva tutto l’intero viaggio!
-Quello che vogliamo sapere è se
lei può aiutarci a rintracciarlo, Spike mi ha detto che lei possiede vari
contatti…magari Oz si è
esibito in qualche locale di sua conoscenza…le chiediamo di fare una specie di…passaparola?-
-Sì! Un tam-tam tra demoni,
avrete i vostri sistemi vero?- chiese Willow speranzosa.
Furono forse i suoi occhi
brillanti di fede, la sua aria sofferente o semplicemente la gonna multicolore,
ma Lorne si commosse. Non poteva vedere quella giovincella soffrire, forse
poteva aiutarla.
-Per curiosità…una volta trovata l’informazione…che avreste intenzione di fare?- chiese, più rivolto a Spike che alle
altre due, la cacciatrice avrebbe potuto anche menar bene le mani, ma la mente
dell’operazione, non che agente principale, sembrava
essere il bel vampiro biondo.
-Bè è per questo che sono con
loro, userò il mio naso. Devo solo trovare una traccia evidente e poi potrò
trovarlo.- rispose con tranquilla scioltezza Spike, finendo il suo bloody-drink
e leccandosi le labbra in un gesto che accese irrimediabilmente Buffy.
-Capisco…bè figlioli, posso aiutarvi ma mi occorre un po’ di tempo…insisto per offrirvi
le camere per riposarvi e rinfrescarvi. Vi fermerete qui stanotte, siete mie
ospiti. Purtroppo mi è rimasta solo una matrimoniale…ma Spike, tu potrai sfoderare il tuo celebre spirito cavalleresco e
cedere il letto alle signorine…- sorrise sornione.
Il vampiro aveva decisamente un’altra idea, molto più sfiziosa e soddisfacente e al diavolo lo spirito
cavalleresco! Ma gli sarebbe dispiaciuto relegare la rossa sul sofà, senza
contare che forse forse Buffy non sarebbe stata tanto dell’idea di dividere il giaciglio con lui.
-No la prego, troveremo un’altra sistemazione non vogliamo occuparle una camera per nulla…- disse la cacciatrice.
-Ma figurati bambina, andate,
rinfrescatevi e scendete, dopo una bella cena vedremo cosa fare e non voglio
sentire scuse!- detto questo si era già alzato e le spingeva verso un ascensore
caleidoscopico.
-Per i bagagli non preoccupatevi,
ve li faccio portare su immediatamente!-
Spike era decisamente contrariato
per essere stato separato così violentemente dalla sua dolce ammazzavampiri,
senza possibilità di replica, ma decise di fare buon viso a cattivo gioco. La
lontananza avrebbe acceso di più il desiderio e non era sicuro di parlare solo
per sé.
-Io vi aspetto qui passerotti,
fate con comodo.- loro annuirono e sparirono inghiottite dalle sgargianti porte
dell’abitacolo.
La camera assegnata loro era molto
bella e immensamente strana. Pesanti drappi neri coprivano le finestre,
evidentemente era spesso affittata da vampiri. C’era una spessa moquette viola scuro, morbidissima. I mobili erano
moderni, lievemente futuristici e dai colori scuri. Un grande letto a
baldacchino era l’unica cosa che
stonava con l’ambiente. Tessuti di
velluto blu scendevano dalle colonnine d’ebano che reggevano il soppalco, una volta liberati dai lacci che li
legavano avrebbero facilmente coperto alla vista l’intero letto.
Le lenzuola erano di seta lucida
blu, stranissime e senza ricami.
Due poltrone e un divano
completavano l’arredamento, insieme
ad un armadio nero sulla parete destra.
Il bagno aveva piastrelle blu,
dello stesso colore delle lenzuola del letto. Una vasca idromassaggio occupava
quasi tutta la parete più lunga, una doccia era annidata nello spazio restante.
I sanitari erano anch’essi blu ma più
chiari, decisamente bizzarri così come gli asciugamani e gli accappatoi, del
medesimo colore. Sulla parete parallela alla vasca c’era un enorme specchio che la ricopriva per tre quarti e dava un effetto
di realtà parallela sconcertante.
-Dio Willow, che razza di posto è
questo?- chiese un’esterrefatta Buffy,
mentre passava le mani sulle lenzuola lisce.
-Di sicuro uno a cinque stelle…guarda c’è il bagno schiuma di
Christian D’jor!- sollevò una
boccettina di generose proporzioni, annidata in bella mostra in un armadietto
di vetro appeso alla parete sopra la vasca. Ce n’erano molte altre, dai colori sgargianti e invitanti, tutte provviste di
nomi famosi e costosi.
-Ho sempre sognato un posto così
dove fare le vacanze, un piccolo paradiso artificiale dove sentirmi coccolata…ed è anche gratis…appunto mentale,
baciare Spike.-
la rossa la guardò sorniona,
certa che non servisse un promemoria per farlo.
-Allora…che mi dici di quella stretta di poco fa? Non sembrava molto da nemici
giurati…- si era seduta sul
letto a gambe incrociate, con un pacchetto di caramelline offerte dalla
direzione e attendeva il racconto.
-Willow…cosa c’è da sapere…- disse vergognosa la cacciatrice, sedendosi accanto all’amica.
-Ogni cosa e ricordati Buffy,
sono la tua migliore amica e SO se stai omettendo particolari!- rispose la
ragazza, dondolandosi eccitata sul copriletto morbido e riempiendosi la bocca di
caramelle alla menta. Ne porse un po’
anche alla cacciatrice che le prese, le guardò e le portò lentamente una ad una
alla bocca. Con esasperante cura le mangiucchiò, succhiandole lievemente e con
meticolosità, assorbendone il sapore fresco.
Quando ebbe finito sollevò la
testa verso Willow e la guardò.
-Oh…e va bene Will, ma se lo dirai a qualcuno, specialmente a lui, sarò
costretto ad ucciderti.- risero insieme e si sistemarono più comode sul grande
letto, mentre la bionda iniziava a raccontare con ricchezza di particolari.
-Adesso mi dirai tutto, è il
minimo che tu possa fare!-
-Perché ti interessa tanto? Non
mi sei mai sembrato un tipo curioso.-
-Oh andiamo Spike! Non sarò
curioso ma sono romantico! E in questa storia c’è una dose di romanticismo che spaventa.-
-Io non vorrei mancare di
rispetto parlando di fatti altrui, se vorrà lo farà lei.-
-Spike per favore, non mi
sembrava tanto pudica la ragazza…non
da come si comportava con te!-
-Ma di cosa stiamo parlando?-
Lorne rise sonoramente e si portò
il tovagliolo alla bocca, lavando le tracce della sua bibita analcolica.
-Io mi riferivo alla cacciatrice…come hai detto che si chiama?-
-Buffy. Elisabeth Anne Summers.
Non è un nome dannatamente meraviglioso?- chiese con aria sognante il vampiro.
-Accidenti, bruciatura in arrivo!
Sei rimasto proprio scontato eh!- esclamò il demone, osservando l’amico completamente fuori di sé dalla gioia.
-Sono innamorato Lorne…oppure no. Non lo so, so solo che non riesco a starle lontano per più di
mezz’ora.- dichiarò pensoso. Prese un altro bicchiere di
sangue e lo sorseggiò con pazienza, gustandolo fino in fondo, facendolo entrare
in ogni recesso della sua bocca. Ne apprezzò l’aroma orientale, il frizzante retrogusto metallico e la densità carezzevole.
Una volta inghiottito lo lasciò percorrere l’esofago, entrare nello stomaco ed essere digerito.
-Lei mi è sembrata contenta,
irradiava felicità. Era una figura raggiante quella che è entrata nel locale e
da quello che mi raccontavi…bè la tua vicinanza
le ha giovato.-
precisò Lorne, guardando con
profonda attenzione il suo ospite. Erano anni che non rivedeva Spike. L’ultima era stata dieci anni prima, quando era arrivato di straforo con
Drusilla e si erano fermati giusto il tempo di una dozzina di vittime. Si
ricordava di averlo trovato stanco, come invecchiato pesantemente di colpo. C’era strana apprensione nei suoi occhi di zaffiro, una parte per la sua
compagna e una parte…per quel senso di
prigionia che lo opprimeva, dovendo restare legato a lei e alla sua malattia.
Ora Spike era gioioso, come un bambino. Mortalmente bello e sempre stanco, ma
con quel qualcosa in più. Una sorta di scintilla birichina, di cupa gioia nello
sguardo. La stessa voglia di “vivere”, di creare scompiglio e di fare un po’ di chiasso che aveva a New York.
Gli era sbattuto contro all’entrata della metropolitana, era giovane, bello, pieno di pearcing e con
capelli più abbaglianti che mai. Un trucco ombroso e pesante sotto gli occhi,
che accentuava in maniera impressionante il loro colore; l’aria spensierata da duro, padrone di tutta la città, spietato assassino
che amava divertirsi. E lo spolverino. Il sacro, morbido, oscuro spolverino.
Appena comprato, solo che il prezzo era la vita di una cacciatrice.
Non gli aveva fatto paura, nella
sua esclamazione in puro slang lo aveva solo incuriosito. In poco tempo si
erano tollerati, Lorne era il saggio amico e Spike il ribelle compagno.
Poi si erano persi di vista, con
la promessa di incontrarsi ancora. Era accaduto raramente ma ogni ritrovo era
stato intenso, ricco di emozioni.
E quella volta non era da meno.
Spike era euforico, aveva un cip che lo rendeva l’ombra di se stesso, era diventato il segugio della cacciatrice che
ritrovava fuggiaschi d’amore, si riduceva a
bere sangue di vacca, viveva al sole come un normale umano insignificante. Ma
era euforico e questo bastava.
-Colpo di fulmine? So che eri
andato per ucciderla…- chiese interessato
oltre ogni limite il demone. Lui lo guardò intensamente, mentre scorci colorati
del passato, un film intenso, gli passava nelle iridi adamantine. Ricordava
ogni frase, ogni mossa, ogni lotta. Il profumo dei suoi capelli mentre lo
sbatteva contro il muro della chiesa sconsacrata, la forma di corrugata
determinazione del viso mentre minacciava Dru, la smorfia di impazienza e
intolleranza durante la loro prima alleanza, la leggerezza e sensualità dei
suoi fianchi mentre si muoveva a ritmo di musica. No decisamente non era stato
amore a prima vista, ma qualcosa di più profondo dell’amore. Odio, attrazione disinibita e passione, il coraggio di lottare l’uno contro l’altra a mani nude nel
loro primo scontro. La delicata e violenta linea di connessione che li univa
sempre, l’uno sapeva che non
poteva fare a meno dell’altra per troppo. La
sottile consapevolezza che presto o tardi avrebbero ballato ancora e si
sarebbero stretti nel loro abbraccio di forza.
-No. Fu più uno scontro. Sapevamo
che non saremmo mai stati due normali cittadini, indifferenti l’uno all’altra. C’è voluto tempo Lorne, tempo, pazienza e botte.-
sorseggiò di nuovo il suo
bloody-drink.
-Ma ora è amore?- domandò
incuriosito dalla forza di quel vampiro, dalla sua caparbia voglia di vivere.
Dalle emozioni che lo stavano divorando.
-Non lo so Lorne. Ha importanza?-
ora era di nuovo stanco, non sapeva, non capiva che gli succedeva, faticava a
trovare una soluzione.
-Sì. Potrebbe essere solo una
cottarella che si consumerà nel corso dell’estate, oppure qualcosa di più profondo e disperato come potrebbe essere
l’amore. Ma lascia che ti ricordi quello che ti dissi
la prima volta che ti ascoltai, non sei destinato a una vita facile e a
relazioni pacifiche, tu sei consumato dalla tua stessa voglia di amare.-
in un gesto di stizza appoggiò il
bicchiere insanguinato sul tavolo, rovesciando il contenuto un po’ ovunque.
-Che cosa vorresti…ascoltarmi ancora?- domandò titubante.
-Magari…potrei aiutarti Spike. Non sei obbligato a conoscere il responso ma…meglio un rimorso che un rimpianto no?- era esitante, non sapeva nemmeno
lui perché aveva quella voglia insana di sentirlo di nuovo, però lo voleva e
quando sentiva questo…bè ragazzi, voleva
dire che ne valeva la pena.
-Solo ti prego…non cose stridule da effeminato.- rispose con un sorrisino il vampiro.
-Non ti preoccupare, ho quello
che fa per te.-
Willow era esterrefatta. Non
credeva l’amica così carica di
emozioni e buoni sentimenti per Spike. Ma aveva anche un po’ paura per lui, sembrava che l’amica
lo ritenesse un traguardo da raggiungere, una meta. Non era innamorata. Non
ancora.
Perciò quella sera decise di non
scendere, con la scusa di stare poco bene e di avere un po’ di nostalgia di Oz rimase in camera. In effetti le mancava, pensava
spesso a lui, dentro di sé. Celava quei ricordi, quei piccoli scorci di
felicità e speranza, nel suo cuore. Lo amava da impazzire. Per lei era
semplice, lui era un ragazzo e lei una ragazza e loro una coppia. La semplice
secchiona e il musicista, due dolci anime che si erano incontrate e congiunte.
Buffy era nervosa. Una serata,
sola con Spike…che cos’era? Una appuntamento? No. Erano lì per parlare, per indagare. Però però…la sua spavalderia si era di colpo ridimensionata o quasi sparita.
“o la va o la spacca, hai affrontato apocalissi, sarai
capace di gestire una serata no? Non sei nemmeno da sola…e poi hai sempre Mr. Punta.”
Ma scoprì che Mr. Punta non
trovava posto nell’abito che si era
portata e poi forse non era una gran idea rimanere armati dove vigeva la pace.
“parla piano e vai in giro armata…”
si era vestita elegantemente. “troppo, non devi fare colpo e poi guarda lui com’è conciato! Sembra un punk fuggito dagli anni ’70!” portava una gonna
lunghissima nera, abbinata ad un corpetto di seta color crema che si annodava
dietro il collo e le lasciava scoperta la schiena, su cui correvano i capelli
biondissimi, sciolti.
Un filo di trucco leggero e una
borsetta nera. “e meno male che non
dovevo farmi bella!”
Non appena arrivò in sala notò un
radicale cambiamento, la musica era rock e piacevole, invitava a ballare. E sul
palco non c’era un demone, non un
demone con squame.
C’era Spike e cantava, seguiva con scrupolosa attenzione le parole e lei
si ritrovò gelosa di quelle sillabe. “e
qui raggiungo i primati di patetismo.”
Sedeva tranquillo e sexy, anche se
dalle mani si notava un certo nervosismo. Erano strette convulsamente al
microfono. Era bellissimo “ormai è inevitabile…”, i faretti colorati accendevano i capelli, accentuavano la sensualità
degli zigomi e magnetizzavano il suo sguardo. Ma per quanto potesse essere
attraente, nulla monopolizzava l’attenzione
di Buffy come la sua voce.
Calda, roca, bassa e melodiosa.
Un accento naturalmente eccitante, una carezzevole lingua che guizzava in una
bocca invitante. Non c’era voce più
incredibilmente straordinaria di quella.
Ciò che potè fare fu ascoltare
attentamente, senza perdersi una sillaba di ciò che usciva da lui.
IN THE CAR I JUST CAN'T WAIT,
[NELLA MACCHINA IN CUI SONO
IMPAZIENTE DI ASPETTARE]
TO PICK YOU UP ON OUR VERY FIRST
DATE
[PER PORTARTI AL NOSTRO PRIMO
VERO APPUNTAMENTO]
IS IT COOL IF I HOLD YOUR HAND?
[E' GIUSTO CHE TI PRENDA PER
MANO?]
IS IT WRONG IF I THINK IT'S LAME
TO DANCE?
[E' SBAGLIATO SE PENSO CHE È DA
SCIOCCHI BALLARE?]
Era una sorta di primo appuntamento?
Lei era così bella e rifulgente. Non vedeva l’ora che scendesse per poterla contemplare ancora e farla magari ballare.
Non sapeva come comportarsi con lei, non ci riusciva, non veniva più naturale.
Perché non stava flirtando ma era una cosa vera. No non era stupido ballare,
così avrebbe potuto stringerla a sé e magari capire…
DO YOU LIKE MY STUPID HAIR?
[TI PIACCIONO I MIEI STUPIDI
CAPELLI?]
WOULD YOU GUESS THAT I DIDN'T
KNOW WHAT TO WEAR?
[CI CREDERESTI SE TI DICO CHE NON
SAPEVO COSA METTERMI]
I'M TOO SCARED OF WHAT YOU THINK
[SONO SPAVENTATO DAL TUO GIUDIZIO
SU DI ME]
YOU MAKE ME NERVOUS SO I REALLY
CAN'T EAT
[MI AGITI COSÌ NON RIESCO A
MANGIARE]
Si era pettinato una marea di
volte quella mattina, insicuro se portarli più ribelli, oppure imbrigliarli nel
gel…e nell’ultima
mezz’ora la cosa si era ripetuta. E poi si era chiesto se
lei apprezzasse i suoi vestiti, perché in effetti gli importava del suo
pensiero, strano ma vero. Gli si chiudeva la bocca dello stomaco solo a vederla
lì davati a lui, così bella ed estasiata. Ma chi era quella donna?
LET'S GO, DON'T WAIT, THIS
NIGHT'S ALMOST OVER
[ANDIAMO, NON ASPETTARE QUESTA
NOTTE STA PER FINIRE VERAMENTE]
HONEST, LET'S MAKE THIS NIGHT
LAST FOREVER
[RENDIAMO QUESTA ULTIMA NOTTE PER
SEMPRE.]
FOREVER AND EVER, LET'S MAKE THIS
LAST FOREVER
[SEMPRE E PER SEMPRE RENDIAMO
QUESTA NOTTE PER SEMPRE]
FOREVER AND EVER, LET'S MAKE THIS
LAST FOREVER
[SEMPRE E PER SEMPRE RENDIAMO
QUESTA NOTTE PER SEMPRE]
“io non sarei così tragico però ho una maledetta
voglia di tenerti amore, toccarti, baciarti senza mai smettere e non lasciarti
più. Come se potessi perderti, come se questa fosse solo una chimera, un sogno
che presto fuggirà dalle mie dita, perché sembra impossibile averti qui con me
passerotto!”
WHEN YOU SMILE, I MELT INSIDE
[QUANDO RIDI MI SCIOLGO DENTRO]
I'M NOT WORTHY FOR A MINUTE OF
YOUR TIME
[NON SONO DEGNO DI OGNI MINUTO
DEL TUO TEMPO]
I REALLY WISH IT WAS ONLY ME AND
YOU
[SPERO VERAMENTE CHE SIAMO SOLO
IO E TE]
I'M JEALOUS OF EVERYBODY IN THE
ROOM
[SONO GELOSO DI QUALSIASI ALTRO
NELLA STANZA]
stava capitolando, fortuna che c’era lo schermo che gli ricordava di cantare. Perché la sua espressione
impressionata e compiaciuta lo mandava in cortocircuito. Quel sorriso
meravigliato ed orgoglioso che gli stava dedicando…lo scioglieva come neve al sole. E non si sentiva affatto degno di
quello, ogni secondo passato con lei gli sembrava maledettamente giusto e
dannatamente sbagliato. E poi non voleva che in quei momenti qualcuna la
guardasse, era solo sua! “hey tu brutto demone
Morgon! Che fai?! Lo vedo che le guardi il fondoschiena! Smettila è mio!”
PLEASE DON'T LOOK AT ME WITH
THOSE EYES
[PER FAVORE NON GUARDARMI CON
QUEGLI OCCHI]
PLEASE DON'T HINT THAT YOU'RE
CAPABLE OF LIES
[PER FAVORE NON FARMI CREDERE CHE
SEI CAPACE DI DIRE BUGIE]
I DREAD THE THOUGHT OF OUR VERY
FIRST KISS
[TEMO IL PENSIERO DEL NOSTRO
PRIMO BACIO]
A TARGET THAT I'M PROBABLY GONNA
MISS
[UN BERSAGLIO CHE IMPROBABILMENTE
MANCHERÒ]
“Per l’inferno maledetto!
Passerotto che ti succede, che MI succede!? Perché mi sto sentendo morire e
rinascere dentro!? Quel tuo sguardo…che
cosa c’è amore? Lussuria? Affetto, desiderio…cosa!? Ti prego non mentirmi passerotto, non usarmi, non trattarmi come
una scappatella…non lo sopporto.
Voglio solo maledettamente amarti…voglio
darti il primo bacio di vero ed imperituro amore!”
LET'S GO,DON'T WAIT, THIS NIGHT'S
ALMOST OVER
[ANDIAMO, NON ASPETTARE QUESTA
NOTTE STA PER FINIRE VERAMENTE]
HONEST, LET'S MAKE THIS NIGHT
LAST FOREVER
[RENDIAMO QUESTA ULTIMA NOTTE PER
SEMPRE.]
FOREVER AND EVER, LET'S MAKE THIS
LAST FOREVER
[SEMPRE E PER SEMPRE RENDIAMO
QUESTA NOTTE PER SEMPRE]
FOREVER AND EVER, LET'S MAKE THIS
LAST FOREVER
[SEMPRE E PER SEMPRE RENDIAMO
QUESTA NOTTE PER SEMPRE]
“Spike che mi stai facendo…perché devo sentire questo per te…cosa voglio io…cosa!?! Ma non
sprechiamo questo tempo a pensare…non
sprechiamo le nostre ore di vicinanza a capire, agiamo e basta e poi si vedrà…meglio vivere di rimorsi che di rimpianti…”
LET'S GO,DON'T WAIT, THIS NIGHT'S
ALMOST OVER
[ANDIAMO, NON ASPETTARE QUESTA
NOTTE STA PER FINIRE VERAMENTE]
HONEST, LET'S MAKE THIS NIGHT
LAST FOREVER
[RENDIAMO QUESTA ULTIMA NOTTE PER
SEMPRE.]
FOREVER AND EVER, LET'S MAKE THIS
LAST FOREVER
[SEMPRE E PER SEMPRE RENDIAMO
QUESTA NOTTE PER SEMPRE]
FOREVER AND EVER, LET'S MAKE THIS
LAST FOREVER
[SEMPRE E PER SEMPRE RENDIAMO
QUESTA NOTTE PER SEMPRE]
“Non ci riesco Buffy, non posso aspettare che tu sia
pronta e sappia ciò che vuoi e nemmeno io. Io non so dirti che cosa sento…ma so che c’è qualcosa…come ci si sente ad essere innamorati del proprio nemico…ora lo so…Dio Buffy, perché mi
sento così maledettamente impaziente…non
dobbiamo aspettare…questa canzone ce lo
dice. Dobbiamo solo sentire.”
Non appena smise di cantare si
precipitò giù dal palco, urtò violentemente contro due tavoli spargendo bava di
demone e ordinazioni varie ovunque, e poi fu da lei. In un attimo…come nei film d’amore con musica di
sottofondo e trombe di gloria. Avvolse le braccia intorno alla vita della
ragazza e l’attirò a sé velocemente.
Lei d’impulso si attaccò al suo collo ed aspettò. La baciò.
Ne divorò la bocca senza pudore alcuno, sotto i fischi di parecchi demoni e
sguardi d’approvazione. Fu un
bacio infuocato, non c’era nulla di
trattenuto. Il loro sangue gridava per loro e premeva, pulsava, incendiava le
loro bocche. Li univa, li rendeva consapevoli di non poter più aspettare. La
lingua di Spike incontrò quella di Buffy, ed intorno, dentro loro tutto
esplose. Che cosa si stavano facendo?
Quando Spike si staccò potè notare
che lei aveva gli occhi lucidi e le tremavano le mani, ancora intrecciate
dietro il suo collo. Gliele prese gentilmente e le portò alla bocca, baciandone
le nocche e sorridendole. Lei ricambiò e lo fissò in modo torbido, come se non
vedesse nulla attorno a lui e ci fosse, esistesse, solo la sua persona
nerovestita. Restarono in quella posizione di stallo per qualche secondo,
mentre il mondo che li circondava continuava a vivere e a morire e li sfiorava,
scorreva loro vicino, senza toccarli.
Spike si riscosse, le prese la
mano destra e la guidò ad un tavolo appartato, lontano dagli occhi del pubblico
e dalla curiosità invadente della gente.
Si sedettero vicino con
naturalezza, senza mostrarsi troppo sorpresi dei propri corpi che si erano
avvicinati e cercati spontaneamente. Il vampiro circondò la vita della
cacciatrice con un braccio e lei vi si rilassò contro, poggiando la testa sulla
spalla. Non dissero nulla, a volte si guardavano senza timore e si ritrovavano
a sorridere con dolcezza.
Dopo poco li raggiunse Lorne che
lanciò un’occhiata preoccupata
a Spike.
Buffy lo vide agitarsi, come in
preda al panico profondo, era teso più di una corda di violino. Impulsivamente
gli posò una mano sulla gamba e lo accarezzò lievemente, rassicurandolo, senza
immaginare che effetto aveva sul vampiro.
-Ben tornata signorina Summers.-
-Mi chiami pure Buffy la prego.-
rispose con dolcezza.
-Buffy, Spike, mangiamo qualcosa
che ne dite?- indicò con un gesto i menu che avevano davanti a loro.
-Veramente vorrei sapere subito
le sue ricerche hanno avuto qualche esito…positivo.- obbiettò la bionda, allontanando il libretto.
-Dai amore, nemmeno a me va di
parlare a stomaco vuoto! E poi è maledettamente tardi, è ora di cena.- le disse
il vampiro con voce tenera, stringendola di più a sé.
Lei alzò le spalle, dopotutto
aveva un certo languorino.
-Come vuoi, allora io prenderò…un’insalata e del roast
beef.- disse ad un cameriere che miracolosamente si era materializzato al loro
fianco.
-Io…sarei tentato dal filetto al sangue ma non resisto al tuo piatto per
eccellenza, ali di pollo fritte e cipolle.- disse con un luccichio negli occhi.
-Per me il solito Jim, da bere?-
domandò Lorne, così cordiale e così contento di avere due ospiti così speciali.
-Una birra e per te passerotto?-
lei si stupì della sua scelta, avrebbe giurato che avrebbe preso il solito
sangue. ne fu contenta, il sangue la turbava, lo sentiva. Quando lui l’aveva invitata a berlo da Giles…ma
il pensiero che le si affacciava era diverso, non era dell’idea di bere quello animale, ma un altro…sarebbe stato più eccitante…
“devo decisamente smetterla con questi pensieri!
Baciarlo, accarezzarlo e fare l’amore ma bere…quando deciderò di diventare onnivora mi ispirerò a Reastfield.”
Un leggero colpetto della sua
mano sul braccio di Buffy la riscosse dai pensieri poco ortodossi.
-Oh…uh anche per me…- disse sorridendogli
con sensualità, notando con piacere la scintilla torbida dei suoi occhi.
-Sei sicura? Non vorrei che poi
non la reggessi…- mormorò preoccupato.
Si sentì lusingata dalle sue attenzioni ed altrettanto offesa, cosa credeva che
fosse, una bambina?
-Ma certo, una birra scura.-
sentenziò con decisione al cameriere che scribacchiò tutto sul taccuino.
-Arriva subito.- e si allontanò
di corsa.
Spike guardò la piccola bionda
figura che aveva a fianco, era magnifica. I suoi capelli color del grano
invitavano a toccarli, con la mano si fece strada dal suo braccio alla spalla,
passando per il collo che sfiorò lasciandole un brivido caldo. Arrivò alla nuca
e vi immerse il palmo, massaggiando con cautela la cute e facendole chiudere
gli occhi deliziata.
-Bene, ora credo di poter
parlare, che ne dite?- Lorne era consapevole della curiosità e dell’incertezza che pervadeva Spike, sapere il responso lo turbava di più che
combattere contro un’orda di demoni. Non
poteva fare un analisi precisa, Spike infondo l’anima non ce l’aveva, ma c’era il suo demone e quella parte che aveva sostituito l’anima. Spike, come tutti i vampiri, poteva amare benissimo, non era una
questione di cuore o di scintilla, era una questione di corpo, di mente e di
voglia di accettare un sentimento come l’amore. Che tra l’altro non era mai
sempre puro, nemmeno tra gli umani. Oh quanti avevano sostenuto che l’amore fosse una questione prettamente umana. Allora Spike era il più
adatto, in lui c’era umanità, c’era maledizione. Non era un vampiro atipico, era Spike.
-Gliene sarei immensamente
grata.- sentenziò Buffy, tagliando un boccone di morbida e succosa carne. Il
vampiro la guardò inforcarla e portarla alla bocca con grazia, rimase
interdetto ed incantato nell’osservare la bocca
bella e piacevole di lei chiudersi intorno alla pietanza e staccarla lentamente
dalla forchetta, per poi accoglierla nella cavità e succhiarla, masticarla,
inghiottirla. Perfino il movimento del suo esofago che deglutiva lo stava
eccitando.
-Ti prego, dammi del tu bambina.
Spike che ne dici di chiudere la bocca e deciderti a mangiare quella cipolla
che tieni a mezz’aria? Stai
sgocciolando…- sorrise Lorne.
-Uh, cosa…? Per tutti i maledetti inferni!!- afferrò un tovagliolo e si pulì i
pantaloni dove il grasso dell’ortaggio era colato,
ma fu inutile, la macchia continuava a persistere e si allargava.
-Aspetta Spike…smettila o peggiorerà…- Buffy cercò di
aiutarlo e lo sconforto di Spike si acuì maggiormente. “perché accadono sempre queste maledette situazioni così innocenti e così
equivoche!?e soprattutto…perché sempre in
pubblico!!!” lottando contro un
calore crescente al basso ventre lanciò alla cacciatrice un’occhiata di supplica mista a del tumultuoso, che fece capire a Buffy il
problema e la fece arrossire e allontanare immediatamente.
-Ho uno smacchiatore Spike, se
vuoi te lo faccio portare…- disse Lorne, anche
un po’ amareggiato per aver indirettamente provocato tutto
quel trambusto. Era una cosa seria.
-Sì amico…grazie.-
così, dopo molti spruzzi di
liquido bianco, che convinse ben poco Spike, si ritornò a parlare del problema
principale.
-Dicevo, ho fatto una piccola
indagine su vasta scala e mi è stato riferito che due musicisti sono stati
aggiunti all’ultimo momento in due
gruppi.- disse con meticolosa precisione il demone.
-Dove si trovavano?- domandò il
vampiro, apparentemente di nuovo calmo ma quasi irrimediabilmente certo di non
poter più resistere a lungo.
-Uno a San Francisco e l’altro a Cleveland.- rispose.
-Che tipo di strumenti erano?-
chiese allora Buffy, ancora tremendamente imbarazzata per tutto quanto.
-Un basso e una batteria,
rispettivamente a San Francisco e a Cleveland.- Buffy sorrise.
-Perfetto, sappiamo dove si
trova, Spike di volata a San Francisco!- l’entusiasmo di Buffy sconvolse un pochino Spike che con tutta sincerità,
non si sentiva in grado di intraprendere un viaggio notturno verso la nuova
meta. “e tutto ciò è paradossale.”
-Hey hey hey baby, aspetta. No ho
voglia di partire subito tesoro, sono troppo…bè gran parte del mio corpo si rifiuta maledettamente di obbedirmi in
questo momento!- esclamò molto preoccupato.
-Ma si tesor…SPIKE! Intendevo domattina…voglio
passarla qui la notte.- “oddio oddio oddio!!!l
lo stavo chiamando tesoro…non ci credo!!!…non siamo già a questo punto!!”
il vampiro sogghignò piano, che
cosa si era lasciata scappare la bella Buffy? Oh, da come lo aveva divorato
qualche minuto prima la cosa prometteva assai bene, si sentiva come avrebbe
potuto sentirsi Snoopy una volta sconfitto il Barone Rosso. Il suo tallone d’Achille, la resistenza forte e determinata di Buffy stava venendo meno.
Era riuscito ad abbattere le sue barriere.
-Perfetto Buffy, allora siamo d’accordo.- disse Lorne giulivo.
Continuarono la loro cena in
silenzio, con Spike che si gustava le sue pietanze e Buffy, bella come non mai,
proprio lì vicino a lui. Rischiò molte altre volte di sporcarsi di unto, se non
fosse stato per i calci di Lorne. Alla fine aveva due stinchi gonfi e doloranti
come se avesse giocato a calcio senza protezioni.
Buffy fece un grande, intenso e
profondo sbadiglio, che incantò Spike, un po’ per la visione delle sue belle labbra che si stiravano, un po’ per la profonda soddisfazione che pareva provare. Quando si fu
momentaneamente ripreso e si fu imposto un minimo di contegno, almeno almeno
finché non fossero usciti dalla sala, ebbe il coraggio di guardarla.
-Allora...che vuoi fare adesso
amore? Hai tutta Los Angeles ai tuoi piedi e un accompagnatore pronto ad
uccidersi per te.- sperò ardentemente che non prendesse sul serio la cosa.
“uhm...potrei approfittarne...” un sorriso birichino albergò sul volto della cacciatrice. Si stirò
ancora per benino e rispose.
-Andiamo a letto Spike.- sgranò
immediatamente gli occhi e desiderò che uno spigolo spuntasse dal nulla, così,
giusto per infilzarci la testa.
-Non vedevo l’ora che lo dicessi passerotto.- ghignò come un matto, vedendosi con il casco
e occhialoni da pilota, mentre la carcassa fumante del Barone Rosso
occhieggiava contorta a terra.
La prese per mano con dolcezza e
decisione, stava già per portarla verso l’ascensore quando sentì una mano picchiettare sulla sua spalla. Si voltò
e trovò Lorne.
-Ehm...Spike...posso parlarti un
minuto?- chiese titubante il demone. Un’improvvisa doccia gelata si riversò nella schiena del vampiro, il
terreno sembrò pericolosamente troppo vicino al suo Sopwhit Camel.
-Ce-certo amico...- ma dentro di
lui c’era un’altra
voce che urlava, come se la stesero scorticando, NO NO NO!
Si girò di nuovo verso Buffy e
parve stravolto, lei si preoccupò seriamente ma l’unica cosa che riuscì a ipotizzare fu un improvviso malfunzionamento del
cip, dopotutto era già capitato in passato, c’erano sicuramente apparecchiature elettroniche che trasmettevano onde.
-Spike va...-
-Sì!- la risposta brusca e troppo
affrettata la convinse poco, ma non indagò, se non voleva parlarne allora era
meglio lasciar perdere, d’altronde non aveva
nessuna voglia di litigare.
-Ehm Buffy, Sali ok? Io ti
raggiungo tra un po’ passerotto.- la
spinse delicatamente verso l’ascensore e le
sorrise, un sorriso tirato ma comunque bello. Lei annuì ed entrò di nuovo nelle
porte caleidoscopiche.
Spike si preparò ad affrontare il
suo destino, deglutì pesantemente e seguì l’amico verso una saletta privata. Ora il suo aereo fumava un po’...
-Allora...di che morte muoio
Lorne?- si stupì di se steso e del suo umorismo che usciva sempre e comunque.
L’altro demone sorrise appena e gli fece cenno di accomodarsi su una
sedia, esattamente di fronte a dove si era seduto lui. Un lungo sospirone uscì
dalla bocca del biondo, il suo aereo girava pericolosamente in tondo e la
carcassa occhieggiava malevola.
-Bè Spike...è bizzarro, senza
dubbio.- odiava quelle frasi, un ammasso di parole che non volevano dire nulla
ma avevano il semplice scopo di tenerti ancora di più sulle spine, crudelmente.
-Al diavolo Lorne, dimmi che cosa
ho, che cosa sento, che cosa maledettamente c’è in questo corpo da demone!- ringhiò frustrato.
L’altro si raddrizzò di colpo sulla sedia e alzò le mani in segno di resa.
Poi però si fece serio e perplesso, segno che aveva in mente qualcosa, e questo
preoccupò Spike.
-Dimmi una cosa, perché hai tutta
questa paura? Cosa temi Spike, di non amarla abbastanza, di essere rifiutato?
Che c’è di male nell’amare una persona?-
lui chiuse gli occhi e quando li
riaprì sembrò per un istante tornato William, quel William che viveva di poesie
e d’amore non corrisposto.
-Non è questione di quanto io la
ami ma del fatto che io potrei AMARLA. Insomma un vampiro che ha giurato morte
alle cacciatrici, ne ha uccise due e si apprestava a farlo anche con la terza,
che ha già fallito, che si è fatto piantare un coso che gli blocca l’impulso primordiale di uccidere, che si riduce a fare da segugio alla
sua più grande ed acerrima nemica, che si INNAMORA di lei...che cosa si direbbe
mai in giro!?- si prese la testa tra le mani e la scosse violentemente,
intenzionato a non pensare più a tutto.
-Non ti è mai importato di quello
che la gente diceva su di te.- rispose placido Lorne.
-Ma tu non capisci... mi sto
rammollendo, insomma un vampiro ama, ama la passione e il sangue, l’oscurità e il pacchetto completo di torture ma...non può amare la vita!
Un vampiro aborrisce la vita e amare lei, sarebbe come amare vivere. E poi...so
che è paradossale ma ho paura, paura di perderla, perdere quel suo strano
sentimento che assomiglia all’amicizia. Ho paura
che facendole capire il mio amore lei mi abbandonerebbe disgustata.- il suolo
terroso era sempre più vicino, poteva vedere il Barone ghignare lentamente.
-Lei ha amato...un vampiro no?-
chiese Lorne.
-Oh certo! Mr. Perfezione-con-l’anima. È anche questo, se mai mi accettasse dovrei convivere
continuamente con il suo fantasma. Angel ha fatto questo, Angel ha salvato
quell’altro, Angel mi ha aiutata così, Angel soffriva,
Angel aveva l’anima e una
coscienza, Angel sapeva amare, perché non puoi essere un po’ come Angel! Sempre lui! annegherei in un mare pieno di manzo...- battè
un pugno contro il muro, che non si era accorto di aver raggiunto.
-Se lei ti amasse, non penserebbe
più a Angel, mi pare che non lo faccia molto nemmeno ora...non sono ancora
rimbambito, quel bacio era ben diverso da uno normale Spike. Vuoi dirmi che lei
non prova nulla? Che lei non abbia visto niente in te?-
Lorne ne aveva abbastanza, voleva
bene a Spike, ma vederlo buttarsi giù così violentemente era stupido e assurdo.
Dio solo sapeva se non meritava un po’
di amore in quella vita.
-Ma non c’entra! Era solo...passione, o almeno così l’avrà vista lei...insomma è ancora un’adolescente, sai gli ormoni e tutto. Non sa nemmeno lei perché l’ha fatto, te lo dico io. Avrà visto e sentito in me la voglia, il
desiderio, la voglia non l’amore.- battè la
testa contro l’intonaco, una
patetica ombra di vampiro distrutto dall’amore...se non era idiota questo!
-Va bene Spike, ok. No ti dirò
che la ami, ti dirò che provi solo confusione e una grande attrazione fisica.
Va bene così? Vuoi una bugia? Saresti più in pace con te stesso? Ti
rifiuteresti un amore da oscar per codardia?- adottò questa nuova tecnica.
Poteva benissimo lasciarlo a bollire nella sua commiserazione.
Ma ottenne una reazione. Alzò la
testa ancora rossa per i colpi contro la parete, incurante della crepa che
aveva provocato, lo guardò e si morse il labbro.
-Mi mentiresti? Avresti il
coraggio di farlo?- chiese come deluso e amareggiato. Lorne sbuffò. Era andato
completamente fuori di cervello.
-No...- Spike gli si avventò
contro e lo scrollò per bene, come posseduto da uno spirito.
-ALLORA?!? DIMMELO!!- gridò con
una scintilla di pazzia che danzava placida nelle iridi blu.
-La ami Spike...come non hai mai
amato una donna e/o vampiro.- si sentì mettere giù all’improvviso e osservò, con notevole divertimento e sbigottimento, il
vampiro saltellare per la stanza come un matto e gridare a squarcia gola:
YUUUUUHUUUUUU!!!!! Ballando e ridendo. Quando finalmente si fu calmato ebbe il
coraggio di guardarlo negli occhi. La scintilla era sparita e al suo posto
stava gioia pura.
-Giuro che se ti capisco mi
mangio bava di demone del Caos.- disse semplicemente.
-Oh Lorne! Amico! Ma non riesci a
vederlo? Se lo dici TU, che leggi l’anima,
che sei riuscito a leggere in vampiro che NON ha l’anima, se sei riuscito a vederlo allora è vero, io la amo e per DAVVERO.
Non è ossessione, non è desiderio, è amore puro e lei non potrà mai negarlo!!-
fece altre tre o quattro piroette su se stesso.
-Spiacente ma non rilascio
certificati.- rispose, un po’ più lucido, Lorne.
-Non importa! Ora vado, ho troppo
da fare!- e detto questo imboccò la porta e filò via. lorne si gratto il mento.
L’idea dei certificati infondo non era del tutto male...
Buffy era salita in camera e
aveva trovato Willow addormentata beatamente sul divano, raggomitolata come un
dolce gattino. Non volle destarla così cercò di fare meno rumore possibile, si
tolse le scarpe e si massaggiò i piedi, ai tacchi non si sarebbe mai abituata.
Con molta cura prese lo
spazzolino, il dentifricio e andò a lavarsi i denti, specchiandosi nella grande
parete. Osservando in modo critico la sua immagine si disse che era
estremamente ingiusto che una così bela ragazza fosse anche così poco alta.
Sputò nel lavandino e si sciacquò
la bocca, di fece una bella cosa e si struccò con le salviettine. Il tutto
sempre con estrema calma, perché mai, nemmeno per una volta il pensiero del suo
bacio con Spike le aveva attraversato la mente. No. Non pensava alle sue bellissime
e soffici labbra che la mandavano in corto circuito, la morbidezza della lingua
non era minimante di suo interesse.
“ommioddio se va avanti così non so dove potrei andare
a finire...”
tornò in camera e prese il
cellulare. Scarico. Lo attaccò alla presa di corrente e cercò un telefono. Notò
con piacere che ce n’era uno anche nel
bagno, decise quindi di sistemarsi lì su una di quelle belle poltroncine blu
notte, le piaceva quel luogo, forse perché il grande specchio le dava la
certezza di essere proprio lì, di non stare sognando.
digitò il numero di casa e, pur
rendendosi conto dell’ora, inviò la
chiamata. Si guardò allo specchio e faticò a credere di essere proprio lei, l’immagine riflessa. Si vedeva come una donna rilassata e sicura, non
sconvolta e annoiata per aver portato con sé un vampiro. Anzi la presenza di
Spike le faceva un sacco di cose, ma certamente non l’annoiava!
<<Pronto?>> la voce
dolce di sua madre la distolse dalle riflessioni.
<<Mamma…sono io.>> si morse un labbro e aspettò la reazione.
<<Buffy? Tutto ok? Dov’è Spike?>> lei abbassò la testa di colpo e fece una faccia
annoiata. “Dio! Tre domande e
Testa-Platinata sbuca nel discorso…devo
iniziare a preoccuparmi?>>
<<Si mamma, scusa per l’ora ma mi sono liberata solo adesso…>> rispose con l’aria annoiata. Sua
madre soffocò un risolino che aveva un che di complice, a Buffy cominciò a
sorgere un dubbio.
<<Mfr…Sì tesoro…e Spike dov’è?>> “ ma è un’ossessione! Non gli interessa nulla della sua piccola figliola persa
nella città più indemoniata d’america?” appoggiò violentemente la testa allo specchio e chiuse gli occhi.
<<Oh è…da qualche parte…non so di preciso,
ero troppo stanca per informarmi…>>
sua madre rise di nuovo, come una scolaretta. Buffy aggrottò le sopracciglia e
il sospetto si concretizzò maggiormente.
<<Davvero? Ihihihih…e Willow tesoro? Dov’è?>> “vuole anche la disposizione dei letti?!?!” non immaginava quanto ci fosse andata vicino.
<<Oh sta dormendo sul
divano…sembra stia anche comoda.>> una nuova risata
cristallina e maliziosa le trapanò le orecchie. Buffy si accigliò decisamente.
<<Ah…capisco, ma siete in un Motel?>> a quel punto la ragazza strabuzzò
gli occhi e comprese perfettamente quello che la donna stava immaginando.
<<MAMMA! Siamo nelle stanze
di un amico demone di Spike, una specie di albergo di lusso con un locale per
il karaoke e per inciso:IO E SPIKE NON ABBIAMO FATTO NIENTE!>> urlò nel
bagno, la sua voce rimbombò tra le piastrelle e sul grande specchio. Sembrò un
urlo da sciamano indiano.
<<Oh…”ha il coraggio di avere la voce delusa!!”…ma…tesoro non volevo
dire quello…insomma…però Spike è un bel ragazzo non credi? Io non sarei contrariata se voi
due…>>
Buffy rischiò di cavarsi gli
occhi a furia si stralunarli.
<<Mamma smettila! La scena
che mi hai appena descritto è…è…agghiacciante! Non mi abbandonerà MAI!>> e forse non era nemmeno
tanto male in effetti.
<<Va bene va bene tesoro,
non ti preoccupare, non dirò nulla a Riley delle nostre conversazioni. Del resto
mi dispiacerebbe turbarlo, sembra una persona tanto sensibile.>> replicò
la donna dall’altra parte del filo.
Se Willow non fosse stata lì con lei, Buffy avrebbe giurato che avesse fatto un
incantesimo a sua madre. Probabilmente qualche cosa per far apprezzare
particolarmente una persona. ne sarebbe stata capace.
<<Non era un tono
sarcastico il tuo vero mamma perché…oh
al diavolo ma che sto dicendo! Non dovrei nemmeno fare questo tipo di
conversazioni con mia madre, andiamo!>> gridò la cacciatrice esasperata.
Se avesse avuto un paletto se lo sarebbe volentieri ficcato in pancia, tanto
per mettere fine alla conversazione. Era come se sua madre fosse una di quelle
giornaliste in incognito di settimanali rosa, con le unghie laccate di rosso e
la faccia rubizza che ispira fiducia, che ti induce a raccontare ogni cosa. Una
penna che PER PURO CASO viene estratta dalla borsetta di coccodrillo e un
foglio che magicamente si riempie di parole, forse la lista della spesa, pensi.
Come se fosse possibile che una che dice di ascoltarti e comprenderti compili
anche la lista della spesa.
Non le stava facendo il terzo
grado, si limitava a farla parlare da sola e a tradirsi, con mezze frasi e
piccoli accenni che sarebbero diventati periodi interi su quel maledetto
foglietto,
<<Ma tesoro, siamo tra
donne dopotutto e lo sai che penso a proposito di te e Spike. Insomma Riley
sarò anche un bravo ragazzo, sensibile e dolce ma…bè con tutta franchezza gli mancano quella qualità che fanno di un
ragazzo un UOMO. Non ha sensualità…non
ha movenze flessuose e sicure, sarà anche forte e allenato ma è troppo
massiccio! Non ha i muscoli tonici e snelli che confortano una donna e che la
portano in paradiso…>>
<<Mamma smettila!! Ti prego
non dire più una parola, non voglio che la mia stima per te scenda ai minimi
storici!>> Buffy si prese la testa tra le mani e l’agitò come se volesse far uscire quelle brutte parole. Pazzesco, sua
madre che le dava consigli sugli uomini, che le diceva come doveva essere fatti
e cosa ci voleva per lei. D’accordo, tra le
braccia di Spike si era sentita bene come mai in vita sua ma questo non
significava assolutamente nulla! Lei non amava Spike, era solo che non poteva
farsi mettere sotto da lui e poi…poi
quelle labbra…quella lingua…
<<Insomma per Riley vanno
bene solo due tipi di ragazze e bada bene che dico RAGAZZE, non donne come sei
tu! Lui ha bisogno di qualcuno di fragile da proteggere e rassicurare con i
suoi muscoli gonfiati oppure una come lui, una paladina della nazione, una
donna soldato. Una specie di Lara Croft e io tesoro, non ti ci vedo
proprio.>> concluse con voce saggia
Ma Spike…oh lui sì che era misterioso, oscuro, con un passato da mille e una notte,
bello e affascinante, sensuale, con una camminata flessuosa e morbida, gli
occhi blu inquisitori e sbarazzini…anche
Angel dite voi? Ve lo concedeva, ma lui non era bello, affascinante ecc…e poi era sensuale come un termosifone.
<<Mamma giuro che non ti riconosco
più, che cosa hai bevuto! Quante volte ti ho detto di non accettare infusi
fatti da Anya o le pozioni di Tara!>> Buffy ormai era in piedi, attaccata
al lavandino con le mani e il telefono sotto l’orecchio. L’aria sconsolata.
<<Buffy così offendi le tue
amiche! Io non ho bevuto nulla e sono serissima. Se non ti va più di parlare di
questo smettiamo, volevo solo darti qualche buon consiglio.>>
<<Ecco, questa è la prima
cosa sensata che ti sento dire.>>
Buffy dava le spalle alla porta
e, nonostante ci fosse lo specchio, non la vide aprirsi, tanto era concentrata
su sé stessa. Restò a fissare la propria immagine e vide una ragazza
scarmigliata, con un diavolo per capello e il viso stravolto da recenti
rivelazioni che erano piovute addosso a lei come enormi bombe dal cielo. Le
ricordava un videogioco a cui aveva giocato insieme a Xander.
<<Come va con la ricerca?
Willow sta bene?>> “questa è la mamma che
conosco io! Totalmente felice e in ansia per me e le mie amiche…”
<<Oh sì, abbiamo scoperto
dove potrebbe trovarsi Oz, anche se non penso che lo troveremo ancora là…abbiamo una pista comunque…>>
avvertì come un lieve movimento
alle sue spalle ma non ci fece molto caso, probabilmente uno spostamento d’aria provocato dalla corrente…in
effetti non ricordava di aver lasciato la porta aperta.
<<Sono contenta bambina
mia, quella ragazza si merita di vivere un po’ di felicità, anche se dovrò fare una bella ramanzina a quel
ragazzo!>> Buffy soffocò una risata pensando a Oz, seduto nella sua cucina
con sua madre che lo bacchettava per essere stato cattivo con Willow.
<<Sono sicura che Willow lo
apprezzerà…>> di nuovo
quella sensazione…come se ci fosse
qualcosa che facesse muovere l’aria intorno a lei…
<<Non aveva il diritto di
agire così, per un’altra donna poi.
Posso capire che si sentisse un mostro ma Willow lo aveva sempre compreso e…>>
improvvisamente Buffy si sentì
afferrare per la vita da due mani affusolate. Immediatamente una bocca fredda
si posò dietro il suo orecchio e le diede un caldo bacio, soffiando poi aria
fresca tra i ciuffi di capelli rimasti sciolti dalla crocchia.
Se non gridò fu per puro
miracolo. Soffocò un’esclamazione di
sorpresa e compiacimento, quando Lui strofinò il naso sul suo collo ed emise un
leggero ringhio. Con le mani l’attirò più vicino a
sé e la strinse, dolcemente e possessivamente.
<<Ti sono mancato
passerotto?>> sussurrò una voce ben conosciuta. Era roca, piacevole, che
metteva i brividi.
<<Cos’hai detto Buffy?>> sua madre la riportò sulla terra e le fece
ricordare di non essere nella condizione per rispondere alle effusioni. In
effetti non era nelle condizione per fare qualsiasi cosa.
<<Rispondi passerotto…non essere maleducata…>> replicò il
vampiro, mentre posava languidi baci sulla spalla. “te lo do io la maleducata razza di…ah…perfetto e stupido
vampiro!” la mente di Buffy
farfugliò tali pensieri mentre un subbuglio interiore la sconvolgeva, miriadi
di sensazioni contrastanti la stavano attraversando come punte di frecce
infuocate. “I suo baci sono
infuocati…”
<<Si…no…smet…dai cosa..cioè! mamma ci sono…no
ho…oddio…smettila
idiota!>> biascicò al ricevitore che le stava scappando di mano. Sentì il
vampiro sorridere sulla sua pelle e provò un moto di stizza, spazzato
immediatamente via dalla dolcezza delle coccole che lui le faceva. Per un
attimo desiderò che il mondo non esistesse.
<<Buffy ma che sta
succedendo lì!?>> la voce di Joyce la costrinse a ritornare sulla terra…con uno sforzo immane girò la testa (svantaggi di non vedere l’avversario allo specchio…) e lo guardò con un’ammonizione negli occhi…che non lo turbò per
nulla. Riprese la sua lenta tortura di baci e le lasciò il compito di
sbrogliarsi dalla situazione.
<<Su Buffy non far
attendere tua madre…>> le disse con
arroganza, mentre le accarezzava con movimenti circolari il ventre e le baciava
la nuca.
<<Nie-niente è una…ah…maledetta
mo-mosca!>> strillò la cacciatrice cercando di non apparire troppo
compiaciuta da questa mosca…
Spike la guardò male e lei
sorrise vittoriosa.
<<Questo merita una punizione…non si tratta così il big bad…>>
le disse cantilenando le parole come un bambino piccolo. Quello che fece poi
però non era esattamente da bambino piccolo…
Buffy lottò contro tutti i suoi
neuroni che le dicevano di girarsi e fare l’amore lì, con lui, subito.
<<Tesoro sento come…>>
<<Scusa mamma ma ora non
posso più…ah…parlare perché devo…devo dare la caccia
ahhhlla mosca…>> detto questo
chiuse la comunicazione e si avventò su Spike, ma non da cacciatrice
competente. Lo sbatté contro lo specchio e si mise a divorargli letteralmente
la bocca, sorridendo a sé stessa che baciava l’aria.
Spike fu piacevolmente sorpreso
dal cambiamento. Lo aveva sempre detto lui che gli apparecchi telefonici
rovinavano la vita delle persone…
Non le lasciò per molto il
comando. Invertì le posizioni e fu il suo turno di pressarla contro la parete,
impedendole di respirare e formulare un pensiero coerente per almeno cinque
minuti.
Si staccò, seppur a malincuore, e
la guardò dritto negli occhi, trapassandola e costringendola a reggersi a lui
per non svenire.
<<Pensi anche tu che
dovremmo fare quello che io penso dovremmo fare?>> le sussurrò in un modo
che la sconvolse totalmente, devastandola, mentre varie immagini le facevano
perdere la ragione.
<<Ma c’è…Willow di là e…>> non riusciva a dire di più, lui lo comprese.
<<Non preoccuparti, per
quello che ho in mente io non ci sarà nemmeno bisogno di chiudere le tendine
del letto…>> sorridendole
la prese in braccio e la portò di là, chiudendo la porta del bagno con un calcio.
La scena si chiude, una luce
soffusa, la dissolvenza in nero e la musica di sottofondo, poi tutti i titoli
di coda, nomi di attori, nomi di tecnici delle luci, nomi di truccatori,
costumisti, stuntman. Solo nomi per Buffy, che in quel momento si stava ponendo
una domanda molto importante: cosa abbiamo fatto?
Perché con Spike, lei si era
aspettata passione senza freni, una dirompente libidine scaturita tutta di un
colpo e consumata, bruciata, altrettanto presto finita. Sesso selvaggio,
magari. Qualcosa di trasgressivo ed incestuoso, privo della più semplice forma
di umanità. Due corpi fuori controllo che facevano ciò che erano addestrati a
fare, per avere piacere, per ottenere gioia artificiosa come quella del sesso.
Sangue, morsi forse e manette, pratiche degne di un discepolo fedele del
Kamasutra, pose inimmaginabili e solo, rovente, brutale cupidigia. Solo questo.
Passare la notte a baciarsi
teneramente, coperti da un bel lenzuolo di seta che non celava altro che i loro
corpi vestiti, mentre sullo schermo della mega tv al plasma scorreva un film
romantico…quello sì che non se
lo sarebbe mai aspettato. Quindi quale era stata la sua sorpresa, quando lui le
aveva coperto gli occhi con un nastro rosso, l’aveva guidata tenendola per le mani fino al letto, posando delicati baci
sul suo collo e l’aveva fatta
semplicemente mettere seduta. Dapprima si era aspettata di essere scaraventata
sul materasso, se andava bene, e di essere presa lì. Subito. Tutt’al più qualche gioco perverso per via della benda. Poi però Spike si era
allontanato, accarezzandole un braccio con fare rassicurante. Lei era rimasta
seduta rigidamente, mentre con i sensi cercava di capire il mondo circostante,
individuando il vampiro e anticipando le sue mosse. Lo aveva sentito armeggiare
con il suo borsone, si era aspettata di udire il clangore di catene, aveva
solamente percepito il crepitio dell’accendino.
A quel punto aveva tentato di protestare, pensando che si stesse facendo una
sigaretta, ma lui aveva intimato di tacere, molto gentilmente s’intende, la sua voce era corsa come una carezza sulla schiena della
cacciatrice e l’aveva fatta
rabbrividire.
I rumori lievi continuavano a
emergere dalle profondità oscure del buio che Buffy vedeva, udiva le sue mani trafficare
con qualche scatola contenente…incenso. Il suo
profumo pungente e caustico le era penetrato nelle narici, un buonissimo
profumo di terre orientali e grandi palazzi, misteriose sculture e finestre di
vetro colorato. La benda acuiva i suoi sensi, facendole percepire molto più di
quello che normalmente avrebbe sentito, trasformando l’attesa e la preparazione in una girandola di sensazioni più o meno
intense. Spike le era passato vicino, in risposta alle sue mani che lo
cercavano alla cieca le aveva sfiorate, posando un improvviso bacio dietro l’orecchio. Poi era fuggito, attraversando la stanza e chiudendo una
porta, isolandoli definitivamente dall’ambiente
circostante. A quel punto si era aspettata di ricevere le attenzioni tanto
agognate, ma non era andata così. Lui aveva armeggiato con qualche altra
scatola, più rigida, di plastica, a giudicare dal rumore che aveva fatto nell’aprirsi. A quel punto Buffy aveva capito, era una cassetta e lui la
stava infilando nel videoregistratore. Un fugace pensiero le aveva attraversato
la mente e si era resa conto di essere irrimediabilmente arrossita. Aveva
giurato di aver sentito la sua risata roca e canzonatoria. Il rumore dell’accendino si era ripetuto per una ventina volte, pensò che probabilmente
quella era solo scena, un modo per confonderle le idee e poi soffocarla con l’incenso. Cip-indolore ed efficace. Ma il profumo non era aumentato,
percepì sulla pelle un rassicurante e tenero calore. Candele?
Anche da dietro la benda vide la
luce calare, ora erano interamente al buio. Si fece più tesa, non sapeva
assolutamente cosa aspettarsi dal vampiro, era un continuo sorprenderla,
lasciarla senza fiato, tutto quello era romantico ma…infondo lui era sempre una creatura delle tenebre.
Un rumore nuovo la distolse dai pensieri,
un rumore che normalmente può sembrare volgare e crudo. Il rumore di una zip
che si apriva. “Troppo lunga per
essere quella dei…calzoni” pensò. Udì di nuovo qualche rumore poco sopra di lei, poi più nulla.
Silenzio. Uno sconcertante e terribile silenzio, che la gettò nell’inquietudine. Voleva vedere, voleva sapere, voleva che il suo istinto
non l’abbandonasse, non fosse così soffocato.
Poi percepì le mani di Spike,
fredde e sottili, posarsi sulle sue spalle e trascinarla lentamente verso il
materasso. La fece posare gentilmente sul cuscino e a quel punto lei aveva
tentato di chiedere spiegazioni. Tentativo sprecato, lui l’aveva baciata e le aveva tappato la bocca. Oh, descrivere il bacio non è
importante, ricordatevi le parole: idilliaco e travolgente, capirete una minima
parte di quello che Buffy provava. La benda, la benda era responsabile di
tutto. Come in risposta ai suoi pensieri lui l’aveva slacciata e le aveva sussurrato all’orecchio:-Dimmi se ti piace…-
Le era occorso un attimo per
mettere a fuoco la stanza. Poi la sua bocca si era spalancata in una O
perfetta.
Sul pavimento della camera c’erano una ventina di candele color crema, appoggiate su piattini di
terracotta. Erano tutte intorno al grande letto, creavano una sorta di calda
luminescenza, che sembrava scaturire dalle piastrelle stesse e rendeva l’atmosfera lugubre di quella stanza più misteriosa, più gradevole. Il
colore dorato era quello di un bel sole al tramonto, la magia che infondeva
agli occhi, ai capelli di Spike era tragicamente irresistibile. Su un mobile
era posato un porta incenso con un bastoncino che bruciava lentamente,
liberando la sua fragranza penetrante alla vaniglia. Le tende del baldacchino
erano state slacciate e mezze chiuse, creando un effetto di vedo-non vedo rassicurante
e in qualche modo eccitante. Infine guardò il mago che aveva creato quella
meraviglia. Era lì di fianco a lei che sorrideva in un modo del tutto diverso,
dolce e romantico. Senza maglia, ecco spiegato il rumore della zip, il petto
invitante che sembrava solo chiederle di toccarlo, reso quasi abbronzato dalla
luce ambrata delle candele. I suoi occhi cerulei sembravano chiederle una
risposta. Buffy non si era fatta pregare. Gli aveva preso il volto con le mani
e lo aveva baciato a lungo, con tenerezza. Cercava di imprimere in ogni
movimento tutta la sua gioia, la voglia di lui, la felicità di averlo accanto,
la sua immortale fame per quelle labbra.
-Wow, principessa…direi che ti è piaciuto.- le aveva detto. In risposa un caldo sorriso le
aveva illuminato le labbra, l’aveva abbracciato
forte e aveva posato la testa sul suo torace.
-E non è ancora finita passerotto…- era riuscito a mettere nella sua voce quella nota di mistero che a
Buffy serviva per pregarlo, con gli occhi aveva fatto cenno di continuare, e
lui aveva obbedito.
Premendo play sul telecomando la
cassetta era partita. Così avevano passato le restanti due ore a guardare
Shakespeare in Love, a baciarsi a lungo e dolcemente, l’uno stretto all’altra. Non erano mai
andati oltre quello, lievi contatti, qualche bacio sul collo, sulle spalle, ma
mai di più. Ciò che Buffy aveva apprezzato era stato proprio questo, che lui
avesse preparato quella meravigliosa sorpresa non per portarsela a letto, ma
per tenerla semplicemente stretta a sé. Per baciarla, nel modo più innamorato
possibile, con sottofondo uno dei film più belli e romantici che aveva mai
visto. Con la storia di Romeo e Giulietta che sembrava un po’ la loro, Buffy della Luce e William delle Tenebre, due famiglie rivali
e in continua lotta. Un amore impossibile, destinato a non essere mai capito né
dall’una, né dall’altra
parte. Un amore impossibile ma eppure nato. Buffy si spaventò. Aveva pensato
veramente quello? Di certo a causa dell’atmosfera irreale e ingannatrice. Eppure si era sentita in pace, con una
gioia fusa nello spirito, che la faceva rabbrividire piacevolmente se solo ci
pensava. Quel film era stata una scelta azzeccata, dolce e con una punta d’amaro in giuste quantità, come del resto era la storia della cacciatrice
e del vampiro, se storia si poteva chiamare. Infondo al loro cuore sapevano che
non era nulla di concreto, che durava solo perché non pensavano a quello che
effettivamente succedeva ma vivevano alla giornata. Carpe Diem avrebbe Monet.
La situazione era paragonabile alle sue ninfee dopotutto, un attimo l’acqua era limpida e cristallina, la luce perfetta. L’attimo dopo tutto era guasto, impossibile da apprezzare.
La colonna sonora creava un
sottofondo perfetto per le sue riflessioni, appoggiata al petto morbido di
Spike stava comoda e in pace, protetta e sicura dal mondo. Non le importava il
fatto di non udire il suo cuore battere, strano perché con Riley succedeva, a
volte lo ascoltava. Ma in confronto a quel momento…le sembrava solo un fastidioso ticchettio, mentre ora era tutto così
Giusto! Forse era veramente innamorata, forse quei pensieri non li avrebbe
fatti se non fosse stata innamorata!
Ma innamorarsi di un vampiro
sarebbe stato sbagliato. Perché era sostanzialmente quello che la fermava, un
demone. Se non lo fosse stato non si sarebbe fatta scrupoli. Quindi la
questione non era se lei lo amasse o no, ma se fosse giusto o sbagliato.
“è una confessione? Io lo amo ma non dovrei perché è
sbagliato?”
Spike le baciò i capelli e con un
braccio la fece girare, dopodiché le prese il viso e lo baciò sulla fronte,
sulle sopracciglia, sugli occhi, sulle guance, sul naso, piccoli contatti sulle
labbra. E poi anche Buffy poté rispondere, senza freni. Guardò dentro i suoi
occhi adamantini, vi cercò il demone. Lo trovò, era giusto dietro quel colore,
un po’ nascosto a sinistra, semivisibile dietro la
pagliuzza più scura. Guardò di più, trovò anche l’uomo, lo sguardo timido e innocente di un bel ragazzo. Allora che cos’era Spike? Quale altro demone avrebbe preparato quell’atmosfera dolce per semplici effusioni? Quale altro demone avrebbe
acconsentito ad aiutare lei e Willow, da sempre sue “nemiche”, in una caccia all’uomo umiliante? Ma soprattutto quale altro demone sarebbe stato così
contento di essere capito da Willow, di ricevere da lei un po’ di comprensione, di non essere considerato solo un cattivo vampiro
assassino.
-Che cosa c’è amore?- le chiese. Guardarla lo rendeva…euforico. Era come un raggio di sole che squarciava un cielo plumbeo
color antracite, gli penetrava nel cuore immobile e lo irradiava di calore come
scarica rovente. Tenerla abbracciata sembrava ridargli nuova vita e nemmeno a
lei dispiaceva. L’amava, ne era certo,
sentiva le mani sudare, le guance accaldarsi e i capelli rizzarsi sulla nuca
non appena la vedeva. Inequivocabili sintomi di innamoramento. Non passione,
quella saliva e poi se ne andava, no ne era proprio stregato, completamente
pazzo ed assuefatto di lei. E anche Lorne l’aveva constatato. Aveva deciso di mettere in atto tutto quel piano per
provarle il suo puro sentimento, per farle vedere che cosa era capace di fare
per amore, una semplice notte passata a baciarsi, senza volere di più.
-Nulla Spike. Perché?- gli
accarezzò il viso, non solo era magicamente bello ma anche sensibile, un uomo
da amare…
-Sembri pensierosa, è un
piacevole cambiamento. C’è qualcosa in questa
adorabile testolina!-
lei gli diede un giocoso pugno
sul petto e mise il broncio. Spike l’avrebbe
volentieri baciata per l’eternità e molto
oltre.
-Hey Mr. Platino, non è sano
offendere la donna che ti ha baciato tutta la notte, specie se è la
cacciatrice!- prese un paletto “per l’inferno, mi chiederò all’infinito dove li
nasconde…” e lo puntò sulla
pelle alabastrina, scalfendola al limite della vampirica sopportazione.
-Oho, scusa dolcezza…non voglio far arrabbiare la guerriera che è in te ma ricorda…- Buffy gli accarezzò il punto ferito e lo baciò, con fare da mammina
preoccupata.
-Si…demone ferito?- lui sorrise in modo sadico.
-…Mai abbassare la guardia, i cattivi sono sempre in agguato!- detto ciò
invertì le loro posizioni e ghignò soddisfatto, stringendo in una mano il
paletto che era riuscito a prenderle.
-Sei sicuro di non dimenticare
qualcosa? Vampiro con cip qui, ergo: niente bua alla cacciatrice.- precisò
vittoriosa lei, sorridendo in modo compiaciuto e impertinente.
Lui fece vagare una mano dalle
tempie al suo bel collo da cigno.
-Non ho bisogno di questo.-
affermò e lanciando un’occhiata beffarda al
paletto lo gettò alle spalle, ponendo tra esso e loro due una cospicua
distanza.
-E dunque? Cosa dovrei temere? Le
tue chiacchiere?- l’espressione giocosa
che c’era negli occhi della cacciatrice irritò Spike, si
prendeva gioco di lui e Dio solo sapeva se questo non andasse punito!
-Ci sono altri modi per farti “soffrire” donna.- le comunicò.
Dopo di che prese a torturarle i bordi delle labbra con piccoli baci, che
accendevano in lei il desiderio di avere quella bocca esattamente incollata
alla propria.
-Spike…- esalò in una muta richiesta, ma lui fece orecchie da mercante e
continuò nel suo intendo, spostandosi e lasciando una scia di baci lungo il
collo, anche lì lavorò con molta dolcezza e Buffy volle di più. Ma lui ancora
si rifiutò di accontentarla e scese di nuovo. Arrivò al suo petto, fermandosi un
attimo per alzare le sopracciglia e guardarla con espressione che ella
classificò come Luciferina.
Slacciò con lentezza esasperante
la camicetta, poi si dedicò con molta dedizione e calma alla pelle bianca del
seno, giusto per stuzzicarle i sensi. Anche lì ripeté la stessa scena,
lasciandola in uno stato di frustrazione così profonda che fu costretta a
mordersi la lingua per non urlargli contro di rimediare…
Intuendo una possibile reazione Spike
le bloccò i polsi al materasso, alzò il viso per guardarla e sorriderle
perfidamente, poi lo riabbassò e con il sorriso che ancora gli illuminava il
viso, scese. Arrivò oltre il seno, vicino all’ombelico…
-Continua pure Spike, ma ti
avverto: se poi osi fermarti come le altre volte giuro che ti impaletto in un
amen, tregua o non tregua!- espose lei con molta calma. Lo sentì sorridere
contro la pelle e alzare il volto.
-Va bene, per oggi basta. Sei un
po’ troppo maleducata signorina, il resto te lo dovrai
meritare!- le disse gustandosi il suo broncio stizzito.
-E chi ti dice che io lo voglia?-
ribatté acida e insoddisfatta oltre l’inverosimile.
-Oh cacciatrice, scusa ma penso
di avere una maledetta ragione. Nessuna può resistermi…nemmeno la fiera paladina della luce!- la sbeffeggiò. Con un dito e
toccò la punta del naso e vi posò un leggero bacio che lei accolse di buon
grado.
-Qualcuno è un po’ egocentrico qui.- rispose lei. Riuscì a liberarsi e gli prese il dito,
baciandolo a sua volta e ridendo piano.
-Però non ho torto dolcezza.-
precisò, abbassandosi per incontrare le sue labbra per un innocente contatto.
-E chi lo dice?- chiese lei
divertita oltre ogni modo da quello scambio incrociato di punzecchiamenti ed
effusioni. Fosse stato per lei, l’avrebbe
ufficializzato come metodo di comunicazione più efficace del pianeta.
-Il fatto che tu non mi abbia
contraddetto è già un punto a favore della mia tesi, e poi ho un certo…fiuto per queste cose…se capisci a cosa
alludo.- abbassò lo sguardo sul suo corpo e fu certo di sentire il calore delle
gote di lei sotto le sue mani.
-E va bene vampiro, sei cattivo e
sai torturare perfettamente anche con un cip, tuttavia credo che sotto una
tortura così mi strapperesti tutto fuorché una confessione…- ammise sorridendogli birichina. Lui rise di gusto e si chinò di nuovo
a baciarla, mettendoci più impegno.
-Ti predo in parola amore, quando
torneremo a Sunnyhell il grande cattivo avrà un nuovo giochetto per le sue
vittime…- le sussurrò a fior
di labbra. Al che lei mise il broncio, muovendo la bocca in una modo che irretì
irrimediabilmente il vampiro.
-E ora che c’è raggio di sole?- domandò, desideroso di porre fine al suo turbamento
nel migliore dei modi possibili. Lei dal suo canto continuò a storcere la
bocca, mugugnando qualcosa che la fece subito arrossire. Spike si ritrovò
irrimediabilmente corroso dalla curiosità di sapere che cosa quelle adorabili
labbra avessero detto.
-Come? Non ho capito principessa…- le si sdraiò sopra e poggiò il gomito sul materasso, reggendosi quel
tanto che bastava a non schiacciarla, con la mano le portò i capelli dietro la
nuca e cominciò ad accarezzarla.
-Che…tu non devi..bè ecco uh, non dovresti usare il gioco con…bè tanto non confesserebbero e poi se fossero…uh uomini…- non finì la frase e
si chiuse in un mutismo ostinato, corredato dalle guance rosse più adorabili
che Spike avesse mai visto. Lui rise di gusto, non riuscendo a trattenersi e
cominciando a capire.
-Mhm..siamo gelose vero
passerotto? Ma cosa hai capito, io le riserverò solo per te, quel genere di
torture…anche se, se poi
vorrai provarne altre, io..-
-Spike!-
-Scherzavo amore. Però ricordati
quello che ti ho detto, questo sarà ciò che potresti aspettarti una volta a
casa! Rammentalo Buffy, perché il grande cattivo non lo scorderà!- scosse l’indice sotto il suo naso e la fece ridere di nuovo. Lui si nutriva della
sua risata, così come lei si nutriva del proprio nome, pronunciato dalle sue
labbra.
-È una minaccia?- chiese,
accarezzandogli la nuca con le dita.
-È una promessa!-rispose languido
e cominciò a stamparle schioccanti baci sulla fronte.
Nessuno dei due pensò al
significato delle loro parole, non pensarono che molto probabilmente, una volta
tornati a Sunnydale tutto sarebbe morto. In quel momento esistevano loro due
come coppia, e nessun altro.
Stettero a baciarsi per un altro
po’, persi uno negli occhi dell’altra, rimuginando solo su loro stessi. Il sangue di Spike, per quanto
morto, non fluì mai verso il basso a svegliare altre creature. non che Buffy lo
lasciasse indifferente, ma non aveva desiderio di porre fine immediatamente a
quell’idillio. Perché lui sapeva, una volta consumato, non
sarebbe durato a lungo. Sarebbero caduti nel classico imbarazzo, con varie
incertezze e sensi di colpa. Invece così sapevano esserci un poi, un domani, un
traguardo ancora da raggiungere, un semplice qualcosa e per quanto potesse
essere incerto e lontano, a lui bastava.
Dopo un po’ si rigirarono verso lo schermo, ormai macchiato da righe distorte,
segno che la cassetta era giunta al termine. Spike le passò un braccio dietro
la vita e la portò più vicino.
-A che cosa pensavi prima?- la
domanda viaggiò per la mente contorta e occupata di Buffy, tutta piena di
immagini sue e del vampiro certamente non adatte ai minori. Trovò un neurone
libero e lo colpì, fungendo da doccia fredda. Non avrebbe mai, nemmeno sotto
minaccia di un ninja professionista, confidare a Spike i suoi pensieri. Perché
sarebbe stata la fine, di certo. Non le avrebbe lasciato un minuto di pace e
lei…”oh al diavolo lei è dannatamente insicura di sé
stessa! Non stiamo tanto a girarci intorno dato che sappiamo esattamente la
risposta!” ululò il cervello di
Buffy. “pronto?! La sopra vogliamo
darci una calmata? Da quando Buffy comincia ad usare bene il suo cervello?
Perché non ti ha lasciato lì a vegetare un altro po’!” ribatté scontroso il
suo cuore.
“sentimi bene brutto pezzaccio di carne, anche se sei
un muscolo involontario non ti devi permettere di confondere Buffy, lei non
deve darti ascolto perché sappiamo che andrebbe contro ogni ordine logico e il
suo essere ne verrebbe sconvolto!”
rincarò l’altro organo. “ma se lei si fa di questi problemi vuole dire che ha dei dubbi e se ha dubbi
significa che può prendere due direzioni dato che entrambe sono abbastanza
logiche da essere prese in considerazione! E tu dovresti saperlo ammasso di
neuroni in pensione!” rispose il suo
cuore, riuscendo a zittire finalmente la lagnosa voce legnosa dell’altro. “Dio è pazzesco! Sto
facendo parlare i miei organi, qui si sfiorano livelli stellari di pazzia,
sarei un interessante caso per un neo-Freud e un’infermiera della neuro! Col tempo potrei diventare una pazza omicida che
esce di casa in mutante e mannaia…”
-Buffy? Mi stai ascoltando?-
Spike osservò la curva decisa che solcava la sua fronte e immaginò la battaglia
dei bei neuroni della cacciatrice. Non gli sembrava di aver fatto una domanda
troppo difficile…
-Sì uh…stavo pensando al film…- il che era una
mezza verità, del resto chi se non Buffy Summers era specialista nel dire mezze
verità?
-Ma guarda? Allora ti ha colpito,
sono contento che tu abbia apprezzato la scelta.- rispose lui compiaciuto. Gli
sorrise dolcemente.
-Sì infatti, è un film adorabile,
la storia fa palpitare il cuore, i dialoghi sono emozionanti, il protagonista è
da paura…e poi ho sempre avuto
un debole per William Shakespeare, anche se non posso dire lo stesso di Romeo e
Giulietta. Però la trama era rivisitata al punto giusto…quel sapore agrodolce che ti lascia un po’ triste…- si dilungò. Spike
non si perse una parola, forse per la passione con cui lo diceva o forse
semplicemente per il fatto che adorava le labbra di lei che si muovevano.
-Sono d’accordo, tranne che su una possibile attrazione per Finnes, ma lei era
maledettamente stupida!- esclamò battendo un pugno sul copriletto e facendo
sobbalzare la cacciatrice.
-Shh…potrebbe svegliarsi Willow! E poi scusa, che altro avrebbe potuto fare?-
ribatté. Ora, il personaggio di Viola le era piaciuto subito, così dolce e
innamorata dell’amore, ma anche
razionale, con una testa a posto.
-Se lo avesse veramente amato
allora avrebbe dovuto rimanere con lui!- sentenziò lapidario il vampiro. Buffy
non capì perché tutt’a un tratto fossero
piombati in una discussione accesa, per lei non c’era motivo di prendersela tanto. Infondo Shakespeare era un adultero, un
ottimo amante questo è certo ma non le piaceva quella sua visione eterea del
mondo, troppo sentimentale e troppo fantasiosa. Non si viveva di fantasie.
-Ma Spike, era sposata!- gli fece
attentamente notare. A quel punto erano seduti uno di fronte all’altra, con il viso scuro e l’espressione
determinata, persi in una discussione totalmente illogica e altrettanto accesa.
-E con questo? Il conte aveva
avuto i soldi, avrebbe potuto andare avanti perfettamente in quella
stramaledetta America!- Buffy gli diede uno schiaffetto sul braccio per
rimproverarlo dell’insulto rivolto alla
sua madre patria. Lui non se la prese e le baciò la mano con cui l’aveva colpito, annullando in lei ogni forma di risentimento.
-Era il 1500! Li aveva uniti Dio,
vai a spiegare a quella gente che non aveva una maledetta importanza e poi
vediamo se non ti rincorrono armati di forconi! Personalmente mi dispiacerebbe
se rovinassero il tuo bel fondoschiena!- sentenziò, finendo irrimediabilmente
per arrossire. Lui scoppiò a ridere e le diede un altro bacio, per poi tornare
serio e combattivo.
-Io sarei rimasto a costo di
sfidare il Papa! Sarebbe stato dannatamente giusto!- incrociò le braccia al
petto come un bambino e la fece ridere, se la prendeva veramente troppo per
quello stupido film. Tuttavia cominciava a capire che non era la storia in sé,
quanto il discorso amore eterno che gli stava a cuore.
-Non avrebbe mai funzionato!- “oh perfetto Buf, un’ottima argomentazione
e soprattutto originale, ricca di valide tesi che la sostengono…qualcosa mi dice che non la prenderà bene.”
Come pensato la faccia di Spike
mutò dal contrariato all’indignato, i suoi occhi
taglienti mandarono lampi blu di un sarcasmo impressionante e la sua bocca si
distorse in una smorfia a metà tra la derisione e il disgustato.
-Oh certo! Era palese quanto poco
fossero affiatati!-
Buffy fece un sospirone e tentò
di esporre la sua idea nel modo più gentile e diplomatico possibile, senza
lasciarsi sfuggire frasi pesanti sull’amore
e sulla sua poca importanza nel guadagnarsi il pane quotidiano. Chiuse gli
occhi un secondo e si preparò a parlare, consapevole del fatto che avrebbe
potuto decretare la sua fine.
-Non è questo, che avrebbe potuto
offrirle lui? Era un ottimo poeta e un meraviglioso amante ma restava sempre
uno squattrinato e lei era una Lady raffinata, consona ad una vita di agio che
lui non avrebbe mai potuto offrirle. E William se ne rende conto perfettamente,
infatti glielo fa notare.- annuì soddisfatta, era riuscita a non destare la sua
collera. Non più del ragionevole. Quel lato romantico di Spike la incuriosì,
non avrebbe mai detto che lui potesse avere così a cuore la causa dell’amore, della passione infinita, dell’importanza di avere qualcuno accanto da portare in palmo di mano. Ecco
un lato che il demone non aveva cancellato di lui, il William del 1800 era così
innamorato dell’amore dunque?
-Cazzate Buffy, per amore si fa
questo e altro! L’amore non è un
maledetto cartone di latte che si apre, se ne beve un po’ e poi lo si lascia in frigo per qualche giorno, per poi buttarlo via
senza problemi. L’amore una volta
assaggiato non si può più lasciare, brucia la vita, sconvolge i sensi, è ciò
che dà sapore all’esistenza e la rende
degna di essere vissuta! Non si può..accantonare comodamente in un angolo come
un vestito fuori moda perché è come perdere un pezzo di sé stessi. La verità è
che Viola aveva troppa paura, paura di quello che avrebbe significato vivere
una vita così e affrontare il giudizio altrui!- dopo quella filippica così
appassionata Buffy si convinse che quello che le stava davanti era un vampiro
totalmente fuori dal comune, probabilmente un esperimento genetico, quel cip
gli aveva fatto più danni di quanti pensava…non poteva sentire davvero ciò che aveva detto!
-I giudizi altrui sono…importanti Spike!- ignorare volutamente tutto il precedente discorso era
stata una manovra meschina e sapeva che lui ne era rimasto deluso, ma non
poteva permettersi di far parlare ancora il suo cuore, perché forse, quello che
avrebbe sentito non le avrebbe giovato…
-Certo, come quelli degli amici
vero?- a quel punto lei sbiancò e poi arrossì, guardandolo sconvolta e
scoperta, perché era esattamente quello che pensava, che aveva pensato poco
prima, tutto il discorso sull’amare o non amare
Spike…si basava su quello! Era espresso da quella semplice
frase.
-Come…?-
-Nulla…tu dici così perché hai paura, paura come lei di rischiare e di
fregartene del parere altrui!- sbraitò con un po’ più di rancore del dovuto. Se ne rese conto quando vide i suoi occhi
fiammeggiare ma ormai era troppo tardi. Allungò una mano per toccarle un
braccio, un gesto per farle capire che si era reso conto di aver esagerato. Ma
lei si scostò scontrosa.
-Io rischio tutti i giorni
Spike!- girare volutamente il discorso era un’altra mossa poco onesta, ma non sopportava di essere letta così da quel
vampiro…un vampiro che l’aveva fatta sentire veramente amata dopo molto tempo ma infondo…sempre un demone che non aveva il diritto di farle la morale.
-Non è la stessa cosa Buffy,
parlo dell’amore e della
possibilità di passare la vita con qualcuno che ami.- cercò di spiegarle con un
tono più garbato, ignorando il suo cambio di argomento.
-Quando stavo con Angel mi sono
fregata del parere altrui! L’ho amato pur sapendo
cosa comportava e a cosa dovevo rinunciare e guarda un po’ come è finita!- si difese. E dunque si tornava a parlare di
Mr.Tubetto-di-gel, però era un buon argomento, forse sarebbe riuscito a
rigirarlo a suo favore.
-Già, Angel! Da lui però hai
paura vero?…soprattutto di ciò
che potrebbero pensare gli altri se amassi un altro…-
-Io non ho paura di niente Spike.
E comunque Viola tornerà dopo quattro anni!- un altro cambio d’argomento, l’aveva addirittura
interrotto, per salvarsi, forse aveva fatto un favore pure a lui. Certo era
comunque che non voleva farsi sbattere in faccia la verità, una verità che lei
cercava di aggirare da un po’ di tempo a quella
parte. Spike accettò, senza controbattere, capendo che per era troppo presto
per pretendere del tenero, che avrebbe dovuto lavorarci, farle capire poco a
poco cosa sentiva.
-E tu credi veramente che lo
farà?- rispose biasimevole.
-Se lo ama così come dici tu sì!-
sbatté le palpebre e il verde dei suoi occhi catturò per un secondo Spike,
lasciandolo interdetto. Poi però si ricordò della discussione ancora in atto.
-Ma non avrà perso la sua paura,
comunque è altamente improbabile che succeda, è una fine da favola!- si rendeva
perfettamente conto dell’assurdità del
discorso, un ragionamento così contorto su un film, che non avrebbe avuto un
seguito, era finito. Anche se avessero trovato una soluzione non sarebbe cambiato
nulla, voleva solo capire dove stava la sua paura, che ostacoli doveva aggirare
per conquistare il cuore fiero di una cacciatrice. Inoltre ci teneva a farle
capire quanto fosse importante l’amore
nella vita, quanto lui ci tenesse, quanto ne fosse schiavo.
-E come lo puoi sapere?- la sua
espressione esasperata fece impietosire un po’ il vampiro. Si avvicinò con cautela e le prese il viso a coppa,
spostandole con l’altra mano i capelli.
Lo portò vicino al proprio e seriamente disse:-Non nego che non ci sia stata
qualche Lady Viola nella vita di William, ma so per certo che con lei non si
sposò e non ebbe figli.- le accarezzò col pollice una guancia, facendola
sorridere. La portò con sé sul materasso e l’abbracciò stretta, posandole baci sui capelli.
-Inoltre è troppo dolce e
scontato perché sia vero, a vita reale è un’altra cosa.- disse dolcemente.
Lei allora si mise seduta, in
modo da guardarlo perfettamente in faccia.
-Non capisco come tu possa essere
allo stesso tempo così sentimentale e così cinico.-lo fece ridere.
-È una delle sfaccettature del
mio carattere, piuttosto mi meraviglio che una giovane ragazza di diciannove
anni sia così poco sentimentale. Non sogni la favola?- la cacciatrice fece una
smorfia.
-Io? Sono per cose pratiche e
concrete, è passata l’epoca dei sogni, non
ho più tempo per quello.-
*
Oz stava lucidando con meticolosa
pazienza il suo strumento, una bella fortuna che fosse ancora intatto. In quei
quattro giorni si erano svolti altrettanti concerti, purtroppo uno meno
entusiasmante dell’altro e dire
entusiasmante era un gentile eufemismo! Non dubitava della buona fede del suo
gruppo, i Chainles erano tre giovani ragazzi volenterosi di offrire un
piacevole passatempo al loro pubblico, purtroppo però il pubblico non sembrava
apprezzare l’impegno. Ogni
esibizione era stata accompagnata da lanci di ogni sorta di oggetti, da urla di
disgusto e da occhiatacce minacciose; per Oz, abituato alle apocalissi, era
stata una nuova esperienza. Aveva imparato a temere anche gli uomini, in special
modo quelli che avevano l’aspetto di ciclopi
sopravvissuti ai millenni.
Si trovava in albergo,
accompagnato solo dal suo fedele basso e da un motivo che gli ronzava in testa.
Per la verità c’era anche qualcos’altro in quella testa. Un famigliare chioma di capelli rossi che
ondeggiava, una bocca sottile che rideva e un paio di occhi traboccanti
dolcezza di un rassicurante verde muschio. Mai, come in quel momento, aveva
avuto l’impressione che
Willow gli fosse vicino, sentiva come se la sua streghetta stesse percorrendo
le sue tracce.
Sarebbe stato lieto di rivederla,
di scoprire che era venuta a cercarlo, però si sarebbe sentito anche
addolorato. Non aveva ancora concluso nulla e anzi, non aveva nemmeno
cominciato. Il lupo dentro di lui sopiva placido, pronto a risvegliarsi al
primo raggio di luna. Si era informato, gli avevano detto che in Tibet c’era uno sciamano in grado di aiutarlo, una persona fidata che insegnava
a controllare il proprio demone, di qualunque natura fosse, con l’aiuto delle pratiche Zen. Istruiva i suoi discepoli a entrare in
contatto con la natura, a comunicare con lo spirito, vivendo in una pace
interiore che avrebbe finalmente sconfitto la bestia. Essa non sarebbe mai
sparita ma sarebbe rimasta addormentata per la vita, almeno finché qualche
catastrofico evento non avesse sconvolto la serenità del soggetto.
Ma Oz non aveva nessuna
intenzione di recarsi in Tibet, soprattutto perché non ne aveva i mezzi.
Inoltre l’Asia gli pareva
troppo lontana, avrebbe significato staccarsi definitivamente dalla sua patria,
dalla sua cultura e da Willow. Si ritrovò a fantasticare sui loro primi
incontri, su quanto gli ci era voluto per avvicinarla. Bizzarro come soffrisse
della mancanza di quella complicità, l’amore
e la passione erano altrettanto lontane e desiderabili, ma il ridere di gioia,
il fermarsi a contemplare i suoi capelli, il modo in cui teneva la matita, il
movimento della sua bocca quando diceva il suo nome, l’eccitazione e le innumerevoli espressioni del suo visino quando parlava
di magia, di software o di musica…tutte
quelle piccolezze del loro rapporto gli mancavano, anelava a dettagli che per
altri sarebbero stati solo inezie. Era svuotato dalla lontananza e frustrato
dall’impotenza, mai come in quel momento capì la
drasticità del suo gesto e la stupida caparbietà con cui l’aveva portato avanti. Una decisione forzata ed inevitabile,
autolesionista eppure non voluta da altri che sé stesso. Lui solo si era
rovinato la vita e di questo si rammaricava ogni giorno di più, non poteva fare
altro che impegnarsi il più possibile e risolvere quel crudele problema che lo
costringeva a rinunciare alla sua unica ragione di vita. Avrebbe dato qualsiasi
cosa per vederla, in quel preciso istante, davanti a lui, che gli sorrideva
tenera.
La porta si aprì improvvisamente,
Oz pensò veramente che fosse Willow e che fosse lì per lui. Si girò con un
sorriso gioioso pronto a saltarle al collo e ad abbracciarla. Poi capitolò nel
buio profondo prodotto dalla sua stupida illusione.
C’era una donna, una donna graziosa dopotutto, con lunghi capelli neri e
ricci, leggermente crespi. Un paio di occhi grigio fumo sondarono rapidamente
la stanza e si rimpicciolirono in una smorfia di disappunto. La bocca rosata e
decisa, che sembrava riflettere le emozioni più interne della persona, si
contrasse perplessa. Un paio di guance color pesca si gonfiarono in uno sbuffo,
rendendola ridicola per qualche istante. Oz osservò il movimento veloce e
coordinato delle braccia che portarono le mani sottili e fini a posarsi sui
fianchi stretti, fasciati da una gonna lunga fino a metà ginocchio. I
molteplici braccialetti d’argento tintinnarono
sui suoi polsi affusolati, spandendo nell’aria un dolce suono cristallino. Il ragazzo poté notare quando la figura
di quella donna fosse proporzionata, aggraziata, longilinea e decisa insieme.
Sembrava un miscuglio interessante tra la razza russa e quella spagnola,
evidenziato dalla fragilità della carnagione e della corporatura e dalla magica
sensualità dei gesti armoniosi. I capelli parevano aver assorbito tutto il
calore e la lucentezza della terra europea.
- Accidenti, mi sono confusa un’altra volta!- la voce melodiosa strappò Oz dalla contemplazione,
lasciandogli un senso di smarrimento e di profondo disgusto per sé stesso. Non
poteva crederci, fino ad un attimo prima implorava la venuta del suo amore e
poi si perdeva dietro alla prima sconosciuta!
-Scu-scusa?- disse balbettando,
se non altro per non ricadere nella rete profumata dei suoi capelli. Lei parve
accorgersi di questa sua soggezione, sorrise comprensiva e commiserante, lo
guardò con un brillio birichino negli occhi e poi schioccò le dita.
Immediatamente Oz ritornò quello
di prima, afflitto e stupito della presenza estranea che aveva avuto la
sfacciataggine di invadere la sua camera e il suo cervello. La guardò di nuovo,
sì era bella, una bellezza dolce e antica, tutto il contrario della freschezza
impacciata di Willow ma non altrettanto migliore.
-Perdonami, non rammentavo di
star usando ancora la magia, sai l’ho
attivata giù alla Hale per farmi dare la chiave senza dover fare la fila, a
volte può essere veramente stressante, e dal momento che tu sei un lupo il
campanello d’allarme non è
scattato.- disse tranquilla come se avesse sistemato tutto.
Ma per Oz nulla era sistemato!
Chi diavolo era quella ragazza che irrompeva nella sua vita così di colpo,
portando con sé un’abbacinante magia e
che credeva di cavarsela con una bella favoletta?
La sua faccia dovette riflettere esattamente
le domande che si stava ponendo poiché la sentì ridere emettendo un suono
argentino, e poi guardarlo con una muta scusa negli occhi. Non un filo di
imbarazzo però appariva sul volto e il bassista pensò che fosse a dir poco
scandaloso, almeno un leggero rossore per essere stata così impertinente
avrebbe dovuto esserci.
-So a cosa stai pensando.- asserì
con una punta di rassegnazione.
-Ma davvero? Sarei curioso di
sentirlo dato che ormai sei qui e non mi hai ancora fornito una scusa decente.-
non parve ferita dal tono astioso di lui, semplicemente scrollò le spalle e si
sedette su una poltroncina, puntando i suoi occhietti vispi sul corpo del
ragazzo e analizzandolo.
-Come vuoi. Ti stai chiedendo
perché sono qui e che diritto avevo di sottoporti ad un mio incantesimo, ma
soprattutto ti stai chiedendo come faccio ad essere a conoscenza della tua
natura. Fino a qui tutto giusto?- si interruppe e gli diede modo di celare lo
stupore e di far sbollire la stizza.
-Sì, continua.- non sapeva perché
si imbarcava in quella bizzarra conversazione, dopotutto nessuno lo obbligava a
parteciparvi, sarebbe stato molto più semplice sbatterla fuori camera.
-Ci sono un milione di modi per
placare la tua più che giustificata curiosità e non intendo certo partire dal
più circonvoluto, sono per natura una donna diretta, nonostante la mia età. Mi
chiamo Lavinia Marquez e sono un membro anziano delle Wicca di New York. Per
questo motivo ho percepito il tuo potere. Mi rincresce di esserti piombata in
camera così ma sono miope e ho confuso il numero sulla porta, dovrei decidermi
a mettermi gli occhiali ma detesto quelle terribili montature e le lenti mi
irritano la cornea. Non volevo stregarti, ma come ti ho già spiegato non mi ero
resa conto di continuare ad esercitare il mio potere, se una serie di
circostanze non fosse stata avversa probabilmente non avrei nemmeno saputo
della tua esistenza.- accavallò le lunghe gambe e sorrise al giovane,
aspettando una risposta. Sul primo momento Oz fece fatica a rendersi conto di
chi si trovava davanti, poi la sua mente prese a lavorare e capì perfettamente
ogni parola. Fu a quel punto che spalancò la bocca più per risentimento che per
sorpresa.
-Non fare quella faccia giovane
musicista, piuttosto, io mi sono presentata e gradirei che anche tu facessi lo
stesso, almeno per ricambiare il favore.- il ragazzo rifletté sul fatto che c’era un motivo ben preciso che l’aveva
portata a dire il suo nome, lui non le doveva nulla. Però si sentì lievemente
stronzo nel negarle almeno la sua identità, dato che il resto ormai lo
conosceva perfettamente.
-Daniel Osbourn ma gli amici mi
chiamano Oz..-
-Posso farlo anch’io?- chiese senza vergogna, prendendo di sorpresa il ragazzo che non
seppe cosa risponderle. Non voleva essere scortese, d’altra parte si conoscevano da circa settantotto secondi e non si poteva
certo dire che fossero legati da un rapporto stabile quale l’amicizia. Un certo magnetismo negli occhi della giovane però lo fece
desistere dal fare il sostenuto, fu certo che non si trattasse di magia, semplicemente
era la spigliatezza di chi è più adulto e maturo che lo induceva a trattarla
con una certa… educazione. Proprio
per la disarmante sincerità dei modi di quella donna cedette, infondo non era
nulla di così trascendentale, ad altri si era presentato come Oz e basta, forse
con lei aveva esitato perché era in collera, perché lo aveva messo in
soggezione e anche perché non si sentiva di donare ad una strega così tanto di
sé, buffo come il destino muovesse le sue pedine.
-Sì…puoi farlo.- rispose incupendo il tono di voce. Ciò che continuava a
scioccarlo era la limpida freschezza di quegli occhi grigi, la schiettezza che
sembravano emanare. Decise che anche volendo non avrebbe potuto mentirle.
-Molte grazie, continua pure la
tua storia Oz.- si era già appropriata del suo nome, gli parve quasi disonesto
e altrettanto normale. Quella strega lo stava facendo rimbambire, era troppo
sicura, troppo gentile e troppo semplice. Aveva sempre creduto che un membro
anziano, del più celebre ordine di streghe, fosse pieno di alterigia.
-Sono un musicista, come hai
notato, e vengo da Sunnydale, un paese di provincia vicino a LA . Sono in
viaggio da circa due settimane, ho fatto tappa qui perché avevo un disperato
bisogno di soldi e così mi sono unito ad una mediocre band rispondendo ad un
annuncio. Suoniamo tutte le sere in un localetto infimo ma la paga è buona, la
compagnia un po’ meno.- tralasciò
volutamente ilo scopo del suo viaggio, non che si vergognasse ma era solo una
cosa sua, niente da condividere con una perfetta estranea.
-E cos’altro, da cosa fuggi?- sorrise con dolcezza e lo esortò a rispondere. Oz
eseguì, anche se di mala voglia. La situazione era paradossale, si erano
conosciuti per caso e ora si stavano raccontando ogni particolare del loro
viaggio.
-Non sto fuggendo…o meglio, non in senso lato del termine. Sto ehm…andando via dalle persone che amo per non ferirle, letteralmente. Sono
alla ricerca di una cura, una cura per il mio demone.- Lavinia strabuzzò gli
occhi quasi sconvolta, poi si riprese all’istante e sorrise commiserevole.
-La tua non è una malattia Oz,
non si può cancellare con un antibiotico, l’unica cosa di cui ti devi sbarazzare è l’idea della malattia che impregna la tua mente.- detto questo sorrise
ancora, si alzò con passo da gatta e uscì dalla camera, mentre il dolce suono
dei suoi braccialetti vibrava ancora nell’aria e nel cuore di Oz.
All’ora di cena scese nella sala da pranzo. Non si era agghindato dato che l’ambiente non lo richiedeva, non era certo un albergo di lusso. Il breve
discorso avuto con quella strega lo aveva lasciato sgomento, si era reso conto
che forse non aveva tutti i torti. C’era
del vero in quello che aveva detto, non che la cosa lo stupisse, le streghe
potenti emanano sempre quell’aria di prepotente
autorità che rende impossibile credere che possano commettere un errore.
Tuttavia non voleva crederci più di tanto, lei non conosceva a fondo i suoi
turbamenti, non sapeva come era andata l’intera faccenda, non sapeva di Veruca e della sua morte brutale, non
sapeva del suo demone che cercava di congiungersi con la sua specie. Non sapeva
quanto soffrisse nel sentirsi così mostruoso e non sapeva cosa aveva provato
nel leggere la disperazione negli occhi di Willow, il disgusto.
Capì come si sentiva Spike, in
quel momento comprese come aveva potuto sentirsi quel vampiro bizzarro di
fronte alle loro critiche e alle loro frasi cariche di disprezzo. Però Spike
era fortunato, aveva carattere e forza interiore, abbastanza per fregarsene del
giudizio altrui, soprattutto di chi per lui non contava nulla. Ma per Oz…per Oz erano i suoi amici. Non poteva sopportare l’idea di ferirli, di metterli in pericolo ogni volta, senza contare poi
tutte le altre persone. Scosse la testa sconsolato, ripetendosi che lì nessuno
poteva capirlo, tanto meno una bislacca strega della costa atlantica.
Si passò una mano tra i capelli
arruffati ed aprì la porta del ristorante, immediatamente un odore gradevole di
pietanza semplici lo avvolse, almeno avrebbe mangiato bene e a poco prezzo.
Cercò con gli occhi un tavolo
dove sedersi, ne individuò uno accanto ad una finestra che dava sul minuscolo
parco dell’Hotel. Era perfetto,
nessuno avrebbe badato a lui e sarebbe stato tranquillo, in pace, pronto a
passare una divertente serata tra i sensi di colpa e la tristezza.
Si diresse verso il posto
designato e si sedette, con un lungo sospiro. Afferrò il menù e con
svogliatezza si mise a cercare il pasto meno caro. Optò per una semplice
insalata di pollo con patate novelle ed una minerale.
Avvertì un’ombra che si avvicinava alla sua destra, lieto che la cameriera fosse
così solerte si preparò ad ordinare. Ma quella che si trovò davanti non aveva
affatto l’aspetto di una
donnicciola semplice in abiti neri. Per la seconda volta nella giornata fu sorpreso
di imbattersi in una donna sconosciuta. Cominciò a credere di aver sbagliato la
scelta del dopobarba…
La guardò inarcando un
sopracciglio con fare interrogativo. Era bella, di una bellezza altera e quasi
fastidiosa, troppo consapevole. Aveva lucenti capelli rosso rubino, lunghi fino
alla cintola e drittissimi, scalati e sciolti. Un paio di occhi azzurro
chiarissimo ed omogeneo con un’espressione di
superiorità e potere, ma anche di profondo romanticismo. Un dritto naso alla
francese si alzava perfetto appena sopra
la bocca regolare e sottile. Una
candida schiera di denti bianchi si mostrò quando sorrise, a Oz diedero un
brivido, erano più aguzzi del normale. Possibile che fosse una vampira? Ne
aveva l’aria autorevole e
potente, l’alterigia dei modi lo
confermava, ma restava il fatto che un intenso sole le illuminava l’intero corpo, fasciato da una lunga gonna di seta azzurra e un
maglioncino dolce-vita bianco. E poi la dolcezza di cui erano intrisi i suoi
occhi era strana per un vampiro, non la mostrava apertamente ma si riusciva a
leggere dietro le lunghe ciglia.
-Buonasera Daniel, la mia
Consorella mi ha pregato di chiederti se volevi unirti al nostro tavolo.- aprì
davanti al viso del giovane una lunga mano bianca, le cui dita apparvero
modellate dall’uso costante del
piano. Restò a fissarla per qualche secondo, come in trance. Si chiese se
accettare, non disdegnava la compagnia di belle fanciulle ma queste non era
fanciulle normali. Lo spaventavano. Guardò negli occhi la donna e fu trapassato
dal suo evidente potere. Lei sorrise invitante ed aprì di più la mano, senza
malizia, senza secondi fini, per pura cortesia.
Oz accettò. Prese la mano della
giovane che gli sorrise piegando di lato la testa in un cenno di compiacimento,
poi lo condusse con sé dall’altra parte della
sala, muovendosi con la facilità di una predatrice tra tavoli e camerieri.
Il ritmico ticchettare dei suoi
tacchi fu interrotto dalla sua voce, piuttosto roca ma gentile.
-Mi chiamo Sandra Harrow, tu
conosci già Lavinia Braker ma ancora non ti abbiamo presentato alla terza
Consorella.- indicò con un dito magrissimo una nuova ragazza. Oz si rallegrò
del fatto che almeno ora aveva finito. Notò che Lavinia gli aveva rivolto un’occhiata penetrante e indagatrice.
-Lei è la più giovane di noi, il
suo nome è Lina Hall.- la ragazza in questione gli strinse la mano, una mano
leggera con unghie lunghe e laccate di rosa. La mano di una chitarrista. Oz
cominciò a capire cosa probabilmente formava quel trio. Lina era effettivamente
più giovane delle altre due, con un paio di occhi vivaci color cioccolato e un
caschetto di capelli bruni. Il suo viso era dolce e tondo, pieno di entusiasmo
e spirito. Era minuta, quasi quanto Oz che in sua presenza si sentì meno
inferiore.
Vestiva in modo casual, cosa che
evidentemente Sandra non approvava dato l’occhiata di disappunto che le aveva lanciato. Portava alle mani una
decina di anellini e ai polsi braccialetti tintinnanti di vari colori. Mentre
la rossa non aveva che un unico e solitario anello di cristallo nero e Lavinia
i soliti cerchietti argentati. Improvvisamente il bassista si sentì fuori luogo
con i suoi panni semplici e la maglietta dei Dingoes.
-Ciao Oz, ben venuto! Lavinia ci
ha parlato di te e del vostro incidente di stamattina. La devi scusare è una tale
imbranata a volte, non ci vede e si ostina a non portare gli occhiali, tranne
quando canta, lì è costretta e allora ne mette un paio così…-
-Lina tesoro, credo che al nostro
ospite non interessi molto questo genere di cose.- tagliò corto Sandra rivolgendole
un’occhiata stizzita.
-Solo perché tu sei una musona
ingrigita dal tempo non significa che anche io mi debba ridurre come te! Oz non
darle retta e siediti con noi, imparerai presto a sopportarla!- sibilò maligna
la brunetta.
L’altra sospirò rassegnata e si portò una mano alle tempie, scuotendo la
testa.
Oz notò come la più giovane si
fosse già appropriata del suo nomignolo e lo sbandierasse a destra e a manca.
Non gli diede particolare fastidio, ormai si era rassegnato, ma per lui che di
solito non parlava che più di due volte a discorso, quel fiume inarrestabile di
parole fu scioccante.
-Ragazze vi prego, il nostro
ospite penserà che siamo tutte matte.-
-E a ragione Nia, non siamo forse
tutti completamente pazzi in questo mondo? specie noi che a ben guardare
formiamo un trio così strambo che un lupo mannaro coi sensi di colpa farebbe
meno ridere!- Sandra si portò una mano a coprirsi gli occhi ed emise quello che
poteva essere interpretato come un singulto o un’imprecazione. Lavinia arrossì appena e posò una mano su quella di Lina.
-Tesoro, pensa prima di parlare.
Il tuo strumento è pericoloso se incontrollato…- lei sgranò gli occhi e poi si mise a ridere.
-Oh scusami Oz, parlo veramente a
sproposito, non te la sarai presa vero? Non volevo offenderti.- e stranamente
il ragazzo rise con lei, non sentendosi urtato, forse perché per la prima volta
qualcuno ridicolizzava la sua situazione facendola apparire meno grave e
pesante.
-Figurati Lina, non sono un
ragazzo molto suscettibile.- rispose sorridendole.
Lei annuì gioiosa e si tuffò nel
menu, lasciando spazio alle altre due donne.
-A quanto ci ha detto Nia tu sei
un musicista, cosa suoni? In quale gruppo? Forse lo conosciamo. Sono
interessata al tipo di sound che utilizzi Daniel- chiese la rossa. Faceva uno
strano effetto chiamare un’altra donna così, ma
Sandra era tutto fuorché simile a Willow. Anzitutto il suo era un rosso
diverso, troppo scuro, quasi tendente al Bordeaux. Wil invece, lei era un
tramonto nel suo splendente fulgore.
-Chiamami Oz, preferisco. In
effetti suono il basso, da quasi dieci anni. Prima ero nel gruppo che fondai al
liceo, i Dingoes ate my baby. Ora invece sono…alla ricerca di una cura per il mio problema. Per necessità economiche
ho risposto ad un annuncio sul giornale e ora faccio parte dei Chainless…- lo disse con una punta di vergogna.
Con sua sorpresa le ragazze
sorrisero, non solo, annuirono convinte.
- Oh sì li conosciamo, sono
veramente strani quando vogliono.- asserì serafica Sandra. Oz si strozzò con l’acqua.
- Li conoscete?- la donna si
addolcì in un sorriso. Bevve lentamente un sorso di quello che sembrava vino e
annuì.
- Oh certo, siamo colleghi in un
certo senso. Forse però è meglio che ti spieghiamo tutto dal principio,
dopotutto tu sei stato onesto con noi.- guardò Lavinia e le fece cenno di
continuare.
- Noi tre consorelle della
comunità Wicca newyorchese siamo un gruppo musicale. Il nostro nome è Fates*…- Lina alzò una mano e la mosse a tempo con la voce, cantilenando “il destino siamo noi…” con la melodia della
Primavera di Vivaldi. Mantenne tuttavia il capo dietro al menù. -…E suoniamo per lo più musica classica anche se qualche pezzo rock lo
eseguiamo. In genere per il nostro aspetto, nome e repertorio siamo chiamate ad
esibirci in salottini nobili, grandi alberghi lussuosi o ristoranti importanti.
Tuttavia siamo state anche dipendenti di Gustav -
Oz si accigliò, non capendo.
Sandra allora continuò, dopo aver centellinato con cura il suo liquido rosso.
-È il cugino di Lorne, un demone che
ha un karaoke a Los Angeles. Gustav svolge la sua stessa attività qui a San
Francisco, al locale The Dreams, dove molto probabilmente vi esibite voi. Vedi
i due cugini hanno la particolare capacità di “leggere” dentro le persone
mentre esse cantano. Hanno una vera e propria passione per il loro lavoro che
li ha appunto portati ad aprire un locale in cui uomini e demoni possano e
debbano convivere pacificamente, ascoltando e/o cantando buona musica.-
concluse.
Il ragazzo rifletté: non
conosceva ne l’uno ne l’altro demone, certo era però che tutto ora gli era più chiaro, compresa
la strana clientela del locale e quella dubbia sensazione di essere tra simili.
-Quindi anche i Chainless sono…- -Demoni? Oh sì. Poveri ragazzi, non sono molto fortunati ma ti assicuro
che loro credono di suonare molto bene, dalla dimensione in cui provengono la
musica è tutta così. Gustav non li manda via perché la loro musica suscita
depressione e malinconia tra gli avventori, che consumano di più. Anche se non
so quanto possa guadagnare se ogni serata succede il putiferio a cui ho
assistito la prima volta… ma se a lui sta bene…- concluse con una scrollata di spalle Lavinia.
Finalmente Oz capiva qualcosa, se
i suoi calcoli erano esatti che le tre ragazze erano esseri demoniaci, che
fossero streghe era certo, ma se non Lavinia, almeno le altre due avevano
qualcos’altro nel sangue.
-Correggetemi se sbaglio, voi
siete dei dipendenti di Gustav e lui vi manda ad esibirvi in locali dove il
vostro stile possa essere apprezzato. Siete quindi qui per un’esibizione?- vide nascere il primo vero e spontaneo sorriso sulle labbra
di Sandra, un sorriso divertito che avrebbe potuto essere perso benissimo per
uno scroscio di risa, in condizioni normali.
-Non esattamente, vedi noi
abbiamo lavorato per Gustav ma non siamo alle sue dirette dipendenze, siamo
buonissimi amici e molte volte facciamo conoscere il suo nome anche in ambienti
altolocati. Questo posto è solo il nostro alloggio, potremmo permetterci un
albergo a cinque stelle ma non ci piace il lusso, stiamo bene qui e poi… bè diciamo che siamo ottime clienti del proprietario.- un lieve colore
rosato imporporò le guance della donna, Oz pensò che potesse essere
classificato come un rossore imbarazzato e la sua curiosità crebbe. Non era mai
stato un impiccione per natura, ma in quel momento un folle desiderio di sapere
qualcosa di più su quelle tre lo corrose, a tal punto che se ne uscì con una
domanda che gli frullava in testa da un po’, aggiungendo miracolosamente un contributo non previsto alla conversazione.
-Siete demoni quindi? Perché mi
pare di aver capito che per questi due magnate della musica lavorino solo
esseri con proprietà anormali…io ne sono un esempio
anche se del tutto inconsapevole.-
la piccola mitragliatrice di
parole, che fino a quel momento si era celata dietro il menù, aperse il fuoco.
-Ehehe, dritto al punto vero
Lupo? Mi piacciono i tipi come te! In effetti sì, siamo proprio un trio di
svitati demoni fuori dal comune! Io sono una leggiadra ninfa dei boschi, prego
notare i miei capelli e i miei occhi color cacao! Quelle come me abitano solo
in Scandinavia ormai, anche ho qualche cugina di terzo grado in Irlanda… L’altera, musona,
rigida donna di fronte a me invece è…
già Sandra cosa sei esattamente? Me lo sono sempre chiesto! Nia è l’unica qui a conservare una parvenza anche minima di umanità, lei è una
dea. O meglio, era una strega che è entrata in profonda comunione con la natura
della sua magia, nera e bianca, non discernendo più le stesse ma imparando che
sono un’unica grande potenza.
Quindi diventò dea, non so bene di cosa però! Dovresti vederla quando si
impegna profondamente in una magia, i capelli le diventano di pece e gli occhi…brrr tutti bianchi come due albumi d’uovo! È per la comunione con gli elementi, una parte nera e una bianca
ecc…- Oz naturalmente aveva capito la metà di ciò che gli
era stato detto, un po’ per i concetti
difficili spiegati in modo supersonico e altamente succinto, sia per la
confusione delle parole sparate a mille al secondo.
-Lina, il nostro amico non ha
capito, comprensibilmente, nulla. Che ne dici la prossima volta di chiudere il
becco e lasciare a noi il compito di parlare?- Sandra era visibilmente
arrabbiata, non doveva apprezzare il sottile spirito della sua amica. A Oz
apparve troppo sofisticata e… orgogliosa di sé
stessa per poter sopportare prese in giro. Personalmente non capì come l’impertinenza della chitarrista potesse risultarle così fastidiosa. Con
sua grande sorpresa
Lina stette zitta, accennando ad
una scusa, mentre anche Lavinia la guardava male.
-Potevi benissimo evitare, lo sai
cosa è successo a Sandra. Non si scherza su queste cose.-
-Lascia perdere Nia, è okay.-poi
si voltò verso Oz con un mezzo sorriso-Io, vedi io sono un vampiro.- nonostante
lo avesse ipotizzato il ragazzo si trovò sorpreso, come si spiegava il sole che
l’avvolgeva? I suoi pensieri parvero riflettersi sul
viso, tanto che la donna rise lievemente e richiamò la sua attenzione.
-Non ho detto di essere un
vampiro normale. Io ero un angelo.- Oz lasciò cadere il grissino che stava
mangiando, il quale tintinnò sonoramente sul piatto, prese in pieno la
forchetta che schizzò via dal tavolo ed infine si ruppe sul pavimento. Nessuno
si accorse si nulla. Lina osservava la vittima dello sbigottimento umano che
giaceva sulle mattonelle, Lavinia guardava Sandra e Sandra fissava con cipiglio
Oz, con i suoi occhi glaciali in cui, mai come il quel momento, emergeva la sua
vena demoniaca.
-Oh non un angelo di questo
mondo, sono molto diversa, una specie di essere mistico. Vengo da un’altra dimensione, sono stata mandata qui per punizione dopo il mio…mutamento. È un crimine gravissimo permettere ad un mostro di bere dalla
propria gola angelica, il mio Dio, molto differente dal vostro, non mi ha mai
perdonato. Tuttavia, memore dei miei servizi e della mia condotta esemplare ha
voluto concedermi la grazia di vivere nel sole, come quando ero pura. Per gli
altri aspetti resto un vampiro completo e oso dire anziano. Ho circa mille anni
in questo mondo mentre nel mio ho vissuto per oltre duemila. Lì sono morta e
qui ho iniziato una nuova esistenza, per questo ho cominciato un nuovo conto
del tempo. Del resto nessuna di noi è più tanto giovane, per noi i secoli sono
come giorni.- fortunatamente nessun altro corpo inanimato di infranse sul pavimento.
Lo sgomento di Oz tuttavia non scomparve ma se possibile venne accentuato.
Continuò a guardare fisso negli occhi azzurrini della donna e a chiedersi come
fosse possibile. Fu un miracolo se la sua mascella non cadde nel piatto.
-Vu-vuoi dire che tutte voi avete
almeno..- balbettò scoccando uno sguardo indagatore su tutte le ragazze.
-Io e Lavinia siamo sui mille
anni, secolo più secolo meno. Lina invece ne ha novecento. È la più piccola di noi
e per questo più indisciplinata.- la diretta interessata fece una linguaccia
gioiosa che la rese ancora più bambina.
-Oh. Capisco. Posso chiederti chi…come…insomma…- ma si bloccò, capendo che non erano affari suoi e che se lei non gliel’aveva detto c’era una motivo.
-Perché mi lasciai trasformare?
Amore.- quell’unica parola spiazzò
il ragazzo. Dunque non era l’unico che aveva
deciso di cambiare per amore, non era l’unico che aveva sofferto della propria natura per amore.
-Si fa tutto per amore, non ci sono
ostacoli quando si ama una persona e l’amore
può nascere anche tra due opposti, tra un vampiro e un paladino del bene[/],
perché l’amore non conosce
limiti, non rispetta leggi ne si cura delle differenze. È come un fulmine a
ciel sereno che piomba sulla terra di colpo, lasciando un solco indelebile.- oh
come aveva ragione, la sua Willow era una saetta rossa che aveva squarciato il
suo mondo grigio.
-Ho amato un giovane vampiro,
tanto profondamente da rinnegare me stessa e il mondo di luce per il quale ero
stata creata. Purtroppo egli non si mostrò altrettanto preso, una volta saputo
ciò che scatenò per lussuria e desiderio di avere la carne di un angelo in
eterno, mi abbandonò. Codardo.-
Una scintilla di rabbia illuminò
il volto della giovane, per un attimo lunghe zanne argentate comparvero dalla
sua bocca e occhi dorati presero il posto di quelli azzurri.
-Uh Sandra io…mi dispiace di averti fatto rivivere tutto questo. Non dovevi farlo per
me…- mormorò Oz veramente imbarazzato.
-Senti Oz, a parte tutto credo
che Sandra l’abbia fatto con
intenzione, lei sì che è una grande!- esclamò Lina, la sua esuberanza distrasse
tutti dal clima triste. La vampira sorrise dolcemente verso la sua amica e
Lavinia le prese una mano, mostrandole la sua approvazione.
C’era però una persona che ancora non capiva nulla, quella persona era il
bassista. Certo a Sunnydale una marea di situazioni erano strane, ma lui le
accettava senza battere ciglio, infondo chi era per mostrarsi sorpreso? Tre
sere al mese si trasformava in un mammifero peloso pronto a divorare chiunque
gli si parasse davanti. La situazione però in cui si trovava ora lo lasciava
perplesso, quelle donne sembravamo sapere molto più di quanto lui stesso
riuscisse a capire.
- Oh andiamo! Non capisci? Lei ti
ha detto quanto ha sofferto quanto è cambiata per amore. Capisci? per amore
insomma noi sappiamo che per te è stato duro accettarti, ma la tua ragazza non
ha avuto problemi. Solo qualche settimana fa, a causa di una sgualdrinella
qualunque in cerca di avventure tu ti sei fatto strane idee sull’amore.- addentò una patata con gusto e annuì per convalidare la sua
affermazione.
Lavinia sorrise e guardò
profondamente il ragazzo, avvertendo la sua perplessità e il suo stupore.
-Lina ha ragione, pensi davvero
che Willow ti disprezzi per come sei? Se davvero lo facesse non si sarebbe mai
messa con te, non si sarebbe mai donata a te- Oz la guardò con gli occhi fuori
dalle orbite, completamente scioccato.
-Oh Oz! Non è complicato santo Dio!
Willow né ti odia per quello che le hai fatto, né ti disprezza per come l’hai fatto! Sei un mezzo lupo, sei un demone come tutti noi e questo non
cambia nulla. Non è stanca di te. Non hai bisogno di una cura, una volta al
mese ti trasformi, se ci pensi è molto meglio di un demone del Caos! Non so se
li hai mai visti… tutti pieni di corna
e bava trecentosessantacinque giorni l’anno…brrr- esclamò Lina, mimando con le braccia i grandi accessori da testa
del demone.
-Ma voi non capite, io l’ho tradita, più volte e con…con
una lupa. Insomma ragazze non credete che possa essere irritante sapere di
essere stata sostituita da…da un’animale? Sembra che lei non sia abbastanza, non sia…adatta alla mia natura.- replicò il ragazzo. Sandra lo guardò
attentamente, come cercando qualcosa nei suoi occhi.
-E quella volta in cui lei ti ha
tradito? Nella fabbrica con Xander. Non hanno fatto molto però siete rimasti
sconvolti tu e Cordelia. Sentirsi sostituiti dal migliore amico, alto e ancora
muscoloso non ti ha fatto male? Però avete superato tutto, come sempre. Sono
cose fanno parte dell’essere innamorati e a
Sunnydale sono solo un po’ diverse come natura.
Oz non c’è nessun tradimento
che valga per abbandonare la propria amata se la si ama ancora…lo sai come la penso.-
Oz le guardò tutte una dopo l’altra, ricevendo in cambio larghi sorrisi. Se all’improvviso fossero spuntate loro tre palchi di corna e due lingue non
sarebbe stato più scioccato.
-Va bene…va bene ammettiamo per un momento che voi abbiate ragione… come diavolo fate a sapere tutto della mia vita?-
-Oh è semplice Daniel…-
-Bè spiegatemelo…siete interessanti ragazze.-
*dove con Fates si intende le
Parche.
La mattina giunse come un crudele
nemico, Buffy non aveva certo dormito molto la notte e non si poteva dire che
fosse a causa di un motivo piacevole. Film a parte e… bè si effusioni escluse non c’era
stato nulla di bello. La discussione che aveva avuto con Spike l’aveva lasciata con una rabbia inespressa tanto forte che per tutta la
notte non si era mai addormentata. Una
miriade di pensieri
attraversavano la sua mente e come pungoli le impedivano di concedersi un sonno
ristoratore. Sì Buffy era decisamente propensa ad uccidere quella mattina e
Spike non era da meno. Cip a parte s’intende.
La sveglia, ormai considerata
efficiente strumento di tortura, aveva suonato ad un orario decisamente poco
consono per la mente irosa della cacciatrice, la quale non aveva esitato ad
esprimere il suo disappunto gettandola direttamente fuori dalla finestra.
La seconda cosa che aveva
istillato in lei la rabbia era stato non trovare il vampiro al suo fianco,
doveva essersene andato da tempo. Ora, Buffy non si preoccupava strettamente
del fatto che fosse giorno, che lui avesse la gemma e che potesse ad esempio
fuggire, l’inquietudine era
generata dalla totale mancanza di considerazione per lei da parte di quell’essere zannuto.
Il cervello della signorina
Summers stava decisamente dando di matto, lei si sentiva abbandonata se Spike
non le era accanto? Si rammaricava, si stizziva che lui non avesse accolto il
suo risveglio con un luminoso sorriso? Magari con un dolce bacio?
“ma è perché…perché
lui è stato…insomma io, lui… DOBBIAMO FARE UN BEL DISCORSETTO IO E IL SIGNORINO!!” bè forse non era solamente quello che desiderava fare…
La povera Willow, ignara di
tutto, si pregustava già la vista dei due biondi teneramente abbracciati, con
occhioni a cuoricino luminosi e magari cori di angelici usignoli che
aleggiavano loro intorno. Fu notevole quindi, la quantità di autocontrollo che
tenne quando l’amica la svegliò con
un brusco “IN PIEDI!” degno di un generale delle SS, in quell’istante ricordò la paura che da piccola le avevano suscitato i racconti
di guerra.
La faccia di Buffy faceva più
terrore di quella di un orco: cipiglio iracondo, occhi iniettati di sangue e
labbro tremante di collera, sanguinante in più punti a causa le morsicate che
si era data per non urlare di frustrazione. Quando la luce la illuminava in un
certo modo aveva un che di diabolico, tanto che Willow le consigliò vivamente
di andare a farsi una doccia, forse l’acqua
avrebbe sciolto la maschera della Bad-Buffy come scioglieva la cattiva strega
dell’ovest.
Il fatto che l’amica le avesse risposto con un ringhio le confermò che l’uomo discendeva effettivamente dalle bestie, non che avesse qualche
dubbio, solo si sarebbe aspettata più da Xander questa conferma.
Mentre l’acqua le scorreva addosso ripensò a tutte le parole che si erano detti.
Come osava, come si permetteva quel rifiuto di venirle a parlare di amore? Lui
cosa ne capiva dell’amore? Era un essere
vuoto, senz’anima, domato da un
aggeggio di metallo nel cervello e privo di ogni caratteristica umana.
Naturalmente si guardò bene dall’ascoltare un vocina interiore che le smentiva ogni affermazione…
No! Spike era un vampiro, magari
più…strano degli altri però un vampiro restava. Quindi
era un essere che da sempre se ne fregava del mondo e dei suoi abitanti,
eccetto forse quando rappresentavano comodi spuntini. Cosa ne sapeva lui di
come fosse difficile vivere nel mondo? la sua esistenza era libera, non aveva
costrizioni (sempre cip a parte, s’intende)
e se tutt’al più qualcuno gli
avesse detto che non viveva in modo decoroso, se lo sarebbe mangiato. Ma una cacciatrice,
dannazione una cacciatrice ha chilometri e chilometri di regole da rispettare,
decine di migliaia di pagine di diari con cui competere, per dimostrare di non
essere da meno delle antenate, non può certo farsi un sol boccone di un
Osservatore criticone!
Diede un pugno alla parete della
doccia, che si crepò in più punti, come a ribadirle beffarda che il suo destino
era di proteggere il mondo, che [I]aveva una forza da usare contro demoni.
Buffy mandò spontaneamente al diavolo la parete.
Lui non capiva, non poteva
venirle a dire di fregarsi del potere, della missione. Lui non aveva amici che
lo guardavano male… in effetti lui non
aveva proprio amici. Al massimo c’era
Willow a cui voleva un po’ di bene. Certo,
“lui è…così bello, così
dannato… non può certo
curarsi del parere di qualcuno! Non può capirmi! È un cattivo spietato
insofferente alle critiche!” “e come mai allora, quella sera al Bronze, ha cercato il conforto di
Willow? Come mai ti ha detto che lei era l’unica che lo capiva?”
“ma è…ovvio, vuole avere un’alleata contro di noi!” “un po’ meschina? E questa notte,
e ieri in macchina, anche lì cercava un’alleata? Anche lì ti usava?”
“ecco perché dico che discutere con me stessa non è
facile, tiro fuori certi argomenti validi…ma perché questa parte di me non emerge quando devo giustificarmi?
Perché non è mai venuta fuori con Snyder??” “ora non cambiare
discorso!” “no devo proprio cambiare cervello!”
Discorso chiuso, Spike non capiva
e mai l’avrebbe fatto, la
notte scorsa si era trattato di…un momento di
meravigliosa pazzia, ormoni a mille e fame. Ma non si sarebbe più ripetuto. “perché poi?io non lo amo ma uno svago ogni tanto…NO CATTIVA BUFFY! Non si usano le persone, nemmeno se sono i tuoi
nemici!”
avrebbe tracciato un chiaro Stop
sulla via che stava percorrendo, così entrambi non avrebbero sbagliato e non si
sarebbero feriti. Perché se lui non la capiva, se lui pretendeva che lei…rinunciasse alla reputazione per lui… ma certo non l’avrebbe fatto
comunque! Lei non amava Spike. Discorso chiuso.
Willow e Buffy scesero nel locale
dopo circa un’ora. La doccia aveva
avuto effetti calmanti, cosa di cui Willow si rallegrava, ed effetti
raffreddanti, cosa di cui Willow si rallegrava un po’ meno.
Capiva che la non-più-Buffy-orco
era decisa in tutto e per tutto a dimenticare qualunque cosa avvenuta il
pomeriggio, la sera e la notte prima. A discapito naturalmente della curiosità
della rossa. Ecco quello che si otteneva ad aiutare un’amica, non solo non apprezzava ma si teneva per sé i pochi risultati
positivi!
Il bar era quasi deserto, alle
otto di mattina ogni buon demone che si rispetti se ne va a nanna, per evitare
una poco salutare cura del sole. Tutti meno un vampiro ossigenato.
A Buffy venne praticamente un
colpo quando lo vide, seduto sullo sgabello alto, con indosso il magnifico
spolverino, illuminato dalla luce di un gioioso sole alle sue spalle. Una
finestra era stata aperta e lui sembrava godersi pienamente le carezze dell’astro mattutino. Era semplicemente bello, con gli occhi semi chiusi in
un’espressione meditabonda ma assolutamente sensuale, le
labbra dritte in una linea quasi amara. La pelle sembrava rinvigorita dalla
luce, liscia e morbida, gli zigomi più levigati e dolci che mai.
La cacciatrice fece un immediato
confronto, Riley al mattino pareva più una zucchina rinsecchita.
Teneva nella mano destra un
bicchiere di liquore e con la sinistra giocherellava sul bancone. Sembrava
triste, se ne stava curvo e chiuso in sé stesso come a proteggersi dal mondo.
Le fece subito un’immensa tenerezza,
sapeva che faceva a pugni con il discorso appena fatto, però non riusciva a
scacciare dalla mente l’idea di correre a
consolarlo, abbracciandolo, accarezzandogli la fronte e dandogli un dolce
bacio. “la vogliamo smettere?
Qui rischiamo di diventare peggio di una crocerossina!”
Si avvicinarono, la rossa con naturalezza,
felice di riprendere il viaggio verso il suo amore; Buffy tesa, anzi tesissima,
così emozionata, così in imbarazzo che una rabbia nuova si impossessò di lei,
per proteggerla da quelle sensazioni così sbagliate.
-Ciao Willow, hai dormito bene?-
aveva volutamente ignorato la bionda, lo faceva sentire troppo male. La notte
prima aveva capito quanto poco contasse per lei, quanto poca considerazione
teneva per lui. Non era abbastanza degno di lei perché rinunciasse al giudizio
di stupidi amici! Quindi non aveva fatto che usarlo, come un giocattolo, per
tutto il tempo, per svagarsi, per sopperire alle mancanze del maledettissimo
soldatino!
-Oh ehm sì grazie! Ma Buffy non
tanto…- rispose lei, cercando di portare l’attenzione del vampiro anche verso la cacciatrice. Lui però era
irremovibile, sollevò appena il sopracciglio senza nemmeno guardarla,
scrollando le spalle.
Buffy sentì distintamente il suo
cuore rompersi, cosa di cui naturalmente si rammaricò. Così lui faceva il
sostenuto? L’aveva quindi usata la
notte scorsa? Ovvio. Cosa c’è da aspettarsi da un
vampiro? “però…però le sue parole erano così dolci, i suoi occhi così pieni di am-amore
che io…è maledettamente ingiusto!”
Come osava ignorarla? Lei a cui
aveva fatto tanti discorsi, se veramente teneva a lei avrebbe lottato conto la
sua nota caparbietà e contro la sua paura, diavolo non aspettava che questo da
anni!
Invece nulla, nemmeno uno
sguardo. La rabbia si fece strada, attraversò come un treno in corsa i suoi
nervi ed esplose devastante nel cervello, i suoi nervi gridarono vendetta! Se
lui non la voleva allora nemmeno lei l’avrebbe
più voluto!! Anzi lo avrebbe fatto impazzire di desiderio e poi lo avrebbe
lasciato a bocca asciutta, l’avrebbe fatto pregare
per averla di nuovo! Per essere perdonato, lo avrebbe fatto penare per tentare
di riconquistarla e poi lo avrebbe lasciato con un pungo di mosche!! “AHA!!”
La proverbiale incoerenza di
Buffy Summers si manifestò in tutta la sua potenza. Ormai il piccolo cervellino
macinava piani come un’efficiente macchinina.
-Lorne non è potuto scendere a
salutarci, aveva dei contrattempi. Mi ha assicurato però che S. Francisco
troveremo qualcuno ad attenderci, Oz lavora da Gustav, un parente del nostro
ospite.- disse Spike evitando accuratamente di rivolgere la sua attenzione
verso Buffy. Il tono era freddo e poco incline alla classica ironia, sembrava
quasi che la naturale essenza Spikiana si fosse esaurita tutta in una volta.
-Oh Spike grazie grazie grazie!!
Sarai in grado di seguire le sue tracce lì?- chiese tutta saltellante Willow.
Buffy trovò che fosse quasi disgustoso il modo in cui era felice. Perché lei
poteva provare un tale sentimento? Non c’era una legge che imponesse a Buffy Summers di non essere contenta una
volta tanto nella vita.
“sei meschina Buf, ha perso il suo ragazzo ed ha
sofferto!” “bè con la grandezza morale non si arriva a niente.”
-Figurati rossa, la finiremo
insieme quest’odissea!- rispose, ma
il suo tono non era gioioso, non era canzonatorio, non era Spike. Sembrava così
depresso!
-Bé che ne dite di alzare il culo
e muoverci?- sbottò infine la bionda, esasperata dal silenzio totale. Sperò
ardentemente di scuotere il vampiro e di indurlo anche a risponderle male, pur
di farlo parlare con lei. Ne aveva bisogno, assolutamente bisogno. Sia per un
fatto psicologico sia per benessere fisico.
“oh e naturalmente per fargliela pagare!”
lui la guardò, finalmente. non le
piacque affatto comunque il tipo di sguardo, era di quelli che uccidono con
mille coltelli nel petto, oppure che ti fanno sentire un improvviso bisogno di
un bagno.
“se guardasse così tutti i suoi nemici diverrebbe
presto il re della città, cip o meno!!”
-Sì Willow vieni, i bagagli li
prendo io. È meglio viaggiare quando c’è
ancora un po’ di fresco..-. scandì
bene ogni parola per farle sentire tutta la rabbia che aveva in corpo, non si
era volutamente rivolto a Buffy, però la guardava fissa, sempre in quel modo
assassino.
“ok sento di aver soddisfatto il mio bisogno di
attenzioni…che ne dice di
smetterla!?!?”
Si erano lasciati alle spalle Los
Angeles da circa mezz’ora, da mezz’ora in macchina regnava il più religioso silenzio. Spike guidava in modo
nervoso, stringendo il volante tanto forte che le nocche erano diventate
bianche. Aveva gli occhi inchiodati alla strada “il che è solo un bene…non vorrei mai che
per insultarmi finissimo tutti e tre fuori strada! Chi picchierei poi io il
venerdì sera?” e la mascella
contratta, doveva star stringendo i denti, per Buffy era un mistero che non li
avesse ancora sentiti scricchiolare.
La testa era leggermente piegata
in avanti, dandogli un cipiglio truce e il labbro assumeva una posa decisamente
imbronciata. Buffy decise che fosse giunto il momento di interrompere quella
cura del silenzio, non aveva nessuna intenzione di cominciare una campagna
contro l’inquinamento
acustico!
-Quando ti deciderai a parlarmi?-
sbottò infine, guardandolo dritto in faccia e tenendo le braccia conserte. Se
non fosse stato troppo arrabbiato avrebbe fatto sicuramente qualche
apprezzamento sarcastico sulla sua posa da maestrina.
-Devo guidare cacciatrice-. Non
suonò esattamente dolce e rassicurante come le altre volte, ora era più in
stile brutta-ammazzavampiri-dei-miei-stivali e decisamente non le piaceva.
Willow aguzzò le orecchie, primo
perché non voleva perdersi nemmeno una parola tra i due, se quello era l’unico modo di venire a conoscenza di tutta la storia; secondo perché
aveva sempre apprezzato le focose liti tra amanti… sì nel suo cuore sventolava fiera la bandiera pro-soap latino-americane
fitte di intrighi e tradimenti.
-Anche ieri guidavi eppure non ti
dispiaceva parlarmi!- ribatté lei scocciata.
-Ieri era ieri e oggi è oggi,
cacciatrice-. Buffy notò come le sue mani si stessero stringendo sempre con
maggiore forza attorno al volante, temette di vederle incidere un profondo
solco.
-Che razza di risposta è?!-
-E tu che razza di domande fai!-
-Chiedo spiegazioni più che
lecite! Le persone normali mi dicono sempre perché sono arrabbiate con me!-
-IO non sono una persona
NORMALE!-
-No questo è vero, ma nemmeno io
parlo con gente normale, ad esempio i demoni che tratto mi dicono perché sono
arrabbiati…pensandoci è sempre
tipo:Uh ah uahau uccidere cacciatrice uh UAUHA!-
-Complimenti, l’imitazione di Angelus su di giri ti è riuscita perfettamente-
Willow rise come una matta
gettandosi sui tappetini, in un tentativo goffo di dissimulare l’apprezzamento per la battuta. Tutt’al più avrebbe potuto dire di aver perso una lente a contatto…oh certo lei non portava lenti a contatto..
-Non cambiare argomento per
favore!!- gli rispose lei, anche se aveva dovuto sostenere una dura battaglia
con sé stessa per non scoppiare a ridere.
-Allora trova un dannato
argomento interessante!!- gridò così forte che il guidatore di una Honda che li
affiancava lo guardò con un misto di stupore e paura.
-Voglio parlare di questo!-
-E io no maledettissima
cacciatrice!
-Sei cattivo Spike!-
a quel punto lui si voltò verso
di lei con gli occhi stralunati e un sorriso esasperato
-Esatto! Che credevi, che
bastassero un cip e un paio di baci per addomesticarmi? Sono un vampiro,
vampiro uguale cattivone, cacciatrice! Ben venuta sulla bocca dell’inferno!-
rimasero immobili nelle
rispettive posizioni, in assoluto silenzio, guardandosi come se volessero
incenerirsi.
-Già sei cattivo… grazie per avermelo ricordato!!- sbottò infine lei, mentre le lacrime
di rabbia cominciavano a premerle sugli occhi.
-Figurati, se non sbaglio ieri
notte ti era perfettamente chiaro!-
a quel punto Willow aguzzò le
orecchie, ansiosa di venire a conoscenza del punto cruciale della faccenda;
ovviamente gli altri due la ignoravano completamente, continuando a strillare
come aquile l’uno contro l’altra, se avessero avuto davvero rostri affilati forse si sarebbero già
presi a beccate. L’unica cosa che
inquietava Willow era il fatto che Spike non stesse più tenendo d’occhio la strada.
-Che vorresti dire!?- oh
cominciava a sentire tutta la rabbia gorgogliare in sé, come lava in eruzione.
-Lo sai benissimo! Ieri non ti è importato
tanto che io fossi un demone, finché si è trattato di compiacerti! Poi quando
si è caduti su discorsi seri tipo il reciproco rispetto, un possibile…sentimento… allora no! Il demone
è tornato prepotentemente a galla!-
-Cosa stai insinuando?- gridò
lei, la rabbia che lentamente risaliva il suo stomaco e si incendiava nell’esofago.
-Mi sono sentito usato Buffy!! Ma
forse sei troppo cieca per accorgertene!!- con un movimento rabbioso portò la macchina
sulla corsia di sorpasso e superò velocissimo le altre poche auto. Willow
cominciò a temere se non altro per la sua vita, diavolo preferiva arrivare
intera da Oz piuttosto che sentire il resto della storia e non raggiungerlo
mai!!
-Oho senti mister-faccia-tosta!
Ma che è successo ai tuoi neuroni? L’acqua
ossigenata se li è corrosi? Qui la persona usata sono io! Stamattina non mi hai
nemmeno parlato, mi hai abbandonato nel cuore della notte e ti sei tirato
indietro dopo aver incontrato una minima difficoltà! Se tenevi davvero a me
avresti combattuto!!- la rabbia finalmente eruttò dalla sua bocca, avrebbe
potuto benissimo incarnare un drago sputa fuoco.
-Non ho intenzione di combattere
per chi non mi ritiene degno di sé!!!- imprecò Spike, cercando una sigaretta e
rovesciando l’intero pacchetto.
Dopo un fiume di bestemmie ne raccolse una, avrebbe potuto anche accenderla con
lo sguardo. La mise però solo in bocca, senza fumarla.
-Nessuno ti ha chiesto di
farlo!!- gridò lei.
-Bene!-
-Perfetto!-
-Piùcheperfetto!-
un profondissimo silenzio calò
nell’abitacolo, diventato troppo angusto per tutti e tre.
L’unica cosa confortante, rifletté Willow, era che la
macchina tendeva ad andare ad una velocità stabile, sui cento km all’ora, senza sbandare da nessuna parte.
La sigaretta di Spike intanto
fumava velocemente, corrodendosi senza sforzo, mentre il suo proprietario
manteneva un’aria così iraconda da
terrorizzare qualunque camionista che si ponesse al suo fianco.
Willow era addoloratissima,
addoloratissima di vedere Buffy così rigida, curva ed arrabbiata da
assomigliare ad una tartaruga bicentenaria delle Galapagos. Era addoloratissima
di scoprire come Spike si sentisse e ancor più di scoprire che era stata la sua
amica a ridurlo così. Era addolorata di essere testimone di quel litigio, era
addolorata per l’aria spessa come
burro.
Ma non riusciva più a
trattenersi, proprio non poteva, pur essendo adulta e vaccinata. Doveva dirlo,
loro dovevano saperlo prima che fosse troppo tardi…
-Spike…potresti fermarti alla prossima area di servizio…? Dovrei andare in bagno…-
La macchina si fermò con una
sgommata nel parcheggio di un Autogrill, demolendo il cartello di benvenuto.
All’occhiataccia indispettita di Buffy fu risposto con
una scrollata di spalle, ormai
Willow cercò, con molta
compostezza, di precipitarsi verso il bagno più vicino, chiedendosi per quale
sorta di sadico motivo, le toilettes erano nascoste negli anfratti più oscuri.
Scorrazzando come un folle nell’intricato labirinto
di scaffali con grappe e prosciutti del posto, pregò che i suoi compagni di
viaggio non di prendessero a forchettate nel breve momento in cui si
allontanava, sarebbe stato davvero imbarazzante portare via un vampiro e una
cacciatrice in piena zuffa, con qualche resto di patata arrosto per i capelli,
sempre che a quell’ora le patate fossero
già pronte.
Buffy entrò nel locale con l’umore nero che avrebbe fatto tanto invidia al puffo brontolone. Davvero
si chiedeva che diavolo di cervello potesse avere quell’idiota, rincretinito, imbecille, sexy... ”EHM! CONTEGNO razza di arrapata fanciulla!!” ...di Spike.
Cercò con gli occhi una cosa
qualsiasi da strizzare “e niente doppi sensi,
ho la mente abbastanza fusa per oggi...” e uccidere magari anche pestarla, saltarle sopra più volte con i piedi
come se si fosse trattato di una tarantola, e magari anche sputarle addosso,
sottolineando il disprezzo con insulti sanguinosi. Improvvisamente notò che la
sua mano aveva ridotto ad un moncherino il metallo delle porte girevoli, e a
giudicare dallo sguardo truce che le stava lanciando, al direttore non piaceva
per nulla.
“è il caso di darsi una calmata,
Miss-rabbia-e-distruggi!!”
respirò profondamente, non era
quello che si faceva quando una voglia incontrollabile di sfasciare tutto ti
prende? Ebbene, sentiva che era il caso di mettere in atto questo antico
rimedio della nonna, sinceramente anche se fosse stato di un serial-killer lo
avrebbe fatto lo stesso. Tanto per non essere etichettata come una pazza
violenta ed essere portata in manicomio, dove Spike sarebbe venuto a
salvarla... cosa molto umiliante.
Adocchiò il locale bar, un buon
caffè avrebbe acquietato i roventi spiriti e un panino farcito avrebbe dato
sfogo alle mascelle, in quel momento, cacciatrice o meno, avrebbe volentieri
morso qualcuno.
Guardò Spike entrare dietro di lei
con aria truce, ma senza perdere lo spirito spavaldo e sicuro di sé. Le fece un’immensa rabbia. Quel platinastro da strapazzo con geni Snooopieschi era
certo che lei sarebbe stata lì per lui, sempre e subito. Guardò il barista,
alto, bruno, carino. Era ora di togliere quei due maledetti avverbi dalla testa
bacata del vampiro.
Spike entrò nel locale, con la
voglia insana di sfogare la sua fame e frustrazione sul collo del primo
innocente che gli fosse venuto a tiro. Un uomo con un’insana passione per hamburger e birra gli passò davanti. “va bene, se è possibile preferisco scegliere!”
Quella piccola stupida,
smidollata, infantile, bellissima, eccitante... “Cerchiamo di stare buoni là sotto!!”... sottospecie di soldatessa con sani principi l stava facendo uscire
di testa! E la rabbia andava sfogata per Dio! Non poteva tenersela dentro. Una
voglia profonda e violenta si spaccare un muro lo colse. Guardò in basso. Stava
stritolando il maniglione della porta, causandogli l’aspetto di un ferro cotto a 400°.
Il direttore lo guardò in modo truce. Spike ringhiò come un leone incazzato e l’uomo perse la sua aria burbera. Che cosa succedeva agli adolescenti
durante l’estate? Gli ormoni li
pompavano facendoli diventare piccoli Hulk?
Spike si guardò intorno, non per
trovare Buffy, assolutamente, per controllare che non ci fossero pericoli
per... per la rossa, ma certo, per lei! Chissà cosa poteva saltar fuori da
quelle deformate pallide imitazioni di lasagne...
I suoi occhi blu indugiarono su una
specie di piovra in calore attaccata al banco bar, guardò oltre per un secondo
e poi riportò subito gli occhi sul mollusco. Era la sua Buffy! “ahem l’aggettivo possessivo
non dovrebbe comparire nella tua frase...” “oh al diavolo!”
Era generosamente sporta sul
cristallo, donando all’ignaro e contento
barista un’abbondante vista del
suo amorevole petto. “il MIO amorevole
petto!”
Con il piede si accarezzava
ingenuamente ed altrettanto sensualmente un polpaccio, lasciando la gonna
libera di alzarsi per un po’. Spike vide
letteralmente rosso. Quella specie di alga menomata del barista stava per
svenirle in grembo, era un miracolo se una lunga lingua gocciolante di saliva
non stava pendendo dalla sua insulsa bocca. “Buffy...mia...lingua...solo
Senza nemmeno rendersene conto si
era avvicinato al banco e a quanto pareva dagli sguardi degli altri commessi,
assomigliava ad un diavolo sputato dall’inferno. Solo il mammalucco non se n’era accorto... parlava ancora con
-E quindi mi dicevi Derek?- “bloody hell come fa a chiamarsi Derek? Cos’è il cugino finocchio di Dowson?”
-Oh sì, bè sai qui lavoro duro,
sono una specie di braccio destro del direttore..- “ti faccio vedere io cosa succede al tuo braccio destro!”
-Ihihih davvero? Immagino che
preparerai i panini benissimo- “hey nonna papera
smettila o ti stampo una crostata in faccia!”
-Sai...è che sono vecchio del
mestiere...- “ti faccio invecchiare
io tutto in un colpo, razza di mollusco!”
-Si vede, il mio Capri l’hai fatto in meno di un secondo, fantastico... mi piacerebbe vederti all’opera di nuovo..le tue mani devono essere perfette...- “dico cos’è la fiera del
porno-in-pubblico?”
-Oh...stacco tra un’ora...se vuoi ti faccio vedere qualcosa...- “Il tuo culo dolorante in mezzo all’autostrada, ecco quello che vedrai!!”
-Buffy! Fortuna che ti ho
trovata, vieni l’infermiera Willow ti
sta cercando dappertutto...mi scusi se le ha dato fastidio!- esordì Spike,
prendendo per un braccio la cacciatrice e trascinandola via dagli occhi
famelici del ragazzo.
-Co-come?-
-Oh ma chissà che le ha
raccontato...su su Buffy tesoro, vai da Willow che ti mettiamo la
camicia..quella bianca che ti piace tanto... vede è malata, una grave forma di
ninfomania violenta, tende a rendere...come posso dire...meno virili quelli con
cui va....- il ragazzo si allontanò di scatto da tutti e due, brandendo un
panino a mo’ di arma. Buffy era
scioccata e sembrava incapace di reagire, fissava Spike imbambolata e questo
sosteneva la testi del vampiro.
-Vede? Basta che ci sia una
maschio vicino, dio solo sa quante a volte a cercato di..capisce, ma io sono
immune al suo fascino, del resto sono il suo guardiano!- Spike stava ghignando
internamente come un matto.
-Gua-guardiano?- lo smidollato
sembrava veramente impressionato, avrebbe dato la sua De Soto per fargli una
fotografia.
-Ma certo, purtroppo dobbiamo
sorvegliarla, seduce ogni guardia di sesso maschile..e a volte femminile,
abbiamo provato anche con..omosessuali capisce? Ma è un mostro, penso che
convertirebbe anche Elthon Jon... quindi io faccio il suo guardiano, ormai sto
con lei da così tanto tempo che mi fa una certa pena, ma questo non mi
impedisce di proteggermi dai coltelli...-
-Co-coltelli!?-
-Sì!! Non sa che ne ruba in
continuazione? Guardi una volta ha addirittura aggredito la sua infermiera...
lei non capisce, quando si parla della sua condizione sembra fuggire dal
mondo...ora ci scusi ma dobbiamo proprio andare..- e detto questo trascinò via
la scioccata Buffy, lasciando il piccolo verme con la mascella venti centimetri
più lunga.
[WIP]