Fanfiction ospitata per gentile concessione del Bloodylove in attesa di riuscire a rintracciare l'autrice.

 

 

VELENO

Di Zenas

 

 

William stava sistemando la cena in macchina quando fu attaccato alle spalle.

Qualcuno lo colpì violentemente alla nuca con un bastone.

Le gambe gli cedettero, e si appoggiò all'automobile per non cadere.

Lo stesso bastone lo colpì ripetutamente ai fianchi ed alla schiena con estrema forza.

Sebbene stordito, William cercò di reagire, menando calci alla cieca, tenendosi aggrappato allo sportello posteriore della macchina.

Bingo. Aveva colpito il suo aggressore, probabilmente allo stomaco.

Infatti sentì un piccolo gemito strozzato.

Il bastone colpì un'ultima volta sulla schiena, poi William udì un rumore di passi in fuga e del bastone che cadeva a terra.

Sfinito, William si mise a sedere al posto di guida, ancora troppo dolorante per pensare con lucidità.

Ma sapeva che presto il dolore avrebbe lasciato il posto alla rabbia.

Ma la rabbia è inutile se non la si indirizza contro qualcuno.

Controproducente, addirittura.

Meglio stare calmi, ed aspettare che le cose si chiariscano da sole.

Quando era giovane la sua impulsività lo aveva messo nei guai più di una volta.

Ma adesso non era più così giovane. Ed ingenuo.

Non disse nulla a Darla riguardo all'aggressione.

L'aiutò a sistemare la sua preda in macchina e si avviarono a casa per cenare.

 

***

Darla ed Adrien erano usciti, e William si fece una lunga doccia calda.

Si esaminò le ferite, non era niente di particolarmente grave.

Senza dubbio chi l'aveva attaccato non voleva ucciderlo.

Pensò ad una sorta di vendetta da parte di un altro clan, oppure ad una rivendicazione di proprietà del territorio.

Ma forse era un semplice avvertimento della Cacciatrice. Una cosa del tipo "non prendermi in giro, non mi piacciono i tuoi giochetti"...escluse l'ipotesi. Una Cacciatrice l'avrebbe ucciso senza perdere tempo in minacce stupide.

Ma era vero anche che la Cacciatrice di Sunnydale si era comportata in modo davvero strano.

Uscì dalla doccia, si mise l'accappatoio, ed andò a controllare che cosa combinava Hanneke.

 

***

Il Bronze era un posto carino. Pieno di gente. Ad Adrien piaceva.

In vita non aveva avuto molte occasioni per divertirsi.

Della sua infanzia non ricordava niente.

La trincea dominava le sue memorie.

Ogni giorno moriva qualcuno.

Ogni giorno arrivava qualcuno a sostituire chi era morto.

Non sapeva se era suo dovere uccidere o sopravvivere, anche se spesso le due cose erano collegate.

La vita dopo la morte, invece...al di sopra di tutte le miserie umane.

Abbracciò la ragazza con cui stava ballando e si diresse al balcone per bere qualcosa.

D'istinto, esplorò con lo sguardo i tavolini, cercando Darla.

La vide parlare con una ragazza mora e pallida. Pareva conoscerla, e sembrava contenta di vederla.

Adrian tornò alla sua compagna.

 

***

Hanneke stava seduta sul pavimento a gambe incrociate. Era proprio al centro della stanza, le mani erano appoggiate sulle ginocchia, con i palmi rivolti verso l'alto.

Accanto a lei naturalmente c'era Tristan, che lo gaurdava con i suoi occhi gialli.

William si appoggiò allo stipite della porta e rimase a fissare la scena sorseggiando una tazza di caffè.

La ragazza ebbe un improvviso tremito, risvegilandosi dal suo torpore.

Si girò verso William e lo guardò a lungo senza dire niente.

Il vampiro capì che se voleva sapere qualcosa stava a lui fare delle domande. Meglio prenderla alla larga. Sorrise.

"Ti ho interrotto in qualcosa?"

Hanneke scosse la testa.

"Volevo vedere che facevi."

Hanneke annuì.

William spostò lo sguardo su Tristan. Il gatto era ritto sulle quattro zampe, la coda tesa, le orecchie tirate.

Il vampiro cominciava a sentirsi nervoso. Sarebbe mai finita questa nottata di merda?

"Tristan è nervoso."

Hanneke annuì.

"E' colpa mia?"

"Anche."

William la guardò con aria interrogativa. Si avvicinò alla giovane e si accucciò accanto a lei.

"Cosa c'è che non va?"

"Lei ti ha attaccato."

"E' vero. Ma sto bene. Non voleva uccidermi. Staremo calmi e tranquilli per un paio di giorni, e tutto tornerà come prima..."

Hanneke si alzò lentamente in piedi.

"E' successa una cosa orribile, William."

Il vampiro si avvicinò al divano e ci si accasciò sopra pesantemente.

"Han. Ti prego. Cerca di essere diretta. Sono stanco morto e mi fa male la schiena. Dimmi cosa cazzo è successo senza troppi giri di parole."

"Sei tu che hai voluto prenderla alla larga. Fosse per me ti avrei detto che Adrien è morto senza tanti complimenti."

 

***

Darla rincasò quasi all'alba.

Era stanca, ma eccitata al contempo.

Andò in bagno e si fece una doccia veloce.

Aveva sonno.

Ci mise un po' di tempo ad asciugarsi, anche perché lo fece senza usare il phon.

Probabilmente William ed Hanneke stavano dormendo.

Si avviò canticchiando sommessamente verso al sua camera.

Entrò, e la stanza era completamente al buio.

Chiuse la porta a chiave, come da sua abitudine.

Indossò una corta vestina da notte, e si preparò a mettersi sotto le coperte.

Si stese sul letto, e solo in quel momento si accorse che c'era qualcuno nella stanza, con lei.

Si alzò di scatto ed accese la luce.

C'era William sul suo letto.

Completamente vestito.

Sorrideva, ma il suo volto non prometteva niente di buono.

Si alzò in piedi.

"Hai passato una buona nottata?"

"Sì. E tu?"

Calma, si disse Darla. Calma.

"Non male. Rilassante."

William era agghiacciante. Un cumulo di furia trattenuta. E mancava poco all'esplosione.

 

***

"Che ci fai nella mia stanza, William?"

"Dov'è Adrien?"

"Sono io che faccio le domande. Io sono il capo del clan."

"Dov'è Adrien?"

"Esci dalla mia stanza."

William la colpì al volto con il dorso della mano.

"Dov'è Adrien?"

"William, cosa..."

Un altro colpo troncò la frase a metà.

"Non è una domanda difficile, Darla. Dov'è Adrien?"

"E' morto."

Non l'aveva mai visto così. Neanche all'inizio della sua nuova vita, quando tutto il suo essere era dominato da uno spirito di rivalsa contro un mondo che l'aveva costantemente deriso.

Anche allora era feroce. Ma non come adesso.

Questa era rabbia a freddo. Calcolata. Ed implacabile.

"Chi l'ha ucciso?"

"Non è stato ucc.."

Un altro colpo.

"Certo che è stato ucciso. Era notte. Non c'è il sole, di notte. Ci arrivi, Darla?"

Darla annuì.

"Io l'ho ucciso."

"Bene. Questo lo sapevo. Hanneke me lo ha detto. Ma volevo sentirlo dalla tua voce. Quello che voglio sapere adesso è PERCHE'. Riesco a capire i motivi della tua aggressione di questa sera. Mi stavo prendendo troppe libertà e tu volevi punirmi. Ristabilire l'ordine. facendomi stare per un po' sul chi va là. Ti comprendo. Bastava dirlo, mi conosci, potevamo risolvere la faccenda da persone civili, senza ricorrere a bastoni o attacchi alle spalle. Comunque ti comprendo. Mettiamoci una pietra sopra."

Le dava le spalle. Lei ne approfittò per colpirlo, ma lui la bloccò.

"Non ripeto per due volte lo stesso errore. Mi sa che ti ho sopravvalutata."

La schiaffeggiò con forza, facendola cadere.

"Come ti dicevo, capisco perché mi hai attaccato questa notte. Ma perchè hai ucciso Adrien?"

"E' tornata Drusilla."

William si bloccò. Era sorpreso.

Darla decise di approfittarne.

"E' tornata, dice che ti ama ancora. Mi ha detto anche che Angelus potrebbe guarire dal suo male. Conosce una cura."

William sembrava aver visto un fantasma.

L'ho scampata, pensò Darla. Ma la prossima volta sarebbe stata più attenta.

"Ma cosa c'entra questo con Adrien? Rispondi."

Darla era attonita. aveva sbagliato i suoi calcoli.

William la sollevò brutalmente in piedi.

"Allora?"

"Non capisci? Non serviva più. C'è Drusilla. Riformeremo la vecchia famiglia, William. Diverremo potenti."

Il vampiro esplose.

Prese Darla per i capelli e la buttò letteralmente fuori casa.

Le buttò dietro i suoi vestiti, poi richiuse la porta.

"Rifugiati nel bosco, prima che faccia giorno. Se ti verrò a cercare sarà per ucciderti."

"Stupido sentimentale! Mi stai dichiarando guerra?"

La porta si aprì. Mancava davvero poco al sorgere del sole.

"Sì."

William richiuse la porta.