I HATE YOU
Di Christalline
DISCLAIMER: Questa fanfiction non ha scopo di lucro. I personaggi di ATS e
BTVS appartengono a Joss Whedon, alla Mutant Enemy e alla Fox. Uno invece,
è tutto mio.
SPOILERS:
Nessuno.
LIMITI
d’ETA': Nessuno.
COLLOCAZIONE
TEMPORALE : Dopo le prime due serie di ATS e la quinta di BTVS.
Questa
fanfic è il seguito di un’altra dal titolo ‘’Angeli o demoni’’ già presente
in questo stesso sito. Terzo ed ultimo capitolo della <Trilogia dell’Angelo>.
RIASSUNTO:
Angel non riesce a rinunciare a Chris e
le impedisce di uscire dalla sua vita….. PERIODO: febbraio
2007.
AUTRICE:
cristalline@tele2.it
Capitolo III
I HATE YOU…
Erano passate quasi
tre ore, da quando Angel l'aveva vista correre via.
Dal momento in cui l'aveva attirato a sé e lo aveva
baciato.
Era ancora
saldamente inchiodato dove
lei lo aveva lasciato, lì, sul tetto dell'Hyperion, immobile come solo i vampiri sanno fare, l'autocontrollo del proprio corpo spinto agli
estremi, allenato nei secoli dal piacere
e dalle necessità della caccia…..
Se si fosse mosso, se solo fosse stato in grado di muovere
un solo muscolo, o meglio, se solo avesse voluto farlo, probabilmente si sarebbe lanciato
all'inseguimento di lei.
E non poteva. Non doveva.
L'umidità della notte e la leggera brezza che soffiava non
gli davano nessun sollievo, Angel si
sentiva bruciare dentro, letteralmente.
Il desiderio inappagato di lei, acceso da quel bacio lo stava consumando…..
Si era preparato
ad una reazione violenta.
Credeva che Chris si
sarebbe ribellata e magari lo avrebbe preso a pugni, per farlo ragionare.
Come aveva fatto sull'isola.
Decidendo di
affrontarlo fisicamente per fargli
ammettere le sue paure. Per cancellare
ogni remora e ogni tentativo di evitare l'unica
verità che lei conoscesse……
Che nessuno dei
due avrebbe potuto rinunciare all'altro, senza esserne annientato.
Se lo avesse
colpito o ferito,
indifferentemente a mani nude o con un'arma,
lui non avrebbe reagito, no…..
Avrebbe pagato il prezzo per il suo dolore.
Se lei gli
avesse urlato contro decidendo di umiliarlo con le
parole, lui si sarebbe sentito in pace,
in qualche modo.
L'astio e il rancore, insinuandosi pian piano, nel suo animo, la avrebbero aiutata a dimenticare.
Le avrebbero insegnato,
giorno dopo giorno, ad odiarlo, distruggendo così il suo amore.
L'amore che lei sentiva per
un vampiro sudicio e
malvagio.
E vigliacco, per giunta.
Tanto vigliacco da non poter affrontare nemmeno il pensiero di perderla.
Lui la conosceva.
Chris era fatta così.
Reagiva al dolore con la rabbia.
Invece quel bacio aveva sgretolato tutte le sue migliori difese.
Lo aveva fatto precipitare, pietrificandolo, nel rimpianto e nella collera vibrante che sentiva in sé, per aver dovuto di nuovo prendere una decisione
così dolorosamente giusta e
……inevitabile.
L'anima e il
cuore urlavano, dentro di lui.
Urlavano contro l'iniquità della ragione. E per il bisogno
di stringerla ancora a sé e di …averla.
Un fuoco, dentro, profondamente devastante. Ed
intimamente distruttore.
Che lo avrebbe
avvelenato. Consumato. Annientato. Lentamente, ma dolorosamente.
Angel lo sapeva.
Lo sentiva.
Decise finalmente
di scendere nella hall e,
nonostante fosse molto tardi, inaspettatamente, vi trovò
Cordelia.
Ufficialmente
ancora al lavoro, alla ricerca di
informazioni su un cliente tramite Internet.
Ma che in realtà
lo stava aspettando.
Angel non le
rivolse parola, ma a lei bastò un'occhiata al suo amico per accorgersi che era
sconvolto.
Lo vide dirigersi
spedito verso il suo ufficio e chiudersi la porta alle spalle.
Lo vide sedersi
nella sua poltrona e appoggiarsi al grande schienale, per poi
massaggiarsi la fronte e gli occhi. Un
gesto tipico di Angel, quando la stanchezza
e la tensione diventavano eccessive……
Aspettò qualche
minuto, poi, dopo aver bussato ed inutilmente atteso una risposta, si fiondò
nel piccolo ufficio. Gli si parò di fronte, a braccia
conserte, esigente.
''Si può sapere cosa è successo tra voi due?''
Lo apostrofò.
''Prima Chris
che è schizzata via senza dire una parola, ora tu con quella faccia da
funerale!''
Angel la guardò come per pregarla di non
intromettersi, ma Cordelia non tacque.
''Senti Angel,
capisco che ciò che le è successo vi abbia sconvolto, ma
la tua reazione, ne sono sicura, deve essere stata eccessiva. Tu sei sempre
eccessivo, in certe situazioni, anzi spesso, a dire il vero……e comunque non me
ne andrò di qui fino a che non mi avrai dato una esauriente spiegazione! Mi
conosci, sai che mantengo sempre la mia parola!’’
Angel ora
fissava un punto indefinito del
soffitto, con la testa mollemente adagiata all'indietro.
''Le ho detto di
andarsene.''
''Cooosa….?...E
perché? Lei è l’unica che hai a questo
mondo!''
''Proprio per
questo. Non potrei mai perdonarmi se le
succedesse qualcosa. Lontano da me sarà al sicuro.''
Finalmente Angel
ebbe il coraggio di guardare in viso la sua amica. L'espressione stupita e
un po’ seccata di Cordelia virò verso la tristezza quando i suoi occhi nocciola
incontrarono quelli bruni del vampiro. Feriti. Vuoti. E che
brillavano per le lacrime versate.
Cordelia in quel
momento si rese conto di non aver mai
visto Angel piangere, ma di certo non perché se ne vergognasse.
Perciò le fu evidente che stesse soffrendo. E molto, anche.
Lo incalzò.
''Al sicuro da
che cosa Angel? Forse dai tuoi nemici e …magari anche da te!!Ma dai
demoni e dai vampiri? E dai malintenzionati, da coloro che vorranno
solo approfittarsi di lei, dagli altri insomma…''
''Chris è forte,
conosce la natura umana e anche quelli come me. Saprà difendersi.''
''Si, sarà anche
forte ma in questo momento è solo una donna in un momento difficile, con le
idee confuse per quello che le è successo. E tu l' hai mollata come farebbe un
qualsiasi uomo di strada. Ti sei comportato come un ……bastardo!''
A quella
parola, Angel trasecolò. Cordelia non lo aveva mai definito
così, prima di allora.
Era seccante, però, che lei non volesse
capire.
''Fermala, non
permettere che vada via…….te ne pentirai!.''
Lo supplicò
Cordelia, che aveva aggirato la scrivania e si era avvicinata a lui,
costringendolo ad ascoltarla, afferrandolo scuotendolo per un braccio per essere sicura che lui l'avesse
sentita.
''Angel, sei
stato solo per tanto tempo. Non è giusto che tu debba rinunciare a lei. La solitudine ti
distruggerà!''
Angel prese le
sue mani tra le proprie e con
dolcezza si alzò, voltandosi verso di lei.
I suoi occhi e il
suo volto mal celavano la sua sofferenza.
''Non ne sono
degno, Cordelia… ….''
''Non dire
così…''
''Tu non l'hai
vista….Voglio dire……trasformata. In
quel mostro. A causa mia. Una creatura orribile, pronta solo ad uccidere. Com’ero
io. E lei non merita questo….. ''
''Ed è per questo
che hai pensato di punirti da solo mandando via l'unica donna che può amarti
senza farti impazzire e ritornare cattivo?''
Angel trasalì, guardandola basito.
Cordelia era
sicura di non poter nemmeno immaginare
quanto gli fosse costato allontanarla da lui. Dover sembrare spietato e
freddo e sentirsi invece annichilito dal dolore del distacco.
''Angel, lei era
una benedizione. La tua personale benedizione, direttamente dalle Forze
dell'Essere. Per te. Soltanto per te. Affinché tu ti sentissi più forte e continuassi
la tua lotta. Questo è ciò che Loro vogliono da te. Che tu continui per
la tua strada senza più voltarti indietro e lei era la conferma a tutte le
tue speranze di redenzione .''
Alle sue parole,
Angel sembrò scuotersi ,
finalmente, dalla nebbia di dubbi
e rimorsi da cui si era fatto
avvolgere e ….reagì. Si alzò di scatto in piedi, agitando
nell'aria la mano con quel suo gesto così tipico di quando impartiva un ordine.
''Cordelia,
chiama tutti gli aeroporti . Cerca di
sapere su quale volo si trova.''
''Come fai a
sapere che non è andata alla stazione dei pullman o a prendere un treno?''
''Lo so e basta!
Fallo!''
Angel si era
ricordato di quando, in una delle
tante nottate di caccia , si erano seduti su una panchina nel parco, prima di quel
maledetto viaggio nel passato.
Chris aveva
alzato la testa per rimirare le stelle e aveva notato le luci di un aereo di
passaggio.
Se ne stupiva
sempre, quando ne vedeva uno.
Ridendo, con lo
sguardo ancora fisso sul velivolo che sembrava galleggiare nella notte,
gli aveva confessato i suoi pensieri.
''Non capirò mai
come fanno i passeggeri a sopportare lo sconvolgimento di stomaco che ti prende
quando l'aereo decolla o
atterra.''
''E tu che ne
sai? Sei mai stata su un aereo?''
''Sì, una volta.
Dopo la morte di Michael. In un momento
di tristezza, l’ ho trovato consolante……''
Chris aveva abbassato la testa, fissando distrattamente una lattina
di birra vuota, per terra davanti a lei, e calciandola via .
''Hai nostalgia
delle tue ali? '' Le aveva chiesto
Angel. Piano. Quasi con deferenza.
Chris aveva
esitato, prima di rispondere.
''Non ne sono sicura….si, forse sì. A
volte mi sorprendo a pensarci….’’
‘’Erano
magnifiche….''
Aveva esclamato
Angel, piano, quasi in un sussurro…..
Io le ho viste. Pensò. Ma impietrì, quando si rese conto dello sguardo
indagatore e incuriosito di Chris puntato inesorabilmente su di lui.
Si era tradito.
Il panico lo
colse, ma da esperto simulatore qual
era, tentò subito di distogliere
l'attenzione della ragazza, che sembrò perplessa, ma non volle insistere.
''Cioè, dovevano
essere…magnifiche!''
Si corresse.
L'immagine di
Chris che lo affrontava, fasciata della propria corazza e quella
delle sue piume che lo avvolgevano e
stringevano saldamente, riempì la mente di Angel, colmandola di
tenerezza e tristezza insieme.
Forse avrebbe
dato via
la sua anima, pur di rimediare al
torto che sapeva di averle fatto. Ma non riuscendo ancora a pentirsene.
Se fosse tornato indietro di nuovo non avrebbe esitato.
''Le mie
erano bianche, striate qua e là di nero.''
''Cosa?'' La voce di Chris lo scosse
dai suoi pensieri. La guardò trasognato.
‘’Questo
particolare lo ricordo bene. Ma…… Angel? Ti senti bene? Mi sembri…distratto.
Qualcosa non va?''
''No, no…..Scusa.
E' che cercavo di immaginare come potesse
essere……volare?''
''Io mi sentivo… bene. Credo. Non ho
ricordi precisi, solo frammenti di sensazioni, percezioni confuse. Credo di
averlo persino sognato, qualche volta……il
vento in faccia e i capelli
scompigliati mi mettevano allegria e
nonostante l’altezza sentivo uno strano calore. Più volavo e più sentivo quel
calore crescere dentro di me……. ''
''Doveva
essere…..bello.''
Mormorò Angel,
rabbrividendo, ma ostentando una calma assoluta.
''Sì…splendido.
''
Ammise Chris.
E io ti ho condannata al
dolore e alla precarietà di una vita mortale.
E forse anche all'
Inferno.
Angel avrebbe
tanto voluto urlare al vento quest' ultimo pensiero. Ma non poteva.
L'aveva condannata con la sua indecente bellezza e
con la sua forte volontà di averla per sé stesso.
L'aveva strappata al suo destino di essere celeste,
campione, per natura divina, delle Forze
dell ' Essere.
E le aveva
taciuto la verità. …..Chris avrebbe anche potuto
odiarlo, principalmente per questo.
Cordelia si
mise al telefono. Passarono una decina
di minuti, durante i quali Angel
passeggiava nervosamente avanti e
indietro per la hall…
''Ecco,
trovata!….Volo 506 per Washington tra 15 minuti!''
Angel corse via, sperando di arrivare in tempo.
''Grazie tante
Cordelia…..Oh prego, non c’è di che!!''
Esclamò Cordelia
tra se e sé. Per nulla stupita che il suo amico si fosse dimenticato di ringraziarla per quello che aveva fatto.
Ma contenta nel
vederlo correre via in fretta e furia all'inseguimento della donna che amava.
Ancora una volta
i suoi consigli lo avevano convinto a prendere la decisione giusta, invece che
perseverare nel suo errore.
Appena
entrato in aeroporto, il
cuore di Angel si riempì di
angoscia per la paura che fosse ormai
troppo tardi per fermare Chris.
Corse
all'impazzata verso il terminal
indicatogli da una hostess.
Ma la sala
d'imbarco si era già svuotata.
Tutti i
passeggeri erano già saliti a bordo dell'aereo, ed i
portelloni erano stati chiusi.
Quel lato
dell'aereoporto era fatto di una grande
vetrata, dalla quale si potevano osservare
gli aerei agganciati ai terminal
che, lentamente, rullando sulla pista ,
si avviavano al decollo.
Si riusciva a
distinguere persino le persone imbarcate sull'aereo e sedute accanto ai finestrini .
Una di queste era
Chris, che chiusa dolorosamente nei suoi pensieri, sembrava non badare a niente e a nessuno.
Lei non vedeva
l'ora di allontanarsi da quella città .
La città di
Angel.
Ma sapeva
benissimo che non sarebbe servito. Lui
….
Era semplicemente impossibile da dimenticare.
Una emozione improvvisa
le turbinò nello stomaco.
E seppe che lui
era lì.
Alzando gli occhi
e guardando fuori del finestrino, lo
vide.
Angel era appoggiato con le mani alla vetrata e stava
cercando di dirle disperatamente qualcosa.
Ma era davvero
troppo tardi…….
Sotto gli occhi
atterriti del personale, Angel fece tre passi indietro e si lanciò contro la
vetrata, infrangendola e cadendo sulla pista.
Alzatosi, corse
vicino a uno dei camioncini di servizio dell’
aeroporto.
C’era un uomo che lo stava riportando indietro.
''Segui
quell’aereo e fermalo!''
Angel assunse il suo vero aspetto per convincere il
malcapitato autista a fare ciò che gli aveva
ordinato. Atterrito, l'uomo
obbedì e i piloti, vedendosi abbordati, rallentarono l’aereo fin quasi a farlo fermare.
Nell'aria si sentivano già le sirene della polizia che stava
per arrivare…....
Chris, intanto, approfittando della confusione creatasi a bordo per il gesto di Angel,
scivolò fino al montacarichi interno dell’aereo e senza farsi scorgere da
nessuno scese fino al bagagliaio, due
livelli più sotto.
Prima che
l’aereo tornasse a muoversi aprì il portellone e scese,
nascondendosi dietro un casotto di controllo
per non farsi notare da nessuno.
Da lì vide
arrivare i poliziotti, che arrestavano Angel e lo costringevano a salire in una
delle loro macchine, per portarlo in centrale.
Lo aveva visto
opporre resistenza. Evidentemente non
voleva andarsene prima di riuscire a parlarle ma alla fine era stato
obbligato a venir via.
Sembrava disperato. Pensò Chris.
Dopotutto Angel
era convinto che lei fosse ancora
sull’aereo che riprendeva la sua corsa sulla pista e stava andando via.
Nella stazione di
polizia, Angel fu rinchiuso in una delle stanze che veniva usata per gli interrogatori. Quando i due
detective incaricati di interrogarlo entrarono nella stanza, lui era seduto, ammanettato e guardato a vista da un
agente armato.
Aveva lo sguardo fisso nel vuoto……
Una voce amica
riuscì a scuoterlo.
Era la voce
di Kate, la poliziotta che lo
conosceva da tempo e a cui lui aveva salvato la vita, in
una notte di disperazione.
Uno dei due detective assegnati al suo caso.
L’altro era un
uomo, bruno, sui quaranta,con espressione risoluta sul viso.
All'agente di sorveglianza fu ordinato di uscire.
''Ciao, Angel.’’
Kate si sedette
sulla sedia accanto a lui, allo stesso
lato del tavolo.
‘’Spero che tu
abbia una ottima spiegazione. Stavolta sei in guai seri! L’accusa è di atto
terroristico e tentata strage.''
Angel non
rispose. Anzi non la degnò nemmeno di uno sguardo, come se la cosa non gli importasse,
tornando a fissare di nuovo il muro
vuoto dinanzi a lui.
''Ehi, hai
sentito quello che ti ha detto? Ti conviene collaborare se non vuoi passare i
prossimi vent’anni sottochiave!!''
Il poliziotto
aveva afferrato Angel per il collo del maglione
e lo aveva scrollato, più di una
volta, ma l 'unico risultato che ottenne
fu che Angel lo fissava
ma sempre senza rispondere alle
domande.
Kate si sedette
sul bordo del tavolo. Più vicino a lui, allontanando con un gesto il collega.
''Avanti.. Angel
…..non posso aiutarti se non mi parli. Lo so che tu non sei un terrorista, ma
devo capire perché l’ hai fatto.
L’accusa che ti hanno addossato è molto grave…aiutami a tirarti fuori di qui.
Se finisci nella cella sbagliata, lo sai cosa può succedere!''
''Sì, una bella
cella rivolta ad Est. Così sarà tutto risolto!!''
Improvvisamente
aveva parlato.
Kate non riusciva a credere alle sue orecchie. Non aveva
mai visto Angel in quello stato.
Passivo, indolente e ……triste. Maledettamente triste.
Qualcuno bussò
alla porta.
''Avanti!' Disse Kate.
La porta si aprì.
Era una donna,una collega , che invitò
con un cenno Kate ad uscire fuori.
Nella stanza
Angel e il poliziotto rimasero soli…..
Il detective
decise di non aspettare la collega e cominciò ad inveire contro Angel.
''Bene. A quanto
pare sei in preda a manie suicide. Cosa
c’ è che non va? Ti sei fumato il cervello
e poi sei corso all’ aereo porto a fare l’eroe?''
Non ottenne
nessuna risposta. E ciò lo fece infuriare.
Decise di
dare un
pugno ad Angel che non reagì.
Ma quando si
preparò a dargliene un’ altro Angel gli
bloccò la mano afferrandogli il polso. Finalmente lo guardò negli occhi, minaccioso…..
''Non toccarmi di
nuovo o …..te la stacco!''
''Bene,
bene!'' Mugugnò l'altro.
''Minacce a
pubblico ufficiale. Ti consiglio di chiamare il tuo avvocato prima di
peggiorare ancora la situazione!''
Angel mollò la
presa. Il poliziotto era paonazzo dalla rabbia.
In quel momento
Kate rientrò. C’èra qualcuno con lei, ora. Un’altra donna.
Angel balzò in piedi quando la vide. Era …
Chris!
A quanto pare non
era più partita.
Angel si alzò di
scatto dalla sedia per andarle incontro,
stupito e contento, ma non fece nemmeno un passo che il poliziotto si
avventò su di lui e lo bloccò con la faccia al muro.
''Chi ti ha detto
di alzarti! Eh?''
''Lascialo stare,
Tim!'' Gli gridò Kate, separandoli.
''Tu lo
sottovaluti, Kate. Questo individuo è pericoloso!''
''Non dire
scemenze Tim!Io lo conosco bene! Per favore, vai a prenderti un caffè.''
''Davvero? Ne sei
sicura?''
''Si, vai, non
preoccuparti.''
Il poliziotto si
aggiustò la giacca e con aria contrariata uscì dalla stanza.
Chris si avvicinò
ad Angel
e lo abbracciò forte.
Lui non poteva
ricambiare la stretta perché aveva
ancora le manette ai polsi, ma si lasciò volentieri stringere.
Il suo volto era
sorridente, adesso. E i suoi occhi…I suoi occhi erano neri tizzoni ardenti.
Kate quasi si
stupì del cambiamento repentino che lesse
sul suo viso.
In pochi
secondi il suo umore era virato dalla
cupa disperazione alla gioia più assoluta.
Questo le fece
capire che molte cose gli erano accadute
da quando lui l'aveva salvata da sé stessa.
''Bene, Angel. La
tua amica mi ha detto tutto. Le accuse sono state ritirate. Restano i danni
materiali da pagare, ma non c’è altro. Potete andare subito, prima che faccia
giorno…..''
Kate liberò i
polsi di Angel dalle manette.
''Angel, vorrei
sapere una cosa da te…''
Mormorò Kate.
''Pensavo di
averti già spiegato tutto….''
Intervenne Chris.
Angel fece un
cenno a Chris suggerendole di lasciarla parlare.
Fissò gli occhi
azzurri di Kate. Un azzurro così diverso da quelli di Chris
ma, come i suoi, ricolmi di
umanità.
Si massaggiò
i polsi indolenziti , mentre Kate finiva di spiegarsi.
''Sì, tu sì. Ma
io voglio sentire anche la versione di Angel. Voglio capire perché uno come lui
all’improvviso abbia così paura della solitudine da fare quello che ha fatto.''
''Perché ho
deciso che non mi allontanerò mai più
dalle persone che …. amo. E' troppo
doloroso.''
Angel prese le mani di Chris tra le sue e la guardò negli occhi.
''Avevi ragione
tu….Io non stavo dicendo sul serio. Io…''
Chris gli
sorrise. E gli mise una mano sulle
labbra per impedirgli di proseguire.
Sapeva che per
lui era penoso anche soltanto ripensarci. O parlarne. Come per lei , del resto.
Il dolore del distacco era stato troppo intenso, profondo.
''Lo so. ''
Gli rispose, con
semplicità. E con l'amore e la tenerezza nello sguardo.
Angel sembrò
tirare un inutile sospiro di sollievo. E il suo volto tradiva una stanchezza che Chris non gli aveva mai visto. La
stanchezza di chi ha visto il proprio mondo crollare all'improvviso come un castello scosso nel profondo delle proprie fondamenta.
Il profumo di
Kate lo strappò a quello sguardo.
Si rivolse a lei.
''E tu come
stai?''
''Ora bene. Dopo
qualche mese, grazie ad un vecchio amico
di mio padre, hanno riesaminato il mio caso e sono stata riammessa nel corpo.
Ora faccio di nuovo quello che so fare meglio. E non temere, non farò mai più
una cosa stupida come quella…''
Nella mente di Angel era ancora
nitido il ricordo della notte in
cui la giovane poliziotta aveva deciso
di uccidersi, con alcool e barbiturici.
''Addio detective Lockley… Grazie.''
''Addio Angel e
grazie anche a te.''
A sua volta Chris
fissò Kate negli occhi. E vi lesse
affetto e dolcezza per il suo uomo. Ma la cosa non la turbò affatto. Angel la
amava. E lei non temeva rivali nel suo cuore……
Poche ore dopo
Angel e Chris erano nella suite di
Angel, all'hotel.
Si erano
adagiati sul letto, Chris seduta
con le spalle appoggiate alla testata di
legno , mentre Angel era sdraiato sulle
coperte, su di un fianco, con la testa e
un braccio abbandonati sul suo grembo, in silenzio …….
Chris aspettava
che fosse Angel a parlare per
primo, nella calma e rilassata quiete dell'hotel.
E finalmente lui
si decise a farlo.
''Non potrò mai
essere un buon compagno.''
Le disse a
bruciapelo, senza scomporsi, ancora abbandonato sul
corpo della sua compagna.
Diretto e sincero, come sempre.
''Lo so…. mi
basterà che tu sia te stesso.''
Angel trasalì.
Alzò il capo per fissarla.
Non sapeva se
essere lusingato o ferito da quella
risposta così semplice e spontanea.
Chris gli
accarezzava i capelli, arruffandoli e scompigliandoli fino alle radici. Ma ad
Angel ciò non sembrava dispiacere.
''Tu lo sai di
cosa sarà fatta la tua vita, d'ora in
poi, se decidi di rimanere qui. Di sangue, di lotte, di rischi continui…..''
Con la mano,
Chris, dolcemente, gli accarezzò il
mento per costringerlo a continuare a guardarla.
Impedendogli di abbassare gli occhi per
la tristezza e la gravità di ciò che le aveva appena ricordato.
''So che non la
pensi così, ma nonostante tutto io mi sento invece una donna fortunata. Ti
avrò sempre al mio fianco, fino alla
fine dei miei giorni. Giovane e …forte,
fino all'ultimo. Ma ….tu? Al contrario di te, io non resterò bella e giovane per
sempre.''
Angel le risalì
di fianco, scivolando
vicinissimo a lei, con il viso e le labbra a pochi centimetri da quelle di Chris. Guardandola negli occhi, con
tenerezza infinita.
''Una vita intera
insieme a te ….io….la desidero davvero. ''
'' Ma accetterai
di perdermi, prima o poi ?''
Gli
sussurrò.
Gli occhi di Chris divennero scintillanti. Lucidi di emozione e, per questo, ancora più belli.
''Non saresti la
prima, che vedrei invecchiare. Quando
sei immortale, è inevitabile. Gli
altri se ne vanno. Tutti. Io resto.''
Le confessò.
Amareggiato. Accarezzandole piano il viso e la bocca.
Tutta la rabbia e
la tensione nelle mente e nel cuore di
Chris si sciolsero.
Il nodo alla gola
che l'aveva attanagliata nel momento in cui aveva baciato Angel prima di scappare via, finalmente si dissolse,
lasciandola di nuovo libera di respirare a fondo.
Un peso
angoscioso le era gravato sul cuore,
fino a che non era giunta in quel distretto di polizia ed Angel
l' aveva riportata a casa.
Nella sua casa. Nel suo letto.
Con la mano Angel
le sfiorò ancora i capelli e un orecchio, per poi scivolare, con dita leggere,
fino al mento.
Quasi timoroso di
baciarla. E di toccarla.
Negli occhi di
Chris gli sembrava di leggere ancora
l'ansia e l' insicurezza causate
dalle sue cattiverie, da quelle parole che non potevano venir dimenticate tanto facilmente da
nessuno, neppure da una persona con un cuore grande come quello di Chris.
Ne avrebbe
pagato il prezzo. Ne era sicuro.
Angel
conosceva bene le donne, il loro modo di
ragionare e sebbene Chris non fosse
stata concepita come tale, ora lo era, in tutto e per tutto.
Forse quella
notte lo avrebbe respinto . E avrebbe fatto male. Tanto.
Invece la
ragazza lo sorprese.
Il piccolo,
tenero broncio che lei aveva continuato a
tenergli, diventò un fiume di parole.
''Che ci importa
se trameranno cose orribili ai nostri
danni? Io ho fiducia in te. So che farai sempre di tutto per proteggermi. E io
farò lo stesso…..E ti amerò, anche quando non lo meriterai…..In quei momenti
avrai ancora più bisogno di me e del mio amore e io combatterò
contro chiunque cercherà di distruggerlo. E' una promessa.''
Chris sfiorò il
torace di Angel mentre pronunciava quelle parole.
All’altezza del
suo cuore.
Era un
giuramento. Il giuramento di un
'anima ad un'altra.
Angel sorrise. Commosso
ed eccitato. Questa era la vera Chris. Testarda e risoluta fino in fondo.
L'azzurro dei
suoi occhi risplendeva di emozione.
……Ma anche di
ira repressa.
''Eppure non ti
ho ancora del tutto perdonato per
quello che hai detto…… Le tue parole sono state così…..Sei un vero
bastardo quando vuoi! Bastardo e arrogante!''
Aggiunse,
guardandolo con durezza, ora.
Allontanando la sua mano dal proprio viso.
''Lo so. Se ti
può consolare, non sei la sola a pensarlo. Credimi.''
Non c' era ironia nelle parole di Angel.
Anche Cordelia mi ha chiamato così, proprio ieri…guarda che
combinazione……
''Davvero?Allora
te lo ripeterò fino alla nausea….sei un vero e autentico bastardo. Uno con
Chris si accalorò.
Lo avrebbe fatto infuriare, ma sarebbe stata sincera sino in fondo.
''Bastardo! Sei
un vero……..''
Angel la
interruppe con un bacio. Profondo ed intimo. Capace di cancellare
qualsiasi inibizione, con il suo intenso
calore.
Chris si staccò
dalle sue labbra e lo fissò,
intensamente.
Chiaramente
turbata. La sua rabbia era evaporata all'istante, come dispersa da un colpo di
vento.
''Hai intenzione
di parlare fino a domani o hai intenzione di
punirmi davvero per quello
che ti ho fatto?'' Angel le sorrise, con gli occhi imploranti e …. un po’
allusivo.
Gli sorrise a sua
volta, anche lei allusiva.
''D'accordo. Se
me lo chiedi tu…..'' E gli si
strinse più vicino.
''Hai,
hai!!'' Esclamò Angel ridendo. Con il
viso corrucciato da una ridicola smorfia.
Di dolore e piacere nello stesso tempo.
Chris, con la
mano sotto alla camicia, gli stava
tormentando senza pietà il
torace, nei punti più sensibili…..Tanti piccoli pizzicotti sulle delicate areole dei suoi capezzoli.
''Basta, basta!
Hai vinto tu! Mi arrendo! Non lo sopporto, quando mi tocchi così….''
Le sorrise ancora, allargando le braccia in segno di
resa.
Finalmente vide Chris
più serena.
E si distese per tutta la lunghezza del letto.
Dandole campo
libero e spazio di manovra.
''Che altro mi
permetterai di farti?'' Gli sussurrò
Chris, ridendo, divertita da quella sfacciata
e seducente, nonché finta, sottomissione.
''Tutto quello
che vuoi. Tutto…..mettimi alla prova.''
Disse Angel,
improvvisamente serio, mentre si
spogliava, liberandosi della camicia, che lasciò
scivolare per terra, sulla
moquette.
Provocandola
senza ritegno, attraente e bellissimo come sempre.
''Baciami.
''
Le ordinò.
Sensuale e
maschio fin nel midollo.
E il sangue di Chris prese fuoco.
Gavin uscì dal
suo ufficio al solito orario.
Nel corridoio
incrociò Lilah.
Alta e sottile,
bellissima, come sempre.
''Ciao,
Gavin…..Già a casa?''
''Non credo
che ciò ti riguardi.''
Rispose, seccato.
''E' vero.'' Aggiunse Lilah.
''Mi raccomando,
chiudi bene la porta una volta a casa. Non invitare nessuno ad entrare…''
Aggiunse, perfida.
''Perché parli
così?''
''Oh,
niente……'' Rise, mentre si allontanava.
I sensi di Gavin
si allarmarono. Una strana inquietudine
serpeggiò nella sua mente.
Finalmente capì.
Angel sapeva.
Gli avrebbe dato
la caccia. E si sarebbe vendicato dello scherzo fatto alla sua donna.
…..In un primo momento tornò indietro. Verso
l'ufficio. In preda al terrore.
Nell'edificio
della Wolfram and Harth sapeva di essere
al sicuro.
Ma a casa….
Prese il
cellulare e chiamò un numero della sua rubrica.
Per farsi venire
a prendere.
Non sarebbe stato
solo quando Angel si sarebbe fatto vivo.
La creatura in questione
fu disponibile e passò a prenderlo all'uscita principale.
Senza chiedere
spiegazioni lo accompagnò fino a casa.
La società pagava bene anche per questo.
Parcheggiò nel
garage del condominio in cui abitava Gavin.
Scesero dalla
macchina.
Gavin finalmente
lo squadrò bene, alla luce dei neon.
Era un vampiro anche lui.
Smisurato e
massiccio, era più alto di Angel. E tre
volte più grosso.
Gavin, in cuor
suo, sperò che fosse sufficientemente grosso.
Si avviarono,
lentamente, verso l'ascensore.
Il vampiro
seguiva Gavin ad un passo di distanza,
guardandosi intorno e annusando l'aria, alla ricerca di rumori e
di odori che potessero tradire la presenza
di un inseguitore.
Nella mano
destra stringeva un'ascia vichinga antica e
pesante.
Ad un tratto si
immobilizzò, voltando il capo verso una catasta di mattoni, ordinatamente ammucchiati lungo un muro
perimetrale.
Gavin trasalì. L'attenzione e la tensione che
vedeva nella sua guardia del corpo lo
allarmarono.
All'improvviso,
da dietro di essi si materializzò una figura, alta e nera.
Angel.
''Vedo che sei in
dolce compagnia, Gavin…..Chissà perché, ma
questo era esattamente ciò che mi aspettavo, da un vigliacco come te.''
Gavin non
rispose. La sua attenzione fu attratta invece dalla figura di uomo che si
lamentava e si dibatteva al fianco di Angel, evidentemente da quest'ultimo
trattenuto a forza per il collo.
Lo riconobbe.
Era suo fratello
Richard.
Sbigottito e in
preda al panico, Gavin gridò.
''Cosa hai
intenzione di fare?''
''Oh, niente…''
Rispose Angel,
minaccioso.
''Voglio solo
rispolverare una legge antica quanto il mondo…Occhio per occhio, dente per
dente. Non è stata una idea molto brillante
tentare di spedire all'Inferno la
donna che amo. Ora pareggeremo i
conti.''
''No, Angel,
fermati……Ti prego!''
Farfugliò Gavin.
Ma Angel, imperterrito, continuò, sempre stringendo con una mano il collo
dell'altro uomo.
Non aveva
intenzione di fargliela passare liscia, stavolta.
''Vedi,
Gavin…..Sono veramente arrabbiato. Che ne dici se ora io gli
spezzassi ad una ad una tutte le
ossa della schiena ? Oppure, potrei vampirizzarlo….. L'idea mi piace molto,
devo ammetterlo. Certo, è molto tempo che non lo faccio, ma ricordo ancora bene
come si fa.''
E si trasformò,
quasi a voler garantire la veridicità
delle sue affermazioni.
''Pensa! Tu che
mi odi tanto, avresti un vampiro per fratello…''
''Non è vero….Io
non ti odio!'' Gridò Gavin , nel
tentativo, inutile, di blandirlo.
''Allora perché
farmi un simile scherzo?''
Gavin rimase in
silenzio. Gli occhi spalancati dalla
paura.
Il vampiro
sorrise. Ironico. Ma il suo
sorriso fu agghiacciante.
''Come immaginavo. Non sei abbastanza uomo da odiare
veramente qualcuno.''
Lo fissò,
aspettando la reazione del giovane,
perfido avvocato.
Che rimase
immobile. Inorridito e irritato per non aver saputo prevedere il colpo di testa
del suo avversario. Che , forse per la prima volta in vita sua, dovette mantenere a freno la lingua e, per
giunta, trattenere con un gesto il vampiro che gli faceva da guardia del corpo.
Pronto a scagliarsi contro Angel.
Gavin non poteva
rischiare la vita di suo fratello.
Era l'unico
membro della sua famiglia che gli fosse rimasto.
E , a modo suo,
lo amava.
Richard non aveva mai visto suo fratello in preda a
un terrore così vivo e profondo.
Ed aveva paura,
ma non oppose resistenza. Sebbene
fosse giovanissimo, non era uno stupido.
E non si
meravigliò del fatto che Gavin avesse un nemico.
La cattiva
reputazione della Wolfram and Harth
poteva essere una spiegazione già più che sufficiente.
Angel era
molto temuto da tutti quelli della sua specie.
Ma soprattutto odiato.
Perciò il vampiro
ingaggiato da Gavin non vedeva l'ora di scontrarsi con lui.
Sfuggì al suo
controllo e, disobbedendo agli ordini,
attaccò Angel incurante dell'ostaggio.
Angel mollò la
presa e
spinse l'uomo di lato. Giusto un secondo prima di ritrovarsi l'altro
vampiro addosso. Si rotolò con lui per tutto il pavimento,
ritrovandosi contro il muro con il suo
avversario sotto di lui. Lo colpì con una testata e riuscì a sfuggire alla
sua presa d'acciaio.
L'altro vampiro
era più massiccio di lui, una vera montagna di muscoli.
Si rialzarono
entrambi. Fronteggiandosi. Mentre Gavin e suo fratello rimasero impietriti a guardare la lotta.
''Andiamo
via….Vieni , presto!''
Gridò Richard,
stringendo per un braccio Gavin.
''No! Voglio
vederlo morire!''
Esclamò Gavin,
irremovibile.
Intanto la lotta
tra i due vampiri continuava ed Angel fronteggiava il suo avversario senza
eccessive difficoltà.
Con un poderoso
calcio spedì il vampiro contro un pilastro di cemento, che si sfaldò, sotto il
suo peso. Una parte del muro di sostenimento di una rampa del garage andò in
pezzi, causando un piccolo crollo. Il
grosso vampiro rimase stordito dalla quantità di calcinacci e mattoni
che gli caddero addosso ed Angel ne approfittò per ridurlo in polvere. Poi, si voltò per
cercare i due fratelli, ma un disperato grido di aiuto
rimbombò nel garage.
''Aiutami,
presto, ti scongiuro……''
Era Richard.
Tutto sporco ed
insanguinato, sgusciò fuori da sotto alle macerie di un altro muro anch'esso crollato….Apparentemente
illeso.
''Aiutami a
tirarlo fuori.''
Lo implorò.
Angel non riusciva a capire. Poi mise a fuoco ciò
che era successo.
Gavin era rimasto
sotto un enorme blocco di cemento e ferro. Che lo stava schiacciando.
''Aiutami…Non ce
la faccio da solo.''
Intanto cercava
di spostare quel peso enorme.
Richard tornò ad
implorarlo…..Gavin sembrava privo di conoscenza.
''No!'' Rispose Angel. Che si strinse nelle spalle. Aggiustandosi il
soprabito. E si voltò per andarsene.
''Noo! Ti prego !
Non te ne andare…Mi serve la tua forza. Ti supplico! Morirà!''
Le preghiere di Richard riecheggiarono per tutto
il sotterraneo, seguendo Angel fino all'uscita, ma rimasero inascoltate.
Il suo rifiuto sarebbe stata la
sua punizione.
Non avrebbe mai
voluto farlo. Ma doveva.
Chris sentiva che
era giusto così.
Si fece forza e
bussò al campanello della Robertson's House.
Era lì per parlare con Thomas, a tutti i costi. Doveva
chiedergli scusa. E spiegargli cosa era successo esattamente. Lui aveva il
diritto di saperlo, dal momento che
ne aveva ricavato un poderoso schiaffo e un polso fratturato.
Da lei.
Non sarà facile. Non
illuderti. Lui non capirà. Le aveva detto
Angel.
Ma questo non l'aveva fermata.
Thomas la
ricevette nello stesso studio in cui
tutto era successo.
''Accomodati. ''
La salutò con un
cenno della mano. Freddamente.
Gli occhi intenti a sfogliare dei fogli dattiloscritti.
Senza nemmeno alzare lo sguardo su di lei.
Il suo
atteggiamento aumentò il disagio di
Chris. Ma anche la sua voglia di porre fine a quel rancore che gli leggeva nei
suoi atteggiamenti e sul viso.
Chris inspirò con
forza e cominciò, a testa bassa, il
discorso, il lungo discorso, che si era preparata, mentalmente, nel tragitto da
casa sua a lì.
''Thomas, non
sono qui per chiederti scusa per ciò che ti ho fatto…''
Finalmente
l'uomo la fissò, sbalordito. Ora Chris aveva tutta la sua attenzione.
''Ciò che ti ho
fatto non può essere perdonato. E' stata pura e inutile violenza. Posso solo
dirti che mi ripugna, tanto, ciò che
è successo. Non posso nemmeno dirti che mi dispiace di non averti ascoltato
su Angel……voglio che tu sappia che sto
ancora con lui e non ho intenzione di lasciarlo, ma …..credimi, se ti dico che
tu e i bambini mi mancate e molto. A parte Angel,
siete la cosa più bella che mi
sia capitata da…..beh, tu lo sai da quando. Mi ero illusa di aver
trovato un posto in questo mondo, di
poter essere utile a qualcuno come essere umano, ma evidentemente mi sbagliavo.
Quelli come me non riescono a costruire
niente. Possono solo annientare tutto ciò che toccano. Solo distruggere. In
fondo sono nata per questo. E' il mio destino. Come il tuo
è quello di aiutare questi piccoli disgraziati. Mi dispiace tanto, di non poterti aiutare in questo. Io qui mi
sentivo a casa……''
Chris non
piangeva. Ma il suo nervosismo era evidente. Da come le mani si attorcigliavano
tra loro, mentre parlava.
Tommy non
rispose. E il suo silenzio pesò su Chris ancora di più.
Si alzò, per
andarsene. In fondo gli aveva detto tutto ciò che aveva da dirgli. Non si
aspettava certo un lieto fine. Anche se, in fondo all’anima, lo aveva desiderato.
Chiuse la porta,
piano, per non farsi sentire da nessuno. Il corridoio era vuoto e desolatamente
silenzioso. Ma alla porta di entrata incrociò i bambini e Miss Kelly.
Che rientravano d
una passeggiata in giardino.
Il cuore di Chris
si riempì di angoscia.
Vederli e dover
dire loro consapevolmente addio era
troppo, per lei.
I bambini, ignari
di tutto, invece, le saltarono letteralmente addosso. E strepitarono di gioia,
nel rivederla. Soprattutto Lionel.
''Dove sei stata?
Perché sei andata via senza dirci niente? Non vediamo l'ora di giocare di
nuovo con te! Andiamo di sopra?Voglio
farti vedere il disegno che ho fatto per te…..''
Lionel la subissò
di domande e parole………
Con la morte nel
cuore Chris stava per confessargli la verità. Che non poteva stare lì. Che non
sarebbe venuta mai più a trovarli, né a giocare con loro.
''Nessuno di noi
sa consolarli come fai tu, quando piangono….''
Una voce,
improvvisamente, si era levata dietro di lei.
Era Thomas, che
l'aveva seguita. E aveva visto la felicità di Lionel e degli altri bambini nel
rivedere Chris.
''Ciò che è
successo…..non si ripeterà.''
Lo rassicurò.
Thomas annuì.
''Un giorno o
l'altro mi racconterai tutto?''
Le chiese.
''Certo, se lo
vorrai.''
''Bene. Ora
portali di sopra. A studiare….''
Thomas si voltò,
per ritornare nel suo ufficio.
''Tommy…..'' Chris
lo richiamò.
''Grazie.''
''Hai
promesso!'' Le ribadì lui, con un dito a mezz'aria. Allontanandosi. In cuor suo
felice di aver avuto la forza di superare il rancore che aveva provato per quella donna bellissima
ma, per la seconda volta, fuori della
sua portata. Ma anche preoccupato.
Dall'ombra di Angel che intravedeva
dietro di lei ed incombere su tutti loro.
''Fermo! Non può
entrare! Si fermi, prego!''
La segretaria di
Lilah si lanciò all'inseguimento
dell'uomo nel corridoio del quindicesimo
piano.
Che non intendeva
sentire ragioni e di testa sua, voleva a
tutti i costi parlare con l' avvocato
Morgan.
Riuscì, prima che
lo agguantasse, a spalancare la porta dell'ufficio di Lilah.
''Mi spiace, non
sono riuscito a fermarlo. E' un tipo veloce.''
''Non fa niente,
lascia stare.''
Lilah squadrò incuriosito il giovane, perché alla
fine di un ragazzo si trattava. Una ventina di anni al massimo. Aveva un'aria
familiare…..
Quasi leggendole
nel pensiero, il ragazzo avanzò e le parlò, disinvolto e molto sicuro di sé.
''Le risparmierò
la fatica di chiedermi chi sono e cosa voglio. Ma so che lei
è l'unica che possa farlo.''
''Cosa?'' Chiese
Lilah, incuriosita.
''Vendetta…..voglio
vendetta.''
Lilah sorrise. La cosa si faceva interessante.
''Dimmi
tutto.''
Lo incoraggiò.
''Mio
fratello mi ha mandato qui. Le sue
ultime parole, prima di morire, sono state per lei….''
Un dubbio si insinuò nella mente di Lilah.
Possibile
che……Sì. Ora capiva. Quel ragazzo era il fratello di Gavin.
Morto per un inspiegabile crollo nel proprio
garage.
Vendicami. Tu sai
come.
Il suo ultimo messaggio.
Era successo due giorni prima ma Richard era ancora impolverato e sporco di sangue.
Una vera maschera
di dolore sul viso. E di odio.
Lilah si compiacque di sé stessa.
Gavin era fuori
dei piedi per sempre, i Senior Partners
erano molto compiaciuti di lei, per come aveva gestito la faccenda di
Gordon, ed ora aveva un' altro colpo da sparare contro
Angel.
Una scheggia
impazzita che avrebbe pilotato abilmente e scagliato dove
poteva fare più male….
Erano
trascorse quasi tre settimane dal rientro di Chris alla Robertson' s House.
E nessun tipo di incidente o avvenimento particolare
aveva turbato la placida
atmosfera dell'istituto. La tranquillità e la serenità dei bambini doveva essere il
primo obiettivo per tutti coloro che vi lavoravano.
Su questo il dottor Thomas era sempre stato
assolutamente intransigente e categorico.
E Chris
amava quel luogo soprattutto per questo.
Lì dentro, nelle
aule dove si studiava, o nei giardini dove, in mezzo agli alberi, i bambini giocavano sotto lo sguardo vigile
di Chris e della dottoressa Kelly, il tempo sembrava fermarsi, lontano dal
frastuono della grande città e da ogni possibile conflitto umano o
…..demoniaco.
Lì dentro
Chris riusciva a dimenticare le contraddizioni che avevano segnato e
continuavano a segnare la sua vita. Nonché
la durezza della lotta contro il
Male che ogni notte affrontava al fianco di Angel.
''Stai andando
via?'' Thomas comparve sulla soglia dello studio proprio
quando Chris stava per aprire il portone d'ingresso della Robertson' s House.
Il sole era appena tramontato.
Si voltò verso di
lui.
''Sì. ''
''Vai da Angel?''
''Sì…..''
''Perché, i
vampiri festeggiano forse il Natale?''
''No. Ma io sì. E
stasera non voglio che rimanga da
solo.''
''Speravo
che rimanessi con noi per tutta la sera.''
''Lo so. Anche
Lionel. Ma devo andare, mi dispiace.''
''Dispiace anche
a me.''
''Chris!''
La richiamò.
''Sì?''
''Saluta Angel da
parte mia.''
''Grazie…Lo
farò.''
Chris
sorrise. Rincuorata. Finalmente Tommy
sembrava aver accettato il fatto che lei stesse con un vampiro. Inaspettato, ma a lungo atteso, Chris sentiva di aver avuto
il regalo di Natale che desiderava….
Angel aprì la porta vetrata
che dava sulla strada, per affacciarsi sul boulevard che affiancava l'hotel. Si era versato da bere e
ora aveva il bicchiere in una mano. Con l'altro braccio stava appoggiato
al muretto del terrazzo, guardando distrattamente le poche macchine che
, ignare di lui, percorrevano la strada.
Era solo. Wes era
andato a trovare il padre in Europa per qualche giorno, Gunn era a New York e
Cordelia ad Aspen per una brevissima
vacanza…..
Invece Chris…..La
immaginava nel salone dell'Istituto attorniata dai bambini, tutti intenti a cantare le canzoni di Natale
attorno al grande albero addobbato per l' occasione, sotto lo sguardo
sempre attento e affettuoso del dottor
Thomas.
Quello era il suo
posto. Con quella che ormai Chris
considerava una famiglia.
Non con lui
nella squallida stanza di un hotel.
Che mai, prima di
quel momento, gli era sembrato così vuoto.
Tutt'
intorno, le luci delle decorazioni
natalizie utilizzate nel quartiere ora
risplendevano, nel buio, ad ogni angolo di strada, nei giardini e nelle
case e
riempivano l'aria di una atmosfera di gioia e calore
chiaramente percepibili…….Ma non da Angel.
Il demone che
albergava in lui era infastidito dal vociare allegro dei bambini e dei ragazzi che di casa in
casa e di giardino in giardino si soffermavano per cantare gli inni natalizi
in tutto il quartiere.
''Ti aiuto a
scendere o fai da sola?''
Improvvisamente, si voltò di scatto, senza riuscire a
trattenere un sorriso.
Il vento
contrario che aveva allontanato l'odore di lei, non era
riuscito a celargli del tutto la sua
presenza.
Chris era seduta, alle sue spalle, sul muro di
cinta del tetto, le gambe penzoloni
e lo fissava, silenziosa.
Angel le andò
incontro, prendendola in braccio per poi posarla delicatamente a terra,
continuando, tuttavia, a tenerla stretta
a sé.
''Pensavo
che ….. non saresti venuta.''
Esclamò,
accarezzando con un dito i lunghi
capelli di lei.
''Credevi che ti
avrei lasciato da solo?''
''Io…ho pensato
semplicemente che in una serata come questa tu preferissi restare con loro,
piuttosto che con me.''
''E perché? Perché sei un vecchio, testardo,
insopportabile vampiro che non festeggia
il Natale?''
''Già. ''
Il sorriso di
Angel si trasformò in una smorfia di disappunto.
''Su…..non fare
quella faccia! Scherzavo! Non potevo certo
lasciarmi sfuggire l'occasione di stare da sola con te. Sapevo che gli altri non ci sono, Cordelia mi ha
detto tutto.''
''Se è solo per
questo, potevi risparmiartelo. Non ho
certo paura di rimanere ……solo.''
Chris sospirò.
Angel era davvero
testardo. Era
poi così difficile per lui ammettere di avere bisogno di lei?
''Non so tu….''
Continuò Chris, leggermente seccata.
''Ma io sono
esattamente dove voglio stare.''
Angel si rese
conto di aver sbagliato, di nuovo.
''Lo so, scusami.
Ma non sei obbligata a….''
''Naaa! …….Niente scuse!''
La voce di
Chris si addolcì, mentre ritornava sui
suoi passi per cingergli la vita e
attirarlo a sé.
''Io sto bene
solo quando sono tra le tue braccia. Non
mi credi?''
''Si, ma certo
che sì…''
Angel la
abbracciò, posandole un bacio sulla
fronte.
''Allora andiamo dentro? Fa un po’ freddino qui
fuori, per te.''
E la trascinò nella suite…….
Più tardi, sul
grande letto di Angel, distesa su un
fianco, Chris lo guardava dormire,
sereno e rilassato come sempre, tenacemente
avvinghiato a lei con un braccio
, come per scongiurare il rischio che lei svanisse all'improvviso nell'aria
come fanno i sogni.
Invece era
impossibile per lei dormire.
Era troppo
eccitata per farlo.
Fare l'amore con
Angel era, ogni volta, un tuffo in un mare di emozioni. Una scarica di
adrenalina che, anche quando tutto era
finito, le martellava il cuore e le
tormentava la mente. E poi….Era così bello da
guardare.
Le sue labbra
sottili, i lineamenti della mascella praticamente perfetti. Il torace forte e
muscoloso, che lei non si stancava mai di accarezzare. La pelle liscia e levigata…..
Le mancò
il fiato ancora una volta, quando lui si svegliò e aprì gli occhi
fissandola nei suoi.
Ogni volta il suo sguardo era come una catena che le imprigionava l'anima .
Un abisso profondo di sensazioni e tenerezza in cui era
dolcissimo perdersi.
Angel le
sorrise e Chris
gli posò un delicato bacio sulla guancia.
''Sei sveglia da
molto?'' Le chiese, premuroso.
''Non ho dormito
affatto.''
''Davvero?
Perché?''
Chris lo guardò severa…
''Mi prendi in
giro? Lo sai il perché!''
''No…non lo
so!'' Disse Angel ridendo, mentre
Chris gli faceva il solletico.
Poi, all'improvviso, smise di ridere.
''Io invece,
finalmente riesco a dormire. Tu hai il potere di scacciare i miei incubi e le
mie paure più intime. E finalmente ora non sogno più le cose orribili che sognavo
prima che arrivassi tu, nella mia vita.
Mi sei entrata nell'anima, Chris….. ''
''Angel, io
…..'' Una lacrima di emozione solcò
la guancia di Chris. Ed Angel la
asciugò, con un bacio ,
riempiendosi la bocca del suo sapore salato.
''Non dire
niente.'' Le ordinò, dolcemente. Poi si scostò, di quel tanto che bastava per
allungare un braccio sotto al letto e trarne fuori un piccolo oggetto in una fodera di
cuoio.
Lo posò sul
ventre di Chris. La ragazza si alzò a
sedere, tra le lenzuola.
Meravigliata e
confusa.
Angel le si
affiancò.
''E' il mio
regalo di Natale.'' Le sussurrò.
''Oh, Angel…..ma
io non ho niente per te!''
‘'Non è vero. Il
fatto che tu stasera sia qui con me, è
il regalo più grande che potessi farmi. L'unica cosa che veramente
desiderassi. A parte salvarmi dalla dannazione
eterna, ovvio!''
Chris lo guardò, tremante ed emozionata. Angel
l'aveva presa alla sprovvista come mai aveva fatto prima.
Non per il dono
inaspettato, ma per la sua sincerità.
Guardò meglio il
fodero di cuoio. Era lavorato in maniera semplice. Si presentava liscio ma con
tanti legacci che pendevano.
Poi, finalmente
capì.
Ne estrasse un
piccolo pugnale di argento, lungo , in tutto, una quindicina di
centimetri, sottile e cesellato su uno dei
lati.
''E' gemello del
mio. Uguale in tutto e per tutto. L'ho fatto fare apposta per te. Ti piace?''
''Sì. E'
bellissimo, grazie!''
''E non è tutto,
guarda…..'' Angel le mostrò un lato
della lama.
''Leggi cosa c'è scritto.''
''To the only
angel of my life
….''
Chris lesse le parole incise nel metallo e lo guardò, commossa.
''Portalo alla
caviglia destra, come faccio io.
Potrebbe, un giorno, salvarti la vita, e
poi, così, avremo un'altra cosa in comune, tutta nostra. Che ne dici? Ti va?''
''Sì. Un pensiero
bellissimo, da parte tua….Angel, io……''
Un groppo in gola le impedì di
aggiungere altro.
''Non devi
ringraziarmi. Io….ti amo. Non. Dimenticarlo. Mai.''
''Non lo farò, te
lo giuro.''
Angel era ai bordi del letto, quando Chris riaprì gli occhi.
Un piccolo letto di ospedale.
Ancora le bruciavano per le lacrime e il fumo.
''Ciao, come ti senti?''
Le chiese, piano. Posandole
un bacio sulla guancia
Chris lo guardò,
lo sguardo vacuo, ancora intontita dai
calmanti.
''E’ ancora
notte?''
''Sì. Ma tra un’ora
sarà già l’alba…''Aggiunse Angel.
''Allora devi
andare…''
''No. Non voglio.
Ricordi quello che è successo?''
Chris si sforzò
di ricordare, ma si accorse di non
riuscire a farlo.
Perciò scosse la
testa.
''Dormi, Chris,
riposa. Ci sono io qui con te…''
Angel la
rassicurò, sfiorandole il viso con la mano.
Chris si
riaddormentò quasi subito. Angel era
preoccupato, si vedeva lontano un miglio.
''Come credi che
la prenderà?''
Gli chiese Wes,
seduto vicino alla finestra.
''No lo so. Era
in piena crisi isterica quando l'ho portata fuori…..Per poco non mi è
sfuggita di mano.''
''Se fosse
ritornata indietro sarebbe morta anche lei. E' crollato tutto.''
''Il fuoco ha
divorato ogni cosa.''
''Hai un'idea di
come sia successo?''
''Sì. E penso di sapere chi sia il
responsabile.''
''Cioè?''
''Chris mi ha
detto che una settimana fa era arrivato
un ragazzo nuovo, accompagnato niente di meno
che da Lilah in persona. ''
''Cosa? Da Lilah
Morgan? Quella Lilah Morgan?''
''Esatto…..I
nostri amici avvocati hanno pensato
bene di affidare alle cure
di Thomas uno dei tanti
teppistelli figli di papà di cui abbonda questa città. Il giudice
l'aveva condannato a trentasei ore a settimana di servizio sociale utile e loro hanno proposto
''Come sai tutto
questo?''
''Chris….. Ha
sentito tutto mentre passava per il corridoio. La porta di Thomas era aperta.
'' E il dottor
Thomas ha accettato. Una trappola perfetta, non c'è che dire.''
''Già. '' Ammise Angel, frastornato.
''L' ennesima .E ancora una volta è colpa mia.''
''Non dire
così. Non è del tutto vero. Ricordati di quello che ti
ha detto Cordelia. L'orfanatrofio sarebbe finito comunque nel
loro mirino, dal momento che il
terreno su cui era costruito era ambito dagli speculatori. Prima o poi
avrebbero trovato il modo di sfrattare i bambini da lì.''
''Già. Ma forse
però nessuno di loro sarebbe morto.''
''Non è colpa tua
se Thomas e Lionel non ce l'hanno fatta. Era troppo tardi. Neppure tu
potevi competere con le fiamme gigantesche che hanno divorato l'istituto. ''
Angel annuì, e il
suo sguardo preoccupato si tornò a posare su Chris che dormiva, apparentemente tranquilla.
Lionel e Tommy erano morti. E Chris lo aveva implorato di salvarli.
Ma lui non ci era
riuscito.
''La visione di
Cordelia ti ha permesso di salvare tutti gli altri. Questo conterà pur qualcosa, per lei, no?''
''Non lo so. Non
ne sono sicuro…Lei era disposta a sacrificare sé stessa per salvarli. Credi che
capirà la mia scelta?''
Wes tacque. E
abbassò lo sguardo.
No. Neppure lui ci credeva.
Con questo peso
sul cuore Angel si preparò mentalmente
ad affrontare Chris al suo risveglio…..
Lei dormì per
dodici ore.
Quando riprese
conoscenza era perfettamente lucida, in sé.
Angel era in
piedi accanto alla finestra. Il sole era appena tramontato. Wes era andato via.
''Non è
necessario che tu resti qui a sorvegliarmi.''
Angel si accostò
al letto.
''Non ti stavo
sorvegliando, sono solo preoccupato per te. E non volevo andarmene senza
prima averti parlato .''
''Non credo che
ci sia niente da aggiungere a ….quello che è successo.''
‘’Ora ti
ricordi di come è andata?’’
‘’Sì. ’’
Lo sguardo di lei
tradì un dolore troppo grande da poter descrivere.
La voce di Chris
era fredda e distaccata, come non lo era mai stata, nemmeno quando per la prima
volta, sulla nave, lei si era avvicinata a lui. Un perfetto
sconosciuto in catene.
''Io…. Non potevo fare una scelta diversa. Non ero
disposto a perderti, nemmeno per loro.''
''Adesso sarai
contento, io sono viva.''
A quelle
parole Angel si sentì agghiacciare.
I suoi occhi
azzurri ….All'improvviso
rivelarono un astio e un rancore
così profondi che lo spaventarono. Era abituato ad essere odiato, cacciato,
temuto dagli altri, che fossero umani o demoni…
A lui non importava
di loro.
Ma l 'idea che lei lo odiasse per quella decisione che era stato costretto a
prendere, gli sembrò insostenibile e
dolorosa oltre ogni limite.
Angel si
sedette sul letto, accanto a lei,
stringendole una mano tra le sue.
''Mi dispiace,
per loro….credimi. Avrei fatto qualunque cosa pur di salvarli.''
''Come no, tutto
tranne che sacrificare ciò che ti è indispensabile.''
Angel si sentì
raggelare. E cominciò a sudare freddo.
''Cosa vuoi
dire?''
Le chiese,
angustiato.
''Non penso che
tu possa capire, perciò.…''
Chris sospirò. Il
suo respiro era ancora affannato per il troppo fumo respirato. E sentiva
ancora la gola e il naso impregnati dell'odore
di plastica, legno e …carne
bruciati.
Si voltò su un
fianco, voltandogli le spalle.
''Per adesso
non voglio averti vicino, Angel. Ho bisogno di tempo per accettare quello che è
successo, quello che hai fatto…….''
''Mi
addolora sapere che tu ti senta così, credimi, io non mi
sento meglio. Sono rattristato anche
io, per come sono andate le cose e
…..''
Chris si
voltò di scatto verso di lui.
''E’ per questo
che hai negato loro l’unica possibilità che avevano di vivere?
Sei stato un egoista, invece!''
''Non è vero!Sei
ingiusta a parlarmi così.''
''Davvero? E
perché? Non hai tenuto in considerazione nemmeno per un attimo quello che ti ho
detto! E' come se li avessi uccisi tu, con le tue mani!…..Lionel ad esempio.
Puoi aggiungere anche lui alla
lunga lista di innocenti morti per
opera tua!''
Angel si alzò e
si diresse verso la porta.
Ne aveva avuto abbastanza.
Mentre stava
per aprirla si voltò verso Chris.
Depresso e
rattristato dalla sua reazione, per un
ultima volta cercò di sembrare determinato e convincente.
''Christal…Puoi
torturarmi quanto vuoi, adesso e in futuro , se questo può farti sentire
meglio.
Ma io resto convinto della mia scelta e quando te ne sarai fatta una ragione , sai dove
trovarmi…Saprò aspettare. ''
E se ne andò.
Nei giorni
seguenti Angel rispettò la volontà di
lei, anche se gli costò molta fatica rimanere chiuso nella sua stanza. Sapeva
che se ne fosse uscito , il desiderio di correre da Chris avrebbe avuto
il sopravvento e forse il loro
incontro avrebbe solo peggiorato le
cose.
Niente di quello
che avrebbe potuto dirle in quel
momento le avrebbe fatto cambiare idea.
Angel ne era
sicuro.
Qualche settimana
dopo, Chris era con un’amica in una
caffetteria. La sua vicina di casa le
aveva chiesto di uscire e lei aveva accettato.
All'improvviso,
mentre beveva il suo cappuccino, Chris
lo sentì alle proprie spalle. Angel.
L'emozione
profonda che le annodava lo stomaco e le
viscere era inconfondibile…..
Si voltò e lo vide.
Fuori, sul
marciapiede, che la fissava, attraverso la grande vetrata intarsiata
ma trasparente.
Decise di far
finta di niente, cercando di ignorare le
risatine e la meraviglia degli altri
avventori del locale, che avevano notato la
presenza di quell'uomo che ,
dall'altro lato della strada, con le
mani in tasca, la fissava
ostinatamente, mettendola a disagio.
Dopo una mezz'
ora, la sua vicina fu costretta a lasciarla, per un improvviso
impegno di lavoro. Chris, rimasta sola,
si decise ad uscire dalla caffetteria, incamminandosi sul marciapiede.
Angel le si
affiancò, silenzioso.
Chris sospirò.
''Come hai fatto
a trovarmi?''
''Ho sentito il tuo odore. Io… l’ ho seguito.''
''Già. Dovevo
immaginarlo, l’istinto del cacciatore.''
''Vedo che il tuo
atteggiamento non è cambiato.''
Le rispose Angel,
contrariato.
''D’accordo,d’accordo…..
scusami. Facciamo due passi, vuoi?''
Angel annuì. Si
incamminarono, lentamente, lungo il Boulevard
quasi deserto.
''Ti trovo bene.
Ti sei ripresa?''
''Si. Almeno
….nel fisico. E tu?''
''Io sto bene
ma…..mi manchi. Non puoi immaginare quanto.''
Angel aveva deciso
di essere sincero con lei, nella speranza di ammorbidirla un po’ e
riuscire finalmente di nuovo ad avere un
dialogo, un intesa con lei, la donna che
amava…..
Ma le parole di
Chris troncarono immediatamente ogni sua
illusione.
''Mi dispiace.
Vorrei poter dire la stessa cosa ma non è così.''
''Capisco.
Immagino allora che non ti abbia fatto piacere incontrarmi.''
''A dire la
verità avrei preferito di no . Non ero ancora pronta per farlo.''
''Pronta per
cosa? A rinfacciarmi quello che è successo? A ribadirmi che sono un assassino?
Guardami,Christal! Quando la smetterai di provare rancore e tornerai a
vivere?''
La aggredì,
alzando la voce. Strattonandola per un braccio. Spazientito.
''Non lo so,
forse…… mai!''
Esclamò Chris,
anche lei rabbiosa. Bloccandosi sul marciapiede.
''Una parte di me
è morta con loro….. Ma tanto tu non puoi capire!''
E lo fissò,
per pochi minuti, che ad Angel
sembrarono infiniti. C'era ancora tanto
dolore in lei, nel suo cuore…….gli sembrava di riuscire quasi a percepirlo,
vivo e lacerante, smisuratamente grande.
Grande almeno quanto il rancore che,
prepotente, traspariva dai suoi occhi.
Angel si rese conto
di aver esagerato.
''Probabilmente
hai ragione . Ma non ti sei mai chiesta
se insieme non sarebbe più facile…..?''
''Cosa?
Dimenticare tutto e tutti, cancellare tutto
ciò che è successo come si fa
con un colpo di spugna su di
un vetro troppo sporco?''
Lo apostrofò
Chris.
Angel sembrò
sospirare. Ma non si diede per vinto.
''Ti prego, farò quello che vuoi , ma lascia che ti
aiuti, che ti stia vicino. Non allontanarmi di nuovo da…..te.''
''C’è una cosa
che puoi fare per me.''
''Cosa?''
''Trova il
teppista che ha aggredito Thomas e
me nelle cucine e portamelo.''
Angel rimase
senza parole.
''Perché? Cosa
vuoi fargli?''
''Niente, sta
tranquillo, voglio solo parlare con lui. Non preoccuparti, per me sei tu
l’unico responsabile di quello che è
successo. Tu e ….nessun altro. Non
illuderti.''
Il vampiro sembrò sospirare.
''Allora perché
vuoi quel ragazzo?''
''Per impedire
che possa fare ad altri ciò che ha fatto
a Thomas. Portamelo e poi lasciami fare……''
''Non posso e non
voglio farlo. Non voglio trovarmi faccia a faccia con lui. Non posso prevedere
le possibili conseguenze. E se perdessi
il controllo? Persino tu potresti fare
qualcosa di cui dopo dovresti pentirti e comunque, anche se lo uccidessi Tommy e Lionel non ti potranno mai essere restituiti.''
''Va bene. Allora
lo cercherò da sola.''
''Non farlo. Te
lo impedirei.''
''Davvero? E come
credi di potermi fermare? Con una gabbia, o con un morso? Non ostacolarmi,
Angel. Pensandoci bene, potrei farti molto male, a te o ai
tuoi amici.''
''Lascia stare
Cordelia e Wesley. Loro non centrano! Non sono stati loro a decidere in quel
momento. In quanto a me, fa pure quello
che vuoi, ma non credere che sarebbe
tanto facile sopraffarmi.''
''Allora….non farai ciò che ti ho chiesto?''
'' No!''
'' Bene! Allora
non abbiamo più niente da dirci!''
Chris indietreggiò
per poi voltargli le spalle. Ma non fece
un paio di passi che la voce di
Angel, forte e chiara , la raggiunse.
''Come sei
cambiata….la ragazza che ho conosciuto un anno fa era incapace di provare tanto
odio per qualcuno. Non avrebbe mai ceduto all'istinto di vendicarsi. Avrebbe
preteso soltanto giustizia. Cosa ti è successo?''
Chris si
irrigidì. Poi si voltò.
''Non lo so, ma
forse ora che provo certi sentimenti, ora forse sono diventata veramente
umana…''
Angel si avvicinò. Ponendosi di nuovo di fronte
a lei.
Occhi negli occhi, le mani
ficcate in tasca per resistere alla tentazione di afferrarla e stringerla a sé, ma sfiorandola quasi con il proprio torace.
Percependo con i suoi sensi di vampiro il suo calore
al di sotto della giacca di pelle
ed il battito del cuore di Chris
accelerato dall'ira.
''No. Tu ti stai
facendo dominare da sentimenti che non sono i tuoi, non ti appartengono. Non
farti influenzare da loro, dalla rabbia
e dal rancore. Vivere così è come essere morti dentro…..''
''Detto da un non
morto come te, suona piuttosto strano, non trovi?!
''Come puoi
pensare di uccidere un essere umano? E
come pensi di tenermelo nascosto…credi
forse che non verrei a saperlo?
Mi guarderesti negli occhi e mi mentiresti, così, impunemente?''
''Tu non hai
nessun diritto di dirmi questo! Tu che hai ucciso chiunque abbia avuto la
sfortuna di imbattersi in te!''
Angel impallidì.
Chris gli lesse in faccia il suo turbamento.
Fino ad allora non gli aveva mai rinfacciato il suo
trascorso di vampiro.
Si strinse nelle
spalle. Ma decise di non ritrattare. Tanto non sarebbe servito
a nulla.
''…Io non ti
capisco! Perché non vuoi punirli, lui, Lilah… lei non è un essere umano. E' un
demonio, come Ling, come Docks. Qualcuno deve fermarla, guarda cosa ci ha
fatto!''
Lo apostrofò
Chris, rabbiosa.
''E chi sei tu
per decidere chi va fermato?''
''Hai paura di
lei?''
''No, certo che
no . Io non ho paura di lei . Ho paura per te.''
''Speri che lei
possa pentirsi e cambiare come hai fatto tu.''
''Non ci spero
affatto.''
''Sarebbe
giustizia, non vendetta.''
''No, tu lo sai.
Sarebbe pura e semplice e….accidenti!
Meritata vendetta!Ma si tratta di guardare negli occhi un essere umano e
piantargli una freccia nel cuore….Davvero ci riusciresti?''
''Dovrei provarci
per saperlo, non credi? Di certo non potrò avere la tua benedizione, in
questo…né la voglio.''
''E' come una
droga, Chris. Se tu lo farai una volta, sarà facile desiderarlo una seconda.…
Uno comincia a
pensare che eliminare il problema alla radice sia più facile che affrontarlo,
giorno per giorno. Ma è come una spirale da cui non si riesce più ad
uscire. E quando te ne accorgi, il
rimorso sarà talmente forte da toglierti
il respiro. Quando il delirio di
onnipotenza ti sarà passato, non resterà che il dolore, più forte di prima e mi
odierai, perché non ti avrò fermato, sapendo a cosa saresti andata
incontro. Credimi, Chris, non è la
soluzione.… Tolta di mezzo lei, qualcun altro subentrerà e ci troveremo nella
posizione di dover fronteggiare un nuovo
avversario di cui non sappiamo nulla. Di lei sappiamo tutto. Possiamo
colpirla…Vuoi una punizione? D'accordo, ti aiuterò, ma faremo a modo mio. Ti sta bene?''
''No. '' E Chris
Corse via, allontanandosi.
Angel ebbe un
gesto di stizza ma poi le corse dietro.
''Chris,
aspetta!'' Gridò, riuscendo ad afferrarle un polso, bloccando la sua
corsa. Chris si voltò e la sua rabbia esplose…..
''Lasciami in
pace. Lasciami vivere a modo mio, Angel! Non ti voglio più tra i piedi!''
Il vampiro,
sorpreso ed incredulo, lasciò la presa.
E vide Chris sparire dietro l'angolo.
''Ciao, sei
tornato……è successo qualcosa?''
Le parole di
Wesley accolsero Angel appena mise piede nell' hotel.
''Dalla tua
faccia sembra che tu abbia appena visto un fantasma……no! Non mi dire, hai
incontrato lei….Chris! Come sta?''
''Non lo so, non
molto bene. Sragionava, era cattiva e
vendicativa e quel che è peggio è che non ha minacciato solo me ma anche voi.
Dovete stare attenti!''
Cordelia scrollò
le spalle…..
''Poveretta.
Penso che anch’io sarei impazzita se mi fosse successo ciò che è successo a
lei…….o forse no, non lo so! Io però avrei fatto molto shopping per consolarmi! Non sapete che
miracoli possono fare uno Chanel o un
Cartier al polso!''
Angel fermò Wes
che, carico di testi, stava per salire in una delle stanze di sopra.
''Wes, ti ricordi
del teppista di cui ti ho parlato? Devo
trovarlo prima che lo trovi Chris, ho paura che
voglia fargli del male, devo fermarla.''
''Aveva un tatuaggio come questo sull’avambraccio. ''
Angel fece un disegno su un foglio.
''Cos’è? Sembra
un simbolo antico.''
Chiese Cordelia.
''Non lo so. Ma
possiamo chiedere in giro se qualcuno abbia mai visto un disegno come questo.
Forse è di qualche banda giovanile del quartiere.''
Wesley era
preoccupato, si vedeva lontano un miglio.
''Ma tu? Che
reazione avrai quando te lo troverai di
fronte? Sei sicuro che riuscirai a
controllarti? Sei sicuro che non proverai abbastanza rabbia da
ucciderlo?''
Chiese ad Angel.
''Non lo so. Ma
devo evitare che Chris si trasformi in una assassina. Sarebbe devastante per lei
e anche per me. Non potrei mai
perdonarmelo.''
Il trio si mise
all'opera, e in poche ore arrivarono i
risultati. Cordelia entrò con aria trionfante nella hall…..
''Trovato! Un
tipaccio mi ha detto che appartiene a
una banda di quartiere a tre isolati da qui. C’è un magazzino, in Oxford Street , che usano
come base e dove
avvengono strane cose. Sedie che volano, finestre che sbattono,
eccetera, eccetera….''
''Potrebbe essere
una setta di adoratori di un qualche demone.''
Precisò Wes.
''Non resta che
andare a vedere.''
Decise Angel.
''Sì, stanotte.''
Wesley e Cordelia
annuirono.
Quella sera, Cordelia, Angel e Wesley si recarono tutti al magazzino. Anche Gunn
era con loro, con il prezioso
compito di coprire loro le spalle.
In fondo al
magazzino c'era un gruppo di ragazzi
riuniti che sembrava celebrare un rito
di invocazione. Cordelia indicò ad Angel un ragazzo. Corrispondeva esattamente
alla descrizione del teppista che Chris le aveva fatto in ospedale..…Angel lo
riconobbe. Era Richard, il fratello di Gavin.
Si trasformò, piombando come un fulmine
sui ragazzi, troppo occupati ad eseguire il rituale per accorgersi di lui.
''Ehi! Non siete
troppo giovani per giocare con il fuoco…..Potreste scottarvi!''
Si creò
all'istante una confusione
indescrivibile. Quasi tutti tentarono di scappare, atterriti…..
Qualcuno di loro abbozzò un tentativo di reazione ma Angel li rese subito inoffensivi. Soltanto uno
di loro continuò imperturbabile a pronunciare le frasi in latino. Evidentemente voleva terminare il rituale di invocazione. Dopo
pochi secondi cominciò a materializzarsi
la figura di un demone, che scatenò una specie di tempesta di vento.
Per Angel fu difficoltoso raggiungerlo per ucciderlo. Ma con l'aiuto di
un enorme gancio appeso a una carrucola
si lanciò contro il demone colpendolo in piena alla testa.
Il demone si
accasciò a terra e Angel gli tagliò la testa con la spada che aveva portato con sé.
La tempesta di
vento svanì improvvisa nell'aria e
i pochi ragazzi che non erano scappati emersero ad uno ad uno dai loro
nascondigli. Una pila di casse, un vecchio trattore abbandonato…… Poi
all'improvviso Angel afferrò uno di
loro, che carponi, cercava di svignarsela
alle sue spalle.
''Tu! Tu sei
Richard…non è vero?!''
''Sì…..sì. Sono
io. Cosa vuoi da me?''
Farfugliò il
ragazzo, atterrito.
''Cinque
giorni fa hai aggredito una ragazza al Robertson's , ricordi? Nella
colluttazione hai dato fuoco alle cucine….''
''No, non so di
cosa parli.''
''Davvero? E la
catenina che hai al collo dove l’ hai
presa allora? Te l’ ha regalata la
mamma? Appartiene a lei….''
Angel ringhiò per il disappunto. Il ragazzo si
impaurì ulteriormente.
''Ora ricordi?''
''Sì…sì, ricordo,
ricordo tutto! Non volevo, lo giuro. Ma lei mi è saltata addosso per difendere
quell’altro…..non volevo che morisse. Volevo solo spaventare tutti con l'incendio, ma lui mi ha
scoperto, così l'ho colpito. Poi è arrivata lei….Mi dispiace, mi dispiace
tanto!''
''E’ un po’ tardi
per pentirsi, non credi? Lo sai che è
morto anche un bambino? Cosa dovrei fare
di te adesso?!''
Una voce alle
loro spalle fu categorica.
''Uccidilo!''
Chris era comparsa all'improvviso alle loro spalle.
Emerse improvvisamente da un angolo
buio, armata di una balestra. Angel
riacquistò il suo aspetto di uomo.
''Chris, come
sapevi che…..''
''Che l’avevi
trovato? Ti ho seguito, tutte le notti, da quando te l’ ho chiesto. Sapevo che
l’avresti cercato per difenderlo da me. Tu ti sei messo sulle sue tracce e io
ho seguito le tue…..Come vedi ti conosco bene, Angel. Sei prevedibile, a
volte.''
''Non posso fare
quello che mi chiedi. E' un essere umano e io non li uccido. Non più….''
''Allora
spostati. Lo farò io.''
''Ma cosa credi?
Che una volta ucciso questo ragazzo il tuo dolore scomparirà? O che Lionel tornerà indietro? Vendicarti non ti
farà sentire meglio!''
''Ma forse
impedirà che qualcun altro soffra come sto facendo io.''
''Questo possiamo
impedirlo comunque se finirà in prigione
per quello che ha fatto.''
''E da quando le
leggi umane hanno cominciato a soddisfare le tue esigenze? ''
''Da quando ho deciso di vivere come una persona e
non più come un’animale!''
''A volte sai
essere così testardo Angel. Guardalo. Guardalo bene!E' ancora un ragazzo ma nel
suo animo è già un assassino!''
''Lascia che lo
consegni alle autorità. Devo essere io l’unico oggetto della tua rabbia e
del tuo odio, lui non centra!''
''Davvero?
Per vendicare la morte di suo
fratello non ha esitato ad
uccidere degli innocenti.……Se lo lascerai andare, girerà l’angolo e tenterà di
colpirci di nuovo. E non gli importerà se per questo morirà qualcun altro, magari un vecchio o una donna incinta.''
''Non potrà
farlo, te lo garantisco.''
Dicendo questo,
Angel attirò il ragazzo verso di sé, sul suo fianco, quasi a volerlo
proteggere con il suo stesso corpo dal tiro di Chris. Che si irrigidì. Tendendo
ancor di più i muscoli, nello sforzo di
tenere ben salda in pugno la pesante balestra.
''Non muoverti
Angel!…..Non voglio dover colpire
anche te!''
''Allora
fallo! E’ l’unico modo che hai per
fermarmi, lo sai. Un bel colpo al cuore, che aspetti?!''
Dicendo così
Angel allargò le braccia , mentre tratteneva Richard per il collo con la sola mano sinistra.
Chris prese la
mira e per qualche minuto restò immobile.
''Cosa c’è
Christal, non ci riesci? Dovrebbe essere facile invece…In fin dei conti
hai ragione, sono l’unico responsabile della decisione che ho preso, quel
giorno e, se è vero che mi odi, dovrebbe
essere facile premere quel grilletto. Non è per questo che stanotte hai
dotato la balestra dei dardi di legno, invece di quelli di acciaio? Coraggio, così
tutto questo dolore finirà. Il tuo e…..
anche il mio!''
Chris restò ancora immobile per qualche secondo, con Angel sotto tiro.
Poi abbassò la balestra.
Angel consegnò
il ragazzo a Wes e a Cordelia
che lo portarono alla polizia.
Angel si avvicinò a
Chris. Fissandola negli occhi
splendidamente azzurri.
''Lo sapevo che
non ne avresti avuto il coraggio ma devo ammettere che, per un attimo, mi hai fatto
veramente paura.''
Chris non rispose. Angel cercò di
baciarla.
Per pochi
secondi, Chris sembrò assecondarlo e cedere, per poi staccarsi, senza lasciarsi abbracciare.
Girandogli le
spalle, si allontanò senza dire nulla.
Angel la
vide correre via. Con il cuore
stretto in una morsa….
Ricordando il lampo di
passione che aveva letto negli
occhi di Chris un istante prima di
baciarla, subito spento dal rancore e
dalla rabbia che, da quella fatidica
notte, riempivano ormai il mare dei suoi
occhi.
La notte
successiva, Angel si appostò dietro
alle siepi che circondavano il palazzo di vetro sede della Wolfram and Harth.
Una profonda
inquietudine lo aveva guidato lì…..
L'istinto del demone aveva fatto il
resto.
Si accorse di non
essere il solo. Nell'ombra scorse il
profilo di una persona, intenta anch'essa a spiare gli avvocati che
lasciavano il proprio ufficio.
Quella
figura gli fu straordinariamente
familiare….. Era Chris.
La vide
prestare particolare attenzione ad un trio di avvocati che in quel
momento stavano uscendo dal portone. Tra loro, Lilah Morgan.
La vide
seguirli, tenendosi ben nascosta nel buio, attenta a non rivelare la propria presenza, fino a che non
fosse rimasta da sola. Pensò Angel.
Decise di agire
di conseguenza.
In un
secondo fu alle spalle di Chris.
''Cosa fai qui,
cosa volevi fare?''
Chris sobbalzò
per lo spavento. E la sorpresa.
''Niente, non le
avrei fatto niente. L'avrei solo terrorizzata un po’…Ma non la avrei toccata.''
''Sei diventata
brava a mentire, vero Chris? Non gli avresti fatto nulla come a Richard….''
''Richard?
Ah….Quel teppista che ha dato fuoco
all'Istituto. Cosa gli è successo?''
''E' morto.''
''E tu hai
pensato che sono stata io.''
''Lo hai fatto?''
''No, ma è inutile
nascondere che l'avrei fatto volentieri …Peccato. Qualcuno è semplicemente arrivato prima di me. Se non
ci credi, avvicinati. Non sei un vampiro?Annusami. Così scoprirai che non ho il suo odore addosso…..''
L'atteggiamento
di Chris irritò Angel, che
all'improvviso la afferrò per il braccio, immobilizzandola con il peso del suo
corpo. Le stava addosso di spalle, schiacciandola contro un muro,
quando cominciò a parlarle
all'orecchio, lentamente, quasi sillabando le parole, assicurandosi di avere
tutta l'attenzione di lei.
''Chris,
ascoltami bene. Quello che provo per te non mi impedirà di ucciderti se
scoprirò che sei diventata un'
assassina. Sapere di aver ucciso un essere umano è un peso che tu non
saresti in grado di sopportare, ma io sì….Sappi che ti terrò d'occhio. E se prenderai la decisione
sbagliata, io sarò lì a fermarti, per sempre. Non mettermi alla prova. Non ti
conviene!''
E si dileguò.
Velocemente. Senza dare a Chris nemmeno il tempo di guardarlo negli occhi.
Lasciandola
annichilita dallo stupore e dal peso
delle sue minacce. Sapendo già di non poter
ignorare i suoi avvertimenti.
E furiosa più con
sé stessa che con Angel. Per essersi
lasciata prendere di sorpresa.
Tornato
all'Hyperion, Angel trovò Wes in ufficio con dei nuovi clienti.
Non era
dell'umore adatto, si vedeva lontano un miglio, ma ciò nonostante, Angel cercò
di concentrarsi sul problema di quella
coppia.
Forse gettarsi a
capofitto in un altro caso avrebbe
distolto la sua mente e la sua
anima da Chris e dai suoi propositi di vendetta.
''Posso
presentarti i signori Milton?''
Angel strinse loro la mano.
''Qual è il
problema?''
Chiese,
sbrigativamente.
''Ecco…..Noi
abbiamo una figlia.''
Esordì l'uomo.
Porgendogli una foto. Angel la rimirò. Una ragazza come tante. Non bella, ma
carina.
''Da un po’ di
tempo se la fa con un tipo strano, per non dire
peggio…..''
Angel guardò Wes, con aria interrogativa.
''Ecco…Da quello che mi hanno raccontato, penso di
poter affermare che il tizio che la signorina frequenta sia un demone Zoltar.'' Si affrettò a dire Wes.
''Un ..cosa?''
Chiese inorridita
la signora Milton.
''Uno Zoltar.''
Mormorò Angel.
''E' un demone
che ha sembianze umane, come i
vampiri, ma che per una sola notte ogni
tre mesi si trasforma in una
creatura demoniaca in tutto e per tutto, con corna, coda,
denti aguzzi e alito cattivo. Tutto, insomma. Delle sue vittime ama mangiare soprattutto il
cuore….''
I Milton lo
fissarono inorriditi. Pallidi e annichiliti dalla franchezza di quell'uomo.
Wes tossì e
decise di intervenire, schiarendosi la voce.
''Non vi
preoccupate, signori…Il mio amico qui tende ad esagerare, quando
è arrabbiato….''
''Ma io non sono
arrabbiato!'' Esclamò Angel, punto
sul vivo.
''Sono solo
sincero. Perché continuate tutti ad accusarmi di cose che non sono vere?''
Come sta facendo
Chris. Pensò Angel.
''Angel!" Lo redarguì Wes.
''Non una parola
di più!''
Angel tacque. Era frustrante non poter scaricare la tensione che albergava nel
suo cuore da settimane su quegli
stupidi, poveri umani.
''Bene . Io salgo
di sopra, allora. Wesley, ci aggiorniamo dopo, ok? Vado a farmi
una doccia.''
E si diresse
verso le sue stanze.
''Non mi sembra
che il vostro amico abbia preso molto a
cuore il nostro problema…''
Farfugliò il
signor Milton, con aria smarrita.
''Non preoccupatevi, fa sempre così prima di ogni missione. E' il suo modo di prepararsi ad attaccare.''
''Davvero?'' Chiese la signora Milton, anche lei per nulla
rassicurata dal comportamento di Angel.
Lorne era dietro
al bancone, impegnato negli assaggi di prova di un nuovo drink.
Chris lo vide e
si accomodò sullo sgabello che gli era
di fronte. Ignorando i tavolini e il demone che cantava al karaoke.
''Ciao, angelo
mio dolce. Quale vento ti porta da me stasera? …Ah, avrei dovuto
immaginarlo…Vento di tempesta, tra te e il tuo caro e tenebroso principe.''
Chris era
turbata. Lo si vedeva lontano un miglio. Non occorreva essere dei veggenti per
capirlo.
''Mia cara, il vostro legame è talmente forte che
continuo a sentirlo anche quando non siete insieme come ora.''
''Forse lo era,
ma non
lo è più adesso…'' Rispose
Chris, sconsolata.
''In questo
momento non mi sento più legata a lui, come dici tu. E’ come se dentro di me
qualcosa si fosse spezzato.''
''Piccola
mia…devi scegliere se essere forte o farti divorare viva dal tuo dolore. Quando
lo capirai?''
''Ma Angel…''
''Sì, lo so. Ha
preso una decisione che ti ha sconvolto e ora ti ha maltrattato per il tuo
atteggiamento aggressivo.''
''Come fai a
saperlo?'' Chris era stupita.
''La tua
aura è
come un palloncino pronto a scoppiare. Non mi occorre che tu canti per percepire la tua
rabbia. Ma credimi, basterebbe un sorriso da parte tua per farlo sciogliere come la neve al sole. Lui ti ama, non dovresti tenerlo
lontano da te!''
''Invece io dico
che fa benissimo!''
Lilah Morgan era
improvvisamente apparsa sullo sgabello
accanto a Chris. Sembrava un'aquila in cerca di prede che ne abbia appena
avvistata una.
''Un bourbon, per
favore.'' Lorne le servì ciò che la donna aveva chiesto, occhieggiandola
di traverso. Da quella donna non poteva venirne mai niente di buono……
''Cosa
vuoi?'' le chiese Chris, chiaramente infastidita.
''Oh, niente
…stavo trascorrendo una deliziosa serata con un mio amico quando ti ho vista e mi sono detta, perché non farle un
salutino e magari nello stesso tempo ravvivarle la serata con una piccola ma
preziosissima rivelazione?''
''Lasciami in
pace. Dalla tua bocca escono soltanto bugie.''
''E' qui che ti
sbagli…..''
''Davvero? E
perché dovrei crederti?''
''Bè , puoi
sempre chiedere conferma al tuo Angel se
ciò che ti dirò ora sia vero oppure no.''
''Lascia stare
Angel. Lascialo in pace!''
''Ma guardati!
Avete litigato a morte ma continui a difenderlo. Forse se tu sapessi la verità,
smetteresti di farlo….''
''Bene, signore
care, vi lascio sole, così potrete....scannarvi meglio. Ma mi raccomando,
niente violenza nel mio locale…..''
Lorne si
avviò verso il palco, verso il demone intenzionato a cantare al karaoke.
Non aveva nessuna
voglia di essere coinvolto nella guerra
tra Angel e i suoi nemici avvocati. Ma presagendo nell'aria odore di
guai.
''Mi stai
annoiando Lilah, quand'è che te ne vai, magari all' Inferno?''
''Dopo di te,
spero, mia cara e comunque, credo
proprio che Angel ci precederà , visto quello che ha fatto.''
''Di che parli?''
Lilah le
rivelò tutto, fin nei minimi dettagli.
Le disse del suo
ricatto e del viaggio di Angel nel suo
passato. Del filtro d'amore e delle sue conseguenze.
Chris non riusciva
a crederci. Un unico incontro
aveva rovinato la sua esistenza di essere celeste. Interi giorni e lunghissime notti tormentati dal senso di
colpa e la causa di tutto era invece lui…Angel.
E quel che era più grave era
che le aveva
taciuto la verità. Avrebbe continuato ad amarla, a proteggerla fino alla fine dei suoi giorni
senza dirle una parola.
Come si può guardare negli occhi una persona e
confessare di amarla con una simile verità nascosta nel cuore?
I suoi mille
pensieri dovevano essere ben visibili sul suo volto perché Lilah ne indovinò la
portata e si compiacque del dolore che vide nei suoi occhi azzurri. E non ne ebbe pena, naturalmente, anzi rincarò la dose….
''Bene mia
cara…è ora di tornare a casa. E' tardi.
Ma …..che c'è? Non mi sembri molto felice di farlo. Forse è per quello che ti
ho detto? Suvvia, non è poi così grave . In fondo l'unico rischio che corri è
quello di andare all'inferno, no? Potrebbe non essere così male…Guarda Angel.
Lui ci è andato ed è anche tornato, più in forma che mai…’’
Le sussurrò.
Chris taceva.
Lilah, imperterrita, continuò.
Si guardò intorno
come chi vuol essere certo di non essere ascoltato da nessuno, ma sempre
estremamente sorridente e , in
apparenza, soddisfatta.
‘’Io non posso
certo calarmi nei tuoi panni, ma se vuoi un consiglio, manda lui all' inferno,
al posto tuo, non avere remore. Vendicati per quello che ti ha fatto.
Castigalo, se lo merita. E se vuoi una mano, per questo, sarò felice di
aiutarti, tranquilla…...''
Chris guardò
Lilah in maniera incerta. E Lilah seppe di aver colpito al cuore.
Tormentare la donna che Angel amava era
altrettanto soddisfacente che tormentare lui.
Per strada,
quella sera, tornando a casa, Chris decise.
Lo avrebbe
punito.
Per il suo
tradimento.
Per le sue bugie e omissioni.
Per la sua
arroganza.
Per Tommy e Lionel…..
Avrebbe punito l' uomo e il
demone. E questa volta
non ci sarebbe stato scampo, per Angel.
Chris aveva già
un'idea, sul come farlo.
Colpendolo nello
spirito e nel corpo, con ironia e perfidia sottile.
Come avrebbe
fatto Angèlus.
Era solo
questione di tempo…..
Cominciò a
seguirlo ogni notte. Come un'ombra.
Nonostante stesse
attenta, era sicura che Angel avesse
ogni volta captato il suo odore.
Ma la cosa non
sembrava dispiacergli.
Nonostante avesse
potuto , lui non fece mai in modo di scomparire senza lasciare traccia, magari
per il solo gusto di umiliarla.
Sembrava, invece, aspettare che lei fosse pronta a ricominciare.
Illusioni. Le tue sono solo
stupide illusioni. Pensò Chris.
Una calda e
profumata serata di aprile, lo vide inseguire una coppia di umani dentro ad un
vicolo.
Attese per cinque minuti, all'imbocco di quella
lurida stradina, senza tuttavia
entrarci.
All'improvviso vide
la donna scappare a gambe levate. Urlando.
Nella fuga, quasi
le precipitò addosso.
Vampiro. Normale
routine. Pensò Chris.
Poi udì un
ringhio familiare. Quello di Angel. L'avrebbe riconosciuto tra mille.
Doveva essersi trasformato. E questo non era
un buon segno.
Chris si appiattì contro il muro del vicolo e si inoltrò in esso.
Nascondendosi nell'ombra.
Vide Angel che lottava contro un demone.
Alto e possente.
Uno di quelli della vecchia guardia. Uno Zoltar.
Chris li conosceva bene.
Demoni talmente
antichi da avere persino la coda. E zoccoli di osso al posto delle
mani.
Che perciò
picchiavano duro.
Dopo cinque minuti,
Angel era in evidente difficoltà. Mentre il demone non dava segni di
cedimento alcuno.
Sarebbe stato
meglio battere in ritirata, ma conoscendo Angel, l'opzione della fuga era
senz'altro esclusa.
Chris si preparò ad
intervenire.
Non voleva
certo vedere il demone
che staccava la testa al
suo vampiro.
Ma non era facile
prendere la mira. La lotta tra loro era
accanita e feroce.
Ad un tratto il demone afferrò Angel di spalle, con
un braccio possente stretto intorno alla
sua gola.
Alzandolo di svariati
centimetri da terra.
Privo di
appoggi, Angel si dibatteva nell'inutile
tentativo di liberarsi di quella stretta, per poi tentare di arrivare al pugnale d'argento che portava assicurato alla
caviglia destra.
Ma il demone gli bloccò il braccio con l'altra
mano, ruotandoglielo dolorosamente.
Con gli occhi
Angel cercò la spada che si era portato dietro per uccidere il demone
e con amarezza realizzò che era troppo lontana,
completamente fuori della sua portata.
Dopo pochi
secondi, che ad Angel parvero lunghissimi, una saetta di acciaio centrò in pieno il braccio del suo avversario, che lasciò la
presa sul braccio di Angel.
Questi la riconobbe.
Era uno dei dardi
di Chris. Quelli che usava con la
speciale balestra che le aveva regalato Gunn.
Angel cercò
subito il pugnale d'argento, ma con uno
scatto repentino del braccio ferito il demone lo colpì al polso, facendogli perdere la presa.
Il pugnale volò lontano, quasi tintinnando
sul selciato.
Allora si
impadronì del dardo piantato nel braccio dello
Zoltar e cercò di
conficcarglielo in gola.
Ma non ci riuscì, né lo Zoltar mollò la sua preda.
In quelle
condizioni, non poteva fare altro
che aspettare la mossa successiva del
demone o quella di Chris. Ma non smise
mai di lottare. E sperare, che la donna che
amava decidesse in fretta se lasciarlo morire od offrirgli una ultima
possibilità.
Non dovette
aspettare a lungo.
Un altro dardo
centrò in pieno la sua schiena
e questa volta il demone accusò
il colpo, perché lasciò che il vampiro
cadesse rovinosamente a terra.
Il tempo di
rialzarsi ed Angel si precipitò a raccogliere il pugnale d'argento, più vicino a lui della spada. Ma il demone gli fu
addosso in un baleno ed entrambi
crollarono sul freddo e sporco pavimento del vicolo.
Si ritrovò con le
spalle a terra e il suo avversario addosso
che gli bloccava, ringhiando, le gambe
con le braccia ed il proprio peso e
cercava di risalire lungo il suo
corpo, per poterlo colpire ancora una volta con uno dei suoi zoccoli di
osso. E demolirgli la faccia.
Per poi staccargli
la testa dal collo.
Angel si sorprese a pensare che Wes non gli aveva saputo dire come ucciderlo.
Ma lui
avrebbe tentato fino a trovare il modo
di eliminare quell'essere immondo
e crudele dalla sua città……Aspettava solo il momento favorevole.
Intanto quel braccio
così terribilmente potente stava per colpirlo nuovamente ed Angel si
chiese se questa volta non gli
avrebbe fracassato la testa.
Segnando così
l'esito dello scontro.
Un sibilo
improvviso attirò la sua attenzione.
A pochi
centimetri dal viso, alla sua destra, si
ritrovò un secondo pugnale di argento, conficcato per terra.
Quello di Chris.
''Angel…….
l'orecchio! Colpiscilo lì, presto!''
Quasi
contemporaneamente al pugnale gli erano
giunti alle orecchie la sua voce e
quel suggerimento.
Impugnò
saldamente la piccola arma gemella e la
conficcò nell'orecchio sinistro
dello Zoltar.
Che gridò. Un
urlo disumano di dolore. Per poi
contorcersi brevemente e in seguito
accasciarsi su di un fianco. Immobile.
Finalmente privo di vita.
Angel se lo
tolse di dosso e fu di nuovo in piedi, stremato dalla lotta feroce , sporco del sangue proprio e di quello del demone. Ed
incredulo.
Chris lo
aveva cacciato dal proprio letto ed
escluso dalla propria esistenza ma
……. lo aveva strappato ad una fine certa
e ingloriosa in uno schifoso e anonimo vicolo.
Christal rientrò
a casa poco dopo le 18.00.
Il sole era da
poco sparito dietro la linea dell'Oceano.
I colori del
tramonto si riverberavano in tutte le loro ultime sfumature nei vetri e negli
interni della casa. Ingigantiti e deviati dalla rifrazione, riempiendo la
casa di ombre e sfumature colorate che
viravano dal rosso fuoco al viola più intenso.
Chris posò il
mantello nell'armadio d'ingresso e nello specchio vide il riflesso
della poltrona ad esso opposta, la sua preferita, per leggere. Vi erano
poggiati un soprabito lungo e nero ed una spada ….
Chris capì.
C'era
qualcuno in casa. E quel qualcuno aveva voluto avvertirla della
sua presenza. Prepararla a quell'incontro.
Angel.
Con lentezza
squadrò l'ampio salone quasi avvolto dal buio, ma non lo trovò. Lui non era lì.
Si mosse, sempre
lentamente, verso la camera da letto. Ne varcò la soglia.
Guardò verso il letto a baldacchino.
Lui era disteso
sulla coperta di ciniglia bianca, al centro, con il gomito destro appoggiato su
uno dei cuscini.
…In vigile attesa
di lei.
Con i soli
pantaloni addosso, la fissava, bellissimo, provocante.
Davvero irresistibile. Pensò Chris.
Con
disinvoltura cominciò a togliersi di
dosso i braccialetti di argento e acquamarina che era solita indossare ad
entrambi i polsi. Li posò sul comò,
affianco alla teca di vetro custode di Vandemion.
Si tolse le
scarpe e le buttò in un angolo, sempre senza parlare, in un duello di silenzi e
sguardi che nessuno dei due intendeva perdere…..
Lasciò scivolare
giù dalle spalle la giacca che indossava sopra ad un
top piuttosto attillato. E che
metteva in risalto le sue bellissime spalle.
Poi si fermò. Studiandolo. Cercando di indovinare il perché di quella
provocazione così chiara e ponderata.
O meglio, lei già
ne sapeva il perché.
L'avergli
salvato la vita l'aveva condotto a
conclusioni sbagliate.
Niente di più
lontano dalla realtà delle sue intenzioni.
Bene. La trappola era pronta a scattare.
''Vieni, Chris,
vieni da me.''
All'improvviso
lui aveva parlato. Rompendo il ghiaccio. Aveva accompagnato le sue parole con
un gesto della mano, facendole segno di
prendere posto accanto a lui.
Un gesto che non
ebbe nulla di imperioso, piuttosto un
gentile ed insieme, accattivante invito.
Chris si avvicinò
e si sedette dal lato opposto del letto.
''Stai cercando
di sedurmi, Angel?''
Gli chiese.
Esplicita. Ed altrettanto esplicita fu la risposta.
''Sì. '' Ed Angel sorrise.
''Devi proprio
essere disperato per ricorrere ad un simile espediente.''
Lo apostrofò,
cercando di metterlo in difficoltà.
Lui smise di
sorridere.
''Sono
semplicemente disposto a tutto, come sempre, del resto, quando si tratta di te.
Sta …… funzionando?''
Non c'era
ironia nella sua voce. Era una pura e
semplice constatazione.
''Forse sì,
perché non continui?''
Angel, compiaciuto,
tese un braccio verso di lei, con il
palmo rivolto verso l'alto, invitandola
a porre la sua mano sulla propria.
Chris la
assecondò. E lui la attirò verso di sé,
cingendole la vita sottile con un
braccio.
Con fermezza.
Con dolcezza.
Con la speranza
negli occhi suoi scuri, sempre così
espressivi, vivi, liquidi……
''Credevo che uno
come te non avesse problemi con le donne.''
''E' vero. Di
solito non ne ho. Ma tu mi stai facendo
impazzire.''
''Impazzire?'' Chris
finse meraviglia.
''Mi sembrava di
aver capito che la tua pazzia sia gravemente nociva per l'
umanità….''
Angel sembrò sospirare. Touchè. Pensò.
Ma decise di ignorare
quella velenosa provocazione.
Sapeva che Chris
non gli avrebbe reso le cose più facili, semmai il contrario.
''Vorrei riuscire
a darti tutto ciò di cui hai bisogno, Chris. Ma
a quanto pare fino ad ora non ci sono riuscito..''
O mi hai dato fin troppo… Pensò Chris. Questa vita mortale la devo a te. A
te soltanto…
''Vuoi un'altra
chance?'' Gli chiese, invece. Conciliante.
''Me la
daresti? Voglio dire, sul serio?''
''Sì…Voglio
dartela. Voglio appianare le nostre divergenze. Ho capito solo ora di aver sbagliato tutto con te.''
Si. Avrei dovuto lasciarti
nelle mani di Ling, imprigionato nelle sue catene… Pensò, di nuovo.
Per poi scacciare
questo pensiero inopportuno. Se voleva che il suo piano riuscisse doveva essere
concentrata e convincente. O Angel avrebbe subodorato qualcosa……
''Vieni…ora. Dopo
parleremo.'' Mormorò Angel, in un
sussurro.
E Chris fu tra le
sue braccia.
Fecero l'amore.
Con passione, quasi con furore. All'inizio. Poi
con calma. Con gesti misurati e lenti. Ed Angel le dimostrò quanto gli
era mancata.
Alla fine,
stanchi ed appagati, rimasero abbracciati nel grande letto di lei, svegli e
ancora avvinghiati uno all'altra.
''Hai
fame?'' Gli chiese Chris all'improvviso, interrompendo il felice
silenzio che li circondava.
Neppure il mare
faceva sentire la sua voce, quella notte.
''In cucina non hai niente che possa soddisfare i miei
appetiti…''
Angel le
sfiorò dolcemente il mento con una
mano, fissandola nei suoi occhi azzurri con infinita dolcezza .
E molti sottintesi nei propri.
''Invece ho una
sorpresa. Vado in cucina, torno subito.''
Chris si alzò e corse via, lasciando Angel vagamente deluso ma soprattutto incuriosito.
Ritornò con un
vassoio con due bicchieri, uno pieno di
succo di frutta. Per lei. Uno di sangue. Per Angel.
Lui ne fu sorpreso.
''Mi stavi
aspettando. Eri sicura che sarei venuto, eh?''
''Ti ho salvato
la vita. Era impossibile che non venissi a ringraziarmi. Ti conosco.''
''Già. Mio padre ha speso molto per la mia
educazione.''
Chris sorrise, allungandogli il bicchiere di
sangue.
Quella sera non
l'aveva morsa. Non ne aveva avuto il coraggio. Temeva che Chris si sentisse
aggredita. E lui non avrebbe per nulla al mondo voluto turbare quella nuova
intimità così a lungo desiderata………..
Angel accostò il bicchiere alle labbra e bevve il
sangue, con calma , dinanzi a lei.
Non si accorse
del lampo di malizia che si era acceso
nell'azzurro degli occhi di Chris.
E della sua
espressione stranamente soddisfatta ma
silenziosa.
Il silenzioso tra
i due era lui. Non lei.
Ma Angel era
troppo felice per il loro ritrovarsi
e decise di non chiedersene il
perché o farsene un problema.
Più tardi avrebbe
indagato.
Se lo era
ripromesso.
Chris sorrise e
annuì. Del tutto appagata.
La trappola era scattata…
Angel posò il
bicchiere vuoto nel vassoio e si stiracchiò nel letto. Sazio e soddisfatto.
Ma ad un tratto
la visione che aveva dell'ambiente
circostante e di Chris si sdoppiò. Per poi annullarsi di colpo.
Annaspò, come
cercando di afferrare l'aria con le mani, per poi perdere conoscenza…….
L'odore pungente
della naftalina arrivò alle sue narici,
dapprima piano, poi sempre più netto e distinto.
Angel aprì gli
occhi e mise a fuoco l'ambiente in cui si trovava.
Si sentiva
confuso e nauseato.
Non era più nel
letto di lei, dove si stavano parlando.
Poi ricordò.
Aveva bevuto il sangue che Chris gli aveva offerto. Dopo di quello, il buio…...
''Mi stavo giusto
chiedendo quanto tempo ci volesse per vederti rinvenire, devo averti dato
proprio una dose eccessiva!|''
La voce, ironica,
era quella di Chris e lei era appollaiata
su uno sgabello, a pochi metri da lui.
''Sei stata
….tu?''
Le chiese,
cercando di far leva sulle mani per tirarsi su a sedere e accorgendosi di
essere legato.
''A
narcotizzarti?...Sì. Ma a portarti qui ci hanno pensato loro.''
E Chris indicò
due individui che confabulavano tra di loro
a pochi passi più in là,
indistinguibili chiaramente nel semibuio della enorme stanza in cui si
trovavano.
''Perché lo hai
fatto?.......Liberami!'' Le ordinò
Angel, strattonando, piuttosto forte, le
corte catene che gli legavano insieme i polsi
e poi le caviglie alla pedana di
cemento su cui era disteso.
Il rumore delle
catene attirò i due individui verso di
lui. Ma Chris con un gesto della mano li fermò, rassicurandoli.
Angel ora poteva
vederli bene. Non erano umani. Erano due demoni, di una razza che lui non aveva
mai visto, una delle migliaia in circolazione nei bassifondi di Los Angeles.
''Liberami!'' Le intimò
Angel, di nuovo. Perentorio.
Dalla sua voce
trapelavano la rabbia e la
pericolosa determinazione che tante volte Chris aveva visto in lui e
che lo rendeva il vampiro letale e possente che era.
In cambio di quella richiesta Chris gli offrì solo un freddo e sarcastico
sorriso.
''Sai bene che
non lo farò. Non mi sono certo data tanto
da fare per catturarti per niente…..''
Angel capì che
non avrebbe ottenuto nulla da lei, in
quel modo e provò di nuovo a liberarsi,
da solo, delle catene.
Il suo sguardo
era cupo e minaccioso. Ora. Ci si poteva perdere in quello sguardo, tetro e
profondo come l'oscurità di certe notti.
Non c'era odio in
esso, ma la promessa di una rivalsa e
una profonda, malcelata tristezza.
''Non otterrai
nulla strattonandole. Niente e nessuno potrà ridarti la libertà a parte
…..me.''
Disse Chris,
improvvisamente seria, alzando in aria la mano destra. Ad un suo cenno uno dei demoni si avvicinò.
''Sorvegliatelo.
Ma non avvicinatevi a lui. Non prima del rituale di Lucinda. E' un tipo pieno di risorse….''
Si raccomandò
Chris. I due demoni annuirono , andandosene.
Angel aveva
sentito le parole di Chris e seguì con
lo sguardo i demoni che si allontanavano.
Poi tornò a fissarla.
Non riusciva a
credere a ciò che stava succedendo.
Chris, la sua Chris, lo
aveva messo in ginocchio. Lo aveva ceduto a dei demoni
sconosciuti con chissà quali intenzioni…..Perché?
La guardò e
tacque, aspettando la sua mossa successiva.
Nelle sue
condizioni non poteva fare altro. Ma
decise di cambiare tattica. Si prendono più mosche col miele che con
l'aceto……
''Ti starai
chiedendo cosa ti aspetta, adesso.''
''No. Quello che
mi chiedo è cosa ti abbia spinto a farmi
questo. Devi aver provato talmente tanta rabbia e rancore ma…… io non me
ne sono accorto.''
''Non potevi
accorgertene, eri troppo occupato con
la tua preziosa Wolfram and Harth, per percepire quanto stessi soffrendo! In
questi giorni non ti ho sentito parlare altro che della tua Lilah!''
''Guarda che non
ne parlavo perché è la mia ragazza! Lei
è il nemico. Stavo solo pensando ad un modo per punirla per quello che ci ha
fatto…..''
''Che ci ha
fatto? Vorrai dire che mi ha fatto. Non mi risulta che da tutta questa
storia tu ne abbia ricevuto un qualche danno! Io sono l'unica
che ha pagato per la vostra personale guerra!''
''Non è la mia
guerra! Era la nostra fino a qualche giorno fa, non te ne ricordi più?''
''No! Non è stata
più la nostra dal momento in cui
Thomas e Lionel sono morti in
quell'incendio.''
''Tu lo sapevi. Sapevi che sarebbe stato difficile
e ….pericoloso…. stare insieme a me. Te l'avevo detto che saresti finita nel loro mirino, non puoi essertene dimenticata!''
''Non l'ho
dimenticato. Sei tu che lo hai fatto. Ti sei dimenticato del tuo proposito di salvare gli innocenti….per salvare me hai
lasciato morire loro!''
''Eri in
pericolo. Era logico che facessi di tutto per salvarti.''
''Io non ti avevo
chiesto questo!Ti ho implorato di
salvarli. Ma per te è stato più
giusto salvare la donna che amavi piuttosto che coloro che amavo io!''
Chris tacque per
un attimo e poi aggiunse, chinando la
testa e fissando il pavimento storto e sporco…
''Tu non hai
voluto soffrire e loro sono morti….''
Aggiunse, con tristezza.
Angel si sfiorò la fronte con il dorso della mano.
Era madida di sudore freddo.
Faceva caldo in
quel posto, semibuio e squallido. E si sentiva indolenzito, per il narcotico
ingerito e la posizione scomoda, anche
se sdraiata, alla quale era obbligato.
Sforzandosi di
mantenere la calma e il controllo
sull'angoscia e la rabbia che sentiva crescere in sé, cercò di blandire Chris.
Utilizzando la sua arma migliore. La propria sincerità.
''Non avrei
potuto comunque salvarli. Le fiamme erano troppo alte, il fumo sarebbe arrivato prima di me a soffocarli…..a quel punto
era inutile sacrificare anche te,
inutile, capisci? Perché non vuoi credermi?
Tu non vuoi credere mai a nessuno…''
''Tu non ti rendi
conto del prezzo pagato dagli altri per le tue azioni.''
''Ti sbagli.''
''Sul serio? Non
riesci proprio ad immaginare a cosa mi
riferisco, vero, Angel?''
''No.
Illuminami.''
Le rispose, scontroso.
''Al tuo viaggio
nel passato.''
Per la sorpresa,
il vampiro sgranò gli occhi. E Chris
ebbe la sua conferma alle parole
di Lilah.
Angel sapeva che Lilah non
avrebbe mantenuto il segreto. Ma
il momento da lei scelto era in assoluto
il più sbagliato. Tra lui e Chris c'era
già fin troppa tensione.
Difficilmente
Chris avrebbe potuto capire la necessità della sua scelta.
La sua
reazione sarebbe stata imprevedibile.
Le catene che lo
affliggevano gli stavano già dimostrando
quanto avesse ragione.
''…..Sì, ho
saputo, finalmente. Quando pensavi di dirmelo?''
''Non finirò mai
di odiarmi per quello che ti ho fatto…... Ma, devi credermi, anche allora non ho avuto altra scelta.''
''Davvero?''
Chris sorrise,
con aria perfida.
''Ho vissuto la mia esistenza di essere
umano tormentandomi perché non ricordavo il mio passato e alla affannosa
ricerca di un perché….. Ho creduto di aver tradito la mia vera natura e
per mesi mi sono ripetuta che ero
stata debole e stupida ad averlo fatto.
E' stato….straziante! E la colpa invece era tua, tua soltanto!! Potevi
lasciarmi andare, ma non hai voluto farlo. Hai di nuovo pensato solo a te stesso!''
''Chris…io
non…..''
Ma Chris non lo
lasciò finire. Era evidente che non intendeva ascoltarlo.
''E perché me lo
hai taciuto? Anche per questo non avevi scelta?''
''Ora mi hai…sono
qui con te, non sei contento?''
Lo sbeffeggiò,
con un sorriso ironico sulle labbra.
Angel si strinse
nelle spalle. Era stufo della
intransigenza e della mancanza di fiducia di Chris.
''E' per questo
che mi hai ridotto in schiavitù? Perché
non condividi le mie scelte? Pensaci bene, Christal. Sarà troppo
tardi, per noi, dopo.''
''E' già troppo
tardi. Io non riesco più a vederti nello stesso modo, Angel. Io…..non ti vedo
più come un uomo, il mio uomo. Ora ti
vedo per quello che sei. Una creatura
insensibile ed egoista.''
''In poche
parole, un mostro….'' Suggerì Angel.
Amareggiato.
''Già. Il
mostro in catene al quale non mi sarei
mai dovuta avvicinare. Avrei dovuto
evitarti come si fa con i cani rabbiosi. Avrei dovuto ucciderti, subito,
la prima volta che ti ho avuto ai miei piedi,
debole e tremante.''
''Ne hai avuto
l'occasione. Mille volte, non una soltanto. Perché non l'hai fatto?
Chris tacque.
Ma i suoi occhi
azzurri furono più eloquenti di qualunque risposta.
Angel si strofinò gli occhi e sembrò sospirare. Quel risveglio in
catene si era tramutato in un terribile
incubo. Come erano arrivati a tanto? Non
riusciva a darsi pace.
''Perché mi hai
portato qui…cosa è questo posto?''
Una voce
femminile piuttosto rauca rispose per Chris.
''E' un locale
per sole donne. Demoni e no, ovviamente!''
Una demone Binx
era comparsa alle spalle di lei.
Incarnato tra il
grigio e il viola, capelli rossi, grassa e sudata, era davvero brutta. Aveva
l'aria di un grosso, viscido rospo. E in più aveva due piccole corna sulla
fronte, come quelle di Lorne.
''Lucinda……'' La salutò Chris, senza voltarsi.
Un brivido
percorse subito Angel, al solo pensiero
di essere finito nelle mani di un essere puzzolente e immondo come quello. I
Binx avevano una pessima reputazione tra
gli altri demoni, per la loro crudeltà e la stranezza dei loro riti di
accoppiamento. Quest’ultimi, invece,
adoravano i vampiri, per le loro fattezze umane………
''Farò di te
l'attrazione principale del mio locale. Non sei contento, mio bel
vampiro?''
''Tu prova solo a toccarmi e io ti uccido. ''
Fu la risposta
, lapidaria e concisa di
Angel, che strattonò le catene, ancora una volta, inutilmente.
''O non
preoccuparti. Sarai tu a chiedermelo, di toccarti. Dopo il rituale, il semplice tocco di ogni essere di sesso femminile che
entrerà qui dentro ti darà grande piacere, te lo assicuro. Il tuo atteggiamento
cambierà.''
''No! Nessun
rituale mi piegherà fino a quel punto!''
Urlò Angel, fuori di sé.
''Ucciderò
chiunque si avvicini a me!''
E a conferma delle sue minacce liberò il demone che era in lui.
''L'aspetto con
cui ti proporrai alle clienti non mi interessa, mio caro. E' l'unica libertà di
cui godrai qui dentro…..''
Rispose,
lapidaria, Lucinda, che non sembrò
turbata da quell'improvviso sfoggio
di rabbia e orgogliosa indignazione, da parte del vampiro.
Lui ritornò al suo aspetto umano e si rivolse a
Chris, che si era alzata ed ora era in
piedi al fianco di Lucinda.
All'arrivo della
demone era divenuta taciturna e
ostentava indifferenza, ma i suoi occhi tradivano
tutt' altre emozioni…..
Angel lo capiva, lo percepiva, perché la conosceva bene e conosceva
bene il linguaggio dei suoi occhi
e del suo corpo.
''Sei sicura che questa punizione non sarà più dura da sopportare per te piuttosto che per me?''
Le chiese.
Incredulo. Disperato.
Chris sussultò,
evidentemente punta sul vivo. Ma non rispose.
A occhio e croce,
a giudicare dallo spessore delle sue restrizioni e dalla struttura del locale sapevano come trattare uno come lui. Niente e nessuno gli avrebbe fornito un
occasione per riguadagnare da solo la libertà. Decise di insistere ancora.
''Perché non mi rispondi, Christal?''
''Non chiamarmi
così…..''
Era così invece,
che Angel si rivolgeva a lei, quando era
arrabbiato, nelle loro discussioni, e …nei loro amplessi. Quando al culmine del
piacere la abbracciava più forte, era così che
la chiamava, in un sussurro, con il viso nascosto tra i suoi
capelli scuri e profumati di rose e
muschio.
Ma era passato così tanto tempo. Cinque settimane,
che all'improvviso le sembrarono un' eternità.
''Ora capisco
perché non hai lasciato che due sere
fa lo Zoltar mi uccidesse, perché mi volevi qui! Non mi
hai salvato la vita… hai semplicemente
evitato che ti impedisse di vendicarti! Mi sono lasciato abbindolare come uno
stupido!''
Chris ignorò le
sue parole. Chiaramente miravano a
provocarla . A farle commettere un qualche errore di cui lui avrebbe potuto, in qualche modo,
approfittare.
''…..Tu mi hai
tradito, nel peggiore dei modi. E mi hai dannato, per sempre, più di quanto
abbia fatto la tua sire con te!''
Quella verità, nuda e cruda, gridatagli in faccia con tutte le forze, fu per Angel come un colpo di pugnale nel
petto, che gli tolse la forza di replicare alla valanga di
accuse che la donna che amava gli stava
rovesciando addosso.
Ma, soprattutto,
ogni speranza di salvezza.
Nelle mani di
Lucinda comparve una piccola pietra
rossa luminescente.
''Sei pronto per
l'oblio, mio bel vampiro? Quando questa
pietra sfiorerà la tua pelle il futuro
non avrà più nessun significato per te. Ti importerà solo del
presente e del piacere che potrà darti o potrai dare. Dimenticherai ogni
cosa, chi tu sia , il tuo passato….. La
tua volontà di uomo e di demone non
esisteranno piu'. Semplice e molto poetico, non trovi?''
Gli occhi di
Angel ebbero un attimo di smarrimento, per poi tornare a posarsi su Chris.
Ironia della
sorte, l'unica donna il cui amore non
avrebbe spezzato la maledizione aveva deciso di condannarlo ad essere un oggetto sessuale per
un tempo infinito, forse anche per l'eternità, in un
limbo in cui nessuna cosa avrebbe avuto
alcun significato per lui, meno
che mai la sua anima e la sua redenzione.
Angel si chiese
come un amore come quello che univa
Chris a lui avesse potuto partorire
una così terribile
e sarcastica vendetta e…comprese.
Aveva
sottovalutato il suo
dolore. Non aveva saputo proteggere
le persone che lei amava e non
aveva saputo proteggerla dai suoi stessi
sentimenti.
Lei aveva ragione, in fondo…..
Non aveva pensato
altro che a sé stesso e alla sua
missione, non l'aveva lasciata andare quando avrebbe potuto.
Avrebbe dovuto
uccidere Gordon e non macchiare l'Angelo che lei era.
In questo modo niente
sarebbe successo e il ricatto di
Lilah non ci sarebbe mai stato. E forse
nemmeno la sua prigionia sotto Docks.
Forse i
Poteri che Sono l'avevano voluta solo per riavere
il loro Angelo.
Chissà se la forza dell'amore che li avrebbe uniti era
stata messa in conto oppure
no…..
La cosa più grave
di tutte era che lui le aveva mentito.
E questo
Chris non glielo avrebbe mai potuto perdonare.
Lei era fatta
così.
Prima di
procedere alla sottomissione di Angel, Lucinda si accostò a Chris. Il rispetto che aveva per lei la indusse a
sincerarsi della sua reale volontà .
Chris l'aveva salvata dalla morte, una sera in un
vicolo e in quello strano essere
la parola riconoscenza non era affatto
sconosciuta, nonostante la sua natura
demoniaca.
Tutti sapevano
del legame tra Chris ed il vampiro con
l'anima e Lucinda non era una stupida.
Un improvviso
ripensamento di lei avrebbe significato ritrovarsi con entrambi addosso e la morte certa. Inoltre, era divertente veder soffrire gli umani, con
quei loro così strani e inutili sentimenti…….
Sottovoce,
cominciò a sussurrarle in un orecchio.
''Guardalo Chris.
Guardalo bene. Guarda i suoi occhi. Cosa ti stanno chiedendo? Di avere pietà?
Di risparmiarlo? Sì. Di salvarlo. Ma
non per amicizia, o per pietà,
ma per amore, Chris, solo per
amore….quello che tu nutri per lui. Che
tu credi morto e sepolto ma che è ancora
dentro di te! E' lì, da qualche parte,
devi solo avere il coraggio di ammetterlo….''
''No! Non è vero,
io non sento più niente per lui.''
''Davvero?
Guardalo, Chris. E' magnifico, anche in catene…..quei suoi occhi, quei suoi
muscoli…non dirmi che non ti ribolle
il sangue a vederlo.''
''Lui non è un
uomo, Lucinda.''
''Eppure è così
che il tuo cuore e i tuoi sensi lo percepiscono, non è così?
''Sì. ''
''Perché lo
tratti così, allora?''
''Ha rovinato la
mia esistenza.''
''Come avrebbe
potuto se tu non glielo avessi permesso?''
''Io…ecco….non lo
so.''
''Ti farò
soltanto una domanda.''
''Quando facevi
l'amore con lui, i confini della tua esistenza
andavano oltre il bordo del
suo letto?''
''No. ''
''Allora credo che tu abbia avuto la tua risposta.''
''Non ha
importanza . Niente ha più importanza ormai. Procedi, Lucinda!''
''Come
desideri.''
Lucinda fece un
piccolo inchino in segno di rispetto.
Il suo finissimo
udito di vampiro gli aveva permesso di ascoltare tutto ed Angel fissò per l'ultima
volta Chris negli occhi, sperando
in un improvviso cambiamento di idea, che non avvenne….
Un attimo prima
che Lucinda posasse la pietra sulla fronte di Angel, pronunciando il terribile
incantesimo, lui colse di sorpresa
Chris.
Strappandole un
gemito che lei, prontamente, soffocò con una mano.
''Ti amo,
Christal….. Mi avevi promesso che non
lo avresti mai dimenticato.''
E la pietra
brillò, cambiando colore e facendogli
perdere conoscenza.
La sera
successiva Chris tornò nel locale,
all'orario di apertura, e si trattenne
fino a tardi….
Il locale era
pieno di gente, o meglio di donne umane e
di demoni di vario tipo, ma tutte rigorosamente di sesso femminile. Una
piccola folla variopinta e vociante distribuita tra il bancone del bar e le varie pedane su cui erano ''trattenuti'', gli schiavi di Lucinda.
Una decina in
tutto.
Cinque di loro
erano demoni. Tutti di razza
diversa e tutti bellissimi esemplari
della loro specie, a giudicare dal successo che riscuotevano tra le clienti.
Degli altri
cinque, uno era umano e quattro soltanto i vampiri……..Tutti
rigorosamente incatenati.
E poi….poi c'era
lui.
Angel.
Chris incontrò
qualche difficoltà a farsi spazio nella piccola folla che lo
attorniava.
Lucinda lo aveva
spogliato della camicia e della giacca e lo esibiva a torso nudo.
Gli aveva
tolto le scarpe e i calzini ma non
le catene alle caviglie, che,
recavano i segni bluastri delle restrizioni di ferro. Evidentemente
Angel doveva averle strattonate con forza.
Il suo tatuaggio
sulla schiena, la massa dei suoi
muscoli, gli addominali scolpiti dalla sua natura di demone, strappavano
continue esclamazioni di meraviglia e
festosi commenti alle clienti, le cui
mani non facevano che scorrere su e giù
per il corpo del vampiro, che sobbalzava ad ogni tocco, ma senza reagire
o cercare di difendersi. E restava disteso
sul ripiano di cemento su di un fianco, alternando il destro con il sinistro e
puntellandosi sui gomiti.
Era in assoluto l'attrazione della serata.
Le più audaci
arrivarono a infilargli le mani nei pantaloni, leggermente sbottonati, senza
che Angel accennasse a una seppur minima reazione, anzi, al contrario sembrava
…..goderne.
Non sembrava più
lui…….
Avvicinandosi,
Chris scoprì un altro effetto
secondario dell'incantesimo della
pietra rossa.
Quando se ne rese conto, ebbe un colpo al cuore.
Nel momento in
cui le catene che serravano insieme i polsi di Angel, gli permisero, con
difficoltà, di cambiare posizione e voltarsi verso di lei, si accorse che i suoi occhi erano…bianchi!
Una patina gelatinosa li ricopriva come un velo, celando i suoi bellissimi
occhi scuri.
Chris in quel momento si rese conto che tutti gli
schiavi ce la avevano, ma lei non lo aveva notato…..
Fu troppo.
Indietreggiò,
inorridita, sbattendo contro le altre clienti e suscitando un nugolo di
proteste.
''Sei sicura che questa punizione non
sarà più dura da sopportare per te piuttosto che per me?''
Le aveva chiesto.
E solo ora Chris si rese conto di quanto Angel avesse ragione.
Fino a quel
momento non aveva creduto possibile che il vederlo ridotto in schiavitù, oggetto
di desiderio da parte di
altre femmine l'avrebbe fatta soffrire, invece che sentire
soddisfatta.
Un braccio
gentile ma fermo si infilò sotto al suo, bloccando il suo arretrare.
''Chris, tesoro!
Sei venuta a goderti la tua vendetta?''
La apostrofò una voce. Era Lucinda.
''Non credevo che
ne avresti avuto il coraggio! Sei davvero una pervertita, come me, allora!''
Ma l'espressione
di Chris raggelò il suo entusiasmo.
''Ah,
capisco! Il rimorso ti ha già riempito
il cuore, vero? Io lo sapevo, che sarebbe andata così.''
''I suoi occhi,
Lucinda! Cosa gli hai fatto?''
''Mia cara,
l'essere ciechi toglie agli schiavi la
voglia di scappare e acuisce gli altri sensi, sopratutto quello del tatto. Comprendi?''
Lucinda tacque, sconcertata dalla espressione
stranita e cupa di Chris.
Un campanello di
allarme le risuonò nella testa e cercò di tranquillizzarla, per il bene proprio
e della propria impresa.
Sapeva che quella donna poteva essere molto
pericolosa. Ma mai le avrebbe concesso, perlomeno senza lottare, il lusso di
portarle via il migliore degli affari mai concluso prima d'ora.
Con molta calma e
finta comprensione cinse le spalle di Chris
e le parlò, soppesando bene le proprie parole..
''Non ti
preoccupare…..Per lui il suo passato non ha più
importanza, perciò ora non sta
veramente soffrendo….''
Ma Chris non le
diede il tempo di terminare la frase,
sciogliendosi da quel
disgustoso abbraccio.
''Liberalo,
Lucinda e ti prometto che ce ne andremo senza creare problemi.''
''Fossi matta!
Hai visto il pienone che c'è nel locale? La voce che il potente Angèlus
sia uno schiavo si è già sparsa e abbiamo la fila, fuori, che
arriva al vicino isolato…Tutta gente venuta per vederlo. Sarei una stupida a lasciarlo andare!''
''Lucinda, avevi
promesso!''
''Cosa ? Di
lasciarlo libero appena tu me l'avessi chiesto? Spiacente, ma non ho intenzione
di farlo.''
''Lucinda, non
posso lasciarlo qui nelle tue mani e in
quelle di queste degenerate.''
Chris afferrò un braccio al demone, torcendoglielo.
''Sono addolorata
per te. Ma sei tu che ce l'hai messo,
ricordi?''
Sibilò
velenosa Lucinda. Reprimendo il dolore
della stretta.
Chris lasciò
andare il braccio di Lucinda.
''E' vero. Questa
volta sono io che ho preso la decisione sbagliata!'' Ammise, abbassando la testa.
''Sei sicura di
non essere solo gelosa? Ho visto la furia nei tuoi occhi, quando quella femmina
lo ha toccato…..'' Le chiese,
massaggiandosi il braccio con l’altra mano paffuta e rugosa.
''Ti stai
divertendo,vero Lucinda?''
''Certo…cosa
credi! Sono un demone Binx. Adoro
queste cose!''
E fece un cenno a
due delle sue guardie di avvicinarsi.
Seppur con
dolore, Chris decise di non
insistere per il momento, per non
mettere in pericolo la vita di Angel e la sua.
Il servizio di
ordine del locale di Lucinda era infatti numeroso e ben armato. Sarebbe stato
un vero suicidio affrontarlo da sola, in
quel momento.
Le occorrevano un
buon piano e qualche arma in più.
Né tanto meno
poteva ricorrere all'aiuto di Gunn e Cordelia, o di Wes. Come spiegare loro il proprio
gesto? Chris dubitava che avessero
mai capito l'intensità del loro
legame e, per questo, l'intensità delle emozioni che
legavano lei ed Angel.
''Tornerò.
Preparati. Reclamerò la vita che ti ho salvato in quel vicolo…..''
Le sere successive Chris tornò nel locale, ma in
incognito. Travestita ogni volta in maniera diversa, senza farsi riconoscere da
Lucinda, o dal suo servizio d'ordine, sorvegliava Angel tutto il tempo,
eliminando le ammiratrici troppo focose, senza
dare nell'occhio.
Senza
contare la possibilità che qualcuno dei
suoi numerosissimi nemici avrebbe potuto cercare di approfittare della sua
condizione indifesa per ucciderlo….
Il terrore
ispirato dal Flagello d'Europa era tale che nessun demone o vampiro si sarebbe
arrischiato ad attaccarlo nel pieno della sua vigoria fisica. Ma ora, cieco e
prigioniero, poteva essere una facile preda, anche per il più vigliacco
dei demoni.
Una vampira gli era saltata addosso, mordendolo e
graffiandolo tutto.
Con un
sotterfugio Chris la attirò in parte, polverizzandola senza che nessuno
ci facesse caso più di tanto.
Una demone Brionix
con i suoi tre tentacoli morì misteriosamente avvelenata.
Ogni sera Lucinda
dovette fare i conti con un cadavere e qualche incidente tra i clienti.
Ma Chris era un
fantasma, introvabile.
Sapeva travestirsi e confondersi efficacemente nella demoniaca e variegata
folla che riempiva il locale ogni
sera e a nulla valsero i tentativi dei
suoi uomini di individuarla e fermarla.
Una notte, anzi
una mattina presto, quando il locale era ormai deserto, Chris si avvicinò ad
Angel. Era sveglio, nonostante anche quella notte non l'avessero lasciato in
pace e stava cercando di massaggiarsi,
strofinandolo con una guancia, un polso indolenzito dalla scarsa libertà di
movimento di cui godeva.
Chris fermò la
sua mano e prese delicatamente il braccio dolente tra le proprie
mani, cominciando a massaggiare dal polso verso l'interno
dell'avambraccio.
''Sei
brava........'' Angel le rivolse la
parola.
''Va meglio?''
''Sì, grazie.''
''Angel, io…''
''Come fai a
conoscere il mio nome? Io....non l'ho detto mai a nessuna, solo la padrona lo conosce, e tu non
sei lei.''
''No. Non lo sono, hai ragione.''
''Ma vieni spesso
qui .Io lo so, ho percepito il tuo profumo
diverse volte intorno a me. Un
odore come il tuo è
inconfondibile. Rose e muschio,dolce e amaro insieme. Che strana scelta la tua…..''
''Sono una
esperta in decisioni strane. Ti stupiresti se ne conoscessi qualcuna.''
''Come quella di
non toccarmi?''
''Come?''
''Non lo avevi
mai fatto fino a stamattina, perché? Sei timida? O hai paura di me? …..Sai, le
altre non sono così. Vogliono toccare ciò che vedono, ciò che gli piace. Tu
invece sei venuta ma non mi hai mai
nemmeno sfiorato, perché? Non ti piaccio forse?''
''Oh, sì che mi
piaci….Mi sei sempre piaciuto.''
''Piaciuto? Cosa
vuol dire? Tu parli come se mi conoscessi bene, ma io non mi ricordo di te.
Conosco solo il tuo profumo e, ora, la tua voce……ma ora che ci penso, mi sembrano
familiari. Molto. Chi sei?''
''La tua
condanna!'' Esclamò una voce a un metro di distanza. Lucinda.
''Padrona!
Sei tu?''
''Sì, mio caro…''
''Sei venuta per…'' Nella voce di Angel una punta di ribrezzo.
''Sì, mio caro,
come sempre….Cara Chris! Cosa ci fai qui a quest'ora? Lo sai che siamo chiusi
.''
''Lo sai il
perché.''
''E va bene. Sono
stufa dello scompiglio che ogni notte
mi provochi qui dentro e dei
cadaveri che mi lasci sparsi sul pavimento. Stanno cominciando a girare cattive
voci sul mio locale e ciò può rovinare i miei affari.''
''Dammi la
pietra e ce ne andremo senza altri guai.''
''Dovrai
guadagnartela.''
Chris sorrise. Ma
più che un sorriso fu un ghigno
sinistro. Se lo aspettava. Quell 'essere immondo non avrebbe mai accettato di
perdere così facilmente una sicura fonte di guadagno, oltre che di …piacere.
Impugnò più
saldamente la sua Vandemion.
Sarebbe morta
piuttosto che lasciare il locale senza Angel.
Ma il prezzo
sarebbe stato molto molto alto, per Lucinda.
Quest'ultima le scagliò addosso tutti gli esseri che componevano la sua sorveglianza
e Chris ne uccise un bel po’….
Ma ad un certo
punto cominciò a sentirsi allo stremo delle forze.
Un demone Taros,
più forte degli altri la atterrò, disarmandola…..
Sarebbe bastato
uno dei suoi pugni per staccarle la
testa dal collo.
All'improvviso il
demone mollò la presa e si accasciò a terra, con uno stiletto nella schiena.
Era stato Gunn.
E c'erano anche Cordelia e Wes , armati di tutto punto e
pronti a combattere.
Nella furiosa
mischia che ne seguì all'inizio non si
riuscì a capire quale delle due parti era predominante.
La battaglia
infuriava intorno ad Angel e lui ne era
consapevole, perché percepiva chiaramente
i rumori della lotta, i gemiti dei feriti, l'odore del sangue, ma ignaro di essere lui la causa di tutto e
della propria importanza per entrambe le parti contendenti.
Ad un certo punto
Chris riuscì ad arrivare alle spalle di
Lucinda e le puntò il
proprio pugnale d'argento alla
gola…..
'' Te la taglio
da parte a parte se non mi dai quella maledetta pietra.''
Le sussurrò
all'orecchio.
Lucinda, alzò la
mano tremante e gliela porse.
Chris se ne
impadronì.
''Ora richiama i
tuoi uomini.''
Lucinda obbedì.
Chris la lasciò
andare.
Gunn, Wes e
Cordelia si disposero, a cerchio, intorno ad Angel.
''Come avete
fatto a trovarci?'' chiese Chris.
Sfinita.
''Sono stato
io…..'' Disse Gunn.
''Girava voce che
un cacciatore di demoni fosse prigioniero qui e visto che Angel e tu eravate spariti, ho fatto due più
due, ed eccoci qua.''
''Ma come è
successo?'' Chiese Cordelia, mentre
Chris imponeva la pietra sulla fronte di Angel pronunciando la breve frase che
ne disattivava il potere.
''E stata lei
…..''
Rispose Angel, alzando la testa e fissandola insistentemente con i suoi occhi di nuovo scuri e bellissimi.
Chris gli liberò le mani dalle catene, il cui morso arrossato e a tratti violaceo era ben
visibile
sui suoi polsi.
Qualche strattone più forte degli altri
aveva causato dei minuscoli tagli. Glieli sfiorò appena ed essi scomparvero.
Per un attimo,
solo per un breve istante, gli occhi di
Chris ricambiarono affettuosamente lo
sguardo di Angel, forse per chiedere perdono per le continue violazioni
che il suo corpo e la sua mente avevano subito per una intera settimana.
Gli altri si ritirarono in disparte per lasciarli da
soli, indignati e sorpresi da quello
che aveva combinato Chris.
Angel non perse
tempo. Scese dalla pedana e in attimo le fu di fronte.
Chris gli porse
la pietra e lui la sbriciolò immediatamente, con rabbia e disprezzo, senza
distogliere da lei la sua attenzione.
''Puoi odiarmi
quanto vuoi per la decisione che ho preso, quella notte. Ma se tornassi
indietro rifarei esattamente lo stesso. E' meglio che tu impari ad accettarlo,
perché non ho intenzione di strisciare ai tuoi piedi per chiederti perdono in
eterno. ''
Il suo tono era
duro. Fermo. Quasi furioso.
''Smettila, una
buona volta…..non puoi biasimarmi per averti salvata.''
''Oh… invece sì.
Tu hai completamente ignorato la mia
scelta. Nemmeno per un istante hai riflettuto su ciò che ti ho chiesto di fare e così loro sono morti ….
Potevano essere
la famiglia che non ho mai avuto e tu
l'hai sacrificata così, in un battito di ciglia, senza nemmeno degnarti di riflettere sulle mie parole.''
''Christal, ti
stai facendo dominare da sentimenti che non sono i tuoi. Non ti rendi conto che così stai facendo il
loro gioco? E' esattamente questo che loro miravano ad ottenere,
e tu glielo stai dando!''
''No,
Angel,questo è davvero ciò che ora provo. Voglio solo che mi lasci in pace, d'
ora in poi. ''
''Allora sei
proprio decisa….''
''Sì. Non è il caso che noi due ci incontriamo di
nuovo. Non ti avvicinare più a me…mai più.''
''D'accordo!''
Esplose Angel ,
catturandole un braccio con una mano.
Stringendo forte.
''Non ce l'ho con
te, davvero. Anche se dovrei per avermi
abbandonato in questa lurida fogna!
…Ma a questo punto comincio a pensare
anch'io che è meglio stare lontani. Non
voglio che a dormire nel mio
letto ci sia una donna di cui
non posso fidarmi! Le vipere non
mi piacciono!''
Chris era
incredula. Le parole di Angel la
colsero di sorpresa. E la sconvolsero.
Cominciò ad
arretrare, per allontanarsi senza voltargli
le spalle.
Andandosene,
Chris si avvicinò a Cordelia,
sfiorandole il braccio con il proprio.
Ma anche Cordelia ebbe una reazione inaspettata.
La attirò verso
di lei e con un sonoro ceffone raggiunse
il viso di Chris.
''Questo è per
Angel, per quello che gli hai fatto
subire qui…In questa specie di bordello per demoni pervertiti. E poi per
non essere venuta da me a
confidarti! Tu stavi male Chris e gli amici servono soprattutto a questo…ad
ascoltare e capire. Forse se fossi venuta a confidarti da me, invece di
rinchiuderti in te stessa, la tua mente non avrebbe partorito questa idea
assurda e pericolosa da ninfomane infernale!''
Solo in quel momento Chris si rese conto che gli sguardi di tutti erano puntati su di lei….Gunn,
Cordelia, Wesley, la contemplavano,
imbrattata del sangue e dei liquidi
vari dei demoni che aveva ucciso. Negli occhi di tutti era evidente la stessa espressione di
rimprovero e disgusto.
Solo lo sguardo
di Angel continuò a seguirla mentre lei
si allontanava, a grandi passi, da quel posto maledetto…..
Ancora
frastornato per il sortilegio subito,
non erano certo il rancore o la delusione per le azioni di Chris i sentimenti predominanti in lui…….nonostante tutto, sentiva di amarla
ancora. E comunque il rimorso e la vergogna per ciò che gli aveva fatto erano già una punizione più
che sufficiente. Angel ne era sicuro. Conosceva bene Chris. E i suoi occhi
azzurri. Che gli avevano rivelato che lei
stava soffrendo per quelle sue
parole e per quella vendetta che non
aveva avuto il coraggio di portare fino in fondo.……Pertanto non avvertiva, in quel momento, il bisogno di
punirla ulteriormente.
Inutile fu la resistenza opposta da Lucinda e dai suoi
guardiani. Gli ultimi rimasti.
Angel li uccise
tutti e rase quel posto al suolo.
E, mentre si
allontanava, la sua mente si trovò a lottare con un ricordo altrettanto
bruciante……
La sua
prigionia sotto il comandante Docks.
Maledette catene.
Maledetto bordello. Maledetti…tutti.
Mai più schiavo…. Mai più.
Lo promise a sé stesso.
L'edificio dell
Wolfram and Harth era quasi del tutto
vuoto.
Gli ultimi
impiegati stavano per uscire andando incontro all'ennesimo week end
losangelino.
Al diciassettesimo piano però si lavorava ancora
febbrilmente.
Nel suo ufficio,
Lilah spense il cellulare, al termine
della telefonata che l'aveva impegnata
negli ultimi dieci minuti e si volse
verso la sua scrivania.
Per poco non le
venne un colpo.
C'era un uomo, in
piedi , dietro di lei.
''Angel!''
''Lilah…''
Inconsapevolmente,
indietreggiò, vedendolo.
''Perché sei
qui?''
''Non lo
indovini?Ti darò un indizio…….Una mia vecchia amica ha saputo qualcosa che non
doveva…..''
''Angel, io…''
La mano del
vampiro le serrò la gola.
''Zitta, Lilah,
zitta! Non voglio sentire più una sola parola da te! Doveva essere il nostro
piccolo segreto, ma tu no!....Dovevi parlare, raccontarle tutto…..Non hai
saputo resistere alla tentazione, e nel mio mondo le tentazioni si pagano molto
care!''
''No…..non lo
farai, io ti conosco. Non potresti mai, tu hai
un anima…''
''Davvero? Anche
tu ce l'hai, eppure non ti
impedisce di fare ciò che fai…Sono
stufo, Lilah….Credo proprio che ora ti taglierò la gola, una volta per tutte.''
''Non è colpa mia
se la tua ragazza ha reagito male, dai…in fondo ti ho fatto un favore, la
verità è un grosso peso da portare, no? Scommetto che tu non ci dormivi al
pensiero di quello che le avevi fatto, no? Forse, adesso che si è vendicata e ti ha perdonato, anche le
Forze dell'Essere lo faranno. Non vorrai macchiarti di un altro delitto ai loro
occhi, no?''
Angel trasalì. Ma
non mollò la presa. Intanto il suo istinto di demone fu attirato da un'altra,
bionda, presenza….
''Ciao, Angel.''
''Darla! Cosa ci
fai ancora qui? Credevo di essere stato chiaro, l'ultima volta che ci siamo
visti.''
''Mi conosci,
tesoro. Lo sai che non faccio mai quello che gli altri si aspettano da me. E
poi Los Angeles è una città così bella,
ricca di vita e di possibilità….Non sei d'accordo?''
Gli girava
intorno, compiaciuta e sorridente, sensuale ed ammiccante.
''Darla, vattene,
o ucciderò anche te, dopo di lei…''
''Suvvia, Angel.
Vuoi farmi credere che sei venuto con
l'intenzione di ucciderla?''
''Non sono affari
che ti riguardano.''
''Oh, ti sbagli,
se lei vive o muore mi riguarda invece, perché mi è necessaria
per i piani di conquista di questa città.''
''Bene.
Motivo in più per ucciderla, allora.''
''E la tua anima?
Non pensi più a lei? Non ha più importanza per te? Tutto ciò mi lusinga. Allora
il mio ragazzo non è morto come credevo. Vive ancora lì, da qualche
parte. Basta solo trovare la molla giusta per farlo scattare e a quanto pare la
tua nuova ragazza ti ha fatto davvero perdere la testa……''
''Sta zitta! Tu
non sai niente di lei.''
Darla smise di
sorridere.
''So più di quel
che vorrei…non sai quanto la odio. Lei ha avuto tutto da te. Il tuo amore, il
tuo corpo, i tuoi desideri, le tue speranze.''
''Se le
merita….''
''Anche se adesso
ti odia?''
Angel trasalì e tacque. Darla riconobbe in quel
suo sguardo cupo e minaccioso
l'agitarsi di pensieri pericolosi.
Una furia a stento trattenuta. E dal quale non poteva venirne niente di buono,
neppure per sé stessa. Decise di cambiare tattica e rabbonirlo.
Si avvicinò
cercando di abbracciarlo. Ma Angel la respinse.
''Lo sai che ti
adoro. Mi sei sempre piaciuto e ti voglio ancora, nonostante tutto. Nonostante
tu sia innamorato, ancora una volta, di
un'altra donna…..''
''Non potrà mai
accadere. Mai più. Lo sai.''
''Sì, lo so. Ma
io so aspettare e posso farlo. Facciamo così….lascia che questa donna viva. Ti prometto che non ti
darà più fastidio. ''
''Non posso
permetterlo.''
''Ah sì? E come
farai? Ricordati che posso vendicarmi sulle persone a te care, i tuoi amici, la
tua ragazza….''
''Non ho paura di
te, non minacciarmi.''
''Lo so che non
hai paura di me, ma percepisco la tua paura per loro….non potrai difenderli
tutti. Nè potrai difenderli per sempre. Chi
lascerai morire? Dovrai scegliere…… no. Sarebbe troppo doloroso doverlo
fare. Perciò accetta la mia proposta e lascia che questa donna viva. E sia io che lei ce ne andremo per la nostra
strada. Questa città è abbastanza grande per tutti e tre.''
Angel mollò la
presa.
''Bene. Fai in
modo che sia così. O tornerò.''
Lilah tirò un
sospiro di sollievo a vedere Angel allontanarsi.
Si diresse
verso la sua protettrice, prudente ma
già di nuovo spavalda.
''Grazie,
Darla.''
Le tese la mano.
Inutilmente.
''Non
ringraziarmi, stupida. Non l'ho fatto certo per te. Ma causami ancora problemi
con lui e io ti uccido. Lentamente. Ci
siamo capite, vero, Lilah?''
Tornando a casa,
Angel non smise di pensare all'enormità del patto che aveva stretto con Darla.
Ma decise che
avrebbe affrontato in seguito le conseguenze di quella tregua sui generis.
Senza Lilah
Morgan tra i piedi, forse sarebbe stato tutto più semplice…..
Chris entrò senza bussare. Sapeva che lui era lì.
Appena gli occhi
si abituarono al buio della stanza, lo intravide seduto nella poltrona che fronteggiava l'angolo cottura.
Angel……
Una emozione
improvvisa si impadronì di lei, sorprendendola. Erano trascorsi due mesi dal loro ultimo e spiacevole incontro.
Ma non aveva esitato a precipitarsi all'Hotel dopo che Wesley l'aveva chiamata.
Vieni subito, ha bisogno di te. Lo hanno ferito. Sta male.
Erano state le
sue poche, concise parole.
Ma più che
sufficienti per farle capire che la situazione doveva essere assai grave. Il
tono di Wesley era stato troppo deciso e
carico di preoccupazione….
Entrò e si
avvicinò ad Angel, inginocchiandosi ai suoi piedi, in silenzio. Lui aveva il
gomito appoggiato al bracciolo destro della poltrona e con la mano
si massaggiava la fronte. Gli occhi chiusi. Di sicuro aveva percepito i
suoi passi e sentito il suo odore prima che lei aprisse la porta e quella
immobilità non lasciava presagire nulla di buono.
''Ciao, Angel.''
Finalmente lui si
decise a guardarla.
''Sei arrivata
presto……''
La sua voce era
rauca e preoccupata.
''Pensavi che mi
sarei fatta aspettare?''
''Pensavo che non
saresti venuta.''
''E perché mai?''
''L'ultima volta
che ci siamo visti ti ho dato della…. beh, lo sai. E poi ti ho detto che non volevo più vederti.''
''Quando tutto
sarà finito, se vuoi, ne riparleremo, ma ora abbiamo altro da fare. Wesley mi
ha spiegato tutto. Posso dare un'occhiata?''
Angel annuì
e Chris
accese la lampada sul tavolino.
Angel scostò con la mano la
camicia, già quasi del tutto sbottonata.
Gli occhi di
Chris seguirono il movimento della mano
e lo sguardo cadde sul buco che si apriva sul
suo fianco destro. Ne aveva viste di ferite, ma questa la fece inorridire…… sembrava infetta.
Ma la cosa più
grave era che l'intero fianco del vampiro, gonfio e arrossato,
era ricoperto di bolle ripiene di pus
ed escrescenze varie. Doveva fare un
male cane.
''Mi hanno
sparato. Cordelia mi ha estratto la pallottola, ma doveva essere soltanto il
frutto di un potente incantesimo, perché
appena l'ha tirata fuori si è dissolta nell'aria, come se fosse evaporata.
La ferita non si è chiusa, anzi ha
cominciato ad infettarsi e ora l'infezione sta
camminando in fretta. Credo che
quando arriverà al cuore sarà la fine……..''
''Non sapevo
che un' infezione potesse uccidere un vampiro.''
''E' un'
infezione mistica. Agisce come un veleno. E non esiste cura….''
''E qui entro in
gioco io, vero?''
Angel annuì, lievemente. E sembrò sospirare.
Il dolore deve
avergli tolto già parecchio della sua forza. Pensò Chris.
Studiò la ferita con i suoi occhi azzurri e senza
toccarlo, per un istante che ad Angel parve una eternità. Stava valutando il da
farsi e lui la lasciò fare. Nonostante tutto la propria fiducia in Chris non
era mai venuta meno. Per questo aveva permesso a Wesley di contattarla.
Poi sentì la mano
di lei che si poggiava sulla sua.
Per un attimo
nessuno dei due fiatò.
''Ascoltami,
Angel…non sono sicura di potercela fare da sola. Non è una ferita qualsiasi. Ho
bisogno dell'aiuto di una persona e anche del tuo. Dobbiamo andare in un posto.
Credi di potercela fare?''
''Sì, o almeno ci
proverò….''
''Bene, andiamo
allora.'' E Chris diede il braccio ad Angel per aiutarlo ad alzarsi e a
camminare appoggiandosi a lei. Il fianco
gli doleva ad ogni passo.
Chris e Wesley si
chiusero in cucina per pochi minuti, su richiesta di Chris. Poi andarono nel
garage e presero la macchina di Angel.
Wesley fece da autista. Angel non era in grado di
guidare e Chris non lo aveva mai fatto.
Chris fece
accomodare Angel sul sedile posteriore e si sistemò accanto a lui.
Era notte. Una
calda e profumata notte di settembre.
Non è cambiata affatto. Pensò Angel, ammirandola, di traverso, mentre lei gli spiegava
le proprie intenzioni.
''Dove mi stai
portando?''
''Da una amica.
Lei è …….una sciamana.''
''Una sciamana?
Cosa può fare per me?'' Le chiese, stupito, Angel.
''Non per te, ma
per me. Un rituale di potenziamento.
Magia bianca……..''
Gli prese la mano
tra le sue.
''L'unica in
grado di combattere l'energia
negativa che si accompagna a
questa….. ferita . E che la rende così
forte da minacciare anche quelli come
te…al resto, lo sai, penserò io.''
E così dicendo
gli sorrise, rincuorando, non poco, il suo amico vampiro.
''Una sciamana è
un specie di strega.'' Intervenne Wesley.
''Ma la sua magia
è fortemente spirituale, cioè non si basa solo
su incantesimi e formule magiche ma si avvale
soprattutto dell'energia interiore
che caratterizza ognuno di noi.''
''Bravo, Wes.
Devo congratularmi con te. Vedo che hai capito cosa intendo
fare.''
''Davvero pensi
che possa funzionare?'' Le chiese Angel.
''Lo spero. Ho
paura che non ci sia un altro modo.''
Angel e Wes tacquero.
Intanto la
ragazza notò che Angel spesso sussultava per il dolore al fianco. Doveva
agire in fretta perché non sapeva quanto tempo ancora avrebbe avuto, prima che quella specie di veleno
compiesse il suo dovere.
''Dove devo
andare?'' Chiese Wesley, poiché il bivio successivo era a poche miglia.
''A Est. Nel
Griffith Park…..''
Wesley intraprese
la direzione indicata da Chris.
''Angel, ti
ricordi che ti ho detto che avrò bisogno del tuo aiuto?''
''Sì.. ''
''Ad un certo
punto dovremo lasciare la macchina e proseguire a piedi. Dovremo correre,
perché nel bosco che circonda la casa
della mia amica vivono dei mastini
infernali. Lo sai cosa sono vero?''
''Sì, e di sicuro
ci attaccheranno.''
''Si. Sono
carnivori e mi fiuteranno. Se vogliamo arrivare dalla sciamana dovremo sfuggirli o affrontarli. Ma non
temere…..''
E così dicendo
tirò a sé la sacca che aveva portato.
Angel sentì distintamente il
rumore di metallo contro metallo. Chris era stata previdente ed aveva
con sé diverse armi.
''Non permetterò
loro di farmi la pelle……non prima di averti guarito.''
Giunti al muro
esterno che segnava il perimetro del parco, Wesley fermò la macchina. Angel,
seduto sul sedile posteriore, posò la
mano sulla sua spalla .
''Wesley, tu
torna in città e continua le ricerche della ragazza.…..Cerca nell'archivio
della polizia perché è brava con le armi da fuoco. Potrebbe essere già
schedata.''
''Ma io…''
''No, Wesley, non
puoi venire con noi.''
Lo interruppe
Angel. Indicando con la mano lui e
Chris.
''Non voglio
dover scegliere tra voi due. Non potrei difendere entrambi, e a dire la verità
forse in questo momento non riuscirei a difendere nemmeno me stesso…. ''
Angel e Chris scesero dall'auto.
''In bocca al
lupo!'' Wes ripartì, sgommando.
Si fissarono
negli occhi l'un l'altra, in silenzio,
per qualche minuto. Angel si teneva il
fianco con la mano sinistra……
''Dimmi il perché….''
''Perché,
cosa?'' Chiese Chris.
''Perché sei venuta in mio aiuto? L'ultima volta che
ci siamo visti, hai voluto chiaramente dimostrarmi che non mi amavi più. Avevo un paio di catene
ai polsi e tu ne avevi la chiave……''
''Se ricordo
bene, anche tu non sei stato tanto tenero, con me….'' Lo apostrofò.
''E comunque non
amare più una persona non significa necessariamente volerla vedere
morta, non credi?''
''E' davvero
così? Non mi ami più?'' Gli occhi di
Angel brillarono di delusione, per un
attimo.
Ma Chris non
confermò, né ebbe il coraggio di ribattere.
Stava
semplicemente in silenzio, fissandolo. Sapeva che il momento in cui Angel
glielo avrebbe chiesto sarebbe arrivato prima o poi, ma si sorprese che persino
quando la sua vita era in pericolo, in realtà il loro rapporto sembrava invece
la sua preoccupazione principale.
All'inizio gli
occhi di Angel erano ansiosi per la risposta, ma poi tradirono una luce
diversa…come se una improvvisa intuizione gli avesse aperto la mente.
Restituendogli fiducia e speranza. Il silenzio di Chris fu per lui più
eloquente delle sue iniziali parole.
''Andiamo.
L'infezione cammina.'' Esclamò,
laconicamente, la ragazza.
Scavalcarono il
muro e cominciarono a correre, sorreggendosi uno all'altra.
Dopo una decina
di minuti Angel dovette fermarsi. Il dolore al fianco aumentava sempre di più,
così chiese a Chris un attimo di pausa.
Si appoggiò con
la schiena al tronco di un grande albero.
Chris si guardò
intorno. Sembrava tutto tranquillo. Ma sarebbe stato meglio continuare e si
spazientì.
''Avanti,
andiamo,Angel…….Non vorrai arrenderti proprio adesso?''
''Perché mi hai
portato qui? Dimmelo…..''
''Mi sembra
chiaro. Voglio vederti guarito, che domande!''
''No, non è vero.
Voglio sapere il vero motivo.''
Chris non aveva
voglia di fare conversazione. Ma capì
che Angel non si sarebbe mosso di lì
senza aver prima ottenuto la risposta che voleva. Così si strinse nelle spalle
e gli si avvicinò.
''Un anno fa ho
salvato sua figlia, guarendola. E mi ha giurato
eterna amicizia. Ma già allora mi disse che il mio potere di guarigione
potrebbe svanire da un momento all'altro. Un riflesso del mio essere
completamente umana…...''
Chris sfiorò con
le dita la guancia di Angel, dolcemente, con affetto.
''Dal nostro
ultimo incontro non ho guarito più
nessuno. No so cosa potrebbe succedere
con una ferita come la tua, per
metà soprannaturale. Ma non posso rischiare di fallire. Non voglio perderti.
Non così.''
''Shh!'' All'improvviso Angel le mise la mano sulla
bocca e l'attirò a sé, contro il suo petto, nell'ombra nera dell'albero
cui stava poggiato.
Il suo io vampiro
aveva sentito qualcosa o qualcuno avvicinarsi.
Una strana
creatura passò a pochi passi da loro.
Il suo movimento
ricordava quello fluido di una scimmia. Era grande quanto un uomo e
completamente nuda e pelosa, con mani unghiate e dentatura sporgente e
sviluppata. Una vera bestia infernale.
Si aggirava
furtiva e silenziosa tra gli alberi, fiutando l'aria, come un animale.
Sembrò
allontanarsi. Angel e Chris aspettarono che si fosse dileguato per muoversi, ma
all'improvviso se lo ritrovarono addosso.
Angel spinse la
ragazza in parte e ingaggiò lotta con la bestia, ma questa lo colpì al fianco
ferito e Angel si ritrovò a terra, accecato dal dolore e con la creatura addosso, con i suoi
denti a pochi millimetri dal viso.
Una dardo nella schiena fermò il mastino, che non fu
più un problema. Chris aveva portato anche una balestra con sé.
Angel si tolse di
dosso la bestia e Chris lo aiutò a tirarsi su. Ma quell' arma nelle mani di
Chris evocò brutti ricordi ad entrambi. Se lo lessero negli occhi…….
Il dolore al
fianco era sempre più esteso. Ormai
Angel non sentiva più quasi tutto il
lato destro del corpo……Senza rendersene conto, vacillò. Chris lo afferrò e lo
strinse a sè, impedendogli di cadere. Gli pose in una mano una fialetta con
dentro del liquido rosso scuro.
''Bevi. ''
''Cos'è?''
''Sangue di
maiale e un filtro contro il dolore.
Annebbierà un po’ i tuoi sensi di vampiro ma in compenso ti aiuterà.''
Angel senza
fiatare lo ingoiò. Aveva bisogno di tutto l'aiuto possibile.
Ripresero a
muoversi, velocemente, zigzagando tra i fitti alberi del bosco. E con gli occhi
e le orecchie bene aperti.
Angel procedeva
più spedito, ma il suo viso tradiva la
tensione e la stanchezza. Sembrava ancora più pallido del solito, alla luce
della luna piena di quella notte. Ma rimaneva in ogni caso splendido. Come sempre.
Stare abbracciati
per sorreggerlo fu per Chris devastante. Sui suoi sentimenti si levò prepotente e chiaro quello
più emozionante di tutti…lo amava ancora, con tutto il corpo e tutta l'anima,
nonostante ciò che era successo.
Non è il momento di pensare a
questo…
Si disse.
Proprio in una piccola radura tra gli alberi furono
di nuovo attaccati. Ma questa volta non era
un mastino. Era qualcosa di più grosso. E nemmeno Angel lo sentì
arrivare, probabilmente a causa del filtro.
Si slanciò su
Chris, pesante come un macigno. Angel glielo strappò di dosso, scaraventandolo
lontano. Chris si rialzò a fatica. Il demone l'aveva quasi schiacciata, le
dolevano tutte le costole. Angel estrapolò Vandemion dal fodero che, come
sempre, Chris aveva tra le scapole e trafisse il demone, fermando il suo nuovo
attacco. Poi lo sistemò definitivamente tagliandogli la testa.
Affrontare il
demone gli era costata non poca fatica ed Angel
si piegò su di un ginocchio.
Conficcare la spada nel terreno e sorreggersi ad essa gli impedì di cadere per terra, tremante e
sfinito.
''Manca poco,
ormai, coraggio.''
Lo incitò Chris,
inginocchiandosi di fronte a lui.
''Non credo che
ce la farò..''
Le rispose Angel,
sconvolto dal dolore. L'effetto del filtro era già finito e la sofferenza era
grande. Aveva la testa che gli ronzava e un dolore pulsante al petto.
''Vieni,
mettiamoci al riparo.''
E Chris lo aiutò
a rialzarsi e a trascinarsi fino a un albero. Lo fece sedere con le spalle al tronco. Gli si inginocchio di fronte e gli sbottonò la camicia. Una pustola troneggiava
sul suo torace, quasi sotto al
capezzolo sinistro.
L’infezione stava
per arrivare al cuore….
La paura li invase.
''Il mio tempo
sta per scadere.'' Sussurrò a Chris, fissandola.
Chris gli porse
un'altra fiala di antidolorifico.
''Non è
vero…..c'è ancora una speranza. E' il dolore a farti parlare così. Non sei tu.
L' Angel che conosco io non si farebbe mettere in ginocchio così. Cosa ti è
successo? Non sai stringere i denti e continuare? Manca poco, ormai e così
potrò guarirti……''
A Chris dispiacque trattarlo così duramente, ma non
sopportava vederlo rassegnarsi così in fretta all'irreparabile.
La possibilità di
perderlo atterriva anche lei. Ma si
obbligava a scacciare via i
pensieri negativi. Non erano di nessun aiuto, in quel momento e non poteva permettersi il lusso di perdere
la calma e con essa la propria lucidità. Angel ne avrebbe pagato le
conseguenze.
''Non hai ancora
risposto alla mia domanda….''
Le parole di
Angel la riportarono alla realtà.
''Misericordia,
Angel, a quale domanda ti riferisci?''
''Perché lo hai fatto, perché …..mi hai portato
qui?Per due mesi mi hai evitato come la
peste, ma quando ho avuto bisogno di te
ti sei
precipitata. Ad aiutarmi. Non hai niente da …dirmi?''
''In effetti la
metropolitana era fuori uso e ho
attraversato la città a piedi , di
corsa, per arrivare il prima
possibile……..''
''Non era a
questo che mi riferivo.''
Replicò seccato
Angel.
Chris si rialzò,
rimanendo però di fronte a lui. Era fortemente agitata.
''Non voglio
perdere nemmeno un minuto con queste
chiacchiere da salotto! Dobbiamo muoverci, non c'è più tempo!''
''Dannazione,
è del mio tempo che stai parlando!''
Angel, con grande
sforzo, si era rimesso in piedi, continuando però ad appoggiarsi al tronco del
grande albero.
Aveva alzato il
tono della voce per costringere Chris ad
ascoltarlo. Era esasperato. Perché
Chris si ostinava a negare l'evidenza.
''Forse mi
restano solo pochi minuti prima di diventare polvere e tu non hai il diritto di
dirmi che non vuoi parlare con me! Perché non vuoi essere onesta anche con te stessa e ammettere che mi ami
ancora? Quello che stai facendo per me adesso ne è la prova. ''
Sbigottita per la
reazione di Angel, confusa, arrabbiata, Chris esplose.
''Perché il
pensiero di perderti mi sta facendo impazzire! E non posso lasciarmi andare, se
voglio salvarti la vita! E tu dovresti fare lo stesso se veramente mi amassi,
invece di farti distruggere dal dolore per come è andata tra noi!''
''Non è il mio
dolore, ma il tuo odio quello che mi sta distruggendo. Nemmeno quando
hai ucciso Skin non c'era tanto odio nei tuoi occhi, quanto quello che ho visto in ospedale quel giorno,
per me. Eppure lui ha ucciso il tuo Michael……..''
''Ho amato tanto
Michael….Sì. Ma non tanto quanto ho amato te.
E amavo i miei bambini. Quando lo capirai?''
Angel si sentiva
sempre più amareggiato. La sua Christal aveva di nuovo usato il passato per
definire i propri sentimenti nei suoi confronti. Era davvero finita…….
Gli occhi azzurri di lei lo fissarono, arrabbiati .Per
poi addolcirsi.
''Bè, ho dato una
risposta a tutti i tuoi dubbi?''
''Sì, ora posso
anche andarmene….''
Fu la cupa e
laconica risposta del vampiro, che
abbassò la testa, sfiorandosi la fronte con una mano. E strofinandosi gli occhi, esausto. Un gesto che
sapeva di rassegnazione.
''No. Mi
dispiace, non te lo lascerò fare, a costo di trascinarti di peso fino alla
nostra meta! Avanti Angel…Perché mi hai chiamata?Perciò che ti veda morire?''
Angel di scatto
alzò la testa, fissandola. Una
espressione dura, sul viso…..
''Ti ho visto al
Sleepy Bar, l'altra sera, con delle
persone…..un uomo e due ragazze.
Lui ti stava
appiccicato addosso. Ti ha offerto un fiore e vi hanno lasciato soli. Sono
sicuro che sarebbe felice di far parte della tua vita. Io….. l'ho capito da
come ti guardava.''
''Si chiama Tony.
E' un mio vicino. Ma è solo un amico,
niente di più.''
Angel la zittì
con un gesto della mano, invitandola al lasciarlo finire.
''Anche tu sorridevi. Sembravi tranquilla, Chris.
Sei brava a
rimettere insieme i
frammenti della tua esistenza anche
senza …di me. Nonostante tutto troverai presto un nuovo lavoro, nuovi amici. Per me
invece il tempo si è fermato,
da quando mi hai lasciato solo.''
''Non è vero. Tu
non sei solo. Anche tu hai degli amici.
Cordelia, Wes e Gunn si butterebbero nel
fuoco per te. E hai la riconoscenza e il rispetto di tutti quelli a cui hai salvato la vita. ''
''No, non ho
niente, senza te.''
''Hai la tua anima! Non vuoi più lottare per lei?''
''Non me ne sono dimenticato. Se è questo che
pensi…..Ma sono stufo che sia la sola cosa che
ho…..''
''No. Questo non
è del tutto esatto. Per quello che può
valere, hai ancora tutto il mio amore se
ancora lo vuoi……''
Angel la fissò
stupito, attonito. E si sentì
sciogliere dentro, per l'emozione.
Finalmente Chris
aveva ammesso i suoi sentimenti.
Il suo tono era
stato sicuro ma affrettato, come se avesse avuto paura che se avesse parlato
lentamente, non avrebbe più avuto il coraggio di confessargli i suoi veri
sentimenti……Ma era sincera. Lui lo
percepiva.
''Tutto ciò che è
successo non ha scalfito affatto ciò che provavo per te. E che ancora provo! In
queste ore l'ho capito. Ma non riesco
più a guardarmi allo specchio, dopo quello che ti ho fatto. Come fai a
chiedermi di restare? Non sei nemmeno
un po’ arrabbiato, seccato per quello
che hai dovuto subire da Lucinda?''
''Non è questione
di rabbia, Christal. Io e te siamo diversi. Io sono un vampiro e tu….non voglio
dire che non sei un essere umano, lo sei
ora, in questo momento. Ma non sei stata concepita come tale…tu non sei nata,
cresciuta…hai fatto grandi progressi, questo sì…ma è difficile, dopo aver avuto
nelle proprie mani il potere assoluto, quello vero, di fare qualsiasi cosa,
misurarsi con la miseria e la sofferenza della vita umana. Ognuno di noi ha il
suo ''lato oscuro '' come lo chiami tu. Il mio è il demone. Il tuo…il desiderio
sfrenato di vendicarsi di me. ''
''Beh, se era la
mia attenzione che volevi attirare, con questa storia ci sei riuscito,
soddisfatto, ora?'' Lo apostrofò Chris.
Sul punto di piangere. Immediatamente dopo infatti, grosse lacrime solcarono il
suo viso. Angel gliele asciugò con le sue grandi mani e la strinse a
sé, dandole un bacio…..un lungo e
disperato bacio.
Dolce e tenero.
Quando le loro
labbra si staccarono, i suoi occhi scuri rimasero incatenati però in quelli di lei.
''Non è solo la
tua attenzione che voglio, lo sai.''
''Lo so.''
''Che ne dici di
andare, ora ?'' Disse all'improvviso,
invitando Chris a riprendere il cammino.
Quest'ultima si
sentì sollevata. Finalmente Angel aveva superato il suo sconforto e aveva
deciso di non arrendersi. Non ancora…..
Il cottage era
vicino. L'odore di legna bruciata impregnava l'aria. Questo spinse Angel a
tener duro, con un ultimo, disperato sforzo.
''Eccola, siamo
arrivati!''
Nella radura antistante la capanna, che su di un lato
soltanto si appoggiava alla roccia della
collina, furono raggiunti da altri
due mastini. Mancavano pochi metri alla
salvezza, ma furono costretti a fermarsi
per fronteggiarli.
Chris si staccò
da Angel e preparò la balestra per il tiro.
''Corri Angel,
vai!'' Gli disse, indicandogli il
cottage.
''No, non me ne
vado, senza di te!''
Angel era piegato
in due dal dolore e dallo sforzo.
Ma non fece un
solo passo senza di lei.
Chris sparò e il
dardo colpì in pieno il mastino che l' aveva aggredita da destra. Ma l'altro arrivò ad Angel, travolgendolo. Con un calcio Chris lo spinse di lato, prima
che potesse mordere il suo vampiro e lo costrinse a rialzarsi.
Ormai nessuno dei
due aveva più la forza di affrontare una bestia come quella. Angel era agli
sgoccioli e Chris era sfinita dalle emozioni
e dalla fatica.
Dalla telefonata
di Wesley erano passate circa otto ore. E da allora non aveva fatto altro che
correre.
Letteralmente.
Eppure non
restava altro che darsi alla fuga. Il più velocemente
possibile.
''Florence,
Florence…'' Gridava Chris, sperando che
gli occupanti della casa rispondessero al suo richiamo.
Il mastino era
quasi loro addosso, per la seconda volta, quando la porta si aprì e Angel e
Chris si slanciarono dentro, finendo a terra, uno addosso all'altra. Qualcosa
al volo sfondò il cranio della bestia, che li inseguiva, e che si accasciò sui
gradini di entrata.
''Ciao,
Florence……'' Disse Chris, salutando l'amica.
Angel invece,
aveva perso conoscenza. E la schiacciava con il peso del suo corpo.
Un indiano alto e
robusto lo soccorse e lo pose su di un divanetto
vicino al caminetto acceso. Era stato lui a risolvere la situazione con
un unico e preciso colpo d'ascia.
La camicia di
Angel, strappata sul davanti,
rivelò i segni del veleno ormai sul
cuore….
La sciamana si soffermò su di essi e poi guardò Chris.
L'espressione
implorante e preoccupata della ragazza, intenta
ad accarezzare il viso di Angel,
cercando di farlo rinvenire, le fece
comprendere immediatamente la natura del loro legame.
''Di cosa hai
bisogno?'' Le chiese.
''Che il mio
potere sia più forte che mai……voglio salvarlo. Devo. Non merita di morire. Mi
aiuterai?''
''Certo…Lo sai
che lo farò, altrimenti perché saresti qui?''
Le fiamme del
caminetto furono la prima cosa che Angel vide quando rinvenne. La seconda fu il
pellerossa che in piedi affianco al
camino lo fissava con attenzione. Chris e la sciamana non erano nella stanza.
Tentò di mettersi
seduto ma non vi riuscì, senza aiuto.
Rimase immobile, stremato com'era
dalla corsa e dagli scontri.
Sentiva brividi e
dolori dappertutto e il petto che gli bruciava come la fiamma del camino che
gli stava di fronte.
Un richiamo
dall'altra stanza indusse l'indiano ad accompagnarlo lì. Si sentivano delle
voci che tacquero quando Angel fece il
suo ingresso, sostenuto dall'uomo.
La stanza era
tutta di legno, come il resto del
cottage, con pochi tappeti e poche suppellettili, che erano state
ammucchiate in un angolo per far posto a
un enorme cerchio, disegnato sul pavimento al centro della stanza, il cui
diametro era esattamente l'altezza di Angel.
''Vieni,
sdraiati.'' Gli disse gentilmente la
sciamana.
Angel obbedì, con
l'aiuto dell'altro uomo e la donna accese tutte le candele disposte sul perimetro del cerchio e nella stanza. Anche Chris era lì. Dentro al cerchio. Era in
ginocchio, immobile e a occhi chiusi. Anche se
la sua mente era annebbiata dal
dolore e dalla paura, Angel, sull'orlo dell'incoscienza, si accorse che dalla
cintola in su era nuda, con i soli capelli a coprirle i seni. Sulla schiena,
sulle braccia e sul volto Florence aveva tracciato dei segni, con polveri di vari
colori, che alla luce delle candele sembravano fremere.
''Chris…..''
Angel levò la mano verso la ragazza, nel tentativo di sfiorarle il braccio e
attirare così la sua attenzione. Aveva la testa che gli girava violentemente ma
voleva sincerarsi che lei stesse bene.
''Non può
sentirti. E' in trance.'' Si affrettò
ad intervenire la sciamana, che bloccò la mano di Angel e gli impose di
stendere il braccio lungo il fianco, impedendogli di toccarla.
''Tranquillo. Sta
bene….''
L'aria era satura
dell'odore della cera delle candele e di
alcune erbe che Angel non riconobbe.
L'odore era talmente forte da farlo sentire nauseato e fortemente intontito.
Era sul punto di svenire quando la sciamana e l'indiano, ai bordi del cerchio, cominciarono a declamare le formule e le preghiere di inizio del rito.
Pochi minuti dopo
anche Chris, aprendo di scatto gli occhi, unì la sua voce alla loro, ponendo
con un unico, fluido gesto, le sue mani sul fianco ferito di Angel. Questi
combatteva per rimanere sveglio ma
rimase sconvolto dalla mancanza di sensibilità della sua pelle al tocco
di Chris……….Non sentiva più nulla. Tranne che un dolore sordo e pulsante al
centro del petto e le forze sparire del tutto, risucchiate dall' infezione.
Il ritmo della
litania recitata dai tre crebbe di
intensità, fino a divenire frenetico, per poi tacere di colpo, mentre i simboli
e i disegni sulla pelle di Chris
sembravano animati di vita
propria.
Dopo pochi
attimi Angel notò una luce abbagliante
scaturire dalla ferita e dalle mani di Chris e la solita, a lui ben nota,
sensazione di calore. Sentì le proprie forze ritornare pian piano e vide
le pustole sul suo torace
sparire. E con esse qualsiasi
dolore. Anche la ferita si era richiusa.
… Una improvvisa
eccitazione si impadronì di lui , segno che il rituale aveva funzionato.
Chris era
riuscita a curarlo, salvandolo da una
tanto veloce quanto atroce agonia.
Quando alzò gli
occhi per fissare Chris, rimase
sbigottito.
Il viso di
lei era contratto per lo sforzo,
ma soprattutto era segnato da un profonda sofferenza.
La sua.
La ragazza respirava frettolosamente e cercò con un
braccio il suo appoggio.
Angel scattò,
tirandola su in un lampo.
I loro occhi si incontrarono per un attimo prima che Chris si accasciasse
al suolo con un gemito. Aveva perso conoscenza. Non era mai successo.
Angel prontamente la soccorse, inginocchiandosi
vicino a lei, prendendola tra le
sue braccia. Le accarezzava i capelli e il viso, ansioso di vederla
riprendere i sensi. Avevano discusso, lottato, ma alla fine Chris era riuscita nel suo intento.
Lo aveva salvato.
Per l'ennesima
volta.
E per farlo aveva
sofferto.
Per poterlo
guarire Chris aveva dovuto assorbire
fisicamente e affrontare mentalmente
la sofferenza di Angel. Una prova non da poco, per un essere
umano……
Gli attimi che
seguirono sembrarono ad Angel i più lunghi della sua vita, durante i quali
giurò a sé stesso che mai e poi mai l' avrebbe
lasciata fare di nuovo un simile tentativo. Per nessuno. Neppure per
lui.
In quel momento
la sua mente non faceva che urlargli
che l'amava, con tutto il corpo e tutto l'amore di cui lui, un demone con
l'anima, poteva essere capace.
Con enorme
sollievo la vide aprire gli occhi.
Ma appena Chris
realizzò di essere tra le sue braccia si divincolò e sfuggì al suo abbraccio,
rotolando sul pavimento, come terrorizzata, quasi urlando……
''Lasciami!
Lasciami! Non toccarmi!….. Non
toccarmi!….. Non toccarmi…….''
Angel
fissò Chris, sbigottito dalla sua
reazione. E balzò in piedi.
''Chris…..Ma cosa?''
Per tutta
risposta Chris scoppiò a piangere,
disperata, farfugliando in fretta parole dapprima incomprensibili, poi sempre
più chiare.
''Neppure i
bambini, i bambini, i bambini, i bambini, i bambini, i bambini, i
bambini…..……''
Si era rifugiata
nell' angolo della stanza più lontano da lui e sembrava aver perso la lucidità.
Con gli occhi
sbarrati si dondolava stringendosi forte con le braccia, come a volersi
difendere da qualcosa che si agitava nella sua mente e continuava a ripetere
quelle stesse parole, singhiozzando…. …….
''Vieni qui, non
fare così…''
Ma l'invito di
Angel non fu nemmeno udito.
''Ma cos' ha?''
Chiese Angel, rivolgendosi alla sciamana. Sconsolato.
Lei si avvicinò a
Chris, accarezzandola e scrutandone il
viso sconvolto. Ora Chris taceva ma aveva lo sguardo fisso, perso nel vuoto.
Poi tornò verso Angel.
''Il rito di
potenziamento. Credo che le abbia consentito di guarirti ma anche di
entrare in contatto con il tuo
demone. Lei ora sa…….Ha percepito tutto
il suo odio, e il suo furore. E forse
conosciuto tutto ciò che lui ha fatto. Ha bisogno di tempo per accettarlo.
Lasciala stare, per ora. Prima o poi finirà di piangere.''
''Ti prego,
occupati tu, di lei.'' La implorò
Angel. E se ne andò, con il pianto e i
singhiozzi di Chris nelle orecchie e nel cuore. Sapeva che ogni insistenza da
parte sua avrebbe solo peggiorato la situazione…..
Dopo qualche
giorno, quando Chris rientrò nella sua
casa vicino al mare, vi trovò Angel, appoggiato alla balaustra della veranda. Le mani nelle tasche dei pantaloni e il soprabito aperto e
svolazzante per la brezza notturna, come il mantello di un principe.
Per niente azzurro.
''Come
stai?'' Le chiese, cauto.
Chris non
rispose. Era ancora turbata, si vedeva lontano un miglio. Era sussultata nel rivederlo. Angel non indugiò nel suo
silenzio. E parlò per primo.
''Mi
dispiace..…Per quello che ti è successo.
Mi rendo conto di quanto sia stato terribile e non ti biasimo se sei rimasta
sconvolta.''
Chris lo fissò
con i suoi occhi azzurri. Occhi pieni di disapprovazione.
''Hai violentato
ogni donna che hai incontrato sul tuo cammino. Non hai risparmiato neppure i
bambini……. Come fai a dormire la notte?
Io non ci riesco più.''
A quelle parole,
gli occhi di Angel si incupirono e divennero lucidi.
Le rispose,
lentamente. Scandendo bene le parole. Per essere certo che lei capisse.
''Se sei arrivata
a ciò che ho fatto, conosci anche il mio tormento. Perciò sai cosa significhi, per me, ricordare e soffrire, ogni minuto, di ogni
ora, di ogni singolo giorno per gli innocenti che ho ucciso…….''
''Lo so. E non
posso dire che tu mi abbia tenuto nascosto ciò che eri…..’’
Angel si strinse
nelle spalle. Le avrebbe detto tutto ciò che pensava. Anche a costo di risultare sgradevole e cattivo, ma sarebbe stato sincero fino in
fondo.
''Mi dispiace che
tu abbia dovuto……conoscerlo. Volevo
risparmiartelo. Ma io non sono più Angèlus e sono stanco di ripeterlo a
te e a tutti gli altri. E sono stanco di doverlo continuamente dimostrare.''
''La stanchezza è
un lusso che non puoi permetterti.''
''Forse è così.
Forse è giusto che lo sia. Ma anche il Cielo mi ha dato una seconda
possibilità. Perché tu non
vuoi darmela?''
‘’Chi ti ha detto
che non voglio dartela?’’
Angel trasalì.
‘’Ma io ho
pensato…’’
‘’Che cosa? Che
io mi sia permessa di giudicarti? Lo sai che no lo farei mai. E’
solo che ……. Immaginare è molto diverso dal trovarsi all'improvviso catapultato
nella mente di un demonio. Ho bisogno di un po’ di tempo per…..accettarlo.
Tutto qui. Ho bisogno di riflettere su
questo ed altre ….. cose.''
Chris si
avvicinò. L’espressione più serena e tranquilla. Ma non sorridente.
‘’Sai, mi sono
resa conto che non può esserci pace, per quelli come te e me.''
Angel la fissava
negli occhi azzurri con i suoi.
''Non sai
quanto hai ragione. Ma voglio che tu sappia che ora che
ti ho ritrovata non sono disposto a
perderti di nuovo. Non in questo modo. Per colpa di un passato che non mi
appartiene più. Sono diverso, ora e tu lo sai.''
‘’D’accordo…..ma
non chiedermi di entrare, per favore.’’
Angel sembrò
sospirare.
‘’Vuoi che me ne
vada, allora?’’
‘’Sì….ti prego…’’
Lo implorò Chris.
Ed Angel
indietreggiò, sparendo nel buio al di là del portico.
Amareggiato e
deluso.
Di nuovo il suo
passato era ritornato a sconvolgere la sua esistenza e a
far soffrire le persone che lui amava.
Come era successo con Buffy.
Dopo aver
trascorso l'intera mattinata a cercare
un lavoro, Chris rientrò, stanca , accaldata
ma soddisfatta.
Il colloquio con
il dirigente scolastico di una scuola
superiore era stato proficuo. Lui le era sembrato propenso ad affidarle l'incarico
di insegnare storia in uno dei tanti licei di Los Angeles.
Le piaceva la
storia. E sapeva raccontarla. Le guerre, i personaggi, nelle sue parole,
sembravano talmente reali da
sembrare vivi. E gli studenti erano
rimasti entusiasti della loro nuova insegnante.
La ricchezza di
particolari era tale che il preside rimase affascinato da lei. E si chiedeva,
scettico, da quali libri o
documentazione Chris aveva ricavato
tutte quelle nozioni così
particolareggiate.
Lui non poteva
certo sapere…..
Chris non l'aveva
studiata
Questo nuovo
lavoro era molto importante per Chris……Era l'ennesimo tentativo di rimettere
insieme i cocci.
I cocci di una
esistenza intera. In cui forse era
meglio che non ci fosse più spazio per Angel. E quindi senza il suo corpo. E la
sua forza.
Tutto ciò che riempiva il suo cuore e la sua esistenza di essere
umano sembrava così lontano, in quelle
settimane…..
Il dolore
per la morte di Thomas e di Lionel non l'aveva più abbandonata,
assieme al rimorso per averli coinvolti nella guerra tra Angel e
Ed ancora,
Lucinda ed il suo locale ritornavano ogni notte nei suoi sogni, trasformandoli
in incubi, popolati anche delle risate di Angèlus e delle grida e del pianto delle sue
vittime….
Senza contare il
dolore fisico che la attanagliava
per il fatto di non poterlo toccare,
baciare e …farlo suo.
Con il cuore a
pezzi e l'animo in subbuglio una nuova
occupazione poteva aiutarla a cercare
l'equilibrio interiore che ultimamente
le sembrava di aver perso e
lenire il pesante senso di solitudine che si era impadronito di lei…..
Si accorse subito
del messaggio nella segreteria telefonica. Era Cordelia.
''Ciao, sei in
casa? No…evidentemente no ... Comunque, che ne diresti di una tranquilla
seratina a casa mia soltanto tu, io e un
po’ di schifezze da divorare davanti all'ultimo film di Tom Cruise? So che l'ultima volta che ci siamo viste non ci
siamo lasciate granché bene. Ma spero tanto che tu non me ne voglia ancora, per
quello. Mi manchi, anzi ci manchi. Ma penso che questo tu già lo sappia. Se ti
va ….Alle 20.00 a casa mia. Saremo solo
noi due, OK?''
Cordelia. Chris accarezzò
subito l'idea di una serata con lei. In fin dei conti le mancavano le sue
risate, le sue battutine salaci, le sfrecciatine che lanciava ad Angel e a Wes.
E la sua sincerità.
E poi si era
stufata di poterle parlare solo per telefono, come era
successo da quando…..
Così decise di
andare. Una tranquilla serata tra amiche….
Alle 20.00 fu da
lei.
Dennis, con
sollecitudine, le aprì la porta e Chris entrò. Sapeva del fantasma, per
cui la cosa più di tanto non la turbò.
Vide il tavolo
della sala preparato per due, apparecchiato come in una serata importante, con
bicchieri di cristallo e un candelabro
d'argento. E tante candele tutte intorno. Candele ovunque….
''Cordelia,
Cordelia…Ci sei?'' Chiese a gran voce
Chris entrando. Nessuna risposta.
''Ho portato lo
cherry che ti piace tanto. Diamine, pensavo che avremmo mangiato hot dog e
patatine in salotto. Se avessi saputo….''
Chris si voltò
verso il caminetto e …….trasalì.
La persona di
fronte a lei non era Cordelia….. Ma lui. Angel.
''Cosa ci fai
qui? Dov'è Cordelia?'' Gli
chiese, nervosa, posando la bottiglia sul tavolo.
''Cordelia non è
qui…..''
''Che
significa tutto questo, Angel?'' Chris indicò la tavola imbandita e le
candele, la cui luce irreale conferiva
un'aria incantata alla
stanza.
''Presumo che sia
stata una idea di Cordelia…..Non glielo ho suggerito io, se è quello che pensi.
Io ne so quanto
te. Ma lei sapeva che non avresti
accettato di uscire con me, se te lo avessi chiesto io, così …..Credo che ci abbia dato appuntamento insieme. Qui.''
''Dovevo
immaginarlo…che stupida sono stata!'' E
Chris si voltò e a grandi passi si diresse verso la porta.
''Dennis, apri
questa maledetta porta!'' Ma la
maniglia restò bloccata.
Angel le corse
dietro.
''Aspetta! Non te
ne andare!''
E appoggiò la
mano alla porta , per impedire che Chris potesse aprirla.
''Ti prego…. non
essere arrabbiata! Resta. Soltanto un po’.
Vuoi? Possiamo mangiare e parlare…..soltanto. Come due vecchi amici. Ti
va?''
Chris lo osservò.
Era davvero in ansia per la sua risposta. E bellissimo. Con i pantaloni neri e
un inusuale maglione bianco a dolcevita
che metteva in risalto il colore scuro
dei capelli e degli occhi. I suoi magnifici e bellissimi occhi.
Che la imploravano di restare.
Angel le porse il braccio e
Chris lo cinse con il proprio,
lasciandosi condurre lentamente
verso la sala da pranzo.
Lui le porse una sedia e
con il suo aiuto Chris si
accomodò al tavolo.
Gesti di tempi
ormai passati. Ma che Chris amava.
Angel sorrise
sollevato. Era già un grosso risultato,
che lei non fosse scappata via. Ne fu incoraggiato.
E brava Cordelia.
Pensò Angel.
Non so se ringraziarla o strangolarla, per questa
opportunità….
Dennis servì la
cena. Come un impeccabile e molto discreto chaperon. Cordelia lo aveva istruito
a dovere.
''Quale scusa ha
usato Cordelia per farti venire qui stasera?''
''Ha fatto un
provino per
Chris sorrise.
Immaginò Wes e Cordy che confabulavano alle spalle di Angel e trovò la cosa divertente. Ma anche Angel
sorrise. Tutto sommato essere stato al centro di un complotto tra amici non lo
aveva infastidito più di tanto….Ed era felice di essere stato diplomatico e
convincente al punto tale che Chris
aveva deciso di restare.
Nei secoli
trascorsi era diventato bravo nell'approfittare delle
occasioni che gli venivano offerte, dalla vita o dai suoi nemici…….
E il tempo volò,
in maniera piacevole, mentre scoprivano
di poter godere ancora della reciproca compagnia. Mangiando e parlando del più
e del meno come amici qualsiasi. Ma
divorandosi con gli occhi.
Chris
indossava un jeans attillato e una
camicia di pizzo identica al colore delle sue iridi.
…Era incantevole.
E per la prima
volta, dopo tanto tempo, dai suoi occhi
erano spariti l'astio e la freddezza
che ne avevano appannato il
calore.
Angel mangiò per
farle piacere e tenerle compagnia. Quella sera non volle ricordarle in nessun modo il suo essere diverso…Voleva sentirsi
soltanto un uomo. Come si sentiva quando Chris lo stringeva a sé nel suo
letto. Dove non
doveva essere sempre il più
forte. Dove i ricordi dolorosi svanivano
come fossero bolle di sapone e i rimorsi sparivano, strisciando via, nelle
ombre della notte……
''Io…non ti ho
ancora ringraziato per avermi curato.''
''Fa niente….Non
è necessario. L'ho fatto volentieri…..''
''Che ne dici se
domani sera tu ed io ci concedessimo un’ altra
serata diversa? Un vero appuntamento, come non ne abbiamo mai
avuti…''
Le chiese Angel.
''D'accordo, mi
piace la tua idea…a casa mia, alle otto?''
Era diventato
buio da appena un' ora, quando Angel salì i tre gradini della veranda di Chris.
Bussò,
piano…..Non voleva che si
accorgesse che era impaziente di
vederla.
La porta venne
spalancata di corsa e questo incoraggiò
Angel. A quanto pare non
era il solo ad essere impaziente….
‘’Ciao.’’ La salutò.
''Ciao…'' Gli rispose
Chris, sorridente e ….radiosa.
''Vieni, entra!''
Angel notò che Chris non era vestita come una in
procinto di uscire per un appuntamento.
Ma piuttosto come
una che abbia deciso di godersi qualche ora di relax in casa propria.
L’espressione del
suo viso si rabbuiò.
Chris lo notò
subito.
''Non
preoccuparti ……Non ho cambiato idea, ma
ho deciso di organizzare qui
la nostra serata. Ti va di assecondarmi?''
''Ma
certo….'' Rispose Angel, più tranquillo,
fissandola negli occhi con aria divertita e complice.
''Bene. Dammi la
giacca, allora, non ti servirà.''
E gli scivolò
alle spalle, aiutandolo a liberarsi del
lungo e impegnativo capo di pelle che indossava.
Angel sentì
sul suo corpo il tocco
leggero delle mani di Chris che lo aiutavano a liberarsi del soprabito.
Come mi sono mancate le tue carezze…….
Pensò.
Chiudendo gli
occhi e godendosi quel primo, magico
contatto.
''Vieni con
me.''
Gli disse Chris,
prendendolo per mano e uscendo fuori, sulla veranda. Occhi negli occhi.
Angel sospirò.
Senza accorgersene.
L'emozione
stava già crescendo.
''Ho riflettuto
sulle tue parole e ho capito che hai ragione….''
Angel sorrise, piacevolmente sorpreso, ma non volle
interromperla.
''Sarebbe
stupido lasciare che i
fantasmi del nostro passato
si frappongano ancora tra di noi, sia quelli del tuo che quelli del
mio…..Non dimenticherò
Mormorò Chris,
con semplicità.
Angel la attirò a
sé, avvolgendola nella calda e tenera stretta
delle sue braccia.
''Ho pensato che,
visto tutto ciò che è successo, ci avrebbe fatto bene un ritorno alle
origini……’’
Gli sussurrò in
un orecchio, con la voce rauca per l’emozione.
‘’ Insomma, qui a
due passi ci sono l'oceano e la spiaggia. Ho creduto che per questo nostro primo appuntamento,
sarebbe stato bello stare un po’ sulla sabbia, accendere il fuoco e …fare tutte
le cose che facevamo sull'isola, all'inizio, ricordi?''
Tempi felici quelli. Nonostante tutto.
Essere naufraghi abbandonati su di un'isola
deserta era stato molto meglio che
essere di nuovo cittadini della moderna e
tanto illuminata Los Angeles.
''Sì…..Mi piace.
Splendida idea!''
Le rispose
Angel, incoraggiandola. E cercando le
sue labbra, per sfiorarle dolcemente con
le sue.
Chris non oppose
resistenza e lo guardò invece con tenerezza. Come solo lei sapeva fare. Poi si
riscosse e lo trascinò con sé sulla
grandissima spiaggia. In silenzio.
A metà di essa,
alla luce della luna, divenne chiaramente distinguibile, nel buio, una enorme catasta di legna, pronta per essere bruciata.
''A te l'onore.
'' Gli disse Chris, ponendogli nel palmo della mano destra un accendino.
Angel
lo utilizzò e la carta e l'erba secca sistemati sotto la legna presero subito a bruciare.
In breve tempo il fuoco era divampato e la
luce del falò cominciò ad illuminare il
buio che li avvolgeva.
Non c'era nessuno
sulla spiaggia a quell'ora. E il silenzio era rotto solo dal fruscio delle onde
del mare e dal crepitio del fuoco che avvampava alto.
''Accidenti, devi
aver lavorato molto per prepararlo…''
''Sì….l’intero
pomeriggio.''
''Spero non ti
serva per liberarti di….. me , una volta per
tutte!''
Angel rise,
ma senza convinzione. In realtà studiando attento la reazione di Chris.
''No. Io ti amo.
Come puoi pensare questo, di me?''
Esplose Chris,
improvvisamente seria.
''Mi ami?
Eppure non mi è
tanto chiaro, ancora, se sia vero…''
''E'
vero…..''
Chris glielo
ribadì fissandolo negli occhi scuri.
''E ora te lo
dimostrerò oltre ogni ragionevole dubbio….''
''Non usare certe
espressioni, con me, lo sai che odio gli avvocati. ''
Angel si rabbuiò.
Chris gli si avvicinò e decise di baciarlo.
In maniera selvaggia. Possessiva. Ed
Angel contraccambiò di cuore, con
altrettanta ossessività e bramosia.
''Sapevo che alla
fine avresti capito quale era la cosa giusta da fare. Non poteva essere
altrimenti, io ti conosco.'' Mormorò
Angel, appoggiando la sua fronte a
quella di Chris.
Quasi sospirando per il sollievo.
''Già. E visto che
mi conosci, sai già cosa devi fare a questo punto?''
Chris sorrise,
allusiva, solleticandogli la
guancia con la propria e sfiorando
con le labbra il collo
di Angel.
''Certo. Me lo
ricordo bene.''
E lui
riprese a baciarla, all'inizio con tocco leggero, quasi timido, per
poi approfondire il bacio, in un crescendo di
carezze ed emozioni di cui solo
le stelle e il mare furono testimoni………
Fecero
l'amore due volte.
Velocemente e con
passione la prima volta. Con lentezza
e sapienza la seconda.
Restando
abbracciati e seminudi sulla
sabbia, riscaldati dal fuoco,
nell'umidità della sera. Circondati dal
silenzio notturno della spiaggia enorme e completamente deserta.
''Sai , in questi
mesi, non sai quante volte ho pensato
alla nostra isola. Ho avuto nostalgia della serenità e della pace di cui abbiamo goduto lì, nonostante tutto.''
Gli sussurrò
Chris, in un orecchio.
Angel si sciolse
dall'abbraccio e si tirò su
a sedere, rompendo così il delizioso silenzio di coccole e carezze
che regnava ormai da un po’. I
lineamenti del volto segnati dalla tristezza.
Chris lo
affiancò. Ed Angel tese un braccio per accarezzarle il collo e le spalle.
''Lo so. Anche a
me pesa doverti coinvolgere nelle mie lotte. Notte dopo notte trascinarti nei vicoli di questa città,
invece di……''
Chris lo
interruppe.
''Abbi fiducia.
Ci saranno altri momenti come questo, per noi. Ne sono sicura. In fondo il
nostro amore ha resistito a prove…..
molto dure. ''
''Già. D'ora in
poi la situazione non potrà che migliorare soltanto.''
Chris lo guardò
sorridendo. Angel sapeva mentire bene.
Ma per lei era chiaro come il sole
quando nelle proprie parole il primo a non crederci era proprio lui.
''Bè, tanto per
cominciare, siamo di nuovo insieme, no?''
Lo stuzzicò
Chris.
''Lo spero. Non sopporterei di averti di nuovo
contro….''
E la sua
espressione fu più eloquente di qualunque altra parola.
La ragazza sospirò. Quello che stava per dirgli le
faceva male, dentro.
''Potrai mai
perdonarmi per averti odiato?''
I riflessi del fuoco illuminavano il viso di
Chris e i suoi occhi scintillanti per la voglia di piangere.
''Ma sì,
certo….E' facile perdonare gli altri. Il
difficile è perdonare sé stessi…..''
Mormorò
lentamente Angel, distogliendo lo
sguardo e puntandolo sulle fiamme che
ardevano, alte, innanzi a loro.
…..Le spalle
improvvisamente più curve.
''Ci sei mai
riuscito?''
''A fare cosa?''
''Perdonare te
stesso…..''
''No…ancora no.''
''Non
aspettare che lo facciano gli altri per
farlo. Non sarebbe giusto. Non sarebbe
….. umano.''
''Se tu sapessi,
Christal…..''
''Ma io so. Il
rito….ricordi? Io conosco ciò che ti brucia dentro. So quello che il tuo demone ti chiede di fare, ogni momento di ogni
giorno della tua vita….Posso capire.
Ma non ti giudicherò. Mai.''
Il trillare
elettrico del cercapersone di Angel
li interruppe.
''Oh, no! Proprio
adesso!'' Esclamò, seccato.
''Da quando in
qua hai il cercapersone?''
''Da una
settimana. Una idea di Wes. Così è
sicuro di potermi rintracciare anche quando non
sono raggiungibile con il cellulare…..''
Angel recuperò
velocemente il piccolo apparecchio e
lesse il numero.
''E' Cordelia.''
E si accinse ad
alzarsi.
''Aspetta. Vado
io a sentire perché ti cerca…... Così la saluto.''
''D'accordo.
Ti aspetto qui. Poi decideremo cosa fare.
Ma fai in fretta.''
Chris terminò di
rivestirsi in un lampo e si diresse
verso casa.
Angel rimase
seduto sulla sabbia, a gambe incrociate, a rimirare il fuoco che crepitava
avanti a lui.
Col suo fine
udito di vampiro sentì Chris entrare in casa
e lasciare la porta aperta.
Un ultimo trillo
del telefono..…poi….poi le sue orecchie
furono come dilaniate.
Una forte esplosione
devastò l'appartamento di Chris,
mandando in frantumi tutte le enormi
vetrate, le cui schegge arrivarono fin quasi ad Angel.
Angel balzò in
piedi. Corse verso la casa di vetro e legno ,
ormai in preda alle fiamme.
Andò su e giù lungo tutto il perimetro del fabbricato, alla disperata ricerca di un
punto di ingresso che gli consentisse di entrare e salvare Chris. Non riuscì
a trovarne.
Il rogo era troppo intenso. E il fuoco non è
un nemico che un vampiro possa affrontare impunemente.
Il senso di
impotenza che si impadronì di lui aumentò la sua disperazione e il suo dolore….
Rimase in piedi,
immobile, annichilito, a pochi metri da
dove esisteva la veranda d'ingresso, anch'essa ormai distrutta.
Era impossibile che fosse sopravvissuta…...
Angel ne fu
subito consapevole e urlò, urlò la sua disperazione, con le braccia strettamente intrecciate sul petto come ad abbracciare il dolore sordo che lo
stava attanagliando…..di fronte ai resti della casa, ancora fumanti e a tratti ancora ardenti.
Fu così che lo
trovò Kate, la sua amica poliziotta, quando sopraggiunsero i pompieri e la
polizia chiamati dai vicini. Una maschera di dolore e orrore sul viso.
''Angel…''
Kate lo chiamò, afferrandolo per un braccio e
allontanandolo dalle rovine. Non fu difficile. Angel era come un enorme
burattino privo di volontà. Stranito.
Disorientato.
La guardò. In un
primo momento non la
riconobbe. Poi sembrò ritornare
lucido, finalmente.
''Cosa ci fai
qui? Di chi è questa casa?C'era qualcuno dentro?'' Lo incalzò Kate.
Angel annuì,
ripetutamente, nervosamente, con la testa. Ma senza aggiungere parola.
''O mio Dio! La
tua amica! Quella della centrale! C'era
lei dentro, Angel? Questa è casa sua, non è vero?Rispondimi….''
''…Sì…….me
l'hanno uccisa, Kate. Me l'hanno uccisa! Io la amo….E me l'hanno uccisa!''
Sussurrò Angel,
tremante, coprendosi la faccia con le mani.
''Calmati, ora!''
Per tutta
risposta Angel la guardò, stralunato,
per poi tornare a fissare l'incendio che i pompieri stavano cercando di
spegnere….I suoi occhi scuri tradirono la scintilla di una idea…..
All'improvviso si
slanciò verso quella parte della casa non ancora completamente crollata e
ancora in fiamme. Cercando la morte.
Nel fuoco.
Kate non riuscì
ad agguantarlo.
''Fermalo, Tim!
Fermalo!''
Il collega di
Kate, sentendola urlare scattò come una
molla. Era un uomo grande e grosso, sulla quarantina. E non fu difficile per
lui intercettare Angel. Il difficile fu fermarlo.
Con un pugno
Angel lo scaraventò oltre le strisce
posizionate dalla polizia per interdire la zona ai curiosi.
Kate tirò fuori la pistola di ordinanza dalla fondina.
Era l'unico modo…. Dopo avrebbe pensato ad una
spiegazione per giustificare il suo intervento, piuttosto drastico.
Gli sparò ad una
gamba. Lo ferì di striscio, quanto bastava per fermare la sua folle corsa verso
il fuoco. Il dolore bruciante fece
incespicare Angel che cadde, disteso
nella sabbia, con un gemito di dolore.
Kate lo agguantò
da dietro, con l'aiuto di una collega a lei vicina. Lo ammanettò con le mani
dietro la schiena, trattenendolo a terra con il peso del suo corpo. Angel cercò
di opporre resistenza ma poi smise.
Kate lo fece
rialzare e lo condusse accanto ad una della volanti, sulla strada. Lo fece
sedere per terra, con le spalle alla macchina.
E lo vide distrutto.
Annientato. Già sapendo di
non poterlo consolare.
Si chinò su di
lui .
''Angel….Per
quello che può servire, ti prometto che cercherò in tutti i modi di scoprire chi è stato. E te lo dirò, anche se non potrei,
lo sai..…….ascolta…ora ti toglierò queste manette, ma tu devi promettermi che non farai altre
pazzie…… ''
Angel, che aveva
smesso di piangere, annuì, debolmente.
Kate gli tolse le
manette ed entrambi si alzarono in piedi.
''Gra….Grazie.'' Farfugliò.
Più calmo. Di nuovo lucido.
Purtroppo consapevole…..
''Io…credo di
aver perso la calma……''
''Non fa niente…può
succedere. E' …è…...umano!'' Gli
rispose Kate.
Angel la fissò
negli occhi, rendendosi pienamente conto
di tutti i sottintesi che quelle parole recavano con sé…..E le fu grato una
volta di più.
Umano.
Con una fitta al
cuore Angel ricordò che anche Chris aveva pronunciato quella stessa parola,
pochi minuti prima di morire….La sua donna, il suo amore ritrovato gli aveva regalato quanto di più bello la sua anima torturata potesse desiderare. Ma ora era finita. Davvero , stavolta.
Per sempre.
''Angel, se hai
qualche sospetto su chi abbia potuto fare questo, devi dirmelo. Aveva qualche
nemico?''
Sì. I miei.
''Allora Angel.
Nessuna idea, un indizio?''
''Forse lo sappiamo noi !'' Sopraggiunse
una voce alle loro spalle. La voce di Wes.
Angel e Kate
si voltarono. Wesley, e Cordelia
erano lì.
''Cordelia ha
avuto una visione, poco fa. Abbiamo
cercato di avvisarti ma……a quanto pare non ci siamo riusciti.''
Wesley abbassò la
testa, per lo sconforto e il cordoglio.
Cordelia
lentamente avanzò ed abbracciò il suo amico vampiro, ancora sconvolto.
''Mi dispiace.
Nella mia visione ho visto tutto
questo ma …..E' successo tutto talmente
in fretta……..Loro volevano salvarla, Angel. Vi volevano insieme, forti e innamorati. Ma non tutto va sempre come dovrebbe,
purtroppo per noi…..''
''Chi è
…..stato?''
La voce di Angel era agghiacciante. Rauca per il troppo
gridare. E fredda. Terribilmente fredda e determinata. E il viso una maschera
di tensione e odio. Cordelia sapeva cosa significava.
L'uomo e il demone gridavano vendetta….
Cordelia non ebbe
il tempo di replicare. Uno dei detective della scientifica si avvicinò a Kate, con i primi riscontri.
''Allora, Kim?''
''C'è stata prima
l' esplosione, poi l'incendio. Ad un primo esame, pare che abbiano usato del T25.''
''Qual è la
provenienza?'' Chiese Kate.
''Sia l'esplosivo
che il detonatore sono di fabbricazione cinese.''
''Grazie. Kim.''
''Possiamo
rimuovere ciò che resta del corpo?''
''Sì,
certo…..Procedete.''
Kate si voltò verso Angel. Anche lui aveva
sentito. Ed aveva avuto la sua conferma.
Ling.
Era stato
lui. aveva lasciato la sua firma, per
farglielo sapere. E farlo soffrire di più, per questo. Angel aveva pensato ad una simile eventualità, ad una sua
possibile vendetta, nel momento in cui l'aveva lasciato andare, quella notte.
Ma non aveva potuto ucciderlo a sangue freddo,
così, sotto gli occhi imploranti di Chris. Non poteva più uccidere un essere
umano, anche se una bestia come lui,
senza poi provare rimorso.
Persino Chris aveva rinunciato alla
testa di Ling. Che diritto aveva lui di prendersi la sua vita?
Ma ora Ling si
era preso la vita della donna che amava.
Aveva spento la
vita di Chris.
Ed Angel si
sentiva in colpa.
Per aver
risparmiato un assassino. Per aver avuto pietà, quando non avrebbe dovuto averne….
Ling aveva
oltrepassato ogni limite.
Ed Angel
decise che ne avrebbe
subito le conseguenze.
L'incendio di
dolore e rimorso che ora gli bruciava dentro non si sarebbe spento
fino a che Ling non avesse pagato per il
suo efferato delitto..…..
Stavolta non ci sarebbero stati gli occhi azzurri di Chris a
fermarlo.
Il crollo di ciò
che rimaneva della casa attirò
l'attenzione di Kate, che quando si rivoltò verso Angel si accorse che lui si
era dileguato nel buio, lasciando tutti
lì attoniti e preoccupati.
Pianificò tutto
con calma. Con metodo. Come solo Angèlus sapeva fare…. Soppesando le varie
possibilità.
Alla fine aveva
optato per un messaggio preciso.
Sarebbe stata giustizia. Non vendetta.
In onore di
Chris e dell' amore che li univa.
Aspettò che
Ling ritornasse per controllare i lavori di ricostruzione di
uno dei locali che lui e Chris avevano distrutto. Gli
interessi di Ling erano troppo proficui
per cui Angel era sicuro che prima o poi
avrebbe rimesso piede a Los Angeles.
Pur sapendo che
lui sarebbe stato lì ad aspettarlo.
E così fu.
Dopo un mese
dalla scomparsa di Chris, Ling era di
nuovo in America.
Aveva affittato
la suite all'ultimo piano di un
costosissimo albergo in pieno centro.
Per Angel non fu
difficile arrivarci, saltando giù dal tetto del grattacielo più vicino, più
alto di poche decine di metri………
Rompendo il vetro
della portafinestra per accedere dal
balcone all'interno dell'appartamento, Angel si ritrovò nella camera da letto. Vuota.
Lentamente, con
circospezione, aprì la porta e si ritrovò in una vasto soggiorno.
Nel bel mezzo
del salone, su di un tappeto, c'era un uomo con la barba bianca , seduto a gambe
incrociate, che sembrava immerso in profonda meditazione.
Solo.
Angel gli si avvicinò, ponendosi alle sue spalle…….
Quella stessa
notte, Angel fece qualcosa che fino a
quel momento, non aveva più avuto il coraggio di fare.
Tornare sulla
tomba di Chris.
Era stata
seppellita in un piccolissimo cimitero, fuori della grande città, ai margini di
un grande albero.
Accanto al suo Michael.
Le lettere che
componevano il nome di lei luccicavano alla luce della luna piena
di novembre.
Angel sospirò.
Il fruscio del
vento tra i rami dell'albero di
acacia era l'unico suono che si udiva in
quel luogo.
La pace che vi regnava era terribilmente in contrasto
con il tumulto e la rabbia che invece
Angel sentiva in sé, nella sua anima.
Vendicarsi di
Ling non era bastato a placare
la tempesta di sentimenti, collera
e desiderio che la
morte di Chris aveva
provocato in lui.
Un piedi, di fronte
alla lapide bianca , le mani in tasca, Angel rimase immobile per più di un 'ora,
mentre via
via in lui riaffioravano, precisi e
dettagliati, tutti i suoi i ricordi, dal suo
primo incontro con Chris alla
notte, orribile, della sua morte.
Lentamente, il
braccio destro di Angel si mosse, per poi protendersi, dritto di fronte a lui.
Stretto nel suo
pugno, un piccolo sacchetto di velluto nero.
Nell'altra mano,
il pugnale d'argento di Chris, in parte annerito dal fuoco.
Era tra gli
oggetti personali di Chris, scampati al rogo
e Kate glielo aveva consegnato.
''Non l'ho
ucciso, Christal……Non l'ho fatto, nemmeno stavolta…..Non ho potuto.''
Angel tacque,
per qualche secondo, come cercando le
parole.
''Ma gli ho
portato via qualcosa che gli farà
provare, ciò che io ora sto
provando…..Io….ho dovuto farlo…….''
Il sacchetto si
aprì, lasciando cadere sull'erba , tra i fiori piantati sulla tomba, un occhio
umano.
''Ora anche lui
sa cosa si prova quando ti viene portata via una parte di te stesso, una parte indispensabile del tuo
essere, del tuo corpo, perché è così che io mi sento, adesso, senza …te. Come
se mi fosse stata strappata via un pezzo della mia stessa anima. Quell'
anima in cui tu hai creduto sempre tanto, a dispetto di tutto il male
che ti ho fatto, nonostante ci ……amassimo.''
Angel si
inginocchiò e con le mani scollò una zolla di erba soffice dalla terra
sottostante, nascondendoci sotto l'occhio estratto a Ling e il pugnale di
argento di Chris con cui lo aveva fatto,
ancora sporco del sangue del vecchio mafioso cinese.
Che tu possa riposare in pace, mia dolce e forte Christal, accanto
alle spoglie dell'uomo che hai amato …..Il destino è stato
crudele con te, facendo
incrociare la tua strada con la mia. Ma io non smetterò mai di ringraziare il mio per avermi permesso di
conoscerti ed amarti…..
Addio….. non tornerò mai più qui. Sono
sicuro che, ovunque tu sia, ora, ne sai già
il perché……..
Lentamente, si
rialzò.
Indietreggiò di
un passo e si voltò, allontanandosi.
Il cuore in
tumulto e la mente persa nei ricordi. Ma con la precisa e netta sensazione che da quel momento non avrebbe più permesso a sé stesso di piangere per lei, semplicemente perché la stessa Chris non lo avrebbe mai
voluto. Guardare avanti e proseguire per la sua strada era tutto ciò che gli rimaneva da fare, come
quando si era allontanato dalla sua
Cacciatrice.
La sua natura era
così…..Più
forte, più forte ancora, nel dolore.
Quella
stessa notte, nel suo letto, Angel fece
un sogno.
Sognò Chris,
sorridente, seduta sul bordo, intenta ad aspettare il suo risveglio. Mentre
con una mano gli scompigliava
ulteriormente i capelli già arruffati dal
cuscino.
I loro occhi si
erano incrociati ed incatenati ma
nessuno dei due
aveva parlato.
Nell'aria si
udiva la sua voce femminile, sottile e dolce, che, come un
eco in sottofondo, declamava dei versi.
''La Felicità al mio fianco ha camminato;
ma
il verme è dentro il frutto, il risveglio nel sogno,
- questa è la legge - e nell'amore il rimorso.
Angel si svegliò.
Si strofinò gli
occhi per essere certo di essere desto.
Ricordava quei
versi. Erano quelli di
''Nevermore'' di Paul Verlaine.
Uno dei poeti le cui opere
riempivano la sua piccola biblioteca privata.
L'ultima volta
che li aveva letti era stato insieme a
Chris, la sera di Natale in cui le aveva regalato il pugnale d'argento.
Momenti intrisi
di emozione e pace che non sarebbero mai
più tornati…….
In quel momento
si accorse del suo profumo.
Il profumo della
sua antica amante.
Darla.
Seduta su una poltrona, di fronte al suo letto,
intenta a rimirarlo.
''Cosa vuoi?''
Le chiese, aspro.
Balzò giù dal
letto, infilandosi il primo paio di
pantaloni che aveva trovato.
''Ho saputo
quello che è successo alla tua ragazza.''
''Sei venuta a
consolarmi?''
Esclamò ironico.
''No, non lo
meriti dopo il modo in cui mi hai trattata l'ultima volta che sono stata qui..
Ricordi, Angel? Mi hai ferita, non sai quanta rabbia e dolore ho privato.''
Darla si era
alzata e ora gli si era avvicinata. Gli
accarezzò il viso con una mano, per poi lisciargli le spalle con entrambe.
''Rabbia, dolore,
sono solo insulse parole, per te, Darla.
Tu non conosci né l'uno, né l'altra. Non come li conosco io……''
''Forse. Ma che mi dici
del mare in tempesta che è in te? Lo sento, forte e sconvolgente. Ed è
un vero balsamo per la voglia che ho di
vendicarmi di te. Lo abbiamo fatto, proprio qui, in quel letto. Nel tuo letto. E dopo mi hai scacciato come una sgualdrina…..Ma non è
questo che mi ha fatto più male. Io sono una sgualdrina. Lo sono sempre stata, ma ti ho odiato per avermi sbattuto in
faccia la tua felicità con quella piccola e insulsa Cheerleader.''
''Già, con tutte
tranne che con te, vero, Darla? E' questo che ti fa rabbia?Vattene, prima che
la mia tempesta travolga anche te….Lasciami solo o ti uccido per davvero.''
Darla trasalì.
Il tono di Angel
le provocò una ondata di brividi lungo la schiena.
Le aveva
pronunciate lentamente, con una
determinazione e una rabbia già
viste nei suoi occhi. La rabbia e
la determinazione di Angèlus.
E poi poteva sentire il suo dolore….
Uno smisurato,
enorme, divorante
dolore.
Decise di
avvicinarsi a lui.
''Non è
respingendo tutti che la tempesta si placherà, Angel. Lascia che la calmi io. Lo
sai che potrei…..''
Mormorò piano Al
suo orecchio, allusiva.
Con le sue
braccia gli cinse il collo. Aspettando
la sua reazione brutale. Il suo rifiuto. Uno spintone che l'avrebbe fatta
volare contro al muro.
Ma Angel non ebbe
nessuna reazione.
Questo la rese
più coraggiosa.
Aderì con il suo corpo a quello di Angel. Ma ancora
una volta lui non la respinse.
Gli prese la mano
e se la portò su di un seno.
E lo fissò negli
occhi. Che bruciavano. Non di passione. Ma di rabbia e rassegnazione.
''Permettimi
di soffiare sul mare delle tue emozioni. Ne spegnerò il
fuoco con il mio….''
Appoggiò le
proprie labbra sulle sue.
Ed Angel reagì,
cominciando a baciarla.
Un minuto dopo
erano sul letto, uno sull'altro, ignari
strumenti di una tanto occulta
quanto potente magia…………….
Fine