BONDS
AUTHOR:Carmilla.
SUMMARY: Alcuni legami non si possono spezzare….
RATING: NC-17
e NON per descrizioni esplicite
di sesso
TIMELINE: 5° stagione di ATS ampiamente modificata
per esigenze narrative.
PAIRINGS: più che pairings dovrei parlare di
couplings.
SPOILERS: un po’ di tutto, qua e là. Alcuni saranno
involontari (non ho visto tutti gli episodi di ATS) altri… no.
DISCLAIMER: Appartiene tutto a Joss Whedon,
alla Mutant Enemy, alla Fox.
Non scrivo a scopo di lucro e non intendo violare alcun copyright
NOTA: Questa storia si colloca come proseguimento
ideale di “Masquerade”. I personaggi
sono “andati avanti”. Tutti.
Il tono è quindi molto più dark, più oscuro. Lettore
avvisato….
FEEDBACK: Oh, si. A carmillaprima@yahoo.it
Per Laura e i suoi haiku-commenti.
Per Pedistalite che l’ha chiesto. Insistentemente. E per
quella freccia elfica su per il **** che non voglio.
Capitolo 1-
“Un uomo senza difetti
è una montagna senza crepacci. Non m’interessa”
René
Char, Fogli d’Ipnos
-Angel, dove diavolo è Harmony?-
Il telefono squillava incessantemente.
Uno sbuffo esasperato.
-Probabilmente Wes, è a rifarsi il trucco o a spettegolare con le altre
segretarie o in “pausa pranzo” anticipata con Spike.- Il vampiro bruno sollevò
uno sguardo tetro verso il giovane Osservatore appena entrato nel suo ufficio.
–Ti posso sicuramente dire dove
NON è.
Dietro la sua scrivania a provare
a fare il lavoro per cui è stata assunta!-
All’ennesimo squillo l’altro uomo
osservò con blando interesse il telefono volare contro la parete e
disintegrarsi.
All’occhiata di Wesley, Angel
rispose con un sorrisetto contrito ma non troppo. –Ricordami di far appendere
un quadretto ricamato con su scritto IL SILENZIO E’ D’ORO.-
-Nervosetti oggi, Angel?-
-Gioia, non hai fatto il tuo
riposino di bellezza?- La voce di Lorne anticipò una scintillante visione del
demone verde inguainato in un completo giallo canarino, con scarpe a punta e
cappello in tinta.
Ma il particolare più…più..era la
lunghissima piuma di pavone che decorava
l’ampia tesa.
Angel chiuse gli occhi a tentare di negare la realtà, l’immagine
impressa indelebilmente nelle sue retine e Wes tossì discretamente. Una tosse
MOLTO particolare. Più che altro simile ad un risata.
-Che ne dite?-, fece il demone
piroettando su se stesso.- Siate sinceri!-
Come cavarsela con un demone empatico e suscettibile?, pensò
l’Osservatore. – Ehm Lorne sei….abbagliante.-
-Pensa Wes, l’ho comprato per
pochi dollari. Una tale bellezza rimasta invenduta, ci credereste?- Si lisciò
amorevolmente le maniche della giacca. – Angy-baby allora? Sono o non sono più
bello di Jim Carrey?-
-Non te lo direi se non lo
pensassi.- Il volto impassibile e gli occhi bassi.
Lorne si gonfiò d’orgoglio.-
Grazie, detto da te è un vero complim…- Poi realizzò.- Ehi, un’attimo tu NON lo
hai detto!-
Il vampiro fu salvato dall’entrata
di Gunn con in mano una cartellina, impeccabile in completo grigio fumo di
Londra.- Angel ho bisogno che tu dia un’occhiata a questi documenti. Riguardano
quella fusione con quella corporazione demoniaca di cui ti ho parlato. Il loro
legale è un osso duro e preferirei che tu avessi il quadro completo della
situazione prima di incontrarli oggi.- Un’occhiata al demone ed a Wesley.- Ma
se sei occupato…-
-Figurati Gunn, sono a tua
completa disposizione.- Un sorriso tanto smagliante quanto falso.
-Eh no. Ora tu…- Lorne non
intendeva fargliela passare liscia.
Il sorrisetto divertito sulle
labbra di Wesley svanì rapidamente.
Il vampiro bruno era balzato in
piedi, il corpo improvvisamente in tensione, i sensi in allerta.
Ed aveva mutato volto.
L’atmosfera nella stanza si
congelò improvvisamente, tutti gli sguardi puntati su quella figura immobile
che aveva socchiuso gli occhi protendendosi verso qualcosa.
Un segnale.
Forte.
Fortissimo.
Che si stava avvicinando.
-Devo chiamare la sicurezza?-
Gunn, ex-cacciatore di vampiri da strada, nella sua nuova veste professionale, aveva
mantenuto la lucidità che gli aveva salvato la vita più di una volta.
Nessuna risposta.
-Angel cosa senti?-
Un lampo di incredulità nelle
pupille dorate del vampiro.- Non è possibile, Wes, non è POSSIBILE.- Non era da
lui essere così indeciso, pensò Wesley.
-Zucchero, se tu fossi un pochino
più ESPANSIVO..-
-Avverto la presenza di un vampiro
nell’edificio.- Lapidario.
-Solo uno? Gli affari devono andar
male allora…- Il tono innocente di Lorne si meritò un’occhiataccia da parte
dell’altro che con uno sforzo ritornò alle sembianze umane ed afferrò un
paletto dal cassetto della scrivania incrociando gli occhi dell’Osservatore,
spalancati per la sorpresa.
L’Osservatore.
L’unico ad aver colto
immediatamente le ….implicazioni.
-Chi è delle due, Angel?-
La comprensione investì di colpo
anche gli altri.
-Darla o Drusilla?-
-Lo scopriremo ben presto, Wesley.
Si sta avvicinando.-
-Riunione di FAMIGLIA?- Gunn con
passo calmo si diresse verso la pesante libreria a muro e con una lieve
pressione, da uno scomparto segreto, estrasse due balestre, lanciandone una
all’Osservatore.
-Lorne hai qualche preferenza in
fatto di armi?-
-Carissimo Gunn ti ringrazio ma io
sono un sostenitore della non-violenza. Lascerò a voi la parte degli eroi come
al solito e me ne starò in un angolino.- Il demone si appoggiò indolentemente
ad una delle pareti.
Il sibilo delle porte
dell’ascensore interruppe il dialogo.
Tutti i presenti si irrigidirono,
puntando le armi verso l’ingresso.
Un lieve ticchettio e una figura
femminile apparve inquadrata nel vano della porta. E si arrestò lì.
Il primo pensiero di Wesley fu che
sembrava uscita da un film degli anni
Un tailleur rosso cupo con una
gonna lunga fino alle caviglie con un generoso spacco che scopriva una gamba
velata discretamente.
E un assurdo cappellino con
veletta.
Che impediva di distinguere il
volto.
Quale delle due?, si chiese di nuovo Wesley, il dito sul grilletto. E
un pensiero cinico subito dopo. Ha
importanza?
Lentamente, le mani bene in vista,
lei sollevò la veletta e rivelò un volto del tutto sconosciuto.
Occhi scuri, un naso non molto
regolare e una bocca ben disegnata curvata in un sorriso ironico.
-Ehi che calorosa accoglienza.
Qual’è il motto della Wolfram & Hart? SODDISFATTI O MASSACRATI?- Una pausa
e poi….-Ciao Angel.- Con noncuranza.
-V-. Videro lui annuire
lentamente, quasi a se stesso, ed incatenare il suo sguardo in quello di lei.
Dopo qualche minuto di imbarazzante
silenzio fu Lorne a spezzare l’impasse.-
Allora Zucchero che facciamo? E’ snervante rimanere così, in attesa. Lo stress
fa male alla pelle.-
-Precisando che TU non puoi essere
stressato da momento che quella che ti rigiri tra le mani è una limetta per le
unghie…-, il tono di Angel era asciutto e lui non abbandonava con gli occhi la
donna neanche per un istante, -… Lorne ha ragione, ragazzi. E’ tutto a posto.
Almeno CREDO.-
Voltandosi appoggiò lentamente il
paletto sulla scrivania, imitato dagli altri presenti che abbassarono le armi.
-Flagello non sei cambiato per
nulla a quanto vedo.- Nella voce di lei una sottile provocazione.- Anzi noto un
miglioramento. Non usi più quel gel per capelli che ti piaceva tanto.-
Silenzio dall’altra parte.
-Sono io l’unico ad essermi perso
o qualcun altro la pensa come me?- Esclamò Gunn scambiando uno sguardo
esasperato con Wesley.
Perché devo fare sempre io la parte del ficcanaso? Sospirò
intimamente l’Osservatore.
-Angel, se fossi così gentile da
fare le presentazioni e spiegare in particolare..-, all’inferno le buone
maniere,- come DIAVOLO hai potuto scambiare la signorina qui presente con Darla
o Dru, togliendoci dieci anni di vita…-
Una lucina sarcastica danzò negli
occhi di lei.- Allora è QUESTO il motivo di tanto trambusto. Maretta
nell’Angel-Casa della Prateria? Ed io che pensavo che
-V chiudi quella dannata bocca.
ORA.-
Shockandoli tutti. Mai sentito
Angel imprecare.
Con un riflesso automatico il dito
di Wesley si curvò nuovamente sul grilletto, pronto a scattare. Prima di
rendersi conto di cosa stava facendo.
Quel tono di voce l’aveva
riconosciuto.
Lo sentiva nei suoi incubi
peggiori.
Era un’esclusiva di Angelus.
Un profondo sospiro ed uno sguardo
per nulla benevolo.
– Vi presento V.
Vampira.
Con anima.
E Wes, lei è LEGATA a me.- Angel sogghignò.- Dimentico qualcosa?-
-Puoi aggiungere con brutto
carattere ed ottimo gusto nel vestire, io non mi offendo.- Più che un sorriso,
un mostrare i denti.
Le note di “Somewhere over the
Raimbow” interruppero lo scontro verbale. Tastandosi le tasche, mentre tutti
gli sguardi convergevano su di lui, Lorne estrasse il cellulare e dopo un primo
“Pronto” dovette allontanare l’orecchio dalla voce che lo stava assordando.
-Calma Gioia, non capisco, ti
metto in viva-voce.-
-Angel..- Era Fred, con il respiro
pesante.- Va tutto bene da te? Non riuscivo a mettermi in contatto con il tuo
ufficio.-
Una lieve traccia di imbarazzo sul
volto del vampiro.- Ehm ci sono…problemi di linea, Fred. Comunque perché mi fai
questa domanda?- Nel frattempo V, seguita dagli sguardi dei presenti, si era
incamminata verso una poltrona e vi si era adagiata mollemente, accavallando le
gambe.
-Stavo eseguendo alcuni test su
Spike quando all’improvviso ha dato di matto ed ora sta salendo da te.- La
ragazza ansimava.
-Ti sento molto affannata Fred.- V
si osservava distrattamente intorno, giocherellando con il bracciolo della
poltrona.
- Spike aveva deciso di fare il
Capitano Kirk e teletrasportarsi da te ma l’ascensore non collaborava. Troppo
lento.- Una pausa per riprendere fiato.- Comunque prima di iniziare a
saltellare come il Bianconiglio e fare i gradini della scale dieci alla volta,
ha mugugnato qualcosa del tipo “ Se la tocca, lo AMMAZZO”. Ha senso per te?-
-Forse Fred. Forse.- Lo
sguardo del vampiro dardeggiò sulla figura seduta davanti a lui. – Comunque non
c’è nessuna emergenza.-
-Perfetto.- L’accento texano della
ragazza era molto marcato.- Se sopravvivo a questa maratona mostrerò a quel
vampiro ossigenato come trattiamo i vitelli dalle mie parti! A tra poco.-
Il clic della chiusura del
cellulare si perse nel fragore della porta di sicurezza che sbattè violentemente
contro il muro seguito dall’entrata di uno Spike a torso nudo e fuori di sé,
che si strappava alcuni elettrodi ancora attaccati al torace.
-DOV’E’?-
-Ciao Spike.- Si era alzata in
piedi e lo fissava.
In due passi fu davanti a lei. La
fissò per un lungo istante.
Lo schiocco dello schiaffo risuonò
come un colpo di fucile nella stanza.
-Questo è solo l’inizio, Donna.
Quando avrò finito con te non ti riconoscerà neppure tua madre!- Le ringhiò
contro.
V rimase immobile, barcollando
lievemente e portandosi la mano alla guancia. Un sottile filo di sangue le colò
dall’angolo della bocca.
Vampira o no, decise Wes, non era
bello vedere una donna schiaffeggiata.
-Spike, Angel credo sia il caso di
sedersi e discuterne civil…- Due sguardi identici gli intimarono di chiudere il
becco mentre a completare il quadretto una scarmigliata, accaldata ed
arrabbiata Fred faceva il suo ingresso nell’ufficio, puntando come una furia
verso Spike.
-TU, maledetto inglese hai
rovinato costosissime attrezzature e mesi di lavoro!-
Troppo alterata per accorgersi
dello stato di Spike.
Quando lo strattonò per un
braccio, si ritrovò spintonata a terra da un unico movimento del vampiro
biondo.
-Ehi!-, esclamò Lorne, facendo un
passo in avanti. Nessuno, nemmeno Spike, poteva permettersi di mettere le mani
addosso a Fred, che ora lo guardava scioccata, confusa e dispiaciuta.
Ma Spike non sentiva nulla.
-Maledizione V, si può sapere dove
ti eri rintanata? Ed è inutile che tu faccia la parte della martire silenziosa
con me. In questi trucchetti può caderci Angel, non io!-
V lo guardò.
Gli occhi, le labbra, gli zigomi,
il torace.
E poi spostò lentamente lo sguardo
verso Angel.
Erano identici a come li
ricordava.
Alle immagini che popolavano i
suoi sogni.
Quelli più segreti.
Dio, quanto faceva male.
-Parla, Dannazione!- Spike
continuava a scrollarla. -Dì qualcuna delle tue battute spiritose e completa
questa patetica apparizione da Primadonna prima che ti riduca ad un mucchietto
di cenere!-
-V…- Il tono di Angel era
apparentemente più controllato di quello dell’altro vampiro.
Ma Wes vide qualcosa nel suo
sguardo.
Che gli fece accapponare la pelle.
Sembrò improvvisamente diventare
più GRANDE, più minaccioso.
-Sei nella MIA città, nel MIO
ufficio e davanti ai MIEI amici.
Hai mancato di RISPETTO a me e Spike.
E questo non è TOLLERABILE.
Fai quello che devi, V. Davanti a
tutti loro.
E fallo BENE.-
Improvvisamente freddo, Spike la
lasciò libera.
Lentamente la ragazza scivolò in
ginocchio, il capo chino e i lunghi capelli scuri a coprirle il volto.
Poi sempre con la medesima,
estenuante lentezza, sollevò entrambe le braccia davanti a sé.
E quattro paia d’occhi videro i
due vampiri maschi scambiarsi un cenno compiaciuto ed affondare ciascuno le
zanne nei polsi della ragazza e succhiare.
A lungo.
Con una soddisfazione quasi
sensuale.
GRANDE soddisfazione.
Wesley osservò il corpo di V illanguidirsi sempre di più.
Era incredibile e rivoltante allo
stesso tempo.
Non era un’atto d’amore, pensò
l’Osservatore, combattuto tra il desiderio di conoscenza ed una morbosa
curiosità.
Piuttosto di OBBEDIENZA.
Lui aveva visto molti vampiri in
azione.
Uccidere.
Nutrirsi.
E perché no, anche fare sesso.
Ma questo, questo era…diverso.
Nel mistero dei rapporti
gerarchici fra i non-morti c’era un fascino singolare che aveva attirato
l’interesse, spesso sfociato in ossessione, di molti suoi colleghi. Lui, il
razionale Wesley, il freddo e compito Wesley li aveva sempre segretamente
disprezzati per questa “aberrazione”.
Quant’ero stupido. E supponente.
Lanciando uno sguardo agli altri
incrociò le pupille lievemente dilatate di Fred.
Per lo stupore e forse per
qualcos’altro.
Quello stesso “qualcosa” che la
scena aveva risvegliato in lui. E, se non si ingannava, anche Gunn non ne era
immune.
Angel fu il primo a staccarsi.
Lasciò il polso di V che ricadde inerte lungo il fianco e ritornò alle
sembianze umane.
Spike però non stava smettendo…..
Angel si accigliò.
-Spike…- Nulla.
-William la stai PROSCIUGANDO.-
Si era ormai rassegnato ad intervenire
quando si sentì un lieve sussurro da parte della ragazza.
-Maestro…-
E il vampiro biondo si fermò. Di
colpo. Scrollando la testa, sembrò riscuotersi da una sorta di trance. Con una gentilezza insospettata,
considerando la violenza di qualche momento prima, sollevò il corpo quasi
abbandonato della vampira e la sistemò nella poltrona.
Per poi inginocchiarsi di fronte a
lei, gli occhi allo stesso livello.
-Dolcezza, non so come fai, ma
riesci a tirare fuori il peggio di me.-
Un lieve sorriso da parte di V.-
Ho avuto un bel po’ di tempo per allenarmi in questo “sport” dall’ultima volta
che ci siamo visti.-
-QUANTO tempo esattamente?- Gunn
era incuriosito.
-Due anni….- La voce di V era
ancora fievole per la perdita di sangue.
-Quattro mesi…- Spike non aveva
sollevato neppure la testa impegnato ad osservare la ferita sul polso di lei.
-E dieci giorni.- Angel
giocherellava con il paletto sulla scrivania.
-Undici.- lo corresse lei,
dolcemente. – Ma oggi non conta, giusto?-
Sempre senza guardarsi.
Per poi sollevare gli occhi
contemporaneamente nel rendersi conto di ciò che avevano detto nel silenzio
piuttosto sbigottito calato nella stanza.
-Wow.-, commentò sarcastico Lorne,
- Ovviamente era un’informazione IRRILEVANTE.-
-V cosa ci fa qui a L.A.?- Angel era
andato subito al sodo, in bocca ancora il sapore del SUO sangue.
-Se ti dicessi: “una rimpatriata
tra vecchi amici” mi crederesti?-
-No.-
-Perfetto. Allora non lo dirò.-
Spike si risollevò con un gesto
fluido. –Tsk, Tsk, Dolcezza.- La spogliò con lo sguardo, irritandola ed
infiammandola allo stesso tempo,- Non vuoi proprio capire. Hai giocato ed hai
perso. Ed io e Flagello non concediamo RIVINCITE.-
-Tutto questo alludere a sfondo
sessual-minaccioso mi ha fatto venire fame.- Lorne aveva terminato la sua
manicure ed ammirava soddisfatto il lavoro.
-Che ne dite, ci facciamo un bel
piatto di fettuccine?- La domanda era rivolta a tutti ma gli occhi rossi del
demone non abbandonavano il profilo delicato di Fred. E la sua espressione
piuttosto ferita.
-Gioia, vieni, lasciamo i due
vampiri alle prese con il nuovo GIOCATTOLO.-
Veleno allo stato puro. Questa
volta non c’era da sbagliarsi riguardo al tono di Lorne, riflettè Wesley
meravigliato.
Ma provocato da cosa? O da chi?
V si voltò rapidamente e squadrò il demone verde. – Pyleano, qual è
il tuo problema? Non sono abbastanza MUCCA per te?-
Celando la sorpresa provocata dal
fatto che lei conoscesse le sue origini, Lorne si irrigidì, abbandonando la
postura indolente di qualche istante prima. –Au contraire cara. Sono sicuro che sei un ottimo animale da
riproduzione. O che, quantomeno, lo eri da VIVA.- Rincarò la dose- E’ che, quando vi
incontrate, voi vampiri siete sempre
così..melodrammatici. E plateali. Dopo un po’ uno si stufa di questo
lotta-sangue-sesso. E’ RIPETITIVO.-
-Plateali…mmmhm- V gli snudò
le zanne contro.- Detto da uno che si veste così, lo dovrei ritenere un
complimento.-
La discussione stava
degenerando. E, anima o no, V non sembrava un tipo molto tollerante, considerò
Wesley.
Ad interrompere lo scambio ci
pensò Spike. – Bloody Hell, Donna hai battuto ogni record. Due minuti e già ti
sei fatta odiare da Mahathma-Lorne!-
-Stanne fuori Spike.- V non
sembrava molto intenzionata a lasciar perdere.
-Nemmeno per sogno. Questo ufficio
è stato recentemente riarredato e ripulito dopo che Flagello ha deciso di
eliminare un cliente dello studio. Se accade di nuovo, l’arredatore ha
minacciato di licenziarsi.-
-Ancora con questa storia?- Angel
era irritato. –Ho già detto che mi dispiace. Era un demone Matwack, come potevo
sapere che veniva per una consulenza?-
-Chiedendoglielo, prima di
spezzargli il collo?- Obiettò Gunn, che ancora pensava alla perdita di
un’ottima provvigione.
-Ad ogni modo V..- Angel fece
finta di non aver udito il commento dell’avvocato di colore- Spike ha ragione.
Non ho voglia di vedere il mio ufficio trasformato in un ring. D’altro canto
sono le tre ed io ho un appuntamento molto importante. Quindi se vuoi
scusarci….-
-Ma certo che ti scuso
Angel. Visto che l’appuntamento lo hai con ME!-, concluse soddisfatta mentre
nell’ufficio entravano due figure. Un uomo ed una donna.
-Vi siete già conosciuti a quanto
vedo. Perfetto. Allora possiamo incominciare!-
1-continua
capitolo 2
“Tutti
abbiamo dei difetti. Per esempio, tu respiri.”
Carmilla, durante una partita di Vampires, rivolta ad un ragazzo
che
non è più tornato a giocare. Dicembre
2003
Nota: questo capitolo è
dedicato a Franca ed alla sua Teoria dell’Addio. Ed a chi, come me, non coglie
più differenze fra lasciare ed essere lasciati.
Ci sono IO dentro, stavolta.
E fa male.
Buona lettura.
-Ci mancava solo LEI.-, sbuffò
Lorne.
Eve fece il suo ingresso nella
stanza, ora fin troppo affollata, seguita a breve distanza da uno sconosciuto.
-Angel organizzi un party e non
inviti ME? Potrei offendermi sai.-
L’incedere flessuoso, da gatta
della donna si arrestò a pochi centimetri dal petto del vampiro bruno ed
un’unghia perfettamente laccata scivolò sulla camicia di lui.
Indugiando un istante di troppo.
-Se hai voglia di festeggiare,
sono sempre DISPONIBILE.-
V la odiò.
All’istante.
L’attenzione degli altri era però
concentrata sull’alta figura, rimasta un po’ in disparte.
Uno sconosciuto.
E, a dispetto della prima
impressione, realizzò Fred, neppure umano.
Lo tradivano le sottili creste
frontali ai lati delle tempie che scendevano fino al collo e soprattutto gli
occhi di un impossibile viola che scrutavano i presenti con apparente distacco.
Almeno fino a quando non si
posarono su Spike.
E
sulla mano del vampiro sul polso di V.
-Lasciala. IMMEDIATAMENTE.-
Spike lo squadrò con il suo
classico sorriso sghembo che avrebbe fatto perdere la pazienza anche ad un
santo, considerò Wes.
E di SANTITA’ in quella
stanza c’è n’era ben poca.
-Demon-boy stai parlando con ME?-
I ruoli si erano invertiti. Ora
era V a trattenere il vampiro biondo. –Smettetela tutti e due. Sembra di
trovarsi all’asilo.-
-E’ LUI, V?- Il nuovo arrivato si rivolse
veementemente alla donna.- E’ lui il bastardo che ti ha vampirizzato e ti ha
spezzato il cuore? O è quest’altro?- Con un cenno della mano verso Angel.
-In fin dei conti, Ragazzi, non ho
voglia di fettuccine.-, commentò Lorne con giocosa perfidia,- Quasi, quasi mi
faccio portare qualcosa qui per assistere ad “Anche i Vampiri Piangono”. Cinese
per tutti?-
Angel colse di sfuggita delle mani che si alzavano
discretamente e stabilì che era ora di finirla.
Finirla davvero.
-BASTA!-
L’esplosione ridusse tutti al silenzio come
scolaretti.
-Fred, Wesley, Lorne se
GENTILMENTE volete lasciarci…-
-Gioia, io..-
Uno sguardo fu sufficiente.
Uscirono precipitosamente.
Spike scambiò con V un’occhiata
significativa.-Flagello sarebbe stato un’ottima maestrina d’asilo se la sua
versione malvagia non avesse avuto il vizietto di fare colazione con i
pargoli.-
-Spike siediti e chiudi il becco.-
Secco.- E la stessa cosa vale per te, Eve.-
Con passo lento aggirò la
scrivania e si piazzò di fronte al demone.
-Quanto a te…-, sorrise e V
rabbrividì. Non lo ricordava così TERRIFICANTE,-….prova a rivolgerti a ME con
quel tono un'altra volta e, cliente o no, ti rispedirò al mittente in una
scatola di biscotti.- Posò il suo sguardo scuro sulla vampira.- E’ chiaro che
vi conoscete. Chi è?-
Come se l’altro non esistesse.
Bersaglio centrato, pensò V.
Esperienza secolare batte arrogante giovinezza
Il demone avvampò per l’umiliazione.
-Non hai bisogno di
intermediari. Io sono Korath e ho una lingua per risponderti. Ed anche un
CERVELLO.-
-Allora USALO Ragazzo e non ti
limitare a portarlo in giro.- lo gelò Angel.
Era il momento di provare a
rasserenare l’atmosfera.
-Angel scusalo. Mio fratello ha
visto il Padrino da poco ed ha deciso di sperimentare con me questi atteggiamenti
da macho latino!-
-FRATELLO???!!-
-LATINO???!!!-
Due voci maschili in
contemporanea, una meravigliata, l’altra….. oltraggiata.
-Ehi abbassate i toni!- Si lamentò
Spike.- Mi sembra di essere in un incubo Dolby surround!-
Angel scrollò la testa e vide il sorrisetto
di Eve. Simile a quello dello Stragatto di Alice.
-Eve spiegami cosa sta succedendo.
Sii breve ma ESAURIENTE.- La donna si accomodò sulla scrivania, le lunghe gambe
accavallate, provocantemente evidenziate dalla gonna cortissima.
-Come ti è già stato detto Angel,
Korath è il tuo appuntamento delle tre. E’ il rappresentante legale delle Quitters Inc., una cordata
formata da numerose società appartenenti
a vari gruppi demoniaci e vampirici che fanno capo al Clan Grindell, cui Korath
appartiene, che ha sede a Boston.-
Nella stanza ora, si sarebbe
sentita volare una mosca.
- La società in questione è in
forte espansione e desidererebbe, come dire, APPOGGIARSI alle numerose filiali che
A ricordarmi la mia posizione di capo-fantoccio di questo circo
infernale, valutò il vampiro bruno cogliendo la mordace provocazione
sotto l’apparente tono distaccato di lei.
Se c’era una cosa che Spike non
tollerava erano i colpi bassi a Angel.
Solo LUI aveva l’esclusiva di
tormentare Mister-Solo Dovere Niente
Piacere.
-E tu, Dolcezza..- , la apostrofò
perfidamente,- ..che ruolo hai in questa vicenda? Ops, mi correggo, che
posizione? Verticale o ORIZZONTALE?!-
V si trattenne a stento
dall’abbracciarlo.
-SPIKE!!-
L’esclamazione di Angel arrivò
solo con un attimo di ritardo ma in quegli occhi impassibili V avrebbe giurato
di aver visto passare un lampo divertito.
Il sorriso di Eve si congelò in
una smorfia.
-Io sono semplicemente un
osservatore neutrale, incaricato di rendere il soggiorno dei nostri “ospiti”-,
calcò sulla parola, guardando allusivamente Korath che ricambiò l’occhiata,- il
più piacevole possibile.
E tu SAI Angel quanto posso essere
piacevole, se voglio.-
Guarda un po’. Spike non riuscì a nascondere un ghigno malizioso.
Il Nostro Angioletto si è lasciato tentare dal Frutto Proibito. E
dall’espressione della sua faccia, non ha un grande piacere che qualcuno sveli i suoi peccatucci in pubblico.
-Eve non è il luogo, né il
momento.-
Un profondo respiro per tentare di
riprendere l’auto-controllo.
-V è il tuo turno. Che parte
reciti?-
Lei rispose in modo assente, il
cervello ancora impegnato a rielaborare l’informazione appena sbattutale in
faccia dall’altra donna. -Nessuna. Io CANTO, nel caso te lo fossi dimenticato.
Intrighi, fusioni, lotte di potere non fanno per me. Il mio ruolo è del tutto
marginale.-
-E quale sarebbe precisamente il
tuo RUOLO? L’affascinante Dalila-Dark incaricata di sedurre i due
Vamp-Sansoni?- Il sarcasmo di Spike era abrasivo.
-Naaaahhh.- Un piccolo sorriso,
carico di significati reconditi.-Quella “carica” è troppo impegnativa per la
sottoscritta. Al massimo posso definirmi una semplice… FATTORINA.-
-V….- Korath intervenne
nervosamente, –Non devo ricordarti a chi deve andare la tua fedeltà.-
-Infatti, fratellino. Non c’è
proprio NULLA che tu debba o possa ricordarmi.- Gelida.
Punto, Set e Partita a V, assegnò Spike, con un improvviso senso di pietà per
il cucciolo di demone. Quasi lo compativa.
Quasi.
Un sorriso provocatorio
della vampira.- Quello che il mio fratellone non ha piacere che vi dica è che,
come segno di buona volontà, perfetta intesa , fiducia eterna e paroloni vari, il Principe della Camarilla
bostoniana, che voi due conoscete BENE,
mi ha incaricata di portare in dono una delle Antiche Pergamene di
Mordor. L’Undicesima o
Compiaciuta dell’effetto
creato si concesse una pausa teatrale.
-Da consegnare a
transazione avvenuta, naturalmente.-
Alla menzione della
Pergamena persino Eve smise di fare smorfie languide al giovane demone e
concentrò la sua attenzione sull’altra.
-Un dono PRINCIPESCO.
Forse in accordo a questo spirito di collaborazione potresti darcene
un’anteprima…..cara.-
V non si scompose.
-Lo farei molto
volentieri, CARA, ma come avrai intuito un oggetto così prezioso richiede una
protezione costante.
-Sei stata…previdente.-
Eve quasi sputò la parola.
Strega,
pensò V.
Puttana, pensò
Eve.
Si sorrisero radiosamente
l’una con l’altra.
Spike si era perso alcune pergamene prima.
Ma non era questa la sua
priorità, ora.
C’era un altro PICCOLO
punto da chiarire.
E una rabbia incandescente
come lava da controllare.
Prima di mostrare a quella
dannata testona che i vampiri NON possono volare dal trentaquattresimo piano,
senza alcuna conseguenza.
E neppure le VAMPIRE, se
per questo.
-Dolcezza, spiegami una cosetta.
Come
Un vulcano in eruzione,
pensò Angel.
Distruttivo.
Ed, una volta innescato,
INCONTROLLABILE.
-Lo sai come si chiamano
quelle come te?- Gli occhi chiari lampeggiarono pericolosamente mentre la voce
si faceva sempre più lenta.
Di una calma mortale.
-Sai V ho una gran voglia
di fare due chiacchiere con te.
In privato.
In ricordo dei VECCHI
TEMPI.
Penseranno Flagello e Gunn
al tuo Muppet-Brother ed a Nostra
Signora delle Sveltine.
Noi adesso ci cercheremo
un posticino discreto.
MOLTO discreto.
Poi… vedremo..-
Non sa neanche lui se vuole ucciderla o scoparsela, realizzò Gunn, tentando di mantenere un’espressione
impassibile.
Forse entrambe le cose.
E forse, visti i pensieri che faccio,
avrei bisogno di un periodo di riposo.
Un LUNGO periodo di riposo.
-Scordatelo
Amico. Tu devi lasciare stare mia sorella.- Korath si frappose fra le due
figure con attegiamento bellicoso.
-V,
se non si fa da parte lo uccido.- Il vampiro biondo non scherzava.
Lei
appoggiò delicatamente il palmo sul petto del fratello fissandolo con un
miscuglio di tenerezza ed esasperazione.
-Questa
non è una battaglia che sei in grado di affrontare. E non è neppure una
battaglia tra l’altro. Spike è il mio Sire e ci sono fra noi LEGAMI che non
puoi comprendere.-
Con
uno scatto si allontanò da lei.
-E’
sempre il solito ritornello da quando sei ritornata …così.- Un lampo di
disprezzo che la ferì più di una coltellata. – Io non POSSO capire, la tua
Famiglia non PUO’ capire, i tuoi amici non POSSONO capire.
Non
sei più tu.
Non
sei più NULLA.
Lui
ti ha SPENTO.-
-Smettila
Korath.-, sbottò lei ma quietamente. Troppo quietamente.
-Vedi..anche
adesso rifiuti di parlare.
Con
ME.
Con
tuo fratello.
Lui…lui
non ha nessun diritto.-, con un gesto di stizza furiosa della mano.
Facendo
un passo indietro.
Allontanandosi.
Da
lei.
-E’
qui che ti sbagli Cucciolo. Io ho TUTTI i dannati diritti.- La voce asciutta di
Spike si intromise.
-V
vieni con me. ADESSO. Non è una richiesta. E’ il tuo Sire ad ordinartelo.-
Era
la prima volta che la rivendicava così. E non era una bella sensazione.
Si
sentiva come un pacco postale.
O
peggio. Un pezzo di carne conteso tra due cani.
Merda.
-Io
non credo a queste stupide superstizioni. Buone solo per sciocchi e creduloni,
per alimentare la leggenda di voi non-morti. Siete SUPERATI. V puoi scegliere,
se vuoi.- Korath la fissava quasi a volerle trapanare il cervello.- Non avrei
voluto dirtelo, sorellina, ma questa è la tua ultima chance. Il Clan pretende di sapere se sei ancora dei nostri. O
dentro o fuori. In fin dei conti ti abbiamo adottata. Vogliono, no, VOGLIAMO
sapere se ci si può ancora fidare di te.-
Uno
sguardo da giudice, giuria e boia.
Come siamo arrivati a questo punto?
Una
rabbia feroce montò dentro di lei.
In
un istante fronteggiò il fratello.
-Mai
stata di NESSUNO, Korath.
Adottare
non significa possedere.
Ti
sei laureato in legge.
Dovresti
conoscere
Gli
voltò le spalle.
Con
gesto consapevole.
-
Spike andiamo dove vuoi ma fuori da qui. Mi sento SOFFOCARE.-
-Ma
tu non RESPIRI, cara. Non più, giusto?- La stoccata di Eve la fece sussultare.
Le
gettò un’unica, rapida occhiata. Raggelandola.
-Eve,
tu non sai neppure cosa significa RESPIRARE.-
In
un attimo non erano più lì.
--------
Uno
scintillio di acciaio, cromature e specchi.
Così…
impersonale.
V
rabbrividì.
Spike
si accese una sigaretta nervosamente.
-E’
una palestra. Non puoi fumare.-
-Denunciami.-
Messaggio
ricevuto.
A
toccarlo, pensò la ragazza, si poteva prendere una scossa.
-Siamo
noi due, Dolcezza. Soli. Non è più necessario indorare la pillola o parlare per
allusioni.-
Con
un calcio V spedì le scarpe in un angolo e si sedette su uno dei tappetini
massaggiandosi le piante dei piedi.
Dannate scarpe.
Non
c’era ancora sofferenza in lei per quello che aveva appena fatto della sua
non-vita, solo una sospesa sensazione di attesa.
E
di ineluttabilità.
-Non
c’è molto da dire Spike.-
-Prima
bugia.-, ritorse lui, con violenza,- Ci sono due anni, quattro mesi e non so quanti maledetti giorni da
riempire!- La voce era salita fino a livelli di guardia.
Un
profondo sospiro per calmarsi.- Io e Angel pensavamo che fossi tornata subito a
Boston.-
-Quella
era l’idea iniziale infatti.-
-Poi?-
Uno
sguardo impaziente.- Spike evitiamo di girarci intorno, ok?
Ero
sola.
Neo-vampira
e dal futuro piuttosto nebuloso, mi ci vedevi nella demoniaca riedizione del
Ritorno del Figliol Prodigo a Boston?-
Mosse
lentamente il collo, irrigidito per la tensione, mentre il vampiro biondo
scrutava ogni suo movimento.
-Cosa
avrei dovuto dire alla mia famiglia: “Mamy, Papy vi amo ma onestamente non
posso più dire che il mio cuore batte per voi dal momento che non ho più battito
cardiaco?
Sarebbe
stato….esilarante.
E
a completare il quadretto avrei dovuto affrontare ANCHE Dracula ed il suo
ehm…disappunto?
Guarda
che tu e Angel mi avete reso Vampira non Wonder Woman!- Spike le si
avvicinò sfiorandole sensualmente i
capelli con le punte delle dita.
Lei
dilatò lievemente le narici.
Dio,
il SUO odore.
Cuoio
e tabacco.
-Diciamo
che per ora ti concedo il beneficio del dubbio….rimane il fatto che saresti
potuta ritornare a Sunnydale. Da ME.-
-E
dalla Cacciatrice. Una nuova variante del “menage à trois”?- Feroce.
La
mano di lui calò duramente sulla sua spalla. Stringendola fino a farle male.
-Che
ne sai TU di me e Buffy?-
Si
liberò dalla stretta. -Molto di più di quanto tu possa immaginare, Spike.-
-Come
diav….- Ci arrivò subito.- Willy e la sua maledetta boccaccia??!-
-Willy
e la sua maledetta boccaccia.-, confermò lei. E si fece forza per continuare.-
Non era poi questo grande segreto sulla Bocca dell’Inferno. La tua passione per
lei. Il tuo amore per lei, la tua devozione per lei, la tua anima e…la tua
VITA. Per lei. SOLO PER LEI.-
Un
simulacro di sorriso.- Sei la prima che
non l’ha definita la mia follia.-
Un
pensiero sfrecciò nel cervello della
vampira per poi imprimervisi a lettere
di fuoco.
Probabilmente perché avrei voluto
quella FOLLIA per me.
V
si morse le labbra per non lasciarsi sfuggire quelle parole.
Spike
notò il gesto.
-V….-
Una richiesta. Non troppo velata.
Risprofondare
di nuovo.
Su
Spike.
Con
Spike.
Dentro
Spike.
Fino
ad annullarlo ed annullarsi.
Fino
alla Fine del Mondo.
-NO.-
Arretrò
per paura. Di se stessa, non di lui.
-Tu
rientri fra le Cose da Dover Lasciare Alle Spalle per Evitare di Fottersi
Una
pausa.- Anzi, sei in cima alla Lista.-
Un
sorriso sensuale da Vampiro che non Deve Chiedere Mai.
-Sicura,
Dolcezza? Pensi di potermi liquidare così? Io ti SENTO. Ed il tuo corpo canta
tutta un’altra canzone.-
-Anche
se ora hai l’anima sei rimasto un arrogante figlio di buonadonna, lo sai?-
Il
ghigno di lui si allargò.
-Cosa
posso dire? Piaccio così, Grosso e Cattivo.-
Lei
si bloccò immediatamente. Ci stava cascando. Di nuovo.
Lui
stava suonando la musica.
E
lei stava ballando.
Ma
era così STANCA….
-Pietra
sopra, Spike. Lasciamo perdere.-
E
fu allora che lui commise un errore. Anzi l’ERRORE.
-Cambierebbe
qualcosa se ti dicessi che LEI non mi ha mai amato?-
Stupido.
Idiota.
Imbecille.
Adorabile ma imbecille.
-Ti
amava, Spike.- Il tono accuratamente neutrale.
La
quieta ostinazione di lei lo fece infuriare. –Cosa ne vuoi sapere TU?-, le urlò
contro,- Non c’eri, non l’hai mai conosciuta.- La volle ferire come lei stava
ferendo lui, con il suo distacco, con il suo non volersi mettere in gioco.-
Dubito persino che tu sappia cosa vuol dire AMARE.-
Era COSI’, allora.
Gli
si rivoltò contro come una gatta quasi
soffiando.- Spikey cosa vuoi da me? Hai deciso che oggi è la giornata giusta
per sfogare un po’ delle tue frustrazioni? Certo che vivere gomito a gomito con
l’inarrivabile esempio di Angel non deve aiutare granché….. Ficcatelo in quella
tua zucca ossigenata io non ti dirò MAI quello che tu vorresti sentire per
lusingare il tuo borioso ego.-
Il
sussurro divenne un sibilo.
-Io
ho conosciuto te e Angel.
Intimamente.
Ho
avuto i vostri corpi ma MAI il vostro cuore.
Su
quello c’è un cartello con scritto a caretteri cubitali “GIRARE AL LARGO.
PROPRIETÀ PRIVATA DELLA CACCIATRICE”.
Ed
io l’ho fatto.
O
quanto meno, ci ho provato.
E
ho compatito, sinceramente, quelle che sono venute dopo di me.
Io
sono una material-girl in fin dei conti. Una sopravvissuta.
Ma
le altre?
Le
avete DISTRUTTE ci scommetto. Con gentilezza, però.
Io
non ti dirò MAI cosa ha significato per me stare con voi. Non ti dirò MAI del
senso di vuoto che ho provato ogni dannata notte da due anni a questa parte.
Non ti dirò MAI della lotta che ho combattuto ogni dannato minuto per evitare
di scivolare, di lasciarmi andare. Non ti dirò MAI cosa significa trovarmi qui
davanti a te e sentire le tue dita che mi sfiorano i capelli e sapere che sono
le TUE dita e non quelle di un fantasma che ho evocato con la disperazione.
NON
TE LO DIRO’ MAI.-
Lo
sfogo la lasciò esausta.
Il
silenzio si prolungò fino a diventare insostenibile.
-Questo
fatalismo non è da te, V. Cosa è successo alla ragazza che è riuscita a mettere
sotto non uno bensì due Maestri Vampiri?- Una scintilla, qualsiasi cosa, ma non
quel vuoto nello sguardo della donna.
Lei
chiuse gli occhi.
-E’
morta, Spike.-
Cristo,
il fratello aveva detto una cosa giusta. Era veramente SPENTA.
Non
la riconosceva più.
Spike
rivoleva la vecchia V.
Quella
con la corazza sempre alzata.
Non
aveva perso comunque quella dannata capacità di leggergli dentro, la ragazza.
Lui
voleva davvero RIVALERSI su qualcuno. Per ragioni che non desiderava chiarire
neppure a se stesso.
E
lei, con la sua apatia, gli stava negando questa possibilità.
Non
voleva dargli nulla.
Non
più.
Una
gelida, mortale determinazione si impadronì di lui.
-Se
le cose stanno così, Dolcezza, allora perché continuare?- V riaprì gli occhi e
fu solo per un caso fortuito che riuscì ad evitare il calcio del vampiro
biondo.
Violento.
Le
avrebbe spezzato qualche costola. O altro.
Mise tra di loro dello spazio.-Cosa ti prende
Spike?-
-A
me? Forse ho semplicemente realizzato che sei INUTILE.- Le si avvicinò con
un’andatura agile.
Letale.
-O
forse la tua patetica storiellina mi ha aperto gli occhi. Povera piccola V! Ti
sto semplicemente dando quello per cui sei venuta.- Il pugno le sfiorò la
guancia.-
-Spike
non è divertente. Smettila. L’unico sport da me praticato è il “Sollevamento
della bottiglia di Tequila” Potresti farmi VERAMENTE male.-
-Fidati
Dolcezza..-, lei lo vide mutare volto,- …quando sarai polvere non sentirai più
nulla.-
E
la attaccò.
V
non ebbe più il tempo di protestare, infuriarsi o supplicare.
Era
troppo impegnata a salvarsi.
Le
mostrò come combattevano i veri guerrieri.
Sinceramente
avrebbe preferito vederlo in un film di kung-fu.
E
non nella parte dell’antagonista.
Merda. Di nuovo.
V
valutò freddamente che le restavano
all’incirca 30 secondi di non-vita.
Non
si sarebbe fermato da solo.
Non
stavolta.
Lascialo fare, Ragazza. Quella Voce che in questi ultimi tempi si era fatta
sempre più forte, sempre più persuasiva le invase il cervello con un sussurro
ammaliante. Lui ha capito. Sei sempre
stata una vigliacca. Questa è la soluzione migliore. L’oblio. Lascialo fare.
Ma
un qualcosa, orgoglio, ostinazione e più semplicemente testardaggine le impedì
di subire passivamente.
-Forza
V vieni da Paparino. BALLIAMO per l’ultima volta.- La invitò con l’indice ad
avvicinarsi.
L’ho
fatto per 130 anni. E sono FOTTUTAMENTE bravo.Sarà rapido ed indolore.- Negli
occhi gialli del predatore nessuna pietà.
V
si immobilizò. Lo fissò per un lungo istante e poi gli si fece vicino,
vicinissimo, il corpo di lei che sfiorava quello di lui. –Che brava, obbediente
bambina che sei diventata.- La irrise il vampiro biondo.
-Scusami.-,
gli sussurrò all’orecchio, facendolo irrigidire. Con la lingua percorse il
profilo duro, irregolare di quel volto demoniaco. La voce della donna si fece
più morbida, velata. – So che farà male più a me che a te.- Spike senti le labbra di lei poggiarsi
delicatamente all’angolo della sua bocca e non si accorse del ginocchio di lei
contro il suo bassoventre.
Dolorosamente
preciso.
Il
dolore lo investì come una scarica ad alto voltaggio, facendolo barcollare e
mandandolo lungo, le mani sui gioielli di famiglia, nella bocca il sapore del
suo stesso sangue per impedirsi di urlare.
Si
pose a cavalcioni sopra di lui, bloccandolo con il suo corpo e gli prese la
testa fra le mani.
-Spike,
ascoltami.
Attentamente.
Se
e quando deciderò di trasformarmi in cenere sarà una scelta solo ed
esclusivamente MIA.
Né
tu, né Angel, né Dracula, né mio fratello.
Io.
Soltanto
IO.
Non
sono una guerriera. E non sono neppure
-Prova
nuovamente ad usarmi come un sacco da boxe o uno sfogo ormonale ed io USERO’
te in modi che neppure puoi immaginare.
Non
sarò leale, né paziente, né misericordiosa.
Userò
ogni colpo basso a mia disposizione.
Sarò
Sei
riuscito a farmi sentire SPORCA e questo non te lo perdonerò mai.
Con
uno scatto lo lasciò libero e si sistemò i vestiti.
-Ora
ho bisogno di un buon caffè o di qualcosa di più forte.-
Un’ultima
occhiata. – Gira al largo da me Spike. Per il bene di ENTRAMBI.-
Lo
lasciò disteso sul pavimento a domandarsi se un paletto nel cuore avrebbe fatto
meno male.
2-continua
Bonds
Capitolo
3
“Caffè?
Thè?
Me?”
Joan Cusack, Una Donna in Carriera
Nota: Io l’ho sempre ADORATA. Questo capitolo e’ il mio personale “grazie”
a quella che considero una delle migliori caratteriste viste in BTVS e ATS.
Mi ha fatto ridere come una pazza.
In ogni occasione.
Buona lettura.
In these shoes
-Come
primo approccio non è stato del tutto insoddisfacente.-
-Dici?-
Angel assunse un’espressione scettica.
-Oh
si.- Gunn annuì con convinzione, dirigendosi vero il mobile-bar per versarsi
una generosa dose di brandy invecchiato.
-E
da cosa deriva questo tuo insolito ottimismo?-
-Bè
la controparte della Quitters Inc. è ancora viva.
Ed
è uscita dal tuo ufficio tutta intera.
QUESTO
io lo chiamo un notevole miglioramento.-
Angel
sospirò profondamente sotto lo sguardo canzonatorio dell’amico.
-Gunn,
questi sono gli effetti collaterali del tuo… upgrade? Humor da AVVOCATO? Devo dire che non mi fa molto ridere.-
-Sai
che novità.-, bofonchiò l’altro sottovoce.
-Cosa
hai detto?-
-Nulla,
nulla.- Gunn maledì silenziosamente l’udito ipersviluppato dei vampiri. E dopo
aver trangugiato tutto d’un fiato il liquore, posò il bicchiere di scatto e
lanciò uno sguardo scuro al vampiro.
-Angel
io non posso OPERARE se tu non mi racconti tutto. TUTTO.- Angel sfuggì il suo
sguardo.
-Gunn
ti assicuro che io ne sapevo quanto te. Anzi, meno di te.-
-Forse
è vero. Però tu SAI cosa è quella maledetta Pergamena, giusto? E se i Piani
Alti vogliono una trattativa vantaggiosa, devo sapere che valore danno a quella
cosa. Non mi piacciono le sorprese.
E
Eve aveva l’espressione di un gatto affamato di fronte alla più grande scodella di latte dell’Universo.-
Angel
socchiuse gli occhi.
-Mettiamola
così, Gunn. Se tu stessi giocando a poker ed avessi un full, Korath avrebbe….-
-Un
poker.- Con espressione rassegnata.
-No.
Una SCALA REALE.-
-Fantastico,
Angel. Tu si che sai dare le buone notizie con garbo.-
Il
vampiro bruno assunse un’espressione contrita. – Le pergamene di Mordor
contengono delle Profezie sul futuro delle Razze. Umane e Non. Se ne conoscono
tredici in tutto e sono disseminate qua e là tra spazi dimensionali, realtà
parallele e i sobborghi di Calcutta.-
Pensieroso.- Trent’anni fa girava voce che Elvis ne avesse acquistata una.-
L’avvocato
di colore inarcò un sopracciglio scetticamente.
-E
cosa ci avrebbe mai fatto il Re con una
pergamena mistica?-
-Suppongo volesse dare una sbirciatina al suo futuro.
Era uno di NOI.-
Gunn
impallidì.
-Il
Re era un VAMPIRO?-
-No.-
Un
sospiro di sollievo.
-Elvis
e’ un demone.-
L’altro
crollò nella poltrona. –Gesù, Angel ma davvero il Re era….-
Uno
sguardo di stupore assoluto.
-
Tu hai detto “è”. Vuoi farmi credere che è VIVO?-
-Chiedilo
a Spike. Si ubriacano sempre insieme quando lui lo va a trovare nel suo negozio
di auto-usate a Tuxedo, Texas. Detto fra
noi, come venditore fa veramente PENA.-
Gunn
si alzò lievemente barcollando come un pugile alla sua ultima ripresa.
-Angel
ti dispiace se vado a prendermi
un’aspirina? Ho un fortissimo MAL di
TESTA adesso!-
Un
sorriso comprensivo e sollecito da parte del vampiro.- Vai pure amico, ci
vediamo più tardi.-
Sorriso
che si allargò quando sentì l’altro bisbigliare al cellulare mentre usciva:-
Servizio informazioni? Vorrei il numero delle rivendite di auto usate di Tuxedo
nello stato del Texas…..no TUTTE.-
Perfetto.
Il
diversivo aveva funzionato.
L’accesso
alle loro schede personali, compilate dalla W & H, complete e DETTAGLIATE,
poteva risultare utile dopotutto, pensò Angel, che da un cassetto trasse fuori
un cellulare.
Quella
particolare chiamata non doveva passare dal centralino.
Digitò
una sequenza molto lontana dai normali numeri telefonici.
Un
clic soffocato dall’altra parte.
-Sono
IO. Dobbiamo parlare.-
-------
La
incontrò nella toilette delle
signore.
V
non era certo nella sua forma migliore, le mani che non volevano proprio
saperne di smettere di tremare.
Per
l’adrenalina.
Per
la paura.
Per
la consapevolezza che, se era ancora tutta intera, era perché Spike, in questo
periodo, doveva essere meno lucido di
lei.
E
che forse in fondo, MOLTO in fondo, lui non aveva avuto intenzione di farla
VERAMENTE finita.
Ma
su questo punto non ci avrebbe scommesso la sua non-vita.
Non
più.
E
quella voce femminile così acuta, bamboleggiante, così NORMALE…beh, l’aveva rassicurata.
-Cara,
scusa se te lo dico, ma hai una faccia da far spavento. Una donna non dovrebbe
mai ridursi così. Un uomo scommetto.-
Fuochino, fuochino, pensò V, che sollevò lo sguardo dalle sue mani
traditrici ed aprì il rubinetto per darsi un contegno.
La
ragazza, probabilmente un’impiegata dello studio, la guardava con un misto di
compassione e complicità, in attesa di una risposta.
Ok, Ragazza, hai veramente toccato il
fondo se susciti pietà persino in una sconosciuta.
-Hai
ragione.- Per un riflesso automatico, gettò un’occhiata allo specchio di fronte
a lei e sorpresa, sorpresa, erano in
due davanti al lavabo.
Ed
erano in DUE a non riflettersi.
-Io
sono Harmony. Harm per gli amici.-
-Io
V. Per tutti.-
-Carino.
Come Prince o Jay-Z.-, commentò la bionda. - Non ti ho mai visto da queste
parti. Sai..- , aggiunse con aria cospiratrice, - io conosco TUTTI.- Con
malcelato orgoglio, -Sono la segretaria personale del Presidente della W & H.-
-Sei
Forse
lei…e LUI….
No, questo sarebbe TROPPO, anche per me.
Anche se…
no, No, NO!
Scacciò
dalla mente il pensiero e si concentrò su quello che le stava chiedendo
l’altra.
-Conosci
Angel?-
-Si.-
Senza sbilanciarsi.
-Ehi..-
Harmony scrutò sospettosa la sconosciuta, - non è per caso che ti hanno inviato
dalla Sede Principale?- Sembrò osservare per la prima volta l’abbigliamento
dell’altra alla ricerca di chissà quale indizio. A V sembrava quasi di
vedere le rotelline della bionda lavorare furiosamente.
Staranno facendo gli straordinari .
Poi
una qualche bislacca conclusione dovette penetrare la coltre nebbiosa del suo
cervello.
–Ho
capito tutto. Non sono mica scema, sai?
LORO
vogliono sostituirmi e TU saresti il mio rimpiazzo.
Bè
pezzi grossi o no, demoni o no, avvocati o no, qui siamo in America ed io ho i
miei DIRITTI. Assumerò…assumerò… l’avvocato
di O.J. Simpson.- Esclamò trionfalmente per poi bloccarsi.
-Merda,
lavora già per
Si
riprese subito- Bè troverò un altro avvocato e li citerò.
Il
mio lavoro lo faccio bene e non ci sono MAI stati problemi.-
Investita
da quel tornado, V era rimasta senza parole.
Harmony
equivocò il silenzio dell’altra e le gettò un’occhiata di sbieco.
-E
va bene, AMMETTO che qualche volta ci possa esere stato qualche lieve…inciampo
ma può capitare a tutti, no?
Insomma,
siamo demoni o robot?
E
se vogliono tirare fuori quella vecchia storia della guerra scoppiata in
Tizzonia, Tanzen, Tarzania… si insomma in quella città lì, cosa potevo saperne
io che inviare quelle teste poteva essere considerato una PROVOCAZIONE?
Ammesso
che poi fossero teste VERE.
Pfui.
Io
ho le miniature dei Simpson sul davanzale del mio balcone e sono fatte molto
MEGLIO!!-
Non è possibile.
Non è possibile che io stia ascoltando
lo sfogo di una vampira isterica e incompetente nel bagno delle Signore di uno
studio legale.
Non è possibile che io mi stia ridicolmente, assurdamente…rilassando.
Sono ufficialmente fusa.
Los Angeles.
Tutti PAZZI.
Era
ora di porre un freno allo sproloquio dell’altra.
-Piano,
cara, piano.-, la calmò V, -Sono arrivata qui in compagnia di mio fratello che è
avvocato. Affari.- Decidendo di omettere alcuni particolari secondari.
Bè,
forse non tanto SECONDARI.
Il
malumore svanì d’incanto dal viso della vampira bionda, come neve al sole.
-Se
è così….benvenuta alla W & H! Di dove sei?-
-Boston.-
-Oh.-,
fece Harmony con aria saputa, - ora capisco perché sei vestita così.-
V
non sapeva se ridere o sentirsi offesa.
Harmony si affrettò a correggere la frase.
-Non
fraintendermi, stai bene è che…- la squadrò con occhio critico,- sei un po’ demadè ecco.-
-Intendi
demodè.- la corresse V, sempre più
divertita.
-Insomma,
hai capito cosa volevo dire.- Harmony non battè ciglio.- Mai imparato
l’italiano.-
-Il
francese.-
-Si
quello.-, confermò la vampira bionda distrattamente,- Sai, qualche volta,
quando è un po’ ALTERATO, Angel mi dice delle cose in quella lingua, ma io non
capisco nulla.-
-E
che fai allora?- Con l’intima certezza che non fossero esattamente COMPLIMENTI.
Harmony
la guardò con aria di superiorità. – Quello che una brava, efficiente
Assistente del Presidente di una potente multinazionale fa in questi casi.- Un
pausa melodrammatica.
-
Non faccio NULLA.
Annuisco
e sorrido.
E
metto in filodiffusione Barry Manilow.- Un sorrisetto di pura malizia.
-Fidati
cara.
Funziona
SEMPRE.-
Le
due donne si fissarono sogghignando.
Con
l’istintiva, irrazionale e singolarmente FEMMINILE sensazione di trovarsi molto
simpatiche.
Harmony
prese a braccetto V. – Sei impegnata ora o hai il tempo di prenderti una pausa
caffè?-
Una vampira normale.
Vanitosa, pettegola e senz’ ANIMA.
Dio ti ringrazio.
-Harm,
credo proprio di aver trovato l’unica persona di BUONSENSO in tutta la città.
Dove mi porti?-
-Vedrai.
Ti mostrerò il meglio di Los Angeles. Esiste un unico modo per risollevare il
morale di noi Ragazze.-
Si
sorrisero vicendevolmente ed esclamarono all’unisono.
- BRUNCH e
SHOPPING SELVAGGIO!!!!-
---------------
Tump.
Tump.
Tump.
-Ti
disturbo?- La testa di Wesley fece capolino.
Tump.
L’uomo
si decise ad entrare. –Fred?-
Tump.
-Tutto
bene?-
Tump.
La
pallina gommata rimbalzava contro il muro con ritmo costante.
Inesorabile.
Wesley
aggirò alcuni cavi e i resti di quella che sembrava una complessa
apparecchiatura per analizzare Dio solo sapeva cosa.
Una
costosa apparecchiatura.
Una
COSTOSISSIMA apparecchiatura.
-Ne
vuoi parlare?-
TUMP.
Di
scatto si pose fra il muro e la sedia dove si trovava la ragazza, con il
braccio già sollevato e pronto a lanciare.
Lei
abbassò la mano e sollevò gli occhi solo un istante.
Un
brevissimo istante.
Che
bastò a Wesley per comprendere che NULLA andava bene.
Non
ora.
Per
nessuno di loro.
Men
che mai per Winifred Burkle, Rosa del
Texas.
-Ti
ha fatto molto male?- Inutile inserire il soggetto.
Lei
stirò le labbra fino a renderle quasi invisibili. –Tranquillo, Wes. Di
ammaccato c’è solo il mio orgoglio.-
L’ex
Osservatore non sapeva cosa dirle. Era abituato alla dolce Fred, alla sensibile
Fred e si, anche alla desiderabile Fred, e non a questa estranea che lo fissava
con sguardo freddo, immoto.
-Ne
vuoi parlare?-, ripetè di nuovo e, nuovamente, l’offerta cadde nel silenzio.
Parlarne? Si chiese Fred.
Non
le sembrava una buona idea.
Ne
aveva “parlato” con Lorne per un’ora.
O,
più precisamente, il Pyleano, infuriato, aveva declamato un monologo, senza risparmiare nessuno, Spike, Angel e soprattutto i nuovi
arrivi: “…..quella Dark Lady dei Poveri ed il Demone Pagliaccio….”, tentando di
distrarla, di farla ridere, mentre lei annuiva assente, il pensiero rivolto
alla scena vista poco prima nell’ufficio di Angel.
Ed
allo sguardo che Spike aveva rivolto alla vampira bruna.
Di
cosa parlare, dunque?
Se
neppure riusciva a chiarire a se stessa
cosa l’aveva disturbata di più.
Cosa
l’aveva umiliata di più.
Cosa
l’aveva FERITA di più.
-Wes
tu eri un ragazzo popolare nella tua scuola?-
L’uomo
la fissò sorpreso, ma rispose ugualmente.- No, Fred. Decisamente NO.-
-Neppure
io.- La ragazza si sollevò lentamente dalla sedia ed incominciò a
riordinare meccanicamente la scrivania.
Il
ciclone-Spike aveva fatto danni anche lì.
-O
meglio….lo sono stata per un giorno. Un giorno soltanto. Quando il professore
di Fisica, Mr. Robinson, premiò il mio esperimento sui pannelli solari davanti
a tutti.
Davanti
all’intera scuola.
Quel
giorno, Wes, mi sentii giusta per la prima volta nella mia vita.
VERA.
Visibile.-
-E
poi cosa accadde?-
Un
breve sorriso.- Il giorno dopo sul mio armadietto trovai una scritta con la
vernice: “CONGRATULAZIONI, WINIFRANKESTEIN”.
I
ragazzi possono essere molto CRUDELI a volte.-
Wes
ripensò al SUO college.
Ed
annuì.
Si.
MOLTO
crudeli.
-LUI…-,
e Wes seppe BENISSIMO che non si riferiva ad Angel. O a Gunn. O a Lorne.-…..mi
faceva sentire VERA.- Il lungo, sottile collo da cigno incurvato, i capelli scuri
a nasconderle il volto.
-LUI
aveva chiesto il mio aiuto, capisci?
Aveva
avuto BISOGNO di me.
Winifred
Burkle.
Anonima
e banale ragazzina il cui complesso d’inferiorità era esteso come lo Stato da
cui provengo.
Ed
io l’ho aiutato.
E,
nel frattempo, mi sembrava di essere più vicina a comprendere.
A
comprenderli.
Il
loro passato.
Il
loro futuro.
Il
loro MISTERO.-
Una
pausa.
-Che
illusa.- Sorrise amaramente, mentre Wes la aiutava a raccogliere i fogli sparsi
sul pavimento.
-Lui,
lei, LORO resteranno sempre fuori portata per la piccola Winifrankestein.
E
questo mi fa….arrabbiare, Wes.
Mi
fa infuriare.
Mi
fa DANNARE.-
Non
era soltanto
Ma
anche, e SOPRATTUTTO,
E
finalmente Wesley comprese.
Non
era SOLO gelosia.
O
invidia.
-Fred,
il Consiglio ha a che fare con i vampiri da decenni. Secoli. E ti posso
assicurare che nei quattro anni da che lavoro con Angel ho accumulato una
conoscenza infinitamente superiore a
qualsiasi Membro Anziano.
Anche
rispetto a quelli che hanno dedicato la loro intera esistenza allo studio
dell’occulto.
Esperienza
sul CAMPO, per così dire.
E
nonostante tutto questo…. ho solo sfiorato la punta dell’iceberg.-
-E
non lo trovi FRUSTRANTE?-
Brava Fred. Domanda da 1 Milione di
Dollari.
Sincerità, Wes.
Gliela DEVI.
-Molto.
Moltissimo. Fino al giorno in cui ho impersonato Angel per….insomma per un
caso. Fu allora che compresi una cosa.-
-Quale?-,
con un aria ansiosa che la rese ancora più cara all’uomo.
A
volte dimenticava quanto giovane fosse quella ragazza.
-Angel
e Spike sono l’eccezione, Fred. Non la regola. Se tu, se NOI li stimiamo, li
rispettiamo..- forza Wes, sputalo fuori,-..li
AMIAMO è perché, anima o no, sono speciali.
Ma
ciò che essi dicono, pensano, fanno, non cambia di una virgola ciò che SONO.
Vampiri.
Per
avere quel tipo di conoscenza, di SAPERE al quale tu aspiri, devi essere
disposta a pagare un prezzo.-
Una
pausa per raccogliere i pensieri. Voleva, DOVEVA essere preciso.
-Do
ut Des, Fred.
E’
latino e significa dare qualcosa per ricevere qualcos’altro.
Il
prezzo da pagare si chiama Umanità.
Io
ho deciso che non sono PRONTO. Che non lo sarò MAI.
E
ti dirò un’altra cosa.
Credo
che quella vampira, V,stia ancora PAGANDO.
E,
fidati Fred, non mi sembrava molto SODDISFATTA dell’acquisto.-
E
la ragazza ripensò alla sofferenza che aveva letto sul volto di Spike in alcune
occasioni quando il vampiro non pensava di essere osservato. E al tormento che
filtrava talvolta dallo sguardo di Angel, un buio profondo da cui non emergeva
alcuna luce.
E
una profonda, strana pace scese su di lei.
-Mai,
Wesley. MAI.- E lo abbracciò forte.
La mia Umanità.
La mia normale, noiosa, banale,
meravigliosa, benedetta UMANITA’.
MAI.
----------------
-Il
solito, Pierre.-
-Come
desiderano le mie belle Signore della Notte.- Il cameriere, con atteggiamento
affettato, si affrettò verso il bancone.
-Con
anima e resistente alla luce del sole? Noi, per venire in questo locale nella
pausa pranzo, dobbiamo passare tramite sottopassaggi e fogne. Ragazza hai tutte
le fortune!-, esclamò una delle ragazze sedute al tavolo con lei ed Harmony.
-Bè..-,
replicò la vampira bionda, prevenendo la risposta di V,- non direi che l’ANIMA
sia proprio da considerarsi una FORTUNA, Candy!- Le altre ridacchiarono alla
sua uscita.
Dopo
il primo, iniziale imbarazzo, V si era trovata subito a suo agio fra quelle
sconosciute che l’avevano accolta con una curiosa mescolanza di indifferenza e
curiosità.
Nessuna
ricerca del Mistico o dell’Inconoscibile nelle loro domande.
Nessun
sotterfugio per carpire vitali informazioni per
Al
massimo la richiesta del nome del suo “divino” parrucchiere.
E,
Perdio, era così LIBERATORIO….
-Allora
V come fai a conoscere il Grande Capo?- A parlare era stata la donna
sobriamente vestita con tailleur e
camicetta, seduta di fronte, che rispondeva al nome di Lin Ho. L’unico
particolare che STONAVA erano le sottili squame che fuoriuscivano dai polsini
della sua giacca.
Il
chiacchiericcio diminuì nell’attesa della sua risposta.
-Ho
conosciuto Angel e Spike a Sunnydale un paio d’anni fa. Mi hanno salvato la
vita. E POI mi hanno vampirizzato, su mia richiesta. Avevo dei problemi e
quella mi era sembrata una buona soluzione all’epoca.- V sorprendeva se stessa
talvolta per le sua capacità di OMISSIONE.
E dopo aver salvato
Trasformandola in un film vietato ai
minori e ai deboli di cuore.
Con la mia ENTUSIASTICA collaborazione.
Ovviamente.
-
Tipico.-, commentò annoiata la ragazza con il piercing al naso ed i capelli viola e rossi, che Harmony le aveva
presentato frettolosamente come “Candy, sezione Recupero Crediti”. – Non fanno
altro che quello, ormai. Oddio, forse “Blondie Bear” è ancora…ATTIVO in un
certo senso. Vero, Harm?-
-Il
mio Orsacchiotto Biondo è e resterà sempre il mio adorato Big Bad!!-, ribattè
con foga l’altra,- Anche se devo riconoscere che qualche volta…..è un po’
ABBATTUTO. Ma è normale, no? Ho letto su Cosmovamp che passata la boa dei 120
anni, ehm, possono avere problemi nel sistema …idraulico.-
E
giù risatine maliziose.
Cosmovamp?
Sistema idraulico??
Blondie Bear???
Tutti pazzi a L. A.
FURIOSI.
-Orsacchiotto
biondo?- V non poteva credere che…- Cioè Harm, tu e Spike….-
-Stavamo
insieme qualche anno fa…poi lui si è
messo a fare il cagnolino della Cacciatrice e ha riavuto l’anima ed è morto,
cioè non del tutto, cioè non COMPLETAMENTE, e poi è venuto qui a L.A. come
fantasma e poi è diventato corporeo e insomma….-, si impappinò la bionda,-
voleva festeggiare e mi faceva tanta TENEREZZA e quindi…però non è che io lo
AMI!-, concluse piuttosto affannata.
-Hai
il dono della sintesi, Harm!-, commentò ironicamente la ragazza squamata,
attirandosi delle occhiatacce da parte di tutte le presenti.
-Non
starla a sentire. E’ solo invidiosa perché ha una cotta per Spike e lui non la
vede nemmeno!- La rossa seduta alla destra di V esalò uno sbuffo di fumo e
parlò con voce roca, profonda.
-
Io una cotta per quella trash-versione di Billy Idol!-, l’altra sembrò
soffocare per l’indignazione,-Ripetilo
Martha se hai il coraggio!-
-Certo
che lo rip…-
-Il
vostro veleno quotidiano, carissime.- Il cameriere distribuì cinque tazze
fumanti e la discussione cessò all’improvviso.
-Il
naso di V captò un profumo singolare, insolito era….
-DE-LI-ZIO-SO!!-
Un sospiro collettivo si levò dalle altre che stavano sorseggiando la bevanda
con un’espressione simile all’estasi.
-Mmmhh
quanto è buono.-
-Fantastico.-
-Nessuno
lo fa come Pierre.-
-E’
uno 0 positivo, sai?-
-Deve
essere QUESTO che lo rende così speciale.-
V
si rivolse a Harmony che stava leccando il cucchiaino con intensa
concentrazione.
-Harm,
fammi capire, questo è..-
-Un
sanguiccino, V.-
-COSA?!-
-E’
un SANGUICCINO.- La bionda glielo sillabò come se fosse un bambino poco
sveglio. Ed effettivamente V si sentiva un po’..INDIETRO in quel momento. – E’
un mix fra sangue di maiale e cappuccino. Da noi è l’ultima moda. Lo fanno
anche in altri locali al gusto di peperoncino, cannella e fungo della Passione,
ma noi Ragazze veniamo sempre qui. E’ il migliore sanguiccino della città. Sai
tenere un segreto?-
V
annuì, troppo stupefatta per parlare.
-Pierre
ci aggiunge sempre, solo per noi, un goccetto della sua RISERVA SPECIALE, se
capisci cosa intendo.-, concluse con un cenno della testa e V osservò la benda
sul polso del cameriere ed il largo sorriso sulla sua faccia.
-Perché
lo fa?- V non riusciva a capacitarsi della cosa.
Le
rispose Candy con un bisbiglio cospiratorio.- Pierre è un aspirante attore.
Spera sempre che una di noi lo vampirizzi un giorno o l’altro.
Pensa che l’immortalità possa risolvere i suoi
problemi di acne.
E
in ogni caso..-, concluse, – noi gli lasciamo sempre un’OTTIMA MANCIA!-
V
scosse il capo.
Los Angeles.
Pazzi.
Furiosi.
COMPLETAMENTE furiosi.
-Va
un po’ meglio cara?- Harm la fissava sorridendo e V si scoprì a ricambiare il
sorriso.
Le
piaceva quella simpatica, svitata vampira bionda.
Questione di pelle.
Ed
il suo istinto femminile le diceva che la piccola Harm avrebbe potuto riservare
più di una sorpresa alla Strana Coppia dei due Vampiranimati.
Ed
insegnare LEI qualcosa a loro.
A
prendere le cose con più leggerezza, tanto per dirne una.
A
spassarsela un po’.
-Sapete
Ragazze, sebbene non vi conosca bene, ho la sensazione che siate VOI la vera
colonna portante della W & H!- Le altre annuirono raggianti.
-Ci
vuole una donna intelligente per capire queste VERITA’….-sibilò compiaciuta Lin
Ho, accarezzando la mano di V con intenzione.
-Sai
attenta a Lin-, le sussurrò Candy, – E’ bisessuale, sessualmente aggressiva ed
ha una lingua biforcuta. LETTERALMENTE.-
E
proprio in quel momento V vide qualcosa guizzare fra le labbra della donna.
Non voglio sapere, decise.
-Hai
dannatamente ragione V.- Era il turno della provocante Martha ad infervorarsi.
–Ma gli uomini sono così…STUPIDI certe volte.-
-Amen,
Sorella.-
In
coro.
La
vampira rossa continuò,- Da quando ci sono Batman e Robin non c’è più alcun
DIVERTIMENTO per noi comuni vampiri e demoni impiegati nello studio.
E’
tutta una serie di Cose da NON Fare.
Hanno
persino fatto girare per i reparti un Regolamento.
Un
REGOLAMENTO, ti rendi conto?-
Sempre
più alterata.
-Pensa
V, a me è toccato Wesley, l’ex-Osservatore. Non male fisicamente, tanto che ci
avevo fatto un pensierino ed invece sai cosa continua a ripetermi da quando
sono la sua segretaria?-
Imitando
l’accento oxfordiano dell’uomo ed abbassando la voce:- “ Martha niente fumo in
ufficio.” “ Martha nessun sacrificio rituale durante la pausa-pranzo”. “ Martha
non puoi succhiare il fattorino della Fed-ex. In NESSUN senso.”- Scosse la
folta chioma, gettandola all’indietro.
-
Ma dico, si può essere così BARBOSI?
Ho
fatto richiesta di trasferimento alla sede della W & H di Cleveland.
E’
a due isolati dalla Nuova Bocca dell’Inferno.
Speriamo
che almeno LI’ riesca a divertirmi un po’!-
-E’
tutta colpa di quel Musone di Pai…- Candy si azzittì di botto.
-Pai
che?-
-Nulla,
nulla.- Harmony ticchettava nervosamente il cucchiaino sul piattino.
-Andiamo
Harm, diglielo.- Martha era decisamente la più diretta. –Digli come hai
soprannominato il Grande Capo.- Visto che la bionda non si decideva si rivolse
a V con aria quasi di sfida e scandì bene,.- E’. Tutta. Colpa. di. Paingel!-
Paingel.
PAINGEL.
Aspettando
una reazione.
Che
non si fece attendere troppo.
V
pensò che stavano riuscendo dove Spike aveva fallito.
Stava
morendo.
Soffocata
dalle risate.
Paingel.
Sei MIO Ragazzo, pensò mentre un sorriso di pura malvagità le
attraversava il volto.
-Lo
trovo semplicemente PERFETTO!-
-------
Dopo
i saluti si ritrovarono sole.
-Hai
ancora voglia di fare shopping?-
La
bionda spalancò gli occhi. –Ma certo!-
V
pagò il conto e si incamminò verso l’uscita.- Sai, ho ripensato a quello che
hai detto prima. Vorrei decisamente cambiare look durante il mio breve
soggiorno. E comprare qualcosa di elegante, di carino per….un amico di famiglia
che vive qui. Sai nel caso ci si incontri…..-
-V,
fidati di me. Sono una SPECIALISTA nello shopping!-
Dopo
qualche istante….
-Harm?-
-Si?-
-In
realtà non è un amico di famiglia.-
Uno
sguardo comprensivo.- Cara, non lo sono MAI!-
3-continua
Bonds
Capitolo
4-prima parte
Nota:
Quest capitolo è dedicato a Stefy.
Piccola
Grande Donna.
Come
si dice…buon avatar non mente.
Buona
lettura.
“E ci
siamo scambiati la pelle, le anime e l’ossa…”
L.
Ligabue, L’Odore del Sesso
Freak like me
-Champagne?-
-Perché
no?-
Korath
si mosse con sicurezza nella suite
messa a sua disposizione dallo studio legale, consapevole dello sguardo della
donna che non lo abbandonava neppure per un istante.
-Soddisfatta
dell’esame? Se vuoi posso sfilare per la stanza come un indossatore…-
-Ti
infastidisce essere osservato?-, ribattè Eve, acciambellandosi sull’ampio,
morbido divano color panna come una gatta.
-Sono
solo MERAVIGLIATO di suscitare tanto interesse. Conoscendo la reputazione della
W&H, pensavo che mi avessero radiografato nel momento esatto in cui ho
messo piede in questo edificio!- Le porse la flute con gesto gentile che contrastava con la durezza dello
sguardo.
Un
piccolissimo sorriso da parte di lei.
-Se
è per questo, l’abbiamo fatto.
Ed
abbiamo scoperto che la tua razza è, come dire, IMPERMEABILE ai raggi X.-
-Che
disdetta per voi.- La voce del giovane demone trasudava sarcasmo.
-Io
ho suggerito di eviscerarti e di inviare i tuoi organi nei nostri laboratori di
ricerca, ma la mia proposta non è sembrata COMPATIBILE con lo spirito di
collaborazione e di fiducia che vogliamo instaurare con
Silenzio.
-Scherzavo
ovviamente.- Con un’espressione indecifrabile.
-Ovviamente.-,
rimarcò lui.
Korath
socchiuse gli occhi allontanandosi di qualche passo dal divano e si slacciò la
cravatta, passandosi una mano tra i folti capelli bruni.
La
stanchezza e la tensione della giornata trapelavano solo dalle sottili rughe
intorno agli occhi e dalla linea rigida delle spalle.
Un combattente.
Eve
lo apprezzò segretamente per questo.
Forse in altre circostanze…
-Allora…-la
donna mosse le dita dei piedi, concentrando
l’attenzione del demone su quelle delicate estremità,- quali sono le tue
impressioni sul nostro Nuovo Presidente?-
Una
smorfia.- Un personaggio singolare….UNICO direi.-
-Unico?
Non direi proprio. Ora il Club Vampiri con Anima conta nuovi membri come Spike
e tua sorella, se non sbaglio.-
-V
non è e non sarà MAI argomento di discussione durante il mio soggiorno qui.
Intesi, Eve?-
La
fissò con uno sguardo scuro e lei avvertì per la prima volta le profondità
nascoste di quel giovane avvocato.
-Sono
questioni di FAMIGLIA. E verranno trattate come tali.
Cos’era
quella brevissima fitta, si chiese Eve?.
Rimpianto?
Gelosia?
Invidia?
Si,
era INVIDIA.
Una
famiglia.
Legami.
Ed
un certo rispetto per questo demone
impulsivo e riservato al tempo stesso.
Mi piacerebbe essere amata così…
Un
pensiero disturbante che si affrettò a scacciare. Era stanca anche lei, tutto
qui.
E
i suoi superiori non ammettevano incertezze. E tanto meno il FALLIMENTO.
Ripensò
alle informazioni che le avevano comunicato gli analisti dello studio.
Ambizioso.
Intelligente.
MANOVRABILE.
Bè,
su quest’ultimo aggettivo, a suo parere, gli “esperti” avevano preso una
cantonata.
Una
GROSSA cantonata.
Ma
lei era lì per questo. Per rimediare agli errori, no?
Si
stiracchiò leggermente, evidenziando la linea sottile del busto e, portandosi
la mano alla nuca, sciolse lo chignon,
liberando i capelli.
-Korath…-,
un basso, sensuale mormorio, - non intendevo invadere la tua privacy. I Soci
Anziani sono solo leggermente preoccupati. Comprensibilmente preoccupati, se me
lo consenti.- Con gesti lenti si allungò sul divano per appoggiare il calice
sul basso tavolino di cristallo di fronte a lei.
-Per
cosa esattamente?- Il demone non riusciva a staccare lo sguardo dalla donna,
intrigato più che dall’evidente e prevedibile tentativo di seduzione, da
qualcosa che era passato prima nello sguardo di lei.
Un
qualcosa che non si accordava al suo ruolo di Mata Hari di lusso.
Per
nulla.
Nel
rispondere lei scelse di mantenere un tono leggero, neutrale. – Il legame tra
Colei che detiene
-Non
vedo come, Eve.- Impassibile.- Anzi la cosa dovrebbe andare tutta a vostro
vantaggio, dal momento che Angel è il Presidente della Società per cui lavori.
O no?-
Quando il gioco si fa duro….., pensò lei.
Lo
ammirò per come le teneva testa.
Nessuna
concessione.
Allora
fece la sua offerta. Quella VERA.
-Non
si sa mai, Korath. A breve ci potrebbe essere un CAMBIAMENTO nei vertici
direzionali.-
Lasciò
che le parole e i sottintesi si depositassero nel cervello di lui. Lo vide
socchiudere gli occhi mentre valutava il nuovo scenario che lei gli stava
prospettando.
-Non
ho la facoltà di prendere autonomamente questa decisione.- Asciutto.- Devo
prima consultarmi con i miei clienti.-
Il muro vacilla, riflettè lei, ma, stranamente, questa volta il
trionfo aveva un retrogusto amaro…
Mi aspettavo di più da te Cucciolo,
si disse mentre il suo sorriso si induriva e si faceva più sensuale al tempo
stesso.
-
Che guarda caso hanno molta fiducia in TE. Naturale che l’ultima parola spetti
a loro, ma vorrei sottolineare che
Lui
annuì lentamente sempre con un’espressione indecifrabile sul volto.
-Posso
solo dirti che presenterò la tua proposta, Eve. Nel frattempo…-, le si fece più
vicino e la ghermì con il braccio sollevandola dal divano e schiacciandosela
contro,- …che ne dici di illustrarmi i “benefit”?-
Si
modellò contro di lui.- Sono sicura che li troverai molto interessanti.-
Stavolta non sarà solo dovere.
Mentre
Korath si chinava, gli pose una mano sul petto e surrurrò,- E’ la prima volta
che lo faccio.-
Una
smorfia di comico stupore da parte del demone.
Una
risata cristallina e maliziosa.- Sciocco. Intendevo con un Grindell. Circolano
voci sul vostro conto…-
-Ah
si?- Un brontolio basso, profondo. Aveva trovato un punto sensibile dietro quel
collo serico e lo stava leggermente mordicchiando, inviando una serie di
scariche lungo le terminazioni nervose della donna.- E quali?-
Eve
gli sussurrò qualcosa all’orecchio e poi lo fisso negli occhi in attesa della
risposta.
-E’
falso.-, disse quietamente lui.
Un
lampo di delusione nello sguardo di lei.
Korath
stirò le labbra malignamente.- Noi ci riusciamo anche SENZA le mani!- e
ridendo, mentre Eve lo tempestava di pugni, la trascinò in camera da letto.
---------
-C’è
nessuno?-
Il
posto sembrava deserto. Però le luci erano accese e nell’aria aleggiava quel
tipico miscuglio di odori, vernice fresca, segatura, trementina che lei
associava alle cose nuove.
Pulite.
V
annuì a se stessa con approvazione. Il locale era ampio, i tavolini disposti in
ordine solo apparentemente casuale, alcuni separè
discretamente illuminati, il bancone rilucente di specchi (peccato non poterne
più usufruire) e…..
Un
attimo.
La
vampira si accigliò lievemente.
Il
palco dov’era?
Si
guardò intorno con maggiore attenzione fino a quando non comprese.
Ma guarda.
Il
palco era…. LEI.
Posta
su una pedana rialzata troneggiava una splendida Cadillac rosa decapottabile
del
Sembrava
direttamente uscita da Grease, riflettè V, dove uno sbarazzino John Travolta
invitava una delicata Olivia Newton-John ad iniziare un ballo che non sarebbe
finito mai.
Dio, quanto eravamo giovani.
Con
un dito percorse sensualmente la fiancata notando la cura, no l’AMORE, con cui
era stata restaurata fin nei minimi particolari.
Sei una vera Signora, pensò. Una
Signora con Pinne e Tette.
Le
erano sempre piaciute le macchine.
Mike,
il suo primo quasi-ragazzo (quasi, fino a quando Korath non aveva voluto fargli
un “discorsetto”) era un drogato dei motori.
E
le aveva trasmesso questa passione.
A
riconoscere la voluttà della linea di una carrozzeria d’epoca.
L’affascinante
simmetria del design di un cruscotto.
E
questa macchina era semplicemente perfetta.
Le
uniche parti modificate erano il sedile del guidatore, piuttosto rialzato per
permettere al pubblico di vedere chi cantava, e la strumentazione che regolava
il microfono, l’amplificazione e le luci.
PERFETTA.
Davanti
al cofano si arrestò.
Due
lunghe gambe maschili fasciate da un paio di jeans stinti sporgevano da sotto la macchina.
V
le osservò agitarsi lievemente mentre l’uomo, presumibilmente, era impegnato ad
aggiustare qualche cosa sotto il telaio.
Dopo
qualche istante si riscosse bruscamente.
Qualche
ora in compagnia di Spike ed Angel e già incominciava a pensare come una
ninfomane.
Sorrise
a sé stessa.
Su una cosa Spike ha ragione.
L’astinenza non fa per me.
Un
respiro profondo per calmarsi. –Mi scusi, sa dov’è il proprietario del locale?-
Un
grugnito.
Lentamente
la vampira vide fuoriuscire il bacino,
il torace coperto da un maglione blu
sformato e pieno di macchie d’olio ed una mano verde.
Verde.
Quando
il volto di Lorne fece capolino, V aveva riacquistato la consueta padronanza.
-Gioia,
quale onore! Benvenuta nel mio umile locale.- la apostrofò sardonico ma
intimamente stupito nel vederla ora in
pantaloni e t-shirt.
Cambio di scena, pensò lui.
Stupore
che si trasformò in sconcerto quando focalizzò il disegno e la scritta sulla
maglietta.
Due
orsetti che si tenevano per mano.
Uno
con un lungo cappotto nero, l’altro con un’improbabile capigliatura platinata.
E
sotto: “HO FATTO SESSO CON DUE VAMPIRI E SONO SOPRAVVISSUTA. O QUASI.”
Lei
indovinò il suo pensiero.- Regalo di un’amica. Ti piace? E il tuo completino
che fine ha fatto?-
La
squadrò indignato. – Ehi, mica potevo rovinare un abito del genere con grasso e
lubrificante. Quanto al tuo nuovo look.….-, lasciò morire la frase. La faccia
parlava da sola.
V
si infuriò.
-Bacchettone.-
Voleva
la guerra, pensò Lorne.
-Esibizionista.-
-Scemo.-
-Oca.-
-Omino
verde.-
-MUCCA!-
Basta
ora, pensò V.
Erano
un demone e una vampira, maledizione.
O
piuttosto due bambini bizzosi?
L. A.
La follia è contagiosa.
-Non
sono venuta qui per litig….-, finalmente realizzò,- il TUO locale?!-
Il
demone ghignò.- Sorpresa, sorpresa.-, concluse rialzandosi, afferrando uno
straccio per pulirsi le mani e squadrandola dall’alto in basso.- Quale cattivo
vento ti porta da queste parti? E soprattutto come ci sei arrivata dal momento
che fuori è giorno?-
Fu
il turno di V di sogghignare.- Cosa posso dire? Sono un tipetto resistente. –
Il
demone raccolse la cassetta degli attrezzi
e si avviò verso il bancone del bar.
-Allora
visto che non sei INFIAMMABILE, perché non dimeni il tuo culetto fuori di qui?
Ho un locale da re-inaugurare ed un milione di cose da fare.-
Okay. Il tempo delle facezie è finito.
-In
realtà Lorne sono qui in veste professionale. Ho un ingaggio per cantare nel
tuo locale stasera. Ho con me lettera e fax di conferma.-
-Starai
scherzando.-
-Sul
lavoro io non scherzo mai.- Lapidaria.
-Fammi
vedere.-
V
gli tese i documenti. Il Pyleano diede loro una rapida scorsa e, se possibile, divenne
ancora più verde in viso. –Adesso bellezza, prima che tu inizi a gongolare, mi
ci vorrebbe un bicchiere di roba buona.
E
forte.-
La
vampira ne ebbe compassione.- In questo forse posso esserti d’aiuto.- Da un
sacchettino accanto al bancone tirò fuori
una bottiglia di tequila e la
appoggiò sul ripiano.
-E
QUESTA a cosa doveva servire?-, le chiese Lorne incuriosito. E sospettoso.
-Procedura
standard. Incontro i proprietari dei locali dove mi esibisco, li faccio
ubriacare e poi fuggo con la cassa.- Sarcastica.
Il
demone svitò il tappo e prese due bicchieri.- Comincio a credere che tu sia una
VERA professionista.-
-E’
una battuta a doppio senso, Pyleano?-
-No
carina. Sono troppo abbattuto per continuare la nostra piccola schermaglia
verbale. Alla salute!-, e svuotò in un solo colpo il contenuto del bicchiere.
–Mi ci voleva proprio, maledizione.-
Quasi
controvoglia lei si trovò a chiedergli, -Ne vuoi parlare?-
Le
gettò uno sguardo ironico. –Anche questo fa parte del servizio?-
-Consideralo
un extra.-, gli sorrise in risposta.
-Ma
si, tanto peggio di così..- Sospirò.- Quando sono arrivato qui, Zucchero, bè è
stato come entrare a Fantasilandia. Cioè, ho trovato la musica, i teatri e
Hollywood, Barbra Streisand ed il buon vecchio Frank, e le spiagge, e il surf,
e i cocktails con l’ombrellino…- Con
gesto assente riempì nuovamente il suo bicchiere e quello di lei.
-Ma
non è il paradiso.
Questo
no.
Da
dove vengo io di cose brutte ce n’erano a bizzeffe ma qui…qui ho visto per la
prima volta il Male Incarnato.
Allo
stato puro.-
-
-No.
Peggio. Gli agenti del Fisco Americano.
Non
ridere-, la minacciò drammaticamente con un dito mentre lei si mordeva le
guance in modo sospetto, -Sebbene il Caritas sia sempre andato discretamente,
non ho mai, come dire, SFONDATO.-
Si
interruppe e trangugiò il bicchiere ancora più rapidamente del primo.- Circa
sei mesi fa ho assunto un tizio come commercialista. Un tipo con il pelo sullo
stomaco che non faceva troppe domande. Mi sarei dovuto insospettire dal momento che non aveva mosso neppure un
muscolo quando mi vide per la prima volta ma, che diamine, aveva sulla
scrivania del suo ufficio una foto con dedica di Michael Jackson SENZA
MASCHERINA e ho pensato, “ se ha visto in faccia lui ed è sopravvissuto….” Il
bastardo sembrava competente ed aveva agganci un po’ ovunque. Per farla breve,
gli proposi di diventare vice-direttore del Caritas e lui mi rispose “perché
no?”.-
Un
sorriso amaro.- Fu un sollievo poter delegare alcune cose, anche perché in quel periodo Angy-Baby era
nella fase “I want it all and I want it NOW”, ed io e gli altri dovevamo
stargli dietro. Ed io, come un stupido, mi fidai di questo bastardo e gli diedi
carta bianca per il locale.-
-E
lui ti ha fregato.-
-Oh
si, bambina. Puoi dirlo forte. E’ fuggito LUI con la cassa e mi ha lasciato
solo debiti.- La fissò.- Il tuo ingaggio ed il contratto li ha firmati lui.
MaledettoEthan Rayne, che possa marcire all’inferno!-, concluse sbriciolando il
bicchiere tra le mani e disiderando che fosse il collo del truffatore.
-Calmati.-
Impassibile.
-Ora
puoi anche infierire. Conosci tutta la patetica storia.- Rassegnato.
-Non
è il mio stile, Pyleano. I miei antagonisti li voglio ben reattivi e non con un
piede nella fossa.-
-Allora
che vuoi fare? Il contratto è valido ma non ho i soldi per pagarti, ho speso
l’ultimo centesimo per ristrutturare ed
ampliare il Caritas ed i creditori mi inseguono come lupi mannari. Mi correggo,
qualcuno di loro è VERAMENTE un lupo mannaro. Mi gioco tutto con questa
inaugurazione.-
-Potresti
provare a chiedere un prestito ad una banca.- Nessuna traccia di scherno nella
voce della donna.
Non
lo stava deridendo, constatò meravigliato.
Strana ragazza.
Una
smorfia amara. – Dimmi, Zucchero, TU daresti
dei soldi ad uno con la faccia verde, gli occhi rossi e due piccole corna in
fronte?-
-Ovviamente
no.- V era spazientita.- Ma QUESTO non è un problema insuperabile. Basterebbe
che tu….-
Si
bloccò. Qualcosa nella postura di lui.
-Oh
mio Dio tu non….- Stupefatta.
-IO
NON.-, confermò lui stizzito.
-Ma
come… no, mi correggo, perché??-
-Ragioni
personali.-, commentò lugubramente lui.
V
lo scrutò a fondo. –Lorne, sinceramente
non capisco. Non mi sembra che tu sia un TIMIDO, gestisci un karaoke-bar
e ti vesti come un Pappa degli anni
Mentiva.
Una
piccolissima parte di lei capiva benissimo perché il demone…
Eppure
sarebbe stato così FACILE.
Ed
un altro pensiero giunse immediato a far compagnia al primo.
-Non
lo sa NESSUNO? Degli altri intendo. Eppure Angel o, ancor meglio, l’Osservatore
si sarebbero dovuti domandare…-
-Io
sono un semplice comprimario, cara. Canto, leggo le persone, faccio un ottimo daiquiri e occasionalmente sono
un’ottima spalla su cui sfogarsi per Fr..,-il volto si addolcì per un attimo
poi ritornò ermetico,- ..per alcuni, ma non giro armato come Rambo a spezzare,
distruggere, polverizzare come fanno i nostri Vamp-Scout.- Asciutto.- Non era
NECESSARIO che loro si chiedessero più di quanto IO ero disposto a dire loro.-
Inclinò la testa per studiarla.- A questo proposito…come fai a saperlo TU? Non
è una notizia di dominio pubblico.-
-Ti
dice nulla il nome Merle?-
-Merle?
Il cugino Merle? Merle “Io odio le mucche” MERLE??!- Lorne era decisamente disgustato.
-Il
cugino Merle ora vive a Boston. Ha aperto anche lui un “locale” se così si può
definire.-
Uno
sguardo ironico nel vedere l’espressione oltraggiata del demone.
-No,
non come il tuo, è una vera bettola, a metà strada fra una taverna per galeotti
e uno strip-club. Dopo avermi scritturato per un paio di serate ha provato ad
essere “espansivo” con me e, quando, per togliermelo dai piedi l’ho fatto
ubriacare, bè si è ESPANSO a modo suo, se capisci cosa intendo.
E,
a differenza di te, non si è fatto nessun problema. NESSUNO.-
-Quella
piccola cimice!-, eruttò velenosamente il pyleano. Dal ripiano prese un altro
bicchiere per sostituire quello rotto.- Sempre a prendermi in giro per il mio
desiderio di evadere, di vedere altri posti e poi finisce a Boston a gestire
un….un….-,la rabbia lo soffocava quasi, - un….Cow-Show!!-
-Se
ti può essere di consolazione-, precisò lei, - è costretto a portare un
parrucchino.- Impassibile, ma con uno scintillio malizioso negli occhi.
-Un
PARRUCCHINO.- Deliziato.- Varrebbe la pena di farsi un viaggetto a Boston solo
per….- I due si fissarono e scoppiarono a ridere in modo convulso. L’immagine
del basso, grassoccio e sempre sudato Merle con un parrucchino era
irresistibile.
Quando le risate si affievolirono, Lorne le si
rivolse con tono deluso- E tu ti sei esibita lì?-
V
alzò le mani in segno di resa. – Mister, io sono una mercenaria. Vado dove mi
pagano.-
Silenzio.
-E
così Merle te lo ha detto.- Rassegnato.
-Di
più.-
La
guardò interrogativo.
-Me
lo ha fatto VEDERE. Sono rimasta molto colpita.- Sincera. Lo si leggeva nei
suoi occhi.-E credimi Lorne, per colpire ME….- Lasciò morire la frase mentre il
suo cervello ritornava come una puntina su un disco rotto sempre allo stesso
punto.
Incessantemente.
Inesorabilmente.
Scosse
la testa.
Altro
giro di tequila, in un silenzio che
ora aveva una qualità differente. Più confortevole.
V
non ricordava che fosse così piacevole quel calore che le scendeva lungo la
gola e le si annidava nello stomaco. Calore falso, certo, artificiale, ma le
sembrava di riuscire a sopportare meglio il ricordo di ciò che era successo con
Spike.
Di
quella che era stata la sua non-vita negli ultimi due anni.
La
pena, la sofferenza si allontanavano, anche se solo per breve tempo.
E
poi tutto ritornava come prima.
O
peggio.
Finirò con il diventare una vampira
alcolizzata.
Sorrise
amaramente a se stessa e colse il riflesso di quel sorriso nella smorfia che le
ricambiò il demone.
Anche lui è uno Straniero in questo
mondo. E non sembra che se la stia cavando meglio di me.
E
sentì per la prima volta un’AFFINITA’ con il singolare personaggio che le
sedeva accanto.
E
prima di ricollegare il cervello alla bocca si sentì dire: - Lorne, come mai ti
sono così antipatica?-
L’altro
inarcò un sopracciglio e lei si affrettò a spiegare: -Cioè, capisco che il mio
meraviglioso fascino possa, una volta su un miliardo, non funzionare ma ho
avuto l’impressione che tu ce l’avessi con me per un motivo SPECIFICO. Che
qualcosa non ti fosse andato giù. Per niente.-
Il
demone evitò di guardarla e si concentrò sul bicchere. – Ero solo di pessimo
umore per questa storia del locale. E…-, una lieve esitazione,- non mi è andato
giù il comportamento di Spike nei confronti di Fred. L’ha trattata come uno
straccio. E Fred non se lo merita perché LEI è una brava ragazza.- Con
inconscia tenerezza.
Lei
gli scoccò un’occhiata. –Sicuro.- disse.- Ce l’ha scritto sulla faccia che è
una brava ragazza. Sulla MIA, invece, si vede che non c’è scritto.- Un tremolio
metallico nella voce. Fortissimo.
Dalla
linea della sua bocca, dal lento sbattere delle palpebre, il demone si rese
conto di averla offesa, molto di più di quanto non fosse riuscito prima con gli
insulti voluti.
Lorne
non rispose. Cosa poteva dirle? Lui sapeva che cosa voleva dire portare
un’etichetta sulla fronte; ben chiara ed indelebile, anche se talvolta
immeritata o del tutto falsa.
Prima
a Pylea.
Poi
anche qui a L.A.
E
sebbene sapesse di essere benvoluto, DAVVERO, neppure i suoi attuali amici
erano mai andati al di là delle sue freddure, dei suoi atteggiamenti
ostentatamente affettati, della sua eccentricità.
Neppure
Fred.
Nonostante
l’abitudine, certe volte si diventa cattivi.
-
Allora ti chiedo scusa per prima.- E le tese la mano.
V
sollevò un sopracciglio.- Davvero?- Scrollò la testa. Il tremolio metallico
s’era attutito; gli occhi erano ancora guardinghi, però.
Fu
solo quando le loro mani si toccarono che un clic nel cervello di lei scattò.
Tanti piccoli indizi si sommarono, più INDOVINATI che effettivamente visti.
L’ostilità
improvvisa ed IMMOTIVATA di Lorne nei suoi confronti, il suo essere protettivo
e quella voce scontrosa e tenera quando aveva detto “Fred è una brava ragazza”.
La faccia del pyleano era impassibile ma ora lei sapeva cosa c’era dietro.
-Tu
l’ami. Ami quella ragazza, Fred. E NON di amore fraterno.-
Lorne
si tirò indietro di scatto, guardandola quasi con odio.
-Sei
piena di fantasia. La tua PARTE lo richiede del resto.-, con un sibilo.
V
sostene l’occhiata di lui senza battere ciglio.
Era
sicura di avere ragione.
-Perché
non glielo dici?-
Lorne,
furioso, equivocò.- Sei SORDA per caso??!! Ti ho detto che non lo sa nessuno…-
Lo
interruppe.
-Non
mi riferivo a QUELLO.
Ma
ai tuoi sentimenti.-
-Idem
come sopra, lady. Vorrei evitare di aggiungere fallimento personale a
professionale.- Agro.
-Non
puoi sapere come reagirebbe.-
Come
erano arrivati a parlare di quello? Si chiese Lorne.
-So
BENISSIMO come reagirebbe, carina. Già immagino la scena: “Ciao Fred, scusa,
oltre a dirti che a dispetto di tutto non sono gay, potresti staccarti per un attimo dalla tua ossessione per i vampiri
biondi, magri e muscolosi ed innammorarti di me, grazie? E lei, novella
Rossella, risponderebbe: “ Perdirindina Lorne come mai non ho notato prima la
tua splendida, verde, bellezza? Ma certo che mi innammorerò di te!- A degna
conclusione della nostra storia, una bella prima pagina del National Enquirer
dove la mia Fred sorride orgogliosa sotto il titolo “HO SPOSATO UN PICCOLO UOMO
VERDE”!-
-Bè..-,
suggerì V serafica, - potrebbe sempre poi pubblicare una smentita del tipo:
“non c’è nulla di PICCOLO in mio marito!”
E
Lorne, a dispetto di tutto, si trovò a sorridere.
La ragazza ha fegato ed un bel senso
dell’umorismo.
Puro.
Una rarità al giorno d’oggi.
-Touchè. Mai pensato di fare concorrenza a Jerry Springer?-
-A
ciascuno il suo mestiere.- Si avvicinò lentamente al demone.- Potresti stupirti
della sua reazione, Lorne. Ti sottovaluti a mio parere. Sai come si dice
“tentar non nuoce”.-
La
fissò con feroce ironia. – Da che pulpito viene la predica. Dalla Regina delle
Negazioni.-
Allo
sguardo improvvisamente freddo di V, rispose con una scrollata di spalle.-
Guarda che non ho bisogno di “leggerti” per capire quando uno è una pentola in
procinto di esplodere, zucchero. Basta guardarti in faccia.-
Era
di nuovo cupo.
E
stanco.
E
stufo.
-Abbiamo
finito con il gioco delle 20 domande?-
Tie break concluso, pensò lei che annuì.
Tutto
come prima.
-Allora
canta.- Impassibile.
-Cosa?!-
-Gioia,
sul lavoro non scherzo neppure io. Il contratto è valido ed io ho solo la tua
parola che tu sappia quello che fai. Quindi V …CANTA.-
Lo pronuncia bene il mio nome, riflettè incongruamente lei.
Ma non bene come “Fred”.
-Ok.-,
accondiscese lei, -Ma dopo verrà il tuo turno.-
-Di
cantare?- Stupito.
-No.-
Lui
comprese. – E dimmi, perché diavolo dovrei farlo?-
-Perché
ne hai bisogno, Lorne.- Una pacata asserzione.
E,
sorprendentemente il demone realizzò che era vero.
Ne
sentiva veramente il BISOGNO.
Ed
il fatto che lui la conoscesse a malapena, bè forse avrebbe aiutato.
Annuì
lentamente. -Prima le Signore.-
V
si diresse verso il pianoforte collocato in un angolo ed esitò per un istante.
Sapevano
entrambi che non era per tastare la sua professionalità.
Lei
lo aveva spinto fino ad un limite.
E
lui gliene voleva, in un certo senso.
Era
come denudarsi di fronte ad un estraneo. Inspirò profondamente.
Non
avrebbe potuto nascondere nulla di sé a quel demone empatico e dunque…perché
tentare?
Vuoi leggermi, Lorne?
Avere delle risposte?
Potrebbero non piacerti.
Lorne
la vide sedersi lentamente e sfiorare i tasti.
Si
voltò verso di lui con un sorriso che non le arrivava fino agli occhi.
-Allacciati
le cinture Pyleano. Stai per farti un giretto nel V-world.- E senza indugio
iniziò a cantare.
Lying in my bed I hear the
clock tick
And think of you
Caught up in circles
confusion
Is nothing new
Flashback warm nights
Almost
left behind
Le
prime note esitanti, quasi timide, poi….
Quella
voce.
Così
stanca.
Così
disperata.
Sapeva
di neve e solitudine.
Suitcases
of memories,
V
si sentiva fluire, scivolare, e le immagini presero forma nella sua mente, si
rivestirono della sua voce e del suo respiro e penetrarono come una lama
affilata nel cervello di Lorne.
Sometimes you picture me
I'm walking too far ahead
Un
giovane bancario a San Diego con strane cicatrici ed occhi malati “ Puoi farmi
tutto quello che vuoi”.
You're calling to me, I can't
hear
Un
barbone a New York senza una gamba e molte medaglie sul petto “Hai qualche
spicciolo, Bellezza?”
What
you've said
Una
bambina bionda in un centro commerciale
a El Paso con un orsacchiotto di pezza nero “ Ho perso la mia mamma. Signora,
puoi aiutarmi?”
Then
you say go slow
Una
giovane prostituta a Las Vegas con un cerchietto d’oro sul sopracciglio. “Sono
già morta. Vuoi darmi una mano?”
I
fall behind
The
second hand unwinds
E
su tutti quei volti, belli, brutti,
giovani, vecchi, amichevoli od ostili, il profumo del loro sangue.
Sangue
vivo.
Sangue
UMANO. Da assaggiare, assaporare, gustare…
Una sete eterna.
Inestinguibile.
If you're lost you can look
and you will find me
Ed
ogni volta tirarsi indietro era sempre più difficile.
Time
after time
Ed
il continuo pensiero che accompagnava ogni incontro, ogni contatto.
If you fall I will catch you
I'll be waiting
Non sarebbe poi una gran perdita.
Lei
scappava.
Fuggiva.
Era
l’unica cosa che poteva fare.
Che
voleva fare.
Ma
l’oscurità l’accarezzava come un’amante paziente da troppo tempo ormai.
Le
sussurrava di chiudere i suoi occhi neri e stanchi.
E
di aprire i suoi occhi d’oro.
E
tutto sarebbe andato bene….
Time after time
Time after time
Time after time
Lorne singhiozzò.
Era
troppo.
Solo
in Angel aveva intravisto qualcosa di simile. Ma lui aveva avuto due secoli per
esercitarsi nell’autocontrollo.
Lei
no.
Il
dolore troppo vivo per poterlo controllare e il Pyleano si trovò dilaniato a
condividere il buco nero dell’anima della vampira.
Ne
ebbe quasi paura.
Per
il suo equilibrio e la sua sanità mentale innalzò una barriera per proteggersi.
Le
ultime note si spensero in un silenzio di cristallo.
V
riaprì gli occhi e li posò sul demone.
-Tutto
bene?-
-Credo
di si.- Parlavano a bassa voce e neppure sapevano il perché.
-Io
non immaginavo…- Lorne avrebbe voluto rimangiarsi ogni sua infelice battuta. Ma
non poteva. – V posso fare qualcosa per te?-
La
donna chiuse con delicatezza il piano e si voltò.
-Si.
Fammi
VEDERE.-
4-(prima parte) continua
Bonds
Capitolo
4- seconda parte
“Chi
è il vero mostro qui?”
Dracula, Van Helsing-The Movie
Taste it
Una
sigaretta.
Una
maledetta SIGARETTA.
Eve
si aggirava nel soggiorno della suite,
sottile fantasma in accappatoio bianco, le dita che si muovevano nervose,
frementi.
Chi è quello che disse “Il mio Regno
per un cavallo”? Cesare, Napoleone o semplicemente un Tizio che aveva finito il
suo pacchetto e doveva correre allo spaccio più vicino?
La
donna sorrise.
Lavorava
in uno studio legale DEMONIACO che proibiva il fumo perché poteva DANNEGGIARE
la salute dei suoi dipendenti.
UCCIDERLI.
Nonsense.
Un
basso brontolio dalla camera da letto.
Il
sorriso diventò un ghigno.
Nota a sé stessa: ricordare di aggiornare
il dossier sui Grindell con le nuove VITALI informazioni acquisite.
I
Grindell RUSSANO. Almeno quello nel mio
letto lo fa.
I
Grindell sono molto sensibili se qualcuno tocca le loro creste frontali.
I
Grindell sono molto, MOLTO sensibili se qualcuno tocca il loro…bè ..QUALCOS’
ALTRO.
Ripensò
al grido basso, involontario di Korath che l’aveva colmata di orgoglio.
Ed
infine, i Grindell non credono nella circoncisione.
Mazel Tov, Eve, mugugnò fra sé, indurendo la mascella ed assumendo
una curiosa, insolita espressione da cucciolo di boxer.
Fantastico, pensò.
L’agente 00-Eve ha compiuto la missione
ed ora può finalmente rilassarsi e fumarsi una DANNATISSIMA SIGARETTA!
Se
solo trovasse un pacchetto, si disse,
frugando sotto il divano.
Dove diavolo sono?
Forse Ragazza, se mettessi lo stesso
impegno nel cercare quella Pergamena…,
la pungolò una vocina interna.
Un
brivido.
Non voglio pensarci.
Un
bagliore freddo attirò la sua attenzione.
Si
ripetè una seconda volta.
Cosa…
Con
circospezione entrò nella piccola ma accessoriatissima cucina della suite, richiudendo la porta alle sue
spalle.
Un
presentimento.
O
piuttosto la consapevolezza di ciò che la attendeva.
Nessuna
illusione a tal proposito.
I
Soci Anziani ODIAVANO gli ostacoli.
Ostacoli.
V.
L’unica
che si frapponeva tra
I
suoi superiori avrebbero giocato correttamente questa partita?
Eve
ne dubitava fortemente.
Non
che QUELLA le fosse simpatica, anzi…ma suo fratello non era male. E LUI teneva
a LEI.
-Resta.-,
le aveva chiesto prima e, dannazione, lo aveva detto proprio come se….
Dio che patetica puttanella che sei
diventata, Eve.
Al primo gesto gentile di uno che
neanche conosci ti intenerisci come una
mammoletta.
Patetico è proprio l’aggettivo adatto a
te.
Il
bagliore si ripetè improvviso e l’accecò per un breve istante.
Una
luce fredda, ALIENA.
Quando
i suoi occhi finalmente individuarono la fonte della luminosità…..
Ma dico, stiamo SCHERZANDO??!! Per poco, davvero poco, non scoppiò a ridere.
Ora anche i microonde sono POSSEDUTI?
Eppure
non c’era da sbagliarsi.
Ragazza incominci a vedere lucine
verdi. Brutto segno.
La
luminosità proveniva dall’apparentemente innocuo elettrodomestico appoggiato
sul bancone.
Eve
mosse un passo in avanti, quasi contro la sua volontà e la luce divenne, se
possibile, ancora più abbagliante riflettendosi sul volto della donna e come
INSERENDOSI nei suoi occhi.
-Ed
ora?-, si chiese lei.
In
risposta, la manopola del timer girò lentamente da sola, (è tutto un sogno?), ed una voce soffice, morbida e fredda ( oh quanto FREDDA) incominciò a parlare.
Eve
rimase in piedi, immobile, senza sbattere le palpebre per un tempo
impossibilmente lungo e completamente inespressiva in volto.
Le
istruzioni furono chiare.
Quando
Il
clic dello sportello del microonde sembrò riscuoterla dalla sorta di trance in cui era caduta, e rivelò
all’interno qualcosa che prima, Eve ne era sicura, non c’era.
Due
oggetti.
Si
strinse l’accappatoio intorno al corpo.
Sentiva
freddo.
Stacco
il telefono a muro e digitò un numero.
Un
interno. –Sono Eve. Ho un compito per te.-
Ripetè
le istruzioni che
Sfiorò
distrattamente i due oggetti.
Il
primo lo ripose all’interno della profonda tasca dell’accappatoio.
Con
l’altro in mano si sedette compostamente al tavolo della cucina
Il
suo PREMIO.
La
sua RICOMPENSA.
Stracciò
il cellophane ed aprì il pacchetto.
Ora
poteva fumare.
-Te
lo sei meritato.-, le aveva detto
La
mano che avvicinò la sigaretta alle labbra tremò impercettibilmente.
-------
-Lorne.-
Silenzio.
-Lorne?-
Sono troppo MORTA per aspettare ancora.
-Lorne
è mezz’ora che sei chiuso in quel ripostiglio. Esci fuori.-
-Non
sono sicuro che sia tutto a posto.-, la raggiunse la voce attuttita del demone.
-Esci
e giudicherò io. Altrimenti ti vengo a prendere.-, lo minacciò scherzosamente
lei.
Bè
non TROPPO scherzosamente, la sua pazienza si era esaurita.
E
tanto per ingannare l’attesa….
V
adocchiò il bancone, pensierosa. Una in più, una in meno, che differenza poteva
fare?
Si
chinò per prendere la bottiglia.
-Ora
puoi anche ridere.-
Al
suono della voce vicinissima di Lorne si risollevò di scatto, colpevole, e….
Oh. Mio. Dio.
La
vampira deglutì a vuoto.
Con
NESSUNA voglia di ridere.
Wow!
Gli
girò lentamente attorno, innervosendolo.
-Zanna
Bianca, dì qualcosa. Il tuo silenzio non mi piace.-, esclamò nervosamente lui,
strusciando i piedi per terra.
Il
primo coerente e NON monosillabico pensiero di lei fu piuttosto..incongruo.
Cristo, Merle al suo confronto era
DAVVERO un dilettante.
Si
fermò. Di fronte a sé aveva un uomo molto alto.
Snello.
Capelli
ed occhi scuri
Un
essere umano normale.
Solo
che non era normale.
E
neppure umano.
Ma
la cosa più straordinaria era che anche i suoi sensi vampirici lo percepivano
come tale.
Lo
sconosciuto-non sconosciuto dinanzi a lei schioccò le dita impazientemente.
-Allora?-
Con nervosismo e…era insicurezza quella che avvertiva?
A
fatica articolò la risposta.-Niente male, Lorne. Proprio niente male.-
Lo
sguardo di gratitudine che le rivolse fu quasi commovente.
-Erano
quattro anni che non mi trasformavo e non avevo mai assunto sembianze umane.-
Hai fatto un gran bel lavoro, amico.
-Empatici
E camaleontidi.-, esclamò asciutta lei.- Tutte le fortune.-
-Il
mio è un popolo prevalentemente di agricoltori, Gioia, con una piccola
percentuale di guerrieri. Dobbiamo pur avere qualche freccia al nostro arco,
giusto?- Con una traccia di indecisione nella voce.
L’alcool
le annebbiava leggermente i sensi.
Lo
guardò.
Bene.
Come
se fosse la prima volta.
Ed,
in un certo senso, lo ERA.
Un
volto….interessante.
Improprio
definirlo bello, ma di una imperfezione accattivante.
Piacevole
a guardarsi questo sì, e soffuso di una certa ironica bonomia di chi ha visto e
sentito molto.
Quasi
TUTTO.
Ed
ha deciso di prendere la vita con leggerezza.
Un
naso importante, “di carattere”.
Una
bocca ben disegnata, con il labbro inferiore pieno, leggermente tumido.
E
gli occhi….
Scuri.
Ridenti
e compiaciuti per l’effetto provocato, nei quali però lei poteva scorgere
ancora una scaglia rossa.
La
sua anima demoniaca, pensò lei.
Nel
complesso, la faccia di un cherubino malizioso.
Gaudente.
Sensuale.
L’aggettivo
le si presentò improvviso e il suo sguardo indugiò un istante di troppo sulle
labbra di lui.
Ed
una curiosa espressione, un misto di rammarico e di imbarazzo, si disegnò sul
volto del Pyleano.
-E’
del tutto normale, V.-
-Cosa.-
Non capiva.
Un
profondo sospiro. – Che tu ti senta
attratta da me.-
-COSA???!!!-
Un urlo soffocato.
Altro
sospiro. Lorne ODIAVA questa parte della storia. –V, la mia gente ha sviluppato
queste capacità per auto-difesa. Non ci limitiamo ad assumere le sembianze
di…qualcuno. Noi..-, si interruppe frustrato per cercare le parole giuste,
-..facciamo in modo di essere, ehm GRADITI.-
-E
quindi?- Con tono freddo, inquisitivo.
-Feromoni.-
La parola cadde fra di loro.
Una
pausa piuttosto lunga mentre Lorne incominciava a sentirsi non solo a disagio
ma, in un certo senso, IRRITATO. Era
tanto difficile da credere? – Tutte le specie rispondono a
questo..STIMOLO.-
Ma andiam.., e mentre il cervello di V elaborava il pensiero uno
strano istinto, una pulsione incontrollabile a toccare l’altro, la sovrastò.
COMPLETAMENTE.
La
vampira allungò una mano e Lorne si
scostò velocemente, evitandola.
Si
bloccò, pietrificata. –Cosa DIAVOLO mi stai facendo Lorne?- Arrabbiata certo,
infuriata persino, ma qualcosa in fondo ai suoi occhi….
Ora
Lorne era VERAMENTE irritato.
Cosa
voleva? Non capiva che non dipendeva da lui?
-Non
sto facendo NULLA, Zucchero. Funziona così e basta. Tramite contatto fisico.
Niente di personale.-
-Io
non ti ho toccato!-, esclamò orgogliosamente lei.
ancora…,le sussurrò una vocina che V si affrettò a censurare.
-Ma
sei una vampira. Sensi ipersviluppati e tutto il resto.-
-E
QUESTO significherebbe che puoi accendermi o spegnermi a tuo piacimento? Nei
tuoi sogni, Pyleano!-, esclamò agra.
Ora
capiva la furia di Spike. L’avrebbe strozzata volentieri.
Testona.
Si
erse in tutta la sua statura e le si rivolse con un sibilo velenoso.-V se
avessi voluto approfittare di..di… di questo, a quest’ora tu staresti gemendo
sopra il bancone.
Chiedendomi,
anzi no, SUPPLICANDOMI, di andare più forte.
E
veloce.-
Silenzio.
Sono un genio, si disse il demone, dandosi mentalmente un calcio.
Ora
le immagini avevano preso forma nel cervello di entrambi.
Errore.
Grosso errore.
La
rabbia per un istante sovrastò la libido della vampira. –Parla per te,
Sfruttamucche. Feromoni o no, io sono una che si sa controllare. Sono
Entrambi
ora si fulminavano con lo sguardo, un tavolo a dividerli.
-V
lo sai cos’è una provocazione?- Il ghigno sul volto di Lorne non prometteva
nulla di buono. –Ne hai appena fatta una bella grossa.- Socchiuse gli occhi e
lasciò che le sue percezioni si focalizzassero sulla figura di fronte.
Dita
invisibili si avventurarono sulla tempia di lei e scesero leggere, tentatrici
lungo il volto pallido per indugiare sulle labbra della vampira. Dischiuse e
si, oh si, invitanti.
La
voce di lui la invase, sussurrandole cose cattive.
Cose
MOLTO cattive.
Si
sentiva POSSEDUTA fin nelle midolla.
E
senza che l’avesse sfiorata.
Con
suo interno orrore V si ritrovò ad emettere un suono strano, morbido come se
fossero….
Fusa?
Fusa???
Oh cazzo, sto facendo le fusa anzi no
sto “prrrrrando” come una gatta in calore.
Calore.
Mmmhh…
Questa linea di pensiero non ti
condurrà a nulla, Ragazza, le
rammentò la sua vocina.
Sarà, ma io sto ancora prrrrrando come
una matta.
Grandioso.
Con uno sforzo titanico, V provò a schiarirsi la
voce che le uscì ugualmente roca, strangolata.
-Lorne
ora puoi anche smettere di…fare quello che stai facendo.- Non riusciva neppure
a guardarlo negli occhi.- Ha perfettamente chiarito il punto. Con le tue CAPACITA’
potresti ottenere una risposta anche da una pietra!-
Lorne
ne era consapevole.
Si
sentiva un po’ sciocco.
Non
ci poteva essere competizione. Le sue “capacità” trascendevano le simpatie
personali, le preferenze sessuali, il
giusto e sbagliato.
Facevano
leva sull’istinto primario comune ad ogni specie, umana e non.
Sicurezza.
Conforto.
La
spinta all’accoppiamento.
In
nessun modo V poteva sfidarlo su questo campo.
Né
resistergli.
Quindi… sapeva benissimo di poter smettere.
Il
problema (perché diverrà un problema,
Amico, e tu lo sai), il piccolo, piccolissimo, minuscolo problema era
che….. lui non VOLEVA smettere.
AFFATTO.
Perché
adesso la tensione fra di loro aveva assunto le sfumature di un antagonismo
squisitamente sessuale.
Perché
LEI lo aveva provocato (davvero Lorne?),
costringendolo a rivelare una parte di sé, il suo amore per Fred, la sua
amarezza, la sua gelosia verso Spike, il suo sentirsi talvolta inadeguato che
aveva sempre seppellito nel suo io più profondo.
Sentimenti
negativi, SBAGLIATI, meschini che Lorne aveva consapevolmente incatenato nei
recessi della sua anima.
Sopiti.
Ma
non cancellati.
E
non per la prima volta il demone pensò ad Angel.
E
ad Angelus.
Lui
ed il vampiro avevano in comune molto di
più di quanto il pyleano fosse disposto ad ammettere.
Un cuore cattivo.
O forse solo…umano?
C’erano
molti “perché” per quello che stava
facendo.
Ma
forse il più importante, il più VERO, era che voleva vedere cosa si nascondeva
sotto la facciata insolente di LEI.
Della
Straniera.
All’improvviso
V si ritrovò libera.
Quel
senso di costrizione..di urgenza si era dissolto.
Respirando
più liberamente, gli si fece vicino.
-Scusami
Lorne, la mia boccaccia talvolta…- Non terminò la frase, scuotendo la testa.
Si
mise a ridere.
Il
pyleano la fissò.
La
sapeva bella ma per la prima volta gli parve di vederla così da vicino.
Vide
la grana della pelle translucida del colore della porcellana, la sottile
cicatrice, quasi invisibile vicino alle labbra,
la morbidezza delle labbra.
Percepì
il profumo di lei ad un gesto che V fece per allontanare dalla tempia una
ciocca di capelli scuri.
A
dispetto del suo status di vampira sprigionava un’impressione di vita calorosa.
Di
colpo tese le mani verso quell’oggetto attraente e lo afferrò.
Lo
trovò stupendamente pieghevole.
Si
chinò verso quella bocca che sorrideva.
Era
saporosa e fresca come si poteva desiderare, la dischiuse, trovò i denti, lisci
e duri come piccole perle…
Lo
stupore di V fu così grande che la vampira rimase senza reagire, la testa
rovesciata sotto la pressione del bacio fino a che il calore di quella bocca la
penetrò e la fece trasalire con violenza.
Allora
le sue mani si contrassero sulle spalle di Lorne.
Ansimando
lo fissò e….
L’improvvisa
frustata di un desiderio animale la percorse.
E
questa volta bruciava da DENTRO.
Vi
si univa una certa perversa curiosità di conoscere di persona i talenti di
questo demone così singolare.
Ma
il sentimento principale era la meraviglia.
-Lorne…-
Ma
il pyleano era andato ormai oltre.
Con
un gesto spazzò via bottiglie e bicchieri e la adagiò sul bancone.
-Qui?-,
domandò lei, gli occhi già socchiusi dal piacere.
-Demone
sono e demone resto, Gioia.- Le sfilò la maglietta ed i pantaloni ed indugiò, osservandola.
Non
era però il momento giusto per le attese.
-Dentro.-,
gli sussurrò lei.
-ORA.-
-Come
E
spinse.
---------
Era
dura.
E
morbida.
E
decisamente più esplicita di lui.
Pareva
che questo a L.A. fosse permesso.
Lorne
sentiva un ritmo salire lungo la sua spina dorsale.
Sinuoso
come un serpente.
Sinuoso
come lei che lo stringeva tra le gambe per non lasciarlo andare
Il
demone non lo riconobbe, non avrebbe potuto, ma V sì, ricordava i musicisti
cubani che aveva conosciuto, i loro strumenti, il rullare costante del tamburo
alto, le oscillazioni orizzontali delle conchiglie di zucca, il passo più
rapido del tamburo a clessidra e la spinta scendente dello iya, il più grosso di tutti, quello con il tono più basso e con un
tondo di resina rossa al centro che più si scaldava più si allargava, finché V
stessa non si sentì tesa al punto di spezzarsi, senza fiato, mentre lui
continuava, con il cuore che pulsava come una macchina rimasta ferma per
secoli.
E
mentre nel resto della Città degli Angeli si combatteva, si gridava, si
fotteva, si moriva, Lorne pensò:
Questa è l’onda che porterà via la
sabbia, rovescerà le case e inonderà le strade.
Questa è l’onda.
Questa è l’onda.
-------
-Ci
dovremmo spostare.- Il bancone era davvero scomodo.
Un
grugnito non compromettente.
-Potresti
tradurre gentilmente il tuo bofonchiare, Pyleano?- V si inarcò leggermente
dando un colpetto, gentile ma non troppo, al fianco del demone che le gravava
sopra.
-Ugrrrfrrrrn.-
La testa di lui era seppellita fra i suoi seni, i capelli le solleticavano la
pelle ancora sensibile.
Un
altro colpo al fianco, più deciso stavolta.
-Lorne
se hai paura che io inizi con la solfa
“oh mio dio cosa abbiamo fatto andiamo a cospargerci il capo di cenere”
fidati non sono quel tipo di vampira, IO.- Un occhi scuro la fissò da sotto una
massa di capelli arruffati. –E che tipo saresti allora V?-
Un
sorriso demoniaco le apparve sul volto.- Se continui a gravarmi addosso a peso
morto non lo scoprirai mai.- Gli sussurrò maliziosa.
Un
attimo e il mondo per V si capovolse completamente e lei si ritrovò a
cavalcioni di un demone molto ATTIVO che le restituiva il sogghigno.
Con gli interessi.
Hip Hip Hurrà per la superagilità
vampirica unita alla superforza demoniaca.
Se fossimo stati due mortali a
quest’ora io avrei le costole spezzate e lui la schiena rotta.
-Allora
Zucchero? Tutto questo gran parlare da Cattiva Bambina e poi?-, la motteggiò lui,
inarcando il sopracciglio in modo beffardo.
E
Lorne Junior sotto di lei a sottolineare, anzi PUNTEGGIARE le sue parole.
Sfida accettata.
V
iniziò a scivolare dolcemente all’indietro con lo sguardo incatenato in quello
di lui depositando una serie di piccoli morsi lungo le spalle, il petto gli
addominali, l’ombelico. –Lorne ti ho già- morsetto-illustrato-
morsetto- i vantaggi del fare sesso- morsetto- con qualcuno che non ha
bisogno di respirare?-
Ah, ah. Lorne Junior sembra MOLTO
interessato all’argomento.
Il
respiro del demone divenne irregolare.
Anche il Senior, se è per questo,
Ragazza.
-V-
Quasi un gemito.
-Siiii?-
Il
viaggio di lei era terminato.
-Mi
stai uccidendo.-
-Oh
no. Non morirai per QUESTO.-
Lorne
la sentì ridere e questo acuì dolorosamente le sue sensazioni.
-Non
ridere, V-, le disse selvaggiamente, il corpo che tremava incontrollabilmente,
piccole scintille dietro le palpebre semichiuse, - non sorridere, non parlare,
non fare altro che quello che stai facendo.
All’INFINITO.-
--------
Era
un’idea stupida.
Puerile.
Ed allora perché diavolo ho
acconsentito?, si chiese il demone.
Eccoli
lì, a fare una passeggiata per Rodeo Drive, guardando le vetrine, commentando i
prezzi, stuzzicandosi a vicenda come due normalissimi… bè, qualsiasi cosa
fossero, sembravano NORMALI.
E
parlando.
Tanto.
Tantissimo.
V
si era opposta strenuamente al fatto che lui si cambiasse. –Ti preferisco
versione meccanico. Mmhh..-, inarcando maliziosamente un sopracciglio e
fissandolo con aria allusiva.- tutto questo olio per motori e macchie di
grasso, è così…macho.- E mentre lui
bofonchiava lamentosamente con rimpianto,-ma non hai visto il mio BELLISSIMO
completo rosa salmone…-, l’aveva baciato con tale passione da mandargli in
cortocircuito cervello, ormoni e tutto il resto.
E
quindi ora passeggiavano.
Insieme.
Tenendosi
per mano.
Lorne
era decisamente terrorizzato.
-Cosa
c’è?-, esclamò la vampira, osservando il suo compagno osservare furtivamente
gli altri passanti alla ricerca di …qualcosa.
-V
non ti senti osservata?- Il pyleano era sulle spine. Forse stava mutando di
nuovo, forse la sua pelle stava riassumendo il colore verde, forse….
-Lorne,
datti un calmata ok?-, V si era finalmente resa conto del motivo della sua
agitazione.- Stai andando alla grande.-
-Allora
perché mi sento OSSERVATO da tutti quelli che incrociamo? Ho chiazze verdi in
faccia? Un tatuaggio con su scritto: Sono un demone, provengo da un’altra
dimensione, ho appena spezzato un celibato durato quattro anni e amo ARETHA
FRANKLIN?-
-No
sciocco.-
-V….-
Lei gli strinse la mano per rassicurarlo.
-Lorne
siamo perfettamente integrati con la fauna locale e se ci fissano…,- una lieve
scrollata di spalle,- forse è perché sembriamo, che so..FELICI.-
Felici.
Felici.
Lorne
si fermò e la fissò negli occhi.
E
vi trovò dentro una serenità che non ricordava da…non ricordava.
-Grazie,
V.-
-Per
cosa?- Un timido sorriso in risposta.
-Per
avermi regalato un momento di felicità, Zucchero.-
-Prego,
Pyleano. Sempre a tua disposizione.-
Riprendendo
a camminare V pensò: Chiunque Tu sia ai
Piani Alti, grazie. Ho trovato un amico, finalmente.
--------------
Più
tardi, di fronte al locale.
-Allora…-
-Allora…-
Risata.
-E’
stato un pomeriggio molto INTERESSANTE.-
Le
baciò la punta del naso, delicatamente, stringendola in un morbido,
confortevole abbraccio che parlava di COMPLICITA’più che di passione.
Di
amicizia.
E,
con orrore, lei sentì lacrime
inaspettate pungerle gli occhi.
Lorne
se ne accorse e rafforzò la stretta.- Sarà il nostro piccolo segreto. Sfogati.-
-Una
brava vampira..-, tirò su con il naso, - non piange mai.-
-Dove
hai trovato questa perla di saggezza, Zucchero?- la sbeffeggiò lui,- In un
biscotto della fortuna? O nel manuale dei Giovani Vampiri?- Le sollevò
delicatamente il viso.- V, gioia, tutta questa sofferenza che hai la devi
tirare fuori in qualche modo altrimenti andrai a fondo.
Devi,
dico DEVI venire a patti con la tua natura, con quello che sei diventata. E per
farlo hai bisogno di aiuto. Angel e Spike…-
-No
grazie. Preferisco non-vivere.-, lo interruppe la vampira.- Ti ho raccontato
cosa è successo con Spike. Non credo che riuscirei a sopravvivere ad un round con Angel.-, concluse sarcastica.
Lui
annuì. – Capisco. Però non è qualcosa che puoi affrontare da sola. L’oscurità
che hai dentro bè…dal profondo ti DIVORA.- La fissò intensamente per
assicurarsi che lei capisse perfettamente ciò che stava dicendo,- E Zio Lorne
non ci sarà sempre a tirarti indietro e riportarti sul lato sicuro della
strada. Anche se l’idea di fare Lancillotto con te mi attira. MOLTISSIMO.-
E V lesse nei suoi occhi la confessione che
quel demone buono non le avrebbe mai fatto.
Sarebbe
bastato tendere una mano. Lo sapeva.
Ma
non sarebbe stato giusto per Lorne.
E
neppure per la ragazza, Fred.
E’ lunga la via per il Paradiso…
-Non
QUESTA Ragazza, Lorne. E non oggi.-
Un
attimo solo e poi…
Lorne
scrollò le spalle. – Ok, ma ricordarti di portare i fiori sulla mia lapide,
domani.-
-Uh?-
Senza
rispondere direttamente il demone si toccò significativamente il naso
guardandola in maniera espressiva.
Oh, merda.
-Avevo
dimenticato. E se facessi loro annusare dell’acido per bruciare i recettori?-,
esclamò speranzosa.
Lorne
agitò il ditino,- Cattiva V, cattiva, non si parla così del proprio Sire. E poi
non credo che funzionerebbe. Rassegnati, nell’attimo esatto in cui entrerai
alla W & H, Spike ed Angel sapranno subito COSA hai fatto.
E
con CHI.-
La
vampira rialzò il capo orgogliosamente. – Non devo rendere conto loro dei miei
amici.-
-Per
LORO noi non siamo amici, siamo due che hanno…-
Gli
poggiò l’indice sulle labbra.- Non dirlo. PER FAVORE.-
Dov’era
il cinismo?
Dov’era
l’insolenza?
Questa
era solo vergogna.
–Va
bene.-, accondiscese lui.- Non lo dico.-
Il
sorriso di lei, se possibile, divenne ancora più ABBAGLIANTE…..
La
freccia si conficcò a pochi centimetri dal cuore.
Lorne
vide quel sorriso congelarsi, gli occhi di lei dilatati in un’espressione di
dolorosa sorpresa ma, la cosa più
TERRIBILE, fu che il sorriso di V rimase mentre la vampira si accasciava fra le
sue braccia.
Simile
ad un’angelo caduto.
Quando
Lorne urlò, i finestrini delle auto vicine esplosero in mille pezzi.
------------
Sul
tetto dell’edificio antistante una figura in nero smontò rapidamente la
balestra ad alta precisione modificata per lavori “speciali” come quello appena
compiuto.
Sempre
con la stessa misurata calma che denotava una lunga consuetudine, l’uomo
cancellò le impronte ed ogni segno della sua presenza e ridiscese per le scale
antincendio. Giunto nel vicolo, abbandonò gli abiti ed i guanti in un bidone
dei rifiuti e si avviò con passo calmo, noncurante, verso una macchina. Dalla
giacca di buona fattura ripiegata sul sedile posteriore trasse un cellulare e
fece due telefonate.
La
prima fu brevissima.- Incarico
eseguito.-
La
seconda…- Tamy, piccolina, mi passi la mamma? Si tesoro, ti voglio bene anche
io.-, una pausa ed un rumore di passetti in sottofondo, - Marge? Scusami, lo
so, ma questi dannati avvocati giapponesi lavorano con il LORO fuso orario.- Un
breve borbottio dall’altro capo del telefono.- Prometto che mi farò perdonare.
Sarò a casa fra dieci minuti. Scaldami un po’ del tuo fantastico arrosto,
d’accordo tesoro? Ti amo.-
Entrò
in macchina, agganciò la cintura, UN BUON PADRE E’ UN GUIDATORE PRUDENTE,
recitava l’adesivo vicino al cruscotto della station-wagon e quando girò la chiavetta dell’accensione
l’esplosivo innescato da un detonatore mistico tramite forza del pensiero si
attivò e la palla di fuoco si levò fino al cielo.
Gavin
Trucker.
Responsabile
dell’ Ufficio Relazioni Pubbliche della Wolfram & Hart.
In
forza alla Sezione Progetti Speciali.
Non
fu una gran perdita.
4- (seconda parte) continua
Bonds
Capitolo
5
“Mi
chiamo Ford. Faccio film.”
Il regista John Ford davanti alla Commissione
McCarthy.
Il
capitolo è dedicato ad Arianna.
La
sua Stella ora è più grande e lucente che mai.
Auguri
Cara.
Paid my dues
-A
che ora devo passare a prenderti, Fred?-
-Penso
che vada bene per le 7. E, Gunn, ricordati di vestirti in modo, cito le parole
di chi tu sai, “appetibile”.-
-Dimmi
di nuovo perché lo devo fare.-
-Perché
Lorne è tuo amico, perché te lo ha chiesto gentilmente e, cosa ancora più
importante, perché se non lo farai, ha promesso di far cantare a me,te, Wes e
Harmony “Mama Mia” degli Abba.
A
CAPPELLA.-
-Ehi,
ma quelli erano tutti bianchi!-
-Appunto.-,
ammiccò lei.
-Vada
per l’eleganza.-, capitolò Gunn, disturbato dall’immagine di pantaloni a zampa
d’elefante collanine e fiori nei capelli che si era formata nel suo cervello.
-E
gli altri?-
-Wes
ed Angel arriveranno più tardi, dopo il tramonto. Quanto a Spike….-
-E’
qui alle tue spalle e si sente un grosso idiota.-
Fred
si voltò e si trovò a pochi centimetri dalla faccia del vampiro biondo.
-Ah
sei TU.-, commentò fredda. – Vuoi passarmi sopra come uno schiacciasassi o
farmi volare dall’altra parte del corridoio?-
Lui
si dondolò leggermente sui talloni ma non sfuggì lo sguardo della ragazza.-
Sfogati, Fred. Me lo merito. Mi sono comportato come un vero bastardo con te,
mi dispiace.- Nel dirlo le rivolse quell’espressione irresistibile, un misto
fra spavalderia e timidezza, totalmente “made in Spikonia”.
La dovrebbe brevettare, pensò lei, incapace di restare ancora in collera.
Non era nella sua natura e poi le parole di Wes le risuonavano ancora nel
cervello. Gli rivolse un timido sorriso che ne provocò uno aperto sul quello di
lui, e le fece saltare più di un battito.
Che affascinante bastardo che sai
essere, amico.
Un
pensiero POCO amichevole da farsi ma, ehi, si era ripromessa di essere più
comprensiva mica di darsi alla santità.
Un
improvviso trambusto e videro sfrecciare gli agenti della sorveglianza verso
l’atrio. Più voci, tra le quali riconobbero quella di Lorne. –Lasciatemi
passare, maledizione. Non vedete che è un’EMERGENZA??!! Devo vedere Angel,
teste di rapa!!-
Gunn,
seguito da Fred e Spike si inserì con decisione
nella piccola folla che si era creata e con indubbia utorità si fece
largo alla ricerca del Pyleano. Non capiva il problema. La figura di Lorne era
familiare a tutti gli addetti dello studio.- Cosa succede, ragazzi? Non sapete
più riconoscere…- Si bloccò, confuso. Si era sbagliato. Lorne non c’era.
Attorniato dagli addetti alla sicurezza c’era un uomo alto, bruno con gli abiti sporchi di sangue e fra le braccia
una donna.
L’avvocato
di colore la riconobbe a stento, così
bianca, IMMOBILE.
E
tutto quel sangue….
L’uomo
si girò con un’espressione di furia a malapena contenuta. –Branco di idioti, ma
non vedete? E’ ferita!! Dovete chiamare Angel. SUBITO!!!-
E
Gunn, Fred e Spike provarono un’insolita sensazione ascoltando la voce del loro
amico demone uscire dalle labbra di quell’uomo. Un’effetto straniante, quasi di
playback.
Ma
prima che potessero fare domande, lo sconosciuto li vide.- Gunn, Fred, grazie
al cielo. Dite agli scimmioni di spostarsi. V è stata colpita da un dardo. L’ho
estratto ma credo che fosse avvelenato. Sta peggiorando.-
-Lorne..-,
sussurrò timidamente Fred, ad occhi spalancati.
-Bambina,
per le spiegazioni ci sarà tempo dopo. Ora…-
-Dalla
a me.- Spike era davanti a lui. L’odore differente, ma era Lorne. E vi era
qualcos’altro. L’odore di V.
Intorno
a lui.
SU
di lui.
Il
vampiro indurì la mascella e per un attimo i suoi occhi virarono al giallo.
L’altro vide e comprese.
Rafforzò
la presa sul corpo femminile tra le sue
braccia e ricambiò con uno sguardo gelido.
-No.
A
.
TE.
NO.-
Il
demone dentro Spike urlò inferocito e il vampiro si trattenne a fatica
dall’afferrare l’altro e lacerargli la gola.
Un
movimento alla sua sinistra. Angel e Wesley erano lì. Per un breve istante
tutti rimasero fermi, quasi congelati.
Come una dannata bolla temporale, pensò Spike. Poi…
-Me
ne occuperò io. E’ al sicuro ora.- E con estrema delicatezza, Angel accolse il
peso della donna fra le braccia e iniziò a camminare velocemente verso
l’ascensore.
-Gunn,
allerta i medici dello studio e i maghi. Wes, voglio sapere di quale sostanza
si tratta e qual è l’antidoto. Fred, te la senti di dare una mano in
laboratorio?- Senza rispondere, la ragazza annuì.
In
ascensore V riprese conoscenza. Spike se ne rese conto per primo.
-Tranquilla,
Dolcezza andrà tutto bene.- Nel dirlo incrociò lo sguardo di Angel.
Era
una pietosa bugia ed entrambi ne erano consapevoli.
La
vampira tentò di sorridergli, sorridergli
e di articolare qualche parola. –Shhhh, non sforzarti.-, ma QUELLO doveva
essere davvero importante perché lei, a dispetto della debolezza, riprovò ed
allora lui si avvicinò al suo volto, occhi negli occhi e lei pronunciò due
parole e poi perse conoscenza.
Quando l’ascensore raggiunse il piano le porte si
spalancarono e gli occupanti uscirono tutti in fretta.
Tutti,
ad eccezione del vampiro biondo.
Allo
sguardo interrogativo di Fred rispose piattamente, - ci vediamo più
tardi.-, e la ragazza si ritrovò di
fronte ad una porta chiusa.
---------
L’attesa
era interminabile.
Snervante.
Angel
non aveva detto più una parola dacché avevano sistemato V nella sua camera.
Si
era limitato a sedere là, davanti al
letto.
Impassibile.
Gunn
e Wesley si scambiarono un’occhiata.
-Angel,
vedrai che riusciremo a salvarla.-
-Fred
è al lavoro, Uomo, e tu sai quello che significa. La ragazza è un cervellone e,
in men che non si dica, puff e ti servirà la soluzione su di un piatto
d’argento.-
Nessuna
reazione.
Male. Molto, molto, MOLTO Male., pensò l’Osservatore.
-Maledizione
Angel non puoi sentirti responsabile. CHI poteva prevedere…-
-Io,
Wes.
IO
potevo.- Le parole precise, nitide.
-Io
conosco V. Io conoscevo i pericoli che comporta questa città. Credi che quello
che è avvenuto sia stata una semplice
casualità? Casualità è finire impalettati da una scheggia di una cassetta di
legno durante una rissa da bar.- Il tono sempre calmo, immoto, spedì un brivido
gelido lungo la schiena degli altri due uomini.
-E’
stato un agguato, Wes. Un FOTTUTO agguato rivolto a colpire ME. Tramite LEI.-
-Non
crederai che…- Gli occhi dell’Osservatore erano spalancati per la sorpresa.
Un
suono secco.
Angel
rideva.
Se quella poteva chiamarsi una risata. – Ma è
OVVIO Wes. Come è ovvio che non riuscirò mai a
sapere CHI ha dato l’ordine. LORO si saranno già affrettati a coprire le
tracce.- Lo sguardo del vampiro si fissò infine sui volti dei suoi amici.
Amici.
Wes
sentì la pelle della base del collo raggrinzirsi.
-Solo
che LORO questa volta hanno commesso un piccolo errore di valutazione.- Angel si era alzato con un
unico, fluido movimento e si stava dirigendo verso la porta.
Una
pausa e Gunn si dimenticò di respirare.
-Nessuno,
NESSUNO può far del male alla mia FAMIGLIA.-
Gunn
deglutì a vuoto.
-Angel,
amico, non credo che rimanere solo adesso. Dovresti sfogarti, aprirti…-
Il
vampiro si fermò sulla soglia e si voltò lentamente.
E
l’avvocato desiderò di non aver parlato.
-Gunn,
non voglio esternare i miei sentimenti, non voglio aprirmi. Voglio solo trovare
il responsabile. E voglio guardarlo
negli occhi.-
-E dopo?- A suo credito, la voce di Wesley non
mostrava traccia di debolezza.
-
Allora ESTERNERO’ i miei sentimenti.-
Clic.
Quando
la porta si richiuse Gunn si sedette su una sedia. O per meglio dire ci si
AFFLOSCIO’.
-Wes?-
-Si?-
-ORA
posso iniziare a tremare?-
-Si,
ora puoi.- L’Osservatore fissò il giovane avvocato di colore .
Che,
per quanto era possibile, era livido. –
Uomo, è in questi momenti che ringrazio il Cielo di avere Angel dalla nostra
parte. Ti giuro che è riuscito quasi a farmela fare nei pantaloni anche più di
quando era Angelus.-
-E
non hai ancora visto nulla, Gunn.- Wes si massaggiò delicatamente la nuca
irrigidita per la tensione.
L’altro
inclinò la testa in una posa interrogativa.- Mi stai dicendo che esiste
qualcosa di più spaventoso di Angel sul piede di guerra?-
-Oh
si.- Wes annuì con convinzione.- Non hai ancora visto Angel E Spike sul piede
di guerra.-
-------
-Hai
trovato qualcosa?-
-Negli
ultimi quindici secondi dall’ultima volta che me lo hai chiesto, Lorne?-,
esclamò Fred esasperata,- la risposta è ancora NO.-
-Ci
deve essere qualcosa che possiamo, che posso fare…-
-Certo
che c’è. Siediti e lasciami fare il mio maledetto lavoro!-
Il
demone inspirò profondamente tentando di calmarsi. –E’ solo che…mi sento così
IMPOTENTE.-
-Ci
vuole tempo, Lorne. Ho buttato giù dal letto tutti i tecnici e gli addetti di
laboratorio. Scopriremo ben presto di quale veleno si tratta.- La ragazza non
ricordava di averlo MAI visto così preoccupato, così SCONVOLTO.
Mai.
-Era
lì, Fred mi sorrideva e poi mi è caduta fra le braccia e tutto quel rosso,
tutto quel ROSSO…- Si passò un mano sul volto quasi a tentare di cancellare
l’immagine.
Distrailo, Fred.
-Uhm
Lorne….cosa ti è successo, cioè come tu…-
Brava Fred, stordiscilo con la tua
eloquenza e poi dagli il colpo di grazia con il tuo balbettare.
Sei di GRANDE aiuto.
-Nessun
incantesimo, bambina. E’ una capacità che il mio popolo possiede ma non andiamo in giro a pubblicizzarla.-
-Ma
tu sei..VERO?- Lei allungò timidamente la mano per poi ritirarla all’ultimo
momento.
Non
era il SUO Lorne, questo sconosciuto così serio, così concentrato,
così..attraente?
Ed ora Winifred Burkle…, la voce che sentiva assomigliava terribilmente a
quella di sua zia Mildred quando da bambina la rimproverava per qualche
marachella, questo pensiero assolutamente SCONVENIENTE da
dove ti è uscito?
Per
mascherare la confusione disse la prima cosa che le venne in mente. – Non è per
caso che sto parlando con una cosa disgustosa che indossa un..LORNE-ABITO?-
Il
pyleano sbattè le palpebre e si ritrovò a sorridere.
Nonostante
tutto.
-Credo
di averti fatto vedere troppe volte Men
In Black, bambina. Mi dispiace illuderti ma qui non c’è nessun scarafaggio
gigante, nessun disco volante e neppure Will
Smith che canta.-
-Allora
perché non lo hai fatto prima?-
L’altro
sorrise ironicamente a sè stesso. – Fino ad un’ora fa Fred ti avrei risposto
adducendo mille ragioni tutte completamente FALSE ma una mia amica…-, deglutì,
-una buona AMICA mi ha detto che tutto si riduce ad un unico, squallido,
stupido motivo.-
Fissò
la ragazza di fronte a sé. E risentì le parole di V.
Dalle una possibilità, Lorne.
E dalla anche a te.
-Avevo
paura, Fred.-
-Di
cosa?-
-Di
me? Del vostro giudizio? Di te, forse. Sinceramente Fred ora non so più dirti
il perché. Mi sembra tutto così irrilevante. L’unica cosa che conta adesso è
che V stia bene.- Una morsa di terrore gli strinse il petto.
–Ho
già perso una persona cara.
Non ne voglio perdere altre.
Non
più.-
Con l’immagine di Cordelia nei loro cuori,
Fred lo guardò con rinnovata fiducia e gli strinse leggermente la spalla.
---------
-FUORI,
Wes.-
-Non
sono Wes.- Korath si avvicinò alla scrivania dove il vampiro sedeva al buio per
tentare di incrociarne lo sguardo. –Come
sta V?-
-Sta
morendo.- Angel non aveva mosso neppure un muscolo.
Ed,
in un certo senso, la sua completa mancanza di reazione era più terrificante di
qualsiasi urlo o atto di violenza.
Korath
ripensò ai files che la W&H gli
aveva GENTILMENTE dato in visione su Angelus.
Solo uno stupido non avrebbe paura di
questo vampiro, Korath, e sebbene tu fino a questo momento non lo abbia
dimostrato, sei tutto fuorchè stupido, si disse facendo un altro passo avanti cautamente.
Il
silenzio si prolungò.
E,
con sorpresa del Grindell, fu il vampiro bruno a parlare per primo in
tono discorsivo, quasi a se stesso.
-Sai,
la cosa terribile di quando riacquisti l’anima è l’orrore che ti invade al
pensiero di tutto ciò che hai detto e fatto.
Come
Angelus ero una vera pestilenza, Ragazzo. Il mondo era il mio campo-giochi e
tutti voi i miei GIOCATTOLI.
Spike
mi chiama Flagello. E’ solo un soprannome per gli altri che spesso sorridono
divertiti, sapendo quanto mi dia fastidio. Lo vedono come un’innocuo scherzetto
fra me ed il mio irritante Childe. Dio, talvolta sono così INGENUI.- Angel
rigirava fra le mani un’oggetto delicatamente inciso. Korath riconobbe il
Lothac di V. - Ma dubito che Spike scenderebbe nei particolare se qualcuno, Gunn
o Fred gli chiedesse di ricordare COME
ho acquisito quel titolo.
Oh
si, loro hanno conosciuto Angelus.
Ma,
fidati Ragazzo, ti posso assicurare che non mi hanno visto al mio meglio.
O
al mio PEGGIO, dipende dai punti di vista.- Un sorriso sottile.
-Dovrebbero
ringraziare ogni giorno le Forze del Bene che quella terribile belva non
circoli più a piede libero su questa Terra.
Eppure….-
E Korath fu sicuro di non voler SENTIRE quello che l’altro stava per dire.-
Quando ero, quando SONO Angelus c’è
qualcosa di così PURO nel mio agire.
Il
demone è completamente libero.
Nessun
rimorso.
Nessun
senso di colpa.
Nessun
dubbio o indecisione.
Solo
una..completa CHIAREZZA.
Qualche
volta, oggi ad esempio,…mi MANCA quella chiarezza.-
Korath
voleva uscire da quella stanza. Lontano da quella figura seduta. Lontano da
quell’anima. Lontano da tutto.
Perché
quello che stava dicendo Angel si rifletteva nel suo sguardo.
E
nessuno avrebbe potuto sostenere quello sguardo.
Senza
desiderare di nascondersi nel buco più profondo dell’Alaska.
O
in un’altra dimensione.
Un’altra dimensione è decisamente
preferibile.
Lo
sguardo del vampiro si fece meno sfocato e i suoi occhi di ossidiana si
focalizzarono sul suo riluttante interlocutore. –Cosa ci fai qui ad ogni modo,
Korath?-
-Nonostante
tutto lei è la mia famiglia, Angel.-
-Pensavo
avessi rinunciato a questo diritto quando l’hai ripudiata.- Calma piatta nella
voce.
Korath represse il desiderio di urlare e di sbattere
i pugni come un bambino. Lo sforzo per mantenere un tono basso si riverberò
nella voce.
-Non
sono perfetto, Vampiro. Tu non mi piaci. E non mi piace neppure quell’altro. E
non mi piace il fatto che V sia legata a voi. E non mi piace il fatto che, per
quanto io possa negarlo, so che voi due siete il SUO problema. Ed al tempo
stesso la sua CURA.-
Appoggiò lentamente le mani sul tavolo e si
chinò leggermente in avanti. Flagello d’Europa o no, qui si stava parlando
della sua sorellina.
V.
Quella
che gli aveva insegnato a cantare.
Che
lo aveva consolato la prima volta che si era sbucciato il ginocchio.
Che
gli aveva fatto scoprire quei semplici gesti d’amore così comuni fra gli esseri
umani e così rari fra i demoni.
Quindi…
al DIAVOLO la cautela.
-In
questi due anni V non ha fatto altro che sopravvivere. Non vivere. Sopravvivere.
Sempre alla ricerca di..qualcosa. Una
ragione, credo. O semplicemente qualcuno con cui sfogarsi. E’ una condizione
solitaria la sua.
Sempre
stata ,anche prima di diventare vampira.
Quando
ha saputo che dovevo venire qui è diventata una statua di sale. E dopo è venuta
a cercarmi. E per la prima volta in vita sua mi ha chiesto un favore. A me. Al
suo fratellino minore. Di portarla con me. Perché non si fidava di venire da
sola, mi ha detto. “Troppi ricordi.”
E
poi arriviamo qui e lei è di nuovo VIVA. Perché ci siete voi due.
Ed
adesso è in quel letto.
Ed
io sono spaventato, Angel. Terrorizzato di perderla. Di nuovo.
Si
FOTTA la W & H.
Si
fotta Dracula e si fotta anche la Quitters Inc.
Tu
hai nemici potenti, vampiro. Ma V ha scelto di stare dalla tua parte. Di
fidarsi di te. Ed io farò altrettanto.
Per
lei.
D’accordo?-
Bel discorso Korath. Forse sarebbe
stato più efficace se fossi riuscito a controllare la sudorazione e la
tachicardia che OVVIAMENTE questo vampiro ha avvertito, ma, come dire, nessuno
è perfetto.
-Vampiri
con anima.-, brontolò.- Non poteva fare scelta peggiore.-
-Questo
significa che ci stai dando la tua benedizione?- Sempre impassibile, ma con una
scintilla in fondo agli occhi…
-MAI
in questa vita!-, esclamò l’altro.- Ma per ora…tregua.- Si sorrisero
lievemente. Angel si alzò dalla potrona ed aggirò la scrivania.
-Andiamo
a vedere se hanno fatto qualche progresso.-
Sulla
porta.
-
Angel…-
-Si?.
Korath appoggiò la mano sulla spalla e strinse fino a sentire lo scricchiolio
delle ossa. L’altro non si mosse.
-SALVALA.
E
se per riuscirci devi rimandare la tua anima all’inferno..FALLO. Intesi?-
-Intesi,
Korath, e….-, un fuoco freddo brillò negli occhi del vampiro, -BENVENUTO IN
FAMIGLIA.-
-------
-Allora?-
Lei aveva le gambe accavallate, un atteggiamento indolente che contrastava con
quello indaffarato degli altri e fumava.
In
continuazione.
-Eve,
risparmiami le tue ipocrite parole di conforto. Solo perché siamo stati a letto
assieme non significa che adesso V sia tua COGNATA.- Tutti si fermarono. E
Wesley, nonostante tutto, ammirò la compostezza dell’altra.
-Nessuma
parola ipocrita. Volevo solo sapere qual’è la situazione.-
-Sta
male e il vostro laboratorio e i vostri esperti non sono riusciti ad
indentificate un maledetto NULLA!-
-Ci
vuole tempo.- L’Osservatore inglese era chino su un grosso libro e stava
sfogliando lentamente le pagine, osservò
Korath, come se tentasse di concentrarsi.
Ma
le pagine erano bianche.
O
forse no?
La
sua attenzione fu distratta dall’ingresso di Fred seguita da Lorne. La giovane
ragazza aveva un’aria stanca e profondi cerchi sotto gli occhi. – Abbiamo
ristretto il campo a 15 differenti tipi di veleni. Naturali e mistici. I
sintomi sono troppo generici: si potrebbero applicare a varie sostanze. E
creare un antidoto richiede…-
-TEMPO.-
Lorne sbuffò, - Odio questa parola.-
Nel
silenzio si udì lo scatto dell’accendino.
-Eve-,
scattò esasperata Fred,- potresti evitare ALMENO di fumare? Non vorrai far
scattare l'allarme anti-incendio.-
-Oh,
come siamo virtuosi, Dorothy. Veniamo scaricati da Spike, il nostro migliore
amico ha qualche segretuccio che preferisce confidare ad altri, anzi ad ALTRE e
noi proviamo anche a salvarle la vita?
Ma
come siamo buone, giuste e corrette.-
-Eve..-,
Fred strinse i denti e quasi sputò le parole,- Vattene. ORA.-
Si
sollevò lentamente, gli occhi di tutti puntati su di lei con una gamma di
espressioni che andavano dal semplice disprezzo al disgusto. Solo in quelli di Korath
vi era qualcos'altro.
-Korath
vogliamo andare a definire gli ultimi accordi prima del briefing di stasera?-
-No.-
La donna si bloccò, per poi voltarsi
lentamente. -No?-
Il
giovane demone scandì le parole attentamente. –Ho deciso che non c’è nulla da
perfezionare, Eve. NULLA.-
E
la donna recepì perfettamente il messaggio sottinteso.
Offerta respinta al mittente.
In blocco.
Nessuno
comprese la risata di lei in cui si
mescolavano amarezza, rabbia, paura e…sollievo.
Mi hai fottuta, Cucciolo.
In tutti i sensi.
-Come
credi, Korath.-
Una
puttana si, ma con orgoglio.
Alla fine mi toglieranno tutto
all’infuori di questo.
Ma prima…
Risollevò
il volto, la consueta maschera di malizioso cinismo al suo posto. Attraversò la
stanza e dopo aver aspirato un’ultima boccata schiacciò la sigaretta nel
posacenere. E poi soffiò il fumo direttamente in faccia all’Osservatore che
inizò a tossire e lacrimare.
-Vi
lascio allora. Frequentare dei FALLITI mi deprime alquanto. Ci vediamo, gente.-
Il
suo profumo sensuale e costoso aleggiò nell’aria anche dopo che se ne fu
andata.
-Che
STRONZA.- Fred era sicura che non esistesse donna più odiosa di quella.
-Effettivamente
non la eleggerei mai Miss Simpatia.-, commentò Wesley distrattamente. Non era
quella la sua priorità,ora. Si concentrò nuovamente sulle pagine del
Pancompendium e….
Un
attimo.
Quel
passo… l’Osservatore cominciò a tremare per l’eccitazione.
-L’ho
trovato.- La voce era bassa ma si fece silenzio come se avesse urlato.
-Ne
sei sicuro, Wes?-, chiese quietamente Gunn.
-Era
così SEMPLICE, mi domando a cosa diavolo stessi pensando..-
-Wes?
Wes???WES??!- L’uomo si riscosse. –Cosa?-
-Ci
vuoi dire cosa diavolo è o te lo devo estrarre dal cervello?-
E
Wes realizzò che Lorne l’avrebbe fatto. Sul serio.
-Scusate.-
Profondo respiro.- E’ comunemente chiamato L’Assassino dei Morti.-
-Bene,
Uomo ora Fred troverà il rimedio giusto e..-
-Lo
conosciamo già, Gunn.- Korath si tese. L’Osservatore non sembrava sollevato.
Anzi.
-Esiste
un unico antidoto a questo veleno.-
-Quale?-
Battè il piede impazientemente Fred.- Wes, non è il tempo per i giochi.-
-Il
sangue di una Cacciatrice.- Stupore, schock e l’improvvisa comprensione sui
volti dei presenti.
-E
Buffy è irrintracciabile.- Wes non riusciva a guardare Angel.- In Europa. E a
noi non rimane più molto tempo prima che il processo diventi IRREVERSIBILE.-
-Oh,
CAZZO!- E sentirlo dire da Fred li fece sobbalzare tutti. Korath chiuse gli
occhi.
Era finita.
Quando
li riaprì, Angel era in piedi. –Wes. C’è un altro modo. Concentrati e trova
un’incantesimo di localizzazione. E’ semplice, non dovresti avere problemi.-
Wes
scosse la testa.- Angel non hai capito. E’ INUTILE provare a cercare Buffy. E’
troppo lontana e …-
-Non
devi cercare LEI.- Wes ci arrivò subito. O quasi.
-Faith.-
-E’
negli Stati Uniti. Trovala.-
-E
poi, Angel?-
Il
vampiro troncò la domanda con un gesto della mano. – Dov’è Spike?-
-Mi
ha detto che aveva qualcosa da fare.-, rispose Fred.
-Vado
a cercarlo. Avremo bisogno anche di lui.-
-Ti
accompagno.- La voce di Lorne tagliò l’aria della stanza. Senza neppure
voltarsi il vampiro annuì.
-Trovala,
Wes. E poi chiamami.-
Rapidamente
anche gli altri uscirono. L’Osservatore inglese rimase qualche istante da solo
prima di chiudere il libro, con un’espressione pensierosa sul volto.
Era
stanco.
E
affaticato.
Ma
era sicuro di una cosa.
Il
passo prima non c’era.
-------
In
ascensore.
-Sai
dove trovarlo?-
-Conosco
Spike.-, fu l’asciutta risposta.
Tutto fuorchè il silenzio.
TUTTO.
-Non
mi chiedi nulla, Angel?-
-Ho
già ANNUSATO la novità, Lorne.- Senza espressione.
Il
pyleano si agitò nervosamente.
Cosa ti aspettavi Lorne? E’ Angel, il
Signore del Rimugino. Non ti puoi aspettare salti di gioia.
Ed
un altro pensiero a fare compagnia al primo.
Come cazzo fa a rimanere così calmo
quando io vorrei urlare e sfasciare tutto. E’ solo un bastardo senza cuore.
E V che si preoccupava per lui.
Fatica sprecata.
La
rabbia era un’emozione inutile lo sapeva. Ma era troppo.
E
in Lorne qualcosa scattò.
Con
pesante sarcasmo provocò volontariamente l’altro. –Angy-baby se non vuoi
uccidermi dovresti CONGRATULARTI allora!-
Si
ritrovò schiacciato da Angel contro la paratia dell’ascensore, una morsa di ferro
alla gola, proprio nell’attimo in cui le porte si aprirono sul parcheggio
sotterraneo della Wolfram & Hart.
-Cosa
ti ha dato l’impressione che io non voglia ucciderti, Lorne?- A dispetto del
tono quasi bonario la stretta alla gola non accennava ad allentarsi. Anzi.
-Il
primo errore che hai commesso, PASTICCINO, è stato quello di presumere che
Spike sarebbe stato il tuo GRANDE problema.- La morsa si intensificò.
E
così il dolore.
Angel
avvicinò il viso fino a sussurrargli nell’orecchio.- Questi ERRORI costano
cari, amico mio.-
Con
gesto noncurante lo fece volare oltre una macchina.
Il
pyleano sbattè violentemente su una fiancata accasciandosi come una marionetta
senza fili, tossendo violentemente, la vista appannata ed un sinistro
scricchiolio nel petto. Senza poter fare nulla vide Angel camminare
indolentemente verso di lui, un’espressione rilassata sul volto perfetto ma i
suoi occhi…
Gli
occhi del vampiro viravano dal nero al giallo paglierino in modo affascinante e
terrorizzante al tempo stesso.
Sarà questa l’ultima cosa che vedo?, si chiese Lorne , immerso in una sorta di doloroso
stupore.
E Fred che si domandava sempre cosa ci
fosse dietro la sua calma impenetrabile.
Bambina, ti auguro di non saperlo mai.
Con
grazia felina Angel si inginocchiò fino a trovarsi faccia a faccia con l’altro.
–Il tuo secondo errore-, riprese, come se nulla fosse,- e mi stupisco che
proprio TU lo abbia commesso è quello di aver toccato qualcosa di MIO. Pensavo
che dopo avermi letto e dopo aver fatto conoscenza, seppur breve, con Angelus,
avessi imparato qualcosina su di me.-
Lorne
ebbe appena il tempo di dire: -V non è t..-, che venne nuovamente sollevato e
sbattuto sul cofano della macchina.
Altro
scricchiolio ed un fiotto di sangue dalle labbra.
Bye, bye Cassa Toracica. Di questo
passo diventerò Lorne “Il Demone Gomma”.
A meno che Angel non decida di usare la
mia pelle come scendiletto.
-SBAGLIATO,
Pyleano.- Un ruggito.- V è MIA. Se mai esiste qualcosa in questo sudicio mondo
che è mio, lo è LEI. Il sangue crea. Il sangue distrugge. E se pensavi che
fosse Spike il vampiro possessivo ed instabile nella mia simpatica ma
disfunzionale famigliola, bè dovevi domandarti DA CHI avesse preso queste
caratteristiche. E V…..- Lorne chiuse gli occhi aspettandosi un colpo. Che non arrivò.
Li riaprì cautamente e fissò il demone davanti a lui.
Non
Angel.
Non
Angelus.
Qualcosa
di peggio. Che aveva visto solo una volta, in tutta la sua terrificante gloria
a Pylea.
Ed
era lì, nello sguardo nel vampiro.
-V
è più mia degli altri. Più di Penn, più di Dru, più di Spike.
E’
la MIA childe.
Non
di Angelus.
Mia,
di Angel.
Il
suo sangue mi chiama in modo che nessuno può neppure lontanamente comprendere.
E’
mio il suo corpo.
Ma
soprattutto è mia la sua anima torturata e smarrita.
Mia.
SOLO
MIA.-
Lorne
comprese.
Qualcosa
si era definitivamente spezzato fra lui ed Angel.
E
ne soffrì. Perché Angel era stato DAVVERO un amico per lui. E, a dispetto del
suo lavoro, di amici non ne aveva poi molti.
Conoscenti,
questi sì.
Ma
amici….
Forse se mi scusassi…
Ma
in Lorne esisteva un nervo d’acciaio. Molti avevano commesso l’errore di
ignorarne l’esistenza o di sottovalutare questo lato del carattere del demone.
La
sua famiglia.
Il
suo popolo.
E
fu questo filo d’acciaio sottile invisibile ma presente che consentì al pyleano
di sostenere lo sguardo insostenibile dell’altro e rispondere con calma
irreale.
Come
se non stesse per morire soffocato dalla stretta di un vampiro dieci volte più
forte si lui.
-Se
tenevi tanto a lei, Angel come mai l’hai lasciata alla deriva? Come mai non
l’hai accolta nel tuo grande Hotel prima e poi qui alla W&H? Mancanza di
camere disponibili? Come mai per gli altri sei stato un padre, fratello,
mentore, Sire, amico, guardia del corpo e per lei il nulla?- Un breve strozzato
colpo di tosse e dell’altro sangue ma né
lui né il vampiro sembrarono farci
caso.- Dov’eri, Grande e Potente Guerriero delle Forze del Bene durante le
notti in cui lei, come un drogato in crisi d’astinenza si feriva o si stordiva
con l’alcool per annullare il desiderio di bere sangue umano? Dov’eri,
Misterioso ed Oscuro Giustiziere della Notte quando la sua sete si trasformava
in un fuoco ardente nelle viscere così doloroso da farla contorcere ed urlare?
Dov’eri, o Sommo Campione dei Poteri che Sono quando il demone dentro di lei
urlava e la dilaniava per uscire e seguire la propria natura? O quando legava
un paletto ad una porta e pensava che sarebbe stata solo questione di un
secondo per…- Scrollò il capo. Gli occhi del vampiro non abbandonavano il suo
volto.- Perché sai, ZUCCHERO, io l’ho visto. L’ho sentito. E prego Iddio o i
Poteri che Sono di non sentire mai più una cosa del genere.
Un’altra
cosa.
Lei
è sola quanto me, Angel.
E
puoi picchiarmi fino a ridurmi come uno spezzatino ma non mi farai rimpiangere
nulla. E neppure rinegarlo.
Quanto
al tuo atteggiamento da maschio dominante..bè te lo puoi FICCARE NEL CULO per
quanto mi riguarda.-
Detto
questo Lorne deglutì e chiuse gli occhi.
Il
coraggio ( la follia?) che lo avevano
sostenuto fino ad ora lo abbandonarono all’improvviso, così come le poche forze
residue, lasciandolo esausto.
Ad
attendere il colpo di grazia.
Che
non arrivò.
Riaprì
stancamente gli occhi ed incrociò lo sguardo di Angel, nuovamente
impenetrabile.
Scomparso
il fuoco.
Scomparso
l’odio.
Scomparso..tutto.
-Hai
chiarito il tuo punto, Lorne.-
-Ed
ora?-
-Ora
io andrò alla ricerca di Spike e tu in infermeria. Dal rumore che ho sentito
devi avere un paio di costole
incrinate.-
Nessuna
scusa.
Senza
rispondere il pyleano si sollevò lentamente da solo per poi avviarsi verso al
porta d’uscita.
-Lorne.-
-Si?-
-Mi
sei debitore. Un giorno ti chiederò un favore. Un GROSSO favore.-
Il
pyleano annuì. – E probabilmente dopo averlo fatto non ci vedremo più.-
Il
silenzio fu l’unica risposta.
Sulla
porta.
-E
Spike?-
-Quello
che farete non è affar mio. Se fossi in te però Lorne eviterei di scendere nei
dettagli. Lui potrebbe non essere COMPRENSIVO come me.-
Un
attimo e non era più lì.
Capitolo
5-continua
Bonds
capitolo 6
Questo capitolo è per
Francesca.
.
Grazie.
Nessuno dovrebbe sopravvivere ai propri
figli.
Antico proverbio romano
Reptilia
Spike
non era andato troppo lontano.
Il
rumore e i gemiti nel vicolo parlavano di sangue. Di violenza.
E
soprattutto di disperazione.
Angel
ne sentiva l’odore.
La
paura del povero bastardo dal quale il suo Childe
stava cercando di spremere informazioni.
E
un’odore differente, che Angel non percepiva da secoli.
La
paura di Spike.
La
associava a pochi momenti.
Quando
Dru stava particolarmente male.
Quando
lui era ridiventato Angelus.
MAI paura per sé, riflette il vampiro bruno.
Solo
per le persone a cui teneva.
Povero, povero William.
Entrando
nel vicolo lo vide buttar giù con un pugno un demone di razza indefinibile, tre
volte più grande di lui e con un movimento fluido voltarsi a fronteggiare gli
altri due che decisero di darsi alla fuga.
Contrariato,
Spike riprese a scrollare violentemente il demone ferito.
-Dimmi.
Quello.che. sai.- L’altro non riusciva a parlare, il terrore riduceva le parole
ad un incoerente balbettio.
-Lascialo,
Spike.-
-Stanne
fuori, Angel. Qui non ci sono innocenti da salvare. Questa è FECCIA.-
-E
tu non sei un giustiziere. D’altro canto, non può sapere nulla di questa
faccenda. E’ stato un lavoro dall’interno.-
Spike
si voltò ed il demone ne approfittò per strisciare via. –Chi te lo ha detto?-
Con gli occhi brillanti come cristalli.
-Nessuno.-
Angel si incamminò verso la macchina, tallonato dal vampiro biondo. –Non
troverai risposte qui. E neppure una cura. Hanno usato l’Assassino dei Morti.-
I
passi accanto a lui si interruppero e, dopo un lungo istante, ripresero più
lenti. Come la voce.
-Bastardi.
Volevano essere SICURI.- Una breve pausa. Il suo Childe era sempre stato rapido nell’assimilare i colpi.- Ok. Cosa
possiamo fare?-
Angel
si accomodò nel sedile del guidatore mentre Spike gli saltò accanto senza
abbandonare il contatto visivo con il volto del
vampiro bruno.
Scandagliandolo
accuratamente alla ricerca di ….qualcosa.
-Ho
detto a Wesley di cercare Faith e di portarla qui.- Angel avviò la macchina.
-Faith…-
Spike stava riflettendo. –L’idea è buona, Flagello, ma lei potrebbe non voler
COLLABORARE. In fin dei conti, non conosce V e non mi ha mai dato l’impressione
della Buona Samaritana.- Vi era un tono interrogativo nella voce del biondo.
Interrogativo
e PRESSANTE.
Era
incredibile come lui e Spike riuscissero ancora, dopo secoli di colpi bassi ed
ostilità, a comprendersi senza neppure sfiorare l’argomento principale.
Spike
gli stava domandando fino a che punto lui sarebbe stato disposto a spingersi
per salvare V.
E la cosa più INCREDIBILE era che gli stava
lasciando l’opportunità di scegliere.
-In
fin dei conti..-, stava continuando l’altro, gli occhi fissi sulla strada,- IO
non ho mai avuto molti problemi quando si tratta di fare casino.-
Il
sottinteso era: “ Ho già recitato la
parte del Big Bad per un secolo. Non ho i tuoi stessi scrupoli e remore. E, anche
se li avessi, per me la salvezza di V passa sopra a tutto. E TUTTI. Lascia che
me la veda io.”
Spike
era disposto ad attirarsi il risentimento ed il biasimo per quanto dovevano
fare. E lasciare Angel pulito.
Perché
quelli erano i suoi amici.
La
sua FAMIGLIA.
E
non avrebbero capito.
Per
un breve, brevissimo istante, la mano di Angel lasciò il volante e si posò
sulla spalla dell’altro.
Un
contatto così lieve e casuale che Spike pensò di averlo sognato.
Quando
si girò verso il vampiro bruno, lo vide impassibile come sempre.
-Farai
quello che devi fare, Spike.
E
così anch’io.
Lo
faremo ENTRAMBI.- Una lieve torsione delle labbra e un guizzo negli occhi. E
Spike rivide Angelus.- Quanto a Faithy..sono
sicuro che insieme riusciremo a renderla COLLABORATIVA.-
I
due vampiri si scambiarono un’occhiata e scoppiarono a ridere. Una risata senza
gioia.
-Sai
Flagello, con anima o no, certe cose non cambiano mai!-
-------------
-Hai
cinque minuti, Wes?-
-Per
te sempre, Fred.- Le sorrise, assente. –Una tazza di thè?-
-Volentieri.-
Certe cose non cambiano mai, pensò
lei. Togli ad un Inglese la sua dose
quotidiana di Earl Grey e lo vedrai trasformarsi in Jack lo Squartatore.
-Ho
bisogno di sapere come funzione l’Assassino dei Morti. Voglio essere sicura che
io e la mia equìpe saremo preparati a
qualsiasi evenienza. O quanto meno a provarci.-, finì dubbiosa.
L’Inglese
le dava le spalle ed era rimasto in contemplazione, od almeno così sembrava,
dell’acqua del bollitore.- Sulla sua natura, Fred, sappiamo molto poco. E’ un
veleno potente. LETALE per i vampiri e l’unica cura che si conosca è il sangue
di una Cacciatrice. Anni fa Angel fu colpito da un dardo avvelenato e salvato
da Buffy. Per i dettagli dovresti chiedere a lui.-
C’era
una strana espressione sul volto dell’Osservatore ora che le era di fronte e le
porgeva una tazza fumante.
Chiusa.
Ermetica.
FREDDA.
-Perché
ho la netta sensazione che ci sia una storia dietro questa storia?-, domandò
brusca Fred.
Sulle
prime la giovane scienziata pensò che
non avrebbe mai ricevuto risposta poi…
-A
quanto mi raccontò Giles..-, continuò l’altro con evidente riluttanza, - Angel
fu COSTRETTO da Buffy a bere da lei e quando lo fece….-
-Allora?-
La tensione si era comunicata anche a lei.
-La
perdita di sangue fu notevole. MOLTO notevole. Buffy fu ricoverata all’ospedale
e Giles aggiunse che erano stati ad un tanto così,- avvicinò il pollice e
l’indice,-.. dal perderla.
DEFINITIVAMENTE.-
La
tazza tintinnò.
-Wes?-
L’Osservatore focalizzò il suo sguardo sul viso della ragazza. –Cosa temi
ESATTAMENTE?-
L’uomo
sospirò pesantemente. Non sapeva cosa dire.
Bugiardo, lo motteggiò la sua coscienza. E’ solo che non sai COME dirlo.
-Fred,
Angel amava Buffy. Sospetto fortemente che la ami ancora. Hai visto quanto è
leale e protettivo nei nostri confronti. Immagina cosa doveva provare, SENTIRE per lei.
Lei
lo spinse a morderla e lui…quasi la UCCISE.
Il
suo Grande Amore.
Ma
Buffy era anche la Cacciatrice. Ed il suo sangue per i Vampiri è l’Elisir
Perfetto.-
La
ragazza lo guardava ad occhi spalancati, sorpresa dalle sue parole passionali e
veementi.
Così
poco..britanniche.
-Ti
rendi conto..-, si fermò per concentrarsi, - ti rendi veramente CONTO di quale titanico sforzo ha
dovuto compiere Angel su se stesso, ferito e con il demone pericolosamente
vicino a perdere il controllo, per non approfittare dell’offerta? Per non
prosciugarla completamente? Non penso che nessun altro vampiro avrebbe mai
rinunciato al Sangue di una Cacciatrice.
NESSUN
vampiro.-
Fred
trattenne il respiro. Ora aveva capito.
-Io
e Faith non abbiamo una bella…-, un sorriso amaro,- STORIA alle spalle.-
La
voce si fece più sicura e decisa.- Ma dopotutto lei ha scelto di Combattere per
le forze del Bene, ha pagato il suo debito con la giustizia ed è stata di fondamentale
aiuto durante il periodo con Angelus.-
La
conclusione aleggiava inespressa.
-Tu
non ti fidi di V. Di cosa potrebbe fare a Faith per salvarsi.- Una
constatazione.
-Non
la conosco abbastanza per potermi fidare di lei. E quello che ho visto e sentito
non mi ha aiutato. Affatto.-
-Spiegati.-
Gunn era entrato silenziosamente ed era appoggiato alla porta con le braccia
conserte.
L’ex
osservatore si passò una mano frai capelli e sospirò. –Non è per quello che ha
FATTO, Gunn. Ma mi inquieta, anzi no,
francamente mi SPAVENTA l’intensità del suo legame con Angel. E con Spike non
dimentichiamolo. Non conosciamo nulla del suo passato. Solo quello che ci ha
riferito Angel. E ho avuto l’impressione che anche lui non ne sappia molto di
più.
Sappiamo
che era umana. Ma Korath la chiama sorella. E credetemi, se esiste un clan demoniaco elitario e riservato fino
alla paranoia questi sono i Grindell. Sappiamo che, ed è la prima volta che
accade a quanto ne so, è stata vampirizzata da Angel e Spike. INSIEME. Sappiamo
che ha un’anima. Come l’ha conservata? E’ stata maledetta come Angel? Una
svendita per corrispondenza?- Wes si stava scaldando.-Un’altra cosa. La
più singolare. Lo status di V rimane quello di un childe,
seppur con tutte le particolarità del caso. Cosa l’ha spinta ad allontanarsi
dai suoi Sire? E la risposta a tutte queste domande è: NON SAPPIAMO NULLA DI
LEI!-
Fred
lo fissava, la preoccupazione accentuava
le linee di stanchezza sul bel viso.
-Ma
lei è importante per Angel. E per Spike. Ed in tutta onestà non mi ha dato
l’impressione di essere un tipo ostile.-
Troppo concentrata a far sbavare il
vampiro a cui tieni, giusto Winifred?
Zitta!!
-Io
non farei mai nulla contro Angel-, ribattè pacatamente l’Osservatore. Ma mentre
lo diceva provò una singolare sensazione. C’era qualcosa di SBAGLIATO. Ma non
appena provò a focalizzare il disagio, quel breve barlume di comprensione
svanì.
Come
un sogno che si dissolve negli attimi
che precedono il risveglio.
-Devi
credermi Fred. Non farei mai NULLA contro Angel.- Ripetè, come per
autoconvincersi.
-Ma
questa tua lealtà non si estende a V.- Gunn si era raddrizzato. E sebbene
quanto detto da Wes non gli piacesse per nulla, non era così sciocco da
non riconoscere un fondo di verità nelle
sue parole. Specialmente con lo sguardo e le parole del vampiro bruno impresse
a lettere di fuoco nella sua memoria.
Nella
sezione “Incubi da NON voler mai rivedere”
L’altro
sbuffò frustrato.- Non è così semplice. Se per aiutare V devo mettere in
pericolo Faith, bè vorrei prima provare ad esplorare TUTTE le possibilità. E
sento che la preoccupazione di Angel e di Spike non mi ha permesso di fare del
mio meglio in questo caso. E’ avvenuto tutto troppo rapidamente.-
Il
telefono squillò e Fred si affrettò a rispondere.
Gunn
fissò l’amico negli occhi.
-Se
è tempo che chiedi, Amico, scommetto che sarebbe più semplice costruire
una macchina del tempo in un’ora che
tentare di arrestare Angel o Spike. Penso che ti SCHIACCEREBBERO se pensassero
che tu, io o Fred ci stiamo frapponendo
tra quella vampira e la sua cura.-
-Me
ne rendo conto Gunn.-
-La
squadra è rientrata.- Fred li interruppe.-Li stanno portando nella sala
riunioni.-
-LI?-
-Sono
in due. Faith ed un uomo di colore. Dai documenti che aveva indosso sembra si chiami
Robin Wood. Li hanno ehm…presi INSIEME.-
-
Cosa facciamo adessoWes?-
-Non
posso decidere per voi due, ma io voglio impedire che si commetta un’errore
irreparabile. Sono sicuro che alla fine anche Angel si renderà conto che
anteporre i suoi interessi personali al benessere di un’essere umano
comprometterebbe la sua missione ed il
suo Shanshu. Siete con me?-
La
domanda aleggiò nell’aria per un lungo istante poi….
-Amico,
questo significa andare in cerca di guai. GROSSI. Ma… sono con te.- Gunn tentò
di sorridere senza riuscirvi molto bene. Con la sensazione, fortissima, di
stare TRADENDO un’amico per un altro.
L’attenzione
dei due uomini si concentrò sulla terza figura.
-Io…. Bè io non sono del tutto convinta, ma
non mi è piaciuto il modo in cui Angel ci ha tagliati fuori. E dopo quanto mi
hai detto, non voglio che nessuno si faccia del male.- La ragazza sollevò
orgogliosamente il mento.
-Sai
che non la prenderanno bene, Fred. Nessuno dei due.- Se lei voleva salire sulla barca, doveva
rendersi conto di tutte le implicazioni del caso, stabilì l’inglese.
-Capisco
Wes ma in questa guerra di testosterone che si sta per scatenare un tocco
femminile potrebbe impedire ulteriori disastri, non credi?- Con un mezzo
sorriso.
-Amen,
Sorella.- Sospirò Gunn. – Allora Wes, cosa possiamo fare? Ci vorrebbe un
maledetto esercito per fermare Angel e Zanna Ossigenata e noi siamo solo in
tre.-
-Non
è esatto, Gunn-, lo corresse Wesley sollevando la cornetta del telefono, gli
occhi azzurro chiaro sfocati e remoti.
In
quel momento una parte del cervello di Gunn, la parte “stimolata” dal
trattamento della Wolfram & Hart, quella analitica, lucida,
impersonale inviò un unico, gelido
pensiero.
Quest’uomo, questo tuo AMICO può essere
pericoloso.
Molto PERICOLOSO.
Nel
frattempo Wes stava concludendo,- In questi casi sai come si dice: “Il nemico
del tuo nemico è….” Martha? Mettimi in
comunicazione con la Direzione Generale. URGENTE.-
Fred
impallidì.
------
La
luce rossa si spense.
La
comunicazione nell’altro ufficio era terminata.
La
figura seduta alla scrivania giocherellò nervosamente con una ciocca di capelli
rossi.
AL DIAVOLO.
Le
dita lunghe digitarono rapidamente il numero.
Un interno.
-Harm?
Sono Martha. C’è qualcosa che devi sapere.-
-----------
-Angel?-
-Si?-
-.Sono
nel tuo ufficio.- La disapprovazione era palese nel tono della ragazza.
-Arrivo
subito, Fred.-
-E
farai bene. Lei non mi è sembrata molto PAZIENTE. E ne ha tutte le dannate
ragioni.-, mormorò sottovoce uscendo dalla stanza.
Non
ABBASTANZA sottovoce, però.
-Il
topolino ha gli artigli, allora.-, commentò Spike sollevandosi dalla poltrona.
.
Il
vampiro biondo era rimasto seduto per più di un’ora mentre Angel si era fatto
una doccia e cambiato gli abiti ancora sporchi del sangue di V. I suoi
pensieri, sempre più cupi e vorticosi, erano stati interrotti solo dallo
squillo del telefono, ma il suo Sire aveva preso la comunicazione nell’altra
stanza e quando era ritornato si era semplicemente seduto di fronte a lui.
Ed
erano rimasti entrambi così.
Al
buio.
In
silenzio.
Cazzo, mi sto Angelizzando, considerò con orrore Spike.
-Fred è molto di più di quello che sembra.-,
aggiunse quietamente Angel incamminandosi lungo il corridoio. Erano le prime
parole che gli aveva rivolto da quando erano rientrati nell’edificio.
-Me
ne sono accorto.- Al cipiglio dell’altro oppose un’espressione di assoluta,
totale innocenza.
-Ehi!!!!
NON in quel senso. Volevo dire che la ragazza mi piace.. E non fare quella
“cosa” con il sopracciglio. E’ una mia esclusiva!-
-Quale
“cosa” Spike?- Motteggiò Angel, inarcando ancora di più il sopracciglio.
-Lo
sai BENISSIMO. Quella cosa lì, che significa “Non crederai di poterla fare a
ME, Grande Guru del Male, Flagello delle Vecchiette e dei Barboncini,
Signore del Rimugino…”-
-Sei
impossibile.- Esasperato.
-Oh,
ma questo è il tratto più caratteristico della mia affascinante personalità,
vero?-, concluse il vampiro biondo, allisciandosi con un gesto affettato i
capelli ingellati.
-Stupido.-
Ma con affetto.
-Scimmione.-
Si
scambiarono un’occhiata complice.
Davanti
alla porta Angel si bloccò.
Irrigidì
le spalle.
E
Spike desiderò INTENSAMENTE di poter staccare qualche testa.
Questa
“cosa” avrebbe ferito il suo Sire.
Profondamente.
Ed
era così fottutamente…. INGIUSTO.
Stupidi umani.
E quanto sono STUPIDI due Vampiri con
anima e con il Complesso del Buon Samaritano?
Grrr.
Raddrizzò
le spalle e si stampò un ghigno in faccia.
Iniziano le danze.
-Allora
Flagello…giochiamo a Vampiro Buono-Vampiro Cattivo?-
-No,
Spike. Il tempo dei giochi è finito.-
Ed
entrò da solo, chiudendosi la porta alle spalle.
---------
Faith
era incazzata.
Bè,
non era poi una grande NOVITA’ per lei, ma la sua incazzatura stava
raggiungendo i livelli di guardia.
Era
incazzata con i bastardi della W &H
che l’avevano trascinata a Los Angeles.
Era
incazzata con Robin perché era stato così idiota da tentare di disarmare uno
degli uomini del commando beccandosi
un bel colpo in testa e una probabile commozione cerebrale.
Ma
soprattutto era incazzata con sè stessa per essersi lasciata prendere come una principiante.
Cristo,
erano UMANI!
E
LEI che aveva aiutato a sconfiggere il First…..
B
le avrebbe riso in faccia per un mese.
Ma in fondo cosa ci si può aspettare da
te Faith? Sei sempre stata la Seconda Scelta, no?
Non ho bisogno di questa psicanalisi
del cazzo, ora. Scrollò la testa e
tentò di focalizzare la sua attenzione su dove li avevano portati.
E
sul PERCHE’.
RAGIONA, Faith.
Ok, questo lo so fare.
Vogliono me. Non hanno esitato a
colpire Robin una volta e lo rifaranno.
Sono io la Star di questo B-movie.
Per cosa?
Probabilmente qualche altro piano
imbecille per iniziare un’Apocalisse e al contempo per colpire Angel, per
fargli del male, per farlo ritornare Angelus…..
Inizialmente
pensò semplicemente di aver proiettato i suoi desideri.
Perché
dalla porta stava entrando LUI.
E
Fred, Wes e Gunn.
Poi
la realtà la colpì come una mazzata.
Angel
non parlava.
E
neppure gli altri.
Qualcosa
dentro Faith morì, quando incrociò il suo sguardo.
-Angel…-
un sussurro ed una preghiera disperata negli occhi di lei.
Non tu, ti prego, TI PREGO, non tu….
-Faith.-
Rammarico nella voce ma..nulla più.
Lo
sguardo della Cacciatrice si spostò lentamente sulle altre figure, il suo
cervello che automaticamente rilevava la singolare DISTANZA fra Angel e gli
altri.
Non
solo fisica.
Accantonò
l’informazione e si concentrò sulla sua
rabbia.
Incandescente.
-Cosa
CAZZO succede?!-
Wesley,
Gunn e Fred sembrarono prendere vita come pupazzi a molla.
-In
realtà…-
-Ecco
noi volevamo….-
-E’
accaduto questo….-
-Sono
stato io ad ordinare che ti portassero qui, Faith.- La voce di Angel tagliò i
balbettii degli altri.
Alla faccia della diplomazia, pensò Gunn con involontaria ammirazione.
-Mi
scuso per il metodo ma non avevo il tempo di spiegarti.- Sembrò volersi
interrompere ma poi proseguì.- E neppure di
convincerti, se è per questo.-
Wesley
era stupefatto. Angel si stava rendendo veramente odioso. E le sue parole non
facevano che alimentare il risentimento che covava in Faith.
Perché?
Gli
occhi della Cacciatrice mandavano lampi assassini.
-Perché
tu sai quanto ami l’AUTORITA’, vero Angel? Ed il fatto che i tuoi fantocci-,
indicò gli uomini del commando che
erano rimasti impassibili in attesa di ulteriori istruzioni,-siano ancora
interi è solo a causa di Robin e del suo desiderio di emulare Superman. Senza
tutina.-, concluse con un’occhiata d’affetto misto ad esasperazione per l’uomo
di colore che si stava lentamente riprendendo dal colpo, una glock puntata alla sua tempia sinistra.
-Un
colpo di fortuna.-, commentò piattamente Angel.
-Precisamente.
FORTUNA.-, rimarcò la ragazza. –Ed ora, prima che inzi a prendere a calci il
tuo culo vampirico per tutta la stanza, te lo chiedo per l’ultima volta: COSA.
CAZZO. VUOI. DA. ME.-
Angel
indurì la mascella. Non poteva dire di non esserselo aspettato.
Conosceva
Faith.
Il
suo orgoglio.
La
sua vulnerabilità.
Sapeva
che uno scontro diretto non avrebbe portato a nulla.
Sapeva
che Faith, dinanzi a qualsiasi minaccia o forma di coercizione, avrebbe reagito
entrando nello slayer-mode.
“Prima
massacra POI fai le domande”.
SAPEVA
tutte queste cose ma il pensiero di V, la sua sofferenza stavano risvegliando
in lui sentimenti….primari.
Possessività.
Furia
animalesca.
Il legame sire-childe,
una sorta di filo elettrico psichico, rendeva sia lui che Spike testimoni partecipi della lotta tra la non-vita e la
morte della vampira.
Sentiva
il dolore di lei.
Sentiva
che V stava combattendo.
Sentiva
che….stava perdendo.
Proteggi ciò che è tuo! Ruggiva Angelus, dall’angolo più buio della sua
anima.
E
per la prima volta da più di un secolo Angel, il Campione del Bene, il Protettore
del Genere Umano non riusciva a trovare SBAGLIATO il ragionamento della sua
Arcinemesi.
Della
sua Metà Oscura.
V è Famiglia.
Proteggi la Famiglia.
Ad ogni costo.
Demone
E anima si trovavano d’accordo.
Le
implicazioni di questo fatto erano TERRIFICANTI.
Ma,
nonostante tutto, Angel tentò.
Perché
prima di PRENDERE, voleva CHIEDERE.
-Faith…è
molto difficile che io chieda qualcosa a qualcuno. –
Nella
stanza c’era ora un silenzio assoluto. Lo sguardo della Cacciatrice seguiva con
un’intensità quasi famelica il gioco di espressioni che apparivano a
scomparivano sul volto del vampiro il cui autocontrollo era leggendario.
Così
tante e così tutte assieme.
Faith
non aveva mai visto Angel così……..
-Nella
mia stanza c’è una donna.
Una
vampira.
Sta
male. E’ stata colpita dall’assassino dei Morti.- Un lampo nello sguardo della
Cacciatrice bruna.- Questa persona è molto importante per me, Faith.
Ti
chiedo di aiutarla.
Ti
PREGO di aiutarla.-, finì con semplicità, allargando le mani davanti a sé quasi
in un gesto di supplica.
Ed
aspettò.
E
sperò.
Il
cervello di Faith era pieno di immagini.
La
prima volta che aveva visto Angel.
Il
loro bacio, quando lui si era finto Angelus per riuscire ad ingannare il
Sindaco Wilkins.
Il
rumore della freccia scoccata dalla balestra.
Ed
ancora Angel, accanto a lei, che le parlava e le ripateva che c’è SEMPRE una
seconda possibilità.
La
lotta nel vicolo.
Il
modo in cui l’aveva difesa mettandosi anche contro B, contro Buffy, Cristo.
I
colloqui in prigione.
E
i suoi rari, rarissimi sorrisi.
Ed
il modo in cui inclinava leggermente la testa, le mani in tasca e l’impressione
di volersi quasi annullare nelle ombre.
E
i suoi abbracci, per me, per lo SCARTO, per
quella sbagliata, per l’assassina, per la putt..
E
le sembrò, incongruamente, di essere in uno di quei cartoni animati di Tom e
Jerry quando Tom ha quelle conversazioni del tipo “un angelo sulla mia spalla
destra, un diavolo sulla sinistra”.
Ti sta chiedendo di aiutarlo, asseriva l’Angelo.
No, mi sta chiedendo di rischiare la
pelle. Il Diavoletto era più
brutale.
E cosa c’è di differente dalle altre
volte?
Cosa c’è di differente? Cosa c’è di
DIFFERENTE?!
Si. L’altra Voce insisteva, pacata. Per
salvarlo sei fuggita dalla prigione. Hai aiutato B nella lotta contro il First.
Hai combattuto contro la Bestia E contro Angelus. Hai messo in gioco la tua
pelle per motivi anche più futili. Quinndi,
mi domando, cosa c’è di diverso questa volta?
NIENTE. Oh, guarda, il Diavoletto è sulla difensiva.
Bugiarda. Se ci fosse B in quel letto
probabilmente ti saresti già aperta una vena. Ed anche per gli altri amici di
Angel.
La cosa DIFFERENTE è per CHI te lo ha
chiesto.
Per una vampira.
Che non conosci.
Che non è Darla o Drusilla.
Perché, diciamocelo francamente,
saresti stata più comprensiva se si fosse trattato di quelle due, giusto? Grande amore,
Grande ossessione, Grande follia….ma la cosa che ti BRUCIA, Faithy è che lui ti
sta pregando. PER UNA SCONOSCIUTA.
Sei gelosa. L’Angelo aveva assunto i toni da Voce del Giudizio.
Stronzate. Non è vero. Il Diavoletto si era fatto piccolo piccolo.
Oh si che lo è. La Voce era più insinuante ora. Sei
gelosa, FURIOSA che questa donna sia così importante per Angel da farti
trasportare come un sacco postale da Boston a Los Angeles.
Ok, sono meschina e gelosa. Ma rimane
il fatto che io non le devo nulla.
La
Voce dell’Angelo tacque.
Poi….
Ma conosci Angel. Lo faresti per lui.
Non vuoi farlo per lui Faith?
Non vuoi?
Non VUOI?
-----------------------
Entro.
Non entro.
Se entro, Flagello mi polverizza.
Se NON entro e qualcosa va storto………
Le
lunghe falcate nervose non riuscivano a calmare la sua preoccupazione.
Non
che fosse PREOCCUPATO per Angel, stiamo SCHERZANDO,
io preoccuparmi per lui, per quello stupido Sire dagli stupidi ideali, dagli
stupidi capelli, dallo stupido…..
Ma
a chi voglio darla a bere.
Spike
sospirò frustrato, dilaniato fra l’impulso di entrare e quello di obbedire alla richiesta inespressa
di Angel.
Sono un tenero, morbido cucciolotto di
vampiro.
Mi preoccupo per tutti.
Per V.
Per Angel.
E, accidenti a questa stupida anima,
anche per Fred e gli altri.
Cristo,un espressione di comico sgomento sul volto mentre si
impietriva, sono un tipo SENSIBILE come
predicano le riviste che legge quell’oca di Harmony!
Ok,
era ufficialmente preoccupato.
SOPRATTUTTO
per Angel.
Il
suo Sire era stato sempre un tipo complicato in tutte e tre le versioni,
puttaniere, Biggest Baddest o Grande Babbo Natale con Zanna.
Persino
lui, William non era mai riuscito a scorgerne che brevi lampi.
Bagliori
oscuri o scintille fiammeggianti.
Angel
era……com’era quella frase che aveva
letto recentemente in un libro rubato dalla biblioteca del suo Sire?
Ah,
si.
Angel
era Fuoco Nero.
Una definizione fottutamente perfetta, pensò con una smorfia, riprendendo a camminare
avanti ed indietro come una tigre in gabbia.
In
quel momento, nonostante la pesante porta di mogano chiusa, sentì chiaramente
le parole di Angel.
E
rischiò di slogarsi la mascella per la sorpresa.
In
duecento e passa anni non aveva mai sentito Angel pregare qualcuno.
Angelus
pretendeva per sé.
Angel,
bè lui pretendeva . Però per gli altri.
Ma
questo, QUESTO era qualcosa di inaudito.
Il
suo Sire stava SUPPLICANDO.
E
trattenne il fiato, di cui non aveva bisogno, consapevole che si era arrivati
al punto di non-ritorno.
Prego Iddio che la Cacciatrice faccia
la scelta giusta.
Perché, anima o no, non so se sarò in
grado di fermarmi STAVOLTA.
----------------
E
così QUESTO era Angel.
Se
lo era immaginato più alto.
E
più muscoloso.
E
più bello.
E
più……….
Robin
Wood lo squadrò freddamente. Il vampiro aveva un’aria piuttosto dimessa.
Tuto
il contrario di quell’ALTRO, considerò, per poi scacciare subito il ricordo
indigesto.
La
testa gli faceva un male d’inferno ma il colpo non era stato COSI’ forte da
impedirgli si seguire il breve scambio fra Faith e il vampiro bruno.
E
non era neppure così confuso da non avvertire la tensione che aleggiava fra le
due figure.
Simile
alla corrente elettrica a basso voltaggio.
Tanto
forte quanto invisibile.
Peggio
di quanto si aspettava, cazzo.
Perché,
e gli costava ammetterlo, il rapporto Faith-Angel era diventato il centro di
un’insana, inesplicabile, assurda gelosia.
Immotivata,
era OVVIO.
Forse.
Nei
mesi successivi alla Distruzione di Sunnydale lui e Faith avevano faticosamente
cementato la loro storia.
Non
era stato facile, per Dio, proprio
no.
Lentamente,
quasi timidamente, avevano cominciato a lasciarsi andare.
Lui
che ancora combatteva ogni giorno con il ricordo di sua madre. E con le parole
del First.
Lei
con i demoni del suo passato.
E
nessuna ricompensa era stata più bella per lui di quella dell’iniziare a
scorgere la VERA Faith.
Quella
nascosta sotto attillati e provocanti pantaloni di pelle, un linguaggio
sboccato ed un trucco pesante.
I
frenetici accoppiamenti che seguivano le
loro ronde avevavo ceduto al passo a rapporti più intensi.
Meno
“scopare” e più…… bè la Parola di cinque lettere ancora non era stata
pronunciata ma Wood sentiva di esserci vicino.
MOLTO
vicino.
In
fin dei conti Faith non aveva avuto nessuno di IMPORTANTE, di speciale prima di
lui.
C’era
un’unica ombra fra loro, a parere di Robin.
Un’unico
argomento di cui Faith non parlava.
MAI.
E
l’ARGOMENTO ora era davanti a lui, in un completo scuro da 2000 dollari simile
ad un impresario delle pompe funebri, con uno sguardo da cane bastonato.
Hai fatto un GROSSO passo falso, amico, sogghignò internamente con una selvaggia, maschia
soddisfazione.
Conoscendo
bene il carattere della Cacciatrice bruna sapeva, SAPEVA che Faith non dava mai
una seconda chance a chi la deludeva.
In
particolare se era una persona a cui teneva.
E
se questa patetica scusa di vampiro voleva giocare duro con lei, con LORO,
sarebbe diventato STORIA.
Quasi
lo sperava.
Con
espressione impassibile si voltò verso la sua compagna.
E
si irrigidì.
Lei
non lo aveva mandato al diavolo.
LEI
non li avevo riso in faccia con quella risata sarcastica ed insultante che,
durante i loro frequenti litigi, gli faceva quasi perdere il lume della ragione
e desiderare di urlarle cose cattive, DAVVERO cattive o scrollarla o …..
LEI
CI STAVA PENSANDO.
Una
furia fredda, come QUELLA sera, si impadronì di lui.
Questa volta NO, amico.
-----------------
-Faith
non ti aiuterà, vampiro.- A parlare, realizzò Fred, era stato l’uomo di colore
ed il disprezzo con cui aveva calcato l’ultima parola era stato raggelante. –
La mia donna,- enfasi sulla parola MIA-, non può sprecarsi per una qualsiasi
succhiasangue. E non ti permetterò di far leva sui suoi sensi di colpa per
ottenere quello che ti serve. Ti sei rivelato per quello che sei. Un freddo,
egocentrico, bastardo, ANIMALE.-
Fratello, porterò dei fiori sulla tua
tomba, riflettè Gunn, una rabbia
improvvisa nel cuore.
O forse ci ballerò sopra.
Cosa
cazzo sapeva di quello che stava passando Angel?
Con
che diritto si permetteva di usare quel tono?
Forse con lo STESSO diritto con cui tu,
Wes e Fred avevte deciso di fare gli Ammutinati del Bounty?
Oh, merda.
Angel
ignorò le parole taglienti. La sua attenzione era concentrata su Faith.
Lentamente
lei sollevò lo sguardo e lo incatenò a quello del vampiro.
-Mi
fidavo di te.- Piatta. Senza emozione.
Ed
appoggio la mano sulla spalla di Wood.
Angel
fece un profondo e non necessario sospiro.- Fred, allerta i medici. Che si
tengano pronti nel caso di complicazioni dopo che avranno scortato Faith nel
laboratorio.- E si voltò per uscire.
-No.-
Il
vampiro si fermò. E scandì con pericolosa lentezza le parole, sempre senza
voltarsi.- Che vuol dire “no” Wes?-
L’ex-osservatore
fece un passo avanti, ed istintivamente Gunn e Fred lo imitarono. – Angel
capisco la tua premura. Ma in questo caso i tuoi sentimenti stanno
sopraffacendo la tua lucidità e la tua capacità di giudizio. Tutti noi abbiamo
perso qualcuno che ci era caro.- L’inglese scelse di ignorare l’improvviso
irrigidirsi della postura dell’altro.- Ma quello che stai facendo è SBAGLIATO.
Anteporre il benessere di V a quello di Faith è ingiusto. Ed io-,si corresse, -
NOI non ti possiamo permettere di compiere un’azione che rimpiangeresti. Non
sei stato SCELTO per questo.-
-VOI
non potete permettermi, Wes?- Lo sguardo imperscrutabile si spostò sulla
scienziata. –Quoque tu, Fred?- sibilò
e la ragazza avvampò sotto quegli occhi così freddi.
-Gunn?-
Sempre con quella calma innaturale nella voce.
–Per
me stai facendo una cazzata, fratello.- Con più sicurezza di quanta ne provava
effettivamente.
-Vuol
dire che farò da solo, allora-, concluse Angel. –Mr Martin la porti giù. Il
Signor Preside rimane qui.-
Il
capo del commando si schiarì
nervosamente la voce. –Mi dispiace Sir, ma
la nostra unità ha ricevuto ordini differenti.-
-Da
chi?-
-Da
me.-, disse Wes. – Con l’approvazione di Senior Partners.-
-Capisco.-
La parola risuonò come piombo.
Così FREDDO, così IMMOTO…., Fred non riusciva a rilassarsi.
-A
quanto pare Angel sei rimasto fregato.- Faith si rilassò visibilmente quando, ad
un cenno di Wesley, gli uomini della sicurezza allontanarono le armi da lei e
tolsero le manette a Robin.
Ma
il dolore per quello che riteneva un tradimento
da parte di una delle poche persone di cui si fidava la rendeva furiosa
Cattiva.
-Non
te la prendere troppo, Ragazzone. Ne troverai un’altra. Probabilmente è la cosa
migliore per lei. Chissà, tra qualche mese l’avresti sacrificata per un altro “caso non-umano”.-
Voleva
il sangue.
La
furia, il dolore.
Voleva
che soffrisse.
Buffy.
Darla.
Cordelia.
Connor.
Perché non riusciva più a sentire il
dolore?
Nel
silenzio seguito alle parole di Faith, i presenti si tesero improvvisamente.
In
attesa della reazione di Angel.
E
lui li accontentò.
Facendo
l’ultima cosa che si sarebbero aspettati.
Angel
sollevò la testa e SORRISE.
Capitolo
6 prima parte continua (?)
Nota dell’Autrice: questa storia è in hiatus ma credo che la finirò.
Prima o poi. Abbiate fede, Gente.