CONVERSATIONS WITH DEAD PEOPLE

 

 

 

AUTHOR:Carmilla.
SUMMARY: Era l’incubo di ogni fashion maker…ed era davvero un perdente.
RATING: PG-13
TIMELINE:  Gapfiller fra ATS episodi 1x09 e 1x10
PAIRINGS: Nessuno
SPOILERS: un po’ di tutto, qua e là. In particolare su Hero 1x09

DISCLAIMER: Appartiene tutto a Joss Whedon, alla Mutant Enemy, alla Fox.
Non scrivo a scopo di lucro e non intendo violare alcun copyright

 

 

 

 

 

A Margotj.

Che gioca con le parole come una bimba con le biglie di vetro.

 

-Sei sicura di non volere che ti riaccompagni  a casa?-

La ragazza scosse la testa. Tutti i sui gesti erano rallentati, quasi affaticati come se la sua personale carica interna, quella carica che Angel trovava così contagiosa si fossero esaurite.

Risucchiate.

-Grazie ma non è necessario, Angel. A domani.-

Il clic della porta risuonò nel silenzio dell’ufficio.

Lasciandolo solo con  un nuovo peso sull’anima.

E il soffice rumore in sottofondo del televisore ancora acceso con l’immagine di Doyle in fermo-immagine.

 

Angel spense la luce.

 

 

 

Cordelia aprì la porta dell’appartamento e vi si trascinò dentro, troppo stanca per solo PENSARE di richiuderla.

Come un automa asciò cadere la borsetta su una sedia e rimase per un attimo immobile senza neppure ricordare.

 

Ah si, la giacca.

Lentamente, come una bambina alle prese con un compito troppo difficile per lei, iniziò a slacciare il primo bottone.

 

Il secondo.

 

Improvvisamente il semplice gesto di  spogliarsi divenne troppo complicato. E  Cordelia rimase nel centro del soggiorno, come una ballerina-carillon  alla quale è finita la carica, una mano sull’asola, l’altra  che le penzolava come un peso morto lungo il fianco.

Un soffio d’aria gentile vicino al collo e la porta dell’appartamento si chiuse dolcemente, si accese la luce del piccolo abatjour vicino al divano e lei era tanto, TANTO stanca…….

 

-Grazie Dennis.- La confortevole presenza dell’entità si manifestò nuovamente simile al tocco lieve di una farfalla.

Un lieve bagliore dalla camera da letto ed il suo accappatoio preferito le venne depositato davanti.

 

Un non troppo velato suggerimento.

 

-No Dennis, sono distrutta, non penso di avere la forza di…-

Il rumore del rubinetto che ruotava seguito da quello di acqua che scorreva.

, sorprendentemente quella sera Dennis aveva deciso di esercitare una maggiore autorità sulla solitamente imperiosa Cordelia Chase.

 

O sull’ombra della Queen C. che in questo momento era.

-Dennis..- Non aveva neanche la forza di parlare, tantomento di discutere.

 

In bagno appese l’accappatoio accanto alla vasca da bagno. Le candele, (Principessa, la prossima volta che decidi di accendere insieme forno, asciugacapelli, radio E lavatrice, procurati una scorta di queste o una torcia elettrica!) proiettavano ombre strane, irreali sulle pareti piastrellate, sugli oggetti, sul suo volto senza espressione e senza età.

 

Come quello di una sirena.

 

La piacevole sensazione sulla sua pelle ritornò.

E con una sorta di affascinato stupore si osservò nello specchio mentre lentamente mani invisibili con insospettata tenerezza le slacciavano la camicetta e la gonna.

Cordelia non reagì neppure quando le bretelle del reggiseno le scivolarono delicatamente dalle spalle.

 

Il vapore proveniente dalla vasca aveva appannato lo specchio e chiamava la ragazza con voce insinuante, promettendo calore e oblio.

-Continua….-

Gli slip raggiunsero il resto della biancheria sul pavimento.

Improvvisamente il peso che le gravava sul collo scomparve.

Il fantasma le aveva sollevata la massa di capelli scuri appuntandola sulla nuca. (Principessa li dovresti portare più spesso legati. Ti danno un tono..REGALE!- Oh davvero, Doyle? Vuoi dire che con i capelli sciolti sembro più volgare?- No! Non intendevo, cioè volevo dire che sono belli sciolti, ma anche legati e..e… comunque…Angel, amico,  dove hai messo quell’ascia?). Con gesti lenti Cordelia si immerse nell’acqua. La sensazione fu per un breve istante spiacevole, quasi dolorosa, ma immediatamente si tramutò in un calore benefico che sembrò penetrare la pelle ed arrivare fino alle sue ossa.

 

Peccato che non riuscisse a sciogliere anche  il gelo della sua anima.

 

Il tocco della spugna della schiena non giunse inatteso. Chinandosi in avanti raccolse le gambe al petto e appoggiò il volto sulle ginocchia nella posizione preferita di quando era bambina, nelle rare, rarissime occasioni in cui la piccola principessina Chase scopriva che non TUTTO era a sua completa disposizione.

 

-Era l’incubo di ogni fashion-maker.-

I movimenti si interruppero. E poi ripresero più lenti.

Era DAVVERO un perdente. Con le sue camicie di poliestere e quelle giacche che lo facevano sembrare uno spaventapasseri irlandese. E poi beveva. E quell’appartamento? Ma dico, lo hai mai visto, Dennis? Giusto, tu non lo hai visto, ma ti assicuro che gli scarafaggi si accalcavano per USCIRNE.- La spugna ritmicamente  raggiungeva le spalle e poi lasciava cadere dei rivoletti lungo la schiena della ragazza.- Lo so che ti era simpatico ma ti assicuro che mi faceva impazzire. Lui e le sue visioni. E vogliamo parlare dell’ex moglie che aveva accuratamente EVITATO di menzionare? Pfui e pensare che quando ho scoperto che era lui il demone che avevo picchiato durante quella parodia di addio al celibato mi ero sentita vagamente in colpa. Si meritava altro che un vassoio in testa e qualche calcetto. Bugiardo e……e….irlandese e…bugiardo e…..oddio gentile, coraggioso e buono e altruista e testone e……e…..-

 

Le lacrime scorrevano ora liberamente.

 

La spugna galleggiava nell’acqua.

-Avrei voluto avere più tempo, Dennis. Non so se sarebbe andata ma…-, sollevò di scatto la testa, li occhi scuri immensi nel volto pallido.

-Era un uomo buono, Dennis. Forse non un buon’uomo ma un uomo BUONO. Ed io sono orgogliosa di averlo conosciuto. Avrei voluto dirglielo. Avrei DOVUTO dirglielo.-

 

Un brivido.

-Dennis, ti ringrazio moltissimo per quello che hai fatto stasera. Sei stato un vero amico. Ma ora vorrei stare un po’ da sola. Mi capisci?- La nota implorante nella voce di Cordelia ricevette subito come risposta un tocco rassicurante sulla guancia. Un ricciolo ribelle venne rimesso al suo posto dietro l’orecchio.

 

-Grazie Dennis.-

La porta del bagno si aprì e si richiuse dolcemente, lasciandola sola.

 

Ma il peggio era passato.

 

Ce l’avrebbe fatta.

Per lui.

 

 

In cucina  la luce si accese e si aprì il frigorifero.

Due bottiglie di birra veleggiarono verso il tavolo.

 

Pop.

 

Pop.

Dopo qualche istante….

-Ti ringrazio Dennis.- la voce maschile aveva una morbida cadenza irlandese. –Io e Principessa …lo sai. Era una cosa di cui avevamo bisogno entrambi. Sei stato gentile a lasciarci soli per un po’.-

In silenzio le due bottiglie vennero svuotate e gettate nella spazzatura. – amico…ora devo andare. E Dennis….proteggila anche per me.-

 

Fine