ERASE OR REWIND

 

AUTHOR:Carmilla.
SUMMARY: Talvolta il Diavolo, è Gentiluomo.
RATING: R.
TIMELINE:  Pre series.
PAIRINGS: Sindaco Manners/OFC
SPOILERS: un po’ di tutto, qua e là

DISCLAIMER: Appartiene tutto a Joss Whedon, alla Mutant Enemy, alla Fox.
Non scrivo a scopo di lucro e non intendo violare alcun copyright
FEEDBACK: Ceeerto che si!! Tanti, buoni, brutti, cattivi, perfidi..insomma  “In bene o in male purchè se ne parli!”

 

 

 

Cosa ha chiesto: Il Sindaco. POV. Come tutto è iniziato.

Per Bob: Perché sono orgogliosa di chiamarlo amico. E perché i suoi commenti valgono più di tutte le mie storie.

 

 

Il click della porta, ovattato come erano tutti i rumori in quella stanza, lo lasciò con il quieto ronzio dell’aria condizionata.

E con i suoi pensieri.

 

Improvvisamente l’idea di essere solo gli parve sbagliata.

Stava per ottenere qullo per cui aveva lottato da una vita.

Più di UNA, per la precisione.

Doveva richiamare i suoi collaboratori?

Ridefinire con loro i dettagli della Cerimonia?

Sgozzarne qualcuno per alleviare il suo mal di testa?

 

Ah decisioni, decisioni….

 

La spia rossa della videocamera, simile ad un’occhio maligno, lo colse quasi di sorpresa.

 

Giusto.

 

Si appoggiò con noncuranza alla scrivania, giocherellando distrattamente con il pacchettino.

Non si è mai troppo ricchi, troppo magri o troppo malvagi, diceva il proverbio.

E neppure TROPPO prudenti.

 

Premette play sul telecomando e, con il suo miglior sorriso, incominciò a parlare.

 

 

Il primo passo: La strada per l’Inferno è lastricata di buone intenzioni.

 

Gerusalem’s Lot 1771

 

-RICHARD EBEZENER WILKINS VIENI SUBITO QUI!-

-Oh, oh, Dicky, qualcuno è nei guai.-, canterellò maliziosamente il ragazzo pallido, le lunghe gambe che penzolavano dai rami dell’albero, il mento ancora sporco di succo e polpa.

-Shhhhhhh, David. Se la Vedova Potter ci scopre questa volta e lo dice al Reverendo Patridge non potremo sederci per un mese!-, esclamò l’altro, iniziando cautamente una lenta discesa.

-Fifone!-, lo schernì l’amico.- Hai quattordici anni non quattro. Pà dice che il Reverendo è buono solo ad usare il bastone con noi ragazzi ma che davanti ad un vero uomo correrebbe con un coniglio per nascondersi sotto le gonne della Vedova Potter.-

-David!!-, Richard era scioccato.- Quello che hai detto è sacrilego.-

-Ma VERO.- Nel frattempo i richiami si erano fatti più forti.

-Devo andare.- Richard strusciò i piedi, imbarazzato, diviso fra l’ammirazione per il suo amico così coraggioso ed il timore di essere punito.

La mano del Reverendo era VERAMENTE pesante.

Con uno sbuffo David risolse il dilemma per lui.- Va pure.-, roteò gli occhi.- Non sia mai che il figlio del Venerando Wilkins sia colto a fare qualcosa di meno che perfetto.-

Richard sentì una fitta di improvvisa rabbia, no FURIA. Come si permetteva David Gilmartin, il figlio di un mercante di criticare LUI?

Non sapeva com’era duro essere figlio di una Leggenda?

Di uno dei Fondatori della Città?

No, certo che non lo sapeva. Perché nessuno, NESSUNO  poteva immaginare qual’era la vita di Richard all’interno della solida e cupa casa in cima alla collina.

Dei silenzi.

Del freddo….

I suoi pensieri vennero interrotti da una mano sulla spalla. David lo stavo osservando con una certa preoccupazione.- Tutto bene?-

-Si.-, rispose impazientemente, scuotendo lievemente la testa. – Ci vediamo più tardi.-

L’amico lo guardò con espressione sorniona.- Io lo so perché hai tanta fretta di ritornare a casa STASERA, Dicky.-, ammiccò allusivamente.

Il rossore lo tradì.

David rise senza malizia. – Hai ancora una cotta per mia sorella da quanto? Tre, quattro anni? La segui sempre con quegli occhi da cane bastonato ed ora che è a servizio da te….-

-MaryElisabeth è una brava ragazza. E da quando c’è lei la casa sembra più accogliente. Come quando era viva mia madre. Lei è gentile con me, Davy. Mi tratta..mi tratta come se…- Le parole gli morirono in gola.

-Tu SEI uno di famiglia.- David gli arruffò i capelli. - E se mia sorella non avesse 17 anni sarei stato felice di vedervi insieme. Ma lei è vecchia per te Dicky, quindi smettila di sbavarle dietro come il cane del Signor Porrige e trovati una ragazza  della tua età. Mabel Jenkins ti guardava domenica in Chiesa.-

-Bleah. Ha i capelli rossi. E ridacchia, David. Non ho mai sentito tua sorella ridacchiare.-

-Grazie al Cielo. Ora va.- Una lieve spinta.- Ci vedremo domani a scuola.-

 

Richard salutò l’amico e si avviò lietamente, per questa volta, verso casa.

 

MaryElisabeth gli aveva promesso zuppa e pasticcio di rognone.

E torta di mele.

 

 

Tre settimane dopo MaryElisabeth Gilmartin morì, bruciata viva sul rogo.

 

 

Il secondo passo: Il Diavolo non esiste. Esiste solo Dio, quando è molto ubriaco.

 

 

-Perché non hai fatto nulla?- La voce di David era irriconoscibile come il suo sguardo.

Spento.

 

-Avresti potuto testimoniare in suo favore. Dire che mia sorella non era una strega. Che era una brava persona. Che era tua amica!!!-

Anche la sua, di voce, era  irroconoscibile.

Calma.

-Non sarebbe servito a nulla David. C’erano le prove. Gli oggetti. Le candele.-

 

E soprattutto la parola di Mio Padre.

 

-Non importa, Richard. Avresti potuto parlare egualmente. Difenderla. Ma non hai avuto il coraggio.- Il disprezzo, il dolore erano corrosivi come acido.

Per un breve istante un fuoco omicida balenò negli occhi del suo antico amico e compagno di giochi, tanto che Richard ebbe paura.

Ma fu solo un breve istante, rimpiazzato da una stanca amarezza. –Io, Pà e Ma partiamo stasera. Nessuno compra più  nulla da mio padre e le donne del villaggio non rivolgono più la parola a mia madre.-

David si erse in tutta la sua statura e fissò l’altro ragazzo.

-Io non so cosa è accaduto, Richard. Ma so che è colpa della tua famiglia. E sarete maledetti per questo.-

Le parole risuonarono per molto tempo nella mente di Richard.

 

Maledetti.

 

Maledetti.

 

La risata  proruppe improvvisa, gelida.

 

David non aveva saputo.

Ma Richard sì, quando aveva sentito le urla e intontito dal sonno e da un pasto abbondante era sceso al piano inferiore nello studio di suo padre sempre ermeticamente chiuso, solo che in quell’occasione una lieve fessura faceva trasparire una lama di luce e le urla allora si erano trasformate in mugolii simili a quelli del cane che una volta lui e David avevano trovato semi dissanguato in una trappola per conigli e David aveva stretto gli occhi e lo aveva colpito con un bastone una, due volte per farlo smettere di soffrire, ma in questo caso i mugolii non erano cessati e Richard aveva aperto lentamente la porta e MaryElisabeth era lì e c’era qualcosa dietro di lei, su di lei, e la Cosa aveva parlato con la Voce di suo Padre ordinandogli di tornare a letto, che era solo un brutto sogno, ma MaryElisabeth lo aveva guardato, supplicato di aiutarla, ma lui non poteva fare nulla, non lo capiva? Perché la Cosa, la Bestia, era forte, era spietata e brutte cose sarebbe accadute se lui avesse tentato di osteggiarla.

Come era accaduto in passato.

Quando Richard non aveva ancora imparato.

E richiudendo la porta, lentamente non potè fare a meno di notare le candele nere e qualcosa di nero, di vivo, che si agitava sulla scrivania.

Prima di correre fuori a vomitare.

 

Clic.

 

-Il giovane Gilmartin è andato via?- L’anello d’oro del padre intercettò un raggio di sole e balenò, accecando Richard per un’attimo.

-Si, Padre.-

-Sono molto compiaciuto, Richard. Ti sei comportato con giudizio durante questa…spiacevole vicenda. Ho pertanto deciso che è ora che la tua educazione venga, come dire, ampliata.-

-La Cosa-Padre gli pose una mano sulla spalla e Richard pensò che questo era il primo grosso errore che aveva fatto perché suo padre, il suo VERO padre non l’avrebbe mai fatto.

 

Non lo toccava MAI.

Poi però la Cosa-Padre lo strinse a sé e Richard senti distintamente il battito del cuore sotto il farsetto e l’odore inconfondibile di sapone e tabacco e comprese la terribile verità.

 

Questa Cosa E’ mio padre.

 

E con la verità giunse una sconvolgente chiarezza.

-Come desideri, Padre.-, rispose con deferenza. Non verso di lui ma verso il potere e la conoscenza che albergavano in quel corpo ancora umano, nonostante tutto.

Un corpo fragile  e le scale della cantina così ripide….

 

Richard Ebezener Wilkins III sollevò la testa e sorrise.

 

 

Il terzo passo. Talvolta / il Diavolo è un gentiluomo.

 

Akron, Ohio  1806

 

-Sono rimasta a dir poco stupita nel conoscerla, Conestabile Wilkins. La immaginavo più maturo.- Le pupille piccole e scintillanti ed il naso a becco richiamavano quelli di un corvo.

 

Una donna intelligente.

Un problema.

 

-Sono lusingato che lei abbia solo sentito parlare della mia umile persona Lady Windham-Pryce. Londra deve essere a corto di argomenti se il mio noioso lavoro è stato oggetto di menzione presso sua Maestà.- Richard sorrise sorseggiando lo squisito tè che Butler aveva servito pochi istanti prima impeccabilmente.

Un maggiordomo impagabile  per i suoi servizi.

-Sciocchezze.- Lady Victoria Windham-Pryce liquidò le parole con un brusco gesto della mano.- In pochi anni lei ha trasformato questa città di  avventurieri, ladri e senzadio in un vero paradiso. Sua Maestà è felice, il Governatore è felice, e la nobiltà londinese è  stupidamente felice di investire ad occhi chiusi in questo piccolo Eden che ha creato. Io sono una donna pratica Conestabile, e prima di fare affari voglio valutare di persona la MERCE-

-Troppo giusto, Lady Victoria, troppo giusto. Se mi permette le vorrei allora illustrare i vantaggi dell’acquisto di terreni…-

-Nonna!- Un fruscio di pizzo bianco, due occhi scuri e MaryElisabeth era davanti a lui.

La tazza di tè dell’uomo tintinnò leggermente.

L’anziana gentildonna emise uno sbuffo indispettito, ma il suo sguardo si addolcì sotto l’amorevole assalto della giovane.- Conestabile deve scusare mia nipote Anne. Il Nuovo Mondo non ha fatto che peggiorare le sue maniere. Le presento Lady Anne Windham-Pryce. Anne, questo è il Conestabile Wilkins, l’uomo-chiave di questa deliziosa cittadina.-

-Incantato, Lady Windham-Pryce.- Inchiandosi per baciare la mano guantata della ragazza colse con la coda dell’occhio il cenno di Butler. Scusandosi con le due donne uscì dal soggiorno e si diresse in cucina.

Butler era accanto al fuoco mentre Miss Robertson, la cuoca , e due sguattere stavano  spennando i polli per la cena.

-La ragazza.- La voce di Butler era differente ora, più sibilante e l’ombra riflessa dalle fiamme del camino era sbagliata.

-Una incantevole giovane donna, Butler, ma non credo che sia questo che ha attratto la tua attenzione.-

-Potrebbe diventare un problema. C’è potere  in lei. Ancora assopito ma forte. E’ una minaccia per la mia stirpe.Una minaccia per te, Umano.-

Richard schioccò le labbra, rattristato.- Un peccato, Butler. Un vero peccato.- La mannaia calò decisa sul collo del pollo ed alcuni schizzi di sangue raggiunsero la guancia dell’uomo. Ora la cuoca e le sguattere avevano sollevato la testa ed i loro occhi ….

-Cosa dobbiamo fare?-

Richard passò distrattamente il dito sulla lama insanguinata e si portò alle labbra il dito macchiato del liquido rosso.

-Sfortunantamente la delinquenza è in aumento, Butler. E, nonostante i miei ripetuti sforzi, è stato con vero dispiacere non essere riusciti a trattenere per cena Lady Victoria e la sua giovane nipote. Due donne, sole, di notte, in carrozza con  un solo cocchiere….una vera imprudenza.- Scuotendo la testa si avviò per uscire.

Ora TUTTE le ombre erano sbagliate.

- Butler? Un’ultima cosa.- Un grugnito inumano.

 

-Il tè era ottimo.-

 

 

 

Il quarto passo. I deboli non si piegano mai quando dovrebbero.

 

Derry, Maine 1928.

 

-Cecily devi essere ragionevole.-

-Ragionevole, Richard?- Una risata nervosa ed il tintinnio del bicchiere colmo di liquido incolore.

Non acqua.

-Su cosa? Sui tuoi affari? Su quegli incontri nel cuore della notte quando nessuna macchina arriva o riparte e sento voci, che non dovrebbero esserci nel soggiorno? O sul fatto che ti ho conosciuto quando avevo 17 anni ed ora ne ho 36 e tu non sei invecchiato di un solo FOTTUTO giorno? Su cosa devo essere ragionevole, Richard?-

-Sono stato chiaro con te quando ti ho conosciuta Cecily. Quella baracca dove vivevi e i topi… In cambio della mia protezione ti ho chiesto assoluta discrezione. E mi aspetto che tu mantenga la tua parte di accordo.-

-E se non ci riuscissi Richard? Cosa faresti? Scomparirei convenientemente come i tuoi avversari politici o i tuoi rivali in affari o chiunque si metta sulla tua strada?- Gli occhi brillanti ed il respiro affannoso e Richard ricordò improvvisamente quanto era stata bella. –Cecily! Mi ferisci. Che tipo d’uomo credi che io sia?-

-Tu non sei un uomo, Richard.- Una semplice constatazione.- Ed io sono stanca di fingere.- Improvvisamente lo prese per un braccio. – Potremmo andarcene. Ricominciare da capo. Insieme. Questo posto non è sano. C’è qualcosa che gode nel far del male alla gente. I bambini scomparsi, Richard. Tutti quei bambini….-

-Cara.- Le accarezzò i morbidi capelli scuri, riccioli ribelli alla moda che li voleva lisci.- Sei solo stanca. Domani chiamerò il Dott. Wiseman e ti farò prescrivere un tonico. Nel frattempo ti prometto che impegnerò tutte le mie risorse per trovare quei bambini, d’accordo?-

Lo fissò con lo sguardo già annebbiato dall’alcool e dal sonnifero.- Ti amo Richard.-

-Lo so, Cecily. Lo so.- Quando il respiro si fece più profondo e regolare, l’uomo tirò delicatamente le pesanti tende scure e spense l’abatjour accanto al letto.

Nello studio si versò una dose generosa di brandy e rimase a fissare il pesante specchio in bronzo che stupiva ed inquietava un po’ chiunque fosse ammesso nel sancta sactorum di Richard Wilkins III.

 

Una risatina improvvisa proveniente dall’angolo più buio della stanza ed un fruscio simile al rumore di foglie secche.

Simile.

 

E due palloncini colorati che ondeggiavano sul soffitto.

-Mr. Pennywise sono piuttosto contrariato con lei. Discrezione è il mio motto e lei è TUTTO fuorchè discreto nelle sue scelte.-

Un suono alto, doloroso come unghie che graffiano sulla lavagna.-Capisco. E’ sopravvivenza. Ma la avviso che alcuni abitanti stanno incominciando a fare domande. E potrebbero decidere di compiere alcuni atti imprudenti. Ad ogni modo il nostro patto è sempre valido ed io sono famoso per ONORARE i patti. Ho promesso che avrei trovato questi bambini.- Richard si voltò verso la figura del clown seduta scompostamente in mezzo a centinaia di barchette di carta.

 

 –Ovviamente li ho trovati. Si sono rifugiati in una delle caverne vicino alla foresta. Sono sicuro che lei sarà capace di OCCUPARSI di loro, Mr Pennywise.-

I palloncini ora riempivano il soffitto.

-Vedo che ci siamo intesi. Le chiedo quindi un piccolo favore. Non è il suo solito genere ma confido nella sua buona volontà. E’ al piano di sopra. Faccia con calma. E’ una splendida notte per fare una passeggiata.-

Quando fu uscito dallo studio i palloncini scoppiarono tutti e sangue nero e vischioso scivolò lungo le pareti.

 

 

 

Click.

Il nastro era terminato e lui non era arrivato ancora alla parte più importante. Con un sospiro di rammarico premette erase, poi  rewind  e si riposizionò accanto alla scrivania.

 

Attenersi all’essenziale.

 

-Ciao Faith. Se vedi questa cassetta vuol dire che sono morto…..-

 

 

 

Fine.

 

Nota dell’Autrice: Questo scritto non è a scopo di lucro e non intendo infrangere alcun copyright. Pennywise il Clown (a.k.a. IT) e Derry appartengono a S. King. Il Sindaco Wilkins alla ME (Mutant Enemy) e a Dio-Joss  non a ME. Alcune date potrebbero non rispettare l’accuratezza della Storia Americana.

E’ AU, Ragazzi.

Prendetelo come atto di fede.