FAITH A LOS ANGELES

Di BuffyFaith92

 

 

INCUBI E SOGNI PREMONITORI

Stagione: I° di Angel

Personaggi: Angel, Faith, Wesley, e Cordelia, ma anche Buffy per un piccolo tratto.

Commento: Questo episodio si svolge subito dopo la puntata “la vendetta” di Angel, e in quest’ultimo ho fatto finta che Faith non fosse stata consegnata alla polizia ma che Angel avesse deciso di prendersene cura lui, sotto approvazione di Kate. Leggetelo, è bellissimo!

 

Erano ormai due settimane che Faith viveva da Angel, e circa dieci o dodici vampiri avevano già tentato di ucciderla parecchie volte, ed era costato caro sia ad Angel che agli altri continuare a proteggerla. Faith non voleva creare problemi, ma Angel la convinceva a restare tutte le volte che a lei veniva voglia di prendere il suo zaino e fuggire via. Cordelia e Wesley, in effetti, preferivano che lei andasse in galera, almeno là sarebbe stata al sicuro, o magari pensavano di portarla a Sunnydale da Buffy, anche se dall’ultimo incontro i loro rapporti non erano molto migliorati, ma una cosa la pensavano con chiarezza: Faith era in pericolo se rimaneva con Angel, così, allo scoperto, dato che tutti i demoni, quelli che sapevano che lei era a Los Angeles, la volevano uccidere, visto che era sempre e comunque la 2^ cacciatrice.

La ragazza era sempre bianchissima e piena di ferite sulle braccia, usciva sempre per una mezzora alla sera (Angel pensava che andasse al locale di Lorne) e cercava di evitare il più possibile la conversazione con Cordelia e Wesley, dopo quello che gli aveva fatto, anche se per la verità erano loro che non voleva discutere e nemmeno avvicinarsi.

Aveva pensato più volte di chiedere scusa sia a loro che a Buffy, era arrivata anche a comporre il numero di quest’ultima e a far squillare il telefono, ma riattaccava sempre presa da un brivido freddo e da domande senza risposta. E se Buffy non voleva ascoltarla? E se succedeva come l’ultima volta, quando aveva cercato di chiederle scusa, che Buffy voleva gonfiarla di botte e di lividi per vendicarsi...?

Faith era assorta nel suo sogno quando ad un certo punto la scena cambiò. Si trovava in un parcheggio, o almeno così sembrava. Non capendo dove si trovasse, cominciò a camminare verso l’uscita, ma davanti a lei apparvero degli uomini, che le saltarono addosso, la ferirono con dei coltelli e si trasformarono in demoni. Lei cercò di fuggire, anche se voleva combattere, ma dietro di lei in suo soccorso apparve Angel, che la prese e la fece allontanare con la forza. Faith si mise dietro una macchina nera ad osservare il vampiro proteggerla, un po’ preoccupata, anche se lui se la cavava piuttosto bene. All’improvviso sentì dei passi dietro di lei...si voltò e vide un coltello sfiorare la sua spalla, lasciando una scia di sangue che colava come una cascata. Lei urlò più volte, ma nessuno la sentiva. Il vampiro provò di nuovo a colpirla e...

 

Faith aprì gli occhi e si svegliò di colpo. Aveva la fronte sudata e le mani orrendamente fredde e tremanti. Rimase un minuto a calmarsi dallo spavento dell’incubo, poi si mise a gambe incrociate. Rifletté per un attimo sul luogo in cui si trovava. Stanza scura, tende nere...ok, Faith, sei va Angel...al sicuro, va bene,  calmati...si disse a bassa voce. Nel frattempo Angel arrivò correndo, poi si sedette agitato sul letto, prendendole le mani gelide e riscaldandole.

-Faith, Faith, mi senti? Hai urlato, hai avuto un incubo?- le disse abbracciandola.

-Sto bene, sto bene...- rispose Faith tranquillizzandosi. -...Adesso, qui con te...- aggiunse dopo. Anche lui, Angel, aveva avuto un incubo, forse lo stesso, e quell’abbraccio, nel profondo, tranquillizzava anche lui. Due minuti fa si era svegliato di soprassalto con la fronte sudata, poi aveva sentito l’urlo di Faith e si era precipitato a vedere, in camera, se la ragazza stava bene.

-Angel, ho...ho sognato...io morivo...ed era così reale, così vero...- cominciò Faith.

-Tranquilla, tranquilla, sei al sicuro adesso- disse lui sciogliendo l’abbraccio e guardandola negli occhi. Lei annuì e si calmò del tutto.

-Era tutto buoi, forse un parcheggio, perché c’erano delle macchine...io stavo camminando e ad un certo punto sono arrivati loro e volevano uccidermi...-

-Chi voleva ucciderti?-

-Non lo so, due, tre, o quattro demoni...avevano la pelle...verdastra e con qualche punto rosso dappertutto...ma poi sei arrivato tu e mi sono nascosta e lui mi ha ferita con il coltello e voleva uccidermi...- Faith cominciò ad agitarsi di nuovo e si toccò la spalla che faceva un male tremendo. Angel le prese di nuovo le mani fredde e fece in modo di mettersi davanti al suo viso.

-Ok, ok, va bene, lo so, lo so, ho sognato anche io questa scena...- le disse.

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Sigla: Angel

David Boreanaz as Angel

Charisma Carpenter as Cordelia

Alexis Denisof as Wesley

 

And especially producer by

Eliza Dushku as Faith

 

Special guest

Sarah Michelle Gellar as Buffy

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-Ecco, li ho trovati!- esclamò Angel il mattino seguente. Sbatté un libro sul tavolo e si sedette sulla sedia dell’ufficio. Wesley prese il libro e osservò la pagine sfogliata dal vampiro. Cordelia era impaziente e disse: -Allora? C’è da preoccuparsi? Era una sorta di premonizione? Come le mie? Avete trovato i demoni?-

-Sono spie- disse Angel.

-Esattamente. Agiscono nei sogni e ti uccidono con dei coltelli. Bisogna affrontarli...nei sogni, sì.- lesse Wesley. -Prendono il cuore di persone...e lo usano per esperimenti umani! Cavoli! Ma come si fa a sperimentare un cuore? Lo attaccano in un altro corpo?-

-Ma perché vogliono proprio quello di Faith?-

-Forse perché pensano che il cuore di una cacciatrice sia diverso da quello umano...?-

-Leggi ancora...-

-Vogliono creare una...un corpo per un demone morto, lo resuscitano e in cambio...avranno un premio. Non dice altro, non specifica il tipo di premio.-

-Lei come sta?- domandò Cordelia riferita a Faith.

- E’ un po’ spaventata. Ma se la caverà. Se l’aiutiamo- rispose Angel.

-No, amico mio, qui deve cavarsela da sola. Non si sa come tu sia riuscito ad entrare nel suo sogno, ma deve ucciderli lei, stavolta- intervenne Wesley.

-Non è ancora pronta per uccidere!-

-Sì, ma Angel...non puoi fare niente. I sogni sono i suoi e...-

-...forse abbiamo una specie di contatto, forse riesco ad entrare ancora nei suoi sogni, così riuscirò ad aiutarla! Wesley sono in tanti, sono un gruppo, da sola anche se volesse non ce la farebbe mai-

- D’accodo, magari c’è una formula...-

-Perfetto-

Angel scese con l’ascensore di sotto, e si precipitò ad informare Faith. Quando finì di dirle tutto, lei si sedette sul divano e lo guardò preoccupata. Si alzò la maglietta dalla manica fino alla spalla, e gli fece vedere la ferita ancora un po’ aperta che le aveva fatto il demone. Era lunga circa due centimetri, e si notava abbastanza anche da lontano. Angel notò a fianco della ragazza il pigiama insanguinato e uno straccio con dell’acqua rossa di sangue. La guardò un po’ addolcito mentre lei andava nell’angolo di cottura a cuocersi dei pop-corn, poi mise in lavatrice il pigiama sporco di sangue e stette con lei fino a che Wesley non ebbe trovato una formula che consentisse ad Angel di entrare nei sogni di Faith e di avere il pieno controllo su lui stesso.

Wesley scese di corsa le scale tutto allegro, insieme a Cordelia, e appena Faith si accorse che c’erano i due amici si nascose un po’ dietro ad Angel, imbarazzata e terrorizzata. Non avevano mai parlato prima d’ora, a parte qualche “ciao” qua e là, e Faith aveva un gran bisogno di sapere che loro non ce l’avevano più con lei.

-La formula è qui, sul libro, l’ ho già usata e so come si usa, non è semplicissima ma va bene...- disse Wesley. Cordelia diede il libro ad Angel, poi lui e Wesley si allontanarono per discutere sul da farsi, lasciando Faith e la “veggente” da sole.

Faith mise le mani in tasca e posò lo sguardo sulla punta delle scarpe. Cordelia sorrise comprensiva e le disse: -Eih... Come mai non sali mai di sopra...-

-Sto bene qui giù, grazie...- mentì Faith senza alzare lo sguardo.

-Beh, non dirmi che sei come Angel, che non esci mai di casa e che te ne stai sulle tue a tutte le ore del giorno!-

-Prima no. Adesso non credo di poter uscire. Mi troverebbero sempre-

Cordelia annuì, e le sorrise. -E poi- aggiunse Faith -Vorr...-

-Faith! Cordelia!- chiamò interrompendola Wesley.

Le ragazze corsero subito in cucina, e non fecero in tempo a rendersi conto di quello che succedeva che due vampiri le avevano già assalite. Wesley lanciò un coltello da cucina verso il vampiro, ma quello lo schivò e il coltello cadde a terra insieme a Faith. Nessuno si era accorto di quello che era successo, Angel prese un pezzo di legno dalla gamba di una sedia e lo conficcò nel cuore del vampiro più vicino, mentre l’altro stava per mordere Cordelia, anche se appena il vampiro notò che Angel stava per mirare nel suo cuore fuggì via.

-Codardo! Scappa pure!- esclamò Cordelia. -Sì, sì, vai! E dì ai tuoi amichetti di stare lontani da lei, va bene? Altrimenti ve la vedrete con...beh, la pagherete cara!-

-Cordelia!- chiamò Angel con voce preoccupata. Lui era in ginocchio accanto al corpo di Faith, e la ragazza sanguinava dallo stomaco. Aveva il coltello ancora dentro e Wesley si accorse di quello che aveva fatto. Incredulo, si avvicinò a Faith e la guardò negli occhi, dispiaciuto. Lei sorrise con tutte le sue forze, poi mise una mano sullo stomaco ed estrasse il lungo coltello, dopo di che svenì all’improvviso.

 

Faith cercò di mettere a fuoco le figure che le stavano passando davanti, anche se non ci riuscì subito. Cercò di sfregarsi gli occhi, ma appena si mosse lo stomaco cominciò a bruciare e a fare malissimo, così si agitò un po’, anche se nessuno la vide.

-Non l’ ho fatto apposta, credimi!-

-Lo so, Wesley, ma abbiamo rischiato di perderla, e dobbiamo stare più attenti a lei!-

-Ti giuro che mi dispiace molto, ma dobbiamo continuare a proteggerla fino alla nostra morte?-

-Sciocchezze, qui si tratta di salvare un’anima, dove dovremmo portarla, in prigione?-

-No, magari a Sunnydale...almeno Buffy potrà proteggerla, e comunque sarebbe compito suo-

-Buffy ha già troppi problemi per conto suo, Wes!-

-Angel, tu non vuoi capire, lei è in pericolo tanto quanto me e te o Cordelia! Se sta qui peggiora la situazione!-

Ad un certo punto un’altra figura si mosse e le si avvicinò, e una voce femminile, che disse: -Eih, si sta riprendendo!-

Wesley e Angel accorsero, e Faith si rese conto di essere stata messa sul letto di Angel. Finalmente riuscì a vedere chiaramente.

-Stai bene?- chiese Cordelia.

-Sì- cercò di dire Faith.

-Non era molto profonda- la tranquillizzò Cordelia. -E poi, non sei abituata a tagli del genere?-

Angel la guardò fulminante e Faith ripensò a quel giorno...sul tetto...dove non vide più nulla per otto mesi...

-Sicuramente è meglio del tuo coltello che ti manda in coma conficcato dalla tua migliore amica...- disse Faith un po’ allegra, anche se nessuno si rassicurò. Faith spostò lo sguardo su Wes che si sentiva in colpa, e gli disse: -Fa niente, tranquillo, non sei il primo-

Si alzò la maglietta e guardò la ferita. Non sembrava grave, sicuro non sarebbe caduta in coma. Non sanguinava più e si sorprese che fosse così stretta, perché sentiva un grande dolore anche oltre la ferita. -Quel demone è...-

-Morto, tutti e due, ci ha pensato Cordelia- disse Angel. Cordelia sorrise fiera e poi cominciò a mettere una garza sulla ferita. Angel si sedette sul letto accanto a lei e le tenne la mano. Faith sentì il cuore battere a mille all’ora...

-Abbiamo ancora un demone da sconfiggere, stanotte. Adesso riposati...- le disse dolcemente.

Faith si addormentò quasi subito. Il suo sogno era ambientato in una pianura. Lei era distesa su una coperta ed era felice e libera da tutto e da tutti. Il sole riscaldava la sua pelle fresca e una brezza di vento le accarezzava i capelli. Ad un certo punto un uomo si sdraiò accanto a lei, la baciò e le disse:

-Stai bene, adesso?-

-Sì, va meglio Angel...Mi sento viva e libera...-

-Tra poco arriverà Buffy con il suo ragazzo...cerca di non litigare almeno per oggi...-

-Come? Buffy? Ma...-

-Tranquilla- la interruppe lui. -Qui nessuno ti farà niente, finché ci sono io...-

Lui la baciò ancora, ma appena da lontano si intuiva la sagoma di Buffy, la scena cambiò ancora. Stavolta era sul tetto di un edificio, che lei conosceva e ricordava bene. Indietreggiò un po’ e si resse con tutte le sue forze per non cadere dal muretto dietro di lei. Guardò le strade poco trafficate di Sunnydale, con tutte le luci e le decorazioni che c’erano in quel momento. Un brivido di freddo le venne sulle spalle, si girò e vide un demone con un coltello in mano che sorrideva e che diceva: -Sei sola, adesso, nessuno ti può aiutare! Ti prometto che non sentirai dolore, mi serve solo il tuo cuore per Krayto...Non fare la timida...-

Faith cercò di scappare, ma un improvviso dolore allo stomaco la fermò. Lui la prese e la buttò per terra. -Così mi rendi le cose facili...-

-Vattene! Lasciami in pace!-

-Ma come, non lo vuoi anche tu? Smettere di soffrire...niente dolore...niente rimorsi...Posso aiutarti io...-

-No, nessuno può aiutarmi, solo io posso...-

-...credi che la tua lotta verso il bene sia temporanea? Credi che tutto il dolore e tutto il male che porti dentro cesseranno a fare la buona? No, Faith, io ti conosco e so quello che sei veramente!-

-Nessuno lo sa, nessuno mi conosce!-

-Davvero?- Il demone prese le sembianze di Buffy e ridacchiò tra se. -Neanche io, Faith?- disse con voce disperata. -Io non ti conosco? Siamo state amiche per un sacco di tempo, finché tu non mi hai tradita...-

A Faith scese una lacrima dalla guancia, si alzò e scosse la testa.

-No, tu non sei reale, tu non sei Buffy!-

-Ma non mi vedi? Sono qui, davanti a te. E so che tu sei malvagia, sei una perdente! Ricordi? Te l’avevo già detto, in passato. Non puoi avere perdono! Non puoi pretendere di diventare buona, perché non esiste punizione per te...sai che devi fare?-

Faith scosse la testa, anche se non voleva darle retta.

-Morire!-

Il vampiro volle colpirla con il coltello, ma lei schivò il colpo e cominciò a combattere, come faceva in passato. Con un calcio gli tolse di mano il coltello e lo raccolse. Prese Buffy-demone per i capelli e gli disse :

-Io sono cambiata, sai? Il perdono esiste per tutti! Tranne per quelli come te! Bastardi che cercano di manipolarmi prendendo forma del mio passato...ma sai una cosa? L’ ho dimenticato, ho dimenticato il passato! E questo è un messaggio per i tuoi amichetti: non mettetevi contro di me oppure sarete estinti!-

Detto questo, la ragazza impalettò il vampiro con il coltello e sorrise soddisfatta guardando le ceneri del nemico. Finalmente aveva superato lo stato “trans” ed era tornata la vecchia Faith, con una differenza, però. Ora era buona e sapeva benissimo cosa fare e cosa essere, ovvero uccidere i vampiri ed essere la seconda cacciatrice...per l’eternità.

 

-Faith! Faith! Stai bene? Come ti senti?- chiese preoccupato Angel al suo risveglio.

-Non chiedetemelo sempre- rispose lei sorridendo.

La sera Cordelia li trascinò ad una festa per “persone famose e di alta classe” come le chiamava lei, e dovettero tutti andarci. La sala dell’edificio era enorme e la musica di sottofondo era dolce e lenta. Cordy chiacchierava allegramente con un regista di Los Angeles famosissimo e Wesley dava un’occhiata ogni tanto dal bancone a Mary Moonson, un’attrice e cantante nota.

Angel, che non amava le feste e l’affollamento, era uscito in terrazza, e poco dopo anche la cacciatrice lo raggiunse.

-Ti piace proprio startene tutto solo, vero?-

-Se non fosse per Cordelia io qui non ci sarei venuto per niente al mondo.-

-Lo so...-

Solo quando Angel si voltò notò la bellezza di Faith, vestito nero fino alle ginocchia, una collana di svaroschi che pendeva dal collo, i capelli sciolti fino a metà schiena, e le scarpe con i tacchi alti tre centimetri. Il suo look, lo sapeva anche Angel, era unico di quell’occasione, e sicuramente non si sarebbe più rivista conciata così. Assomigliava un po’ a quello che indossava alla festa del liceo di Buffy, anche se lì aveva i capelli raccolti.

-Tu non dovresti essere dentro a scatenarti? Non è quello che ti piace fare, di solito?- domandò dopo aver tolto lo sguardo da Faith. Lei gli si avvicinò e si appoggiò al muretto della terrazza, e si mise a guardare il cielo stellato di quella notte.

-Mi piace stare qui, adesso.- rispose lei arrossendo un po’. -Con te...- aggiunse.

-Ti sei liberata di quei demoni tutta sola...volevo aiutarti. Wesley ha detto che inoltre risvegliavano vecchie paure e vecchi ricordi-

- E’ così...è vero...-

Faith abbassò lo sguardo. Ripensare di nuovo a Buffy e a quello che era successo non le faceva di certo bene. Sapeva che prima o poi dovevano chiarirsi, e quindi ripescare i brutti ricordi.

-Mi dispiace io non volevo...-

-...non preoccuparti, è tutto ok...sai, Angel...quel demone si è trasformato in Buffy e mi ha portata su...sulla terrazza. Sai quale. All’inizio avevo paura. Ripercorrere quel ricordo è stato doloroso, ma poi lui ha detto delle cose che mi hanno fatto riflettere molto. Adesso sono cambiata e voglio rimediare ai miei errori. Spero solo di non sentirmi più sola come prima...-

-Non sei sola- ribatté lui guardandola. Lei rialzò lo sguardo e incrociò i suoi occhi neri, poi sorrise e ascoltò il suo cuore battere più forte.

-Grazie, Angel. Di tutto. Mi sei stato molto vicino in questi tempi e senza di te non so cosa avrei fatto...-

Si avvicinarono lentamente, ma all’improvviso sobbalzò Cordelia, che gridò:

-Faith! Vieni che ti faccio conoscere due persone, così anche tu diverrai un’attrice! Con le giuste conoscenze...Te la rubo, Angel, solo per un secondo…- La prese per un braccio, ma Faith si fermò.

-Devo prima fare una cosa...Torno subito, due minuti Cordy-

-Va bene, sono di là con il regista più famoso del mondo, non puoi sbagliarti!-

Faith annuì e aspettò che Cordelia se ne fosse andata per scendere dalle altre scale che portavano a un ufficio.

-Dove vai?- domandò Angel.

Lei sorrise vivamente e lui capì subito cosa voleva fare. Faith scese le scale e arrivò all’ufficio, dove sulla scrivania vi era un telefono. Compose il numero che sapeva a memoria e attese che qualcuno rispose.

-Pronto?- disse una voce femminile.

-Eih, B, sono Faith...-

I SEGRETI DI FAITH

 

Ore quattro del mattino, a casa di Angel.

Squillò il telefono.

Angel si alzò per rispondere, ancora assonnato.

Si sfregò gli occhi e alzò la cornetta, chiedendosi chi potesse essere tanto furbo da chiamare a quell’ora.

-Pronto?- chiese sbadigliando.

-S...salve, senta, potrei parlare con Faith? Una certa Buffy mi ha detto che lei abita qui, è v...veramente urgente, faccia p...presto, grazie-

-Certamente, gliela passo subito, lei sarebbe...-

-Dean, vecchio...conoscente, diciamo...-

-Attenda un secondo...-

Sbadigliò un'altra volta e camminando lentamente andò nella sua camera, dove dormiva Faith. La scosse dolcemente e lei aprì gli occhi, mettendo a fuoco la figura che aveva davanti.

-Angel...ma che ore sono...?-

-Le quattro. Su, alzati, ti vogliono al telefono. Fa presto, dice che è urgente...-

-Chi mi vuole?-

-Un certo Dean...-

Faith scese dal letto, e confusa scosse la testa.

-No, no, è impossibile.-

-Ti giuro, si chiama Dean, o al massimo ho capito male...-

-No, è impossibile che abbia chiamato! Dopo tre anni!-

-Vai a rispondere, così senti cosa vuole.-

Faith arrivò al telefono. Esitò un attimo, poi prese in mano la cornetta e avvicinandola all’orecchio chiese:

-Chi parla?-

-Faith, sono io. Senti non ti avrei chiamata se non fosse per una cosa di vitale importanza, perciò ti prego di starmi a sentire...-

-Ho chiuso con te, te l’ ho già detto tre anni fa, non voglio più avere niente a che fare con nessuno, lo sai.-

-Sì, ma si tratta di vita o di morte, stavolta...-

-Ah, sì? E che ti servono, soldi?-

-Tu non capisci, loro mi faranno a pezzi se io non gli consegno quelle somme, hanno amici anche qui...-

-Non sono affari miei, Dean, non ho un centesimo qui e comunque prova da Marissa o Derek...-

-Li ho già chiamati e non ne vogliono sapere, ma ti prego, mi uccideranno! Mi servono diecimila euro...-

-Cosa?!-

L’urlo di Faith fece accorrere subito Angel, ma lei gli fece cenno di andarsene.

-Tredicimila euro...- sussurrò. -Ma sei in Europa?-

-Sì, in Italia, mi hanno rinchiuso qui. Ci sono molte guardie e non posso fuggire, e loro continuano a minacciarmi...e sono troppi, anche qui dentro ce ne sono. Faith fai in modo di aiutarmi...mi servono entro un mese...-

-Un mese?!-

Angel accorse di nuovo e Faith ripeté il gesto con la mano. Lui tornò in sala.

-Ma dove diavolo li trovo?-

-Non lo so, ma ho bisogno di quei soldi. Sono necessari per farmi vivere...-

-Ma...Marissa e Derek, loro li hanno sicuramente, spero...-

-Ti ho detto che li ho già chiamati! Non ne vogliono sapere, a meno che non ci parli tu...-

-Va bene, va bene, vedrò cosa posso fare. Dove sono?-

-In America, so solo che sono lì da te. Forse New York, Las Vegas...Hollywood!-

-Ho capito. Dammi I numeri che hai chiamato...-

Prese un biglietto e cominciò a scrivere.

Due minuti dopo Faith riattaccò la cornetta e tornò in camera. Chiuse la porta, ma sul letto c’era Angel, che pretendeva chiarimenti.

-Allora? Chi era?- chiese lui preoccupato.

-Nessuno.- rispose lei, come che ce l’avesse con lui.

-Faith...-

-Scusami, ma non ho voglia di parlarne adesso.-

-Ex ragazzo?- insistette lui. -Conoscente?-

-Macché, no! Sei geloso per caso?-

Intanto Faith si sedette sul letto. Infilò il biglietto nel cassetto e spense la lampada.

-Scusa, ma ora sono stanca.-

-Quando ne vorrai parlare...sai dove sono.-

Angel si alzò dal letto e sorrise.

-Carino il pigiama con gli orsetti, Faith!- disse dopo. Spense l’altra lampada e chiuse la porta.

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Sigla: Angel

David Boreanaz as Angel

Charisma Carpenter as Cordelia

Alexis Denisof as Wesley

 

And especially producer by

Eliza Dushku as Faith

 

Special guest

Lauren Graham as Marissa

Tom Welling as Dean

Brian Krause as Derek

Sarah Michelle Gellar as Buffy

Alyson Hannigan as Willow

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Il mattino dopo i due si svegliarono verso le nove, si vestirono e prepararono la colazione. Angel non era riuscito a dormire subito, molti pensieri gli affollavano la testa. Chi era quel ragazzo? Cosa voleva da Faith? E perché lei non voleva più avere niente a che fare con lui, da tre anni, poi?

-Come va?- chiese lui sedendosi nel tavolo.

-Così- rispose lei, generica. -Zero positivo. Come piace a te. E non ne voglio parlare.-

Porse ad Angel la tazza che conteneva il sangue, poi sfuggì alle domande di Angel con delle risposte generiche, oppure con “No” oppure “Forse”. Poco più tardi arrivarono anche Wesley e Cordelia.

Questi stavano discutendo con Angel sulla Wolfarm&Art, e Faith aveva approfittato del momento per sgattagliolare di sotto e prendere il biglietto con sopra i numeri, per poi telefonare.

“Cavoli” pensò. “Derek forse è più facile da convincere. Proviamo con lui.”

Compose il numero e attese che una voce rispose. Il cuore le batteva forte, e già le veniva voglia di riattaccare.

-Pronto? Qui studio legale Wolfram&Art. Con chi desidera parlare?-

Attese un attimo. Cavoli, lavorava dalla parte dei nemici di Angel! Non sapendo cosa dire, disse solo “Derek”.

-Attenda in linea, prego.-

Dopo qualche secondo, qualcuno con una voce maschile rispose prontamente:

-Pronto? Sono Derek-

-S...sono io...Faith...ciao-

-Faith! Piccola!!! Qual buon vento! Stai bene, spero...-

-Certo, non è per me che ti ho chiamato. E’ per Dean...-

-Gli servono soldi, è così?-

-Beh, sì.-

-Gli ho già detto che non gli presterò neanche un centesimo bucato. Mi dispiace, ma tu dovresti sapere come ci sentiamo per quello che ha fatto. Non voglio dargli niente, scusa Faith.-

-Ma ha bisogno veramente di soldi, giuro! Lo uccideranno se non consegna la somma...-

-Non mi importa.-

-Come fai ad essere così insensibile? E’ tuo fratello!-

-Davvero? Non più da quando ha cominciato a spacciare droga da tutte le parti, e non più da quando ha fatto...sai cosa. Non mi sorprendo che sia pieno di debiti anche adesso.-

-Ma Derek, ti prego, ragiona...-

-Ascolta, gli ho prestato almeno cinquecento euro per le prime settimane che è stato rinchiuso. Dicevano che erano gli ultimi ma non lo sono mai stati. Adesso non voglio, scusami. Deve pagare per i suoi errori come tutti noi abbiamo fatto. Tu, io, papà e Marissa. Tutti ce la siamo cavata da soli. E siamo riusciti a farci una vita. Non voglio occuparmi di problemi che non finiranno più, sto bene così come vivo adesso e Dean troverà un’altra soluzione, mi dispiace-

-D’accordo, come vuoi.-

-Bene. Ci sentiamo, piccola.-

-Ciao.-

Appena riattaccò la cornetta e si voltò, sobbalzò dallo spavento e si girò mollando un pugno.

-Angel! Sei matto? Avrei potuto ucciderti!

-Scusami, c’era bisogno di darmi un pugno?-

-Mi dispiace, io non ti avevo sentito perché ero al telefono e così...-

-Sì, ok, calmati adesso, va bene...?-

-Ok...-

Faith si lasciò scivolare sul divano e si mise le mani sulla fronte. Non sapeva più cosa doveva fare. Derek era il più facile da convincere, e se non ci era riuscita con lui figuriamoci con Marissa.

Angel guardò nel telefono “ultime chiamate” e arrabbiato e confuso urlò:

-Hai chiamato la Wolfram&Art?? Faith ma cosa...-

-Oh, aspetta, non è come sembra, non ti sto tradendo, tranquillo...-

La ragazza tornò in piedi. Lui si mise davanti a lei, a braccia conserte.

-Dimmelo tu, come sembra, allora-

-E’ complicato e molto lungo e io...-

-Faith...-

-Va bene, va bene, ti spiego tutto.-

I due si sedettero sul divano, e lei cominciò a raccontare.

-Mia madre è morta quando io ero piccola, e tu lo sai. Non sono figlia unica, Angel. Ho tre fratelli. Uno di questi l’ hai sentito, Dean. Poi ci sono Marissa e Derek. Io sono la più piccola e vedi...anche la più ingenua. O almeno lo ero. Mio padre ha cominciato ad avere debiti, piano piano perdemmo tutto, e io ho cominciato ad essere indipendente e ad vedere le cose come stavano. Ovvero che eravamo poveri e che non avevamo niente. Mio padre investì sulla casa nel gioco d’azzardo e perdemmo anche quella. A sedici anni lasciai il liceo e mi chiamarono per essere cacciatrice, alla morte di Kendra, come sai. Non seppi più nulla dei miei fratelli, da quel giorno. Mio fratello maggiore, Derek, si è tenuto in contatto con Marissa, e Dean stava già finendo nei guai a quel tempo. Lui giocava, come mio padre, d’azzardo e scommetteva somme altissime. Poi spacciava droga e lo rinchiusero in prigione, e mio padre morì. Derek dice che sia stata colpa sua. Io non gli credo, ma faccio finta. Non so com’è successo. Sono passati tre anni, Angel, l’unica cosa che ricordo di Dean era la sua faccia quando lo sbatterono dentro. Anche adesso ha debiti infiniti e giurano di ucciderlo se non consegna i soldi...E’ in Italia, in prigione, per quel che mi ha detto. E poi...-

-Continua-

-Derek lavora...alla Wolfram&Art...ti giuro che non lo sapevo, Dean mi ha dato dei numeri che appartenevano, secondo lui, a Marissa e Derek. Ho chiamato e l’ ho scoperto adesso, tutto qui...ma non ti sto tradendo in nessun modo...te lo giuro...-

-Ti credo, tranquilla...-

Lei sorrise e trattenne a stento le lacrime. Arrossì vivamente e una voglia irrefrenabile di buttarsi nelle braccia di Angel la stava sovrastando...riuscì a trattenersi. Si alzò dal divano e si allontanò abbastanza per non cadergli in braccio.

-Devo rintracciare Marissa. Derek non ne vuole sapere. Forse lei può aiutarlo con i suoi debiti-

-Perché non me lo hai detto subito?-

-Sono i mie segreti, Angel. La mia vecchia vita. Capisci cosa intendo.-

Lui annuì. Lasciò sola Faith, e lei compose il secondo numero.

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Dieci minuti più tardi, Faith era salita nell’ufficio di Angel. Aveva già messo la giacca e stava per andare dalla sorella.

-Vado da Marissa, abita accanto Sunnydale, perciò faccio in fretta. Prendo la tua auto...chiavi?-

-L’hai convinta?-

-No, non era in casa, ma tornerà tra una mezzora. Devo fare in fretta, l’Italia è abbastanza lontana, e per mandare i soldi...comunque dammi le chiavi.-

-No, Faith. Vengo con te.-

-Non se ne parla-

-Oh, sì, invece. Hai bisogno di qualcuno che ti stia vicino e comunque voglio riavere la mia macchina ancora intera...Se non ti dispiace.-

Alla sera i due decisero di tentare di convincere la sorella di Faith.

Uscirono dalla casa di corsa e presero l’auto. Nessuno parlò mentre si avviarono. In poco tempo arrivarono in una piccola cittadina accanto a Sunnydale. I due pensarono comunque di fare una visita a Buffy, se tutto finiva bene. Sfrecciarono nella seconda via a destra, e si fermarono davanti alla casa n32. Faith scese di corsa dall’auto e suonò al campanello.

-Chi è?- chiese una voce maschile.

-Beh, Faith, ci siamo sentiti al telefono questa mattina...-

-Ma certo, entri pure.-

-Grazie-

Il cancello nero si aprì come alla reggia di Versaille, e dalla porta della villetta sbucò una faccia femminile. Quella tornò subito in casa, sghignazzando, e l’uomo che aveva risposto al citofono aprì la porta. Faith ed Angel entrarono in giardino.

-Salve.- gli disse l’uomo. Si fece da parte per farli entrare, ma Faith non si mosse, sapendo che Angel aveva bisogno di un invito. L’uomo, imbarazzato, disse:

-Beh, potete entrare...-

I due entrarono nella grande sala. I lampadari e i soprammobili erano lucidissimi e antichissimi, e l’uomo li condusse in cucina.

-Faith, ciao, cos’è successo?- disse una donna dietro di loro. Era altissima, magrissima, aveva gli occhi azzurri come il cielo e i capelli neri fino alle spalle. Un po’ si assomigliavano, ma la ragazza non portava il trucco da “dark” di Faith.

-Marissa, eih, come va...?- chiese imbarazzata la cacciatrice.

-A me tutto bene. Scott mi ha detto che hai chiamato e che sembravi agitata, tutto ok? Derek sta bene?-

-Sì, sì, stiamo bene. Scott...?!-

-E’ mio marito. Mi sono sposata un anno fa-

-Ovviamente...certo, comunque è di Dean che dobbiamo parlare.-

-Dean? Per il prestito?-

-Esatto-

All’improvviso arrivarono due bambini, tutti e due mori con gli occhi chiari. Si misero davanti a Faith e la fissarono con un’aria da terzo grado.

-Chi è questa donna, mamma?- chiese la bambina.

-E’ mia sorella, Faith, quella di cui vi ho parlato. E lui è...-

-Oh, mi scusi, sono Angel- disse imbarazzato il vampiro.

-Angel, il suo ragazzo- rispose Marissa.

-Beh, veramente...- dissero in coro Faith ed Angel.

-Vi sposerete?- chiese la bambina.

-Avrete dei figli?- chiese il bambino.

-Vivrete in una villa?-

-Dove vivete adesso?-

-Vi volete bene?-

-Avete dei giochi da regalarci?-

-Va bene, va bene, adesso andate di là con papà, ok?- disse in fretta Marissa. Il marito ubbidì e li portò in sala.

Ci fu una pausa, poi Faith riprese.

-Beh, gli servono dei soldi. Subito, con urgenza e se non...gli consegna lo uccideranno. Bella casa.-

-Grazie...ehm, comunque sai che non regalo mai niente, Faith. E gli abbiamo prestato già un sacco di soldi, a lui e ai suoi amici, non può ogni volta inventarsi una scusa per prendersi dei soldi, lo capisci, vero?-

-Certo, ma vedi...stavolta ha veramente bisogno di quei soldi. Anche io non ci credevo all’inizio, ma poi mi ha spiegato come stanno i fatti e così...-

-Sempre la solita scusa, suppongo. Morirà, qualcuno lo ucciderà...bla bla, tutte frottole. Ma andiamo, una come te che si fa abbindolare...-

-Scusa ma che ti costa? Hai una famiglia, una casa, un lavoro, aiuta gli altri, no? Stai parlando di tuo fratello, non di uno qualsiasi.-

-Ti prego, non insistere.-

-E se fossi io che te li chiedo? A me li avresti dati?-

-Forse-

-La risposta è no. Tu sei troppo avida per questo!-

-Faith, calmati adesso- intervenne Angel.

-No, Angel, tu non sai come stanno le cose...-

-Ah, perché tu lo sai? Ma guardati, Faith!! Hai un ragazzo che sembra un vampiro, sei vestita da...sporca, e vieni qui, dopo tre anni, a chiedere dei soldi!-

-Sono a fin di bene, vuoi che muoia?-

-Certo che no, ma deve cavarsela da solo!-

-Sì, come hai fatto tu, non è così?-

-Cosa vuoi dire con questo?-

-Tu e Derek vi siete accaparrati i soldi di mamma e papà, vi siete fatti una vita con quelli-

-Ma cosa dici...-

-Eih, non sono più ingenua, sorella.-

-Brava, vedo che sei cresciuta-

-Tu sei sempre la solita avita, invece!-

-E tu, allora? Che te ne sei andata così, su due piedi, lasciando la scuola e la città?-

-E’ una altro discorso, questo...-

-Passi sulla difensiva, vero?-

-Me ne sono andata perché mi hanno scelta!-

-Ancora con questa storia di essere la cacciatrice...-

-Non è una balla!-

-Sì, sì, tu le credi?- chiese ad Angel.

-Io? Certo che le credo, ne ho la prova...- rispose Angel.

-Allora devi essere matto-

-Eih!- urlò Faith.

-Senti Faith, o ti calmi e accetti la mia risposta, o te ne vai da qui, subito!-

-Me ne vado!-

-Bene-

-Bene-

-Bene!-

-Bene!!-

Faith uscì dalla stanza a passo veloce e arrabbiata, ed Angel la raggiunse. Prima che potesse salire in macchina, lui la prese per un braccio. Lei cominciò a piangere e si agitò per fargli mollare la presa, ma lui la strinse forte a sé, tranquillizzandola.

Tornarono tristi a Los Angeles, senza essere passati da Buffy. Faith non aveva voglia di parlare, aveva solo voluto andare a dormire e dimenticare tutto. Angel invece voleva che si sfogasse, perché tenere tutto dentro non le faceva di certo bene. La litigata con la sorella non era stata piacevole da sentire, tanto meno avere ottenuto un “no” come risposta. Cosa avrebbe fatto Dean? Come si sarebbe comportato? Lo avrebbero ucciso?

Faith buttò a terra la giacca e si lasciò cadere sul letto a pancia in giù. Cominciò a piangere, ma in silenzio. Dopo qualche minuto, sentì il fondo del letto abbassarsi, qualcuno si era seduto accanto a lei. Angel cominciò ad accarezzarle i capelli, dolcemente, e lei si voltò a pancia in su.

-Stai meglio?-

-No. Sono così insensibili...vedi perché dico che sono sola al mondo??-

-Lo capisco. Ma ricordati che ci sono io-

Lei sorrise timidamente, ed Angel si sdraiò sul letto. Faith appoggiò la testa sul suo petto e chiuse gli occhi, mentre lui l’abbracciava.

-Stai tranquilla- gli disse. -Troveremo una soluzione-

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Il giorno dopo si svegliarono uno nelle braccia dell’altro. Cordelia stava chiamando all’impazzata Angel, e non trovandolo andò a vedere in camera. Poi si mise ad urlare:

-Aaaaah! Angelus!! Angelus!! Wesley abbiamo un problema! Angelussss!-

-Cordelia non urlare, ti prego...- disse Angel.

Cordelia si tolse una ciabatta dal piede e la mise davanti a se. Indietreggiò confusa, poi capì.

-Ah, sei tu. Scusate, è l’abitudine, sai com’è...-

-C’era bisogno di urlare?- domandò Faith.

Arrivò di corsa Wesley, ma lui non sembrò agitarsi. Si mise a posto gli occhiali e portò Cordy fuori dalla stanza, chiudendo la porta.

Angel si voltò verso Faith, e le sorrise.

-Faccio così paura?-

-No, sei dolce.-

Lei sorrise e si alzò dal letto. Anche lui lo fece e uscì dalla stanza. Poco dopo si ritrovarono in sala, dove gli altri li aspettavano con ansia.

-Correte, il notiziario...- disse Cordy, stavolta senza urlare.

-“Un uomo è stato scagionato oggi dalla prigione in provincia di Sunnydale, fuori città. Erano anni che nessuno veniva riportato fuori dalla prigione, e ciò è accaduto grazie a due uomini che hanno dato immense quantità di denaro per coprire la somma della galera, vediamo le immagini...”- Alcune immagini che ritraevano un uomo incappucciato entrare in una macchina, altre due uomini della polizia che raccontano dell’accaduto, e per ultimi i fratelli di Faith.

-“Abbiamo capito che possiamo fare molto con il denaro che abbiamo, compreso aiutare nostro fratello. Tutto questo grazie a nostra sorella, Faith. Lei ci ha fatto capire che possiamo dare tantissimo e che siamo degli stupidi se non lo facciamo, perché il mondo diventi migliore. Noi ci occupiamo di questo, la Wolfram&Art è pronta a proteggervi da ogni eventuale, come abbiamo fatto fino ad ora.”... “Questa è la dichiarazione di Derek, un avvocato della Wolfram&Art, la società di Los Angeles che aiuta i più deboli...”-

-Ma fammi un favore! I più deboli?- esclamò Cordelia.

-Hanno approfittato per farsi pubblicità- confermò Faith.

-Non sapevo avessi dei fratelli- disse Wesley spegnendo la televisione.

-Ci sono molte cose di me che non sapete.- rispose Faith. -I miei segreti-

Squillò all’improvviso il telefono. Cordelia rispose e Faith sorrise ad Angel. La ragazza passò il ricevitore a Faith.

-Per me?- chiese Faith.

-Sì, sono Buffy e Willow. Metto il viva voce...-

-Pronto?- chiese Faith.

-Faith! Sei stata grande, ti abbiamo sentita in tv!- esclamò Willow.

-Sì, hai convinto quei tipi, formidabile!- esclamò subito dopo Buffy.

-Grazie, ragazze, veramente...-

-Non credevo fossi così convincente!- disse Will.

-Davvero? Io lo sapevo...- disse Buffy.

-Ma dai...- dissero Faith e Willow.

-Eih, ragazze, come va lì a Sunnydale?- chiese Cordy.

-Perfettamente, beh, insomma...- rispose Buffy.

-Angel, tutto ok?- chiese Willow.

-Sì, Giles? Xander?- rispose lui.

-Stanno tutti bene.-

-Oh, Faith, devo raccontarti una cosa!!- disse Buffy.

-Dimmi B, ti ascolto-

-Ricordi quei demoni che ti piacciono, quelli tutti liquidi e bavosi???-

-Sì-

-Ne abbiamo ucciso un paio...in effetti è stata dura, roba da super cacciatrice...

Rimasero tutta la mattina a chiacchierare per telefono. Ma Faith non pensava che fosse opera sua. Credeva di aver avuto un’ aiuto da parte di qualcuno, non sembrava che li avesse convinti, a prima vista...

Così, la sera, bussò all’ufficio di Angel.

-Vieni pure, Faith-

-Ciao.-

-Ciao.-

Faith si sedette sulla sedia di fronte alla scrivania.

-Devo parlarti. Sei stato tu, vero? Li hai convinti tu...-

-Chi? I tuoi fratelli?-

-Già-

-No, sono stato sempre con te, come avrei potuto?-

-Angel, sono sicura che tu li abbia convinti, perché io di sicuro non sono stata. Non vedi com’è andata? Abbiamo solo alzato la voce e basta-

-Probabilmente ci hanno ripensato. Abbi fiducia in te stessa, per una volta, Faith-

-A me suona strano, boh...-

-Sei sorpresa?-

Faith ci pensò su per un po’. Poi disse, sicura di se:

-No, in effetti, no.-

Lui sorrise. Lei cambiò argomento.

-Grazie per essermi sempre vicino, Angel.-

-Di nulla, mi fa piacere aiutarti-

-Se non ci fossi tu, Angel, io non so cosa farei...mi lasci sempre sfogare, mi capisci e mi ascolti. Davvero, sei unico...-

Angel arrossì. Lei si alzò dalla sedia e lo baciò sulla guancia. Poi sparì, lasciandolo con i suoi pensieri su di lei.

 

TUTTI  CONTRO KRAYTO

 

SUNNYDALE: ORE 10.20

 

Giles non fece in tempo a voltarsi che sentì qualcosa colpirlo fortissimamente e scagliarlo indietro di diversi metri. Subito dopo perse i sensi.
-Temo sia inutile, Buffy, che continui ad servirti dei tuoi amici. Come vedi sono troppo deboli per combattere con me. E’ piuttosto seccante! Ma ora, mi hai seccato. Voglio tornare dalla mia regina con la quale dominerò il mondo e pertanto muori, Buffy-

Krayto colpì nuovamente Buffy, talmente forte, che l’albero contro cui andò a cozzare la cacciatrice si spezzò.
Buffy si rialzò velocemente, la cacciatrice sapeva di essere sola, ma con lei aveva il pugnale

-Io non farei tanto il duro...se il mio avversario avesse questo!-

Esclamò Buffy mostrando il pugnale al demone. -Allora, Krayto...non dirmi che non te lo ricordavi!- disse Buffy in tono sarcastico, dopo di che, sferrò due calci che andarono a colpire il demone in pieno volto.

La cacciatrice approfittò di quel momento per colpire nuovamente il semidio in pieno stomaco e farlo cadere a terra. La ragazza ebbe solo il tempo di andare a vedere Giles. L'uomo respirava ancora, ma le sue condizioni non poteva saperle. Questo la preoccupava -Perché Giles....- mormorò in un  misto di rabbia e apprensione per l'osservatore che senza seguire quello che lei gli aveva detto aveva deciso di tornare sul posto. La ragazza tornò dinanzi a Krayto -Allora, fai giocare anche me?-
Lui si rialzò immediatamente in piedi, guardando gelidamente la cacciatrice. -Non vuoi capire! La tua ridicola resistenza è totalmente inutile! Puoi continuare ad agitarti quanto vuoi ma non potrai salvarti. Ti ucciderò comunque, Buffy! Sia te che quella tua stupida amica Cacciatrice di Los Angeles!- Il demone si lanciò a velocità folle verso Buffy che colpì svariate volte allo stomaco con una forza e un’agilità straordinarie. Le diede un ultimo violentissimo pugno sotto al mento, lanciandola contro il muro del cimitero che si spaccò all’impatto. Krayto notò che Buffy non si muoveva più, emise una risata di soddisfazione e affermò -Penso che ora avrai capito, sciocca ragazzina. Nessuno può anche solo pensare di battere il grande Krayto!- e si allontanò tranquillamente e si materializzò.
Riley si alzò lentamente e molto ammaccato dall'incontro-scontro, si guardò intorno notando che Krayto non era più presente, Spike si trovava svenuto a terra in un angolo, Buffy mezza-seppellita dalle macerie e Giles in fin di vita vicino l'entrata.

 

LOS ANGELES: ORE 10.30

 

Faith era di pattuglia tutta sola in una notte nuvolosa. Era immersa nei suoi pensieri, e le lotte che affrontava contro i vampiri cominciavano a stancarla. Voleva solo andarsi a riposare e vedere il viso di Angel. Era tutto il pomeriggio che girava per Los Angeles in cerca di vampiri da impalettare, come tutte le sere, ma non aveva trovato qualcuno che riuscisse a farla divertire come faceva in passato.

Già, il passato...Buffy...quanto voleva rivederla e chiederle se i conti erano stati chiariti...

All’improvviso, una fitta al cuore la fece fermare. Si chinò a terra confusa e si premette il petto, cercando di capire come mai il suo cuore batteva così forte da fare male. Al solo pensiero di Buffy? No, non era per quello. Le era successo qualcosa. A Buffy. Pochi minuti fa. E Buffy soffriva. E stava male. Poteva sentirlo chiaramente dentro di lei. Qualcosa le teneva legate, legate per l’eternità, e quel qualcosa la stava avvertendo che l’altra stava soffrendo, e le stava succedendo qualcosa. Qualcosa di davvero pericoloso.

Nel frattempo, Krayto correva per le strade semideserte di Los Angeles. Lo spostamento d’aria causato dal suo passaggio faceva spostare mille oggetti piccoli e grandi. Alcuni demoni che passeggiavano per la città furono spazzati via dal vento. Dopo qualche secondo, si trovò a pochi metri dalla Cacciatrice bruna.

-Faith! Accipicchia, come sei cambiata... Ora sei buona, non è così? Preferivo l’ultimo nostro incontro, un anno fa, ricordi? Oh...Ma ti comprendo: una ragazza crudele e spietata come te, rimane assolutamente disinteressata dal mondo pieno di nauseante bontà di Buffy e dei suoi inutili seguaci. Ma non devi preoccuparti: la tua amica e il suo osservatore non sono più tra noi. Li ho uccisi non più di cinque minuti fa. I due vampiri non sono un problema: li farò fuori appena ne avrò l’occasione. Ma ora pensiamo a noi, Faith!-

Krayto camminava, lentamente, verso la ragazza. La guardava gelidamente.

-So che cosa hai fatto in passato. Unisciti a me, Faith e saprò come ricompensarti. Potrò fornirti mille incredibili poteri, potrai distruggere mondi interi o addirittura universi. Dimmi che cosa vuoi, Faith. Io posso darti qualunque cosa in cambio della tua collaborazione!-

La ragazza che, in un primo momento, era rimasta sorpresa di vedere lì quell'essere si ricompose subito dopo.
Krayto sapeva del suo passato era evidente, ma non conosceva nulla del suo presente.
E poi che farneticava? Buffy morta?
Non era la prima volta che succedeva, e il bello è che la biondina era sempre tornata
-B è allergica alla morte.- disse con voce atona -è già morta ed è tornata indietro. Anche se tu l'avessi uccisa è probabile che fra poco te la ritroverai dinanzi col suo solito modo di fare." disse quasi divertita dal pensiero di quel via vai di Buffy dal regno dell'oltretomba.
Sospirò poi e andò incontro al demone.
-Al dire il vero mi eccita molto mettere a repentaglio la mia vita, prima lo facevo per divertimento, ora invece ho imparato cosa significa avere uno scopo.-
Faith ricordò gli insegnamenti di Angel e tutte le difficoltà che aveva affrontato e pensò a tutte quelle che doveva ancora affrontare per cambiare e non soccombere alla sua metà oscura.
-Io sono come il vento- disse tranquilla -non sto con nessuno, al massimo collaboro con chi è dalla mia parte, ma le alleanze definitive, l'amicizia, sono cose che non mi riguardano. Non so se capisci.- fece una pausa poi riprese -la tua proposta è allettante, ma purtroppo vedi, finché non combatteremo per gli stessi obiettivi, noi due non potremo mai essere alleati-
-Ciò che vedi intorno a te, la meravigliosa devastazione di questa ridicola città, non è che un piccolo segno di ciò che troverai sul tuo cammino. Presto, tutto il mondo sarà sterminato da me e dalle mie creature e solo gli umani che mi avranno giurato fedeltà si salveranno. Buffy viva o morta che sia, non è qui a combattere per fermarmi. Credo che tu debba prendere una decisione, Faith: tentare di contrastarmi e fallire miseramente come la tua amica oppure avere un immenso potere divino? Non ti chiedo di decidere ora, poiché sarebbe una scelta affrettata. Aspetterò ancora un po’. Pensaci su, Faith!- disse Krayto, guardandola gelidamente negli occhi marroni. Fece un elegante cenno di saluto, e si accinse ad andare.

Faith pensò alle parole del demone: le offriva un posto nella dimensione demoniaca. Un'altra avventura nel mondo del male? No, c’era uscita tempo fa e non aveva voglia di tornarsi a mettere nei casini. Quando lui si voltò, Faith aggiunse, in fretta: -Ci penserò su-

“Penserò io a ridurti crema, stupido verme” pensò la ragazza tornando all’ufficio.

 

ORE 10:35

 

-Allora?- domandò Cordy per la centesima volta. -Allora?-

-Non risponde nessuno- ripeté Wes, seccato. -Saranno di pattuglia, come noi-

-Ma a Buffy è successo qualcosa! Me lo sento!- intervenne Faith, continuando a guardare Angel.

-Abbiamo capito, Faith.- disse Wes, che aveva voglia di tapparsi le orecchie perché ne aveva abbastanza di quelle due ragazze. -Ma cosa ci possiamo fare? Non sono in casa, dobbiamo aspettare che tornino. E se le è successo qualcosa sono sicuro che ci avvertirebbero subito-

-Basta, io non ne posso più, vado a Sunnydale-

Tutti si girarono verso la Cacciatrice. Non era il momento migliore per fuggire. O forse lo era? Ma lei non stava fuggendo. Seguiva il suo istinto. Se una sua “metà”, ovvero Buffy, era in pericolo, qualcosa le diceva che doveva andare. Guardò ancora una volta il vampiro.

Lei sapeva che l’avrebbe lasciata andare. E magari sarebbe venuto con lei, tutto per proteggerla.

-Sei impazzita?- domandò Wes, arrabbiato. -Ti sembra il momento? Un demone vuole che passi dalla parte del male, vuole uccidere tutte le Cacciatrici e chissà quali cose vi farà se vi prende, e...-

-...è per questo che devo andare! Non lo capite? Le Cacciatrici, siamo in due, e B non sa nulla di questa storia. Anche lei è in pericolo. Io non sono brava a occuparmi e a preoccuparmi degli altri. Ma stavolta sento che devo andare da lei...Lo capite?-

Nessuno sembrò essere d’accordo con l’idea di andare a Sunnydale, tutti tranne Angel.

-Io lo capisco- disse quasi mormorando. -Lo so cosa provi adesso, e che male c’è a controllare se Buffy sta bene? Avremo fatto, nel peggio, un giretto a vuoto-

Faith sorrise a denti stretti. Solo lui la capiva davvero. Scese con un saltello dalla scrivania e si mise a fianco del vampiro.

-Hai detto avremo?- chiese Cordelia, ancora confusa da tutti gli avvenimenti successi.

-Esatto. Non posso certo lasciarla da sola.-

-Bene- saltò su Faith. -Allora è deciso. Vi faremo sapere con il cellulare appena è possibile, e se ho ragione mi dovete molto, voi due infami.-

 

SUNNYDALE: ORE 11.55

 

-Mio tesoro, come tu avevi chiesto, ho ucciso Buffy e il suo sciocco osservatore. Due creature così legate e così piene di umanità non avevano diritto di continuare a vivere. C’è solo un ultima ombra, però: Faith è ancora viva. Non che me ne preoccupi più di tanto, comunque perché non usi i tuoi poteri, mia divina, e mi dici qualcosa di lei?- Krayto si avvicinò, lentamente, alla bella vampira.  Una donna vestita di rosso, con le labbra sporche di sangue che le colava su tutto il collo, era in piedi davanti a Krayto. Lui portava un mantello di colore nero e un cappuccio in testa, che oscurava il volto.

-Le stelle sono strane mio signore, stanotte promettono sorprese, ma in loro non leggo alcuna morte. Sei certo di aver ucciso una Cacciatrice? –

-La tua domanda mi stupisce, Drus. Ho lasciato pochi minuti fa i corpi senza vita della Cacciatrice e dell’osservatore. Non vorrei scoprire improvvisamente che hai perso il tuo potere. Credo che tu sappia, mia divina, che cosa accadrebbe in caso.-

-Mio sire, nelle stelle è scritta la vita di quest'altra Cacciatrice. Non è un'innocente, è stata anche dedita al male, a molto male. Era l'accolita di un demone purosangue, che è stato fermato da Buffy. E’ rimasta molto nel limbo. Si è svegliata ed è fuggita, purtroppo Angel l' ha riconvertita al bene- poi si voltò verso il semidio e aggiunse -Mio signore, la ragazza sta arrivando in città proprio adesso, e non è sola, c’è il centenario vampiro con lei, sarà a casa della prima Cacciatrice non tra molto-

-Molto bene. Anche la seconda morirà. Non ha voluto convertirsi al male, cosa che io già sapevo essere parte integrante di lei. Peggio per lei. Sarete premiata, mia divina Drus, per il vostro lavoro-

Allontanandosi fece un grande inchino e si incamminò per l’ala est di Sunnydale per finire il lavoro appena cominciato: uccidere tutte le cacciatrici e comandare l’universo.

 

Delle voci di sottofondo furono le prime cose che Buffy avvertì non appena riprese coscienza di sé.
Aveva un enorme mal di testa e l'ultima cosa che ricordava era il terribile scontro con Krayto e una voce femminile che conosceva bene che le teneva stretta la mano.
Aprì lentamente gli occhi.
Avvertendo il fastidio datole dalla luce li richiuse per poi tentare di riaprirli con accortezza.
Le immagini dapprima sfocate divennero chiare e a poco a poco ad ogni voce riuscì ad associare un volto.
Willow notò l’amica risvegliarsi e le corse accanto
-Come stai?- chiese piena di preoccupazione.
-Come se mi fosse passato sopra un treno.- mormorò l'altra con la voce impastata mentre cercava di alzarsi.
Si trovava a casa, qualcuno doveva averla portata lì, ma chi?
Il suo sguardo si rivolse istintivamente su Faith che intanto la fissava inespressiva.

All’improvviso entrò Xander, e nel vedere Faith disse:

-Oh, Dio, ci mancava un’altra psicopatica-
-Faith...Cosa è successo?- le chiese diretta Buffy, ignorando Xander.
Willow fissò a sua volta l'altra Cacciatrice che vedendosi chiamata in causa tirò un sospiro e si avvicinò all'eterna parte di se stessa.
-Krayto
ti ha dato un bel pò di calci. Beh non solo a te.- disse poi rivolgendo lo sguardo a Spike e Giles, piuttosto mal conci e provati
-Ti abbiamo portata qui noi, io ed Angel. Krayto mi ha fatto...una visitina, e mi ha detto che eri morta. Che eravate morti.
"
-Ci credeva morti? Me e chi?-
Faith abbassò lo sguardo e Tara, la ragazza strega di Willow, si voltò a guardare Giles ancora svenuto, disteso su un divano del negozio di magia.
Buffy aprì la bocca come per parlare ma non riuscì ad emettere nessun suono.
-Sta bene. E' un pò ammaccato ma anche lui ha la pellaccia dura...tranquilla, sorella- disse Faith cercando di apparire rassicurante.
Le due Cacciatrici si scambiarono uno sguardo di intesa. A suo modo, Faith l’aveva fatta sentire meglio. E se si era preoccupata per lei, allora il passato non era importante. Era meglio non pensarci più, al passato. Ora erano “amiche” se così si può chiamare il loro rapporto.

-Non so che cosa sia successo.- disse Giles, che sembrava essersi risvegliato da pochissimo -ma dalle espressioni dei vostri volti arguisco che non si tratta di nulla di piacevole. Faith, che ci fai qui?-

L’Osservatore sentiva dolore in varie parti del corpo, senza contare che si sentiva ancora molto intontito. I suoi amici lo avevano comunque medicato. Ora si trovavano davanti a lui, guardandolo sorpresi. Giles fu sollevato nel vedere che Buffy stesse bene. L’uomo sorrise. Non sapeva che cosa sarebbe successo, ma era felice di essere tornato. Poi tornò a guardare la seconda slayer.

-Un certo Krayto poco tempo fa voleva uccidermi. E mi è venuto a dire che Buffy era morta, così, io ed Angel, siamo arrivati per controllare. Abbiamo trovato i tre, Buffy, Spike e Giles, svenuti e li abbiamo portati qui. Ma dovete spiegarci voi cosa è successo-

Buffy la guardò e cercò di spiegare ciò che era successo. Si sedette sul divano e cominciò:

-Krayto era un nostro vecchio nemico. Non so se te ne ricordi, lavorava per...il Sindaco. Diciamo che lavorava per te- Faith sentì un pizzicotto al cuore. - L’abbiamo ucciso, un anno fa, comunque. Però è riuscito a rivivere grazie a una certa...Drus. Che ha ingaggiato dei demoni per uccidere delle persone e...ricostruire un demone in grado di contenerlo. La sua anima è stata evocata e ora è in vita, più forte che mai. Abbiamo anche scoperto, però come si uccide: il pugnale sacro. Lui è una specie di Dio, e con quello si uccide. Eravamo pronti, ma è apparso più forte del previsto e...il resto lo sai.-

-Ho capito. Quindi cosa farete, adesso?-

-Non lo so.-

Giles cercò di alzarsi, ma non riuscì a muovere un solo muscolo. Come mai Buffy non era riuscita ad ucciderlo pur avendo il pugnale? Era troppo forte nel combattimento e anche se ci avesse riprovato sarebbe morta comunque. Era un miracolo che fossero arrivati Faith ed Angel. Le avevano salvato la vita.

Ad un certo punto entrarono Angel, che aveva appena finito di chiamare a Los Angeles, e Riley. Quest’ultimo era un ragazzo castano, alto e robusto, il nuovo ragazzo di Buffy. Faith abbracciò Angel, come se fosse stata lei ad essere stata ferita.

-Avevo ragione, lo sapevo- disse sottovoce.

-Lo so.- rispose lui sorridendo. Togliendo lo sguardo da Faith, i suoi occhi incrociarono quelli di Buffy e i vecchi ricordi riaffiorarono nella sua mente.

Così facendo, però, avevano portato anche il dolore. Faith notò che Angel la stava fissando e di ingelosì un po’. Forse era venuto solo per Buffy? Ma certo, che sciocca. Voleva solo rivederla. Non era venuto per prendersi cura di Faith e starle accanto.

Faith scosse la testa e sciolse l’abbraccio.

-Idiota- disse senza volere ad alta voce. Tutti posarono lo sguardo su di lei. -Non era riferito a nessuno di voi! Tranquilli!-

-Penso che per oggi ne abbiamo avuto abbastanza- disse Giles. –Io dico di riposarci un po’-

Tutti fecero un respiro di sollievo. Faith si allontanò dal vampiro e cercò di non guardarlo negli occhi per più di due secondi. Era bastato uno sguardo per farlo innamorare di nuovo, era evidente mentre lei ci aveva messo settimane per farglielo capire, ma non era servito a nulla. Pensò lei. Si sentiva stupida. Si era illusa troppo.

Willow e Tara prepararono le camere per i nuovi arrivati, e i vecchi ricordi sia di Angel che di Faith cominciarono a farsi sentire. Joyce era via per lavoro, per fortuna, perché c’era davvero gente, quella notte. Faith, Buffy, Willow, Xander, Anya, Giles, Tara, Spike ed Angel.

 

ORE 10.00

 

Il giorno dopo, Buffy stava leggendo un libro che parlava di demoni, nella speranza di trovare qualcosa su Krayto. -No...è più forte di tutti noi singolarmente, e di tutti noi messi insieme...!- La cacciatrice non riusciva a trovare un modo per eliminare il “semidio” una volta per tutte, eppure la ragazza aveva sempre battuto ogni suo nemico.

Ebbe paura d'avere incontrato qualcuno più forte di lei. -Forse Desio non avrà punti deboli, e, se li ha li terrà ben nascosti...ma se ha un complice...beh, lui avrà di sicuro punti deboli...A parte il pugnale, che abbiamo visto che non funziona se non è indebolito- disse con tono pensieroso, poi, come rinvigorita esclamò: -Dobbiamo scoprire se c'è qualcuno al suo fianco e se c'è chi è, a quel punto sarà facile, troveremo i suoi punti deboli e arriveremo a Krayto... magari possiamo, invece, fare un ragionamento diverso: potremmo, con un incantesimo, indebolirlo. Poi io e Faith andremo ad affrontarlo e lo uccideremo con il pugnale! Che ne dite?-

-Non vedo l’ora. Un po’ di azione qui ci vuole.- disse Faith con entusiasmo.

-Sì, bene. Verrò anche io. Sono in forma, in questo periodo- replicò Spike.

-Mi sembri sempre più la copia di Angel-
-Beh, per tua sfortuna, non posso dire che tu sia la copia di Buffy. Ah, a proposito, è questo il suo nome, non 'B'. Vuoi che te lo scriva?- disse Spike a Faith.
-Ehm…- disse, imbarazzato, il signor Giles che non sapeva come riportare il discorso su di un piano tranquillo. Andando avanti così si sarebbero scannati tutti gli uni con gli altri. Altro che combattere Krayto. -Abbiamo il pugnale che può uccidere gli dei, e quindi Krayto!- affermò l’osservatore guardando Faith ed Angel. Faith guardò Spike con lo sguardo tranquillo che diceva “E chi se ne frega di ciò che pensi tu tanto faccio quello che voglio comunque”.
-Fortuna che non le somiglio, se no mi troverei un cagnolino che mi scodinzola intorno tutto il santo giorno...e ora che ci penso pure la notte- tagliò poi corto.
Da Spike non accettava critiche, giacché era un rammollito senza spina dorsale. Dopotutto aveva ucciso due cacciatrici e si era macchiato di crimini orrendi, ed ora era lo schiavetto di Buffy, perché dover accettare di esser presa per i fondelli da uno come lui....un buffone ossigenato.

Non voleva litigare con lui, ma se l’era proprio cercata.

Xander si avvicinò a Faith, dopo che fu tornata la calma.

-Ieri non volevo certo dire che sei una pazza assassina, ma come sai è un brutto momento e può capitare di sparare sciocchezze. Spero che non te la sia presa perché ritengo che ormai dopo le nostre collaborazioni, possiamo ritenerci amici.-

Il ragazzo ricordò infatti che Faith, non solo aveva avuto una parte importante nel momento dello scontro con il Primo ma che inizialmente, prima di essere soggiogata dal male, si era dimostrata una buona amica.

La Cacciatrice bruna sospirò.

Ci mancavano pure le scuse di Xander a coronare quella meravigliosa, prima, giornata alla vecchia Sunnydale!

Sapeva bene che,nel suo caso, nessuno si sarebbe mai preoccupato di quanto avesse sofferto per tornare a far parte dei buoni; provava a riscattarsi di continuo, ma nulla di quel che faceva era mai abbastanza. Forse prima pensava che Angel la capisse, ma...

-Tranquillo, ci sono abituata ai vostri calorosi benvenuti.- rispose poi col tono di chi non accetta repliche.

Non occorreva gettare benzina sul fuoco,presto o tardi, anche quelle battutine idiote sulle sue alleanze passate le sarebbero scivolate addosso senza più ferirla.

-Mi sono spesso chiesto che cosa sarebbe accaduto se le cose fossero andate diversamente. Per esempio, se non ci fosse stato quel bastardo del Sindaco a portarti sulla cattiva strada. Avresti potuto restare a Sunnydale con noi e continuare a fare parte del gruppo. Penso che sarebbe stato grande!- proseguì il ragazzo. Voleva fare qualcosa per farle capire che la sua presenza era importante.

-Non era un bastardo- disse con tono dolce -lui mi voleva bene. In sostanza era come il padre che non ho mai avuto; so che era spietato ma con me era diverso, mi amava davvero, come fossi sua figlia-

La ragazza sorrise malinconica al ricordo del Sindaco poi scosse la testa come per ridestarsi e guardò Xander negli occhi -La verità è che avevo bisogno di essere accettata e mi sono aggrappata a lui; ho sbagliato io, perché sono stata io ad andare da lui quella sera per proporgli un’alleanza. Sarebbe facile dire “mi ha usata” ma sarebbe un passo indietro per me farlo, non credi?-

Xander notò che Faith si stava aprendo con lui, e si sentì attratto da lei. Gli venne in mente ciò che era accaduto alcuni anni prima, quando si erano ritrovati a letto insieme. Ora erano entrambi cresciuti. Sarebbe stato tutto differente. Chissà se anche la ragazza ci stava pensando. Il giovane cercò di scoprirlo. Disse, in tono comprensivo

-Ci capita spesso di sentire il bisogno di avere qualcuno vicino, qualcuno che ci capisca e che senta la necessità di starci accanto. Sono tempi difficili, questi.-

-Sì sono tempi difficili- rispose lei seria con lo sguardo fissò gli altri e sospirò -Ma dopotutto...io questi tempi non sono stata completamente sola.-

La cacciatrice fissò Angel e arrossì un po’. Xander capì che non aveva speranza con Faith, perché lei ormai era irraggiungibile...

-Hai avuto Angel-

-Esatto, ed è grazie a lui che sopravvivo...-

-Capisco-

-Beh, suppongo tocchi a me andare a prendere tutto il necessario mentre voi 'cervelloni' studiate l'incantesimo.- disse Spike dirigendosi con passo svogliato verso il magazzino.-Allora? Nessuno viene a darmi una mano?- aggiunse poi.

-Eccomi.- sospirò Xander. Abbandonò i dolcetti sul banco e seguì Spike. -Sbrighiamoci. La situazione peggiora sempre di più.- disse lanciando una veloce occhiata verso Faith.

 

ORE 19.00

 

Il tempo non prometteva nulla di buono. Si sarebbe di sicuro messo a piovere. Però ciò permetteva ai due vampiri di aiutare le Cacciatrici nell’impresa.

Giles era ancora seduto comodamente a consultar libri e mangiare biscotti. Gli stava quasi piacendo essere coccolato così da tutti gli scoobies. Vide rientrare Spike e Xander che portavano delle buste che contenevano gli ingredienti dell’incantesimo. L’Osservatore si voltò verso di loro -Abbiamo tutto? Bene, qualcuno potrebbe ora disegnare un pentacolo sul pavimento? Non troppo grande visto che dopo dovrete ripulire. -

-Che schifo: unghie di scimmia, un cuore di pollo, polvere di ossa umane, spoglie di serpi, sterni di gallina, corna di caprone… bleah! Non serve farci un incantesimo per indebolire Krayto, basta mostrargli questa roba che gli verrà subito la nausea e potremo ucciderlo proprio mentre rimette.- disse Xander mentre con Spike posava tutto sul tavolo. -Ma sbaglio o prima c’è stata anche una scossa di terremoto?- chiese il giovane agli altri.

-Ci mancava anche un terremoto! Come se non avessimo già abbastanza da fare con demoni e Dei- commentò Spike. -Qui dovrebbe esserci tutto l'occorrente per l'incantesimo. Allora lo facciamo o no questo incantesimo? Visto come stanno andando le cose, prima lo facciamo meglio è.-

-Sono d'accordo con Spike- esclamò Anya alzandosi dal suo posto. -Sarà meglio muoversi.-

Aprì un cassetto della credenza, prese un gessetto, e si pose al centro della stanza.

-Comincerò con il pentacolo. Con un gessetto va bene?- domandò a nessuno in particolare. Si inginocchiò e cominciò a disegnare, borbottando tra sè e sè

-Tanto devo comunque pulire io, dopo.-

Tracciò un pentacolo approssimativo sul pavimento, poi si rialzò in piedi, e strofinò le mani sui jeans soddisfatta.

-Bene, e adesso cos'altro serve?-

-Ora occorre sistemare quegli ingredienti all’interno del pentacolo e che qualcuno reciti la formula, in prossimità del disegno.-

Rispose l’Osservatore. Tentò di alzarsi in piedi ma ricadde nuovamente indietro, sul divano. In quel momento, provò una gran rabbia che represse immediatamente in modo da poter andare avanti con l’operazione. -Ragazzi, sono spiacente. Ma qualcuno dovrà effettuare l’incantesimo al mio posto. Willow?-

Willow si avvicinò agli ingredienti portati su da Spike e Xander e fissò quest'ultimo divertita
-Credo che Krayto sia un tipo duro di stomaco, ci vorrà qualcosa di più invasivo-
-
E dopo che si fa? Questo incantesimo di preciso che danni farà a quello psicopatico?" chiese Faith rivolta a Giles.

-Questo incantesimo fu utilizzato pochissime volte nella storia, una della quali servì per neutralizzare Lamia, la donna che fu amata da Zeus e che in seguito acquistò poteri eccezionali e malvagi trasformandosi nella prima vampira. Dopo che un gruppo di monaci l’ebbe recitata, Lamia fu sconfitta da un piccolo esercito di guerrieri romani, con armi convenzionali in quanto la creatura aveva perso tutta la sua forza.- Rispose l’Osservatore.

-Quindi se non ho capito male, dovremmo riuscire a prosciugarlo della sua forza fisica- esclamò Faith.
-Esatto- disse Buffy. -Così noi potremmo finirlo con il pugnale. Dopo che Willow avrà recitato la formula. Domande?-

Nessuno obbiettò.

Buffy, allora, disse :

-Bene, siamo tutti pronti. Prendiamo le armi. Faith, Angel, Spike, con me-

Faith sbuffò e sussurrò ad Angel: -Io non volevo tornare per sentirla comandare. Mi da i nervi. Ma chi si crede di essere?-

Angel sorrise. Faith sentì il cuore sciogliersi insieme al suo sorriso, ma quello non era il momento per parlarne.

Appena la porta si richiuse alle spalle dei quattro guerrieri, Anya prese in mano le redini della situazione. Willow entrò dentro il disegno e si sedette proprio al centro.

Chiuse gli occhi e cominciò a ripetersi di farsi coraggio. Poi lesse la formula.

L’Osservatore si sentiva emozionato. Quella magia era stata realizzata pochissime volte nella storia. Notò che le luci continuavano a girare intorno a Willow, come per ascoltare i suoi ordini. Probabilmente stavano comprendendo quale fosse l’avversario da attaccare. Dopo alcuni secondi, durante i quali avevano continuato a volteggiare, le luci presero una direzione ben precisa. Si diressero verso la parete del negozio. Giles, dalla sua posizione seduta, dovette girarsi per vedere dove andavano ma quando si fu voltato era troppo tardi. Le luci erano già sparite.

 

I quattro supereroi si aggiravano per le vie buie, e ormai distrutte, di Sunnydale. Dei grandi palazzi non rimanevano che poche rovine e le strade, quando non erano interrotte da crepacci formatisi in seguito al terremoto, erano bloccate da alberi caduti e da rottami vari.

Erano appena arrivati al cimitero dove si aspettavano di trovare la fonte di tutta quella distruzione, tuttavia si presentò loro uno spettacolo molto insolito. Vari mezzi militari erano parcheggiati davanti ad esso ma di persone non se ne vedevano. -Potrà sembrarvi una frase ovvia, ma qui è successo qualcosa.- disse Spike. Qualche istante dopo aver parlato vide un uomo, probabilmente morto. -Ehm... ragazzi, sarà meglio preparaci a combattere-

-Sì, sembra che Desio abbia fatto fuori tutti questi soldati- disse Faith.
Poi, Buffy, disse: -Allora, siete tutti pronti? Avete tutti le vostre armi? Si inizia il combattimento!-

Faith si stava guardando intorno quando un brivido le percorse la schiena.
-
Ehi B- disse mentre con passo veloce si allontanava dal gruppo indicando col capo le carcasse di aerei che ancora fumavano poco più avanti di lei

-sembra una di quelle scene che vedi nei film di guerra- disse amaramente mentre i suoi occhi fissavano una salma carbonizzata.-Che diavolo hanno combinato? Sembra l'inferno!- esclamò rivolta agli altri suoi compagni.

-Infatti-, disse Buffy -Però di loro non c'è nessuna traccia. Dove diavolo saranno finiti?-
Buffy si guardava intorno attentamente, non voleva essere colta di sorpresa.
-
Questa situazione non mi piace per niente, proprio per niente.-

Spike si guardava intorno con molta attenzione, aspettandosi da un momento all'altro di veder saltar fuori qualche mostro. Certo doveva essere qualcosa di molto potente per uccidere tutti quei soldati; di sicuro non era demone qualsiasi. Ad un certo punto vide nell'oscurità, in lontananza, qualcosa muoversi. Aguzzando la vista per cercare di capire cos'era riuscì a riconoscere due figure di forma umana. -Lì, lì c'è qualcuno- disse al resto indicando il punto con l'indice. -E qualcosa mi dice che ha a che fare con tutto questo-

Poco distante, Krayto parlava con Drus. Il suo tono era freddo come al solito e in alcuni momenti sembrava che stesse più pensando ad alta voce piuttosto che conversare con la bella vampira.

-Il buio! Il buio ha ormai inghiottito questo minuscolo pianeta seminando devastazione. Sento il mio spirito di guerriero rallegrarsi e i miei poteri rinforzarsi così come le tue profezie, mia adorata, saranno sempre più chiare e potrai vedere ancora più lontano, infinitamente lontano. Ma questo non deve bastarci. Prenderemo possesso di ogni dimensione, porteremo morte ovunque e ovunque regneremo indisturbati- Si avvicinò a Drus e le accarezzò il pallido volto.

Drus sorrise alle attenzioni del Dio, a quel punto si era abituata ai monologhi di onnipotenza di Krayto, cominciava a pensare che la fissa di distruggere e conquistare sempre di più fosse una fissazione dei maschi che per qualche ragione raggiungevano un alto livello di potere, tesi avvallata anche dai precedenti di Angelus e di quanto aveva sentito del Sindaco. Tuttavia il suo sorriso non vacillò, rivolse invece l'attenzione alle figure umane che stavano giungendo.

-Mio sire, arrivano le zanzare a pungerci, desiderano il nostro sangue, vanno schiacciate e ridotte in frantumi prima possibile, prima che crescano ancora-

Krayto lanciò uno sguardo nella direzione indicata da Drusilla. Borbottò -Altri maledetti rompiscatole! Come osano ancora infastidirci? Tuttavia devono essere gli ultimi di questo piccolo mondo. Una volta eliminati, nessun altro verrà a seccarci-

Poi si voltò verso la vampira e la guardò negli occhi -Non temere, mia divina. Niente e nessuno potrà nuocere al nostro regno di tenebre. Mi occuperò io di quelle nullità. Come segno del mio amore farò in modo che tu possa abbeverarti del loro indegno sangue, ancora caldo. Concedimi solo un attimo per annientarli-

Buffy, scorgendo i due, impugnò con fermezza il suo pugnale e fece un cenno d'intesa agli altri.
Angel si trovava arretrato rispetto al gruppo, mise la mano nella tasca interna dello spolverino e si mise pronto per scattare ad un eventuale attacco di Krayto.

Krayto, correndo tanto veloce da diventare invisibile ad occhio nudo, giunse a pochi metri dai quattro avversari.

-Buffy, sei ancora viva! Peccato tu non sia tornata a trovarmi una mezz’ora fa, quando stavo seminando la morte tra questi esseri infimi. Avresti dovuto sentire le loro grida di dolore e sofferenza. E’ stato un momento davvero delizioso. Ne sono rimasto davvero inebriato.

E Faith, povera sciocca ragazzina. Hai fatto dunque la tua scelta. Sei rimasta con i tuoi amici e dunque morirai con loro. E voi due, vampiri con l’anima è ora che vi togliate di mezzo!-

Il semidio si accorse che una sfera di luce stava brillando sul cimitero. La sfera stava attraendo a sé le anime dei soldati appena uccisi.

-I vostri stupidi giochetti non vi salveranno la vita. Coraggio! Chi di voi vuole essere il primo a morire? Ma perché darvi anche l’opportunità di scegliere? Sarebbe un onore sprecato per voi. Vi annienterò tutti quanti insieme e nessuno potrà impedire a me e alla mia regina di aprire la Bocca dell’Inferno!-

Il semidio fissando i quattro, impugnò la spada.

Faith non rispose alla provocazione del nemico; il suo istinto da Cacciatrice le diceva che se quel matto avesse usato quella dannata spada c'era la possibilità che li facesse passare a miglior vita prima che l'incantesimo fosse completo!
Non capiva come, ma quella era sicuramente una delle armi che aveva utilizzato il bastardo per fare quella strage.
Impugnò la balestra e colpì di striscio la mano di Krayto: non sarebbe ancora riuscita a ferirlo ma di certo disarmandolo avrebbero guadagnato tempo prezioso.

Buffy, dopo l'atto di Faith le disse, sorridendo: -Ci mancava anche questa! Tu se non ti distingui e fai qualcosa di stupido non sei contenta, eh?-

-Andiamo B!- rispose l'altra -Sai bene che se non mi comporto così non mi diverto!- terminò in un sorriso beffardo.
Si guardò poi intorno, pian piano sopra le loro teste la sfera di luce diventavano via via più grande.
-La ragazzina è un portento!- disse ancora rivolta a Buffy riferendosi Willow.

-Già, Willow sta facendo un ottimo lavoro- , rispose Buffy, osservando la sfera luminosa che si ingrandiva, con la faccia un pò perplessa.
Krayto raccolse la spada da terra.

-Devo riconoscere che sei una piccola mocciosa ostinata! Ho deciso che ti premierò lasciandoti per ultima in modo che possa vedere morire i tuoi inutili compagni! Eh! Eh! Ma stai tranquilla! Non credo che dovrai comunque aspettare troppo!- disse, guardando Faith.

Il semidio si spostò rapidamente, giungendo a pochi passi dai suoi avversari, nuovamente pronto ad usare la spada. -Ora basta con gli scherzi! Andatevene al diavolo!-

-Che nessuno affermi che non sei magnanimo!- ironizzò Faith mentre si avvicinava di qualche passo al semidio.
Impugnò i due sai e dopo aver guardato per una frazione di secondo Buffy, come per avvisarla che avrebbe cominciato con o senza il suo permesso, si lanciò contro il nemico colpendolo con un calcio aereo in pieno volto.
Ma Buffy non aveva pensato neanche per un attimo di fermare Faith e, contemporaneamente a quest'ultima, si diresse in fretta con la sua bell'accetta verso il perfido nemico, pronta più che mai ad attaccare.

Angel si gettò di corsa contro Krayto e cercò di colpirlo con tutta la forza che aveva in corpo, scagliandogli un pugno in pieno viso.

Spike corse velocemente contro Krayto cercando di tirargli un possente calcio sullo sterno.

-Maledetti!- gridò il semidio mentre usava la spada per bloccare l'accetta di Buffy e nello stesso tempo riceveva i colpi degli altri tre avversari. -Che cosa credete di fare?- cercò di liberarsi dalla tenace Cacciatrice bionda ma, a causa dell'attacco degli altri tre nemici, il suo colpo la fece solo allontanare di qualche passo. -Tu…- disse rivolto a Faith tentando di colpirla al volto con un potente pugno.

-Mi spiace. Ma il mio posto non è più dalla parte del male. Ora io sono con loro- diede un timido sguardo a Buffy -E mi va bene così-

Nello stesso tempo sentì i colpi dei due vampiri che lo distraessero nuovamente.

-Maledetto stupido vampiro!- urlò, furioso afferrando Angel al collo.
Buffy si stancò di combattere così "leggermente" e, così, sferrò un attacco a Krayto con tutta la sua potenza, e con enormi risultati.
L'attacco, infatti, fu talmente forte che anche lei ne rimase sorpresa!

-Che cosa…?- domandò il semidio. Lesse lo scherno negli occhi degli avversari. La mano con cui stringeva al collo Angel gli era stata troncata dall’accetta della maledetta Cacciatrice bionda. Krayto si sentiva ridicolizzato da quei quattro irrilevanti esseri. Il suo corpo venne illuminato di un’ energia maligna di incredibile potenza. Lanciò un urlo pieno di rabbia e movendosi a folle velocità con la spada creò un vortice che costrinse i quattro avversari a fare alcuni passi indietro per non essere risucchiati. Il semidio poté così distanziarsi dagli avversari. Rapidamente, ripose la spada nel fodero. -Piccole sciocche creature. Come avete osato ferire me, il grande Krayto! Ma vi ripeto che state solo perdendo tempo. Non siete all’altezza di poter competere con la mia semidivinità ed è inutile per voi continuare ad agitarvi tanto! Poniamo dunque fine a questo inutile scontro!-

Desio, sempre illuminato da una terrificante energia negativa, fece defluire nella mano rimasta tale forza e lanciò un raggio verde in direzione dei suoi avversari. Tutto ciò che incontrava tale raggio nel suo cammino veniva liquefatto in pochi istanti.

Angel dopo che si era rialzato, fece giusto in tempo per riprendersi,che si accorse del raggio appena lanciato dal semidio, così impugnò l'oggetto che aveva in tasca, lo estrasse e si mise sulla sua traiettoria. Il raggio impattò contro la mano del vampiro alzando molta polvere da terra e venne assorbito completamente. Dopo qualche secondo il raggio riuscì più potente di prima da una strana conchiglia che Angel stringeva. Il raggio verde investì Krayto lacerandogli buona parte dei vestiti e spostandolo di qualche metro indietro, ma anche il vampiro indietreggiò per il rinculo. Si vedeva che era molto provato.

Faith lanciò una sguardo ad Angel, la scena si era svolta in pochi attimi e non era riuscita a comprendere bene cosa fosse successo, di una cosa però era certa: se il vampiro con l'anima era riuscito a respingere il raggio senza perdere il braccio,i poteri di Krayto si erano indeboliti notevolmente.-OPS!- esclamò rivolta al semidio -ho come l'impressione che tu abbia sbagliato qualcosa-

-Che cosa…?- il semidio era confuso. Non provava molto dolore ma era consapevole di essere stato ferito così come sapeva che i suoi abiti così eleganti erano stati strappati a causa di quei quattro maledetti esseri. Non capiva cosa fosse successo ma era furioso.

Come risvegliato dalla canzonatura della Cacciatrice bruna, disse -Siete tenaci, lo ammetto. Ma non vi servirà a nulla. Anzi a causa della vostra insolenza mi avete fatto arrabbiare e ciò significa che la vostra fine sarà ancora più tremenda di quel che avreste potuto immaginare!- Il suo corpo si illuminò di una energia malefica ancora più potente di prima. Il semidio fece defluire l’energia nella sua mano destra e lanciò un raggio ancora più potente del precedente, il cui raggio era il doppio. Di nuovo qualunque oggetto fosse sfiorato dal raggio: pietra, albero o lapide veniva liquefatto in pochi secondi.

Il vampiro molto affaticato si rimise sulla traiettoria del raggio in un istante e lo riassorbì di nuovo. Allora fece un sorriso compiaciuto e subito uscì il raggio quadruplicato dalla conchiglia nella mano, lacerando, dalla potenza, la manica dei vestiti che Angel portava. Il braccio sanguinava copiosamente ed in quell'attimo il vampiro con l'anima emise un urlo di dolore: "AHHHHHHHHH".
Angel venne trasportato parecchi metri indietro dal rinculo violentissimo, che lo sbatté contro un muro di una cripta a forma di tempietto greco, poi svenne.

Faith osservò la scena ancora piuttosto perplessa. Non riusciva a capire quale fosse il segreto di Angel, giacché il vampiro per la seconda volta aveva rispedito al mittente quel fascio di luce distruttrice.

Poi, vedendo che non si rialzava, venne presa dal panico: -Angel!!- gridò cercando di alzarsi da terra. -Bastardo!-
Guardò poi Krayto, visibilmente provato da quell'ennesimo colpo; era coperto di ferite e Faith scommetteva che a sanguinare non era solo la carne ma anche il suo ego smisurato.
-
B!- esclamò rivolta alla bionda -Credo sia il momento buono per rispedirlo all'Inferno!- terminò guardando la sfera di luce che sopra alle loro teste aveva assunto dimensioni enormi.

-Dannazione!- esclamò Krayto. Il suo abito era ormai parzialmente lacerato e lasciava intravedere un torace pieno di profonde ferite. Ma il semidio più che il dolore sembrava sentire il furore.

Impugnò nuovamente la spada. Perché aveva aspettato tanto ad usarla? Avrebbe potuto spazzare via quei maledetti già da parecchio tempo. Il suo volto era sfigurato dall’odio e i suoi occhi erano diventati interamente di uno spaventoso rosso sangue. -Voi, non potrete mai vincere contro il grande Krayto!- esclamò. Ma proprio in quel momento venne colpito dalla sfera di luce, che nel frattempo era diventata enorme. Per un attimo ne rimase accecato. Ma nell’arco di pochi secondi la stessa sfera di luce scomparve, lasciando il semidio confuso. -Ora che vi siete trastullati con i vostri inutili giochi, lasciate che sia io a divertirmi!- Mosse la spada in direzione dei quattro ma non accadde nulla. Nuovamente confuso, Krayto ripeté il colpo ma non accadde nulla. I suoi nemici erano ancora lì indisturbati.

Faith e Buffy, allora, che non avevano intenzione di perdere neanche un secondo, andarono verso Krayto, impugnarono una il coltello l’altra il pugnale, glieli ficcarono nel petto.

Krayto cadde ai piedi di Buffy, stupendosi di essere stato sconfitto. Malgrado avesse la vista annebbiata, riuscì a vedere che le nuvole stavano andandosene dal cielo di Sunnydale, lasciando il posto alle stelle

Il dolore delle pugnalate era lancinante e decise di lasciarsi andare. Chiuse gli occhi per non riaprirli più. Il suo corpo si liquefece rapidamente e senza lasciare tracce.

Spike non credeva ai suoi occhi: il nemico che li aveva terrorizzati per così tanto tempo era letteralmente sparito. Vide che anche gli altri avevano la sua stessa espressione di stupore, quasi che nessuno avesse mai creduto che Desio potesse essere sconfitto. -Beh, ragazzi, è stata dura ma alla fine ce la abbiamo fatta!- disse.

Angel si alzò dolorante e malconcio da dietro alcune macerie giusto in tempo per vedere Desio scomparire nel nulla. Appoggiandosi di lapide in lapide si avvicinò agli altri dicendo: -E ' finita...-

Faith guardò Angel ed annuì.

Per fortuna stava bene. Aveva temuto il peggio, ma infondo era un vampiro ed era il suo vampiro. Erano tutti un pò ammaccati ma almeno erano riusciti nel loro intento: eliminare quel folle.

Si avvicinò al vampiro offrendogli la spalla affinché si reggesse meglio in piedi -Poi mi spieghi come hai fatto- gli mormorò sorridente. -Stai bene?-

-Sì. Tu?-

-Non c’è male. Ascolta, voglio dirti una cosa...-

-Penso di saperla già-

Faith sorrise, incerta di quello che poteva pensare Angel, poi appoggiò la testa sul petto del vampiro e lo strinse forte, e lui ricambiò l’abbraccio.

Buffy era silenziosa, ma felice.
Il pensiero di una bella dormita la faceva sorridere.
Così rimase in piedi, sorridendo, insieme a tutti gli altri, felici almeno quanto lei. Ce l’avevano fatta. Anche sta volta. E tutti insieme.

NON E’ UN’ ADDIO

 

<<Ce l’ hai fatta... mi hai uccisa... >>

<<No, Faith, io...>>

<<ma questo non servirà al tuo ragazzo...

dovresti provare, B... è un bel salto...>>

 

<<Non hai mai pensato che tutti ti abbiamo dimenticata perché abbiamo voluto dimenticarti, eh, Faith?>>

 

<<Sai come si chiamano le persone come te? Perdenti!>>

 

<<Faith...Non so quanto potrà servire, ma puoi fidarti di me>>

 

<<Che dire? Sono la migliore attrice del mondo>> <<Dopo di me>>

 

<<Sai quando mi hai detto che uccidere mi avrebbe fatta sentire come un Dio? Beh, non è così...Ma...Se mi fermassi sarei qualcosa come traditrice, sola o perdente...>>

 

<<Non hai capito? Sono cattiva! Angel, sono cattiva! Cattiva! Cattiva! Fallo, Angel! Fallo! Uccidimi, uccidimi! Ti prego, fallo, uccidimi!>>

 

<<Faith>>

<<B, Ciao>>

<<Sei venuta...>>

<<Sai, quella festa si è rivelata un vero mortorio e così... il fatto è che ero proprio sola. Sola.>> <<Hai fatto bene a venire. Vuoi entrare prima che cominci a nevicare?>>

 

<<Dove vai?>>

<<A riflettere un po’, ho bisogno di stare sola. Mi basta sapere che mi pensi.>>

<<Fa attenzione>>

<<Angel... posso farti una domanda? Se non ci fosse qualcun’altra, le cose tra noi potrebbero andare diversamente?>>

<<Non lo sapremo mai>>

<<Già, non lo sapremo mai>>

 

<<Non avevo immaginato che contenessi dentro tanta rabbia...>>

<<Si vede che non mi conosci affatto, Buffy, nessuno sa come sono e nessuno mi conosce.>>

 

<<Ti sei presa la mia vita. Ciò che potevi prendere te lo sei presa... Angel, Riley... e adesso ti aspetti che io accetti le tue scuse?>>

<<Dimmi solo come posso fare per rimediare...>>

<<Non c’è un rimedio, lo capisci?>>

 

<<Faith. Credevi che non ti avrei trovata?>>

<<Buffy, non...>>

<<Angel, che ci fa qui? Perché la proteggi?>>

<<Sta cercando di cambiare>>

<<Cambiare, mi dici? Hai idea di ciò che mi ha fatto?>>

<<Sì>>

<<Ti importa?>>

<<Buffy...>>

<<Tu sta zitta!>>

<<Mi...mi disp...>>

<<Prova a scusarti e ti gonfio di botte>>

<<F...fallo pure...>>

<<No, non accadrà!>>

<<Angel, togliti di mezzo!>>

<<No. Faith va di sopra>>

<<Angel!>>

<<Faith va di sopra, adesso!>>

 

 

SUNNYDALE, ORE 22:30

 

Faith si svegliò per la terza volta. Era agitata e accaldata. Ma dov’era? Non ricordava niente! Di certo questa stanza era famigliare... Rifletté per un attimo. Ah, già. Da Buffy. Sì, ora ricordava bene tutto. Si era recata da lei per uccidere quella specie di ‘coso’ mezzo Dio.

Ed era nella sua camera, in quella di Buffy. Ed era già la terza volta che si era svegliata. Proprio non riusciva a rimanere addormentata per più di due minuti senza fare incubi. Però, tutto ciò che aveva sognato, tutto ciò che aveva rivisto nella sua mente, purtroppo era vero. Tutto l’odio e la rabbia che aveva riprovato percorrendo quei ricordi, una volta facevano parte di lei. Ma perché tutto ciò doveva farsi sentire ancora una volta? Perché stare a ricordare cose accadute in passato? Il passato, sì... Non la lasciava in pace per un attimo. Era stanca di questo.

Fuori dalla finestra si intravedevano solo i lampioni accesi delle strade, per il resto tutto nero e solo gocce d’acqua ghiacciate che si posavano a terra e che appannavano il vetro. Faceva abbastanza freddo, ma non moltissimo essendo in California.

Guardò fuori dalla finestra: qualcuno stava camminando, là fuori. Lo riconobbe subito: Spike. Ma cosa ci faceva sotto l’acqua a quest’ora di notte? Non riuscì a riprendersi del tutto e a formulare un pensiero che Spike era già scomparso. Era entrato in casa? Era appena uscito, allora? Ma che importava, ormai se n’era andato, non c’era più.

Si alzò dal letto, lentamente, avvicinandosi alla finestra. Le gocce fredde che scendevano con rabbia là fuori le fecero tornare in mente un ricordo... che apparteneva al suo passato... Con la mente si mise a riviverlo, pur cercando di scacciarlo.

 

Quando era bambina, molto tempo fa, essendo abituata a sentire le liti e le discussioni dei genitori, quella sera, non si era sorpresa di cominciare a sentire rumori e urli provenienti dalla sala, così, seduta sul letto a gambe incrociate, cercò di non ascoltare mettendosi le cuffie nelle orecchie del suo lettore cd. Riprese a scrivere nel diario, che aveva appoggiato sulla gamba sinistra.

“Mamma e papà stanno litigando un’altra volta. Sono stanca di questo. Papà sta dicendo che stiamo diventando poveri, e io non voglio essere povera, perché i poveri sono tutti brutti e soli, invece io ho tre fratelli e mamma e papà. La mamma ha risposto che non è vero, e che è tutta colpa dei debiti che ha papà. Io non so cosa sono i debiti, ma sono qualcosa di davvero brutto, caro diario, perché fanno litigare mamma e papà, e anche mio fratello più grande, perché lui sa cosa sono e difende papà. Quando sarò grande, quando avrò 18 anni, quindi tra 10 anni, diventerò il Presidente dell’America e farò una legge che vieta a questi debiti di comparire nella vita del mio papà e in quella degli altri. Sto cercando di non ascoltare, ma le urla si sentono anche con la musica dei Greenday ad alto volume. Fuori piove, piove tanto forte che si sentono dei tuoni che fanno paura a Fuffy, e lei si nasconde sotto il mio letto, rubandomi le ciabatte e giocando con il gomitolo nero che le ho comprato. Fuffy ha paura dei tuoni e dei lampi. Ma io non ho paura di niente, e la rassicuro accarezzandole il pelo nero. Ieri non c’era questo brutto tempo, sono andata di nascosto nella piscina vicino Boston, quella dell’altro giorno. E tutti i fifoni non si sono buttati dal trampolino di più di due metri, ma io invece sì, per me è facile e...”

Si interruppe un attimo perché un tuono la fece sobbalzare. Togliendosi le cuffie, si alzò dal letto, lentamente, e si avvicinò alla finestra, una grande finestra nel fondo della sua piccola stanza dalle pareti bianche ma piena di poster di vampiri che aveva. I capelli neri e lunghi fino a metà schiena ondeggiavano liberamente, e il pigiama di colore azzurro e bianco li faceva sembrare ancora più scuri di quello che erano.

<<La vuoi piantare? E’ colpa tua se adesso viviamo nella miseria!>> disse all’improvviso una voce femminile, che apparteneva a sua madre.

<<Non è vero, è colpa tua perché spendi troppo in abiti che non puoi permetterti! Sei tu che hai 100 paia di scarpe, non ci pensi ai nostri figli? Alla piccola Faith?>> ribatté suo padre. <<Lei ha bisogno di vestiti, di amore e di fare una vita normale, va in giro con quegli stracci neri che abbiamo rimediato al mercato dell’usato, mentre tu sei tutta bella tirata e in ordine!>>

Faith cercò di non ascoltare. La pioggia la distraeva fino ad un certo punto. A lei piacevano i pochi vestiti neri che aveva, e si accontentava di poco, ma era vero quello che dicevano entrambi i suoi genitori. Sapeva che suo padre tutte le sere non andava a lavorare, ma che spendeva soldi come se fossero cose inutili, ai giochi d’azzardo, e sua madre usciva tutti i giorni con le sue amiche, tornando a casa con nuovissimi abiti che mostrava sempre a sua sorella. Però era ancora troppo piccola per capire tutto completamente.

Le voci che prima erano in lontananza, adesso parevano sempre più vicine, e poteva sentire i tacchi di sua madre salire le scale, insieme a quelli di sua zia. Un improvvisa rabbia si fece sentire nelle sue vene: Era arrabbiata con il mondo, arrabbiata perché era costretta a sentire i suoi genitori litigare e a non avere amici, arrabbiata perché sua madre era un egoista e non se ne fregava di niente e nessuno al di fuori di sé stessa, arrabbiata perché suo padre usciva sempre la notte lasciandola con milioni di dubbi. Avrebbe tanto voluto urlare e sfogarsi!

La gattina da sotto il letto cominciò a miagolare. Era nera con un collarino rosso al collo, ma non era sua, l’aveva portata con sé sua zia, e tra un paio di giorni se ne sarebbero andate tutte e due. Sua zia era un avvocato, e lei sapeva cosa voleva dire divorziare, e grazie a sua sorella aveva scoperto che presto i loro genitori lo avrebbero fatto. Ma non le importava, voleva solo guardare ancora la pioggia e stare a contare quanti secondi ci metteva un tuono a fare rumore dopo aver provocato la luce, ma si accorse che qualcuno era dietro di lei. <<Faith>> le disse una voce, lei si girò di scatto e mollò una gomitata a chi le stava dietro, senza nemmeno essersi resa conto che quella era solo sua zia. La gattina che si era rifugiata sotto il letto uscì tranquillamente, e si strofinò nelle gambe di Faith facendo le fusa. <<Zia, mi dispiace>> si scusò in fretta lei. <<Non fa niente, piccola>> la rassicurò lei. <<Mettiti a dormire, è tardi, domani c’è scuola>>

 

Una mano leggera sulla spalla la spaventò e la fece tornare alla realtà. Si voltò di colpo e diede un pugno a vuoto, perché Buffy aveva previsto la sua reazione e si era già abbassata.

<<B>> le disse, vedendola rialzarsi. <<Che ci fai qui?>>

<<Volevo vedere se dormivi, ma visto che eri qui volevo dirti che io vado a letto. Sai, Faith, dovresti controllare i tuoi istinti, potresti fare male a qualcuno reagendo sempre così>>

<<Sì, beh, così quel qualcuno capisce che non deve più toccarmi mentre sono girata, perché avrei potuto ucciderlo, nel migliore dei casi in cui non l’avessi riconosciuto>>

<<Messaggio ricevuto. Che fai, vai a dormire anche tu?>>

<<No, rimango alzata ancora un po’>>

<<Vuoi che ti faccia compagnia? Non hai una bella cera>>

<<No, grazie B, ma adesso lasciami sola>>

Sola. Sola. Sola.

Quella parola era stata pretesto di tante sue azioni di cui si era pentita, di tanto dolore in fondo al cuore, di tanto malessere. Era sempre stata sola. Sempre. Fin da piccola. E continuava a ripetere: sola, sola. Sola, sola, sola...destinata ad esserlo per il resto della vita...se Buffy se ne fosse andata lei sarebbe rimasta davvero sola...

La rabbia che aveva sentito da piccola sembrò impossessarsi di lei. Sarebbe uscita di sicuro a caccia per sfogarsi, ma la pioggia non smetteva di scendere, e sarebbe continuata anche per un bel po’, secondo le previsioni.

Sola, sola, sola... Quindi, se l’avesse lasciata andare, sarebbe stata davvero sola.

<<Sì, ok, ti lascio a... al tuo giochino di guardare la pioggia>>

Quando Buffy stava per uscire dalla stanza, Faith le prese la mano e la guardò negli occhi.

<<Resta, ti prego...>> le sussurrò, sull’orlo delle lacrime. <<...Non voglio davvero restare sola... non voglio più avere niente a che fare con quella parola...>>

 

LOS ANGELES: ORE 22.30

 

<<Ha chiamato Angel?>> chiese Cordelia preoccupata.

<<No>> rispose Wesley. <<Ma sono sicuro che stanno bene>>

<<Lo sapevo, lo sapevo, non dovevamo lasciarli andare a Sunnydale! Magari li ha uccisi Buffy! Oh, Wesley, è così!>> disse Cordelia subito dopo, cominciando ad agitarsi.

<<Cordelia...>>

<<Sì, certo, tutto fila... per vendicarsi, Buffy li ha... impalettati! Con il suo fedele amico paletto, appena sono arrivati... mi vedo la scena, watàtà! Ecco Buffy che appena li vede entrare puf, li impaletta con una capriola, e loro che diventano cenere... E le loro ceneri si sono liberate nell’aria, mai più Angel e Faith, mai più! Poverini, che morte orrenda!>>

<<Ma Cordelia!>>

<<Cosa?>>

<<Prima di tutto non credo che Buffy possa fare una cosa del genere, e secondo se li impaletta Faith non sarebbe certo cenere, è un umana>>

<<Oh...allora la scena cambia: Buffy che salta, con una capriola urla ‘Mi vendicherò!’ e impaletta Angel. Faith, la cacciatrice numero 2, si inginocchia e piange sulle ceneri dell’amato morto, e mentre si rialza Buffy la spinge, la tira, la squarta, la deforma e finisce ciò che ha cominciato l’anno scorso, l’accoltella. Faith si piega in due, urla di dolore più che per Angel che per lei e la scena finisce così, Faith accanto alle ceneri di Angel, morta e con il sangue sullo stomaco che cola ancora sul tappeto...>> disse tutto ad un fiato Cordelia, dopo di ché fece un grande respiro e si rilassò.

<<Hai sfogato l’ansia?>>

<<Sì, ora va meglio, grazie>>

Presero il tè seduti sulla poltrona, a fissare il telefono. Squilla, squilla...? Ma nessuno squillo. Si addormentarono così, seduti e preoccupati. Intanto, però, dalla finestra una donna li spia... e ride sarcastica complottando veramente la loro morte.

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SUNNYDALE: ORE 9.00

 

<<Scusate per il ritardo>> all’appello arrivò anche Xander, seguito da Anya, che si allacciava la camicia imbarazzata. <<Abbiamo avuto un... contrattempo>>

Ora erano tutti presenti in salotto. Il tempo non era affatto migliorato dalla sera prima, anzi, i tuoni e i lampi avevano ripreso a farsi sentire più forti, da circa una mezzora.

Tutti abbassarono lo sguardo. <<Possiamo immaginare>> commentò Giles.

<<Riprendiamo il discorso>> tagliò corto Spike. <<Quel demone mezzo- dio è stato sconfitto, giusto? Perciò signorina Ora-sono-cambiata e Mr. Noioso-Los-Angelico possono tornarsene a Los Angeles?>>

<<Non preoccuparti, non ci tengo affatto a rimanere qui con te, Mr. Ho-un-grande-debole-per-la-cacciatrice-e-sono-il-suo-cane, che di notte ti intrufoli nella camera di Bu...>> disse Faith, ricordando di averlo visto la notte scorsa, ma non finì la frase perché venne fermata da Spike, che le mise una mano davanti alla bocca, impedendole di parlare. <<E lasciami! Scemo!>> urlò liberandosi in un secondo, buttandolo per terra. <<Non vuoi che si dica ciò che fai, vero?>>

<<Se parli, Cacciatrice, giuro che ti uccido!>>

<<Sì, e con quel chip come credi di fare, eh? Uh, che paura! E’ lui, Willy il sanguinario, sto tremando, oddio!>>

<<Io e te ci rivedremo, quando avrò definitivamente tolto questo coso dalla testa, e rimpiangerai di avermi provocato!>>

<<Sì, certo, contaci. Non vedo l’ora, caro il mio Willy>>

Buffy fece un breve colpo di tosse, per riprendere attenzione. <<Avete finito?>> chiese, stufa delle stupide liti tra i due ogni volta che si vedevano. <<Se non vi dispiace vorremmo fare il punto della situazione>>

<<Sì>> riprese parola Giles. <<Ora che Krayto/Desio o come volete chiamarlo, è stato confitto, siamo più tranquilli. Grazie all’aiuto di tutti ce l’abbiamo fatta e, Spike, anche grazie a Faith e ad Angel abbiamo potuto vincere. Per ora io dico di non preoccuparci troppo, almeno per un po’ nessun demone o vampiro si farà vivo, almeno con noi...>>

 

LOS ANGELES: ORE 9.00

 

<<Perché ce l’ hai con noi? Che diavolo ti abbiamo fatto?>> chiese Cordelia, urlando dalla rabbia. <<Prenditela con Angel!>>

<<Cordelia!>> la rimproverò Wesley. <<Ascoltami, non so chi tu sia, ma possiamo risolvere tutto parlando...>>

<<State zitti!>> gridò la donna davanti a loro, (era quella che il giorno prima li spiava). <<So che Angel è davvero legato a voi, e questo potrebbe aiutarmi molto nel raggiungere il mio scopo>>

Una donna alta, capelli neri, occhi scuri e abbastanza magra, era davanti a loro con in mano un coltello che gocciolava di sangue. Wes e Cordy avevano l’aria di essere spaventatissimi. Incatenati al muro, erano in ginocchio con la testa piegata, pieni di lividi e dolori ovunque.

<<Il tuo scopo?>> domandò Cordelia con molta più rabbia. <<Il tuo scopo?>>

<<Esatto. Una cosa che non posso dirti, pelle di pesca, troppo importante per rivelarla a te>>

<<Ah, fammi indovinare! Conquista del mondo? Tutto popolato da soli demoni?>>

<<Stai zitta! Tu non sai cosa voglia dire vagare per anni e anni in cerca di qualcuno da mangiare, mentre un secolo prima eri quella più rispettata da tutti e quella più grassa! Mi bastava alzare un dito per avere tutto quello che voglio. Per colpa di... quello, il vampiro che non voglio nominare, è finito tutto! E ora voglio la mia vendetta!>>

<<Cordelia>> sussurrò Wesley. <<Credo di aver capito chi è, è una vampira>>

<<Grazie, ci arrivo anch’io, Mr. Intelligenza!>>

<<No, non hai capito, lei è Drusilla!>>

<<Drusilla? Drusilla? Oh, Dio, no! Ancora una volta! Eppure è molto cambiata dall’ultima vol...>>

<<Hai voglia di parlare, eh, ragazzina?>> le chiese la donna sorridendo nervosamente, mettendole un coltello alla gola.<<risparmia il fiato per gridare!>>

 

SUNNYDALE ORE 10.30

 

Faith prese il suo fedele zaino e se lo mise in spalla. Qualcosa le diceva che era giusto così, che doveva tornare a Los Angeles, altrimenti avrebbe invaso un'altra volta la vita di Buffy e non sarebbe stato giusto. Così, ormai rassegnata, entrò in cucina dove era seduto Angel.

<<Andiamo?>> gli chiese lentamente, sedendosi accanto a lui.

<<Sì, un attimo solo, avverto Wes e Cordy>>

Angel prese la cornetta del telefono e compose il numero del suo ufficio, attese un attimo poi riattaccò. <<Allora?>>

<<Non rispondeva nessuno>>

<<Strano>>

<<Conoscendoli bene si saranno dati alla pazza gioia>>

<<Sì, probabilmente sì>>

Faith si alzò subito e si avviò verso l’uscita, ma vedendo Angel rimanere immobile gli disse ridendo: <<Bella statuina, la macchina è di là!>>

<<Non credi che dovremmo salutare, prima?>>

Faith alzò gli occhi al cielo e sbuffando disse: <<Tin, lo sapevo. Se vuoi fallo tu. Io non ho voglia di addii.>>

<<Almeno vieni a salutare Buffy>>

<<B non ha bisogno di dirmi addio. E non ho voglia di sentirmi strapazzata da tutti che mi salutano e mi dicono ‘oh, fai buon viaggio, ti aspetteremo e torna quando vuoi ’ che poi sarebbe una bella balla.. Ma probabilmente non lo faranno nemmeno. Un ‘ciao Faith ’ e via. Gli risparmio il disturbo, qui non sto simpatica a nessuno>>

<<Andiamo, fagli vedere che sei cambiata e affrontali. Non li rivedrai più, almeno fatti ammirare per l’ultima volta! Andiamo, su, su!>>

Faith sorrise e disse: <<Credo che dirti di no ancora sarebbe inutile, perciò andiamo ad affrontare la ‘terribile prova dell’addio forzato ’!>> e lo seguì in sala. La scooby era disposta in cerchio, attorno al tavolo coperto da libri. Appena li videro, si alzarono in piedi.

<<Siete passati per salutare>> commentò Willow. <<E chi l’avrebbe mai detto>>

<<E’ arrivato il momento dell’addio>> disse Faith. <<Un saluto q via, ok?>> “Dai, Faith, coraggio...” pensò.

Allora... cominciando da sinistra a destra, la prima da salutare era Tara. Non si erano viste molte volte, e quelle poche volte non erano state bellissime... Così Faith pensò che a lei bastasse un gesto con la mano. Poi, Willow. Dopo quello che le aveva fatto, non si poteva di certo aspettare un bell’abbraccio caloroso e un bacio sulla guancia, ma vedendo che era lei che lo voleva e si stava avvicinando l’abbracciò brevemente, e Willow le disse: <<In realtà mi sei sempre stata simpatica, all’inizio, prima che diventassi cattiva, è ovvio, mi dispiace che sia finita così>> <<Anche a me>> disse sincera Faith, per poi passare a un abbraccio più forte con Xander. Loro due avevano chiarito, e lei aveva pure avuto l’impressione che lui avesse tentato di provarci di nuovo... Una stretta di mano a Giles, la copia ingrandita di Wes... o forse era vice versa? Anya... che carattere aveva? Non l’aveva mai vista e non sapeva nemmeno com’era il suono della sua voce!...Come salutarla? Facciamo così, un bel gesto con la mano anche per lei.

Buffy, siamo arrivati a lei. Le due si guardarono a lungo prima di decidere cosa fare. Intanto, Angel salutava tutti amorevolmente con un abbracci e baci, compresa Buffy, distogliendola dal guardare intensamente Faith. <<Ci sei?>> chiese a Faith dopo. <<Sì>> rispose lei.

<<Allora noi andiamo...Ci vediamo>> disse alla fine Angel. <<Mi auguro sia un arrivederci>>

Buffy ci rimase un po’ male: avevano parlato tutta la notte, credeva che almeno un ‘ciao’ gliel’avrebbe detto. Uscirono dalla porta e corsero alla macchina senza ombrello, stando attenti a non scivolare nelle pozzanghere.

<<Buffy, io e Tara andiamo a lezione>> disse Willow pochissimo dopo. <<Ci vediamo più tardi>>

<<Certo>> rispose la cacciatrice, che ancora pensava a Faith.

<<Noi andiamo a fare qualcos’altro>> disse Anya, trascinando Xander con sé.

<<Torno a casa anch’io>> concluse Giles. <<E Spike? Cosa combina?>>

<<Non so>>

<<Va be ’, speriamo non si faccia male>>

<<Speriamo non si faccia male?? Sign.Giles ma che l’è preso?>>

<<Credo che rivedere Faith mi abbia fatto bene, mi ha addolcito un po’>>

<<Oh...>>

Appena tutti uscirono dall’uscita posteriore, aprendo gli ombrelli e coprendosi bene con sciarpe e cappellini, Buffy si precipitò alla finestra. La macchina di Angel era già spartita. E anche fosse ancora parcheggiata, tutta quella pioggia li avrebbe costretti a partire il più presto possibile per non rischiare di essere fulminati.

Riflettendo bene, Faith non era decisamente una persona di cui, sorridendo, puoi dire: ‘la conosco come le mie tasche, è prevedibile ed è un libro aperto ’, appena credi di conoscerla, quella ti sconvolge i piani. Beh, poteva almeno degnarsi di salutarla! Per tutta la notte avevano fatto la loro prima conversazione normale, senza parlare di demoni, cacciatrici, rapporti con i ragazzi o ricordi passati che possono ferire. Avevano parlato liberamente del più e del meno, di quando non erano ancora due cacciatrici e...sul futuro. Già, il futuro.

Dispiaciuta ma ormai rassegnata, tornò a studiare, per l’università, quella noiosa materia che le faceva venire il mal di pancia al solo pensiero: letteratura inglese. Si ricordò quando, l’anno passato, doveva dare l’esame di tutte le materie per essere riammessa a scuola, e ricordò anche che la letteratura era quella che le aveva dato più problemi. Prese i libri dallo scaffale in camera e si sedette sulla sedia della scrivania. Cercò di concentrarsi. Faith, Faith, Faith...

Accipicchia, non riusciva a pensare ad altro che al modo in cui se n’era andata. Era da aspettarselo, però, Faith non cambiava mai. Dal dispiacere, piano piano stava arrivando alla rabbia. Come si permetteva di...? Ok, adesso era proprio incavolata. Prese la cornetta del telefono e compose il numero dell’ufficio di Angel. Segreteria. La voce squillante di Cordelia rischiò di romperle un timpano: ‘Qui Angel ’s Investigations, al momento stiamo rischiando di morire per salvarci la vita, se avete bisogno di aiuto per qualunque minaccia siete pregati di lasciare un messaggio dopo il bip, grazie mille!!!’ Decise di lasciare un messaggio. Non sapendo bene cosa dire, formulò le prime parole che le vennero in mente.

<<Sono Buffy, tutto ok? ehm, volevo sapere se il viaggio era andato bene... ma chi voglio prendere in giro? Sei una scema! Potevi anche salutarmi, oggi, magari con un cenno innocente con la mano, o con un piccolo sguardo, certo non mi aspettavo un abbraccio caloroso da parte tua, ma almeno potevi sforzarti! Hai salutato tutti, dico, tutti!, tranne me, e non credo che sia colpa di Angel perché ti ha chiamata! Insomma, scusa, abbiamo passato tutta la notte a chiacchierare e a parlare e mi hai rivelato cose di te che nemmeno mi sognavo di immaginare e stessa cosa ho fatto io con te, e adesso mi rendo conto che era tutta una presa in giro, perché tu fai così, prendi in giro le persone! Credevo di essere stata chiara, eravamo tornate amiche, e le amiche si salutano e si dicono ‘arrivederci’ o magari ‘ciao’ prima di NON rivedersi mai più! Hai capito? Sei stata stupida, una scema! Ma sai, cosa? Non mi interessa, sono cavoli tuoi, se non vuoi più sentirmi amen ma volevo solo dirti che sei stata maleducata e scortese, hai capito, hai capito? E non ti azzardare a richiamarmi, d’accordo, perché non voglio sentire le tue scuse innocenti e non ho voglia di perdonarti un’altra volta e adesso scusami, ma vado a studiare, cosa che tu non fai mai perché troppo ignorante e scansafatiche per farlo e impegnarti seriamente per raggiungere un obbiettivo, non è così?>> prese fiato e ripensò alle parole appena dette. Prima di riattaccare, aggiunse: <<Ah, questo messaggio è per Faith>>

<<Mi hai lasciato un messaggio?>> domandò una voce dietro di lei. Si voltò e rimase stupita.

<<Che ci fai qui? Hai... hai dimenticato qualcosa?>>

<<Eh, sì>> Faith si avvicinò verso Buffy. La abbracciò forte, un abbraccio caloroso e lento, poi riprese a camminare lentamente indietro. <<Di salutarti. E ricorda... questo non è un addio>>

Buffy sorrise. No, non lo era. Le Cacciatrici sono legate. E il loro destino si incrocia sempre.

<<No... No... Non lo è mai stato. Ah, Faith>>

<<Sì?>>

<<Quando vai a casa, cioè, nell’ufficio di Angel, fami un favore... non ascoltare i messaggi in segreteria, cancellali semplicemente...>>

<<...D’accordo>>

<<Allora...ciao...>>

<<Sì, ciao...stammi bene, cacciatrice>>

<<Anche tu, cacciatrice...>>

E così dicendo sparì da quella casa, dal suo passato, dal suo dolore. Ma una cosa era cambiata: non si sentiva più sola, aveva imparato a guardarsi intorno e a rendersi conto che aveva amici come Buffy, Angel, Cordelia e Wes, che tenevano molto a lei e che non si sarebbero mai sognati di lasciarla sola un'altra volta.

UNA SOLA CERTEZZA

 

LOS ANGELES: ORE 12.00

 

Finalmente erano tornati a casa! Dopo ore e ore di macchina sotto la pioggia, Faith fu felice di sdraiarsi sulla poltrona dell’ufficio di Angel, come era di suo solito fare. Guardò davanti a lei la finestra bagnata che aveva in tema Los Angeles. Era molto diversa da Sunnydale, e si erano anche dimenticati di quanto fosse grande quella città. Di Cordelia e Wes, però, nessuna traccia.

<<Li hai trovati?>> domandò Faith. <<Erano di sotto?>>

<<No, non c’erano>> rispose Angel. <<A questo punto sono preoccupato davvero. Rispondono al cellulare?>>

<<Quello di Cordy è staccato, quello di Wes invece squilla ma nessuno risponde. E’ colpa mia, non saremmo dovuti partire tutti e due per Sunn, adesso chissà dove saranno>>

Angel si avvicinò alla ragazza, che nel frattempo si era alzata, mettendole le mani sulla spalle. <<Non è affatto colpa tua. Sono voluto venire io con te a Sunnydale. E’ stata una mia scelta. E se non ci fossimo andati, chissà cosa sarebbe successo a Buffy!>>

<<Vero... però non mi hai fatto sentire meglio>>

<<Hai controllato i messaggi in segreteria?>>

<<Sì, ma niente. Uno era di Buffy, che ha detto cose strane... parlava così in fretta che non ho capito la metà. Mi ha detto anche di cancellarlo. Mah... Angel! E Gunn? Lui è qui, vero?>>

<<Parlavate di me?>> dalla porta entrò Gunn, sorridente ma con due grosse occhiaie.

<<Gunn!>> Faith lo abbracciò subito <<Per fortuna stai bene!>>

<<Eravate preoccupati?>>

<<Cordelia e Wes sono spariti>> lo informò Faith sciogliendo l’abbraccio.

<<Cosa?!>>

<<Faith>> la chiamò Angel. <<Vieni un po’ a vedere>>

Era chinato accanto al comodino del suo ufficio. Si alzò in piedi e sfregò qualcosa di rosso tra il pollice e l’indice. A poco a poco, Faith notò le piccole macchie di sangue per terra, che finivano fino alla poltrona. Le tazze da tè erano ancora mezze piene sul tavolino di vetro.

<<...Oddio...>>

Angel annusò il sangue sulle sue dita, e guardando Faith disse: <<Non è di Wes o Cordelia, è di qualcun altro, probabilmente un vampiro...>>

<<Bene>> esclamò Gunn. <<Che sollievo! Volevo dire... perché il sangue non è loro! E non mi guardate così!>>

<<Dobbiamo trovarli, e in fretta>> disse Faith.

<<A questo punto possiamo dire che sono stati rapiti?>> chiese Gunn, riordinando le idee ad alta voce. <<Abbiamo come prova il sangue che non è nostro, e loro non si vedono da due giorni>>

<<Ma non dovevi controllarli tu?>> domandò Angel, ricordando la promessa di Gunn prima di partire. <<Dove sei stato?>>

<<Oh, ma non vedi le occhiaie che ho io? L.A. è stata invasa dai vampiri perché sapevano che voi due non c’eravate, e io li ho tenuti a bada! Oh, dimenticavo, voglio un aumento per questo!>>

<<Non è il momento di parlare di aumenti!!>> replicò Angel. <<Forse riesco a seguire l’odore del sangue, tu Gunn prova da Kate, magari lei sa qualcosa>>

<<Kate?>> domandò Gunn. <<E come facciamo se vorrà venire a vedere qui? E Faith?>>

<<Faith non ci sarà>> rispose Angel. <<La porterò con me>>

<<Posso obbiettare?>> chiese Faith alzando la mano.

<<Nnno!!>> risposero in coro gli altri, sorridendo.

<<Fai come ti dice, li troveremo>> aggiunse Gunn.

<<Ma...>> Cercò di replicare lei, ma Angel le prese la mano e la trascinò nelle gallerie sotterranee in cui lui passava spesso di giorno per non essere ridotto in polvere dal sole. Intanto, Gunn era già corso a chiamare la Kate.

 

<<Spiegami meglio come funziona>> disse Faith, timidamente. <<Tu annusi e senti l’odore di questa donna? Perché è una donna, vero? E seguendolo arriviamo da loro?>>

<<Sì>> rispose Angel. <<A tutte le domande>>

<<Mmm, dovremmo farlo più spesso questo gioco>>

Stavano camminando da almeno mezzora. A Faith sembrava di girare sempre intorno, e ogni tanto cercava un punto di riferimento nuovo per orientarsi, ma vedeva solo acqua e scale che venivano dai tombini, tutto era uguale, anche se molto sporco, e si chiedeva spesso come facesse Angel a camminare in mezzo a tutto quel fango e sporcizia tutti i giorni. Ma non voleva assillarlo con troppe domande: si limitava solo a seguirlo, tenendo alta la torcia, ogni tanto parlando più con sé stessa che con lui. Ci fu un silenzio imbarazzante, che durò circa quindici minuti. Appena lo vedeva girarsi, il cuore cominciava a battere sempre più forte, facendola diventare rossissima.

<<Allora>> iniziò Angel, vedendo che la ragazza si sentiva un po’ a disagio. <<Com’è finita con Buffy? Amiche e pace?>>

<<Uh? Buffy? No. Non è successo niente di speciale>>

<<Menti>>

<<Lo so. Ma non posso darti una risposta concreta su quale sia il nostro rapporto in questo momento: è tutto molto confuso. Prima siamo amiche, poi ci odiamo un'altra volta. Ora non ho voglia di rifletterci su>>

<<Non mi avevi detto che avevate parlato tutta la notte?>>

<<Infatti>>

<<E’ un buon segno>>

<<Dici?>>

<<Significa che comunque avete riallacciato i rapporti. E di... di... beh, di Spike, che mi dici? Mi sembravate molto strani, e anche se non andate d’accordo non si dice che i migliori amori cominciano sempre così?>>

<<Spike? Macché sei geloso per caso?>>

<<Geloso io? Puff, e di quell’idiota, poi! Ma perché... è successo qualcosa tra voi?... a me puoi dire tutto, lo sai... coraggio... ti, ti piace?>>

Faith si fermò e prese Angel per un braccio, facendolo voltare, abbassò la torcia e lo guardò negli occhi, sorridendo della sua stupidità... <<Dio, ma coma faccio per fartelo capire? Come faccio?>> gli disse dopo un po’. <<Tre cose, poi se non lo capisci non so come dirtelo! Per prima: non mi metterei mai con uno come Spike. Seconda: anche se volessi, lui è già cotto...e da qui deriva la terza...>> gli disse quasi in un sussurro, avvicinandosi lentamente alle sue labbra. <<Se non l’ hai capito, cotta di una persona che credo tu conosci bene, lo sono anche io...>>

 

<<Allora, hai ancora voglia di parlare?>> chiese Drusilla a Cordelia. <<O vuoi che ti tagli la lingua e la dia in pasto ad Angelus?>>

<<Cosa... cosa vuoi?>> ripeté Cordelia per l’ennesima volta. <<Cosa vuoi da noi? Ma perché tutti vogliono torturarci per ottenere qualcosa da Angel? Dimmi che non vuoi morire anche tu, ti prego!>>

<<Cosa voglio? Voglio che Angel venga qui e che mi dia quello che è mio!>>

<<Quello... quello che è tuo? Non abbiamo niente di tuo, Drusilla>> replicò Wesley.

<<Invece voi avete qualcosa che mi spetta, e che grazie a quello io posso vendicarmi di Spike, di Angel, di tutti voi miseri umani che mi avete... oh, ma non manca molto. Lo sento, sta arrivando. E’ qui. Ma c’è una Cacciatrice con lui... Non ditemi che si è rimesso con Buffy! Oh, mio Dio!>>

<<Certo che no!>> esclamò Cordelia. <<Ci mancava pure questa! Buffy è a Sunnydale con suo il boy-scout!>>

<<Ma allora, di chi è questa immensa energia, se non della Cacciatrice?>>

All’improvviso, la porta si spalancò facendo un rumore assordante quando sbatté contro il muro, e Faith apparve avvolta nel fumo dei tubi di scarico, seguita da Angel.

<<Della seconda>> le disse diretta, sorridendo. <<Quella di L.A.>>

<<Ah, è così, Angelus se la fa con tutte le cacciatrici sul pianeta... questo è un bel pettegolezzo>>

<<Bada a come parli>> replicò Faith <<Non sono una delle tante>>

Velocemente si avvicinò a Drusilla, che parve molto sicura di sé. Nell’angolo della buia stanza, c’erano Cordelia e Wesley incatenati, pieni di sangue dappertutto, che furono molto felici di rivederli e cercarono di liberarsi il più possibile, anche se vari tentativi li avevano già fatti.

<<Non t’immischiare>> urlò Drusilla. <<Non ti è bastato avere Krayto addosso? E immischiarti in faccende che non riguardano te?>>

<<Buffy riguarda anche me, se è questo che intendi>>

<<Oh, Faith, proprio non lo capisci, vero? Sei solo un mezzo, uno strumento inutile, un passatempo per tutti...persino per Buffy! Non ti avrebbe MAI chiesto aiuto!>>

<<Sta zitta! Chiudi quella boccaccia! Libera Cordelia e Wes altrimenti ti uccido!>>

<<La verità fa male, non è così? Ma ti avverto: Angelus si sta solo divertendo... fidati di me, l’ ho visto fare molte volte sia da lui che da Spike. Però ora prendono una che assomigli a Buffy e la usano un po’... e poi la scaricano come merce ammuffita>>

<<Mmm, dimmi, è ciò che ha fatto Mr-capelli-biondi con te, vero?>>

<<Che ne sai, tu, di quello che c’è tra me e Spike?! Di quello che è successo?>>

<<So molte più cose di quanto credi...>>

<<Ma non farmi ridere, stupida ragazzina! Ora basta parlare, combattiamo un po’, così, mi faccio due risate appena muori! Ah, Angelus... ricordati di consegnarmi quello che mi spetta, tu sai di cosa parlo... dove lo tieni nascosto?>> dicendo questo, Drusilla si trasformò in una vampira. I denti lunghi e affilati e gli occhi gialli la fecero diventare ancora più cattiva del solito, e Faith capì il perché poteva piacere a Spike...

Iniziarono a combattere. Nel frattempo, però, Angel aveva già liberato Wes e Cordelia, e li stava aiutando a rialzarsi. Nella lotta all’inizio sembrava aver la meglio Drusilla, pur avendo un centinaio di anni era comunque molto agile e brava nel combattere, ma Faith si stava solo riscaldando. Ad un certo punto, diede un calcio nelle costole alla vampira, facendola strisciare a terra fino contro il muro.

<<Ce la fai?>> chiese Angel riferito al combattimento, mentre sorreggeva Cordelia quasi svenuta.

<<Sì, vai, portali al sicuro, ti raggiungo a casa>>

<<D’accordo, fa attenzione>>

Drusilla si rialzò un po’ tramortita, e togliendo la polvere dal vestito rosso le disse: <<Credi che gli importi sul serio di te?>> Faith le diede un altro calcio, ma stavolta in bocca. <<Credi di essere la prima che illude?>> continuò comunque Drusilla. <<Lo conosco molto più di te, so com’è fatto>>

<<Ah, davvero? Tu conosci Angelus, non Angel>>

<<Ma non lo capisci, Faith? E’ la stessa cosa...>>

Faith si era davvero stancata. Con un pugno la fece atterrare un'altra volta, poi prese un pezzo di legno e fece per ucciderla, ma qualcuno dietro di lei la fermò, buttandola contro le assi di legno. Quel qualcuno, alle sue spalle, cominciò a battere le mani e a fischiare.

<<Wow, bravissima cacciatrice, davvero brava>>

<<Che ci fai qui, Spike?>>

<<Drusilla. Ma vedo che stavi già per sistemarla, ma devo farlo io, è compito mio. Non credevo la sistemassi in un secondo.>>

<<Ne dubitavi?>>

Faith prese le catene che aveva usato Drusilla per incatenare Wes e Cordy, e la legò stretta al muro.

<<Dov’è il tuo ragazzo?>>

<<Spike, rompimi poco, non ho voglia di discutere, adesso. Cosa vuoi? Ucciderla tu?>>

<<Come vuoi.>>

Faith si sedette sulle assi di legno, e Spike si appoggiò al muro. Rimasero in silenzio per un po’. Il sorrisetto di Spike la irritava. Ma che diavolo voleva?

<<Spike, bastardo! Liberami!>> urlò Drusilla, agitandosi. <<Non fare lo scemo!>>

<<Sei qui per ucciderla tu, allora?!>>

<<Sono qui per darti delle risposte>>

<<Delle risposte a che proposito?>>

<<Un po’ di tutto. Di Angel, di Buffy...>>

<<E chi te le ha dette, scusa?>>

<<Nessuno, le so e basta. Chiedimi qualcosa e avrai la risposta>>

<<Oh, Willy, ti prego! Lasciami in pace! Se la vuoi uccidere fallo pure, altrimenti lo farò io adesso!>>

<<Ti ostini a non capire?! Sei tale e quale alla tua amichetta slayer!>>

<<Non è vero. Siamo molto diverse.>>

<<Tu credi? E come spieghi quello che hai sentito pochi giorni fa? Come spieghi quella sensazione di morte che ti veniva dalla viscere che riguardava Buffy?>>

<<Ma tu come fai a...>>

<<Ah, non mi hai risposto.>>

<<Non lo so. Non lo so.>>

<<Ti faccio una proposta: posso spiegartelo io. Posso spiegarti perché senti così bisogno di lei. Posso spiegarti il perché e il da farsi. In cambio voglio che lasci andare Drusilla e che la lasci a me. Ci stai?>>

Faith ci pensò un attimo. Beh... infondo che aveva da perdere? Drusilla sarebbe morta lo stesso, quindi... <<Ci sto>>

<<Va bene, allora. Cominciamo dalla morte dei tuoi genitori.>> disse Spike, accendendosi una sigaretta e sedendosi sulle assi di legno vicino a lei.

 

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 ORE 20.00

 

<<Faith!!>> esclamò Cordelia, abbracciandola stretta appena la vide entrare in ufficio. Era bianca e pallida, e aveva l’aria di chi aveva appena visto un fantasma, anche perché dalla sua espressione si direbbe che lo fosse diventate lei! <<Stai bene? Eravamo preoccupatissimi per te!!>>

Faith la strinse a sua volta, chiudendo gli occhi per un secondo: fino a quella mattina aveva provato la stessa preoccupazione per lei, e solo ora si rese conto di quanto anche Cordelia contasse nella sua vita. <<Non ne sono sicura...>> rispose però. Era tutta bagnata, probabilmente perché aveva deciso di prendere la strada normale e non quella sotterranea che le aveva fatto vedere Angel.

<<Sei ferita?>> domandò Wesley <<E Drusilla?>>

<<Cos’è successo?>> chiese Cordy dopo aver sciolto l’abbraccio, ignorando Wesley. <<Ti ha fatto del male?>>

<<Drusilla? No, lei non c’entra... ma non ho voglia di parlarne... ma sto bene! Ho visto Spike... Drusilla la tiene prigioniera lui...voglio dire, lui tiene prigioniera Drusilla...>>

<<Sei sconvolta>> intervenne Angel, avvicinandosi e accarezzandole i capelli bagnati <<Sicura che non ti senti male? Dicci cos’è successo... Cosa ti ha fatto Spike? E perché ha lui Drusilla?>>

<<Smettetela di chiedermelo!>> gridò lei. <<Sono solo stanca e non ho voglia di parlare, adesso, d’accordo?>> così dicendo, scese le scale e si buttò sul letto, non guardando per niente Angel che cercò di fermarla.

<<Angel>> lo chiamò Wesley vedendo che stava già per scendere le scale. <<Non insistere, forse più tardi>>

<<Spike, le ha fatto qualcosa lui di certo!!>> disse Angel, pieno di rabbia. <<Ma adesso mi sente quel bastardo!>>

<<Angel!>> ripeté Wesley, ma lui era già uscito sbattendo la porta.

 

<<Spike!>> urlò Angel, per le strade di Los Angeles. L’acqua che scorreva ininterrottamente da giorni, sembrava stare per calmarsi. <<Fatti vedere, bastardo! Dove ti sei nascosto?>>

<<Oh, ma sai che sei proprio maleducato?>> rispose Spike, apparendo nell’ombra di un vicolo. <<Non si urla così alla gente!>>

Angel si avvicinò a lui a passo veloce, lo prese per la gola e lo scaraventò contro il muro. Aspetto che si fu rialzato, per colpirlo ancora.

<<Cos’ hai fatto a Faith?>>

<<Io? Non l’ ho toccata la tua ragazza!>>

<<Cosa le hai detto?>>

<<Non le ho detto niente!>>

<<Bugiardo!>>

Lo buttò per terra, dentro una pozzanghera. Nemmeno lui sapeva perché stava trattando male Spike, forse perché gli dicesse il motivo per cui Faith stava così male, ma nel profondo non era solo per quello: era una cosa che voleva fare da anni. Ed era arrivato il momento di avere vendetta, per Buffy e per tutto il resto. E questa volta non c’erano né Faith né Buffy né Giles a fermarli. Era l’ultimo scontro tra i due.

<<Vuoi combattere?>> chiese con aria provocatoria Spike, rialzandosi. <<Io non le ho fatto niente, le ho solo dato le risposte che cercava!>>

<<Le risposte che cercava?>> ripeté Angel <<Non hai pensato anche questa volta prima di aprire quella boccaccia?>>

Lo prese ancora per il collo e lo buttò contro il muro. <<Non era pronta per quelle risposte!>>

<<Cosa?>>

<<Secondo te, perché non gliele ho date io??? Eh? Perché non le ho spiegato tutto? Perché lei non era pronta per scoprire la verità!!! Ti rendo conto di cosa hai fatto?? Eh, Spike??>>

<<D’accordo, calmati! Non voglio che ti agiti, non rivoglio Angelus!>>

<<Non dirmi di stare calmo!!!! Stupido vampiro senza cervello!>>

Questa volta fu Spike a colpirlo: gli diede un pugno in faccia e riaprì la battaglia.

 

ORE 22.00

 

Perché? Perché doveva ridursi a piangere tutte le volte? Probabilmente non poteva farne a meno, probabilmente perché era l’unico modo per sfogarsi che aveva. Ed eccola lì, un'altra volta sul letto di Angel a piangere come una bambina. Non avrebbe dovuto scoprire tutto così... avrebbe dovuto tenersi Drusilla e ucciderla... ma perché Spike non era stato più delicato con lei? Ma non era questo il punto: era di nuovo piena di dolore e di rabbia, un'altra volta... e perché Angel non le aveva detto niente? Sì, quello lo capiva, magari non voleva che soffrisse troppo, e non la riteneva pronta. Ma non voleva averlo scoperto così...

Si asciugò gli occhi. Non si era nemmeno accorta che non si era truccata... tutto questo non sarebbe successo se fosse rimasta nella sua maschera, che si era creata da anni... le parole di Spike continuavano ad assillarla: ‘I tuoi genitori non sono morti per cause naturali. Sì, tuo padre è andato in galera... ma lui e tua madre erano dei vampiri. Io ed Angel li conoscevamo bene: gente semplice, che si accontentava di poco. Che tu ci creda o no, loro hanno provocato le peggiori apocalissi che siano state presenti nella loro storia da vampiri... ma non lo sono stati per molto tempo. Cioè, sono stati uccisi da un gruppo di vampiri, una notte, ma sono durati sì e no un paio di settimane. Hanno fatto milioni di stragi... miliardi di morti... e forse è per questo che in te c’è quell’istinto di appartenere al male. Forse perché senti anche tu che dovresti appartenere a quella sponda... non so perché Angel te l’abbia tenuto nascosto. Per quello che riguarda Buffy, quello che senti per lei è perché siete collegate, siete unite da un filo, che non è uno qualunque. Una non può esistere se non vive l’altra... ed è per questo che non ti ha uccisa, perché senza di te Buffy non esisterebbe, e senza Buffy tu non esisteresti...’ Cosa voleva dire con ‘una non può esistere se non vive l’altra’? Perché la sua vita doveva essere così complicata? Scoprire che suo padre spacciava droga era stato un colpo per lei, e sapere che era un vampiro... per non parlare di sua madre... questo era troppo. Tempo fa avrebbe desiderato morire per non sentire più il dolore, e le stava tornando la voglia di farla finita. Ma era cambiata, e non avrebbe più avuto il coraggio di farsi uccidere e di morire... però quel dolore che la stava invadendo, quella verità che faceva così male... una volta ci avrebbe riso sopra. ‘Oh, i miei genitori vampiri, ahaha!’ ma non sapeva davvero cosa voleva dire esserlo. Erano degli assassini... degli assassini... come lei... era sporca... tutta la sua famiglia lo era... e i suoi fratelli? Lo sapevano? Sarebbe meglio di no, altrimenti sarebbe successo un casino... ma loro non avevano la più pallida idea di quello che voleva dire essere dei vampiri...

Ad un certo punto sentì il letto abbassarsi, come pochi giorni prima. Una mano fredda e bagnata come lei le accarezzò i capelli. Ma adesso aveva bisogno di rimanere sola... o forse no? Non lo sapeva nemmeno lei, non aveva nessuna certezza del suo passato, della sua famiglia, di quello che era, di quello che sarà... e si sentì inutile... si sentì... solo niente. Non tanto sola, ormai aveva superato quella parola... ma solo...il niente. Si sentiva così: spazzatura, inutile. Non era indispensabile a nessuno, a nessuno.

Angel continuava ad accarezzarle il viso, mentre lei piangeva ancora. La rissa con Spike si era risolta in parità... avevano fatto una accordo... però non aveva risolto niente, lei stava male e lui era preoccupato per ciò che avrebbe fatto una volta smesso di piangere... Sentirono dei passi dietro di loro. Cordelia aveva due tazze di tè su un vassoio, accanto a zucchero e biscotti. Appena però la vide, capì che forse non era il momento di bere del tè...

<<Come sta?>> chiese Cordelia a bassa voce. Angel scosse la testa, il brutto di questa storia era che nemmeno lui sapeva come potesse stare. Certo, capiva che non era al 100% dell’allegria... ma doveva parlarle, almeno capire come comportarsi, se lasciarla sfogare oppure cercare di tirarle su il morale... <<Credi che dovrei chiamare Buffy?>>

<<Non credo possa fare molto anche lei...>>

<<Beh, prova a dirle qualcosa!>>

<<Ma cosa?>>

Cordelia si sedette a sua volta sul letto. La coprì con una coperta blu e la guardò con aria di comprensione. <<Faith... va tutto bene, adesso, smetti di piangere, siamo qui...>> le disse, massaggiandole la spalla. Faith si mise sdraiata su un lato dandole le spalle, continuando a piangere. Non voleva nessuno... lei era il niente... ‘Oh, Faith, proprio non lo capisci, vero? Sei solo un mezzo, uno strumento inutile, un passatempo per tutti...persino per Buffy! Non ti avrebbe MAI chiesto aiuto!’ anche Drusilla le tornò in mente. ‘Ah, davvero? Tu conosci Angelus, non Angel>> <<Ma non lo capisci, Faith? E’ la stessa cosa...’

<<Faith, ti prego, non fare così, dacci la possibilità di aiutarti...>>

Scese le scale anche Wesley, con la cornetta del telefono in mano. Anche lui la guardò con compatimento... come Cordelia, era pieni di cerotti e graffi da tutte le parti.

<<E... era Buffy, voleva sapere se stavate bene...>> disse guardando Angel preoccupato. <<Gli ho detto di richiamare più tardi, così le darò una risposta concreta e sicura...>>

Angel annuì. Povera... ormai stava smettendo si singhiozzare. Poco dopo, fece cenno a Wes e Cordy di salire di sopra e di tornare un po’ più tardi, così continuò ad accarezzarle il viso, sedendosi dall’altra parte del letto.

<<Sai, Faith>> le disse, lentamente. <<Ci sono passato anch’io. Anche io non sapevo che scopo avevo nella vita, non sapevo cos’ero... sai, un vampiro con una maledizione con si trova tutti i giorni. Ci ho messo molto per capirlo: ognuno ha uno scopo, ognuno ha un ruolo, e anche quando il mondo sembra caderti addosso e tutte le tue certezze svaniscono, bisogna cercare di ripercorrere la propria vita e i propri ricordi per capire cosa si era, ma bisogna soprattutto guardare avanti e capire cosa si vuole diventare...>> Faith, anche se non voleva, non poteva fare a meno di ascoltarlo. Aveva smesso di piangere, e non sapeva cosa provava. Forse rabbia, ma non perché Angel non le aveva detto tutta la verità, ma perché quello che diceva era vero, e lei non era capace di farlo.

<<Non ce...la faccio...>> disse tra un’ultima lacrima e l’altra. <<E’ troppo...dura...>>

<<Lo so, Faith, lo so... ma sai che posso aiutarti... devi solo fidarti di me, d’accordo? Fidati... e ti aiuterò io a superare tutto...>>

<<Angel, io per te sono solo... solo una copia di Buffy... io non valgo niente, ti faccio solo pena...è per questo che mi hai aiutata... ma non conto davvero...>>

Angel si sdraiò sul letto, appoggiando una mano attorno alla sua vita. A Faith venne la pelle d’oca per il freddo, ma poi si sentì piena di calore, che salì fino alle guance...

<<Tu sai bene che non è vero... lo dimostra quello che è successo nelle fogne...>>

<<Allora... vuoi dire che... che è significato qualcosa per te?>>

<<Sì...>>

<<Probabilmente mi faccio pena da sola...>>

<<Sì, sì, è molto probabile...!>>

<<Oh! ...Ti sarò sembrata una stupida in queste settimane, non faccio altro che piangere...>>

<<No, anzi, piangere fa bene, ci si sfoga. E sono contento che tu lo faccia con me.>>

Faith si girò verso di lui, e lo guardò negli occhi. Aveva una certezza... una sola, però... ma bastava per farla andare avanti...

<<Angel>> gli disse, sottovoce.

<<Dimmi...>>

<<Io... io... Io credo di amarti...>>

FALSA VISIONE- sesto episodio.

Stagione: I° di Angel

Personaggi Principali: Angel, Faith, Wesley, e Cordelia, ma anche Buffy per un piccolo tratto.

Commento: Il primo episodio si svolge subito dopo la puntata “la vendetta” di Angel, e in quest’ultimo ho fatto finta che Faith non fosse stata consegnata alla polizia ma che Angel avesse deciso di prendersene cura lui, sotto approvazione di Kate.

 

 

I cannot find a way to describe it

It’s there inside

All I do is hide

I wish that it would just to go away

What would you do?

All the pain

I thought I know

All the thought lead back to you

Back to what

Was never said

Back and forth

Inside my heart

I can’t handle this confusion

Come and take me away

(Avril Lavigne, Take me away)

 

LOS ANGELES: 10.30

 

Una luce quasi accecante di un sole quasi alto nel cielo entrava dalla finestra, con la sua limpidezza illuminava una parte della camera piuttosto vuota, e pian piano anche un leggero vento di primavera aveva deciso di liberarsi dentro la stanza, facendo muovere i capelli ancora bagnati di Faith.

Lei aprì gli occhi lentamente per non rischiare di guardare in pieno la luce, sfregandoseli si girò su un fianco e guardò il ragazzo che le era accanto, che ancora addormentato sorrideva.

Gli toccò i capelli, anche i suoi ancora bagnati, e cominciò ad accarezzargli il viso. La sua pelle era liscia come la seta, e il nel suo viso c’erano dei lineamenti molto particolari, che Faith non aveva mai visto. Continuò ad accarezzargli il viso, sperando che lui lo sentisse, ma dalla sua espressione sembrava essere assorto in un sogno molto bello e intenso, così Faith decise di lasciarlo riposare ancora un po’.

Si alzò dal letto e, perdendo l’equilibrio più volte e inciampando in sedie, mobili e divani, arrivò al bagno. Si guardò allo specchio: si era dimenticata di nuovo di non aver messo nessun tipo di trucco il giorno precedente, così guardò, sorpresa, la sua pelle bianca, e tuttavia molto morbida. Aprì il rubinetto del lavandino e si lavò per bene, poi tornò a guardarsi allo specchio.

Ma che diavolo aveva fatto? Si era rovinata... la sua maschera, la sua corazza così in apparenza resistente e forte era volata via... Prese subito dal suo zaino la matita e l’ombretto, ma esitò prima di metterseli. Li guardò più volte, guardando anche la sua immagine riflessa nello specchio. Alla fine decise di mettersi solo un leggero filo di matita, quindi riportò i suoi trucchi nello zaino e prese degli altri vestiti asciutti, aprendo la porta della piccola terrazza al piano terra per mettere a stendere quelli bagnati.

Da piccola le piaceva guardare sua madre stendere i panni puliti in terrazza. Già, la sua vecchia casa a Boston, non molto grande ma decente. Si sedeva sullo sgabello, nell’angolo, e la fissava. Gli occhi di sua madre luccicavano spesso quando apriva le lenzuola profumate, forse perché stava piangendo, o forse per il riflesso che avevano il sole e le gocce d’acqua sul suo viso. E Faith si rendeva conto che doveva essere stata proprio una bella ragazza, da giovane, non che non lo fosse anche a quel tempo, solo che appariva sempre stanca e malata. A volte si domandava come facesse ad essersi ridotta in quel modo: quasi povera, quasi divorziata, quasi sola.

Faith stette ad osservare i vestiti neri bagnati per un po’, e si chiese se anche a lei luccicassero gli occhi come succedeva a quel tempo a sua madre.

Il sole cominciava a scaldarli già da subito, e si sarebbero asciugati presto, forse pronti di nuovo per essere usati il giorno dopo. Si guardò stavolta i vestiti che aveva indosso: neri, neri, neri. Lei aveva tutto nero, il bracciale di sua madre, degli orecchini nello zaino, le scarpe, i capelli, gli occhi, i vestiti... certo non poteva passare per una per bene.

Ma se a lei piaceva essere così... Che gliene fregava del giudizio degli altri?!

Si appoggiò al muretto, mettendo i gomiti sul cemento già bollente. Il paesaggio non era di certo bellissimo, le auto erano in coda sulle strade, lo smog trasformava gli alberi ai lati delle case in nuvolette nere, e le persone per strada appoggiate ai muri che chiedevano soldi mettevano un po’ di malinconia nel vedere che al mondo non si vive solo rose e fiori come si è abituati a sentire e a vedere chiaramente dai telefilm holliwoodiani.

Probabilmente però, l’essere ricchi o poveri e il nascere sani o malati, chi lo decideva? Magari l’unica spiegazione razionale era... il destino. A volte ingiusto, a volte sbagliato, ma non puoi farci niente. E il suo di destino? Una ragazzina povera, con tre fratelli, un padre che tornava e andava avanti e indietro dalla galera e una madre alcolizzata? Anzi, da poco aveva scoperto che essi erano a dirittura vampiri, e che lei non era mai stata cosciente di niente. Era quella la via che aveva scelto per lei il destino?

Faith continuò a guardare il cielo limpido di quella mattina. L’azzurro sembrava essere un insieme di emozioni. Ogni volta che provava qualcosa di nuovo, guardava alto nel cielo e aggiungeva pezzi al puzzle. E adesso, un altro sentimento che non aveva mai provato era volato in quel cielo brillante.

Tornando al destino, sua madre glielo diceva spesso. Che quello non era il suo destino. Che lei era destinata a fare grandi cose e a salvare moltissime persone. A quei tempi Faith credeva che sua madre si riferisse agli studi di medicina, ma forse adesso poteva pensare che ci aveva proprio azzeccato. Beh, dal giorno in cui arrivò a Sunnydale, un piccolo stop di mezzo annetto e otto mesi in coma, dall’incontro/scontro con Angel fino ad oggi, insomma.

"Buffy mi diceva spesso che siamo noi gli artefici del nostro destino. A volte immagino che se non avessi scelto la strade dell’oblio e delle ombre, e quindi quella del male, sarei potuta essere diversa adesso. Sono destinata a soffrire per i miei stupidi errori. Per le mie vecchie cavolate. E ho rimorsi, parecchi rimorsi. Adesso sto con un ragazzo che un anno fa volevo uccidere con una freccia avvelenata... rubare la sua anima. Solo per vederla soffrire, vedere soffrire Buffy. Per lei però è più semplice. Il suo destino adesso è uguale al mio, ma ha della gente che le facilita il compito, e cioè una bellissima madre, degli amici, una vita. E’ questa la nostra differenza. Lei è abituata a tutto questo. E io vorrei tanto avere la sua fortuna. Ma non voglio cominciare a commiserarmi. La mia vita ora mi piace. Non è delle migliori, ma nemmeno delle peggiori. E mi sta bene."

All’improvviso sentì una voce femminile che chiamava qualcuno. Non seppe dire con esattezza se proveniva dalla strada o da dentro casa, comunque decise che forse era meglio rientrare per non cominciare a ripensare ai ricordi e a compatirsi. E dopo un attimo... dopo aver chiuso la porta della terrazza...e chiuso bene le tende...dal piano di sopra un forte... BAM!

Si voltò in fretta e, dopo aver dato un’occhiata ad Angel, lo chiamò più volte, salendo le scale di corsa. Qualcosa era caduto, magari un vaso o un soprammobile. Arrivò davanti alla porta, e vi trovò Cordelia a terra che si premeva in continuazione la fronte, e che urlava come una pazza. Si mise in ginocchio a fianco dell’amica e la aiutò a rialzarsi. Forse era stata lei a chiamarla poco prima?

<<Cordy? Va tutto bene?>> le chiese, perché quelle erano le prime parole che le erano venute in mente, anche se suonavano molto sciocche e stupide. Aveva avuto una visione, di sicuro.

<<Sì, è solo che... una visione... appena sono entrata... dobbiamo correre... una donna, dei demoni...>> spiegò a fatica Cordelia, ancora sconvolta. Rischiò di cadere un'altra volta per terra e finire sui vetri rotti di un vaso che aveva rotto poco prima per appoggiarsi al comodino, ma Faith la tenne stretta bene e la fece sdraiare sul divanetto nero lì accanto.

<<Ma anche in pieno giorno rompono le Forze dell’Essere cavolo!?>> commentò, a bassa voce.

<<...in un, un locale...c’è del sangue...sta per morire!!>> Cordelia cominciò ad urlare. <<Oddio!>>

<<D’accordo, calmati, che locale?>> disse Faith lentamente. Lei non rispose, continuava semplicemente ad urlare. I capelli lunghi come quelli di Faith le coprirono il viso. Cominciò a piangere. Faith non seppe cosa fare. Chiamò Angel, ma nessuno era ancora arrivato.

<<Fanno sempre più male, sempre più male!>> gridò Cordy, dandosi da sola delle botte sulla fronte, anche se leggere. <<Fanno male, troppo male...>>

<<Cordy, ascoltami! E’ importante, che locale?>> le chiese, scotendola un po' giusto per costringerla a guardarla. Sapeva che per lei era difficile, ma la donna che aveva accennato prima poteva essere seriamente in pericolo. Cordelia si calmò, ma il respiro era sempre affannato. Piangeva ancora, e aveva le guance tutte bagnate.

<<Sulla quinta strada... a sinistra... è bionda si...si chiama Lizzie!!... fa presto... sta per morire, Faith... Sta per morire oddio! Degli spari, degli spari!!!>>

<<Ok, ok, Cordy ascoltami! Stai calma, va bene? Tornerò subito, prometto>>

<<Io...>> Le diede un leggero bacio sulla fronte, poi si allontanò.

Cordelia socchiuse gli occhi. Ne stava arrivando un’altra. Faith però aveva già preso la giacca e stava aprendo la porta, Cordelia si premette di nuovo la fronte, come se in quel modo passasse tutto. Sospirò e si mise seduta, ed eccola che arriva.

Urlò di nuovo, poi aprì gli occhi, confusa. <<No, Faith aspetta! E’ tardi... il suo destino è stato compiuto... è già morta...>> ma Faith era ormai lontana.

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ORE 21.00, Il giorno prima.

 

<<E adesso, cosa intende fare, mio Signore?>> chiese una vocina sottile e cupa, appartenente ad un demone basso e piccolo, piuttosto impacciato. <<Con la Cacciatrice e il Vampiro, intendo, mio onorevole e amatissimo Signore>>

<<La situazione è critica. Neanche Krayto è riuscito a fermarli. Era fatto praticamente di pezzi di demoni, demoni potentissimi e imbattibili, e lui era altrettanto potente. Anche se l’ ho mandato nella città della Cacciatrice in carica, era chiaro che volessi ucciderli tutti, compresi loro. Non sapevo che lei sarebbe, insieme a tutti i suoi amichetti umani, riuscita a trovare un modo per indebolirlo e ucciderlo.>> rispose un demone, guardandoli uno ad uno, la sua voce era potente e sembrava quasi stridula, era seduto su una sedia, vestito di nero, il volto per metà coperto dal cappello rugoso del lungo mantello. Sotto di lui, in ginocchio, vi erano molti demoni, alcuni già visti, e tra loro c’erano anche esseri umani.

Poi continuò: <<Se non possono essere sconfitti da demoni quando sono insieme, potremmo decidere di attaccarli quando sono soli. Tu, tu Wilkis, che conosci bene la Seconda Cacciatrice, hai da dire qualcosa?>> indicò con le lunghe dita affilate un uomo, il quale si fece di due passi più avanti, ma non alzò lo sguardo verso il demone.

<<Secondo me, potremmo provare per via legale. Avranno molti problemini che non possono risolvere facilmente, se ne creiamo un po’.>> rispose. Alzò per metà la testa, ma poi tornò a guardare il pavimento.

<<Non guardarmi, sciocco umano!>> gridò il demone. <<Potresti morire fulminato!>>

<<Mi dispiace, Signore, mi perdoni vostra eccellenza...>>

<<Continua.>>

<<Potremmo, lei, Sua Eccellenza, potrebbe prendere un poliziotto umano. Ordinargli di mettere i bastoni tra le ruote alla Cacciatrice!>> si fermò per un attimo, ridendo ad alta voce, ma vedendo che nessuno di loro condivise la risata, tornò serio e riprese a parlare. <<Come dicevo, potrebbero avere molti problemi. Per esempio, mettendo fuori uso la loro amica poliziotta, sarebbero accusati di omicidio, dato che sono sempre presenti sul luogo del delitto... e tutte quelle cose. Se non funziona, beh, potremmo attuare il piano B. La seconda cacciatrice è appena tornata dalla via del male. In qualche modo, potremmo...>>

<<...Potrebbe andare ma una cosa alla volta. Buona, Wilkis.>> si congratulò il “Capo”.

<<No, Signore ma lei è stato l’artefice di tutto, senza le sue brillanti idee io non sarei mai arrivato a questo...>>

<<Beh, modesti a parte sono molto intelligente.>>

<<Signore?>> intervenne un altro demone. Fece due passi avanti, poi si mise in ginocchio anche lui. <<Io avrei un’altra idea. Potremmo agire in un altro modo, tramite la visionaria.>>

<<Ti ascoltiamo.>>

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Prese la metro e arrivò in un lampo sulla quinta strada. Entrò nell’unico bar che c’era su quella via, e a sua sorpresa non vide nessuna donna bionda o in pericolo. Si guardò un po’ in torno. Possibile che Cordelia avesse sbagliato? Nessun demone in vista. Solo persone normali che sorseggiavano birre e chiacchieravano allegramente tra di loro. Rimase per un po’ a guardarsi in torno, poi guardò da cima a fondo il retro e il davanti del locale. Ma niente fuori posto, neanche del sangue. Provò a chiedere in giro, ma nessuno l’aveva mai vista. Anche il barista, Bob, aveva ammesso non averla mai vista. Poco dopo, prese il cellulare e chiamò Cordelia. Al telefono rispose, invece, Wesley.

<<Angel Investigations, pro...>>

<<Passami Cordelia.>> disse in fretta, interrompendolo.

<<Ciao Faith, sì ti passo Cordelia.>>

<<Faith?>>

<<Stai bene Cordy?>>

<<Io... più o meno... la ragazza piuttosto, trovata?>>

<<Non c’è. Nessuna traccia di lei o di qualcuno in pericolo.>>

<<Vuoi dire che... la mia visione era sbagliata?>>

<<Falsa visione, sì.>>

 

Continua……………