Fanfiction ospitata per gentile concessione del Bloodylove in attesa di riuscire a rintracciare l'autrice.

 

 

DUE SOLITUDINI

Di Trinity

 

Ringrazio Raffa che tiene in vita il sogno.

Chiedo scusa a T. Sclavi e S. Bonelli per avere rapito la loro creatura. State tranquilli, sarà in buona compagnia !

Questa prima parte non fa che accennare alle creature di J. Whedon e WB .

Pero è solo l’introduzione a :

 

 

Due solitudini Trinity

- Prima parte

 

La strada era quasi buia. Le fievole luci dei lampioni non facevano che regalare consistenza alla fitta nebbia che soffocava le triste serate della città.

Dylan era di quelli che amavano l’atmosfera irreale della stagione fine autunnale cosi tipicamente londinese.

 

 

Eccola qua, finalmente, la casa che fino al secolo scorso apparteneva ancora alla sua famiglia, modesta, un poco trasandata ma cosi autentica e cosi suggestiva, avvolta nella bruma.

Era la prima volta che cercava qualcosa che lo riguardava personalmente e si pentiva quasi non avere mai preso il tempo di percorrere la sua strada a ritroso.

Conosceva molto bene la ragazza dell’agenzia e non aveva fatto fatica ad ottenere le chiavi. Le aveva detto di essere interessato alla casa, ma di volerla vedere da solo. In realtà, non era del tutto un pretesto. Cercava degli indizi ma il fatto di saperla alla merce di un qualunque acquirente lo faceva sentire un traditore… un alloggio, lo aveva già, e soldi, ne aveva pochi…

Comunque, per il momento era lì, ed esitava ad entrare. Quello che lo preoccupava di più, era di non trovare niente. Nessun segno dei suoi avi. Nessun’indicazione sul mistero del suo passato.

 

Entrò finalmente. La casa era disabitata da poco; odorava ancora di cucina e di bucato. Polvere e ragnatele non si erano ancora impossessati dei rari mobili restanti e delle grosse travi di legno a sostegno di soffitti di gesso modestamente decorati. Sui muri una tappezzeria sbiadita ma senza strappi conferiva all’insieme un calore intimo. Dylan si sentiva a casa. Aveva gusti diversi, e il suo appartamento bianco dal arredamento moderno ne testimoniava, ma avrebbe tenuto tutto cosi, se per caso avesse deciso.… utopia ! Non poteva pensare di farsi trascinare da una nostalgia appena nata. Domani, a mente fredda, avrebbe avuto una altra visione delle cose.

 

Ispezionò ogni stanza, dalla cucina, la sala da pranza e il salottino al pianterreno, alle stanze da letto e il bagno del primo piano. Le poche cose rimanenti non erano di nessun interesse. In soffitta, invece, trovò un mobiletto senza valore ma di fattura sicuramente datata. Poteva essere lì dai tempi della bis forse bis bis nonna e si affrettò ad aprirne i sportellini sgangherati.

Conteneva un libro di fiabe, scritto a caratteri antichi e imponenti, qualche nastri di stoffa scolorita e un biglietto ingiallito e illeggibile. Intascò il tutto sperando di potere ottenerne di più dopo un’analisi accurata.

La scala che portava dal pianterreno alla cantina era malandata e il locale sotterraneo era probabilmente rimasto in disuso per molto tempo a giudicarne dallo stato dei gradini e dalla terra grigia che ricopriva copiosamente il suolo e i ripiani delle nicchie.

Sarebbe uscito da questa perlustrazione conciato come uno spazza-camini, ma se c’era qualcosa da scoprire, il luogo era ideale !

Radunò i pochi oggetti raccolti qua e là, pezzi di carta, attrezzi vari, occhiali rotti, un busta contenente una cartolina. Magro bottino, ma doveva accontentarsi.

Avrebbe esaminare il tutto nel suo studio dove oltre alle sue comodità, c’erano gli strumenti necessari come lente d’ingrandimento, lampade potente e laboratorio chimico “fai da te”.

Fece durare il sospens prendendo il tempo di cambiarsi e di servirsi un bicchiere di scotch, poi il suo sguardo si perse nella notte oltre alla finestra. Era ora di bilancio.

Non aveva un gran passato, anzi, era praticamente nato adulto. L’incidente avvenuto una dozzina di anni fa aveva cancellato tutto. Sapeva di essere stato trovato appeso ad una roccia sostenuto dalle corde d’un parapendio, con diverse fratture agli arti e una commozione cerebrale le cui conseguenze furono l’amnesia totale e permanente.

Era senza documenti e risultava totalmente sconosciuto a chiunque fino a qualche settimane fa, quando un impiegato della banca dove era venuto ad incassare un assegno gli era quasi saltato in braccia, chiamandolo Stephan. Si erano ritrovati a pranzo e dopo avere interrogato sfrenatamente il vecchio nuovo amico, Dylan conobbe la sua reale identità. Non seppe niente della sua infanzia perché il conoscente lo frequentava da poco prima della sua scomparsa, ma ebbe la conferma di essere un londinese sradicato che veniva saltuariamente in città. Era taciturno e solitario, e in questo, non era cambiato, non sembrava aver famiglia e questo Conrad non l’aveva mai visto accompagnato. Avevano simpatizzato allora davanti a un video gioco, ma il rapporto era limitato a qualche birre bevute insieme in locali della periferia. Poi era sparito.

Le informazioni erano poche, ma aveva finalmente un cognome suo e si affrettò a consultare l’anagrafe. Scoprì che sua madre era sola e che morì di leucemia quando lui aveva solo otto anni. Uscì del orfanotrofio Gallese a cui era stato affidato a maggior età.

Evidentemente, a conti fatti, poco prima che sopravenne l’incidente.

Aveva 32 anni, ormai era una certezza.

Si cercò dei parenti. L’ultima in vita era stata sua madre, poi lui.

L’attesa era durata abbastanza ed incominciò l’esame delle “reliquie” dando priorità d’istinto alla busta. Estrasse il cartoncino contenuto. Si trattava di un ritratto a china che lo lasciò sbalordito. Questo viso lungo e magro, il naso leggermente aquilino, il designo della bocca, dei occhi e la mascella volitiva…. Ad eccezione della capigliatura, si trovava di fronte a se stesso. Piegò lo stello della lampada per dare più luce alla scoperta….

L’assomiglianza era indubbia.

La scritta sul retro era ancora leggibile :

 

“il mio caro figlio William a raggiunto suo padre nei cieli, pace alla sua splendida anima”

 

Margareth

 

Nessuna data ma sarebbe stato facile avere più dettagli consultando gli archivi.

Si rimise al lavoro interessandosi ai pezzi di carte. Li spolverò e selezionò quelli che portavano scritti, non molto leggibili, ma lui era l’investigatore dell’impossibile e avrebbe rimediato.

La notte non fu del tutto infruttuosa. Dopo i vari trattamenti effettuati per dare contorni più precisi ai caratteri e avere ricomposto come un puzzle un foglio quasi intero, passò alla decifrazione del testo. Non era molto comprensibile. La lettura era difficoltosa perché mancavano dei rammenti e i passaggi completi sembravano essere stati buttati lì con estremo turbamento :

 

 

….impossibile dimenticare un figlio e …. come lui, di cui avevo bisogno …il suo affetto, le sue attenzione…… la vita non mi darà più niente ……appare cosi reale nei miei sogni …. Ho trovato ancora un po’ di soldi sul comodino……

e lui ne sono certa. Mi prendono per matta ma………….come immaginavo, Ia sua povera bara era vuota….. …..

il corpo dissanguato di William….. sopravissuto alla morte…….. mi aiuta ancora ma si nasconde. Non ….

 

Ecco tutto.

 

Questo biglietto era stato senz’altro scritto dalla madre di William, Margareth, che, impazzita dal dolore, confondeva il sogno con la realtà. Ma parlava di soldi sul comodino e di una bara vuota… Qualche scherzo di cattivo gusto, o c’era del altro ?

Dylan si scontrava spesso con casi più strampalati di questo e sapeva che la realtà è spesso troppo irreale per essere accettata. Lui non si era mai fermato davanti a niente. Questa volta il mistero lo riguardava da vicino…. E sarebbe andato in fondo.

 

Era già mattina; si sentiva distrutto ma era urgente andare a frugare negli archivi del municipio e dei vari giornali già esistenti nella seconda metà del ottocento.

Margareth, aveva un altro figlio Robert, trasferito in India con moglie e figlio.

Dylan si scoprì discendente di Robert, morte all’estero, e bis nonno di sua madre.

Non trovò niente riguardando la morte di William, ma lesse di numerosi casi di decessi ed inquietanti risurrezioni in corrispondenza al periodo. Ripensando al corpo dissanguato descritto dalla madre, alla bara vuota e all’eventuale riapparizione di William, ci mise poco a considerare una terribile eventualità.

L‘esistenza dei vampiri non era un novità per lui che aveva avuto a che fare con loro in una inchiesta di qualche tempo prima.

Se William avesse fatto questa fine, poteva essere ancora al mondo, e questo significava che, anche se demoniaco, Dylan aveva forse un parente da qualche parte .

 

Conosceva tutte o quasi tutte le organizzazioni che combattevano i pericolosi esseri delle tenebre. Se c’era qualcosa da scoprire, nessuno meglio di loro avrebbe potuto aiutarlo.

I più afferrati e attendibili erano sicuramente quelli del Consiglio degli Osservatori per chi gli era successo di lavorare qualche volte, anni prima.

 

Non fu facile ottenere un colloquio. Erano in assemblea straordinaria e Stefan alias Dylan dovete imporsi inventando un pericolo imminente.

Non fu ricevuto dal capo, ma per lui, qualunque membro andava bene considerando la preparazione che richiedeva l’incarico in questa fantastica organizzazione.

Aveva con se tutte le informazioni che aveva raccolto. Dalle generalità, al ritratto e lo scritto ricomposto.

Non si aspettava di sicuro che il pro pro-zio di sua madre fosse, non solo cosi famoso, ma anche cosi speciale.

Eravamo proprio distanti del William appena conosciuto. Risultava essere stato un terribile elemento. Avventuriere e forte al punte di avere ucciso oltre a una quantità incalcolabile d’innocenti, due cacciatrice. Dylan sapeva cosa voleva dire. La cacciatrice era una prescelta praticamente indistruttibile, e due, voleva dire che l’avo era particolarmente pericoloso.

L’informatrice l’aveva anche incontrato e non poté fare ameno di notare l’incredibile assomiglianza. Dylan fu costretto a rivelare il legame di parentela appena scoperto e cosi fu più facile spiegare il perché della sua ricerca.

Rintracciarlo? Nessun problema.

-Spike, perché è cosi che si fa chiamare da quando è vampiro, risiede nel cimitero di Sunnydale , una cittadina della California, dove si è aggregato a un gruppetto guidato da un osservatore e l’attuale cacciatrice.

-Si, ha capito bene, Mr Dog, il suo incredibile antenato è diventato una specie di giustiziere, un po’ come lei, in più manesco. Ha anche smesso di sorprenderci; non sappiamo com’è tutto questo è avvenuto ma il nostro incaricato sul posto ne parla con un certo rispetto….quasi… affetto…

Queste stranezze non fecero che accrescere la curiosità di Dylan.

-non so che dire! La vostra autorevolezza è senza pari, ma da lì ad immaginare che sarei uscito da qui con delle informazioni cosi risolutive !

Consideratemi il vostro eterno debitore. Non so come ringraziarVi. Spero di averne l’occasione quanto prima.

-La donna sorrise e si alzò. E stato facile, Mr Dog.

Arrivederci e….. buon viaggio ! ah, le consiglio di rivolgersi al nostro Ruppert Giles. Trovarlo è semplice. Magic shop. Una bottega dove si troverà suo aggio, Mr D.

 

Dylan non intraprendeva mai lunghi viaggi. Le sue occupazioni non lo permettevano e poi, aveva poca voglia di volare.

Volare…. Doveva essere stato una passione prima del incidente ma gli aveva lasciato il segno !!

La sua specialità era il viaggio negli incubi degli altri, a volte, anche nei suoi.

Ma adesso l’impazienza e la posta in gioco erano tali da precipitarsi in aeroporto e prenotarsi sul primo volo per Los Angeles. Avrebbe trovato là un mezzo per Sunnydale.

Preparò un borsone con le solite camicie rosse e due paia di jeans, un po’ di biancheria, spazzolino e via. Il suo caro e fantasioso collaboratore avrebbe badato ai suoi affari londinesi.

 

L’aereo è un mezzo rapido e comodo, e quando si ha la testa piena di pensieri, non si fa caso al immenso strato di vuoto che separa la propria poltrona dalla terra ferma e dal oceano.

Si fermò una notte a L.A., l’ultimo bus per Sunnydale era partito poco prima.

 

Non era preoccupato. L’ignote, questa volta, gli procurava delle emozioni piacevole e, malgrado l’agitazione dormì tutta la sua notte. Si alzò in tempo per una lunga doccia. Non fece collazione. Infilò la sua giacca nera e si diresse alla fermata. L’autobus arrivò quasi immediatamente. Il suo stato fibrillazione gli impedì di godersi il paesaggio o di prestare attenzione agli altri passeggeri.

 

“benvenuto a Sunnydale”! chissà?

 

Sunnydale, una cittadina californiana come un’altra, luminosa, ordinata, senza building, senza cani randagi, senza misteri ? allora perché un osservatore, una cacciatrice ?

 

 

Segue….. tra poco

 

Due solitudini

- parte II

 

Valgono meglio di una….

 

 

“Magic Box”: ci sono quasi tutti, questa mattina, eccetto, Xander che lavora, e Spike la cui natura prediliga l’ombra, anche se, ultimamente, il suo ritiro spirituale lo tiene lontano dalla gang il più possibile, indipendentemente del giorno e la notte.

Ce la mette tutta per accontentarsi dell’amicizia della ragazza che occupa da troppo tempo tutto lo spazio disponibile nella sua scatola cranica e la sua gabbia toracica.

Un po’ di concentrazione e di solitudine potrebbero aiutarlo ad accettare il suo ruolo di amico affidato e perché non, a finire con apprezzarlo.

Non ritiene giusto sottrarsi al pericolo, e adesso che sta meglio, si rende comunque disponibile quando occorre.

Evita semplicemente di stare troppo tempo vicino a Buffy.

 

Le ragazze, Anya, Willow, Buffy e Dawn circondano Giles, che, come al suo solito, dà il suo erudito contributo consultando vecchi tomi, rilegati con antiche stoffe o pelli scolorite sinistramente intitolati con simboli inquietanti e contenenti testi artisticamente manoscritti e figure mostruosamente difformi e spaventosi.

L’oggetto delle ricerche rimane da troppo tempo il “Primo” e i suoi infiniti poteri.

Trovare uno spiraglio di vulnerabilità da sfruttare per colpirlo definitivamente è diventato un ossessione giustificato visto che Lui, il Male, conosce le fragilità del nemico, il che rende la lotta lontana di un qualunque equilibro.

Forza, magia e soprattutto coraggio e tenace da combinare assieme per un barlume di speranza !

Per il momento, si è giocato al gatto e il toppo. E sono loro, incaricati dalla salvaguardia dell’umanità, ad essere costretti al ruolo del toppo.

 

Assorti nello studio, sentirono appena il carillon della porta della bottega.

Anya, sempre attenta agli interessi della cassa, si alzò di botto, aggiustandosi la capigliatura e lisciandosi la gonna di jersey per accogliere l’eventuale acquirente.

La sentirono salutare con la solita cordialità mercantile, poi, più niente… il silenzio durò un abbondante minuto prima che la ragazza si precipitasse nel retro con un espressione di stupore sufficientemente eloquente per fare sobbalzare Giles .

I sguardi andarono di riflesso verso il nuovo entrato. Sembrava un individuo del tutto normale. Giovane, snello, capelli neri, giacca nera, camicia rossa, piuttosto bello, da quanto si poteva vedere da lì.

Giles si avvinò al estraneo con sicurezza, ma rimase impietrito a sua volta.

Il giovane sorrise divertito, tese una mano a Giles e interrupe il silenzio.

-Mr Giles? Ruppert Giles ?

non avendo ottenuto nessuna risposta proseguì tranquillamente e senza inutili preamboli.

-Buongiorno,Mi chiamo Dylan Dog. Sono stato indirizzato a Lei dal Consiglio degli Osservatori

-Ho scoperto da pochissimo che ho un parente, l’unico ancora in vita, per modo di dire, e che questo parente è qui, a Sunnydale. Arrivo da Londra per conoscerlo. Sono sicuro che ha capito di chi si tratta, lo indovino dallo scompiglio che ho appena provocato .

Le sarei grato di aiutarmi ad incontrarlo.

 

 

Giles riprese a respirare e accettò la mano tesa dal cordiale interlocutore.

-Piacere, Mr Dog, ma quello che vedo è …pazzesco… e mi è faticoso razionalizzare. Se la persona a cui penso e quella che cercate, c’è del incredibile nelle vostre affermazioni.

Le tre ragazze si erano finalmente avvicinate, incuriosite. Willow e Dawn si consultarono dallo sguardo per poi passare assieme ad osservare la reazione di Buffy.

Dylan passò da un viso all’altro e si soffermò anche lui su quello sguardo verde, vivace, che lo scrutava con diffidenza . La ragazza era carina e dava l’impressione di essere piuttosto sveglia. Dylan respinse l’idea che fosse la cacciatrice. Era troppo esile e femminile … Sentì che lei aveva colto non solo l’assomiglianza ma anche le diversità. Evidentemente conosceva Spike meglio di tutti gli altri.

I suoi sesto e settimo sensi gli dicevano di più, quella ragazza aveva sicuramente dormito con il suo giovane avo. Si leggeva tutto lì, in questo sguardo quasi arrogante.

Giles intervenne con un timido:

-parente ? ma….. che grado di parentela, si oso…..

-pro-pro..pro zio .

-vedo….uhm, il suo parente…

Dylan sorrise

-Mr Giles. Il mio parente è un vampiro, lo so, e non ho nessuna problema. Il mio lavoro non è molto diverso dal vostro, chiamate pure il Consiglio per controllare.

-Dylan Dog, adesso mi sembra di aver sentito parlare di voi…. Incredibile l’assomiglianza, beh…. Il nostro Spike non poteva avere un parente banale. Forse gli farà piacere… sarà comunque una… sorpresa…..

No so che reazione avrà. Il suo … uhm…. zio ha un carattere… vivace e la lingua appuntita, anche se ha perso un po’ di grinta, ultimamente.

 

-Quando potrete portarmi da lui? Temo di essere invadente e forse non ho scelto il momento giusto per impormi, ma ho fretta di avvicinarlo. Prima di sapere…. Non avevo nessuno.

 

-Buffy accetterà senz’altro di accompagnarLa alla cripta, vero ?

 

La ragazza chiese allo sconosciuto di aspettarla fuori.

 

-Giles, come può fidarsi di questo uomo, ammettendo che sia umano, con un mutaforma in giro pronto a tutto per confonderci ?

Giles rifletté, ma Anya replicò prima di lui.

-se fosse il mutaforma , non assomiglierebbe a Spike…. sarebbe Spike, no?

Ma Giles aveva già il telefono in mano. Parlava a voce bassa. Quando riattaccò fece a tutti un rapido resoconto.

-ragazzi, questo signore è stato mandato qui dal Consiglio che garantisce per lui.

Io stesso, senza averlo mai conosciuto di persona, ho sentito parlare di lui. È una celebrità nel nostro ambiente, in Inghilterra: Dylan Dog “l’indagatore del incubo”. Spazia anche lui nelle varie dimensioni e, oltre a non sentirsi spaesato nel nostro covo, potrebbe anche esserci di aiuto.

Che i vampiri possano avere dei famigliari in giro è possibilissimo.

Essendo il nostro un po’ eccentrico, non poteva avere un discendente comune !

 

S’incamminarono in silenzio. Buffy era ancora molto dubbiosa, ma tutto in fondo, era felice di vedere l’amico con una buona scusa. Era chiaro che Spike aveva scelto l’isolamento provvisorio per liberarsi della sua ossessione per lei, ed era quasi conscia che questa decisione serviva a entrambi, ma questa occasione le avrebbe permesso di vederlo da un posto in seconda fila visto l’enormità della scoperta che lo riguardava cosi da vicino e che avrebbe cambiato la sua esistenza.

Spike meritava la felicità, e lei sperava con tutto il cuore che non fosse una beffa, una trappola fatale.

 

Bussò forte alla porta della cripta. Spike dormiva, disegnava o scriveva? Non si sapeva bene cosa facesse delle sue lunghe giornate solitarie.

Aprì, rimanendo nell’ombra, Buffy entrò trascinando il suo accompagnatore per la manica della giacca. Anche se Dylan avrebbe preferito essere annunciato, come la buone educazione impone, capì che la mossa era dettata da altre considerazioni.

Si trovò faccia a faccia con lui: un fisico scolpito da più di un secolo di risse e di fughe, un viso quasi identico al suo, perfino nel colore degli occhi, e dai tratti addolcito dal colore ossigenato dei capelli corti.

A cosi pochi giorni dalla scoperta della sua identità e del esistenza di un parente, lui, l’orfano smemorato, l’adulto collaudato a tutto le stranezze infernali ebbe una reazione incontrollabile. Cascò seduto a terra, e nascose le sue lacrime, le prime da sempre, nelle sue mani.

Spike si rivolse a Buffy nascondendo il suo imbarazzato ironizzando :

-mi hai portato il tuo psicologo di fiducia, o mi stai presentendo il tuo nuovo fidanzato. Spiegatevi velocemente perché non voglio perdermi la messa delle quattro.

 

Dylan si riprese da l’emozione e si rialzò quasi sorridendo. Buffy era ormai fiduciosa, questa scena era cosi autentica che senti il calore della felicità invaderla.

 

Chiese allegramente :

 

-Spike, ti presento Dylan. Lo riconosci?

 

-Sono quasi sicuro di non averlo mai visto, ma sai, benché io sia un tipo mondano, rimango molto sulle mie, posso averlo incontrato e no averlo notato.

 

-Spike, smettila! Da quanto tempo non ti vedi nello specchio? Da quanto tempo non hai più visto il tuo viso?

 

-Ne ho avuto l’occasione ultimamente, quando il mutaforma mi ha scimmiottato, ma ero troppo distratto per guardarmi attentamente. La prossima volta ci penserò, sarà un’ opportunità per portare qualche migliorie al mio look anche se ho sempre avuto un certo successo cosi come sono, anche senza vedermi.

 

-ecco la tua occasione, Narciso, guarda bene la tua faccia, ne ha ereditato il tuo pro pro pro nipote qui presente. Me ne vado, te lo lascio lì. È umano e emozionato, si capisce, ma non approfittarne, ho saputo da Giles che è un duro, e non sei un mistero per lui, la sa più lunga di noi tutti sui…

 

-Demoni …. Malvagi….?!

 

-si, ecc. arrivederci Mr. Dog. Ciao Spike

 

-ok, disse Dylan,

Avrei voluto presentarmi da me, ma non ho voluto interrompere questo scambio acido- romantico.

 

-Aspetta, disse Spike, tra lei e me c’è tanta amicizia. Mi ha salvato la pelle più volte e sa di potere contare su di me. Le nostre schermaglie ci rendono la vita meno pesante.

Chi dici di essere ?

Siediti, vuoi bere ?

 

Due bicchieri, li aveva.

 

Avevano da parlare di cose inattese per Spike, che guardava interessato il viso e gli occhi che dovevano essere come i suoi, lo diceva Buffy, era una garanzia. E poi, in effetti, gli tornavano lontani ricordi, e questi lineamenti non gli erano nuovi.

Ascoltava tutto con attenzione.

Dylan sentiva che gli credeva e che apprezzava quanto a lui quest’incontro. C’era, tra di loro, un ‘intimità innata. Forse perché le loro solitudini erano simili.

 

Spike raccontò i suoi trascorsi senza imbarazzo e Dylan non fece commenti scontati. Accettava tutto con l’apertura mentale di chi ha esperienza e consapevolezza.

William lo percepiva e apprezzava la comprensione del umano cosi preparato. Avere finalmente da contraccambiare affetto, senza doversi vergognare di essere se-stesso, scioglieva il suo malessere e, oltre a un inatteso entusiasma, era invaso da una sensazione di libertà infinita.

La narrazione dei precedenti di Dylan non gli lasciava dubbi. Era di fronte a un suo Parente, e un parente che lo voleva tale e quale, felice anche lui di aver semplicemente delle radici.

 

Dylan fu sorprese di apprendere che Buffy era proprio la cacciatrice, ma William la descrisse con tanta enfasi che capì che non si era sbagliato sul rapporto esistente tra loro e non poté fare a meno di domandare :

 

-ma, non avete meglio da fare, per alleggerire le tensioni del pericolo continuo, che scambiare battute simpatiche ? è cosi evidente che c’è del altro tra di voi.

 

-C’è stato, ma era complicato per non dire impossibile. La vita non ci vuole insieme, gli ostacoli sono insormontabili.

 

-Sei immortale, ma lei non. Dovrebbe approfittare di questa passione.

 

-non è solo passione, fratello, anche se il sesso mi sconvolge, non mi fa perdere la testa. Quando diventa indissociabile dal amore, e che ambedue ti sfuggono è una tortura. Sai cos’è peggio? È che sono sicuro di essere corrisposto ma che il filo sottile che ci separa ha la concretezza d’ un muro invalicabile. Quando ho cercato di sforzarlo, la disperazione mi ha spinto a tentare di violentarla. Non mi voleva più, ero sicuro del contrario e desideravo obbligarla a prenderne atto. In concreto, ho tentato di violentarla e basta.

Sono stato perdonato perché, in fondo, mi capisce.

Sto cercando di desistere…..non è facile…..

 

-ha qualche altro legame?

 

-per il momento, credo che non ci riesca. Non è facile neanche per lei.

Ma forse mi illudo per uscirne meno perdente.

 

-cacciatrice e vampire, non è cosi assurdo…..

 

-Lo penso anch’io, ma tu e io siamo un bel po’ fuori della realtà, Dylan.

Cambiò del tutto espressione:

saresti quindi il mio pro pro pro-nipote ?

-è cosi, ma, in teoria , sei più giovane di me di qualche anni. Saremmo più presentabili come cugini. Che ne dici ?

per Spike era uguale. Aveva qualcuno e non un qualunque qualcuno. Gli sarebbe piaciuto anche come semplice conoscente e ci avrebbero messo poco ad raggiungere una tale confidenza comunque, ne era certo.

 

 

Mentre Anya e Giles erano rimasti al negozio. gli altri si erano separati per vacare ognuno alle proprie occupazioni quotidiane.

Xander fu informato e rimase anche lui stupefatto e forse un po’ invidioso.

La curiosità lo spinse a fare visita al compagno di disavventura, accompagnato da Anya e Willow. Ma non c’era nessuno nella cripta. Era già tardi ed era comprensibile che i due fossero usciti.

 

Quella sera, al Bronze, allora che gli amici discutevano ancora del avvenimento, li videro entrare insieme.

Cosi accostati, erano meno simili, ma l’assomiglianza era comunque notevole. Dylan fu presentato a Xander, poi, il biondo e il moro andarono ad appartarsi. Era chiaro che avevano una gran voglia di confabulare.

Non si poteva non guardarli, cosi affiatati e allegri. Non si era mai visto Spike a un tale punto di spensieratezza e Buffy se ne risentì. I due uomini resi più seducenti dalla luminosità che la felicità regala al volto di chi la vive con intensità, erano il polo d’attrazione di tutte le ragazze del Bonze, Al primo accenno di “fake plastic trees” dei Radio Head, due di loro si avventurarono ad invitargli a ballare.

Dylan non era molto pratico e Spike non ne aveva voglia, ma la serata era speciale e le due coppie aprirono le danze.

Buffy odiava tutta la situazione e in particolare il parente inglese. Era ingiusto, lo sapeva, ma non riusciva a fingere l’indifferenza. Si congedò dagli amici con un pretesto qualunque e corse a casa colle mascelle strette, ripetendosi : “ è meglio cosi”.

Dylan notò la scena e apprezzò, mentre Spike stava spiegando a la sua bella compagna di lento, che il suo fratello era venuto da l’Inghilterra a fargli visita.

Fratello ? Spike non era bugiardo, ma il termine gli era uscito di bocca spontaneamente.

 

Segue……. Tra poco

 

Due solitudini

- Parte III

 

….lotta perpetua

 

Dylan aveva insisto per restare nella cripta…. Dormiva russando leggermente, senza che lo sguardo concentrato del congiunto turbasse la sua pace.

Il sonno rende infantile il volti di quelli che si amano. Anche se si erano accordato sul termine “cugino”, William l’aveva chiamato fratello e adesso lo guardava intenerito come si guarda un figlio.

Quest’ affetto profondo lo scombussolava. Voleva bene ad altre persone, ed era capace di amare una donna, nemmeno sua, in modo assoluto. Ma, in questo caso, era stato cosi semplice…. immediato e senza rischio. Quel uomo era venuto da lontano per volergli bene.

Per via del legame di parentela che esisteva tra di loro ?

O perché aveva bisogno di una prova inconfutabile della sua identità ?

Come lui, aveva vissuto fino adesso nell’incertezza.

 

Si conoscevano da ventiquattro ore e si appoggiavano già l’uno all’altro. Era piacevole, anzi , di più … era di sollievo a una vita vagabonda, senza riferimenti solidi.

Ventiquattro ore che avevano alleviato più di un secolo di azione tenebrose, di sensazione torbidi. Un’eternità di nulla : ecco come appariva a Spike la sua lunga esistenza senza luce.

C’era Buffy, ma il suo chiarore non dava stabilità. Anzi era un tormentone senza fine. Invece con Dylan era tutto diverso. Sarebbe andato via, prima o poi, ma non gli avrebbe tolto niente. Quello che era, era. Si sarebbero scritti, telefonati e si sarebbero visti ancora , perché questo non era niente altro che un inizio.

Doveva riconoscenza alla cacciatrice, che l’aveva inconsapevolmente attratto al punto di avere risvegliato, nel suo gelido corpo, il calore umano, più prezioso dell’anima, estasiante quando si chiama amore e confortante quando è affetto.

Il dolore non era stato inutile. Una dura prova il cui esito era uno slancio di vitalità inimmaginabile.

 

Quando Dylan si svegliò, William dormiva. Gli lasciò un biglietto con la promessa di tornare in mattinata e andò in albergo a cambiarsi. Poi premeditò un incontro “casuale” con Buffy, a qualche passi del Magic Box. Gli offrì un caffè.

Voleva sentirla per capire.

 

Lei gli disse con ironia, che la sua nomina l’aveva seguito dall’Inghilterra alla California, in quanto tutti possibili malintenzionati erano rimasti inattivi da quando Lui, l’indagatore del incubo, si era presentato a Sunnydale.

Rispose con un “Può darsi” che la ragazza interpretò subito come una presa in giro alla Spike.

Prese lui i redini della conversazione descrivendo la sua immensa gioia, la meravigliosa serata passata con William, da Willie, poi al Bronze. Le confidò anche di avere passato la notte nella cripta come se fosse stato un privilegio tutto suo.

Per completare l’abile provocazione, espresse il desiderio di portare William con lui a Londra. A dire il vero, ci pensava seriamente.

Buffy, al inizio, non gli desse soddisfazione. Diceva di trovare l’idea splendida, ma chiese cosa ne pensava l’interessato.

 

-Non ne ho ancora parlato con lui, volevo prima sapere dai suoi amici se il progetto era realizzabile.

Lo conoscete molto meglio di me. Ma credo che staremmo bene insieme.

Buffy non resisté a lungo, fece un enorme sforzo per nascondere il suo fastidio e dire, il più naturalmente possibile.

-Non credo che sia molto ragionevole illudere William. Penso che, con tutto il rispetto e l’affetto che provo… che proviamo per lui, rimane una creatura diverse, e farlo sentire il tuo simile potrebbe portarlo alle stelle. Il ritorno alla realtà lo trascinerebbe in depressione. Ha già sofferto molto, seviziato fisicamente dai demoni e torturato dal risveglio della sua coscienza. Le tue intenzioni, sono puri, Dylan, ma Spike rimane un vampiro, pentito, certo, ma pur sempre limitato dalla sua natura. Come potrebbe condurre una vita normale? Si nutre di sangue, teme il giorno.

 

-Se William non fosse un vampiro, non l’avrei conosciuto. Non l’avreste conosciuto neanche voi. Ma forse, vedete le cose diversamente. Gli volete bene per quello che è adesso, ma non è cosi indispensabile che ci sia stato e che ci sia ancora, come lo è per me. William, l’uomo, non avrebbe scorazzato il mondo per più di un secolo per finire tra voi, e le vostre vite non sarebbero state molto diverse senza di lui.

Non gli offro una vita cosi normale, anzi, sono sicuro che non sarà spaesato per niente, e, per quanto riguarda la sua dieta… niente di complicato.

 

Ho intenzione di comprare la casa dove è nato e dove la nostra famiglia ha vissuto fino al inizio del secolo scorso. I miei impegni sono quasi sempre notturni e passo quasi tutte le mie giornate a studiare i miei casi e a riposare a casa.

La gente che frequento non ha pregiudizi e le mie amiche impazziranno per lui.

 

Buffy ascoltava tutto, ma c’era una considerazione espressa di Dylan, che le rimaneva in testa, cosi mirata, cosi turbante, “non è cosi indispensabile che ci sia stato”, le vostre vite senza di lui non sarebbero ecc…

Sembrava che dare un colpo di gomma all’esistenza di Spike non avrebbe cambiato niente alla storia di Sunnydale e al vissuto dell’ ultima cacciatrice in carica; che quello che c’era stato non avesse avuto nessun senso, nessun utilità.

Non ci aveva mai pensato.

E se Spike non fosse esistito? Tutta questa vitaccia uguale …ma senza Spike.

Il primo Spike al ricevimento del collegio, Spike che l’aiuta a sconfiggere Angel, Spike e il suo spirito pungente, Spike innamorato, sincero, eccessivo. Spike l’unico a capirla

veramente, Spike che fa l’amore come nessuno, Spike che si sacrifica per lei, per Dawn.

Non può viverlo come vorrebbe, ma c’è stato, c’è . Le ha dato più di chiunque.

Non può urlare quanto è importante che ci sia stato.

Ma non può nemmeno impedirgli di essere felice, a casa sua, con un parente fatto su misura per lui, che ne ha bisogno quanto lui.

Dylan la lasciava spaziare nel silenzio. Non era entrato nel merito del loro rapporto, ma aveva fatto peggio ! ….

Si avviarono verso la bottega, lei frastornata e lui discretamente appagato della vittoria appena ottenuta.

 

L’interessava sapere qualcosa di più su questo Primo Male e sulle intenzioni.

Giles gli fece un rapido riepilogo, senza omettere il trattamento subito da Spike. Lo scopo era ovviamente la cacciatrice. Dylan ne dedusse mentalmente che colpire Spike era servito a colpire Buffy e che uno dei stratagemmi distruttori del Potente, che la sapeva lunga, era stato di divederli per indebolire la prescelta. Poteva significare molte cose.

Tornò alla cripta coi suoi appunti. Avrebbe voluto contribuire alla lotta, ma, non sapeva come muoversi. Poteva solo riflettere .

William stava riordinando la “stanza”, ma smise immediatamente per dedicarsi completamente al provvisorio convivente. Non era stato un sogno. Era qui, e aveva portato con se cibo e bevande. Aveva pensato a tutto, passando prima al mattatoio poi dal ortolano, perché anche lui aveva la sua dieta personale, era vegetariano, il postero. Una bottiglia di sangue fresco, di prima scelta per il biondo, erba e carote per il moro. Divertente…. Un salutista che si rifà con i super-alcolici !

 

Dylan tirò fuori dal suo borsone i tesori che si era dimenticato di esibire, il giorno primo, a testimonianza delle sue affermazioni, ma il clima di fiducia istantanea aveva reso inutile produrre le sue prove. Adesso, invece le proponeva a William con qualche commenti supplementari.

Il libro di favole non era stato suo o l’aveva dimenticato. Il ritratto con l’epitaffio firmato dalla madre lo rattristò. Ricordò che malgrado la malvagità appena acquisita, il dolce legame con Margareth era rimasto integro e che, fin quando rimase a Londra, passò a trovarla per baciare il suo sonno infelice e lasciarle qualche monete racimolate uccidendo di gusto. Prime contraddizioni… tutte sue…..

Gli occhiali, invece, li riconosceva, li aveva riportati lui, come per lasciare qualcosa di se a casa.

A casa… Dylan fece la sua proposta. La casa… non sapeva ancora come, ma l’avrebbe comprato, anzi, avrebbe chiamato la ragazza dell’agenzia per comunicarle la sua decisione . Spike ne era felice, e l’idea di tornarci con il parente per viverci quello che egli gli stava prospettando lo entusiasmava.

Il viaggio . Lo avrebbero organizzato al meglio.

Doveva pensarci un po’. C’era Buffy. Era un bene per lui allontanarsi definitivamente, ma la lasciava in pericolo, e, intimamente, nutriva ancora qualche speranza….

Ma Dylan era qua per una settimana…..e la proposta era troppo allietante per non dargli il peso che meritava.

 

 

Buffy aveva rinunciato ad andare al lavoro. In camera sua e in completa solitudine, poteva frugare nei suoi pensieri, a ruota libera. Spike se ne sarebbe andato, e non era affatto come se non ci fosse mai stato. Il pro pro pro-nipote non sapeva niente. Spike era un amico affidato di cui non si poteva fare a meno.

Spike, cancellato….. Era meglio per lui ? era meglio per lui.

Cos’era stato per lei ?

Un nemico stravagante. Un alleato da temere, un vampire acuto, divertente ! un impossibile arrogante. Un uomo innamorato senza stupidi pudori. Un amante incomprese ma efficace – questo pensiero la fece arrossire – un protettore devoto.

Lo aveva illuso e aveva provocato una scena violente, indimenticabile…… perdonata.

Lo capiva. Aveva amato, tanto amato Angel, cosi dolce, cosi maturo e ragionevole. Quante volte l’aveva sognato……

Quante volte aveva sognato Railey, un altro fallimento. Un’altra fuga da lei.

Non aveva mai sognato Spike, se non in azione di guerra. Questa faceva la differenza !

Non aveva un posto nei suoi sogni d’amore….

I sogni servono a fare rivivere i momenti intensi per goderseli nuovamente, e cosi ?

Dawn dice che il sogno è immaginazione e che abbellisce persone e situazioni.

 

“Ho paura di averne escluso Spike perché non c’è niente in lui da abbellire, da migliorare. Cosi com’è, è perfetto. Neanche il suo passato riesce più a guastare la sua personalità. Oh Spike, se non fossi quello che sei, e se non temesse il giudizio dei miei cari….

D’altra parte, come dice il tuo parente, se non fosse quello che sei, non esisteresti, “.

Impazzirò…

Dylan è una manifestazione del destino, e va bene cosi. Lasciamo che il destino segua il suo corso. Ho già troppo in testa………

 

 

La settimana di Dylan passò rendendolo testimone di qualche scaramucce con vampiri e connessi, qualche stranezze di Willow e caprici di Dawn. Spike e Buffy si incrociarono tre o quattro volte. Si sentiva un leggero freddo tra di loro.

Spike aveva quasi preso la sua decisione.

Una mattina delle ultime, sul tardi, Dylan uscì per assolvere un bisogno fisiologico, quasi di fronte alla porta del sinistro alloggio, Sul tronco della pianta scelta, scorse un simbolo scopito di fresco. Non molto originali ma intramontabili, i due cuori intrallazzati!

Uno diceva “Spike ama Buffy” e l’altro “Buffy ama Spike”.

Tornò in fretta nella cripta e ne uscì immediatamente con la sua macchina fotografica digitale. Fece il clic, e rientrò. Ingrandì l’immagine sul monitore del suo portatile e la mostrò a William.

Questo ultimo non rifletté a lungo.

-la cacciatrice riesce a essere vigliacca solo con me. Fa riconoscere la sua B, la sua S e anche la sua K, ma lascia un messaggio cosi forte, in modo che solo il caso me lo faccia scoprire. Ciò vuole dire che lascia tutto in mano al destino.

M’informa di quello che so già e questo significa che sta ancora a me decidere se continuare ad aspettare il suo buon volere, senza impegni da parte sua.

 

Ho deciso, Dylan, parto. Non servo più qua, anzi, considerando l’uso che fa di me il “First”, faccio un favore a tutta la comunità di Sunnydale e ne faccio un a me. Dimenticherò…

 

 

 

Segue….

 

Due solitudini

- Parte IV

 

ma non escludono niente.

 

Dylan e William si erano alternati alla guida della Dodge fino a New-York. Un viaggio lungo e straziante svoltosi unicamente di notte e intervallato da due sole soste in motel per riposare quando la luce del giorno ricordava allo zio d’America i propri limiti in materia di normalità.

Per l’Inglese, invece, nessuna stranezza, a parte a l’utilizzo della carreggiata destra. Anche lui guidava quasi sempre di notte, comunque; lo espresse a Spike che non finiva di godersi questa parentela cosi fortunata.

Dylan era forse l’unico umano al mondo che viveva con i ritmi di un vampiro e gravitava nei stessi ambienti, volendo escludere una certa ragazza da non nominare, nemmeno mentalmente, per non annuvolare questa inattesa felicità.

In quanto a Dylan, non si capacitava di quello che stava succedendo alla sua vita. Oltre al infinito piacere di non essere più il figlio di nessuno, aveva un congiunto da sogno. Forte, intelligente e ben disposto a condividere una vita improponibile a chi che sia. Insomma un abbinamento perfetto.

S’imbarcarono per l’isola del vecchio continente. Dylan aveva previsto tutto, dalla prenotazione di una cabina, allo sbarco a destino di sera sul tardi, per poter raggiungere Londra di notte e cosi andò. Dopo l’interminabile traversata, 12 giorni, passata a scambiare ricordi e raccontarsi episodi di vita molto simili a films dell’orrore, attraccarono a Plymouth, alle ore 21.40. Presero a noleggio un macchina ed ebbero perfino il tempo di passare davanti alla vecchia casa che fu l’unica cosa che William riconobbe della città.

 

 

Si leggeva il disorientamento sui volti dei ragazzi radunati al Magic Box. Non era cambiato niente; stesse ricerche, stessi fenomeni più o meno controllabili a secondo di chi le provocavano, dai soliti faciloni o dal Primo, ma c’era una grande vuoto e se ne risentivano tutti.

Per Buffy, era come vivere da statua, senza occhi ne orecchie. Non poteva neanche chiamare la sua implosione delusione. Se c’era da essere delusa, questa volta, era farina del suo sacco .

Era stata coerente fino in fondo, anche se quello che provava realmente per Spike era finalmente affiorato. Aveva tentato di comunicaglielo in un modo infantile, e troppo nascosto per farglielo scoprire, appositamente, per evitare che lui fraintendesse le sue intenzioni ancora confuse.

La sua menta roteava ossessivamente intorno a quella mattina, cosi vicina ma già lontana, in cui, invece di avere finalmente dimostrato coraggio e decisione entrando nella cripta e prendendo quello che era suo per tenerselo stretto, aveva scelto di giocare con il destino. Si sentiva un’oca e la sua stupidità l’aveva pagata. La pagava inghiottendo a fatica ogni suo respiro e sentendosi di nuovo come quando aveva perso sua madre, o quando Willow l’aveva riportata a una vita odiosa.

 

La giornata era incominciata all’ insegna delle bizzarrie del collaboratore di Dylan. Vide William e gli fece notare che avrebbe potuto scegliere di assomigliare a qualcuno di più bello e più ricco, che lui, modestamente, aveva optato per una celebrità del cinema e che cosi ne aveva ereditato il senso del umorismo e il colore bianco nero, cosi elegante e sempre di moda. In effetto, l’assomiglianza con Groucho Marx era tale da farlo sembrare ritagliato da una vecchia pellicola. Raccontò due barzellette i cui protagonisti erano ridicoli vampiri aggiungendoci un “senza offesa” che fu più divertente di tutto il resto per William.

Più tardi, venne un uomo con l’impermeabile strofinato. Altra sorpresa! Era un ispettore di polizia, amico di Dylan e veniva a parlare di un caso intricato, che secondo lui, rientrava nelle competenze del investigatore Dog più che nelle sue. Bevettero insieme. L’ispettore si dimostrò amabile con Spike e entusiasta all’idea che era arrivato un rinforzo cosi competente. Quel uomo sapeva tutto, ma non manifestava alcuna diffidenza. Dylan gli spiegò poi che Bloch aveva visto e vissuto cose talmente irrazionale, insieme a lui, che non si sorprendeva più di niente.

Per William , fu una rivelazione : in questo mondo da folli, lui non impressionava nessuno.

Le sorprese non finivano lì. La seguente colse al improvviso Dylan. Lesse il telegramma appena ricevuto e lo tese a William. Era un invito a presentarsi al Consiglio, loro due, la sera stessa.

Spike sbuffò. Era un primo segno di controllo perciò di diffidenza nei suoi confronti.

Invece non era cosi.

Furono ricevuti dalla Sig.ra che l’investigatore aveva incontrato un mesetto prima. Spike la riconobbe e sorrise, lei rispose con gentilezza. Poi si presentarono gli altri. Erano cinque, piuttosto giovani. Dopo l’attentato, che aveva risparmiati Miss Newton e Ruppert Giles e annientato tutti gli altri membri, era stata rimessa in piedi una squadra un po’ inventata…. Un po’ traballante.

Purtroppo, i maestri non avevano sostituti sufficientemente preparati da prendere i mano un’organizzazione che richiedeva un erudizione molto specializzata, completata da una efficienza fisica notevole. In teoria, erano quasi pronti, quello che mancava era l’esperienza. Conoscevano i libri, le arti marziali e l’uso delle armi antiche, ma non sapevano come risalire alle sorgenti, collegare gli avvenimenti o interpretare i segni nascosti nella vita quotidiana.

Giles era l’unico in grado di prendere il scettro, ma la situazione attuale a Sunnydale, di cui dipendeva le sorte del mondo, richiedeva il suo appoggio e la sua presenza fisica, però ebbe un’idea che gli avrebbe permesso di rimandare il suo ritorno in G.B. per l’inevitabile e doveroso incarico ereditato prematuramente

Ecco, quello che proponeva : Mr Dog, insieme a Spike ; l’esperienza e la competenza dei due, tradotte in atti e consulenze, in attesa della propria disponibilità

La congregazione aveva accolta il suggerimento come una manna del cielo.

 

William non aveva niente da perdere, anzi, questa nuova considerazione nei suoi confronti era lusinghiera e ridava lustro alla sua dignità.

Dylan colse l’opportunità per chiedere al tesoriere della potente e ricca associazione, di garantire per loro, presso la banca, per l’apertura di un credito che sarebbe servito a comprare la casa ambita.

 

Chiudersi un’altra volta….o reagire…. Ma come?

 

Buffy aveva tirato fuori il diario. Dopo i cuori scolpiti nella corteccia ecco che riprendeva a confidarsi con il giornale della sua adolescenza.

Fissò un appuntamento con se-stessa, dopo la caccia e se l’avesse aiutata a resistere, avrebbe proseguito con il rituale, tutte le notti.

 

 

Caro diario,

 

Quello che ho vissuto oggi, è la perfetta copia di quello che ho vissuto ieri e che vivrò domani, momenti grigi, pericoli scampati, combattimenti affrontati da automa e altri momenti grigi.

Ma com’è che questa pagina, pronta a ricevere le mie confidenze, mi lascia muta e mi svuota la testa?

Potrei sviscerarmi, potrei confidare qualunque pensieri, vai Buffy. In libertà!

Belle cose della vita:

amici, sorella…. Non vedo niente altro….

E Spike!

Si, un commento al giorno su Spike

Spike non mente mai…. Micca male per une inizio!… non mi sento meglio

 

 

Caro diario,

hanno capito tutti come mi sento, non riesco a recitare. Le notizie sono terrificante, per me. Sta bene con Dylan, sta bene a Londra.

Il Consiglio ha provveduto al chip. Ironia della sorte. Le alte autorità si fidano e non solo, ne è diventato un membro provvisorio e dà il suo contributo come “cacciatore” e consulente. Giles parla di successo totale della collaborazione tra i novellini dell’Organizzazione e la coppia esperta.

 

Spike non mi ha abbandonata, non si è dato alla fuga. Non mi ricorda nessun’altro, con lui ogni cosa era diversa.

Commento del giorno : Essere amato da Spike è come entrare in un tornado.

 

Non mi sento ne meglio ne peggio….

 

 

 

Caro diario.

 

Commento del giorno : Spike ha una pelle afrodisiaca.

No, oggi mi sento decisamente peggio.

Archivio il diario ; non mi serve a niente.

 

Finalmente senza chip, senza male di testa, con una stanza, la sua da sempre, nella sua vecchia casa, con il suo originale cugino. È passato un mese frenetico, tra investigazioni, azioni e giornate consumate a ripulire e arredare il nido ritrovati . Hanno dovuto attrezzare la cantina in palestra, dove Spike dovrà iniziare potenziali cacciatrice.

Quasi divertente !

Il cugino si dava da fare parecchio con le donne. Ne aveva presentate diverse al convivente e tutte molto carine e disponibile, ma lui non era pronto. Avrebbe dovuto farsi convincere e non gli piaceva . Era umiliante per loro, e non ne valeva la pena. Quando seppe di amare Buffy, dovete concentrarsi sul ricordo del suo viso, le sue forme e le sue movenze e costringere Armoni ad impersonarla per provare un eccitazione appena sufficiente confronto allo slancio di desiderio quasi violente che lo travolge , lo incendia quando tocca Buffy.

Può rendere qualunque donna felice al letto, ne ha la capacità, ma le sue esigenze personali rimangono insoddisfatte se i suoi desideri sono concentrati altrove. Per il momento almeno, il suoi sensi vivono ancora di vecchi ricordi.

 

È arrivato una busta da Londra. Contiene una cartoline con dei saluti per tutti e diverse foto rappresentando la famosa casa di famiglia, fuori e dentro. È cosi inglese che Giles fa fatica a nascondere la sua emozione. Sul retro di ogni stampa, c’è un commento di Dylan. I ragazzi si meravigliano di quanto hanno fatto i proprietario per personalizzare gli ambiente senza scombussolarne le caratteristiche cosi tipicamente britanniche.

Dawn esclama :

“Ecco la stanza di Spike, Dylan precisa che William si è rimpossessato della sua antica camera da letto. Ma guardate che buon gusto. Chi l’avrebbe immaginato, il nostro Spike, in un letto cosi confortevole in mezzo a questi rossi scuri e bianchi sgargianti !

Buffy vorrebbe evitare ma la tentazione è troppo forte. Aspetta che gli altri siano passati ad altro per prendere in mano le stampe e osservarne i minimi dettagli. Chiederebbe anche una lente d’ingrandimento, se osasse, per cercare una tracce di se, in questa stanza, che respirava la passionalità del suo creatore.

Apparentemente, niente. Ne un ritratto, una foto, un oggetto. Aveva lasciato tutto nella cripta, dove Buffy si appartava ogni tanto per mantenerla com’era, quando era vissuta.

Il suo sguardo si soffermò su un porta-foto, sul comodino. Non conteneva un ritratto, ed era impossibile distinguere cosa rappresentava l’immagine cosi vicina al capezzale del amico. Si infilò discretamente le fotografie in tasca, e corse a casa dove Dawn aveva una lente potente.

La lente non bastava e dovete aspettare la mattina seguente, al liceo, per effettuare un ingrandimento tramite scanner e computer. Non era molto pratica, ma l’intenso desiderio di saperne di più e di farlo da sola era tale, che dopo vari tentativi trovò il modo di rendere nitide l’immagine per scoprire che si trattava della foto di un pezzo di corteccia su cui una ragazzina della sua conoscenza aveva tracciato due cuori pieni di sentimenti immensi espressi con la semplicità di chi non ha altre parole.

Spike sapeva…..era partito lo stesso. Era troppo sottile per non essere stato infranto dal suo gesto sbagliato, da una resa a metà, vergognosamente nascosta.

Ma l’aveva conservato e gli dormiva vicino.

 

 

Era forse tardi per rimediare, ma doveva fare qualcosa, urgentemente a costo di uscirne perdente e umiliata.

 

 

Spike,

 

non ti chiedo notizie. So che sono buone e sono felice per te….

Non mi perderò in inutile strategie cretine e impensabili quando si tratta di te, e del tuo buon senso Per il messaggio sul albero, perdonami e perdonami per tutto il resto.

Se vuoi ancora sapere cosa sei per me, sono pronta ad esprimertelo.

Partirò da lontano, perché, a volte ho la sensazione che non accetti il mio lato puerile e superficiale.

Era deprimente amare un ochetta. Forse, sei finalmente riuscito a sbarazzarti di quel sentimento cosi male investito? sinceramente, spero di non.

 

I miei amori passati esibiti come tesoro, cosi estremi, cosi rimpianti. Lo sai, c’eri…

Questi amori sanno oramai di poco, di convinzioni quasi artificiale confronto a quello che ho nel cuore adesso.

 

Accettare quest’amore, il tuo, era come rinnegare gli altri e rinnegare me-stessa.

Oggi non riesco a ricordare perché.

Era cosi semplice farsi amare da te. Gli ostacoli, i rischi te ne riparlo adesso, per ricordarle a me stessa, per sentirmi meno assurda.

La sfiducia, diciamo che non siamo sempre stati dalla stessa parte, non siamo sempre stati grandi amici. Ricordi?

Volevi ammazzarmi, nei tempi! Siamo stati o no, preda e cacciatore l’uno dell’altra?

È stato il chip o l’amore ad averti fatto cambiare. Quanti interrogativi per una scervellata come me!

 

Ma non era facile amarti, Spike, non era facile lasciare che la tua foga decidesse per noi due quando avevo ancora ferite fresche e che la tua presenza non rappresentava altro che un quasi-fastidio.

Quando non eri nessuna cosa per me. Non perché non sei nessuno, questo non l’ho mai pensato, ma perché era inimmaginabile che la cacciatrice diventasse la donna di un’ammazza cacciatrice.

Come era grottesco il solo pensiero di un’attrazione tra di noi.

Tra di noi allora, solo odio e disprezzo.

 

Le tue dichiarazioni erano troppo viscerale per me Spike. Io sono figlia dei tempi moderni, dove la dignità e sinonimo di rigidezza; dove si piange di nascosto e si vive i sentimenti tirando il freno per paura del ridicolo.

Non dico che sei ridicolo, dico che sei talmente immediato e senza filtri che risulti teatrale, in un mondo dove l’ipocrisia alloggia anche nell’intimità.

Ma ho finito per crederci, non era ancora abbastanza per cedere, e lì ritorniamo alle mie definizioni.

 

Ho acquisito fiducia. E, se mi permetti, non era di seconda importanza…, non era ancora abbastanza per cedere.

Cosa mi hai dimostrato, Spike rischiando e soffrendo, proteggendomi e lottando? Di essere devoto coraggioso e al di sopra di ogni sospetto di calcolo ? questo e di più, ma riconosci che ti ho dimostrato di averlo capito ? non ho ceduto ancora, Spike, e non sai quanto me ne dispiace. Ti ho preso tutto e ti ho dato poco…

 

Sei un uomo facile, Spike, essere amata da te è un privilegio. Essere amata da te non nasconde niente, sei limpido e generoso.

Vorrei dirti che la tua pelle è un richiamo irresistibile e che averti vicino è inebriante. Se lo facessi sarei come te, sincera e spontanea.

 

 

Stammi bene

 

Buffy.

 

Dylan tese la lettera a William, con la tremenda voglia di leggerla insieme a lui. Ma fu ragionevole uscendo a dirittura da casa per scrollarsi di dosso ansia e curiosità.

Spike, dal canto suo, lesse il testo solo una volta e accartocciò il foglio con rabbia. Lo stato d’animo era giusto per rispondere subito.

 

 

 

Cara,

 

Che significa, questa litania, Miss tira e mola, non ho tempo da sprecare con labirinti di parole e pensieri sconclusionati.

Quale terreno stai tastando, cacciatrice, quello del nuovo Spike?

Non darti troppo da fare. Non è cambiato niente, no, diciamo che il Spike facile che conoscevi non ha fatto che peggiorare. Cosa ne pensi se ti dico che sono diventato di una semplicità sconcertante anche per me.

Te lo dimostro subito.

Se mi vuoi vincino e alla luce del giorno(si fa per dire).

Se vuoi un rapporto vero e continuo, il che significa condividere vita e letto, tutti giorni,come una coppia felice, senza nascondersi e senza vergogna,

Allora tornerò di corsa.

 

Stammi bene anche tu.

 

Fu Dawn a consegnare la lettera in provenienza da Londra. Buffy sorrise pensando che qualunque cose le avrebbe espressa, era stata scritte e imbucata probabilmente il giorno stesso del ricevimento della sua. Spike non giocava al misterioso e non creava sospens.

 

La lesse… poche righe…..

Due possibilità . lasciare passare qualche giorni o settimane e mandargli una cartolina di Sunnydale con i saluti e baci di tutti gli amici del Magic Box.

Rilesse, e si calmò.

 

 

Mentre preparava la cena incaricò Dawn di invitare Giles, Willow, Anya e Xander .

 

 

La lettera di Buffy arrivò a stretto giro di posta anche lei :

 

Caro

 

La presente per dirti :

 

ti voglio vicino, allalucedelgiornosifaperdire.

Voglio un rapporto vero e continuo, il che significa condividere vita e letto, tutti giorni, come una coppia felice, senza nascondersi e senza vergogna.

torna di corsa,

ti amo (spero che questa aggiunta non comprometta niente).

 

BS

 

 

Mentre gli amici di sempre avevano ascoltato Buffy in silenzio, capendo che la cena non era stata altro che una convocazione per comunicare la sua decisione e non una richiesta d’opinione, Giles aveva provato a fare ragionare Buffy. Non era il momento per le faccende sentimentali, che aveva capito da tempo che sarebbe finita cosi, ma che la situazione attuale imponeva precauzioni e concentrazione e che la presenza di Spike l’avrebbe distratta dai i suoi impegni.

Lei rispose che aveva sempre preso i suoi impegni con serietà e spirito di sacrificio e che le situazioni cosi dette “attuali” non avevano fatto altro che succedersi, senza tregua. La sua vita era a rischio e poteva fuggirle dalle mani senza avere conosciuto un po’ di felicità. Perciò, niente da fare, niente ragionevolezze, niente paternale. Sarebbe andata cosi. Spike stava per ricevere una lettera in questo senso e conoscendolo, non lo avrebbe fermato niente ne nessuno. Era sicura di lui, quanto di se-stessa.

 

Dopo una notte e una mattinata di riflessioni, l’Osservatore chiamò il Consiglio per preparare il terreno.

 

 

William aveva parlato della prima lettera della cacciatrice e della sua risposta laconica.

Le conseguenza potevano essere due :

1) un silenzio esplicito, cioè la conclusione definitiva di questo gioco massacrante.

2)il suo ritorno immediato a Sunnydale.

Quest’ultima possibilità era senz’appello. Avrebbe lasciato una esistenza che gli piaceva, con persone meravigliose. Si sarebbe allontanato da lui, il suo affezionato alter ego, con forti rimpianti, avrebbe rinunciato alla sua casa, alle sue nuove fonti di guadagno. Non voleva sembrare irriconoscente, ma non avrebbe potuto agire diversamente.

Dylan gli disse che capiva, che loro non si sarebbero mai persi,che sarebbe stato quasi felice per lui.

 

La risposta di Buffy arrivò, per una volta chiara e senza ambiguità.

 

Nel stesso tempo il Consiglio informava i due collaboratori che Ruppert Giles sarebbe arrivato in settimana per controllare i progressi fatti ed informagli di fatti nuovi.

Si richiedeva, però, che Dylan e Spike tornassero a Sunnydale in sostituzione del Osservatore.

L’idea piacque a Dylan. Accolse la proposta come una felice coincidenza per il cugino e un modo di posticipare in dolcezza la loro separazione.

William invece nutriva grossi dubbi sulla casualità di questo scambio, ma poteva solo rallegrarsene.

 

Miss Newton aveva dimostrato tutta la sua competenza prenotando loro un volo da Heathrow a New York, che tra orario di partenza, ore di volo e fuso orario permetteva di viaggiare completamente di notte, cosa impossibile da realizzare nel senso inverso di marcia.

Arrivarono in tempo a New-york per proseguire per Los Angeles, godendoci di nuovo il fuso orario per allungare la notte. Dopo una giornata di riposo meritato in un motel nei pressi di L.A., e siccome non c’erano corriere notturne per Sunnydale, Spike rifletté sull’opportunità di chiamare Angel per aver un passaggio in macchina, ma si sentì troppo vecchio e appagato per provocare l’ex-rivale, perciò chiamò Xander.

Alle 10 di sera, mentre Dylan e Xander cercavano di isolarsi dal sedile posteriore chiacchierando della piogge e del bel tempo, Buffy e Spike si accertavano di avere fatto la scelta giusta.

 

Fine