Autore: Buffy09
Rating: G
Timeline: AU
Sommario:
Questa volta Angel dovrà sudare per avere Buffy, ma il loro amore è Forever.
Coppia:
Buffy/Angel
Disclamer:
I personaggi e i luoghi descritti non sono di mia propriet`, ma di JW, della WB
e della UPN.
Note
dell'autrice: In questa storia i ruoli sono un po’ invertiti, Buffy è la
secchiona e Willow la sfrenata, c’è anche un’apparizione di Cordelia che non è
la solita Cordelia.
Capitolo
1
Lungo
i corridoi del liceo di Los Angeles un ragazza dai lunghi capelli rossi stava
correndo, mentre trascinava per un braccio l’amica che la supplicava di
lasciarla andare. Solo quando giunse davanti all’aula di disegno si fermò e si
voltò a guardare con aria soddisfatta la biondina, che per tutto quel tempo era
stata in balia della compagna “Puoi lasciarmi il braccio per favore?! Tanto non
entrerò mai in quell’aula” “Perché no?” “Non fa per me” l’altra scoppiò a
ridere nell’udire quell’affermazione “Buffy sei bravissima a disegnare! Per
quale stupido motivo non vuoi passare un’ora a farlo insieme a tutti gli altri
artisti?!” “Non chiamarli così! Sono solo studenti e poi io non voglio mostrare
i miei disegni in pubblico” “Mi sono iscritta a questo corso anch’io solo per
incoraggiarti; tutti li dentro rideranno quando avranno visto le mie *opere
d’arte* e tu, che invece sai farlo benissimo, non vuoi entrare?! Mi dispiace
tesoro, ma credo che viva o morta entrerai con me!” così la prese nuovamente
per un braccio e la condusse dentro. Si sedettero, su richiesta di Buffy, in
fondo all’aula e attesero che l’insegnate cominciasse la lezione, cosa che
avvenne circa dieci minuti più tardi. La signorina Stanford, questo il nome
della professoressa, cominciò subito a spiegare le varie tecniche con cui un
disegno poteva essere fatto e dopo mezzora disse agli alunni di provare a
rappresentare il vaso di fiori, che si trovava sulla cattedra, con una delle
tecniche che aveva appena illustrato. Quando la lezione finì tutti consegnarono
i loro lavori e uscendo Buffy espresse tutto il suo entusiasmo a Willow, che
l’ascoltò divertita ripensando che fino ad un’ora prima non voleva partecipare
a quel corso.
Quel
pomeriggio Buffy si recò a casa soddisfatta dell’esperienza fatta e non vedeva l’ora
di raccontarlo a sua madre, aprì la porta e subito la chiamò “Mamma, non
crederai mai a quello che ho fatto oggi” la donna le andò incontro e sorridendo
la lasciò parlare “Tesoro, sono molto fiera di te. So che ti piace molto l’arte
e io e tuo padre appoggeremo qualsiasi tua iniziativa, lo sai questo, vero?!”
“Certo mamma, è solo che ancora non ci credo!” salì di corsa in camera sua e
cominciò a guardare per l’ennesima volta i suoi primi veri disegni, era una
cosa che faceva spesso, perché le infondeva coraggio. Nel pomeriggio rientrò
anche il padre della ragazza che andò subito a congratularsi con lei “Piccola,
posso entrare?” “Si, certo” si sedette sul letto accanto a lei e le parlò “Tua
madre mi ha detto quello che hai fatto oggi. Sei stata molto coraggiosa, spesso
la gente evita di fare queste scelte per timore degli altri, ma io ho una bimba
forte” “Grazie, ma sono entrata in quell’aula solo dopo che Emma mi ha
trascinata dentro, però poi mi sono entusiasmata e non volevo più uscire” si
sorrisero e poi lui la lasciò sola. Buffy si rendeva conto che Paul non era il
suo vero padre, che era morto quando lei aveva circa sette anni in un incidente
stradale, ma ormai lo considerava tale, anche se non lo chiamava *papà* Lei
aveva mantenuto il cognome del suo vero padre, mentre sua madre veniva ormai
considerata come la signora Darcy. Joyce si era risposata circa tre anni dopo
la morte di Hank Summers, Buffy allora aveva dieci anni ed ora che ne’aveva
sedici si rendeva conto di essere stata molto fortunata ad avere un patrigno
così. La mattina successiva, quando Joyce entrò nella camera della figlia per
dirle che Paul la stava aspettando per portarla a scuola, vide che Buffy aveva
preso il materiale per dipingere, così le chiese “Amore anche oggi vai a lezione
di disegno?” “Si mamma” “Non credi che facendo così trascurerai le altre
materie?” “No, tranquilla, ho tutto sotto controllo” Joyce le credette, sua
figlia non le aveva mai mentito e poi sapeva quanto le piacesse dipingere e
quanto sapesse farlo bene, era una dote del suo defunto marito, perciò sperò
che anche quella mattina si sarebbe divertita e la salutò. Durante il tragitto
in macchina per l’eccitazione Buffy non riuscì a stare in silenzio e parlò, ad
un Paul divertito per il comportamento della ragazza, di tutti i diversi colori
che si potevano formare usando solo i tre colori di base. Aveva cominciato a
disegnare già a tre o quattro anni sotto la guida di suo padre, che lo faceva
per hobby, e aveva iniziato a farlo sempre meglio fino agli otto anni, partecipando
a concorsi e prendendo lezioni. Ormai era diventata espertissima e, secondo
alcuni modesti pareri, anche bravissima, così appena entrò in aula si sedette e
cominciò a dipingere il nuovo soggetto di quella lezione.
Capitolo
2
Buffy
uscì dall’aula di storia sbadigliando, era la terza ora e l’unica i cui non
aveva rischiato di cadere per terra a causa del sonno era stata la prima, cioè
quella di disegno, Willow la vide insonnolita e rise “Vedo che l’unico momento
a scuola in cui Buffy Summers non dorme e quella di disegno” “Già, la lezione
di storia mi ha quasi ucciso, sembrava non finisse più” si incamminarono verso
l’aula di scienze e Willow ne approfittò per darle una notizia “Sai, credo che
resterò comunque nel corso di disegno, insomma all’inizio era solo per
incoraggiarti, ma la signorina Stanford dice che se mi impegno non sono niente
male come artista” “Volere potere” Willow la spinse lontano sbuffano per quella
risposta e Buffy ridendo si avvicinò all’amica abbracciandola affettuosamente.
Entrarono in aula e sedendosi ai loro posti iniziarono a chiacchierare un po’
prima che la lezione iniziasse “Allora Will, l’hai più visto quel ragazzo che
ahi incontrato alla festa…com’è che si chiamava?” “Malcom?! No, aveva detto che
mi avrebbe chiamato e invece…comunque Amy dice che c’è uno carino che fa
piscina con lei e le ha chiesto di me!” “Davvero?! E tu ci hai parlato?”
“Ancora no, ma giovedì ci vado” in quel momento si avvicinò a loro Cordelia
Chase, che frequentava con loro il corso di disegno “Ciao ragazze, avete
sentito ciò che si dice in giro” fu Buffy a risponderle desiderosa di sapere
cosa Cordelia avesse da dire “Pare che la signorina Stanford abbia chiamato un
ragazzo per fare da modello alle nostre lezioni. Credo che voglia introdurci l’argomento
della rappresentazione del corpo umano la settimana prossima e poi verrà uno
che starà in posa mentre noi lo ritraiamo” Buffy e Willow si guardarono
estasiate “Accidenti! Avremo un uomo nudo in classe!” ma la bionda sorprese
tutti con la sua affermazione “Proveremo a raffigurare un corpo umano, è
stupendo!” le altre la guardarono come se fosse un’aliena, poi Willow difese
l’amica rivolgendosi a Cordelia “Devi scusarla, è dipendente da tutto ciò che
riguarda l’’arte” si sorrisero e una volta rimaste sole Willow provò a far
ragionare l’amica “Per una volta fregatene dell’arte! Vedremo un uomo nudo!”
“Andiamo potrebbe anche non essere del tutto nudo, potrebbe indossare un paio
di jeans o un telo, non credo che ci facciano avere un uomo completamente nudo
in aula, con delle ragazzine assatanate come te” “Cosa?! Io non sono così, sono
solo curiosa” Buffy la guardò strano facendole capire che non le credeva, ma la
loro conversazione fu interrotta dall’arrivo dell’insegnate che cominciò la
lezione.
Quella
sera a cena Buffy raccontò quello che aveva saputo “…tutti sono eccitati perché
vedranno un uomo nudo, nessuna pensa alla grande opportunità che la signorina
Stanford ci offre. Disegnare il corpo umano è molto difficile, io non l’ho mai
fatto, non ho mai neanche provato e ho dei dubbi sul fatto che possa riuscirci,
ma…perché ridete?” Joyce e Paul infatti, dopo essersi scambiati delle occhiate,
avevano iniziato a sghignazzare “Tesoro, tutte le tue amiche pensano come delle
comuni ragazzine della tua età e tu riesci a dimenticarti del fatto che presto
avrai danti agli occhi un bellissimo ragazzo nudo” “Ed è una cosa brutta?”
questa volta fu Paul a rispondere “Assolutamente no! Ci fa piacere che tu sia
matura fino a questo punto” “Già, ti piace l’arte e niente di distrae da
questa, neanche una cosa sulla quale chiunque farebbe un pensierino” Buffy
rimase un po’ perplessa, capiva però che i suoi genitori stavano cercando di
farle capire che ogni tanto era bene distrarsi. Come previsto per tutta la
settimana successiva l’insegnante di disegno spiegò ai suoi alunni come
rappresentare un corpo umano e alla fine avvertì la classe che presto avrebbero
avuto un modello. Terminata la lezione, Buffy andò dall’insegnante per esporle
i suoi dubbi “Mi scusi signorina Stanford, posso parlarle un attimo?” “Certo
Buffy dimmi pure” “Ecco io non credo di aver esattamente capito come procedere
per disegnare un corpo umano, insomma so fare bene la faccia, ma per il
resto…non lo so…” “Basta osservare attentamente le linee del corpo e quando le
avrai ben delineate allora ti occuperai dei particolari” l’insegnate, però,
vedendola ancora insicura cercò di tranquillizzarla “Comunque è solo una prova,
quando diventerete un po’ più esperte allora potrò valutare il vostro lavoro.
Perciò non preoccuparti, cerca solo di fare del tuo meglio e se hai altri dubbi
vieni pure da me” Buffy le sorrise ringraziandola e uscì dalla classe più
sicura di sé e delle sue capacità.
Capitolo
3
Il
lunedì mattina successivo nei corridoi del liceo tutte le studentesse erano
elettrizzate, coloro che avevano delle conoscenze nel corso di disegno facevano
continuamente domande alle loro amiche, mentre quelle che dovevano entrare
nell’aula ridevano e si spingevano a vicenda per far entrare prima le altre.
L’unica che i sentiva estranea a tutta quell’atmosfera festosa era Buffy, che
era imbarazzata solo perché capiva di essere esclusa dalle sue compagne per
quel suo comportamento freddo e distaccato. Finalmente suonò la campanella, i
corridoi si svuotarono e gli alunni del corso entrarono in aula, ad attenderli
come sempre, c’era l’insegnate che si alzò, aspettò che si accomodassero tutti
ai loro posti e poi iniziò a parlare “Bene ragazzi, oggi è il gran giorno. Ho
visto che siete molto emozionate perciò non mi dilungherò. Preparate il
materiale, mentre io faccio entrare il modello” la donna si avvicinò ad una
porta e l’aprì. Buffy stava riflettendo sull’affermazione fatta dalla signorina
Stanford: <<siete molto emozionate>> e pensava che la generalizzazione
che aveva fatto era assurda, quando le mancò il fiato nel vedere un ragazzo
bruno, abbronzato e con addosso solo un telo che gli copriva le parti intime,
entrare e sedersi sul divanetto messo appositamente per lui. Venne distolta da
quei pensieri dalla voce della professoressa “Allora, il modello non può
parlare con voi, quindi mi auguro che la smettiate di schiamazzare e vi
mettiate subito a lavoro” Dopo circa mezzora di lezione Willow si avvicinò a
Buffy e le parlò all’orecchio “Bello eh?! Io non ho fatto ancora niente, non
riesco a togliergli gli occhi i dosso” “Peggio per te” la biondina non disse
altro e l’amica vedendo che era molto concentrata la lasciò in pace, ma i vari
spostamenti fatti avevano attirato l’attenzione del ragazzo che nonostante non
potesse muoversi, non poteva fare a meno di osservare ciò che lo circondava, in
particolare gli studenti, così Buffy alzando gli occhi su di lui per vedere un
particolare che doveva rappresentare, si ritrovò a fissarlo negli occhi e
imbarazzata distolse subito lo sguardo.
Da
quella volta non aveva più avuto occasione di guardarlo negli occhi e non aveva
mai cercato di avvicinarlo, ma durante quella settimana, prima o dopo la
lezione, tutte le sue compagne, compresa Willow, si riunivano intorno a lui e,
riempiendolo di domande e complimenti sfacciati, lo corteggiavano
spudoratamente. Lei, invece, restava al suo posto e metteva in ordine gli
strumenti da disegno, oppure usciva dall’aula e aspettava accanto alla porta
che Willow la raggiungesse, in una di quelle volte in cui stava attendendo
fuori, aveva sentito Angel, questo il nome del modello, chiedere ad una sua
compagna per quale motivo lei non stava lì con loro e questa aveva risposto che
probabilmente era lesbica, ma Willow aveva ribattuto dicendo che non era vero per
poi tornare a concentrarsi sul ragazzo. L’unica parola che veniva in mente a
Buffy per descrivere quelle sciocche era *oche* forse, però, era lei che si
stava comportando da lupo solitario, così decise di non pensarci.
Una
settimana dopo, la signorina Stanford chiamò Buffy a lezione terminata e per
quella volta alle altre non fu permesso di restare a civettare con il modello.
Lei si avvicinò alla cattedra, mentre Angel si rivestiva nella stanza adiacente
all’aula, e chiese all’insegnante cosa volesse “Vedi Buffy, il preside ha
indetto un concorso. Preso ci sarà la rielezione del Sindaco e lui vuole che
gli studenti partecipino a quest’avvenimento, così ci ha chiesto di fare dei
cartelloni. Io ho deciso di riunire gli studenti più promettenti per rappresentare
lo spirito cittadino e io vorrei che tu partecipassi al progetto” “Io?
Davvero?!” “Si, solo se lo desideri” “Certo, lo faccio volentieri, la
ringrazio” salutò la professoressa e voltandosi per uscire sbatté contro Angel
“Scusa, mi dispiace non ti avevo visto” lui sorrise “Non importa, è colpa mia
mi ti sono messo dietro” lei ricambiò il sorriso e si allontanò, allora Angel
prese la sua borsa, salutò l’insegnante e incamminandosi verso casa pensò che
era stata la prima volta che lei gli rivolgeva la parola.
Capitolo
4
Quella
mattina Joyce, dopo aver preparato la colazione, si sedette accanto alla figlia
per parlare un po’ “Allora come vanno le lezioni a scuola?” “”Bene, sono a buon
punto nel ritratto del modello e poi…” “Buffy, sono molto contenta che ti
piaccia, ma io vorrei sapere qualcosa di più anche sulle altre materie” “E’
tutto ok anche lì, non ti dico niente perché non c’è niente d’interessante da
dire” “Allora va bene, continua pure il racconto del tuo dipinto”
chiacchierarono ancora un pò e infine Buffy si recò a scuola. Quel giorno non
aveva lezione di disegno, ma mentre prendeva il libro di storia
dell’armadietto, vide Angel che passava per il corridoio e subito tutte le
altre lo circondarono schiamazzando, Buffy si allontanò scuotendo la testa,
però sentì Angel scusarsi con le compagne e raggiungerla “Ehi ciao” Buffy lo
guardò confusa “Ciao” visto che lei non diceva altro, lui continuò “Non ho
ancora avuto il piacere di conoscerti, io sono Angel, ma credo che lo sapessi
già,tu invece?” “Buffy Summers” “Che strano nome! Però è simpatico” lei non lo
guardò neanche e si fermò davanti alla sua aula “Io sono arrivata, ho lezione
adesso, quindi…” “No, va bene. Ho capito, ti lascio andare” le sorrise e
salutandola con un cenno della mano se ne andò. Per tutta la lezione, però, la
ragazza non poté smettere di pesare al motivo per il quale Angel era a scuola
anche se non c’era lezione, ma alla fine si disse che probabilmente era per
questioni burocratiche, mentre non riusciva a non chiedersi perché l’aveva
avvicinata così per il corridoio,si ripromise di chiederglielo. Si, se mai ne
avesse avuto il coraggio, quel tipo la metteva in soggezione non ne capiva il
motivo, ma era così. Angel nel frattempo era andato a ritirare il suo assegno
settimanale in segreteria e ora tornava un po’ a casa a riposare, aveva
trascorso la notte a servire ai tavoli nel ristorante sotto il suo
appartamento, quello era un altro dei lavoretti che faceva per potersi pagare
gli sudi. Una volta rientrato però non riuscì smettere di pensare alla biondina
della classe di disegno, lo aveva colpito proprio perché, tra tutte quelle
sciocche ragazzine che partecipavano a quel corso, lei era l’unica alla quale
importava davvero della materia e che invece ignorava completamente lui. Il fatto
che la sua insegnante l’avesse segnalata per il concorso indotto dal preside
faceva capire che doveva essere molto brava a dipingere, comunque
quell’atteggiamento distaccato nei suoi confronti lo aveva inizialmente
infastidito, mentre con il tempo l’aveva incuriosito al punto da spingerlo a
fare lui il primo passo. Era un bel ragazzo, lo sapeva e molte donne
gliel’avevano detto, ma odiava le conquiste facili, mentre quelle difficili lo
interessavano parecchio, si addormentò così pensando a tutti i diversi
espedienti che avrebbe potuto utilizzare per piacere a Buffy Summers
“E’
troppo grande!” ecco ciò che la binda stava ripetendo in continuazione alla sua
amica Willow, da quando quest’ultima aveva iniziato ad elencarle le qualità del
loro modello “Uffa! Vedi che oltre a questo non ha nessun altro difetto?!”
“Nessuno è perfetto! Vedrai che conoscendolo meglio scoprirai che anche lui ha
manie insopportabili e terribili imperfezioni fisiche!” “Per quanto riguarda
l’aspetto esteriore oggi potremo controllare personalmente” “Che vuoi dire?”
“La signorina Stanford ha detto che nella lezione di oggi disegneremo le parti
basse, questo vuol dire che ci apparirà in tutto il suo splendore!” dicendo
così aprì la porta dell’aula lasciando dietro di sé una Buffy sbalordita, che
ripresasi dal colpo appena ricevuto la raggiunse “Come scusa? Perché io non lo
sapevo?!” “Eri talmente concentrata a concludere il ritratto che non avrai
sentito, sei tutta strana tu!” si sedette al proprio posto e sorridendo attese
che Angel uscisse dalla stanzetta per sedersi al suo solito divanetto. Buffy
preparò la sua attrezzatura e impose a se stessa la calma nei confronti di
qualsiasi cosa stesse per vedere. L’insegnante entrò seguita da Angel e lui
subito notò che tutte quelle ragazzine ridevano tra di loro, ma tutto quel
trambusto venne interrotto dalla voce dell’insegnante che chiedeva un po’ di
silenzio “Capisco che oggi siete un po’ nervose, ma in quest’aula si lavora,
perciò fate il vostro lavoro senza schiamazzare” la signorina Stanford si
sedette alla sua cattedra facendo cenno al ragazzo che si mise in posa e si
tolse il telo, subito si udirono gridolini e risatine, la professoressa batté
un paio di colpi sul tavolo e dopo un po’ queste smisero di scherzare e
iniziarono il loro lavoro, interrompendolo ogni tanto per qualche commento.
Angel nel frattempo se ne stava immobile a guardare quelle sciocche ragazzine
che ridevano per una cosa tanto naturale, ma in fondo un po’ le comprendeva,
erano innocenti e non avendo esperienze in merito si comportavano da immature,
poi però notò che Buffy era, come al solito, l’unica che faceva il lavoro senza
scomporsi, pensò che probabilmente avesse già avuto esperienze sessuali. Questa
considerazione, in ogni caso, non lo rendeva tranquillo dato che se ciò era
vero lei aveva avuto un fidanzato e magari lo aveva ancora ed era pazzamente
innamorata di lui, per questo motivo non si era interessata a lui. Continuava a
fissarla mentre faceva queste riflessioni e si rese conto che il fatto che lei
avesse qualcuno d’amare e che l’amava a sua volta, lo rendeva tremendamente
geloso; in quel momento lei si accorse di essere osservata e quando incontrò lo
sguardo del ragazzo, subito tornò con gli occhi sulla tela. Si sentiva il viso
in fiamme, molto probabilmente era arrossita come un’idiota e si chiedeva per
quale motivo quel tipo nudo la stesse fissando. Angel sorrise vedendola
arrossire e, prima di distogliere lo sguardo da lei per evitare di farla
sentire ancora di più in imbarazzo, pensò che era davvero molto dolce.
Capitolo
5
Circa
una settimana dopo, Buffy aveva *collezionato* ben quattro tentativi di Angel
per conquistarla. La prima volta le aveva chiesto come era andato il progetto
per la rielezione del sindaco, alla quale sapeva che lei aveva partecipato con
uno dei suoi disegni la seconda volta le aveva chiesto informazioni sul suo
ragazzo e quando lei gli aveva detto che non ne aveva uno, lui aveva tirato un
sospiro di sollievo e l’aveva invitata ad una mostra d’arte che si teneva fuori
città, ma lei aveva rifiutato; la terza volta si era fatto coraggio e le aveva
direttamente chiesto di uscire e Buffy glielo aveva negato e, infine, la quarta
volta, dopo essersi ripreso dalla delusione, le aveva chiesto perché no. Ora la
ragazza era intenta a spiegargli che lui era troppo grande e che, inoltre, non
era il tipo adatto a lei “Qual è allora il tuo tipo?” “Non lo so, ma di sicuro
non assomiglia a te” stava per allontanarsi, ma lui la bloccò “ Non puoi
andartene così,, ti prego” “Ho lezione” “Ok, allora, ma ne riparleremo” “Non
credo” se ne andò e il ragazzo sorrise: l’avrebbe convinta, ne era certo.
Nell’ultimo
mese Angel non aveva fatto altro che chiederle un appuntamento, infatti
nonostante non dovesse fare più il modello per il corso di Buffy, lo avevano
ingaggiato per un’altra classe, così non aveva smesso di tormentarla. L’ultima
volta fu proprio durante l’ora di pranzo, Buffy era seduta ad un tavolo a
mangiare con Willow, quando lo videro arrivare “Ciao, come va?” “Andava meglio
prima” l’amica le diede una gomitata “Scusala, è un po’ nervosa” Angel si
sedette accanto alla bionda “Ascolta, danno un bel film al cinema questo
weekend, seti va possiamo andarci” “No, grazie” il ragazzo insistette ancora un
po’ e poi se ne andò, allora Willow cominciò a fare la predica all’amica
“Perché devi essere sempre così antipatica?! Vuole solo un appuntamento, sai
quante vorrebbero essere al tuo posto?!” “Lo so, ma non credo che sia una buona
idea e poi piace a te, che amica sarei?” “Oh, andiamo! Quello non sa nemmeno
che esisto, quante chance credi che abbia?!” “Ok, ok, ci provo, d’accordo?” si
sorrisero e Buffy dovette solo attendere che Angel tornasse all’attacco “Va
bene” “Va bene?! Davvero?! Oh, mi aspettavo uno dei tuoi soliti rifiuti, cioè
*va ben* è molto meglio, ma…grande!” lei gli sorrise per quel fiume di parole
“Però è solo una prova, diciamo che è un premio per l’impegno che ci hai messo”
“Non ti pentirai di avermi dato un’occasione, allora ti passo a prendere
venerdì sera alle otto, va bene?” “Vediamoci davanti al cinema, per te è lo
stesso?” “Certo, sicuro. Allora a venerdì” la salutò e Buffy poté entrare in
classe senza avere più quel peso sulla coscienza.
Venerdì
sera giunse presto, così Buffy si preparò e si recò all’appuntamento, non aveva
detto ai suoi genitori che usciva con un ragazzo,perché avrebbero iniziato a
fare domande e quando avrebbero scoperto che lui aveva circa cinque anni più di
lei si sarebbero preoccupati e lei non voleva che accadesse. Arrivò davanti al
cinema e vide Angel che si guardava nervosamente intorno, allora si affrettò ad
andargli incontro “Ciao, è tanto che aspetti?” “No, non preoccuparti. Ho già
fatto i biglietti, perciò…dopo di lei” fece un gesto con il braccio per
indicarle l’entrata, lei sorrise ed entrò. Presero posto e chiacchierarono un
po’ prima dell’inizio del film, ma quando questo cominciò Angel sentì aumentare
la sua sensazione di disagio, infatti voleva almeno toccarla, però pensava che
lei non gliel’avrebbe permesso. Alla fine riuscì, non senza imbarazzo, a
mettere un braccio sullo schienale dove Buffy sedeva e dopo un po’ iniziò anche
a giocherellare con i suoi capelli, lei lo lasciò fare, quel gesto la rendeva
tranquilla e agitata allo stesso tempo, ma nel momento in cui era ormai
riuscita a rilassarsi e a concentrarsi sul film, sentì la mano di Angel che
arrivava a toccarle una spalla. Il ragazzo aveva passato gli ultimi dieci
minuti a chiedersi se alla ragazza piacesse il gesto, ma dopo averlo fatto capì
che forse era stato un po’ troppo azzardato. Buffy sentì le dita di Angel
muoversi sulla sua spalla, per poi soffermarsi sulla bretellina del reggiseno
che si sentiva attraverso il sottile tessuto della maglietta che portava, così
si spostò un po’ in avanti e gentilmente allontanò il braccio del suo
accompagnatore da sé. Angel non disse nulla, si imitò a fare ciò che le
chiedeva , però era dispiaciuto per come erano andate le cose, aveva esagerato
e aveva rovinato tutto, rimase a riflettere su questo per un bel po’, ma Buffy
notando che era pensieroso e capendo ciò che lo turbava, lo prese per mano e
gli sorrise nel buio della sala. Terminato il film il ragazzo la riaccompagnò a
casa e, giunti a destinazione, si trovarono in un silenzio imbarazzante, ma lui
prontamente lo spezzò “Allora, ti sei divertita? Oppure è stato peggio di
quello cheti aspettavi?” “E’ stato carino e comunque non sapevo esattamente
cosa aspettarmi” “Bene, e ora che lo sai ti andrebbe di riprovarci? Magari
andiamo a mangiare una piazza e poi facciamo una passeggiata, così ci
conosciamo meglio” “Ok, facciamo il prossimo weekend?” “Perfetto!” si
salutarono e Buffy scese dall’auto, lasciandolo un po’ deluso visto che non si
erano scambiati neanche un bacio, ma il fatto di aver avuto un altro
appuntamento lo rincuorava e lo rendeva ottimista per il futuro.
Capitolo
6
Il
giorno successivo Buffy si era incontrata con Emma per fare colazione, così ora
davanti al loro caffé parlavano dell’appuntamento con Angel “Allora ci uscirai
di nuovo?” “Si, ma ho ancora dei dubbi su di lui” “Hai detto che è stato dolcissimo,
no?! Qual è il problema?” “Non lo so, un ragazzo bello e dolce si interessa a
me? Dev’esserci la fregatura!” “Non essere pessimista” così trascorsero il
resto della mattina in giro per negozi. Buffy acquisto nuovi vestiti da
indossare al suo prossimo incontro con Angel, che per tutta la settimana la
riempì di attenzioni.
Alle
otto di sabato sera, Buffy si recò davanti alla pizzeria dove il ragazzo aveva
prenotato, ma mezzora dopo di Angel neanche l’ombra. La ragazza non sapeva se essere
arrabbiata o delusa, alla fine decise di andarsene, quando vide Angel correrle
incontro, questi cercò di riprendere fiato, poi parlò “Mi dispiace moltissimo,
ma mi si è fermata la macchina e nessuno voleva darmi un passaggio” lei gli
sorrise e capendo che il ritardo era giustificato, gli disse che non importava.
Entrarono, ordinarono e passarono buona parte della serata a parlare delle loro
vite “Quindi tu fai tre lavori?” “Si, solo così riesco a pagarmi gli studi”
“Cosa studi?” “Archeologia” “E’ una materia particolare, ma…scusa se ti faccio
una domanda così personale, ma i tuoi non ti aiutano?” “Sono morti quando ero
piccolo, sono cresciuto con degli zii, ma ora si sono ammalati. Ogni tanto li
vado a trovare, però non vivono qui, quindi ci vado poco” “Ho capito” “Tu,
invece?” “Mio padre è morto quando avevo sette anni, poi mia madre si è
risposata e ora ho un patrigno” “Ti trovi bene con lui?” “Si, abbastanza.
Voglio dire, so che non è mio padre, lo vedo più come un amico” continuarono a
parlare per il resto della cena, scoprendo di avere molte cose in comune, poi
decisero di fare una passeggiata al molo. Una volta arrivatile, Angel decise
che ormai avevano parlato abbastanza di se stessi “Posso chiederti una cosa?”
“Ogni volta che qualcuno fa questa domanda vuol dire che è qualcosa di brutto”
“Non proprio. Io volevo sapere perché all’inizio mi dicevi sempre di no,
insomma tutte le tue compagne non mi mollavano un secondo, invece tu non mi
degnavi di uno sguardo” “Già, credo…veramente non lo so neanche io. Forse in
realtà mi piacevi, ma non riuscivo ad ammetterlo” lui si voltò a guardarla
“Davvero?” lei sorrise “Ho detto forse” allora Angel capì che quello era il
momento giusto per baciarla e non sbagliò, infatti lei lo assecondò. Si
baciarono prima dolcemente per poi approfondire di più il bacio e separarsi
solo quando ormai erano entrambi senza fiato, lui le diede un altro piccolo
bacio e poi le disse che per quella sera l’avrebbe dovuta riaccompagnare a casa
a piedi, così si presero per mano e si incamminarono.
Il
lunedì mattina Buffy dovette subirsi la ramanzina della sua amica, che si
lamentava perché lei non l’aveva chiamata per raccontarle la sua uscita con
Angel “Te lo dico ora, non è lo stesso?” “No, ma mi accontento, tanto oramai!”
“Va bene, allora non te lo dico per niente!” Willow l’afferrò per un braccio e
Buffy si lasciò pregare per un po’ prima di iniziare a parlare “Ci siamo
baciati” l’amica spalancò gli occhi per la sorpresa “Dici davvero?! E com’è
stato?” “Bello e romantico” Willow sospirò “Sono gelosa! Lui bacia bene?”
“Will, che domande fai?” “Non fare la preziosa, racconta!” così la ragazza le
raccontò la serata nei minimi particolari e insieme all’altra, che era più
emozionata di lei, si recò in aula.
Capitolo
7
Durante
quelle ultime settimane, Angel e Buffy si erano sentiti spesso e lui non faceva
altro che dirle che pensava sempre a lei e che doveva vederla ogni giorno,
anche se per solo cinque minuti. Di frequente l’aveva trascinata dietro la
scuola per stare solo con lei, ma Buffy aveva deciso di ridurre il numero dei
loro incontri per evitare che la cosa diventasse troppo asfissiante, così non
appena lui la portò nuovamente nel retro dell’edificio, lei gli parlò “Ascolta”
lui la baciò “No, devo dirti una cosa seria!” “D’accordo” la baciò di nuovo,
lei lo respinse e il ragazzo si accontentò di posarle dolci baci sul collo,
mentre ascoltava “Non ti sembra che stiamo esagerando un po’?” “In che senso?”
le chiese tra un bacio e l’altro” “Nel senso che ci vediamo sempre, troppo
spesso credo” a quel punto lui smise di baciarla per guardarle negli occhi,ma
si tranquillizzò quando si accorse che lei lo guardava dolcemente e gli
sorrideva “Ci vediamo moltissimo, i miei voti sono scesi e mia madre comincia
ad insospettirsi, non mi va che sappia di te” “Perché? Ti vergogni di me?”
chiese scherzosamente “No, ma è un tipo invadente e comincerebbe a lamentarsi
se sapesse che ho un ragazzo, soprattutto della tua età” Angel abbassò il capo
annuendo “Lo so, sono un po’ grande per una ragazzina di 16 anni. Però ci tengo
a te e non voglio rinunciarci” “Ok, innanzitutto non chiamarmi più ragazzina o
ti lascio su due piedi, secondo ho 17 anni li ho compiuti poco prima del nostro
primo appuntamento e terzo non ti sto chiedendo di rinunciare a me, ma solo di
allentare un po’ le cose” “D’accordo, allora eviteremo di incontrarci durante
la pausa pranzo” “Siamo d’accordo, ora puoi baciarmi” “Non abbiamo appena
detto, che…” “Cominciamo da domani” lui sorrise e fece come lei chiedeva.
********************
Trascorsero
circa sei mesi da allora e Buffy e Angel continuavano a frequentarsi, ma per la
ragazza cominciava a sorgere un problema, così si confidò con Willow, che,
però, ultimamente era molto presa da se stessa, troppo pensò Buffy. Da quando
aveva conosciuto Oz, il suo nuovo fidanzato, parlava solo di lui; Oz era il
ragazzo che aveva chiesto alla sua amica Amy di poterla incontrare, così Willow
si era recata all’appuntamento e aveva scoperto che era proprio un bel ragazzo
e anche dolce. Ormai si frequentavano da almeno due mesi e Buffy ogni volta che
si vedeva con Willow, anche se il più delle volte era presente anche Oz, la
sentiva parlare per tutto il tempo di lui. Lei lo capiva, visto che da quando
stava con Angel faceva esattamente la stessa cosa, ma ora aveva proprio bisogno
che Willow mettesse da parte la sua vita per un attimo e si occupasse del suo
problema. Si incontrarono al solito caffé e Buffy fece non poca fatica a
convincere l’amica che aveva voluto vederla in privato, e non in presenza di
Oz, per parlarle di una cosa seria, Willow si scusò e la lasciò parlare “Allora
vedi, io…Angel, no…diciamo tutti e due…” “Buffy! Non ho tutto il giorno!” “Lo
so, ma è difficile” “Ok, dimmi che cosa riguarda” “Il sesso” Willow spalancò
gli occhi “Siete già a quel punto?!” “E’ questo il problema, non lo so” “Come
non lo sai?! Ti ha detto qualcosa?” “No, lui non ha fatto niente! Solo che
quando stiamo insieme non riusciamo a tenere le mani a posto” “Tu vuoi farlo?”
“Lui sicuramente lo ha già fatto, quindi la scelta alla fine spetta a me. Io
credo di volerlo, anche se ho paura” “E’ normale avere paura” allora Buffy
riuscì a sorridere più tranquilla, sapeva che sarebbe accaduto, sapeva di
volerlo, ma il timore restava. Willow, intanto, aveva ripreso a parlare di Oz,
ma l’amica non l’ascoltava continuava a pensare a Angel, le venne un’idea e la
disse all’altra interrompendo il suo monologo “Senti, e se ne parlassi
direttamente con lui?” “Vuoi parlare con Oz?” “No, con Angel” “Di cosa? Oh, del
tuo problema! Certo, credo che…ehi, ma tu non mi stavi ascoltando!” “In effetti
no, però devi capire che sono mesi che seno i tuoi deliri su Oz e adesso che un
problema riesco a pensare solo a quello. Fammi risolvere le cose e poi
riprenderò ad ascoltarti, promesso” “Se le cose andranno come penso, non credo
che parleremo di Oz” “Will!!” risero e poi decisero di lasciarsi, tanto tra
Buffy che pensava a Angel e Will che pensava a Oz, non c’era spazio nelle loro
menti per l’altra.
Quella
sera dopo cena Buffy, mentre aiutava la madre in cucina, provò a parlare con
lei di sesso, senza farle capire perchè voleva parlarne “Mamma com’è…com’è
stata la tua prima volta?” la donna si voltò di scatto con gli occhi spalancati
e la figlia ridendo la tranquillizzò “Ehi, non sto parlando di me, dico in
generale. Tutte le ragazze vogliono una notte romantica, ma la maggior parte
delle volte viene fuori che è stato un disastro” “Tesoro, dipende dal ragazzo
con cui si sta” “Si, ma non è colpa sua se non è bravo” “No piccola, io
intendevo dire che se non ami colui con cui decidi di dividere una cosa così
intima, allora arriverà un giorno in cui ti accorgerai che hai commesso un
errore” “Se due sono innamorati però è giusto farlo” “Se ci si sente pronti” “E
come fai a saperlo?” la madre le si avvicinò e le toccò il petto a livello del
cuore “Los enti qui” Buffy sorrise e ringraziò il cielo per averle concesso una
madre così buona e comprensiva, ma Joyce, tornando a riordinare, le disse ciò
che il suo istinto materno la spingeva a dire “Ma ricorda che più tardi accade
e meglio è…per me!” Buffy rise e salì nella sua stanza a riflettere, ora sapeva
cosa fare, ma doveva sempre parlarne con Angel.
Capitolo
8
Sabato
sera Buffy scese in sala, dove sua madre e Paul guardavano la tv, e li salutò
prima di uscire, ma Joyce la richiamò “Ehi signorina, dove credi di andare?”
“Fuori con Willow” in realtà andava da Angel, ma con l’amica avevano fatto un
patto: se una di loro voleva uscire con il proprio ragazzo, l’altra gli copriva
le spalle, quella sera però la madre non sembrava intenzionata a lasciarla
uscire “Non ce lo avevi detto” “Si, l’ho fatto quando…non l’ho fatto” “Già,
proprio così!” “Mi dispiace, credevo di averlo fatto. Adesso non posso andare,
vero?” “No, infatti!” Paul a quel punto intervenne “Oh Joyce, dai lasciala
uscire. Si è solo scordata altrimenti l’avrebbe fatto” la donna guardò la
figlia che ora annuiva confermando le parole del patrigno, così questa
sospirando accettò, Buffy la baciò su una guancia e si precipitò fuori.
Vide
Angel seduto sulla panchina del parco dove erano soliti incontrarsi e si
avvicinò a lui, era agitata perchè doveva parlargli, era questo quello che gli
aveva detto per telefono quando lo aveva chiamato per dirgli di farsi trovare
lì quella sera. Il ragazzo la guardava con la paura negli occhi, ma capì che
non era nulla di brutto quando lei lo baciò per salutarlo, lei si sedette
accanto a lui, il quale gli afferrò la mano “Allora, di cosa mi volevi
parlare?” “Io…insomma…” si rese conto che stava succedendo la stessa cosa che
era successa con Willow, così decise di andarci piano “Tu non ti sei accorto
che le cose sono un po’ cambiate tra di noi?!” “Dipende, in che senso lo dici?”
“Intendo per quanto riguarda quello che facciamo quando siamo insieme” il
ragazzo abbassò lo sguardo verso le loro mani unite e poi lo rialzò su di lei
“Non questo” rispose Buffy alzando la sua mano unita a quella del ragazzo “Se
non stessimo parlando cosa staremmo facendo?” “Io direi questo” disse
baciandola, lei lo lasciò fare per un po’ e poi lo allontanò “Appunto, è di
questo che paro” “Non ti piace?” Buffy sospirò esasperata, quando voleva quel
ragazzo era proprio ottuso “Angel sto parlando di ormoni, ok? Non stiamo fermi
un attimo, non riusciamo a stare in una stanza senza toccarci e baciarci” “E’
un male?” “No, ma mi spaventa. Vienimi incontro, per te sarà normale, per me
non lo è” il ragazzo divenne serio “Stiamo parlando di sesso, vero?” lei annuì
“Ci sei arrivato alla fine” “Si, ma non vedo dove sia il problema. Basta
lasciare che le cose facciano il loro corso, un giorno ci ritroveremo sotto le
coperte senza esserci resi conto di niente” “Io non voglio che succeda così per
caso” “Oh, allora cercheremo di organizzare una serata romantica e…” “No,
Angel! Non ti sto chiedendo di organizzare niente! Volevo solo parlare con te,
sapere cosa ne pensavi e chiederti di essere paziente , perché credo di poterlo
fare, ma devi essere paziente, perché ho bisogno di un po’ di tempo” quando si
voltò a guardarlo per vedere la sua reazione, però, la ragazza notò che lui la
guardava come se all’improvviso le fosse spuntato un terzo occhio “Non vorrei
che tu mi fraintendessi per quello che sto per dirti, ma io pensavo che tu
l’avessi già fatto” “Cosa? Perché?” “E’ solo che quando eri in aula a
disegnare, sembrava che tu avessi già visto degli uomini nudi e…” “Parli al
plurale, con quanti uomini credevi che fossi stata?!” “Ok, ho sbagliato, avrei
dovuto parlare al singolare” “Non dire così solo per evitare di rispondermi!”
“Non lo sto facendo Buffy!” “Allora rispondimi! Ho diciassette anni e tu
credevi che avessi avuto…non so, sei o sette uomini? E’ così o forse erano di
più?!” la baciò “Ti amo, ti basta come risposta?” lei lo guardò sbalordita non
sapendo cosa dire “Non sapevo con quanti ragazzi tu fossi stata, non sapevo neanche
se c’eri stata. Ho solo supposto che fosse così perché sembravi piuttosto
sciolta rispetto alle tue compagne” solo allora Buffy riuscì a parlargli di
nuovo “L’arte e il sesso sono due cose diverse” “Sei sicura? Il sesso può
essere un’arte” lei lo abbracciò “Pensi davvero quello che hai detto?” “Che il
sesso è un’arte?” “No, quello che hai detto prima” lui rise, sapeva ciò a cui
si riferiva, la stava solo stuzzicando “Si, ho detto sul serio, ma non devi
sentirti obbligata a rispondermi” si baciarono e poi Buffy si accorse che era
ora di andare a casa “Stasera non posso accompagnarti, è tardi anche per me e
domani ho il turno al ristorante molto presto” lei annuì e stava per andarsene,
quando lui la bloccò “Senti, volevo proporti una cosa. Visto che hai detto che
i tuoi voti stanno scendendo e io non posso stare senza vederti, ho pensato che
dopo la scuola puoi venire da me a studiare, così io posso vederti e tu studi”
“Buffy sorrise “Bel modo per incastrarmi, ci penserò. Non contarci troppo però”
“Perchè?” “”Abbiamo appena parlato di ormoni e tu ora mi chiedi di venire a
casa tua dove vivi da solo?!” “Abbiamo anche deciso che sarai tu a dirmi quando
sarà il momento giusto, no?! Allora perché non accettare la mia proposta
innocente?” “Ci penserò, ma ora devo andare e anche tu” lo baciò e poi ognuno
se ne andò per la sua strada.
Capitolo
9
Una
volta tornata a casa Buffy vide che la madre la stava aspettando alzata “Cosa
fai ancora sveglia? Sono in ritardo?” chiese la ragazza guardando l’orologio,
ma la donna sorrise “No tesoro, tranquilla, sei puntualissima! Ti ho aspettato
perchè volevo parlare da sola con te” “A che proposito?” “L’altra sera abbiamo
fatto quel discorso sul sesso e volevo sapere perché ne hai voluto parlare. Hai
un ragazzo? Ti fa pressioni?” “No mamma, io….volevo solo, niente…era solo per
sapere” “Sicura? Buffy lo sai che puoi dirmi tutto” “Certo, se avessi qualcosa
da dire lo farei” “Bene, allora buonanotte” la ragazza colse così subito
l’occasione per andare in camera sua e tirare un sospiro di sollievo.
Durante
quella settimana Buffy cercò in tutti i modi di non restare da sola in una
stanza con sua madre, per paura che potesse farle altre domande, non le piaceva
mentire, ma sapeva che se avesse scoperto la sua storia con Angel non le avrebbe
più permesso di vederlo, avrebbe trovato mille difetti al ragazzo e mille
ragioni per cui non dovevano stare insieme. In questo modo per evitare che ciò
accadesse, invece di tornare subito a casa dopo la scuola come era solita fare,
accettò l’invito di Angel di studiare a casa sua e aveva detto ai sui che, dato
che i suoi voti erano scesi, avrebbe fatto i compiti in biblioteca, dove
riusciva a concentrarsi meglio. Così quel lunedì pomeriggio, invece di
percorrere la strada verso casa, imboccò la via che portava all’appartamento di
Angel, bussò e il ragazzo le aprì la porta sorridendo “Sei arrivata finalmente”
la baciò e poi lei entrò “Mi sono fermata un po’ a parlare con delle amiche”
“Capito. Vieni, siediti dove vuoi” Buffy guardò la casa, era arredata in modo
semplice e possedeva solo tre stanza: il salone, che comprendeva l’angolo
cottura, il bagno e la camera. “Tu che stavi facendo?” “Leggevo” le rispose
modtrandole il libro posato su di un tavolino nero, poi lei si sedette in
poltrona e lo prese per vedere di cosa si trattava, intanto lui si sistemò un
po’ più in là e iniziò a parlarle. Dopo un po’ lei disse che doveva iniziare i
compiti e lui riprese a leggere cercando di non disturbarla, ma notando che
comunque niente sembrava distrarla dai suoi studi, neanche il suo sguardo che
alle volte si poggiava su di lei e restava così per un tempo infinito.
Passata
più di una settimana da quando Buffy aveva iniziato da andare da Angel per
studiare, il ragazzo notò che stava disegnando, allora la interruppe un attimo
“Stai facendo i compiti di disegno?” “Si” rispose lei alzando di scatto la
testa dal foglio e coprendo il suo lavoro con le braccia, a quel punto Angel si
incuriosì ancora di più e si avvicinò a lei cercando di sbirciare sul foglio
“”Dai, fammi vedere. Ho fatto da modello per una delle tue opere, almeno
fammele vedere” “No, non mi va” il ragazzo cercò di prenderle l’album, ma lei
proprio non mollava la presa, alla fine la ragazza accettò di farglieli vedere
a patto che non facesse commenti. Angel iniziò a sfogliare i disegni e si
soffermò su quello che era il suo ritratto, lei vide che lo osservava con molta
attenzione e in lei crebbe l’imbarazzo, dopo un po’ però il ragazzo sorrise e,
posando il blocco, l’attirò a sé per un bacio. Buffy non capì per quale motivo
avesse reagito così, ma pensò che probabilmente quello era un modo per dirle
che gli piacevano le sue creazioni.. D’un tratto però si rese conto che il suo
corpo si trovava ormai completamente sotto quello di Angel e lei
involontariamente aveva messo una gamba intorno alla vita del ragazzo e ora i
loro corpi aderivano alla perfezione. Cercò allora di alzarsi e lui la lasciò
immediatamente capendo di aver superato un po’ i limiti “Io adesso devo andare”
“Mi dispiace, non avrei dovuto” “No,è solo che è tardi” “E’ solo per questo?”
“E’ solo per questo” lo baciò e prese lo zaino di scola “Allora resta” “Come?”
“Resta” “Non credo sia il caso, mia madre sa che sarei tornata alle sei e sono
le sei e mezza” “Chiamala e dille che torni più tardi” “Si, e dove le dico che
sono? Dai, Angel non dire scemenze” poi Buffy notò lo sguardo serio che aveva
il ragazzo “Davvero vuoi che resti?” “Solo se lo vuoi anche tu” Buffy sorrise e
dicendo che non gli prometteva niente, gli chiese dove poteva andare per telefonare
a sua madre “C’è un telefono in camera mia” “No, ho il cellulare. Volevo sapere
dov’è un posto dove posso chiamarla in privato” “Oh, sempre in camera mia” la
ragazza tornò poco dopo da lui, aveva detto alla madre che restava dormire a
casa della sua amica Willow e questa, anche se all’inizio era stata un po’
restia, alla ine aveva acconsentito, così ora Buffy era sdraiata accanto a
Angel sul suo letto a guardare un film in tv. Lei però non riusciva ad essere
tranquilla, credeva ce lui l’avesse invitata a restare per dormire con lui, in
tutti i sensi, ma a quanto sembrava o non era così o voleva prolungare la sua
tortura. Quando il film terminò, un po’ imbarazzatisi misero sotto le coperte e
Angel prese l’iniziativa comprendendo che lei era più agitata di lui, iniziò ad
accarezzarla dolcemente e poi le tolse i vari indumenti facendo lo stesso con i
suoi. Quando, però, Buffy gli disse di andarci piano, lui credette che lei ci
avesse ripensato e si fermò, ma la ragazza gli spiegò che era solo un po’ spaventata
e che ci voleva pazienza da parte sua. Per Angel non c’erano problemi e tutto
fu molto romantico, lui era stato paziente e dolce, mentre lei impaurita e
impacciata, ma alla fine era riuscita a rilassarsi e a godersi il momento; ora
riposava tra le sue braccia e non desiderava altro se non trovarsi proprio lì.
Capitolo
10
Quando
si svegliò la mattina seguente, vide che al cellulare sua madre l’aveva
chiamata dodici volte “Oh-oh!” “Cosa?” le chiese il ragazzo raggiungendola con
addosso solo i boxer “Mia madre mi ha chiamata ieri sera” “Cosa voleva?” “Non
lo so, di solito non mi chiama quando sono fuori, le basta sapere dove sono”
“Cosa pensi sia successo?” “La cosa peggiore è che abbia scoperto tutto” lui si
avvicinò e l’abbracciò “Ma non ti ei pentita, vero?” “No, ma adesso non ho
tempo per il discorsetto post sesso, devo andare” lo baciò e andò via di corsa
lasciandolo lì a riflettere su quanto fosse unica.
Camminando
verso la scuola decise di chiamare sua madre, la quale le disse che per quel
giorno avrebbe fatto a meno di seguire le lezioni, perché doveva tornare subito
a casa. Quando rientrò vide la madre camminare in su e in giù per la sala,
sembrava arrabbiata o preoccupata, Buffy on lo capì finché non la sentì parlare
“Dove diavolo sei stata?!” era sia arrabbiata che preoccupata “Da Willow, ti ho
chiamata per dirtelo” “Già, ma quando ti ho telefonato per chiederti se avevi
bisogno di vestiti tu non mi hai risposto, così ho telefonato alla madre di
Willow che mi ha detto che sua figlia era tornata subito dopo la scuola e tu
non c’eri. Hai idea di quello che ho passato?!” “Mi dispiace” “Lo credo bene!
Adesso dimmi dove sei stata e niente bugie” “A casa di un’altra mia amica, non
la conosci e sapevo che non avresti approvato, ma io volevo andarci” “Perché
hai pensato che non ti ci avrei mandato?” “Te l’ho detto, non la conosci e tu
non mi mandi mai a casa di qualcuno se prima non gli hai fatto il terzo grado”
Joyce la guardò più calma, poi sospirò “Va bene, adesso vai in camera tua, sei
in punizione per due settimane” “Va bene” Buffy salì in camera e sdraiata sul
suo letto ripensò alla notte appena trascorsa, era in punizione, ma ne era
valsa la pena.
La
seconda settimana di punizione, però, Buffy cominciò a sentire la mancanza di
Angel, non si erano più visti da allora, si erano sentiti per telefono certo,
ma non era la stessa cosa. Così durante un pomeriggio in cui sua madre era a
lavoro e Paul fuori con gli amici, Buffy chiamò il ragazzo e gli chiese di
passare, così poco dopo Angel arrivò e subito la baciò senza dirle niente, lei
lo respinse ridendo “Aspetta almeno di arrivare in camera” “Ok, allora dimmi
dov’è” lo prese per mano e ce lo condusse, quando entrarono Angel si guardò un
po’ in giro poiché era la prima volta che vedeva la camera di Buffy, poi la
fece mettere a letto. Stavano riposando sotto le lenzuola, quando
improvvisamente Paul entrò “Buffy stai studiando?...oh mio Dio!” subito l’uomo
chiuse la porta, mentre Buffy diceva a Angel di rivestirsi e lei faceva lo
stesso, poi fece uscire il ragazzo dalla porta sul retro e andò a cercare Paul,
lo trovò vicino al telefono “Ehi Paul, io non so che dire, solo…” “Chiamo tua
madre” “No, lascia stare. Glielo dico io quando torna, promesso” “Cosa ti è
saltato in mente?! E poi far entrare un ragazzo così in casa, uno sconosciuto!”
“Non è uno sconosciuto! E’ il mio ragazzo da molto tempo ormai” Non ce lo hai
mai detto, perché?” “Temevo che mi avreste proibito di vederlo” “E’ così
infatti e vedrai che tua madre la penserà come me” “Non puoi farlo! Io non
rinuncerò a lui solo perchè lo dici tu” salì in camera, riaggiustando il letto,
attese il rientro della madre sperando che lei la pensasse diversamente, in
fondo Paul non era suo padre.
Capitolo
11
Quando
Joyce tornò a casa, Paul le raccontò tutto e al donna s’infuriò più del marito,
Buffy ricevette l’ordine di non vedere più Angel e inoltre le avevano
prolungato la punizione. Quella sera Buffy stava cercando di concentrarsi nella
lettura, ma aveva le lacrime agli occhi e non riusciva a distinguere le parole,
dovette mettere da parte il libro e poi si recò in bagno per eliminare le
tracce delle lacrime, quando tornò in camera trovò la mare ad attenderla sul
letto “Possiamo parlare?” la ragazza la sorpassò senza rispondere e si mise
accanto alla finestra, la donna si voltò verso la figlia “Mi avevi detto che il
discorso che avevamo fatto sul sesso non riguardava te” “Lo so, ma credi
davvero che se ti avessi detto la verità mi avresti dato il permesso?! Dovevo decidere
da sola” “L’hai fatto, ma non credo sia stata una buona idea” “Perché?” “E’
troppo grande Buffy! Da quanto tempo state insieme?” “Circa sette mesi, ma
prima di accettare un suo invito ho aspettato per vedere se insisteva, perché
solo così potevo sapere se era davvero interessato, ha continuato a chiedermi
di uscire per due mesi e alla fine ho detto di si” “Non dubito che ci tenga a
te, ma è troppo grande e..” “Smettila di ripeterlo! Lo pensavo anch’io
all’inizio, ma poi ho scoperto che ha solo questo difetto e i ama, qual è il
problema?” “Ti ama? Come fai a dirlo?” “Me l’ha detto lui! Era sincero, ne sono
sicura e su questo non puoi contraddirmi perché tu non c’eri quando è successo”
“Tesoro, non dubito di lui, ma di te. Voglio dire che sei molto giovane e forse
credi di amarlo e invece…” “No, non è vero!” “D’accordo, ma se è così
importante per te per quale motivo non ce ne hai parlato?” “Non avreste
approvato” “E non credi che ci sia un valido motivo per il quale non
approviamo?” “Quale? Il fatto che è più grande di me? Questo l’avevo notato
anch’io, ma non è un valido motivo” “”Ok, ascolta, Paul e io ne abbiamo parlato
a lungo e lui crede che sia meglio che tu lasci perdere questo ragazzo…” “Paul
non è mio padre! Non può dirmi quello che devo fare!” “Si, ma posso farlo io! E
sono d’accordo con lui” “Quindi ora decidete voi della mia vita?!” “Si, finché
non capirai che è sbagliato!” Joyce riprese fiato, cercò di calmarsi poi
continuò “Paul e io vogliamo solo il tuo bene, con il tempo riuscirai a comprenderci”
“Ora vattene, voglio stare sola” la donna restò un attimo in piedi al centro
della stanza, incerta se fare come le era stato chiesto, ma alla fine se ne
andò lasciandola a riflettere.
Il
giorno dopo a scuola Buffy si sfogò con Willow, la quale notò subito la
tristezza dell’amica e provò a risollevarle il morale in tutti i modi senza
riuscirci, infatti Buffy non riusciva a pensare a nulla che non fosse Angel e
subito dopo il termine delle lezioni si avviò verso casa, visto che secondo la
sua punizione dopo la scuola doveva andare subito a casa, ma venne fermata da
Angel “Che ci fai qui?” si abbracciarono “Volevo vederti e sapere come stavi,
non posso chiamarti a casa e al cellulare non rispondevi””Me l’hanno preso i
miei, sono in punizione” “E’ andata male?” “Dicono che non devo più vederti,ma
è una cretinata, cercherò di convincerli, ma…” “Forse hanno ragione Buffy, io
non sono adatto a te” ei si allontanò bruscamente da lui “Cos’è adesso stai
dalla loro parte?!” “No, sto solo dicendo…ok, non offenderti,ma al diavolo i
tuoi, cosa facciamo?” lei sorrise “Troverò una soluzione, vedrai. Ora però devo
andare altrimenti peggioro la situazione” si baciarono e si separarono. Da
quella volta lui l’aspettò ogni giorno all’uscita e la riaccompagnava fino a qualche
isolato prima di casa sua, inoltre Willow li copriva quando volevano
trascorrere la serata insieme. Una mattina durante l’ora di pranzo le due
amiche stavano organizzando il piano per coprire l’appuntamento di Buffy con
Angel, quando questa introdusse un argomento sul quale stava riflettendo già da
un po’ di tempo “Will, sai stavo pensando…la mia punizione è ormai finita, ma i
miei mi controllano in continuazione. Credo che l’unica soluzione sia andare a
vivere con Angel” “Vuoi vivere con lui?! Hai 17 anni!” “Presto ne avrò 18,
potrò decidere da me” “Sei sicura di volerlo?” “Sicurissima, ma devo ancora
dirlo lui, prima però volevo sapere cosa ne pensavi tu” “Vai e divertiti!”
risero, però entrambe sapevano che la scelta che Buffy stava facendo non era facile
e aveva molti aspetti negativi, ma al cuore non si comanda.
Capitolo
12
Erano
ormai passati più di tre mesi da quando Paul e sua madre le avevano impedito di
vedere Angel e, nonostante in tutto questo tempo era riuscita a vederlo di
nascosto grazie all’aiuto di Willow, c’era una cosa che la innervosiva al solo
pensiero e cioè che i suoi non avevano voluto nemmeno conoscere il ragazzo.
Comunque ormai Buffy aveva pronti diversi piani per scappare con Angel, la
parte più difficile era il messaggio d’addio e il doverlo dire al ragazzo, che
sicuramente non sarebbe stato d’accordo. Quella sera si recò da Angel per
parargli, dicendo ai suoi che andava al pigiama party di Cordelia con Willow,
che invece usciva con Oz e insieme avevano chiesto alla ragazza di coprire loro
le spalle, tanto lei la festa l’avrebbe fatta comunque doveva solo fingere che
fossero presenti anche loro due. Arrivò all’appartamento intorno alle nove e il
ragazzo le dimostrò quanto le era mancata sotto le coperte, subito dopo Buffy
cercò il coraggio per dirgli quello che voleva fare prima di dover tornare a
casa, infatti i suoi gli avevano permesso di uscire,ma non di restare a dormire
*troppo rischioso* avevano detto, probabilmente si riferivano a ciò che avrebbe
potuto fare le, cosa che stava in effetti avvenendo, ma loro questo non
potevano saperlo. Si sedette coprendosi con il lenzuolo e cominciò ad
accarezzare i capelli di Angel, steso al suo fianco “Sai, forse ho trovato una
soluzione, ma ho bisogno del tuo appoggio” “Lo avrai” “Non credo, ma ci proverò
lo stesso. Tra un po’ compirò 18 anni e potrò prendere da sola le mie
decisioni” “Vuoi imporre la tua scelta ai tuoi?” “Più o meno. Ce ne andremo
insieme, tu troverai lavoro in un'altra città e ti iscriverai al college lì e
io farò lo stesso, ho un po’ di soldi da parte” lei lo guardò speranzosa, ma
Angel non sembrava convinto “Buffy hai bevuto o cosa? Non puoi farlo, ne va del
tuo futuro” “Del nostro futuro, è di questo che stiamo parlando. Conosco Paul e
mia madre, non cambieranno idea, non posso contare su questo. Devo risolvere la
cosa da sola e questa è una buona soluzione, oltre all’unica che abbiamo al
momento” “Buffy sono i tuoi genitori” “Non Paul, per me è solo un amico e ora
neanche più questo, è stato lui a convincere mia madre che tu non sei adatto a
me. Inoltre ho pensato anche a questo, ci sistemeremo e poi proverò a
ricontattarli, se mi vorranno ancora cercheremo di ristabilire i nostri
rapporti, altrimenti avrò fatto bene come ho fatto” “Sarà molto dura e…” “Angel
ho analizzato tutti gli aspetti positivi e negativi sia da sola che con Willow
e ti assicuro che è l’unica cosa da fare e poi insieme potremo farcela. Mi
serve solo una tua risposta, io sono pronta per fare questo passo, ma tu?” il
ragazzo continuava restare in silenzio, perciò fu ancora lei a parlare “Se
preferisci ti lascio un po’ di tempo, abbiamo poco più di un mese per preparare
tutto, perciò posso concederti al massimo una settimana poi se dirai di si
dovremo cominciare ad organizzarci” lui la interruppe “Adesso basta pensare al
futuro, godiamoci il presente” nell’udire quella risposta il cuore di Buffy si
frantumò, lui non voleva farlo e presto si sarebbero lasciati, ma poi lui
proseguì “Domani cominceremo ad informarci sulle varie università in cui potremo
iscriverci” le sorrise abbracciandola e rimasero ancora un po’ a letto prima
che lei dovesse rientrare a casa.
********************
Cara
mamma e Paul,
mi
dispiace dovervi salutare con una lettera, ma se l’avessi fatto di persona non
mi avreste lasciato andare e, invece, questa è una cosa che devo fare. Come
avrete già capito sono scappata con Angel per andare incontro al mio destino
accanto a lui, forse un giorno vi rivedrò e insieme potremo ridere di questa
storia, ma ora so che vi sto ferendo molto.
Vi
ringrazio ancora per la festa di compleanno che mi avete fatto la settimana
scorsa, mi dispiace di non aver potuto gioire per essa, ma non riuscivo a
smettere di pensare che quella era la mia ultima sera da adolescente. Compiendo
18 anni sono cresciuta e ho dovuto fare una scelta che spero di non
rimpiangere.
Vi
voglio bene.
Buffy
Capitolo
13
-
8 years later -
Buffy
scendeva le scale per andare in cucina, quando vi entrò vide Tommy che colorava
sul tavolo da pranzo “Ehi tesoro che stai facendo? Tra un po’ si mangia” “Si
mamma” lei sorrise, lo prese in braccio e gli disse di mettersi in sala. Il
piccolo si allontanò correndo con in mano i suoi colori e i fogli da disegno,
Buffy iniziò a preparare la cena e poco dopo rientrò Angel, Tommy gli corse
incontro “Papà guarda cosa ho disegnato” lo prese in braccio e lo portò con sé
in cucina facendogli i complimenti, poi si avvicinò alla moglie e la baciò
“Sicuramente ha preso la vena artistica da te” si sedette con il bambino sulle
ginocchia e iniziò a raccontare la sua giornata a lavoro e i piccoli aneddoti
divertenti che gli erano capitati. Angel lavorava ormai da sei anni in un museo
all’interno del quale si occupava dei reperti archeologici, in quello stesso
museo lavorava anche Buffy, ma nella galleria d’arte, ogni volta che uno dei
due rientrava dal lavoro raccontava all’altro quello che aveva fatto. Lui
sapeva che lei era felice per come erano andate le cose tra di loro, ma a volte
lei diventava triste e Angel capiva che in quei momenti lei ripensava ai suoi
genitori, probabilmente quella era l’unica cosa che rimpiangeva della sua vita.
Si erano trasferiti a Seattle dopo essere passati per Oakland, San Francisco e
Portland, si erano sposati dopo tre anni dalla fuga e un anno dopo era nato
Tom,ormai il piccolo aveva quattro anni e aveva preso i tratti della madre, ma
gli occhi e i capelli erano come quelli del padre.
Erano
seduti sul divano a guardare la tv, quando Angel sia corse che il figlio
dormiva, allora lo prese e lo portò nella sua cameretta, lo mise a letto e
sobbalzò nell’udire il telefono suonare, temeva che il bambino potesse
svegliarsi, dimenticava sempre che i piccoli hanno il sonno pesante,
soprattutto Tommy. Buffy si affrettò a rispondere, ma dall’altro capo sembrava
non ci fosse nessuno, dopo un po’ si sentì una voce di donna “Buffy?” “Si, chi
parla?” ancora silenzio, poi un sospiro “Sono tua madre” a quel punto fu Buffy
a non dire niente e la donna continuò “Ho saputo che ahi mantenuto i contatti
con Willow, così le ho chiesto il numero, ho una notizia da a dirti…Paul sta
male, i medici dicono che sta morendo. Ha chiesto di vederti, ora io…” “Cosa?
Perché telefoni a quest’ora?” Angel scese per vedere con chi stava parlando la
moglie, notò però che questa era agitata e turbata da quella telefonata,
intanto Joyce continuava a spiegare alla figlia quali erano le condizioni di
Paul. Quando riattaccò si sedette di nuovo sul divano e raccontò a Angel della
telefonata “Era mia madre” “Come ha avuto il numero?” “Gliel’ha dato Willow,
dice che Paul è malato e sta morendo. Vuole rivedermi, così mia madre mi ha
chiesto di andarlo a trovare prima che sia troppo tardi” “Tu vuoi andare?” “Io
non lo so” “Si che lo sai, lo sai tu e lo so anch’io” “Ok, d’accordo, voglio
andare, insomma voglio sapere cosa vuole, quando sarà morto potrei avere dei
rimorsi” “Allora partiremo domani, prepara le tue cose e io le mie, domani ci
occuperemo di quelle di Tommy e del volo” la baciò e insieme scelsero un paio
di vestiti per il viaggio e si misero a letto. Il mattino successivo Angel
prenotò il volo delle 14:00 e andò al museo per chiedere quale giorno di
permesso per entrambi, quando rientrò vide Buffy che ancora non riusciva a
vestire Tommy, perché questo correva da una stanza all’altra ridendo contento
con un aeroplano giocattolo in mano, Angel guardò la moglie che fece spallucce
“Ha cominciato a fare così quando gli ho detto che avremo preso l’aereo” lui
rise, afferrò il figlio e gli disse che prima si vestiva e prima sarebbero
arrivati all’aeroporto, in questo modo Buffy riuscì a prepararlo.
Giunsero
a destinazione circa due ore dopo, presero un taxi e, posati i loro bagagli in
albergo, si recarono all’abitazione di genitori di Buffy, Angel le chiese se
preferiva entrare da sola, ma lei gli fece cenno di no con la testa, bussarono
e Joyce gli aprì la porta. La donna era invecchiata con il passare degli anni,
i capelli erano diventati quasi del tutto grigi e in viso erano comparse nuove
rughe che la figlia non ricordava, probabilmente era stato a causa della
malattia di Paul, ma Buffy non poteva esserne sicura, era stata via molto
tempo. Joyce le sorrise e li fece entrare, solo in seguito notò il bambino che
con occhi curiosi si guardava in giro e che teneva la mano di Angel “E’ vostro
figlio?” Buffy la guardò duramente e provò un certo piacere nel risponderle
“Si, si chiama Tom” la donna si voltò a guardare la figlia un po’ dispiaciuta
per il tono duro con cui le aveva parlato, ma sapeva che c’era da aspettarselo,
così tornò ad osservare il bambino che aveva ripreso soprattutto dal padre, ma
la forma degli occhi e della bocca era come quella di Buffy da piccola. Li fece
accomodare in salotto e poi condusse la figlia da Paul.
Capitolo
14
Buffy
percorreva il corridoio della sua vecchia casa, al termine del quale si trovava
la stanza di Paul, che a suo tempo era stato un ripostiglio. Ora sua madre
dormiva nella camera matrimoniale, mentre la sua camera da letto era rimasta
come l’aveva lasciata, guardare di nuovo quelle stanze procurò alla ragazza un
senso di rimorso, si chiedeva come avrebbe potuto essere la sua vita se avesse
seguito i consigli dei suoi genitori, di sicuro non ci sarebbe stato Angel con
lei, né Tommy, ma forse sarebbe stata felice ugualmente, giunsero davanti alla
camera e Joyce bussò, dopo un po’ Paul rispose con voce stanca “Avanti” entrò
prima la moglie, si sedette accanto a lui e, prendendogli le mani, gli parlò
“C’è una persona che è venuta a trovarti” l’uomo voltò lentamente la testa e
vide Buffy entrare. Paul notò che ormai era diventata una donna , i capelli
avevano perso la loro lucentezza, ma restavano sempre belli e le conferivano
un’aria più matura, gli occhi erano sempre di quel verde acceso ed erano
diventati più espressivi e profondi; Buffy si avvicinò a lui e prima di
lasciarli oli Joyce sussurrò alla figli “Non farlo stancare” i due rimasero lì
a guardarsi per diversi minuti, lei notò che anche li, come sua madre, era
invecchiato, ma era anche molto pallido e provato dalla malattia, finalmente
l’uomo si decise a parlare “Sei stata gentile a tornare per vedermi morire”
disse sarcasticamente “La mamma mi ha telefonato per dirmi che tu volevi
vedermi” “Tua madre è sempre stata invadente, ho solo detto che avrei voluto
vedere la tua faccia al mio capezzale; ha travisato le mie parole, io stavo scherzando”
“Ok, ma ora sono qui, non hai niente da dirmi?” “Dove sei stata tutto questo
tempo?” “In molti posti, alla fine ci siamo stabiliti a Seattle e ci siamo
sposati” “Con quel *ci* ti riferisci a Angel?” “Si, ormai stiamo ufficialmente
insieme, abbiamo un bambino, si chiama Tom, ma ci piace chiamarlo Tommy. Ha
quattro anni ed è di sotto con Angel, se vuoi te lo portosi, così potrai
conoscerlo” “Vedremo, ora vai. Voglio riposare” Buffy annuì e se ne andò, ma
mentre percorreva nuovamente il corridoio per scendere in salotto, pensò che
probabilmente Paul non l’avrebbe perdonata mai. Una volta arrivata vide Tommy
che raccontava alla nonna quello che faceva all’asilo con i suoi amichetti,
mentre Angel l’osservava sorridendo, lui fu il primo ad accorgersi che era
scesa e le andò incontro “Allora com’è andata?” lei alzò le spalle come per
dire né bene, né male. Si sedettero tutti al tavolo in cucina e Joyce cominciò
a raccontare di come si erano resi conto della malattia e delle varie cure che
non avevano portato a niente, poi fu il turno di Buffy e Angel di raccontare la
loro vita in quegli ultimi otto anni, infine tornarono in albergo promettendo
di tornare il giorno seguente. Il mattino dopo, però, quando Joyce aprì la
porta trovò solo Buffy, che si scusò con la madre, ma Angel aveva deciso di
portare Tommy un po’ in giro per vedere la città, così era venuta solo lei. La
donna colse l’occasione per parlare un po’ con la figlia “Sai Buffy da quando
te ne sei andata non ho mai smesso di pensare che un giorno ti avrei ritrovata
e quando ho scoperto che Willow sapeva dov’eri, ogni giorno le chiedevo se
stavi bene, lei mi ha sempre risposto sorridendo perciò mi tranquillizzavo.
Adesso vedo che tutto è andato come volevi e mi sento in colpa per averti
ostacolato, dal momento in cui ti ho rivista non posso fare a meno di pensare
che le cose sarebbero potute andare diversamente se ti avessimo appoggiata”
Buffy le rispose dolcemente “Non sono tornata per farti venire i sensi di
colpa, non voglio sbatterti in faccia la mia vita perfetta. Desideravo tornare
già da molto tempo prima che tu chiamassi, perciò ora vorrei solo il tuo
perdono e quello di Paul” “Il mio lo hai già, ma per quanto riguarda Paul ho i
miei dubbi” “Anch’io, ma sai una cosa?! Ho sofferto troppo i primi tempi della
mia fuga con Angel, pensavo di avervi deluso e ora non mi importa se Paul è
ancora offeso, non è mio padre. Tu sei mia madre e mi hai perdonato, questo è
l’importante” si abbracciarono anche se Joyce non appoggiava la sua teoria e
glielo fece notare.
Buffy
decise di restare ancora per un po’ di tempo per aiutare la madre a gestire le
cose, mentre Angel tornò a casa con Tommy, Paul morì qualche settimana più
tardi e questi tornarono per la funzione, in seguito Buffy chiese a Joyce di
andare con loro a Seattle e quando lei accettò si occupò anche della vendita
della casa e del trasloco.
*******************
Ormai
sono passati quattro anni da allora e Joyce fa la nonna a tempo pieno, ma oggi
è un gran giorno perché Tommy deve giocare la sua prima partita di football a
sia sua nonna che i suoi genitori sono seduti in platea a fare il tifo per lui,
che secondo Angel, padre orgoglioso di suo figlio, diventerà un giocatore
professionista.
Dopo
aver vinto la partita Tommy fa ritorno a casa con la sua famiglia e, visto che
ormai da qualche anno conosce le peripezie che i suoi hanno dovuto compiere per
poter stare insieme, pensa che anche questa è una storia a lieto fine.
THE
END