AUTHOR:Carmilla.
SUMMARY: Talvolta l’assoluzione dai propri peccati porta a
peccati ancora più grandi
RATING: NC-17. Decisamente.
TIMELINE: Post Billy
ATS 3x06.
PAIRINGS:Wesley/Angel
TIPOLOGIA: slash esplicito.
DISCLAIMER: Appartiene tutto a Joss Whedon, alla Mutant Enemy, alla Fox.
Non scrivo a scopo di lucro e non intendo violare alcun copyright
Cosa aveva chiesto: Wes e Angel. Nessuna
magia. E ci devo CREDERE.
Per Roberta. Perché le sue Visioni rendono la mia vita più intensa.
I colpi alla porta erano
differenti.
Non la dolcezza esitante di Fred.
Né l’impetuosa decisione di Cordy.
E neppure la spavalda
preoccupazione di Gunn.
Colpi pazienti.
Angel.
-Wes?-
L’inglese tentò di ricomporsi per
dirgli di andar via, di sforzare la voce affinchè
apparisse che era tutto a posto, tutto normale, che sì era stata dura ma alla fine se l’erano cavata come SEMPRE,
erano sopravvissuti, erano ritornati alla normalità ed era NORMALE sentirsi
giù, NORMALE sentirsi colpevoli, in fondo Wes, vecchio mio, le hai dato solo un colpettino e non è che tu volessi farle del male, farla
gridare, farla soffrire…
-Apri la porta, Wesley.- Quella
calma inattaccabile, quella serena consapevolezza e Wes
si ritrovò in piedi prima di pensare, prima di ragionare e stava già sbloccando
la serratura e la sagoma del vampiro si stagliò in controluce.
Protetto dalle ombre Angel, riflettè l’ex-Osservatore, lo era
sempre, l’oscurità lo seguiva, lo avvolgeva come un mantello, lo accarezzava
come un’amante o come il velluto di uno scrigno che cela gelosamente la sua
gemma più preziosa.
E Wesley era dolorosamente
consapevole che la luce impietosa del corridoio mostrava al vampiro quello che
il suo orgoglio aveva celato agli altri: gli occhi rossi, la barba incolta, i
capelli scomposti.
-Sono tre giorni, Wes.- Il vampiro avanzò chiudendo delicatamente dietro di
sé la porta.- Sono..siamo tutti preoccupati per te. E’
tempo che tu ritorni.-
-No.- La parola gli uscì roca, per i singhiozzi, per il
troppo whisky, per i continui conati di vomito dal momento che il suo stomaco
si era dimenticato di come fare a trattenere il cibo.
Neanche la voce era più sua.
Angel strusciò i piedi sul
pavimento, incurvando lievemente le spalle. E in quel privato, accogliente,
confortevole Inferno che dall’episodio di Billy era stata la sua vita, Wesley
riemerse brevemente per considerare ironicamente a quali sforzi combinati di
Fred e Cordelia, alla Strana Coppia dell’Hyperion,
ora doveva questa visita.
Perché l’imbarazzo del vampiro
bruno era quasi palpabile, per uno che aveva due secoli di storia alle spalle
le sue abilità come conversatore erano praticamente nulle.
E meschinamente questo lo fece
sentire meglio.
Angel non era perfetto.
Mmmm… constatare l’ovvio. Ulteriore riprova della tua incapacità, risuonò
sarcastica la voce di suo padre nel cervello.
In silenzio Wesley si diresse
verso il cucinino, da dove prese una bottiglia e uno…no ripensandoci,
due bicchieri.
Bere era la cosa giusta da fare.
Se si beve non si parla.
E se non si parla, non si possono
porre domande.
E neppure rispondere.
Sedettero vicini e l’Inglese non
lesinò le dosi.
-Lei ti ha perdonato.-
E, cazzo, apparentemente neanche il bere riusciva a fermare Angel, il Vampiro-parolaio per i suoi standard una-parola-a-settimana
era ora
loquacemente inarrestabile e Wes avrebbe volentieri
attuato un incantesimo del silenzio se solo il suo cervello avesse conservato
qualche DANNATA nozione degli ultimi dieci anni di studi presso il Consiglio, e
il Dinamico Duo Fred-Cordy
doveva essere stato VERAMENTE asfissiante, l’avranno minacciato di nascondergli
il gel per capelli o la sua spada preferita o di farlo cantare di nuovo al Caritas o di fargli vedere Intervista con il Vampiro, Angel aveva
un vero ODIO per quel Louis, simile chiama simile, ridacchiò amaramente Wesley.
Ma, nonostante tutto, non riuscì a
non sollevare gli occhi.
Lo sguardo di Angel, simile alla
pietra lavica che gli piaceva tanto accarezzare da bambino, osservando la sua nanny che
spolverava la collezione geologica del padre, era liscio ed impenetrabile
all’apparenza.
Wesley si vide riflesso in quelle
pupille e pensò, non per la prima volta, che forse quell’immagine così strana,
così distorta fosse il modo in cui Angel vedeva l’Umanità.
Il modo in cui vedeva LUI.
-So che mi ha perdonato,
Angel. Lei è…lei è FRED. Ma io..-, deglutì versandosi
una nuova, generosa dose di whisky, -io…non riesco a perdonare me stesso. Io..Angel la vedevo.
Era Fred, non qualche immagine distorta della mia mente sovraeccitata. Era la
creatura dolce e speciale che ho..che tutti abbiamo
imparato a rispettare. Ed a amare.
Ma io la volevo sottomettere,
Angel.
Volevo farle..cose.
Ed ero sempre IO.
E l’idea che fosse Fred…bè rendeva tutto più gustoso.- Si fermò, la mano che tremava, il respiro pesante come se
avesse corso una maratona e non fosse seduto nel suo appartamento.
E gli occhi dell’altro non
abbandonavano il suo viso.
L’ira era una meravigliosa
sensazione.
-Dannazione Angel dì qualcosa!
Dimmi che non è vero, dimmi che è stata esclusivamente colpa di quel maledetto
sangue infetto, dimmi che ero totalmente fuori di me, che non ero Io, che non è
colpa MIA, dimmi qualcosa Angel..DAMMI qualcosa,
perdono, assoluzione, benedizione,
perché io non ce la faccio, non riesco e non penso di essere in grado di
guardarla nuovamente in faccia ora che SO, ora che lei SA…..-
La bocca di Angel è fresca,
morbida ma non fredda.
Quelle mani che Wesley ha visto
schiacciare come noccioline demoni, ora possiedono il suo volto, lo tengono
fermo, una sotto il mento, l’altra nei capelli, una
stretta decisa ma non dolorosa.
Non dolorosa.
Non come è stato doloroso
respirare in questi ultimi giorni.
E la lingua, Dio la lingua,
sta tracciando lievemente i contorni del suo labbro inferiore,
cercando ingresso, perché è sempre Angel vampiro con anima e non Angelus (davvero?) e quindi nessuna forzatura, ma
non è importante, niente è più importante perché ora la lingua ha trovato
accesso e sta esplorando la sua
bocca con tocchi esitanti, quasi timidi
e….. quest’attesa lo sta uccidendo.
E Wes
capisce che in fondo Angel ha ragione, che le parole in questo caso servono a
poco e che le frasi di perdono arriveranno prima o poi, dalla bocca di Fred e
da quella di Cordelia ma che questo è un altro tipo di conforto,
che non giudica, che non giustifica ma che lo aiuterà di nuovo a sentire.
-Wesss..…- Un sibilo.
E da quando il mio nome è diventato così sensuale?
Le mani del vampiro ora sono sulle
sue spalle e le stringono delicatamente.
L’ex-osservatore capisce che Angel
si sta trattenendo, che
non è sicuro se Wesley sia pronto per questa virata a luci rosse verso gaylandia perché Angel, e Wes lo
realizza in quel momento, tiene VERAMENTE a lui e probabilmente si sta
domandando se oltre a fottere Wes non stia per fottere anche la loro amicizia.
Ma non è il momento del gioco
delle venti domande perché ora Wes vuole SENTIRE, e
non è nello stato d’animo per disquisire con l’ignaro vampiro su cosa voglia
dire SOPRAVVIVERE in una prep-school
inglese (grazie, Papà), o sul fatto che Wesley Whindam-Price
sia sopravvissuto e che, in QUEL campo,
il gentile, timido, impacciato studente si sia rivelato tutto fuorchè DELICATO .
O forse era arrivato il momento di
offrire ad Angel qualche INDIZIO.
Se Wesley voleva- e Dio se VOLEVA- la cosa più semplice
era invitare Angel a prendersi alcune..libertà.
E il modo migliore per farlo,
memore delle sue brevi, sporadiche esperienze, era prenderne a sua volta.
Con un movimento improvviso e
piuttosto goffo lo fece alzare in piedi. I due uomini si guardarono in silenzio
per un lungo istante.
-Non ero venuto per questo, devi credermi.- Le parole
semplici, amichevoli però pronunciate cono tono morbido, sensuale.
Il tono che riservava alle sue vittime, realizza Wesley.
O alle sue amanti.
Un sottile sorriso increspa le
labbra di Wes.- Lo so, Angel. La domanda ora è: te ne
andrai a causa di “questo”?-
-No.- Sempre
con quella voce così intima e Wes è in ginocchio ora,
le dita che armeggiano goffamente con la zip dei
pantaloni del vampiro.
In un attimo ha il suo cazzo in
mano.
Nell’istante successivo in bocca.
E c’è qualcosa di intrisecamente POTENTE nell’avere il vampiro alla sua mercè, nel sentirlo gemere, nella mano che ora è un cerchio
di ferro alla nuca e che gli sta dicendo, senza parole, che non ha perso il suo
tocco e che è….
okay.
Più che okay a giudicare dai gemiti.
E antichi ricordi, ispira, inspira, succhia, lecca,
mordicchia, deglutisci,
ingoia, mugola ritornano improvvisamente alla memoria di Wesley, memorie
non rimosse ma semplicemente SEPPELLITE dagli anni, dal ferreo controllo
esercitato da suo padre prima, dal Consiglio poi, e infine da se stesso così
sciocco, così folle…
Ma è Angel che torreggia sopra di
lui, oscuro Dio Vendicatore in nero e tutto il corpo del vampiro è percorso da
un lungo brivido e le mani ora sono due che lo guidano, lo imprigionano, ma Wes è un prigioniero più che conseziente.
Affamato.
Insaziabile.
E quel gusto che non ricordava , metallico, rame e sale e Angel sta ruggendo ora e i fianchi
hanno un sussulto improvviso, lo sbilanciano e solo la stretta del vampiro gli
evita una ignomignosa caduta, ed all’improvviso sta volando per la stanza ed il suo corpo è
atterrato sul letto con un solido pouuff e i vestiti
sono strappati dal suo corpo e c’è solo un breve istante di sanità quando gli
occhi d’oro (d’oro?) del demone lo
inchiodano sul materasso.
Una domanda inespressa.
-Fottimi.-
Wes ansima, il corpo spalancato simile a quello di
una vittima sacrificale.
-Non ho…-
-Non mi importa. Fottimi.-
La saliva non è un buon
lubrificante, mai stato e fa male, cristo
se fa male e fa bene e fa gridare e piangere e mordere e lampi di luce
annebbiano la vista, il cervello, il cuore e Wesley prega, no SUPPLICA Angel di
fermarsi, no di andare più forte, più veloce e la dignità, l’orgoglio, il
ritegno sono un lontano ricordo e c’è solo Angel, le sue mani e le sue spinte
sono brutali e lo portano in Paradiso e l’istante successivo all’Inferno e sui
fianchi le dita stanno lasciando lividi perfetti ma a Wesley non importa più
nulla perché sta urlando
e quando il vampiro stringe una mano attorno alla sua erezione e pompa, pompa, pompa Wesley emette un suono alto,
strangolato e i suoi muscoli interni si contraggono e sente una fitta, le zanne
che affondano nella spalla e nel suo
corpo un fiotto di seme freddo.
Blasfemamente si
domanda se lo sperma potrà lavare i suoi peccati.
Sente un’insopprimibile stanchezza
mescolata alla vergogna, ora.
Ma Angel non dice nulla,
pietosamente gli risparmia la chiacchierata post-coitale, lo solleva
delicatamente questa volta ed avvolge una coperta attorno al suo corpo esausto.
Non c’è condanna nelle sue parole
e di questo Wesley gliene sarà grato per tutta la vita.
-Ora dormi. Domani andrà meglio.-
-Non sono sicuro di crederti.- Suona molto bambinesco ma è l’unica cosa che riesce a
pensare ora.
-Non preoccuparti Wesley. Per ora,
lascia che sia io a credere in te.-
Non ha senso. Nulla ha senso ma Wes è così dannatamente stanco. Per la prima volta nella
sua vita così ordinata, così regolata, così CONTROLLATA, l’ex-Osservatore
decide di lasciar andare, di farsi cullare dal calore che lo circonda, dal
tocco così gentile del suo amico-amante vampiro e immergersi nell’oblio.
Angel lo osserva scivolare nel
sonno prima di chiudere la porta.