FAITH
A LOS ANGELES
Di BuffyFaith92
INCUBI
E SOGNI PREMONITORI
Stagione:
I° di Angel
Personaggi: Angel, Faith, Wesley, e Cordelia,
ma anche Buffy per un piccolo tratto.
Commento: Questo episodio si svolge subito
dopo la puntata “la vendetta” di Angel, e in quest’ultimo ho fatto finta che
Faith non fosse stata consegnata alla polizia ma che Angel avesse deciso di
prendersene cura lui, sotto approvazione di Kate. Leggetelo, è bellissimo!
Erano
ormai due settimane che Faith viveva da Angel, e circa dieci o dodici vampiri
avevano già tentato di ucciderla parecchie volte, ed era costato caro sia ad
Angel che agli altri continuare a proteggerla. Faith non voleva creare
problemi, ma Angel la convinceva a restare tutte le volte che a lei veniva
voglia di prendere il suo zaino e fuggire via. Cordelia e Wesley, in effetti,
preferivano che lei andasse in galera, almeno là sarebbe stata al sicuro, o
magari pensavano di portarla a Sunnydale da Buffy, anche se dall’ultimo
incontro i loro rapporti non erano molto migliorati, ma una cosa la pensavano
con chiarezza: Faith era in pericolo se rimaneva con Angel, così, allo
scoperto, dato che tutti i demoni, quelli che sapevano che lei era a Los
Angeles, la volevano uccidere, visto che era sempre e comunque la 2^
cacciatrice.
La
ragazza era sempre bianchissima e piena di ferite sulle braccia, usciva sempre
per una mezzora alla sera (Angel pensava che andasse al locale di Lorne) e
cercava di evitare il più possibile la conversazione con Cordelia e Wesley,
dopo quello che gli aveva fatto, anche se per la verità erano loro che non
voleva discutere e nemmeno avvicinarsi.
Aveva
pensato più volte di chiedere scusa sia a loro che a Buffy, era arrivata anche
a comporre il numero di quest’ultima e a far squillare il telefono, ma
riattaccava sempre presa da un brivido freddo e da domande senza risposta. E se
Buffy non voleva ascoltarla? E se succedeva come l’ultima volta, quando aveva
cercato di chiederle scusa, che Buffy voleva gonfiarla di botte e di lividi per
vendicarsi...?
Faith
era assorta nel suo sogno quando ad un certo punto la scena cambiò. Si trovava
in un parcheggio, o almeno così sembrava. Non capendo dove si trovasse,
cominciò a camminare verso l’uscita, ma davanti a lei apparvero degli uomini,
che le saltarono addosso, la ferirono con dei coltelli e si trasformarono in
demoni. Lei cercò di fuggire, anche se voleva combattere, ma dietro di lei in
suo soccorso apparve Angel, che la prese e la fece allontanare con la forza.
Faith si mise dietro una macchina nera ad osservare il vampiro proteggerla, un
po’ preoccupata, anche se lui se la cavava piuttosto bene. All’improvviso sentì
dei passi dietro di lei...si voltò e vide un coltello sfiorare la sua spalla,
lasciando una scia di sangue che colava come una cascata. Lei urlò più volte,
ma nessuno la sentiva. Il vampiro provò di nuovo a colpirla e...
Faith
aprì gli occhi e si svegliò di colpo. Aveva la fronte sudata e le mani
orrendamente fredde e tremanti. Rimase un minuto a calmarsi dallo spavento
dell’incubo, poi si mise a gambe incrociate. Rifletté per un attimo sul luogo
in cui si trovava. Stanza scura, tende nere...ok, Faith, sei va Angel...al
sicuro, va bene, calmati...si disse a
bassa voce. Nel frattempo Angel arrivò correndo, poi si sedette agitato sul
letto, prendendole le mani gelide e riscaldandole.
-Faith,
Faith, mi senti? Hai urlato, hai avuto un incubo?- le disse abbracciandola.
-Sto
bene, sto bene...- rispose Faith tranquillizzandosi. -...Adesso, qui con te...-
aggiunse dopo. Anche lui, Angel, aveva avuto un incubo, forse lo stesso, e
quell’abbraccio, nel profondo, tranquillizzava anche lui. Due minuti fa si era
svegliato di soprassalto con la fronte sudata, poi aveva sentito l’urlo di
Faith e si era precipitato a vedere, in camera, se la ragazza stava bene.
-Angel,
ho...ho sognato...io morivo...ed era così reale, così vero...- cominciò Faith.
-Tranquilla,
tranquilla, sei al sicuro adesso- disse lui sciogliendo l’abbraccio e
guardandola negli occhi. Lei annuì e si calmò del tutto.
-Era
tutto buoi, forse un parcheggio, perché c’erano delle macchine...io stavo
camminando e ad un certo punto sono arrivati loro e volevano uccidermi...-
-Chi
voleva ucciderti?-
-Non
lo so, due, tre, o quattro demoni...avevano la pelle...verdastra e con qualche
punto rosso dappertutto...ma poi sei arrivato tu e mi sono nascosta e lui mi ha
ferita con il coltello e voleva uccidermi...- Faith cominciò ad agitarsi di
nuovo e si toccò la spalla che faceva un male tremendo. Angel le prese di nuovo
le mani fredde e fece in modo di mettersi davanti al suo viso.
-Ok,
ok, va bene, lo so, lo so, ho sognato anche io questa scena...- le disse.
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Sigla: Angel
David Boreanaz as Angel
Charisma Carpenter as
Cordelia
Alexis Denisof as Wesley
Eliza Dushku as Faith
Sarah Michelle Gellar as
Buffy
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-Ecco,
li ho trovati!- esclamò Angel il mattino seguente. Sbatté un libro sul tavolo e
si sedette sulla sedia dell’ufficio. Wesley prese il libro e osservò la pagine
sfogliata dal vampiro. Cordelia era impaziente e disse: -Allora? C’è da
preoccuparsi? Era una sorta di premonizione? Come le mie? Avete trovato i
demoni?-
-Sono
spie- disse Angel.
-Esattamente.
Agiscono nei sogni e ti uccidono con dei coltelli. Bisogna affrontarli...nei
sogni, sì.- lesse Wesley. -Prendono il cuore di persone...e lo usano per
esperimenti umani! Cavoli! Ma come si fa a sperimentare un cuore? Lo attaccano
in un altro corpo?-
-Ma
perché vogliono proprio quello di Faith?-
-Forse
perché pensano che il cuore di una cacciatrice sia diverso da quello umano...?-
-Leggi
ancora...-
-Vogliono
creare una...un corpo per un demone morto, lo resuscitano e in cambio...avranno
un premio. Non dice altro, non specifica il tipo di premio.-
-Lei
come sta?- domandò Cordelia riferita a Faith.
-
E’ un po’ spaventata. Ma se la caverà. Se l’aiutiamo- rispose Angel.
-No,
amico mio, qui deve cavarsela da sola. Non si sa come tu sia riuscito ad
entrare nel suo sogno, ma deve ucciderli lei, stavolta- intervenne Wesley.
-Non
è ancora pronta per uccidere!-
-Sì,
ma Angel...non puoi fare niente. I sogni sono i suoi e...-
-...forse
abbiamo una specie di contatto, forse riesco ad entrare ancora nei suoi sogni,
così riuscirò ad aiutarla! Wesley sono in tanti, sono un gruppo, da sola anche
se volesse non ce la farebbe mai-
-
D’accodo, magari c’è una formula...-
-Perfetto-
Angel
scese con l’ascensore di sotto, e si precipitò ad informare Faith. Quando finì
di dirle tutto, lei si sedette sul divano e lo guardò preoccupata. Si alzò la
maglietta dalla manica fino alla spalla, e gli fece vedere la ferita ancora un
po’ aperta che le aveva fatto il demone. Era lunga circa due centimetri, e si
notava abbastanza anche da lontano. Angel notò a fianco della ragazza il
pigiama insanguinato e uno straccio con dell’acqua rossa di sangue. La guardò
un po’ addolcito mentre lei andava nell’angolo di cottura a cuocersi dei
pop-corn, poi mise in lavatrice il pigiama sporco di sangue e stette con lei
fino a che Wesley non ebbe trovato una formula che consentisse ad Angel di
entrare nei sogni di Faith e di avere il pieno controllo su lui stesso.
Wesley
scese di corsa le scale tutto allegro, insieme a Cordelia, e appena Faith si
accorse che c’erano i due amici si nascose un po’ dietro ad Angel, imbarazzata
e terrorizzata. Non avevano mai parlato prima d’ora, a parte qualche “ciao” qua
e là, e Faith aveva un gran bisogno di sapere che loro non ce l’avevano più con
lei.
-La
formula è qui, sul libro, l’ ho già usata e so come si usa, non è semplicissima
ma va bene...- disse Wesley. Cordelia diede il libro ad Angel, poi lui e Wesley
si allontanarono per discutere sul da farsi, lasciando Faith e la “veggente” da
sole.
Faith
mise le mani in tasca e posò lo sguardo sulla punta delle scarpe. Cordelia
sorrise comprensiva e le disse: -Eih... Come mai non sali mai di sopra...-
-Sto
bene qui giù, grazie...- mentì Faith senza alzare lo sguardo.
-Beh,
non dirmi che sei come Angel, che non esci mai di casa e che te ne stai sulle
tue a tutte le ore del giorno!-
-Prima
no. Adesso non credo di poter uscire. Mi troverebbero sempre-
Cordelia
annuì, e le sorrise. -E poi- aggiunse Faith -Vorr...-
-Faith!
Cordelia!- chiamò interrompendola Wesley.
Le
ragazze corsero subito in cucina, e non fecero in tempo a rendersi conto di
quello che succedeva che due vampiri le avevano già assalite. Wesley lanciò un
coltello da cucina verso il vampiro, ma quello lo schivò e il coltello cadde a
terra insieme a Faith. Nessuno si era accorto di quello che era successo, Angel
prese un pezzo di legno dalla gamba di una sedia e lo conficcò nel cuore del
vampiro più vicino, mentre l’altro stava per mordere Cordelia, anche se appena
il vampiro notò che Angel stava per mirare nel suo cuore fuggì via.
-Codardo!
Scappa pure!- esclamò Cordelia. -Sì, sì, vai! E dì ai tuoi amichetti di stare
lontani da lei, va bene? Altrimenti ve la vedrete con...beh, la pagherete
cara!-
-Cordelia!-
chiamò Angel con voce preoccupata. Lui era in ginocchio accanto al corpo di
Faith, e la ragazza sanguinava dallo stomaco. Aveva il coltello ancora dentro e
Wesley si accorse di quello che aveva fatto. Incredulo, si avvicinò a Faith e
la guardò negli occhi, dispiaciuto. Lei sorrise con tutte le sue forze, poi
mise una mano sullo stomaco ed estrasse il lungo coltello, dopo di che svenì
all’improvviso.
Faith
cercò di mettere a fuoco le figure che le stavano passando davanti, anche se
non ci riuscì subito. Cercò di sfregarsi gli occhi, ma appena si mosse lo
stomaco cominciò a bruciare e a fare malissimo, così si agitò un po’, anche se
nessuno la vide.
-Non
l’ ho fatto apposta, credimi!-
-Lo
so, Wesley, ma abbiamo rischiato di perderla, e dobbiamo stare più attenti a
lei!-
-Ti
giuro che mi dispiace molto, ma dobbiamo continuare a proteggerla fino alla nostra
morte?-
-Sciocchezze,
qui si tratta di salvare un’anima, dove dovremmo portarla, in prigione?-
-No,
magari a Sunnydale...almeno Buffy potrà proteggerla, e comunque sarebbe compito
suo-
-Buffy
ha già troppi problemi per conto suo, Wes!-
-Angel,
tu non vuoi capire, lei è in pericolo tanto quanto me e te o Cordelia! Se sta
qui peggiora la situazione!-
Ad
un certo punto un’altra figura si mosse e le si avvicinò, e una voce femminile,
che disse: -Eih, si sta riprendendo!-
Wesley
e Angel accorsero, e Faith si rese conto di essere stata messa sul letto di
Angel. Finalmente riuscì a vedere chiaramente.
-Stai
bene?- chiese Cordelia.
-Sì-
cercò di dire Faith.
-Non
era molto profonda- la tranquillizzò Cordelia. -E poi, non sei abituata a tagli
del genere?-
Angel
la guardò fulminante e Faith ripensò a quel giorno...sul tetto...dove non vide
più nulla per otto mesi...
-Sicuramente
è meglio del tuo coltello che ti manda in coma conficcato dalla tua migliore
amica...- disse Faith un po’ allegra, anche se nessuno si rassicurò. Faith
spostò lo sguardo su Wes che si sentiva in colpa, e gli disse: -Fa niente,
tranquillo, non sei il primo-
Si
alzò la maglietta e guardò la ferita. Non sembrava grave, sicuro non sarebbe
caduta in coma. Non sanguinava più e si sorprese che fosse così stretta, perché
sentiva un grande dolore anche oltre la ferita. -Quel demone è...-
-Morto,
tutti e due, ci ha pensato Cordelia- disse Angel. Cordelia sorrise fiera e poi
cominciò a mettere una garza sulla ferita. Angel si sedette sul letto accanto a
lei e le tenne la mano. Faith sentì il cuore battere a mille all’ora...
-Abbiamo
ancora un demone da sconfiggere, stanotte. Adesso riposati...- le disse dolcemente.
Faith
si addormentò quasi subito. Il suo sogno era ambientato in una pianura. Lei era
distesa su una coperta ed era felice e libera da tutto e da tutti. Il sole
riscaldava la sua pelle fresca e una brezza di vento le accarezzava i capelli.
Ad un certo punto un uomo si sdraiò accanto a lei, la baciò e le disse:
-Stai
bene, adesso?-
-Sì,
va meglio Angel...Mi sento viva e libera...-
-Tra
poco arriverà Buffy con il suo ragazzo...cerca di non litigare almeno per
oggi...-
-Come?
Buffy? Ma...-
-Tranquilla-
la interruppe lui. -Qui nessuno ti farà niente, finché ci sono io...-
Lui
la baciò ancora, ma appena da lontano si intuiva la sagoma di Buffy, la scena
cambiò ancora. Stavolta era sul tetto di un edificio, che lei conosceva e
ricordava bene. Indietreggiò un po’ e si resse con tutte le sue forze per non
cadere dal muretto dietro di lei. Guardò le strade poco trafficate di
Sunnydale, con tutte le luci e le decorazioni che c’erano in quel momento. Un
brivido di freddo le venne sulle spalle, si girò e vide un demone con un
coltello in mano che sorrideva e che diceva: -Sei sola, adesso, nessuno ti può
aiutare! Ti prometto che non sentirai dolore, mi serve solo il tuo cuore per
Krayto...Non fare la timida...-
Faith
cercò di scappare, ma un improvviso dolore allo stomaco la fermò. Lui la prese
e la buttò per terra. -Così mi rendi le cose facili...-
-Vattene!
Lasciami in pace!-
-Ma
come, non lo vuoi anche tu? Smettere di soffrire...niente dolore...niente
rimorsi...Posso aiutarti io...-
-No,
nessuno può aiutarmi, solo io posso...-
-...credi
che la tua lotta verso il bene sia temporanea? Credi che tutto il dolore e
tutto il male che porti dentro cesseranno a fare la buona? No, Faith, io ti
conosco e so quello che sei veramente!-
-Nessuno
lo sa, nessuno mi conosce!-
-Davvero?-
Il demone prese le sembianze di Buffy e ridacchiò tra se. -Neanche io, Faith?-
disse con voce disperata. -Io non ti conosco? Siamo state amiche per un sacco
di tempo, finché tu non mi hai tradita...-
A
Faith scese una lacrima dalla guancia, si alzò e scosse la testa.
-No,
tu non sei reale, tu non sei Buffy!-
-Ma
non mi vedi? Sono qui, davanti a te. E so che tu sei malvagia, sei una perdente!
Ricordi? Te l’avevo già detto, in passato. Non puoi avere perdono! Non puoi
pretendere di diventare buona, perché non esiste punizione per te...sai che
devi fare?-
Faith
scosse la testa, anche se non voleva darle retta.
-Morire!-
Il
vampiro volle colpirla con il coltello, ma lei schivò il colpo e cominciò a
combattere, come faceva in passato. Con un calcio gli tolse di mano il coltello
e lo raccolse. Prese Buffy-demone per i capelli e gli disse :
-Io
sono cambiata, sai? Il perdono esiste per tutti! Tranne per quelli come te!
Bastardi che cercano di manipolarmi prendendo forma del mio passato...ma sai
una cosa? L’ ho dimenticato, ho dimenticato il passato! E questo è un messaggio
per i tuoi amichetti: non mettetevi contro di me oppure sarete estinti!-
Detto
questo, la ragazza impalettò il vampiro con il coltello e sorrise soddisfatta
guardando le ceneri del nemico. Finalmente aveva superato lo stato “trans” ed
era tornata la vecchia Faith, con una differenza, però. Ora era buona e sapeva
benissimo cosa fare e cosa essere, ovvero uccidere i vampiri ed essere la
seconda cacciatrice...per l’eternità.
-Faith! Faith! Stai bene? Come ti senti?- chiese preoccupato Angel al suo
risveglio.
-Non
chiedetemelo sempre- rispose lei sorridendo.
La
sera Cordelia li trascinò ad una festa per “persone famose e di alta classe”
come le chiamava lei, e dovettero tutti andarci. La sala dell’edificio era
enorme e la musica di sottofondo era dolce e lenta. Cordy chiacchierava
allegramente con un regista di Los Angeles famosissimo e Wesley dava
un’occhiata ogni tanto dal bancone a Mary Moonson, un’attrice e cantante nota.
Angel,
che non amava le feste e l’affollamento, era uscito in terrazza, e poco dopo
anche la cacciatrice lo raggiunse.
-Ti
piace proprio startene tutto solo, vero?-
-Se
non fosse per Cordelia io qui non ci sarei venuto per niente al mondo.-
-Lo
so...-
Solo
quando Angel si voltò notò la bellezza di Faith, vestito nero fino alle
ginocchia, una collana di svaroschi che pendeva dal collo, i capelli sciolti
fino a metà schiena, e le scarpe con i tacchi alti tre centimetri. Il suo look,
lo sapeva anche Angel, era unico di quell’occasione, e sicuramente non si
sarebbe più rivista conciata così. Assomigliava un po’ a quello che indossava
alla festa del liceo di Buffy, anche se lì aveva i capelli raccolti.
-Tu
non dovresti essere dentro a scatenarti? Non è quello che ti piace fare, di
solito?- domandò dopo aver tolto lo sguardo da Faith. Lei gli si avvicinò e si
appoggiò al muretto della terrazza, e si mise a guardare il cielo stellato di
quella notte.
-Mi
piace stare qui, adesso.- rispose lei arrossendo un po’. -Con te...- aggiunse.
-Ti
sei liberata di quei demoni tutta sola...volevo aiutarti. Wesley ha detto che
inoltre risvegliavano vecchie paure e vecchi ricordi-
-
E’ così...è vero...-
Faith
abbassò lo sguardo. Ripensare di nuovo a Buffy e a quello che era successo non
le faceva di certo bene. Sapeva che prima o poi dovevano chiarirsi, e quindi
ripescare i brutti ricordi.
-Mi
dispiace io non volevo...-
-...non
preoccuparti, è tutto ok...sai, Angel...quel demone si è trasformato in Buffy e
mi ha portata su...sulla terrazza. Sai quale. All’inizio avevo paura.
Ripercorrere quel ricordo è stato doloroso, ma poi lui ha detto delle cose che
mi hanno fatto riflettere molto. Adesso sono cambiata e voglio rimediare ai
miei errori. Spero solo di non sentirmi più sola come prima...-
-Non
sei sola- ribatté lui guardandola. Lei rialzò lo sguardo e incrociò i suoi
occhi neri, poi sorrise e ascoltò il suo cuore battere più forte.
-Grazie,
Angel. Di tutto. Mi sei stato molto vicino in questi tempi e senza di te non so
cosa avrei fatto...-
Si
avvicinarono lentamente, ma all’improvviso sobbalzò Cordelia, che gridò:
-Faith!
Vieni che ti faccio conoscere due persone, così anche tu diverrai un’attrice!
Con le giuste conoscenze...Te la rubo, Angel, solo per un secondo…- La prese
per un braccio, ma Faith si fermò.
-Devo
prima fare una cosa...Torno subito, due minuti Cordy-
-Va
bene, sono di là con il regista più famoso del mondo, non puoi sbagliarti!-
Faith
annuì e aspettò che Cordelia se ne fosse andata per scendere dalle altre scale
che portavano a un ufficio.
-Dove
vai?- domandò Angel.
Lei
sorrise vivamente e lui capì subito cosa voleva fare. Faith scese le scale e
arrivò all’ufficio, dove sulla scrivania vi era un telefono. Compose il numero
che sapeva a memoria e attese che qualcuno rispose.
-Pronto?-
disse una voce femminile.
-Eih,
B, sono Faith...-
I
SEGRETI DI FAITH
Ore
quattro del mattino, a casa di Angel.
Squillò
il telefono.
Angel
si alzò per rispondere, ancora assonnato.
Si
sfregò gli occhi e alzò la cornetta, chiedendosi chi potesse essere tanto furbo
da chiamare a quell’ora.
-Pronto?-
chiese sbadigliando.
-S...salve,
senta, potrei parlare con Faith? Una certa Buffy mi ha detto che lei abita qui,
è v...veramente urgente, faccia p...presto, grazie-
-Certamente,
gliela passo subito, lei sarebbe...-
-Dean,
vecchio...conoscente, diciamo...-
-Attenda
un secondo...-
Sbadigliò
un'altra volta e camminando lentamente andò nella sua camera, dove dormiva
Faith. La scosse dolcemente e lei aprì gli occhi, mettendo a fuoco la figura
che aveva davanti.
-Angel...ma
che ore sono...?-
-Le
quattro. Su, alzati, ti vogliono al telefono. Fa presto, dice che è urgente...-
-Chi
mi vuole?-
-Un
certo Dean...-
Faith
scese dal letto, e confusa scosse la testa.
-No,
no, è impossibile.-
-Ti
giuro, si chiama Dean, o al massimo ho capito male...-
-No,
è impossibile che abbia chiamato! Dopo tre anni!-
-Vai
a rispondere, così senti cosa vuole.-
Faith
arrivò al telefono. Esitò un attimo, poi prese in mano la cornetta e
avvicinandola all’orecchio chiese:
-Chi
parla?-
-Faith,
sono io. Senti non ti avrei chiamata se non fosse per una cosa di vitale
importanza, perciò ti prego di starmi a sentire...-
-Ho
chiuso con te, te l’ ho già detto tre anni fa, non voglio più avere niente a
che fare con nessuno, lo sai.-
-Sì,
ma si tratta di vita o di morte, stavolta...-
-Ah,
sì? E che ti servono, soldi?-
-Tu
non capisci, loro mi faranno a pezzi se io non gli consegno quelle somme, hanno
amici anche qui...-
-Non
sono affari miei, Dean, non ho un centesimo qui e comunque prova da Marissa o
Derek...-
-Li
ho già chiamati e non ne vogliono sapere, ma ti prego, mi uccideranno! Mi
servono diecimila euro...-
-Cosa?!-
L’urlo
di Faith fece accorrere subito Angel, ma lei gli fece cenno di andarsene.
-Tredicimila
euro...- sussurrò. -Ma sei in Europa?-
-Sì,
in Italia, mi hanno rinchiuso qui. Ci sono molte guardie e non posso fuggire, e
loro continuano a minacciarmi...e sono troppi, anche qui dentro ce ne sono.
Faith fai in modo di aiutarmi...mi servono entro un mese...-
-Un
mese?!-
Angel
accorse di nuovo e Faith ripeté il gesto con la mano. Lui tornò in sala.
-Ma
dove diavolo li trovo?-
-Non
lo so, ma ho bisogno di quei soldi. Sono necessari per farmi vivere...-
-Ma...Marissa
e Derek, loro li hanno sicuramente, spero...-
-Ti
ho detto che li ho già chiamati! Non ne vogliono sapere, a meno che non ci
parli tu...-
-Va
bene, va bene, vedrò cosa posso fare. Dove sono?-
-In
America, so solo che sono lì da te. Forse New York, Las Vegas...Hollywood!-
-Ho
capito. Dammi I numeri che hai chiamato...-
Prese
un biglietto e cominciò a scrivere.
Due
minuti dopo Faith riattaccò la cornetta e tornò in camera. Chiuse la porta, ma
sul letto c’era Angel, che pretendeva chiarimenti.
-Allora?
Chi era?- chiese lui preoccupato.
-Nessuno.-
rispose lei, come che ce l’avesse con lui.
-Faith...-
-Scusami,
ma non ho voglia di parlarne adesso.-
-Ex
ragazzo?- insistette lui. -Conoscente?-
-Macché,
no! Sei geloso per caso?-
Intanto
Faith si sedette sul letto. Infilò il biglietto nel cassetto e spense la
lampada.
-Scusa,
ma ora sono stanca.-
-Quando
ne vorrai parlare...sai dove sono.-
Angel
si alzò dal letto e sorrise.
-Carino
il pigiama con gli orsetti, Faith!- disse dopo. Spense l’altra lampada e chiuse
la porta.
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Sigla: Angel
David Boreanaz as Angel
Charisma Carpenter as
Cordelia
Alexis Denisof as Wesley
Eliza Dushku as Faith
Lauren Graham as Marissa
Tom Welling as Dean
Brian Krause as Derek
Sarah Michelle Gellar as
Buffy
Alyson Hannigan as Willow
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Il
mattino dopo i due si svegliarono verso le nove, si vestirono e prepararono la
colazione. Angel non era riuscito a dormire subito, molti pensieri gli
affollavano la testa. Chi era quel ragazzo? Cosa voleva da Faith? E perché lei
non voleva più avere niente a che fare con lui, da tre anni, poi?
-Come
va?- chiese lui sedendosi nel tavolo.
-Così-
rispose lei, generica. -Zero positivo. Come piace a te. E non ne voglio
parlare.-
Porse
ad Angel la tazza che conteneva il sangue, poi sfuggì alle domande di Angel con
delle risposte generiche, oppure con “No” oppure “Forse”. Poco più tardi
arrivarono anche Wesley e Cordelia.
Questi
stavano discutendo con Angel sulla Wolfarm&Art, e Faith aveva approfittato
del momento per sgattagliolare di sotto e prendere il biglietto con sopra i
numeri, per poi telefonare.
“Cavoli”
pensò. “Derek forse è più facile da convincere. Proviamo con lui.”
Compose
il numero e attese che una voce rispose. Il cuore le batteva forte, e già le
veniva voglia di riattaccare.
-Pronto?
Qui studio legale Wolfram&Art. Con chi desidera parlare?-
Attese
un attimo. Cavoli, lavorava dalla parte dei nemici di Angel! Non sapendo cosa
dire, disse solo “Derek”.
-Attenda
in linea, prego.-
Dopo
qualche secondo, qualcuno con una voce maschile rispose prontamente:
-Pronto?
Sono Derek-
-S...sono
io...Faith...ciao-
-Faith!
Piccola!!! Qual buon vento! Stai bene, spero...-
-Certo,
non è per me che ti ho chiamato. E’ per Dean...-
-Gli
servono soldi, è così?-
-Beh,
sì.-
-Gli
ho già detto che non gli presterò neanche un centesimo bucato. Mi dispiace, ma
tu dovresti sapere come ci sentiamo per quello che ha fatto. Non voglio dargli
niente, scusa Faith.-
-Ma
ha bisogno veramente di soldi, giuro! Lo uccideranno se non consegna la
somma...-
-Non
mi importa.-
-Come
fai ad essere così insensibile? E’ tuo fratello!-
-Davvero?
Non più da quando ha cominciato a spacciare droga da tutte le parti, e non più
da quando ha fatto...sai cosa. Non mi sorprendo che sia pieno di debiti anche
adesso.-
-Ma
Derek, ti prego, ragiona...-
-Ascolta,
gli ho prestato almeno cinquecento euro per le prime settimane che è stato
rinchiuso. Dicevano che erano gli ultimi ma non lo sono mai stati. Adesso non
voglio, scusami. Deve pagare per i suoi errori come tutti noi abbiamo fatto.
Tu, io, papà e Marissa. Tutti ce la siamo cavata da soli. E siamo riusciti a
farci una vita. Non voglio occuparmi di problemi che non finiranno più, sto
bene così come vivo adesso e Dean troverà un’altra soluzione, mi dispiace-
-D’accordo,
come vuoi.-
-Bene.
Ci sentiamo, piccola.-
-Ciao.-
Appena
riattaccò la cornetta e si voltò, sobbalzò dallo spavento e si girò mollando un
pugno.
-Angel!
Sei matto? Avrei potuto ucciderti!
-Scusami,
c’era bisogno di darmi un pugno?-
-Mi
dispiace, io non ti avevo sentito perché ero al telefono e così...-
-Sì,
ok, calmati adesso, va bene...?-
-Ok...-
Faith
si lasciò scivolare sul divano e si mise le mani sulla fronte. Non sapeva più
cosa doveva fare. Derek era il più facile da convincere, e se non ci era
riuscita con lui figuriamoci con Marissa.
Angel
guardò nel telefono “ultime chiamate” e arrabbiato e confuso urlò:
-Hai
chiamato la Wolfram&Art?? Faith ma cosa...-
-Oh,
aspetta, non è come sembra, non ti sto tradendo, tranquillo...-
La
ragazza tornò in piedi. Lui si mise davanti a lei, a braccia conserte.
-Dimmelo
tu, come sembra, allora-
-E’
complicato e molto lungo e io...-
-Faith...-
-Va
bene, va bene, ti spiego tutto.-
I
due si sedettero sul divano, e lei cominciò a raccontare.
-Mia
madre è morta quando io ero piccola, e tu lo sai. Non sono figlia unica, Angel.
Ho tre fratelli. Uno di questi l’ hai sentito, Dean. Poi ci sono Marissa e
Derek. Io sono la più piccola e vedi...anche la più ingenua. O almeno lo ero.
Mio padre ha cominciato ad avere debiti, piano piano perdemmo tutto, e io ho
cominciato ad essere indipendente e ad vedere le cose come stavano. Ovvero che eravamo
poveri e che non avevamo niente. Mio padre investì sulla casa nel gioco
d’azzardo e perdemmo anche quella. A sedici anni lasciai il liceo e mi
chiamarono per essere cacciatrice, alla morte di Kendra, come sai. Non seppi
più nulla dei miei fratelli, da quel giorno. Mio fratello maggiore, Derek, si è
tenuto in contatto con Marissa, e Dean stava già finendo nei guai a quel tempo.
Lui giocava, come mio padre, d’azzardo e scommetteva somme altissime. Poi
spacciava droga e lo rinchiusero in prigione, e mio padre morì. Derek dice che
sia stata colpa sua. Io non gli credo, ma faccio finta. Non so com’è successo.
Sono passati tre anni, Angel, l’unica cosa che ricordo di Dean era la sua
faccia quando lo sbatterono dentro. Anche adesso ha debiti infiniti e giurano
di ucciderlo se non consegna i soldi...E’ in Italia, in prigione, per quel che
mi ha detto. E poi...-
-Continua-
-Derek
lavora...alla Wolfram&Art...ti giuro che non lo sapevo, Dean mi ha dato dei
numeri che appartenevano, secondo lui, a Marissa e Derek. Ho chiamato e l’ ho
scoperto adesso, tutto qui...ma non ti sto tradendo in nessun modo...te lo
giuro...-
-Ti
credo, tranquilla...-
Lei
sorrise e trattenne a stento le lacrime. Arrossì vivamente e una voglia
irrefrenabile di buttarsi nelle braccia di Angel la stava sovrastando...riuscì
a trattenersi. Si alzò dal divano e si allontanò abbastanza per non cadergli in
braccio.
-Devo
rintracciare Marissa. Derek non ne vuole sapere. Forse lei può aiutarlo con i
suoi debiti-
-Perché
non me lo hai detto subito?-
-Sono
i mie segreti, Angel. La mia vecchia vita. Capisci cosa intendo.-
Lui
annuì. Lasciò sola Faith, e lei compose il secondo numero.
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Dieci
minuti più tardi, Faith era salita nell’ufficio di Angel. Aveva già messo la
giacca e stava per andare dalla sorella.
-Vado
da Marissa, abita accanto Sunnydale, perciò faccio in fretta. Prendo la tua
auto...chiavi?-
-L’hai
convinta?-
-No,
non era in casa, ma tornerà tra una mezzora. Devo fare in fretta, l’Italia è
abbastanza lontana, e per mandare i soldi...comunque dammi le chiavi.-
-No,
Faith. Vengo con te.-
-Non
se ne parla-
-Oh,
sì, invece. Hai bisogno di qualcuno che ti stia vicino e comunque voglio
riavere la mia macchina ancora intera...Se non ti dispiace.-
Alla
sera i due decisero di tentare di convincere la sorella di Faith.
Uscirono
dalla casa di corsa e presero l’auto. Nessuno parlò mentre si avviarono. In
poco tempo arrivarono in una piccola cittadina accanto a Sunnydale. I due
pensarono comunque di fare una visita a Buffy, se tutto finiva bene.
Sfrecciarono nella seconda via a destra, e si fermarono davanti alla casa n32.
Faith scese di corsa dall’auto e suonò al campanello.
-Chi
è?- chiese una voce maschile.
-Beh,
Faith, ci siamo sentiti al telefono questa mattina...-
-Ma
certo, entri pure.-
-Grazie-
Il
cancello nero si aprì come alla reggia di Versaille, e dalla porta della
villetta sbucò una faccia femminile. Quella tornò subito in casa, sghignazzando,
e l’uomo che aveva risposto al citofono aprì la porta. Faith ed Angel entrarono
in giardino.
-Salve.-
gli disse l’uomo. Si fece da parte per farli entrare, ma Faith non si mosse,
sapendo che Angel aveva bisogno di un invito. L’uomo, imbarazzato, disse:
-Beh,
potete entrare...-
I
due entrarono nella grande sala. I lampadari e i soprammobili erano lucidissimi
e antichissimi, e l’uomo li condusse in cucina.
-Faith,
ciao, cos’è successo?- disse una donna dietro di loro. Era altissima,
magrissima, aveva gli occhi azzurri come il cielo e i capelli neri fino alle
spalle. Un po’ si assomigliavano, ma la ragazza non portava il trucco da “dark”
di Faith.
-Marissa,
eih, come va...?- chiese imbarazzata la cacciatrice.
-A
me tutto bene. Scott mi ha detto che hai chiamato e che sembravi agitata, tutto
ok? Derek sta bene?-
-Sì,
sì, stiamo bene. Scott...?!-
-E’
mio marito. Mi sono sposata un anno fa-
-Ovviamente...certo,
comunque è di Dean che dobbiamo parlare.-
-Dean?
Per il prestito?-
-Esatto-
All’improvviso
arrivarono due bambini, tutti e due mori con gli occhi chiari. Si misero
davanti a Faith e la fissarono con un’aria da terzo grado.
-Chi
è questa donna, mamma?- chiese la bambina.
-E’
mia sorella, Faith, quella di cui vi ho parlato. E lui è...-
-Oh,
mi scusi, sono Angel- disse imbarazzato il vampiro.
-Angel,
il suo ragazzo- rispose Marissa.
-Beh,
veramente...- dissero in coro Faith ed Angel.
-Vi
sposerete?- chiese la bambina.
-Avrete
dei figli?- chiese il bambino.
-Vivrete
in una villa?-
-Dove
vivete adesso?-
-Vi
volete bene?-
-Avete
dei giochi da regalarci?-
-Va
bene, va bene, adesso andate di là con papà, ok?- disse in fretta Marissa. Il
marito ubbidì e li portò in sala.
Ci
fu una pausa, poi Faith riprese.
-Beh,
gli servono dei soldi. Subito, con urgenza e se non...gli consegna lo
uccideranno. Bella casa.-
-Grazie...ehm,
comunque sai che non regalo mai niente, Faith. E gli abbiamo prestato già un
sacco di soldi, a lui e ai suoi amici, non può ogni volta inventarsi una scusa
per prendersi dei soldi, lo capisci, vero?-
-Certo,
ma vedi...stavolta ha veramente bisogno di quei soldi. Anche io non ci credevo
all’inizio, ma poi mi ha spiegato come stanno i fatti e così...-
-Sempre
la solita scusa, suppongo. Morirà, qualcuno lo ucciderà...bla bla, tutte
frottole. Ma andiamo, una come te che si fa abbindolare...-
-Scusa
ma che ti costa? Hai una famiglia, una casa, un lavoro, aiuta gli altri, no?
Stai parlando di tuo fratello, non di uno qualsiasi.-
-Ti
prego, non insistere.-
-E
se fossi io che te li chiedo? A me li avresti dati?-
-Forse-
-La
risposta è no. Tu sei troppo avida per questo!-
-Faith,
calmati adesso- intervenne Angel.
-No,
Angel, tu non sai come stanno le cose...-
-Ah,
perché tu lo sai? Ma guardati, Faith!! Hai un ragazzo che sembra un vampiro,
sei vestita da...sporca, e vieni qui, dopo tre anni, a chiedere dei soldi!-
-Sono
a fin di bene, vuoi che muoia?-
-Certo
che no, ma deve cavarsela da solo!-
-Sì,
come hai fatto tu, non è così?-
-Cosa
vuoi dire con questo?-
-Tu
e Derek vi siete accaparrati i soldi di mamma e papà, vi siete fatti una vita
con quelli-
-Ma
cosa dici...-
-Eih,
non sono più ingenua, sorella.-
-Brava,
vedo che sei cresciuta-
-Tu
sei sempre la solita avita, invece!-
-E
tu, allora? Che te ne sei andata così, su due piedi, lasciando la scuola e la
città?-
-E’
una altro discorso, questo...-
-Passi
sulla difensiva, vero?-
-Me
ne sono andata perché mi hanno scelta!-
-Ancora
con questa storia di essere la cacciatrice...-
-Non
è una balla!-
-Sì,
sì, tu le credi?- chiese ad Angel.
-Io?
Certo che le credo, ne ho la prova...- rispose Angel.
-Allora
devi essere matto-
-Eih!-
urlò Faith.
-Senti
Faith, o ti calmi e accetti la mia risposta, o te ne vai da qui, subito!-
-Me
ne vado!-
-Bene-
-Bene-
-Bene!-
-Bene!!-
Faith
uscì dalla stanza a passo veloce e arrabbiata, ed Angel la raggiunse. Prima che
potesse salire in macchina, lui la prese per un braccio. Lei cominciò a
piangere e si agitò per fargli mollare la presa, ma lui la strinse forte a sé,
tranquillizzandola.
Tornarono
tristi a Los Angeles, senza essere passati da Buffy. Faith non aveva voglia di
parlare, aveva solo voluto andare a dormire e dimenticare tutto. Angel invece
voleva che si sfogasse, perché tenere tutto dentro non le faceva di certo bene.
La litigata con la sorella non era stata piacevole da sentire, tanto meno avere
ottenuto un “no” come risposta. Cosa avrebbe fatto Dean? Come si sarebbe
comportato? Lo avrebbero ucciso?
Faith
buttò a terra la giacca e si lasciò cadere sul letto a pancia in giù. Cominciò
a piangere, ma in silenzio. Dopo qualche minuto, sentì il fondo del letto
abbassarsi, qualcuno si era seduto accanto a lei. Angel cominciò ad
accarezzarle i capelli, dolcemente, e lei si voltò a pancia in su.
-Stai
meglio?-
-No.
Sono così insensibili...vedi perché dico che sono sola al mondo??-
-Lo
capisco. Ma ricordati che ci sono io-
Lei
sorrise timidamente, ed Angel si sdraiò sul letto. Faith appoggiò la testa sul
suo petto e chiuse gli occhi, mentre lui l’abbracciava.
-Stai
tranquilla- gli disse. -Troveremo una soluzione-
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Il
giorno dopo si svegliarono uno nelle braccia dell’altro. Cordelia stava
chiamando all’impazzata Angel, e non trovandolo andò a vedere in camera. Poi si
mise ad urlare:
-Aaaaah! Angelus!! Angelus!! Wesley abbiamo un problema! Angelussss!-
-Cordelia
non urlare, ti prego...- disse Angel.
Cordelia
si tolse una ciabatta dal piede e la mise davanti a se. Indietreggiò confusa,
poi capì.
-Ah,
sei tu. Scusate, è l’abitudine, sai com’è...-
-C’era
bisogno di urlare?- domandò Faith.
Arrivò
di corsa Wesley, ma lui non sembrò agitarsi. Si mise a posto gli occhiali e
portò Cordy fuori dalla stanza, chiudendo la porta.
Angel
si voltò verso Faith, e le sorrise.
-Faccio
così paura?-
-No,
sei dolce.-
Lei
sorrise e si alzò dal letto. Anche lui lo fece e uscì dalla stanza. Poco dopo
si ritrovarono in sala, dove gli altri li aspettavano con ansia.
-Correte,
il notiziario...- disse Cordy, stavolta senza urlare.
-“Un
uomo è stato scagionato oggi dalla prigione in provincia di Sunnydale, fuori
città. Erano anni che nessuno veniva riportato fuori dalla prigione, e ciò è
accaduto grazie a due uomini che hanno dato immense quantità di denaro per
coprire la somma della galera, vediamo le immagini...”- Alcune immagini che
ritraevano un uomo incappucciato entrare in una macchina, altre due uomini
della polizia che raccontano dell’accaduto, e per ultimi i fratelli di Faith.
-“Abbiamo
capito che possiamo fare molto con il denaro che abbiamo, compreso aiutare
nostro fratello. Tutto questo grazie a nostra sorella, Faith. Lei ci ha fatto
capire che possiamo dare tantissimo e che siamo degli stupidi se non lo
facciamo, perché il mondo diventi migliore. Noi ci occupiamo di questo, la
Wolfram&Art è pronta a proteggervi da ogni eventuale, come abbiamo fatto
fino ad ora.”... “Questa è la dichiarazione di Derek, un avvocato della
Wolfram&Art, la società di Los Angeles che aiuta i più deboli...”-
-Ma
fammi un favore! I più deboli?- esclamò Cordelia.
-Hanno
approfittato per farsi pubblicità- confermò Faith.
-Non
sapevo avessi dei fratelli- disse Wesley spegnendo la televisione.
-Ci
sono molte cose di me che non sapete.- rispose Faith. -I miei segreti-
Squillò
all’improvviso il telefono. Cordelia rispose e Faith sorrise ad Angel. La
ragazza passò il ricevitore a Faith.
-Per
me?- chiese Faith.
-Sì,
sono Buffy e Willow. Metto il viva voce...-
-Pronto?-
chiese Faith.
-Faith!
Sei stata grande, ti abbiamo sentita in tv!- esclamò Willow.
-Sì,
hai convinto quei tipi, formidabile!- esclamò subito dopo Buffy.
-Grazie,
ragazze, veramente...-
-Non
credevo fossi così convincente!- disse Will.
-Davvero?
Io lo sapevo...- disse Buffy.
-Ma
dai...- dissero Faith e Willow.
-Eih,
ragazze, come va lì a Sunnydale?- chiese Cordy.
-Perfettamente,
beh, insomma...- rispose Buffy.
-Angel,
tutto ok?- chiese Willow.
-Sì,
Giles? Xander?- rispose lui.
-Stanno
tutti bene.-
-Oh,
Faith, devo raccontarti una cosa!!- disse Buffy.
-Dimmi
B, ti ascolto-
-Ricordi
quei demoni che ti piacciono, quelli tutti liquidi e bavosi???-
-Sì-
-Ne
abbiamo ucciso un paio...in effetti è stata dura, roba da super cacciatrice...
Rimasero
tutta la mattina a chiacchierare per telefono. Ma Faith non pensava che fosse
opera sua. Credeva di aver avuto un’ aiuto da parte di qualcuno, non sembrava
che li avesse convinti, a prima vista...
Così,
la sera, bussò all’ufficio di Angel.
-Vieni
pure, Faith-
-Ciao.-
-Ciao.-
Faith
si sedette sulla sedia di fronte alla scrivania.
-Devo
parlarti. Sei stato tu, vero? Li hai convinti tu...-
-Chi?
I tuoi fratelli?-
-Già-
-No,
sono stato sempre con te, come avrei potuto?-
-Angel,
sono sicura che tu li abbia convinti, perché io di sicuro non sono stata. Non
vedi com’è andata? Abbiamo solo alzato la voce e basta-
-Probabilmente
ci hanno ripensato. Abbi fiducia in te stessa, per una volta, Faith-
-A
me suona strano, boh...-
-Sei
sorpresa?-
Faith
ci pensò su per un po’. Poi disse, sicura di se:
-No,
in effetti, no.-
Lui
sorrise. Lei cambiò argomento.
-Grazie
per essermi sempre vicino, Angel.-
-Di
nulla, mi fa piacere aiutarti-
-Se
non ci fossi tu, Angel, io non so cosa farei...mi lasci sempre sfogare, mi
capisci e mi ascolti. Davvero, sei unico...-
Angel
arrossì. Lei si alzò dalla sedia e lo baciò sulla guancia. Poi sparì,
lasciandolo con i suoi pensieri su di lei.
TUTTI CONTRO KRAYTO
Giles
non fece in tempo a voltarsi che sentì qualcosa colpirlo fortissimamente e
scagliarlo indietro di diversi metri. Subito dopo perse i sensi.
-Temo sia inutile, Buffy, che continui ad servirti dei tuoi amici. Come vedi
sono troppo deboli per combattere con me. E’ piuttosto seccante! Ma ora, mi hai
seccato. Voglio tornare dalla mia regina con la quale dominerò il mondo e
pertanto muori, Buffy-
Krayto
colpì nuovamente Buffy, talmente forte, che l’albero contro cui andò a cozzare
la cacciatrice si spezzò.
Buffy si rialzò velocemente, la cacciatrice sapeva di essere sola, ma con lei
aveva il pugnale
-Io
non farei tanto il duro...se il mio avversario avesse questo!-
Esclamò
Buffy mostrando il pugnale al demone. -Allora, Krayto...non dirmi che non te lo
ricordavi!- disse Buffy in tono sarcastico, dopo di che, sferrò due calci che
andarono a colpire il demone in pieno volto.
La
cacciatrice approfittò di quel momento per colpire nuovamente il semidio in
pieno stomaco e farlo cadere a terra. La ragazza ebbe solo il tempo di andare a
vedere Giles. L'uomo respirava ancora, ma le sue condizioni non poteva saperle.
Questo la preoccupava -Perché Giles....- mormorò in un misto di rabbia e
apprensione per l'osservatore che senza seguire quello che lei gli aveva detto
aveva deciso di tornare sul posto. La ragazza tornò dinanzi a Krayto -Allora,
fai giocare anche me?-
Lui si rialzò immediatamente in piedi, guardando gelidamente la cacciatrice.
-Non vuoi capire! La tua ridicola resistenza è totalmente inutile! Puoi
continuare ad agitarti quanto vuoi ma non potrai salvarti. Ti ucciderò
comunque, Buffy! Sia te che quella tua stupida amica Cacciatrice di Los
Angeles!- Il demone si lanciò a velocità folle verso Buffy che colpì svariate
volte allo stomaco con una forza e un’agilità straordinarie. Le diede un ultimo
violentissimo pugno sotto al mento, lanciandola contro il muro del cimitero che
si spaccò all’impatto. Krayto notò che Buffy non si muoveva più, emise una
risata di soddisfazione e affermò -Penso che ora avrai capito, sciocca
ragazzina. Nessuno può anche solo pensare di battere il grande Krayto!- e si
allontanò tranquillamente e si materializzò.
Riley si alzò lentamente e molto ammaccato dall'incontro-scontro, si guardò
intorno notando che Krayto non era più presente, Spike si trovava svenuto a
terra in un angolo, Buffy mezza-seppellita dalle macerie e Giles in fin di vita
vicino l'entrata.
LOS
ANGELES: ORE 10.30
Faith
era di pattuglia tutta sola in una notte nuvolosa. Era immersa nei suoi
pensieri, e le lotte che affrontava contro i vampiri cominciavano a stancarla.
Voleva solo andarsi a riposare e vedere il viso di Angel. Era tutto il
pomeriggio che girava per Los Angeles in cerca di vampiri da impalettare, come
tutte le sere, ma non aveva trovato qualcuno che riuscisse a farla divertire
come faceva in passato.
Già,
il passato...Buffy...quanto voleva rivederla e chiederle se i conti erano stati
chiariti...
All’improvviso,
una fitta al cuore la fece fermare. Si chinò a terra confusa e si premette il
petto, cercando di capire come mai il suo cuore batteva così forte da fare
male. Al solo pensiero di Buffy? No, non era per quello. Le era successo
qualcosa. A Buffy. Pochi minuti fa. E Buffy soffriva. E stava male. Poteva
sentirlo chiaramente dentro di lei. Qualcosa le teneva legate, legate per
l’eternità, e quel qualcosa la stava avvertendo che l’altra stava soffrendo, e
le stava succedendo qualcosa. Qualcosa di davvero pericoloso.
Nel
frattempo, Krayto correva per le strade semideserte di Los Angeles. Lo
spostamento d’aria causato dal suo passaggio faceva spostare mille oggetti
piccoli e grandi. Alcuni demoni che passeggiavano per la città furono spazzati
via dal vento. Dopo qualche secondo, si trovò a pochi metri dalla Cacciatrice
bruna.
-Faith! Accipicchia, come sei cambiata... Ora sei buona, non è
così? Preferivo l’ultimo nostro incontro, un anno fa, ricordi? Oh...Ma ti
comprendo: una ragazza crudele e spietata come te, rimane assolutamente
disinteressata dal mondo pieno di nauseante bontà di Buffy e dei suoi inutili
seguaci. Ma non devi preoccuparti: la tua amica e il suo osservatore non sono
più tra noi. Li ho uccisi non più di cinque minuti fa. I due vampiri non sono
un problema: li farò fuori appena ne avrò l’occasione. Ma ora pensiamo a noi,
Faith!-
Krayto camminava, lentamente, verso la ragazza. La guardava
gelidamente.
-So che cosa hai fatto in passato. Unisciti a me, Faith e saprò
come ricompensarti. Potrò fornirti mille incredibili poteri, potrai distruggere
mondi interi o addirittura universi. Dimmi che cosa vuoi, Faith. Io posso darti
qualunque cosa in cambio della tua collaborazione!-
La ragazza che,
in un primo momento, era rimasta sorpresa di vedere lì quell'essere si
ricompose subito dopo.
Krayto sapeva del suo passato era evidente, ma
non conosceva nulla del suo presente.
E poi che farneticava? Buffy morta?
Non era la prima volta che succedeva, e il bello
è che la biondina era sempre tornata
-B è allergica alla morte.- disse con voce atona
-è già morta ed è tornata indietro. Anche se tu l'avessi uccisa è probabile che
fra poco te la ritroverai dinanzi col suo solito modo di fare."
disse quasi divertita dal pensiero di quel via vai di Buffy dal regno
dell'oltretomba.
Sospirò poi e andò incontro al demone.
-Al dire il vero mi eccita molto mettere a
repentaglio la mia vita, prima lo facevo per divertimento, ora invece ho imparato cosa significa
avere uno scopo.-
Faith ricordò gli insegnamenti di Angel e tutte
le difficoltà che aveva affrontato e pensò a tutte quelle che doveva ancora
affrontare per cambiare e non soccombere alla sua metà oscura.
-Io sono come il vento- disse tranquilla -non
sto con nessuno, al massimo collaboro con chi è dalla mia parte, ma le alleanze
definitive, l'amicizia, sono cose che non mi riguardano. Non so se
capisci.- fece una pausa poi riprese -la tua proposta è allettante,
ma purtroppo vedi, finché non combatteremo per gli stessi
obiettivi, noi due non potremo mai essere alleati-
-Ciò che vedi intorno a te, la meravigliosa devastazione di questa ridicola
città, non è che un piccolo segno di ciò che troverai sul tuo cammino. Presto,
tutto il mondo sarà sterminato da me e dalle mie creature e solo gli umani che
mi avranno giurato fedeltà si salveranno. Buffy viva o morta che sia, non è qui
a combattere per fermarmi. Credo che tu debba prendere una decisione, Faith:
tentare di contrastarmi e fallire miseramente come la tua amica oppure avere un
immenso potere divino? Non ti chiedo di decidere ora, poiché sarebbe una scelta
affrettata. Aspetterò ancora un po’. Pensaci su, Faith!- disse Krayto,
guardandola gelidamente negli occhi marroni. Fece un elegante cenno di saluto,
e si accinse ad andare.
Faith
pensò alle parole del demone: le offriva un posto nella dimensione demoniaca.
Un'altra avventura nel mondo del male? No, c’era uscita tempo fa e non aveva
voglia di tornarsi a mettere nei casini. Quando lui si voltò, Faith aggiunse,
in fretta: -Ci penserò su-
“Penserò
io a ridurti crema, stupido verme” pensò la ragazza tornando all’ufficio.
-Allora?-
domandò Cordy per la centesima volta. -Allora?-
-Non
risponde nessuno- ripeté Wes, seccato. -Saranno di pattuglia, come noi-
-Ma
a Buffy è successo qualcosa! Me lo sento!- intervenne Faith, continuando a
guardare Angel.
-Abbiamo
capito, Faith.- disse Wes, che aveva voglia di tapparsi le orecchie perché ne
aveva abbastanza di quelle due ragazze. -Ma cosa ci possiamo fare? Non sono in
casa, dobbiamo aspettare che tornino. E se le è successo qualcosa sono sicuro
che ci avvertirebbero subito-
-Basta,
io non ne posso più, vado a Sunnydale-
Tutti
si girarono verso la Cacciatrice. Non era il momento migliore per fuggire. O
forse lo era? Ma lei non stava fuggendo. Seguiva il suo istinto. Se una sua
“metà”, ovvero Buffy, era in pericolo, qualcosa le diceva che doveva andare.
Guardò ancora una volta il vampiro.
Lei
sapeva che l’avrebbe lasciata andare. E magari sarebbe venuto con lei, tutto
per proteggerla.
-Sei
impazzita?- domandò Wes, arrabbiato. -Ti sembra il momento? Un demone vuole che
passi dalla parte del male, vuole uccidere tutte le Cacciatrici e chissà quali
cose vi farà se vi prende, e...-
-...è
per questo che devo andare! Non lo capite? Le Cacciatrici, siamo in due,
e B non sa nulla di questa storia. Anche lei è in pericolo. Io non sono brava a
occuparmi e a preoccuparmi degli altri. Ma stavolta sento che devo
andare da lei...Lo capite?-
Nessuno
sembrò essere d’accordo con l’idea di andare a Sunnydale, tutti tranne Angel.
-Io
lo capisco- disse quasi mormorando. -Lo so cosa provi adesso, e che male c’è a
controllare se Buffy sta bene? Avremo fatto, nel peggio, un giretto a vuoto-
Faith
sorrise a denti stretti. Solo lui la capiva davvero. Scese con un saltello
dalla scrivania e si mise a fianco del vampiro.
-Hai
detto avremo?- chiese Cordelia, ancora confusa da tutti gli avvenimenti
successi.
-Esatto.
Non posso certo lasciarla da sola.-
-Bene-
saltò su Faith. -Allora è deciso. Vi faremo sapere con il cellulare appena è
possibile, e se ho ragione mi dovete molto, voi due infami.-
-Mio
tesoro, come tu avevi chiesto, ho ucciso Buffy e il suo sciocco osservatore.
Due creature così legate e così piene di umanità non avevano diritto di
continuare a vivere. C’è solo un ultima ombra, però: Faith è ancora viva. Non
che me ne preoccupi più di tanto, comunque perché non usi i tuoi poteri, mia
divina, e mi dici qualcosa di lei?- Krayto si avvicinò, lentamente, alla bella
vampira. Una donna vestita di rosso,
con le labbra sporche di sangue che le colava su tutto il collo, era in piedi
davanti a Krayto. Lui portava un mantello di colore nero e un cappuccio in
testa, che oscurava il volto.
-Le
stelle sono strane mio signore, stanotte promettono sorprese, ma in loro non
leggo alcuna morte. Sei certo di aver ucciso una Cacciatrice? –
-La
tua domanda mi stupisce, Drus. Ho lasciato pochi minuti fa i corpi senza vita
della Cacciatrice e dell’osservatore. Non vorrei scoprire improvvisamente che
hai perso il tuo potere. Credo che tu sappia, mia divina, che cosa accadrebbe
in caso.-
-Mio sire, nelle stelle è scritta la vita di quest'altra
Cacciatrice. Non è un'innocente, è stata anche dedita al male, a molto male.
Era l'accolita di un demone purosangue, che è stato fermato da Buffy. E’
rimasta molto nel limbo. Si è svegliata ed è fuggita, purtroppo Angel l' ha
riconvertita al bene- poi si voltò verso il semidio e aggiunse -Mio signore, la
ragazza sta arrivando in città proprio adesso, e non è sola, c’è il centenario
vampiro con lei, sarà a casa della prima Cacciatrice non tra molto-
-Molto bene. Anche la seconda morirà. Non ha voluto convertirsi al
male, cosa che io già sapevo essere parte integrante di lei. Peggio per lei.
Sarete premiata, mia divina Drus, per il vostro lavoro-
Allontanandosi fece un grande inchino e si incamminò per l’ala est
di Sunnydale per finire il lavoro appena cominciato: uccidere tutte le
cacciatrici e comandare l’universo.
Delle voci di
sottofondo furono le prime cose che Buffy avvertì non appena riprese coscienza
di sé.
Aveva un enorme mal di testa e l'ultima cosa che
ricordava era il terribile scontro con Krayto e una voce femminile che
conosceva bene che le teneva stretta la mano.
Aprì lentamente gli occhi.
Avvertendo il fastidio datole dalla luce li
richiuse per poi tentare di riaprirli con accortezza.
Le immagini dapprima sfocate divennero chiare e
a poco a poco ad ogni voce riuscì ad associare un volto.
Willow notò l’amica risvegliarsi e le corse
accanto
-Come stai?- chiese piena di preoccupazione.
-Come se mi fosse passato sopra un treno.-
mormorò l'altra con la voce impastata mentre cercava di alzarsi.
Si trovava a casa, qualcuno doveva averla
portata lì, ma chi?
Il suo sguardo si rivolse istintivamente su
Faith che intanto la fissava inespressiva.
All’improvviso
entrò Xander, e nel vedere Faith disse:
-Oh, Dio, ci
mancava un’altra psicopatica-
-Faith...Cosa è successo?- le chiese diretta
Buffy, ignorando Xander.
Willow fissò a sua volta l'altra Cacciatrice che
vedendosi chiamata in causa tirò un sospiro e si avvicinò all'eterna parte di
se stessa.
-Krayto ti ha dato un bel pò di calci. Beh non
solo a te.- disse poi rivolgendo lo sguardo a Spike e Giles, piuttosto mal
conci e provati
-Ti abbiamo portata qui noi, io ed Angel. Krayto mi ha fatto...una visitina, e
mi ha detto che eri morta. Che eravate morti."
-Ci credeva morti? Me e chi?-
Faith abbassò lo sguardo e Tara, la ragazza
strega di Willow, si voltò a guardare Giles ancora svenuto, disteso su un
divano del negozio di magia.
Buffy aprì la bocca come per parlare ma non
riuscì ad emettere nessun suono.
-Sta bene. E' un pò ammaccato ma anche lui ha la
pellaccia dura...tranquilla, sorella- disse Faith cercando di apparire
rassicurante.
Le due Cacciatrici si scambiarono uno sguardo di
intesa. A suo modo, Faith l’aveva fatta sentire meglio. E se si era preoccupata
per lei, allora il passato non era importante. Era meglio non pensarci più, al
passato. Ora erano “amiche” se così si può chiamare il loro rapporto.
-Non so che cosa sia successo.- disse Giles, che sembrava essersi
risvegliato da pochissimo -ma dalle espressioni dei vostri volti arguisco che
non si tratta di nulla di piacevole. Faith, che ci fai qui?-
L’Osservatore sentiva dolore in varie parti del corpo, senza
contare che si sentiva ancora molto intontito. I suoi amici lo avevano comunque
medicato. Ora si trovavano davanti a lui, guardandolo sorpresi. Giles fu
sollevato nel vedere che Buffy stesse bene. L’uomo sorrise. Non sapeva che cosa
sarebbe successo, ma era felice di essere tornato. Poi tornò a guardare la
seconda slayer.
-Un certo
Krayto poco tempo fa voleva uccidermi. E mi è venuto a dire che Buffy era
morta, così, io ed Angel, siamo arrivati per controllare. Abbiamo trovato i
tre, Buffy, Spike e Giles, svenuti e li abbiamo portati qui. Ma dovete
spiegarci voi cosa è successo-
Buffy la guardò
e cercò di spiegare ciò che era successo. Si sedette sul divano e cominciò:
-Krayto era un
nostro vecchio nemico. Non so se te ne ricordi, lavorava per...il Sindaco.
Diciamo che lavorava per te- Faith sentì un pizzicotto al cuore. -
L’abbiamo ucciso, un anno fa, comunque. Però è riuscito a rivivere grazie a una
certa...Drus. Che ha ingaggiato dei demoni per uccidere delle persone
e...ricostruire un demone in grado di contenerlo. La sua anima è stata evocata
e ora è in vita, più forte che mai. Abbiamo anche scoperto, però come si
uccide: il pugnale sacro. Lui è una specie di Dio, e con quello si uccide.
Eravamo pronti, ma è apparso più forte del previsto e...il resto lo sai.-
-Ho capito.
Quindi cosa farete, adesso?-
-Non lo so.-
Giles cercò di
alzarsi, ma non riuscì a muovere un solo muscolo. Come mai Buffy non era
riuscita ad ucciderlo pur avendo il pugnale? Era troppo forte nel combattimento
e anche se ci avesse riprovato sarebbe morta comunque. Era un miracolo che
fossero arrivati Faith ed Angel. Le avevano salvato la vita.
Ad un certo
punto entrarono Angel, che aveva appena finito di chiamare a Los Angeles, e
Riley. Quest’ultimo era un ragazzo castano, alto e robusto, il nuovo ragazzo di
Buffy. Faith abbracciò Angel, come se fosse stata lei ad essere stata ferita.
-Avevo ragione,
lo sapevo- disse sottovoce.
-Lo so.-
rispose lui sorridendo. Togliendo lo sguardo da Faith, i suoi occhi
incrociarono quelli di Buffy e i vecchi ricordi riaffiorarono nella sua mente.
Così facendo,
però, avevano portato anche il dolore. Faith notò che Angel la stava fissando e
di ingelosì un po’. Forse era venuto solo per Buffy? Ma certo, che sciocca.
Voleva solo rivederla. Non era venuto per prendersi cura di Faith e starle
accanto.
Faith scosse la
testa e sciolse l’abbraccio.
-Idiota- disse
senza volere ad alta voce. Tutti posarono lo sguardo su di lei. -Non era
riferito a nessuno di voi! Tranquilli!-
-Penso che per
oggi ne abbiamo avuto abbastanza- disse Giles. –Io dico di riposarci un po’-
Tutti fecero un
respiro di sollievo. Faith si allontanò dal vampiro e cercò di non guardarlo
negli occhi per più di due secondi. Era bastato uno sguardo per farlo
innamorare di nuovo, era evidente mentre lei ci aveva messo settimane per
farglielo capire, ma non era servito a nulla. Pensò lei. Si sentiva stupida. Si
era illusa troppo.
Willow e Tara
prepararono le camere per i nuovi arrivati, e i vecchi ricordi sia di Angel che
di Faith cominciarono a farsi sentire. Joyce era via per lavoro, per fortuna,
perché c’era davvero gente, quella notte. Faith, Buffy, Willow, Xander, Anya, Giles,
Tara, Spike ed Angel.
Il giorno dopo,
Buffy stava leggendo un libro che
parlava di demoni, nella speranza di trovare qualcosa su Krayto. -No...è più
forte di tutti noi singolarmente, e di tutti noi messi insieme...!- La
cacciatrice non riusciva a trovare un modo per eliminare il “semidio” una volta
per tutte, eppure la ragazza aveva sempre battuto ogni suo nemico.
Ebbe
paura d'avere incontrato qualcuno più forte di lei. -Forse Desio non avrà punti
deboli, e, se li ha li terrà ben nascosti...ma se ha un complice...beh, lui
avrà di sicuro punti deboli...A parte il pugnale, che abbiamo visto che non
funziona se non è indebolito- disse con tono pensieroso, poi, come rinvigorita
esclamò: -Dobbiamo scoprire se c'è qualcuno al suo fianco e se c'è chi è, a
quel punto sarà facile, troveremo i suoi punti deboli e arriveremo a Krayto...
magari possiamo, invece, fare un ragionamento diverso: potremmo, con un
incantesimo, indebolirlo. Poi io e Faith andremo ad affrontarlo e lo uccideremo
con il pugnale! Che ne dite?-
-Non
vedo l’ora. Un po’ di azione qui ci vuole.- disse Faith con entusiasmo.
-Sì,
bene. Verrò anche io. Sono in forma, in questo periodo- replicò Spike.
-Mi
sembri sempre più la copia di Angel-
-Beh, per tua sfortuna, non posso dire che tu sia la copia di Buffy. Ah, a
proposito, è questo il suo nome, non 'B'. Vuoi che te lo scriva?- disse Spike a
Faith.
-Ehm…- disse, imbarazzato, il signor Giles che non sapeva come riportare il
discorso su di un piano tranquillo. Andando avanti così si sarebbero scannati
tutti gli uni con gli altri. Altro che combattere Krayto. -Abbiamo il pugnale
che può uccidere gli dei, e quindi Krayto!- affermò l’osservatore guardando
Faith ed Angel. Faith guardò Spike con lo sguardo tranquillo che diceva “E chi
se ne frega di ciò che pensi tu tanto faccio quello che voglio comunque”.
-Fortuna che non le somiglio, se no mi troverei un cagnolino che mi scodinzola
intorno tutto il santo giorno...e ora che ci penso pure la notte- tagliò poi corto.
Da Spike non accettava critiche, giacché era un rammollito senza spina dorsale.
Dopotutto aveva ucciso due cacciatrici e si era macchiato di crimini orrendi,
ed ora era lo schiavetto di Buffy, perché dover accettare di esser presa per i
fondelli da uno come lui....un buffone ossigenato.
Non
voleva litigare con lui, ma se l’era proprio cercata.
Xander si avvicinò a Faith, dopo che fu tornata la calma.
-Ieri non volevo certo dire che sei una pazza assassina, ma come
sai è un brutto momento e può capitare di sparare sciocchezze. Spero che non te
la sia presa perché ritengo che ormai dopo le nostre collaborazioni, possiamo
ritenerci amici.-
Il ragazzo ricordò infatti che Faith, non solo aveva avuto una
parte importante nel momento dello scontro con il Primo ma che inizialmente,
prima di essere soggiogata dal male, si era dimostrata una buona amica.
La Cacciatrice bruna sospirò.
Ci mancavano pure le scuse di Xander a coronare quella
meravigliosa, prima, giornata alla vecchia Sunnydale!
Sapeva bene che,nel suo caso, nessuno si sarebbe mai preoccupato
di quanto avesse sofferto per tornare a far parte dei buoni; provava a
riscattarsi di continuo, ma nulla di quel che faceva era mai abbastanza. Forse
prima pensava che Angel la capisse, ma...
-Tranquillo, ci sono abituata ai vostri calorosi benvenuti.-
rispose poi col tono di chi non accetta repliche.
Non occorreva gettare benzina sul fuoco,presto o tardi, anche
quelle battutine idiote sulle sue alleanze passate le sarebbero scivolate
addosso senza più ferirla.
-Mi sono spesso chiesto che cosa sarebbe accaduto se le cose
fossero andate diversamente. Per esempio, se non ci fosse stato quel bastardo
del Sindaco a portarti sulla cattiva strada. Avresti potuto restare a Sunnydale
con noi e continuare a fare parte del gruppo. Penso che sarebbe stato grande!-
proseguì il ragazzo. Voleva fare qualcosa per farle capire che la sua presenza
era importante.
-Non era un bastardo- disse con tono dolce -lui mi voleva bene. In
sostanza era come il padre che non ho mai avuto; so che era spietato ma con me
era diverso, mi amava davvero, come fossi sua figlia-
La ragazza sorrise malinconica al ricordo del Sindaco poi scosse
la testa come per ridestarsi e guardò Xander negli occhi -La verità è che avevo
bisogno di essere accettata e mi sono aggrappata a lui; ho sbagliato io, perché
sono stata io ad andare da lui quella sera per proporgli un’alleanza. Sarebbe
facile dire “mi ha usata” ma sarebbe un passo indietro per me farlo, non
credi?-
Xander notò che Faith si stava aprendo con lui, e si sentì
attratto da lei. Gli venne in mente ciò che era accaduto alcuni anni prima,
quando si erano ritrovati a letto insieme. Ora erano entrambi cresciuti.
Sarebbe stato tutto differente. Chissà se anche la ragazza ci stava pensando.
Il giovane cercò di scoprirlo. Disse, in tono comprensivo
-Ci capita spesso di sentire il bisogno di avere qualcuno vicino,
qualcuno che ci capisca e che senta la necessità di starci accanto. Sono tempi
difficili, questi.-
-Sì sono tempi difficili- rispose lei seria con lo sguardo fissò
gli altri e sospirò -Ma dopotutto...io questi tempi non sono stata
completamente sola.-
La cacciatrice fissò Angel e arrossì un po’. Xander capì che non
aveva speranza con Faith, perché lei ormai era irraggiungibile...
-Hai avuto Angel-
-Esatto, ed è grazie a lui che sopravvivo...-
-Capisco-
-Beh, suppongo
tocchi a me andare a prendere tutto il necessario mentre voi
'cervelloni' studiate l'incantesimo.- disse Spike dirigendosi con
passo svogliato verso il magazzino.-Allora? Nessuno viene a darmi
una mano?- aggiunse poi.
-Eccomi.-
sospirò Xander. Abbandonò i dolcetti sul banco e seguì Spike. -Sbrighiamoci. La
situazione peggiora sempre di più.- disse lanciando una veloce occhiata verso
Faith.
Il
tempo non prometteva nulla di buono. Si sarebbe di sicuro messo a piovere. Però
ciò permetteva ai due vampiri di aiutare le Cacciatrici nell’impresa.
Giles era ancora seduto comodamente a consultar libri e mangiare
biscotti. Gli stava quasi piacendo essere coccolato così da tutti gli scoobies.
Vide rientrare Spike e Xander che portavano delle buste che contenevano gli
ingredienti dell’incantesimo. L’Osservatore si voltò verso di loro -Abbiamo
tutto? Bene, qualcuno potrebbe ora disegnare un pentacolo sul pavimento? Non
troppo grande visto che dopo dovrete ripulire. -
-Che
schifo: unghie di scimmia, un cuore di pollo, polvere di ossa umane, spoglie di
serpi, sterni di gallina, corna di caprone… bleah! Non serve farci un
incantesimo per indebolire Krayto, basta mostrargli questa roba che gli verrà
subito la nausea e potremo ucciderlo proprio mentre rimette.- disse Xander
mentre con Spike posava tutto sul tavolo. -Ma sbaglio o prima c’è stata anche
una scossa di terremoto?- chiese il giovane agli altri.
-Ci mancava
anche un terremoto! Come se non avessimo già abbastanza da fare con demoni
e Dei- commentò Spike. -Qui dovrebbe esserci tutto l'occorrente per
l'incantesimo. Allora lo facciamo o no questo incantesimo?
Visto come stanno andando le cose, prima lo facciamo meglio è.-
-Sono d'accordo con Spike- esclamò Anya alzandosi dal suo posto.
-Sarà meglio muoversi.-
Aprì un cassetto della credenza, prese un gessetto, e si pose al
centro della stanza.
-Comincerò con il pentacolo. Con un gessetto va bene?- domandò a
nessuno in particolare. Si inginocchiò e cominciò a disegnare, borbottando
tra sè e sè
-Tanto devo comunque pulire io, dopo.-
Tracciò un pentacolo approssimativo sul pavimento, poi si rialzò
in piedi, e strofinò le mani sui jeans soddisfatta.
-Bene, e adesso cos'altro serve?-
-Ora occorre sistemare quegli ingredienti all’interno del
pentacolo e che qualcuno reciti la formula, in prossimità del disegno.-
Rispose l’Osservatore. Tentò di alzarsi in piedi ma ricadde
nuovamente indietro, sul divano. In quel momento, provò una gran rabbia che
represse immediatamente in modo da poter andare avanti con l’operazione.
-Ragazzi, sono spiacente. Ma qualcuno dovrà effettuare l’incantesimo al mio
posto. Willow?-
Willow si
avvicinò agli ingredienti portati su da Spike e Xander e fissò quest'ultimo
divertita
-Credo che Krayto sia un tipo duro di stomaco,
ci vorrà qualcosa di più invasivo-
-E dopo che si fa? Questo incantesimo di preciso
che danni farà a quello psicopatico?" chiese Faith rivolta a Giles.
-Questo
incantesimo fu utilizzato pochissime volte nella storia, una della quali servì
per neutralizzare Lamia, la donna che fu amata da Zeus e che in seguito
acquistò poteri eccezionali e malvagi trasformandosi nella prima vampira. Dopo
che un gruppo di monaci l’ebbe recitata, Lamia fu sconfitta da un piccolo esercito
di guerrieri romani, con armi convenzionali in quanto la creatura aveva perso
tutta la sua forza.- Rispose l’Osservatore.
-Quindi se non
ho capito male, dovremmo riuscire a prosciugarlo della sua forza fisica-
esclamò Faith.
-Esatto- disse Buffy. -Così noi potremmo finirlo con il pugnale. Dopo che
Willow avrà recitato la formula. Domande?-
Nessuno obbiettò.
Buffy, allora,
disse :
-Bene, siamo
tutti pronti. Prendiamo le armi. Faith, Angel, Spike, con me-
Faith sbuffò e
sussurrò ad Angel: -Io non volevo tornare per sentirla comandare. Mi da i
nervi. Ma chi si crede di essere?-
Angel sorrise.
Faith sentì il cuore sciogliersi insieme al suo sorriso, ma quello non era il
momento per parlarne.
Appena la porta si richiuse alle spalle dei quattro guerrieri, Anya
prese in mano le redini della situazione. Willow entrò dentro il disegno e si
sedette proprio al centro.
Chiuse gli occhi e cominciò
a ripetersi di farsi coraggio. Poi lesse la formula.
L’Osservatore si sentiva emozionato. Quella magia era stata realizzata
pochissime volte nella storia. Notò che le luci continuavano a girare intorno a
Willow, come per ascoltare i suoi ordini. Probabilmente stavano comprendendo
quale fosse l’avversario da attaccare. Dopo alcuni secondi, durante i quali
avevano continuato a volteggiare, le luci presero una direzione ben precisa. Si
diressero verso la parete del negozio. Giles, dalla sua posizione seduta,
dovette girarsi per vedere dove andavano ma quando si fu voltato era troppo
tardi. Le luci erano già sparite.
I quattro
supereroi si aggiravano per le vie buie, e ormai distrutte, di Sunnydale. Dei
grandi palazzi non rimanevano che poche rovine e le strade, quando
non erano interrotte da crepacci formatisi in seguito al terremoto,
erano bloccate da alberi caduti e da rottami vari.
Erano appena arrivati
al cimitero dove si aspettavano di trovare la fonte di tutta quella
distruzione, tuttavia si presentò loro uno spettacolo molto insolito.
Vari mezzi militari erano parcheggiati davanti ad esso ma di persone
non se ne vedevano. -Potrà sembrarvi una frase ovvia, ma qui è successo
qualcosa.- disse Spike. Qualche istante dopo aver parlato vide un
uomo, probabilmente morto. -Ehm... ragazzi, sarà meglio preparaci a combattere-
-Sì, sembra che
Desio abbia fatto fuori tutti questi soldati- disse Faith.
Poi, Buffy, disse: -Allora, siete tutti pronti?
Avete tutti le vostre armi? Si inizia il combattimento!-
Faith si stava
guardando intorno quando un brivido le percorse la schiena.
-Ehi B- disse mentre con passo veloce si
allontanava dal gruppo indicando col capo le carcasse di aerei che ancora
fumavano poco più avanti di lei
-sembra una di
quelle scene che vedi nei film di guerra- disse amaramente mentre i suoi occhi
fissavano una salma carbonizzata.-Che diavolo hanno combinato? Sembra
l'inferno!- esclamò rivolta agli altri suoi compagni.
-Infatti-,
disse Buffy -Però di loro non c'è nessuna traccia. Dove diavolo saranno
finiti?-
Buffy si guardava intorno attentamente, non
voleva essere colta di sorpresa.
-Questa situazione non mi piace per niente,
proprio per niente.-
Spike si guardava intorno con molta attenzione, aspettandosi da un
momento all'altro di veder saltar fuori qualche mostro. Certo doveva essere
qualcosa di molto potente per uccidere tutti quei soldati; di sicuro non era
demone qualsiasi. Ad un certo punto vide nell'oscurità, in lontananza, qualcosa
muoversi. Aguzzando la vista per cercare di capire cos'era riuscì a riconoscere
due figure di forma umana. -Lì, lì c'è qualcuno- disse al resto indicando il
punto con l'indice. -E qualcosa mi dice che ha a che fare con tutto questo-
Poco distante, Krayto parlava con Drus. Il suo tono era freddo
come al solito e in alcuni momenti sembrava che stesse più pensando ad alta
voce piuttosto che conversare con la bella vampira.
-Il buio! Il buio ha ormai inghiottito questo minuscolo pianeta
seminando devastazione. Sento il mio spirito di guerriero rallegrarsi e i miei
poteri rinforzarsi così come le tue profezie, mia adorata, saranno sempre più
chiare e potrai vedere ancora più lontano, infinitamente lontano. Ma questo non
deve bastarci. Prenderemo possesso di ogni dimensione, porteremo morte ovunque
e ovunque regneremo indisturbati- Si avvicinò a Drus e le accarezzò il pallido
volto.
Drus sorrise alle attenzioni del Dio, a quel punto si era abituata
ai monologhi di onnipotenza di Krayto, cominciava a pensare che la fissa di
distruggere e conquistare sempre di più fosse una fissazione dei maschi che per
qualche ragione raggiungevano un alto livello di potere, tesi avvallata anche
dai precedenti di Angelus e di quanto aveva sentito del Sindaco. Tuttavia il
suo sorriso non vacillò, rivolse invece l'attenzione alle figure umane che
stavano giungendo.
-Mio sire, arrivano le zanzare a pungerci, desiderano il nostro
sangue, vanno schiacciate e ridotte in frantumi prima possibile, prima che
crescano ancora-
Krayto lanciò uno sguardo nella direzione indicata da Drusilla.
Borbottò -Altri maledetti rompiscatole! Come osano ancora infastidirci?
Tuttavia devono essere gli ultimi di questo piccolo mondo. Una volta eliminati,
nessun altro verrà a seccarci-
Poi si voltò verso la vampira e la guardò negli occhi -Non temere,
mia divina. Niente e nessuno potrà nuocere al nostro regno di tenebre. Mi
occuperò io di quelle nullità. Come segno del mio amore farò in modo che tu
possa abbeverarti del loro indegno sangue, ancora caldo. Concedimi solo un
attimo per annientarli-
Buffy,
scorgendo i due, impugnò con fermezza il suo pugnale e fece un cenno d'intesa
agli altri.
Angel si trovava arretrato rispetto al gruppo, mise
la mano nella tasca interna dello spolverino e si mise pronto per scattare ad
un eventuale attacco di Krayto.
Krayto, correndo tanto veloce da diventare invisibile ad occhio
nudo, giunse a pochi metri dai quattro avversari.
-Buffy, sei ancora viva! Peccato tu non sia tornata a trovarmi una
mezz’ora fa, quando stavo seminando la morte tra questi esseri infimi. Avresti
dovuto sentire le loro grida di dolore e sofferenza. E’ stato un momento
davvero delizioso. Ne sono rimasto davvero inebriato.
E Faith, povera sciocca ragazzina. Hai fatto dunque la tua scelta.
Sei rimasta con i tuoi amici e dunque morirai con loro. E voi due, vampiri con
l’anima è ora che vi togliate di mezzo!-
Il semidio si accorse che una sfera di luce stava brillando sul
cimitero. La sfera stava attraendo a sé le anime dei soldati appena uccisi.
-I vostri stupidi giochetti non vi salveranno la vita. Coraggio!
Chi di voi vuole essere il primo a morire? Ma perché darvi anche l’opportunità
di scegliere? Sarebbe un onore sprecato per voi. Vi annienterò tutti quanti
insieme e nessuno potrà impedire a me e alla mia regina di aprire la Bocca
dell’Inferno!-
Il semidio fissando i quattro, impugnò la spada.
Faith non
rispose alla provocazione del nemico; il suo istinto da Cacciatrice le
diceva che se quel matto avesse usato quella dannata spada c'era la
possibilità che li facesse passare a miglior vita prima che
l'incantesimo fosse completo!
Non capiva come, ma quella era sicuramente una
delle armi che aveva utilizzato il bastardo per fare quella strage.
Impugnò la balestra e colpì di striscio la mano
di Krayto: non sarebbe ancora riuscita a ferirlo ma di certo disarmandolo avrebbero guadagnato
tempo prezioso.
Buffy, dopo
l'atto di Faith le disse, sorridendo: -Ci mancava anche questa! Tu se non ti
distingui e fai qualcosa di stupido non sei contenta, eh?-
-Andiamo B!-
rispose l'altra -Sai bene che se non mi comporto così non mi diverto!- terminò
in un sorriso beffardo.
Si guardò poi intorno, pian piano sopra le loro
teste la sfera di luce diventavano via via più grande.
-La ragazzina è un portento!- disse ancora
rivolta a Buffy riferendosi Willow.
-Già, Willow
sta facendo un ottimo lavoro- , rispose Buffy, osservando la sfera luminosa che
si ingrandiva, con la faccia un pò perplessa.
Krayto raccolse la spada da terra.
-Devo riconoscere che sei una piccola mocciosa ostinata! Ho deciso
che ti premierò lasciandoti per ultima in modo che possa vedere morire i tuoi
inutili compagni! Eh! Eh! Ma stai tranquilla! Non credo che dovrai comunque
aspettare troppo!- disse, guardando Faith.
Il semidio si spostò rapidamente, giungendo a pochi passi dai suoi
avversari, nuovamente pronto ad usare la spada. -Ora basta con gli scherzi!
Andatevene al diavolo!-
-Che nessuno
affermi che non sei magnanimo!- ironizzò Faith mentre si avvicinava di qualche
passo al semidio.
Impugnò i due sai e dopo aver guardato per una
frazione di secondo Buffy, come per avvisarla che avrebbe cominciato con o
senza il suo permesso, si lanciò contro il nemico colpendolo con un calcio
aereo in pieno volto.
Ma Buffy non aveva pensato neanche per un attimo
di fermare Faith e, contemporaneamente a quest'ultima, si diresse in fretta con
la sua bell'accetta verso il perfido nemico, pronta più che mai ad attaccare.
Angel si gettò
di corsa contro Krayto e cercò di colpirlo con tutta la forza che aveva in
corpo, scagliandogli un pugno in pieno viso.
Spike corse velocemente contro Krayto cercando di tirargli un
possente calcio sullo sterno.
-Maledetti!-
gridò il semidio mentre usava la spada per bloccare l'accetta di
Buffy e nello stesso tempo riceveva i colpi degli altri tre avversari.
-Che cosa credete di fare?- cercò di liberarsi dalla tenace Cacciatrice bionda
ma, a causa dell'attacco degli altri tre nemici, il suo colpo la fece solo
allontanare di qualche passo. -Tu…- disse rivolto a Faith tentando di colpirla
al volto con un potente
pugno.
-Mi spiace. Ma
il mio posto non è più dalla parte del male. Ora io sono con loro- diede un
timido sguardo a Buffy -E mi va bene così-
Nello stesso
tempo sentì i colpi dei due vampiri che lo distraessero
nuovamente.
-Maledetto
stupido vampiro!- urlò, furioso afferrando Angel al collo.
Buffy si stancò di combattere così
"leggermente" e, così, sferrò un attacco a Krayto
con tutta la sua potenza, e con enormi risultati.
L'attacco, infatti, fu talmente forte che anche
lei ne rimase sorpresa!
-Che cosa…?-
domandò il semidio. Lesse lo scherno negli occhi degli avversari. La mano con
cui stringeva al collo Angel gli era stata troncata dall’accetta della
maledetta Cacciatrice bionda. Krayto si sentiva ridicolizzato da quei quattro
irrilevanti esseri. Il suo corpo venne illuminato di un’ energia maligna di
incredibile potenza. Lanciò un urlo pieno di rabbia e movendosi a folle
velocità con la spada creò un vortice che costrinse i quattro avversari a fare
alcuni passi indietro per non essere risucchiati. Il semidio poté così
distanziarsi dagli avversari. Rapidamente, ripose la spada nel fodero. -Piccole
sciocche creature. Come avete osato ferire me, il grande Krayto! Ma vi ripeto
che state solo perdendo tempo. Non siete all’altezza di poter competere con la
mia semidivinità ed è inutile per voi continuare ad agitarvi tanto! Poniamo
dunque fine a questo inutile scontro!-
Desio, sempre
illuminato da una terrificante energia negativa, fece defluire nella mano
rimasta tale forza e lanciò un raggio verde in direzione dei suoi avversari.
Tutto ciò che incontrava tale raggio nel suo cammino veniva liquefatto in pochi
istanti.
Angel dopo che
si era rialzato, fece giusto in tempo per riprendersi,che si accorse del raggio
appena lanciato dal semidio, così impugnò l'oggetto che aveva in
tasca, lo estrasse e si mise sulla sua traiettoria. Il raggio
impattò contro la mano del vampiro alzando molta polvere da terra
e venne assorbito completamente. Dopo qualche secondo il
raggio riuscì più potente di prima da una strana conchiglia che
Angel stringeva. Il raggio verde investì Krayto lacerandogli
buona parte dei vestiti e spostandolo di qualche metro indietro, ma anche il
vampiro indietreggiò per il rinculo. Si vedeva che era molto provato.
Faith lanciò
una sguardo ad Angel, la scena si era svolta in pochi attimi e non era riuscita
a comprendere bene cosa fosse successo, di una cosa però era certa: se il
vampiro con l'anima era riuscito a respingere il raggio senza perdere il
braccio,i poteri di Krayto si erano indeboliti notevolmente.-OPS!- esclamò
rivolta al semidio -ho come l'impressione che tu abbia sbagliato qualcosa-
-Che cosa…?- il semidio era confuso. Non provava molto dolore ma
era consapevole di essere stato ferito così come sapeva che i suoi abiti così
eleganti erano stati strappati a causa di quei quattro maledetti esseri. Non
capiva cosa fosse successo ma era furioso.
Come risvegliato dalla canzonatura della Cacciatrice bruna, disse
-Siete tenaci, lo ammetto. Ma non vi servirà a nulla. Anzi a causa della vostra
insolenza mi avete fatto arrabbiare e ciò significa che la vostra fine sarà
ancora più tremenda di quel che avreste potuto immaginare!- Il suo corpo si
illuminò di una energia malefica ancora più potente di prima. Il semidio fece
defluire l’energia nella sua mano destra e lanciò un raggio ancora più potente
del precedente, il cui raggio era il doppio. Di nuovo qualunque oggetto fosse
sfiorato dal raggio: pietra, albero o lapide veniva liquefatto in pochi
secondi.
Il vampiro
molto affaticato si rimise sulla traiettoria del raggio in un istante e lo
riassorbì di nuovo. Allora fece un sorriso compiaciuto e subito
uscì il raggio quadruplicato dalla conchiglia nella mano,
lacerando, dalla potenza, la manica dei vestiti che Angel portava. Il
braccio sanguinava copiosamente ed in quell'attimo il vampiro con
l'anima emise un urlo di dolore: "AHHHHHHHHH".
Angel venne trasportato parecchi metri indietro
dal rinculo violentissimo, che lo sbatté contro un muro di una cripta a forma
di tempietto greco, poi svenne.
Faith osservò
la scena ancora piuttosto perplessa. Non riusciva a capire quale fosse il
segreto di Angel, giacché il vampiro per la seconda volta aveva rispedito al
mittente quel fascio di luce distruttrice.
Poi, vedendo
che non si rialzava, venne presa dal panico: -Angel!!- gridò cercando di
alzarsi da terra. -Bastardo!-
Guardò poi Krayto, visibilmente provato da
quell'ennesimo colpo; era coperto di ferite e Faith scommetteva che a sanguinare
non era solo la carne ma anche il suo ego smisurato.
-B!- esclamò rivolta alla bionda -Credo sia il
momento buono per rispedirlo all'Inferno!- terminò guardando la sfera di luce
che sopra alle loro teste aveva assunto dimensioni enormi.
-Dannazione!- esclamò Krayto. Il suo abito era ormai parzialmente
lacerato e lasciava intravedere un torace pieno di profonde ferite. Ma il
semidio più che il dolore sembrava sentire il furore.
Impugnò nuovamente la spada. Perché aveva aspettato tanto ad
usarla? Avrebbe potuto spazzare via quei maledetti già da parecchio tempo. Il
suo volto era sfigurato dall’odio e i suoi occhi erano diventati interamente di
uno spaventoso rosso sangue. -Voi, non potrete mai vincere contro il grande
Krayto!- esclamò. Ma proprio in quel momento venne colpito dalla sfera di luce,
che nel frattempo era diventata enorme. Per un attimo ne rimase accecato. Ma
nell’arco di pochi secondi la stessa sfera di luce scomparve, lasciando il
semidio confuso. -Ora che vi siete trastullati con i vostri inutili giochi,
lasciate che sia io a divertirmi!- Mosse la spada in direzione dei quattro ma
non accadde nulla. Nuovamente confuso, Krayto ripeté il colpo ma non accadde
nulla. I suoi nemici erano ancora lì indisturbati.
Faith e Buffy,
allora, che non avevano intenzione di perdere neanche un secondo, andarono verso
Krayto, impugnarono una il coltello l’altra il pugnale, glieli ficcarono nel
petto.
Krayto cadde ai
piedi di Buffy, stupendosi di essere stato sconfitto. Malgrado avesse la vista
annebbiata, riuscì a vedere che le nuvole stavano andandosene dal cielo di
Sunnydale, lasciando il posto alle stelle
Il dolore delle
pugnalate era lancinante e decise di lasciarsi andare. Chiuse gli occhi per non
riaprirli più. Il suo corpo si liquefece rapidamente e senza lasciare tracce.
Spike non credeva ai suoi occhi: il nemico che li aveva
terrorizzati per così tanto tempo era letteralmente sparito. Vide che anche gli
altri avevano la sua stessa espressione di stupore, quasi che nessuno avesse
mai creduto che Desio potesse essere sconfitto. -Beh, ragazzi, è stata dura ma
alla fine ce la abbiamo fatta!- disse.
Angel si alzò
dolorante e malconcio da dietro alcune macerie giusto in tempo per vedere Desio
scomparire nel nulla. Appoggiandosi di lapide in lapide si avvicinò agli altri
dicendo: -E ' finita...-
Faith guardò
Angel ed annuì.
Per fortuna
stava bene. Aveva temuto il peggio, ma infondo era un vampiro ed era il suo
vampiro. Erano tutti un pò ammaccati ma almeno erano riusciti nel loro intento:
eliminare quel folle.
Si avvicinò al
vampiro offrendogli la spalla affinché si reggesse meglio in piedi -Poi mi
spieghi come hai fatto- gli mormorò sorridente. -Stai bene?-
-Sì. Tu?-
-Non c’è male.
Ascolta, voglio dirti una cosa...-
-Penso di
saperla già-
Faith sorrise,
incerta di quello che poteva pensare Angel, poi appoggiò la testa sul petto del
vampiro e lo strinse forte, e lui ricambiò l’abbraccio.
Buffy era
silenziosa, ma felice.
Il pensiero di una bella dormita la faceva
sorridere.
Così rimase in piedi, sorridendo, insieme a
tutti gli altri, felici almeno quanto lei. Ce l’avevano fatta. Anche sta volta.
E tutti insieme.
<<Ce
l’ hai fatta... mi hai uccisa... >>
<<No,
Faith, io...>>
<<ma
questo non servirà al tuo ragazzo...
dovresti
provare, B... è un bel salto...>>
<<Non
hai mai pensato che tutti ti abbiamo dimenticata perché abbiamo voluto
dimenticarti, eh, Faith?>>
<<Sai
come si chiamano le persone come te? Perdenti!>>
<<Faith...Non
so quanto potrà servire, ma puoi fidarti di me>>
<<Che
dire? Sono la migliore attrice del mondo>> <<Dopo di me>>
<<Sai
quando mi hai detto che uccidere mi avrebbe fatta sentire come un Dio? Beh, non
è così...Ma...Se mi fermassi sarei qualcosa come traditrice, sola o
perdente...>>
<<Non
hai capito? Sono cattiva! Angel, sono cattiva! Cattiva! Cattiva! Fallo, Angel!
Fallo! Uccidimi, uccidimi! Ti prego, fallo, uccidimi!>>
<<Faith>>
<<B,
Ciao>>
<<Sei
venuta...>>
<<Sai,
quella festa si è rivelata un vero mortorio e così... il fatto è che ero
proprio sola. Sola.>> <<Hai fatto bene a venire. Vuoi entrare prima
che cominci a nevicare?>>
<<Dove
vai?>>
<<A
riflettere un po’, ho bisogno di stare sola. Mi basta sapere che mi
pensi.>>
<<Fa
attenzione>>
<<Angel...
posso farti una domanda? Se non ci fosse qualcun’altra, le cose tra noi
potrebbero andare diversamente?>>
<<Non
lo sapremo mai>>
<<Già,
non lo sapremo mai>>
<<Non
avevo immaginato che contenessi dentro tanta rabbia...>>
<<Si
vede che non mi conosci affatto, Buffy, nessuno sa come sono e nessuno mi
conosce.>>
<<Ti
sei presa la mia vita. Ciò che potevi prendere te lo sei presa... Angel,
Riley... e adesso ti aspetti che io accetti le tue scuse?>>
<<Dimmi
solo come posso fare per rimediare...>>
<<Non
c’è un rimedio, lo capisci?>>
<<Faith.
Credevi che non ti avrei trovata?>>
<<Buffy,
non...>>
<<Angel,
che ci fa qui? Perché la proteggi?>>
<<Sta
cercando di cambiare>>
<<Cambiare,
mi dici? Hai idea di ciò che mi ha fatto?>>
<<Sì>>
<<Ti
importa?>>
<<Buffy...>>
<<Tu
sta zitta!>>
<<Mi...mi
disp...>>
<<Prova
a scusarti e ti gonfio di botte>>
<<F...fallo
pure...>>
<<No,
non accadrà!>>
<<Angel,
togliti di mezzo!>>
<<No.
Faith va di sopra>>
<<Angel!>>
<<Faith
va di sopra, adesso!>>
Faith
si svegliò per la terza volta. Era agitata e accaldata. Ma dov’era? Non ricordava
niente! Di certo questa stanza era famigliare... Rifletté per un attimo. Ah,
già. Da Buffy. Sì, ora ricordava bene tutto. Si era recata da lei per uccidere
quella specie di ‘coso’ mezzo Dio.
Ed
era nella sua camera, in quella di Buffy. Ed era già la terza volta che si era
svegliata. Proprio non riusciva a rimanere addormentata per più di due minuti
senza fare incubi. Però, tutto ciò che aveva sognato, tutto ciò che aveva
rivisto nella sua mente, purtroppo era vero. Tutto l’odio e la rabbia che aveva
riprovato percorrendo quei ricordi, una volta facevano parte di lei. Ma perché
tutto ciò doveva farsi sentire ancora una volta? Perché stare a ricordare cose
accadute in passato? Il passato, sì... Non la lasciava in pace per un attimo.
Era stanca di questo.
Fuori
dalla finestra si intravedevano solo i lampioni accesi delle strade, per il
resto tutto nero e solo gocce d’acqua ghiacciate che si posavano a terra e che
appannavano il vetro. Faceva abbastanza freddo, ma non moltissimo essendo in
California.
Guardò
fuori dalla finestra: qualcuno stava camminando, là fuori. Lo riconobbe subito:
Spike. Ma cosa ci faceva sotto l’acqua a quest’ora di notte? Non riuscì a
riprendersi del tutto e a formulare un pensiero che Spike era già scomparso.
Era entrato in casa? Era appena uscito, allora? Ma che importava, ormai se
n’era andato, non c’era più.
Si
alzò dal letto, lentamente, avvicinandosi alla finestra. Le gocce fredde che
scendevano con rabbia là fuori le fecero tornare in mente un ricordo... che
apparteneva al suo passato... Con la mente si mise a riviverlo, pur cercando di
scacciarlo.
Quando
era bambina, molto tempo fa, essendo abituata a sentire le liti e le
discussioni dei genitori, quella sera, non si era sorpresa di cominciare a
sentire rumori e urli provenienti dalla sala, così, seduta sul letto a gambe
incrociate, cercò di non ascoltare mettendosi le cuffie nelle orecchie del suo
lettore cd. Riprese a scrivere nel diario, che aveva appoggiato sulla gamba
sinistra.
“Mamma
e papà stanno litigando un’altra volta. Sono stanca di questo. Papà sta dicendo
che stiamo diventando poveri, e io non voglio essere povera, perché i poveri
sono tutti brutti e soli, invece io ho tre fratelli e mamma e papà. La mamma ha
risposto che non è vero, e che è tutta colpa dei debiti che ha papà. Io non so
cosa sono i debiti, ma sono qualcosa di davvero brutto, caro diario, perché
fanno litigare mamma e papà, e anche mio fratello più grande, perché lui sa
cosa sono e difende papà. Quando sarò grande, quando avrò 18 anni, quindi tra 10
anni, diventerò il Presidente dell’America e farò una legge che vieta a questi
debiti di comparire nella vita del mio papà e in quella degli altri. Sto
cercando di non ascoltare, ma le urla si sentono anche con la musica dei
Greenday ad alto volume. Fuori piove, piove tanto forte che si sentono dei
tuoni che fanno paura a Fuffy, e lei si nasconde sotto il mio letto, rubandomi
le ciabatte e giocando con il gomitolo nero che le ho comprato. Fuffy ha paura
dei tuoni e dei lampi. Ma io non ho paura di niente, e la rassicuro
accarezzandole il pelo nero. Ieri non c’era questo brutto tempo, sono andata di
nascosto nella piscina vicino Boston, quella dell’altro giorno. E tutti i
fifoni non si sono buttati dal trampolino di più di due metri, ma io invece sì,
per me è facile e...”
Si
interruppe un attimo perché un tuono la fece sobbalzare. Togliendosi le cuffie,
si alzò dal letto, lentamente, e si avvicinò alla finestra, una grande finestra
nel fondo della sua piccola stanza dalle pareti bianche ma piena di poster di
vampiri che aveva. I capelli neri e lunghi fino a metà schiena ondeggiavano
liberamente, e il pigiama di colore azzurro e bianco li faceva sembrare ancora
più scuri di quello che erano.
<<La
vuoi piantare? E’ colpa tua se adesso viviamo nella miseria!>> disse
all’improvviso una voce femminile, che apparteneva a sua madre.
<<Non
è vero, è colpa tua perché spendi troppo in abiti che non puoi permetterti! Sei
tu che hai 100 paia di scarpe, non ci pensi ai nostri figli? Alla piccola
Faith?>> ribatté suo padre. <<Lei ha bisogno di vestiti, di amore e
di fare una vita normale, va in giro con quegli stracci neri che abbiamo
rimediato al mercato dell’usato, mentre tu sei tutta bella tirata e in
ordine!>>
Faith
cercò di non ascoltare. La pioggia la distraeva fino ad un certo punto. A lei
piacevano i pochi vestiti neri che aveva, e si accontentava di poco, ma era
vero quello che dicevano entrambi i suoi genitori. Sapeva che suo padre tutte
le sere non andava a lavorare, ma che spendeva soldi come se fossero cose inutili,
ai giochi d’azzardo, e sua madre usciva tutti i giorni con le sue amiche,
tornando a casa con nuovissimi abiti che mostrava sempre a sua sorella. Però
era ancora troppo piccola per capire tutto completamente.
Le
voci che prima erano in lontananza, adesso parevano sempre più vicine, e poteva
sentire i tacchi di sua madre salire le scale, insieme a quelli di sua zia. Un
improvvisa rabbia si fece sentire nelle sue vene: Era arrabbiata con il mondo,
arrabbiata perché era costretta a sentire i suoi genitori litigare e a non
avere amici, arrabbiata perché sua madre era un egoista e non se ne fregava di
niente e nessuno al di fuori di sé stessa, arrabbiata perché suo padre usciva
sempre la notte lasciandola con milioni di dubbi. Avrebbe tanto voluto urlare e
sfogarsi!
La
gattina da sotto il letto cominciò a miagolare. Era nera con un collarino rosso
al collo, ma non era sua, l’aveva portata con sé sua zia, e tra un paio di
giorni se ne sarebbero andate tutte e due. Sua zia era un avvocato, e lei
sapeva cosa voleva dire divorziare, e grazie a sua sorella aveva scoperto che
presto i loro genitori lo avrebbero fatto. Ma non le importava, voleva solo
guardare ancora la pioggia e stare a contare quanti secondi ci metteva un tuono
a fare rumore dopo aver provocato la luce, ma si accorse che qualcuno era
dietro di lei. <<Faith>> le disse una voce, lei si girò di scatto e
mollò una gomitata a chi le stava dietro, senza nemmeno essersi resa conto che
quella era solo sua zia. La gattina che si era rifugiata sotto il letto uscì
tranquillamente, e si strofinò nelle gambe di Faith facendo le fusa.
<<Zia, mi dispiace>> si scusò in fretta lei. <<Non fa niente,
piccola>> la rassicurò lei. <<Mettiti a dormire, è tardi, domani
c’è scuola>>
Una
mano leggera sulla spalla la spaventò e la fece tornare alla realtà. Si voltò
di colpo e diede un pugno a vuoto, perché Buffy aveva previsto la sua reazione
e si era già abbassata.
<<B>>
le disse, vedendola rialzarsi. <<Che ci fai qui?>>
<<Volevo
vedere se dormivi, ma visto che eri qui volevo dirti che io vado a letto. Sai,
Faith, dovresti controllare i tuoi istinti, potresti fare male a qualcuno
reagendo sempre così>>
<<Sì,
beh, così quel qualcuno capisce che non deve più toccarmi mentre sono girata,
perché avrei potuto ucciderlo, nel migliore dei casi in cui non l’avessi
riconosciuto>>
<<Messaggio
ricevuto. Che fai, vai a dormire anche tu?>>
<<No,
rimango alzata ancora un po’>>
<<Vuoi
che ti faccia compagnia? Non hai una bella cera>>
<<No,
grazie B, ma adesso lasciami sola>>
Sola.
Sola. Sola.
Quella
parola era stata pretesto di tante sue azioni di cui si era pentita, di tanto
dolore in fondo al cuore, di tanto malessere. Era sempre stata sola. Sempre.
Fin da piccola. E continuava a ripetere: sola, sola. Sola, sola,
sola...destinata ad esserlo per il resto della vita...se Buffy se ne fosse
andata lei sarebbe rimasta davvero sola...
La
rabbia che aveva sentito da piccola sembrò impossessarsi di lei. Sarebbe uscita
di sicuro a caccia per sfogarsi, ma la pioggia non smetteva di scendere, e sarebbe
continuata anche per un bel po’, secondo le previsioni.
Sola,
sola, sola... Quindi, se l’avesse lasciata andare, sarebbe stata davvero sola.
<<Sì,
ok, ti lascio a... al tuo giochino di guardare la pioggia>>
Quando
Buffy stava per uscire dalla stanza, Faith le prese la mano e la guardò negli
occhi.
<<Resta,
ti prego...>> le sussurrò, sull’orlo delle lacrime. <<...Non voglio
davvero restare sola... non voglio più avere niente a che fare con quella
parola...>>
<<Ha
chiamato Angel?>> chiese Cordelia preoccupata.
<<No>>
rispose Wesley. <<Ma sono sicuro che stanno bene>>
<<Lo
sapevo, lo sapevo, non dovevamo lasciarli andare a Sunnydale! Magari li ha
uccisi Buffy! Oh, Wesley, è così!>> disse Cordelia subito dopo,
cominciando ad agitarsi.
<<Cordelia...>>
<<Sì,
certo, tutto fila... per vendicarsi, Buffy li ha... impalettati! Con il suo
fedele amico paletto, appena sono arrivati... mi vedo la scena, watàtà! Ecco
Buffy che appena li vede entrare puf, li impaletta con una capriola, e loro che
diventano cenere... E le loro ceneri si sono liberate nell’aria, mai più Angel
e Faith, mai più! Poverini, che morte orrenda!>>
<<Ma
Cordelia!>>
<<Cosa?>>
<<Prima
di tutto non credo che Buffy possa fare una cosa del genere, e secondo se li
impaletta Faith non sarebbe certo cenere, è un umana>>
<<Oh...allora
la scena cambia: Buffy che salta, con una capriola urla ‘Mi vendicherò!’ e
impaletta Angel. Faith, la cacciatrice numero 2, si inginocchia e piange sulle
ceneri dell’amato morto, e mentre si rialza Buffy la spinge, la tira, la
squarta, la deforma e finisce ciò che ha cominciato l’anno scorso,
l’accoltella. Faith si piega in due, urla di dolore più che per Angel che per
lei e la scena finisce così, Faith accanto alle ceneri di Angel, morta e con il
sangue sullo stomaco che cola ancora sul tappeto...>> disse tutto ad un
fiato Cordelia, dopo di ché fece un grande respiro e si rilassò.
<<Hai
sfogato l’ansia?>>
<<Sì,
ora va meglio, grazie>>
Presero
il tè seduti sulla poltrona, a fissare il telefono. Squilla, squilla...? Ma
nessuno squillo. Si addormentarono così, seduti e preoccupati. Intanto, però,
dalla finestra una donna li spia... e ride sarcastica complottando veramente la
loro morte.
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<<Scusate
per il ritardo>> all’appello arrivò anche Xander, seguito da Anya, che si
allacciava la camicia imbarazzata. <<Abbiamo avuto un...
contrattempo>>
Ora
erano tutti presenti in salotto. Il tempo non era affatto migliorato dalla sera
prima, anzi, i tuoni e i lampi avevano ripreso a farsi sentire più forti, da
circa una mezzora.
Tutti
abbassarono lo sguardo. <<Possiamo immaginare>> commentò Giles.
<<Riprendiamo
il discorso>> tagliò corto Spike. <<Quel demone mezzo- dio è stato
sconfitto, giusto? Perciò signorina Ora-sono-cambiata e Mr. Noioso-Los-Angelico
possono tornarsene a Los Angeles?>>
<<Non
preoccuparti, non ci tengo affatto a rimanere qui con te, Mr.
Ho-un-grande-debole-per-la-cacciatrice-e-sono-il-suo-cane, che di notte ti
intrufoli nella camera di Bu...>> disse Faith, ricordando di averlo visto
la notte scorsa, ma non finì la frase perché venne fermata da Spike, che le
mise una mano davanti alla bocca, impedendole di parlare. <<E lasciami!
Scemo!>> urlò liberandosi in un secondo, buttandolo per terra.
<<Non vuoi che si dica ciò che fai, vero?>>
<<Se
parli, Cacciatrice, giuro che ti uccido!>>
<<Sì,
e con quel chip come credi di fare, eh? Uh, che paura! E’ lui, Willy il sanguinario,
sto tremando, oddio!>>
<<Io
e te ci rivedremo, quando avrò definitivamente tolto questo coso dalla testa, e
rimpiangerai di avermi provocato!>>
<<Sì,
certo, contaci. Non vedo l’ora, caro il mio Willy>>
Buffy
fece un breve colpo di tosse, per riprendere attenzione. <<Avete
finito?>> chiese, stufa delle stupide liti tra i due ogni volta che si
vedevano. <<Se non vi dispiace vorremmo fare il punto della
situazione>>
<<Sì>>
riprese parola Giles. <<Ora che Krayto/Desio o come volete chiamarlo, è
stato confitto, siamo più tranquilli. Grazie all’aiuto di tutti ce l’abbiamo
fatta e, Spike, anche grazie a Faith e ad Angel abbiamo potuto vincere. Per ora
io dico di non preoccuparci troppo, almeno per un po’ nessun demone o vampiro
si farà vivo, almeno con noi...>>
<<Perché
ce l’ hai con noi? Che diavolo ti abbiamo fatto?>> chiese
Cordelia, urlando dalla rabbia. <<Prenditela con Angel!>>
<<Cordelia!>>
la rimproverò Wesley. <<Ascoltami, non so chi tu sia, ma possiamo
risolvere tutto parlando...>>
<<State
zitti!>> gridò la donna davanti a loro, (era quella che il giorno prima
li spiava). <<So che Angel è davvero legato a voi, e questo potrebbe
aiutarmi molto nel raggiungere il mio scopo>>
Una
donna alta, capelli neri, occhi scuri e abbastanza magra, era davanti a loro
con in mano un coltello che gocciolava di sangue. Wes e Cordy avevano l’aria di
essere spaventatissimi. Incatenati al muro, erano in ginocchio con la testa
piegata, pieni di lividi e dolori ovunque.
<<Il
tuo scopo?>> domandò Cordelia con molta più rabbia. <<Il tuo
scopo?>>
<<Esatto.
Una cosa che non posso dirti, pelle di pesca, troppo importante per rivelarla a
te>>
<<Ah,
fammi indovinare! Conquista del mondo? Tutto popolato da soli demoni?>>
<<Stai
zitta! Tu non sai cosa voglia dire vagare per anni e anni in cerca di qualcuno
da mangiare, mentre un secolo prima eri quella più rispettata da tutti e quella
più grassa! Mi bastava alzare un dito per avere tutto quello che voglio. Per
colpa di... quello, il vampiro che non voglio nominare, è finito tutto! E ora
voglio la mia vendetta!>>
<<Cordelia>>
sussurrò Wesley. <<Credo di aver capito chi è, è una vampira>>
<<Grazie,
ci arrivo anch’io, Mr. Intelligenza!>>
<<No,
non hai capito, lei è Drusilla!>>
<<Drusilla?
Drusilla? Oh, Dio, no! Ancora una volta! Eppure è molto cambiata dall’ultima
vol...>>
<<Hai
voglia di parlare, eh, ragazzina?>> le chiese la donna sorridendo
nervosamente, mettendole un coltello alla gola.<<risparmia il fiato per
gridare!>>
Faith
prese il suo fedele zaino e se lo mise in spalla. Qualcosa le diceva che era
giusto così, che doveva tornare a Los Angeles, altrimenti avrebbe invaso
un'altra volta la vita di Buffy e non sarebbe stato giusto. Così, ormai
rassegnata, entrò in cucina dove era seduto Angel.
<<Andiamo?>>
gli chiese lentamente, sedendosi accanto a lui.
<<Sì,
un attimo solo, avverto Wes e Cordy>>
Angel
prese la cornetta del telefono e compose il numero del suo ufficio, attese un
attimo poi riattaccò. <<Allora?>>
<<Non
rispondeva nessuno>>
<<Strano>>
<<Conoscendoli
bene si saranno dati alla pazza gioia>>
<<Sì,
probabilmente sì>>
Faith
si alzò subito e si avviò verso l’uscita, ma vedendo Angel rimanere immobile
gli disse ridendo: <<Bella statuina, la macchina è di là!>>
<<Non
credi che dovremmo salutare, prima?>>
Faith
alzò gli occhi al cielo e sbuffando disse: <<Tin, lo sapevo. Se vuoi
fallo tu. Io non ho voglia di addii.>>
<<Almeno
vieni a salutare Buffy>>
<<B
non ha bisogno di dirmi addio. E non ho voglia di sentirmi strapazzata da tutti
che mi salutano e mi dicono ‘oh, fai buon viaggio, ti aspetteremo e torna
quando vuoi ’ che poi sarebbe una bella balla.. Ma probabilmente non lo faranno
nemmeno. Un ‘ciao Faith ’ e via. Gli risparmio il disturbo, qui non sto
simpatica a nessuno>>
<<Andiamo,
fagli vedere che sei cambiata e affrontali. Non li rivedrai più, almeno fatti
ammirare per l’ultima volta! Andiamo, su, su!>>
Faith
sorrise e disse: <<Credo che dirti di no ancora sarebbe inutile, perciò
andiamo ad affrontare la ‘terribile prova dell’addio forzato ’!>> e lo
seguì in sala. La scooby era disposta in cerchio, attorno al tavolo coperto da
libri. Appena li videro, si alzarono in piedi.
<<Siete
passati per salutare>> commentò Willow. <<E chi l’avrebbe mai
detto>>
<<E’
arrivato il momento dell’addio>> disse Faith. <<Un saluto q via,
ok?>> “Dai, Faith, coraggio...” pensò.
Allora...
cominciando da sinistra a destra, la prima da salutare era Tara. Non si erano
viste molte volte, e quelle poche volte non erano state bellissime... Così
Faith pensò che a lei bastasse un gesto con la mano. Poi, Willow. Dopo quello
che le aveva fatto, non si poteva di certo aspettare un bell’abbraccio caloroso
e un bacio sulla guancia, ma vedendo che era lei che lo voleva e si stava
avvicinando l’abbracciò brevemente, e Willow le disse: <<In realtà mi sei
sempre stata simpatica, all’inizio, prima che diventassi cattiva, è ovvio, mi
dispiace che sia finita così>> <<Anche a me>> disse sincera
Faith, per poi passare a un abbraccio più forte con Xander. Loro due avevano chiarito,
e lei aveva pure avuto l’impressione che lui avesse tentato di provarci di
nuovo... Una stretta di mano a Giles, la copia ingrandita di Wes... o forse era
vice versa? Anya... che carattere aveva? Non l’aveva mai vista e non sapeva
nemmeno com’era il suono della sua voce!...Come salutarla? Facciamo così, un
bel gesto con la mano anche per lei.
Buffy,
siamo arrivati a lei. Le due si guardarono a lungo prima di decidere cosa fare.
Intanto, Angel salutava tutti amorevolmente con un abbracci e baci, compresa
Buffy, distogliendola dal guardare intensamente Faith. <<Ci sei?>>
chiese a Faith dopo. <<Sì>> rispose lei.
<<Allora
noi andiamo...Ci vediamo>> disse alla fine Angel. <<Mi auguro sia
un arrivederci>>
Buffy
ci rimase un po’ male: avevano parlato tutta la notte, credeva che almeno un
‘ciao’ gliel’avrebbe detto. Uscirono dalla porta e corsero alla macchina senza
ombrello, stando attenti a non scivolare nelle pozzanghere.
<<Buffy,
io e Tara andiamo a lezione>> disse Willow pochissimo dopo. <<Ci
vediamo più tardi>>
<<Certo>>
rispose la cacciatrice, che ancora pensava a Faith.
<<Noi
andiamo a fare qualcos’altro>> disse Anya, trascinando Xander con sé.
<<Torno
a casa anch’io>> concluse Giles. <<E Spike? Cosa combina?>>
<<Non
so>>
<<Va
be ’, speriamo non si faccia male>>
<<Speriamo
non si faccia male?? Sign.Giles ma che l’è preso?>>
<<Credo
che rivedere Faith mi abbia fatto bene, mi ha addolcito un po’>>
<<Oh...>>
Appena
tutti uscirono dall’uscita posteriore, aprendo gli ombrelli e coprendosi bene
con sciarpe e cappellini, Buffy si precipitò alla finestra. La macchina di
Angel era già spartita. E anche fosse ancora parcheggiata, tutta quella pioggia
li avrebbe costretti a partire il più presto possibile per non rischiare di
essere fulminati.
Riflettendo
bene, Faith non era decisamente una persona di cui, sorridendo, puoi dire: ‘la
conosco come le mie tasche, è prevedibile ed è un libro aperto ’, appena credi
di conoscerla, quella ti sconvolge i piani. Beh, poteva almeno degnarsi di
salutarla! Per tutta la notte avevano fatto la loro prima conversazione
normale, senza parlare di demoni, cacciatrici, rapporti con i ragazzi o ricordi
passati che possono ferire. Avevano parlato liberamente del più e del meno, di
quando non erano ancora due cacciatrici e...sul futuro. Già, il futuro.
Dispiaciuta
ma ormai rassegnata, tornò a studiare, per l’università, quella noiosa materia
che le faceva venire il mal di pancia al solo pensiero: letteratura inglese. Si
ricordò quando, l’anno passato, doveva dare l’esame di tutte le materie per
essere riammessa a scuola, e ricordò anche che la letteratura era quella che le
aveva dato più problemi. Prese i libri dallo scaffale in camera e si sedette
sulla sedia della scrivania. Cercò di concentrarsi. Faith, Faith, Faith...
Accipicchia,
non riusciva a pensare ad altro che al modo in cui se n’era andata. Era da
aspettarselo, però, Faith non cambiava mai. Dal dispiacere, piano piano stava
arrivando alla rabbia. Come si permetteva di...? Ok, adesso era proprio
incavolata. Prese la cornetta del telefono e compose il numero dell’ufficio di
Angel. Segreteria. La voce squillante di Cordelia rischiò di romperle un
timpano: ‘Qui Angel ’s Investigations, al momento stiamo rischiando di morire
per salvarci la vita, se avete bisogno di aiuto per qualunque minaccia siete
pregati di lasciare un messaggio dopo il bip, grazie mille!!!’ Decise di
lasciare un messaggio. Non sapendo bene cosa dire, formulò le prime parole che
le vennero in mente.
<<Sono
Buffy, tutto ok? ehm, volevo sapere se il viaggio era andato bene... ma chi
voglio prendere in giro? Sei una scema! Potevi anche salutarmi, oggi, magari
con un cenno innocente con la mano, o con un piccolo sguardo, certo non mi
aspettavo un abbraccio caloroso da parte tua, ma almeno potevi sforzarti! Hai
salutato tutti, dico, tutti!, tranne me, e non credo che sia colpa di Angel
perché ti ha chiamata! Insomma, scusa, abbiamo passato tutta la notte a
chiacchierare e a parlare e mi hai rivelato cose di te che nemmeno mi sognavo
di immaginare e stessa cosa ho fatto io con te, e adesso mi rendo conto che era
tutta una presa in giro, perché tu fai così, prendi in giro le persone! Credevo
di essere stata chiara, eravamo tornate amiche, e le amiche si salutano e si
dicono ‘arrivederci’ o magari ‘ciao’ prima di NON rivedersi mai più! Hai
capito? Sei stata stupida, una scema! Ma sai, cosa? Non mi interessa, sono
cavoli tuoi, se non vuoi più sentirmi amen ma volevo solo dirti che sei stata
maleducata e scortese, hai capito, hai capito? E non ti azzardare a
richiamarmi, d’accordo, perché non voglio sentire le tue scuse innocenti e non
ho voglia di perdonarti un’altra volta e adesso scusami, ma vado a studiare,
cosa che tu non fai mai perché troppo ignorante e scansafatiche per farlo e
impegnarti seriamente per raggiungere un obbiettivo, non è così?>> prese
fiato e ripensò alle parole appena dette. Prima di riattaccare, aggiunse:
<<Ah, questo messaggio è per Faith>>
<<Mi
hai lasciato un messaggio?>> domandò una voce dietro di lei. Si voltò e
rimase stupita.
<<Che
ci fai qui? Hai... hai dimenticato qualcosa?>>
<<Eh,
sì>> Faith si avvicinò verso Buffy. La abbracciò forte, un abbraccio
caloroso e lento, poi riprese a camminare lentamente indietro. <<Di
salutarti. E ricorda... questo non è un addio>>
Buffy
sorrise. No, non lo era. Le Cacciatrici sono legate. E il loro destino si
incrocia sempre.
<<No...
No... Non lo è mai stato. Ah, Faith>>
<<Sì?>>
<<Quando
vai a casa, cioè, nell’ufficio di Angel, fami un favore... non ascoltare i
messaggi in segreteria, cancellali semplicemente...>>
<<...D’accordo>>
<<Allora...ciao...>>
<<Sì,
ciao...stammi bene, cacciatrice>>
<<Anche
tu, cacciatrice...>>
E
così dicendo sparì da quella casa, dal suo passato, dal suo dolore. Ma una cosa
era cambiata: non si sentiva più sola, aveva imparato a guardarsi intorno e a
rendersi conto che aveva amici come Buffy, Angel, Cordelia e Wes, che tenevano
molto a lei e che non si sarebbero mai sognati di lasciarla sola un'altra
volta.
Finalmente
erano tornati a casa! Dopo ore e ore di macchina sotto la pioggia, Faith fu
felice di sdraiarsi sulla poltrona dell’ufficio di Angel, come era di suo
solito fare. Guardò davanti a lei la finestra bagnata che aveva in tema Los
Angeles. Era molto diversa da Sunnydale, e si erano anche dimenticati di quanto
fosse grande quella città. Di Cordelia e Wes, però, nessuna traccia.
<<Li
hai trovati?>> domandò Faith. <<Erano di sotto?>>
<<No,
non c’erano>> rispose Angel. <<A questo punto sono preoccupato
davvero. Rispondono al cellulare?>>
<<Quello
di Cordy è staccato, quello di Wes invece squilla ma nessuno risponde. E’ colpa
mia, non saremmo dovuti partire tutti e due per Sunn, adesso chissà dove
saranno>>
Angel
si avvicinò alla ragazza, che nel frattempo si era alzata, mettendole le mani
sulla spalle. <<Non è affatto colpa tua. Sono voluto venire io con te a
Sunnydale. E’ stata una mia scelta. E se non ci fossimo andati, chissà cosa
sarebbe successo a Buffy!>>
<<Vero...
però non mi hai fatto sentire meglio>>
<<Hai
controllato i messaggi in segreteria?>>
<<Sì,
ma niente. Uno era di Buffy, che ha detto cose strane... parlava così in fretta
che non ho capito la metà. Mi ha detto anche di cancellarlo. Mah... Angel! E Gunn? Lui è qui, vero?>>
<<Parlavate
di me?>> dalla porta entrò Gunn, sorridente ma con due grosse occhiaie.
<<Gunn!>>
Faith lo abbracciò subito <<Per fortuna stai bene!>>
<<Eravate
preoccupati?>>
<<Cordelia
e Wes sono spariti>> lo informò Faith sciogliendo l’abbraccio.
<<Cosa?!>>
<<Faith>>
la chiamò Angel. <<Vieni un po’ a vedere>>
Era
chinato accanto al comodino del suo ufficio. Si alzò in piedi e sfregò qualcosa
di rosso tra il pollice e l’indice. A poco a poco, Faith notò le piccole
macchie di sangue per terra, che finivano fino alla poltrona. Le tazze da tè
erano ancora mezze piene sul tavolino di vetro.
<<...Oddio...>>
Angel
annusò il sangue sulle sue dita, e guardando Faith disse: <<Non è di Wes
o Cordelia, è di qualcun altro, probabilmente un vampiro...>>
<<Bene>>
esclamò Gunn. <<Che sollievo! Volevo dire... perché il sangue non è loro!
E non mi guardate così!>>
<<Dobbiamo
trovarli, e in fretta>> disse Faith.
<<A
questo punto possiamo dire che sono stati rapiti?>> chiese Gunn,
riordinando le idee ad alta voce. <<Abbiamo come prova il sangue che non
è nostro, e loro non si vedono da due giorni>>
<<Ma
non dovevi controllarli tu?>> domandò Angel, ricordando la promessa di
Gunn prima di partire. <<Dove sei stato?>>
<<Oh,
ma non vedi le occhiaie che ho io? L.A. è stata invasa dai vampiri perché
sapevano che voi due non c’eravate, e io li ho tenuti a bada! Oh, dimenticavo,
voglio un aumento per questo!>>
<<Non
è il momento di parlare di aumenti!!>> replicò Angel. <<Forse
riesco a seguire l’odore del sangue, tu Gunn prova da Kate, magari lei sa
qualcosa>>
<<Kate?>>
domandò Gunn. <<E come facciamo se vorrà venire a vedere qui? E
Faith?>>
<<Faith
non ci sarà>> rispose Angel. <<La porterò con me>>
<<Posso
obbiettare?>> chiese Faith alzando la mano.
<<Nnno!!>>
risposero in coro gli altri, sorridendo.
<<Fai
come ti dice, li troveremo>> aggiunse Gunn.
<<Ma...>>
Cercò di replicare lei, ma Angel le prese la mano e la trascinò nelle gallerie
sotterranee in cui lui passava spesso di giorno per non essere ridotto in
polvere dal sole. Intanto, Gunn era già corso a chiamare la Kate.
<<Spiegami
meglio come funziona>> disse Faith, timidamente. <<Tu annusi e
senti l’odore di questa donna? Perché è una donna, vero? E seguendolo arriviamo
da loro?>>
<<Sì>>
rispose Angel. <<A tutte le domande>>
<<Mmm,
dovremmo farlo più spesso questo gioco>>
Stavano
camminando da almeno mezzora. A Faith sembrava di girare sempre intorno, e ogni
tanto cercava un punto di riferimento nuovo per orientarsi, ma vedeva solo
acqua e scale che venivano dai tombini, tutto era uguale, anche se molto
sporco, e si chiedeva spesso come facesse Angel a camminare in mezzo a tutto
quel fango e sporcizia tutti i giorni. Ma non voleva assillarlo con troppe
domande: si limitava solo a seguirlo, tenendo alta la torcia, ogni tanto
parlando più con sé stessa che con lui. Ci fu un silenzio imbarazzante, che
durò circa quindici minuti. Appena lo vedeva girarsi, il cuore cominciava a
battere sempre più forte, facendola diventare rossissima.
<<Allora>>
iniziò Angel, vedendo che la ragazza si sentiva un po’ a disagio. <<Com’è
finita con Buffy? Amiche e pace?>>
<<Uh?
Buffy? No. Non è successo niente di speciale>>
<<Menti>>
<<Lo
so. Ma non posso darti una risposta concreta su quale sia il nostro rapporto in
questo momento: è tutto molto confuso. Prima siamo amiche, poi ci odiamo
un'altra volta. Ora non ho voglia di rifletterci su>>
<<Non
mi avevi detto che avevate parlato tutta la notte?>>
<<Infatti>>
<<E’
un buon segno>>
<<Dici?>>
<<Significa
che comunque avete riallacciato i rapporti. E di... di... beh, di Spike, che mi
dici? Mi sembravate molto strani, e anche se non andate d’accordo non si dice
che i migliori amori cominciano sempre così?>>
<<Spike?
Macché sei geloso per caso?>>
<<Geloso
io? Puff, e di quell’idiota, poi! Ma perché... è successo qualcosa tra voi?...
a me puoi dire tutto, lo sai... coraggio... ti, ti piace?>>
Faith
si fermò e prese Angel per un braccio, facendolo voltare, abbassò la torcia e
lo guardò negli occhi, sorridendo della sua stupidità... <<Dio, ma coma
faccio per fartelo capire? Come faccio?>> gli disse dopo un po’.
<<Tre cose, poi se non lo capisci non so come dirtelo! Per prima: non mi
metterei mai con uno come Spike. Seconda: anche se volessi, lui è già cotto...e
da qui deriva la terza...>> gli disse quasi in un sussurro, avvicinandosi
lentamente alle sue labbra. <<Se non l’ hai capito, cotta di una persona
che credo tu conosci bene, lo sono anche io...>>
<<Allora,
hai ancora voglia di parlare?>> chiese Drusilla a Cordelia. <<O
vuoi che ti tagli la lingua e la dia in pasto ad Angelus?>>
<<Cosa...
cosa vuoi?>> ripeté Cordelia per l’ennesima volta. <<Cosa vuoi da
noi? Ma perché tutti vogliono torturarci per ottenere qualcosa da Angel? Dimmi
che non vuoi morire anche tu, ti prego!>>
<<Cosa
voglio? Voglio che Angel venga qui e che mi dia quello che è mio!>>
<<Quello...
quello che è tuo? Non abbiamo niente di tuo, Drusilla>> replicò Wesley.
<<Invece
voi avete qualcosa che mi spetta, e che grazie a quello io posso vendicarmi di
Spike, di Angel, di tutti voi miseri umani che mi avete... oh, ma non manca
molto. Lo sento, sta arrivando. E’ qui. Ma c’è una Cacciatrice con lui... Non
ditemi che si è rimesso con Buffy! Oh, mio Dio!>>
<<Certo
che no!>> esclamò Cordelia. <<Ci mancava pure questa! Buffy è a
Sunnydale con suo il boy-scout!>>
<<Ma
allora, di chi è questa immensa energia, se non della Cacciatrice?>>
All’improvviso,
la porta si spalancò facendo un rumore assordante quando sbatté contro il muro,
e Faith apparve avvolta nel fumo dei tubi di scarico, seguita da Angel.
<<Della
seconda>> le disse diretta, sorridendo. <<Quella di L.A.>>
<<Ah,
è così, Angelus se la fa con tutte le cacciatrici sul pianeta... questo è un
bel pettegolezzo>>
<<Bada
a come parli>> replicò Faith <<Non sono una delle tante>>
Velocemente
si avvicinò a Drusilla, che parve molto sicura di sé. Nell’angolo della buia
stanza, c’erano Cordelia e Wesley incatenati, pieni di sangue dappertutto, che
furono molto felici di rivederli e cercarono di liberarsi il più possibile,
anche se vari tentativi li avevano già fatti.
<<Non
t’immischiare>> urlò Drusilla. <<Non ti è bastato avere Krayto
addosso? E immischiarti in faccende che non riguardano te?>>
<<Buffy
riguarda anche me, se è questo che intendi>>
<<Oh,
Faith, proprio non lo capisci, vero? Sei solo un mezzo, uno strumento inutile,
un passatempo per tutti...persino per Buffy! Non ti avrebbe MAI chiesto
aiuto!>>
<<Sta
zitta! Chiudi quella boccaccia! Libera Cordelia e Wes altrimenti ti
uccido!>>
<<La
verità fa male, non è così? Ma ti avverto: Angelus si sta solo divertendo...
fidati di me, l’ ho visto fare molte volte sia da lui che da Spike. Però ora
prendono una che assomigli a Buffy e la usano un po’... e poi la scaricano come
merce ammuffita>>
<<Mmm,
dimmi, è ciò che ha fatto Mr-capelli-biondi con te, vero?>>
<<Che
ne sai, tu, di quello che c’è tra me e Spike?! Di quello che è successo?>>
<<So
molte più cose di quanto credi...>>
<<Ma
non farmi ridere, stupida ragazzina! Ora basta parlare, combattiamo un po’,
così, mi faccio due risate appena muori! Ah, Angelus... ricordati di
consegnarmi quello che mi spetta, tu sai di cosa parlo... dove lo tieni
nascosto?>> dicendo questo, Drusilla si trasformò in una vampira. I denti
lunghi e affilati e gli occhi gialli la fecero diventare ancora più cattiva del
solito, e Faith capì il perché poteva piacere a Spike...
Iniziarono
a combattere. Nel frattempo, però, Angel aveva già liberato Wes e Cordelia, e
li stava aiutando a rialzarsi. Nella lotta all’inizio sembrava aver la meglio
Drusilla, pur avendo un centinaio di anni era comunque molto agile e brava nel
combattere, ma Faith si stava solo riscaldando. Ad un certo punto, diede un
calcio nelle costole alla vampira, facendola strisciare a terra fino contro il
muro.
<<Ce
la fai?>> chiese Angel riferito al combattimento, mentre sorreggeva
Cordelia quasi svenuta.
<<Sì,
vai, portali al sicuro, ti raggiungo a casa>>
<<D’accordo,
fa attenzione>>
Drusilla
si rialzò un po’ tramortita, e togliendo la polvere dal vestito rosso le disse:
<<Credi che gli importi sul serio di te?>> Faith le diede un altro
calcio, ma stavolta in bocca. <<Credi di essere la prima che
illude?>> continuò comunque Drusilla. <<Lo conosco molto più di te,
so com’è fatto>>
<<Ah,
davvero? Tu conosci Angelus, non Angel>>
<<Ma
non lo capisci, Faith? E’ la stessa cosa...>>
Faith
si era davvero stancata. Con un pugno la fece atterrare un'altra volta, poi
prese un pezzo di legno e fece per ucciderla, ma qualcuno dietro di lei la
fermò, buttandola contro le assi di legno. Quel qualcuno, alle sue spalle,
cominciò a battere le mani e a fischiare.
<<Wow,
bravissima cacciatrice, davvero brava>>
<<Che
ci fai qui, Spike?>>
<<Drusilla.
Ma vedo che stavi già per sistemarla, ma devo farlo io, è compito mio. Non
credevo la sistemassi in un secondo.>>
<<Ne
dubitavi?>>
Faith
prese le catene che aveva usato Drusilla per incatenare Wes e Cordy, e la legò
stretta al muro.
<<Dov’è
il tuo ragazzo?>>
<<Spike,
rompimi poco, non ho voglia di discutere, adesso. Cosa vuoi? Ucciderla
tu?>>
<<Come
vuoi.>>
Faith
si sedette sulle assi di legno, e Spike si appoggiò al muro. Rimasero in
silenzio per un po’. Il sorrisetto di Spike la irritava. Ma che diavolo voleva?
<<Spike,
bastardo! Liberami!>> urlò Drusilla, agitandosi. <<Non fare lo
scemo!>>
<<Sei
qui per ucciderla tu, allora?!>>
<<Sono
qui per darti delle risposte>>
<<Delle
risposte a che proposito?>>
<<Un
po’ di tutto. Di Angel, di Buffy...>>
<<E
chi te le ha dette, scusa?>>
<<Nessuno,
le so e basta. Chiedimi qualcosa e avrai la risposta>>
<<Oh,
Willy, ti prego! Lasciami in pace! Se la vuoi uccidere fallo pure, altrimenti
lo farò io adesso!>>
<<Ti
ostini a non capire?! Sei tale e quale alla tua amichetta slayer!>>
<<Non
è vero. Siamo molto diverse.>>
<<Tu
credi? E come spieghi quello che hai sentito pochi giorni fa? Come spieghi
quella sensazione di morte che ti veniva dalla viscere che riguardava
Buffy?>>
<<Ma
tu come fai a...>>
<<Ah,
non mi hai risposto.>>
<<Non
lo so. Non lo so.>>
<<Ti
faccio una proposta: posso spiegartelo io. Posso spiegarti perché senti così
bisogno di lei. Posso spiegarti il perché e il da farsi. In cambio voglio che
lasci andare Drusilla e che la lasci a me. Ci stai?>>
Faith
ci pensò un attimo. Beh... infondo che aveva da perdere? Drusilla sarebbe morta
lo stesso, quindi... <<Ci sto>>
<<Va
bene, allora. Cominciamo dalla morte dei tuoi genitori.>> disse Spike,
accendendosi una sigaretta e sedendosi sulle assi di legno vicino a lei.
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<<Faith!!>>
esclamò Cordelia, abbracciandola stretta appena la vide entrare in ufficio. Era
bianca e pallida, e aveva l’aria di chi aveva appena visto un fantasma, anche
perché dalla sua espressione si direbbe che lo fosse diventate lei!
<<Stai bene? Eravamo preoccupatissimi per te!!>>
Faith
la strinse a sua volta, chiudendo gli occhi per un secondo: fino a quella
mattina aveva provato la stessa preoccupazione per lei, e solo ora si rese
conto di quanto anche Cordelia contasse nella sua vita. <<Non ne sono
sicura...>> rispose però. Era tutta bagnata, probabilmente perché aveva deciso
di prendere la strada normale e non quella sotterranea che le aveva fatto
vedere Angel.
<<Sei
ferita?>> domandò Wesley <<E Drusilla?>>
<<Cos’è
successo?>> chiese Cordy dopo aver sciolto l’abbraccio, ignorando Wesley.
<<Ti ha fatto del male?>>
<<Drusilla?
No, lei non c’entra... ma non ho voglia di parlarne... ma sto bene! Ho visto
Spike... Drusilla la tiene prigioniera lui...voglio dire, lui tiene prigioniera
Drusilla...>>
<<Sei
sconvolta>> intervenne Angel, avvicinandosi e accarezzandole i capelli
bagnati <<Sicura che non ti senti male? Dicci cos’è successo... Cosa ti
ha fatto Spike? E perché ha lui Drusilla?>>
<<Smettetela
di chiedermelo!>> gridò lei. <<Sono solo stanca e non ho voglia di
parlare, adesso, d’accordo?>> così dicendo, scese le scale e si buttò sul
letto, non guardando per niente Angel che cercò di fermarla.
<<Angel>>
lo chiamò Wesley vedendo che stava già per scendere le scale. <<Non
insistere, forse più tardi>>
<<Spike,
le ha fatto qualcosa lui di certo!!>> disse Angel, pieno di rabbia.
<<Ma adesso mi sente quel bastardo!>>
<<Angel!>>
ripeté Wesley, ma lui era già uscito sbattendo la porta.
<<Spike!>>
urlò Angel, per le strade di Los Angeles. L’acqua che scorreva
ininterrottamente da giorni, sembrava stare per calmarsi. <<Fatti vedere,
bastardo! Dove ti sei nascosto?>>
<<Oh,
ma sai che sei proprio maleducato?>> rispose Spike, apparendo nell’ombra
di un vicolo. <<Non si urla così alla gente!>>
Angel
si avvicinò a lui a passo veloce, lo prese per la gola e lo scaraventò contro
il muro. Aspetto che si fu rialzato, per colpirlo ancora.
<<Cos’
hai fatto a Faith?>>
<<Io?
Non l’ ho toccata la tua ragazza!>>
<<Cosa
le hai detto?>>
<<Non
le ho detto niente!>>
<<Bugiardo!>>
Lo
buttò per terra, dentro una pozzanghera. Nemmeno lui sapeva perché stava
trattando male Spike, forse perché gli dicesse il motivo per cui Faith stava
così male, ma nel profondo non era solo per quello: era una cosa che voleva
fare da anni. Ed era arrivato il momento di avere vendetta, per Buffy e per
tutto il resto. E questa volta non c’erano né Faith né Buffy né Giles a
fermarli. Era l’ultimo scontro tra i due.
<<Vuoi
combattere?>> chiese con aria provocatoria Spike, rialzandosi. <<Io
non le ho fatto niente, le ho solo dato le risposte che cercava!>>
<<Le
risposte che cercava?>> ripeté Angel <<Non hai pensato anche questa
volta prima di aprire quella boccaccia?>>
Lo
prese ancora per il collo e lo buttò contro il muro. <<Non era pronta per
quelle risposte!>>
<<Cosa?>>
<<Secondo
te, perché non gliele ho date io??? Eh? Perché non le ho spiegato tutto? Perché
lei non era pronta per scoprire la verità!!! Ti rendo conto di cosa hai fatto??
Eh, Spike??>>
<<D’accordo,
calmati! Non voglio che ti agiti, non rivoglio Angelus!>>
<<Non
dirmi di stare calmo!!!! Stupido vampiro senza cervello!>>
Questa
volta fu Spike a colpirlo: gli diede un pugno in faccia e riaprì la battaglia.
Perché?
Perché doveva ridursi a piangere tutte le volte? Probabilmente non poteva farne
a meno, probabilmente perché era l’unico modo per sfogarsi che aveva. Ed eccola
lì, un'altra volta sul letto di Angel a piangere come una bambina. Non avrebbe
dovuto scoprire tutto così... avrebbe dovuto tenersi Drusilla e ucciderla... ma
perché Spike non era stato più delicato con lei? Ma non era questo il punto:
era di nuovo piena di dolore e di rabbia, un'altra volta... e perché Angel non
le aveva detto niente? Sì, quello lo capiva, magari non voleva che soffrisse
troppo, e non la riteneva pronta. Ma non voleva averlo scoperto così...
Si
asciugò gli occhi. Non si era nemmeno accorta che non si era truccata... tutto
questo non sarebbe successo se fosse rimasta nella sua maschera, che si era
creata da anni... le parole di Spike continuavano ad assillarla: ‘I tuoi
genitori non sono morti per cause naturali. Sì, tuo padre è andato in galera...
ma lui e tua madre erano dei vampiri. Io ed Angel li conoscevamo bene: gente
semplice, che si accontentava di poco. Che tu ci creda o no, loro hanno
provocato le peggiori apocalissi che siano state presenti nella loro storia da
vampiri... ma non lo sono stati per molto tempo. Cioè, sono stati uccisi da un
gruppo di vampiri, una notte, ma sono durati sì e no un paio di settimane.
Hanno fatto milioni di stragi... miliardi di morti... e forse è per questo che
in te c’è quell’istinto di appartenere al male. Forse perché senti anche tu che
dovresti appartenere a quella sponda... non so perché Angel te l’abbia tenuto
nascosto. Per quello che riguarda Buffy, quello che senti per lei è perché
siete collegate, siete unite da un filo, che non è uno qualunque. Una non può
esistere se non vive l’altra... ed è per questo che non ti ha uccisa, perché
senza di te Buffy non esisterebbe, e senza Buffy tu non esisteresti...’ Cosa
voleva dire con ‘una non può esistere se non vive l’altra’? Perché la sua vita
doveva essere così complicata? Scoprire che suo padre spacciava droga era stato
un colpo per lei, e sapere che era un vampiro... per non parlare di sua
madre... questo era troppo. Tempo fa avrebbe desiderato morire per non sentire
più il dolore, e le stava tornando la voglia di farla finita. Ma era cambiata,
e non avrebbe più avuto il coraggio di farsi uccidere e di morire... però quel
dolore che la stava invadendo, quella verità che faceva così male... una volta
ci avrebbe riso sopra. ‘Oh, i miei genitori vampiri, ahaha!’ ma non sapeva
davvero cosa voleva dire esserlo. Erano degli assassini... degli assassini...
come lei... era sporca... tutta la sua famiglia lo era... e i suoi fratelli? Lo
sapevano? Sarebbe meglio di no, altrimenti sarebbe successo un casino... ma loro
non avevano la più pallida idea di quello che voleva dire essere dei vampiri...
Ad
un certo punto sentì il letto abbassarsi, come pochi giorni prima. Una mano
fredda e bagnata come lei le accarezzò i capelli. Ma adesso aveva bisogno di
rimanere sola... o forse no? Non lo sapeva nemmeno lei, non aveva nessuna
certezza del suo passato, della sua famiglia, di quello che era, di quello che
sarà... e si sentì inutile... si sentì... solo niente. Non tanto sola, ormai
aveva superato quella parola... ma solo...il niente. Si sentiva così:
spazzatura, inutile. Non era indispensabile a nessuno, a nessuno.
Angel
continuava ad accarezzarle il viso, mentre lei piangeva ancora. La rissa con
Spike si era risolta in parità... avevano fatto una accordo... però non aveva risolto
niente, lei stava male e lui era preoccupato per ciò che avrebbe fatto una
volta smesso di piangere... Sentirono dei passi dietro di loro. Cordelia aveva
due tazze di tè su un vassoio, accanto a zucchero e biscotti. Appena però la
vide, capì che forse non era il momento di bere del tè...
<<Come
sta?>> chiese Cordelia a bassa voce. Angel scosse la testa, il brutto di
questa storia era che nemmeno lui sapeva come potesse stare. Certo, capiva che
non era al 100% dell’allegria... ma doveva parlarle, almeno capire come
comportarsi, se lasciarla sfogare oppure cercare di tirarle su il morale...
<<Credi che dovrei chiamare Buffy?>>
<<Non
credo possa fare molto anche lei...>>
<<Beh,
prova a dirle qualcosa!>>
<<Ma
cosa?>>
Cordelia
si sedette a sua volta sul letto. La coprì con una coperta blu e la guardò con
aria di comprensione. <<Faith... va tutto bene, adesso, smetti di
piangere, siamo qui...>> le disse, massaggiandole la spalla. Faith si
mise sdraiata su un lato dandole le spalle, continuando a piangere. Non voleva
nessuno... lei era il niente... ‘Oh, Faith, proprio non lo capisci, vero?
Sei solo un mezzo, uno strumento inutile, un passatempo per tutti...persino per
Buffy! Non ti avrebbe MAI chiesto aiuto!’ anche Drusilla le tornò in mente.
‘Ah, davvero? Tu conosci Angelus, non Angel>> <<Ma non lo
capisci, Faith? E’ la stessa cosa...’
<<Faith,
ti prego, non fare così, dacci la possibilità di aiutarti...>>
Scese
le scale anche Wesley, con la cornetta del telefono in mano. Anche lui la
guardò con compatimento... come Cordelia, era pieni di cerotti e graffi da
tutte le parti.
<<E...
era Buffy, voleva sapere se stavate bene...>> disse guardando Angel
preoccupato. <<Gli ho detto di richiamare più tardi, così le darò una
risposta concreta e sicura...>>
Angel
annuì. Povera... ormai stava smettendo si singhiozzare. Poco dopo, fece cenno a
Wes e Cordy di salire di sopra e di tornare un po’ più tardi, così continuò ad
accarezzarle il viso, sedendosi dall’altra parte del letto.
<<Sai,
Faith>> le disse, lentamente. <<Ci sono passato anch’io. Anche io
non sapevo che scopo avevo nella vita, non sapevo cos’ero... sai, un vampiro
con una maledizione con si trova tutti i giorni. Ci ho messo molto per capirlo:
ognuno ha uno scopo, ognuno ha un ruolo, e anche quando il mondo sembra caderti
addosso e tutte le tue certezze svaniscono, bisogna cercare di ripercorrere la
propria vita e i propri ricordi per capire cosa si era, ma bisogna soprattutto
guardare avanti e capire cosa si vuole diventare...>> Faith, anche se non
voleva, non poteva fare a meno di ascoltarlo. Aveva smesso di piangere, e non
sapeva cosa provava. Forse rabbia, ma non perché Angel non le aveva detto tutta
la verità, ma perché quello che diceva era vero, e lei non era capace di farlo.
<<Non
ce...la faccio...>> disse tra un’ultima lacrima e l’altra. <<E’
troppo...dura...>>
<<Lo
so, Faith, lo so... ma sai che posso aiutarti... devi solo fidarti di me,
d’accordo? Fidati... e ti aiuterò io a superare tutto...>>
<<Angel,
io per te sono solo... solo una copia di Buffy... io non valgo niente, ti
faccio solo pena...è per questo che mi hai aiutata... ma non conto
davvero...>>
Angel
si sdraiò sul letto, appoggiando una mano attorno alla sua vita. A Faith venne
la pelle d’oca per il freddo, ma poi si sentì piena di calore, che salì fino
alle guance...
<<Tu
sai bene che non è vero... lo dimostra quello che è successo nelle
fogne...>>
<<Allora...
vuoi dire che... che è significato qualcosa per te?>>
<<Sì...>>
<<Probabilmente
mi faccio pena da sola...>>
<<Sì,
sì, è molto probabile...!>>
<<Oh!
...Ti sarò sembrata una stupida in queste settimane, non faccio altro che
piangere...>>
<<No,
anzi, piangere fa bene, ci si sfoga. E sono contento che tu lo faccia con
me.>>
Faith
si girò verso di lui, e lo guardò negli occhi. Aveva una certezza... una sola,
però... ma bastava per farla andare avanti...
<<Angel>>
gli disse, sottovoce.
<<Dimmi...>>
<<Io...
io... Io credo di amarti...>>
FALSA
VISIONE- sesto
episodio.
Stagione:
I° di Angel
Personaggi
Principali: Angel,
Faith, Wesley, e Cordelia, ma anche Buffy per un piccolo tratto.
Commento: Il primo episodio si svolge
subito dopo la puntata “la vendetta” di Angel, e in quest’ultimo ho fatto finta
che Faith non fosse stata consegnata alla polizia ma che Angel avesse deciso di
prendersene cura lui, sotto approvazione di Kate.
It’s there inside
All I do is hide
I wish that it would just to
go away
What would you do?
All the pain
I thought I know
All the thought lead back to
you
Back to what
Was never said
Back and forth
Inside my heart
I can’t handle this confusion
Come and take me away
(Avril Lavigne, Take me away)
Una
luce quasi accecante di un sole quasi alto nel cielo entrava dalla finestra,
con la sua limpidezza illuminava una parte della camera piuttosto vuota, e pian
piano anche un leggero vento di primavera aveva deciso di liberarsi dentro la
stanza, facendo muovere i capelli ancora bagnati di Faith.
Lei
aprì gli occhi lentamente per non rischiare di guardare in pieno la luce, sfregandoseli
si girò su un fianco e guardò il ragazzo che le era accanto, che ancora
addormentato sorrideva.
Gli
toccò i capelli, anche i suoi ancora bagnati, e cominciò ad accarezzargli il
viso. La sua pelle era liscia come la seta, e il nel suo viso c’erano dei
lineamenti molto particolari, che Faith non aveva mai visto. Continuò ad
accarezzargli il viso, sperando che lui lo sentisse, ma dalla sua espressione
sembrava essere assorto in un sogno molto bello e intenso, così Faith decise di
lasciarlo riposare ancora un po’.
Si
alzò dal letto e, perdendo l’equilibrio più volte e inciampando in sedie,
mobili e divani, arrivò al bagno. Si guardò allo specchio: si era dimenticata
di nuovo di non aver messo nessun tipo di trucco il giorno precedente, così
guardò, sorpresa, la sua pelle bianca, e tuttavia molto morbida. Aprì il
rubinetto del lavandino e si lavò per bene, poi tornò a guardarsi allo
specchio.
Ma
che diavolo aveva fatto? Si era rovinata... la sua maschera, la sua corazza
così in apparenza resistente e forte era volata via... Prese subito dal suo
zaino la matita e l’ombretto, ma esitò prima di metterseli. Li guardò più
volte, guardando anche la sua immagine riflessa nello specchio. Alla fine
decise di mettersi solo un leggero filo di matita, quindi riportò i suoi
trucchi nello zaino e prese degli altri vestiti asciutti, aprendo la porta
della piccola terrazza al piano terra per mettere a stendere quelli bagnati.
Da
piccola le piaceva guardare sua madre stendere i panni puliti in terrazza. Già,
la sua vecchia casa a Boston, non molto grande ma decente. Si sedeva sullo
sgabello, nell’angolo, e la fissava. Gli occhi di sua madre luccicavano spesso
quando apriva le lenzuola profumate, forse perché stava piangendo, o forse per
il riflesso che avevano il sole e le gocce d’acqua sul suo viso. E Faith si
rendeva conto che doveva essere stata proprio una bella ragazza, da giovane,
non che non lo fosse anche a quel tempo, solo che appariva sempre stanca e
malata. A volte si domandava come facesse ad essersi ridotta in quel modo:
quasi povera, quasi divorziata, quasi sola.
Faith
stette ad osservare i vestiti neri bagnati per un po’, e si chiese se anche a
lei luccicassero gli occhi come succedeva a quel tempo a sua madre.
Il
sole cominciava a scaldarli già da subito, e si sarebbero asciugati presto,
forse pronti di nuovo per essere usati il giorno dopo. Si guardò stavolta i
vestiti che aveva indosso: neri, neri, neri. Lei aveva tutto nero, il bracciale
di sua madre, degli orecchini nello zaino, le scarpe, i capelli, gli occhi, i
vestiti... certo non poteva passare per una per bene.
Ma
se a lei piaceva essere così... Che gliene fregava del giudizio degli altri?!
Si
appoggiò al muretto, mettendo i gomiti sul cemento già bollente. Il paesaggio
non era di certo bellissimo, le auto erano in coda sulle strade, lo smog
trasformava gli alberi ai lati delle case in nuvolette nere, e le persone per
strada appoggiate ai muri che chiedevano soldi mettevano un po’ di malinconia
nel vedere che al mondo non si vive solo rose e fiori come si è abituati a
sentire e a vedere chiaramente dai telefilm holliwoodiani.
Probabilmente
però, l’essere ricchi o poveri e il nascere sani o malati, chi lo decideva?
Magari l’unica spiegazione razionale era... il destino. A volte ingiusto, a
volte sbagliato, ma non puoi farci niente. E il suo di destino? Una ragazzina
povera, con tre fratelli, un padre che tornava e andava avanti e indietro dalla
galera e una madre alcolizzata? Anzi, da poco aveva scoperto che essi erano a
dirittura vampiri, e che lei non era mai stata cosciente di niente. Era quella
la via che aveva scelto per lei il destino?
Faith
continuò a guardare il cielo limpido di quella mattina. L’azzurro sembrava
essere un insieme di emozioni. Ogni volta che provava qualcosa di nuovo,
guardava alto nel cielo e aggiungeva pezzi al puzzle. E adesso, un altro
sentimento che non aveva mai provato era volato in quel cielo brillante.
Tornando
al destino, sua madre glielo diceva spesso. Che quello non era il suo destino.
Che lei era destinata a fare grandi cose e a salvare moltissime persone. A quei
tempi Faith credeva che sua madre si riferisse agli studi di medicina, ma forse
adesso poteva pensare che ci aveva proprio azzeccato. Beh, dal giorno in cui
arrivò a Sunnydale, un piccolo stop di mezzo annetto e otto mesi in coma,
dall’incontro/scontro con Angel fino ad oggi, insomma.
"Buffy
mi diceva spesso che siamo noi gli artefici del nostro destino. A volte
immagino che se non avessi scelto la strade dell’oblio e delle ombre, e quindi
quella del male, sarei potuta essere diversa adesso. Sono destinata a soffrire
per i miei stupidi errori. Per le mie vecchie cavolate. E ho rimorsi, parecchi
rimorsi. Adesso sto con un ragazzo che un anno fa volevo uccidere con una
freccia avvelenata... rubare la sua anima. Solo per vederla soffrire, vedere
soffrire Buffy. Per lei però è più semplice. Il suo destino adesso è uguale al
mio, ma ha della gente che le facilita il compito, e cioè una bellissima madre,
degli amici, una vita. E’ questa la nostra differenza. Lei è abituata a
tutto questo. E io vorrei tanto avere la sua fortuna. Ma non voglio cominciare
a commiserarmi. La mia vita ora mi piace. Non è delle migliori, ma nemmeno
delle peggiori. E mi sta bene."
All’improvviso
sentì una voce femminile che chiamava qualcuno. Non seppe dire con esattezza se
proveniva dalla strada o da dentro casa, comunque decise che forse era meglio
rientrare per non cominciare a ripensare ai ricordi e a compatirsi. E dopo un
attimo... dopo aver chiuso la porta della terrazza...e chiuso bene le
tende...dal piano di sopra un forte... BAM!
Si
voltò in fretta e, dopo aver dato un’occhiata ad Angel, lo chiamò più volte,
salendo le scale di corsa. Qualcosa era caduto, magari un vaso o un
soprammobile. Arrivò davanti alla porta, e vi trovò Cordelia a terra che si
premeva in continuazione la fronte, e che urlava come una pazza. Si mise in
ginocchio a fianco dell’amica e la aiutò a rialzarsi. Forse era stata lei a
chiamarla poco prima?
<<Cordy?
Va tutto bene?>> le chiese, perché quelle erano le prime parole che le
erano venute in mente, anche se suonavano molto sciocche e stupide. Aveva avuto
una visione, di sicuro.
<<Sì,
è solo che... una visione... appena sono entrata... dobbiamo correre... una
donna, dei demoni...>> spiegò a fatica Cordelia, ancora sconvolta.
Rischiò di cadere un'altra volta per terra e finire sui vetri rotti di un vaso
che aveva rotto poco prima per appoggiarsi al comodino, ma Faith la tenne
stretta bene e la fece sdraiare sul divanetto nero lì accanto.
<<Ma
anche in pieno giorno rompono le Forze dell’Essere cavolo!?>> commentò, a
bassa voce.
<<...in
un, un locale...c’è del sangue...sta per morire!!>> Cordelia cominciò ad
urlare. <<Oddio!>>
<<D’accordo,
calmati, che locale?>> disse Faith lentamente. Lei non rispose,
continuava semplicemente ad urlare. I capelli lunghi come quelli di Faith le
coprirono il viso. Cominciò a piangere. Faith non seppe cosa fare. Chiamò
Angel, ma nessuno era ancora arrivato.
<<Fanno
sempre più male, sempre più male!>> gridò Cordy, dandosi da sola delle
botte sulla fronte, anche se leggere. <<Fanno male, troppo
male...>>
<<Cordy,
ascoltami! E’ importante, che locale?>> le chiese, scotendola un po'
giusto per costringerla a guardarla. Sapeva che per lei era difficile, ma la
donna che aveva accennato prima poteva essere seriamente in pericolo. Cordelia
si calmò, ma il respiro era sempre affannato. Piangeva ancora, e aveva le
guance tutte bagnate.
<<Sulla
quinta strada... a sinistra... è bionda si...si chiama Lizzie!!... fa presto...
sta per morire, Faith... Sta per morire oddio! Degli spari, degli
spari!!!>>
<<Ok,
ok, Cordy ascoltami! Stai calma, va bene? Tornerò subito, prometto>>
<<Io...>>
Le diede un leggero bacio sulla fronte, poi si allontanò.
Cordelia
socchiuse gli occhi. Ne stava arrivando un’altra. Faith però aveva già preso la
giacca e stava aprendo la porta, Cordelia si premette di nuovo la fronte, come
se in quel modo passasse tutto. Sospirò e si mise seduta, ed eccola che arriva.
Urlò
di nuovo, poi aprì gli occhi, confusa. <<No, Faith aspetta! E’ tardi...
il suo destino è stato compiuto... è già morta...>> ma Faith era ormai
lontana.
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ORE
21.00, Il giorno prima.
<<E
adesso, cosa intende fare, mio Signore?>> chiese una vocina sottile e
cupa, appartenente ad un demone basso e piccolo, piuttosto impacciato.
<<Con la Cacciatrice e il Vampiro, intendo, mio onorevole e amatissimo
Signore>>
<<La
situazione è critica. Neanche Krayto è riuscito a fermarli. Era fatto
praticamente di pezzi di demoni, demoni potentissimi e imbattibili, e lui era
altrettanto potente. Anche se l’ ho mandato nella città della Cacciatrice in
carica, era chiaro che volessi ucciderli tutti, compresi loro. Non sapevo che lei
sarebbe, insieme a tutti i suoi amichetti umani, riuscita a trovare un modo per
indebolirlo e ucciderlo.>> rispose un demone, guardandoli uno ad uno, la
sua voce era potente e sembrava quasi stridula, era seduto su una sedia,
vestito di nero, il volto per metà coperto dal cappello rugoso del lungo
mantello. Sotto di lui, in ginocchio, vi erano molti demoni, alcuni già visti,
e tra loro c’erano anche esseri umani.
Poi
continuò: <<Se non possono essere sconfitti da demoni quando sono
insieme, potremmo decidere di attaccarli quando sono soli. Tu, tu Wilkis, che
conosci bene la Seconda Cacciatrice, hai da dire qualcosa?>> indicò con
le lunghe dita affilate un uomo, il quale si fece di due passi più avanti, ma
non alzò lo sguardo verso il demone.
<<Secondo
me, potremmo provare per via legale. Avranno molti problemini che non possono
risolvere facilmente, se ne creiamo un po’.>> rispose. Alzò per metà la
testa, ma poi tornò a guardare il pavimento.
<<Non
guardarmi, sciocco umano!>> gridò il demone. <<Potresti morire
fulminato!>>
<<Mi
dispiace, Signore, mi perdoni vostra eccellenza...>>
<<Continua.>>
<<Potremmo,
lei, Sua Eccellenza, potrebbe prendere un poliziotto umano. Ordinargli di
mettere i bastoni tra le ruote alla Cacciatrice!>> si fermò per un
attimo, ridendo ad alta voce, ma vedendo che nessuno di loro condivise la
risata, tornò serio e riprese a parlare. <<Come dicevo, potrebbero avere
molti problemi. Per esempio, mettendo fuori uso la loro amica poliziotta,
sarebbero accusati di omicidio, dato che sono sempre presenti sul luogo del
delitto... e tutte quelle cose. Se non funziona, beh, potremmo attuare il piano
B. La seconda cacciatrice è appena tornata dalla via del male. In qualche modo,
potremmo...>>
<<...Potrebbe
andare ma una cosa alla volta. Buona, Wilkis.>> si congratulò il “Capo”.
<<No,
Signore ma lei è stato l’artefice di tutto, senza le sue brillanti idee io non
sarei mai arrivato a questo...>>
<<Beh,
modesti a parte sono molto intelligente.>>
<<Signore?>>
intervenne un altro demone. Fece due passi avanti, poi si mise in ginocchio
anche lui. <<Io avrei un’altra idea. Potremmo agire in un altro modo,
tramite la visionaria.>>
<<Ti
ascoltiamo.>>
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Prese
la metro e arrivò in un lampo sulla quinta strada. Entrò nell’unico bar che
c’era su quella via, e a sua sorpresa non vide nessuna donna bionda o in
pericolo. Si guardò un po’ in torno. Possibile che Cordelia avesse sbagliato?
Nessun demone in vista. Solo persone normali che sorseggiavano birre e
chiacchieravano allegramente tra di loro. Rimase per un po’ a guardarsi in
torno, poi guardò da cima a fondo il retro e il davanti del locale. Ma niente
fuori posto, neanche del sangue. Provò a chiedere in giro, ma nessuno l’aveva
mai vista. Anche il barista, Bob, aveva ammesso non averla mai vista. Poco
dopo, prese il cellulare e chiamò Cordelia. Al telefono rispose, invece,
Wesley.
<<Angel
Investigations, pro...>>
<<Passami
Cordelia.>> disse in fretta, interrompendolo.
<<Ciao
Faith, sì ti passo Cordelia.>>
<<Faith?>>
<<Stai
bene Cordy?>>
<<Io...
più o meno... la ragazza piuttosto, trovata?>>
<<Non
c’è. Nessuna traccia di lei o di qualcuno in pericolo.>>
<<Vuoi
dire che... la mia visione era sbagliata?>>
<<Falsa
visione, sì.>>
Continua……………