MASQUERADE

 

 

 

AUTHOR:Carmilla
SUMMARY: le cose non sono mai bianche o nere. Questa è la mia personale sfumatura di grigio
RATING: NC-17  per descrizioni esplicite di sesso
TIMELINE: 6 stagione   prima di OMWF.
PAIRINGS: X/A W/T B/A (accenni)  più altre coppie che non intendo ancora svelare
SPOILERS: un po’ di tutto, qua e là

DISCLAIMER: Appartiene tutto a Joss Whedon, alla Mutant Enemy, alla Fox.
Non scrivo a scopo di lucro e non intendo violare alcun copyright

NOTA: E’ la mia prima fic. Anzi in assoluto è la prima cosa che scrivo che non siano temi e riassunti scolastici. Per me comunicare  con la scrittura è una fatica improba: credetemi rispondere ai bigliettini di Natale è una impresa erculea per non parlare delle lettere….preferirei essere torturata dal First. Ma dovevo esorcizzare qualcosa e quindi….eccomi qui.
FEEDBACK: Picchiate duro con i commenti, lo preferisco. Risparmierete a voi la noia di leggere qualcosa di brutto e a me …di scrivere eheheh.  Gradito il feedback a carmillaprima@yahoo.it

 

Dedicato a quelli che combattono ogni giorno il “loro” demone senza superpoteri.

Ad un buon amico che mi ha lasciato

A chi sogna a colori come me.

 

PROLOGO

 

Stairway to He-aven.

 

-Il solito- .

Il barista grugnì e tirò fuori la “sua” bottiglia di Hennessey scotch invecchiato di 20 anni. Mentre  lo serviva, pulendogli il bicchiere con uno straccio lurido, che probabilmente risaliva all’epoca della Grande Peste, due giovani demoni Thowrak, già visibilmente alterati, urtarono l’uomo seduto accanto al bancone. Il più piccolo( il più stupido, pensò lui, e quindi il più pericoloso) gli rivolse una rapida occhiata e si girò con aria disgustata verso l’altro.

-Puah! Mi avevano detto che questo posto era il migliore locale della città ma guarda chi fanno entrare-

L’altro demone, un po’ più sobrio o forse più intelligente, ridacchiò nervosamente.

-Andiamo Mertor siamo venuti per lo spettacolo e questo posto, lo sai, è “protetto”. Ora, troviamoci un tav..-

-          Ma Kuff-, si lagnò l’altro,- io NON MI STO DIVERTENDO e poi lui-, e indicò l’uomo malvestito che continuava a fissare impassibile il suo bicchiere, -mi ha urtato e-, concluse minacciosamente, -  -mi deve chiedere scusa.-

Improvvisamente una grossa mano con artigli afferrò il demone alla gola e lo sollevò alcuni centrimetri da terra.

-Oggi sono di buon umore –sibilò minacciosamente il barista,-quindi ti do un semplice avvertimento: non sei nella tua città, hai solo vermi putrescenti nel tuo cervello e credimi, CREDIMI, stai dando fastidio alla persona sbagliata-

-Tu!-rivolto verso l’altro che li guardava terrorizzato-porta il tuo compare fuori da qui prima che decida di aver bisogno di organi Thowrak per preparare i miei speciali Bloody Mary!-.

-Subito, subito- i due sparirono a gran velocità verso l’uscita.

-Cuccioli!- ringhiò il barista- La madre dovrebbe affogarli nel loro sangue alla nascita!-

Whistler annuì distrattamente. Aveva il vago sospetto che Ruber, il barista, intendesse “letteralmente” ciò che aveva appena detto.

All’improvviso le luci si spensero. Fatica inutile, pensò il Cantastorie, la maggior parte dei clienti del locale vedeva meglio al buio, però l’effetto era….suggestivo.

Dall’oscurità emerse una morbida voce maschile

-Gentili clienti anche questa  sera, in esclusiva per lo Stairway to He-aven, ho l’onore di presentarvi l’incomparabile, l’UNICA  Lady V.!-

Un fascio di luce rosso sangue illuminò il palco e la donna seduta su un alto sgabello, vestita di uno scintillante abito  che le drappeggiava morbidamente la figura. Una risata roca, profonda avvolse i clienti mentre lei gettando indietro i lunghi ricci rosso fuoco, intonava le prime note di “The man I love” facendo un cenno elegante con la mano al pianista accanto.

Mentre dalla clientela si innalzava una sorta di sospiro collettivo e la magia della sua voce trasportava i presenti in un altro mondo, Whistler si disse che “unica” era davvero l’aggettivo adatto a lei.  Come ogni dannata sera da tre mesi, cioè da quandol’aveva vista per la prima volta, si chiese che genere di incantesimo, perché di incantesimo doveva trattarsi, attirava verso di lei come falene impazzite tutti, uomini, demoni, vampiri e, maledizione, anche lui. C’era la bellezza certo, c’era la sensualità, dio quella sembrava innata in lei; c’era il mistero che la avvolgeva e non ultima la sua voce ma c’era anche qualcos’altro, qualcosa di…..indefinibile . Immerso nei suoi pensieri non si accorse che lo spettacolo era terminato e quasi sobbalzò nel sentire la “sua” voce apostrofare sarcasticamente il barista.

-Ehi Ruber, sempre a far la parte del cattivo?-

-V-,le rispose grugnendo l’altro,-smettila di provocare se non vuoi che ti dimostri QUANTO posso essere cattivo, ma forse ti piacerebbe eh?-

La ragazza lo guardò irridente .

-Povero Rub, tutto chiacchere ed artigli- Il ghiaccio le indurì il tono-In realtà sappiamo bene  che la vera arpia in casa è tua moglie. Oh dimenticavo, tua moglie è VERAMENTE un’ Arpia no?

-Smettila di tormentarlo- la apostrofò Whistler, mentre il demone ne approfittava per allontanarsi- di solito non sei così..-

-Cattiva? Sincera?- Lo derise lei.

-..disperata- finì lui ,aspettandosi uno schiaffo o un bicchiere in faccia.

Guardando di fronte nello specchio la vide a capo chino, i riccioli a coprirle il volto così pallido da farla passare spesso per un ….Censurò il pensiero. Poi vide una lacrima lucente rigarle la guancia.

-V…dimmi cosa è successo.-

-Ne hanno trovati altri due.-

-Dove?-

Rialzò il capo di scatto.-Nel vicolo, dietro il mio appartamento.-

Whistler non osava chiedere, ma lei lo anticipò- Si. Sono imparentati con la mia famiglia ma…alla lontana.-

-Si sta avvicinando allora-

-Cantastorie, sei un maestro dell’ovvio-,esclamò lei rabbiosa.

-Cerca di calmarti.-

-SONO calma.-

Un gelo mortale s’insinuò dentro di lui nel sentire quel tono così..definitivo. che aveva imparato a conoscere e, ammettilo Dannazione, ad amare.

-Vuoi ancora aiutarmi Cantastorie?- C’era un nonsochè di solenne  nella sua richiesta che strideva incongruamente  con il luogo, l’abito di lei e l’atteggiamento di lui.

Un osservatore estraneo cosa avrebbe pensato, si chiese oziosamente Whistler, nel vederli così, spalla a spalla, lui goffo e malvestito, lei radiosa ed abbagliante nel suo abito da sera pieno di lustrini; ad una improbabile coppia? Ad una principessa ed un barbone? A cosa?

Il lieve tocco della mano di lei sul polso gli confermò che la sua esitazione era stata recepita.

-Ti aiuterò- Gli occhi di lei non lasciarono il suo viso- Ma ormai questo locale, il tuo appartamento, l’intera città non sono più sicuri.- Una pausa.-Devi andartene-Whistler tacque aspettando l’esplosione.

-Tranquillo.- lo stupì lei, accendendosi una sigaretta, non l’aveva mai vista fumare,- Ci avevo già pensato. Intendo andarmene all’inglese, proseguì con un sorriso che non le arrivava fino agli occhi, senza fuochi d’artificio e parate.-

-Come farai?-Le chiese.-Nell’ambiente sei uhm..piuttosto famosa-

-Cantastorie..- gli si avvicinò con un sussurro seducente- concedimi un po’ di cervello dietro questo mascara e questa  lacca-

-E la tua famiglia?- Il dolore, eccolo, dentro le pupille scure di lei è come un lampo, così rapido, così rapido…

-Ci conosci- era di nuovo ironica, la sua corazza ben alzata,- siamo…parchi nelle manifestazioni d’affetto-

-Capiranno perché sei andata via-

-Si.- Una constatazione.-Conto su di te per evitare che qualcuno faccia…sciocchezze, in particolare Korath-concluse lei addolcendo il tono nel pronunciare quel nome.

-Tuo fratello è una dannata testa calda- sbuffò lui.

-E’ sempre stato un cocciuto testone fin da piccolo-La voce bassa di lei ad aprire uno squarcio della sua vita così intima e segreta lo invase a tal punto che per un breve, lunghissimo istante ,Whistler desiderò rapirla, portarla via con sé lontano da tutto l’orrore che la seguiva e il dolore che, lo sapeva, lui sapeva sempre tutto no?, l’attendeva come un amante impaziente.

-V…-Lei sollevò lo sguardo-Mentre io organizzo…la cosa e contatto il mio..amico- e soprattutto lo convinco a fare questa pazzia, pensò Whistler,- tu devi andare a Sunnydale-

Cos’è?-ironizzò lei.-Un ricovero per anziani?-

-E’ una cittadina a sud di Los Angeles. Là dovrai contattare la Cacciatrice e il suo Osservatore e dargli questa lettera-, concluse lui, lasciandole scivolare in grenbo una sottile busta bianca.

Una lieve esitazione.-Da una Cacciatrice?!- Sembrava disorientata.

-Lei  sarà in grado di proteggerti fino a che….-

-Si ho capito- lo interruppe impaziente- ma …una Cacciatrice..? Ho sentito parlare di loro e ho letto anche qualcosa..mi sembrano un po’ troppo….rigide per comprendere la mia “situazione” non credi?-

Whistler la fissò, sorpreso ancora una volta dalla sua perspicacia, dalla sua maturità che molti vampiri centenari nonché demoni, e ne conosceva davvero tanti, non avrebbero mai posseduto.

-Questa cacciatrice è….-come definirla?-..bè.. è particolare- concluse lui con un sorriso mordace che la incuriosì notevolmente.

-Particolare…come me?-indagò lei.

-Nessuna è come te- le rispose il Cantastorie-e la cruda sincerità dello sguardo che le rivolse le fece capire che il tempo degli addii era vicino.

-Partirai stasera vero?- La mano di Whistler le serrò il polso dolorosamente.

-Complimenti Cantastorie-esclamò sarcasticamente lei-sei all’altezza della tua fama-.

-Quando ci rivedremo…- mormorò lui quasi a se stesso..

-….sarà tutto diverso- finì lei.

-In questo caso mia cara.., lei vide il suo sguardo velarsi e poi accendesi di una strana luce-anche un povero Messaggero come me ha diritto ad una piccola ricompensa vero?- Improvvisamente la bocca di lui è sulla sua assaggiando, blandendo e provocando. V si abbandonò a quel bacio che sapeva di dolore, desiderio e rimpianto concedendogli libero accesso e donandogli un pezzetto della sua anima ma non il cuore, comprese lui, MAI il cuore. La consapevolezza lo staccò da lei così bruscamente da farla barcollare. Si guardarono, mentre un silenzio pesante scendeva tra di loro.

-V…-cominciò lui ma lei lo bloccò improvvisamente infuriata afferrandolo per il bavero della giacca

-Non ti azzardare..-sibilò lei con il ghiaccio nella voce-non provare a razionalizzare o sminuire o scusare capito??!!-

-D’accordo- E fu tutto.

-Cantastorie tu ci sarai quando..-

-No!-esclamò lui, forse più bruscamente del necessario-io non verrò a Sunnydale ma il mio amico ti raggiungerà là e…-Di colpo l’enormità di quello che stavano per fare lo investì in pieno.

-V sei ancora in tempo per..-

-Per COSA? Qual è l’alternativa? Lasciare che le cose vadano avanti?-

Lui chinò il capo, sconfitto non dal tono ma dalla verità delle parole di lei.

-Addio Cantastorie- Una lieve carezza tra i capelli, così leggera da sembrare immateriale.

-Addio Lady V.- La seguì con lo sguardo mentre si avviava verso il suo camerino- Ehi Rub- rivolto al barista che discretamente stava rientrando- ecco i soldi che ti devo-

-Ehi amico sono troppi!-

-No.-, rispose Whistler con lo sguardo ancora fisso sulla porta dalla quale lei era uscita,-Stasera la bottiglia la porto con me.-

 

 

 

3 giorni dopo

 

 

L’autobus della Greyhound era affollato ma, stranamente, nessuno si era seduto accanto alla ragazza pallida, dai lisci capelli scuri, vestita in jeans e maglietta nera che,con le gambe rannicchiate, ascoltava musica, gli occhi celati da occhiali da sole. Mentre le note  di Etta Myers a tutto volume le anestetizzavano il cervello lei girò il viso verso il finestrino cogliendo fuggevolmente  l’impressione di un cartello che  esclamava enfaticamente BENVENUTI A SUNNYDALE!.

Speriamo che tu sia di buon augurio, pensò V. prima di  rigirarsi e chiudere gli occhi.

 

 

1 continua

 

 

 

Masquerade

 

Capitolo 2-

The Yellow,Blooded, brick- road                                                            

 

-Ma tu sanguini!!-

                                                                                                                      -Non ne ho il tempo-

                                                                                                                 Terminator 2 (the Judgement Day)

 

-Sunnydale. Capolinea!-

La voce dell’autista la riscosse dal sonno leggero ed inquieto in cui era scivolata. Era quasi buio, si affrettò  a prendere lo zaino e a scendere da quell’autobus che, dopo le lunghe ore di viaggio, le sembrava  adesso una prigione su ruote. Una volta a terra diede un’occhiata intorno, in una confusione di  baci, abbracci, saluti e strette di mano. Non  c’è nulla di meglio di un bus-terminal affollato di famiglie ed amici, constatò tra sè, per farti sentire uno schifo.  Con passo veloce si diresse nella sala d’aspetto mentre la stazione si svuotava rapidamente. Nella toilette non trovò nessuno e, dopo aver bloccato la maniglia con una scopa, si lavò rapidamente e indossò una maglietta pulita. Mentre si sciacquava il viso per poi truccarsi leggermente, si osservò criticamente allo specchio.- Signori e signore, demoni e demonesse ecco a voi,  per il gioco “indovina chi è”, l’inimitabile Lady V!- ex-cantante, ex rossa, ex…tutto. Lo specchio le rimandò una smorfia sarcastica; i capelli lisci, neri con riflessi bluastri, (il mio vero colore, riflettè, pensando a quanti complimenti aveva ricevuto in passato per la sua…tintura) le incorniciavano il viso affilato dalla stanchezza e dalla tensione, dove gli occhi sembravano, se possibile, ancora più grandi. Senza il pesante trucco di scena e gli abiti vistosi anche la sua famiglia avrebbe avuto difficoltà a riconoscerla. Quanto al corpo…, bè quello non si può cambiare, sospirò, sentendosi goffa ed inadeguata  nel suo nuovo, insipido stile total-black, e rimpiangendo il look vagamente retrò, molto “pupa del gangster” che era stato la sua divisa abituale, in scena e fuori.

Sei nata troppo tardi cara.., pensò, nei favolosi fifties saresti stata perfetta nel ruolo della procace  “ragazza perduta” di un tenebroso Teddy- boy, ma oggi…

Contò rapidamente i soldi che aveva “preso in prestito” dalla cassa dello Stairway to He-aven, (per sopravvivere con soli 200 dollari avrebbe dovuto dormire in una topaia, nel migliore dei casi,) e ripose i suoi effetti personali nello zaino; qualcosa però la spinse a nascondere nella manica del maglione un’oggetto sottile, metallico,inciso splendidamente.

-Ed ora…- raddrizzò le spalle mentre usciva-…Showtime!-

 

 

 

Camminava da circa due isolati quando una voce melliflua ed un odore di dopobarba da due soldi le sbarrarono il passo.

-Mia cara è così TARDI, la mamma non ti ha raccomandato di non uscire di notte da sola?-

V squadrò l’ometto di fronte a lei, inserendolo mentalmente nella categoria “viscidi bastardi”.

-E la tua  non ti ha insegnato ad non importunare le signore?-

-Uh, che lingua lunga che ha la ragazza- le si avvicinò, spogliandola con lo sguardo,-forse stasera, olte al dovere, ci potremmo divertire, non credi?- Quel plurale la mise sul chi vive, con la coda dell’occhio scorse due figure avanzare silenziosamente dietro di lei. Vampiri maledizione. Ma questa non è la città della Cacciatrice? Allora LEI dov’è? A farsi la manicure?

Bofonchiando una serie di imprecazioni che sembrarono scandalizzare persino i tre figuri che nel frattempo l’avevano accerchiata, lei chiuse gli occhi e respirò profondamente: Ok ragazza, riassumendo, sei sola, sei umana contro due vampiri ed un….verme; è giunto il momento di scoprire se le lezioni di difesa personale di tuo fratello sono VERAMENTE utili.

Mentre sentiva l’ometto ridacchiare lascivamente V aprì gli occhi, ora due pozze scure ed inespressive. Sam Jenkins, ladro di mezza tacca part-time e maniaco sessuale a tempo pieno, da poco in affari con i suoi nuovi “soci”, ebbe solo il tempo di pensare che quella ragazza aveva gli occhi più strani che… quando un dolore atroce ai genitali lo costrinse a piegarsi a terra ed urlare, la sofferenza  che lo investiva  ad ondate sempre più alte. Muovendosi fluidamente  V scagliò il suo zaino in faccia ad uno dei due vampiri  e, sfruttando l’elemento sorpresa, invece di fuggire, si gettò come una furia contro l’altro vampiro. Le parole di Korath nel cervello:-In una situazione come questa non PUOI vincere V.- Devo arrendermi?- -Non ho detto questo.- -Allora cosa POSSO fare fratellino?- Devi CAMBIARE lo scenario-. Il vampiro la vide arrestarsi improvvisamente a pochi centrimetri da lui e puntargli una specie di bastoncino contro il petto.

-Cosa vuoi farmi?-ghignò lui-il solletico?-

-Te lo hanno mai detto…- sibilò lei e il suo sorriso lo inquietò lievemente-..che l’igiene personale è importante? E tu….-un clic e poi cenere-…puzzi!- concluse lei.

Sei stata brava V, ma…., le sussurrò in testa la voce di Korath, quando sentì un bruciore intenso al braccio destro seguito dallo schiocco sordo della spalla che si slogava.

-Hai fatto la cattiva eh? Mi piace..-il secondo vampiro la immobilizzava, bloccandola con il suo corpo- vorrà dire che mi terrò un PEZZO di te come ricordo, anche se non ho ancora deciso quale!-

Non sentiva ancora il dolore, solo rabbia mescolata a rimpianto, rabbia per essere stata così poco attenta così..stupida, (Dio dei cretini mi vedi?), rimpianto di morire così...per niente.

Il vampiro le strattonò violentemente i capelli così da esporre il collo, ma, mentre si chinava su di lei una voce metallica dietro di lui lo apostrofò sarcasticamente-Ho sempre sostenuto che l’ospitalità di Sunnyhell è davvero carente!-

Improvvisamente V si trovò libera mentre un mucchietto di cenere le si depositava accanto. Sollevò con enorme sforzo la testa, in tempo per vedere un uomo  (uomo?) biondo riporre un paletto nella tasca del suo spolverino di pelle ed accendersi una sigaretta.

Il silenzio innaturale fu spezzato dalle parole ironiche di lei:

-La sceneggiatura ora che prevede? Che mi getti tra le tue vampiresche braccia chiamandoti “mio eroe” e ti offra il mio collo, nonché la mia eterna devozione?-

Spike guardò più attentamente la ragazza che aveva appena salvato. Dapprima la scena gli era sembrata banale: soliti Vampiri Cattivi Vs Sciocca Umana Indifesa, ed anche quando aveva visto il primo vampiro disintegrarsi  l’aveva attribuito alla fortuna del principante, ma ora…..LEI era ferita, la spalla le doveva fare un male d’inferno, eppure…. la sua voce era ferma, senza traccia di paura e perfino… sarcastica!

-Dolcezza…- la squadrò insolente-mi confondi con Leonardo Di Caprio. Se svieni davanti a me, IO ti lascio cadere come un sacco di patate!-

V ricambiò l’occhiata penetrante di lui. Era…diverso dagli altri vampiri che aveva conosciuto, sicuramente più forte (e quindi più pericoloso le sussurrò la sua vocina interna) e soprattutto…non si era neppure trasformato mentre combatteva. –Ragazza, sai cosa significa questo?- Elementare Watson-,  deve essere un dannato Maestro Vampiro. Maledizione chi mancava all’appello stasera? Freddy Kruger? Jason “Faccia di Cuoio”? Hannibal Lecter? Chi? CHI?

Faticosamente si rialzò in piedi, il braccio ferito lungo il fianco, l’altro a sorreggere la spalla martoriata.

-Fallo in fretta- la voce era incrinata, il dolore e la stanchezza la stavano sommergendo.

-Fare COSA dolcezza?-

-Lo sai-

In un lampo se lo trovò vicino, la mano fredda con le unghie laccate di nero a sollevarle il viso.

-Hai gli occhi azzurri- commentò stupidamente, i pensieri le sfuggivano come uccelli in gabbia.

-Bene Luv, ora so che non sei daltonica- la prese in giro lui, per poi ritornare serio- Devi andare all’ospedale-

-NO!!- un urlo e poi –no- sussurrato-ti prego non portarmi all’ospedale- Spike vide il terrore nel suo sguardo, ma perché solo ora?, mentre lei gli afferrava con il braccio sano la manica dello spoverino.

-Se non vuoi mordermi, lasciami qui. Io… me la caverò-

-“Sicuro”, come disse il pescatore al verme appeso all’amo- sbuffò lui spazientito,-non stai ragionando bambola, sei ferita, hai bisogno di curarti..-per lui la discussione era terminata, lei stava crollando e lui avrebbe concluso la serata, che lei lo volesse o no, depositandola al Pronto Soccorso.

V sentiva che le forze la stavano abbandonando ma non poteva lasciarsi andare doveva..fare qualcosa:  ma cosa?, Spiegargli? Minacciarlo?  Tentare di sedurlo? Non c’era tempo per nessuna di queste cose..ma forse…Facendo appello alle sue ultime energie sollevò le dita sporche di sangue, del suo sangue, e bagnò le labbra del vampiro.

-Ehi! Bloody Hell !Cosa diavolo stai fac…-

-Per Ishmael, Orinthos e Methor- la voce scandiva chiaramente parole imparate in tempi lontani-per i demoni Superni ed Inferiori, Maestro Vampiro, chiedo la tua protezione. Sangue per Sangue. Vita per Vita!-

Spike si bloccò pietrificato- Cosa stai combinando dolcezza?- esclamò furioso. Lei, UN’UMANA gli si era  appena offerta secondo un rituale tanto antico e segreto quanto vincolante.

 La scrollò, non troppo gentilmente.- Dannazione Donna, come fai a conoscere il Giuramento?-

Ma tra le sue braccia, simile ad una bambola di pezza, V non sentiva più nulla.

 

 

 

 

Era l’odore che non la convinceva. Da bambina, ingenuamente, aveva  sempre associato il Paradiso al Pan di Zenzero e l’Inferno alla frutta marcia. Questo non era l’odore giusto, pensò lei sospesa tra  sonno e  veglia; alcool, tabacco, cuoio, un aroma penetrante ma non spiacevole..non come l’impressione che provava, di essere stata investita da un tir guidato da Krusty il Clown…

-So che sei sveglia- la voce profonda del vampiro penetrò nel buio del suo cervello-lo percepisco-

Spalancò gli occhi. Si trovava in una stanza ampia con muri in pietra, dentro un morbido letto. Il vampiro biondo era seduto su una poltrona davanti a lei, lo spolverino nero buttato negligentemente su un divano, e la guardava impassibile.

-Dove sei?- la anticipò lui- Nella mia cripta- -Perché ti ho portato qui?- Una pausa.-Per quelle quattro paroline che mi hai sussurrato prima di svenire come una pera cotta- Perché sei ancora viva? Bè…-le sorrise ironico-questa è la domanda da un milione di dollari,dolcezza,. Diciamo che…hai stuzzicato la mia curiosità-

Muovendosi cautamente,V girò la testa e vide la ferita al braccio fasciata, ma la spalla…era un disastro.

Lui aspettava in silenzio, ma ugualmente si stupì nel sentirle dire -Maestro…-

-Non chiamarmi così- la voce di ghiacchio-Io sono Spike-

-Spike…- lei pronunciò il suo nome cautamente quasi volesse..assaporarlo- Spike..- riprese con più vigore- visto che oggi sembra sia  la mia giornata fortunata..perchè non completi l’opera e rimetti in sesto Humpty Dumpty?- concluse, indicandogli la spalla.

Il vampirò si alzò dalla poltrona e si avvicinò al letto, trapassandola con quegli occhi così chiari per un lungo, lunghissimo istante.

-Farà male-.

-Lo so-.Lei lo vide guardarsi attorno a cercare qualcosa, per poi scrollare le spalle e sfilarsi la cintura dai jeans.

-Anche io non amo i preliminari- ebbe la forza di ironizzare lei- ma per il bondage..uhm non credo di essere al meglio!-

-Te lo hanno mai detto- mugugnò lui- che hai una lingua tagliente?-

-Si…-un sussurro provocante-ma non credo che la cosa ti sconvolga troppo, vero?-

Qualcosa di potente, tanto più forte perché inatteso, passò tra di loro. Spike si chinò, avvicinando il suo viso a quello di lei e porgendole la cintura-Per ora.. mordila soltanto, poi…vedremo!-

Una luce di comprensione si accese nello sguardo di lei. – Ora chiudi gli occhi- la voce di lui rallentò, divenne ipnotica- V obbedì docilmente  e poi ,di colpo, il dolore che  fece inarcare il suo corpo per poi  farlo sprofondare nel materasso, con puntini luminosi che le ballavano dietro le palpebre.

-Sei stata brava-. Stranamente lei non percepì ironia nelle sue parole.

- Ora riposa-.

E l’oscurità la benedisse di nuovo.

 

 

Masquerade

Nota: c’è un evidente “omaggio” al mio scrittore preferito. Anche in questo caso non intendo violare alcun copyright. Buona lettura.

 

Capitolo 3-

 

Simpaty for the Devil

 

                                                                                                       “Il riposo è un’arma”

R. Ludlum, The Bourne Identity

 

-Quanto ho dormito?-

Era alle sue spalle, si era avvicinata silenziosamente, troppo silenziosamente, come nessun umano era mai riuscito a fare, neppure la Cacciatrice.

-E’ quasi l’alba.- Era seduto al tavolo, una tazza di sangue davanti, e giocherellava con l’oggetto in metallo che lei aveva continuato a stringere, anche svenuta, mentre la trasportava nella cripta.

-Interessante giocattolo.- La guardò. Sembrava essersi ripresa.-Come funziona?-

-Vuoi sperimentarlo?- Lo provocò.

-Mhhh, per ora no ma sono.. curioso.-

V si avvicinò cautamente, gli occhi fissi sul viso impassibile del vampiro biondo.

-Si chiama Lothac.- Lo guardò con una espressione quasi maliziosa.-E’un’arma, per come dire, personalizzata.- La voce di lei lo avvolgeva come un manto di velluto- Con una lieve pressione gli fece ruotare il polso verso il basso mentre con il pollice accarezzò delicatamente l’estremita superiore dell’impugnatura lavorata. Spike sentì un lieve sibilo e vide apparire una lama sottile ma letale, come la sua proprietaria nelle giornate-no, pensò sarcasticamente.

-Posso riaverlo ora?-

-Ci devo pensare Dolcezza.- Sorrise con aria di superiorità.-Dimmi, hai per caso deciso di usare quello stuzzicadenti contro di me?-

All’improvviso l’ironia scomparve e sul volto di lei calò una maschera inespressiva.- Io onoro i patti.-

-Buono a sapersi Luv ma vedi ..-,la trapassò con lo sguardo,-c’è un piccolo insignificante dettaglio: TU hai CHIESTO, ma IO non ho ACCETTATO.-

Lei chinò il capo, per poi rialzarlo dopo un lungo istante.- Capisco.- Niente urla, niente pianti né racriminazioni, doveva ammetterlo, LEI aveva classe da vendere, anche se la sua ostinazione lo faceva…..DANNATAMENTE INFURIARE!

-Io non capisco invece-, le ringhiò all’improvviso,- e sono stufo di questo tuo atteggiamento da Mistery Woman. Chi diavolo sei??-

-V.-

-V come? Vetriolo, Valkiria, Vulcaniana?-

-V e basta-. La  saggia vocina interna le urlava disperatamente di smetterla di provocarlo ma era.. più forte di lei.

-Allora V e basta spiegami cosa ci fai qui a Sunnyhell. In cinque parole.- Le stava dando un’ultima possibilità.

-Non-penso-ti-riguardi..-. Una pausa insultante-..Spike-.

Ora basta. Era stato paziente, troppo paziente e se lei voleva giocare con lui..lui l’avrebbe accontentata.

V pensò che sembrava una pentola sul punto di scoppiare. Il vampiro si alzò di scatto.- Non mi riguarda? NON MI RIGUARDA?!-Urlava esasperato.- Sentimi bene Dolcezza, il club “mettiamo i piedi in testa a Spike” è al completo. Quindi..-la voce si abbassò fino a diventare un sussurro minaccioso-..che ne diresti se provassi a convincerti con le maniere forti?-

-E sprecare tutta la fatica  che hai fatto per rimettermi in sesto? Nah non credo.-

Lo sfidava, lo stava sfidando quella piccola umana testarda non aveva capito con CHI aveva a che fare, era ora di alzare la posta.

-Forse hai ragione.- Un brivido le corse lungo la schiena nel vedere l’espressione di lui- Vediamo un po’…-le si era avvicinato quasi scivolando, con una grazia letale che le ricordò immediatamente  CHI era,- cosa posso fare per farti abbassare la cresta?-. Adesso le girava intorno, incatenandola con il suo sguardo, gli occhi azzurri accesi dai riflessi dorati della belva che dimorava in lui.- Sai Dolcezza, il mio Grandsire, che l’Inferno lo bruci in eterno, mi diceva spesso“la conoscenza è potere”. Ora…cosa so di te?-La osservava pensieroso, la testa leggermente inclinata di lato.- Sei umana, sai difenderti piuttosto bene e …tu onori i patti, GIUSTO?-.

Lo guardò fisso.- Non lo farai-.

-Davvero?- Le mostro i denti in una parodia di sorriso.- E chi o cosa mi impedirà di accettare la tua gentile offerta di qualche ora fa?-.

V chiuse gli occhi, l’enormità di ciò che aveva fatto la colpì come una martellata.

-SAI esattamente cosa mi hai offerto?- Giocava con lei come un gatto con il topo.

-Si-.

-Nessuna condizione, nessun limite. Io chiedo, tu dai, io ordino, tu esegui..in OGNI SENSO.-

QUESTO lei non lo sapeva ma oscuramente l’aveva intuito, un rituale così antico doveva  necessariamente comprendere la sottomissione… sotto qualsiasi aspetto.

-Però il legame è ..a doppio senso- Non si accorse di aver parlato finchè non sentì lui che la apostrofava bruscamente.

-Spiegati.-

Fin dove poteva spingersi? –Voglio dire..in caso di necessità tu DOVRESTI proteggermi, nutrirmi..nascondermi.-

-Comunque tu la voglia vedere, Dolcezza, lo ritengo un affare vantaggioso..per ME!- Ma la paura in lei dov’era? Perché non la percepiva? Era giunto il momento di scoprire il suo bluff.

-Avvicinati.- Il tono di comando la sorprese, come il rapido cambio d’espressione di lui, ora mortalmente serio.

-Inginocchiati.- V obbedì docilmente, i giochi erano finiti.

-Per Ishmael, Orinthos e Methor,- le parole le risuonavano nel cervello- ORA E SEMPRE,  I TUOI PENSIERI SIANO I MIEI, LA TUA VITA SIA MIA, IL TUO SANGUE SIA IL MIO SANGUE!-

Spike si tagliò il polso, sporcando le labbra di V con il suo sangue. Il tocco delle sue dita sulla morbida bocca di lei sconvolse entrambi, una corrente fluì tra di loro lasciandoli senza fiato. Il vampiro biondo interruppe il contatto e fece un passo indietro.-Puoi alzarti ora.-, le disse, senza guardarla in faccia.

Ancora debole lei si appoggiò al tavolo, barcollando lievemente ed urtando inavvertitamente la tazza di sangue. Come al rallentatore lo vide flettere le ginocchia ed allungare la mano. Il movimento fu così aggraziato che a V sembrò quasi un passo di danza. Il bicchiere cadde e finì dritto nella mano di lui, ferma con il palmo all’insù, a meno di venti centimetri dal pavimento.

Fu improvvisamente travolta da un’onda di desiderio così violenta ed inaspettata da spaventarla più che sorprenderla. E chiamarlo desiderio è solo un blando eufemismo, vero ragazza?. L’emozione che provava era molto più semplice, precisa e senza sfumature come un colore primario. Era libidine.

-Ti muovi come un gatto- commentò mentre lui si rialzava. La sua voce era arrocchita, un po’ impastata. Rivedeva nella mente la sinuosa agilità con cui aveva piegato le gambe, la tensione dei muscoli lunghi nelle sue cosce.- Come fai a muoverti così velocemente?-

-Puoi chiamarmi Supervamp.-La guardò perplesso.-Cosa c’è adesso? Sei strana. Ti senti svenire?-

-Mi sento VENIRE- rispose lei senza riflettere, d’istinto.

Vide gli occhi di lui scurirsi, le parole di lei sospese in un silenzio carico di tensione.

La voglia prese anche lui d’improvviso.- Vediamo se è vero. Sono proprio curioso-.

Posò il bicchiere con la sinistra e le infilò la destra fra le gambe senza darle il tempo di capire che cosa avesse in mente.

-Spike che cosa stai f….-Poi quando il suo pollice le schiacciò il clitoride con delicata decisione “facendo” si trasformò in  fa-AAAH-cendo. Il vampiro la sollevò senza il minimo sforzo sedendosi sulla sedia e mettendosela in grembo. Lei gli passò le mani intorno al collo, la spalla ed il braccio ancora indolenziti erano le uniche parti irrigidite del suo corpo. Tutto il resto si stava sciogliendo.

-Spike mettimi giù!-

-Non credo proprio- rispose ridendo maliziosamente lui e incominciò a farla dondolare avanti ed indietro, avanti ed indietro in una sorta di altalena per adulti mentre con le dita le faceva cose che lei non aveva mai PENSATO, gesù non aveva mai neppure CONSIDERATO che…..

L’orgasmo la colpì come un proiettile, sfrecciando in tutte le direzioni e lasciandola svuotata di ogni energia, accasciata su di lui in un attimo lungo un’eternità mentre Spike, accarezzandole dolcemente  i capelli, si meravigliava del senso di pace e dalla felicità che lo avevano pervaso e quasi.. appagato, sebbene questa volta avesse solo “dato” e non “preso” come era solito fare.

Si sentiva quasi…timoroso, lui William the Bloody, di rovinare tutto (cosa?) con un commento o una frase inopportuna.

-V…-le sussurrò.

-Si?-

-Stai….bene?- Ma, Dannazione, non gli  poteva uscire una domanda più intelligente?

-Oh Dio Spike..- il riso di lei si sgranò-Penso che questi jeans non li laverò più!-

Lo senti sorridere a sua volta, il volto ancora tuffato nell’incavo del suo collo, le labbra a posare baci leggeri sulla ruga sottile della gola.

-E tu, ehmm, come stai?-

Il sorriso si trasformò in risata mentre lui sollevava il viso ad incontrare lo sguardo di lei. –Come vuoi che stia Donna?- sbuffò sonoramente-Mi fa male tutto e vorrei ululare alla luna!-

-Non sia mai  che un bel vampiro si trasformi in un lupacchiotto mannaro a causa mia.-lo canzonò lei dolcemente, strusciandoglisi addosso, sentendolo duro e pronto per lei.

-Spike?-

-Si?-

Lo guardò provocante.-Ora portami a letto. E se non ce la fai ad arrivare fino al letto andrà bene anche il divano. E se non ce la fai fino al divano andrà bene anche il pavimento. Purchè tu faccia PRESTO!-

La sollevò con delicatezza come se fosse una bambola di porcellana e s’incamminò verso il letto.

-Hai vinto Dolcezza.-

-Cosa?-mormorò lei già persa.

-Le domande le farò…DOPO!-

 

 

 

continua 3-

 

 

Masquerade

Capitolo 4-

 

This Monkey’s gone to Heaven

 

-Anche in questo caso siamo uguali.

 L’unica cosa che ci fa differenti è che tu, quando hai finito di parlare

con loro, hai la possibilità di sentirti stanco.

 Puoi andare a casa e spegnere la tua mente e ogni sua malattia.

Io no. Io di notte non posso dormire perché il mio male non riposa mai.-

-E allora tu che fai di notte per curare il tuo male?-

-Io uccido.-

G.Faletti

 

Spike si svegliò all’improvviso, i sensi di predatore all’erta. Non percepiva più il calore del corpo di lei. Infilandosi i jeans, Bloody Hell dove diavolo era finita la camicia?, si spostò silenziosamente verso il piano superiore, il volto della caccia indosso e una rabbia gelida nel cuore.

-Se ne è andata.-

Un unico pensiero alimentava la sua furia mentre il demone dentro di lui urlava sempre più forte per uscire, fare a pezzi e distruggere qualsiasi cosa. Era pieno giorno ormai, non era stupida la ragazza, e quindi non poteva inseguirla subito ma quella notte….

La pesante porta della cripta si aprì di scatto, sbattendo fragorosamente contro il muro.

-Cacciatrice, sempre delicata a quanto ve…-

V entrò, la SUA camicia addosso, reggendo a fatica due pesanti buste  tra le mani e richiudendo con un calcio, così come l’aveva aperta, la porta.

-Maledizione Spike vuoi restare lì a fissarmi come uno stoccafisso o mi dai una mano?.- Silenzio.-Che c’è?- Lo guardò in viso e si girò rapidamente.-Guai in vista? Stregoni, demoni, esattori delle tasse..?-

-No.- Quasi la stritolò abbracciandola.-Solo una stupida umana che ha rischiato di diventare un ammasso di carne sanguinolenta.- rispose lui, il viso seppellito nell’incavo del collo di lei. V lasciò cadere le buste e gli prese la testa fra le mani  per incrociarne lo sguardo.

-Come sei…romantico. Ad ogni modo, cosa ho fatto ora?- Non capiva.

Il vampiro si staccò da lei, strusciando i piedi e dandole le spalle, lo stesso atteggiamento di suo fratello Korath quando aveva combinato qualche marachella, era…imbarazzato, comprese lei improvvisamente. Era dannatamente, infernalmente IMBARAZZATO!

-Allora?-Lo incalzò sadicamente, constatando che non c’era mai una videocamera in giro quando necessario..

-Niente. Mi sono svegliato e tu.. non c’eri.- Le parole rimasero sospese nell’aria così come le loro… implicazioni.

Bloody Hell, l’ho veramente detto, pensò lui.

Oh Dio, L’ha veramente detto, riflettè lei.

-Complimenti per il tuo spirito d’osservazione-, V cercò di alleggerire la tensione,- ora conosci il mio grande segreto: non ho il dono dell’ubiquità!-

-Smettila di scherzare-, ringhiò lui, non ancora completamente placato,-Dove sei stata?-

-Dolcezza..-, gli fece il verso lei,- sono solo andata a far provviste: biscotti, gelato, thè, caffè, A positivo e..marmellata di fragole!-, concluse indicando i sacchetti. Placatosi del tutto, Spike riacquistò subito la sua consueta aria spavalda.

-Piccola domanda Luv: come hai pagato tutto questo? Se la memoria non mi inganna eri, come dire, completamente al verde!-

V lo gratificò di uno sguardo da Bambi che avrebbe intenerito il suo cuore, se ne avesse avuto uno ovviamente. –Ma Spikey..-assunse un tono lamentoso e querulo, sbattendo enfaticamente le lunghe ciglia,-..dopo esserti ampiamente, perversamente, deliziosamente  approfittato di me, avresti il coraggio di rinfacciarmi questo piccolo… prestito?!-

Era irresistibile.- Sei  CERTA di non essere un demone?- ghignò lui.

-A te sincerartene Mio Signore- Gli mostrò la lingua.

-Che impudente.-,uno sguardo lento come una carezza che la fece fremere dentro, -Dovrò punirti severamente..- Oh si!, pensò lei, ti prego -…ma prima.. CIBO!- esclamò il vampiro biondo correndo verso le provviste.

Passarono il pomeriggio a rimpinzarsi di gelato e biscotti, a vedere Passion, -se lo dici a qualcuno ti uccido.-, era senza mezze misure, pensò lei divertita, e facendosi il solletico a vicenda.

 V gli insegnò a giocare a Burraco, - gioco da vecchi.-, lo bollò lui, -Appunto. Adattissimo a te.-, lo rimbrottò lei, guadagnandosi una sculacciata, mentre Spike le spiegava il poker, “vero gioco da demoni”, e con sguardo innocente le proponeva la “sua” strip-versione; quattro partite più tardi, vinte barando spudoratamente da V, un vampiro alquanto sconcertato si  toglieva i vestiti protestando vigorosamente mentre lei gli rideva in faccia.

Per un tacito accordo la cripta divenne la loro monade mentre entrambi, dolorosamente consapevoli, immersi in una sorta di euforia che escludeva il resto del mondo, si divertivano come una coppia normale, bisticciando, ridendo, urlando, fingendo…. per un po’.

Sdraiati sul divano, V lo abbracciava da dietro, il respiro di lei che gli accarezzava il collo mentre lui emetteva uno strano suono, simile alle fusa di un gatto. Fu il vampiro a spezzare il fragile equilibrio.

-Allora?-

-Allora cosa?-

Spike rovesciò la testa, occhi azzurri e occhi neri si incatenarono. –Per quanto l’idea  di trascorrere il tempo così mi alletti enormemente Dolcezza, qualcosa mi dice che non eri venuta nella ridente Sunnyhell per questo motivo.- Una parte di lui, la mia parte umana riflettè ironicamente, avrebbe potuto accontentarsi dell’illusione, ma il demone che dimorava dentro, bè quello voleva..sincerità. –Tutto questo…-, con un’occhiata incluse la cripta, il divano e loro due.

-E’ semplicemente accaduto Spike- finì lei.

-Sei pentita?- Il corpo irrigidito, il vampiro attese le frasi che sarebbero seguite, che seguivano SEMPRE, dannazione le conosceva così bene, così ipocritamente intrise di rimorso, rimpianto, disgusto. Era un maledetto imbecille, ci cascava sempre, vita o non vita…

-No.- E fu tutto. Nessuna incrinatura nella voce, nessun dubbio, nessuna esitazione.

-Donna-, era veramente esasperato, - hai la dannata abitudine di parlare troppo nei momenti meno opportuni e di trasformarti in un’ostrica su due gambe non appena le cose si fanno più interessanti!-

V lo guardò. Era ora di cominciare a fidarsi, lo sentiva.

Al massimo cosa poteva farle? Ucciderla? Morderla?

Già fatto Ragazza, e con la tua entusiastica partecipazione, le ricordò sarcasticamente la sua vocina interiore.

-Spike tu conosci la Cacciatrice?- Una pausa, impercettibile per chiunque, ma oramai lei era così sintonizzata sulle sue emozioni….

-Si.- Era LUI l’ostrica ora, pensò V.

-Com’è?-

-Bloody Hell, Donna, cosa vuoi sapere? E’ una Cacciatrice. Capelli biondi, occhi verdi e paletto incorporato!- esclamò esasperato. Lei si limitò a fissarlo.-In aggiunta alla dotazione standard, ha anche un gruppo di amici-, quasi sputò la parola,- che la spalleggiano: due streghe, un ex-demone della vendetta, un falegname idiota e un testone di osservatore inglese.-

Le nascondeva qualcosa, intuì lei, i rapporti Cacciatrice-Vampiro a quanto ne sapeva erano sempre lineari, semplici, della serie “tu mordi, io ti incenerisco”. Ma poi, perché stupirsi? Lo conosceva da sole ventiquattr’ore ed aveva capito subito che con LUI nulla era semplice.

-Qualche altra briciola di informazione, Pollicino?- Lo incalzò lei.

Le sorrise malignamente.-Vediamo un po: la nostra Riccioli d’Oro ha la fastidiosa abitudine di coinvolgere la Scooby-Gang  in ogni dannata Apocalisse, ha fatto la monella con il mio Gransire con risultati disastrosi, se non è perversione questa, però…-lo sguardò di lui si addolcì, come la sua voce,- sua madre Joyce era simpatica, faceva una cioccolata spettacolare e poi c’è Dawn, la mia briciola..-era vero affetto quello che lei sentiva, ne era sicura,- è la migliore, la più furba di tutti!- Concluse lui impacciato, consapevole di essersi scoperto troppo.

Una pausa mentre lui raccoglieva i pensieri, era sempre stato impulsivo ma non stupido, MAI stupido.

-Tu sei qui per lei giusto?-

-Si. Puoi portarmi da lei, da loro?-

-Ok- Sei lei voleva fare la parte di Wonder Woman versione dark e silenziosa  anche lui poteva ripagarla con la stessa moneta, no?

-Spike…- il vampiro biondo già pregustava la vittoria, LEI che lo supplicava, divorata dalla curiosità, di dirle tutto, di farla partecipe della sua misteriosa ed affascinante non-vita…- dove hai messo il gelato alla fragola?-

-Hu?- La guardò inebetito.

-Ti ho chiesto.. dove diavolo hai messo il gelato alla fragola?- ripetè V, alzandosi di scatto dal divano a rovistare nel frigo.

 Lui attese pazientemente per…10 secondi  poi esplose. –Sei DAVVERO impossibile!-

Lei alzò gli occhi stupita, il barattolo stretto al petto e un enorme cucchiaio in mano.

-Chiunque a questo punto si domanderebbe: “Spike come mai TU, il Big Bad, Gran Maestro Uccisore di due Cacciatrici  non hai ancora fatto il tris?” Si stava scaldando sempre di più. –Oppure.. “Spikey quand’è che hai preso una cioccolata con la mamma della Cacciatrice?”-Od anche “ Come mai questa affascinante Incarnazione del Male ha deciso di salvare il mio ostinato, umano fondoschiena? Od anche…-

-Shhhh- lo zittì lei  poggiandogli un dito su quella bocca tentatrice,- Portami dalla Cacciatrice e dal suo Osservatore e CREDIMI là diventerò fin troppo loquace.-

-Perché non ora?- Le teneva il broncio, come un ragazzino.

Bambini, Vampiri, sbuffò lei, tutti uguali. Peccato non poter mettere anche a quest’ultimi un ciuccio in bocca per farli calmare, pensò irrispettosamente, anche se, a ben vedere….un lento sorriso le si formò sulle labbra.

-Siamo d’accordo allora?- L’idea che le si stava formando nel cervello era veramente ..demoniaca.

-Va bene, Dolcezza, faremo a modo tuo. Al tramonto andremo al Magic Box, si riuniscono sempre là.- Il vampiro aveva capito che non l’avrebbe spuntata con quella…testona.

-Perfetto. Così…- Gli salto addosso di scatto, sbilanciandolo e mandandolo lungo sul divano con un buffo ringhio- abbiamo tutto il tempo per…giocare!- La guardò inarcando un sopracciglio e piegando leggermente la testa di lato in maniera adorabilmente provocante. – Bene, bene, bene…e quale “gioco” sta macchinando quel tuo cervellino, Dolcezza?-

-Tu- gli leccò l’orecchio e lo sentì rabbrividire- sei un’affascinante spia inglese modello James Bond ed io- ora gli stava mordicchiando il collo- la perfida spia nazista che ti ha catturato e che ti deve estorcere ..informazioni.-

-Uhm e come pensi di costringermi Fraülein a tradire la mia patria?- Il tono compassato, così esageratamente british contrastava con il luccichio lascivo dello sguardo di lui, le sue mani che giocherellavano con i bottoni della camicia di lei

-Noi.. – Si limitò a sorridere perfidamente lei, imitando l’accento dei nazisti da operetta che comparivano nei vecchi film in bianco e nero- …Afere modi per fare parlare!-

-Con le torture i tuoi colleghi, molto più grandi e grossi di te, non hanno ottenuto nulla- Le mani fredde di lui stavano percorrendo delicatamente la spina dorsale di V plasmandola a suo piacimento, un sorriso sarcastico incollato sulla sua faccia da schiaffi.

-Allora visto che il piano A è fallito..- toccò alla mano di lei intraprendere un lento, estenuante viaggio dal petto del vampiro sempre più in basso fino a trovare ciò che cercava e stringere sempre di più, sempre di più, fino a farlo gemere- ..dovrò attuare il piano B!-

Spike socchiuse gli occhi per il piacere ma le bloccò la mano. Era più forte e più esperto di lei in questo genere di giochi.- Temo Dolcezza che la mia forza di volontà sia superiore ai tuoi sforzi ma visto che ti sei tanto impegnata..- Ebbe solo il tempo di pensare che era tutto semplicemente PERFETTO quando alla mano lei sostituì la bocca.

Spike chiuse gli occhi e poi non capì più nulla.

 

Masquerade

Capitolo 5- Prima parte

 

Nota: Chiedo scuda ai numerosi giocatori di Vampires per aver rielaborato alcuni concetti-base. Ovviamente non intendo violare alcun copyright. Per alcuni spunti ringrazio il mio Master Mauro e la mia Côterie “Gli Ingovernabili”: a Boran, Stoker, Aroscia, Artiglio, P.C., Byron; ragazzi siete i migliori.

 

Amare significa non dover mai dire mi dispiace.

                                                                                                            E. Segal, Love Story

Let me entertain you.

 

La campanella del Magic Box trillò all’improvviso. Giles sollevò gli occhi dal libro che stava leggendo per poi rituffarli immediatamente non appena vide una familiare testa ossigenata fare capolino dalla porta, imitato in ciò da Willow e Tara immerse nel loro imperscrutabile, magico limbo privato.

-Xaander!- La voce di Anya giunse attutita dal seminterrato.-

-Vado, vado-, brontolò il ragazzo di cattivo umore, quella notte Anya aveva sognato….conigli e quindi lui era rimasto a bocca asciutta. Uscendo dal retro afferrò al volo una ciambella appena comprata.

-Non è un cliente, amore, è solo Sp…- Si bloccò. Capitan Perossido non era solo: dietro di lui era entrata una ragazza dai capelli scuri che si guardava intorno con aria impassibile.

-E’ solo chi?- La voce di Anya  giunse più vicina.-Xander, lo sai che odio quando non finisci le fr… Oh…- La testa dell’ex demone emerse da una pila di scatoloni,- Ciao Spike. Compri qualcosa? No? Allora puoi andare.-

-Benvenuta nella “vera” Bocca dell’Inferno Dolcezza.-Il vampiro biondo si girò verso V, con un tono fra l’esasperato ed il rassegnato,- Ti rendi conto COSA e CHI devo sopportare ogni dannato giorno?!-

-Effettivamente… SAN SPIKE,- fece lei serissima,- ti è spuntata un’aureola sopra quei tuoi deliziosi boccoli biondi.-

Al suono di quella roca voce femminile, del tutto sconosciuta, anche le due streghe e Giles si riscossero dalla  trance libresca  nella quale erano sprofondati.

-Gente, lei è V- Spike era spazientito, odiava i convenevoli,- V, questa è la Scooby Gang.-

Cinque paia d’occhi, mhh pubblico difficile, pensò ironicamente la ragazza, la radiografarono minuziosamente dalla cima dei capelli fino alla camicia rossa rubata a Spike, che lei aveva negligentemente annodato in vita, fermandosi sulla mano possessiva del vampiro biondo che le sfirorava la pelle nuda e al contempo memorizzando la naturalezza con cui lei accettava quel contatto.

-Ehm piacere di conoscerti…V.-, Giles si tolse gli occhiali stropicciandosi il naso con la punta delle dita. Ora, pensò Spike, come da copione, Super Giles con il suo mantello di tweed eseguirà l’attacco “parola forbita” contro V, il mostro venuto dallo spazio.

-Spike non ci aveva mai…parlato di te.- Una pausa.- “Vecchi” amici?-, concluse l’Ossevatore piuttosto impacciato.

-Ehi Rupert,- ghignò il vampiro,-puoi rinfoderare paletti e balestre: lei è UMANA al cento per cento!-

E QUESTO era l’Osservatore?!, pensò V, però…mai giudicare un libro dalla copertina, Ragazza!- Forse con il giusto stimolo…-Si Rupert…- fece lei avvicinandoglisi con deliberata lentezza, seducente ed inquietante allo stesso tempo,- Non preoccuparti.-, prese gli occhiali dalla scrivania, vi alitò dolcemente e li pulì con un lembo della cravatta dell’Osservatore,-Io..- e lo guardò dritto negli occhi mentre glieli riappoggiava sul naso,-..non mordo.. SPESSO!-

Giles la fissò per un lunghissimo istante e lei  sentì una lama gelida scorrerle sulla schiena.

Oh.. Oh…Sorpresa, Sorpresa, gratta la superficie e sotto il topo da biblioteca ti trovo… il killer, riflettè V facendo un passo indietro, perché sul lampo che gli aveva attraversato lo sguardo non poteva sbagliarsi, chissà se Spike sapeva qualcosa di più su di lui, poteva risultare…. interessante.

-Dov’è la Cacciatrice?- Spike interruppe volontariamente la tensione  che si era creata tra i due, non gli piaceva per niente il modo in cui Rupert aveva guardato V, aveva colto un sano apprezzamento…sessuale in quello sguardo che di sicuro non apparteneva al G-Man che tutti conoscevano bensì all’oscuro Ripper.

-E’ con Dawn a Los Angeles, questioni familiari.-, rispose Willow distrattamente, impegnata a percepire l’aura della ragazza accanto a Spike, insolita, molto insolita,  ma non… malvagia.

-Bloody Hell, per un’unica volta che avrei gradito vedermela attorno….-brontolò il vampiro ma a V non sfuggì il suo sollievo.

Tsk, Tsk, c’è del marcio in Sunnyhell, pensò lei divertita, mentre quasi in sincrono, il copione doveva ripetersi spesso, i presenti si avvicinavano ai due.

Meglio togliersi il pensiero.-Osservatore- Il tono serio, quasi formale di lei strideva con quello ironico finora adottato,- Sono venuta qui per chiedere a te ed alla Cacciatrice protezione. Temo..-, per cosa temo esattamente, corpo, cuore, anima?-…per la mia vita.-

-Sarà meglio che ci racconti tutto dall’inizio.- esclamò Giles sedendosi al tavolo, imitato dagli altri.

V tirò un profondo sospiro, è la tua ultima occasione per filare via, Ragazza, vuoi davvero fidarti di questi sconosciuti? Quasi le avesse letto nel pensiero, la stretta di Spike intorno alla sua vita si fece più salda.

Ok, pensò lei, buttiamoci.

 

 

-Osservatore, sapeva che a Boston, da dove provengo, esiste una Camarilla?- Era meglio saggiare il terreno, decise V.

-Un nuovo ballo latino-americano?- si informò Xander.

-Xander…-Giles si strofinò il naso pensosamente-La Camarilla è una antica forma di aggregazione di  origine europea, una sorta di governo demoniaco con precise regole e leggi.- Riprese con tono cauto.-Il Consiglio degli Osservatori aveva sentito alcune..voci a tal riguardo ma senza.. riscontro.-

-Bè- replicò mordace la ragazza- la prossima volta  metteremo un annuncio sul Boston Globe!- Sbuffò sonoramente.- Ad ogni modo, sotto la guida del Principe Raskondikoff..- un sorriso sottile come un filo d’erba, balenò sul suo volto- le cose andavano piuttosto bene nella comunità demoniaca quando…-

-Sbaglio o parli di questo vampiro con un certo… affetto?- la interruppe l’Osservatore.

V lo guardò come se lo vedesse per la prima volta, era veramente percettivo.

-Affetto.- Ripetè la parola, quasi a gustarne il suono.- Bè, forse è più giusto dire che io e lui ci…apprezzavamo a vicenda.-

-E’ questo che non capisco!-, saltò su Xander,-le parole “vampiro” ed “affetto” non possono coesistere nella stessa frase! Ma non lo sai COSA sono?-, concluse con disprezzo.

V lo trafisse con lo sguardo, la rabbia che le montava dentro come una marea rossa, mentre il braccio di Spike attorno alla sua vita era diventato un cerchio di ferro, per proteggere lei o gli altri?, si chiese fuggevolmente.

-Credimi, RAGAZZO, so molto di più di quanto vorrei sapere.- Una pausa piena di furia repressa.

-E TU?-Lo guardò, le parole che cadevano come lame, scandite da una voce metallica che Spike non le aveva mai sentito e che raggelava persino lui.- Sei amico della Cacciatrice e di due streghe, fidanzato con un ex-demone della vendetta, combatti il male a Sunnydale da quanto tempo ormai? anni?, ed il fatto che tu sia vivo dimostra che possiedi una certa forza, e nonostante tutto QUESTO sei ancora alla fase Vampiro-Cattivo, Umano-Buono?-

La domanda rimase sospesa nell’aria.

- Raskondikoff era un vampiro, quindi una cratura corrotta e pericolosa ma… era anche colto e raffinato. Gli piacevano l’arte, la musica, il teatro.-, la voce di lei apriva brevi squarci su un passato ancora troppo dolorosamente vicino,- Lui frequentava la mia famiglia come.. amico, era..  protettivo nei miei confronti, mi ha incoraggiato a cantare e devo a lui lo “status” speciale che mi ha permesso di vivere al sicuro fra demoni, stregoni e vampiri per molti anni.-

-Ma lui UCCIDEVA!- Xander era come un cane che non vuole mollare l’osso, convinto di essere nel giusto.

-Anche TU lo hai fatto, no?- Un sussurro sottile, che tagliava.- Devo dunque chiamarti Xander il Demone?- Le parole di lei bruciarono come acido spegnendosi in un silenzio attonito, rotto da un lento battere di mani e da un sussurro ammirato di Spike,- Dolcezza, ricordami di non farti MAI arrabbiare.-

Il ragazzo non si voleva arrendere.-Però…-

-Xan, stai ZITTO.- Lui si voltò di scatto, era la prima volta  che Anya gli parlava così seria, tentò di incrociarne lo sguardo ma lei fissava la ragazza seduta di fronte.-V…continua.-

Un breve cenno con il capo di mutuo riconoscimento e di..rispetto fra le due donne che sfuggì a tutti eccetto che a Spike.

V chiuse per un breve istante gli occhi e poi li riaprì.-Circa sei mesi fa Raskondikoff…è morto,- il dolore per la perdita di quella “cosa” nella voce di lei sembrava quasi osceno a Xander,- Una nuova Côterie governa la città con un nuovo Principe.-

-Chi?- la domanda di Spike non ammetteva tentennamenti.

-Vlad Dracul.-

-QUEL Vlad Dracul..-, Xander era terrorizzato,- quello che abbiamo incontrato e che mi ha fatto…STOP non parlo più!- concluse, sentendosi addosso gli occhi di tutti.

V non se ne accorse quasi, non era più lì, parlarne le faceva rivivere tutto.

-All’inizio le cose  sembravano..erano quelle di sempre. Raskondikoff era stato un buon Principe tutto sommato..-, un sorriso che non le arrivava fino agli occhi,- ma come si dice in questi casi:-E’ morto il Re, Viva il Re!- Un sospiro.-Poi un giorno Vlad è venuto nel locale dove mi esibisco, pardon, dove mi esibivo e…..- la voce le morì in gola, non sapeva cosa dire e come dirlo senza apparire sciocca o peggio..melodrammatica.

-E ti ha vista.- concluse Spike per lei. Lei sorrise amaramente. La definizione di Spike poteva essere utilizzata come Eufemismo dell’Anno, però… poteva andare.

-E mi ha vista.- ripetè lei.

-E ti vuole.- Crudo, diretto ed efficace, nessun giro di parole.

-Si.- Si, pensò lei, ossa, viscere, cuore ed anima.

Giles tossicchiò nervosamente mentre Tara e Willow abbassavano lo sguardo sui loro piedi, piuttosto imbarazzate.

-Ehi, frena un attimo Perry Mason dei demoni-, la pesante ironia di Xander si dispiegò, - se per te frequentare vampiri e demoni è..normale- quasi sputò quella parola-, come mai con Dracula…-

Ora la saggia vocina dentro di lei doveva urlare per farsi sentire: è solo uno stupido bamboccio umano, nonché amico della Cacciatrice, non puoi ucciderlo e sporcare il pavimento di questo negozio…..

V fissò Spike, il volto impassibile.-Dolcezza,-, l’acciaio sotto il velluto, -io ho un chip in testa e non posso toccarlo ma tu….-

Una delle due streghe, rossa come un peperone li interruppe.-Ti prego V, scusalo e continua pure.-

-Le cose non sono così semplici e Xander…-una pausa- non temo per la mia virtù, peraltro inesistente-, una risatina di Spike sottolineò il concetto, -il problema è un altro. Vlad mi vuole come sua Regina.-

-Ti ha scelto come Compagna?- Anya batteva le mani, gli occhi tondi per lo stupore,- il vecchio scapolone si è finalmente deciso dopo cinquecento anni! E dimmi quale rito? La via del Sangue, Le Mani della Distruzione? Ehi..-, guardò V improvvisamente sospettosa,-non è che ti stai inventando tutto  per renderti più interessante?-

-Anya…-, la voce dell’Osservatore era ghiaccio polare,-non penso che V voglia scherzare su questo argomento.-

Lei intanto risprofondava nel suo inferno personale.– I primi tempi cominciai  a ricevere regali: fiori, cioccolatini, oggetti sempre più rari e preziosi ed infine un …anello. Ormai la cosa era “ufficiale” e non potevo più ignorarla.- Una smorfia di derisione rivolta a se stessa.-C’era  già chi mi chiamava “Mia Signora”- Comunque..-, tagliò corto, non voleva rimuginare ancora, – restituii regali, fiori, e anello a Vlad  con un breve messaggio.-

-Conoscendoti Dolcezza era un poco diplomatico NO, giusto?- Spike era furioso- Sei stata una pazza. SAI cosa poteva farti?- Ora urlava.

-Nulla. Almeno così pensavo.- V si era liberata dalla stretta del vampiro ed ora lo fronteggiava.- Spike, Vlad mi voleva, MI VUOLE compiacente.- A questo punto ormai non era necessario minimizzare bensì far capire a loro, a LUI come si era giunti a quel punto. -La sua …ossessione per me è totale, assoluta come solo un demone può concepire.- La stoccata andò a segno, lo capì dal lampo nello sguardo di lui.

-Però Dolcezza se sei QUI devi aver scoperto che le regole di questo GIOCO possono cambiare, vero?-

V chinò il capo riconoscendo la verità delle sue parole.

-Hai ragione.- Il dolore le scavava un buco dentro, quanto era stata stupida, sciocca, ingenua…

Ha incominciato a farmi un altro tipo di regali.- Li guardò, avevano incominciato a capire.- Umani e  demoni, indifferentemente, ma tutti miei conoscenti, amici, lontani parenti. Ora il dolore fluiva da lei in ondate - Erano… ovunque andassi, corpi straziati e su tutti un SUO messaggio.- Vide l’orrore e la consapevolezza nei loro occhi.- Il messaggio era un’unica parola: MIA.-

Era al limite, ancora un po’ e sarebbe crollata, non se lo poteva permettere, non qui e non ora.

Finì in fretta.  -Ho capito che a breve sarebbe toccato alla mia famiglia e non potevo PERMETTERLO quindi …eccomi qui!-

Giles si schiarì la voce. –Ehm..V io capisco la tua..situazione e naturalmente potrai stare qui quanto vorrai ma….non penso che Sunnydale possa essere una soluzione…. definitiva per te.-

-Rupert, Rupert,- lo canzonò Spike, sotto la patina dell’ironia era percepibile la fredda rabbia che lo stava invadendo, - non riusciresti a mentire neppure ad un bambino di tre anni.- Lo fissò negli occhi.

-Quello che vuole VERAMENTE dire Dolcezza, è che prima o poi Dracula ti troverà, e se la sua.., indugiò volutamente sulla parola,- …ossessione per te  è così forte, e conoscendo il bastardo sono sicuro di si, allora, Cacciatrice o no, l’attuale Bocca dell’Inferno sembrerà il portale di un convento di monache di clausura! Giusto Osservatore?- Lo guardò con disprezzo appena velato.

-Con molta meno “enfasi”, devo ammettere che Spike ha ragione- Giles era sulle spine,- infatti ho fatto questa riflessione…-

-Anch’io l’ho fatta Osservatore, e prima di tutti voi.- La voce di  V era imperscrutabile. -La mia permanenza qui è assolutamente temporanea.- Il tono definitivo.- A breve arriverà un..amico di un amico, tutto si risolverà nel migliore dei modi e vi libererete della mia ingombrante presenza!-, concluse ironicamente.

-E cosa farà questo “amico” per aiutarti?- Era la prima volta che Tara inteveniva, ma un oscuro presentimento…

V li guardò sorridendo.- Ma darmi un abbraccio è OVVIO.-

Il silenzio scioccato fu interrotto da Xander.  -Uff, quante storie.- Si alzò. - Se è sufficiente un abbraccio perché non lo hai detto prima? Xand-man, il sogno di milioni di ragazze, si sacrificherà eroicamente per…-

Imbecille!- , sbraitò Giles e sembrò realmente the Ripper,- Possibile che tu non riesca mai a capire un accidente!-

-Xan…-intervenne Willow, gli occhi sempre puntati su V, - Il “primo abbraccio” nel linguaggio demoniaco significa…-

-Oh Gesù…- il ragazzo la guardò attonito, crollando come un sacco sulla sedia- -vampirizzazione!-

 

capitolo 5 (prima parte) continua-

 

Masquerade

capitolo 5 (seconda parte)

 

 

 

 

                                                                                              “Questo è un buon giorno per morire.”

                                                                                                          J. Ford  -  Ombre Rosse

 

I will survive.

 

Ora incominciano i problemi, pensò lei, dopo aver sganciato la bomba.

-Io non te lo permetterò mai, QUESTO lo sai vero Dolcezza?- Eccolo il suo problema, GROSSO e CATTIVO, in pelle e cuoio, appoggiato noncurantemente ad una delle pareti.

-E quale sarebbe l’alternativa Spike?-

-Bè piantare un paletto nel cuore di quel bastardo, che tra parentesi mi deve ancora dei soldi, mi sembra un buon inizio.-

In un attimo se la trovò vicino, una lieve carezza sul volto e nessuna ironia nella voce. –Sei così… caro, ma anche  tu stai solo evitando il problema.-

-Illuminami tesoro. Imparo in fretta.-

-Vedi  ad un osservatore esterno- sembrò ripensarci- un osservatore non umano naturalmente,- il comportamento di Vlad è stato del tutto corretto.-

-Corretto?! CORRETTO?! Oltre al buon senso, Dolcezza, la  permanente deve averti bruciato anche il cervello.- Era pazza, non c’erano più dubbi al riguardo. Maledizione forse avrebbe dovuto indossare un distintivo “ Vampiro Testato dall’Associazione Mondiale Svitate”.

-Spike- era seria ora, dimentica degli altri che assistevano allo scontro verbale,- Non far finta di non capire. TU sai cosa intendo.- Voleva disperatamente che almeno LUI comprendesse.

-Vlad si è dichiarato, mi ha riempito di regali, vuole fare di me una vampira, ehm, onesta e per di più la sua Regina.- Un  sorriso di derisione rivolto a se stessa.- Insomma..un corteggiamento impeccabile, almeno all’inizio. Sono stata IO a provocare il risvolto… sanguinario di questa relazione, con il mio rifiuto.-

 Quanto le deve costare un’ammissione così? si chiese Giles, così simile ad… una condanna definitiva.

 -Potresti scappare, nasconderti per un po’..- Tara ora guardava la ragazza con una nuova consapevolezza frammista a compassione.

-Grazie del suggerimento Strega, ma il piccolo problema è che LUI ha un’eternità da spendere per giocare a guardie e ladri con me ed IO..no.- Voleva essere sincera fino all’osso, e non per loro, erano in fin dei conti degli sconosciuti, ma per se stessa –E poi gente,  a dirla tutta, io non ho la vocazione della martire e neppure dell’eroina vittoriana.  Non sono una orgogliosa Giulietta single IO e non mi vedo rintanata in un buco in qualche posto sperduto, a sussultare ad ogni minimo rumore, in fuga da tutto e tutti. Senza contare che questo mio comportamento, a lungo andare, danneggerebbe la posizione acquisita dalla mia famiglia all’interno della Camarilla.-

Il tono le si indurì. - I miei debiti li pago IO, di persona.-

-V..- intervenne l’Osservatore-…scusami, ma mi sfugge un particolare. La Camarilla a quanto so, è molto rigida e nessun clan umano potrebbe in teoria farne parte, e men che meno acquistare una posizione di rilevanza all’interno di essa. Quindi...-

Ci arrivò Anya per prima. Stupendoli tutti.

-La tua “famiglia”…-

-Sono stata trovata ed adottata dai Grindell in un vicolo di Boston South quando avevo circa tre anni. Mi hanno curata, allevata ed…amata- Li fissò con aria di sfida, sollevando orgogliosamente il capo, appuntando volutamente la sguardo su Xander che sembrava in preda ad un colpo apoplettico.

-Straordinario.-Giles la guardava come un un raro insetto- E’ la prima volta che sento parlare di demoni che adottano un essere umano.- Era eccitato come un bambino di fronte al suo giocattolo preferito,- QUESTO contrasta con tutto ciò che conosciamo sul mondo demoniaco. Se mi permettessi di intervistarti…-

Era definitivamente partito per Ricercolandia, pensò Spike mentre assimilava l’informazione.

V era vissuta, no per la precisione, cresciuta in una famiglia di demoni. Lavorava, mangiava, dormiva con loro. Che tipo d’infanzia poteva aver avuto? E i suoi primi fidanzatini? Chi erano i suoi amici? E soprattutto, Dannazione, come poteva aver conservato la sua umanità?. Non c’era finzione in lei, nè malvagità, il suo demone l’avrebbe percepita. NON che fosse una santa, questo no, ripensò a quello che LEI gli aveva fatto, che LORO avevano fatto insieme, decisamente non una santa però… l’oscurità non la possedeva.

-Ehi, ehi, ehi!! Piano un attimo.- Xander sbuffava come una ciminiera in ebollizione. Ma che avevano tutti? Non capivano?

-Riassumendo Lady Ombra, tu sei qui a Sunnydale e vuoi il NOSTRO aiuto per farti diventare un VAMPIRO?! E tutto questo perché Dracula si è preso una cotta per te e tu non vuoi che la tua demoniaca “famiglia” ne soffra?- Era lanciatissimo. - E dimmi V, quando arriva Ridge per svelare che io e Spike siamo fratelli e tu nostra figlia?-

-Ehi bamboccio non dirlo neanche per scherzo- lo fulminò Spike- questa storia dei fratelli mi fa vomitare…..-

-Piantatela voi due- interloquì Tara – così non l’aiutate di certo.-

-Ad ogni modo, chi pensa con me che non dovremmo impicciarci?- Xander  guardò i suoi amici in cerca di un appoggio- Andiamo ragazzi. Parliamo di vampiri, demoni.

E’ semplicemente…spazzatura-.

 

Spazzatura.

 

Spazzatura.

 

Spazzatura.

 

 –Non c’è bisogno che tu mi difenda, Strega – Il sorriso di V si era sbiadito sul suo viso, gli occhi erano freddi e duri ed il tremolio metallico nella voce era fortissimo. -Come si è EFFICACEMENTE espresso Xander, non può diventare un VOSTRO problema.-

Una pausa, feroce come il suo sorriso di scherno.

-Nessuna Apocalisse.-

-Nessuna distruzione di massa.-

-Neppure un gattino su un albero.-

-Non c’è problema.- Si alzò in piedi lentamente.- Rimarrò in zona solo per qualche giorno finchè tutto sarà finito, ma sarò…. discreta.-

Spike..-senza neppure voltarsi sapeva che era lì- …mi daresti una sigaretta? Ho improvvisamente deciso di riprendere a fumare.-

-Ti accompagno.- Non la voleva lasciare, era come uno specchio scuro che non rifletteva più la luce.

-Voglio stare un po’ da sola. Ti prego.- Luì annuì e la guardò uscire per poi girarsi di scatto verso i cinque che erano rimasti nel negozio.

Willow e Tara fecero un passo indietro e persino Giles assunse una posizione difensiva.

Era furioso.

Lo avevano visto ferito, esasperato, persino arrabbiato ma mai così. MAI così.

Li squadrò lentamente, soffermandosi sui loro volti. Non li avrebbe uccisi, non POTEVA ma….. era ora di togliersi qualche sassolino dalla scarpa e quella sera era proprio dell’umore giusto.

-Bene, bene, bene..i salvatori del mondo hanno i piedi d’argilla.- Sorrise sinistramente, la voce era veleno allo stato puro.

Spike..-tentò Giles, ma era come cercare di fermare un tornado con un ombrello.

-Iniziamo da te Rupert. Cosa ti ha dato più fastidio di lei? Che sia venuta con ME? Che non si vergogni di quello che E’? COSA?!!-

-Non è così semplice Spike.-

-Ah NO??- Sembrava una statua, solo gli occhi bruciavano come l’inferno.- Vedete gente, la cosa più maledettamente ironica era che VOI mi avevate quasi convinto- Alzò le braccia, quasi ad arringare una folla immaginaria- Signori e Signore ecco a voi i Portatori della Verità Assoluta, Campioni del Bene e del Giusto!- Abbassò il tono fino a ridurlo un sussurro.- Non è DIVERTENTE? Nonostante i miei 130 anni qualche volta mi dicevo, Spikey, in fin dei conti, da questo dannato chip è uscito qualcosa di buono. Che squisita ironia. L’unica cosa buona per VOI è che oggi il francobollo che ho in testa vi salva. Se non ci fosse vi avrei già strappato il cuore a morsi.- Videro la verità nei suoi occhi.

-Spike non capisci che…- Willow vacillò, trafitta dallo sguardo di lui.

-Quante volte avete aiutato sconosciuti? Cento? Mille?- Era inarrestabile.-  Ma LORO erano umani. Ops.. ma che dico, anche V lo e’. Quindi, mi chiedo, qual è la differenza? Uhmmm…- Finse di pensarci su. - E’ di un’altra città? E’ un problema di religione? Di età? Di Preferenze sessuali? –

Con una mano fece volare la sedia di fronte a lui.

-Il vero motivo è che lei è LIBERA. Ha conosciuto entrambi i mondi e ha scelto VOLUTAMENTE le tenebre. E la cosa che vi fa veramente impazzire è…che non è una “cosa cattiva”.- La voce si era innalzata e tremava per la furia repressa.- la domanda che si agita nei vostri piccoli cervellini è:  COME DIAVOLO FA AD AMARE L’OSCURITA’ SENZA ESSERNE AVVOLTA???!!-

L’ondata di rabbia era svanita, ora si sentiva stanco ed anche un po’ nauseato.

-Ed IO sarei il Baubau? L’Uomo Nero, il Gran Cattivo da cui bisogna guardarsi? IO sarei SPAZZATURA??!! Perché, siate onesti una volta,  io posso essere SOLO questo nel vostro  meschino, ipocrita, ordinato mondo da cartolina anni 50’. -

-E non sia mai detto  che lei AMI alcuni di loro, di NOI , a meno che non sia sotto incantesimo, o sia pazza o malvagia.-

-E non sia mai che LEI  ci aiuti. Ci difenda. Ci ACCETTI.

-Diventare vampiro non le servirà.- Il tono di Giles era piatto, gli occhi fissi su un punto lontano.

-Concesso, Rupert.- Era di nuovo calmo di una calma gelida, definitiva.- Ora però, sturatevi le orecchie.-

Li guardò uno per uno.

-State fuori da questa storia. Da questo momento LEI è un problema esclusivamente mio.-

-Purtroppo, Spike,  è anche MIO.-

-Angel?-

-Angel!!-

-Soulboy?!!-

 

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-Dannazione, DANNAZIONE non TU!- Perché sei sempre fra i piedi?! Quali peccati devo scontare  ancora?!!!-

-Spike la cosa non fa impazzire neppure me, CREDIMI, ma Whistler..-

-Il Cantastorie?!- Willow era stata la più rapida a collegare le informazioni.- E’ lui l’amico di V?-

-Si. Mi ha spiegato la situazione e…-

-Tu hai accettato?- Giles era stupefatto.-Angel è molto…irresponsabile da parte tua.-

-Si, Bambino Cattivo,  per punizione vai a letto senza cena!!- Spike aveva inalberato una parodia di sorriso e la solita faccia da schiaffi.

Angel lo ignorò. O almeno tentò di farlo.

-Giles, ho un grosso… debito nei confronti di Whistler.-

- Il mutuo per una villa immagino.-, mormorò sottovoce Xander, ricevendo una gomitata da Willow.

-Bè Flagello, ora che hai compiuto la tua buona azione quotidiana, perché non riporti il tuo parrucchino ingellato a L.A.?- Spike non riusciva proprio a mandarla giù.

Un lampo di irritazione nello sguardo del vampiro bruno.

-Lo farei con gioia,  ma non posso. LEI dov’è?-

I due si fissarono.

-Sire non mi servi.-

-Spike tu non riuscirai a proteggerla in eterno da Dracula ed il suo esercito.-

-Sicuro? Però sarebbe interessante vedere..non credi?-

Angel lo scrutò. Era …Spike. Solo al contempo…uguale e diverso. Tutta questa ostinazione questa passione….non la vedeva da quanto?, secoli forse. E se c’era una cosa aveva imparato sul suo irritante granchilde era che sotto gli atteggiamenti da sbruffone, da testa calda, si celava un’intelligenza lucida, affilata, un cervello di prim’ordine. E che il cervello lo aveva sulle spalle e  non fra le gambe.

-Spike tutto questo non è…. da te. Non puoi far scoppiare una guerra solo per una….- Una voce femminile gli impedì di concludere..

-Fantastico. Da “spazzatura” sono diventata una  Elena di Troia.- Era rientrata silenziosamente.-Forse dovrei andare dal parrucchiere più spesso.-

 Spike la abbracciò possessivamente, in chiaro atteggiamento di sfida.-Dolcezza questo è Angel, vampiro tutto anima &gel….il tuo futuro NON-SIRE.- Uno sguardo minaccioso.-Sire, lei è V ed è MIA!-

Un vampiro con l’anima? Pensò V. Era QUESTO che aveva in mente quel folle di Whistler? E’ possibile che sia questa la soluzione? E’ possibile che sia LUI la risposta?

Isolati da tutto e tutti, dimentichi persino di Spike che li guardava imbronciato, la ragazza ed il vampiro pluricentenario  si sfidarono con lo sguardo.

Angel non lo avrebbe confessato nemmeno sotto tortura,  ma i motivi che lo avevano spinto a ritornare a Sunnydale erano più complessi e meno altruistici di quanto si potesse sospettare.  Tutto ciò che era accaduto a L.A., Darla, Connor, lo avevano costretto  a fare i conti  con il fragile equilibrio  su cui si basava la sua non-vita. E il risultato non era soddisfacente. Si sentiva…. irrequieto. E come se non bastasse era anche maledettamente… curioso.

Ed ora che l’aveva di fronte era sorpreso da ciò che aveva trovato. Che dovesse essere bella… anche se non era l’aggettivo GIUSTO per lei, gli era sembrato logico, quasi ovvio; che dovesse essere anche desiderabile… be’ aveva visto la fame sul volto di Whistler quando parlava di lei, e quindi.., eppure, forse con una punta di presunzione, se l’era immaginata una bambola vuota, decorativa, una rara ma pericolosa miscela di vizio e stupidità nella quale affondano spesso anche i migliori.

 Ma Whistler non era un semplice uomo.

 Men che meno Spike.

E lui, forse, aveva liquidato la storia troppo semplicisticamente.

Fu V a spezzare il contatto.

-Deluso eh?!  Ma dovresti vedermi con le protesi al silicone e le lenti a contatto: farei battere anche il tuo cuoricino centenario!- Lo fissava sarcasticamente, la testa leggermente inclinata di lato, un sopracciglio inarcato in uno…spikerismo così palese da farlo quasi sorridere. Quasi.

Angel sentiva che la sua dose di pazienza, non ILLIMITATA come tutti credevano, si stava esaurendo. Prima Whistler. Poi Spike. Ed adesso…

-Qualche ora in compagnia di Spike e già formate un duo comico. Una notizia dell’ultim’ora cara. NON FATE RIDERE.- Lapidario, ma con un mezzo sorriso in volto.

Come diavolo faceva quella donna? Spike era completamente…basito.

Angel, il Re Musone, tutto rimorso e blabla aveva fatto del sarcasmo! E si era concesso PERSINO un sorrisetto.

Era così meravigliato che, QUASI  senza volerlo diede voce ai suoi pensieri.

-Sire, ma tu SORRIDI?!-

-Spike…- A V non sembrava una buona idea tirare troppo la corda.

-Dolcezza, lasciami commentare l’avvenimento più straordinario dall’avvento dell’Apocalisse.- Una pausa di riflessione.- L’ultima.-

-Spike…- Stavolta l’avvertimento era arrivato da Giles.

-Rupert, V ha compiuto IL miracolo. Come dissero della Garbo, a proposito Sire  frequentavate lo stesso parrucchiere?, LUI SORRIDE! Era dal 1852 che non avveniva una cosa del genere. E’..-

Avrebbe continuato ancora a lungo, comprese V. E la cosa sarebbe degenerata. Lo percepiva dal silenzio dell’altro, che era sempre più DENSO. Forse i presenti pensavano che il punzecchiarsi fra i due fosse una specie di… rituale. Ma LEI sentiva che stavolta sarebbe stato diverso. Non a causa di Spike ma del vampiro bruno. Coraggio, Ragazza, fai un po’ di scena.

-Mio Signore…-I due vampiri si voltarono di scatto verso V attirandosi una risatina da parte di Anya.- ..proporrei di continuare la vostra interessante conversazione in..privato.- Li guardò con aria falsamente remissiva.- Io non avrei nulla in contrario a lavare i panni sporchi in pubblico..- con un gesto indicò l’ex demone che stava tirando fuori da uno scaffale alcune bibite mentre Xander distribuiva sacchetti di..popcorn?,- però….-

-Andiamo Donna- grugnì Spike, mentre Angel con un vago cenno della mano era già uscito dalla porta.

-Arrivederci gente.-,con la manina faceva un lezioso ciao-ciao, mentre il vampiro biondo la spingeva, anzi no la TRASCINAVA via.

Non potè resistere.-Spero vivamente di avervi PER CENA una di queste sere.-

La porta si chiuse davanti a cinque bocche spalancate.

 

 

Capitolo cinque-seconda parte continua

 

 

Masquerade

 capitolo 6

 

                                                                                     “Nessuno mette la mia Baby in un angolo”

                                                                                              P. Schwayze – Dirty Dancing

 

Take a walk on the wild side.

 

Attraversarono il cimitero in silenzio, ciascuno immerso nei propri pensieri, V al centro e i due vampiri al suo fianco. Un terzetto insolito che non mancò di attirare…. curiosi indesiderati.

-Abbiamo compagnia.- Li avvisò, completamente inespressiva.

Nessuna reazione.

Si lasciarono circondare da un gruppo di vampiri. Sei o sette. Pivelli, pensò la ragazza, ed anche stupidi. Fantastico.

Uno di loro con una pancia da bevitore di birra e la barba sporca le si avvicinò, un ghigno lascivo stampato in faccia. –Ragazzi, guardate cosa abbiamo stasera.- Si leccò le labbra.- Carne fresca.-

Mentre gli altri sghignazzavano rumorosamente. V sentì che Spike le passava qualcosa. Un paletto.

Ma lei era ancora piena di furia. Non voleva uccidere.Voleva…

Lasciò cadere il paletto nell’erba soffice e fece un passo in avanti verso il vampiro e con un unico, fluido movimento, gli artigliò la faccia con le sue unghie. Gli scavò un solco lungo il viso e poi lasciò ricadere la mano inerte lungo il fianco con il sangue che le sgocciolava fra le dita.

L’altro urlò. Di dolore e di rabbia. E fece per slanciarsi contro di lei. E si ritrovò bloccato da una morsa d’acciaio all’altezza della gola. E fu allora che la paura acuì le sue percezioni su CHI aveva di fronte ed alle spalle. I due uomini con l’umana erano vampiri. Molto più antichi di lui.

-Ehi amici volevamo solo divertirci un po’..- Che diamine, ci si poteva sempre mettere d’accordo, in vita era stato un venditore d’auto usate. – Come si dice, un sorso a ciascuno…-

Lo schiocco sordo del collo spezzato e della cenere  sulla manica del cappotto di Angel.

Nel silenzio V si udì ridere di un riso sconosciuto e provocante. Era QUELLO camminare nel fondo dell’abisso? Cos’era la paura? Un sentimento buono solo per i piccoli, ignari abitanti di una cittadina di provincia. Non per lei. Non più.

-Andate via.-La voce di Spike era asciutta come sabbia.- E’ il primo ed ultimo avvertimento.-

Lentamente il cerchio si aprì mentre i vampiri si allontanavano. L’ultimo, il più giovane, un ragazzino pensò lei, li fissò e qualcosa lo spinse a chiedere.- Perché?-

La voce di Angel era profonda e terribile.- Lei è NOSTRA. Appartiene a noi. E tu ed i tuoi….amici tenetevelo per detto.- Lo guardò solo un attimo e l’istante dopo quello si era dato alla fuga.

-Sai  Flagello, quando dimentichi di autocommiserarti e mostri un po’ di fegato mi sei molto più simp..-

Si ritrovò a tre metri di distanza con un paio di costole incrinate.

-Spike…credevi che non l’avrei scoperto?- Angel era una gelida macchina mortale mentre gli andava incontro.- Non è solo il TUO odore su di lei. COSA diavolo avete fatto?-

Spike si stava rialzando lentamente, una mano sul fianco.

-Per i reclami Sire, rivolgiti allo sportello competente- Un breve cenno della testa verso la ragazza, seduta comodamente su una lapide.

-L’ho legato a me con il Giuramento.- Uno sguardo sfrontato.- Non vedo come la cosa ti riguardi.-

-Sbagliato, Dolcezza.- Spike si rivolgeva a lei ma il suo sguardo non abbandonava l’altro.- La cosa lo riguarda perché, volenti o no, io e lui siamo una famiglia ed ora in un certo senso anche TU ne fai parte.- Era di nuovo in piedi e si era posizionato tra lei ed il vampiro bruno.

-Io sento quello che provi. Ed ora lo sente anche LUI. Chiamala percezione, empatia, din-don, è un effetto collaterale del nostro piccolo patto.-

-Il Signore dei Rimorsi, qui presente vuole solo riposare in pace. Da circa cento anni.-

Sembrò raccogliersi su se stesso.- Non vuole più ardere.- Un sorriso inquietante.- E DENTRO, Dolcezza, tu bruci come l’Inferno.-

Si slanciarono contemporaneamente, snudando le zanne, in una danza mortale che assumeva, grazie alla velocità ed alla potenza dei protagonisti, le movenze di un  balletto.

E’ possibile trovarli eccitanti con il volto della caccia? si chiese V, mentre una pulsazione, un misto di paura ed desiderio, le correva lungo la pelle.

Forse Xander Harris ha ragione. Sono molto più demone di quanto creda.

Il combattimento andò avanti per quello che le parve un tempo lunghissimo.

Nessuna parola. Nessuno scambio di insulti, solo occasionalmente qualche grugnito, ad accusare i colpi ricevuti.

Se le danno di santa ragione, Ragazza. La sua vocina interna le appariva sempre di più un qualcosa di estraneo, di alieno. Pensi che sia solo per te? Non credo. Può darsi che io sia la classica ultima goccia, ma non il vaso. Su questo ci avrebbe scommesso. E avrebbe scommesso una bella sommetta anche sul fatto che il  vaso fosse la Cacciatrice. Ne era certa.

Concesso Ragazza, la incitò la sua vocina-UFO, ma adesso LEI non c’è e TU hai bisogno di entrambi, quindi perché non alzi il tuo pigro fondoschiena e non chiami il time-out?

Facile a dirsi, quanto al farsi…

Spike aveva colpito Angel con un diretto allo stomaco ma il vampiro bruno si era sollevato di scatto parando il colpo successivo ed mandando l’altro lungo per terra. In quell’attimo, V chiuse gli occhi e si mise in mezzo. Solo i suoi riflessi sovrumani permisero ad Angel  di frenare la potenza del pugno diretto contro il vampiro che giaceva a terra  e che le avrebbe spaccato la testa, ma lo slancio era troppo, e V si ritrovò sbattuta contro una lapide, la mascella insensibile e puntini luminosi che le ballavano dietro le palpebre.

-Flagello, ora che farai? Rapinerai le vecchiette? Investirai i bambini?- Spike si era già inginocchiato accanto alla ragazza a controllare i danni.

-Mi dispiace.- Era mortificato- Non ho fatto in tempo a deviare il colpo…- Una risata cristallina interruppe il flusso delle scuse.- L’età si fa sentire, eh Angel?-, mentre lei appoggiandosi al braccio del vampiro biondo si rimetteva in piedi, un po’ barcollante.- Non c’è problema. Mi poteva andare peggio.-

-Giusto.- Spike era imbufalito.- Fammi vedere.- Le voltò delicatamente il viso. Si stava formando un grosso ematoma violaceo ed il labbro inferiore era gonfio e spaccato.

-Bisogna medicarla.- Angel ancora con si capacitava di averla colpita, un  monolite di  imbarazzo in paltò nero.

-Flagello, mi hai preso per Candy la Crocerossina? Comunque ..-, rivolto a lei,- ha ragione. Andiamo.-

Ma Angel non si mosse.- V…scusami.-

Era una frase che doveva ripetere spesso, pensò lei. Forse TROPPO spesso.

Lo fissò per un breve istante e poi si sollevò sulla punta dei piedi ed appoggiò le labbra su quelle fredde  del vampiro, sfiorandole lievemente.

-Scuse accettate. Ed ora…alla Spike-Caverna.-

Gli voltò le spalle e si incamminò sorretta da Spike.

Quest’ultimo si girò a guardare il suo Gransire. Lo vide fermo, immobile,  con la bocca sporca del sangue di lei, fuoriuscito dalla ferita del labbro. Lo osservò chiudere gli occhi e sembrò combattere una  lunga estenuante battaglia interiore, per poi aprirli e leccare con voluttà il sangue di lei sulle sue labbra.

E ricambiare lo sguardo del vampiro biondo per un lungo, lunghissimo istante, mentre un lento sorriso gli stirava i lineamenti.

E Spike, l’impavido Uccisore di Cacciatrici, sentì  un brivido.

Cantastorie, pensò, non immagini neppure lontanamente cosa hai scatenato.

 

 

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Una volta dentro Angel chiuse la porta della cripta con un suono pesante, definitivo, almeno così sembrò a V.

Una porta chiusa. Se ne sarebbe aperta un’altra stanotte?

-Mia Cara Dorothy, hai lasciato la strada di mattoni gialli… ed ora dove andrai?- Era esasperante come Spike riuscisse a leggerle dentro.

-William, per l’ironia ci sarà tempo…dopo.-

Spike si girò di scatto, pronto a tutto, a mordere, a graffiare, ma non alla grande mano che gli arruffò i capelli biondi spettinandolo, riportandolo per un attimo in un passato dolce-amaro sempre troppo vicino.

Lo conosceva bene.

Angel aveva preso una decisione.

Decisamente questa era la serata delle sorprese. Guardandolo accomodarsi nella poltrona, sentì di nuovo prepotentemente quella particolare sensazione che nessun mortale poteva comprendere, l’imperiosa dolcezza del dominio del suo Gransire, l’artiglio sotto il velluto, legame forgiato con sangue, dolore e..piacere.

-L’idea di Whistler è inattuabile, V.-

Le parlava pacatamente, esponendo i fatti con nuda semplicità, mentre Spike gli si era accovacciato accanto con un gesto così naturale che V lo giudicò frutto di un vita di convivenza. Più vite per la precisione.

Angel seguitò a spiegare. – il Cantastorie aveva previsto che io  ti…trasformassi e poi con l’aiuto delle due streghe ti  avremmo dovuto sottoporre ad un rituale per ridarti l’anima. Ma da quel poco che ho visto e sentito al Magic Shop..- abbassò lo sguardo verso Spike, che gli mostrò i denti in una parodia di sorriso,-..non credo che avremo molta collaborazione.- E tacque, aspettandosi il consueto flusso di domande, spiegazioni, discussioni che una vita con Buffy prima, Cordelia poi, gli avevano insegnato a  fronteggiare pazientemente.

-Ok. Qual è la tua idea?- Dal tono si sarebbe potuto dire  che parlassero del clima.

 Stupito, guardò Spike che sogghignava divertito. –Flagello io ho già avuto la mia razione del V-pensiero, ora tocca a te.-

-Esiste… un’alternativa- Anche Angel aveva assunto la sua migliore espressione impassibile da giocatore di poker. Spike si raddrizzò di scatto. Aveva percepito una particolare sfumatura nel tono di Angel che non gli era piaciuta. Per niente.

-Molto tempo fa, mi parlarono di un rituale antichissimo del quale si è persa ormai praticamente ogni traccia.- Sembrò frugare nell memoria.-Chi me ne parlò sosteneva che il childe, sebbene vampirizzato, riuscisse ugualmente a conservare la sua..umanità.-

-Ehi Flagello, come mai non se ne sa nulla?-

Perché, Spike, presuppone che a mordere non sia un vampiro…-, una pausa, - bensì due. INSIEME.-

Sebbene la situzione fosse seria non potè impedirsi di sghignazzare intimamente nel vedere l’espressione  sulla faccia del vampiro biondo. Era…. impagabile.

-Stai scherzando. No, mi correggo, la tua versione censurata per bambini e famiglie non sa neppure COSA significhi scherzare.- Due secondi e giunse l’urlo.- E’ IMPOSSIBILE!! E poi come..- un lampo di inorridita comprensione,- ..NO. Non voglio sapere. La mia immaginazione sta già galoppando a sufficienza.-

-Potreste inserire i sottotitoli?!- toccava a V, ora, essere esasperata.- Dovrei essere IO la protagonista di questo show. Qual è il problema? –

-Nessun problema  Dolcezza. La cosa è semplicemente, FOTTUTAMENTE impossibile.- Spike si fermò un attimo per cercare le parole.- V, l’abbraccio di un vampiro è un momento di possessione esclusiva. Assoluta.  E’ l’attimo eterno in cui  vittima e carnefice sono completamente scoperti, nudi. Nessun filtro. Nessuna finzione. Nessuna MASCHERA.-

Chi è salito in cattedra adesso,  William il poeta o Spike il demone? Si chiese oziosamente Angel, mentre osservava il suo granchilde scavare un solco nel pavimento della cripta camminando avanti ed indietro.

-E’ per questo  che il legame Sire-Childe è totale ed inscindibile.- Il fantasma di Drusilla aleggiò fra i due vampiri.

-Usa il cervello, Donna-, si riscosse Spike, - cosa succederebbe se non uno ma DUE demoni rivendicassero contemporanemente la supremazia su di te? Non tutti gli umani sopravvivono ad una vampirizzazione normale…-, la guardò, quasi con rimpianto,-Tu..impazziresti.-

-Senza contare che questo non è il Circolo del  Cucito. E che io e Bat-Vamp qui presenti da soli valiamo molto di più di qualsiasi zampirone con zanne che tu abbia conosciuto. Figuriamoci insieme.-

-Quindi la conclusione è NO.-

Mentre Spike si infiammava sempre di più, Angel si era sistemato più comodamente nella poltrona, le mani congiunte sotto il mento, apparentemente rilassato.

-Ehi Tu!- Spike gli ringhiò contro. –Dì qualcosa, Maledizione! Il gel ti è entrato nelle orecchie?!! Non vorrai sperimentare con ME questa assurda teoria. Ti ricordo che in oltre un secolo di convivenza ci  siamo scannati per TUTTO, anche per il dentifricio!!-

-Tecnicamente Spike ha ragione, V.- Era  l’acuto “connoisseur” del mondo demoniaco a parlare  con distacco scientifico. Dopo il cuore, riflettè lei, la ragione.- I vampiri sono per natura dei solitari. E il senso di possesso, il piacere della dominazione, è spesso l’unica molla che ci spinge a radunarci in piccoli gruppi o…famiglie. Però mi chiedo…-

-Il Cacciatore è più forte della Preda e quest’ultima soccombe. SEMPRE.-

-Ma se due Cacciatori, due Predatori egualmente forti ed interessati alla stessa Preda, combattessero fra di loro? Potrebbe accadere che..-

-La Preda potrebbe SOPRAVVIVERE. Nonostante tutto.- Finì lei.

 

Capitolo 6- continua

 

Masquerade

capitolo 7

 

 

 

                                                                                                          “Giu’la maschera!!”

                                                                                  E.A. Poe, La maschera della Morte Rossa

 

Here comes your man.

 

-Devi scegliere. ORA.-

Angel si era alzato, e le si avvicinava lentamente. –Non preoccuparti di Spike.- Uno sguardo quasi ..affettuoso rivolto verso il vampiro biondo che si era allontanato alla ricerca di una bottiglia di bourbon e lontano da quei due che volevano farlo impazzire.- E’ un gran testone ma …ci tiene a te.-    

-E tu, Angel? TU cosa provi per me?- V voleva sapere, DOVEVA sapere.

-Ad Angel…PIACI.- Un altro passo, fino ad invadere il suo spazio vitale.

-Ad Angelus…. al mostro sanguinario che ancora vive dentro di me….piaci MOLTISSIMO.

 La sovrastava ora, e V sentiva una rete invisibile percorrerla ed un sottile languore insinuarsi dentro il suo io più profondo.- Ma io mi esercito da oltre un secolo a tenere a bada il mio demone. E sono abbastanza forte.-

Un sussurro eccitante.-TU sarai in grado di fare altrettanto?-

-L’unico modo per scoprirlo è provare, non credi?-

 

-Ehi V, Flagello, smettetela di rimuginare, è ora di ubriac…- i bicchieri caddero per terra infrangendosi con un rumore secco. Non rusciva a credere ai propri occhi.

Angel, il vampiro “L’ho fatto con la Cacciatrice  ma solo alla missionaria”, dalla vita sessuale di un paramecio, era in piedi al centro della stanza, alle spalle di V, una mano appoggiata sul fianco della ragazza, l’altra all’altezza della bocca di lei che gli stava succhiando delicatamente, sensualmente l’indice, il corpo percorso da una vibrazione continua, in risposta al basso ringhio del vampiro bruno.

Angel lo vide e gli sorrise.- Ehi William, V  vuole GIOCARE….- un sensuale mugolio di conferma mentre la sua mano tracciava il profilo di quel corpo femminile così morbido, - e due gentiluomini come noi  non possono far altro che ACCONTENTARLA, non credi?-

Li guardò.

Era disgustato.

Era ferito.

Era arrabiato.

E gli era diventato duro come il marmo.

In due lunghe falcate li raggiunse e strattonò  con forza i capelli di lei, per incrociarne lo sguardo.

-E’ QUESTO che vuoi veramente Dolcezza?- V non gli rispose a parole, ma premette il corpo contro quello di lui in maniera inequivocabile, la sensualità del gesto che strideva con la disperazione nello sguardo.

Spike capì.-Così sia.-

E mentre le due teste, bionda e bruna, si abbassavano lentamente su di lei, sdegnosi Conquistatori verso la bianca  Principessa offerta, lei ebbe un pensiero blasfemo.

 

Se QUESTO è l’Inferno, Dio, allora scelgo di bruciare in eterno.

 

--------

 

Era TROPPO. Troppo intenso. Troppo accecante.

Il respiro spezzato, un intreccio di  mani, bocche, gambe, lingue governato dall’armonico battere di un unico cuore.

Non un gesto che non sapessero osare.

O interrompere quando necessario.

V sentiva scariche di piacere correrle lungo il corpo, la mente lontana, alla deriva.

Flash brevi.

Angel, le sue grandi mani SU di lei, DENTRO di lei, che le sussurra di abbandonarsi alla marea, di perdersi.

E poi Spike.

La testa bionda fra le sue gambe, forsennato come un toro, dolce come il vento, cieco e travolgente  come un elemento della natura, i cui gesti  la terrorizzano e la esaltano al tempo stesso.

Ed ancora il vampiro biondo sopra di lei, le sue zanne a tracciare un sentiero rosato sul suo corpo.

E la lingua di Angel, bendato ed ammanettato, a ripercorrere il medesimo percorso, ora ruvida, ora delicata, verso la meta finale.

In lontananza V ode un suono, un lamento  che si alza e si abbassa di intensità, continuo, costante. E solo dopo molto tempo lo riconosce come suo.

Ed ancora, prima l’uno. Poi l’altro. Poi insieme.

Nel cervello di V i  pensieri sono fluidi e densi come inchiostro.

Mi stanno scopando.

Mi stanno uccidendo.

Mi stanno scopando a morte e l’unica cosa che voglio è che non si fermino MAI e in quell’attimo il mondo si scompose, si frantumò, l’urlo di tre voci si sovrappose  e si spense.

 

 

Sognava. Di annegare in un lago nero. Sentiva che quello era un posto di cui aver paura perché la luce non passava, non POTEVA entrare.

Però c’era l’odore. Che le piaceva. Che la invitava a fermarsi perché sarebbe andato tutto bene.

Il profumo sapeva di gigli segreti e nascosti in anfratti vellutati di verde muschio: luoghi dove il sole batte appena  e le ombre sono lunghe. E lei era così stanca…

Aprì gli occhi e affondò in quelli cangianti di Spike dove si susseguivano varie emozioni, ma la piega ironica delle labbra del vampiro la preparò all'’immancabile battuta.

Non gliel’avrebbe fatta passare liscia. Non stavolta.

-Bè Dolcezza, sei stata una vera…. rivelazione.-

Gli rispose un sorriso violento e radioso di lei, da restarne abbagliati.- Si, Spike, è stato bello anche per me.-

Lui sbuffò. –E’ stato solo un dannato miracolo che ne siamo usciti tutti e tre senza nessun pezzo in meno.- La guardò serio. –Ci hai fatto camminare su una lastra di ghiaccio molto sottile, Dolcezza.-

V lo sapeva. Più volte durante l’amplesso aveva sentito la tentazione irresistibile di provare il SUO potere su di loro, di spingerli oltre il limite. Sarebbe bastato uno sguardo particolare. O un certo gesto. E si sarebbero scagliati l’uno contro l’altro. Per lei. SOLO per lei.

-Te lo domanderai per molto tempo, Donna.- Spike le leggeva dentro come un libro, affascinato dalle emozioni che si alternavano sul suo viso.

Era ora di cambiare registro.

-Dov’è l’altro lato del triangolo?-

-E’ sgaiattolato via una mezz’oretta fa, bofonchiando di una doccia e di un pacco che aveva lasciato in macchina.-

La fissò curiosamente. -Neanche adesso ti rendi conto di cosa sei riuscita a fare, vero?-

-Cosa?-

-Era da più di una vita  che non vedevo Angel lasciarsi andare così. Ci hanno provato  con l’amore, la magia, il dolore, il sarcasmo ma lui era.. bè lui “e’” Angel. Un blocco di cemento con annesso cappotto ondeggiante. Che apriva il suo guscio solo per salvare qualche innocente e ravviarsi i capelli. E Dolcezza, fidati, sebbene tecnicamente lui sia morto, questa cosa lo stava UCCIDENDO.-

Un sorriso di derisione rivolto a se stesso. –E poi arrivi tu, sbatti le ciglia e.. abracadrabra lo trasformi in un Tarzan del sesso.-

-Spike …-

-Shh.. questo sarà il nostro piccolo segreto, Dolcezza, ma sono.. contento che tu sia riuscita a vincere la battaglia e che l’abbia reso felice. Almeno per un pò.-

 Lo guardò con occhi nuovi.-Come hai fatto a nascondergli tutto questo affetto?-

-Affetto?- Il momento delle verità era passato e Spike aveva nuovamente rimesso su la solita espressione strafottente e sarcastica.-  Donna, tra me e Mister Gel c’è sempre stato SOLO odio e rivalità.- Socchiuse gli occhi come un gatto. – Ricordo che in uno dei suoi momenti più gentili, ovvero quando non mi torturava, Angelus lesse le mie poesie e mi definì una Elisabeth Browning con il pisello. Ti sembra abbastanza “affettuoso”?!-

Eppure se, come mi dici, non ti importava nulla di lui, perché il ricordo ti fa ancora così male?, pensò lei.

E desiderò dargli qualcosa. Che lo aiutasse come lui aveva aiutato lei.

-Bè- disse lei, chiudendo con delicatezza la mano sull’oggetto in questione,- il pisello ce l’hai.-

-Quanto a come ti definiscono, Spike, quando avevo nove anni Becky Travers mi chiamava cavarape.-

- E non era vero.-

Stava abbattendo le sue certezze senza muovere un dito. E lui aveva paura. – La PERCEZIONE è tutto.-

-Balle.- Lo aveva ancora in mano e gli diede una formidabile strizzata  che gli fece un po’ male e gli trasmise una senzazione paradisiaca al tempo stesso.

-La FELICITA’ è tutto.- Una pausa.- Spike eri felice quando scrivevi?-

-Si.-

-E avevi dubbi o incertezze quando scrivevi?.- Era implacabile.

-Quando compongo non c’è niente  che farei più volentieri, Donna…-una scintilla maliziosa nello sguardo- …a parte questo!- rispose lui e con diabolica velocità fu sopra di lei.

-Oddio!- fece lei con una vocetta affettata, che lo fece scoppiare a ridere di cuore,- C’è UN PENE tra di noi!

-Tsk, tsk V, non sai più CONTARE?- La bocca di Angel le sfiorava il collo, mentre qualcosa di duro le premeva delicatamente dietro la coscia.

Un sospiro, che si trasformò in gemito, fu l’unica risposta mentre il corpo di lei, imprigionato tra quello dei due vampiri, si rianimava.

Ehi  Flagello-, lo provocò Spike, – pensavo fossi corso in una chiesa a confessare i tuoi peccatucci. E comunque..-, un sorriso licenzioso,- vedo che non hai perso il vizio di PASSARE dal retro ogni volta che ne hai l’occasione. Sai cosa direbbe Freud di questi tuoi gusti?-

-Lo so già, Spike. Feci una seduta con lui a Vienna nel 1908 ed, alla fine, fui IO a spiegargli un paio di cosette.- esclamò Angel mentre con un’unica spinta invadeva il corpo di lei, iniziando un  movimento lento e seducente.

-Il solito egocentrico.- sbuffò Spike mentre la mano indiscreta di V lo guidava dentro di sé, il volto rovesciato all’indietro, le labbra aperte a formare una O  di stupefatto piacere.

Improvvisamente Angel si fermò e gli altri due fecero lo stesso.

-V, vuoi condurre TU le danze?-

Un lieve cenno della testa e poi entrambi i vampiri sentirono il corpo di lei ondeggiare, oscillare, inghiottirli sempre di più, sempre di più. Se avesse potuto mangiarli senza far loro del male, pensò lei, avrebbe divorato i loro organi, avrebbe affondato i denti nella loro gola  e poi, quando sentì che la mordevano a fondo, che le stavano donando una nuova, oscura vita, si disse che in fondo non stava lasciando nulla di importante.

 

Nulla.

 

---------

 

Erano seduti uno di fronte all’altro in un silenzio spezzato solo dagli occasionali accordi che Spike traeva dalla sua chitarra.

Era buffo, a ben rifletterci, pensò Angel.

Gli unici momenti di tranquillità fra lui ed il suo granchilde che lui riuscisse a ricordare, li associava alla musica. Forse e’ vero che il suono placa le bestie.

L’attimo di pace era destinato a finire, sospirò intimamente, l’irrequietezza dell’altro era cresciuta negli ultimi minuti.

-Allora?-

-Cosa c’è, Spike?-

-Flagello, sei tu il protagonista di questo show. Regista, produttore e interprete principale. IO sono solo il comprimario.- Lo apostrofò irridente. –Dimmi Maestro Yoda, quando si sveglierà?-

-Non lo so.-

-Non lo sai?!-

-Smettila di fare il pappagallo. Spike. Un rituale NON è una ricetta di cucina con su scritto: “agitare due vampiri, mescolarli tra di loro, aggiungere sesso da stordire e attendere tot prima di servire…freddo”!-

-Ehi Sire, stai provando a fare il sarcastico? CON ME? Che ti prende? La tua anima è in pausa caffè?-

-Almeno la mia anima è un accessorio originale e non un RICAMBIO andato a male, Colonnello Austin!-

-Senti…- Erano di nuovo pericolosamente saliti a livello di guardia, quando all’improvviso Spike gli lanciò qualcosa che l’altro afferrò al volo. Un paletto?

Una lunga occhiata fu sufficiente.

-Se la cosa non ha funzionato, Angel…. sii veloce.- Spike lo fissava.

-Lo sarò.-

-Veloce in cosa?-

Era accanto alla porta, con la camicia di Spike indosso e nient’altro e si stropicciava gli occhi.

Entrambi i vampiri affinarono al massimo i loro sensi. Si, era una di loro, anche se….

Non sembrava aggressiva, pensò Angel, nascondendo il paletto in grembo, ma aveva inparato che con LEI le prime impressioni non contavano molto. Dovevano andare cauti.

-Hai FAME?- Spike lo schiacciasassi era andato subito al sodo.

-Un po’.- Guardata a vista, V si incamminò verso il…frigo. Aprì lo sportello e nel chinarsi mostrò loro di aver perso, oltre al battito cardiaco, anche il senso del pudore.

-Ehi V-, La voce di Spike era leggermente impastata  mentre sia lui che Angel inclinavano la testa per avere una vista migliore,- dove hai lasciato la biancheria?-

-Quella che le zanne di un certo vampiro ossigenato hanno  ridotto ad un filo interdentale?-

-Scusalo V, lui non ha mai saputo apprezzare un…fuori programma.- Angel, imitato da Spike, aveva  portato ora la mano destra sotto il tavolo e non stringeva più il paletto…. ma qualcos’altro.

-Bè…-, lei si raddrizzò di scatto, chiudendo con un colpo d’anca lo sportello del frigorifero,- già che ci sono…preparo per tutti?-

Quattrocento anni di forza, astuzia e conoscenza combinati la guardarono imbambolati, riuscendo ad emettere un flebile - Uh?-

-Siete sordi?!- Sbuffò. -Giusto, l’età che avanza.  Seguite il labiale, Ragazzi… VOLETE-CENARE- ANCHE-VOI?-

Il vampiro bruno fu il primo a riprendersi.- Ehm..certo V, se per te non è un disturbo.-

La osservarono apparecchiare il tavolo e scaldare nel microonde tre contenitori di sangue che Angel aveva portato da L.A., per poi fermarsi davanti a loro con un sorrisetto diabolico.

-Spikey, Angy la mamma non vi ha insegnato nulla?. Prima di cena,- uno sguardo significativo,- ci si lavano le mani. E ragazzi..-voltò loro le spalle, mentre un sorriso incontenibile si allargava sulla sua faccia – TUTTI E DUE…LAVATE BENE!-

La ritrovarono seduta con gli occhi socchiusi, una espressione di beatitudine sul volto,

-Gente, il sesso con voi è stato fantastico…ma QUESTA è vera LUSSURIA!-, commentò intingendo un biscotto al cioccolato nel sangue.

I due vampiri si guardarono.-Be’ Flagello, abbiamo creato un MOSTRO!-

 

 

Masquerade

capitolo 8- epilogo

                                               “..e per non scoprire, in punto di morte, di non essere mai vissuto”

                                                           R. Williams- Dead’s Poets Society

 

 

We’ll crucify the insincere tonight.

 

 

-Allora, dove mi portate stasera?-

Silenzio.

-Ehi, dico a voi. E’ il primo giorno della mia nuova non-vita e voglio andare a FESTEGGIARE!-

-Dolcezza, l’unico buco decente in città è il Bronze e non ardo dal desiderio di reincontrare la Gang stasera. Sono di buon umore ed intendo restarci!-

-Spikeeeee…. Spikino, Spiketto…-

-Flagello, falla smettere SUBITO!-

-Bambini…buoni.-

-Non  mi vorrete che sulla Bocca dell’Inferno non esiste un luogo di ritrovo “demons only”? E dove vi  riunite? Da Mc Donald?- V era ostinata come un mulo.

-Bè, ci sarebbe Willy ma è una vera bettola…-

-Io ADORO le bettole.- Battè le mani come una bambina. Vado a mettermi in ghingheri ah…- il sorriso le si spense.

-Cosa c’è Dolcezza?-

-E’ che, Spike, non ho niente da mettermi. Non posso continuare a girare con la tua camicia addosso e nient’altro, anche se…-

-Niente SE.- La guardò con un lampo omicida.- Io e Flagello troveremo una soluzione. Ehi Sire che ne diresti del tuo cappotto? Potremmo entrarci tutti e tre  comodamente.-

-V- , Angel era serafico,- sul letto c’è una scatola. E’… un regalo di Whistler.-

La videro sfrecciare in camera da letto  e dopo un po’ emettere dei gridolini di gioia.

-Donne.- Spike era rassegnato. –Vive o morte…-

-Lo so, Spike, lo so.-

 Dopo qualche minuto.-Che ne dite?- Esclamò V, facendo una piroetta.

Angel quasi si strozzò con  il brandy che stava sorseggiando mentre a Spike andò di traverso il fumo della sigaretta.

Il vestito era nero. Lungo. Di un tessuto pesante e scivoloso che la fasciava senza segnarla. Monacalmente accollato sul davanti, sul retro si apriva una vertiginosa scollatura, che scendeva fin oltre la vita. MOLTO più giù.

-Devo dire che non mi fidavo molto del gusto del Cantastorie, considerato come va  conciato in giro, ma…è perfetto V-.

-Perfetto?!! Flagello, gli ormoni ti hanno mandato in pappa il cervello. La vuoi fare uscire COSI’??!! Non basteranno tutti i paletti di Sunnyhell per impedire che provino a metterle le mani addosso, demoni e non. E TU...-, rivolto verso la ragazza che lo fissava divertita, - Cambiati immediatamente! Da qualche parte devo avere il saio di un frate a cui ho spezzato il collo un paio d’anni fa. Andrà benissimo.-

-Ora che Papà-Spike si è sfogato, possiamo andare?- V si rivolse al vampiro bruno che si stava lentamente alzando dalla poltrona.

-Solo una cosa..- Lei non vide arrivare il pugno. Ma qualcosa, un istinto la spinse a chinarsi  e con un balzo elegante spostarsi lateralmente, in posizione difensiva.

-Flagello, cosa diav..-

-Spike, guardala.- E Spike guardò. Per poi prendersi la testa fra le mani e mormorare – Maledizione maledizione…-

-Che c’è? Cosa? COSA?- V non capiva.

-Toccati il viso V-, Angel era di nuovo immobile. E V si tastò il viso aspettandosi una pelle dura e grinzosa. Nulla.

-Non mi trasformo?-

-Solo occhi e denti. Ma i riflessi, la forza, ci sono ugualmente. Credo. - Una pausa.- Sei un ibrido.-

Aspettò che assimilasse l’informazione. La portata. E le implicazioni.

-Ok. Meglio così.-

La guardarono senza capire.

-Su voi maschietti è..diverso, ma francamente il volto della caccia nelle vampiresse è, a dir poco, antiestetico. Ora andiamo. Il mondo mi aspetta!- E senza aspettarli aprì la porta.

-Non una parola, Spike.- Angel era in piedi.- Non UNA parola.-

Uscirono in silenzio.

 

------

-Serata fiacca, eh Willy?-

-Non me ne parlare amico, sono tutti rintanati come conigli. In giro ci sono due bast…- Il barista si voltò per servire il nuovo cliente.- Ohhh ..ehmm Angel, Spike che..piacere rivedervi. Iniziò a tossire ostentatamente  e portarsi una mano al petto.- Scusate, il cuore, i polmoni..ho contratto un virus sconosciuto, il mio sangue è infetto, LETALE anche per i vampiri e….-

-Dacci un taglio. E un tavolo. C’è una signora che non deve aspettare.-

-Giusto. Perché intanto non ci servi qui al bancone?- Willy si trovò di fronte ad una ragazza, una vampira, non si sbagliava mai in queste cose, dai lunghi capelli neri, che lo fissava ironicamente.

Sapeva cosa lo aspettava. Lo avrebbe strapazzato come facevano tutte le non-morte non appena si accorgevano che era umano. Questa poi, con quei due a spalleggiarla, gli poteva fare qualsiasi cosa. E nessuno avrebbe mosso un dito. Nessuno.

Una mano fredda gli si posò sulla mano che stringeva spasmodicamente lo straccio. La fissò. E vide un sorriso diretto a LUI. –Mi piace il tuo locale. E’..pittoresco. Mi sento a mio agio qui.-

Le piaceva. L’aveva detto seriamente, senza scherno né derisione. E Willy l’amò da quell’istante. Senza sapere che molti altri, prima di lui, avevano capitolato così.

Guidati da uno Willy in stato di grazia, che si affrettò persino a scostare la sedia a V per farla accomodare, i due vampiri più anziani si guardarono in giro. Angel riconobbe il giovane vampiro che avevano incontrato al cimitero. Lo vide sussultare e, dopo aver scambiato alcune frasi con altri due vampiri, uscire velocemente dal locale. Ragazzo intelligente. Si era  appena guadagnato qualche decennio in più di non-vita.

Rigirandosi, vide V e Willy parlottare come due comari, mentre Spike faceva gli occhiacci alla sua irrispettosa childe, dal momento che lo escludeva dalla conversazione.  Un altro sorriso e videro il barista capitolare e sgaiattolare nel retro.

-Cosa stai macchinando, Dolcezza?- Il vampiro biondo era curioso come un gatto.

-Ioo??!- Un candore esagerato nello sguardo. –Nulla, nulla, anzi, se permettete…ora vado alla toilette.-

Si diresse verso il retro, seguita da tutti gli sguardi dei clienti, maschili e femminili.-

Spike fremeva.- Flagello, quel vestito…se così si può chiamare….-

-Spike ho come il presentimento che, a breve, sarà l’ultimo dei tuoi pensieri.-

 La luce nel locale, già notevolmente bassa, si affievolì ulteriormente, mentre Willy raggiungeva una piccola pedana sul fondo del locale. Lo videro sollevare un grosso telo e sedersi su uno sgabello mentre la fiammella di alcune candele proiettava ombre deformate.

-Gentili…ehm clienti.- Willy balbettava, - solo per stasera.. in esclusiva per il mio locale, un numero d’eccezione. Da Boston….-

-Salve gente.- Un roco sussurro che li immobilizzò tutti.-Stasera siamo pochini ma  pensò che, nonostante tutto, ci divertiremo.-

E V cantò.

Cantò perché era la cosa che sapeva fare meglio. Era il suo DONO.

Cantò  accompagnata da un sorprendente Willy al piano che la assecondava. Cantò vecchissimi pezzi jazz. E poi blues. E lente ballate, e canzoni d’amore country. E motivi in lingue sconosciute, non umane, che commossero alle lacrime alcuni demoni.

Nostalgia di casa forse.

Cantò rivolta al cuore dei presenti.

Anche se la maggior parte non ne aveva più uno.

Li fece ridere, piangere, sghignazzare e persino imbarazzare. Fu una serata strana, sospesa fuori dal tempo e dalle regole. Perché le regole, quella sera, le dettava LEI.

 Spike ed Angel si guardarono un’unica volta, lo stesso pensiero nella mente.

Dracula non era poi così stupido. V era nata per essere REGINA.

Distolsero lo sguardo e afferrarono la bottiglia sul tavolo.

 

-------

 

Spike si svegliò con in bocca un sapore metallico ed un enorme buco nero nella memoria. Accidenti questa volta lui e Flagello c’erano andati giù pesante con l’alcool.

Ruotando leggermente la testa , mentre minuscole fitte gli trapassavano il cervello, scorse la schiena di Angel. Anche lui fuori uso. Bene, pensò, se invece di alzarmi striscio fuori dal letto, la mia dignità sarà salva.

Salì lentamente le scale.

La busta era appoggiata al tavolo. Poche parole vergate con una calligrafia sottile, nervosa. “Al mio Sire”.

-Aprila.- Angel era alle sue spalle. Entrambi avevano un unico pensiero. Fuori era giorno.

Le mani di Spike tremavano leggermente mentre stracciava la busta e cominciava a leggere adagio, a bassa voce.

“ Prima di tutto…Spike, Angel toglietevi quell’espressione da cane bastonato dalla faccia!

Questa è una lettera di saluto non il biglietto di una suicida!

Tra i vari effetti collaterali del nostro particolare “menage a trois” c’è anche la mia immunità ai raggi del sole.

Invidiosi eh??!!” I due si guardarono in faccia.

“Sono una frana con gli addii quindi preferisco andarmene così. All’inglese. Senza scene .

Non vado lontano. Torno a Boston a riprendere la mia ehm ..non-vita.

Non posso restare, lo capite? LO CAPISCI Spike?!

Stare con voi è..una droga. Intossicante. Inebriante.

A lungo andare finirei con il volere di più. MOLTO di più. E non siete pronti per questo.

Dovete prima chiarirvi le idee e poi…ne riparleremo. E quando dico chiarirvi le idee intendo parlare. NON fare a pugni.

Io sono fiduciosa . Riguardo al vostro rapporto intendo.

Spike, se ieri notte Angel non ti ha impalettato immediatamente, dopo che tu gli sei saltato sulla schiena incitandolo ad alta voce “Op, op, mio bel cavalluccio…”, c’è ancora speranza per voi.

 

E’ venuto il momento per me dei saluti.

La strada la conoscete. Spero che uno di voi due si decida, prima o poi, e venga da me.

In realtà spero che ENTRAMBI veniate da me. E NON per fare due chiacchiere.

 

Eternamente Vostra

V

 

Ps. Angel..non andare da Willy per un po’.

Per quanto Spike abbia applaudito commosso la tua performance di “Addio Mia Bella Irlanda” gli altri avventori non hanno ehm….gradito.

Un consiglio da chi è del mestiere.

Trova un altro sfogo per le tue velleità artistiche.

Il canto non fa per te.”

 

Angel chiuse gli occhi inorridito, mentre Spike si lasciava cadere come un sacco di patate sulla sedia.

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-William?-

-Uhm?-

-Cosa provi per V?- Angel si aspettava  un ringhio o un pugno ed invece alzò lo sguardò e rivide  per un attimo il volto di William Appleton, la stessa espressione cocciuta e confusa al tempo stesso.

La cosa lo commosse. E lo preoccupò allo stesso tempo.

-Flagello, mi sembri una mamma ebrea.- Lo fissava ironico.

 Un sospiro. -Spike, quando sono con te, certe volte, MI SENTO una mamma ebrea.-

-E’ perché fai sempre queste domande semplici…- ma con il pensiero era lontano, Angel lo intuiva.

-Cosa provo…Che io sia dannato se lo so. So solo che lei mi fa sentire…-

-Come?-

-Niente. Solo…sentire. Non è così dura come vuole far credere. In certi momenti quando la guardavo…- non finì la frase.

-Spike..- Angel non voleva spezzare quella fragile tregua, ma era il momento di dire  certe cose. Lo sentiva.- Sappiamo entrambi quanto sia facile cadere in certe OSSESSIONI….- E fu quanto di più vicino ad un chiarimento fra i due, l’ombra di Buffy fra di loro.

-So ESATTAMENTE a cosa alludi, Angel. Solo che per me c’era, Dannazione, C’E’ di più.-

-Io voglio andare a letto con V, triste o no, giusto o no.-

-Voglio sentire le sue mani sul mio corpo a tirarmi e schiacciarmi, toccarmi ed accarezzarmi.-

-Voglio svegliarmi e sentire l’odore della sua pelle ed il sapore dei suoi capelli.-

-Voglio le sue labbra contro il mio orecchio, il suo respiro a solleticarmi mentre mi sussurra di  farle quello che voglio, TUTTO quello che voglio.- Tacque.

-Angel, credi ancora che sia SOLO ossessione?-

 

Un silenzio complice poi…

-“Op, Op mio bel cavallino??!!!”-

 

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L’autobus della Greyhound era affollato ma, stranamente, nessuno si era seduto accanto alla ragazza pallida, dai lisci capelli scuri, vestita in jeans e maglietta nera che,con le gambe rannicchiate, ascoltava musica, gli occhi celati da occhiali da sole. Mentre le note  del cd dei Ramones “preso in prestito” da Spike  a tutto volume le anestetizzavano il cervello, lei girò il viso verso il finestrino, cogliendo fuggevolmente  l’impressione di un cartello che  esclamava enfaticamente STATE LASCIANDO SUNNYDALE. ARRIVEDERCI!

Chissà…, pensò V. prima di  rigirarsi e chiudere gli occhi,

 Una solitaria lacrima di sangue le scese lungo il viso.

 

 

Fine