Fanfiction ospitata per gentile concessione del Bloodylove in attesa di riuscire a rintracciare l'autrice.

 

UN BACIO PER SUA ALTEZZA

di Vampire

 

Superate le ultime cime dei monti Cantabrici,il moderno turboelica Cheyenne a cinque posti diminuì la velocità e puntò verso il golfo di Biscaglia che si intravvedeva in lontananza.

<<Devo imboccare la pista dal mare>>disse il pilota.<<Impossibile atterrare dalle montagne.>>

<<Lo so,non è la prima volta che vengo qui.>>

La ragazza seduta dietro di lui sorrise e per un attimo l'uomo pensò che era una vera bellezza,con quegli occhi verdi e icapelli biondi che le accarezzavano la carnagione ambrata ai lati del volto dai lineamenti regali.Niente di strano del resto,visto che la passeggera che aveva a bordo di sangue blu lo era sul serio.

Elisabet Buffy Anne Summer Giles,principessina delle Austrie,diciotto anni appena compiuti,stava tornando a casa dopo lunghi anni trascorsi a Losanna,in uno dei più esclusivi collegi del mondo.E lui,Pedro, aveva l'onore di ricondurla personalmente al castello avito,appollaiato come un gufo sul promontorio di Cabo de Penas,dove l'attendevano gli augusti genitori.

Il pilota si concentrò sulle manovre me non gli sfuggì l'ombra calata improvvisamente sul delicato viso di sua altezza.

Non sembrava troppo entusiasta di que ritorno,almeno così parve a Pedro,ammirato e incuriosito dalla creatura speciale che aveva conosciuto poche ore prima all'aereoporto di Madrid.

Erano soltanto alcuni mesi infatti che prestava servizio presso i principi,cioè da quando avevano acquistato il Cheyenne personale per agevolare gli spostamenti da quel luogo incantevole ma eremitico dove vivevano.

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<<Spero che sua altezza abbia fatto un buon volo.>>Disse il pilota appena arrivarono,aprendo lo sportello.

<<Ottimo,grazie!>>

mentre Pedro l'aiutava a scendere apparve la figura di sua madre.Gioyce Summer duchessa di Lèon,una bella donna castana ancora giovane,mosse appena la mano in segno di saluto e in quel momento si delineò al suo fianco la sagoma del principe che sbucava dall'Hangar.

Elisabet,dimentica dell'etichetta,corse loro incontro e li abbracciò entrambi,contemporaneamente.

<<Che gioia vedervi!Vi trovo in splendida forma,siete i genitori più belli del mondo!>>

<<Dov'è madmoiselle Genéviève?>> l'interruppe la madre corrugando la fronte,con disappunto.

<<Perchè non è venuta con te?Si era impegnata ad accompagnarti.>>

<<Madmoiselle aveva urgenti commissioni da sbrigare a Madrid,così l'ho sollevata dall'incarico di scortarmi fin qui.>>

<<Vuoi dire che hai fatto il viaggio da sola col pilota?!>>

<<E allora?Come vedi non mi ha mangiato,sono ancora intera!>>

<<Elisabet!>>

Rupert,il principe,la richiamò all'ordine con lo stile abituale,che consisteva nel pronunciare in nome della figlia in un certo tono particolare che sottolineava molti significati.

 

 

<<Chiedo scusa>>fu la replica altrettanto abituale.Ma ciò che seguì esulò decisamente dalla prassi.<<Però insisto nell'affermare che non ci trovo proprio niente di scandaloso a viaggiare senza quell'eterno chaperon.Non sono mica in fasce.>>

<<Sei una principessa>>troncò sua madre.<<E questo dovrebbe bastare a spiegarti parecchie cose.>>

"Fin troppe"pensò Elisabet.E con la gioia ormai spentasul bel volto ambrato seguì i genitori all'interno del castello.

<<Ben tornata,altezza.>>

In piedi nell'atrio,rigida e legnosa come sempre,la sovrintendente della casa principesca si inchinò all'ingresso di Elisabet.

<<Buon giorno,donna Amarilda>>la salutò lei osservando che doveva ingoiare periodicamente delle scope per conservare inalterato quell'aspetto da stoccafisso.

<<Il suo appartamento è pronto,altezza.Se vuole salire...>>

<<Più tardi,grazie.Prima vorrei dare un'occhiata a questo vecchio rudere che non vedo da mesi.>>

<<Che linguaggio sarebbe?>>Gioyce ebbe un fremito di sdegno.<<Come puoi parlare così del castellodei tuoi avi?>>

<<Avi!Mamma,se non sbaglio sei tu che usi un linguaggio...insolito.>>

Gioyce scambiò una lunga occhiata con il consorte,ma sia l'uno che l'altra tacquero data la presenza di donna Amarilda.La quale,per discrezione,si eclissò in fretta.

<<Se fossi in voi lo farei rimodernare completamente>> proseguì imperturbabile Elisabet.

<<Non si può continuare a vivere nel medioevo.>>

<<Per noi il castello va benissimo.>>La principessa Gioyce parlò con voce categorica.

<<E non si tocca.>>

<<Sono d'accordo con tua madre>>intervenne il principe.

<<Sarebbe un delitto apportaredelle modifiche.>>

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<<Elisabet tuo padre e io vorremmo parlarti.Andiamo nel salone delle armature,dobbiamo farti un discorso molto serio.>>

<<Siedi Elisabet.>>

<<Cos'è una riunione di famiglia?>>fece Elisabet tentando un tono scherzoso che non le riuscì affatto.

<<Hai indovinato.>>il principe fece un paio di passi e prese parola.

<<Ormai hai diciotto anni,Elisabet...>>

<<Lo so li ho compiuti io!>>

<<Ti prego di non interrompere!>>interloquì Goyce.

<<Okay.>>

<<Che razza di vocabolo è?>>

<<Americano.vuol dire sì,d'accordo.lo usavamo spesso in collegio.>>

<<Inaudito!>>

<<E-em>>

<<scusa caro,continua pure>>

<<Dunque,Elisabet,sarò breve sei stata promessa al conte O'Brian!>>

 

apprena il padre pronunciò la parola matrimonio una ridda di sensazioni disordinate si impadronì di lei,mentre nella nella sua mente già si andava delineando l'idea della fuga.

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<<Io trovo che è splendida,ne conviene?>>disse un uomo.

<<Cosa sarebbe splendida?>>disse seccata.

<<Lisbona!>>

L'uomo puntò il dito verso l'antica città,superba di monumenti nel sole d'estate.

<<La parte alta,soprattutto,con quell'aspetto medievalee arabo...>>Aveva una voce calda e suadente.

<<Le sue opinioni non mi interessano.>>sibattè Elisabet,cui la sola parola medioevo riusciva aintollerabile,fissando lo sguardo sulla banchina.

<<Scusi se insisto,ma è davvero superlativa!

 

<<Si vedono benissimo il castello di San Giorgio e la torre di Belem che sono unici al mondo.Dovrebbe dare un'occhiata anche lei...>>

<<Non mi nomini torri e castelli,li detesto.>>

L'uomo la guardò incuriosito,ma Elisabet non lo degnò della minima attenzione.Riprese a scrutare l'andirivieni.

<<Che ne direbbe di andare al bar a gere qualcosa?>>

<<Sono astemia>>fu la risposta.

L'uomo tacque,ma Elisabet sentiva la sua presenza come quella di un insetto molesto.

<<é proprio necessario che stia qui a spiarmi?>>brontolò.

<<Come fa a sapere che la sto spiando se guarda altrove?>>

<<Lo so e basta.>>La principessa fece una pausa pausa.

<<Insomma,cosa aspetta ad andarsene?>>

seguì un'altra pausa brevissima.

<<Che mi ridia il binocolo!>>rispose l'uomo laconico.

Elisabet sussultò.

<<Un momento solo.>>

<<Faccia con comodo,non ho impegni per oggi.>>

 

<<Eccolo!>>esclamò d'un tratto sua altezza.

<<Chi?>>

<<Nessuno.Non dicevo a lei!>>

<<Scusi,mi era sembrato!>>ma Elisabet non lo udì nemmeno.

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all'improvviso la banchina oscillò sotto i suoi occhi.

Allora abbassò il binocolo e si accorse con solievo che non si era trattato di un'allucinazione:la nave si stava muovendo, salpava, finalmente!

Di fronte,abbagliata dal sole,Lisbona l'antica scintillava nelle sue caratteristiche piastrelle,ricca di monumenti e di chiese,rimpicciolendo sempre più fino a scomparire.

<<Che meravigliosa città!>>disse Elisabet in un impeto di entusiasmo.

<<Quale?>>stavolta la voce risuonò alle spalle.

<<E comunque credevo che Lisbona non le piacesse!>>

<<Come si è permesso di pensare una cosa simile?>>ribattè lei voltandosi e regalando per la prima volta un briciolo di attenzione all'uomo del binocolo.

era alto e piuttosto giovane,con i capelli ossigenati e gli occhi di un azzurro sfacciato.Elisabet si disse che non aveva mai visto un uomo così attraente!

Si guardarono per qualche istante.

<<Bene!>>esordì sua altezza in tono disinvolto.

<<Credo che accetterò il drink che mi ha offerto poco fa.>>

<<Non era astemia?>>

<<Prima.Adesso non più.>>e senza aspettare risposta gli mise il binocolo in mano e solò il ponte dirigendosi all'interno del piroscafo.

La vita è fatta per essere vissuta,pensò.

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<<Daiquiri?Bloody Mary?Martini?>>

<<Champagne.>>sua altezza alzò gli occhi sul cameriere compassato che attendeva le ordinazioni fermo accanto al tavolino.

<<Brut?>>domandò con sollecitudine.

<<Naturalmente.>>

<<E per il signore?>>

L'uomo del binocolo,seduto di fronte a Elisabet nell'elegante bar di prima classe,fece un cenno di assenso.

<<Anche per me,grazie>>Si volse alla ragazza e la guardò con quei suoi insolenti occhi azzurri.

<<Non pensa che sia il caso di passare alle presentazioni?>>

<<Buffy Summer!>>mentì con disinvoltura.

Del resto non aveva mentito,aveva solo detto una parte del suo nome.

<<Io mi chiamo William.>>

<<William e poi?immagino che avrà anche un cognome.>>

<<Si certo.Vediamo...>>L'uomo si mise a fissare il soffitto come in cerca di ispirazione.<<Sander...Crede che possa andar bene?>>

<<Come?!>>La principessa sussultò.

<<Se non le piace ne sceglierò uno diverso>>ribattè William imperturbabile.

<<Intende dire che ne ha di altri?>>Elisabet era al colmo dello stupore.

<<A bizzeffe.Sander,Coleman,Truffat,Torres,Hildengard...>>L'uomo si interruppe.

<<Ce n'è qualcuno di suo gradimento?>>

<<Nessuno.>>sua altezza accennò ad alzarsi.

<<Non mi piace la gente che usa falsi nomi.>>

<<Non sono falsi!>>sorrise William costringendola a restare seduta.

<<Sono tutti nomi d'arte>>

<<Mi lasci il polso.>>

<<Solo se promette di non scappare.>>

<<Scappare!>>La principessa si fece polemica.

<<Non s'illuderà che torni a Lisbona a nuoto solo per sottrarmi alla sua compagnia!>>si arrestò insospettita.

<<Cos'è la faccenda dei nomi d'arte?>>

<<Glielo spiego solo se sta ferma.Semrba che abbia le molle>>

quando iniziò a spiegare arrivò il cameriere.

 

<<Al nostro incontro,Buffy!>>Appena rimasti soli William le porse una flute e sollevò la sua in segno di brindisi.<<Anche se sarebbe più esatto dire al nostro scontro.>>

Sua altezza non rispose e centellinò il liquido frizzante.Quindi depose il bicchiere e afferrò la borsa.

<<Bene,signor Hildengard eccera,grazie e buon viaggio.>>Si alzò decisa e stavolta lui non fece niente per trattenerla.

<<Anche a lei,signorina Summer>>disse laconico.Temo però che ci rivedremo ancora.La nave è piccola.>>

<<La nave è enorme e solo una grande scalogna potrebbe far sì che mi imbatta di nuovo in lei.>>William la guardò con ironia.

<<Mi tolga una curiosità prima di andarsene,signorina Summer.Lei mangia sempre vipere a colazione?>>

Elisabet fremette indignata,ma non lo diede a vedere.

<<Soltanto quando voglio premunirmi contro individui sospetti.Per esempio quelli che si cambiano il nome con la stessa frequenza della cravatta.>>Girò le spalle e uscì con l'aria altera senza accorgersi dello sguardo divertito di William che la seguì finchè non disparve.

Sul ponte l'aria era tersa e gradevole,e già numerosi passeggieri stavano allungati sulle sdraio a godrsi il sole e il profumo acre della salsedine che giungeva insieme alle folate di vento.

Elisabet si avviò verso la piscina,dove alcuni giovani sguazzavano sollevando spruzzi,e sentì una voglia matta di gettarsi dentro.

L'unico neo era che non possedeva un costume da bagno.

Anzi,tranne il completo pantaloni di lino chiaro che aveva indosso.

Era fuggita di casa come una ladra e i ladri non hanno tempo di fare le valigi.

Ma il particolare era irrilevante.

Si sarebbe rifatta il guardaroba:il piroscafo pullulava di negozi e boutique che offrivano il meglio in fatto di moda,da Saint Laurent a Givenchy,da Armani a Gucci.

E finalmente sarebbe stato un guardaroba di suo gusto,senza l'interferenza della madre o peggio di donna Amarilda.

La principessa scacciò il pensiero molesto del castello avito,sortole nella mente per associazione di idee,e respirò con gioia la forte brezza proveniente dal mare.

La vita era bella o almeno lei aveva tutta l'intenzione di renderla tale.

Finchè fosse durata la sua libertà voleva gustare ogni istante,affrontare ogni giorno col sorriso,assaporare in pieno quell'esistenza che finora aveva dovuto guardare dalla finestra.

Gettò indietro i lunghi capelli biondi e si avviò a fare acquisti.

 

 

[WIP]