Buffy Rpg

Episodio 4

Chiave per un Altro Mondo

 

dei ragazzi del Buffy Rpg - Personaggi e interpreti:

Buffy

Claudia

claudia_blx@yahoo.it

Willow

Heles

angeldeath4spike@yahoo.it

Xander

Max

flivero@tin.it

Anya

Heles

angeldeath4spike@yahoo.it

Andrew

Demonico

domenicofantasy@hotmail.com

Dawn

Sarah/Lucia

spuffythebest@yahoo.it / littellovedream@yahoo.com

Giles

Max

flivero@tin.it

Desio

Max

flivero@tin.it

Spike

Simone

kordusit@yahoo.it

 

Sito: http://it.groups.yahoo.com/group/Buffy_r_p_g/
Pairing: Xander/Anya
Ambientazione: Dopo la settima stagione di BtVS.
Riassunto: Buffy si ritrova in unaltra dimensione in cui i suoi amici diventano i suoi peggiori nemici e viceversa. Qui il suo compito è quello di salvare demoni e vampiri dagli spietati esseri umani.
Attenzione: Contiene scene di sesso e di violenza.

 

 

Era la solita notte al solito cimitero soltanto più noiosa del solito. Sembrava quasi che tutti i demoni avessero deciso di starsene nascosti. Spike stava camminando, accanto a Buffy, tra le lapidi quando disse ad alta voce alla Cacciatrice: "Questa sera non c’è proprio nessuno. Vorrei sapere che ci stiamo a fare qui! Mi sono stufato. Allora, volete venire fuori o no, dannati demo…!" ma non fece in tempo a finire la frase che un vampiro gli saltò addosso facendolo cadere a terra. Spike, ritrovatosi sotto al demone, gli tirò un pugno facendolo cadere all’indietro poi, una volta rialzatosi, gli tirò un calcio in faccia.

Intanto erano sbucati altri vampiri che stavano attaccando Buffy. Spike, per aiutarla, sollevò una parte di una lapide che si era spezzata e lo ruppe sulla schiena di un demone che, tramortito, cadde.

"Grazie!"

Buffy fece appena in tempo ad alzarsi che un altro vampiro le fu addosso. Corse verso l’albero più vicino cercando di difendersi. Staccò un ramo e lo conficcò nel cuore dell’avversario. "E uno!" corse verso Spike e lo aiutò a far fuori un altro vampiro. Ne rimanevano ancora 2.

"Su, coraggio, fatevi avanti." disse Spike ai due vampiri. Uno di loro fece per avvicinarsi ma venne fermato da un possente calcio in faccia che lo stese; immediatamente Spike si lanciò, estraendo un paletto da sotto la giacca nera in pelle, verso l’altro e lo trafisse facendolo diventare polvere. Dopodiché si girò verso il vampiro che stava cercando di rialzarsi e gli lanciò contro lo stesso paletto colpendolo al cuore. "Come al solito ho fatto tutto io… mi sembri un po’ fuori forma Buffy."

"Sono un po’ preoccupata! Sai, tutta questa storia… Comunque grazie!" disse rivolgendosi a Spike. "Non credo che se ne faranno vedere altri! Facciamo ancora un giro poi andiamo a riposare! Può farci bene" Camminarono nel buio della notte. Un vento leggero si era levato e portava aria di magia.

Mentre camminavano Spike notò qualcosa che si muoveva nell’oscurità: "A quanto pare non vogliono proprio lasciarci riposare! E pensare che sembrava una notte così tranquilla! Tra i cespugli… sembra ci sia qualcosa", disse indicando un punto di fronte a loro.

"Altri vampiri?? No!!! Perché devono proprio arrivare ora! Ok, li sistemerò subito! Avanti, fuori!" urlò Buffy. Dal cespuglio non uscivano altri suoni che un vago o leggero respiro. "Vampiri? O altro? Spike, non è un vampiro."

Nel cimitero, improvvisamente ci fu uno spostamento d’aria e accanto a Buffy e Spike si aprì istantaneamente una fossa. Desio si materializzò a pochi passi da loro. "Complimenti, Buffy! Vedo che, pur essendo un’umana, la tua prontezza di riflessi è buona. O forse è stato solo un caso che ti abbia mancato di pochi centimetri?" disse Desio, in tono gelido.

L’essere che si trovava tra i cespugli fece la sua comparsa: era uno spaventoso, ma in qualche modo elegante, drago a due teste. "Sono qui per darti un’informazione, Buffy! Aprirò la Bocca dell’Inferno e tu non potrai fermarmi perché ora ti ucciderò insieme al tuo ridicolo amico vampiro."

"Aprire la bocca dell’inferno? Ma voi cattivoni non sapete fare altro per divertirvi?" rispose ironica Buffy. "Ok, fa come vuoi, ma sappi che io ti fermerò, insieme al mio amico vampiro. E se non ti va bene, sparisci!!"

"Piccola sciocca creatura! Non sarà certo la tua insolenza a salvarti! Ora basta parlare, muori!" disse gelidamente Desio. Si lanciò a folle velocità contro la Cacciatrice, leggendo con soddisfazione la sorpresa nei suoi occhi. La colpì con un pugno, scagliandola qualche metro più in là. Si fermò a guardarla. Come previsto. Era solo un’umana impertinente. "E ora dimmi, Buffy, se sei ancora viva, naturalmente, chi mi potrà fermare quando aprirò la Bocca dell’Inferno? Forse questa inutile creatura della notte?" domandò, freddamente, alludendo a Spike.

"Mi dispiace molto" disse la Cacciatrice alzandosi. "Ma sono più di una semplice umana…" e si lanciò contro il semidio. Anche i suoi occhi ora emanavano stupore. Ricevette un calcio in pieno stomaco e, senza aver il tempo di reagire si ritrovò travolto da una raffica di pugni pieni di rabbia e in men che non si dica si ritrovò lui a terra. "…Sono la Cacciatrice" esclamò Buffy, contenta di avere i suoi poteri. "Spike, se mi aiuti, magari, lo sistemiamo bene!!"

"Mi sembra che te la stia cavando bene anche senza di me! Comunque ora ti aiuto. Non ho voglia di stare qui a guardare… e poi devo vendicarmi di tutti i pugni che mi sono preso", disse Spike. Si avvicinò a Desio, ancora disteso a terra, e gli tirò un calcio in faccia. Poi si chinò, lo prese per i baveri e lo scaraventò con forza contro un albero.

Desio si rialzò in piedi, rapidamente. "Maledetti! Come avete osato?" gridò, furioso, il folle semidio in direzione di Buffy e Spike. "Non sapete che è inutile mettervi contro di me? Ora vi mostrerò quello che solo un grande semidio può fare!" Desio impugnò una spada e fece un rapido movimento in direzione dei due avversari. Subito partì un vento fortissimo che fece volare via la Cacciatrice e il vampiro insieme alle lapidi, la terra e gli alberi e li scagliò lontano.

Desio doveva andarsene. Buffy si era dimostrata un osso più duro del previsto. Avrebbe trovato più in là un modo sicuro per eliminarla. Il semidio salì sul drago a due teste, il quale volò via, lontano.

"Tutto bene?" chiese Buffy a Spike. "Direi che per oggi ne abbiamo avute abbastanza… che ne dici di tornare a casa?" Disse la Cacciatrice incamminandosi verso l’uscita del cimitero. "Domani ne parlerò con il signor Giles… magari riusciremo a scoprire qualcosa… ora però sono stanca…!" Si fermò un attimo e guardando l’amico gli sorrise "Grazie Spike… grazie per l’aiuto che mi stai dando in questi ultimi tempi!" Poi guardò verso il basso, un po’imbarazzata ma consapevole d’aver fatto la cosa giusta ringraziando l’amico "Allora… andiamo…?!"

"Beh… non ti abituare male. Ti ho dato una mano soltanto perché avevo voglia di un po’ di azione. Comunque è già abbastanza tardi… direi di andare", disse Spike.

Buffy era molto stanca e quella sera decise di sbrigarsi ad andare al letto. La sua camera, era calda e accogliente, e quella sera lo sembrava ancora di più. Era stanca, si sdraiò un attimo, rimandando tutti i pensieri e le cose da fare a dopo. Chiuse per un momento gli occhi, ebbe un capogiro, così li riaprì.

Quello che vide la spaventò. Il posto in cui si trovava non era camera sua, guardò sopra di sé, un cielo nero copriva la sua testa, intorno a sé, una strana erba alta la circondava, e, in lontananza la città. La ragazza si alzò. Decise che doveva vedere cosa stava accadendo, e l’unico modo era recarsi a Cose preziose, dove avrebbe potuto incontrare Giles e i suoi amici. Nemmeno la città sembrava la stessa, tutto era più scuro… sapeva di morte. La Cacciatrice scorse Xander passare dall’altro capo della strada, così grido all’amico: "Xander, ehi… Xander!"

"Dove accidenti eri, Buffy!" rispose, irritato, Xander "Pensavamo che ci accompagnassi poco fa! Non ricordavi che dovevamo andare a fare la festa a quei vampiri? Giles ci è rimasto un po’ male ma per fortuna c’eravamo noi ad aiutarlo!"

Fece un attimo di pausa, poi guardò con un po’ di stupore la Cacciatrice. "Che cosa hai? Stai bene? Hai un’aria un po’ spaesata! E poi che cosa ci facevi qui? Stavi dando la caccia a qualche demone per conto tuo, eh? Senza chiamare gli amici!" scherzò, infine, il ragazzo.

Buffy non comprendeva le parole dell’amico, ma non voleva tradirsi, prima, infatti, voleva capire la situazione. Sorrise all’amico. "No, no, tutto a posto, ora però che ne dici se andassimo dal signor Giles? Devo chiedergli alcune cose… "

Xander entrò nel vicino municipio, seguito dalla Cacciatrice e non si accorse dello sguardo perso della ragazza. "Chissà che cosa avrà da dirci il vecchio sindaco! Ultimamente è su di giri… si avvicina il gran giorno!" osservò allegramente il ragazzo. La grande costruzione aveva un’aria spettrale. Al suo interno tutte le stanze erano al buio. Una gigantesca scala scendeva in un luogo da cui sembrava provenire l’unica luce presente in tutto il palazzo. Xander precedette la Cacciatrice, con passo sicuro. Si voltò un paio di volte a guardarla e le chiese nuovamente: "Insomma, Buffy! Che cosa ti prende? Dalla tua espressione sembrerebbe la prima volta che entri in questo luogo!"

In un’ampia sala, i membri della Scooby Gang stavano facendo una riunione. Giles si voltò verso i nuovi arrivati. Lanciò un’occhiata severa alla Cacciatrice e le disse: " Buffy, finalmente! Abbiamo sentito la tua mancanza, oggi!" si voltò verso gli altri e proseguì il discorso "…e quindi domani al tramonto ci sarà l’asta dove acquisteremo i 100 schiavi che adopereremo per il sacrificio che ci servirà per la cerimonia della notte di dopodomani… finalmente potremo aprire la Bocca dell’Inferno, con l’aiuto della Chiave, naturalmente!" lanciò un’occhiata ossequiosa in direzione di Dawn.

Dawn osservò tutti con aria soddisfatta e potente, poi con un accenno del capo, disse rivolta a Giles: "Certo, sa benissimo che darò il mio massimo aiuto in questa operazione" La ragazza sembrava posseduta agli occhi della sorella che guardava incredula Dawn mentre con una sicurezza da lei mai sfoggiata rispondeva all’Osservatore, che faceva discorsi alquanto assurdi per le orecchie di Buffy. "Scusate… non vi seguo, cosa sta accadendo?", chiese alla platea seduta attorno al tavolo poi si rivolse direttamente a Giles: "Signor Giles… cosa accade?"

"Buffy, come che cosa accade! Sembra tu sia un po’ strana, oggi! Non ricordi la profezia? - Per ogni generazione, c’è una prescelta che si erge contro i vampiri e i demoni e a favore delle forze delle tenebre! Lei è la Cacciatrice! – È da parecchio che ne stiamo parlando e che ci prepariamo all’evento! Come tuo Osservatore ti ho addestrato proprio per la lotta alle creature immonde. Le abbiamo uccise e quelle sopravvissute le teniamo perché ci sono utili! E dopodomani sera, apriremo la Bocca dell’Inferno di Cleveland, proprio sotto questo edificio, con il sangue di 100 schiavi e con l’aiuto di Dawn! Ti ricordi, ora?" rispose, in tono severo, l’Osservatore.

Buffy non aveva ancora un’idea chiara su ciò che stava accadendo. L’unica cosa certa, per ora, era che quell’ambiente, quelle persone e quella città non erano le solite, non facevano parte del suo mondo. Iniziò a pensare che quello non fosse il suo universo, che fosse un universo parallelo al suo e, che per qualche strana ragione, l’avesse risucchiata al suo interno. Per tornare a casa sua, nel suo mondo, però, doveva sapere più cose possibili, e l’unico modo era quello di tenere il gioco, onde evitare di inimicarsi Giles e il resto del gruppo. "Si, ora ricordo…" disse, abbozzando un sorriso. "Non so proprio cosa abbia oggi… sarà la stanchezza… scusatemi!" Si accorse che il suo tono era troppo roseo per quell’ambiente, così, prese un posto a sedere e guardando gli altri chiese: "Allora?" La Cacciatrice sapeva che con una domanda vaga come quella non avrebbe certo potuto tradirsi, e, al contempo avrebbe potuto ricavare delle notizie.

"È chiaro, Buffy! Mentre noi prepariamo tutto per la cerimonia tu dovrai occuparti degli ostacoli!" rispose Giles, sedendosi anche lui e voltandosi verso la Cacciatrice "Spike! Quel maledetto sta alzando un polverone di cui non abbiamo assolutamente bisogno e sta incoraggiando i vampiri alla rivolta… Eliminalo! Eliminalo in fretta, Buffy! È un ordine del tuo Osservatore!" esclamò in tono perentorio Giles, mentre tutti gli altri della Scooby Gang annuivano guardando sia lui che la Cacciatrice. "Ed elimina anche Desio… pure lui potrebbe cercare di fermarci… uccidili tutti e due, Buffy!"

Buffy annuì. "Sì, tutto chiaro, ma dove posso trovarli?", chiese sperando di non dire qualcosa di sconveniente. Il suo posto era accanto a quello di Dawn, la sorella le era vicina non le sembrava nemmeno la stessa persona che conosceva, la guardò per un momento, poi, per non destare alcun sospetto ritornò a guardare l’Osservatore in attesa di una risposta.

L’Osservatore lanciò un lungo enigmatico sguardo alla Cacciatrice. "Strano che tu me lo chieda. Ti scontri con loro quasi ogni giorno… comunque li troverai girando per Cleveland. Ovunque ci sono vampiri o demoni che cercano di ribellarsi, ci sono quei due…" Giles si alzò dal suo posto e fece qualche passo nella sala, avvicinandosi alla porta da dove si intravedeva una stanza alle cui pareti erano appese come trofei di caccia, numerose teste di demoni.

Willow emerse da un angolo della stanza scarsamente illuminato. I capelli corvini e il rossetto color fuoco risaltavano sulla pelle diafana. "Si stanno muovendo, Signor Giles. Stanno venendo qui."

L’Osservatore si voltò verso la giovane strega , dopodiché si affacciò a una grande finestra e fissò la moltitudine dei vampiri che stavano manifestando per le strade di Cleveland. Si girò in direzione di Buffy e disse, con un sorriso crudele: "Fantastico! Parli del diavolo e… Buffy, quale migliore occasione di questa? Scendi giù e uccidi Spike! Quell’idiota di un vampiro è venuto proprio nella tana del leone. Vai ora! Io vado a fare un paio di telefonate per organizzare l’asta di domani sera." Il signor Giles si ritirò nella "stanza dei trofei".

Buffy non poteva uccidere Spike… osservò la situazione che le si prospettava dinanzi… "No, non è certo questo il momento per ucciderlo…!" disse mettendo su un bluff. "Ho un piano, fidatevi… ora vado!" e si affrettò a scendere giù per la strada senza dar modo agli altri di replicare, evitando così di dover dare risposte. Una volta scesa in strada guardò l’amico. "Spike… Spike!" gridò, sperando di non suscitare una rivolta, visto che in quel mondo erano nemici.

"Eccola che viene!" disse a gran voce Spike alla moltitudine di vampiri. "Ha persino il coraggio di farsi vedere! Lei, che ha ucciso così tanti dei nostri fratelli! Ma, se noi ci ribelleremo, non saranno morti invano! Tu!" disse rivolgendosi a Buffy. "Cosa vuoi da noi! Sappi che prima o poi ti uccideremo e ci libereremo dalla tirannia del crudele Giles!"

Buffy non poteva credere che Giles fosse un uomo crudele in quella dimensione. Guardò l’amico per un po’. Lo osservò cercando di scrutarne i gesti e ascoltando bene le parole… era chiaro: loro due, in quella dimensione erano acerrimi nemici. La ragazza, non sapeva che cosa fare, raccontare all’amico ciò che le era successo e chi era nella sua dimensione, o tenere il bluff… alzò lo sguardo e vide il gruppo che la osservava da una finestra. *Non possiamo certo parlare qui… con loro che ci osservano! Capirebbero troppo!* pensò, così disse al vampiro "Spike, ti va di seguirmi poco distante da qui… ti propongo una pausa!"

"Mi hai preso per uno stupido? Avrai sicuramente un paletto nascosto da qualche parte. Se vuoi dirmi qualcosa puoi dirmela qui, in modo che tutti i vampiri possano sentire."

Buffy si tolse la giacca e la buttò a terra. "Coma vedi non nascondo alcun paletto!" Guardò il vampiro. "Spike… ti do la mia parola, non ti attaccherò ne cercherò di ucciderti, voglio solo parlarti!"

*Uhm…sembra disarmata. Penso di potermi fidare, in fondo, potrebbe avere veramente qualcosa da dirmi.* "D’accordo. Ma ricordati che, se i miei compagni non mi vedranno tornare, assalteranno il palazzo", disse Spike. Poi si avvicinò a Buffy. "Allora, dove andiamo?"

Buffy accennò un sorriso al vampiro "Ti ringrazio!" disse, poi svoltò in un angolo che portava in un vicolo a senso unico, piuttosto deserto. "Vieni" disse a Spike indicando un’asse dove sedersi. "Volevo parlarti… io non ho alcuna intenzione di ucciderti, né te né i tuoi amici, almeno finché non attaccherete degli innocenti… c’è una soluzione?" Chiese la donna al vampiro.

"Una soluzione? E lo chiedi a me? Siete voi il problema, non noi. Vogliamo soltanto essere lasciati in pace e non trattati come delle bestie. Tutto qui… non mi sembra di chiedere tanto!"

"No, non chiedete tanto…" disse Buffy che iniziava a sospettare che anche il mondo dei vampiri e dei demoni fossero capovolti e che in quel mondo, lei e il suo gruppo fossero i cattivi da battere e i vampiri i buoni da proteggere. "Ma voi succhiate sangue a noi umani, uccidendoci… cosa dovremmo fare, noi?" chiese Buffy, sapendo di rischiare di tradirsi, ma troppo presa e ormai troppo curiosa di arrivare a capo di quella situazione per lasciare tutto il loro discorso a metà a chiuderlo lì. La Cacciatrice guardava Spike in attesa di una risposta e intanto la pervadeva la paura e il dubbio di sapere se sarebbe mai riuscita a tornare nel suo mondo.

"Sei impazzita? Senti, non sono venuto qui per farmi prendere in giro. Non posso certo dire che sia stato un piacere parlarti. Arrivederci."

Buffy capì che ciò avveniva solo nel suo mondo, e che in quella dimensione i vampiri non facevano nulla di tutto ciò. La ragazza trattenne Spike. "Spike! Scusami, è solo che ho una tale confusione in testa… ascoltami, io voglio salvarvi e aiutarvi, non combatterò mai più contro di voi e mi dispiace se l’ho fatto, ma ho il problema del mio gruppo, devo tenere la maschera della Cacciatrice cattiva con loro! So che per te è difficile credermi, ma io spero tu ti possa fidare di me, perché ti sto dicendo la verità… ti spiegherei tutta la storia… ma mi devi credere, e non pensare che io sia matta… d’accordo?"

"E tu pretendi che io creda a colei che, fino a poco tempo fa, ci voleva tutti morti? Supponiamo anche che io non ti creda matta…chi mi garantisce che non stai facendo il doppio gioco?" disse Spike. Certo non poteva fidarsi della Cacciatrice, ma voleva darle almeno una possibilità. In fondo poteva rivelarsi un potentissimo alleato.

"D’accordo Spike… vedi, io vengo da un’altra dimensione… mi spiego. Ieri sera ero con te, nel mio mondo, dove i vampiri assalgono le persone e i buoni e li combattono, e, nel mio caso, i buoni sono proprio il gruppo che vi perseguita… Intendo Giles e gli altri… comunque, sono tornata a casa con te, ti ho salutato, mi sono messa al letto e… e mi sono svegliata in questa dimensione! Nel mio mondo io e te siamo amici, cari amici!", spiegò la Cacciatrice al vampiro. "E so che è difficile credere a questa storia… perché è assurda, so anche che non hai motivi per fidarti di me… ma io non sono la Buffy che conosci tu!"

"E tu ti aspetti che io ci creda? Considerate noi vampiri così stupidi da credere ad idiozie come questa? Comunque sia, voglio metterti alla prova, dopotutto potresti essere semplicemente impazzita… oppure sei caduta e hai battuto la testa. Ricordati, però, che ti terrò d’occhio e, anche se puoi affrontare qualcuno di noi, dubito che riusciresti a sopravvivere a tutti quanti.Ora dimmi cosa hai in mente di fare."

Buffy sorrise felice. "Grazie…" Poi riacquistò un’espressione seria. "Teniamo il gioco… facciamo finta di essere nemici, io fingerò di voler uccidere te con la mia banda, e tu farai lo stesso nei miei confronti. Ci vedremo qui, tutte le sere, a quest’ora… che ne dici?"

"Sì, d’accordo, ma tutto ciò a che scopo? So per certo che il sindaco sta preparando una cerimonia. Di che genere di rito si tratti non sono riuscito a scoprirlo ma, conoscendo Giles, non sarà nulla di buono. Dobbiamo assolutamente cercare di fermarlo. Hai qualche idea?"

"Oggi stesso cercherò di ricavare più informazioni possibili da Giles su che cosa voglia fare, poi, domani, ti dirò di che cosa si tratta, e allora penseremo a cosa fare e a come fermarlo", rispose Buffy a Spike. Poi si alzò, pronta ad andar via, prima però si girò verso l’amico riacquistato. "Spike, grazie di credermi… e mi raccomando, non parlare di questa storia con nessuno… mi raccomando, non lo deve sapere nessuno, rischiamo troppo, sia io, ma sopratutto voi!", si raccomandò la Cacciatrice.

Buffy prese la parte opposta a quella che aveva scelto Spike. Molti dubbi e paure giravano vorticosamente nella sua testa. Non sapeva che cosa doveva fare ne come, l’unica cosa che la confortava, era che, da quel momento, Spike sarebbe stato al suo fianco. Intanto la notte aveva inghiottito la cittadina, le poche auto che giravano circolavano in piccoli vicoli bui, per le strade, solo qualche senzatetto.

Xander e Willow avevano seguito Buffy quando era uscita dal municipio ma non avevano prestato attenzione alla conversazione tra lei e Spike. Infatti, quasi subito Xander indicò a Willow un punto poco lontano della strada, dove sembravano esserci molte persone. Il giovane insieme alla sua amica, incuriositi, andarono a vedere che cosa stava succedendo. Xander vide che erano gli uomini del Consiglio che portavano i demoni e i vampiri schiavi. Le creature erano state incatenate, per rendere loro impossibile ogni tentativo di ribellarsi. Venivano maltrattati e a volte frustati. L’attenzione del giovane fu attirata da una demone in particolare, il cui aspetto umano era particolarmente piacevole. Xander si avvicinò a uno degli uomini del Consiglio per chiedere informazioni. Raggiunse Willow. "Bello spettacolo, vero? E pensare che domani questi esseri saranno venduti all’asta e dopodomani uccisi per la Cerimonia!"

"Sì, davvero uno spettacolo meraviglioso… Però è un peccato che debbano essere sacrificati… Non potremmo prenderne uno o due e giocarci un po’? Per favore…"

Il tono di Willow era supplicante, quasi al limite della petulanza.

Con le dita arricciava distrattamente una ciocca di capelli mentre osservava quello spettacolo con gli occhi luccicanti di desiderio.

"Ho già scelto chi comprare!" rispose Xander risoluto all’amica. Si avvicinò alla demone adocchiata poco fa. "Anya, la demone della vendetta! Uno dei tuoi carcerieri mi ha detto chi sei!" le disse con la superiorità con cui un normale umano era solito trattare un demone. La schiava era stata palesemente maltrattata e Xander notandolo provò dispiacere e si stupì di questo sentimento. Diede dei soldi a uno degli uomini del Consiglio. "Ti ho appena comprata! Sarebbe un peccato che una demone così carina venisse torturata o uccisa. Ora sei mia, contenta?"

La demone alzò lo sguardo verso il suo nuovo padrone. Lo guardò con un misto di disprezzo e di paura. Gli esseri umani sapevano solo essere crudeli e privi di scrupoli verso i demoni. Da tempo, Anya veniva sfruttata da persone che la invocavano per vendicarsi di altre persone. Gli esseri umani sapevano essere solo spietati. Chissà se quel ragazzo che l’aveva comprata sarebbe stato diverso dagli altri e l’avrebbe trattata gentilmente oppure era brutale come tutti gli altri suoi simili. Ora Anya era stata comprata. Che cosa sarebbe stato di lei? Aveva paura, ma pensava di poterla controllare. L’orgoglio non le avrebbe mai permesso di dimostrarsi debole nei confronti di qualcun altro, specie di quel cafone che si trovava di fronte. Si preparò di buon grado a seguire la coppia.

"Che ne dici, Xander?" disse Willow avvicinandosi al demone. Le accarezzò il viso, le sfiorò i capelli e strappò ancor di più il misero cencio che la ricopriva. "Potremmo legarla al muro, frustarla un po’ magari, e poi… "

"No!" rispose secco Xander. In un altro momento avrebbe acconsentito più che volentieri: lo divertiva (e a volte lo eccitava) vedere Willow mentre si divertiva con le loro prede. Ma quella volta era diverso. Sentiva qualcosa crescere dentro di lui che gli diceva che non poteva riservare quel trattamento alla ragazza che gli stava di fronte.

Willow lo guardò con gli occhi pieni di cupidigia e mise su il broncio. Sembrava una bambina di 4 anni a cui è stato negato il gelato. "Sei cattivo, lo sai? Vuoi tenertela tutta per te? Lo so… È una bella ragazza tutto sommato… Scommetto che vuoi scopartela prima di torturarla un po’… Ma perché non mi fai partecipare? Sei ingiusto…"

"No… Non è così…" riuscì a balbettare Xander, scrollando la testa, come per scacciare i cattivi pensieri.

"Sai…", continuò Willow portandosi alle spalle della ragazza, "potrei farti vedere un paio di cose interessanti… E scommetto che piacerebbero anche alla bella demone…" si spostò finchè le due non si trovarono faccia a faccia " …non è vero? Scommetto che non vorresti morire piuttosto che far vedere che ti piace, ma vedrai… Saprò farti urlare… E non solo per il piacere…" Un sorriso sottile come l’ultima falce di luna illuminava il viso di Willow, ma non andava oltre la bocca. I suoi occhi infatti erano pieni di una passione sadica che trasmetteva solo un senso di gelo lungo la spina dorsale. Avvicinò ancor di più il viso a quello di Anya, posandole un bacio delicato sulle labbra.

La demone disgustata da tutto ciò non riuscì più a trattenersi, e quando la strega si allontanò da lei raccolse un po’ di saliva in bocca e le sputò in faccia.

"Ahhhh!!!!!!! Brutta stronza!", urlò Willow pulendosi il viso con il dorso della mano. "Ora te la faccio pagare!!" E così dicendo afferrò Anya per i capelli.

Xander sentì un moto di rabbia crescergli dentro. Non poteva sopportare che Willow facesse una cosa del genere, e intervenne a separare le due.

"Buone ragazze… Conservate le energie per dopo…" Riuscì a staccare Willow da Anya, ma vide che la volontà di vendetta si era irrimediabilmente impressa nei suoi occhi. Non avrebbe potuto fermarla neanche volendo.

"Lasciami andare, Xander… Voglio solo far vedere alla nostra demone impertinente chi comanda qui…"

"No, è meglio se vai a casa… La vendetta va consumata fredda, lo sai… Ora la uccideresti e basta… Ma tu non vuoi vero? Vuoi legarla al muro, frustarla, picchiarla…" Aveva afferrato Willow per le spalle, allontanandola ancora di più dalla demone.

"Oh, sì… Voglio levarle quello sguardo orgoglioso a suon di frustate, voglio bruciarle quella pelle candida, voglio graffiarla e farle male… Voglio che mi implori di ucciderla… "

"Lo so, piccola mia… " rispose Xander accarezzandole i capelli. "Ma adesso sei troppo nervosa per fare qualunque cosa… La uccideresti e basta… Rimandiamo a domani… Stasera la porto a casa e la lego… E domani sera potrai farle tutto quello che vuoi…"

"Mi prometti che non farai niente senza di me?" chiese Willow incurvando le labbra verso il basso.

"Certo… Te lo prometto…"

Il viso di Willow fu allora illuminato da una espressione fanciullesca. "Grazie!" Poi guardando la demone aggiunse: "Aspettami tesoro… Il tempo passa in fretta…Vedrai quanto ci divertiremo noi due…" Poi si girò e se ne andò verso casa.

Xander sospirò di sollievo. Meno male che era riuscito a convincerla. Anche se ancora non si spiegava il suo strano comportamento.

"Forza, andiamo", disse afferrando Anya per un gomito e trascinandola giù lungo la via, e la portò nella sua abitazione.

Alla demone erano stati tolti i poteri, in modo da renderla innocua. Camminava al fianco del suo padrone, cercando di non pensare a cosa la aspettava. Teneva la testa bassa, guardandosi i piedi scalzi. Pestò qualcosa di appuntito, che le si conficcò dolorosamente nel piede. Non poté trattenersi dall’emettere un gemito sommesso, che fu subito captato dal ragazzo.

"Che c’è?" le chiese in tono sgarbato.

"Niente", rispose la ragazza, continuando a camminare. La sua andatura però si fece zoppicante, ed era costretta a camminare più piano, se non voleva che ciò che si era piantato nel piede penetrasse ancora di più.

Senza dire niente, Xander rallentò il passo, adeguandosi alla sua andatura. Il giovane continuò a guardare Anya di sottecchi, mentre proseguivano verso casa. Era vestita di stracci sporchi e laceri, e attraverso la tunica a brandelli le si intravedevano i seni. Erano piccoli e belli. Xander sentì che si stava eccitando, guardandola. La sua pelle era sudicia, e i capelli erano sporchi e in disordine, ma sotto tutto ciò si intravedeva una bellezza diafana e regale.

Una volta in casa, Xander la prese per un braccio e la portò in una piccola stanza, ma ben arredata.

"Questa è la tua camera e quello è il tuo letto!" le disse il giovane, buttandocela sopra, brutalmente.

Anya atterrò sul letto con un gemito: aveva ancora i polsi legati, e la corda ruvida le sfregò la pelle già arrossata dei polsi. Guardò il giovane con odio. "Sei proprio un bastardo." Sibilò a denti stretti.

"Forse non hai ancora capito chi comanda qui!" rispose il giovane in modo sgarbato, togliendole le corde. Notò allora che i suoi polsi erano feriti. Guardò la demone negli occhi e senza aggiungere altro uscì dalla stanza. Tornò dopo, con una cassetta del pronto soccorso. "Sai, non mi serve una schiava che non sia in buone condizioni!" disse il giovane, mentre la medicava.

"Che cosa hai intenzione di farmi? Che cosa vuoi da me? Voi umani sapete essere così spietati e crudeli!" disse la demone sconsolata. Aveva gli occhi lucidi.

"Non me ne faccio niente di una schiava già ferita. Voglio bene a Willow, e voglio che sia felice. E poi dovresti vederti… Fai pietà conciata così." rispose il giovane, alzando lo sguardo su di lei e guardandola negli occhi. Proprio in quel momento, la sua attenzione fu attirata da un livido che prima non aveva notato, e che si trovava su una spalla.

Xander sentì qualcosa in fondo al cuore. "Fammi vedere. Che cosa c’è qua?"

Le tolse delicatamente lo straccio che le ricopriva la parte alta del corpo.

Anya protestò animatamente, ma il giovane la afferrò per i polsi appena medicati e la costrinse all’immobilità. Capì allora che non ce l’avrebbe mai fatta contro di lui e lo lasciò fare.

Sulla pelle della ragazza il giovane trovò numerosi lividi e ferite. La demone era stata torturata. Il giovane provò qualcosa che non aveva mai sentito, soprattutto per una demone.

"Se ti lascio andare i polsi prometti di non scappare e di non muoverti?"

Anya lo guardò sospettosa, ma volle fidarsi. Vide solo pietà nei suoi occhi. E essere lasciata libera era meno umiliante e meno doloroso dell’essere legata di nuovo.

Xander le levò completamente lo straccio che l’avvolgeva, buttandolo nel secchio della spazzatura. Poi andò in un’altra stanza, lasciando la demone sola, sdraiata sul letto e completamente nuda.

Anya raccolse le ginocchia al petto, aspettando che il suo padrone tornasse.

Poco dopo Xander fece ritorno con un catino, una spugna e un asciugamano gettato sulla spalla. Posò il catino sul comodino e immerse la spugna nell’acqua. Poi afferrò il braccio della ragazza e cominciò a lavarla. Passò la spugna prima su entrambe le braccia, poi sul viso, sul collo, la passò sulle spalle, sulla schiena, la fece scorrere delicatamente sul seno, mettendone in risalto il candore della pelle e facendole indurire i capezzoli, proseguì lavandole l’addome, le gambe lunghe e sottili, i polpacci, i piedi. Solo allora si accorse che aveva un vetro sotto la pianta del piede. Prese un paio di pinzette dalla cassetta del pronto soccorso, che era rimasta ai piedi del letto, estrasse il vetro e disinfettò la ferita.

Poi, prima di esplodere, si alzò e sistemò il catino, la spugna e la cassetta del pronto soccorso. In bagno guardò a lungo la sua immagine riflessa nello specchio, poi si lavò il viso con acqua fredda. Ma la situazione non cambiava. Continuava a volerla. In fin dei conti poteva andare nell’altra stanza, legarla con le catene che aveva incastonato nel muro e scoparla finché non era stanco – non sarebbe di certo stata la prima volta, e molto probabilmente non sarebbe stata nemmeno l’ultima. Ma c’era qualcosa, una sensazione o poco più, che gli diceva che non era giusto. Non poteva comportarsi così. Non con lei.

Andò nella stanza dove si trovava Anya: doveva incatenarla, spegnere la luce e chiudere la porta a chiave. Poi magari sarebbe uscito per ammazzare qualche vampiro, o ancora meglio, si sarebbe scolato una bottiglia di scotch sbragato in poltrona con la tv accesa su qualche stupido telefilm.

Anya si era coperta con il lenzuolo, ma le forme sinuose del suo corpo erano perfettamente intuibili sotto quel pezzo di stoffa.

Cercando di dominare ogni istinto, Xander si avvicinò a lei, per legarla. Era davvero bella. Guardandola da vicino poi, notò dei piccoli dettagli a cui non aveva fatto caso in precedenza. Sul naso aveva una spruzzata di lentiggini, il labbro inferiore aveva una cicatrice di circa un centimetro, le sue ciglia erano lunghissime e dello stesso delicato color bronzo dei capelli… Avvicinò il viso al suo, avvertendo il delicato profumo muschiato della sua pelle, e la baciò.

Anya aprì gli occhi di colpo. Premette entrambe le mani con il palmo aperto sul petto del suo padrone, cercando di respingerlo, ma lui era troppo forte. Quando il suo bacio si fece più profondo, si rese conto con crescente orrore che lo stava ricambiando. E le piaceva! In fin dei conti era stato gentile con lei, non si era dimostrato come tutti gli altri uomini che aveva conosciuto… Ma che stava dicendo! In fondo il suo proposito era sempre lo stesso: portarsela a letto! Solo che invece di costringerla con la forza l’aveva raggirata con un paio di moine… E lei si era fatta beffare così stupidamente… Come poteva essere tanto sciocca dopo anni passati ad essere un demone della vendetta? In fin dei conti…

Ma ogni pensiero razionale venne spazzato via dalla dolcezza della mano del ragazzo che percorreva delicatamente le forme del suo corpo nudo mentre scostava il lenzuolo.

Anya avvertì la stoffa ruvida dei suoi vestiti contro la pelle già provata e una pressione ben nota all’altezza dell’inguine.

Il giovane le accarezzò le spalle, il collo e poi scese lentamente giù sul seno. Le titillò i capezzoli con il palmo aperto, sentendoli farsi duri come due sassolini. Il respiro di entrambi si fece affannoso. I vestiti che Xander ancora indossava divennero una scomoda barriera. Con gesti rapidi e impetuosi il giovane cominciò a sbottonarsi la camicia, mentre Anya gli slacciava i pantaloni. Il bisogno di entrambi si stava facendo sempre più urgente.

Quando finalmente furono entrambi nudi, lui la guardò negli occhi e la baciò di nuovo. Poi la sua attenzione si concentrò sul collo di lei, dove iniziò a leccare e mordicchiare la pelle morbida che ricopriva la gola, e continuò giù fino all’addome. La guardò. Era fantastica. E completamente nelle sue mani.

Guardò con rammarico e dolore i segni di tortura che aveva sul corpo, che però non avevano nociuto minimamente alla sua bellezza. Si sentì colpevole: fino a pochi attimi prima una parte di lui avrebbe voluto aggiungere altre tracce a quelle che già provavano la ragazza. Le accarezzò delicatamente una gamba, poi prese a baciarle il ginocchio, la coscia, fino a raggiungere il suo punto più segreto e nascosto della sua femminilità.

La demone si sentì sciogliere per il piacere. Inarcò la schiena ed espirò l’aria che tratteneva nei polmoni da quando il giovane aveva iniziato quella sottile e squisita tortura. Quando sentì la sua lingua percorrerle in tutta la sua interezza la femminilità, cominciò a gemere forte e credendo di non poter sopportare oltre quel tormento si aggrappò alle lenzuola, sospirando. L’orgasmo arrivò dopo poco, annebbiandole completamente il cervello e non lasciando spazio per nessun pensiero razionale. L’unica cosa che ora voleva era ricambiare ciò che il ragazzo le aveva appena donato: il piacere supremo.

Sentendo che la ragazza si stava rilassando, Xander si mosse veloce su di lei. Aveva bisogno di baciarla. Bramava il contatto con quelle labbra dolci come un assetato nel deserto.

Anya lo accolse più che volentieri, cercando di muoversi, in modo da invertire le posizioni: secondo il suo parere il ragazzo si era divertito abbastanza. Ora toccava a lei giocare un po’! Ma Xander non era della stessa opinione.

Intuendo ciò che voleva fare, ma non ancora pronto, penetrò la demone con un dito, delicatamente, facendolo scorrere in quella morbidezza che fino a poco prima aveva onorato con il tocco delle proprie labbra. Un secondo dito andò presto a far compagnia al primo e in pochi istanti si ripeté la scena di poco prima.

Anya era completamente esausta. Si sentiva completamente invasa dalla sensazione di piacere che il suo padrone sapeva donarle. Ma sapeva che ora era il suo turno. Era bello lasciarsi coccolare così, ma era bello anche agire in prima persona. Fu così che con un gesto rapido e vigoroso si posizionò sopra di lui.

Xander era estasiato da quella visione. Il corpo esile ma flessuoso della ragazza si muoveva sopra di lui con una grazia e una velocità incredibili. In pochi istanti sentì la sua virilità completamente avvolta da qualcosa di umido e morbido. La lingua lavorava alacremente sulla punta, mentre le labbra si muovevano lungo tutta la lunghezza del suo membro. Afferrando la ragazza per i capelli le impose il suo ritmo. "Sì, così… Brava… Continua…" Cercò di trattenersi, ma non ce la fece. Si sciolse in quella bocca così vellutata, senza trattenere un grido di atavica passione.

Anya si accoccolò sul petto del suo padrone, contenta di aver ricambiato le premure che il ragazzo le aveva dedicato. Ma voleva di più.

Il ragazzo chiuse gli occhi, accarezzando la bella demone e intrecciando le dita della mano con quelle di lei. Si sentiva strano, ma tutto sommato si sentiva bene. Non aveva mai fatto una cosa del genere con un’altra schiava. L’aveva semplicemente scopata e torturata per un po’, finché non si era stancato e l’aveva semplicemente uccisa. Ma stavolta c’era qualcosa di diverso. Era come se si stesse risvegliando il ricordo di un antico legame tra loro… Ma che stava dicendo? Gli aveva forse dato di volta il cervello? Tanto alla fine le avrebbe riservato il trattamento che riservava a tutte le altre…

A quel pensiero si sentì stringere il cuore.

Osservò la demone che era ancora nella stessa posizione di prima. La voleva. Qui e ora.

E la prese.

La penetrò con violenza, senza lasciarle il tempo di abituarsi. Doveva placare le voci nella sua testa e l’istinto nel basso ventre. Con un paio di rapide spinte sentì la ragazza gemere e implorarlo di non smettere. La cosa lo eccitò a dismisura, e i suoi colpi si fecero più violenti. Sentì le sue unghie conficcarglisi nella schiena quando raggiunse l’apice del piacere. Con un’ultima spinta venne anche lui, accasciandosi su di lei ancora ansimando.

Durante la notte scoppiò un violento temporale, e schiava e padrone ne seguirono i ritmi impetuosi fino al mattino, quando, completamente esausti, si addormentarono uno nelle braccia dell’altro

Nella notte buia, improvvisamente, si levarono urla disperate. Alcuni demoni e vampiri terrorizzati correvano nella strada inseguiti da feroci uomini, armati fino ai denti. Alcune delle creature venivano acciuffate, picchiate a sangue e fatte prigioniere, altre addirittura uccise in modo impietoso. Nella confusione, una figura maschile dall’aria smarrita girava e si guardava intorno.

Desio era affranto. Perché tanta cattiveria? Quei demoni e quei vampiri non avrebbero mai fatto del male a nessun essere umano. Non era giusto trattarli in modo tanto spietato. Sperava tanto che qualcosa cambiasse. D’improvviso la vide. Le andò incontro, con calma. Notò che sembrava stupita davanti a quello spettacolo. "Buffy…" la chiamò il semidio, in tono umile. Notò che lei si voltava a guardarlo ed ora pareva ancora più sorpresa dall’abbigliamento casual di Desio.

Buffy si mise sulla difensiva appena vide che era il semidio a chiamarla. "Che cosa vuoi?" disse in tono minaccioso a Desio. "Non so cosa mi sia accaduto, ma so che c’entri tu…", esclamò poi guardando negli occhi il dio, che le sembrava smarrito… La ragazza pensò che fosse una tattica, non sapeva perché lo stesse facendo o quali loschi piani avesse in mente, ma conosceva Desio, e sapeva per certo che avrebbe tentato di nuocerle in qualche modo. Così, si mise lì di fronte a lui, attendendo una spiegazione alle sue domande.

La confusione intorno ai due tendeva ad allontanarsi e si faceva strada uno strano silenzio. Desio fissò, supplicante, la Cacciatrice e le disse: "Te ne prego, Buffy, non avercela con me. Non sono il Desio che conosci. No, non sono quella spietata creatura che fa e ha fatto tanto male. Appartengo a questa dimensione e sono diverso da lui. Sono stato io a farti arrivare in questo mondo. Gli umani qui sono crudeli, immensamente crudeli e io non capisco come e perché possa esistere un mondo dove sono la morte e la devastazione a fare da padrone. So che vogliono aprire la Bocca dell’Inferno, guidati da Giles. Capisco il tuo turbamento ma in questo mondo tutto è differente. Tutti gli universi sono differenti. La Buffy di questo mondo è anche lei spietata, non perché sia nata spietata ma perché così le è stato insegnato dalla società e dal suo Osservatore. Non ho avuto il cuore di ucciderla. L’ho solo inviata in un altro mondo ma ha una barriera protettiva che la difende da ogni pericolo e ho fatto comunque in modo che non possa nuocere a nessuno. Buffy, devi fermare tutta questa violenza. Solo tu, con la tua forza e soprattutto con il tuo buon cuore, puoi farlo!"

Buffy considerò un attimo la situazione. In effetti tutta quella situazione era assurda, e non c’era da sorprendersi se in quella dimensione Desio fosse buono, pertanto decise che lo avrebbe aiutato. "Ok, d’accordo… ti credo!", esclamò in tono serio, poi guardò il semidio. "Allora saprai anche come evitare che gli umani riescano nel loro scopo, suppongo…"

Desio abbassò lo sguardo desolato e rimase un momento in silenzio. Sentendo l’impazienza di Buffy su di sé, si sforzò di guardarla negli occhi. Il gentile semidio parlò in tono sincero: "Mi spiace, Buffy, ma i miei poteri non sono grandi come quelli del mio ‘doppio’ che è tuo nemico. Il futuro di questo mondo è alquanto oscuro e non riesco a vederlo bene. Potrei risponderti che l’unico mezzo per fermare Giles o Dawn, che avrà un ruolo molto importante durante la cerimonia, è ucciderli se non considerassi l’omicidio un abominio. Il primo insegnamento datomi dai miei genitori è che nella vita è importante non arrendersi ma ancora più importante è rispettare la vita altrui, di qualunque essere del creato. Per cui, per quello che ho visto in questa e nelle altre dimensioni, l’unico consiglio che posso darti è quello di seguire il tuo cuore, Buffy. Non potrai mai sbagliare." Fece una breve pausa e poi continuò, parlando in modo ancora più gentile. "Sento anche io di non avere sbagliato, infatti, ad averti chiamato."

La Cacciatrice, all’udir le parole di Desio era ancor più spaesata. "Il mio cuore?!?!? Il mio cuore non mi sarà di nessun aiuto in una condizione del genere… mi hai appena detto di uccidere Giles e Dawn… ma come faccio? Il mio cuore me lo impedisce, ed è l’unica cosa che mi detta ora… forse dovrei parlare con Spike… forse saprà lui come aiutarmi…" disse Buffy.

Mentre Buffy parlava con il semidio una figura nascosta tra le ombre li osservava attentamente. Erano anni che aspettava l’inizio della fine del mondo ed ora la profezia si era avverata. "La mano fraterna avrebbe calato il pugnale sulla sua stessa carne e avrebbe chiuso il principio di tutti i mali". Il problema era che la profezia dava luogo a molte interpretazioni.

Un’altra affermava che avrebbe aperto il principio di tutti mali, e un’altra ancora che avrebbe fatto entrare il principio di tutti i mali. Siccome nella confraternita erano giunti diversi frammenti ma non il testo originale, nessuno studio aveva portato all’esatta traduzione. Eppure su un passo si era certi e concordava con quasi tutte le traduzioni. Un’anima raminga avrebbe preso il posto che gli spettava nel suo mondo, il cacciatore del male sarebbe giunto nel 10° anno dell’Acquario sotto le spoglie del più acerrimo nemico del bene per riportare l’equilibrio tra il bene e il male. Il trio aveva tenuto d’occhio il semidio pensando che fosse lui il cacciatore e invece lui era stato lo strumento per portare su questo piano un paladino formidabile: la Cacciatrice, colei che aveva sconfitto il male più puro. Ora restava solo da muovere tutte le pedine e aspettare. Cercando di non far rumore Andrew camminò raso al muro attento a dove metteva i piedi. Disgraziatamente calpestò la coda di un gatto che miagolante corse dentro la via. Andrew si diede ad una corsa scomposta e sparì dalla vista  sperando che nessuno lo avesse visto.

Era notte fonda e quella grande stanza era illuminata solo da poche torce… Una giovane umana camminava impaziente davanti ad un piccolo gruppo di vampiri. "Allora, mi dite dov’è il covo dei vostri amici? Sapete… dobbiamo eliminarli" ordinò Dawn. Il vampiro, quello che doveva essere il capo, rispose all’ordine della giovane sterminatrice: "Mai, mai e poi mai. Voi umani… razza crudele e spietata… Cosa mai vi abbiamo fatto?"

"Tu – ordinò Dawn a uno dei suoi amici umani – potresti bagnargli la fronte con un po’ d’acqua santa!" Guardò il vampiro. "Beh… potevate non nascere. Sai, quelli della tua specie non ci piacciono!" In quel momento il vampiro urlò dal dolore provocatogli dall’acqua santa che gli bruciava la pelle.

Allora Dawn ricominciò a parlare. "Senti che urlo… questo mi dà forza! Allora, vuoi parlare o no? Tra poco sorgerà l’alba e, vedi?, quelle finestre danno ad est… morirete molto presto, ed io sarò qui a guardarvi ed ad implorare di liberarvi." Sul volto di Dawn si affacciò un sorriso soddisfatto.

Giles entrò nella stanza e vide i prigionieri. Si avvicinò a Dawn e le disse, con un crudele allegria: "Stanno per cedere, non è vero? Lo leggo dai loro sguardi disperati. Molto bene, Dawn, impari in fretta! Inoltre il Consiglio sta per portarci un buon numero di schiavi per l’asta di domani sera. Speriamo che Buffy abbia già ucciso Spike anche se c’era qualcosa in lei…" Fece una pausa, e parve pensare a chissà che cosa. Proseguì, perplesso: "Non hai notato niente di strano in lei, poco fa?"

"Mhmmm… No, Buffy mi è sembrata assolutamente normale! Probabilmente le sarà scappato qualche vampiro un po’ più forte degli altri! Sono sicura che ucciderà quello sporco Spike!… Li farò cedere, dovessero bruciare al sole!" rispose Dawn. Guardò Giles e passò ai vampiri, ormai estenuati dalle torture… "Mio Dio, guardatevi… sembrate usciti da massacranti lavori alla Bocca dell’Inferno! Signor Giles, ho parlato prima con il mercante di vampiri… dovrebbero arrivare appena buio… dove si terrà l’asta? Dovrebbe esserci anche qualche pezzo importante!" si voltò nuovamente verso Giles. "Sa quando torna Buffy? Devo parlarle!"

Giles sembrava soprappensiero ma rispose, voltandosi verso la ragazza: "L’asta? Naturalmente qui in una sala del Municipio. Non saprei quando torna Buffy. Era uscita per uccidere Spike e trovo strano che non sia ancora tornata. Con tutti i miei insegnamenti, dovrebbe essere facile per lei fare fuori quel vampiro da due soldi." Guardò per un momento i vampiri. "Bene, pare stiano cedendo. Continua così, Dawn! E mi raccomando, preparati per la cerimonia dell’apertura della Bocca dell’Inferno!"

Buffy s’incamminò per tornare dal gruppo. Ora tutto le era più chiaro, e cominciava ad orientarsi in quel surreale mondo. Tuttavia non sapeva cosa fare. Per le strade di Cleveland regnava il silenzio. Erano tutti troppo timorosi di fare qualcosa che potesse suscitare l’ira di qualcuno più potente. Qualche barbone si lamentava, spingendo il suo carrello che conteneva pochi oggetti o sdraiato sul suo cartone, guardando la gente passare; i ragazzi, quelli più spavaldi, azzardavano qualche scritta sui muri: c’erano minacce, condanne, insulti… nessuno scriveva frasi d’amore, cosa che Buffy era abituata a trovare. Questo la fece pensare. Rifletté a lungo, era così assorta nei suoi pensieri che nemmeno s’accorse di star salendo le scale che conducevano alla sala, dove Dawn stava torturando quei vampiri. Entrò nella stanza. "Dawn!" Quella prima esclamazione sapeva di rimprovero, così correggendo il tono, le disse: "Che cosa hanno fatto stavolta?"

Dawn si girò di scatto e vide la sorella. "Nulla, solo che non mi vogliono rivelare il loro nascondiglio." Guardò i vampiri. Fra poco avrebbe provato con qualcosa di molto più doloroso. "Hai ucciso quel lurido verme di Spike? Spero tu lo abbia tolto di mezzo. Era un piantagrane di prima categoria… Mi sarebbe piaciuto vederlo mentre lo uccidevi!" C’era del sadico e del cattivo nelle sue parole. "Bagnateli ancora con dell’acqua santa e, quello là - disse indicandone uno allo stremo - legatelo su quella sedia e vedremo cosa gli faremo! Buffy, sto diventando più brava di te!"

Buffy non poteva credere che in quella dimensione faceva cose ancora peggiori di quelle alle quali ora stava assistendo. Decise comunque di non intervenire. Quel gesto la distruggeva dentro, vedere un innocente morire e non far nulla per salvarlo, ma sapeva che, per uno che moriva ora, ne avrebbe potuti salvare molti di più. "Ahah… l’allievo che supera il maestro Dawn? No. Ancora non ci siamo!" disse Buffy, prima in modo sarcastico, e poi con tono fermo e duro. "Tu, Dawn, sai solo la formula per farli parlare, ma non sai andare oltre… sei brava, sì, per la tua età sei brava, ma la strada per arrivare al mio livello è lunga e tortuosa…" Poi, riprendendo un tono calmo le disse: "Ma, per tua fortuna… ci sono io a guidarti." Si fermò un attimo per guardare la sorella negli occhi, il suo sguardo voleva imporre superiorità, e alla Cacciatrice sembrava che ciò stesse accadendo. Infatti, la ragazza cercava di somigliare il più possibile alla Buffy di quella dimensione. "Tu avresti ucciso Spike, vero? Beh, io no. Quel vampiro ci serve, ci condurrà a tutti gli altri, che altrimenti scapperebbero… quindi, una volta che saprò dove stanno i suoi amici e li avrò uccisi, allora, e solo allora, ucciderò anche Spike…"

Dawn non credeva a quello che diceva sua sorella. Poco tempo prima diceva che Spike era da eliminare e ora lo lasciava in libertà senza nemmeno catturarlo. Forse il signor Giles aveva ragione nel dire che c’era qualcosa di strano in Buffy. "Buffy? Sei sicura di sentirti bene? Potevi almeno catturarlo! Magari lo avrei torturato un pochino! E poi stai attenta che non ci metterò molto a superarti, sorellina!" Si avvicinò al vampiro legato, prese un crocifisso e in tono sadico disse: "Spero ti piacciano i tatuaggi." E appoggiò la croce sul suo petto. "Fa male? Se vuoi che smetta dimmi dove si nascondono i tuoi amici!"

"Come ti ho spiegato, Dawn, i suoi amici si sarebbero messi in guardia! So quello che faccio, non ho mai sbagliato e non sbaglierò di certo questa volta", disse Buffy in tono alterato… la ragazza avrebbe voluto dirle altro, aiutare quel vampiro innocente… ma non poteva e sfogava la sua rabbia sotto la maschera da cattiva che indossava in quel momento. "Se continui con questi ragionamenti non mi supererai mai Dawn, mai!" E così dicendo uscì dalla sala. La sua parte era finalmente terminata, poteva distendere il visto e rilassare i nervi che fino ad un secondo prima erano stati saldi.

Era notte e Spike, con un piccolo gruppo di vampiri, era in giro per la città. Non aveva ancora riferito la conversazione con Buffy perché pensava che l’avrebbero ritenuto un pazzo a fidarsi della Cacciatrice. "Allora, Spike, cosa voleva dirti, ieri notte, di tanto segreto Buffy?" chiese un vampiro. "Ah, niente… le solite minacce… ovviamente non mi sono lasciato spaventare." Ma, mentre parlava, Spike vide delle figure venire, dall’oscurità, verso di loro. "Guardate, lì in fondo, c’è qualcuno. È abbastanza strano in questo posto a quest’ora… sarà meglio stare in guardia."

"Ecco Spike e la sua banda! Prendeteli!" disse Giles, perfidamente agli uomini del Consiglio. Si lanciarono contro i vampiri, armati di paletti e di piccole bottiglie di acqua santa. Scoppiò una battaglia in mezzo alla strada. I vampiri ebbero subito la peggio. Il Sindaco Osservatore, incapace di stare fermo a guardare, si unì al combattimento, lottando furiosamente, e uccise un paio di creature. Più tardi, la battaglia cessò. Metà dei vampiri erano stati ammazzati e l’altra metà fatti prigionieri. Due uomini tenevano prigioniero Spike. Giles si avvicinò con un paletto. "Non riesco a capire perché Buffy non ti abbia ancora ucciso ma questo è comunque irrilevante, vecchio mio, visto che ora ci penserò io a spedirti all’altro mondo", affermò il sindaco Osservatore, con un sorriso crudele al vampiro legato.

La Cacciatrice che aveva udito i rumori del combattimento tra Giles e gli uomini del consiglio contro Spike e gli altri vampiri era corsa immediatamente verso il luogo da cui provenivano quei rumori. Buffy non era stata in grado di individuare subito il preciso fulcro della battaglia e perdendosi in numerosi vicoli aveva perso tempo, fin quando non inciampò contro qualcosa. Raccolse l’oggetto: era una boccetta d’acqua santa. Alzò lo sguardo e vide Spike trattenuto dai due uomini e Giles con un paletto in mano. Agì d’impulso, spaventata per le sorti dell’amico. Tirò un paletto che trovò a terra e che colpì uno dei due uomini che tenevano Spike, poi, approfittando di quel momento avanzò di corsa verso Giles, Spike ed i due uomini. La ragazza, sapeva che, colpito il capo, sarebbe stato un gioco da ragazzi sbarazzarsi dei suoi uomini, così sferrò un pugno in pieno volto all’Osservatore, seguito poi da un calcio nello stomaco. Così, aveva guadagnato tempo. Ora, Giles era un nemico proprio come  tutti gli altri della Scooby Gang, visto che, in quella dimensione, erano il totale opposto di coloro ai quali era affezionata. Poi, con facilità colpì i due uomini. Che caddero a terra. Per fortuna era arrivata in tempo. I corpi dei due uomini erano a terra, forse erano morti, sicuramente avrebbero subito danni permanenti, la Cacciatrice non era riuscita a moderare la sua forza, e quello ne era il risultato. Giles era ancora a terra, avrebbe deciso dopo cosa fare con lui, l’importante era che in quel momento fosse innocuo. Poi si rivolse a Spike con un mezzo sorriso. "Ehi? Tutto bene?"

"Ehm… sì, io sto bene ma sono riusciti ad uccidere alcuni miei compagni. Maledetti! Non smetteranno di darci la caccia fin quando non ci avranno eliminati tutti! Comunque ti ringrazio per avermi salvato… ritengo che ti sia meritata la mia fiducia."

"Sì, finalmente hai capito che sono dalla tua parte…" La ragazza abbassò lo sguardo poi pensò che non era certo quello il momento di fare prediche e polemiche, così fece un sorriso, e mise una mano sulla spalla del vampiro. Buffy non sapeva come quel gesto sarebbe stato interpretato, lo fece e basta, poi guardandolo disse: "È difficile, immagino… erano tuoi amici?" La ragazza provò a far sentire all’amico che gli era vicina, sperava che Spike lo capisse.

Poi guardò Giles a terra che stava riprendendo pian piano i sensi, così il suo volto acquistò un aria preoccupata. "Spike, vai via! Giles si sta svegliando e i suoi uomini staranno qui a momenti!"

Il Sindaco Osservatore si alzò lentamente, con la testa dolorante. Lanciò un’occhiata a Buffy che era vicino a Spike ed aveva un atteggiamento amichevole nei suoi confronti. "Dunque è così… ieri era soltanto un sospetto ma ora ne sono sicuro… Ci deve essere un’altra dimensione dove c’è un tipo di rapporto diverso tra uomini e demoni… dove le Cacciatrici non uccidono queste creature infernali per odio ma solo per necessità, benché mi sembri un mondo alquanto poco interessante. Ne parlano moltissimo i diari degli Osservatori che mi hanno preceduto. Tu non sei la Buffy che ha torturato a morte Drusilla, o che ha aiutato Dawn a uccidere quella sciocca di Glory. Tu sei diversa. Non sono sicuro di sapere come hai fatto ad arrivare in questa dimensione ma una cosa è certa: qui non c’è posto per te. Ti spedirò io stesso nell’aldilà poiché una Cacciatrice amica dei vampiri come te non mi serve a nulla", affermò Giles, con odio. Impugnò un coltello affilato che nascondeva nella giacca. In lontananza, si udivano le voci degli uomini del Consiglio che stavano accorrendo.

"Non ne sarei così sicura!", affermò Buffy dando un calcio al coltello che Giles aveva in mano, facendolo cadere a terra e lasciando l’Osservatore disarmato. "Una Cacciatrice amica dei vampiri serve a mandare all’inferno i loro nemici!" esclamò la ragazza. Buffy, poi, voltò un attimo lo sguardo e vide che gli uomini di Giles stavano ormai arrivando e rimaneva poco tempo a Spike per fuggire, così fece un cenno al vampiro per comunicargli di scappare in quei pochi momenti di libertà che ancora gli rimanevano.

"Neanche per sogno! Prima mi hai salvato la vita, ora devo ripagare il mio debito", disse Spike. Si girò, fece qualche passo in direzione degli uomini e disse: "Su, fatevi avanti. Pagherete per tutto quello che ci avete fatto."

Buffy vide la scena con occhi impauriti. Sapeva benissimo che non ce l’avrebbero mai fatta contro Giles ed i suoi uomini, così prese il coltello che aveva fatto cadere poco prima a terra. Lo tirò ad uno dei due avversari. "Spike! Scappa! Non pensare a ripagare il tuo debito! Scappa!", gridò Buffy al vampiro, e intanto corse verso gli uomini dell’Osservatore e iniziò a lottare.

"Te l’ho già detto, ho un debito con te. Non so nel tuo mondo, ma qui noi vampiri siamo creature onorevoli e leali", disse Spike. Poi corse anche lui verso gli uomini dell’Osservatore e ne colpì uno con un pugno.

Desio camminava per la strada. Vide alcuni vampiri fuggire spaventati. Un’espressione di afflizione si dipinse sul suo volto. Poveri infelici, che dovevano subire tanto male. Ma presto tutto questo poteva cessare. Poco dopo, vide giungere la Cacciatrice insieme a un ultimo vampiro. "Buffy! Spike! State bene? Siete feriti?" domandò, preoccupato. Chiaramente i due avevano combattuto contro gli uomini di Giles. Benché il semidio fosse arrivato in ritardo, poteva visualizzare ciò che era accaduto. E ciò che vedeva lo rattristava molto.

"Sì, sì, stiamo bene", disse Spike affannato. "Gli uomini del sindaco…sono stati loro ad attaccarci e ad uccidere gli altri vampiri. Comunque abbiamo un nuovo alleato. So che potrei sembrare pazzo ma Buffy è dalla nostra parte… mi ha salvato la vita."

"So bene che lei è dalla nostra parte, Spike", rispose Desio. "Sono stato io a farla arrivare in questa dimensione e ad allontanare la Cacciatrice di questo mondo. Proprio perché lei", indicando Buffy, "è l’unica che possa aiutarci in questa guerra spietata. Lei ha le capacità e i poteri necessari per questo compito tanto difficile. Solo unendo le forze potremo sventare il piano diabolico degli umani." Il semidio parlava con tono gentile. Ora più che mai sentiva che c’era della speranza per il futuro di quel mondo e che forse, grazie all’intervento di Buffy, molte vite innocenti potevano essere risparmiate.

Buffy sorrise al semidio. "Certo, ce la faremo! Sono o non sono la Cacciatrice?" disse la ragazza, poi continuò il discorso. "Ma quindi voi due siete amici in questa dimensione…!" esclamò con aria stupita. "E ditemi, avete già un piano o no? Gli uomini di Giles ci vogliono morti, e faranno di tutto per far sì che questo avvenga…" concluse poi, con un tono decisamente serio.

"Sì, ovvio che siamo amici! Certo che vieni da un mondo proprio strano. Beh, comunque, io in realtà non ho un vero piano. Sono soltanto riuscito a scoprire che Giles ha intenzione di comprare molti schiavi per compiere un rito ma ho paura che sarà difficile liberarli."

"Lo sarà, lo sarà senz’altro, Spike, ma noi dobbiamo ugualmente tentare di salvarli. Non potrei più vivere sapendo di avere lasciato morire tanti innocenti senza fare nulla. So che anche voi due condividete i miei stessi pensieri. Stasera gli uomini del Consiglio si riuniranno per l’asta degli schiavi nel municipio… anzi sento che già vi stanno entrando ora. E con loro ci sono numerose creature, tra demoni e vampiri. Gli uomini li stanno maltrattando e picchiando… è orribile…" disse il semidio in tono addolorato. Grazie ai suoi poteri, era in grado di vedere ciò che accadeva in altri luoghi ma, alcune volte, come in quel caso, avrebbe preferito non avere quella facoltà. Tuttavia la visione terminò con un sorriso crudele di Giles che, probabilmente, aveva alzato una barriera intorno alla costruzione. Dovevano agire in fretta. Cercò di tornare sereno e chiese speranzoso alla Cacciatrice: "Allora Buffy, ci aiuterai? Sei pronta a unire le tue forze alle nostre?"

Buffy annuì. "Certo che sì! Vampiri o non vampiri io sono dalla parte degli innocenti, qualunque razza essi siano!" Poi si guardò attorno. "Beh, non abbiamo molto tempo, dobbiamo intervenire in fretta!"

Nel cuore della notte, i tre valorosi paladini degli innocenti, corsero in direzione del municipio. "Ci siamo!" disse Desio, in tono pensieroso mentre raggiungevano la loro meta. Mentre si trovavano dietro la tetra costruzione il generoso semidio affermò "…ma Giles ci aspetta. L’ho ‘sentito’ prima!" si voltò verso Buffy e Spike. "Posso utilizzare i miei poteri per vedere se riesco a distrarli per un po’. Spike, tu vai in avanscoperta… i primi umani che troverai non ti vedranno, ma poi fermati, torna indietro e dicci che cosa ci aspetta. Buffy, tu aspetta un momento, interverrai in un secondo momento, quando i nostri avversari saranno già stati distratti da noi."

"Ok, io vado in avanscoperta. Appena scopro qualcosa torno indietro", disse Spike. Poi andò avanti con cautela e cercando di nascondersi nell’oscurità.

"Abbiamo pochi minuti, Buffy, prima di entrare in azione." Affermò il gentile semidio. "Lasciami approfittare di questo poco tempo per dirti quanto per me sia importante che tu sia qui. Da molto tempo ho seguito il tuo cammino e la tua lotta contro le forze del male. Ho visto quanto sei valorosa e quanto, in alcune occasioni, hai sofferto facendo soffrire anche me che, invisibile, ti osservavo. Permettimi di dirti che sono onorato di averti conosciuto anche se in una circostanza così triste", disse Desio, in tono sincero.

Buffy era notevolmente imbarazzata dal comportamento del semidio "Beh… fa piacere anche a me essere qui" disse cercando di mascherare l’imbarazzo. La ragazza aveva l’impressione che il semidio provasse qualcosa per lei, ma nel contempo non voleva ferire i suoi sentimenti dicendogli che non era interessata a lui, così poi fece un sorriso di convenienza. Era felice delle parole del dio, ma era tutto troppo strano e quello non era certo il momento adatto per parlare di certe cose.

Nel frattempo Spike aveva cercato di scoprire più informazioni possibile. Quando gli sembrò di aver visto abbastanza, tornò indietro dai suoi amici. "Sono riuscito a nascondermi e a vedere il luogo dove, tra poco, avverrà l’asta. C’è più di un centinaio di schiavi, quasi tutti vampiri. Sembra ci siano anche molti compratori, tra i quali sono riuscito a riconoscere Giles. Tuttavia il posto sembra ben sorvegliato… sarà difficile entrare."

"Userò i miei poteri…" affermò, risoluto, Desio. Tre foglie, apparentemente portate dal vento, si fermarono ai piedi di Buffy, Desio e Spike. Il semidio muovendo la mano come per dare un ordine, trasformò le foglie in copie esatte di loro tre. "Mentre i nostri nemici saranno impegnati a combattere con i nostri ‘doppi’, potremo liberare gli schiavi!" disse Desio, fiducioso, a Buffy e Spike. A un cenno di Desio, le tre copie entrarono, con fare deciso, nel municipio. Si udirono grida e rumori di lotta provenire dall’interno della costruzione. "Ora tocca a noi!" affermò il generoso semidio, guardando i due amici. Varcò la porta del municipio, guardandosi attorno con attenzione.

Giles gridò agli uomini del Consiglio. "Fermateli! Uccideteli!" Indicando i tre nuovi arrivati che si facevano largo coraggiosamente. "Sapevo che avrebbero tentato qualcosa, quei maledetti!" sussurrò a Dawn, che gli era seduta affianco. "Mi spiace molto che abbiano fatto sparire tua sorella e ci abbiano inviato invece quella traditrice, ma non temere: ti assicuro che la cerimonia dell’apertura della Bocca dell’Inferno si farà ugualmente!" L’asta si era fermata. Alcuni uomini avevano già comprato dei demoni e un battitore stava ‘illustrando’ un vampiro, quando tutto sembrava essersi fermato. Xander e Willow erano seduti dietro l’Osservatore e la Chiave, e stavano fissando muti l’ammutinamento dei tre nemici.

Andrew osservava l’intervento dei tre dall’alto. Come ad un segnale stabilito fece cenno alla guardia che sorvegliava le gabbie degli schiavi. Questa si avvicinò ad una leva e tirandola si dileguò dietro ad una porta. Con sorpresa le sbarre si aprirono lasciando liberi i prigionieri che vi erano dentro. Come una massa informe i demoni si riversarono dentro cercando una via di fuga.

"Dannazione!" sbottò Xander, scambiando uno sguardo con Willow e guardandosi intorno, indeciso sul da farsi. Che cosa fare? Uccidere i demoni era impossibile perché erano troppi in confronto agli umani. L’unica azione che gli sembrava plausibile, in quel momento, era quella di nascondersi o di scappare, aspettando il ritorno della calma. Non si sarebbe mai aspettato che una Buffy dell’altra dimensione, una persona con la quale aveva da sempre condiviso l’odio per i demoni, avesse reso loro la libertà.

"Fermateli!" Giles gridò, furioso. La cerimonia dell’Apertura della Bocca dell’Inferno era saltata. I demoni dell’asta stavano fuggendo e si era creato il panico tra i presenti. "Maledetta Cacciatrice!" urlò, furibondo. Si alzò in piedi. Fece qualche passo in direzione del punto in cui si stava svolgendo la lotta tra Buffy, Spike e Desio e gli umani. Cercò mentalmente di riprendere la calma. Iniziò a recitare la formula di un maledizione all’indirizzo degli odiati nemici.

Nello scontro con i demoni, Xander cadde a terra, ferito, mentre un mare di creature e persone impazzite gli camminavano sopra. "Maledizione!" esclamò, con voce dolorante. Tutto diventava buio. Chissà perché in quel momento, tra tanti ricordi, gli tornava in mente proprio l’incontro con Anya. Per un attimo, si immaginò come sarebbe potuta essere una vita con lei, e si vide mentre era con lei, felice, in un mondo totalmente diverso. Forse il mondo da cui veniva quella Buffy. *Impossibile! Io e una demone?* pensò, mentre sorrideva. Pochi istanti dopo, spirò.

Nel frattempo, Desio, Buffy e Spike si trovavano vicino alla porta di uscita e aiutavano demoni e vampiri a lasciare la costruzione. Nello stesso tempo, osservavano ben nascosti quel che stava succedendo all’interno della sala. "Presto, di qua!" disse il generoso semidio agli ex schiavi indicando loro la via di fuga. Si voltò verso Buffy e Spike e affermò, felice: "Sono tutti salvi! Ce l’abbiamo fatta! Anche i nostri tre *cloni* se la stanno cavando bene!"

"Sì, a quanto pare se la cavano piuttosto bene. Non avrei mai immaginato che saremmo riusciti a liberare così tanti demoni. Questa è una notte memorabile per la lotta per i diritti dei vampiri!" disse Spike, felice come mai era stato prima, aiutando i demoni a scappare.

Buffy sorrise felice. "Sì, ce l’abbiamo fatta! Anche questa volta il bene ha trionfato! È stata dura ma ce l’abbiamo fatta!", disse Buffy ai due amici

Il Sindaco–Osservatore terminò di lanciare la sua maledizione. Agli occhi degli umani rimasti si presentò un incredibile spettacolo: Buffy, Desio e Spike erano spariti e al loro posto erano apparse tre foglie. "Deve essere stata una magia di Desio! Ci hanno giocati! Presto, cercateli! Probabilmente sono ancora all’interno del municipio! Portateli qua! Voglio ucciderli con le mie mani!" gridò Giles agli uomini del Consiglio, che, intimoriti dalla furia animalesca del Sindaco–Osservatore, si misero a correre per eseguire immediatamente gli ordini. Pochi minuti dopo, Desio, Buffy e Spike si trovavano prigionieri davanti a Giles e circondati dagli umani. "Allora abbiamo un semidio, un vampiro e una Cacciatrice, che curiosa compagnia! Eppure a causa dei vostri capricci, la cerimonia dell’Apertura della Bocca dell’Inferno è stata annullata così come l’asta di schiavi. Male, molto male! Era tutta la vita che aspettavo questo momento e arrivi tu" fissando, furioso Buffy "e tutto sparisce. La * mia * Cacciatrice non mi avrebbe mai fatto questo! Lei anzi è stata allenata, fin da bambina, unicamente per uccidere vampiri e demoni. Ma ora basta parlare, è giusto che paghiate per le vostre colpe!" disse Giles, stringendo il pugnale creato con il sangue di un centauro e con la capacità di uccidere gli dei, con il chiaro intento di fare piazza pulita.

Desio sobbalzò alla vista dell’arma. Forse tutto sarebbe finito tra poco per mano di quell’uomo ma era felice di essere riuscito a liberare tutti gli innocenti e di avere conosciuto una Buffy buona. Le lanciò uno sguardo. Morire in quel momento sarebbe stato terribile. Avrebbe voluto dirle molte altre cose. Ma il gentile semidio grazie ai suoi poteri, sapeva che altri Desio provenienti da ulteriori universi si sarebbero mossi per venire in soccorso di vampiri e demoni, quando ce ne fosse stato bisogno.

Buffy pensò che stesse veramente per finire tutto, non riusciva a credere ai suoi occhi, l’uomo che per lei era stato come un padre per tanti anni, ora, la stava per uccidere… quanto avrebbe voluto avere i suoi amici lì con lei… Tutti questi pensieri, però, furono interrotti appena Giles si avvicinò minaccioso con quel pugnale. Buffy lo attaccò, mirò dritta al pugnale, ma questa volta non riuscì a farlo cadere, così saltò, aggrappandosi a una trave del soffitto. Una volta lì, diede un calcio all’uomo, facendolo cadere all’indietro e facendo arrivare il pugnale sotto i piedi di Desio e Spike. "Ragazzi!", disse indicando il pugnale con lo sguardo.

"Questo lo prendo io" disse Spike chinandosi per raccogliere il pugnale. Poi, una volta impugnata l’arma, si lanciò verso Giles e, per aiutare Buffy, menò un fendente al volto dell’Osservatore.

Giles, con fatica, scansò il colpo. Non avrebbe mai immaginato che un vampiro potesse essere così forte. Il Sindaco Osservatore cominciò a sudare freddo. Si accorse, in quel momento, di quanto aveva sottovalutato le forze dei suoi nemici.

"Maledetto! Non osare toccarmi con quelle mani, sudicio vampiro! I vampiri e i demoni non sono altro che lurida immondizia!" urlò, follemente, Giles. Continuò a lottare contro Spike, ma era costretto a indietreggiare dietro i fendenti dell’avversario. Il Sindaco Osservatore, impugnò allora una croce che fece fermare Spike. Giles lanciò una risata sadica. "Non sarai certo tu ad uccidermi, disgustosa creatura!"

"Infatti, sarò io a farlo!" Dopo queste parole, tutti videro l’uomo cadere a terra, senza vita. Mentre scendeva lentamente al suolo, si scorgeva sempre più il volto di Buffy, fin quando il Sindaco-Osservatore giacente sul terreno lanciò spazio alla figura di Buffy, che era alle sue spalle. La ragazza, infatti, mentre Spike e Giles lottavano, si era messa dietro Giles e, appena questo era stato abbastanza vicino per essere colpito, la Cacciatrice aveva affondato il pugnale nella sua schiena. Guardò l’Osservatore senza vita. "Questa volta, era lui il demone! Non era il Giles che conosco io…!" disse parlando tra sé e sé. Poi alzò lo sguardo verso gli amici. "Voi state bene?"

Andrew osservava la scena dall’alto. Non poteva intervenire in maniera palese, questo sarebbe stato contro le regole del trio, eppure non staccava gli occhi da Buffy. Ad un certo punto vide qualcosa che lo sconcertò. La Chiave era sopra la bocca dell’inferno e stava sacrificandovi un vampiro! Anche se avevano perso volevano ugualmente aprire il passaggio che legava i due mondi. Senza pensare gridò il nome della Cacciatrice indicando in direzione della bocca. "Buffy! La bocca dell’inferno!"

Buffy si girò di scatto. "Andiamo, non possiamo perdere tempo! Dawn… sta aprendo la Bocca dell’Inferno…" Disse agli altri, iniziando a correre verso Dawn. La Cacciatrice sperava di poter fermare Dawn in tempo… forse avrebbe dovuto uccidere anche lei, ma si convinse che quella era solo una sosia della sorella, non era la Dawn che amava, era il perfetto opposto, e, se uccideva il suo clone, avrebbe salvato molte vite. La ragazza corse più veloce che poteva, fin quando arrivò alle spalle della sorella. Guardò il pugnale, ancora sporco del sangue di Giles, lo afferrò e si avvicinò alla ragazza.

"Credi davvero che non abbia avvertito la tua presenza… s o r e l l i n a?" Quell’ultima parola Dawn l’aveva pronunciata con disprezzo e disgusto non appena sentì Buffy fermarsi alle sue spalle.

Già… Buffy, la persona alla quale si era sempre inspirata per migliorare aveva appena mandato all’aria l’operato di una vita e per che cosa? Per schierarsi con degli sporchi demoni…

Si girò leggermente e incrociò lo sguardo della Cacciatrice.

La fissava dura e impassibile. Posò poi lo sguardo sul pugnale ancora insanguinato e sorrise amaramente.

"Hai ucciso Giles che per noi è sempre stato una sorta di padre, figuriamoci se ti faresti scrupoli con me, perché è quello che vuoi ora: adesso vuoi togliere di mezzo me… non è vero?" Detto questo mise in bella mostra il vampiro che stava per sacrificare. "Vuoi uccidermi per salvare lui? E vuoi farlo sacrificando tua sorella…?… Ovviamente sì…" E a quel punto sorrise alla Cacciatrice tristemente.

Buffy ascoltò Dawn: anche in quella dimensione le due erano legate. Per un momento, vide nello sguardo della ragazza lo sguardo della Dawn che conosceva lei. Ebbe un attimo di esitazione, ma capì presto che non poteva permettere di far sì che lo Bocca dell’inferno si riaprisse e che tante vite fossero sacrificate. La ragazza aveva già affrontato quell’argomento con se stessa, sapeva che doveva eliminare la Dawn maligna, per poter riabbracciare la Dawn del suo mondo. Così guardò il pugnale e poi disse alla sorella: "Mi hai costretta tu, Dawn!… Tu non sei mia sorella!", disse con rabbia, poi trafisse la ragazza con forza. Buffy vide Dawn cadere a terra, morente. Per quanto continuasse a dirsi che era solo la copia cattiva di sua sorella, il suo istinto le suggeriva di soccorrerla. Decise che non era più luogo per lei, così si voltò e fece qualche passo in avanti, allontanandosi dal cadavere.

Desio aveva seguito tutta la scena. Nel momento in cui Buffy aveva ucciso la sorella, gli si era gelato il sangue nelle vene. La Cacciatrice aveva fatto una scelta difficile. Il gentile semidio sentiva quanto la ragazza stava soffrendo, ora.

La vide avvicinarsi a lui e a Spike. Desio, con un movimento della mano, fece apparire un gigantesco cancello dall’aria antica. "Grazie, Buffy per tutto quello che hai fatto e per aver seguito il tuo cuore. Adesso ci penseremo noi a vegliare che continui a regnare la pace." Le disse, riconoscente, il generoso semidio. "È tempo per te di tornare nella tua dimensione e di riabbracciare i tuoi cari." Poi l’abbracciò con affetto sincero e le disse, con calore: "Mi mancherai! Abbi cura di te!"

Buffy sorrise. "Mi mancherai, nella mia dimensione un alleato come te sarebbe fantastico…", disse ricambiando l’abbraccio, poi si rivolse a Spike. "Anche tu, mi raccomando, abbi cura di te!", disse abbracciando anche l’amico vampiro. Fece un sorriso ai due e s’incamminò verso il cancello.

Varcò la soglia e immediatamente fu risucchiata all’interno, era come se stesse ruotando tutto attorno a lei, flash della sua avventura le apparivano come lampi e un rumore sordo, come un turbine era l’unica cosa che la ragazza sentiva. Poi tutto finì. Ci fu un attimo di silenzio, di buio, e poi come un botto. La ragazza aprì gli occhi di scatto. Si trovò nel suo letto. Le coperte la coprivano e la sveglia iniziò a suonare. Con un gesto preciso della mano la disattivò, poi guardò fuori la finestra. Era la Cleveland che conosceva lei, era finalmente nella sua dimensione. Scese dal letto e si recò dritta nella stanza della sorella. Pian piano vi entrò, poi si sedette sul letto e, mentre ancora la ragazza dormiva, l’abbracciò la stinse forte a sé, dandole un bacio. "Ehi, dormigliona! È mattina!", disse sorridendo.

Dawn aprì pian piano gli occhi non riuscendo bene a capire cosa succedesse.

Con la voce ancora impastata dal sonno si alzò a sedere lentamente ricambiando l’abbraccio della sorella.

"Buffy… che succede? Cos’è questo slancio d’affetto mattutino?" chiese perplessa .

Quando vide l’espressione della Cacciatrice le sorrise rilassata. "Sembra un abbraccio di quelli che si danno a chi è stato lontano da casa per molto tempo…" aggiunse poi divertita.

"O quello di una ragazza che ama molto sua sorella!", rispose Buffy sorridendo. "Allora, perché non ti vesti? Facciamo così, ti aspetto giù, andiamo al bar e portiamo la colazione a tutti e poi magari anche con gli altri decidiamo che fare… passiamo poco tempo insieme, e quel tempo è pieno di tensione… andiamo a divertirci!", esclamò Buffy. Infatti, aveva capito quanto fosse importante stare con la sua famiglia, le tensioni, le paure ed i pericoli c’erano, ma, per un giorno, Buffy non voleva essere la Cacciatrice, solo una ragazza!

 

Fine