I HATE YOU

 

Di Christalline

 

 

 

DISCLAIMER:  Questa fanfiction   non ha scopo di lucro. I personaggi di ATS e BTVS appartengono a Joss Whedon, alla Mutant Enemy e alla Fox. Uno invece, è  tutto mio.

SPOILERS: Nessuno.

LIMITI d’ETA': Nessuno.

COLLOCAZIONE TEMPORALE : Dopo le prime due serie di ATS e la quinta di BTVS.

Questa fanfic è il seguito di un’altra dal titolo ‘’Angeli o demoni’’ già  presente    in questo stesso sito. Terzo ed ultimo capitolo della   <Trilogia dell’Angelo>.

RIASSUNTO: Angel non riesce a rinunciare a  Chris e le impedisce di uscire dalla sua vita….. PERIODO:  febbraio  2007.

AUTRICE: cristalline@tele2.it

 

Capitolo III

 

I HATE YOU…

 

Erano passate   quasi tre ore, da quando Angel l'aveva vista correre via.

Dal momento in cui l'aveva attirato a sé   e  lo aveva baciato.

Era ancora  saldamente  inchiodato  dove  lei lo aveva lasciato, lì, sul tetto dell'Hyperion,  immobile come solo i vampiri sanno fare,  l'autocontrollo del proprio corpo spinto agli estremi, allenato  nei secoli dal piacere e dalle  necessità della caccia…..

Se si fosse mosso, se solo fosse stato in grado di muovere un solo muscolo, o meglio, se solo avesse voluto farlo,  probabilmente si sarebbe lanciato all'inseguimento di lei.

E non poteva. Non doveva.

L'umidità della notte e la leggera brezza che soffiava non gli davano nessun sollievo, Angel  si sentiva bruciare dentro, letteralmente.  

Il desiderio inappagato di lei, acceso da quel bacio  lo stava consumando…..

Si era preparato ad una reazione violenta.

Credeva che Chris  si sarebbe ribellata  e  magari lo avrebbe   preso a pugni, per farlo ragionare. 

Come aveva fatto sull'isola.

 Decidendo di affrontarlo fisicamente per  fargli ammettere le sue paure. Per   cancellare ogni remora e ogni tentativo di evitare l'unica  verità  che lei conoscesse……

Che nessuno dei due avrebbe potuto rinunciare all'altro, senza esserne annientato.

Se   lo  avesse   colpito o  ferito, indifferentemente a mani nude o con un'arma,  lui  non avrebbe reagito, no…..

Avrebbe pagato il prezzo per il  suo dolore.

Se lei   gli avesse   urlato  contro decidendo di umiliarlo con le parole,   lui si sarebbe sentito in pace, in qualche modo.

L'astio e il rancore, insinuandosi pian piano,  nel suo animo, la avrebbero aiutata a dimenticare.

Le avrebbero insegnato,  giorno dopo giorno, ad odiarlo, distruggendo così il suo amore.

L'amore che lei sentiva per  un   vampiro    sudicio e   malvagio.

E vigliacco, per giunta. Tanto vigliacco da non poter affrontare nemmeno il pensiero  di perderla.

Lui la conosceva.

Chris era fatta così.

Reagiva al dolore con la rabbia. 

Invece  quel bacio aveva sgretolato tutte le sue   migliori difese.

Lo aveva fatto precipitare, pietrificandolo,  nel rimpianto e nella collera   vibrante che sentiva in sé, per  aver dovuto di nuovo prendere una decisione così dolorosamente giusta e  ……inevitabile.

L'anima e il cuore urlavano, dentro di lui.

Urlavano contro l'iniquità della ragione. E per il bisogno di stringerla ancora a sé  e di …averla.

Un   fuoco, dentro, profondamente devastante. Ed intimamente distruttore.

Che lo avrebbe avvelenato. Consumato. Annientato. Lentamente, ma dolorosamente.

Angel lo sapeva.

Lo sentiva.

 

Decise  finalmente    di  scendere  nella hall e,  nonostante fosse molto tardi, inaspettatamente,  vi trovò  Cordelia.

Ufficialmente ancora al lavoro,  alla ricerca di informazioni su un cliente tramite Internet.

Ma che  in realtà  lo stava aspettando.

Angel non le rivolse parola, ma a lei bastò un'occhiata al suo amico per accorgersi che era sconvolto.

Lo vide  dirigersi  spedito verso il suo ufficio e chiudersi la porta alle spalle.

Lo vide sedersi nella sua   poltrona  e appoggiarsi al grande schienale, per poi massaggiarsi la fronte e  gli occhi. Un gesto tipico di Angel, quando la stanchezza  e la tensione diventavano eccessive……

Aspettò qualche minuto, poi, dopo aver bussato ed inutilmente atteso una risposta, si fiondò nel  piccolo  ufficio. Gli si parò di fronte, a braccia conserte, esigente.

 ''Si può sapere cosa è successo tra voi due?''

Lo apostrofò.

''Prima  Chris  che è schizzata via senza dire una parola, ora tu con quella faccia da funerale!''

Angel  la guardò come per pregarla di non intromettersi, ma Cordelia  non tacque.

''Senti Angel, capisco  che  ciò che le è successo vi abbia sconvolto, ma la tua reazione, ne sono sicura, deve essere stata eccessiva. Tu sei sempre eccessivo, in certe situazioni, anzi spesso, a dire il vero……e comunque non me ne andrò di qui fino a che non mi avrai dato una esauriente spiegazione! Mi conosci, sai che mantengo sempre la mia parola!’’

Angel  ora  fissava  un punto indefinito del soffitto, con la testa mollemente adagiata all'indietro.

''Le ho detto di andarsene.''

''Cooosa….?...E perché? Lei è l’unica  che hai a questo mondo!''

''Proprio per questo. Non potrei mai perdonarmi se le  succedesse  qualcosa.  Lontano da me sarà al sicuro.''

Finalmente Angel ebbe il coraggio di  guardare  in viso la sua amica. L'espressione stupita e un po’ seccata di Cordelia virò verso la tristezza quando i suoi occhi nocciola incontrarono quelli bruni del vampiro. Feriti. Vuoti.  E   che brillavano per  le lacrime versate.

Cordelia in quel momento  si rese conto di non aver mai visto Angel piangere, ma  di  certo non perché se ne vergognasse.

Perciò le fu evidente che stesse soffrendo. E  molto, anche.

Lo incalzò.

''Al sicuro da che cosa Angel? Forse dai tuoi nemici e …magari anche da te!!Ma  dai  demoni e  dai vampiri? E  dai malintenzionati, da coloro che vorranno solo approfittarsi di lei, dagli altri insomma…''

''Chris è forte, conosce la natura umana e anche quelli come me. Saprà difendersi.''

''Si, sarà anche forte ma in questo momento è solo una donna in un momento difficile, con le idee confuse per quello che le è successo. E tu l' hai mollata come farebbe un qualsiasi uomo di strada. Ti sei comportato come un ……bastardo!''

A quella parola,  Angel  trasecolò. Cordelia non lo aveva mai definito così, prima di allora.

Era seccante, però, che lei non volesse capire.

''Fermala, non permettere che vada via…….te ne pentirai!.''

Lo supplicò Cordelia, che aveva aggirato la scrivania e si era avvicinata a lui, costringendolo ad ascoltarla, afferrandolo scuotendolo per un  braccio per essere sicura che lui l'avesse sentita.

''Angel, sei stato solo per tanto tempo. Non è giusto che tu   debba rinunciare a lei. La solitudine ti distruggerà!''

Angel prese le sue mani tra le proprie  e con dolcezza  si alzò, voltandosi  verso di lei.

I suoi occhi  e il  suo   volto  mal celavano la sua  sofferenza.

''Non ne sono degno, Cordelia… ….''

''Non dire così…''

''Tu non l'hai vista….Voglio dire……trasformata. In  quel  mostro. A causa mia. Una creatura orribile, pronta solo ad uccidere. Com’ero io. E lei non merita questo….. ''

''Ed è per questo che hai pensato di punirti da solo mandando via l'unica donna che può amarti senza farti impazzire e ritornare cattivo?''

Angel   trasalì, guardandola basito.

Cordelia era sicura di non poter nemmeno immaginare  quanto gli fosse costato allontanarla da lui. Dover sembrare spietato e freddo  e    sentirsi invece annichilito dal dolore  del distacco.

''Angel, lei era una benedizione. La tua personale benedizione, direttamente dalle Forze dell'Essere. Per te. Soltanto per te. Affinché tu ti sentissi più forte e  continuassi  la tua lotta. Questo è ciò che Loro vogliono da te. Che tu continui per la tua strada senza  più  voltarti indietro  e lei era la conferma a  tutte le  tue speranze  di redenzione .''

Alle sue parole, Angel   sembrò scuotersi , finalmente,  dalla nebbia  di dubbi  e rimorsi  da cui si era fatto avvolgere   e  ….reagì. Si alzò di scatto in piedi, agitando nell'aria la mano con quel suo gesto così tipico di quando impartiva un ordine.

''Cordelia, chiama tutti gli aeroporti . Cerca  di sapere su quale volo si trova.''

''Come fai a sapere che non è andata alla stazione dei pullman o a prendere un treno?''

''Lo so e basta! Fallo!''

 

 Angel si era  ricordato di quando, in  una delle tante nottate di caccia ,  si erano  seduti su una panchina nel parco, prima di quel maledetto  viaggio nel passato.

Chris aveva alzato la testa per rimirare le stelle e aveva notato le luci di un aereo di passaggio.

Se ne stupiva sempre, quando ne vedeva uno.

Ridendo, con lo sguardo ancora fisso sul velivolo che sembrava galleggiare nella notte, gli   aveva confessato i suoi pensieri.

''Non capirò mai come  fanno i passeggeri   a sopportare lo  sconvolgimento di stomaco che ti  prende  quando  l'aereo decolla o atterra.''

''E tu che ne sai? Sei   mai stata su un aereo?''

''Sì, una volta. Dopo la morte di  Michael. In un momento di tristezza, l’ ho trovato consolante……''

Chris  aveva abbassato  la testa, fissando distrattamente una lattina di birra vuota, per terra davanti a lei, e calciandola via .

''Hai nostalgia delle tue ali? ''   Le aveva chiesto Angel. Piano. Quasi con deferenza.

Chris aveva esitato, prima di rispondere.

''Non  ne sono sicura….si,  forse sì. A  volte mi  sorprendo a  pensarci….’’

‘’Erano magnifiche….''  

Aveva esclamato Angel, piano, quasi in un sussurro…..

Io le ho viste. Pensò. Ma impietrì, quando si rese conto dello sguardo indagatore e incuriosito di Chris puntato inesorabilmente su di lui.

Si era tradito.

Il panico lo colse,  ma da esperto simulatore qual era, tentò  subito di distogliere l'attenzione della ragazza, che sembrò perplessa, ma non volle insistere.

''Cioè, dovevano essere…magnifiche!''

 Si corresse.

L'immagine di Chris  che lo affrontava,   fasciata della propria corazza e quella delle sue piume che lo avvolgevano e  stringevano  saldamente,   riempì la mente di Angel, colmandola di tenerezza e   tristezza insieme.

Forse avrebbe dato  via  la sua anima, pur di rimediare al   torto che sapeva di averle fatto. Ma non riuscendo    ancora a pentirsene.

Se fosse tornato indietro di nuovo  non avrebbe esitato.

''Le mie erano  bianche,  striate qua e là di nero.''

''Cosa?''     La voce di Chris  lo scosse   dai suoi pensieri. La guardò trasognato.

‘’Questo particolare lo ricordo bene. Ma…… Angel? Ti senti bene? Mi sembri…distratto. Qualcosa non va?'' 

''No, no…..Scusa. E' che cercavo di immaginare come potesse  essere……volare?''

''Io mi sentivo… bene. Credo. Non  ho ricordi precisi, solo frammenti di sensazioni, percezioni confuse. Credo di averlo persino sognato, qualche volta……il  vento in faccia e  i capelli scompigliati  mi mettevano allegria e nonostante l’altezza sentivo uno strano calore. Più volavo e più sentivo quel calore crescere  dentro di me……. ''

''Doveva essere…..bello.''    

Mormorò Angel, rabbrividendo, ma ostentando una calma assoluta.

''Sì…splendido. ''

Ammise Chris.

E io ti ho condannata al  dolore e alla precarietà di una vita mortale.

E forse anche  all' Inferno.

Angel avrebbe tanto voluto urlare al vento quest' ultimo pensiero. Ma non poteva.

L'aveva  condannata con la sua indecente bellezza e con la sua forte volontà di averla per sé stesso.

L'aveva  strappata al suo destino di essere celeste, campione, per natura divina, delle  Forze dell ' Essere.

E le aveva taciuto  la   verità. …..Chris avrebbe anche potuto odiarlo, principalmente  per questo.

 

Cordelia si mise  al telefono. Passarono una decina di minuti, durante i quali Angel  passeggiava  nervosamente avanti e indietro per la hall…

''Ecco, trovata!….Volo 506 per Washington tra 15 minuti!''

Angel  corse via, sperando  di arrivare in tempo.

''Grazie tante Cordelia…..Oh prego, non c’è di che!!''  

Esclamò Cordelia tra se e sé. Per nulla stupita che il suo amico si fosse dimenticato di ringraziarla  per quello che aveva fatto.

Ma contenta nel vederlo correre via in fretta e furia all'inseguimento della donna che amava.

Ancora una volta i suoi consigli lo avevano convinto a prendere la decisione giusta, invece che perseverare nel suo errore.

Appena entrato  in  aeroporto, il  cuore  di Angel si riempì di angoscia per la paura che fosse ormai  troppo tardi per fermare Chris.

Corse all'impazzata verso il terminal  indicatogli da una hostess.

Ma la sala d'imbarco si era già  svuotata.

Tutti   i  passeggeri erano  già  saliti a bordo dell'aereo, ed  i   portelloni  erano  stati chiusi.

Quel lato dell'aereoporto era fatto di  una grande vetrata, dalla quale si potevano osservare  gli aerei agganciati ai  terminal che, lentamente, rullando sulla pista ,  si avviavano  al decollo.

Si riusciva a distinguere persino   le persone  imbarcate sull'aereo  e sedute accanto ai  finestrini .

Una di queste era Chris, che chiusa dolorosamente nei suoi pensieri,  sembrava non badare a niente e a nessuno.

Lei non vedeva l'ora  di allontanarsi da quella città .

La città di Angel.

Ma sapeva benissimo che non sarebbe servito.  Lui ….

Era semplicemente impossibile da dimenticare.

Una emozione  improvvisa  le  turbinò nello stomaco. 

E seppe che lui era lì.

Alzando gli occhi e guardando fuori del finestrino,  lo vide.

Angel era  appoggiato con le mani alla vetrata e stava cercando di dirle disperatamente qualcosa.

Ma era davvero troppo tardi…….

Sotto gli occhi atterriti del personale, Angel fece tre passi indietro e si lanciò contro la vetrata, infrangendola  e cadendo   sulla pista.

Alzatosi, corse vicino a uno dei camioncini di servizio dell’  aeroporto.

C’era  un uomo che lo stava riportando indietro.

''Segui quell’aereo e fermalo!''

Angel  assunse il suo vero aspetto per convincere il malcapitato autista a fare ciò che gli aveva  ordinato. Atterrito, l'uomo  obbedì e i piloti, vedendosi abbordati, rallentarono  l’aereo fin quasi a farlo fermare.

Nell'aria si  sentivano già le sirene della polizia che stava per arrivare…....

Chris,  intanto, approfittando della confusione   creatasi a bordo per il gesto di Angel, scivolò fino al montacarichi interno dell’aereo e senza farsi scorgere da nessuno scese  fino al bagagliaio, due livelli più sotto.

Prima che l’aereo  tornasse   a muoversi aprì il portellone e scese, nascondendosi dietro un casotto di controllo  per non farsi notare da nessuno.

Da lì vide arrivare  i poliziotti,   che arrestavano   Angel e lo costringevano a salire in una delle loro macchine, per portarlo in centrale.

Lo aveva visto opporre  resistenza. Evidentemente non voleva  andarsene prima di  riuscire a parlarle ma alla fine era  stato  obbligato a venir via.

Sembrava disperato. Pensò Chris.

Dopotutto Angel era convinto che lei  fosse ancora sull’aereo  che riprendeva  la sua corsa sulla pista e stava andando via.

 

Nella stazione di polizia, Angel   fu rinchiuso  in una delle stanze che veniva  usata per gli interrogatori. Quando i due detective incaricati di interrogarlo entrarono nella stanza, lui era  seduto, ammanettato e guardato a vista da un agente  armato.

Aveva lo  sguardo fisso nel vuoto……

Una voce amica riuscì a scuoterlo.

Era la voce di   Kate, la poliziotta che lo conosceva  da  tempo e a cui lui aveva salvato la vita, in una notte di disperazione.

Uno dei due  detective assegnati al suo caso.

L’altro era  un  uomo, bruno, sui quaranta,con espressione risoluta sul viso.

All'agente  di sorveglianza fu ordinato di uscire.

''Ciao, Angel.’’

Kate si sedette sulla sedia accanto a  lui, allo stesso lato del tavolo.

‘’Spero che tu abbia una ottima spiegazione. Stavolta sei in guai seri! L’accusa è di atto terroristico e tentata strage.''

Angel non rispose. Anzi non la degnò nemmeno di uno sguardo, come se la cosa non gli importasse, tornando a fissare di nuovo  il muro vuoto dinanzi  a lui.

''Ehi, hai sentito quello che ti ha detto? Ti conviene collaborare se non vuoi passare i prossimi vent’anni  sottochiave!!''

Il poliziotto aveva afferrato Angel per il collo del maglione  e lo  aveva scrollato, più di una volta, ma  l 'unico risultato che ottenne fu che Angel  lo  fissava   ma   sempre senza rispondere alle domande.

Kate si sedette sul bordo del tavolo. Più vicino a lui, allontanando con un gesto il collega.

''Avanti.. Angel …..non posso aiutarti se non mi parli. Lo so che tu non sei un terrorista, ma devo capire  perché l’ hai fatto. L’accusa che ti hanno addossato è molto grave…aiutami a tirarti fuori di qui. Se finisci nella cella sbagliata, lo sai cosa può succedere!''

''Sì, una bella cella rivolta ad Est. Così sarà tutto risolto!!''

Improvvisamente aveva parlato.

Kate   non riusciva a credere  alle sue orecchie.  Non aveva  mai visto Angel  in quello stato. Passivo, indolente e ……triste. Maledettamente triste.

Qualcuno bussò alla porta.

''Avanti!'     Disse Kate.

La porta si aprì. Era una donna,una collega , che  invitò con un cenno Kate ad uscire fuori.

Nella stanza Angel  e il poliziotto rimasero   soli…..

Il detective decise di non aspettare la collega e cominciò ad  inveire contro Angel.

''Bene. A quanto pare sei in preda a  manie suicide. Cosa c’ è che non va? Ti sei fumato il cervello  e poi sei corso all’ aereo porto a fare l’eroe?''

Non ottenne nessuna risposta. E ciò lo fece infuriare.

Decise di dare  un  pugno ad Angel  che non reagì.

Ma quando si preparò a dargliene un’ altro Angel  gli bloccò la mano afferrandogli il polso. Finalmente lo guardò negli occhi,  minaccioso…..

''Non toccarmi di nuovo o …..te la stacco!''

''Bene, bene!''    Mugugnò  l'altro.

''Minacce  a   pubblico ufficiale. Ti consiglio di chiamare il tuo avvocato prima di peggiorare ancora la situazione!''

Angel mollò la presa. Il poliziotto era paonazzo dalla rabbia.

In quel momento Kate rientrò.  C’èra  qualcuno con lei, ora.  Un’altra donna.

Angel  balzò in piedi quando la vide. Era … Chris! 

A quanto pare non era    più  partita.

Angel si alzò di scatto dalla sedia per andarle incontro,  stupito e contento, ma non fece nemmeno un passo che il poliziotto si avventò su di lui e lo bloccò con la faccia al muro.

''Chi ti ha detto di alzarti! Eh?''

''Lascialo stare, Tim!''   Gli gridò Kate, separandoli.

''Tu lo sottovaluti, Kate. Questo individuo è pericoloso!''

''Non dire scemenze Tim!Io lo conosco bene! Per favore, vai a prenderti un caffè.''

''Davvero? Ne sei sicura?''

''Si, vai, non preoccuparti.''

Il poliziotto si aggiustò la giacca  e con  aria contrariata uscì dalla stanza.

Chris si avvicinò ad  Angel  e lo abbracciò  forte.

Lui  non poteva  ricambiare la stretta perché aveva  ancora le manette ai polsi, ma si lasciò volentieri  stringere.

Il suo volto era sorridente, adesso. E i suoi occhi…I suoi occhi erano neri tizzoni ardenti.

Kate quasi si stupì del cambiamento repentino  che  lesse   sul suo viso.

In pochi secondi  il suo umore era virato dalla cupa disperazione alla gioia più assoluta.

Questo le fece capire che molte cose  gli erano accadute da quando lui l'aveva salvata da sé stessa.

''Bene, Angel. La tua amica mi ha detto tutto. Le accuse sono state ritirate. Restano i danni materiali da pagare, ma non c’è altro. Potete andare subito, prima che faccia giorno…..''

Kate liberò i polsi di Angel dalle manette.

''Angel, vorrei sapere una cosa da te…''

Mormorò Kate.

''Pensavo di averti già spiegato tutto….''    

Intervenne Chris.

Angel fece un cenno a Chris suggerendole di lasciarla parlare.

Fissò gli occhi azzurri di Kate. Un azzurro così diverso da quelli di  Chris  ma,  come i suoi, ricolmi di umanità.

Si  massaggiò  i polsi indolenziti , mentre Kate finiva di spiegarsi.

''Sì, tu sì. Ma io voglio sentire anche la  versione  di Angel. Voglio capire perché uno come lui all’improvviso abbia così paura della solitudine da fare quello che ha fatto.''

''Perché ho deciso che non mi allontanerò  mai più dalle persone che  …. amo. E' troppo doloroso.''

Angel   prese le mani  di Chris tra le sue e  la guardò negli occhi.

''Avevi ragione tu….Io non stavo dicendo sul serio. Io…''

Chris gli sorrise. E  gli mise una mano sulle labbra per impedirgli di proseguire.

Sapeva che per lui era penoso anche soltanto ripensarci. O parlarne. Come per lei , del resto.

Il dolore del distacco era stato troppo intenso, profondo.

''Lo  so. ''

Gli rispose, con semplicità. E con l'amore  e  la tenerezza nello sguardo.

Angel sembrò tirare un inutile sospiro di sollievo. E il suo volto tradiva  una stanchezza  che Chris non gli aveva mai visto. La stanchezza di chi ha visto il proprio mondo crollare all'improvviso come un  castello scosso nel profondo delle  proprie fondamenta.

Il profumo di Kate lo strappò a quello sguardo.

Si rivolse  a lei.

''E tu come stai?''  

''Ora bene. Dopo qualche mese, grazie ad un  vecchio amico di mio padre, hanno riesaminato il mio caso e sono stata riammessa nel corpo. Ora faccio di nuovo quello che so fare meglio. E non temere, non farò mai più una cosa stupida  come quella…''

Nella  mente di Angel   era ancora  nitido il ricordo della notte  in cui  la giovane poliziotta aveva deciso di uccidersi, con alcool e barbiturici.

''Addio   detective Lockley… Grazie.''           

''Addio Angel e grazie anche a te.''

A sua volta Chris fissò Kate  negli occhi. E vi lesse affetto e dolcezza per il suo uomo. Ma la cosa non la turbò affatto. Angel la amava. E lei non temeva rivali nel suo cuore……

 

Poche ore dopo Angel e Chris erano  nella suite di Angel, all'hotel.  

Si  erano  adagiati sul letto, Chris  seduta con  le spalle appoggiate alla testata di legno , mentre Angel era  sdraiato sulle coperte, su di un fianco,  con la testa e un braccio  abbandonati  sul suo grembo, in silenzio …….

Chris  aspettava  che fosse  Angel a parlare per primo, nella calma e rilassata quiete dell'hotel.

E finalmente lui si decise a farlo.

''Non potrò mai essere un buon compagno.''

Le disse a bruciapelo, senza scomporsi, ancora abbandonato   sul   corpo  della sua compagna.

Diretto e   sincero, come sempre.

''Lo so…. mi basterà che tu sia te stesso.''

Angel trasalì. Alzò il capo per fissarla.

Non sapeva se essere lusingato o   ferito da quella risposta così semplice e spontanea.

Chris gli accarezzava i capelli, arruffandoli e scompigliandoli fino alle radici. Ma ad Angel ciò non sembrava dispiacere.

''Tu lo sai di cosa sarà fatta la tua  vita, d'ora in poi, se decidi di rimanere qui. Di sangue, di lotte, di rischi continui…..''

Con la mano, Chris, dolcemente, gli accarezzò  il mento per costringerlo a continuare a guardarla.

Impedendogli  di abbassare gli occhi  per  la  tristezza e  la gravità di ciò   che le aveva appena ricordato.

''So che non la pensi così, ma  nonostante tutto  io mi sento invece una donna fortunata. Ti avrò sempre  al mio fianco, fino alla fine dei miei  giorni. Giovane e …forte, fino all'ultimo. Ma ….tu? Al contrario di te, io non resterò bella e giovane per sempre.''

Angel   le risalì  di   fianco,  scivolando  vicinissimo a lei, con  il  viso e le labbra  a pochi centimetri da  quelle di Chris. Guardandola negli occhi, con tenerezza  infinita.

''Una vita intera insieme a te ….io….la desidero davvero. ''

'' Ma accetterai di perdermi, prima o poi ?''

Gli sussurrò. 

Gli occhi di Chris  divennero scintillanti. Lucidi  di emozione e, per questo,  ancora più belli.

''Non saresti la prima, che  vedrei invecchiare. Quando sei immortale,  è inevitabile. Gli altri  se ne vanno. Tutti. Io resto.''

Le confessò. Amareggiato. Accarezzandole piano il viso e la bocca.

Tutta la rabbia e la tensione nelle mente e nel cuore  di Chris si sciolsero.

Il nodo alla gola che l'aveva attanagliata nel momento in cui aveva baciato Angel prima di  scappare via, finalmente si dissolse, lasciandola di nuovo libera di respirare a fondo.

Un peso angoscioso  le era gravato sul cuore, fino a che non era giunta in quel distretto di polizia  ed Angel  l' aveva riportata a casa. 

Nella sua casa. Nel suo letto.

Con la mano Angel le sfiorò ancora i capelli e un orecchio, per poi scivolare, con dita leggere, fino  al mento.

Quasi  timoroso di  baciarla.  E di toccarla.

Negli occhi di Chris  gli sembrava di leggere  ancora  l'ansia e  l' insicurezza causate dalle sue cattiverie, da quelle parole che non potevano  venir dimenticate tanto facilmente da nessuno, neppure da una persona con un cuore grande come quello di Chris.

Ne avrebbe  pagato  il prezzo. Ne era sicuro.

Angel conosceva  bene le donne, il loro modo di ragionare e sebbene Chris  non fosse stata concepita come tale, ora lo era, in tutto e per tutto.

Forse quella notte  lo avrebbe respinto . E  avrebbe fatto male. Tanto.

Invece la ragazza  lo sorprese.

Il piccolo, tenero broncio che lei aveva continuato a  tenergli, diventò un fiume di parole.

''Che ci importa se  trameranno cose orribili ai nostri danni? Io ho fiducia in te. So che farai sempre di tutto per proteggermi. E io farò lo stesso…..E ti amerò, anche quando non lo meriterai…..In quei momenti avrai ancora più bisogno di me e del mio amore e  io combatterò  contro chiunque cercherà di distruggerlo. E' una promessa.''

Chris sfiorò il torace di Angel mentre  pronunciava  quelle parole.

All’altezza del suo cuore.

Era un  giuramento.  Il giuramento di un 'anima  ad un'altra.

Angel sorrise. Commosso ed eccitato. Questa era la vera Chris. Testarda e risoluta fino in fondo.

L'azzurro dei suoi occhi risplendeva di  emozione.

……Ma  anche di  ira repressa.

''Eppure non ti ho ancora   del tutto perdonato per quello che  hai detto……  Le tue parole sono state così…..Sei un vero bastardo quando vuoi! Bastardo e arrogante!''

Aggiunse, guardandolo con durezza, ora.  Allontanando la sua mano dal proprio viso.

''Lo so. Se ti può consolare, non sei la sola a pensarlo. Credimi.''

Non c' era   ironia nelle parole di Angel.

Anche Cordelia mi ha chiamato così, proprio ieri…guarda che combinazione……

''Davvero?Allora te lo ripeterò fino alla nausea….sei un vero e autentico  bastardo. Uno con la B maiuscola.''

Chris  si accalorò.  Lo avrebbe fatto infuriare, ma sarebbe stata sincera sino in fondo.

''Bastardo! Sei un vero……..''

Angel la interruppe con un bacio. Profondo ed intimo. Capace di cancellare qualsiasi  inibizione, con il suo intenso calore.

Chris si staccò dalle sue labbra e  lo fissò, intensamente.

Chiaramente turbata. La sua rabbia era evaporata all'istante, come dispersa da un colpo di vento.

''Hai intenzione di parlare fino a domani o hai intenzione di   punirmi  davvero   per quello  che ti ho fatto?'' Angel   le  sorrise, con gli occhi imploranti e …. un po’ allusivo.

Gli sorrise a sua volta, anche lei  allusiva.

''D'accordo. Se me lo chiedi tu…..''       E gli si strinse più vicino.

''Hai, hai!!''  Esclamò Angel ridendo. Con il viso  corrucciato da una ridicola  smorfia.

Di dolore e  piacere nello stesso tempo.

Chris, con la mano sotto alla camicia, gli stava  tormentando  senza pietà il torace, nei punti più sensibili…..Tanti piccoli pizzicotti   sulle delicate areole dei suoi capezzoli.

''Basta, basta! Hai vinto tu! Mi arrendo! Non lo sopporto, quando mi tocchi così….''

Le sorrise  ancora, allargando le braccia in segno di resa.

Finalmente  vide Chris  più serena.

E si distese   per tutta la lunghezza del letto.

Dandole campo libero e spazio di manovra.

''Che altro mi permetterai di farti?''   Gli sussurrò Chris, ridendo, divertita da  quella  sfacciata   e     seducente, nonché finta,  sottomissione.

''Tutto quello che vuoi. Tutto…..mettimi alla prova.''

Disse Angel, improvvisamente serio, mentre si  spogliava, liberandosi della camicia, che   lasciò  scivolare  per terra, sulla moquette.

Provocandola senza ritegno, attraente e bellissimo come sempre.

''Baciami. ''  

Le  ordinò.

Sensuale e maschio  fin nel midollo.

E il sangue di Chris prese fuoco.

 

Gavin uscì dal suo ufficio al solito orario.

Nel corridoio incrociò Lilah.

Alta e sottile, bellissima, come sempre.

''Ciao, Gavin…..Già a casa?''

''Non credo che  ciò ti riguardi.''

Rispose, seccato.

''E' vero.''    Aggiunse Lilah.

''Mi raccomando, chiudi bene la porta una volta a casa. Non invitare nessuno ad entrare…''

Aggiunse, perfida.

''Perché parli così?''

''Oh, niente……''   Rise, mentre si allontanava.

I sensi di Gavin si  allarmarono. Una strana inquietudine serpeggiò nella sua mente.

Finalmente capì.

Angel sapeva.

Gli avrebbe dato la caccia. E si sarebbe vendicato dello scherzo fatto alla sua donna.

…..In  un primo momento tornò indietro. Verso l'ufficio. In preda al terrore.

Nell'edificio della Wolfram and Harth  sapeva di essere al sicuro.

Ma a casa….

Prese il cellulare e chiamò un numero della sua rubrica.

Per farsi venire a prendere.

Non sarebbe stato solo quando  Angel si sarebbe  fatto vivo.

La creatura  in questione  fu disponibile e passò a prenderlo all'uscita principale.

Senza chiedere spiegazioni lo accompagnò fino a casa.
La società  pagava bene anche per questo.

Parcheggiò nel garage del condominio in cui abitava Gavin.

Scesero dalla macchina.

Gavin finalmente lo squadrò bene, alla luce dei neon.

Era un  vampiro anche lui.

Smisurato e massiccio, era  più alto di Angel. E tre volte più grosso.

Gavin, in cuor suo,  sperò che fosse sufficientemente  grosso.

Si avviarono, lentamente, verso l'ascensore.

Il vampiro seguiva Gavin ad un passo di distanza,  guardandosi  intorno  e annusando l'aria, alla ricerca di rumori e di odori che potessero tradire la presenza  di un inseguitore.

Nella mano destra  stringeva un'ascia vichinga  antica e  pesante.

Ad un tratto si immobilizzò, voltando il capo verso una catasta di mattoni,  ordinatamente ammucchiati lungo un muro perimetrale.

Gavin  trasalì. L'attenzione e la tensione che vedeva nella  sua guardia del corpo lo allarmarono.

All'improvviso, da dietro di essi si materializzò una figura, alta e nera.

Angel.

''Vedo che sei in dolce compagnia, Gavin…..Chissà perché, ma  questo era esattamente ciò che mi aspettavo, da un vigliacco come te.''

Gavin non rispose. La sua attenzione fu attratta invece dalla figura di uomo che si lamentava e si dibatteva al fianco di Angel, evidentemente da quest'ultimo trattenuto a forza per il collo.

Lo riconobbe.

Era suo fratello Richard.

Sbigottito e in preda  al panico, Gavin gridò.

''Cosa hai intenzione di fare?''

''Oh, niente…''

Rispose Angel, minaccioso.

''Voglio solo rispolverare una legge antica quanto il mondo…Occhio per occhio, dente per dente. Non è stata una idea molto brillante   tentare di spedire all'Inferno  la donna che amo. Ora pareggeremo   i conti.''

''No, Angel, fermati……Ti prego!''

Farfugliò Gavin. Ma Angel, imperterrito, continuò, sempre stringendo con una mano il collo dell'altro uomo.

Non aveva intenzione di fargliela passare liscia, stavolta.

''Vedi, Gavin…..Sono veramente arrabbiato. Che ne dici se ora io  gli  spezzassi   ad una ad una tutte le ossa della schiena ? Oppure, potrei vampirizzarlo….. L'idea mi piace molto, devo ammetterlo. Certo, è molto tempo che non lo faccio, ma ricordo ancora bene come si fa.''

E si trasformò, quasi a voler garantire la veridicità  delle sue affermazioni.

''Pensa! Tu che mi odi tanto, avresti un vampiro per fratello…''

''Non è vero….Io non ti odio!''    Gridò Gavin , nel tentativo, inutile, di blandirlo.

''Allora perché farmi un simile scherzo?''

Gavin rimase in silenzio. Gli occhi spalancati  dalla paura.

Il vampiro sorrise. Ironico.  Ma  il suo  sorriso  fu agghiacciante.

''Come  immaginavo. Non sei abbastanza uomo da odiare veramente qualcuno.''

Lo fissò, aspettando  la reazione del giovane, perfido avvocato.

Che rimase immobile. Inorridito e irritato per non aver saputo prevedere il colpo di testa del suo avversario. Che , forse per la prima volta in vita sua,  dovette mantenere a freno la lingua e, per giunta,  trattenere con un gesto il  vampiro che gli faceva da guardia del corpo. Pronto a scagliarsi contro Angel.

Gavin non poteva rischiare la vita di suo fratello.

Era l'unico membro della sua famiglia che gli fosse rimasto.

E , a modo suo, lo amava.

Richard  non aveva mai visto suo fratello in preda a un terrore così vivo e profondo.

Ed aveva paura, ma non oppose resistenza. Sebbene  fosse  giovanissimo,  non era uno stupido.

E non si meravigliò del fatto che Gavin avesse un nemico.

La cattiva reputazione della Wolfram and Harth  poteva essere una spiegazione già più che sufficiente.

Angel  era  molto temuto da tutti quelli della sua specie.

Ma soprattutto odiato.

Perciò il vampiro ingaggiato da Gavin non vedeva l'ora di scontrarsi con lui.

Sfuggì al suo controllo e, disobbedendo  agli ordini, attaccò Angel incurante dell'ostaggio.

Angel mollò la presa  e  spinse l'uomo di lato. Giusto un secondo prima di ritrovarsi  l'altro   vampiro  addosso. Si  rotolò con lui per tutto il pavimento, ritrovandosi  contro il muro con il suo avversario sotto di lui. Lo colpì con una testata e riuscì a sfuggire alla sua  presa d'acciaio.

L'altro vampiro era  più massiccio di lui, una vera  montagna di muscoli.

Si rialzarono entrambi. Fronteggiandosi. Mentre Gavin e suo fratello  rimasero impietriti a guardare la lotta.

''Andiamo via….Vieni , presto!''

Gridò Richard, stringendo per un braccio Gavin.

''No! Voglio vederlo morire!''

Esclamò Gavin, irremovibile.

Intanto la lotta tra i due vampiri continuava ed Angel fronteggiava il suo avversario senza eccessive difficoltà.

Con un poderoso calcio spedì il vampiro contro un pilastro di cemento, che si sfaldò, sotto il suo peso. Una parte del muro di sostenimento di una rampa del garage andò in pezzi, causando un piccolo crollo. Il  grosso vampiro rimase stordito dalla quantità di calcinacci e mattoni che gli caddero addosso ed Angel ne approfittò per  ridurlo in polvere. Poi, si voltò per cercare   i  due fratelli, ma un disperato grido di aiuto rimbombò nel garage.

''Aiutami, presto, ti scongiuro……''

Era  Richard.

Tutto sporco ed insanguinato, sgusciò fuori da sotto alle macerie di un altro   muro anch'esso crollato….Apparentemente illeso.

''Aiutami a tirarlo fuori.''

Lo implorò.

Angel  non riusciva a capire. Poi mise a fuoco ciò che era successo.

Gavin era rimasto sotto un enorme blocco  di cemento  e ferro. Che lo stava schiacciando.

''Aiutami…Non ce la faccio da solo.''   

Intanto cercava di spostare  quel peso enorme.

Richard tornò ad implorarlo…..Gavin sembrava privo di conoscenza.

''No!''   Rispose Angel.  Che si strinse nelle spalle. Aggiustandosi il soprabito.  E si voltò per andarsene.

''Noo! Ti prego ! Non te ne andare…Mi serve la tua forza. Ti supplico! Morirà!''

Le  preghiere di Richard riecheggiarono per tutto il sotterraneo, seguendo Angel fino all'uscita, ma rimasero inascoltate.

Il suo rifiuto sarebbe stata la sua punizione.

 

Non avrebbe mai voluto   farlo. Ma doveva.

Chris sentiva che era giusto così.

Si fece forza e bussò al campanello della Robertson's House.

Era lì per  parlare con Thomas, a tutti i costi. Doveva chiedergli scusa. E spiegargli cosa era successo esattamente. Lui aveva il diritto di saperlo, dal momento che  ne  aveva ricavato  un poderoso schiaffo e un polso fratturato. Da lei.

Non sarà  facile. Non illuderti. Lui non capirà. Le aveva detto Angel.

Ma  questo non l'aveva fermata.

Thomas la ricevette nello stesso studio  in cui tutto era successo.

''Accomodati. ''

La salutò con un cenno della mano. Freddamente.

Gli occhi  intenti a sfogliare dei fogli dattiloscritti. Senza nemmeno alzare lo sguardo su di lei.

Il suo atteggiamento  aumentò il disagio di Chris. Ma anche la sua voglia di porre fine a quel rancore che gli leggeva nei suoi atteggiamenti e sul viso.

Chris inspirò con forza e cominciò, a testa bassa,  il discorso, il lungo discorso, che si era preparata, mentalmente, nel tragitto da casa sua a lì.

''Thomas, non sono qui  per chiederti scusa  per ciò che ti ho fatto…''

Finalmente l'uomo  la fissò, sbalordito.   Ora Chris aveva tutta la sua attenzione.

''Ciò che ti ho fatto non può essere perdonato. E' stata pura e inutile violenza. Posso solo dirti che mi ripugna,  tanto, ciò che è  successo.  Non posso nemmeno  dirti che mi dispiace di non averti ascoltato su Angel……voglio che tu sappia  che sto ancora con lui e non ho intenzione di lasciarlo, ma …..credimi, se ti dico che tu  e i bambini mi mancate  e molto. A parte  Angel,  siete la cosa più bella che mi  sia capitata da…..beh, tu lo sai da quando. Mi ero illusa di aver trovato un  posto in questo mondo, di poter essere utile a qualcuno come essere umano, ma evidentemente mi sbagliavo. Quelli come me non  riescono a costruire niente. Possono solo annientare tutto ciò che toccano. Solo distruggere. In fondo sono nata per questo. E' il mio destino. Come  il tuo  è quello di aiutare questi piccoli disgraziati.  Mi dispiace tanto,  di non poterti aiutare in questo. Io qui mi sentivo a casa……''

Chris non piangeva. Ma il suo nervosismo era evidente. Da come le mani si attorcigliavano tra loro, mentre parlava.

Tommy non rispose. E il suo silenzio pesò su Chris ancora di più.

Si alzò, per andarsene. In fondo gli aveva detto tutto ciò che aveva da dirgli. Non si aspettava certo un lieto fine. Anche se, in fondo all’anima, lo aveva  desiderato.

Chiuse la porta, piano, per non farsi sentire da nessuno. Il corridoio era vuoto e desolatamente silenzioso. Ma alla porta di entrata incrociò i bambini e Miss Kelly.

Che rientravano d una passeggiata in giardino.

Il cuore di Chris si riempì di angoscia.

Vederli e dover dire loro  consapevolmente addio   era  troppo, per lei.

I bambini, ignari di tutto, invece, le saltarono letteralmente addosso. E strepitarono di gioia, nel rivederla. Soprattutto Lionel.

''Dove sei stata? Perché sei andata via senza dirci niente? Non vediamo l'ora di giocare di nuovo  con te! Andiamo di sopra?Voglio farti vedere il disegno che ho fatto per te…..''

Lionel la subissò di domande e parole………

Con la morte nel cuore Chris stava per confessargli la verità. Che non poteva stare lì. Che non sarebbe venuta mai più a trovarli, né a giocare con loro.

''Nessuno di noi sa consolarli come fai tu, quando piangono….''

Una voce, improvvisamente, si era levata dietro di lei.

Era Thomas, che l'aveva seguita. E aveva visto la felicità di Lionel e degli altri bambini nel rivedere Chris.

''Ciò che è successo…..non si ripeterà.''

Lo rassicurò.

Thomas  annuì.

''Un giorno o l'altro mi racconterai tutto?''

Le chiese.

''Certo, se lo vorrai.''

''Bene. Ora portali di sopra. A studiare….''

Thomas si voltò, per ritornare nel suo ufficio.

''Tommy…..''   Chris lo richiamò.

''Grazie.''   

''Hai promesso!''    Le  ribadì lui, con un dito  a mezz'aria. Allontanandosi. In cuor suo felice di aver avuto la forza di superare il rancore  che aveva provato per quella donna bellissima ma, per  la seconda volta, fuori della sua portata.  Ma anche preoccupato. Dall'ombra di Angel che intravedeva  dietro di lei ed incombere su tutti loro.

 

''Fermo! Non può entrare! Si fermi, prego!''

La segretaria di Lilah  si lanciò all'inseguimento dell'uomo nel corridoio del   quindicesimo piano.

Che non intendeva sentire ragioni e  di testa sua, voleva a tutti i costi parlare  con  l' avvocato  Morgan.

Riuscì, prima che lo agguantasse, a spalancare la porta dell'ufficio di Lilah.

''Mi spiace, non sono riuscito a fermarlo. E' un tipo veloce.''

''Non fa niente, lascia stare.''

Lilah  squadrò incuriosito il giovane, perché alla fine di un ragazzo si trattava. Una ventina di anni al massimo. Aveva un'aria familiare…..

Quasi leggendole nel pensiero, il ragazzo avanzò e le parlò, disinvolto e molto sicuro di sé.

''Le risparmierò la fatica di chiedermi chi sono e cosa voglio. Ma so  che lei  è l'unica che possa farlo.''

''Cosa?''    Chiese  Lilah, incuriosita.

''Vendetta…..voglio vendetta.''

Lilah  sorrise. La cosa  si faceva interessante.

''Dimmi tutto.''   

Lo incoraggiò.

''Mio fratello  mi ha mandato qui. Le sue ultime parole, prima di morire, sono state per lei….''

Un dubbio  si insinuò nella mente di Lilah.

Possibile che……Sì. Ora capiva. Quel ragazzo era il fratello di Gavin.

Morto  per un inspiegabile crollo nel proprio garage.

Vendicami. Tu  sai come.

 Il suo ultimo messaggio.

Era  successo due giorni prima ma  Richard era ancora  impolverato e sporco di sangue.

Una vera maschera di dolore sul viso. E di odio.

Lilah  si compiacque di sé stessa.

Gavin era fuori dei piedi per sempre, i  Senior Partners erano molto compiaciuti di lei, per come aveva gestito la faccenda di Gordon,  ed  ora aveva un' altro colpo da sparare contro Angel.

Una scheggia impazzita che  avrebbe  pilotato abilmente e scagliato dove poteva  fare più male….

 

Erano trascorse   quasi   tre settimane dal  rientro di Chris alla Robertson' s House.

E    nessun tipo di incidente o avvenimento  particolare  aveva turbato  la  placida  atmosfera  dell'istituto. La tranquillità  e la serenità dei bambini doveva essere il primo obiettivo per tutti coloro che vi lavoravano. 

Su questo  il dottor Thomas era sempre stato assolutamente intransigente e categorico.

E Chris amava  quel luogo soprattutto per  questo.

Lì dentro, nelle aule dove si studiava, o nei giardini dove, in mezzo agli alberi,  i bambini giocavano sotto lo sguardo vigile di Chris e della dottoressa Kelly, il tempo sembrava fermarsi, lontano dal frastuono della grande città e da ogni possibile conflitto umano o …..demoniaco.

Lì dentro Chris  riusciva a dimenticare  le contraddizioni che avevano segnato e continuavano a segnare la sua  vita.  Nonché  la durezza della lotta  contro il Male che ogni notte  affrontava   al fianco di Angel.

''Stai andando via?''    Thomas  comparve sulla soglia dello studio proprio quando Chris stava per aprire il portone d'ingresso della Robertson' s House. Il sole era appena tramontato.

Si voltò verso di lui.

''Sì. ''

''Vai da Angel?''

''Sì…..''

''Perché, i vampiri festeggiano  forse il Natale?''

''No. Ma io sì. E stasera non voglio che  rimanga da solo.''

''Speravo che  rimanessi con noi  per tutta la sera.''

''Lo so. Anche Lionel. Ma devo andare, mi dispiace.''

''Dispiace anche a me.''

''Chris!'' 

La richiamò.

''Sì?''

''Saluta Angel da parte mia.''

''Grazie…Lo farò.''    

Chris sorrise.  Rincuorata. Finalmente Tommy sembrava aver accettato il fatto che lei stesse con un  vampiro. Inaspettato, ma  a lungo atteso, Chris sentiva di aver  avuto  il regalo  di Natale  che   desiderava….

 

Angel  aprì la porta   vetrata  che dava sulla strada, per affacciarsi sul boulevard che  affiancava l'hotel. Si era versato da bere e ora aveva il bicchiere in una mano. Con l'altro braccio stava  appoggiato  al muretto del terrazzo, guardando distrattamente le poche macchine che , ignare di lui, percorrevano la strada.

Era solo. Wes era andato a trovare il padre in Europa per qualche giorno, Gunn era a New York e Cordelia ad Aspen per una brevissima  vacanza…..

Invece Chris…..La immaginava  nel salone dell'Istituto   attorniata dai  bambini, tutti  intenti a cantare le canzoni di  Natale   attorno al grande albero addobbato per l' occasione, sotto lo sguardo sempre  attento e affettuoso  del dottor   Thomas.

Quello era il suo posto. Con quella che ormai Chris  considerava   una   famiglia.

Non con lui nella   squallida stanza di un hotel.

Che mai, prima di quel momento,  gli era  sembrato così vuoto.

Tutt' intorno,  le luci delle decorazioni natalizie utilizzate nel quartiere  ora risplendevano, nel buio, ad ogni angolo di strada, nei giardini e nelle case    e  riempivano l'aria di una atmosfera di gioia e  calore  chiaramente percepibili…….Ma non da Angel.

Il demone che albergava in lui   era infastidito  dal vociare allegro  dei bambini e dei ragazzi che di casa in casa  e di giardino in giardino  si soffermavano per cantare gli inni natalizi in tutto il quartiere.

''Ti aiuto a scendere o  fai da sola?''

Improvvisamente,  si voltò di scatto, senza riuscire a trattenere un sorriso.

Il vento contrario  che  aveva allontanato l'odore di lei, non era riuscito a celargli  del tutto la sua presenza.

Chris era  seduta, alle sue spalle, sul muro  di  cinta del tetto, le gambe penzoloni  e lo fissava,  silenziosa.

Angel le andò incontro, prendendola in braccio per poi posarla delicatamente a terra, continuando, tuttavia, a tenerla  stretta a sé.

''Pensavo che  ….. non saresti venuta.''  

Esclamò, accarezzando   con un dito i lunghi capelli    di lei.

''Credevi che ti avrei lasciato da solo?''

''Io…ho pensato semplicemente che in una serata come questa tu preferissi restare con loro, piuttosto che con me.''

''E perché?  Perché sei un vecchio, testardo, insopportabile vampiro che non  festeggia il Natale?''

''Già. ''

Il sorriso di Angel si trasformò in una smorfia di disappunto.

''Su…..non fare quella faccia! Scherzavo! Non potevo certo  lasciarmi sfuggire l'occasione di stare da sola con te. Sapevo  che gli altri non ci sono, Cordelia mi ha detto tutto.''

''Se è solo per questo, potevi risparmiartelo. Non ho  certo  paura di rimanere ……solo.''

Chris  sospirò.

Angel era davvero testardo. Era poi così difficile per lui ammettere di avere bisogno di lei?

''Non  so tu….''    Continuò Chris, leggermente seccata.

''Ma io sono esattamente dove voglio stare.''

Angel si rese conto di aver sbagliato, di nuovo.

''Lo so, scusami. Ma non sei obbligata a….''

''Naaa!  …….Niente scuse!''

La voce di Chris  si addolcì, mentre ritornava sui suoi passi  per cingergli la vita e attirarlo a sé.

''Io sto bene solo quando sono tra le tue  braccia. Non mi credi?''

''Si, ma certo che sì…''

Angel la abbracciò, posandole un  bacio sulla fronte.

''Allora   andiamo dentro? Fa un po’ freddino qui fuori, per te.''

E  la trascinò nella suite…….

 

Più tardi, sul grande letto di Angel,  distesa su un fianco, Chris lo guardava  dormire, sereno e  rilassato come sempre,  tenacemente  avvinghiato a  lei con un braccio , come per scongiurare   il rischio  che lei svanisse all'improvviso nell'aria come fanno i sogni.

Invece era impossibile per lei dormire.

Era troppo eccitata per farlo.

Fare l'amore con Angel era, ogni volta,   un tuffo in  un mare di emozioni. Una scarica di adrenalina  che, anche quando tutto era finito,  le martellava il cuore e le tormentava la mente.  E poi….Era così bello da guardare.

Le sue labbra sottili, i lineamenti della mascella praticamente perfetti. Il torace forte e muscoloso,  che lei  non si stancava mai di   accarezzare. La pelle liscia e levigata…..

Le  mancò  il fiato ancora una volta, quando lui si svegliò e aprì gli occhi fissandola nei suoi.

Ogni volta  il suo sguardo era come una catena  che le imprigionava   l'anima .

Un abisso profondo di sensazioni e tenerezza in cui era dolcissimo perdersi.

Angel le sorrise  e   Chris  gli posò un delicato bacio sulla guancia.

''Sei sveglia da molto?''  Le chiese, premuroso.

''Non ho dormito affatto.''

''Davvero? Perché?''

Chris  lo guardò severa…

''Mi prendi in giro?  Lo sai il perché!''

''No…non lo so!''    Disse Angel ridendo, mentre Chris  gli faceva il solletico.

 Poi, all'improvviso, smise di ridere.

''Io invece, finalmente riesco a dormire. Tu hai il potere di scacciare i miei incubi e le mie paure  più intime. E finalmente  ora non sogno più   le cose orribili   che sognavo  prima che arrivassi tu, nella mia vita.  Mi sei entrata nell'anima, Chris….. ''

''Angel, io …..''     Una lacrima di emozione solcò la guancia di Chris. Ed Angel la  asciugò, con un bacio ,  riempiendosi la bocca del suo sapore salato.

''Non dire niente.''    Le ordinò, dolcemente.  Poi si scostò,  di quel tanto che bastava  per  allungare un braccio sotto al letto e trarne  fuori un piccolo oggetto in una fodera di cuoio.

Lo posò sul ventre di Chris. La ragazza  si alzò a sedere, tra le lenzuola.

Meravigliata e confusa.

Angel le si affiancò.

''E' il mio regalo  di Natale.''    Le sussurrò.

''Oh, Angel…..ma io non ho niente per te!''

‘'Non è vero. Il fatto che tu stasera sia qui con me, è  il regalo più grande    che  potessi farmi. L'unica cosa che veramente desiderassi. A parte salvarmi dalla dannazione  eterna, ovvio!''

Chris  lo guardò, tremante ed emozionata. Angel l'aveva presa alla sprovvista come mai aveva fatto prima.

Non per il dono inaspettato, ma per la sua sincerità.

Guardò meglio il fodero di cuoio. Era lavorato in maniera semplice. Si presentava liscio ma con tanti legacci  che pendevano.

Poi, finalmente capì.

Ne estrasse un piccolo pugnale di argento, lungo , in tutto, una quindicina di centimetri,  sottile e cesellato  su uno dei  lati.

''E' gemello del mio. Uguale in tutto e per tutto. L'ho fatto fare apposta per te. Ti piace?''

''Sì. E' bellissimo, grazie!''   

''E non è tutto, guarda…..''    Angel le mostrò un lato della lama.

''Leggi cosa c'è scritto.''

''To  the only  angel  of my   life  ….''

Chris  lesse le parole incise nel metallo   e lo guardò, commossa.

''Portalo alla caviglia  destra, come faccio io. Potrebbe, un giorno,  salvarti la vita, e poi, così, avremo un'altra cosa in comune, tutta nostra. Che ne dici? Ti va?''

''Sì. Un pensiero bellissimo, da parte tua….Angel, io……''

Un  groppo in gola  le impedì di  aggiungere altro.

''Non devi ringraziarmi. Io….ti amo. Non. Dimenticarlo. Mai.''

''Non lo farò, te lo giuro.''

 

Angel    era ai bordi del  letto, quando Chris  riaprì gli occhi.

Un piccolo  letto di ospedale.

Ancora  le bruciavano per le lacrime e il fumo.

''Ciao, come  ti senti?''

 Le chiese, piano.  Posandole   un bacio  sulla guancia

Chris lo guardò, lo sguardo vacuo, ancora intontita dai    calmanti.

''E’ ancora notte?''

''Sì. Ma tra un’ora sarà già l’alba…''Aggiunse Angel.

''Allora devi andare…''

''No. Non voglio. Ricordi quello che è successo?''

Chris si sforzò di ricordare, ma si accorse  di non riuscire a farlo.

Perciò scosse la testa.

''Dormi, Chris, riposa. Ci sono io qui con te…''

Angel la rassicurò, sfiorandole il viso con la mano.

Chris si riaddormentò quasi subito.  Angel era preoccupato, si vedeva lontano un miglio.

''Come credi che la prenderà?''  

Gli chiese Wes, seduto  vicino alla finestra.

''No lo so. Era in piena crisi isterica quando l'ho portata fuori…..Per poco non mi è sfuggita  di mano.''

''Se fosse ritornata indietro sarebbe morta anche lei. E' crollato tutto.''

''Il fuoco ha divorato ogni cosa.''

''Hai un'idea di come sia successo?''

''Sì. E  penso di sapere chi  sia il  responsabile.''

''Cioè?''

''Chris mi ha detto che una settimana fa   era arrivato un ragazzo nuovo, accompagnato niente di meno  che da Lilah in persona. ''

''Cosa? Da Lilah Morgan? Quella Lilah Morgan?''

''Esatto…..I nostri amici avvocati   hanno pensato bene di  affidare  alle cure  di Thomas  uno dei tanti teppistelli  figli di papà  di cui abbonda questa città. Il giudice l'aveva condannato a   trentasei  ore a settimana di servizio  sociale utile e loro hanno proposto la Robertson's House.''

''Come sai tutto questo?''

''Chris….. Ha sentito tutto mentre passava per il corridoio. La porta di Thomas era aperta. La Wolfram  ha proposto  una  cospicua   donazione  più la  collaborazione del ragazzo.''

'' E il dottor Thomas ha accettato. Una trappola perfetta, non c'è che dire.''

''Già. ''     Ammise Angel, frastornato.     

''L' ennesima .E ancora una volta è colpa mia.''

''Non dire così.  Non  è del tutto vero. Ricordati di quello che ti ha detto Cordelia. L'orfanatrofio sarebbe finito   comunque nel  loro mirino, dal momento che il  terreno su cui era costruito era ambito dagli speculatori. Prima o poi avrebbero   trovato il modo di  sfrattare i bambini da lì.''

''Già. Ma forse però nessuno di loro sarebbe morto.''

''Non è colpa tua se Thomas e Lionel non ce l'hanno fatta. Era troppo tardi. Neppure tu potevi  competere con  le fiamme gigantesche  che hanno divorato l'istituto. ''

Angel annuì, e il suo sguardo preoccupato si tornò a posare su Chris  che dormiva, apparentemente tranquilla.

Lionel e Tommy  erano morti. E Chris  lo aveva implorato di salvarli.

Ma  lui non ci era riuscito.

''La visione di Cordelia ti ha permesso di salvare tutti gli altri. Questo conterà pur   qualcosa, per lei, no?''

''Non lo so. Non ne sono sicuro…Lei era disposta a sacrificare sé stessa per salvarli. Credi che capirà la mia scelta?''

Wes tacque. E abbassò lo sguardo.

No. Neppure lui ci credeva.

Con questo peso sul cuore Angel si preparò  mentalmente ad affrontare  Chris  al suo risveglio…..

Lei dormì per dodici ore.

Quando riprese conoscenza era perfettamente lucida, in sé.

Angel era in piedi accanto alla finestra. Il sole era appena tramontato. Wes era andato via.

''Non è necessario che tu resti qui a sorvegliarmi.'' 

Angel si accostò al letto.

''Non ti stavo sorvegliando, sono solo preoccupato per te. E non volevo andarmene senza prima  averti  parlato .''

''Non credo che ci sia niente da aggiungere a ….quello che è successo.''

‘’Ora ti ricordi  di come è andata?’’

‘’Sì. ’’

Lo sguardo di lei tradì un dolore troppo grande da poter descrivere.

La voce di Chris era fredda e distaccata, come non lo era mai stata, nemmeno quando per la prima volta, sulla nave, lei si era avvicinata a lui. Un perfetto sconosciuto in catene.

''Io…. Non  potevo fare una scelta diversa. Non ero disposto a perderti, nemmeno per loro.''

''Adesso sarai contento, io sono viva.''

A quelle parole  Angel si sentì agghiacciare.

I suoi   occhi  azzurri ….All'improvviso  rivelarono   un astio e un rancore così profondi che lo spaventarono. Era abituato ad essere odiato, cacciato, temuto dagli altri, che fossero umani o demoni…

A lui non importava  di loro.

Ma l 'idea che lei lo odiasse per quella decisione che era stato costretto a prendere, gli sembrò insostenibile e  dolorosa oltre ogni limite.

Angel si sedette  sul letto, accanto a lei, stringendole una mano tra le sue.

''Mi dispiace, per loro….credimi. Avrei fatto qualunque cosa pur di salvarli.''

''Come no, tutto tranne che sacrificare ciò che ti è indispensabile.''

Angel si sentì raggelare. E cominciò a sudare freddo.

''Cosa vuoi dire?''    

Le chiese, angustiato.

''Non penso che tu possa capire,  perciò.…''

Chris sospirò. Il suo respiro era  ancora affannato  per il troppo fumo respirato. E sentiva ancora la gola e il naso impregnati dell'odore  di plastica, legno e …carne  bruciati.

Si voltò su un fianco, voltandogli le spalle.

''Per adesso non  voglio averti vicino, Angel. Ho  bisogno di tempo per accettare quello che è successo, quello che hai fatto…….''

''Mi addolora  sapere  che tu ti senta così, credimi, io non mi sento meglio. Sono rattristato  anche io,  per come sono andate le cose  e  …..''

Chris si voltò  di scatto verso di lui.

''E’ per questo che   hai negato loro  l’unica possibilità che avevano di vivere? Sei stato  un egoista, invece!''

''Non è vero!Sei ingiusta a parlarmi così.''

­­''Davvero? E perché? Non hai tenuto in considerazione nemmeno per un attimo quello che ti ho detto! E'  come se li  avessi uccisi   tu, con le tue mani!…..Lionel ad esempio. Puoi aggiungere  anche lui  alla  lunga lista di innocenti morti per  opera  tua!''

Angel si alzò e si diresse verso la porta.

Ne aveva avuto abbastanza.

Mentre stava per   aprirla  si voltò verso Chris.

Depresso e rattristato dalla  sua reazione, per un ultima volta cercò di sembrare determinato e convincente.

''Christal…Puoi torturarmi   quanto vuoi, adesso  e in futuro , se questo può farti sentire meglio. 

Ma io  resto convinto della mia scelta  e quando te ne  sarai fatta una ragione , sai dove trovarmi…Saprò aspettare. ''

E se ne andò.

Nei giorni seguenti Angel  rispettò la volontà di lei, anche se gli costò molta fatica rimanere chiuso nella sua stanza. Sapeva che se ne fosse uscito , il desiderio di correre da Chris  avrebbe avuto  il sopravvento e  forse il loro incontro avrebbe  solo peggiorato le cose.

Niente di quello che avrebbe potuto dirle  in quel momento  le avrebbe fatto cambiare idea.

Angel ne era sicuro.

 

Qualche settimana dopo, Chris era con un’amica  in una caffetteria. La sua  vicina di casa le aveva chiesto di uscire e lei aveva accettato.

All'improvviso, mentre beveva il suo  cappuccino,  Chris  lo sentì alle  proprie spalle. Angel.

L'emozione profonda che le annodava  lo stomaco e le viscere era inconfondibile…..

Si voltò e  lo vide.

Fuori, sul marciapiede, che la fissava, attraverso la grande vetrata  intarsiata  ma trasparente.

Decise di far finta di niente, cercando di ignorare  le risatine  e la meraviglia degli altri avventori del locale, che avevano notato la   presenza  di quell'uomo che , dall'altro lato della strada,  con le mani in tasca, la   fissava ostinatamente,   mettendola a disagio.

Dopo una mezz' ora,  la sua vicina  fu costretta a lasciarla, per un improvviso impegno   di lavoro. Chris, rimasta sola, si decise ad uscire dalla caffetteria, incamminandosi sul marciapiede.

Angel le si affiancò, silenzioso.

Chris sospirò.

''Come hai fatto a  trovarmi?''

''Ho sentito  il tuo odore. Io… l’ ho seguito.''

''Già. Dovevo immaginarlo,  l’istinto del cacciatore.''

''Vedo che il tuo atteggiamento non è cambiato.''

Le rispose Angel, contrariato.

''D’accordo,d’accordo….. scusami. Facciamo due passi, vuoi?''

Angel annuì. Si incamminarono, lentamente, lungo il Boulevard  quasi deserto.

''Ti trovo bene. Ti sei ripresa?''

''Si. Almeno ….nel fisico.  E tu?''

''Io sto bene ma…..mi manchi. Non puoi immaginare quanto.''

Angel  aveva deciso  di essere sincero con lei, nella speranza di ammorbidirla un po’ e riuscire finalmente  di nuovo ad avere un dialogo, un intesa con lei,  la donna che amava…..

Ma le parole di Chris troncarono immediatamente ogni  sua illusione.

''Mi dispiace. Vorrei poter dire la stessa cosa ma non è così.''

''Capisco. Immagino allora che non ti abbia fatto piacere incontrarmi.''

''A dire la verità avrei preferito di no . Non ero ancora pronta per farlo.''

''Pronta per cosa? A rinfacciarmi quello che è successo? A ribadirmi che sono un assassino? Guardami,Christal! Quando la smetterai di provare rancore e tornerai a vivere?''

La aggredì, alzando la voce. Strattonandola per un braccio. Spazientito.

''Non lo so, forse…… mai!''      

Esclamò Chris, anche lei rabbiosa. Bloccandosi sul marciapiede.

''Una parte di me è morta con loro….. Ma tanto tu non puoi capire!''

E lo fissò, per  pochi minuti, che ad Angel sembrarono infiniti. C'era  ancora tanto dolore in lei, nel suo cuore…….gli sembrava di riuscire quasi a percepirlo, vivo e  lacerante, smisuratamente grande. Grande almeno quanto  il rancore che, prepotente,  traspariva dai suoi occhi.

Angel  si rese conto  di aver esagerato.

''Probabilmente hai ragione . Ma  non ti sei mai chiesta se insieme  non sarebbe più facile…..?''

''Cosa? Dimenticare tutto e tutti, cancellare tutto  ciò che è successo  come  si fa  con un  colpo di spugna  su  di un vetro troppo sporco?''

Lo apostrofò Chris.

Angel sembrò sospirare. Ma non si diede per vinto.

''Ti prego,  farò quello che vuoi , ma lascia che ti aiuti, che ti stia vicino. Non allontanarmi di nuovo da…..te.''

''C’è una cosa che puoi fare per me.''

''Cosa?''

''Trova il teppista che  ha aggredito Thomas e me  nelle cucine e  portamelo.''

Angel  rimase  senza parole.

''Perché? Cosa vuoi fargli?''

''Niente, sta tranquillo, voglio solo parlare con lui. Non preoccuparti, per me sei tu l’unico responsabile  di quello che è successo. Tu  e ….nessun altro. Non illuderti.''

Il vampiro  sembrò sospirare.

''Allora perché vuoi quel ragazzo?''

''Per impedire che possa fare ad altri ciò  che ha fatto a Thomas. Portamelo e poi lasciami fare……''

''Non posso e non voglio farlo. Non voglio trovarmi faccia a faccia con lui. Non posso prevedere le possibili conseguenze. E se  perdessi il controllo? Persino  tu potresti fare qualcosa di cui dopo dovresti pentirti e comunque, anche se lo uccidessi  Tommy e Lionel  non ti potranno mai essere restituiti.''

''Va bene. Allora lo cercherò da sola.''

''Non farlo. Te lo impedirei.''

''Davvero? E come credi di potermi fermare? Con una gabbia, o con un morso? Non ostacolarmi, Angel. Pensandoci bene, potrei farti molto male, a  te o ai  tuoi amici.''

''Lascia stare Cordelia e Wesley. Loro non centrano! Non sono stati loro a decidere in quel momento. In quanto a me, fa  pure quello che vuoi, ma non credere che sarebbe  tanto facile sopraffarmi.''

''Allora….non  farai ciò che ti ho chiesto?''

'' No!''

'' Bene! Allora non abbiamo più niente da dirci!''

Chris  indietreggiò  per poi voltargli le spalle. Ma non fece  un paio di passi che  la voce di Angel, forte e chiara , la raggiunse.

''Come sei cambiata….la ragazza che ho conosciuto un anno fa era incapace di provare tanto odio per qualcuno. Non avrebbe mai ceduto all'istinto di vendicarsi. Avrebbe preteso soltanto giustizia. Cosa ti è successo?''

Chris si irrigidì. Poi si voltò.

''Non lo so, ma forse ora che provo certi sentimenti, ora forse sono diventata veramente umana…''

Angel    si avvicinò. Ponendosi di nuovo di fronte a    lei.  Occhi  negli occhi,   le mani  ficcate in tasca per resistere alla tentazione di afferrarla  e stringerla a sé,  ma sfiorandola quasi con il proprio   torace.  Percependo con i suoi sensi di vampiro il  suo calore  al di sotto della giacca di pelle  ed   il battito del cuore di Chris accelerato dall'ira.

''No. Tu ti stai facendo dominare da sentimenti che non sono i tuoi, non ti appartengono. Non farti influenzare da loro, dalla  rabbia e dal rancore. Vivere così è come essere morti dentro…..''

''Detto da un non morto come te, suona piuttosto strano, non trovi?!

''Come puoi pensare di  uccidere un essere umano? E come pensi di tenermelo nascosto…credi  forse che non verrei a  saperlo? Mi guarderesti negli occhi e mi mentiresti, così, impunemente?''

''Tu non hai nessun diritto di dirmi questo! Tu che hai ucciso chiunque abbia avuto la sfortuna di imbattersi in te!''

Angel impallidì. Chris gli lesse in faccia il suo turbamento.

Fino ad allora non gli aveva mai rinfacciato il suo trascorso di vampiro.

Si strinse nelle spalle. Ma  decise  di non ritrattare. Tanto non sarebbe servito a nulla.

''…Io non ti capisco! Perché non vuoi punirli, lui, Lilah… lei non è un essere umano. E' un demonio, come Ling, come Docks. Qualcuno deve fermarla, guarda cosa ci ha fatto!''

Lo apostrofò Chris, rabbiosa.

''E chi sei tu per decidere  chi va fermato?''

''Hai paura di lei?''

''No, certo che no . Io non ho paura di lei . Ho paura per te.''

''Speri che lei possa pentirsi e cambiare come hai fatto tu.''

''Non ci spero affatto.''

''Sarebbe giustizia, non vendetta.''

''No, tu lo sai. Sarebbe  pura e semplice e….accidenti! Meritata vendetta!Ma si tratta di guardare negli occhi un essere umano e piantargli una freccia nel cuore….Davvero ci riusciresti?''

''Dovrei provarci per saperlo, non credi? Di certo non potrò avere la tua benedizione, in questo…né la voglio.''

''E' come una droga, Chris. Se tu lo farai una volta, sarà facile desiderarlo una  seconda.…

Uno comincia a pensare che eliminare il problema alla radice sia più facile che affrontarlo, giorno per giorno. Ma è come una spirale da cui non si riesce più ad uscire.  E quando te ne accorgi, il rimorso sarà talmente forte  da toglierti il respiro. Quando il  delirio di onnipotenza ti sarà passato, non resterà che il dolore, più forte di prima e mi odierai, perché non ti avrò fermato, sapendo a cosa saresti andata incontro.  Credimi, Chris, non è la soluzione.… Tolta di mezzo lei, qualcun altro subentrerà e ci troveremo nella posizione di dover  fronteggiare un nuovo avversario di cui non sappiamo nulla. Di lei sappiamo tutto. Possiamo colpirla…Vuoi una punizione? D'accordo, ti aiuterò, ma faremo a  modo mio. Ti sta bene?''

''No. ''   E Chris  Corse via, allontanandosi.

Angel ebbe un gesto di stizza ma poi le corse dietro.

''Chris, aspetta!''  Gridò, riuscendo  ad afferrarle un polso, bloccando la sua corsa. Chris si voltò e   la sua rabbia  esplose…..

''Lasciami in pace. Lasciami vivere a modo mio, Angel! Non ti voglio più tra i piedi!''

Il vampiro, sorpreso ed incredulo,  lasciò la presa. E vide Chris sparire dietro l'angolo.

 

''Ciao, sei tornato……è successo qualcosa?''

Le parole di Wesley accolsero Angel appena mise piede nell' hotel.

''Dalla tua faccia sembra che tu abbia appena visto un fantasma……no! Non mi dire, hai incontrato lei….Chris! Come sta?''

''Non lo so, non molto bene. Sragionava, era  cattiva e vendicativa e quel che è peggio è che non ha minacciato solo me ma anche voi. Dovete stare attenti!''

Cordelia scrollò le spalle…..

''Poveretta. Penso che anch’io sarei impazzita se mi fosse successo ciò che è successo a lei…….o forse no, non lo so! Io però avrei fatto molto  shopping per consolarmi! Non sapete che miracoli possono fare uno Chanel  o un Cartier al polso!''

Angel fermò Wes che, carico di testi, stava per salire in una delle stanze di sopra.

''Wes, ti ricordi del teppista  di cui ti ho parlato? Devo trovarlo prima che lo trovi Chris, ho paura che  voglia fargli del male, devo fermarla.''

''Aveva  un tatuaggio come questo sull’avambraccio. ''

Angel  fece un disegno su un foglio.

''Cos’è? Sembra un simbolo antico.''

Chiese Cordelia.

''Non lo so. Ma possiamo chiedere in giro se qualcuno abbia mai visto un disegno come questo. Forse è di qualche banda giovanile del quartiere.''

Wesley  era   preoccupato, si vedeva lontano un miglio.

''Ma tu? Che reazione avrai quando  te lo troverai di fronte? Sei sicuro che riuscirai a  controllarti? Sei sicuro che non proverai abbastanza rabbia da ucciderlo?''

Chiese ad Angel.

''Non lo so. Ma devo evitare che Chris si trasformi in una assassina. Sarebbe devastante  per lei  e  anche per me. Non potrei mai perdonarmelo.''

Il trio si mise all'opera, e in poche ore  arrivarono i risultati. Cordelia entrò con aria trionfante nella hall…..

''Trovato! Un tipaccio mi ha detto  che appartiene a una banda di  quartiere  a tre isolati da qui. C’è un magazzino, in  Oxford Street , che  usano   come  base  e dove   avvengono strane cose. Sedie che volano, finestre che sbattono, eccetera, eccetera….''

''Potrebbe essere una setta di adoratori di un qualche demone.''

Precisò Wes.

''Non resta che andare a vedere.''

Decise Angel.

''Sì, stanotte.''

Wesley e Cordelia annuirono.

 

Quella sera,   Cordelia, Angel e Wesley  si recarono tutti al magazzino. Anche  Gunn  era con loro, con il  prezioso compito di coprire loro le spalle.

In fondo al magazzino c'era un  gruppo di ragazzi riuniti che sembrava  celebrare un rito di invocazione. Cordelia indicò ad Angel un ragazzo. Corrispondeva esattamente alla descrizione del teppista che Chris le aveva fatto in ospedale..…Angel lo riconobbe. Era Richard, il fratello di Gavin.  Si trasformò,  piombando come un fulmine sui ragazzi, troppo occupati ad eseguire il rituale per accorgersi di lui.

''Ehi! Non siete troppo giovani per giocare con il fuoco…..Potreste scottarvi!''

Si creò all'istante  una confusione indescrivibile. Quasi  tutti   tentarono di scappare, atterriti…..

Qualcuno  di loro abbozzò  un tentativo di reazione ma Angel  li rese subito inoffensivi.  Soltanto uno  di loro continuò imperturbabile a pronunciare le frasi in latino.  Evidentemente voleva  terminare il rituale di invocazione. Dopo pochi secondi cominciò a materializzarsi    la figura   di un demone,  che scatenò una specie di tempesta di vento.

Per Angel   fu difficoltoso  raggiungerlo per ucciderlo. Ma con l'aiuto di un enorme gancio appeso a una carrucola  si lanciò contro il demone colpendolo in piena alla testa.

Il demone si accasciò a terra e Angel gli tagliò la testa con la spada che aveva  portato con sé.

La tempesta di vento svanì  improvvisa  nell'aria e  i pochi ragazzi che non erano scappati emersero ad uno ad uno dai loro nascondigli. Una pila di casse, un vecchio trattore abbandonato…… Poi all'improvviso Angel   afferrò uno di loro, che carponi, cercava di svignarsela  alle sue spalle.

''Tu! Tu sei Richard…non è vero?!''

''Sì…..sì. Sono io. Cosa vuoi da me?''

Farfugliò il ragazzo, atterrito.

''Cinque giorni  fa hai aggredito una ragazza   al Robertson's , ricordi? Nella colluttazione hai dato fuoco alle cucine….''

''No, non so di cosa parli.''

''Davvero? E la catenina  che hai al collo dove l’ hai presa allora? Te l’ ha  regalata la mamma? Appartiene  a  lei….''

Angel  ringhiò per il disappunto. Il ragazzo si impaurì ulteriormente.

''Ora ricordi?''

''Sì…sì, ricordo, ricordo tutto! Non volevo, lo giuro. Ma lei mi è saltata addosso per difendere quell’altro…..non volevo che morisse. Volevo solo  spaventare tutti con l'incendio, ma lui mi ha scoperto, così l'ho colpito. Poi è arrivata lei….Mi dispiace, mi dispiace tanto!''

''E’ un po’ tardi per pentirsi, non credi? Lo sai che  è morto anche un bambino?  Cosa dovrei fare di te adesso?!''

Una voce alle loro spalle fu  categorica.

''Uccidilo!''

Chris  era comparsa all'improvviso alle loro spalle. Emerse  improvvisamente da un angolo buio, armata  di una balestra.  Angel  riacquistò il suo aspetto di uomo.

''Chris, come sapevi che…..''

''Che l’avevi trovato? Ti ho seguito, tutte le notti, da quando te l’ ho chiesto. Sapevo che l’avresti cercato per difenderlo da me. Tu ti sei messo sulle sue tracce e io ho seguito le tue…..Come vedi ti conosco bene, Angel. Sei prevedibile, a volte.''

''Non posso fare quello che mi chiedi. E' un essere umano e io non li uccido. Non più….''

''Allora spostati. Lo farò io.''

''Ma cosa credi? Che una volta ucciso questo ragazzo il tuo dolore scomparirà? O che   Lionel tornerà indietro? Vendicarti non ti farà sentire meglio!''

''Ma forse impedirà che qualcun altro soffra come sto facendo io.''

''Questo possiamo impedirlo comunque se finirà in prigione  per quello che ha fatto.''

''E da quando le leggi umane hanno cominciato a soddisfare le tue esigenze? ''

''Da  quando ho deciso di vivere come una persona e non più come un’animale!''

''A volte sai essere così testardo Angel. Guardalo. Guardalo bene!E' ancora un ragazzo ma nel suo animo è già un assassino!''

''Lascia che lo consegni alle autorità. Devo essere io l’unico oggetto della tua rabbia e del  tuo odio, lui non centra!''

''Davvero? Per   vendicare la morte di suo fratello   non ha esitato ad uccidere   degli innocenti.……Se lo  lascerai andare, girerà l’angolo e tenterà di colpirci di nuovo. E non gli importerà se per questo morirà  qualcun altro, magari  un vecchio o una donna incinta.''

''Non potrà farlo, te lo garantisco.''

Dicendo questo, Angel  attirò il ragazzo verso  di sé, sul suo fianco, quasi a volerlo proteggere con il suo stesso corpo dal tiro di Chris. Che si irrigidì. Tendendo ancor di più i muscoli, nello sforzo di  tenere ben salda in pugno la pesante balestra.

''Non muoverti Angel!…..Non voglio dover colpire  anche   te!''

''Allora fallo!   E’ l’unico modo che hai per fermarmi, lo sai. Un bel colpo al cuore, che aspetti?!''

Dicendo così Angel  allargò  le braccia , mentre tratteneva  Richard per il collo con  la sola mano sinistra.

Chris prese la mira e per qualche minuto restò immobile.

''Cosa  c’è  Christal, non ci riesci? Dovrebbe essere facile invece…In fin dei conti hai ragione, sono l’unico responsabile della decisione che ho preso, quel giorno e,  se è vero che mi odi, dovrebbe essere facile premere quel grilletto. Non è per questo che  stanotte hai  dotato la balestra dei dardi di legno, invece  di quelli di acciaio? Coraggio, così tutto  questo dolore finirà. Il tuo e….. anche il mio!''

Chris  restò ancora immobile  per qualche secondo, con Angel  sotto tiro.

Poi  abbassò la balestra.

Angel  consegnò  il  ragazzo a Wes e  a Cordelia  che lo portarono alla polizia.

Angel  si avvicinò a  Chris. Fissandola  negli occhi splendidamente  azzurri.

''Lo sapevo che non ne avresti avuto il coraggio ma devo ammettere che,  per un attimo,  mi hai fatto  veramente paura.'' 

Chris  non rispose. Angel  cercò di  baciarla.

Per pochi secondi, Chris sembrò assecondarlo e cedere, per poi  staccarsi, senza lasciarsi abbracciare.

Girandogli le spalle,  si allontanò senza dire nulla.

Angel la vide  correre via. Con il cuore stretto  in una  morsa….

Ricordando  il lampo di  passione che  aveva letto negli occhi  di Chris un istante prima di baciarla,  subito spento dal rancore e dalla rabbia  che, da quella fatidica notte, riempivano ormai  il mare  dei suoi   occhi.

 

La notte successiva, Angel si appostò   dietro alle siepi che circondavano il palazzo di vetro sede della Wolfram and Harth.

Una profonda inquietudine  lo aveva guidato lì….. L'istinto  del demone aveva fatto il resto.

Si accorse di non essere il solo. Nell'ombra  scorse il profilo di una persona, intenta anch'essa a spiare gli avvocati che lasciavano  il proprio  ufficio.

Quella figura  gli fu straordinariamente familiare….. Era Chris. 

La  vide  prestare particolare attenzione ad un trio di avvocati che in quel momento stavano uscendo dal portone. Tra loro, Lilah Morgan.

La vide seguirli,  tenendosi  ben nascosta nel buio, attenta a non  rivelare la propria  presenza, fino a che non fosse rimasta da sola. Pensò Angel.

Decise di agire di conseguenza.

In un secondo  fu alle spalle di Chris.

''Cosa fai qui, cosa volevi fare?''

Chris sobbalzò per lo spavento. E la sorpresa.

''Niente, non le avrei fatto niente. L'avrei solo terrorizzata un po’…Ma non la avrei toccata.''

''Sei diventata brava a mentire, vero Chris? Non gli avresti fatto nulla come a  Richard….''

''Richard? Ah….Quel teppista  che ha dato fuoco all'Istituto. Cosa gli è successo?''

''E' morto.''

''E tu hai pensato che sono  stata io.''

''Lo hai fatto?''

''No, ma  è inutile  nascondere che l'avrei fatto volentieri …Peccato. Qualcuno  è semplicemente arrivato prima di me. Se non ci credi, avvicinati. Non sei un vampiro?Annusami.  Così scoprirai  che non ho il suo odore addosso…..''

L'atteggiamento di Chris  irritò Angel, che all'improvviso la afferrò per il braccio, immobilizzandola con il peso del suo corpo. Le stava addosso di spalle, schiacciandola contro un  muro,  quando cominciò a  parlarle all'orecchio, lentamente, quasi sillabando le parole, assicurandosi di avere tutta l'attenzione di lei.

''Chris, ascoltami bene. Quello che provo per te non mi impedirà di ucciderti se scoprirò che sei diventata un'  assassina. Sapere di aver ucciso un essere umano è un peso che tu non saresti in grado di sopportare, ma io sì….Sappi che ti  terrò d'occhio. E se prenderai la decisione sbagliata, io sarò lì a fermarti, per sempre. Non mettermi alla prova. Non ti conviene!''

E si dileguò. Velocemente. Senza dare a Chris nemmeno il tempo di guardarlo negli occhi.

Lasciandola annichilita  dallo stupore e dal peso delle sue minacce. Sapendo   già  di non poter   ignorare    i suoi avvertimenti.

E furiosa più con sé stessa che con Angel.  Per essersi lasciata prendere di sorpresa.

 

Tornato all'Hyperion, Angel trovò Wes in ufficio con dei nuovi clienti.

Non era dell'umore adatto, si vedeva lontano un miglio, ma ciò nonostante, Angel cercò di concentrarsi  sul problema di quella coppia.

Forse gettarsi a capofitto in un altro caso avrebbe  distolto la sua mente  e la sua anima da Chris e dai suoi propositi di vendetta.

''Posso presentarti i signori Milton?''

Angel  strinse loro la mano.

''Qual è il problema?''

Chiese, sbrigativamente.

''Ecco…..Noi abbiamo una figlia.''

Esordì l'uomo. Porgendogli una foto. Angel la rimirò. Una ragazza come tante. Non bella, ma carina.

''Da un po’ di tempo  se la  fa con un tipo strano, per non dire peggio…..''

Angel guardò  Wes, con aria interrogativa.

''Ecco…Da  quello che mi hanno raccontato, penso di poter affermare  che  il tizio che la signorina frequenta  sia un demone Zoltar.''       Si affrettò a dire  Wes.

''Un ..cosa?''

Chiese inorridita la  signora  Milton.

''Uno  Zoltar.''    Mormorò  Angel.

''E'  un demone  che ha sembianze umane, come  i vampiri, ma che  per una sola notte ogni tre mesi si trasforma in una  creatura  demoniaca in  tutto e per tutto, con  corna, coda,  denti aguzzi e alito cattivo. Tutto, insomma. Delle  sue vittime ama mangiare soprattutto il cuore….''

I Milton lo fissarono inorriditi. Pallidi e annichiliti dalla franchezza di quell'uomo.

Wes tossì e decise di intervenire, schiarendosi la voce.

''Non vi preoccupate, signori…Il mio amico qui tende ad esagerare,  quando  è arrabbiato….''

''Ma io non sono arrabbiato!''      Esclamò Angel, punto sul vivo.

''Sono solo sincero. Perché continuate tutti ad accusarmi di cose che non sono vere?''

Come  sta facendo Chris. Pensò Angel.

''Angel!"  Lo redarguì Wes.

''Non una parola di più!''

Angel  tacque. Era frustrante non  poter scaricare la tensione che albergava nel suo cuore da settimane su  quegli stupidi, poveri umani.

''Bene . Io salgo di sopra,  allora.  Wesley, ci aggiorniamo dopo, ok? Vado a farmi una doccia.''

E si diresse verso  le sue stanze.

''Non mi sembra che il vostro amico abbia  preso molto a cuore  il nostro problema…''

Farfugliò il signor Milton, con aria  smarrita.

''Non preoccupatevi,  fa sempre così prima di ogni missione.  E' il suo modo di prepararsi ad attaccare.''

''Davvero?''  Chiese la signora Milton, anche lei per nulla rassicurata dal comportamento di Angel.

 

Lorne era dietro al bancone, impegnato negli assaggi di prova di un nuovo drink.

Chris lo vide e si accomodò   sullo sgabello che gli era di fronte. Ignorando i tavolini e il demone che cantava al karaoke.

''Ciao, angelo mio dolce. Quale vento ti porta da me stasera? …Ah, avrei dovuto immaginarlo…Vento di tempesta, tra te e il tuo caro e tenebroso principe.''

Chris era turbata. Lo si vedeva lontano un miglio. Non occorreva essere dei veggenti per capirlo.

''Mia cara,  il vostro legame è talmente forte che continuo a sentirlo anche quando non siete insieme come ora.''

''Forse lo era, ma  non  lo è più adesso…''   Rispose Chris, sconsolata.

''In questo momento non mi sento più legata a lui, come dici tu. E’ come se dentro di me qualcosa si fosse spezzato.''

''Piccola mia…devi scegliere se essere forte o farti divorare viva dal tuo dolore. Quando lo capirai?''

''Ma Angel…''

''Sì, lo so. Ha preso una decisione che ti ha sconvolto e ora ti ha maltrattato per il tuo atteggiamento aggressivo.''

''Come fai a saperlo?''    Chris era stupita.

''La tua aura   è  come un palloncino pronto a scoppiare. Non   mi occorre che tu canti per percepire la tua rabbia. Ma credimi, basterebbe un sorriso da parte tua  per farlo sciogliere come la neve  al sole. Lui ti ama, non dovresti tenerlo lontano da te!''

''Invece io dico che fa benissimo!''

Lilah Morgan era improvvisamente apparsa  sullo sgabello accanto a Chris. Sembrava un'aquila in cerca di prede che ne abbia appena avvistata una.

''Un bourbon, per favore.''       Lorne le servì  ciò che la donna aveva chiesto, occhieggiandola di traverso. Da quella donna non poteva venirne mai niente di buono……

''Cosa vuoi?''     le chiese  Chris, chiaramente infastidita.

''Oh, niente …stavo trascorrendo una deliziosa serata con un mio amico quando  ti ho vista e mi sono detta, perché non farle un salutino e magari nello stesso tempo ravvivarle la serata con una piccola ma preziosissima rivelazione?''

''Lasciami in pace. Dalla tua bocca escono soltanto bugie.''

''E' qui che ti sbagli…..''

''Davvero? E perché dovrei crederti?''

''Bè , puoi sempre chiedere conferma al tuo Angel  se ciò che ti dirò ora  sia vero oppure  no.''

''Lascia stare Angel. Lascialo in pace!''

''Ma guardati! Avete litigato a morte ma continui a difenderlo. Forse se tu sapessi la verità, smetteresti di farlo….''

''Bene, signore care, vi lascio sole, così potrete....scannarvi meglio. Ma mi raccomando, niente violenza nel mio locale…..''

Lorne si avviò  verso il palco, verso il  demone intenzionato a cantare al  karaoke.

Non aveva nessuna voglia  di essere coinvolto  nella guerra  tra Angel e i suoi nemici avvocati. Ma presagendo nell'aria odore di guai.

''Mi stai annoiando Lilah, quand'è che te ne vai, magari all'  Inferno?''

''Dopo di te, spero, mia cara e  comunque, credo proprio che Angel ci precederà , visto quello che ha fatto.''

''Di che parli?''

Lilah le rivelò  tutto, fin nei minimi dettagli.

Le disse del suo ricatto e del  viaggio di Angel nel  suo  passato. Del filtro d'amore e delle sue conseguenze.

Chris non   riusciva  a  crederci. Un unico incontro aveva rovinato la sua esistenza di essere celeste. Interi giorni  e lunghissime notti tormentati dal senso di colpa e la causa di tutto era invece lui…Angel.

 E quel che era più grave  era  che  le   aveva  taciuto la verità. Avrebbe continuato ad amarla, a  proteggerla fino alla fine dei suoi giorni senza dirle una parola.

Come si può guardare negli occhi una persona e confessare  di  amarla con una simile verità nascosta  nel cuore?

I suoi mille pensieri dovevano essere ben visibili sul suo volto perché Lilah ne indovinò la portata e  si compiacque  del dolore che vide  nei suoi occhi azzurri. E non ne ebbe  pena, naturalmente,  anzi rincarò la dose….

''Bene mia cara…è  ora di tornare a casa. E' tardi. Ma …..che c'è? Non mi sembri molto felice di farlo. Forse è per quello che ti ho detto? Suvvia, non è poi così grave . In fondo l'unico rischio che corri è quello di andare all'inferno, no? Potrebbe non essere così male…Guarda Angel. Lui ci  è andato ed  è anche tornato, più in forma che mai…’’

Le sussurrò.

Chris taceva. Lilah, imperterrita, continuò.

Si guardò intorno come chi vuol essere certo di non essere ascoltato da nessuno, ma sempre estremamente sorridente  e , in apparenza,  soddisfatta.

‘’Io non posso certo calarmi nei tuoi panni, ma se vuoi un consiglio, manda lui all' inferno, al posto tuo, non avere remore. Vendicati per quello che ti ha fatto. Castigalo, se lo merita. E se vuoi una mano, per questo, sarò felice di aiutarti, tranquilla…...''

Chris guardò Lilah in maniera incerta. E Lilah seppe di aver colpito al cuore.

 Tormentare la donna che Angel amava era altrettanto soddisfacente che tormentare lui.

Per strada, quella sera, tornando a casa,  Chris decise. 

Lo avrebbe punito.

Per il suo tradimento.

Per  le sue bugie e omissioni.

Per la sua arroganza.

Per Tommy  e Lionel…..

Avrebbe punito l' uomo e  il  demone. E questa volta non ci sarebbe stato scampo, per Angel.

Chris aveva già un'idea, sul come farlo.

Colpendolo nello spirito e nel corpo, con  ironia e  perfidia sottile.

Come avrebbe fatto Angèlus.

Era solo questione di tempo…..

 

Cominciò a seguirlo ogni notte. Come un'ombra.

Nonostante stesse attenta, era sicura che Angel avesse  ogni volta captato il suo odore.

Ma la cosa non sembrava dispiacergli.

Nonostante avesse potuto , lui non fece mai in modo di scomparire senza lasciare traccia, magari per  il solo gusto  di umiliarla.

Sembrava,  invece, aspettare  che lei fosse pronta a ricominciare.

Illusioni. Le tue sono solo  stupide   illusioni. Pensò Chris.

Una calda e profumata serata di aprile, lo vide inseguire una coppia di umani dentro ad un vicolo.

Attese  per cinque minuti, all'imbocco di quella lurida stradina, senza  tuttavia entrarci.

All'improvviso  vide  la donna scappare a gambe levate. Urlando.

Nella fuga, quasi le precipitò addosso.

Vampiro. Normale routine.  Pensò Chris.

Poi udì un ringhio familiare. Quello di Angel. L'avrebbe riconosciuto tra mille.

Doveva  essersi trasformato. E questo non era un buon segno.

Chris  si appiattì contro il muro del vicolo e  si inoltrò in esso.

Nascondendosi  nell'ombra.

Vide  Angel che lottava contro un demone.

Alto e possente. Uno di quelli della vecchia guardia. Uno Zoltar.

Chris  li conosceva bene.

Demoni talmente antichi da avere  persino   la coda. E zoccoli di osso al posto delle mani.

Che perciò picchiavano duro.

Dopo cinque  minuti,  Angel era in evidente difficoltà. Mentre il demone non dava segni di cedimento alcuno.

Sarebbe stato meglio battere in ritirata, ma conoscendo Angel, l'opzione della fuga era senz'altro esclusa.

Chris  si preparò ad  intervenire.

Non voleva certo  vedere  il demone   che staccava   la testa   al   suo vampiro.

Ma non era facile prendere la mira. La lotta  tra loro era accanita e   feroce.

Ad un tratto  il demone afferrò Angel di spalle, con un  braccio possente stretto intorno alla sua gola.

Alzandolo  di svariati  centimetri da terra.

Privo di appoggi,  Angel si dibatteva nell'inutile tentativo di liberarsi di quella stretta, per poi tentare di arrivare al  pugnale d'argento che portava assicurato alla caviglia   destra.

Ma  il demone gli bloccò il braccio con l'altra mano, ruotandoglielo dolorosamente.

Con gli occhi Angel cercò la spada  che si  era portato dietro per uccidere il demone e  con amarezza  realizzò che era troppo lontana, completamente fuori della sua portata.

Dopo pochi secondi, che ad Angel parvero lunghissimi, una saetta di acciaio  centrò in pieno il  braccio del suo avversario, che lasciò la presa sul braccio di Angel.

Questi  la riconobbe.

Era uno dei dardi di Chris. Quelli che usava  con la speciale balestra che le aveva regalato Gunn.

Angel cercò subito il pugnale d'argento, ma  con uno scatto repentino del braccio ferito il demone lo colpì  al polso, facendogli perdere la presa.

 Il pugnale volò lontano, quasi tintinnando sul  selciato.

Allora si impadronì del dardo piantato nel braccio dello  Zoltar  e cercò di conficcarglielo  in gola.

Ma  non ci riuscì, né  lo Zoltar mollò la  sua preda.

In quelle condizioni, non poteva  fare altro che  aspettare la mossa successiva del demone o quella  di Chris. Ma non smise mai di lottare. E sperare, che la donna che amava   decidesse in fretta se  lasciarlo morire od offrirgli una ultima possibilità.

Non dovette aspettare a lungo.

Un altro dardo centrò in pieno la  sua  schiena  e questa volta il demone  accusò il colpo, perché lasciò che  il vampiro cadesse rovinosamente a terra.

Il tempo di rialzarsi ed Angel  si precipitò  a raccogliere il pugnale d'argento, più  vicino a lui della spada. Ma il demone gli fu addosso  in un baleno ed entrambi crollarono sul freddo e sporco pavimento del vicolo.

Si ritrovò con le spalle a terra e il suo avversario addosso  che gli bloccava, ringhiando, le gambe  con le braccia ed il  proprio peso  e  cercava  di risalire lungo il  suo  corpo, per poterlo colpire ancora una volta con uno dei suoi zoccoli di osso. E demolirgli la faccia. 

Per poi   staccargli   la testa dal collo.

Angel  si sorprese a pensare  che Wes non gli  aveva saputo dire come ucciderlo.

Ma   lui  avrebbe tentato fino a trovare il modo  di eliminare  quell'essere immondo e crudele dalla sua città……Aspettava solo il momento favorevole.

Intanto  quel braccio  così terribilmente  potente  stava per colpirlo nuovamente ed Angel si chiese  se questa volta non gli avrebbe  fracassato la testa.

Segnando così l'esito dello scontro.

Un sibilo improvviso attirò la sua attenzione.

A pochi centimetri dal viso, alla sua destra,  si ritrovò un secondo pugnale di argento, conficcato  per terra.

Quello di Chris.

''Angel……. l'orecchio! Colpiscilo lì, presto!''

Quasi contemporaneamente al pugnale gli erano  giunti   alle orecchie la   sua voce e   quel  suggerimento.

Impugnò saldamente la piccola  arma gemella e la conficcò  nell'orecchio  sinistro  dello Zoltar.

Che gridò. Un urlo disumano  di dolore. Per poi contorcersi  brevemente e in seguito accasciarsi   su di un fianco. Immobile. Finalmente  privo di vita.

Angel se lo tolse  di dosso e  fu di nuovo in piedi, stremato dalla  lotta feroce , sporco  del sangue proprio e di quello del demone. Ed incredulo.

Chris lo aveva   cacciato dal proprio letto ed escluso dalla propria esistenza  ma …….  lo aveva strappato ad una fine certa e ingloriosa in uno schifoso e anonimo vicolo.

 

Christal   rientrò  a casa  poco dopo le 18.00.

Il sole era da poco sparito dietro la linea dell'Oceano.

I colori del tramonto si riverberavano in tutte le loro ultime sfumature nei vetri e negli interni della  casa. Ingigantiti  e deviati dalla rifrazione, riempiendo la casa di  ombre e sfumature colorate che viravano dal rosso fuoco al viola più intenso.

Chris posò il mantello nell'armadio d'ingresso e nello specchio vide  il riflesso  della poltrona ad esso opposta, la sua preferita, per leggere. Vi  erano   poggiati un soprabito lungo e nero ed una spada ….

Chris capì.

C'era qualcuno  in casa.  E quel qualcuno aveva voluto avvertirla della sua presenza. Prepararla a quell'incontro.

Angel.

Con lentezza squadrò l'ampio salone quasi avvolto dal buio, ma non lo trovò. Lui non era lì.

Si mosse, sempre lentamente, verso la camera da letto. Ne varcò la soglia.

Guardò verso  il letto a baldacchino.

Lui era disteso sulla coperta di ciniglia bianca, al centro, con il gomito destro appoggiato su uno dei cuscini.

…In vigile attesa di lei.

Con i soli pantaloni addosso, la fissava, bellissimo, provocante.

Davvero irresistibile. Pensò  Chris.

Con disinvoltura  cominciò a togliersi di dosso i braccialetti di argento e acquamarina che era solita indossare ad entrambi i polsi.  Li posò sul comò, affianco alla teca di vetro custode di Vandemion.

Si tolse le scarpe e le buttò in un angolo, sempre senza parlare, in un duello di silenzi e sguardi che nessuno dei due intendeva perdere…..

Lasciò scivolare giù dalle spalle la giacca che indossava sopra ad  un  top  piuttosto attillato. E che metteva in risalto le sue bellissime spalle.  Poi si fermò. Studiandolo. Cercando di indovinare il perché di quella provocazione così chiara e ponderata.

O meglio, lei già ne sapeva il perché.

L'avergli salvato  la vita  l'aveva condotto  a  conclusioni  sbagliate.

Niente di più lontano dalla realtà delle sue intenzioni.

Bene. La trappola era pronta a scattare.

''Vieni, Chris, vieni da me.''

All'improvviso lui aveva parlato. Rompendo il ghiaccio. Aveva accompagnato le sue parole con un gesto della mano, facendole segno   di prendere posto accanto a lui.

Un gesto che non ebbe nulla di imperioso, piuttosto un  gentile  ed insieme,  accattivante invito.

Chris si avvicinò e si sedette dal lato opposto del letto.

''Stai cercando di sedurmi, Angel?''

Gli chiese. Esplicita. Ed altrettanto esplicita fu la risposta.

''Sì. ''  Ed Angel sorrise.

''Devi proprio essere disperato per ricorrere ad un simile espediente.''

Lo apostrofò, cercando di metterlo in difficoltà.

Lui smise di sorridere.

''Sono semplicemente disposto a tutto, come sempre, del resto, quando si tratta di te. Sta …… funzionando?''

Non c'era ironia  nella sua voce. Era una pura e semplice constatazione.

''Forse sì, perché non continui?''

Angel, compiaciuto, tese  un braccio verso di lei, con il palmo rivolto verso l'alto,  invitandola a porre la sua mano sulla propria.

Chris la assecondò. E lui la attirò  verso di sé, cingendole  la vita sottile con un braccio. 

Con fermezza.

Con dolcezza.

Con la speranza negli occhi suoi scuri, sempre  così espressivi, vivi, liquidi……

''Credevo che uno come te non avesse problemi con le donne.''

''E' vero. Di solito non ne ho.  Ma tu mi stai facendo impazzire.''

''Impazzire?''    Chris  finse meraviglia.

''Mi sembrava di aver capito che  la tua  pazzia sia gravemente nociva per l' umanità….''

Angel  sembrò sospirare.  Touchè.  Pensò.

 Ma decise di ignorare  quella  velenosa provocazione.

Sapeva che Chris non gli avrebbe reso le cose più facili, semmai il contrario.

''Vorrei riuscire a darti tutto ciò di cui hai bisogno, Chris. Ma  a quanto pare fino ad ora non ci sono riuscito..''

O mi hai dato fin troppo…   Pensò Chris.  Questa vita mortale la devo a te. A te soltanto…

''Vuoi un'altra chance?''      Gli chiese, invece.  Conciliante.

''Me la daresti?  Voglio dire, sul serio?''

''Sì…Voglio dartela. Voglio appianare le nostre divergenze. Ho capito solo ora  di aver sbagliato tutto con te.''

Si. Avrei dovuto lasciarti  nelle mani di Ling, imprigionato nelle sue catene…   Pensò, di nuovo.

Per poi scacciare questo pensiero inopportuno. Se voleva che il suo piano riuscisse doveva essere concentrata e convincente. O Angel avrebbe subodorato qualcosa……

''Vieni…ora. Dopo parleremo.''     Mormorò Angel, in un sussurro.

E Chris fu tra le sue braccia.

Fecero l'amore. Con passione, quasi con furore. All'inizio. Poi  con calma. Con gesti misurati e lenti. Ed Angel le dimostrò quanto gli era mancata.

Alla fine, stanchi ed appagati, rimasero abbracciati nel grande letto di lei, svegli e ancora avvinghiati uno all'altra.

''Hai fame?''     Gli chiese Chris  all'improvviso, interrompendo il felice silenzio che li circondava.

Neppure il mare faceva sentire la sua voce, quella notte.

''In cucina  non hai niente che possa soddisfare i miei appetiti…''

Angel le sfiorò   dolcemente il mento con una mano, fissandola nei suoi occhi azzurri con infinita dolcezza .

E  molti sottintesi nei propri.

''Invece ho una sorpresa. Vado in cucina, torno subito.''   Chris si alzò e corse via, lasciando Angel vagamente  deluso ma soprattutto incuriosito.

Ritornò con un vassoio  con due bicchieri, uno pieno di succo di frutta. Per lei. Uno di sangue. Per Angel.

Lui  ne fu sorpreso.

''Mi stavi aspettando. Eri sicura che sarei venuto, eh?''

''Ti ho salvato la vita. Era impossibile che non venissi a ringraziarmi. Ti conosco.''

''Già.  Mio padre ha speso molto per la mia educazione.''

Chris  sorrise, allungandogli il bicchiere di sangue.

Quella sera non l'aveva morsa. Non ne aveva avuto il coraggio. Temeva che Chris si sentisse aggredita. E lui non avrebbe per nulla al mondo voluto turbare quella nuova intimità così  a  lungo desiderata………..

Angel   accostò il bicchiere alle labbra e bevve il sangue, con calma , dinanzi a lei.

Non si accorse del lampo di malizia che si   era  acceso  nell'azzurro degli occhi di Chris.

E della sua espressione stranamente  soddisfatta ma silenziosa.

Il silenzioso tra i due era lui. Non lei.

Ma Angel era troppo felice per  il loro  ritrovarsi  e decise  di non chiedersene il perché o farsene un problema.

Più tardi avrebbe indagato.

Se lo era ripromesso.

Chris sorrise e annuì. Del tutto appagata.

La trappola era scattata…

Angel posò il bicchiere vuoto nel vassoio e si stiracchiò nel letto. Sazio e soddisfatto.

Ma ad un tratto la visione  che aveva dell'ambiente circostante e di Chris si sdoppiò. Per poi annullarsi di colpo.

Annaspò, come cercando di afferrare l'aria con le mani, per poi perdere conoscenza…….

 

L'odore pungente della naftalina arrivò alle  sue narici, dapprima piano, poi sempre più netto e distinto.

Angel aprì gli occhi e mise a fuoco l'ambiente in cui si trovava.

Si sentiva confuso e nauseato.

Non era più nel letto  di lei, dove si stavano parlando.

Poi ricordò. Aveva bevuto il sangue che Chris gli aveva offerto. Dopo di quello, il buio…...

''Mi stavo giusto chiedendo quanto tempo ci volesse per vederti rinvenire, devo averti dato proprio una dose eccessiva!|''

La voce, ironica, era quella di Chris e lei era appollaiata  su uno sgabello, a pochi metri da lui.

''Sei stata ….tu?''  

Le chiese, cercando di far leva sulle mani per tirarsi su a sedere e accorgendosi di essere legato.

''A narcotizzarti?...Sì. Ma a portarti qui ci hanno pensato loro.'' 

E Chris indicò due individui che confabulavano tra di loro  a pochi passi più in là,  indistinguibili chiaramente nel semibuio della enorme stanza in cui si trovavano.

''Perché lo hai fatto?.......Liberami!''    Le ordinò Angel, strattonando, piuttosto forte,  le corte catene che gli legavano insieme i polsi  e poi le caviglie alla pedana  di cemento su cui era disteso.

Il rumore delle catene  attirò i due individui verso di lui. Ma Chris con un gesto della mano li fermò, rassicurandoli.

Angel ora poteva vederli bene. Non erano umani. Erano due demoni, di una razza che lui non aveva mai visto, una delle migliaia in circolazione nei bassifondi di Los Angeles.

''Liberami!''  Le intimò  Angel,  di nuovo. Perentorio.

Dalla sua  voce   trapelavano    la rabbia   e la   pericolosa  determinazione    che tante volte Chris aveva visto in lui e che lo  rendeva il vampiro letale e  possente che era.

In cambio  di quella richiesta Chris  gli offrì solo un freddo e sarcastico sorriso.

''Sai bene che non lo farò. Non mi sono certo data   tanto da fare per catturarti per niente…..''

Angel capì che non avrebbe ottenuto nulla  da lei, in quel modo e provò di  nuovo a liberarsi, da solo,   delle catene.

Il suo sguardo era cupo e minaccioso. Ora. Ci si poteva perdere in quello sguardo, tetro e profondo  come l'oscurità di certe notti.

Non c'era odio in esso, ma la promessa di una rivalsa  e una profonda, malcelata tristezza. 

''Non otterrai nulla strattonandole. Niente e nessuno potrà ridarti la libertà a parte …..me.''

Disse Chris, improvvisamente seria, alzando in aria la mano destra. Ad un suo cenno  uno dei demoni si avvicinò.

''Sorvegliatelo. Ma non avvicinatevi a lui. Non prima del rituale di  Lucinda. E' un tipo pieno di risorse….''

Si raccomandò Chris. I due demoni annuirono , andandosene.

Angel aveva sentito le parole di Chris e  seguì con lo sguardo i demoni che si allontanavano.

Poi tornò a  fissarla.

Non riusciva a credere a ciò che stava succedendo.

Chris, la sua   Chris, lo aveva   messo  in ginocchio. Lo aveva ceduto  a dei demoni  sconosciuti  con  chissà quali intenzioni…..Perché?

La guardò e tacque, aspettando la sua mossa successiva.

Nelle sue condizioni non poteva fare altro. Ma  decise di cambiare tattica. Si prendono più mosche col miele che con l'aceto……

''Ti starai chiedendo cosa  ti aspetta, adesso.''

''No. Quello che mi chiedo  è cosa ti abbia spinto a farmi questo. Devi aver provato talmente tanta rabbia e rancore ma…… io non me ne  sono accorto.''

''Non potevi accorgertene, eri troppo   occupato con la tua preziosa Wolfram and Harth, per percepire quanto stessi soffrendo! In questi giorni non ti ho sentito parlare altro che della tua Lilah!''

''Guarda che non ne  parlavo perché è la mia ragazza! Lei è il nemico. Stavo solo pensando ad un modo per punirla per quello che ci ha fatto…..''

''Che ci ha fatto? Vorrai dire che mi ha  fatto. Non mi risulta che da tutta questa storia   tu ne abbia  ricevuto un qualche danno! Io sono l'unica che ha pagato per la vostra personale guerra!''

''Non è la   mia  guerra!  Era la   nostra  fino a qualche giorno fa, non te ne ricordi più?''

''No! Non  è stata  più la nostra   dal momento in cui Thomas e Lionel  sono morti in quell'incendio.''

''Tu  lo sapevi. Sapevi che sarebbe stato difficile e ….pericoloso…. stare insieme a me. Te l'avevo detto che saresti finita  nel loro mirino, non puoi   essertene dimenticata!''

''Non l'ho dimenticato. Sei tu che lo hai fatto. Ti sei dimenticato del tuo proposito  di salvare gli innocenti….per salvare me hai lasciato morire loro!''

''Eri in pericolo. Era  logico  che facessi di tutto per salvarti.''

''Io non ti avevo chiesto questo!Ti ho  implorato di salvarli. Ma per te è stato  più giusto  salvare  la donna che amavi piuttosto   che coloro che amavo io!''

Chris tacque per un attimo  e poi aggiunse, chinando la testa e fissando il pavimento storto e sporco…

''Tu non hai voluto soffrire e loro sono morti….''    Aggiunse, con tristezza.

Angel  si sfiorò la fronte con il dorso della mano. Era madida di sudore freddo.

Faceva caldo in quel posto, semibuio e squallido. E si sentiva indolenzito, per il narcotico ingerito e  la posizione scomoda, anche se sdraiata,  alla quale era obbligato.

Sforzandosi di mantenere la calma e  il controllo sull'angoscia e la rabbia che sentiva crescere in sé, cercò di blandire Chris. Utilizzando la sua arma migliore. La propria sincerità.

''Non avrei potuto comunque salvarli. Le fiamme erano troppo alte, il fumo sarebbe  arrivato prima di me a soffocarli…..a quel punto era inutile  sacrificare anche te, inutile, capisci? Perché non vuoi credermi?  Tu non vuoi credere mai a nessuno…''

''Tu non ti rendi conto del prezzo pagato dagli altri per le tue azioni.''

''Ti sbagli.''

''Sul serio? Non riesci proprio ad immaginare  a cosa mi riferisco, vero, Angel?''

''No. Illuminami.''

 Le rispose, scontroso.

''Al tuo viaggio nel passato.''

Per la sorpresa, il vampiro sgranò gli occhi. E  Chris ebbe la  sua conferma  alle parole di Lilah.

Angel sapeva  che Lilah non  avrebbe mantenuto  il segreto. Ma il momento  da lei scelto era in assoluto il più  sbagliato. Tra lui e Chris c'era già fin troppa tensione.

Difficilmente Chris avrebbe potuto capire la necessità della sua scelta.

La sua reazione   sarebbe stata imprevedibile.

Le catene che lo affliggevano gli stavano già dimostrando   quanto avesse ragione.

''…..Sì, ho saputo, finalmente. Quando pensavi di dirmelo?''

''Non finirò mai di odiarmi per quello che  ti  ho fatto…... Ma,  devi credermi, anche allora non  ho avuto altra scelta.''

''Davvero?''

Chris sorrise, con aria perfida.

 ''Ho vissuto la mia esistenza di  essere  umano tormentandomi perché non ricordavo il mio passato e alla affannosa ricerca di un perché….. Ho creduto di aver tradito la mia vera natura e per  mesi mi sono ripetuta che ero stata  debole e stupida ad averlo fatto. E' stato….straziante! E la colpa invece era tua, tua soltanto!! Potevi lasciarmi andare, ma non hai voluto farlo. Hai di nuovo pensato solo a te stesso!''

''Chris…io non…..''

Ma Chris non lo lasciò finire. Era evidente che non intendeva ascoltarlo.

''E perché me lo hai taciuto? Anche per questo non avevi scelta?''

''Ora mi hai…sono qui con te, non sei contento?''

Lo sbeffeggiò, con un  sorriso ironico sulle labbra.

Angel si strinse nelle spalle. Era  stufo della intransigenza e della mancanza di fiducia di Chris.

''E' per questo che mi hai  ridotto in schiavitù? Perché non condividi le  mie  scelte? Pensaci bene, Christal. Sarà troppo tardi, per noi, dopo.''

''E' già troppo tardi. Io non riesco più a vederti nello stesso modo, Angel. Io…..non ti vedo più come un uomo, il   mio uomo. Ora ti vedo per quello che sei. Una creatura  insensibile  ed  egoista.''

''In poche parole, un mostro….''   Suggerì Angel. Amareggiato.

''Già. Il mostro  in catene al quale non mi sarei mai dovuta avvicinare. Avrei dovuto  evitarti come si fa con i cani rabbiosi. Avrei dovuto ucciderti, subito, la prima volta che ti ho avuto ai miei piedi,  debole e tremante.''

''Ne hai avuto l'occasione. Mille volte, non una soltanto. Perché non l'hai fatto?

Chris tacque. Ma  i suoi  occhi  azzurri furono più eloquenti di qualunque risposta.

Angel  si strofinò gli occhi  e sembrò sospirare. Quel risveglio in catene  si era tramutato in un terribile incubo. Come erano arrivati a tanto? Non  riusciva  a darsi pace.

''Perché mi hai portato qui…cosa è questo posto?''

Una voce femminile piuttosto rauca  rispose  per Chris.

''E' un locale per sole donne.  Demoni e no, ovviamente!''

Una demone Binx era comparsa alle spalle di lei.

Incarnato tra il grigio e il viola, capelli rossi, grassa e sudata, era davvero brutta. Aveva l'aria di un grosso, viscido rospo. E in più aveva due piccole corna sulla fronte, come quelle di Lorne.

''Lucinda……''   La salutò Chris, senza voltarsi.

Un brivido percorse subito  Angel, al solo pensiero di essere finito nelle mani di un essere puzzolente e immondo come quello. I Binx avevano una  pessima reputazione  tra  gli altri demoni, per la loro crudeltà e la stranezza dei loro riti di accoppiamento. Quest’ultimi, invece,  adoravano i vampiri, per le loro fattezze umane………

''Farò di te l'attrazione principale del mio locale. Non sei contento, mio bel vampiro?''  

''Tu  prova solo a toccarmi e  io ti uccido. ''  

Fu la risposta ,  lapidaria e concisa  di  Angel, che strattonò le catene, ancora una volta, inutilmente.

''O non preoccuparti. Sarai tu a chiedermelo, di toccarti. Dopo il rituale, il  semplice tocco   di ogni essere di sesso femminile che entrerà qui dentro ti darà grande piacere, te lo assicuro. Il tuo atteggiamento cambierà.''

''No! Nessun rituale mi piegherà fino a quel punto!''

 Urlò Angel, fuori di sé.

''Ucciderò chiunque si avvicini a me!''  

E  a conferma delle sue minacce   liberò il demone  che era in lui.

''L'aspetto con cui ti proporrai alle clienti non mi interessa, mio caro. E' l'unica libertà di cui godrai qui dentro…..''    

Rispose, lapidaria, Lucinda, che non sembrò   turbata da quell'improvviso sfoggio  di rabbia  e  orgogliosa indignazione,   da parte del vampiro.

Lui  ritornò al suo aspetto umano e si rivolse a Chris, che si era alzata ed ora era  in piedi  al fianco di Lucinda.

All'arrivo della demone  era divenuta taciturna e ostentava  indifferenza, ma i suoi occhi tradivano tutt' altre emozioni…..

Angel  lo capiva, lo percepiva, perché  la conosceva bene  e conosceva  bene  il linguaggio dei suoi occhi e del suo corpo.

''Sei sicura  che questa punizione non sarà  più dura da sopportare per  te piuttosto che per  me?''

Le chiese. Incredulo. Disperato.

Chris sussultò, evidentemente punta sul vivo. Ma non rispose.  

 

A occhio e croce, a giudicare dallo spessore delle sue restrizioni  e dalla struttura del locale  sapevano come trattare uno come lui.  Niente e nessuno gli avrebbe fornito un occasione per riguadagnare da solo la libertà. Decise di insistere  ancora.

''Perché non  mi rispondi, Christal?''

''Non chiamarmi così…..''

Era così invece, che Angel si rivolgeva a lei,  quando era arrabbiato, nelle loro discussioni, e …nei loro amplessi. Quando al culmine del piacere la abbracciava più forte, era così che  la chiamava, in un sussurro, con il viso nascosto tra i suoi capelli  scuri e profumati di rose e muschio.

Ma era  passato così tanto tempo. Cinque settimane, che all'improvviso le sembrarono un' eternità.

''Ora capisco perché non hai lasciato che  due sere fa  lo Zoltar   mi uccidesse, perché mi volevi qui! Non mi hai salvato la vita… hai  semplicemente evitato che ti impedisse di vendicarti! Mi sono lasciato abbindolare come uno stupido!''

Chris ignorò le sue parole. Chiaramente miravano  a provocarla . A farle commettere un qualche errore di cui lui  avrebbe potuto, in qualche modo, approfittare.

''…..Tu mi hai tradito, nel peggiore dei modi. E mi hai dannato, per sempre, più di quanto abbia fatto la tua sire con te!''

Quella  verità, nuda e cruda, gridatagli  in faccia con tutte le forze,  fu per Angel come un colpo di pugnale nel petto, che gli tolse  la forza di   replicare alla valanga  di  accuse che la donna che amava gli stava  rovesciando  addosso.

Ma,  soprattutto,  ogni speranza  di salvezza.

Nelle mani di Lucinda comparve  una piccola pietra rossa luminescente.

''Sei pronto per l'oblio, mio bel vampiro?  Quando questa pietra sfiorerà la tua pelle  il futuro non avrà più nessun significato per te. Ti importerà solo  del  presente e del piacere che potrà darti o potrai dare. Dimenticherai ogni cosa,  chi tu sia , il tuo passato….. La tua volontà  di uomo e di demone non esisteranno piu'. Semplice e molto poetico, non trovi?''

Gli occhi di Angel ebbero un attimo di smarrimento, per poi tornare a posarsi su Chris.

Ironia della sorte, l'unica donna  il cui amore non avrebbe spezzato la maledizione aveva deciso di  condannarlo ad essere un oggetto sessuale  per   un tempo infinito, forse  anche  per l'eternità,  in un   limbo in cui   nessuna cosa  avrebbe avuto  alcun  significato per lui, meno che mai la  sua  anima e la sua redenzione.

Angel si chiese come  un amore come quello che univa Chris a lui avesse  potuto partorire una  così   terribile  e sarcastica vendetta e…comprese.

Aveva sottovalutato   il  suo  dolore. Non aveva saputo proteggere  le persone che lei amava  e non aveva saputo proteggerla dai    suoi  stessi  sentimenti.

Lei aveva  ragione, in fondo…..

Non aveva pensato altro  che a sé stesso e alla sua missione, non l'aveva lasciata andare quando avrebbe potuto.

Avrebbe dovuto uccidere Gordon  e non macchiare  l'Angelo che lei era.

In questo modo niente sarebbe successo e il ricatto  di Lilah  non ci sarebbe mai stato. E forse nemmeno la sua prigionia sotto Docks.

Forse  i  Poteri che Sono l'avevano voluta solo per  riavere  il loro Angelo.

Chissà  se la forza dell'amore  che li avrebbe uniti     era  stata   messa in conto oppure no…..

La cosa più grave di tutte   era che lui le  aveva mentito. 

E questo Chris  non  glielo avrebbe mai potuto  perdonare.

Lei era fatta così.

Prima di procedere alla sottomissione di Angel, Lucinda si accostò a Chris.  Il rispetto che aveva per lei la indusse a sincerarsi della  sua reale volontà .

Chris  l'aveva salvata dalla morte, una sera in un vicolo e in quello strano    essere la  parola riconoscenza non era affatto sconosciuta, nonostante la sua natura  demoniaca.

Tutti sapevano del legame tra Chris ed  il vampiro con l'anima e Lucinda non era una stupida.

Un improvviso ripensamento di lei avrebbe significato ritrovarsi con entrambi   addosso e la morte certa. Inoltre,  era divertente veder soffrire gli umani, con quei loro così strani e inutili sentimenti…….

Sottovoce, cominciò a sussurrarle in un orecchio.

''Guardalo Chris. Guardalo bene. Guarda i suoi occhi. Cosa ti stanno chiedendo? Di avere pietà? Di   risparmiarlo? Sì. Di salvarlo. Ma non per  amicizia, o  per pietà,  ma  per amore, Chris, solo per amore….quello che tu  nutri per lui. Che tu credi morto e sepolto ma che  è ancora dentro di te! E' lì, da qualche parte,  devi solo avere il coraggio di ammetterlo….''

''No! Non è vero, io non sento più niente per lui.''

''Davvero? Guardalo, Chris. E' magnifico, anche in catene…..quei suoi occhi, quei suoi muscoli…non dirmi che non ti    ribolle il sangue a vederlo.''

''Lui non è un uomo, Lucinda.''

''Eppure è così che il tuo cuore e i tuoi sensi lo percepiscono, non è così?

''Sì. ''

''Perché lo tratti  così, allora?''

''Ha rovinato la mia esistenza.''

''Come avrebbe potuto se tu non glielo avessi permesso?''

''Io…ecco….non lo so.''

''Ti farò soltanto una domanda.''

''Quando facevi l'amore con lui, i confini della tua esistenza  andavano oltre il bordo del   suo  letto?''

''No. ''

''Allora  credo che tu abbia avuto la tua risposta.''

''Non ha importanza . Niente ha più importanza ormai. Procedi, Lucinda!''

''Come desideri.''

Lucinda fece un piccolo inchino  in segno di rispetto.

Il suo finissimo udito di vampiro gli aveva permesso di ascoltare tutto ed Angel fissò  per l'ultima  volta  Chris negli occhi, sperando in un improvviso cambiamento di idea, che non avvenne….

Un attimo prima che Lucinda posasse la pietra sulla fronte di Angel, pronunciando il terribile incantesimo, lui  colse di sorpresa Chris.

Strappandole un gemito che lei, prontamente, soffocò con una mano.  

''Ti amo, Christal…..  Mi avevi promesso che non lo  avresti mai dimenticato.''

E la pietra brillò, cambiando colore e  facendogli perdere conoscenza.

 

La sera successiva Chris tornò nel  locale, all'orario di  apertura, e si trattenne fino a tardi….

Il locale era pieno di gente, o meglio di donne umane e  di demoni di vario tipo, ma tutte rigorosamente di sesso femminile. Una piccola folla variopinta e vociante distribuita tra  il bancone del bar e le varie pedane  su cui erano ''trattenuti'',  gli schiavi di Lucinda.

Una decina in tutto.

Cinque di loro erano demoni.  Tutti di razza diversa  e tutti bellissimi esemplari della loro specie, a giudicare dal successo che riscuotevano tra le clienti.

Degli altri cinque, uno era  umano e  quattro soltanto i vampiri……..Tutti rigorosamente incatenati.

E   poi….poi  c'era  lui. 

Angel.

Chris incontrò qualche difficoltà a farsi spazio nella piccola folla che  lo  attorniava.

Lucinda lo aveva spogliato della camicia e della giacca e lo esibiva  a torso nudo.

Gli aveva tolto  le scarpe e i calzini  ma non  le catene alle caviglie, che,  recavano i segni bluastri delle restrizioni di ferro. Evidentemente Angel doveva averle strattonate con forza.

Il suo tatuaggio sulla schiena, la massa dei suoi  muscoli, gli addominali scolpiti dalla sua natura di demone, strappavano continue esclamazioni  di meraviglia e festosi commenti  alle clienti, le cui mani non facevano che scorrere su e giù  per il corpo del vampiro, che sobbalzava ad ogni tocco, ma senza reagire o cercare di difendersi.  E restava  disteso  sul ripiano  di cemento  su di un fianco,   alternando il destro con il sinistro e puntellandosi  sui  gomiti.

Era in assoluto l'attrazione della serata.

Le più audaci arrivarono a infilargli le mani nei pantaloni, leggermente sbottonati, senza che Angel accennasse a una seppur minima reazione, anzi, al contrario sembrava …..goderne.

Non sembrava più lui…….

Avvicinandosi, Chris scoprì  un altro  effetto  secondario dell'incantesimo  della pietra rossa.

Quando   se ne rese conto, ebbe un colpo al cuore.

Nel momento in cui le catene che  serravano insieme  i polsi di Angel, gli permisero, con difficoltà, di cambiare posizione e voltarsi verso di lei,  si accorse che i suoi occhi erano…bianchi! Una  patina gelatinosa    li ricopriva  come un velo, celando i suoi bellissimi occhi  scuri.

Chris  in quel momento si rese conto che tutti gli schiavi ce la avevano, ma lei non lo aveva notato…..

Fu troppo. 

Indietreggiò, inorridita, sbattendo contro le altre clienti e suscitando un nugolo di proteste.

''Sei sicura  che questa punizione non sarà  più dura da sopportare per  te piuttosto che per  me?''

Le aveva chiesto. E solo ora Chris si rese conto di quanto Angel avesse ragione.

Fino a quel momento non aveva creduto possibile che il vederlo ridotto in schiavitù,  oggetto  di  desiderio da parte  di   altre   femmine   l'avrebbe fatta soffrire, invece che sentire soddisfatta.

Un braccio gentile ma fermo si infilò sotto al suo, bloccando il suo arretrare.

''Chris, tesoro! Sei venuta a goderti la tua vendetta?''   La apostrofò una voce. Era Lucinda.

''Non credevo che ne avresti avuto il coraggio! Sei davvero una pervertita, come me, allora!''

Ma l'espressione di Chris raggelò il suo entusiasmo.

''Ah, capisco!  Il rimorso ti ha già riempito il cuore, vero? Io lo sapevo, che sarebbe andata così.''

''I suoi occhi, Lucinda! Cosa gli hai fatto?''

''Mia cara, l'essere ciechi toglie agli schiavi  la voglia di scappare e acuisce gli altri sensi, sopratutto   quello del tatto. Comprendi?''

Lucinda  tacque, sconcertata dalla espressione stranita e cupa di Chris.

Un campanello di allarme le risuonò nella testa e cercò di tranquillizzarla, per il bene proprio e della propria impresa.

Sapeva  che quella donna poteva essere molto pericolosa. Ma mai le avrebbe concesso, perlomeno senza lottare, il lusso di portarle via il migliore degli affari mai concluso prima d'ora.

Con molta calma e finta comprensione   cinse le spalle  di Chris   e le parlò, soppesando bene le proprie parole..

''Non ti preoccupare…..Per lui il suo passato non ha più  importanza,  perciò ora non sta veramente soffrendo….''

Ma Chris non le diede il tempo  di terminare la frase, sciogliendosi  da  quel  disgustoso abbraccio.

''Liberalo, Lucinda e ti prometto che ce ne andremo senza creare problemi.''

''Fossi matta! Hai visto il pienone che c'è nel locale? La voce che il potente Angèlus sia  uno schiavo  si è già sparsa e abbiamo la fila, fuori, che arriva al vicino isolato…Tutta gente venuta per vederlo.  Sarei una stupida a lasciarlo andare!''

''Lucinda, avevi promesso!''

''Cosa ? Di lasciarlo libero appena tu me l'avessi chiesto? Spiacente, ma non ho intenzione di farlo.''

''Lucinda, non posso  lasciarlo qui nelle tue mani e in quelle di queste degenerate.''

Chris  afferrò un braccio al demone, torcendoglielo.

''Sono addolorata per  te. Ma sei tu che ce l'hai messo, ricordi?''

Sibilò velenosa  Lucinda. Reprimendo il dolore della stretta.

Chris lasciò andare il braccio di Lucinda.

''E' vero. Questa volta sono io che ho preso la decisione sbagliata!''  Ammise, abbassando la testa.

''Sei sicura di non essere solo gelosa? Ho visto la furia nei tuoi occhi, quando quella femmina lo ha toccato…..''  Le chiese, massaggiandosi il braccio con l’altra mano paffuta e rugosa.

''Ti stai divertendo,vero Lucinda?''

''Certo…cosa credi! Sono un demone Binx.   Adoro queste cose!''

E fece un cenno a due delle sue guardie di avvicinarsi.

Seppur con dolore, Chris  decise di non insistere  per il momento, per non mettere in pericolo la vita di Angel e la sua.

Il servizio di ordine del locale di Lucinda era infatti numeroso e ben armato. Sarebbe stato un vero suicidio  affrontarlo da sola, in quel momento.

Le occorrevano un buon piano e qualche arma in più.

Né tanto meno poteva ricorrere all'aiuto di Gunn e Cordelia, o di Wes. Come spiegare loro il proprio gesto? Chris  dubitava che avessero mai  capito l'intensità del loro legame  e, per questo, l'intensità  delle emozioni  che   legavano lei ed Angel. 

''Tornerò. Preparati. Reclamerò la vita che ti ho salvato in quel vicolo…..''

 

Le sere  successive Chris tornò nel locale, ma in incognito. Travestita ogni volta in maniera diversa, senza farsi riconoscere da Lucinda, o dal suo servizio d'ordine, sorvegliava Angel tutto il tempo, eliminando le ammiratrici troppo focose, senza  dare nell'occhio.

Senza contare  la possibilità che qualcuno dei suoi numerosissimi nemici avrebbe potuto cercare di approfittare della sua condizione indifesa per ucciderlo….

Il terrore ispirato dal Flagello d'Europa era tale che nessun demone o vampiro si sarebbe arrischiato ad attaccarlo nel pieno della sua vigoria fisica. Ma ora, cieco e prigioniero, poteva essere una facile preda, anche per il più vigliacco dei   demoni.

Una vampira  gli era saltata addosso, mordendolo e graffiandolo tutto.

Con  un  sotterfugio  Chris la attirò  in parte, polverizzandola senza che nessuno ci facesse caso più di tanto.

Una demone  Brionix  con i suoi  tre tentacoli  morì misteriosamente  avvelenata.

Ogni sera Lucinda dovette fare i conti con un cadavere e qualche incidente  tra i clienti.

Ma Chris era un fantasma, introvabile.

Sapeva  travestirsi e confondersi efficacemente  nella demoniaca e  variegata    folla  che riempiva il locale ogni sera   e a nulla valsero i tentativi dei suoi uomini  di individuarla e fermarla.

Una notte, anzi una mattina presto, quando il locale era ormai deserto, Chris si avvicinò ad Angel. Era sveglio, nonostante anche quella notte non l'avessero lasciato in pace e  stava cercando di massaggiarsi, strofinandolo con una guancia,   un  polso indolenzito dalla scarsa libertà di movimento di cui godeva.

Chris fermò la sua mano e prese delicatamente il braccio dolente tra le  proprie  mani, cominciando a massaggiare dal polso verso l'interno dell'avambraccio.

''Sei brava........''      Angel le rivolse la parola.

''Va meglio?''

''Sì, grazie.''

''Angel, io…''

''Come fai a conoscere il mio nome? Io....non l'ho detto mai a  nessuna, solo la padrona lo conosce, e tu non sei lei.''

''No. Non  lo sono, hai ragione.''

''Ma vieni spesso qui .Io lo so, ho percepito il tuo profumo  diverse volte intorno a me. Un  odore   come il tuo è inconfondibile. Rose e muschio,dolce e amaro insieme. Che strana scelta  la tua…..''

''Sono una esperta in decisioni strane. Ti stupiresti se ne conoscessi qualcuna.''

''Come quella di non toccarmi?''

''Come?''

''Non lo avevi mai fatto fino a stamattina, perché? Sei timida? O hai paura di me? …..Sai, le altre non sono così. Vogliono toccare ciò che vedono, ciò che gli piace. Tu invece sei venuta ma non mi hai  mai nemmeno sfiorato, perché? Non ti piaccio forse?''

''Oh, sì che mi piaci….Mi sei sempre piaciuto.''

''Piaciuto? Cosa vuol dire? Tu parli come se mi conoscessi bene, ma io non mi ricordo di te. Conosco solo  il tuo profumo e, ora,  la tua voce……ma ora che ci penso, mi sembrano familiari. Molto. Chi sei?''

''La tua condanna!''    Esclamò una voce  a un metro di distanza. Lucinda.

''Padrona! Sei   tu?''

''Sì, mio caro…''

''Sei  venuta per…''    Nella voce di Angel una punta di ribrezzo.

''Sì, mio caro, come sempre….Cara Chris! Cosa ci fai qui a quest'ora? Lo sai che siamo chiusi .''

''Lo sai il perché.''

''E va bene. Sono stufa dello scompiglio che ogni notte   mi provochi qui dentro  e dei cadaveri che mi lasci sparsi sul pavimento. Stanno cominciando a girare cattive voci sul mio locale e ciò può rovinare i miei affari.''

''Dammi la pietra  e ce  ne andremo senza altri guai.''

''Dovrai guadagnartela.''

Chris sorrise. Ma più che un sorriso fu  un ghigno sinistro. Se lo aspettava. Quell 'essere immondo non avrebbe mai accettato di perdere così facilmente una sicura fonte di guadagno, oltre che di …piacere.

Impugnò più saldamente  la  sua Vandemion.

Sarebbe morta piuttosto che lasciare il locale senza Angel.

Ma il prezzo sarebbe stato molto  molto  alto, per Lucinda.

Quest'ultima  le scagliò addosso tutti  gli esseri che componevano la sua  sorveglianza  e Chris  ne uccise un bel po’….

Ma ad un certo punto cominciò a sentirsi allo stremo delle forze.

Un demone Taros, più forte degli altri la atterrò, disarmandola…..

Sarebbe bastato uno dei suoi  pugni per staccarle la testa dal collo.

All'improvviso il demone mollò la presa e si accasciò a terra, con uno stiletto nella schiena.

Era stato Gunn. E  c'erano anche  Cordelia e Wes , armati di tutto punto e pronti a combattere.

Nella furiosa mischia che ne seguì  all'inizio  non  si riuscì a capire quale delle due parti era predominante.

La battaglia infuriava intorno ad Angel  e lui ne era consapevole, perché percepiva chiaramente  i rumori della lotta, i gemiti dei feriti, l'odore del sangue,   ma ignaro di essere lui la causa di tutto e della propria importanza per entrambe le parti contendenti.

Ad un certo punto Chris riuscì ad arrivare alle spalle di  Lucinda e le puntò il  proprio   pugnale d'argento alla gola…..

'' Te la taglio da parte a parte  se  non mi dai quella maledetta pietra.''

Le sussurrò all'orecchio.

Lucinda, alzò la mano  tremante  e gliela porse.

Chris se ne impadronì.

''Ora richiama i tuoi uomini.''

Lucinda obbedì.

Chris la lasciò andare.

Gunn, Wes e Cordelia  si disposero, a cerchio,  intorno ad Angel.

''Come avete fatto a trovarci?''     chiese Chris. Sfinita.

''Sono stato io…..''   Disse Gunn. 

''Girava voce che un cacciatore di demoni fosse prigioniero qui e visto che  Angel e tu eravate spariti, ho fatto due più due, ed eccoci qua.''

''Ma come è successo?''  Chiese Cordelia, mentre Chris imponeva la pietra sulla fronte di Angel pronunciando la breve frase che ne  disattivava  il potere.

''E stata lei …..'' 

Rispose  Angel, alzando la testa e fissandola  insistentemente con i suoi occhi  di nuovo scuri  e bellissimi.

Chris  gli liberò le mani  dalle catene, il cui morso  arrossato e a tratti violaceo era ben visibile

sui suoi polsi. Qualche strattone più forte  degli altri aveva causato dei minuscoli tagli. Glieli sfiorò appena ed essi scomparvero.

Per un attimo, solo per  un breve istante, gli occhi di Chris  ricambiarono affettuosamente lo sguardo  di Angel, forse per  chiedere perdono per le continue violazioni che il suo corpo e la sua mente avevano subito per una intera settimana.

Gli altri  si ritirarono in disparte per lasciarli da soli, indignati e  sorpresi da quello che  aveva combinato Chris.

Angel non perse tempo. Scese dalla pedana e in attimo le fu di fronte.

Chris gli porse la pietra e lui la sbriciolò immediatamente, con rabbia e disprezzo, senza distogliere da lei  la sua attenzione.

''Puoi odiarmi quanto vuoi per la decisione che ho preso, quella notte. Ma se tornassi indietro rifarei esattamente lo stesso. E' meglio che tu impari ad accettarlo, perché non ho intenzione di strisciare ai tuoi piedi per chiederti perdono in eterno. ''

Il suo tono era duro. Fermo. Quasi furioso.

''Smettila, una buona volta…..non puoi biasimarmi per averti salvata.''

''Oh… invece sì. Tu hai  completamente ignorato la mia scelta. Nemmeno per un istante hai riflettuto su ciò che ti ho chiesto  di fare e così   loro sono morti ….

Potevano essere la famiglia che non ho mai avuto  e tu l'hai sacrificata così, in un battito di ciglia, senza nemmeno degnarti di  riflettere sulle mie parole.''

''Christal, ti stai facendo dominare da sentimenti che non sono i tuoi.  Non ti rendi conto che così stai facendo il loro gioco? E' esattamente questo che loro miravano ad ottenere,  e  tu glielo stai dando!''

''No, Angel,questo è davvero ciò che ora provo. Voglio solo che mi lasci in pace, d' ora  in poi. ''

''Allora sei proprio decisa….''

''Sì. Non  è il caso che noi due ci incontriamo di nuovo. Non ti avvicinare più a me…mai più.''

''D'accordo!''

Esplose Angel , catturandole un braccio  con una mano. Stringendo forte.

''Non ce l'ho con te, davvero. Anche se dovrei per  avermi abbandonato in questa lurida fogna!

…Ma  a questo punto comincio a pensare anch'io  che   è meglio stare  lontani. Non   voglio   che a dormire nel mio letto  ci sia una donna   di cui  non  posso fidarmi! Le vipere non mi piacciono!''

Chris era incredula. Le   parole  di Angel la  colsero di sorpresa. E la sconvolsero.

Cominciò ad arretrare, per allontanarsi senza voltargli  le spalle.

Andandosene, Chris  si avvicinò a Cordelia, sfiorandole il braccio con il proprio.

Ma  anche Cordelia ebbe una reazione inaspettata.

La attirò verso di lei e con un sonoro ceffone raggiunse  il viso di Chris.

''Questo è per Angel, per quello che gli hai fatto  subire qui…In questa specie di bordello per  demoni pervertiti. E poi   per  non essere venuta da me  a confidarti! Tu stavi male Chris e gli amici servono soprattutto a questo…ad ascoltare e capire. Forse se fossi venuta a confidarti da me, invece di rinchiuderti in te stessa, la tua mente non avrebbe partorito questa idea assurda  e pericolosa  da ninfomane infernale!''

Solo  in quel momento  Chris si rese conto che gli sguardi  di tutti erano puntati su di lei….Gunn, Cordelia, Wesley,  la contemplavano, imbrattata   del sangue e dei liquidi vari dei demoni che aveva ucciso. Negli occhi di tutti  era evidente la stessa espressione di rimprovero   e disgusto.

Solo lo sguardo di Angel  continuò a seguirla mentre lei si allontanava, a grandi passi, da quel posto maledetto…..

Ancora frastornato  per il sortilegio subito, non erano  certo il rancore o  la delusione per le azioni di Chris i  sentimenti predominanti  in lui…….nonostante tutto, sentiva di amarla ancora. E comunque il rimorso e la vergogna per ciò che  gli aveva fatto erano già una punizione più che sufficiente. Angel ne era sicuro. Conosceva bene Chris. E i suoi occhi azzurri. Che gli avevano rivelato che lei   stava soffrendo  per quelle sue parole e per   quella vendetta che non aveva avuto il coraggio di portare fino in fondo.……Pertanto non  avvertiva, in quel momento, il bisogno di punirla ulteriormente.

Inutile fu  la resistenza opposta da Lucinda e dai suoi guardiani. Gli ultimi rimasti.

Angel li uccise tutti e rase quel posto al suolo.

E, mentre si allontanava, la sua mente si trovò a lottare con un ricordo altrettanto bruciante……

La  sua  prigionia sotto il comandante Docks.

Maledette catene.  Maledetto bordello. Maledetti…tutti.

Mai più schiavo…. Mai più.

Lo  promise a sé stesso.

 

L'edificio dell Wolfram and Harth era  quasi del tutto vuoto.

Gli ultimi impiegati stavano per uscire andando incontro all'ennesimo week end losangelino.

Al  diciassettesimo piano però si lavorava ancora febbrilmente.

Nel suo ufficio, Lilah  spense il cellulare, al termine della  telefonata che l'aveva impegnata negli ultimi dieci minuti  e si volse verso la sua scrivania.

Per poco non le venne un colpo.

C'era un uomo, in piedi , dietro di lei.

''Angel!''

''Lilah…''

Inconsapevolmente, indietreggiò, vedendolo.

''Perché sei qui?''     

''Non lo indovini?Ti darò un indizio…….Una mia vecchia amica ha saputo qualcosa che non doveva…..''

''Angel, io…''

La mano del vampiro le serrò la gola.

''Zitta, Lilah, zitta! Non voglio sentire più una sola parola da te! Doveva essere il nostro piccolo segreto, ma tu no!....Dovevi parlare, raccontarle tutto…..Non hai saputo resistere alla tentazione, e nel mio mondo le tentazioni si pagano molto care!''

''No…..non lo farai, io ti conosco. Non potresti mai, tu hai  un anima…''

''Davvero? Anche tu ce l'hai,  eppure non ti impedisce  di fare ciò che fai…Sono stufo, Lilah….Credo proprio che ora ti taglierò la gola, una volta per tutte.''

''Non è colpa mia se la tua ragazza ha reagito male, dai…in fondo ti ho fatto un favore, la verità è un grosso peso da portare, no? Scommetto che tu non ci dormivi al pensiero di quello che le avevi fatto, no? Forse, adesso che  si è vendicata e ti ha perdonato, anche le Forze dell'Essere lo faranno. Non vorrai macchiarti di un altro delitto ai loro occhi, no?''

Angel trasalì. Ma non mollò la presa. Intanto il suo istinto di demone fu attirato da un'altra, bionda,  presenza….

''Ciao, Angel.''

''Darla! Cosa ci fai ancora qui? Credevo di essere stato chiaro, l'ultima volta che ci siamo visti.''

''Mi conosci, tesoro. Lo sai che non faccio mai quello che gli altri si aspettano da me. E poi Los Angeles è una  città così bella, ricca di vita  e  di possibilità….Non sei d'accordo?''

Gli girava intorno, compiaciuta e sorridente, sensuale ed ammiccante.

''Darla, vattene, o ucciderò anche te, dopo di lei…''

''Suvvia, Angel. Vuoi farmi credere che sei venuto con  l'intenzione di ucciderla?''

''Non sono affari che ti riguardano.''

''Oh, ti sbagli, se lei  vive o muore  mi riguarda invece, perché mi è necessaria per i piani di conquista di questa città.''

''Bene. Motivo  in più per ucciderla, allora.''

''E la tua anima? Non pensi più a lei? Non ha più importanza per te? Tutto ciò mi lusinga. Allora il mio ragazzo  non è morto  come credevo. Vive ancora lì, da qualche parte. Basta solo trovare la molla giusta per farlo scattare e a quanto pare la tua nuova ragazza ti ha fatto davvero perdere la testa……''

''Sta zitta! Tu non sai niente di lei.''

Darla smise di sorridere.

''So più di quel che vorrei…non sai quanto la odio. Lei ha avuto tutto da te. Il tuo amore, il tuo corpo, i tuoi desideri, le tue speranze.''

''Se le merita….''

''Anche se adesso ti odia?''

Angel  trasalì e tacque.  Darla riconobbe  in quel   suo sguardo cupo e minaccioso  l'agitarsi di pensieri  pericolosi. Una furia a stento trattenuta. E dal quale non poteva venirne niente di buono, neppure per sé stessa. Decise di cambiare tattica e rabbonirlo.

Si avvicinò cercando di abbracciarlo. Ma Angel la respinse.

''Lo sai che ti adoro. Mi sei sempre piaciuto e ti voglio ancora, nonostante tutto. Nonostante tu sia innamorato, ancora una volta,  di un'altra donna…..''

''Non potrà mai accadere. Mai più. Lo sai.''

''Sì, lo so. Ma io so aspettare e posso farlo. Facciamo così….lascia  che questa donna viva. Ti prometto che non ti darà più fastidio. ''

''Non posso permetterlo.''

''Ah sì? E come farai? Ricordati che posso vendicarmi sulle persone a te care, i tuoi amici, la tua ragazza….''

''Non ho paura di te, non minacciarmi.''

''Lo so che non hai paura di me, ma percepisco la tua paura per loro….non potrai difenderli tutti. Nè potrai difenderli per sempre. Chi   lascerai morire? Dovrai scegliere…… no. Sarebbe troppo doloroso doverlo fare. Perciò accetta la mia proposta e lascia che questa donna viva.  E sia io che lei ce ne andremo per la nostra strada. Questa città è abbastanza grande per tutti e tre.''

Angel mollò la presa.

''Bene. Fai in modo che sia così. O tornerò.''

Lilah tirò un sospiro di sollievo a vedere Angel allontanarsi.

Si diresse verso  la sua protettrice, prudente ma già di nuovo spavalda.

''Grazie, Darla.''

Le tese la mano. Inutilmente.

''Non ringraziarmi, stupida. Non l'ho fatto certo per te. Ma causami ancora problemi con lui e io ti uccido. Lentamente.  Ci siamo capite, vero, Lilah?''

Tornando a casa, Angel non smise di pensare all'enormità del patto che aveva stretto con Darla.

Ma decise che avrebbe affrontato in seguito le conseguenze di quella tregua sui generis.

Senza Lilah Morgan tra i piedi, forse sarebbe stato tutto più semplice…..

 

 

Chris  entrò senza bussare. Sapeva che lui era lì.

Appena gli occhi si abituarono al buio della stanza, lo intravide seduto nella  poltrona che fronteggiava l'angolo cottura.

 Angel…

Una emozione improvvisa si impadronì di lei, sorprendendola. Erano trascorsi due  mesi dal loro ultimo e spiacevole incontro. Ma non aveva esitato a precipitarsi all'Hotel dopo che Wesley l'aveva chiamata.

Vieni subito, ha bisogno di te. Lo hanno ferito. Sta  male.

Erano state le sue poche, concise parole.

Ma più che sufficienti per farle capire che la situazione doveva essere assai grave. Il tono di Wesley  era stato troppo deciso e carico di preoccupazione….

Entrò e si avvicinò ad Angel, inginocchiandosi ai suoi piedi, in silenzio. Lui aveva il gomito appoggiato al bracciolo destro della poltrona e con la  mano  si massaggiava la fronte. Gli occhi chiusi. Di sicuro aveva percepito i suoi passi e sentito il suo odore prima che lei aprisse la porta e quella immobilità non lasciava presagire nulla di buono.

''Ciao, Angel.''

Finalmente lui si decise a guardarla.

''Sei arrivata presto……'' 

La sua voce era rauca  e preoccupata.

''Pensavi che mi sarei fatta aspettare?''

''Pensavo che non saresti venuta.''

''E perché mai?''

''L'ultima volta che ci siamo visti ti ho dato della…. beh, lo sai. E poi  ti ho detto che non volevo più vederti.''

''Quando tutto sarà finito, se vuoi, ne riparleremo, ma ora abbiamo altro da fare. Wesley mi ha spiegato tutto. Posso dare un'occhiata?''

Angel annuì e  Chris  accese la lampada sul tavolino.  Angel  scostò con la mano la camicia, già  quasi del tutto sbottonata.

Gli occhi di Chris seguirono il movimento della  mano e lo sguardo cadde sul buco che si apriva sul  suo fianco destro. Ne aveva viste di ferite, ma questa   la fece inorridire…… sembrava infetta.

Ma la cosa più grave era  che l'intero  fianco del vampiro, gonfio e  arrossato,  era ricoperto di bolle ripiene di pus  ed  escrescenze varie. Doveva fare un male cane.

''Mi hanno sparato. Cordelia mi ha estratto la pallottola, ma doveva essere soltanto il frutto  di un potente incantesimo, perché appena  l'ha tirata fuori si è  dissolta nell'aria, come se fosse evaporata. La ferita non si  è chiusa, anzi ha cominciato ad infettarsi e ora l'infezione sta  camminando in fretta. Credo che  quando arriverà al cuore sarà la fine……..''

''Non sapevo che  un' infezione  potesse uccidere un vampiro.''

''E' un' infezione mistica. Agisce come un veleno. E non esiste cura….''

''E qui entro in gioco io, vero?''

Angel annuì,  lievemente. E sembrò sospirare.

Il dolore deve  avergli tolto già parecchio della sua forza. Pensò Chris.

Studiò  la ferita con i suoi occhi azzurri e senza toccarlo, per un istante che ad Angel parve una eternità. Stava valutando il da farsi e lui la lasciò fare. Nonostante tutto la propria fiducia in Chris non era mai venuta meno. Per questo aveva permesso a Wesley di contattarla.

Poi sentì la mano di lei  che si poggiava sulla sua.

Per un attimo nessuno dei due fiatò.

''Ascoltami, Angel…non sono sicura di potercela fare da sola. Non è una ferita qualsiasi. Ho bisogno dell'aiuto di una persona e anche del tuo. Dobbiamo andare in un posto. Credi di potercela fare?''

''Sì, o almeno ci proverò….''

''Bene, andiamo allora.'' E Chris diede il braccio ad Angel per aiutarlo ad alzarsi e a camminare appoggiandosi a lei.  Il fianco gli doleva ad ogni passo.

Chris e Wesley si chiusero in cucina per pochi minuti, su richiesta di Chris. Poi andarono nel garage e presero la macchina di Angel.

Wesley  fece da autista. Angel non era in grado di guidare e Chris non lo aveva mai fatto.

Chris fece accomodare Angel sul sedile posteriore e si sistemò accanto a lui.

Era notte. Una calda e profumata notte di settembre.

Non è cambiata affatto. Pensò Angel, ammirandola, di traverso, mentre lei  gli spiegava  le proprie intenzioni.

''Dove mi stai portando?''

''Da una amica. Lei è …….una sciamana.''

''Una sciamana? Cosa può  fare  per me?'' Le chiese, stupito, Angel.

''Non per te, ma per me. Un  rituale di potenziamento. Magia bianca……..''

Gli prese la mano tra le sue.

''L'unica in grado di combattere l'energia  negativa  che si accompagna a questa…..  ferita . E che la rende così forte da minacciare anche  quelli come te…al resto, lo sai, penserò io.''   

E così dicendo gli sorrise, rincuorando, non poco, il suo amico vampiro.

''Una sciamana è un specie di strega.'' Intervenne Wesley.

''Ma la sua magia è fortemente spirituale, cioè non si basa solo  su  incantesimi   e formule magiche ma  si avvale  soprattutto  dell'energia interiore che caratterizza ognuno di noi.''

''Bravo, Wes. Devo  congratularmi  con te. Vedo che hai capito cosa intendo fare.''    

''Davvero pensi che possa funzionare?'' Le chiese Angel.

''Lo spero. Ho paura che non ci  sia  un altro modo.''

Angel e Wes tacquero.

Intanto la ragazza notò che Angel  spesso  sussultava per il dolore al fianco. Doveva agire in fretta perché non sapeva quanto tempo ancora avrebbe avuto, prima  che quella specie di  veleno  compiesse il suo dovere.

''Dove devo andare?'' Chiese Wesley, poiché il bivio successivo era a poche miglia.

''A Est. Nel Griffith Park…..''

Wesley intraprese la direzione indicata da Chris.

''Angel, ti ricordi che ti ho detto che avrò bisogno del tuo aiuto?''

''Sì.. ''

''Ad un certo punto dovremo lasciare la macchina e proseguire a piedi. Dovremo correre, perché nel bosco che circonda  la casa della mia amica vivono  dei mastini infernali. Lo sai cosa sono vero?''

''Sì, e di sicuro ci  attaccheranno.''

''Si. Sono carnivori e mi fiuteranno. Se vogliamo arrivare dalla sciamana  dovremo sfuggirli o affrontarli. Ma non temere…..''

E così dicendo tirò a sé la sacca che aveva portato.  Angel sentì distintamente il  rumore di metallo contro metallo. Chris era stata previdente ed aveva con sé diverse armi.

''Non permetterò loro di farmi la pelle……non prima di averti guarito.''

 

 

Giunti al muro esterno che segnava il perimetro del parco, Wesley fermò la macchina. Angel, seduto sul sedile posteriore, posò la  mano sulla sua spalla .

''Wesley, tu torna in città e continua le ricerche della ragazza.…..Cerca nell'archivio della polizia perché è brava con le armi da fuoco. Potrebbe essere già schedata.''

''Ma io…''

''No, Wesley, non puoi venire con noi.''

Lo interruppe Angel. Indicando con la mano  lui e Chris.

''Non voglio dover scegliere tra voi due. Non potrei difendere entrambi, e a dire la verità forse in questo momento non riuscirei a difendere  nemmeno me stesso…. ''

 Angel e Chris scesero dall'auto.  

''In bocca al lupo!''     Wes ripartì, sgommando.

Si fissarono negli occhi  l'un l'altra, in silenzio, per qualche minuto. Angel  si teneva il fianco con la mano sinistra……

''Dimmi  il perché….''

''Perché, cosa?''   Chiese  Chris.

''Perché  sei venuta in mio aiuto? L'ultima volta che ci siamo visti, hai voluto chiaramente dimostrarmi  che non mi amavi più. Avevo un paio di catene ai polsi e tu ne avevi la chiave……''

''Se ricordo bene, anche tu non sei stato tanto tenero, con me….''      Lo apostrofò.

''E comunque  non  amare più una persona non significa necessariamente volerla vedere morta, non credi?''

''E' davvero così? Non mi ami più?''  Gli occhi di Angel  brillarono di delusione, per un attimo.

Ma Chris non confermò, né ebbe il coraggio di ribattere.

Stava semplicemente in silenzio, fissandolo. Sapeva che il momento in cui Angel glielo avrebbe chiesto sarebbe arrivato prima o poi, ma si sorprese che persino quando la sua vita era in pericolo, in realtà il loro rapporto sembrava invece la sua preoccupazione principale.

All'inizio gli occhi di Angel erano ansiosi per la risposta, ma poi tradirono una luce diversa…come se una improvvisa intuizione gli avesse aperto la mente. Restituendogli fiducia e speranza. Il silenzio di Chris fu per lui più eloquente delle sue  iniziali parole.

''Andiamo. L'infezione cammina.''    Esclamò, laconicamente, la ragazza.

Scavalcarono il muro e cominciarono a correre, sorreggendosi uno all'altra.

 

Dopo una decina di minuti Angel dovette fermarsi. Il dolore al fianco aumentava sempre di più, così chiese a Chris un attimo di pausa.

Si appoggiò con la schiena al tronco di un grande albero.

Chris si guardò intorno. Sembrava tutto tranquillo. Ma sarebbe stato meglio continuare e si spazientì.

''Avanti, andiamo,Angel…….Non vorrai arrenderti proprio adesso?''

''Perché mi hai portato qui? Dimmelo…..''

''Mi sembra chiaro. Voglio vederti guarito, che domande!''

''No, non è vero. Voglio sapere il vero motivo.''

Chris non aveva voglia di  fare conversazione. Ma capì che Angel non si sarebbe  mosso di lì senza aver prima ottenuto la risposta che voleva. Così si strinse nelle spalle e  gli si avvicinò.

''Un anno fa ho salvato sua figlia, guarendola. E mi ha giurato  eterna amicizia. Ma già allora mi disse che il mio potere di guarigione potrebbe svanire da un momento all'altro. Un riflesso del mio essere completamente umana…...''

Chris sfiorò con le dita la guancia di Angel, dolcemente, con affetto.

''Dal nostro ultimo incontro non ho guarito più   nessuno. No so cosa potrebbe succedere  con  una ferita come la tua, per metà soprannaturale. Ma non posso rischiare di fallire. Non voglio perderti. Non così.''

''Shh!''   All'improvviso Angel le mise la mano sulla bocca e l'attirò a sé, contro il suo petto, nell'ombra nera dell'albero cui  stava poggiato.

Il suo io vampiro aveva sentito qualcosa o qualcuno avvicinarsi.

Una strana creatura passò a pochi passi da loro.

Il suo movimento ricordava quello fluido di una scimmia. Era grande quanto un uomo e completamente nuda e pelosa, con mani unghiate e dentatura sporgente e sviluppata. Una vera bestia infernale.

Si aggirava furtiva e silenziosa tra gli alberi, fiutando l'aria, come un animale.

Sembrò allontanarsi. Angel e Chris aspettarono che si fosse dileguato per muoversi, ma all'improvviso se lo ritrovarono addosso.

Angel spinse la ragazza in parte e ingaggiò lotta con la bestia, ma questa lo colpì al fianco ferito e Angel si ritrovò a terra, accecato dal dolore  e con la creatura addosso, con i suoi denti  a pochi millimetri dal viso.

Una dardo  nella schiena fermò il mastino, che non fu più un problema. Chris aveva portato anche una balestra con sé.

Angel si tolse di dosso la bestia e Chris lo aiutò a tirarsi su. Ma quell' arma nelle mani di Chris evocò brutti ricordi ad entrambi. Se lo lessero negli occhi…….

Il dolore al fianco era sempre più  esteso. Ormai Angel non  sentiva più quasi tutto il lato destro del corpo……Senza rendersene conto, vacillò. Chris lo afferrò e lo strinse a sè, impedendogli di cadere. Gli pose in una mano una fialetta con dentro del liquido rosso scuro.

''Bevi. ''

''Cos'è?''

''Sangue di maiale  e un filtro contro il dolore. Annebbierà un po’ i tuoi sensi di vampiro ma in compenso ti  aiuterà.''

Angel senza fiatare lo ingoiò. Aveva bisogno di tutto l'aiuto possibile.

Ripresero a muoversi, velocemente, zigzagando tra i fitti alberi del bosco. E con gli occhi e le orecchie bene aperti.

Angel procedeva più spedito, ma il suo viso  tradiva la tensione e la stanchezza. Sembrava ancora più pallido del solito, alla luce della luna piena di quella notte. Ma rimaneva in ogni caso splendido. Come sempre.

Stare abbracciati per sorreggerlo fu per Chris devastante. Sui suoi  sentimenti si levò prepotente e chiaro quello più emozionante di tutti…lo amava ancora, con tutto il corpo e tutta l'anima, nonostante ciò che era successo.

Non è il momento di pensare  a  questo…

Si disse.  

Proprio  in una piccola radura tra gli alberi furono di nuovo attaccati. Ma questa volta non era  un mastino. Era qualcosa di più grosso. E nemmeno Angel lo sentì arrivare, probabilmente a causa del filtro.

Si slanciò su Chris, pesante come un macigno. Angel glielo strappò di dosso, scaraventandolo lontano. Chris si rialzò a fatica. Il demone l'aveva quasi schiacciata, le dolevano tutte le costole. Angel estrapolò Vandemion dal fodero che, come sempre, Chris aveva tra le scapole e trafisse il demone, fermando il suo nuovo attacco. Poi lo sistemò definitivamente tagliandogli la testa.

Affrontare il demone gli era costata non poca fatica ed Angel  si piegò su  di un ginocchio. Conficcare la spada nel terreno e sorreggersi ad essa  gli impedì di cadere per terra, tremante e sfinito.

''Manca poco, ormai, coraggio.''

Lo incitò Chris, inginocchiandosi di fronte a lui.

''Non credo che ce la farò..''

Le rispose Angel, sconvolto dal dolore. L'effetto del filtro era già finito e la sofferenza era grande. Aveva la testa che gli ronzava e un dolore pulsante al petto.

''Vieni, mettiamoci al riparo.''

E Chris lo aiutò a rialzarsi e a trascinarsi fino a un albero. Lo fece  sedere con le spalle al tronco. Gli  si inginocchio di fronte e gli  sbottonò la camicia. Una pustola troneggiava sul suo torace, quasi  sotto al capezzolo   sinistro.

L’infezione  stava     per arrivare al cuore….

La paura li invase.

''Il mio tempo sta per scadere.''   Sussurrò a Chris, fissandola.

Chris gli porse un'altra fiala di antidolorifico.

''Non è vero…..c'è ancora una speranza. E' il dolore a farti parlare così. Non sei tu. L' Angel che conosco io non si farebbe mettere in ginocchio così. Cosa ti è successo? Non sai stringere i denti e continuare? Manca poco, ormai e così potrò guarirti……''

A Chris  dispiacque trattarlo così duramente, ma non sopportava vederlo rassegnarsi così in fretta all'irreparabile.

La possibilità di perderlo atterriva anche lei. Ma si   obbligava  a scacciare via i pensieri negativi. Non erano di nessun aiuto, in quel momento  e non poteva permettersi il lusso di perdere la calma e con essa la propria lucidità. Angel ne avrebbe pagato le conseguenze.

''Non hai ancora risposto alla mia domanda….''

Le parole di Angel la riportarono alla realtà.

''Misericordia, Angel, a quale domanda ti riferisci?''

''Perché  lo hai fatto, perché …..mi hai portato qui?Per due  mesi mi hai evitato come la peste,  ma quando ho avuto bisogno di te ti  sei  precipitata. Ad aiutarmi. Non hai niente da …dirmi?''

''In effetti la metropolitana era fuori uso e  ho attraversato la città  a piedi , di corsa, per  arrivare il prima possibile……..''

''Non era a questo che mi riferivo.''

Replicò seccato Angel.

Chris si rialzò, rimanendo però di fronte a lui. Era fortemente agitata.

''Non voglio perdere nemmeno un minuto  con queste chiacchiere da salotto! Dobbiamo muoverci, non c'è più   tempo!''

''Dannazione, è  del mio tempo che stai parlando!''

Angel, con grande sforzo, si era rimesso in piedi, continuando però ad appoggiarsi al tronco del grande albero.

Aveva alzato il tono della voce per  costringere Chris ad ascoltarlo. Era esasperato. Perché   Chris si ostinava a negare l'evidenza.

''Forse mi restano solo pochi minuti prima di diventare polvere e tu non hai il diritto di dirmi che non vuoi parlare con me! Perché non vuoi essere onesta  anche con te stessa e ammettere che mi ami ancora? Quello che stai facendo per me adesso ne è la prova. ''

Sbigottita per la reazione di Angel, confusa, arrabbiata, Chris esplose.

''Perché il pensiero di perderti mi sta facendo impazzire! E non posso lasciarmi andare, se voglio salvarti la vita! E tu dovresti fare lo stesso se veramente mi amassi, invece di farti distruggere dal dolore per come è andata tra noi!''

''Non è il  mio  dolore, ma il tuo odio quello che mi sta distruggendo. Nemmeno quando hai ucciso Skin non c'era tanto odio nei tuoi occhi, quanto quello che ho visto  in ospedale quel  giorno,  per me. Eppure lui ha ucciso il tuo Michael……..''

''Ho amato tanto Michael….Sì. Ma non tanto quanto ho amato te.  E amavo i miei bambini. Quando lo capirai?''

Angel si sentiva sempre più amareggiato. La sua Christal aveva di nuovo usato il passato per definire i propri sentimenti nei suoi confronti. Era davvero finita…….

Gli occhi  azzurri di lei lo fissarono, arrabbiati .Per poi addolcirsi.

''Bè, ho dato una risposta a tutti i tuoi dubbi?''

''Sì, ora posso anche andarmene….''

Fu la cupa e laconica  risposta del vampiro, che abbassò la testa, sfiorandosi la fronte con una mano. E strofinandosi  gli occhi, esausto. Un  gesto che   sapeva  di rassegnazione.

''No. Mi dispiace, non te lo lascerò fare, a costo di trascinarti di peso fino alla nostra meta! Avanti Angel…Perché mi hai chiamata?Perciò che ti veda morire?''

Angel di scatto alzò la testa, fissandola.  Una espressione dura, sul viso…..

''Ti ho visto al Sleepy Bar, l'altra sera, con  delle persone…..un uomo e due   ragazze.

Lui ti stava appiccicato addosso. Ti ha offerto un fiore e vi hanno lasciato soli. Sono sicuro che sarebbe felice di far parte della tua vita. Io….. l'ho capito da come ti guardava.''

''Si chiama Tony. E' un  mio vicino. Ma è solo un amico, niente di più.''

Angel la zittì con un gesto della mano, invitandola al lasciarlo finire.

''Anche tu  sorridevi. Sembravi tranquilla, Chris. Sei  brava  a  rimettere  insieme i frammenti  della tua esistenza anche senza …di me. Nonostante tutto troverai presto un   nuovo lavoro, nuovi  amici. Per me  invece il   tempo si è fermato, da  quando  mi hai lasciato solo.''

''Non è vero. Tu non sei solo. Anche tu  hai degli amici. Cordelia, Wes e  Gunn si butterebbero nel fuoco per te. E hai la riconoscenza e il rispetto di tutti quelli  a cui hai salvato la vita. ''

''No, non ho niente, senza te.''

''Hai la tua  anima! Non vuoi più lottare per lei?''

''Non  me ne sono dimenticato. Se è questo che pensi…..Ma sono stufo che sia la sola cosa che  ho…..''

''No. Questo non è del tutto esatto. Per quello  che può valere, hai ancora tutto il  mio amore se ancora lo vuoi……''

Angel la fissò stupito, attonito. E si  sentì sciogliere  dentro, per l'emozione.

Finalmente Chris aveva ammesso i suoi sentimenti.

Il suo tono era stato sicuro ma affrettato, come se avesse avuto paura che se avesse parlato lentamente, non avrebbe più avuto il coraggio di confessargli i suoi veri sentimenti……Ma era sincera.  Lui lo percepiva.

''Tutto ciò che è successo non ha scalfito affatto ciò che provavo per te. E che ancora provo! In queste ore  l'ho capito. Ma non riesco più a guardarmi allo specchio, dopo quello che ti ho fatto. Come fai a chiedermi di restare? Non sei  nemmeno un  po’ arrabbiato, seccato per quello che hai dovuto subire da Lucinda?''

''Non è questione di rabbia, Christal. Io e te siamo diversi. Io sono un vampiro e tu….non voglio dire  che non sei un essere umano, lo sei ora, in questo momento. Ma non sei stata concepita come tale…tu non sei nata, cresciuta…hai fatto grandi progressi, questo sì…ma è difficile, dopo aver avuto nelle proprie mani il potere assoluto, quello vero, di fare qualsiasi cosa, misurarsi con la miseria e la sofferenza della vita umana. Ognuno di noi ha il suo ''lato oscuro '' come lo chiami tu. Il mio è il demone. Il tuo…il desiderio sfrenato di vendicarsi di me. ''   

''Beh, se era la mia attenzione che volevi attirare, con questa storia ci sei riuscito, soddisfatto, ora?''   Lo apostrofò Chris. Sul punto di piangere. Immediatamente dopo infatti, grosse lacrime solcarono il suo viso. Angel gliele asciugò con le sue grandi mani e  la strinse a  sé,  dandole un bacio…..un lungo e disperato bacio.

Dolce e tenero.

Quando le loro labbra si staccarono, i suoi occhi scuri rimasero incatenati però in  quelli di lei.

''Non è solo la tua attenzione che voglio, lo sai.''

''Lo so.''   

''Che ne dici di andare, ora ?''  Disse all'improvviso, invitando  Chris a  riprendere il cammino.

Quest'ultima si sentì sollevata. Finalmente Angel aveva superato il suo sconforto e aveva deciso di non arrendersi. Non ancora…..

 

Il cottage era vicino. L'odore di legna bruciata impregnava l'aria. Questo spinse Angel a tener duro, con un ultimo, disperato sforzo.

''Eccola, siamo arrivati!''

Nella radura  antistante la capanna, che su di un lato soltanto  si appoggiava alla roccia della collina, furono raggiunti da  altri due  mastini. Mancavano pochi metri alla salvezza, ma furono costretti a fermarsi  per fronteggiarli.

Chris si staccò da Angel e preparò la balestra per il tiro.

''Corri Angel, vai!''   Gli disse, indicandogli il cottage.

''No, non me ne vado,  senza di te!''

Angel era piegato in due dal dolore e dallo sforzo.

Ma   non fece un   solo passo senza di lei.

Chris sparò e il dardo colpì in pieno  il mastino  che l' aveva aggredita  da destra. Ma l'altro  arrivò ad Angel, travolgendolo.  Con un calcio Chris lo spinse di lato, prima che potesse mordere il suo vampiro e lo costrinse a rialzarsi.

Ormai nessuno dei due aveva più la forza di affrontare una bestia come quella. Angel era agli sgoccioli e Chris era sfinita dalle emozioni  e dalla fatica.

Dalla telefonata di Wesley erano passate circa otto ore. E da allora non aveva fatto altro che correre.

Letteralmente.

Eppure non restava  altro che   darsi alla fuga. Il più velocemente possibile.

 

''Florence, Florence…''  Gridava Chris, sperando che gli occupanti della casa rispondessero al suo richiamo.

Il mastino era quasi loro addosso, per la seconda volta, quando la porta si aprì e Angel e Chris si slanciarono dentro, finendo a terra, uno addosso all'altra. Qualcosa al volo sfondò il cranio della bestia, che li inseguiva, e che si accasciò sui gradini di entrata.

''Ciao, Florence……'' Disse Chris, salutando l'amica.

Angel invece, aveva perso conoscenza. E la schiacciava con il peso del suo corpo.

Un indiano alto e robusto lo  soccorse   e lo pose su di un  divanetto  vicino al caminetto acceso. Era stato lui a risolvere la situazione con un unico e preciso colpo d'ascia.

La camicia di Angel,  strappata sul davanti, rivelò  i segni del veleno ormai sul cuore….

La sciamana  si soffermò su di essi e poi guardò Chris.

L'espressione implorante e preoccupata della ragazza, intenta  ad accarezzare  il viso di Angel, cercando di farlo rinvenire,   le fece comprendere immediatamente la natura del loro legame.

''Di cosa hai bisogno?''  Le chiese.

''Che il mio potere sia più forte che mai……voglio salvarlo. Devo. Non merita di morire. Mi aiuterai?''

''Certo…Lo sai che lo farò, altrimenti perché saresti qui?''

Le fiamme del caminetto furono la prima cosa che Angel vide quando rinvenne. La seconda fu il pellerossa  che in piedi affianco al camino lo fissava con attenzione. Chris e la sciamana non erano nella stanza.

Tentò di mettersi seduto  ma non vi riuscì, senza aiuto. Rimase immobile, stremato com'era  dalla  corsa e dagli scontri.

Sentiva brividi e dolori dappertutto e il petto che gli bruciava come la fiamma del camino che gli stava di fronte.

Un richiamo dall'altra stanza indusse l'indiano ad accompagnarlo lì. Si sentivano delle voci   che tacquero quando Angel fece il suo ingresso, sostenuto dall'uomo.

La stanza era tutta di legno, come il resto del  cottage, con pochi tappeti e poche suppellettili, che erano state ammucchiate in  un angolo per far posto a un enorme cerchio, disegnato sul pavimento al centro della stanza, il cui diametro era esattamente l'altezza di Angel.

''Vieni, sdraiati.''    Gli disse gentilmente la sciamana.

Angel obbedì, con l'aiuto dell'altro uomo e la donna accese tutte le candele  disposte sul perimetro  del cerchio e nella stanza.  Anche Chris era lì. Dentro al cerchio. Era in ginocchio, immobile e a occhi chiusi. Anche se  la sua mente era annebbiata  dal dolore e dalla paura, Angel, sull'orlo dell'incoscienza, si accorse che dalla cintola in su era nuda, con i soli capelli a coprirle i seni. Sulla schiena, sulle braccia e sul volto Florence aveva tracciato dei segni, con polveri  di vari  colori, che alla luce delle candele sembravano fremere.

''Chris…..'' Angel levò la mano verso la ragazza, nel tentativo di sfiorarle il braccio e attirare così la sua attenzione. Aveva la testa che gli girava violentemente ma voleva sincerarsi  che lei stesse bene.

''Non può sentirti. E' in trance.''   Si affrettò ad intervenire la sciamana, che bloccò la mano di Angel e gli impose di stendere il braccio lungo il fianco, impedendogli di toccarla.

''Tranquillo. Sta bene….''

L'aria era satura dell'odore  della cera delle candele e di alcune erbe che  Angel non riconobbe. L'odore era talmente forte da farlo sentire nauseato e fortemente intontito. Era sul punto di svenire quando la sciamana e l'indiano, ai bordi  del cerchio, cominciarono a  declamare le formule e le preghiere  di inizio del rito.

Pochi minuti dopo anche Chris, aprendo  di scatto  gli occhi, unì la sua voce alla loro, ponendo con un unico, fluido gesto, le sue mani sul fianco ferito di Angel. Questi combatteva per rimanere sveglio ma  rimase sconvolto dalla mancanza di sensibilità della sua pelle al tocco di Chris……….Non sentiva più nulla. Tranne che un dolore sordo e pulsante al centro del petto e le forze sparire del tutto, risucchiate dall' infezione.

Il ritmo della litania recitata dai tre  crebbe di intensità, fino a divenire frenetico, per poi tacere di colpo, mentre i simboli e i disegni sulla pelle di Chris  sembravano  animati di vita propria.

Dopo pochi attimi  Angel notò una luce abbagliante scaturire dalla ferita e dalle mani di Chris e la solita, a lui ben nota, sensazione di calore. Sentì le proprie forze ritornare pian piano e  vide   le pustole sul suo torace  sparire.  E con esse qualsiasi dolore. Anche la ferita si era richiusa.

… Una improvvisa eccitazione si impadronì di lui , segno che il rituale aveva funzionato. 

Chris era riuscita a curarlo, salvandolo  da una tanto veloce   quanto atroce agonia.

Quando alzò gli occhi per  fissare Chris, rimase sbigottito.

Il viso di lei  era contratto per  lo sforzo,  ma soprattutto era segnato da un profonda sofferenza.

La sua.

La ragazza  respirava frettolosamente e cercò con un braccio il suo appoggio.

Angel scattò, tirandola  su  in un lampo.

 I loro occhi si incontrarono  per un attimo prima che Chris si accasciasse al suolo con un gemito. Aveva perso conoscenza. Non era mai successo.

Angel  prontamente la soccorse, inginocchiandosi vicino a lei,   prendendola tra le sue  braccia. Le accarezzava  i capelli e il viso, ansioso di vederla riprendere  i sensi. Avevano  discusso, lottato, ma alla fine  Chris era riuscita nel suo intento.

Lo aveva salvato.

Per l'ennesima volta.

E per farlo aveva sofferto.

Per poterlo guarire Chris aveva dovuto assorbire   fisicamente e affrontare mentalmente  la  sofferenza  di Angel. Una prova non da poco, per un essere umano……

Gli attimi che seguirono sembrarono ad Angel i più lunghi della sua vita, durante i quali giurò a sé stesso che mai e poi mai l' avrebbe  lasciata fare di nuovo un simile tentativo. Per nessuno. Neppure per lui.

In quel momento la sua mente   non faceva che urlargli che l'amava, con tutto il corpo e tutto l'amore di cui lui, un demone con l'anima, poteva essere capace.

Con enorme sollievo la vide aprire gli occhi.

Ma appena Chris realizzò di essere tra le sue braccia si divincolò e sfuggì al suo abbraccio, rotolando sul pavimento, come terrorizzata, quasi urlando……

''Lasciami! Lasciami! Non  toccarmi!….. Non toccarmi!….. Non toccarmi…….''

 Angel  fissò Chris,  sbigottito dalla sua reazione. E  balzò in piedi.

''Chris…..Ma  cosa?''

Per tutta risposta  Chris scoppiò a piangere, disperata, farfugliando in fretta parole dapprima incomprensibili, poi sempre più chiare.

''Neppure i bambini, i bambini, i bambini, i bambini, i bambini, i bambini, i bambini…..……''

Si era rifugiata nell' angolo della stanza più lontano da lui e sembrava aver perso la lucidità.

Con gli occhi sbarrati si dondolava stringendosi forte con le braccia, come a volersi difendere da qualcosa che si agitava nella sua mente e continuava a ripetere quelle stesse parole, singhiozzando…. …….

''Vieni qui, non fare così…'' 

Ma l'invito di Angel non fu nemmeno udito.

''Ma cos' ha?'' Chiese Angel, rivolgendosi alla sciamana. Sconsolato.

Lei si avvicinò a Chris, accarezzandola e scrutandone  il viso sconvolto. Ora Chris taceva ma aveva lo sguardo fisso, perso nel vuoto. Poi tornò verso  Angel.

''Il rito di potenziamento. Credo che le abbia consentito di guarirti ma anche  di  entrare  in contatto con il tuo demone. Lei ora sa…….Ha percepito  tutto il suo odio, e il suo furore. E  forse conosciuto tutto ciò che lui ha fatto. Ha bisogno di tempo per accettarlo. Lasciala stare, per ora. Prima o poi finirà di piangere.''

''Ti prego, occupati tu, di lei.''   La implorò Angel.  E se ne andò, con il pianto e i singhiozzi di Chris nelle orecchie e nel cuore. Sapeva che ogni insistenza da parte sua avrebbe solo peggiorato la situazione…..

 

Dopo qualche giorno, quando Chris rientrò  nella sua casa vicino al mare, vi trovò Angel, appoggiato alla balaustra  della veranda. Le mani nelle  tasche dei pantaloni e il soprabito aperto e svolazzante per la brezza notturna, come il mantello  di un principe.

Per niente azzurro.

''Come stai?''  Le chiese, cauto.

Chris non rispose. Era ancora turbata, si vedeva lontano un  miglio. Era sussultata nel  rivederlo. Angel non indugiò nel suo silenzio. E parlò per primo.

''Mi dispiace..…Per quello che  ti è successo. Mi rendo conto di quanto sia stato terribile e non ti biasimo se sei rimasta sconvolta.''

Chris lo fissò con i suoi occhi azzurri. Occhi pieni di disapprovazione.

''Hai violentato ogni donna che hai incontrato sul tuo cammino. Non hai risparmiato neppure i bambini……. Come fai  a dormire la notte? Io non ci riesco più.''

A quelle parole, gli occhi di Angel si incupirono e divennero lucidi.

Le rispose, lentamente. Scandendo bene le parole. Per essere certo che lei capisse.

''Se sei arrivata a ciò che ho fatto, conosci anche il mio tormento. Perciò  sai cosa significhi, per me,   ricordare e soffrire, ogni minuto, di ogni ora, di ogni singolo giorno per gli innocenti che ho ucciso…….''   

''Lo so. E non posso dire che tu mi abbia tenuto nascosto ciò che eri…..’’

Angel si strinse nelle spalle. Le avrebbe detto tutto ciò che pensava.   Anche a costo di risultare sgradevole e  cattivo, ma sarebbe stato sincero fino in fondo.

''Mi dispiace che tu abbia dovuto……conoscerlo. Volevo  risparmiartelo. Ma io non sono più Angèlus e sono stanco di ripeterlo a te e a tutti gli altri. E sono stanco di doverlo continuamente dimostrare.''

''La stanchezza è un lusso che non puoi permetterti.''

''Forse è così. Forse è giusto che lo sia. Ma anche il Cielo mi ha dato una seconda possibilità. Perché tu non vuoi darmela?''

‘’Chi ti ha detto che non voglio dartela?’’

Angel trasalì.

‘’Ma io ho pensato…’’

‘’Che cosa? Che io mi  sia permessa  di giudicarti? Lo sai che no lo farei mai. E’ solo che ……. Immaginare è molto diverso dal trovarsi all'improvviso catapultato nella mente di un demonio.  Ho  bisogno di un po’ di tempo per…..accettarlo. Tutto qui.  Ho bisogno di riflettere su questo ed altre ….. cose.''

Chris si avvicinò. L’espressione più serena e tranquilla. Ma non sorridente.

‘’Sai, mi sono resa conto che non può esserci pace, per quelli come te e me.''

Angel la  fissava  negli occhi  azzurri con i suoi.

''Non sai quanto  hai   ragione. Ma voglio che tu sappia che ora che ti ho ritrovata non  sono disposto a perderti di nuovo. Non in questo modo. Per colpa di un passato che non mi appartiene più. Sono diverso, ora e tu lo sai.''

‘’D’accordo…..ma non chiedermi di entrare, per favore.’’

Angel sembrò sospirare.

‘’Vuoi che me ne vada, allora?’’

‘’Sì….ti prego…’’

Lo implorò Chris.

Ed Angel indietreggiò, sparendo nel buio al di là del portico.

Amareggiato e deluso.

Di nuovo il suo passato era ritornato a sconvolgere la sua esistenza    e  a far soffrire  le persone che lui amava. Come era successo con Buffy.

 

 

 

Dopo aver trascorso l'intera mattinata a  cercare un lavoro, Chris rientrò, stanca , accaldata   ma soddisfatta.

Il colloquio con il dirigente scolastico  di una scuola superiore era stato proficuo. Lui le era sembrato propenso ad affidarle l'incarico di insegnare storia in uno dei tanti licei di Los Angeles.

Le piaceva la storia. E sapeva raccontarla. Le guerre, i personaggi, nelle sue parole, sembravano talmente reali  da sembrare  vivi. E gli studenti erano rimasti entusiasti della loro nuova insegnante.

La ricchezza di particolari era tale  che il preside  rimase affascinato da lei. E si chiedeva, scettico,  da quali libri o documentazione  Chris aveva ricavato tutte quelle nozioni  così particolareggiate.

Lui non poteva certo sapere…..

Chris non l'aveva studiata  la   Storia. Ma attraversata. Come Angel, silenziosa testimone dell'evoluzione dell'uomo. Silenziosa, imparziale, ma non per questo meno attenta.

Questo nuovo lavoro era molto importante per Chris……Era l'ennesimo tentativo di rimettere insieme i cocci.

I cocci di una esistenza intera.  In cui forse era meglio che non ci fosse più spazio per Angel. E quindi senza il suo corpo. E la sua forza.

 Tutto ciò che riempiva  il suo cuore e la sua esistenza di essere umano sembrava così lontano, in quelle  settimane…..

Il dolore per  la morte di Thomas  e di Lionel non l'aveva più abbandonata, assieme al rimorso per averli coinvolti nella guerra tra Angel e la Wolfram and Harth.

Ed ancora, Lucinda ed il suo locale ritornavano ogni notte nei suoi sogni, trasformandoli in incubi, popolati anche delle risate di Angèlus  e delle grida e del pianto delle sue vittime….

Senza contare il dolore fisico  che la attanagliava per  il fatto di non poterlo toccare, baciare e …farlo suo.

Con il cuore a pezzi e l'animo in subbuglio  una nuova occupazione poteva aiutarla a cercare  l'equilibrio interiore che ultimamente  le sembrava di aver perso  e lenire il pesante senso di solitudine che si era impadronito di lei…..

Si accorse subito del messaggio nella segreteria telefonica. Era Cordelia.

''Ciao, sei in casa? No…evidentemente no ... Comunque, che ne diresti di una tranquilla seratina a casa mia soltanto  tu, io e un po’ di schifezze da divorare davanti all'ultimo film di Tom Cruise? So  che l'ultima volta che ci siamo viste non ci siamo lasciate granché bene. Ma spero tanto che tu non me ne voglia ancora, per quello. Mi manchi, anzi ci manchi. Ma penso che questo tu già lo sappia. Se ti va ….Alle 20.00  a casa mia. Saremo solo noi due, OK?''

Cordelia. Chris accarezzò subito l'idea di una serata con lei. In fin dei conti le mancavano le sue risate, le sue battutine salaci, le sfrecciatine che lanciava ad Angel e a Wes. E la sua sincerità.

E poi si era stufata di poterle parlare solo per telefono, come   era successo da quando…..

Così decise di andare. Una tranquilla serata tra amiche….

Alle 20.00 fu da lei.

Dennis, con sollecitudine, le aprì la porta e Chris entrò. Sapeva del fantasma, per cui  la cosa più di tanto non la turbò.

Vide il tavolo della sala preparato per due, apparecchiato come in una serata importante, con bicchieri di cristallo e  un candelabro d'argento. E tante candele tutte intorno. Candele ovunque….

''Cordelia, Cordelia…Ci sei?''     Chiese a gran voce Chris entrando. Nessuna risposta.

''Ho portato lo cherry che ti piace tanto. Diamine, pensavo che avremmo mangiato hot dog e patatine in salotto. Se avessi saputo….''

Chris si voltò verso il caminetto e …….trasalì.

La persona di fronte a lei non era Cordelia….. Ma lui. Angel.

''Cosa ci fai qui? Dov'è Cordelia?''     Gli chiese,  nervosa, posando  la bottiglia sul tavolo.

''Cordelia non è qui…..''

''Che significa  tutto questo, Angel?''       Chris indicò la tavola imbandita e le candele, la cui luce irreale conferiva  un'aria incantata alla  stanza.   

''Presumo che sia stata una idea di Cordelia…..Non glielo ho suggerito  io, se è quello che pensi.

Io ne so quanto te. Ma lei sapeva  che non avresti accettato di uscire con me, se te lo avessi chiesto io, così  …..Credo che ci abbia  dato appuntamento insieme. Qui.''

''Dovevo immaginarlo…che stupida sono stata!''   E Chris si voltò e a grandi passi si diresse verso la porta.

''Dennis, apri questa maledetta porta!''    Ma la maniglia restò bloccata.

Angel le corse dietro.

''Aspetta! Non te ne andare!''

E appoggiò la mano alla porta , per impedire che Chris potesse aprirla.

''Ti prego…. non essere arrabbiata! Resta. Soltanto un po’.  Vuoi? Possiamo mangiare e parlare…..soltanto. Come due vecchi amici. Ti va?''

Chris lo osservò. Era davvero in ansia per la sua risposta. E bellissimo. Con i pantaloni neri e un inusuale maglione bianco  a dolcevita che metteva in risalto  il colore scuro dei capelli e degli occhi. I suoi magnifici e bellissimi occhi.

Che la imploravano di restare.

Angel  le porse il braccio  e  Chris lo cinse con il proprio,  lasciandosi  condurre lentamente verso la sala da pranzo.

Lui le porse  una sedia e  con il suo aiuto Chris  si accomodò al tavolo.

Gesti di tempi ormai passati. Ma che  Chris  amava.

Angel sorrise sollevato. Era  già un grosso risultato, che lei non fosse scappata via. Ne fu incoraggiato. 

E brava Cordelia.

Pensò Angel.

Non so se ringraziarla o strangolarla, per questa opportunità….

Dennis servì la cena. Come un impeccabile e molto discreto chaperon. Cordelia lo aveva istruito a dovere.

''Quale scusa ha usato Cordelia per farti venire qui stasera?''

''Ha fatto un provino per  la Universal ieri, così mi ha detto che voleva festeggiare con una cena…. Sospetto che anche Gunn   e Wesley siano coinvolti in questa  congiura, perché  Gunn  non si è visto e  Wes  mi ha dato appuntamento  qui  ma non ha nemmeno telefonato per scusarsi.''

Chris sorrise. Immaginò Wes e Cordy che confabulavano alle spalle di Angel e   trovò la cosa divertente. Ma anche Angel sorrise. Tutto sommato essere stato al centro di un complotto tra amici non lo aveva infastidito più di tanto….Ed era felice di essere stato diplomatico e convincente al punto tale  che Chris aveva deciso di restare.

Nei secoli trascorsi  era   diventato bravo nell'approfittare delle occasioni che gli venivano offerte, dalla vita o dai suoi nemici…….

E il tempo volò, in maniera piacevole, mentre  scoprivano di poter godere ancora della reciproca compagnia. Mangiando e parlando del più e del meno come amici  qualsiasi. Ma divorandosi con gli occhi.

Chris indossava  un jeans attillato e una camicia di pizzo  identica  al colore delle sue iridi.

…Era incantevole.

E per la prima volta, dopo tanto tempo, dai suoi occhi  erano spariti l'astio  e  la freddezza  che ne  avevano appannato il calore.

Angel mangiò per farle piacere e tenerle compagnia. Quella sera non  volle ricordarle in nessun modo  il suo essere diverso…Voleva sentirsi soltanto un uomo. Come si sentiva quando Chris lo stringeva a sé nel suo letto.  Dove  non  doveva  essere sempre il più forte. Dove  i ricordi dolorosi svanivano come fossero bolle di sapone e i rimorsi sparivano, strisciando via, nelle ombre della notte……

''Io…non ti ho ancora ringraziato per avermi curato.''

''Fa niente….Non è necessario. L'ho fatto volentieri…..''

''Che ne dici se domani sera tu ed io ci concedessimo un’ altra  serata diversa? Un vero appuntamento, come non ne abbiamo mai avuti…''      

Le chiese Angel.

''D'accordo, mi piace la tua idea…a casa mia, alle otto?''

 

Era diventato buio da appena un' ora, quando Angel salì i tre gradini della veranda di Chris.

Bussò, piano…..Non voleva che   si accorgesse  che era impaziente di vederla.

La porta venne spalancata di corsa e questo incoraggiò  Angel.  A quanto pare  non  era il solo ad essere impaziente….

‘’Ciao.’’    La salutò.

''Ciao…''   Gli rispose  Chris, sorridente e ….radiosa.

''Vieni, entra!''

Angel notò  che Chris non era vestita come una in procinto di uscire per un appuntamento.

Ma piuttosto come una che abbia deciso di godersi qualche ora di relax  in casa propria.

L’espressione del suo viso si rabbuiò.

Chris lo notò subito.

''Non preoccuparti ……Non ho cambiato idea,  ma ho deciso di   organizzare  qui   la nostra serata. Ti va di assecondarmi?''

''Ma certo….''  Rispose Angel, più tranquillo, fissandola negli occhi con aria divertita e complice.

''Bene. Dammi la giacca, allora, non ti servirà.''

E gli scivolò alle spalle, aiutandolo a liberarsi del   lungo e impegnativo capo di pelle che indossava.

Angel  sentì  sul suo corpo il tocco  leggero  delle mani di Chris  che lo aiutavano a liberarsi del soprabito.

Come mi  sono  mancate le tue carezze……. 

Pensò. 

Chiudendo gli occhi e godendosi quel primo, magico  contatto.

''Vieni con me.''  

Gli disse Chris, prendendolo per mano e uscendo fuori, sulla veranda. Occhi negli occhi.

Angel sospirò. Senza accorgersene.

L'emozione stava  già  crescendo.

''Ho riflettuto sulle tue parole  e  ho capito che hai  ragione….''

Angel  sorrise, piacevolmente sorpreso, ma non volle interromperla.

''Sarebbe stupido  lasciare  che i  fantasmi del   nostro  passato   si frappongano ancora tra di noi, sia quelli del tuo che quelli del mio…..Non dimenticherò mai  Tommy e Lionel, ma ora, finalmente, riesco a vederti finalmente per quello   che sei ……una parte indispensabile di me. Senza di te io non vivo, Angel, non riesco nemmeno a respirare!''

Mormorò Chris, con semplicità.

Angel la attirò a sé, avvolgendola nella  calda e tenera stretta delle sue braccia.

''Ho pensato che, visto tutto ciò che è successo, ci avrebbe fatto bene un ritorno alle origini……’’

Gli sussurrò in un orecchio, con la voce rauca per l’emozione.

‘’ Insomma, qui a due passi ci sono l'oceano e la spiaggia. Ho creduto  che per questo nostro primo appuntamento, sarebbe stato bello stare un po’ sulla sabbia, accendere il fuoco e …fare tutte le cose che facevamo sull'isola, all'inizio, ricordi?''

Tempi felici quelli. Nonostante tutto.

 Essere naufraghi abbandonati su di un'isola deserta era stato molto meglio  che essere di nuovo cittadini della moderna e  tanto  illuminata Los Angeles.

''Sì…..Mi piace. Splendida idea!''  

Le rispose Angel,  incoraggiandola. E cercando le sue labbra, per sfiorarle dolcemente  con le sue.

Chris non oppose resistenza e lo guardò invece con tenerezza. Come solo lei sapeva fare. Poi si riscosse  e lo trascinò con sé  sulla   grandissima spiaggia. In silenzio.

A metà di essa, alla luce della luna, divenne chiaramente distinguibile, nel buio, una  enorme catasta  di legna, pronta per essere bruciata.

''A te l'onore. ''    Gli disse  Chris, ponendogli nel  palmo della mano destra   un accendino.

 Angel  lo utilizzò e la carta e l'erba secca sistemati sotto la legna  presero subito a bruciare.

 In breve tempo il fuoco era divampato e la luce del falò  cominciò ad illuminare il buio che li avvolgeva.

Non c'era nessuno sulla spiaggia a quell'ora. E il silenzio era rotto solo dal fruscio delle onde del mare e dal crepitio del fuoco che avvampava alto.

''Accidenti, devi aver lavorato molto per prepararlo…''

''Sì….l’intero pomeriggio.''

''Spero non ti serva  per  liberarti di….. me , una volta per tutte!''   

Angel rise, ma  senza convinzione. In realtà  studiando attento la reazione di Chris.

''No. Io ti amo. Come puoi pensare questo, di me?'' 

Esplose Chris, improvvisamente seria.

''Mi ami? Eppure  non  mi  è tanto chiaro, ancora, se sia vero…''

''E' vero…..'' 

Chris glielo ribadì fissandolo  negli occhi scuri.

''E ora te lo dimostrerò oltre ogni ragionevole dubbio….''

''Non usare certe espressioni, con me, lo sai che odio gli avvocati. '' 

Angel   si rabbuiò.

Chris gli  si avvicinò e decise di  baciarlo.  In maniera selvaggia. Possessiva. Ed  Angel  contraccambiò di cuore, con altrettanta ossessività e bramosia.

''Sapevo che alla fine avresti capito quale era la cosa giusta da fare. Non poteva essere altrimenti, io ti conosco.''   Mormorò Angel, appoggiando  la sua fronte a quella di Chris.

 Quasi sospirando per il sollievo.

''Già. E visto che mi conosci, sai già cosa devi fare a questo punto?''  

Chris sorrise, allusiva, solleticandogli   la guancia  con la propria  e sfiorando  con le  labbra  il collo  di  Angel.

''Certo. Me lo ricordo bene.''

E    lui  riprese a baciarla, all'inizio con tocco leggero, quasi timido, per poi  approfondire  il bacio, in un crescendo  di  carezze ed emozioni  di cui solo le stelle e il mare furono testimoni………

Fecero l'amore  due volte.

Velocemente e con passione la prima  volta. Con lentezza e  sapienza  la seconda.

Restando abbracciati   e seminudi  sulla  sabbia,  riscaldati dal fuoco, nell'umidità della sera. Circondati dal  silenzio  notturno  della spiaggia  enorme e completamente deserta.

''Sai , in questi mesi,  non sai quante volte ho pensato alla nostra isola. Ho avuto nostalgia della serenità e della pace  di cui abbiamo goduto lì, nonostante tutto.''

Gli sussurrò Chris, in un orecchio.

Angel  si sciolse  dall'abbraccio e si tirò su  a  sedere,  rompendo così il  delizioso silenzio di coccole e carezze che  regnava ormai da un po’. I lineamenti del volto segnati dalla tristezza.

Chris lo affiancò. Ed Angel tese un braccio per accarezzarle il collo e   le spalle. 

''Lo so. Anche a me pesa   doverti coinvolgere nelle  mie lotte. Notte dopo notte  trascinarti nei vicoli di questa città, invece di……''

Chris lo interruppe.

''Abbi fiducia. Ci saranno altri momenti come questo, per noi. Ne sono sicura. In fondo il nostro amore ha resistito a   prove….. molto dure. ''

''Già. D'ora in poi la situazione non potrà che migliorare soltanto.''

Chris lo guardò sorridendo.  Angel sapeva mentire bene. Ma  per lei era chiaro come il sole quando nelle proprie parole il primo a non crederci era proprio lui.

''Bè, tanto per cominciare, siamo di nuovo insieme, no?''

Lo stuzzicò Chris.

''Lo spero.  Non sopporterei di averti di nuovo contro….'' 

E la sua espressione fu più eloquente di qualunque altra parola.

La ragazza  sospirò. Quello che stava per dirgli le faceva male, dentro.

''Potrai mai perdonarmi per averti odiato?'' 

 I riflessi del fuoco illuminavano il viso di Chris e i suoi occhi scintillanti per la voglia di piangere.

''Ma sì, certo….E'  facile perdonare gli altri. Il difficile è perdonare sé stessi…..''

Mormorò lentamente  Angel, distogliendo lo sguardo e puntandolo sulle  fiamme che ardevano, alte, innanzi a loro.

…..Le spalle improvvisamente più curve.

''Ci sei mai riuscito?''

''A fare cosa?''

''Perdonare te stesso…..''

''No…ancora no.''

''Non aspettare  che lo facciano gli altri per farlo. Non  sarebbe giusto. Non sarebbe ….. umano.''

''Se tu sapessi, Christal…..''

''Ma io so. Il rito….ricordi? Io conosco ciò che ti brucia dentro. So  quello che il tuo demone  ti chiede di fare, ogni momento di ogni giorno della tua vita….Posso  capire. Ma  non ti giudicherò. Mai.''

Il trillare elettrico del cercapersone  di Angel li  interruppe.

''Oh, no! Proprio adesso!''    Esclamò, seccato.

''Da quando in qua  hai il cercapersone?''

''Da una settimana. Una idea di   Wes. Così è sicuro di potermi rintracciare anche quando non  sono raggiungibile con il cellulare…..''

Angel recuperò velocemente il piccolo apparecchio  e lesse il numero.

''E' Cordelia.''

E si accinse ad alzarsi.

''Aspetta. Vado io a sentire perché ti cerca…... Così la saluto.''

''D'accordo. Ti  aspetto qui.  Poi decideremo  cosa fare.  Ma fai in fretta.''

Chris terminò di rivestirsi  in un lampo e si diresse verso casa.

Angel rimase seduto sulla sabbia, a gambe incrociate, a rimirare il fuoco che crepitava avanti a lui.

Col suo fine udito di vampiro sentì Chris entrare in casa  e lasciare la porta aperta.

Un ultimo trillo del telefono..…poi….poi   le sue orecchie furono come dilaniate.

Una forte   esplosione  devastò l'appartamento di   Chris, mandando in frantumi tutte le  enormi vetrate, le cui schegge arrivarono fin quasi ad Angel.

Angel balzò in piedi.  Corse  verso la casa di vetro e  legno ,  ormai  in preda   alle fiamme. 

Andò  su e giù lungo tutto il perimetro   del fabbricato, alla disperata ricerca di un punto di ingresso che gli consentisse di entrare e salvare Chris. Non  riuscì  a trovarne.

 Il rogo era troppo intenso. E il fuoco  non  è un nemico che un vampiro possa affrontare impunemente.

Il senso di impotenza che si impadronì di lui aumentò la sua disperazione e il suo dolore….

Rimase in piedi, immobile, annichilito,  a pochi metri da dove esisteva la veranda d'ingresso, anch'essa ormai distrutta.

Era impossibile che fosse sopravvissuta…...

Angel ne fu subito consapevole e urlò, urlò la sua disperazione, con le braccia   strettamente intrecciate sul petto  come ad abbracciare il dolore sordo che lo stava attanagliando…..di fronte ai resti della casa,  ancora fumanti e a tratti  ancora ardenti.

Fu così che lo trovò Kate, la sua amica poliziotta, quando sopraggiunsero i pompieri e la polizia chiamati dai vicini. Una maschera di dolore e orrore sul viso. 

''Angel…''

Kate   lo chiamò, afferrandolo per un braccio e allontanandolo dalle rovine. Non fu difficile. Angel era come un enorme burattino privo di  volontà. Stranito. Disorientato. 

La guardò. In un primo momento  non  la  riconobbe. Poi  sembrò ritornare lucido, finalmente.

''Cosa ci fai qui? Di chi è questa casa?C'era qualcuno dentro?''     Lo incalzò Kate.

Angel annuì, ripetutamente, nervosamente, con la testa. Ma senza aggiungere parola.

''O mio Dio! La tua amica! Quella della centrale!  C'era lei dentro, Angel? Questa è casa sua, non è vero?Rispondimi….''

''…Sì…….me l'hanno uccisa, Kate. Me l'hanno uccisa! Io la amo….E me l'hanno uccisa!''

Sussurrò Angel, tremante, coprendosi la faccia con le mani.

''Calmati, ora!''

Per tutta risposta Angel  la guardò, stralunato, per poi tornare a fissare l'incendio che i pompieri stavano cercando di spegnere….I suoi occhi scuri tradirono la scintilla di una idea…..

All'improvviso si slanciò verso quella parte della casa non ancora completamente crollata e ancora in fiamme. Cercando la morte.

Nel fuoco.

Kate non riuscì ad agguantarlo.

''Fermalo, Tim! Fermalo!''

Il collega di Kate, sentendola   urlare scattò come una molla. Era un uomo grande e grosso, sulla quarantina. E non fu difficile per lui intercettare Angel. Il difficile fu fermarlo.

Con un pugno Angel lo scaraventò  oltre  le strisce  posizionate dalla polizia per interdire la zona ai curiosi.

Kate  tirò fuori la pistola di ordinanza dalla fondina. Era l'unico modo…. Dopo avrebbe pensato ad una   spiegazione per giustificare il suo intervento, piuttosto drastico.

Gli sparò ad una gamba. Lo ferì di striscio, quanto bastava per fermare la sua folle corsa verso il fuoco. Il dolore bruciante  fece incespicare Angel che cadde, disteso  nella sabbia, con un gemito di dolore.

Kate lo agguantò da dietro, con l'aiuto di una collega a lei vicina. Lo ammanettò con le mani dietro la schiena, trattenendolo a terra con il peso del suo corpo. Angel cercò di opporre resistenza  ma poi   smise.

Kate lo fece rialzare e lo condusse accanto ad una della volanti, sulla strada. Lo fece sedere per terra, con le spalle alla macchina.

E lo vide distrutto. Annientato. Già sapendo di non poterlo consolare.

Si chinò su di lui .

''Angel….Per quello che può servire, ti prometto che cercherò in tutti i modi  di scoprire chi  è stato. E te lo dirò, anche se non potrei, lo sai..…….ascolta…ora ti toglierò queste manette,  ma tu devi promettermi che non farai altre pazzie…… ''

Angel, che aveva smesso di piangere, annuì, debolmente.

Kate gli tolse le manette ed entrambi si alzarono in piedi.

''Gra….Grazie.''   Farfugliò.  Più calmo.   Di nuovo lucido. Purtroppo consapevole…..

''Io…credo di aver perso la calma……''

''Non fa niente…può succedere. E' …è…...umano!''    Gli rispose Kate.

Angel la fissò negli occhi, rendendosi  pienamente conto di tutti i sottintesi che quelle parole recavano con sé…..E le fu grato una volta di più.

Umano.

Con una fitta al cuore Angel ricordò che anche Chris aveva pronunciato quella stessa parola, pochi minuti prima di morire….La sua donna, il suo amore ritrovato  gli aveva regalato quanto di più bello  la sua anima torturata  potesse desiderare. Ma ora era finita.  Davvero , stavolta.

Per sempre.

''Angel, se hai qualche sospetto su chi abbia potuto fare questo, devi dirmelo. Aveva qualche nemico?'' 

Sì. I miei.  La Wolfram and Harth. Ling. E tutti quelli che odiano me……

''Allora Angel. Nessuna idea, un indizio?''

''Forse  lo sappiamo noi !''  Sopraggiunse  una voce alle loro spalle. La voce di Wes.

Angel  e Kate  si voltarono. Wesley, e   Cordelia erano lì.

''Cordelia ha avuto una visione, poco fa.  Abbiamo cercato di avvisarti ma……a quanto pare non ci siamo riusciti.''

Wesley abbassò la testa, per lo sconforto e il cordoglio.

Cordelia lentamente avanzò ed abbracciò il suo amico vampiro, ancora sconvolto.

''Mi dispiace. Nella mia visione  ho visto tutto questo  ma …..E' successo tutto talmente in fretta……..Loro volevano salvarla, Angel. Vi volevano  insieme, forti e innamorati. Ma  non tutto va sempre come dovrebbe, purtroppo  per noi…..''

''Chi è …..stato?''

La voce di  Angel era agghiacciante. Rauca per il troppo gridare. E fredda. Terribilmente fredda e determinata. E il viso una maschera di tensione e odio. Cordelia sapeva cosa significava.

L'uomo e il demone gridavano vendetta….

Cordelia non ebbe il tempo di replicare. Uno dei detective della scientifica  si avvicinò a Kate, con i primi riscontri.

''Allora, Kim?''

''C'è stata prima l' esplosione, poi l'incendio. Ad un primo esame, pare che abbiano  usato del T25.''

''Qual è la provenienza?''  Chiese Kate.

''Sia l'esplosivo che il detonatore sono di fabbricazione cinese.''

''Grazie. Kim.''

''Possiamo rimuovere   ciò che resta del corpo?''

''Sì, certo…..Procedete.''

Kate  si voltò verso Angel. Anche lui aveva sentito. Ed aveva avuto  la sua conferma.

Ling.

Era stato lui.  aveva lasciato la sua firma, per farglielo sapere. E farlo soffrire di più, per questo. Angel aveva  pensato ad una simile eventualità, ad una sua possibile vendetta, nel momento in cui l'aveva lasciato andare, quella notte.

Ma non  aveva potuto ucciderlo a sangue freddo, così,  sotto gli occhi imploranti  di Chris. Non poteva più uccidere un essere umano, anche se una bestia come lui,  senza  poi provare rimorso. Persino Chris aveva rinunciato  alla testa di Ling. Che diritto aveva lui di prendersi la sua vita?

Ma ora Ling si era preso  la vita della donna che amava.

Aveva spento la vita di Chris.

Ed Angel si sentiva in colpa.

Per aver risparmiato un assassino. Per aver avuto pietà, quando non avrebbe dovuto   averne….

Ling aveva oltrepassato ogni limite.

Ed Angel decise  che   ne avrebbe   subito le conseguenze.

L'incendio di dolore e rimorso  che ora  gli bruciava dentro non si sarebbe spento fino a che Ling non avesse pagato  per il suo efferato delitto..….. 

Stavolta non ci sarebbero stati gli occhi azzurri di Chris a fermarlo.

Il crollo di ciò che rimaneva  della casa attirò l'attenzione di Kate, che quando si rivoltò verso Angel si accorse che lui si era dileguato nel buio, lasciando tutti  lì attoniti e preoccupati.

 

Pianificò tutto con calma. Con metodo. Come solo Angèlus sapeva fare…. Soppesando le varie possibilità. 

Alla fine aveva optato per un messaggio preciso.

Sarebbe stata giustizia. Non vendetta.

In onore di Chris  e dell' amore  che li univa.

Aspettò che Ling  ritornasse  per controllare i lavori di ricostruzione di uno  dei locali  che lui e Chris avevano distrutto. Gli interessi di Ling erano troppo proficui  per cui Angel era sicuro che prima o poi  avrebbe rimesso piede a Los Angeles.

Pur sapendo che lui sarebbe stato lì ad aspettarlo.

E così fu.

Dopo un mese dalla scomparsa  di Chris, Ling era di nuovo in America.

Aveva affittato la suite  all'ultimo piano di un costosissimo albergo in pieno centro.

Per Angel non fu difficile arrivarci, saltando giù dal tetto del grattacielo più vicino, più alto di poche decine di metri………

Rompendo il vetro della portafinestra   per accedere dal balcone all'interno dell'appartamento, Angel si ritrovò  nella camera da letto. Vuota.

Lentamente, con circospezione, aprì la porta e si ritrovò in una vasto soggiorno.

Nel bel mezzo del  salone, su di un tappeto, c'era  un uomo con la barba bianca , seduto a gambe incrociate, che sembrava immerso in profonda meditazione.

Solo.

Angel  gli si avvicinò, ponendosi alle sue spalle…….

 

Quella stessa notte, Angel fece qualcosa che  fino a quel momento, non aveva  più  avuto il coraggio di fare.

Tornare sulla tomba di Chris.

Era stata seppellita in un piccolissimo cimitero, fuori della grande città, ai margini di un grande albero.

Accanto  al suo Michael.

Le lettere che componevano il  nome di lei  luccicavano alla luce della luna piena di  novembre.

Angel sospirò.

Il fruscio del vento tra  i rami dell'albero di acacia  era l'unico suono che si  udiva in  quel luogo.

La pace  che vi regnava era terribilmente in contrasto con il tumulto e la  rabbia   che invece  Angel sentiva in sé, nella sua anima.

Vendicarsi di Ling non  era bastato  a placare  la tempesta di sentimenti, collera  e  desiderio  che la  morte di Chris  aveva provocato  in lui.

Un piedi,  di fronte  alla lapide bianca , le mani in tasca, Angel rimase immobile per  più di un 'ora,

mentre via via  in lui riaffioravano, precisi e dettagliati, tutti i suoi i ricordi, dal suo  primo incontro con Chris  alla notte, orribile, della sua morte.

Lentamente, il braccio destro di Angel si mosse, per poi protendersi, dritto di fronte a lui.

Stretto nel suo pugno, un piccolo sacchetto di velluto nero.

Nell'altra mano, il pugnale d'argento di Chris, in parte annerito dal fuoco.

Era tra gli oggetti personali di Chris, scampati al rogo   e  Kate glielo  aveva consegnato.

''Non l'ho ucciso, Christal……Non l'ho fatto, nemmeno stavolta…..Non ho potuto.''

Angel tacque, per  qualche secondo, come cercando le parole.

''Ma  gli  ho portato via qualcosa   che gli farà provare,  ciò che io ora sto provando…..Io….ho dovuto farlo…….''

Il sacchetto si aprì, lasciando cadere sull'erba , tra i fiori piantati sulla tomba, un occhio umano.

''Ora anche lui sa cosa si prova quando ti viene portata via una parte di te  stesso, una parte indispensabile del tuo essere, del tuo corpo, perché è così che io mi sento, adesso, senza …te. Come se mi  fosse  stata strappata via un  pezzo della mia stessa  anima. Quell'  anima in cui tu hai creduto sempre tanto, a dispetto di tutto il male che ti ho fatto, nonostante ci ……amassimo.''

Angel si inginocchiò  e con le mani  scollò una zolla di erba soffice dalla terra sottostante, nascondendoci sotto l'occhio estratto a Ling e il pugnale di argento di  Chris con cui lo aveva fatto, ancora sporco del sangue  del  vecchio mafioso cinese.

Che tu possa riposare in pace, mia dolce  e forte Christal, accanto alle spoglie dell'uomo che hai amato …..Il destino  è stato  crudele  con te, facendo incrociare la tua strada con la mia. Ma io non smetterò mai di  ringraziare il mio per avermi  permesso di  conoscerti  ed  amarti…..

Addio….. non tornerò mai più qui. Sono sicuro  che, ovunque tu sia, ora,  ne sai già  il  perché……..

Lentamente, si rialzò.

Indietreggiò di un passo e si voltò, allontanandosi.

Il cuore in tumulto e la mente persa nei ricordi. Ma con la precisa e netta sensazione  che da quel momento  non avrebbe più  permesso a sé stesso  di piangere per lei, semplicemente  perché la stessa Chris non lo avrebbe mai voluto. Guardare avanti e proseguire per la sua strada  era tutto ciò che gli rimaneva da fare, come quando   si era allontanato dalla sua Cacciatrice.

La sua natura era così…..Più forte, più forte ancora, nel dolore.

 

 

Quella stessa  notte, nel suo letto, Angel fece un  sogno.

Sognò Chris, sorridente,  seduta sul bordo,  intenta ad aspettare il suo risveglio. Mentre con una mano  gli scompigliava ulteriormente i capelli già arruffati dal  cuscino.

I loro occhi si erano incrociati ed incatenati ma   nessuno  dei  due  aveva  parlato.

Nell'aria si udiva la  sua  voce femminile, sottile e dolce, che, come un eco in sottofondo, declamava dei versi.

''La Felicità al mio fianco ha camminato;

ma la Fatalità non conosce riposo:

il verme è dentro il frutto, il risveglio nel sogno,

- questa è la legge - e nell'amore il rimorso.

La Felicità al mio fianco ha camminato……''

Angel si svegliò.

Si strofinò gli occhi per essere  certo di essere desto.

Ricordava quei versi. Erano quelli di  ''Nevermore''  di Paul Verlaine. Uno dei   poeti  le cui opere  riempivano la sua piccola biblioteca privata. 

L'ultima volta che  li aveva letti era stato insieme a Chris, la sera   di Natale in cui  le aveva regalato  il pugnale d'argento.

Momenti intrisi di emozione e pace che non sarebbero mai  più   tornati…….

In quel momento si accorse del suo profumo. 

Il profumo della sua antica amante.

Darla.

Seduta  su una poltrona, di fronte al suo letto, intenta a rimirarlo.

''Cosa vuoi?''

Le chiese, aspro.

Balzò giù dal letto, infilandosi il primo paio di  pantaloni che aveva trovato.

''Ho saputo quello che è successo alla tua ragazza.''

''Sei venuta a consolarmi?''   

Esclamò ironico.

''No, non lo meriti dopo il modo in cui mi hai trattata l'ultima volta che sono stata qui.. Ricordi, Angel? Mi hai ferita, non sai quanta rabbia e dolore ho privato.''

Darla si era alzata e ora  gli si era avvicinata. Gli accarezzò il viso con una mano, per poi lisciargli le spalle  con entrambe.

''Rabbia, dolore, sono solo insulse parole, per te, Darla.  Tu non conosci né l'uno, né l'altra. Non come li conosco io……''

''Forse. Ma  che mi dici  del mare in tempesta che è in te? Lo sento, forte e sconvolgente. Ed è un vero balsamo per la  voglia che ho di vendicarmi di te. Lo abbiamo fatto, proprio qui, in quel letto. Nel tuo letto. E dopo mi hai scacciato come una sgualdrina…..Ma non è questo che mi ha fatto più male. Io sono una sgualdrina. Lo sono sempre  stata, ma ti ho odiato per avermi sbattuto in faccia la tua felicità con quella piccola e insulsa Cheerleader.''

''Già, con tutte tranne che con te, vero, Darla? E' questo che ti fa rabbia?Vattene, prima che la mia tempesta travolga anche te….Lasciami solo o ti uccido per davvero.''

Darla trasalì.

Il tono di Angel le provocò  una ondata  di brividi lungo la schiena.

Le aveva pronunciate lentamente, con  una determinazione  e una rabbia  già  viste nei suoi occhi. La  rabbia e la determinazione  di Angèlus.

E poi poteva  sentire il suo dolore….

Uno smisurato, enorme, divorante dolore.

Decise di avvicinarsi a lui.

''Non è respingendo tutti che la tempesta si placherà, Angel. Lascia che la calmi  io.  Lo sai che potrei…..''

Mormorò piano Al suo orecchio, allusiva.

Con le sue braccia gli cinse il  collo. Aspettando la sua reazione brutale. Il suo rifiuto. Uno spintone che l'avrebbe fatta volare  contro al muro.

Ma Angel non ebbe nessuna reazione.

Questo la rese più coraggiosa.

Aderì  con il suo corpo a quello di Angel. Ma ancora una volta lui non la respinse.

Gli prese la mano e  se la portò su  di un seno.

E lo fissò negli occhi. Che bruciavano. Non di passione. Ma di rabbia e rassegnazione.

''Permettimi di  soffiare  sul mare delle tue emozioni. Ne spegnerò il fuoco con il mio….''

Appoggiò le proprie labbra sulle sue.

Ed Angel reagì, cominciando a  baciarla.

Un minuto dopo erano sul letto,  uno sull'altro, ignari strumenti  di una  tanto occulta  quanto   potente magia…………….

                                                                        Fine