THE HARSH LIGHT OF THE DAY
Author:Carmilla
Summary: Aveva perso la capacità di sorprendersi. O almeno così pensava.
Genre: Slash
Fandom:
Buffy The Vampire Slayer
Timeline:
Post
Rating:
R for sex and violence and language
Pairing: Spike/Xander
Disclaimer:
Appartiene tutto a Joss Whedon,
alla Mutant Enemy, alla
Fox. Non scrivo a scopo di lucro e non intendo violare alcun copyright
Feedback: Non fatemi supplicare che non è
bello.
Nota: Questa è la 15° fanfic scommessa. Il challenge proposto da Kaz era: “30 fic in 30 giorni. Gli altri ti dicono cosa scrivere
e tu lo scrivi.”
Cosa ha
chiesto: “Ok, ti lamenti sempre che nessuno ti chiede una storia con Spike e Xander. Fammi vedere cosa riesci a fare con questi due”.
Per Emmaline. Perché ha esaudito il mio Desiderio-fictionico.
Dal
momento che tutta la sua vita era stata una sorta di Freak Show senza il beneficio dei gadgets colorati a forma di
pipistrello e della gelatina “Occhio Umano! Garantita per i Vostri
Incubi Peggiori” ritrovarsi davanti a Spike nel mezzo di una strada di campagna
di Mobile, Alabama,
E neppure il sangue, se si voleva
essere tecnici, perché Spike e il
sangue erano stati una coppia perfetta, come Gianni e Pinotto
o Simon & Garfunkel oppure, meglio ancora come Linus e la sua Coperta,
almeno fino al Grande Boom di Sunnydale.
Grande Boom, già.
Con il passare del tempo Xander si era affezionato a questa definizione, dopo averne
usate tante e tutte differenti, con gli strizzacervelli pagati dal Consiglio
degli Osservatori, con quello NON pagato dal Consiglio che gli aveva suggerito
un’ottima clinica per disintossicarsi, con il prete messicano Padre Juan, che
aveva incontrato mentre era sulle tracce di una Potenziale di nome… Juanita, ha ha, e che, dopo le loro amichevoli conversazioni, aveva abbandonato l’abito ed ora coltivava
zucche a Selpuveda
e ne inviava a Xander un paio ogni anno, insomma di
tanti nomi, nomignoli e non era stato in
fin dei conti il Clown della Scuola?, Xander
aveva deciso che Grande Boom era perfetto.
Si poteva applicare ad
un’Apocalisse oppure allo scoppio di alcune tubature dell’acqua nella cantina
di casa.
Ma quei giorni (gloriosi? terribili? effulgenti?) erano
passati, ed ora l’unico problema di Xander era
calcolare a che velocità consumare la sua confezione di sei di Budweiser prima dell’inizio di Wheels of Fortune.
Aveva persino imparato a ruttare
in sincrono con
L’ultima volta che Willow era venuta a trovarlo (in uno sfavillio di luci e
colori e, spaventosamente, gli era parso di sentire Enya
che cantava in sottofondo), piena di buona voltà e di
occhi carichi di pietà nell’osservare il suo appartamento ( -E’ grigio-topo. Non topo-Amy
ma… topo-topo. E’così poco-Xander da spaventarmi.-,
-A me va bene così Will. Voglio il grigio nella mia vita, ora.-), c’erano state scomode frasi lasciate a metà,
conversazioni iniziate e brevemente abortite perché tutto quello che avevano
condiviso sembrava rientrare nella sezione
Argomenti-da-non-affrontare-per-non-riaprire-ferite-non-rimarginate-ma-ancora-sanguinanti,
e Xander non era ancora pronto.
E forse non lo sarebbe stato mai.
Erano volate parole secche,
nervose e gli occhi di Willow si erano scuriti in un
paio di occasioni, ma Xander
era al di là della paura, ora.
Era al di là e basta.
Quindi vedere Spike e del sangue e
una motocicletta rovesciata in mezzo ad una strada di campagna di Mobile,
Alabama,
Se non fosse stato per l’accecante
luce del giorno.
E per il battito accelerato del
cuore di Spike.
Di tutte le previsioni di Willow, l’unica che Xander poteva
in tutta onestà confutare era quella che sarebbe diventato un “grasso ubriacone come suo padre”.
La parte
“grasso”, per lo meno.
Tre anni in Africa alla caccia di
Potenziali (ed il termine caccia non
avrebbe dovuto far inarcare qualcosa più di un sopracciglio a Giles una volta
che Xander era rientrato a Londra e rassegnato le sue
dimissioni, rifiutandosi di dare alcuna spiegazione?) e una quasi-fatale
forma di malaria (unita a chissà quale altra orrenda e scosciuta
malattia, raccattata accettando di bere e mangiare strane cose per non
offendere i Gentili-Terrorizzanti Nativi) avevano lasciato Xander
con una dissenteria cronica per due anni e 20 chili in meno.
Mai recuperati.
Il suo corpo pareva
rigettare tutto ora, cibo, alcool, farmaci, sonno,
lasciando solo ossa e pelle e muscoli, gli ultimi per Gentile Cortesia del suo
lavoro, dal momento che la pensione del Consiglio non era sufficiente nemmeno a
mantenere il suo gatto e a Xander piaceva ancora
costruire cose con le mani.
Stranamente
la benda sull’occhio non era più un problema da tempo, anche se Xander si sentiva ancora bè, imbarazzato in determinate occasioni, e
ricopriva sempre l’orbita vuota prima di svegliare gentilmente le sue scopate
di una notte, di preparare loro una colazione (la sua personale risposta Anti-Faith) e di mandarle vie con la nebulosa promessa di
una chiamata.
Che
non faceva mai.
Gli uomini accettavano rapidamente
lo status-quo e solo qualcuno provava a
ricontattarlo.
Con le donne si erano create un
paio di spiacevoli situazioni ma, che
diavolo, avere al proprio attivo una Cordy-Esperienza
e soprattutto l’Anya-Esperienza bè..contavano qualcosa.
E non solo fra le lenzuola.
-Bloody Hell, hai un aspetto di merda Harris.-
-E “Salve” anche a te Spike. Essere umano non ha migliorato le tue
abilità di socializzare a quanto vedo. Ti avviso anche che stai sanguinando
sulla mia moquette.-, gli rispose dal
bagno mentre rovistava nell’armadietto dei medicinali alla ricerca di garze, antisettico ed antidolorifici. Se c’era qualcosa che aveva
imparato, dalla sua ormai decennale esperienza di lotta contro il Male era di
avere un kit di pronto soccorso ben
fornito.
E di non iniziare mai nessuna
frase con un “Io vorrei”.
-‘Fanculo. Umano solo da un mese. Ci sto ancora lavorando. Quello sarebbe un gatto?-
Xander depositò
le bende sopra il tavolinetto accanto al divano, chiedendosi se ricordava
ancora il modo migliore di togliere le macchie di sangue da tessuti e mobilio.
-Quella è Miss Kitty, Spike. Lei ha un
brutto carattere come te, ma a differenza di te non sporca. Perciò stai zitto.-
-Miss Kitty,
eh? L’originale era molto meglio di questo sacco di pulci, Harris. Ma, dal
momento che è tuo, non è possibile aspettarsi altro, giusto?-
Xander,
impegnato a decidere da quale parte incominciare a spellare la camicia intrisa di povere, sangue rappreso e sporco dal
torace di Spike si fermò.
E guardò l’altro.
Spike..bè era ancora Spike. Esteriormente, almeno. Stessi occhi
azzurri, stessi capelli biondi ossigenati anche se non pesantemente
plastificati dal gel come in passato
e stesso fisico asciutto e muscoloso che Xander aveva
segretamente invidiato per, oh,
troppi anni.
Ma c’erano sottili rughe intorno
ai suoi occhi, unghie rosicchiate ed il naso spellato, probabilmente perché
vivere nell’oscurità per 120 e passa anni non aiuta molto a costruirsi delle
difese contro i raggi UVB-UVA.
Forse l’esame del Nuovo-Spike aveva richiesto un pochino di tempo o forse
semplicemente la pazienza di Spike era breve come la sua nuova vita da umano,
ma quando Xander si riscosse si ritrovò a dieci centrimetri dalla faccia di un incazzatissimo
ex-vampiro che sembrava vedere qualcosa nello sguardo di Xander
che Xander non sapeva neppure vi fosse.
-Non ho bisogno della tua
dannata pietà, Harris!- La spinta lo fece barcollare e ricadere pesantemente
sul tappeto, il suo equilibrio leggendariamente pessimo già quando aveva
entrambi gli occhi, ora simile a quello di un panda ubriaco.
-Cazzo, Spike! Smettila di
comportarti come un bambino e fammi pulire quella ferita. Scommetto che il tuo
sistema immunitario è praticamente inesistente e che fra 5 minuti inizierai a
quotarmi Shakespeare e a parlare con i muri..-
E Signori e Signore,
Spike era ormai oltre Incazzalandia e decisamente in FuriaParadiso.
-Già detto e fatto, Amico, se ben ricordi. E se non fosse
stato per me, il tuo culo grasso sarebbe ancora sotto le macerie di SunnyHell, se non peggio!!-
Si fronteggiarono uno seduto sul divano, l’altro sul pavimento e quando Spike
non ce la fece più, il volto di Xander mostrava già
le prime crepe di un sorriso.
Che divenne risata.
E risata.
E risata.
Fin quando dagli occhi del biondo
spuntarono le prime lacrime che invocarono singhiozzi brevi, asciutti, aridi, della durata di alcuni battiti,
per poi essere ricacciati in gola ruvidamente.
Grazie alla sola forza di una
volontà ultracentenaria.
-Harris?-
-Sì?-
-Essere
umani fa schifo.-
-Ma non mi dire.Vuoi una birra?-
-Ne hai qualcuna che non sappia di
piscio?.-
Il gatto li osservava, facendosi
il bidet con la linguetta.
In particolari occasioni, determinate
ore della giornata quando Xander non ritornava
particolarmente stanco dal lavoro, o stressato dal traffico del rientro o
quando le piogge sottili ma insistenti ammorbidivano le foglie degli alberi,
l’erba dei giardini ed il cuore del capocantiere che decideva di chiudere in
anticipo, in quelle particolari occasioni Xander si
domandava se non avrebbe
dovuto insistere di più con Spike, fargli domande sul cosa, sul come
sul perché soprattutto, sul perché
qui e con lui e NON in Italia con Buffy e Dawn o in Inghilterra a tenere conferenze ad affascinati
(leggi inorriditi) Osservatori o, semplicemente, da qualche altra parte.
Eppure, osservando Spike sfogliare
distrattamente i suoi fumetti o quello che rimaneva della sua datata collezione
di porno, Xander sentiva di non poter chiedere perché
forse non avrebbe compreso le risposte. Come se Spike fosse fatto di equazioni
e calcoli differenziati e Xander fosse ancora alle
tabelline.
Certo, c’era anche il
terrorizzante pensiero che le risposte che cercava fossero chiaramente lì.
Così Xander
semplicemente non chiedeva.
Talvolta gli sembrava di vivere
non con uno ma con due animali, la prima domestica, affettuosa, amichevole, il
secondo un gatto randagio con gli istinti del lottatore di strada, pronto ad arruffare
il pelo alla minima o presunta provocazione, irrequieto,
insondabile, dagli umori mutevoli come le giornate della lunga Estate
Indiana.
Capace di tirare fuori le unghie e
graffiare nei momenti più improvvisi.
Ma c’erano anche momenti in cui
era, sembrava quasi, poteva apparire che….
-I Weetabix sono
finiti.-
-Allora?-
-Allora ricomprali, Harris. E, già che ci
sei, anche le sigarette e del JB.-
-Cristo, io odio la mia vita.-
-Anche io odio la tua vita, idiota.-
Questo non era uno di quei
momenti.
La prima volta che Spike non era
rientrato a dormire, Xander si era addormentato in
boxer ed accappatoio sul divano grigio (-Voglio
il grigio nella mia vita, ora.-) davanti al televisore e si era svegliato
al suono perforante della sveglia con le membra intorpidite, un sapore di
formaggio andato a male in bocca ed un orecchio di Miss Kitty
appiattito sulla guancia, mentre l’altro era vigile, una piccola antenna pelosa
sensibile al soffice clic della
serratura e alla pesante bestemmia di Spike, che era appena inciampato nella
cintura porta-attrezzi di Xander.
I capelli biondi erano sconvolti,
la camicia sbottonata ed il succhiotto chiaramente visibile. E se questo non
fosse stato un indizio sufficiente, l’odore di fumo, birra e sesso era talmente
potente che il pene di Xander ebbe un guizzo violento
ricordandogli che il suo limite di celibato/astinenza era stato ampiamente
superato da un bel pezzo e che il Pom Farr-xanderiano era
nuovamente ritornato.
Preciso come il ciclo lunare.
La scarica nei testicoli
lo bloccò con la bocca semiaperta e sicuramente doveva sembrare più idiota del
solito perché l’altro smise di imprecare.
-Cosa c’è ora?-
Nulla di grave, avrebbe voluto rispondergli. Mi sono appena svegliato e ho ricevuto una Sorta di Folgorazione Mistica
su te e me e il Fottuto Universo, ma per il resto
tutto nella norma, grazie.
-I tuoi capelli….-, e questa era da sempre stata la sua
arma segreta contro i vampiri.
Forniti
dell’accessorio-Anima o senza.
Parlagli dei capelli e
dimenticheranno tutto il resto.
Ma stavolta la tattica diversiva
non aveva funzionato perché Spike si era avvicinato al divano,e
all’improvviso fu su di lui e sapeva
di JD, tabacco, limone e, sorprendentemente, di zucchero e cinnamomo come i toast che mangiava da Willow
quando era piccolo e lui e Jesse erano ancora
inseparabili. Le dita di Spike si insinuarono nei capelli e tirarono mentre i suoi occhi
acquistarono una sfumatura indefinibile, quella delle bottiglie di Vodka Skyy che sua
madre teneva nascoste nella cesta della biancheria per tirarsi un po’ su mentre stirava.
Spike se la prese con calma e Xander avrebbe voluto picchiarlo, ma dopo un pò non riuscì più
a prenderla con
calma e il suo stomaco sbattè pesantemente contro Xander slap, slap, slap, il suono era osceno e Xander
si sentì come quelle ragazze nei film porno, quelle che sollevano le gambe
dietro le orecchie e supplicano per
averlo dentro e, Cristo, Xander può dire che ha capito finalmente perché.
Perché tra le parole che Spike
stava ora sussurrando, sporche, eccitanti, inframezzate
da gemiti e grugniti e cazzo e più forte e così Xander prestò per la prima volta attenzione alla Lingua
Segreta degli uomini mentre fanno sesso ed era incredibile come si sentisse usato ora.
E come non gliene fregasse
assolutamente nulla.
Quando
venne, il suo corpo era l’arco di una mezzaluna crescente.
Ora, quando Spike rientrava da chissàdove, Xander lo aspettava a
letto. Spike gli scivolava affianco e poi giù, giù, bocca, denti e respiro caldo e lui non riusciva a capire se Spike
lo stesse ringraziando
o se fosse semplicemente ubriaco e arrapato.
Anche con gli occhi iniettati di
sangue e i segni degli eccessi che stavano dipingendo una patina d’ombra sul
suo viso, Spike era ancora la cosa più bella che Xander
avesse mai avuto.
Quindi Xander
non chiedeva perché non era un suo problema e perché aveva deciso che non era importante.
Non. Era. Importante.
Punto.
Andava tutto bene.
Ogni
mattina però controllava che i pezzi della motocicletta fossero ancora sparsi
per il garage.
-Lunedì.-, sospirò Xander. –Il lunedì dovrebbe essere ufficalmente
abolito per legge. Fa schifo il
lunedì.- La colazione consisteva in caffè e waffles. Miss Kitty
era impegnata nell’attraversamento della Giungla-Cucina con l’obiettivo di Recupero&Salvataggio della Ciambella Rapita.
Missione Impossibile.
-Anche il martedì.-, grugnì Spike
impegnato a pulire un pezzo della motocicletta che ora giaceva sezionata nel
garage.
Anche il martedì cosa?-
-Fa schifo.-
Xander ci pensò su.- Cosa accade martedì?-
-Ancora umano.-
Spike si era riabituato
velocemente al cibo. Anche da vampiro, Xander
ricordava chiaramente, usava sgranocchiare qualcosa insieme al sangue.
Era il “cacare e pisciare” come si era elegantemente espresso che lo
rendevano…ehm.. scontroso.
Bloody hell, Harris, voi umani ci passate ANNI nel
cesso. E continuate sempre a puzzare.
Facci l’abitudine, si ricordava di avergli risposto, perché è quello che continuerai a fare fino
al giorno in cui morirai.
Spike si era zittito di colpo e
lanciandogli un’occhiata Xander aveva sentito un brivido
scorrere giù per la schiena nel vedere la sua espressione.
Xander aveva
deciso di non chiedere perché aveva deciso che non gli importava e perché era stanco.
-Il caffè si sta raffreddando.- Prese uno straccio e iniziò
a pulire svogliatamente il lavello.
-Il tuo caffè
sa di merda.- Spike aveva finito con il pezzo di carburatore e stava divorando
la ciambella.
-Dici la stessa cosa del mio thè.- Miss Kitty si strusciò contro il piede di Spike, osservando la
ciambella avidamente.
-Scordatelo, sacco di pulci.- La pace armata fra i due si
trasformava in guerra aperta quando c’erano di mezzo i dolci.-
E comunque anche il tuo thè
sa di merda.-
Spike, dall’insulto
Politicamente Corretto.
Miss Kitty
fissò Xander con
i suoi occhi azzurri leggermente strabici e miagolò pateticamente.
Xander ricambiò lo sguardo.
-No.-
-Meoooowwwww.-
-Ho detto di no.-
-Meeeooowwwwwwwwww.-
Xander si accovacciò e diede un pezzetto della sua ciambella alla
gatta che la prese e fissandolo fece meoooww e lo amò di nuovo.
Sollevandosi
Xander si ritrovò stretto fra il lavello e un corpo
duro e muscoloso. Il respiro di Spike gli
accarezzò l’orecchio.
-Thè di merda, caffè di merda….mmmmm.- Le mani
calde erano nei suoi pantaloni e Xander deglutì a
vuoto ed era sicuro che sulla sua erezione un ginnasta ci
avrebbe potuto volteggiare.
- Forse.. ti rimane ancora della birra?-
Dita
abili, sottili lo accarezzavano, mentre le labbra indugiavano tra l’incavo del
collo e la mascella.
-Sssssi.-
Xander aveva della birra in frigo.
E Spike lo amò di nuovo.
Il viso di Spike ora era chiuso,
ermetico.
-Esci di nuovo?-
Spike stava tentando di allacciarsi gli scarponi.
Miss Kitty continuava a
slacciarglieli.
La gatta rimase impassibile e Xander
dovette ammettere che il ruggito di Spike non era più impressionante come
quello di una volta.
-Dove vai?-
-A vedere un tizio. Per una cosa.-
-Ecco quello che mi piace di te, Spike. Riesci a dire così
tanto in così poche parole.-
-Vedi di leggere questo.- Spike
gli mostrò il medio e uscì sbattendo al porta.
Lo svegliò da un sonno inquieto il bussare alla porta.
Xander si schiacciò il cuscino in testa
ed incominciò a canterellare sul tema di Sesame Street –Non ti sento, non ti sento, non ti sento..-
Il bussare continuò.
E continuò.
Alla fine Xander si sollevò dal
letto ed ondeggiò fino all’ingresso perché cos’altro puoi fare se Spike ha
dimenticato le chiavi a chissàchecazzodioradelmattino?
Grattandosi una natica,
aprì la porta.
Xander guardò le braccia appoggiate al nulla. Spike
appariva riposato. In perfetta forma. Morto.
-Vedo.-
Il vampiro gli sorrise.- Bloody hell, hai un
aspetto di merda, Harris.-
E non era
questo un deja-vu o deja-sentu
o come diavolo si diceva in francese?
Per un breve istante Xander pensò
di richiudere la porta e lasciare Spike fuori.
Per un breve istante Xander pensò
di eseguire una vampiro-puntura con le bacchette di legno del take-away cinese della sera prima.
Xander attese che i due brevi istanti
passassero.
-Entra Spike.-
L’altro inciampò attraverso la porta e qualcosa di simile ad
una caffettiera scivolò dalla tasca dello spolverino.
In camera, Xander chiuse le tende
e si distese.
Un corpo fresco ma non freddo si accomodò accanto a lui, un
braccio attorno alla vita.
Miss Kitty li osservava dal suo
ripiano preferito della libreria, ronfando sommessamente.
-Abbiamo finito i dannati Weetabix.-
-Ok.-
Quando la mattina seguente Xander
si alzò, lasciando Spike e miss Kitty acciambellati
nel suo letto, prima di uscire per andare al lavoro si affacciò dalla finestra
della cucina sul cortile del garage.
I pezzi della motocicletta di Spike erano ancora lì.
Nell’accecante luce del giorno.
Fine.