IL POTERE DI UN’ANIMA

 

 

Autrice : Tizzy ( it’s me)

Periodo di produzione: Giugno 2005

Attenzione: gli eventi narrati si svolgono dopo la puntata finale della serie di Buffy ( Chosen) e poi di quella di Angel ( Not fade away) ci sono quindi alcuni spoiler su entrambe le serie.

Prologo: immaginate che sia accaduto qualcosa di particolare quando le mani di Buffy e Spike si sono unite in Chosen, qualcosa di inimmaginabile, forse le conseguenze potrebbero essere state queste.

Protagonisti: Un po’ tutti i personaggi di BTS/ATS ma soprattutto la coppia Buffy/Spike

Disclaimer: Appartiene tutto a Whedon e Co. Eccetto la storia quella appartiene a me, scritta per puro divertimento visto che dubito molto che Whedon girerà una fine.

Rating: Lo stesso delle varie serie televisive, violenza, sentimenti, comicità, sesso, ma tutto contenuto, quindi niente di nuovo. N15 direi, comunque fate voi.

 

 

Prologo:

 

apitolo 1

 

Sunnydale:

 

Era la mattina della grande battaglia contro il Primo, nella bocca dell’inferno un lampo improvviso squarciò il soffitto del liceo. La luce del sole si riversò sopra il biondo vampiro, si incanalò in lui e uscì dall’amuleto travolgendo e distruggendo ogni cosa ne venisse a contatto. La cacciatrice corse vicino a Spike, rispondendo al suo richiamo. Non avrebbe saputo dire cosa la spinse ad unire la sua mano con la sua, forse l’istinto, forse i suoi sentimenti, ma lo fece e le loro mani unite presero fuoco. Buffy sentì qualcosa entrare dentro di se, qualcosa che le fece capire che qualsiasi cosa fosse successa da quel momento in poi, lui sarebbe rimasto in qualche modo dentro di lei. Non lo avrebbe perso, lui non l’avrebbe mai abbandonata. Solo questo le diede la forza per staccarsi da lui, ma prima c’era qualcosa che doveva dirgli “ Io ti amo”

 

“ Non è vero, ma grazie per averlo detto.”

 

Quella risposta fu così ingiusta, ma comprensibile. Mai fino ad allora lei gli aveva aperto il suo cuore. Con le lacrime agli occhi la cacciatrice uscì dalla bocca dell’inferno e prese a cercare una via di fuga, l’unica possibile si rivelò quella del tetto.

 

Di tetto in tetto riuscì a saltare sul pulmino del liceo e mettersi in salvo. Quando finalmente l’autobus si arrestò, ne scese per osservare davanti a lei una nuova vita, la strada che si profilava all’orizzonte e le sue mille potenzialità. Accettò con affetto l’abbraccio di sua sorella, quando Giles le chiese chi fosse stato a provocare quel disastro rispose semplicemente “Spike”.

 

Poi, infine si volse verso l’immane cratere che si era creato, sentiva gli altri parlare ma provava come una sensazione di distacco da loro. Guardava quello che una volta credeva essere il suo unico destino, ora altre porte si aprivano davanti a lei e non sarebbe stata sola ad aprirle. Vide il cartello cadere e capì il suo significato, a lui era sempre piaciuto abbatterlo.

 

Le stavano chiedendo cosa avrebbe fatto da quel momento in poi, sul suo volto apparve il cenno di un sorriso, simile a quello che Monna Lisa aveva nel dipinto di Leonardo da Vinci. Se ne rese conto e pensò “ L’Italia, perché no? Ho sempre desiderato vivere in Italia!”

 

 

 

Capitolo 1

 

 

Los Angeles (quasi un anno dopo):

 

In quel periodo era successo di tutto, Spike era tornato, prima fantasma e poi finalmente corporeo. Cornelia, Fred, Wesley erano morti. Ciascuno di loro aveva  pagato un duro prezzo per la difesa del bene comune. Ora erano rimasti solo in quattro a fronteggiare l’immane esercito che i Senior Partners avevano liberato.

 

Gunn, seppur ferito e che si manteneva in piedi a fatica. Illyria, il demone blu che aveva usurpato il corpo di Fred. Angel, il vampiro con un’anima non voluta ed ora piegata sotto il peso delle sue azioni. Ed infine Spike, l’altro vampiro.

 

apitolo 1

 

I quattro si stavano lanciando in avanti per affrontare i loro nemici quando…

 

SBAMMMMM……

 

Davanti a loro apparve dal nulla una sorta di scudo magico e tutti e quattro presi dalla foga ci sbatterono contro, per poi finire non proprio elegantemente a terra, in un aggroviglio di braccia e gambe.

 

<< Bloody Hell! >> esclamò il vampiro biondo spalmato a terra.

 

<< Che diavolo… >> disse  Angel mentre cercava di tirarsi su.

 

<< Non che, ma chi dovresti chiederti scimunito! >> lo rimbeccò Spike, spazientito.

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Angel guardò storto il suo childe, come al solito non perdeva l’occasione per offenderlo. Ma stavolta (come al solito) aveva ragione, qualcuno era responsabile di avere creato quella barriera, ma chi?

 

Vedendo che il suo gran-sire non sapeva che pesci pigliare, Spike sbuffò esasperato. << Conosco una sola persona che sarebbe capace di fare questo. E se ci pensi bene….nonnino dei miei stivali….la conosci anche tu. >>

 

Nel frattempo Illyria cercava di far alzare Gunn che era rimasto il più scosso dal colpo ricevuto. L’uomo di colore infatti doveva fare i conti anche con le ferite riportate con la lotta contro i vampiri della senatrice.

 

Angel era rimasto perplesso per qualche istante e poi finalmente ebbe l’illuminazione. << Willow! >> quasi gridò.

 

<< Plin Plon! Risposta esatta! Allora ti è rimasta qualche cellula grigia funzionante in quella massa di melma che ormai è il tuo cervello. >> disse il platinato, ironicamente, mentre aiutava  a sua volta Gunn a stare in piedi.

 

<< Spike, vedi di piantarla, non sono dell’umore giusto. >> ringhiò Angel.

 

<< Quando mai ti succederà, di avere l’umore giusto, sarà un vero miracolo. Ecco a voi mister depressione perenne! >> rispose a tono, Spike, mentre osservava attentamente la ferita che l’uomo di colore recava.

 

Gunn seppur messo male non poté fare a meno di ridere, Spike ci aveva preso in pieno. Solo Illyria non comprese la battuta.

 

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Angel invece era diventato di tutti i colori (per quanto sia possibile per un vampiro) e messo il volto della caccia stava per saltare addosso al biondino. Non si aspettava certo che questi, si voltasse verso di lui con uno sguardo gelido che quasi lo pietrificò.

 

<< La vuoi smettere di fare il cretino, si o no? Se non te ne fossi accorto non esisti solo tu a questo mondo. Wess è morto, Lorne se ne è andato disperato, e qui c’è Gunn gravemente ferito. Piantala di pensare solo a te stesso! Per come la vedo io…è tutto inutile. Se è stata la rossa a creare quella barriera vuole dire che si trova nei paraggi, penso che la cosa migliore da fare sia muoversi e cercarla. >> disse mentre si caricava sulle braccia Gunn.

 

Angel scosse la testa e riprese il suo aspetto normale. Una predica da Spike proprio non se l’aspettava. Improvvisamente sentì su di sé il peso degli eventi che si erano susseguiti nelle ultime 48 ore. Quasi trascinando le gambe si mise a seguire i tre, che procedevano davanti a lui, intanto si chiedeva quando era successo che il vampiro biondo era diventato il leader del gruppo.

 

La pioggia continuava a cadere incessante, mentre il gruppetto camminava in silenzio lungo il vicolo. Arrivati in fondo la videro. Era ferma immobile sotto una larga tettoia, al riparo dalla pioggia e sembrava che li stesse aspettando.

 

<< Ciao rossa. Qual buon vento ti porta? >> la salutò Spike con uno dei suoi soliti ghigni.

 

<< Ciao Spike. Per essere un mucchietto di polvere che cammina non mi sembri messo male. >> disse lei in risposta al saluto, sorridendo.

 

S - in risposta al saluto, << Già! Da un po’ di tempo a questa parte non è per niente facile morire. Ma mi sa che se non ti dai da fare, questo qui fra poco ci lascia le penne. >> disse il biondo, indicando Gunn.

 

Willow fece un cenno e dal nulla apparvero due cacciatrici che il vampiro ossigenato non conosceva, ma che riconobbe come tali. << Presto portatelo in infermeria, ha bisogno di cure urgenti. >> ordinò loro la strega.

 

Subito le due ragazze, si caricarono l’uomo e si diressero verso un portale, nel quale scomparvero. Prima che accadesse però il vampiro riuscì a sentire l’ultime parole dell’uomo di colore e rise.

 

<< Adesso credo di avere capito…sono morto e voi siete due angeli, giusto? >>

 

Incredibile ci stava provando con due cacciatrici, c’era da chiedersi se stesse veramente male o no.

 

Illyria era rimasta perplessa vedendo Willow, sapeva chi fosse grazie ai ricordi che le erano rimasti di Fred, ora però riusciva a percepirne la forza, non pensava che potessero esistere degli esseri umani così forti. << Riesco a sentirlo….il tuo potere. Come puoi averne tanto? >>

 

La strega fissò quello strano demone, sapeva bene chi fosse e come si fosse generato e in cuor suo avrebbe voluto aver potuto fare qualcosa per impedirlo, ma non era stato possibile. Fu quindi con una smorfia di rassegnazione che si accinse a rispondere. << Credimi, non ti servirebbe a niente saperlo! >>

 

Angel intanto si era ripreso dal profondo stato di prostrazione in cui era caduto e come suo solito aveva deciso di riassumere il comando. << Willow, penso che tu ci debba delle spiegazioni. Perché sei qui…e per… >> ma le sue parole vennero bruscamente interrotte.

 

<< Dimmi Angel…pensavi veramente di riuscire a scatenare un’apocalisse del genere e impedire che si venisse a sapere? >> lo bloccò infatti lei in tono duro.

 

Angel rimase per un attimo come annichilito, poi la rabbia che aveva dentro ebbe la meglio su di lui e sbottò. << Che diavolo stai dicendo? Pensi che tutto questo sia dipeso da me? Che ne sai di quello che ho passato… >> ma ancora una volta le sue parole vennero interrotte.

 

<< So tutto al riguardo…del tuo patto con i Senior Partners, di come ti sei consegnato a loro in cambio del loro aiuto. Di come hai venduto te stesso e i tuoi amici….e per finire so anche di questo! >> disse con voce furente la strega, mentre con un gesto improvviso gli stracciava la camicia e metteva in evidenza il simbolo che marchiava il suo petto. Il simbolo del Circle of Black Thorn.

 

<< Ehi amico…mi sa che la rossa ci ha preso in pieno. >> sogghignò, piano Spike.

 

Angel non la prese bene, non bastava che Willow lo ritenesse responsabile, doveva mettersi anche Spike a fare umorismo di bassa lega. Perso ogni controllo assunse il volto della caccia e spiccò un balzo verso l’altro vampiro, deciso a metterlo a tacere una volta per tutte. Ma prima che le sue mani riuscissero anche solo a sfiorarlo venne investito da una forza inaudita che lo scaraventò a terra diversi metri più in là. Il colpo era stato molto forte e pur essendo un vampiro il suo corpo ne risentì. Stava per perdere conoscenza e si oppose cercando di mantenere la lucidità. Con gli occhi semichiusi vide la strega lasciare il riparo e camminare sotto la pioggia verso di lui. Le parole che lei pronunciò gli arrivarono attutite agli orecchi, ma non per questo furono meno dure da digerire.

 

<< Quanti anni hai Angel…250? E in tutto questo tempo non hai imparato niente…non si può combattere il male con il male. >>

 

Con gli occhi appannati Angel, vide qualcosa di incredibile, i capelli di lei erano diventati di un bianco abbagliante e dalle sue mani uscì un fascio d’energia che si riversò su di lui, sul suo petto, il dolore che ne derivò fu troppo, e senza più forze si lasciò cadere nell’oblio.

 

Se fosse riuscito a rimanere lucido avrebbe visto che il simbolo sul suo petto aveva preso a brillare, per poi scomparire poco a poco, liberandolo dal legame che aveva contratto.

 

Ma due occhi di un azzurro tempestoso videro tutto questo, videro il gesto istintivo che Illyria aveva fatto per cercare di opporsi, per poi ritrarsi come impaurita davanti alla strega, videro anche le cacciatrici, che prima avevano portato via Gunn, tornare, prendere il corpo incosciente del vampiro e sparire di nuovo nel portale. Infine vide uscire da quello stesso portale un altro volto conosciuto, l’osservatore. Spike non capiva quello che stava accadendo, ma non se ne fece cruccio. Sentiva che presto sarebbero arrivate le spiegazioni, ma non resistette a fare un’altra delle sue battutine sarcastiche. << Ehilà Rupert! Anche tu qui? Non sia mai che ti perdi un’apocalisse! >>.

 

Lo sguardo che Giles gli rivolse fu indecifrabile, almeno per lui. << Ciao Spike! Non avrei mai pensato di dirlo un giorno…ma sono felice di vederti. >>

 

Il vampiro piegò di lato la testa, confuso. Fra lui e l’osservatore non era mai corso buon sangue e non solo nel ruolo di vampiro e preda. Ora invece sembrava veramente felice di vederlo, una cosa nuova e decisamente inaspettata. Ci mancava solo il bamboccio e la Scooby Gang sarebbe stata quasi al completo, quasi.

 

Il pensiero di lei lo sfiorò appena, e lo ricacciò subito dentro le profondità del suo essere. Per un attimo però sentì come una stretta al cuore, quel cuore che non batteva. Una smorfia si disegnò sul suo volto.

 

Come se gli avesse letto nel pensiero, Willow si avvicinò a lui e gli strinse affettuosamente il braccio. Quella estemporanea dimostrazione d’affetto lo confuse ancora di più. Conosceva quelle persone da molti anni eppure non era mai riuscito neppure ad incrinare quella sorta di muro che li divideva. Ed ora tutto ad un tratto, il muro sembrava essere completamente scomparso.

 

La riprova fu una affettuosa pacca sulla schiena che Rupert gli diede. Fu la voce di Illyria a scuoterlo. << Sono amici tuoi? >> chiese.

 

Spike non sapeva come rispondere, ma altri risposero per lui. << Sì! >> esclamarono entrambi allo stesso tempo.

 

Lui non riusciva a credere alle sue orecchie, ebbe la tentazione di pizzicarsi per essere certo di essere sveglio, che tutto quello non fosse un sogno, anche se in effetti era cominciato come un incubo. Da sopra la spalla di  Rupert riusciva a vedere distintamente il mare di demoni che si affannava contro la barriera, che neppure il drago riusciva a infrangere. Ritornato al presente si riscosse e chiese: << Qualcuno vuole spiegarmi quello che sta succedendo? >>

 

<< Sapevamo cosa stava per avvenire, ci siamo quindi preparati. Il tempo però non era sufficiente quindi siamo stati costretti a creare quella barriera per guadagnarne un po’ . Il merito non è di Willow, come certamente avrai pensato…il suo compito è un altro….hai potuto vederne una parte poco fa. La barriera è stata creata dalla congrega delle streghe, hanno unito i loro poteri per crearne una abbastanza forte da poter resistere almeno per un’ora. Ora ci rimangono circa 55 minuti, per il momento non posso dirti altro….io….sono qui per occuparmi di Illyria. >> così dicendo l’osservatore si allontanò da Spike e si avvicinò al demone blu.

 

<< Le sarei grato se volesse seguirmi….devo consegnarle un messaggio….da parte di Wess. >> le ultime parole furono pronunciate con evidente sofferenza. La demone non fece domande né opposizioni, e in silenzio seguì l’umano attraverso il varco.

 

Ora erano rimasti solo Spike e Willow. Il vampiro guardò la strega con fare interrogativo.

 

<< Non ha preso bene la morte di Wesley. >> disse lei, rispondendo a quella domanda silenziosa e accennando evidentemente a Giles. << Avrebbe voluto poterlo evitare….ma non è stato possibile. Lui…Wess….lo aveva cercato qualche giorno fa…sentiva di non potersi più fidare di Angel…e aveva bisogno di appoggiarsi a qualcuno…qualcuno di fidato. >> concluse a disagio.

 

<< E’ stato Wess a dirvi cosa stava succedendo? E come fate a sapere che è morto…io stesso ho saputo solo poco fa. Ti prego rossa…>> chiese Spike, lasciando per una volta da parte i suoi modi indifferenti e guardandola invece con attenzione.

 

La strega era in evidente stato d’imbarazzo, capiva il desiderio di sapere del vampiro, ma non poteva dire più di tanto. << E’ una lunga storia Spike…e non spetta a me raccontartela. Posso solo dirti che…sì…Wess ci ha informato di quanto stava accadendo, ma che noi sapevamo già  tutto. Da varie fonti. In ogni caso Wesley aveva lasciato un messaggio da consegnare ad Illyria, nel caso gli fosse successo qualcosa, e Giles ora sta rispettando le sue ultime volontà. Ora però anche io devo andare…devo portare a termine il rito che ho iniziato su Angel poco fa. Fra poco arriverà qualcuno che ti spiegherà tutto il resto. >> fu una lunga tirata e alla fine la strega aveva il fiatone.

 

Poi a testa bassa, cercando di evitare lo sguardo del vampiro, si avviò a sua volta verso il portale. Spike però la chiamò prima che lo varcasse. << Willow…aspetta…solo una cosa…lì dentro c’è anche il bamboccio? Xander, intendo. >>

 

La strega si voltò stupita, chissà perché voleva saperlo. << Si….perché? >> chiese alzando un sopracciglio.

 

<< E’ solo…ecco…ho saputo di Anya…so quanto lui l’amasse…così…io so cosa si prova quando si perde qualcuno che…insomma…puoi fargli le mie condoglianze? Digli che mi dispiace, ok? >> disse impacciato Spike.

 

Il suo fu quasi un patetico balbettio, ma il messaggio arrivò chiaro e forte alle orecchie di Willow, che presone atto si commosse e sorridendo gli rispose.

<< Ci puoi scommettere bello! Non fosse altro per vedere la sua faccia….questa proprio non se l’aspetta. >> rise immaginandosi la scena, poi con un ultimo sorriso scomparve inghiottita dal varco.

 

Spike rimase lì da solo, intanto pensava “che diavolo mi è preso…questo non è da me…non è proprio da me.” Era arrabbiato con sé stesso, per la figura che aveva appena fatto. Frustrato si appoggiò al muro dietro di lui, aveva voglia di prenderlo a cazzotti, ma si limitò a stringere forte i pugni. Ora non era il momento di lasciarsi andare, doveva rimanere integro in previsione della battaglia che certamente fra poco si sarebbe svolta. Poi lo colse finalmente il pensiero, Willow aveva detto che qualcuno sarebbe venuto a parlare con lui, e lui temeva di sapere chi potesse essere.

 

 

 

Capitolo 2

 

 

Spike stava camminando avanti e indietro senza sosta, innervosito sia dall’attesa, sia dall’immaginare chi potesse essere quel “qualcuno”.

 

Pochi istanti dopo il portale si aprì nuovamente, lui lo sentì, pur essendo di spalle, ma non fece cenno di girarsi per vedere chi sarebbe apparso. Aveva paura di sapere. Udì distintamente dei passi, passi femminili, poi al suo olfatto giunse un profumo conosciuto.

 

Strinse di nuovo con forza sia le mani che gli occhi, le sue paure stavano per realizzarsi. I passi si fermarono proprio dietro di lui.

 

<< Ciao Spike. >>

 

Oddio la sua voce, era quasi un anno che non la sentiva e le sue ultime parole, aveva cercato di dimenticarle, ma ora gli risuonavano nel cervello ad alto volume. Cercando di rimanere freddo rispose. << Cacciatrice… >> lo disse senza voltarsi, non era ancora pronto per vederla.

 

Certo non si aspettava quello che avvenne di lì a pochi istanti. Lei lo afferrò saldamente per un braccio e lo obbligò a voltasi, poi prima ancora di poterla anche solo intravedere, la bocca di lei si posò sulla sua in un bacio mozzafiato. La lingua di lei si fece varco fra le sue labbra e iniziò a danzare nella sua bocca, rendendo il bacio poco a poco sempre più appassionato.

 

Nell’istante in cui le loro bocche si erano incontrate, lui non aveva capito più niente. Si era lasciato trasportare, ebbro di felicità. Solo quando Buffy lentamente si sottrasse e poi posò la testa sul suo petto, riuscì vagamente a connettere. Vagamente sì, perché anche se il bacio era finito, lei continuava a tenerlo stretto a sé come a non volerlo più lasciare andare.

 

<< Comincio ad apprezzare questo tuo modo di salutare. >> disse Spike, in tono che sarebbe voluto essere ironico ma che gli uscì fuori tenero.

 

<< Questo non era un saluto. Io non uso la lingua per salutare…o meglio…sbaglio o ci siamo già passati di qui? >> disse lei facendo un risolino.

 

Entrambi sapevano a cosa si riferivano, sembrava essere passato tanto tempo da allora, ma le sensazioni erano le stesse. Lui tuffo il volto nei suoi capelli, aspirandone il profumo, dio quanto gli era mancata. Un groppo alla gola lo colse a tradimento, gli occhi gli diventarono lucidi e dovette farsi forza per non mettersi a piangere. La strinse forte a se,  mentre silenziosamente rivolgeva un ringraziamento verso il cielo.

 

<< Ehmm….io avrei anche bisogno di respirare ogni tanto. >> disse lei con il fiato corto.

 

Rendendosi conto che l’aveva stretta troppo allentò la presa, la distaccò da sé quel tanto che bastava per poterla finalmente guardare in volto. Era sempre bellissima, anche se ora aveva un’aria più matura, non più da ragazza ma da donna. I suoi occhi splendevano come due smeraldi, pieni di un’emozione, che non aveva mai visto rivolta verso di lui. Sembrava quasi…

 

Anche lei lo guardava, non era cambiato poi molto. Nei suoi occhi poteva ancora leggere l’amore incondizionato che le aveva sempre rivolto, e con senso di colpa, ammise a sé stessa, di avere sempre rifiutato. Conosceva quello sguardo, era lo stesso che aveva quando aveva scoperto che lei era tornata in vita, come aveva potuto essere tanto stupida da non comprenderlo allora. Se solo lo avesse guardato meglio, ne avrebbe visto la profondità, i suoi occhi dal colore così mutevole, così simili al cielo terso o al mare più profondo.

 

Rimasero così per qualche minuto, in silenzio ad osservarsi a vicenda. Poi come se si risvegliasse da un sogno, Spike riprese contatto con la realtà. La dura e dolorosa realtà. Lei capì subito cosa gli stava accadendo.

 

<< Questa...questa cosa è sbagliata…tu...io… >> balbettò infatti Spike, poi con tono più duro continuò. << E poi che mi dici dell’Immortale? Non stavi con lui? >> disse voltandogli le spalle per non vedere la risposta sul volto. Forse così sarebbe stato più facile accettarla.

 

<< Era una balla! Con l’Immortale intendo….era una balla. Non avrei voluto toccare quell’essere immondo neppure con un paletto. >> disse  Buffy, facendo una faccia disgustata.

 

Lui si girò di scatto. << Cosa? Ma Andrew… >> era decisamente confuso. Si aspettava qualche scusa, ma non quello.

 

<< Sarà meglio se ti spiego per bene…quella sottospecie di essere…aveva preso una fissa per me….non corrisposto si intende. Avrei voluto mandarlo al diavolo, seduta stante. Ma non potevo...lui era un membro del Circle of the Black Thorn! >> cercò di dirgli con calma, Buffy, mentre appoggiava una mano sul suo braccio.

 

<< Vuoi dire uno di quelli… >> Spike, allargò scioccato gli occhi, rendendosi conto dell’importanza delle sue parole.

 

Buffy annuì, facendogli un piccolo sorriso. << Proprio così….faceva parte della combriccola di quelli che tu e Angel avete fatto fuori. Penso che Willow ti abbia detto che sapevamo cosa stava avvenendo qui, quindi capirai che ho dovuto agire con discrezione. Inoltre c’è voluto un po’ per capire come fare per ucciderlo, non si chiamava Immortale per niente. >> concluse, scuotendo con noncuranza le spalle.

 

<< Maledizione Buffy! E questo non potevi dircelo quando siamo venuti a Roma…ti avremmo aiutato lo sai. Un attimo…lo hai ucciso? >> chiese Spike, incerto se essere arrabbiato o felice.

 

<< Hai capito bene. Morto, defunto, schiattato. E il trucco sai qual era? Solo una donna poteva ucciderlo. Ecco perché si era fatto fare un incantesimo che faceva innamorare di lui tutte le donne, in questo modo nessuna lo avrebbe eliminato. Ti ricordi la storia del giubbotto di Ryan? Ho scoperto che una volta apparteneva a lui. Qualcosa dell’incantesimo era rimasta attaccata al giubbotto, e se quello era potente, non hai idea di come lo fosse il vero potere dell’Immortale. Per fortuna con me stavolta non ha funzionato, non sai che soddisfazione ho provato quando finalmente è morto. E per la cronaca…se non vi ho detto niente…è stato solo per proteggervi, voi non potevate fare niente contro di lui, rischiavate di mandare tutto all’aria. La posta in gioco era troppo alta, gli appartenenti a quel gruppo non dovevano sapere prima del tempo del nostro interessamento. >> rivelò tutta tranquilla Buffy, corrugando la fronte solo verso la fine del discorso.

 

Spike era basito, tutto quello che lei gli stava raccontando iniziava a dare un senso a molte cose. Ripensò allo strano atteggiamento di Andrew, ora capiva, lui stava solo recitando. E come al solito aveva esagerato. Aveva notato a suo tempo che c’era una nota stonata, ma il pensiero di Buffy innamorata di un altro lo aveva distolto.

 

<< Capisco…quindi…tu...uhm…sapevi che io ero...tornato... >> disse Spike, la sua non era una vera e propria domanda, quanto una considerazione. Ora era arrivato il momento di affrontare un altro argomento spinoso.

 

<< Sì….lo sapevo…prima ancora che Andrew venisse qui a Los Angeles, avrei tanto voluto vederti….ma era troppo rischioso, se i Senior Partners lo avessero scoperto…non potevo sopportare l’idea che potessero farti del male. >> disse  Buffy, rispondendogli ugualmente e stringendosi le braccia contro il petto, assumendo un’espressione strana.

 

Spike si sentì come rimescolare dentro, lei si era preoccupata per lui. Forse allora…ma no che andava a pensare. Questo non era possibile…non poté però fare a meno di inclinare il capo e guardarla in modo dolce e gentile.

 

Lei però si riscosse e con fare deciso gli chiese. << Ora sentiamo…perché TU, non ti sei fatto sentire?! E vedi di non propinarmi la balla dell’eroe morto…perché a quella non ci credo. >>

 

A lui venne quasi da ridere, sembrava un gattino con il pelo arruffato, adorava quando faceva così. Il pensiero della risposta che doveva darle, però, lo fece tornare serio. << Oh beh…sai…all’inizio…avrei voluto chiamarti, venire da te. Ma non sapevo dove eri. Inoltre ero un dannato fantasma…non potevo fare un passo fuori da Los Angeles. Inoltre il dannato piagnone aveva dato ordine a tutti di non aiutarmi a contattarti, la sola cosa che sapevo era che stavi bene, ed eri chissà dove in Europa. >> la testa bassa, quasi incuneata fra le spalle, e un ghigno di rabbia, facevano capire cosa aveva passato.

 

<< Non lo perdonerò mai…per non avermi informata…non ne aveva il diritto. Ed ora mi dici che ti ha persino impedito di cercarmi…ma chi si crede di essere… >> sbottò Buffy, raggrinzendo il naso e facendo una smorfia di rabbia.

 

Era veramente infuriata, e per una volta non con lui. La cosa gli faceva decisamente piacere. << Sai com’è…geloso marcio. Non ha mai accettato la nostra storia…avrebbe preferito vederti con uno stregone, un demone come l’Immortale, con un’ameba persino, piuttosto che con me. >> ghignò Spike, felice di saperla arrabbiata con il grande pirla.

 

<< Prima o poi ci faccio i conti. Ma tu non pensare di esserne fuori…posso capire che non potevi cercarmi fino a quando eri un fantasma…ma dopo? >> Il cipiglio di Buffy non accennava a diminuire.

 

Ahi, Ahi! Ora la cosa si faceva dura.

 

<< Non potevo…io…avevo capito alcune cose…tu eri finalmente libera di vivere la tua vita, non più legata al ruolo della cacciatrice, dell’unica. Potevi finalmente avere una vita normale…tornare da te…senza poterti offrire niente…non avrebbe avuto senso. >> cercò di dire Spike a sua discolpa, il dolore in quelle parole era palpabile e straziante.

 

Buffy, non potè non avvertirlo, si accostò teneramente a lui e con una mano gli accarezzo dolcemente il volto, come aveva fatto quasi un anno prima. Questa volta gli occhi di lui rimasero ostinatamente abbassati, c’era una verità che non poteva rivelarle. Una verità che lei in realtà conosceva, anche troppo bene.

 

<< Shhh…va tutto bene. Perdonami se sono stata dura…avrei voluto che fossi tu a dirmelo…ma ora capisco che sbagliavo…avevi paura non è così? Avevi paura che ti avrei respinto…perché avevi perso la tua anima. >> cercò di dirgli il più dolcemente possibile.

 

Lui rimase annichilito da quella affermazione, la sua paura più grande si era appena avverata, lei sapeva. << Cosa? >> esclamò con voce soffocata. Ancora una volta si staccò da lei e le volse le spalle, temendo di vedere di nuovo quell’espressione di disgusto sul suo volto. Il cuore che non batteva gli stava facendo un male cane, se continuava così andava a finire che sarebbe stato il primo vampiro a morire d’infarto. Cercando di ritrovare la calma, tirò due lunghi respiri, anche se non ne aveva bisogno quella semplice operazione gli fu d’aiuto.

 

<< E così lo hai scoperto…me lo aspettavo…ecco perché non sono venuto da te…sapevo che non sarei mai riuscito ad ingannarti. >> nella sua voce c’era un dolore sordo, quasi tangibile, mentre continuava a girarle la schiena per paura di quello che avrebbe potuto vedere.

 

Lei, però lo aggirò, ponendosi di nuovo di fronte a lui, poi con una mano gli sollevò il volto in modo da potergli guardare gli occhi. << Hai ragione…non saresti mai stato capace d’ingannarmi e sai perché? Per due buone ragioni…la prima è perché ormai ti conosco come le mie tasche…so che non saresti mai capace di mentirmi. La seconda è invece più pratica…io lo sapevo, ho sempre saputo tutto quello che ti stava accadendo. >> la sua voce dolce era tesa a lenire le sue ferite, così come lo sguardo così pieno di fiducia. Solo nell’ultimo periodo che avevano passato insieme lo aveva guardato in quel modo.

 

<< Maledizione Buffy! Non guardarmi così…non capisci che ora le cose sono cambiate…sono tornato ad essere l’orrendo mostro senz’anima che ti ha ferito. >>  gridò quasi Spike, le sue parole erano strazianti e mostravano apertamente il dolore di cui erano impregnate.

 

Buffy scosse la testa decisa udendolo. << Non è vero! Tu non sei così! Ci ho messo tanto per capirlo…ma ora so che non è così! Tu avevi iniziato a cambiare prima ancora di decidere di andare a riprenderti l’anima, sono io la stupida, perché non ho saputo vedere…capire…quello che è successo non è stata solo colpa tua….ma mia. Ti ho portato al limite…neanche un essere umano sarebbe riuscito a resistere in quella situazione. Ci siamo fatti male a vicenda…per troppo tempo…sai che ti ho perdonato per quello. Ma ora sono io ad avere bisogno del tuo perdono, perché ho finalmente compreso che persona meravigliosa sei. Mentre io mi crogiolavo nell’autocompassione, tu sei riuscito a trovare la forza per cambiare le cose. Hai continuato a lottare per quello in cui credevi e ti sei dimostrato molto più forte di me. >> 

 

Le sue parole erano come un balsamo per le sue ferite, mai avrebbe immaginato di poterle sentire. Il dolore dentro di lui stava iniziando a sciogliersi, come neve al sole. Ma la rabbia rimaneva, vi si aggrappò come ad uno scoglio. << Ti stai sbagliando! Io non sono così…odio doverlo ammettere…ma in tutta la mia vita io sono stato solo un perdente. Ed ora sono stanco…stanco di farmi in quattro per ottenere qualcosa…stanco di…accontentarmi di poche briciole. La vuoi sapere la vera ragione per cui non sono venuto da te? Non c’entrano ragioni nobili…è solo che non riuscivo più a resistere…starti accanto…senza averti…era come un veleno…che mi stava uccidendo. >> la rabbia presente nella sua voce era tangibile, rabbia verso sé stesso, verso di lei, verso il mondo.

 

Gli occhi di lei si strinsero mentre lo ascoltava, un tempo avrebbe preso quella rabbia e fatta sua, per poi riversargliela nuovamente, triplicata. Ma ora tutto era diverso, lei era diversa. Ora riusciva a vedere le ferite che si celavano dietro il suo sfogo. Ferite che lei, in buona parte, gli aveva inferto. Tirò quindi un sospiro per calmarsi e con voce pacata gli chiese: << Ti penti di esserti innamorato di me? Vorresti non esserlo più? >>.

 

Attese la risposta con un filo d’angoscia, nonostante la sicurezza interiore da poco raggiunta, il sospetto serpeggiò nel suo cuore. Non dovette attendere molto. Sbarrando gli occhi lui rispose a precipizio e istintivamente.

 

<< NO! Mio Dio…questo no! Mai! Amarti…penso sia stata l’unica cosa…giusta…che ho fatto nella mia maledetta vita. Per quanto dolore…pena…mi abbia procurato…non c’è stato giorno, ora, minuto o istante in cui lo abbia rimpianto. Odiato forse…ma pentito mai. Perché tu sei stata la sola…a parte mia madre…a vedere l’uomo che si nascondeva in me…a dispetto del fallito e del mostro che sono. >> proruppe, come un vulcano.

 

Già una volta le aveva rivolto parole simili, poco prima d’incontrare Glory. Resa più forte da quelle affermazioni, sgorgate dal suo cuore come una limpida sorgente, lei si fece coraggio e gli pose un’altra domanda. Doveva sapere. << Allora forse rimpiangi di esserti sacrificato? >> gli chiese, trattenendo il respiro.

 

Ancora una volta la risposta non si fece attendere. << Bloody Hell! Ma sei impazzita? Certo che no. Quello è stato il mio momento di gloria. Sapere che tu e Dawn eravate sane e salve…grazie a me…che per una volta ero riuscito nel mio intento…che non avevo fallito…è stata la realizzazione dei miei sogni…avere finalmente mantenuto la promessa che ti feci tanto tempo fa…è stata l’unica cosa che è riuscita a darmi la forza di andare avanti. >>

 

Ancora una volta la memoria di Buffy corse ai momenti più duri della sua vita. Ricordò di come lui le avesse raccontato dei suoi sogni, di come in essi la salvava. Com’era stata stupida a quel tempo, stupida e persa dentro di sé. Ma ora finalmente capiva, sperava solo di essere in tempo per rimediare agli errori commessi. Commossa oltre ogni limite, sentì i suoi occhi riempirsi di lacrime, non per sé stessa, ma per la persona splendida che aveva davanti.

 

Fraintendendo le sue emozioni, lui le asciugò con una mano le lacrime che avevano preso a scendere sul suo volto. << Sono un’idiota. Ti prego non piangere…non posso sopportare…di vederti piangere…scusami io non volevo…sono un maledetto idiota. Non avrei dovuto farti ricordare queste cose. Facciamo così…ora tiri fuori un bel paletto appuntito e me lo cacci nel cuore. >>

 

Tipico di Spike, risolvere le situazioni delicate con battute pungenti. Gettandosi fra le sue braccia e nascondendo il volto nel suo petto Buffy si trovò a ridacchiare. << Spiacente…non ho paletti. >> sussurrò fra le pieghe del suo spolverino.

 

<< Oh beh…se credi…potrei prestartelo io…dovrei averne uno in tasca. >> propose Spike, che già si sentiva di nuovo inebriato dal suo profumo.

 

Tirando su la testa per guardarlo negli occhi, Buffy, sorridendo ma decisa gli rispose: << NIENTE PALETTI! Questo non dovrà mai più succedere…non fra di noi. >> Poi riadagiò la testa sul suo petto e lo strinse forte a sé. Voleva comunicargli con i gesti quello che non era riuscita a fargli comprendere con le parole. Con un sospiro di rassegnazione, lui si vide costretto alla resa. Le sue braccia si mossero per avvolgerla in un tenero abbraccio.

 

 

 

Capitolo 3

 

 

Buffy e Spike, erano rimasti così in silenzio, per alcuni istanti, poi la voce di lei si fece di nuovo sentire. << Cosa hai provato….quando hai capito di non avere più l’anima? >>

 

Lui si sentì gelare, ma non interruppe l’abbraccio. Lei comprese il suo turbamento e cercò di spiegarsi meglio.

 

<< Ti prego non pensare che la mia sia una semplice e crudele curiosità. Il fatto è che avrei tanto voluto essere lì in quel momento…per aiutarti…non ho potuto farlo allora…ma adesso se me ne parlerai…forse riuscirò a…non so neppure io a fare cosa…ma sento che te lo devo. >> gli disse, con voce tremante di emozione.

 

<< Tu non mi devi niente piccola. Semmai sono io a doverti qualcosa. Vuoi la verità, tutta la verità? Forse è meglio così…almeno finalmente capirai. La vuoi sapere una cosa buffa? Per molto tempo ne sono stato all’oscuro. Fintanto che sono stato un dannato fantasma, l’idea non mi ha nemmeno sfiorato. >> le rispose, Spike facendo una smorfia.

 

Lei cercò di interromperlo, ma lui non le permise di farlo. Ormai era partito, pronto a tirare fuori tutto lo schifo che aveva tenuto dentro di sé per tutti quei mesi.

 

<< Mai…neppure per un istante ho percepito di esserne privo…e sì che gli indizi c’erano tutti. L’unica cosa che posso dire a mia discolpa è che neanche gli altri ci sono arrivati. Nemmeno Fred. Lei era una scienziata…avrebbe dovuto capire…ero un fantasma ma non c’erano tracce di ectoplasma. E da che mondo è mondo non può esserci fantasma senza ectoplasma…ma lei non c’è arrivata. Forse sarà stato perché mi aveva preso in simpatia, si fidava di me, e io per quanto ne sapevo credevo di averla un’anima, non avevo idea che fosse andata distrutta…bruciata insieme a me, grazie a quel maledetto medaglione. Poi qualcuno ha deciso di farmi tornare corporeo, è arrivato un pacco…simile a quello che era arrivato tempo prima, che aveva contenuto il maledetto gingillo da cui ero uscito. Solo che questa volta era indirizzato a me, non appena Harmony lo ha aperto…c’è stato come un lampo di luce. Lì per lì non ho capito di essere tornato corporeo, tanto che mi sono trovato a sbattere il naso contro la porta di Angel, finendo spalmato a terra. >> le ultime parole erano state pronunciate con evidente disgusto.

 

Lei fece un risolino divertito immaginandosi la scena. Lo sguardo scocciato che lui le rivolse la fece però smettere. << Scusa! Continua ti prego. >> disse, anche se il suo sguardo diceva a lui che dentro di sé lei stava ancora ridendo.

 

Ora veniva la parte più difficile, stringendo i denti per farsi forza lui riprese il racconto. Temeva la sua reazione.

 

<< Ero ancora confuso, sinceramente all’anima non ci pensavo di certo. Tornare corporeo mi aveva elettrizzato…mi sentivo da dio. La prima cosa che ho fatto è stato toccarmi e poi toccare Angel che era accorso a seguito della botta. Se ci ripenso mi vengono ancora i brividi…ho messo le mani addosso al tenero orsacchiotto. Dio che schifo! Poi mi sono avventato sulla tazza di sangue che teneva in mano….me la sono sparata tutta. Ero come impazzito…un attimo dopo mi ritrovavo a fare il filo ad Harmony. >>.

 

Sentì il corpo di Buffy che si irrigidiva, bene, la voglia di ridere le era passata. Stranamente però non accennò a distaccarsi da lui. Forse fra poco però lo avrebbe fatto. Ancora una volta strinse i denti, doveva andare fino in fondo, in modo che capisse che razza di animale era.

 

<< Lei è stata felice di starci. Poco dopo eravamo entrambi in un ufficio che avevo requisito al suo legittimo proprietario. E la stavo fottendo. >> disse, con un tono di voce tagliente come un rasoio.

 

Buffy era sempre rigida, ma continuava a tenerlo abbracciato. Spike non capiva più niente, possibile che neanche questo servisse? Non potendo fare altro andò avanti.

 

<< Improvvisamente però lei è come impazzita. I suoi occhi sono diventati rossi e ha cercato di aggredirmi. Si è lamentata del fatto che io la stavo solo usando, perché la verità era che amavo te, ed eri tu che veramente volevo, non lei. Non sapendo cosa fare prima ho cercato di calmarla, ma visto che non serviva, mi sono trovato costretto a sbatterla contro un muro, facendola svenire. Nel frattempo alla W&H tutto stava andando a rotoli. Harmony non era un caso isolato, in molti stavano impazzendo, così come tutti gli strumenti elettronici. Eve ha spiegato a me ed a Angel che la causa era il mio ritorno alla corporeità, per qualche strana ragione che sinceramente non ho capito, il fatto che esistessero due campioni, quali io e mister simpatia, stava mandando a catafascio la nostra dimensione. E’ stato allora che ho sentito parlare per la prima volta della profezia dello Shanshu. Wess non c’era quindi siamo stati costretti ad andare da un tizio, che poi si è rivelato essere un imbroglione, che ci ha sparato una balla grossa come una casa. Secondo lui esisteva un calice detto dell’eterno tormento, dal quale il vero campione avrebbe dovuto bere. Non ci ho pensato più di tanto, mi sono diretto dove diceva doveva essere, con Angel alle costole. Quando entrambi siamo arrivati lì ci siamo battuti…e per una volta ho vinto io! Sai per poco non lo impalettato. Non so cosa mi abbia trattenuto dal farlo, in quel momento pensavo fosse a causa dell’anima, e poi avevo pensato a te…sapevo non avresti approvato…così mi sono limitato a ferirlo ad una spalla. Ho preso quel fottuto calice e stavo per bere quando il tuo vampiro preferito si è messo a farmi la predica…non è servita a molto…ho bevuto. E non è successo niente! Non so neppure io cosa mi aspettassi…ma di certo non di bere della rugiada di montagna. Ho capito in quel momento che era stata tutta una beffa. La mia sola soddisfazione è stata che non ero stato il solo a caderci. Anche Angel lo aveva fatto e ne era uscito con le corna rotte. Siamo tornati all’ufficio per scoprire che l’impostore era sparito. Tutto però sembrava essere tornato normale. Finalmente ero libero, di nuovo corporeo…potevo venire da te…ed è stato allora che ho incominciato a capire…a vedere. Mi sono rivisto…con disgusto…mentre scopavo Harmony…aspettavo quasi con sollievo di sentire la mia anima bruciare dentro di me dal rimorso…invece niente! Dentro di me tutto era freddo…gelido…come prima della scintilla. Ero turbato sì, ma non come avrei dovuto. E’ stato come se il cielo fosse caduto sulla mia testa…la consapevolezza di essere tornato ad essere solo un animale…dire che è stato orribile è stato poco. Tanto che mi sono chiesto se veramente avevo bevuto dal calice dell’eterno tormento…ma sapevo che non era così. Le implicazioni della cosa mi hanno sconvolto…non solo potevo dire addio alla possibilità di tornare umano….ma soprattutto dovevo dire addio a te. Ho cercato di annegare il dolore nell’alcol, ma a parte un feroce mal di testa non è servito a niente. Dovevo prendere delle decisioni…e non è stato facile. Poi ho ripensato ai discorsi di Eve, non capivo perché li avesse fatti, lei doveva sapere che io non ero più un campione. Non ho sottovalutato il potere dei Senior Partners neppure per un secondo…e lei era il loro portavoce. Ci ho visto del marcio…per qualche strana ragione, loro volevano che gli altri credessero che io avevo ancora l’anima. L’unica cosa che potevo fare era continuare a tenergli il gioco, per avere il tempo di scoprire il loro scopo. Così ho continuato a mentire, con tutti, facendo credere di avere ancora l’anima. Gran bel casino ho combinato, forse se non avessi taciuto…tutto questo non sarebbe successo. Anche se…devo ammettere…che ho agito anche per me stesso. Mi piaceva dare il tormento al vecchio peaches, ma soprattutto mi piaceva la fiducia che gli altri ora riponevano in me. >> alla fine del lungo monologo, Spike stava quasi ansimando.

 

Nonostante la battuta sul suo gran-sire, l’amarezza presente nella sua voce era chiara. Le lacrime che a lungo aveva cercato di trattenere ora scorrevano veloci sul suo volto.

 

Buffy vedendole non poté resistere e prese ad asciugargliele dolcemente con le labbra. Baci leggeri, come ali di farfalla che si posavano lievi sui lineamenti spigolosi di Spike, tesi a mitigare il suo tormento.

 

Lui non seppe resistere, nonostante l’inferno che ancora aveva dentro, permise a sé stesso di accettare quei gesti consolatori. Almeno per qualche istante poteva illudersi. Poco a poco però una vocina dentro di lui prese a dirgli, questo non è amore ma pietà, pietà, pietà, pietà. Allora la allontanò da se e stringendola per le braccia prese a scuoterla.

 

<< Maledizione Buffy! Come puoi provare ancora pietà per me…dopo tutto quello che ti ho raccontato. Io non merito niente…soprattutto da te. >>

 

Lo comprese all’istante, l’aveva fatta incazzare. Gli occhi di lei sembravano fuoco mentre lo sbatteva con forza contro il muro alle sue spalle. Poi lo inchiodò sul posto, tenendolo fermo, le mani serrate sulle sue spalle.

 

<< Hai ragione. Sei un maledetto idiota. Perché solo un idiota non avrebbe capito che quello che provo per te non è pietà!. E’ AMORE! Ed ora non venirmi a dire che non è vero. Una volta ci sono passata sopra…ma se ti azzardi a ripeterlo ti meno. Quindi apri bene le tue super-orecchie da vampiro e fai in modo che arrivi tutto al cervello perché altrimenti sono guai. IO TI AMO! Non mi importa un accidente se sei un vampiro con o senza anima…che tra l’altro non è affatto andata distrutta… >> gli gridò decisa.

 

<< Come? >> chiese sbalordito Spike, poi vedendo il piglio duro di lei disse << Scusa… >>

 

Buffy continuò a gridare come se non fosse stata interrotta. << ….non me ne frega niente se diventerai o no umano…anche se questa possibilità esiste. Io ti amo! Amo tutto di te…perché tu sei riuscito a cambiare per me. Ed io amo quello che sei riuscito a diventare, nessuno mai aveva fatto tanto per meritarsi il mio amore. Mi sei stato vicino nei momenti difficili…hai protetto le persone che mi erano care…mi hai riportato alla vita quando credevo solo di voler morire…mi hai sostenuta quando pensavo di essere rimasta sola…mi hai donato così tanta forza da permettermi di sconfiggere i miei nemici…mi sei stato accanto nella battaglia e ti sei sacrificato per me…non mi hai mai abbandonato……Io spero solo di essere degna di tanto amore…quindi vedi di fartelo entrare in quella tua testaccia dura…IO TI AMO! >>. Le ultime parole erano uscite fuori quasi singhiozzanti.

 

A Spike aveva preso a girare la testa, o forse era il mondo che stava girando. Le parole di lei continuavano a roteargli nella mente, rimbalzando come palline impazzite. Quelle tre deliziose parole. Poco a poco ne assaporava il senso e la gioia che ne traeva era indescrivibile. I lunghi anni di dolore e tormento erano finiti e maledizione ne era valsa la pena. Come un assetato in un deserto si getta in un’oasi, lui si gettò sulle sue labbra. Quella era pura estasi, gli sembrava quasi di sentire le campane suonare, gli uccellini cinguettare, un coro di angeli impazziti, non mancava neppure la banda di settantasei tromboni. Lei aveva finalmente fatto la sua scelta e aveva scelto lui.

 

Tutto finì però, deludendolo, poco dopo. Lei che in un primo momento si era lasciata andare a quel bacio mozzafiato, si tirò seppur gentilmente indietro. Per un attimo lui temette di essersi sognato tutto, ma le sue parole lo tranquillizzarono. << Non c’è niente che mi piacerebbe fare di più che continuare a baciarti…ma ora non c’è tempo…manca poco prima che la barriera cada e ci sono ancora molte cose che devo dirti. >>

 

Assicuratasi di avere la sua attenzione continuò, non prima di avergli fatto però uno strano sorrisetto. << Prima però voglio mettere in chiaro una cosa. Voglio la tua parola che non appena avremo messo fine a questa apocalisse…tu mi sposerai. >>

 

Oddio un’altra volta campane, uccellini, angeli e tromboni. Per un attimo lui ebbe la tentazione di gridare di fare silenzio. Lo trattenne solo l’idea di fare una figura da scemo. << Co…Cosa…?!? >>

 

<< E sia ben chiaro questa non è una proposta ma un ordine. >> La tipa faceva sul serio.

 

Lui intanto stava annaspando, gli sembrava di non avere più fiato e che il cuore stesse impazzendo. “Fantastico, sono il primo vampiro che può morire asfissiato, d’infarto e di felicità. Roba da non credere.”  pensò. Cercando di mandare giù quel poco di saliva che gli rimaneva nella bocca asciutta, deglutì più volte, prima di riuscire a spiccicare parola.

 

<< Hai…hai la mia parola…hai tutto di me maledizione! >> gran bella dichiarazione, decisamente romantica.

 

Lei per fortuna non sembrò badarci, anzi i suoi occhi si illuminarono di un’incontenibile felicità. << Bene! Guai a te se non ci tieni fede. Ora passiamo oltre. >> disse  lei, pratica.

 

<< Scusami honey…ma se non sbaglio ci siamo appena fidanzati. Beh…ecco…di solito…questo presuppone…di solito in questi casi….ci si dovrebbe baciare. >> a quanto pare, Spike, si stava riprendendo.

 

<< Giù le mani Spike! Il bacio può aspettare…la tua anima no. >> disse lei cercando di staccarsi da un abbraccio stile piovra.

 

L’accenno all’anima lo fece tornare con i piedi per terra, in effetti poco prima aveva avuto la sensazione di librarsi. << La mia anima? Che intendi? >>

 

<< Come ti ho detto prima, non è affatto andata distrutta. Non chiedermi come sia successo…fatto sta che nel momento in cui le nostre mani si sono unite, lì nella bocca dell’inferno…lei…insomma la tua anima…è entrata dentro di me. >> rivelò lei con un candore incredibile.

 

 

Capitolo 4

 

 

La tua anima è entrata dentro di me

 

A Spike girò la testa a quell’affermazione, l’implicazione di quelle parole era incredibile. Non solo la sua anima esisteva ancora, ma ora era dentro la donna che amava con tutto sé stesso. << Cosa…come… >> chiese senza fiato.

 

<< Non lo so….è un mistero. Neppure Willow con le sue ricerche in altre dimensioni, è riuscita a trovare una risposta. Se vuoi saperlo io ho interpretato la cosa, come un modo da parte tua di non lasciarmi. Come se sentendo arrivare la fine…tu avessi cercato di donarmi la parte migliore di te. Ed è stato grazie al tuo dono se finalmente ho iniziato a capire tante cose. A me piace pensarla così… >>  disse Buffy, un po’ emozionata, mentre tuffava il viso nel suo spolverino.

 

Dio come è tenera in questo momento, pensò Spike. << Dici bene passerotto. Sai…se ci penso bene…credo proprio di averlo desiderato con tutte le mie forze. Non so se veramente è andata così, ma…Bloody Hell…è meraviglioso pensare che lo sia. E così…per tutto questo tempo la mia anima è stata al calduccio e alla luce dentro il tuo delizioso corpicino…mi viene da credere che Dio esista veramente. >>

 

Mai tali parole furono pronunciate con tanta emozione. Entrambi ne furono sommersi. Il tempo era però un cattivo tiranno.

 

<< Ora ascoltami…ho una domanda da farti…ma prima voglio mettere in chiaro che la tua risposta, non cambierà di una virgola i sentimenti che provo per te, né quello che ti ho detto…sono stata chiara? >> disse ancora Buffy, rialzando la testa e guardandolo,  il cenno di assenso che ebbe come risposta la invitò a proseguire. << La rivuoi…la tua anima intendo…la rivuoi? Perché io posso restituirtela. >>

 

<< Lo sai riccioli d’oro…in questo momento sono così felice…che non ne sento proprio la mancanza…eppure al tempo stesso c’è una voce dentro di me che grida…SI! SI! SI!….e credo proprio che l’ascolterò. Perché a me non basta amarti così come sono…io voglio amarti anche con tutta l’anima. >> gli occhi di Spike, erano diventati quasi trasparenti mentre pronunciava queste parole.

 

Decisamente commossa, lei si ritrovò ancora una volta con gli occhi lucidi, di felicità questa volta. << Accidenti a te Spike. Non so come fai ma mi freghi sempre…sei l’uomo, il vampiro o non morto più romantico che abbia mai conosciuto. >> rise fra mezzo alle lacrime.

 

<< E non scordarti il più Sexy baby. >> disse lui con il suo solito sorriso scanzonato.

 

Come al solito lei rispose con un pugno sulla sua spalla, tirato delicatamente però. << Ok! Bando alle ciance….scegli, in che modo vuoi riavere la tua anima, vuoi il metodo dolce…o quello dolce? >> gli chiese con un sorriso impertinente.

 

<< Non sono certo di seguirti su questa curva love, ma se devo scegliere…meglio quello dolce. >> fece lui con fare pensoso.

 

<< Piantala stupido e baciami! >> disse lei mentre gli gettava le braccia al collo.

 

Lui non si fece attendere e si mise subito in azione. Non appena le loro labbra si toccarono però capì subito che quello non era un bacio come gli altri. Sentì come una forza entrare dentro di lui e il suo corpo si illuminò per qualche istante.

 

E di nuovo fu dolore, un dolore quasi piacevole, agognato. Inoltre le labbra di lei ancora sulle sue, mitigavano ogni sofferenza, era stato proprio un metodo dolce, decisamente diverso da quello provato la priva volta. Inoltre ora il peso sembrava essersi fatto più leggero, forse stare dentro Buffy per quasi un anno aveva fatto bene alla sua anima, di certo stava facendo bene a lui.

 

Lei però lo sentì irrigidirsi e si tirò indietro preoccupata. << Va tutto bene Spike? Ti senti male? >> gli chiese apprensiva.

 

<< Tranquilla passerotto…non andrò fuori  di testa come la volta scorsa. E poi tenerti qui…abbracciata a me…aiuta un casino. >> rispose Spike, ghignando.

 

Lei tranquillizzata, si strinse ancora di più a lui, posando la sua testa di nuovo sul suo petto, annusando il suo fantastico profumo. Lui invece immerse il volto nei capelli di lei e al tempo stesso li carezzava teneramente. Il peggio era passato.

 

<< Spike ci resta poco tempo…ma volevo farti presente che ora…hai la concreta possibilità di diventare umano. >> disse Buffy, tornando alla realtà dopo un paio di minuti.

 

<< Uhmm… >> mugolò Spike che era ancora preso dal suo bel sogno.

 

<< Beh adesso sei di nuovo un vampiro con l’anima…e visto che Angel ci ha rinunciato…sei anche il solo che possa concorrere al titolo di campione. >> gli spiegò Buffy, tranquillamente.

 

<< Di che stai parlando love? Come sarebbe a dire che il grande pirla ci ha rinunciato?!? >> chiese Spike teso, alzando interrogativamente un sopracciglio e allontanandola leggermente da sè.

 

<< Sono stati quelli del Circle, lo hanno obbligato a firmare con il suo sangue un patto in cui rinunciava a tornare umano. Era una sorta di rinuncia alla speranza. >> cercò di spiegargli lei.

 

<< Ma quello ha perso completamente il cervello. >> ruggì Spike. << Ecco come si spiega che continuava a dire che saremmo morti tutti. Aspetta solo che mi capiti a tiro, io quello lo massacro. Idiota maledetto! Ma ora spiegami gattina…tu come diavolo fai a sapere tutte queste cose? >> le chiese ancora, volendoci vedere chiaro una volta per tutte.

 

<< Da varie fonti…le  veggenti del consiglio, alcune cose che mi raccontava la tua anima…ed infine da Willow. Mentre era a giro per dimensioni varie, è per così dire inciampata negli spiriti degli oracoli. La maggior parte delle informazioni viene da loro. Ma ora ascoltami bene, ti dispiacerebbe aspettare a massacrare Angel a dopo la battaglia…voglio che tu non sprechi le tue forze con lui. Inoltre voglio che tu mi prometta di non fare pazzie…non voglio rischiare di perderti ora che ti ho ritrovato. E poi, se permetti, avrei da dire io due paroline al dannato piagnone. >> gli rispose Buffy, assumendo un espressione battagliera.

 

Ecco un altro bel cumulo di informazioni da mandare giù, mitigate dalla palese preoccupazione di lei per lui. L’ultime due paroline erano state però un vero shock. Da quando chiamava Angel dannato piagnone? Lo sguardo che le rivolse fu tutto un programma.

 

<< Beh che c’è? >> fece Buffy, arrossendo leggermente. << Non farci caso…effetti collaterali. Tenere la tua anima per un anno ha sortito degli effetti. Risultato…di tanto in tanto mi scappa un Bloody Hell, e altre paroline del genere. Gli altri ci si sono abituati…hanno detto che non tutto il male viene per nuocere, se è servito ad aprirmi gli occhi sul bellimbusto. E hanno ringraziato il cielo quando proprio grazie alla tua anima non sono caduta sotto l’effetto dell’Immortale. Era un po’ difficile cadere nelle sue grinfie, con la tua voce in testa che mi elencava tutti i suoi peggiori difetti. Certe volte dovevo trattenermi per non scoppiargli a ridere in faccia. Lui e le sue arie da seduttore. >> Era deliziosa con quel piglio che voleva assomigliare anche se vagamente al suo. Non resistette e la baciò.

 

Poco dopo sembravano avere entrambi il fiato corto.

 

<< Comunque sia…se sono riuscita a superare questo anno è stato solo grazie a te. Non è stato per niente facile dover aspettare…senza fare niente…di arrivare a questo momento. Con la consapevolezza inoltre che tu stavi soffrendo…ma non potevo fare altrimenti…restituirti l’anima prima del tempo era troppo rischioso. Potevi finire come Angel, o anche peggio…e non lo avrei sopportato. >> Buffy adesso, aveva una strana espressione sul volto, un misto di emozioni, amore, dolore, preoccupazione.

 

Baciandola dolcemente sul naso per rassicurarla, Spike le disse: << Una cosa è certa…piuttosto che fare un errore madornale come peaches,  mi sarei impalettato da solo. >> ghignando piano.

 

Funzionò, perché Buffy a quell’accennò sembrò ritrovare tutto il suo spirito combattivo. << Bravo…così ti avrei perso per sempre. >> gli disse, guardandolo torva.

 

<< Potevi sempre riportarmi in vita…tanto dubito che sarei finito in paradiso. E poi non esiste paradiso che tenga se tu non sei accanto a me. >> la rimbeccò Spike, facendole un sorriso da cardiopalma.

 

E Buffy si illanguidì nuovamente. Come al solito riusciva a spiazzarla. Nel mentre aveva finalmente smesso di piovere, fra le nuvole sparse, si potevano vedere spuntare alcune stelle. Sentendolo fremere fra le sue braccia lei gli chiese preoccupata:  << Sei certo che vada tutto bene? >>

 

<< E’ tutto ok love. Stavo solo…ascoltando la mia anima…sembra che anche lei abbia cambiato idea su di me…forse dopotutto non è l’inferno il luogo al quale sono destinato…soprattutto se tu continui a tenermi stretto a te. >> le bisbigliò fra i capelli Spike, che non si stancava di sentirne il meraviglioso profumo.

 

Buffy sorrise teneramente, adorava questo suo lato coccolone.

 

<< C’è anche Dawn là dentro? Mi piacerebbe vederla, chissà come è cresciuta. >> chiese Spike.

 

Il sorriso di Buffy si allargò ancora di più, le faceva piacere sapere che quel pazzo vampiro di cui si era innamorata, teneva anche alla sua sorellina. Quei due un tempo erano stati molto uniti. Ora però doveva deluderlo. << E’ diventata ancora più alta, se continua così fra poco tutti penseranno che è lei la sorella maggiore. Comunque mi spiace…lei sarebbe voluta venire…ma non potevo permetterlo. In Italia il sistema scolastico è diverso e lei si è ritrovata un anno avanti. Fra poco dovrà dare l’esame di maturità, non potevo permettere che perdesse giorni di scuola preziosi. >> gli disse con voce dispiaciuta.

 

<< Peccato…mi sarebbe piaciuto salutarla.  >> la delusione di Spike era evidente, anche se mentalmente rivedeva la scena in cui briciola lo minacciava di farlo arrosto, forse lei non sarebbe stata altrettanto felice d’incontrarlo.

 

Le parole di Buffy però lo tranquillizzarono. << Anche a lei sarebbe piaciuto, le sei mancato sai? Non hai idea di come ho dovuto combattere per farla restare a casa, non voleva sentire ragioni. >>

 

<< Pazienza…vorrà dire che mi accontenterò della piccoletta della famiglia Summers. >> disse lui, stringendola ancora di più a sé.

 

<< Ehi! Io non sono piccola…sono proporzionata. >> esclamò lei facendo il broncio.

 

Spike non resistette più, quando lei tirava in fuori il labbro in quel modo,  moriva dalla voglia di mangiarglielo di baci e lei sapeva benissimo che effetto gli faceva. E di nuovo furono sbaciucchiamenti a non finire, per fortuna questa volta non c’era Giles a chiedere loro di smettere. ( piccolo cenno a Something Blue)

 

Erano ancora teneramente abbracciati, quando udirono il portale riaprirsi. Dal varco ne uscirono varie cacciatrici, alcune delle quali riconoscendo Spike gli fecero un cenno di saluto, per poi dirigersi alle postazioni a loro assegnate.

 

Spike si rese conto che quello non era l’unico varco che si era aperto, guardandosi attorno ne vide almeno una dozzina e da tutti ne uscivano cacciatrici a bizzeffe. Le cose cominciavano a prospettarsi bene.

 

Poi fu la volta di Angel, Illyria e Gunn visibilmente rimesso a nuovo, di uscire. Erano seguiti a ruota da Giles e Willow.

 

Vedendo i due innamorati abbracciati, il vampiro moro strinse i pugni dalla rabbia. Per una volta dalla parte del vincitore, Spike si limitò a scrollare leggermente le spalle e lasciata libera Buffy, le si rivolse. << Se non sbaglio devi dire due paroline all’orsacchiottone dolce. >>

 

<< Sempre che non ti dispiaccia…sennò io… >> balbettò quasi Buffy, che non si era aspettata tanta magnanimità. In fondo la pungeva il fatto che lui non si dimostrasse più geloso e…le pungeva ancora di più doversi separare da lui.

 

<< Tranquilla amore…è tutto ok. >> le disse Spike, facendole una carezza sul volto, mentre le sorrideva sereno. Incredibile quanto potesse fare la fiducia e l’amore reciproco.

 

Rasserenata, lei si avviò verso il vampiro, non prima però di averlo sfiorato con un bacio.

 

Mentre Spike guardava i due che si allontanavano di alcuni passi per parlare, Willow gli si accostò. << Dammi un pizzicotto perché a questa non ci credo! Buffy sta parlando con Angel e tu te ne stai qui tutto tranquillo. >> esclamò, esagerando leggermente nel dimostrare stupore.

 

<< Se per caso non te ne fossi accorta, Buffy è una donna non una ragazzina. Una donna decisa che sa quello che vuole…e io non mi sognerei mai di interferire nelle sue decisioni…anche perché non sono in grado di negarle niente. >> rispose un po’ sgarbatamente Spike, che in fondo dentro di se la punta della gelosia la sentiva eccome.

 

Willow si diede mentalmente della scema. In effetti sapeva che mai da quando si era innamorato, il vampiro biondo, si era opposto al volere della sua amica. Ci litigava, discuteva, faceva a botte, ma la lasciava libera di fare le sue scelte. L’unica volta che era stato sul punto di sopraffarla, se ne era poi scappato pentito in Africa, per riprendersi l’anima. Al contrario di Angel che invece in più di una occasione l’aveva privata della facoltà di decidere.

 

Forse era meglio cambiare discorso… << A proposito…Xander ti ringrazia dell’interessamento. Roba da non credere…si è persino commosso. Voleva venire fuori a salutarti ma aveva paura di interrompere il colloquio con Buffy. Ora si sta dando arie da comandante visto che Giles lo ha nominato capo dell’infermeria. Dovresti vederlo tutto tronfio e gasato mentre da ordini a medici e infermieri, lui che non ha neppure fatto l’università. >> disse ridendo la strega, mentre scrollava la testa.

 

Spike con poté fare a meno di accodarsi, era bello poter ridere di certe piccole cose. << Senti rossa…tornando seri…non è che hai fatto un incantesimo su Buffy? >> chiese però dopo qualche secondo, tornando serio.

 

Presa in contropiede lei farfugliò. << No…nessun incantesimo, perché? >>

 

<< O questo, oppure sono finito in una dannata dimensione parallela. >> spiattellò Spike, scuotendo la testa, come per schiarirsela.

 

Ora la strega era veramente sbalordita. << Cosa te lo fa pensare? >>

 

<< Non che mi lamenti…ma è tutto troppo strano. Tu che stai qui…a ridere con me, Xander che si commuove per qualcosa che ho detto, Rupert che sembra dimostrarmi stima e fiducia…e per finire Buffy… >> disse Spike, pensieroso.

 

Saltando la prima parte, Willow decise che forse era meglio chiedere spiegazioni per l’ultima. << Perché…cosa ha fatto Buffy? >>

 

<< Mihachiestodisposarla! >> disse lui, tutto d’un fiato.

 

<< Cosa? >> chiese Willow che non aveva capito un accidente.

 

Sbuffando lui cercò calmarsi e parlare più lentamente. << Ecco lei…mi ha detto che mi ama e mi ha chiesto, o più precisamente ordinato…insomma vuole che la sposi. >> se fosse stato possibile ora sarebbe stato tutto rosso. Il suo imbarazzo non era per questo meno evidente, tanto che si fissava impacciato le punte dei piedi. E lo divenne di più quando vide, o meglio sentì, che Willow era scoppiata a ridere come una pazza.

 

<< Ha ha,  rossa. Ha ha. Se fossi in me non avresti tanto da ridere. Se per caso te ne fossi scordata, tu hai un precedente…ti ricorda niente Giles cieco, Xander calamita per demoni e io e la cacciatrice innamorati persi in procinto di sposarci? >> disse scontroso lui, facendo quasi il broncio. (Sempre Something Blue).

 

Tenendosi la pancia per il gran ridere e asciugandosi gli occhi, la strega cercò di riacquistare il controllo. Lui sembrava veramente preoccupato, forse era meglio rispondergli. << Ehmmm…oddio fammi riprendere fiato…ti prego non arrabbiarti…è solo che…capisco che per te sia tutto nuovo e strano, ma io sapevo già tutto…tutti noi conoscevamo da tempo i sentimenti di Buffy per te. Sapevamo anche dei suoi propositi matrimoniali…pensa che ha già gli inviti…aspettava a farli stampare. Tutto questo è reale, la magia non c’entra…se mi sono messa a ridere è stato solo perché non mi aspettavo che facesse sul serio quando ha detto che intendeva ordinarti di sposarla. Pensavo che te lo avrebbe chiesto…invece quella matta… >> e giù di nuovo risate.

 

<< Ho capito. >> ululò lui << Se non è la magia, allora sono proprio finito in una dimensione parallela. >> voleva fare il duro, ma vedere Willow così ilare lo faceva stare bene così si unì a lei.

 

Giles che stava ancora parlando con Illyria, vedendo la strega così divertita si distrasse e curioso si avvicinò a loro a lunghi passi. << Siete senza speranza…il mondo potrebbe finire oggi e voi vi sganasciate dalle risate. Si può sapere perlomeno qual è il motivo? >>

 

Lottando per riprendere il fiato Willow, bofonchiò: << Lo…lo ha fatto…davvero. Gli ha veramente…ordinato…di…sposarla. >>

 

Il volto dell’osservatore passò dal serio al faceto. Cercò di trattenersi, tanto per darsi un contegno ma fallì miseramente. Dopo poco rideva come un matto anche lui.

 

<< Chi è che sta per sposarsi? >> chiese tranquilla e imperturbabile la demone, che si era a sua volta avvicinata ed aveva sentito.

 

Fra le risa e i singulti, Spike riuscì ad alzare una mano e a dichiarare: << Io! >>

 

<< Felicitazioni. Chi è la sfortunata? >> chiese Illyria con un inaspettata ironia.

 

Cercando di riacquistare il controllo, lui indicò nella direzione di Buffy. << Lei. >>

 

Illyria studiò apertamente il nuovo volto. << Non saprei…non mi sembra molto forte…ha un’aria così delicata che ti fa venire voglia di spezzala. >> tipico ragionamento da dio demone.

 

<< Se fossi in te cocca non ci scommetterei. Forse non ci crederai…ma i suoi pugni fanno più male dei tuoi. >> disse il vampiro cercando di difendere la sua donna.

 

Illyria guardò di nuovo la biondina, ma ora c’era una vena di rispetto nei suoi occhi. Si fidava di quello che Spike le diceva. Senza contare che gli giunse alla mente un ricordo che apparteneva a Fred. Qualcosa le diceva che quella ragazzetta era in realtà qualcuno di speciale. La cacciatrice.

 

Quella vera.

 

La prescelta.

 

La donna, che sia Spike che Angel amavano.

 

<< Oh! >> “problemi in vista”, si disse, vedendo che stava parlando proprio con quest’ultimo, anche se parlare non era esatto…gli altri sembrarono della sua stessa opinione.

 

 

Capitolo 5

 

 

Lo sguardo di tutti  era corso alla cacciatrice, impegnata in quel momento in una discussione con il vampiro moro. Non doveva essere una discussione piacevole, si vedeva che erano entrambi alterati. Buffy aveva un diavolo per capello e ad Angel mancava poco che uscisse del fumo dagli orecchi.

 

Ad un certo punto, il vampiro afferrò in modo non certo gentile un braccio di lei. Istintivamente Giles fece un passo avanti per raggiungere i due, non poteva permettere che qualcuno mancasse di rispetto alla sua prescelta. Fu la mano di Spike a trattenerlo. Scotendo la testa gli fece cenno di non intervenire.

 

<< Spike, lasciami, non posso permettere che la tratti così. E non capisco come possa permetterlo tu. >> esclamò Giles, cercando di scrollarsi la mano di dosso.

 

<< Calma…lo sai che se fosse per me gli sarei saltato subito alla gola. Ma qui si tratta di Buffy…lo sai che lei odia che qualcuno si intrometta nelle sue battaglie. >> Spike la voce della ragione.

 

L’osservatore scrutò attentamente il biondo vampiro davanti a lui, sentiva la sua mano sul braccio fremere. Non mentiva quando asseriva che sarebbe stato felice di saltare addosso ad Angel, ma incredibilmente riusciva a mantenersi lucido. << Sembri conoscerla veramente a fondo…non è così? >> gli chiese.

 

Facendo spallucce e un po’ imbarazzato lui rispose. << Pratica…Rupert…ho passato anni a osservarla…ormai ne conosco tutte le sfaccettature. E l’esperienza mi dice che se Angel continua a fare il cretino, si ritroverà presto impalettato. >>

 

Infatti come volevasi dimostrare, Buffy dopo essersi liberata di scatto, colpì con forza Angel al volto, facendolo volare per qualche metro.

 

<< A già…dimenticavo…non ha il paletto. Rupert perché non glielo porti? >> disse tirando fuori dalla tasca l’oggetto incriminato e tendendolo all’osservatore con sguardo birichino.

 

Dire che Giles non fu tentato sarebbe stato mentire, non aveva una buona opinione di Angel da quando dopo avere perso l’anima, aveva ucciso Jenny Calendar. Ma il vampiro poteva essere utile nella battaglia. Solo questo lo trattenne dall’afferrare il paletto e piantarglielo di persona nel petto.

 

Inoltre Buffy stava cavandosela egregiamente, dopo avere tirato su Angel da terra lo teneva sollevato per il collo e continuava a gridargli in faccia verità che lui non sembrava gradire. Spintolo poi di nuovo lontano gli voltò le spalle e raggiunse i suoi amici.

 

Era palesemente ancora arrabbiata, e non mancò di sfogarsi con loro. << Ma dove avevo la testa, dico io! Per anni sono stata persa dietro quel…arrogante, ipocrita, maligno, saccente e eterno depresso testa di…che diavolo ci fai tu con quel paletto? >> aveva visto il paletto in mano a Spike.

 

Colto in fallo lui ebbe la tentazione di nasconderlo, ma gasato dal modo in cui lei aveva definito il suo gran-sire, optò per una risposta sagace. << Lo avevo tirato fuori nel caso ne avessi avuto bisogno passerotto. >> disse indicando con lo sguardo Angel, che non si curava di nascondere un broncio lungo un chilometro.

 

<< Oh! >> esclamò lei lusingata << Ora però mettilo via…niente paletti fra di noi…pensavo di essere stata chiara. >>

 

Fiuuuu…l’aveva scampata. Affrettandosi ad obbedire, lo ripose di nuovo al sicuro nella tasca. In quel momento però realizzò che al contrario degli altri lei era disarmata. << Scusa Honey…ma pensi di affrontare quei demoni a mani nude? >> le chiese.

 

Buffy invece di rispondere guardò interrogativamente Giles. L’osservatore preso in castagna balbettò: << Scu…scusa…con tutto quello che sta succedendo…ho dimenticato la falce dentro…vado subito a prendertela. >> Partì come un razzo, deciso a rimediare al suo errore, lasciando da soli gli altri.

 

<< Tutto bene tesoro? >> chiese gentilmente Spike, mentre le carezzava i capelli. Non sottovalutava il suo precedente stato emozionale. Dietro la sua rabbia aveva visto del dolore e sperava di riuscire a lenirlo. Lei comprese le sue intenzioni e istintivamente si strinse a lui  per cercare conforto.

 

<< E’ stato orribile. Ha cominciato a tirare fuori un sacco di roba cattiva su di te…roba che sfortuna per lui conoscevo già. Non pensavo che potesse essere tanto meschino…e non era Angelus a parlare…era proprio lui Angel. Mi sono resa conto di non conoscerlo affatto…che forse la persona che una volta ho amato…non è mai esistita. >>

 

Scambiando uno sguardo con Willow, che decise che era meglio se si allontanava, Spike continuò a carezzargli la testa e la schiena. << Non è così, love…è solo che lui è un tipo molto complesso…quello che hai visto è solo il suo lato oscuro…fino ad ora  te lo aveva tenuto nascosto…perché ti ama…e non voleva rischiare di perderti. Ma esiste anche il suo lato buono…è di quello che ti sei innamorata…ed ora sono certo che si sta già pentendo di averti ferita. >>

 

Ancora una volta lui la stupiva, si sarebbe aspettata un’invettiva verso Angel, invece, ne stava quasi prendendo le difese. Questo le fece capire una volta di più, che persona fantastica era. C’erano solo un paio di paroline che le davano fastidio. << Ero! >>

 

<< Uhmm…? >>

 

<< Non sono…ero innamorata…ora è te che amo… >>

 

<< Già…e spero che duri per sempre. Senti...vuoi togliermi una curiosità? >> chiese Spike con un espressione pensierosa sul viso.

 

<< Spara. >> gli rispose Buffy alzando lo sguardo per scrutarlo curiosa.

 

<< Me la spieghi la storia dei biscotti? Quando siamo venuti in Italia, quel rincitrullito ha incominciato a vaneggiare di biscotti…che tu non eri cotta….non ci ho capito niente. Me lo spieghi per favore? >> chiese Spike con un sopracciglio sollevato guardandola perplesso.

 

Facendo un risolino al ricordo, lei si accinse a raccontargli gli eventi che avevano portato a quel discorso e spiegando il suo significato. Per un attimo temette una sua reazione negativa, non aveva dimenticato la sua espressione ferita quando le aveva detto di averla vista mentre baciava Angel. Mentre parlava intensificò quindi la stretta.

 

Ma ancora una volta lui la stupì. << Concludendo…ora pensi di esserlo…cotta intendo? >>

 

<< Decisamente sì! >> gli rispose Buffy facendogli un ampio sorriso.

 

Sorriso che Spike ricambiò all’istante. << Fantastico. Perché…non so se hai presente….il vampiro qui…..va decisamente matto per i biscotti. Ed ora ne pretendo un assaggio. >> così dicendo si abbassò velocemente impossessandosi delle sue labbra.

 

Il bacio che si scambiarono era inevitabile, ma  fu anche incredibilmente diverso dal solito. Buffy non aveva memoria di essere stata baciata da lui in modo tanto dolce. Staccando le sue labbra dalle sue, lui le sorrise altrettanto dolcemente.

 

Poi gli occhi di Spike, caddero accidentalmente sulla demone poco distante. << Honey…non è che ti scoccia se scambio due paroline con Illy? Non so…mi sembra turbata. >> le disse indicando con la testa in direzione di Illyria.

 

Seguendo il suo sguardo, anche lei osservò la demone, non le sembrò di vederci niente di strano, beh a parte il colore blu della sua pelle, ma se lo diceva lui sentiva che doveva essere così. Annuendo si distaccò dal suo abbraccio per permettergli di raggiungerla. Mentre lo guardava allontanarsi, si ritrovò a pensare di nuovo alla storia dei biscotti. Il suo discorso si era rivelato in un certo qual modo profetico.

 

<< Qualcosa non va? >> chiese  Spike alla demone quando la raggiunse.

 

<< Sono confusa….quell’umano prima…mi ha raccontato di come Wess lo aveva contattato. Aveva una cassetta…c’era la sua voce registrata… >> Anche se in apparenza non lo dimostrava, Spike comprese che Illyria ne era rimasta turbata.

 

<< Cosa diceva? >> chiese Spike riferendosi alla cassetta.

 

<< Raccontava di me, di noi….di quello che stava succedendo… >> rispose Illyria comprendendo il senso della sua domanda.

 

<< Ti ha fatto male…sentire la sua voce intendo? >> chiese ancora Spike scrutando la demone per comprenderne le emozioni.

 

<< Non lo so….è tutto così….confuso…io… >> balbettò quasi lei, scuotendo leggermente le braccia dal nervosismo per il non sapersi esprimere. Quella che stava provando era un’emozione nuova e totalmente sconosciuta e non era certa che le piacesse.

 

Battendole dolcemente una mano sulle spalle, lui cercò di confortarla. Avrebbe voluto dirle che capiva, che una volta si era sentito anche lui così.

 

<< Sentivo la sua voce, diceva che se gli fosse successo qualcosa voleva che l’umano si prendesse cura di me. Diceva che era convinto che io potessi diventare una persona migliore…ma come posso riuscirci cucciolo? Io non sono una persona…sono un demone. Io uccido le persone. >> chiese esternando le sue perplessità.

 

<< Sai una volta anch’io parlavo così. Ehi non guardarmi storto. Se te ne fossi dimenticata sono un vampiro, il demone, hai presente? Ma poi mi sono accorto che uccidere le persone non era poi questa gran cosa, alla fine non ti rimaneva niente. >> disse Spike sospirando mentre scuoteva tristemente la testa.

<< Tu chiami niente la gioia del potere? L’esaltazione nel vedere la paura nel volto dei nemici? Il sangue… >> la demone si stava infervorando, forse era meglio correre ai ripari.

 

<< Conosco benissimo tutte quelle sensazioni. >> si affrettò a dire Spike. << Ma alla fine, quando tutti i nemici sono morti, cosa ti resta? Niente ecco cosa resta! Se non l’eterno desiderio di riprovare ancora e ancora. Beh lasciatelo dire, non ne vale la pena, perché alla fine resti sempre solo. Salvare una vita invece di dà molto di più. Le sensazioni non spariscono, anzi, si fanno più forti giorno dopo giorno, vedendo che quella persona è viva grazie a te. Anche questo è potere, ma la gioia che ne deriva è molto più grande. E poi così facendo puoi farti degli amici, persone che ti staranno sempre vicine, non sarai più da solo. >>

 

Spike non voleva fare una tirata così lunga, ma le parole gli erano uscite di bocca da sole. E quanta passione ci aveva messo nel pronunciarle. Non si era accorto che un altro ascoltatore si era sintonizzato su di lui. Angel infatti, incuriosito nel vedere i due parlare, si era avvicinato e aveva ascoltato buona parte della conversazione.

 

Soprattutto l’ultima parte lo aveva colpito veramente. Gli fece comprendere una volta di più quanto lui e Spike fossero diversi. Lui combatteva il male in quanto fine a sé stesso, certo lo faceva anche per salvare degli innocenti, ma soprattutto era il male che sentiva dentro di sé che lui voleva distruggere. La sua era una lotta continua contro il demone che lo possedeva. Compiere delle buone azioni lo aiutava ad alleggerire il peso dei rimorsi. Per il suo childe invece la cosa sembrava diversa, aveva chiaramente sentito che non era stato solo l’uomo a parlare, ma il demone. Un demone che al contrario del suo, a quanto pare si era stancato di compiere atrocità e che ora si era trovato un nuovo scopo nella vita. Ma non era finita, Spike stava per dargli un’altra lezione.

 

<< Decidere di cambiare non è stato facile, ma avevo delle ragioni maledettamente buone per farlo. Volevo dare alla persona che amavo quello che si meritava. E’ questo che ora tu devi chiederti, vuoi dare a Wess quello che lui si meritava? I sentimenti che provi per lui, anche se lo hai perso…e credimi so cosa si prova….sono abbastanza forti da farti desiderare di essere migliore in suo ricordo? >> stava dicendo il biondino.

 

<< Ma per te è diverso, tu hai un’anima. >> la demone aveva ascoltato in silenzio, ma era ancora perplessa.

 

<< Non avevo un’anima quando Buffy morì, non per questo soffrii di meno. Eppure rimasi lì, ad aiutare i suoi amici, a lottare al suo posto, a proteggere le persone che lei amava, era la sola cosa che potessi fare, per lei. Perché sapevo che era questo che lei voleva. Fu quando i suoi amici la riportarono in vita, che compresi che questo non bastava, volevo migliorare ancora di più. Solo allora andai a riconquistare la mia anima. A te non si chiede di fare questo, ma solo di lottare per il bene come faceva lui. Pensi di poter essere in grado di farlo?  >> le chiese Spike guardandola interrogativamente.

 

<< Oh cucciolo. Io non so se ne sono capace, ma tu hai ragione, voglio almeno provarci. Perché Wess se lo merita. >> Una nuova espressione decisa era apparsa sul volto di Illyria.

 

Al contrario l’espressione di Angel si era fatta incerta. La conversazione con Buffy lo aveva fatto imbestialire, la gelosia e il suo demone, gli avevano fatto scordare che aveva iniziato a rivalutare la figura del suo childe già da tempo, ma ora sentendolo parlare in quel modo, lo faceva riflettere. Non aveva mai preso in considerazione come fosse avvenuto il suo cambiamento, ma solo il risultato. Ora si rendeva finalmente conto che quel processo non era stato indolore, Spike aveva sofferto per poter cambiare.

 

Ma ora non c’era tempo per queste divagazioni, la barriera stava per cadere. Mancavano pochi secondi, già in alcuni punti stava iniziando a cedere.

 

Buffy sopraggiunse imbracciando la sua fidata arma. Riservò al vampiro moro solo uno sguardo sfuggente, mentre si avvicinava a quello biondo. << Si comincia ragazzi! Spike, vedi di starmi vicino. >> nonostante il piglio serio, non mancò di un sorridergli.

 

<< Tranquilla baby, ti starò incollato come un francobollo. E’ ora del Rock and Roll.  >> un identico sorriso sulle sue labbra. Amore e eccitazione per la battaglia, erano queste le cose che li facevano sentire vivi.

 

E la battaglia ebbe finalmente inizio.

 

 

Capitolo 6:

 

 

Era una scena veramente apocalittica. Molte cacciatrici combattevano a terra, massacrando a più non posso l’esercito di demoni. Altre invece si erano appostate sui tetti dei palazzi e da lì con grosse balestre, lanciavano nuvole di dardi verso il drago che svolazzava in giro. Peccato che ben pochi andassero a segno.

 

Angel comunque non sembrava apprezzare la cosa, voleva essere lui ad uccidere il drago e l’idea che qualche ragazzetta lo battesse sul tempo non gli piaceva gran che.

 

<< Wow! La biondina se la cava veramente bene! >> gridò Illyria rivolta a lui.

 

Lo sguardo del vampiro corse alla cacciatrice, guardarla combattere era sempre un gran spettacolo. Con sorpresa vide che non stava combattendo da sola come suo solito, si muoveva al contrario in perfetta armonia con il suo partner, Spike. I due si paravano a vicenda la schiena, e talvolta univano le loro forze per abbattere un demone particolarmente grosso.

 

I loro movimenti così fluidi, facevano pensare ad una danza. Ogni pugno, calcio o sferzata, era il frutto di una combinazione quasi simbiotica. Non aveva mai visto nessuno dei due combattere così. La passione che ci mettevano era incredibile, non si fermavano un attimo, presi da quella danza sfrenata, così incredibilmente simile al sesso. La rivelazione arrivò ad Angel come un pugno nello stomaco. Quei due erano come una cosa sola, si appartenevano l’un l’altro.

 

La sensazione di estraneità lo spinse ad avvicinarsi a loro, desiderava interrompere quella sorta di amplesso. << Ehi Buffy. Ti sarei grato se dicessi alle tue cacciatrici di mollare il drago, quello è mio. >> disse dovendo pur trovare una scusa.

 

<< Scordatelo. La precedenza è mia. E’ dalla storia con Glory che voglio farlo fuori. >> rispose lei senza degnarlo di uno sguardo.

 

<< Pensi che sia lo stesso Honey? >> chiese il platinato che conosceva la storia.

 

<< Lo sai, ci sono due cose a cui non credo….le coincidenze e i folletti! >> gli rispose ghignando Buffy.

 

Angel non ci aveva capito niente, lui non era stato presente in quella battaglia. Diede per buono quanto aveva appreso, in seguito avrebbe chiesto maggiori spiegazioni. << Così però corri il rischio che qualche ragazzetta ti freghi. >> le disse però un po’ astiosamente.

 

<< Conoscono gli ordini, devono solo riuscire a farlo atterrare, poi ci penserò io a farlo a fettine. >> rispose sbuffando la cacciatrice, senza degnarlo di uno sguardo.

 

Un ottimo piano non c’era che dire, è un po’ difficile fare fuori un essere che svolazza se non puoi svolazzare a tua volta, fu però costretto ad ammettere Angel.

 

La battaglia continuava a procedere, i demoni erano però in gran numero. Di tanto in tanto qualche cacciatrice ferita si ritirava in un vicolo, a volte da sola, a volte sorretta da altre, per poi scomparire dentro un portale. Poco dopo ne usciva una nuova, o qualcuna che nel frattempo era stata rattoppata.

 

L’idea di creare una zona intradimensionale, era stata di Willow. In questo modo le combattenti potevano contare su una zona sicura dove poter essere adeguatamente curate. Medici e infermiere, uniti a varie streghe, usavano le loro arti per rimettere velocemente in sesto i feriti. Inoltre era un’ottima base di comando, da lì partivano i vari ordini diretti alle cacciatrici. A capo delle operazioni c’era naturalmente Giles.

 

Finalmente alcune cacciatrici riuscirono a trafiggere una delle ali del drago, che impedito nel volare, si sfracellò letteralmente a terra. Per fortuna nessuno dei buoni ci rimase sotto. In compenso alcune decine di mostri finirono spiaccicati.

 

Non fu una morte onorevole (sempre che i demoni abbiano l’onore), avete presente quello che succede ad una mosca quando usate l’apposita paletta per colpirla? Sostituite la paletta con il drago, e la mosca con i demoni. Bleah… Questo fu l’esatto pensiero di Buffy.

 

Ora veniva la parte dura, riuscire a raggiungere il mostrone che ferito, cercava di rimettersi in equilibrio sulle zampe. Nel farlo intanto scuoteva violentemente la testa e la coda. Si stavano entrambe rivelando molto pericolose, dalla testa uscivano fiamme a non finire, mentre la coda era irta di spunzoni affilati. Inutile dire che un gran numero di demoni ne facevano le spese. Forse conveniva aspettare, magari li faceva fuori tutti lui.

 

<< Dobbiamo prenderlo ai fianchi, è quello il suo punto debole. >> esclamò Angel, dall’alto della sua autorità. (Chissà chi gliela aveva conferita? NDS (nota di Spike) )

 

<< Faccia strada Capitan Spaventa. Ho proprio voglia di vedere un vampiro arrosto. >> esclamò sagace Spike con un ghigno, se voleva sapeva proprio rimettere le persone al proprio posto.

 

Buffy sogghignò, non c’era niente come una battuta di Spike per alleggerire una situazione difficile come quella in cui si trovavano. Angel invece la prese meno bene. << E’ arrivato Sancio Panza. Sentiamo hai forse un’idea migliore? >> voleva fare anche lui dello spirito, ma gli uscì a denti stretti.

 

<< A parte il fatto che la parte di Sancio Panza sta meglio a te! Non ho problemi di chili di troppo, Io! Si da il caso che ce l’abbia. >>  rispose Spike. Presa e rispedita al mittente. Tieni e porta a casa.

 

Buffy era indecisa se prenderla sul ridere o intervenire. Dopo avere dato uno sguardo al viso scuro di Angel, pensò che forse era meglio intervenire. << Quale sarebbe la tua idea? >> chiese al suo amore (che non era Angel).

 

<< Hai presente le cacciatrici sui tetti? Con quelle grosse e potenti balestre? Ora che il drago non svolazza più non vedo cosa ci stiano ancora a fare là sopra. Farebbero più comodo qua. >> Spike era tutto orgoglioso del suo ingegno, mentre esponeva il piano che gli era venuto in mente.

 

Una voce per poco non gli trapanò il cervello.<< Bella idea blondy bear. Provvederò a comunicarla subito a chi di dovere. >>

 

Accidenti a Willow e alla sua telepatia, per poco non gli prendeva un colpo. Ne era passato di tempo dall’ultima volta che ne aveva provato gli effetti e non ci era più abituato. Un attimo… << Grazie della fiducia rossa, ma ti sarei ancora più grato se non mi chiamassi più in quel modo, lo detesto. >> le ringhiò di rimando a voce alta.

 

Alla sua mente giunse solo l’eco di un’allegra risata.

 

Angel che non aveva sentito niente lo stava guardando stranito. Pensava che il suo childe stesse iniziando a dare i numeri.

 

Buffy che aveva invece compreso tutto, decise che forse era meglio dare qualche spiegazione. << Sta comunicando telepaticamente con Willow. Anche lei pensa che l’idea di Spike sia brillante. Manderà subito qui delle cacciatrici con le balestre, in questo modo potremo colpire il bestione da una distanza di sicurezza. Una volta che sarà indebolito, ci saranno minori rischi ad avvicinarlo. >> espose.

 

L’espressione di felicità di orgoglio che Spike aveva in quel momento era impagabile. Guardandolo con affetto Buffy, si rese conto di quante poche volte lui avesse ricevuto dei complimenti in passato. Colpa sua, colpa di tutti, ma non sarebbe stato più così. Lo avrebbe volentieri baciato, per dimostrargli quanto fosse fiera di lui, se non fosse stato che erano accerchiati da demoni. Ma lo sguardo che gli rivolse non fu per questo meno esauriente. Lo sguardo che lui le fece in risposta, le mise il fuoco nelle vene, dio come amava quell’uomo. Ripresero a combattere ancora più uniti che mai.

 

Ad Angel non era sfuggito quello scambio di emozioni, e di nuovo si trovò ad assistere alla loro danza. Questa volta però non sarebbe intervenuto a dividerli, ormai aveva capito che era inutile. Quei due erano come luce e ombra, sole e stelle. Due forze della natura create per stare unite per sempre, perché solo così si completavano a vicenda. Fu quindi con una sensazione di amaro in bocca che decise di distaccarsene, forse era meglio andare a vedere cosa combinavano Illyria e Gunn.

 

Nel frattempo, le cacciatrici erano arrivate e avevano iniziato a prendere di mira il drago. Erano però poche le frecce che riuscivano a trapassare la dura corazza del mostro. Colpirlo alle ali era ormai inutile, serviva semmai a farlo infuriare di più. Inoltre la situazione si stava rivelando più difficile del previsto, era faticoso riuscire a prendere bene la mira, con una selva di demoni che ti attaccavano da tutte le parti.

 

Faith, che era stata assegnata come capo del gruppo delle balestriere, cercava di fare del suo meglio (o del suo peggio dal suo punto di vista) per difendere le ragazze che gli erano state affidate. Era passato un anno da quando il mondo si era risvegliato con migliaia di cacciatrici, ma molte di loro erano ancora delle novelline.

 

<< Ehi B! Che ne dici di darci una mano? Dopotutto stiamo facendo il lavoro sporco per voi. >> gridò all’indirizzo della cacciatrice bionda. La sua voce non poteva raggiungerla, ma Willow trasmise telepaticamente il messaggio.

 

Buffy udito il richiamo dell’ex-nemica e ora amica, fece cenno a Spike di affrettarsi in quella direzione. Con un cenno della testa lui annuì, per poi mettersi in prima linea, in modo da proteggere la donna amata dagli attacchi che certamente non sarebbero mancati lungo il percorso. Facendo strada in quella bolgia infernale, la guidò nei pressi della cacciatrice mora.

 

<< Ciao gioia per gli occhi! Era ora che arrivasse qualcuno di sexy….non ne potevo più di vedere solo mocciose e demoni mostruosi. >> era sempre la solita, sfacciata e irriverente Faith.

 

Quella accoglienza che lusingò Spike, non ottenne però uguale risultato su Buffy. << Poche smancerie. Lui è proprietà privata. Se vuoi vedere qualcosa di meglio cerca altrove. >> sbottò la bionda, con tono leggermente feroce.

 

Se prima Spike era lusingato ora era addirittura euforico, Buffy dimostrava di essere gelosa di lui. Un’espressione un po’ beota gli apparve sul volto. Uno sguardo complice passò tra le due cacciatrici, poi entrambe sorrisero. Avevano comunicato telepaticamente, ma il biondo vampiro non se ne accorse.

 

“E’ ancora cotto, vedo.”

 

“Per mia fortuna sì.”

 

“ E tu non sei da meno. Sono felice per te…te lo meriti.”

 

“ Grazie.”

 

Questo si erano dette, molte cose erano cambiate fra di loro, dall’ultima battaglia che avevano combattuto insieme. Era incredibile che in mezzo a quel casino fossero riuscite a comunicare in modo così normale, ma per loro che combattevano da una vita, la cosa era quasi scontata.

 

<< Ora che ci penso…prima ho intravisto Angel. Dio come è ingrassato. La vita sedentaria non gli ha fatto bene…comunque è sempre un bel pezzo di… >> l’ultima parola venne persa nel fragore della battaglia, ma tutti capirono cosa intendeva dire.

 

Buffy e Spike risposero con una risatina, Faith non si smentiva mai. Ma mentre il biondo era soddisfatto che la sua opinione sul peso del bel tenebroso fosse condivisa, Buffy era un tantino preoccupata da quella esuberanza. Lei sapeva infatti che Faith non era libera. Infatti la sua relazione con Robin Wood si era fatta seria, tanto che i due convivevano da qualche mese.

 

Intuendo la direzione che i pensieri della biondina avevano preso, Faith decise di chiarire. << Non farti cruccio B. Robin sa che mi piace guardare, ma non tocco. >> le disse ghignando.

 

Sconcerto passò negli occhi di Spike, possibile che quei due stessero ancora insieme? A suo tempo aveva infatti notato che fra di loro c’era stato del sesso. L’olfatto di un vampiro non si sbaglia mai su questo, e poi anche se si trovava nel seminterrato, gli erano giunti i gemiti e i lamenti che quei due avevano prodotto la sera prima della battaglia. Lui invece si era dovuto accontentare di tenere abbracciata a sé la donna che amava, ma presto sentiva che si sarebbe rifatto.

 

Fu Buffy la prima ad accorgersene, un dardo, scagliato contro il drago lo aveva colpito all’addome, ed invece di rimbalzare via come quelli sul dorso, era penetrato in profondità. La risposta dell’animale era stata un ringhio acuto.

 

<< La pancia….devono prendere di mira la pancia. >> gridò folgorata dall’idea.

 

Detto, fatto. Dopo pochi minuti il ventre del drago assomigliava ad un puntaspilli. Indebolito l’animale si accasciò quasi privo di forza al suolo. Era arrivato il momento di entrare in azione.

 

Come una perfetta macchina da guerra le due cacciatrici e il vampiro si fecero strada verso l’essere gigantesco, ridotto all’impotenza. Mano a mano che si avvicinavano si faceva sempre più forte un grande fetore, proveniva dalle sue viscere. Ma non era solo l’odore ripugnante a pervadere l’aria, quanto una strana sensazione; quell’essere seppur gravemente ferito,  emanava un’energia incredibilmente malvagia. Quello era male allo stato puro! Il liquame che gli usciva dalle ferite sembrava provenire dalle profondità dell’inferno. Persino i demoni sembravano temerlo e cercavano di allontanarsi.

 

Spike sentì il demone dentro di sé contorcersi, urlare. Quel sangue era un richiamo alla parte più oscura che viveva in lui. Istintivamente ringhiò, assumendo il volto della caccia. Non voleva rispondere a quel richiamo e cercava di sottrarsi come poteva, con la parte che in fondo era la più forte in lui.

 

Buffy, percepì quasi intimamente il conflitto che lui stava vivendo, ed ebbe paura. Paura di perderlo, paura di vedere la bestia vincere sull’uomo. Angosciata gli si accostò, cercando un contatto fisico oltre che mentale. << Spike! Che ti succede? >>.

 

<< E ‘ potente Buffy. Lo sento….vuole che beva il suo sangue….ma io non posso…non devo. >> articolò a fatica.

 

I loro sguardi si incontrarono, e fu lì che la cacciatrice ebbe la rivelazione. Per quanto fossero gli occhi gialli del demone a fissarla in quel momento, per quanto fosse evidente lo strazio che essi dimostravano, in quello sguardo erano comunque presenti i sentimenti che lui le aveva sempre rivolto. Anche in quel momento, i suoi occhi le parlavano d’amore.

 

E allora comprese. L’azione successiva venne dettata sia dal cuore che dalla ragione, lo baciò.

 

Istintivamente, Spike cercò di tirarsi indietro, aveva paura di ferirla con i suoi denti aguzzi, ma lei non lo permise, usando la sua forza di cacciatrice premette ancora di più le sue labbra sulle sue, ed intanto cercava di farsi strada nella sua bocca con la lingua. Quella era la prima volta che lei lo baciava mentre aveva su il volto della caccia, mai prima di allora lui lo aveva permesso. Uomo, demone o anima, o forse tutti insieme, non seppero più resistere e si abbandonarono a quel bacio, dapprima forte e appassionato come il fuoco, poi poco a poco, dolce e struggente come un sogno.

 

Lentamente i suoi tratti tornarono alla normalità, vinti da quell’esplosione di sensazioni. Quando finalmente si staccarono (sembravano fossero passati secoli), del demone rimanevano solo le pupille, lucide e splendenti come due raggi di sole.

 

Staccandosi da lui, Buffy gli tese la sua falce, era evidente modo per dirgli che voleva che fosse lui ad usarla.

 

<< Perché? Spetta a te uccidere il drago…io… >> non trovava le parole per esprimersi.

 

Con uno sguardo incredibilmente fermo e deciso lei tese ancora l’arma verso di lui. << Mi sbagliavo…questo è compito tuo. Io mi fido di te Spike…sento che sei il solo che possa farlo. >>

 

Ancora una volta Spike, sentì tutto il suo essere inondato dalla luce che lei emanava, la prima volta che l’aveva provata, si trovava incatenato nello scantinato della casa di lei a Sunnydale. Era stato grazie a quella luce se era riuscito a resistere alle torture che il Primo gli aveva inflitto. La sua fiducia era questo per lui ed ora sentiva che oltre alla fiducia lei gli stava dando tutto il suo amore. Lentamente, pose le sue mani su quelle di lei, che tendevano l’arma, i loro sguardi intrecciati parlavano rispettivamente alle loro anime.

 

Peccato che per quanto romantica la scena, a qualcuno stesse stretta. << Vi volete muovere sì o no? Se ve ne foste scordati qui c’è un drago da uccidere! >> Per la miseria, Faith quando ci si metteva, era proprio una rompiballe.

 

I due biondi, scossero entrambi la testa infastiditi, addio idillio. Era il momento di tornare alla realtà.

 

<< Vuoi veramente che usi la falce? E’ un’arma da cacciatrici…non so se è il caso che un vampiro… >> provò a protestare Spike ancora incerto.

 

<< Così è perfetto non credi? Lo ucciderai tu, ma usando l’arma simbolo delle cacciatrici,sarà come se tu lo uccidessi per noi. Per me. >> gli rispose Buffy facendogli al contempo un sorriso fiducioso.

 

Spike strinse le mani sull’arma, vagamente ne avvertì il potere, ma soprattutto la responsabilità. Quella punta continuava a non piacergli molto, sperava solo di non inciampare e impalettarsi da solo.

 

<< Allora Sexy-boy ti vuoi dare una mossa? Se non ti spicci, giuro che lo faccio fuori prima io. >>  insorse ancora Faith, che cominciava ad essere stufa di fare il terzo incomodo, seppur fra mezzo a migliaia di demoni ululanti.

 

Ma le sue furono le classiche ultime parole famose, un paio di secondi dopo un forte colpo l’aveva fatta rotolare a terra. Nel punto in cui prima si ergeva, ora era presente Angel. Il vampiro era chiaramente fuori controllo, gli occhi gialli erano come allucinati. Anche lui aveva avvertito il richiamo del sangue e la sua risposta era  stata chiaramente diversa da quella di Spike.

 

 

Capitolo 7:

 

 

La comparsa improvvisa di Angel aveva preso tutti di sorpresa, ma si sa le cacciatrici hanno la risposta pronta.

 

Con un balzo Faith tornò in piedi e confusa guardò il vampiro che con la spada si apprestava ad attaccarla di nuovo. Riuscì solo per miracolo ad evitare il fendente che avrebbe potuto trapassarla, a farne le spese furono i suoi vestiti, lacerati dalla lama. Parando un ulteriore colpo con la sua di spade, riuscì a colpirlo con un calcio ben assestato nelle parti basse, per poi colpirlo al volto con l’elsa della spada. Il vampiro cadde a terra, ma per rialzarsi poco dopo.

 

<< Che diavolo gli succede? >> chiese la cacciatrice mora cercando delle spiegazioni a quello strano comportamento.

 

<< Sente il richiamo del sangue del drago, dobbiamo fermarlo. >> rispose Buffy accorrendo in aiuto della compagna. Anche Spike si apprestava a seguire il suo esempio, ma la bionda lo fermò. << No tu no. Occupati del drago, a lui pensiamo noi. >> gli ordinò.

 

Seppur combattuto Spike, pensò che la cosa migliore da fare fosse quella di obbedire all’ordine. Volgendo quindi le spalle al combattimento in corso, puntò la sua attenzione al mostro. Sentiva ancora il richiamo, ma ora gli giungeva sommesso, quasi inesistente.

 

Ma ora aveva un problema: come si uccide un drago? Beh Spike non lo sapeva, forse bisognava colpirlo al cuore. Si avvicinò quindi alla creatura che stava distesa su un fianco, cercando di capire dove colpire.

 

Nel frattempo anche Illyria e Gunn erano sopraggiunti, vedendo il loro amico dare improvvisamente di matto, avevano ben pensato di seguirlo, per impedirgli di commettere delle sciocchezze. Udite le spiegazioni di Buffy, si erano parati anche loro davanti ad Angel, decisi ad impedirgli di raggiungere il drago.

 

Quattro contro uno, seppur in difficoltà numerica, il vampiro sembrava non risentirne, era come un atleta dopato, per quante volte veniva gettato a terra si rialzava sempre, riuscendo anche ad assestare dei buoni colpi.

 

Spike intanto traccheggiava davanti al bestione, non riusciva a prendere una decisione.

 

<< La testa…tagliagli la testa. >> gridò Buffy che aveva intuito la ragione della sua esitazione.

 

Lui fece per muoversi in quella direzione quando…

 

<< Il cuore…colpiscilo al cuore. >> gli giunse l’ulteriore suggerimento di Faith.

 

Tornato alla precedente posizione, stava per sollevare l’arma e colpire…

 

<< Ho detto la testa. >>

 

<< No. Il cuore. >>

 

<< Testa! >>

 

<< Cuore! >>

 

Decisamente un bel casino. Andarono avanti così per un po’, Spike non sapeva a chi dare retta. Ci si mise anche Gunn. << Nelle palle…tagliagli le palle. >> questa era la peggio di tutte.

 

Esasperato gridò: << Vi volete decidere? >> era decisamente frustrato.

 

La risposta che ricevette da tutti e quattro non gli fu di molto aiuto. << Sbrigati! >> gridarono in coro.

 

Sbuffando dallo sconforto, volse di nuovo loro le spalle, deciso a fare a modo suo. Poi lo vide, un lampo di luce attraversò la grossa pupilla iridescente del drago. Era stata la falce che brillando, si rifletteva in quegli occhi mostruosi, spaventosamente aperti. E allora capì, doveva colpire quegli occhi.

 

Impugnando l’arma la sollevò per poi far  ricadere con forza la punta di legno al centro dell’iride. Il corpo del mostro venne trapassato da violenti spasmi, dalla sua gola uscì un suono lacerante, denso di dolore.

 

Nello stesso momento, Angel iniziò a risentire dei colpi subiti, i suoi riflessi si fecero più lenti e i suoi colpi più deboli.

 

Con la stessa forza con cui aveva impresso il colpo, Spike estrasse la punta dell’arma dall’occhio colpito. Ora doveva riservare lo stesso trattamento all’altro.

 

Nell’attimo in cui lo colpì, il corpo del drago iniziò a fremere, per poi cominciare ad accartocciarsi, come la plastica quando brucia. Era una visione terrificante ed esaltante al tempo stesso. Poco dopo di lui non rimaneva che un gigantesco cumulo di cenere; l’aria che prima  era densa del suo fetore, tornò respirabile. Il drago era morto.

 

Angel si accasciò a terra, privo di conoscenza e di forza, liberato dal tribale e demoniaco richiamo che lo aveva fatto impazzire. E’ chiaro che quasi tutti tirarono un sospiro di sollievo.

 

Imperturbabile, Illyria, si avvicinò a Spike ed osservando il mucchio di cenere disse la sua: << Posso prenderne un po’? La cenere di drago è ottima per le maschere di bellezza. >>

 

<< Davvero? >> chiese Spike spiazzato.

 

<< Si. Unita a acqua putrida, fa diventare la pelle di un verde favoloso. >> rispose la demone che sembrava quasi eccitata.

 

Il vampiro scosse la testa sconsolato, e lui che le dava pure retta. Certe volte gli ricordava Drusilla, con le sue uscite pazzesche. << Accomodati…è tutta tua! >> disse con fare disgustato.

 

Il disgusto però gli passò subito, quando Buffy, che era rimasta indietro, gli si gettò fra le braccia. Quello sì che era il paradiso. Gli altri si unirono alla cacciatrice e poco dopo Spike era avvolto dalle braccia di tutti loro. Non sarebbe stato male, se non fosse stato per Gunn che continuava a menargli colpi sulle spalle. Basta che non mi baci, pensò il vampiro.

 

Angel abbandonato e dimenticato, continuava a dormire (per così dire) della grossa a terra.

 

<< Lo avevi capito…che intendevo le palle degli occhi, vero? >> disse Gunn cercando di prendersi un po’ di merito.

 

<< Si, come no?  Era giusto a quelle che pensavi. >>  fu la sagace risposta di Spike, unita al suo classico ghigno.

 

Tutti si misero a ridere, tranne Illyria, lei le battute non le capiva mai. Le faceva ma non le capiva. Ora però che il momento di gloria era passato, bisognava pensare al resto dell’esercito di demoni. Anche se si era sensibilmente ridotto, non era per questo completamente sconfitto. Sciolto quindi l’abbraccio comune, decisero di darsi una mossa, c’era ancora da combattere.

 

<< Di lui che ne facciamo? >> chiese Illyria indicando il vampiro svenuto.

 

<< Io un’ideuzza ce l’avrei. >> rispose Spike con un ghigno perfido.

 

La gomitata che Buffy gli diede nello stomaco, non fu esattamente piacevole. << Che hai capito? Pensavo solo di nasconderlo nel mucchio di cenere, lì sarà al sicuro. Magari quando si sveglierà sarà verde….ma almeno non correrebbe rischi peggiori. >> espose con solito ghigno perfido, si stava immaginando il suo gran-sire in versione Shrek.

 

Buffy sbuffò, in fin dei conti non era un’idea malvagia, diede quindi il suo assenso. Gunn invece dovette sforzarsi di non ridere, anche lui si immaginava la scena del risveglio dell’amico, Spike avrebbe dovuto correre a nascondersi.

 

Accadde tutto improvvisamente, Illyria e Gunn stavano sollevando Angel da terra, sotto lo sguardo delle cacciatrici, quando… il vampiro biondo…venne piegato da una fitta improvvisa. Una scarica di energia prese a scorrere sul suo corpo.

 

Buffy, udendo il suo grido strozzato gli corse subito accanto, cercando di sostenerlo. << Spike, che ti succede? >> chiese preoccupata.

 

Un’altra fitta, più forte della precedente lo attraversò. Il lampo di luce divenne più violento. << Non…non è…possibile. E’ come…allora. >> articolò a fatica lui.

 

Buffy comprese subito a cosa lui si stesse riferendo, la bocca dell’inferno, l’amuleto… << No…non è vero…non può essere vero. Tu non indossi l’amuleto…non può succedere di nuovo. >> nella sua voce c’era un’angoscia tangibile. La mente che girava a mille ma incapace di fermarsi su una possibile spiegazione.

 

<< Non…non è il dannato gingillo. E’ la mia anima…sta…Bloody Hell! >> mentre stava parlando, un raggio di luce purissima e dorata scaturì dal suo corpo, proiettando un fascio lucente nel cielo notturno rischiarandolo.

 

E lui rimase lì avvolto in quella luce. Incredibilmente si rese conto che non provava dolore, ma al contrario una sensazione di calore e di pace. Questo però non voleva dire che non sussistesse pericolo per gli altri.

 

<< Scappa…vai via! E’ pericoloso rimanere qui. >> le gridò cercando di allontanare Buffy da sé.

 

Ma lei non volle sentire ragioni. << No. Io non ti lascio…non di nuovo. >> disse decisa.

 

Vedendo che non riusciva a convincerla, Spike pensò bene di rivolgersi all’altra cacciatrice. << Faith, per la miseria…portala via da qui. >> le gridò disperato.

 

La cacciatrice mora si mosse come per trascinare via la collega, ma Buffy assumendo una posizione da battaglia si preparò a fronteggiarla. << Provaci e giuro su Dio che ti uccido. O tu uccidi me. Solo così riuscirai a staccarmi da qui. Io resto,dopotutto non rischio che una città mi cada in testa. >> ringhiò.

 

Vedendo che non esisteva nessun’altra possibilità, Faith si vide costretta alla resa. << Spiacente Spike. Ma quando B fa così non c’è da scherzare, l’ultima volta mi sono ritrovata con un pugnale in pancia. Spero comprenderai che non voglio ripetere l’esperienza. >> con un gesto sconsolato delle spalle, si voltò e raggiungendo Illyria e Gunn li aiutò a trascinare via il corpo privo di sensi di Angel. Dovevano fare in fretta.

 

Spike cercò ancora una volta di ricondurre alla ragione la donna che amava. << Buffy…ti prego…vattene finché sei in tempo….se dovesse succederti qualcosa per colpa mia io…non potrei sopportarlo. >> le disse cercando di mettere in quelle parole tutto il sentimento possibile.

 

<< No Spike. Non lo farò. Non posso….ma soprattutto non voglio. Qualunque cosa accada…non permetterò che qualcosa mi allontani da te. >> fu purtroppo la risposta affannata di Buffy.

 

Gioia e terrore avvolsero il cuore del vampiro. Gioia nel sapere di rappresentare così tanto per lei, terrore di quello che poteva accaderle. Ma ormai non c’era più tempo, il fascio di luce che il suo corpo proiettava si andava man mano allargando.

 

<< Maledizione Buffy…sei sempre la solita testarda. Willow…se riesci a sentirmi….fai sloggiare tutti quanti…il più in fretta possibile. >> gridò, per poi abbracciarla strettamente. Se proprio dovevano morire, voleva che la morte li cogliesse così, stretti l’uno all’altra. Parole come ti amo  in quel momento erano superflue.

 

Willow intanto, si era accorta già dall’inizio che qualcosa stava accadendo al vampiro biondo e aveva dato l’allarme. Tutte le cacciatrici, dovevano ritirarsi. Quando le giunsero le parole del vampiro, le incitò a fare in fretta. Il  suo cuore era oppresso dalla preoccupazione per la sua migliore amica.

 

Comprendeva la decisione che Buffy aveva preso, se fosse stata lei al suo posto e Tara a in quello di Spike, avrebbe fatto lo stesso. Benché adesso ci fosse una nuova persona nella sua vita, Tara sarebbe stata sempre nel suo cuore. A malincuore, si apprestò lei stessa a raggiungere uno dei portali che intanto aveva aperto.

 

Il raggio di luce, nel cielo si faceva sempre più grande. La strega, rimase per un attimo a guardarlo, ne percepiva il potere incommensurabile. Ma ancora più bello era l’effetto che sortiva, gridando alle ragazze di affrettarsi, non poteva fare a meno di distoglierne lo sguardo, era una scena di incomparabile bellezza, e lei sapeva che al centro c’erano due anime che per lungo tempo si erano battute, cercate, lasciate e infine ritrovate, due anime gemelle.

 

Faith, Gunn, Illyria e Angel (ancora ko) furono gli ultimi ad arrivare, stanchi e affannati dalla lunga corsa. Faith e Willow, non erano mai andate esattamente d’accordo, ma quando i loro sguardi si incontrarono, compresero di essere arrivate alla stessa conclusione: qualunque cosa fosse accaduta loro, Buffy e Spike erano finalmente insieme, ed insieme avrebbero affrontato quello che sarebbe successo.

 

Volsero un ultimo sguardo oltrepassarono il portale, che  poi si chiuse dietro di loro, tenendo fuori i due amanti.

 

All’interno della zona intradimensionale, sembrava essere scoppiata la terza guerra mondiale.

 

Cacciatrici ferite o sane, medici, infermieri, streghe, osservatori, amici, tutti parlavano a voce alta, chiedendo insistentemente cosa stesse accadendo. E nessuno che sapesse dare una risposta, chi perché non la conosceva, chi per timore di rivelare verità difficili da accettare.

 

Facendosi strada in quella bolgia, Giles raggiunse Willow e Faith. Era seguito da Xander, Robin e Andrew. Non ci furono domande, potevano vedere con i loro occhi che Buffy non era lì, ne compresero anche la ragione, una volta tanto la cacciatrice aveva lasciato il posto alla donna innamorata. Gli occhi di tutti erano pieni della stessa tristezza e perché no,  dello stesso orgoglio.

 

Improvvisamente il bell’addormentato (si fa per dire) decise che era giunto il momento di svegliarsi. Sarà stata la confusione, o il modo in cui era stato sballottato, Angel riprese conoscenza. Poi come se cadesse dalle nuvole chiese: << Che è successo? La battaglia è finita? Abbiamo vinto? >> (Angel non è molto lucido quando si sveglia)

 

Tutti cercarono di evadere il suo sguardo. Personalmente Giles gli avrebbe tirato volentieri una padellata in testa, magari tornava a dormire (mai sottovalutare una padella), ma decise di soprassedere.

 

<< Allora che avete tutti…dove sono Buffy e Spike? >> stava iniziando a riprendersi, ma ancora non c’era del tutto, l’ultima cosa che si ricordava è che stava combattendo, poi più niente.

 

Visto che nessuno si decideva a rispondere, Illyria pensò bene di farlo lei. << Sei ammattito di colpo, diventando tutto Grrrr, hai cominciato a correre come un pazzo verso il drago, lì hai attaccato la morettina, lei e la bionda hanno cercato di fermarti. Poi siamo arrivati io e Gunn e le abbiamo aiutate. Intanto il cucciolo cercava di capire come uccidere il drago, alla fine c’è riuscito e tu sei svenuto. Cavoli ho lasciato lì la cenere, pensate che la ritroverò? >> come spiegazione non era delle migliori.

 

Willow ascoltando la demone, ebbe come una sensazione di deja-vu, quella tipa assomigliava vagamente ad Anya,  e si chiese con divertimento se anche Xander, lo avesse notato. Poi ricordando cosa stava accadendo, si rimproverò mentalmente, quello non era il momento per simili facezie.

 

Comunque anche gli altri dovevano essere arrivati alla stessa conclusione, risultato, per qualche misterioso motivo, Xander si sentì un brivido freddo lungo la schiena.

 

L’unico che non solo non aveva capito un accidente della spiegazione, ma soprattutto non aveva compreso la comunicazione silenziosa, fatta di sguardi, fu Angel. << Ho paura di non avere capito molto….non è che qualcuno potrebbe spiegarmelo meglio? E la cenere che c’entra? >> chiese decisamente perplesso.

 

Bloccando Illyria che stava per ripartire in quarta, Willow decise che forse era meglio se era lei a spiegare. Da prima con parole quasi smozzicate, poi sempre più sicure, narrò gli eventi, così come si erano succeduti. Ogni parola era densa di dolore, mentre spiegava come Buffy avesse deciso ancora una volta di sacrificarsi, questa volta non per il bene comune, ma per sé stessa, per amore.

 

Angel scosse la testa disperato, non riusciva ad accettare quella verità. Voleva costringere Willow a riaprire il portale, forse c’era ancora tempo, forse poteva ancora salvarla. Gli altri furono costretti a trattenerlo, nel suo sfogo rischiava di fare del male a sé stesso e a chi gli stava vicino. Quando alla fine si arrese all’ineluttabilità della situazione, era un uomo distrutto.

 

Faith gli si avvicinò e con dolcezza gli sollevò il volto, in modo da poterlo guardare negli occhi, c’erano parole che Willow non aveva pronunciato, parole che dovevano essere dette. << Tu non hai visto Angel. Il suo sguardo….io lo conoscevo….ed ho capito. Nessuno sarebbe riuscito a portarla via da lì. Neppure tu. Ti avrebbe ucciso pur di impedirti di separarla da lui. Lei ha fatto la sua scelta e tu devi accettarla. E poi, chi ha detto che debba per forza finire male? Conoscendoli entrambi, sono capaci di rispuntare vivi e vegeti. Ora non possiamo fare altro che aspettare… >>

 

Le sue parole riportarono la speranza nei cuori di tutti. Forse, chissà, non tutto era perduto. Ed incominciò quindi l’attesa.

 

Fuori, nel mondo reale, Buffy e Spike erano ancora strettamente abbracciati l’uno a l’altro. Questa volta non c’erano fiamme a lambire i loro corpi, l’energia dorata che li avvolgeva, era come se li isolasse dal resto.

 

Non udirono le grida e i ruggiti dei demoni, che cercavano di scappare da quell’onda che stava per sommergerli. Non videro i loro corpi disintegrarsi al contatto con l’energia. Un’energia che avanzava velocemente, metro dopo metro, purificando al suo passaggio ogni strada, casa o palazzo.

 

La sede della Wolfram and Hart, tremava. I Senior Partners cercavano di arginare con i loro poteri, quell’onda mistica. Ma a nulla valsero i loro sforzi, come un gigantesco maremoto, il palazzo venne sommerso da quel potere. Ogni contatto fra le due dimensioni venne annullato, cancellato. Gli oscuri signori di quella dimensione oscura furono costretti a sigillare l’accesso alla loro dimensione, per impedire di essere a loro volta distrutti. Forse un giorno, sarebbe stato possibile riaprirlo, ma ci sarebbe voluto del tempo, i danni causati erano stati troppi. Si maledirono per non avere compreso il potenziale del vampiro biondo, lo avevano creduto inoffensivo, poiché privo dell’anima, ed avevano concentrato tutta la loro attenzione su Angel.

 

Lo avevano indebolito nelle sue convinzioni, giorno dopo giorno, con l’intento di trascinarlo dalla parte dell’oscurità. C’erano quasi riusciti, lui aveva risposto al richiamo della bestia sacra, bevendone il sangue sarebbe diventato un demone supremo, in grado di distruggere il mondo, asservendolo al male.

 

Ma la cacciatrice era intervenuta, mandando a monte tutti i loro piani. Aveva restituito l’anima a Spike, decretando così la loro sconfitta. Forte della sua anima, il vampiro aveva preso una decisione diversa, aveva scelto di salvare il mondo, invece di distruggerlo.

 

 

Capitolo 8:

 

 

La città di Los Angeles, era ormai completamente purificata dal male che prima l’aveva sommersa. Poco a poco, l’energia iniziò a ritirarsi, i soli segni di distruzione, rimanevano quelli prodotti dalla battaglia. Lì al centro, dove era stato ucciso il drago, a terra distesi, rimasero i corpi dei due amanti, ancora strettamente abbracciati.

 

Sembrava che dormissero, persi nel loro sogno d’amore.

 

Buffy fu la prima a svegliarsi. Ancora incredula da quanto era accaduto, si beò di guardare il volto dell’amato. Sembrava un angelo caduto dal cielo, così sereno e in pace. Chi mai avrebbe pensato che in lui vi fosse un demone.

 

Timidamente gli sfiorò le sopracciglia, poi le labbra, cercando di svegliarlo con dolcezza. Sussurrava il suo nome, misto a dolci parole.

 

Ma lui rimaneva lì, fermo, inerte.

 

La paura iniziò a serpeggiarle nel petto. Prese a gridare il suo nome, a scuoterlo, piangendo disperata. Dentro di sé continuava a ripetersi che non poteva essere morto, lui è un vampiro e i vampiri quando muoiono diventano cenere. Spike invece era lì, immobile, ma ancora pienamente corporeo.

 

Poi lo sentì, la mano che lei gli teneva sul petto, si ritirò in fretta come se si fosse scottata. Incerta, la riadagiò piano, no, non si era sbagliata, lo sentiva ancora, debole e lento, il battito.

 

Nuove lacrime le scivolarono sulle guance, cadendo su di lui. Ancora incredula posò la testa sul suo petto, voleva ascoltare quel suono che le diceva che lui era vivo, non non-morto, ma veramente vivo e che non lo avrebbe perso.

 

Quello non fu il solo suono che udì, ma anche se flebile si sentiva anche il suo respiro. Di nuovo le mani corsero al suo volto, lo carezzava e baciava felice di sentire la nuova vita che stava nascendo in lui. Sotto le sue mani e le sue labbra un corpo gelido che poco a poco si riscaldava.

 

Infine lo prese fra le braccia e prese a cullarlo come se fosse un bambino. Spike il suo amore, la sua vita.

 

Quando la Scooby gang, con Angel, Illyria e Gunn al seguito, uscirono dallo spazio intradimensionale, l’alba era ormai vicina. Willow aveva percepito che il pericolo era passato e quindi accondisceso a riaprire il portale. Appena fuori si resero conto che di qualunque natura fosse stata l’energia che Spike aveva liberato, aveva lasciato nell’aria una sensazione di pace e serenità.

 

Poi li videro, Buffy seduta a terra che stringeva fra le braccia Spike. Angel si lanciò verso di lei, non riusciva più a percepire nessuno dei due, ma non c’erano dubbi, lei era viva. Gli altri lo seguirono.

 

Sentendolo arrivare Buffy si voltò lentamente, gli occhi che splendevano al buio pieni di gioia. Una gioia che non era per lui, ma per l’uomo che lei stringeva fra le braccia. Lei posandosi un dito sulle labbra gli fece cenno di fare silenzio. << Shhhh, Sta dormendo. >> sussurrò.

 

Per qualche istante tutti rimasero in silenzio, pensando che lei fosse impazzita, soprattutto Angel. Il suo childe era lì, ma non riusciva a sentirne la presenza.

 

Xander, borbottò sottovoce all’orecchio di Willow. << Scusa, ma se è morto….non dovrebbe essere cenere? >>

 

Willow a quelle parole, si riscosse, Xander aveva colto nel segno. Si inginocchiò in fretta accanto ai due e posò con decisione la mano sul petto di Spike. Le due amiche si guardarono negli occhi, incredulità in quelli della strega e certezza in quelli della cacciatrice.

 

<< Lo senti….è vivo! >> disse Buffy con un sorriso ampio e luminoso.

 

Willow annuì commossa e felice per l’amica, Buffy aveva ragione.

 

<< E’ vero. La profezia si è avverata….Spike è di nuovo umano. Ora però sarà meglio portarlo in infermeria, così potranno controllare il suo stato e medicargli le ferite. >> si costrinse però a dire Willow con un groppo alla gola. Mentalmente inviò l’ordine di mandare una barella.

 

Udendo le sue parole, gli altri esplosero in grida di giubilo, l’eccitazione salì alle stelle. In mezzo a quella baraonda solo due persone rimasero immobili.

 

L’ex-vampiro biondo che non accennò a risvegliarsi e il suo ex  gran sire, Angel però aveva ben altre ragioni.

 

Fissava quasi con odio l’uomo disteso, lui lo aveva privato di tutto quello che sarebbe dovuto essere suo.

 

Tutti gli incubi che il parassita gli aveva indotto, si stavano avverando. Spike si era rivelato un campione migliore, era stato lui a fermare l’apocalisse e a diventare un bambino vero. Ultima, ma non per questo meno importante, gli aveva portato via la donna che amava. Ora i due si appartenevano l’un l’altro, ecco perché ogni legame si era spezzato.

 

L’arrivo di alcune cacciatrici con la barella, lo distolse dai suoi lugubri pensieri, guardò i suoi vecchi amici unirsi per sollevare Spike, per poi deporlo delicatamente sulla lettiga. Prese così una decisione, ovunque lo avessero portato lui intendeva seguirlo, avrebbe atteso con gli altri il suo risveglio, c’erano cose di cui desiderava parlargli, verità che voleva sentirsi dire.

 

**********

 

Roma:

 

Erano passate ormai quasi diciotto ore da quando la battaglia era finita. I medici avevano visitato Spike e medicato le sue ferite, le sue condizioni erano state dichiarate stabili, a quel punto Buffy era stata chiara, voleva portare Spike a casa sua, avrebbe potuto prendersene maggiore cura. Nessuno si provò a contraddirla, si limitarono a seguirla.

 

L’abbraccio che Dawn diede alla sorella, fece capire a tutti come la piccola del gruppo fosse stata in ansia. Fu lei ad aiutare Buffy a mettere a letto Spike, intanto il bell’addormentato non dava segni di volersi svegliare.

 

L’appartamento di Buffy era diventato una specie di accampamento, non solo gli amici più cari avevano seguito la cacciatrice, ma c’erano anche tutte le ex-potenziali, ora cacciatrici a loro volta, che avevano conosciuto Spike e gli dovevano la vita.

 

Mentre il tempo passava lento, Buffy iniziava a preoccuparsi. << Willow, perché non si sveglia? Ormai sono passate molte ore.  >>

 

<< Non so che dirti Buffy, forse il processo è simile a quello che compie un umano per diventare vampiro, solo inverso. C’è bisogno di tempo perché avvenga. Sinceramente non saprei… >> le rispose cautamente l’amica, picchiettandola confortante su una spalla.

 

<< E se lui non dovesse svegliarsi…se morisse… >>  Buffy era decisamente entrata nel panico.

 

<< Buffy piantala! Spike sta bene, guarda…le sue ferite si sono già quasi tutte rimarginate…questo è un buon segno….no? >> Dawn cercava di risollevare il morale alla sorella, ma a quanto pare non ci riusciva tanto bene. Infatti lei continuava a camminare avanti e indietro senza sosta.

 

<<  No, non lo so…non so più niente…questa attesa sta diventando snervante. Se solo ne sapessimo di più… >> lo sguardo che rivolse alla strega era palese richiesta di aiuto.

 

<< E va bene. Vorrà dire che farò un viaggetto in una “certa dimensione”, forse loro sapranno spiegare cosa sta accadendo. >> disse Willow che aveva colto il significato dello sguardo.

 

<< Grazie Willow. Ti ho mai detto che sei la mia migliore amica? >> le parole di Buffy furono accompagnate con un sorriso a trentadue denti.

 

<< Ruffiana! Guarda che non lo faccio per te. Ma per Spike. >> rispose la strega sorridendo sorniona.

 

Willow si mise in posizione, poi con un PUFF sparì.

 

Dimensione paradisiaca numero XYZ§:

 

Quello sì che era un vero paradiso, sabbia soffice, mare trasparente, palme altissime, un dolce venticello (non so voi ma io me lo immagino così il paradiso). Seduti su dei lettini, i due oracoli, passati a miglior vita ( vedere ATS 1x22 To Shanshu in L.A.), si davano alla tintarella, bevendo liquori simili ad ambrosia.

 

Quando la strega ora dea, apparve davanti a loro, fecero una faccia decisamente scocciata ( voi non lo sareste? )

 

<< Cosa ti porta ancora qui? Ormai le cose nella vostra dimensione si dovrebbero essere aggiustate. >> fu il saluto non proprio amichevole della femmina.

 

<< Sì, l’apocalisse è stata scongiurata e Spike è diventato umano, ma non da segno di svegliarsi, vi prego potete dirmi cosa sta accadendo? >> chiese con tono umile, quei due erano di un altezzoso, per poter avere informazioni era bene utilizzare l’atteggiamento giusto.

 

<< Vorrei sapere perché gli umani sono così impazienti…poche ore ancora e il tuo viaggio non sarebbe stato necessario. >> rispose lui  che fu un po’ più gentile della sorella.

 

<< Quindi è solo questione di tempo, vi prego di scusarmi per il disturbo che vi arreco, ma avrei un’altra domanda da porvi, il suo lungo sonno è forse dovuto alla trasformazione che il suo corpo sta subendo? >> la sua era curiosità scientifica, inoltre se non lo avesse chiesto avrebbe dovuto fare i conti con Giles.

 

I due oracoli si guardarono a vicenda, chiedendosi silenziosamente se era il caso di rivelare tale informazione. Evidentemente dovettero ricevere un messaggio affermativo, perché dopo alcuni secondi risposero.

 

<< No, ciò non ha niente a che fare con il suo ritorno all’umanità. >> fu la sibillina risposta di lei.

 

<< Se non si sveglia è perché il suo spirito è stato richiamato altrove. >> spiegò un pochino di più lui.

 

Willow era sconcertata, le loro parole erano state più enigmatiche del solito. Stava per porre le nuove domande che le frullavano in testa, quando i due ripresero a parlare.

 

<< Le forze che sono, lo hanno ritenuto degno di un incontro. Se saprai attendere, sarà il campione a rispondere alle tue domande. >> aggiunse un po’ stizzita la donna.

 

<< Non chiedere nulla di più, perché nulla di più ti verrà detto. >> ed anche l’uomo rese chiaro che non avrebbero apprezzato ulteriori questioni.

 

Era un commiato definitivo. Willow si rese conto che era meglio se tornava a casa, Buffy almeno sarebbe stata tranquilla.

 

Roma:

 

Con un altro PUFF, Willow  riappare nella camera da letto dell’amica.

 

<< Hai fatto in fretta. Cosa ti hanno detto…Bloody Hell…Willow dimmi cosa ti hanno detto. >> chiese subito la cacciatrice preoccupata.

 

Willow storse il naso a quella esclamazione, cercava di abituarsi al nuovo modo di esprimersi dell’amica, ma ancora non c’era riuscita del tutto. Si chiese inoltre se era il caso di dirle tutto, forse era meglio di no. << Tranquilla, va tutto bene. Hanno detto che si sveglierà fra poche ore. Piuttosto…perché non ne approfitti per dormire un po’? Sono giorni che quasi non chiudi occhio….sei distrutta. >> disse cercando di sviare il discorso.

 

Per sua fortuna anche Dawn, le diede man forte. << Willow ha ragione. Ora è tutto a posto…non devi più preoccuparti, quindi approfittane per riposarti. Non vorrai che quando Spike si sveglia ti veda con quelle brutte occhiaie? >>  argomentò. Puntare sulla sua vanità era la mossa giusta.

 

<< Mi sa che avete ragione…sono a pezzi. Tutta l’agitazione prima della battaglia….ed ora questa attesa…mi hanno sfinita. >> sospirò Buffy abbassando le spalle e cedendo alla stanchezza.

 

Così mentre Dawn e Willow uscivano dalla stanza, Buffy si distese sul letto a fianco di Spike, poi dopo avere appoggiato la testa sulla sua spalla, si lasciò cadere nel sonno a sua volta. Finalmente dopo quasi un anno, poteva dormire ancora con lui. Le era mancato così tanto, non era più riuscita a dormire serenamente da allora, lui la faceva sentire amata, protetta, al sicuro, completa.

 

 

Capitolo 9:

 

 

Dimensione numero 0000.0 : (diverse ore prima)

 

A Los Angeles, Spike sentì le forze che venirgli a mancargli e cadde svenuto tenendo fra le braccia la donna che amava.

 

Poco dopo però si risvegliò in un ambiente completamente diverso, tutto è bianco e accecante attorno a lui. Alzandosi di scatto, si guardò intorno stupito “ Che sia il paradiso?” si chiese mentalmente.

 

Una voce dall’alto tuonò, rispondendo ai suoi pensieri. << No, questo non è il paradiso, ti trovi alla presenza delle forze dell’essere. >>

 

La voce era profonda, completamente diversa da qualunque possibile voce umana. Spike però non se ne curò,  piuttosto guardando attorno a sé notò con preoccupazione di essere solo.

 

<< Dov’è Buffy! Sta bene? Vi prego ditemi se sta bene, se è viva! >> gridò, angoscia era presente nella sua voce.

 

La voce si fece sentire di nuovo. << La cacciatrice è salva. In questo preciso momento si sta svegliando nella tua dimensione. >>

 

Parole concise, che però ebbero il potere di tranquillizzare Spike. La felicità che provò in quel momento fu altissima, lei stava bene, non avrebbe sopportato il peso della responsabilità se le fosse accaduto qualcosa a causa sua. Ma passato il momento di sollievo iniziò a chiedersi perché mai si trova lì.

 

<< Sono io ad essere morto? >> chiese fremente.

 

<< No, al contrario, adesso il tuo corpo sta veramente tornando alla vita. >> rispose ancora la misteriosa voce che non si capiva bene da dove provenisse.

 

In quel momento Spike comprese, la profezia si stava avverando, lui stava tornando ad essere umano. Una gioia incontenibile lo avvolse. << E’ per questo che mi trovo qui? Per poter tornare umano? >>  chiese però con una leggera ansia nella voce.

 

<< No, la tua presenza qui non era necessaria per questo, la ragione è un’altra vampiro. >> Parole sibilline in contraddizione fra di loro, perché se stava tornando umano veniva chiamato vampiro? Che senso aveva tutto ciò?

 

<< Non ci capisco niente. Voglio sapere perché sono qui. >> il suo tono fu leggermente arrogante, ma nascondeva la paura.

 

Per sua fortuna i poteri presenti in quel luogo compresero che non era sua intenzione di mancare loro di rispetto, e compresero anche la sua evidente angoscia. << Sei stato richiamato qui, perché avevamo bisogno di esaminare il demone dentro di te, vampiro. Un demone assai curioso e strano. >>

 

Spike era sbigottito, “Cosa mai ha di strano il mio demone? A me sembra perfettamente normale.” pensò.

 

Ancora una volta in risposta ai suoi pensieri la voce si fece sentire. << Invece non lo è. Se collaborerai avrai modo di rendertene conto tu stesso. >>

 

Spike era sempre più confuso, ma comprendeva che forse la cosa migliore da fare era assecondare il volere di quell’entità suprema. << Va bene, ditemi solo quello che devo fare e lo farò. >>

 

In risposta al suo assenso questa volta non vi furono parole, al contrario l’aria prese a turbinare, uno spesso drappo di nebbia si sollevò come a formare un muro dinanzi a lui. Poi, su quel muro iniziarono a prendere vita immagini.

 

Dapprima tutto era sfocato, ma lentamente diventò sempre più nitido e Spike si rivide ancora una volta nella sua vecchia casa, la sera che aveva vampirizzato sua madre. Rabbia, disgusto e dolore lo cinsero, perché gli mostravano proprio quella scena?

 

<< Dicci vampiro, perché lo facesti? Cosa ti spinse a trasformare quella donna in un demone? >> chiese la voce, con un tono quasi imperativo.

 

Lottando per tenere a bada il desiderio di vomitare anche l’anima, mentre sentiva sé stesso dire “ Farà male solo un attimo.”, si costrinse a rispondere. << Non era questo che volevo…non desideravo che lei diventasse un demone…volevo solo…farla stare meglio…volevo che vivesse… >> lacrime amare gli solcavano il volto.

 

<< E’ questo che noi non capiamo, perché desideravi il suo bene? >> chiese ancora implacabile la voce.

 

Mentre guardava la vita che poco a poco abbandonava il corpo di sua madre, Spike rispose con rabbia. << Maledizione, come fate a non capire….era mia madre…l’amavo! Lo so ho commesso un errore terribile… >>

 

<< No vampiro, lei non era tua madre, era la madre di William…e lui era morto. Tu eri solo l’essere che aveva usurpato il suo corpo. Ne possedevi i ricordi ed un eco delle emozioni…ma non eri lui. Eppure agivi come se lo fossi stato >> tuonò la voce stavolta con un tono perplesso.

 

L’immagine cambiò, ora era si vedeva la sequenza in cui sua madre gli inveiva contro.

 

<< No, vi prego, non…fatemelo rivivere di nuovo…risponderò alle vostre domande…ma non fatemelo vedere di nuovo. >> singhiozzando Spike si accasciò in ginocchio a terra, le mani strette sulla testa, per non risentire di nuovo quelle parole.

 

Il suo evidente dolore sembrò commuovere l’entità che annullò la visione. Tutto tornò esattamente come era prima.

 

Poco a poco, i singhiozzi cessarono, Spike era però ancora sconvolto. Benché avesse rivissuto quelle scene un anno prima, gli erano ancora intollerabili. Non era tanto il risentire la voce di sua madre dire quelle oscenità, ora comprendeva che non era stata lei a parlare, quello che lo faceva stare male era il rimorso per avere compiuto un’azione indegna.

 

<< Io non so perché ho agito in quel modo…voi dite che non sono William….eppure io mi sentivo tale. Mi sento ancora tale. Odiavo l’uomo fragile e fallito che ero stato e mi glorificavo della nuova forza che avevo ottenuto…ma i sentimenti che provavo erano gli stessi di prima. Rabbia e frustrazione nei confronti di chi mi aveva ferito, ma anche affetto e desiderio di dare conforto a mia madre. Chissà…forse una piccola parte della mia anima era rimasta….ma questo era ciò che sentivo…ciò che sento. >> riuscì finalmente a dire. Il suo era stato una specie di sfogo, ed era esausto quando terminò di parlare.

 

<< Teoria interessante la tua, peccato che non possa essere valida. La verità è un’altra, per qualche motivo tu sei un demone in grado di provare non solo dei veri sentimenti, ma anche di poterli custodire, hai preso e fatto tuoi quelli di William e ti sei comportato di conseguenza. Adesso capisci il nostro interessamento? Non era mai esistito un demone come te. >> disse ancora la voce con un tono più gentile.

 

Spike era perplesso, in quel discorso c’era qualcosa che non gli tornava.<< Ma Drusilla mi ha sempre detto che anche i vampiri possono amare, magari in modo sbagliato, ma ne sono in grado. >> obbiettò.

 

<< Essa non mentiva, non è un caso frequente ma accade. Però i sentimenti che di solito riescono a provare, sono soprattutto di natura egocentrica. Il vampiro è per sua stessa natura un predatore, e come dice la parola stessa egli prende ma non dà, o dà solo se certo di avere qualcosa in cambio. Tu invece sei capace di provare sentimenti disinteressati. Provi gioia nell’aiutare gli altri e dolore quando non ci riesci. Lo hai dimostrato tante volte negli ultimi anni, pensa solo al sacrificio che hai compiuto per amore. >> cercò ancora di spiegare la voce.

 

A Spike ancora le cose non tornavano, non capiva. << Ma allora avevo l’anima, se ho agito così è stato solo per quello. >> esclamò sbuffando.

 

<< Pensi veramente di dovere tutto ad essa? Non era forse quello anche che tu volevi fare? Oppure pensa alle ragioni per cui hai riconquistato l’anima, era solo per poter avere l’amore della cacciatrice o perché volevi darle quello che si meritava? O al perché dopo aver persa di nuovo l’anima, hai provato tanto dolore? Ciò non è normale in un demone quale tu sei. >> insistette la voce.

 

Ora Spike iniziava a comprendere, c’era veramente qualcosa di strano in lui. Quando, si chiese, aveva smesso di agire come un demone e iniziato a comportarsi da essere umano?  << E voi non sapete da cosa possa essere dipeso? Perché sono così diverso? >> chiese perplesso.

 

<< Crediamo che la causa sia dovuta a chi ti ha generato. >> fu la secca e semplice risposta.

 

<< Drusilla? Beh in effetti come vampiro non era tanto normale neanche lei. Anzi era decisamente sciroccata. >> pazzesco era diverso perché la sua sire era completamente pazza, pensò Spike.

 

<< No, la causa non è da ricercarsi nella sua follia. Presumiamo che la ragione sia dovuta piuttosto alle sue capacità di veggente, capacità che sono rimaste immutate nonostante la sua vampirizzazione. Quando ti ha generato ti ha più o meno coscientemente trasmesso ciò che era alla base dei suoi poteri, è questo che ti ha reso diverso. >> fu invece rivelato.

 

“Wow che storia! Quindi se ora io sono così lo devo principalmente a Dru.” pensò Spike.

 

Come al solito i suoi pensieri vennero interpretati come parole ed ottennero la loro brava risposta. << Ne sei certo vampiro? Pensi che sia merito della tua sire se hai intrapreso un cammino che mai nessun demone aveva iniziato prima di te? Tu hai compiuto delle scelte, abbandonare l’oscurità che ti aveva generato e seguire un sentiero che ti portava alla luce. Conta ben poco che tu avessi le capacità per farlo, ciò che conta è che tu abbia voluto farlo. E’ questo che noi vogliamo capire…il perché dietro questa cosa. >>

 

Era veramente così? Spike se lo chiese. Poi gli ritornarono alla mente le parole che Buffy gli aveva detto quando aveva dichiarato i suoi sentimenti per lui, e le parole che lui stesso aveva detto ad Illyria. Era tutto vero. Lui aveva scelto di stravolgere la sua natura di demone, attirato dalla luce che lei emanava.

 

Aveva desiderato intensamente poter essere migliore, prima per lei, poi per sé stesso.

 

La sensazione che qualcuno potesse avere fiducia in lui, era stata troppo bella. La prima che gliel’avesse fatta provare era stata Joyce, ecco perché non aveva mai desiderato morderla, neppure quando non aveva il chip. Poi era arrivata la piccola Dawn, la sua briciola, ed infine aveva desiderato che anche Buffy potesse fidarsi di lui.

 

L’amava e desiderava che lei potesse fare affidamento sulla sua presenza. In seguito era stata la fiducia di altri che aveva ricercato, Giles, Willow, Tara, Xander…e tanti altri. Aveva sofferto quando gli era stata negata, così come aveva gioito quando l’aveva ottenuta. Ed era andato avanti, per quella strada che si era costruito a fatica, con pene e sofferenze.

 

Ma ora che ne sarebbe stato di lui, del demone? A cosa sarebbero valsi tutti i suoi sforzi se fosse stato cancellato nel ritorno all’umanità? Certo c’erano da considerare i cento e più anni, passati a perpetrare il male, potevano avere valore le poche cose buone che era riuscito a fare? Esisteva la possibilità di redenzione anche per un demone? Questi e mille altri pensieri correvano per la sua mente.

 

<< Le domande che tu ti stai ponendo vampiro, sono le stesse che anche noi ci siamo posti. Potevamo permettere che un demone quale tu sei, potesse essere redento e innalzarsi verso quella luce che aveva ricercato, trasformandosi così in un essere mai esistito prima? Un essere pieno di luce, capace di distruggere l’oscurità che lo aveva generato? O dovevamo andare avanti con l’applicazione della profezia e distruggerti? Infine abbiamo deciso, ti sottoporremo a tre prove, se le supererai verrai ritenuto degno di elevarti e potrai fare ritorno alla tua dimensione, unito all’anima nel corpo che ti ha ospitato. >> fu dopo alcuni secondi il responso dato dalla voce.

 

Spike tirò un sospiro di sollievo, “dunque una speranza esisteva.” << E se invece le fallisco che succede? >> chiese però con una punta di preoccupazione.

 

<< Se fallirai, il demone verrà rigettato nell’inferno da cui proviene e solo l’anima potrà fare ritorno al corpo. Non esistono altre scelte possibili, ma attenzione: non saremo noi a decidere l’esito delle prove, ma le tue stesse vittime! Riteniamo giusto che questo spetti a loro, poiché è il loro perdono che devi ottenere per poterti redimere. >> fu la secca risposta.

 

Anche se tremava al solo pensiero di sottoporsi a quel giudizio, Spike comprese che era giusto così. Solo affrontando il male che aveva commesso, poteva sperare di porvi rimedio. << Sono pronto! Quando si comincia? >> parole baldanzose le sue che però nascondevano una profonda inquietudine.

 

Non vi fu risposta alla sua domanda, ma l’aria riprese di nuovo a turbinare. Questa volta però la nebbia che si sollevò iniziò ad avvolgerlo. Spike si sentì come se una qualche forza lo cingesse per trasportarlo in un altro luogo. E infatti fu così che qualche secondo più tardi,  quando la nebbia iniziò a diradarsi, lui si accorse di essere in un posto diverso.

 

Era un luogo triste e squallido quello in cui si ritrovò. Grigie nebbie sembravano soffocare ogni cosa. Un senso di angoscia nacque nel cuore di Spike vedendo figure indistinte che si spostavano fra le nebbie. Dove era finito e in cosa consisteva la sua prova?

 

<< Questo è il limbo. Un luogo in cui finiscono le anime che non sono riuscite a trovare la pace che era stata loro promessa. Ve ne è qui una, che tu dovrai aiutare, se riuscirai a far si che essa trovi in sé stessa la forza per uscire da questa dimensione, avrai superato la prova. >> fu la risposta.

 

Spike si chiese chi mai potesse essere la persona che doveva aiutare, come fare a riconoscerla fra mezzo a quelle anime perse? Un leggero vento spirò davanti a lui, come a tracciargli il cammino. Cercando di farsi forza e resistendo a quella strana atmosfera che lo indeboliva, si incamminò nella direzione indicata.

 

Quando la vide non riuscì a credere ai suoi occhi, seduta a terra, con la schiena appoggiata ad un tronco d’albero rinsecchito, c’era Nikki, la cacciatrice che un tempo aveva ucciso.

 

Le si avvicinò lentamente, temeva in una sua reazione violenta, dopotutto lei si trovava lì a causa sua. Ciò che non si aspettava invece fu l’apatia con la quale venne accolto.

 

<< Ciao Nikki. >> la salutò imbarazzato.

 

<< Spike…sei morto anche tu vedo. >> rispose lei con uno sguardo spento.

 

<< Non esattamente….beh a dire il vero sono morto una volta o due….ma ora a quanto pare sono un po’ più vivo del solito. >> non potè resistere a scherzare Spike, anche nella speranza di riscuoterla.

 

<< Oh… >> fu invece l’annoiata risposta.

 

Spike non sapeva cosa aspettarsi quando le aveva parlato, ma di certo non una simile mancanza di reazioni. Gli venne voglia di prenderla per le braccia e scuoterla, fino a quando non ne avesse ottenuto una, ma comprese che sarebbe servito a ben poco. Decise quindi di sedersi accanto a lei ed iniziò a parlarle, a raccontarle cosa era stato di lui dopo la di lei morte.

 

Non avrebbe saputo dire cosa lo spinse a fare così, con ogni parola che pronunciava, cercava di trasmetterle le emozioni che aveva provato.

 

Lei ascoltava a malapena quello che lui diceva, le parole sembravano scivolarle addosso senza lasciare traccia. Quando ci fu una reazione, per poco lui non se ne accorse.

 

Udendo il nome di suo figlio Robin, il suo sguardo si fece più acceso, iniziò a seguire quel monologo con sempre maggiore interesse. Sospirò di sollievo, nello scoprire che era scampato alla battaglia con il primo male, in seguito la sua attenzione non venne mai meno. Solo quando Spike finì il suo racconto, accennò a parlare.

 

<< Così è per questo che ti trovi qui. Se speri che ti aiuti a superare la tua prova ti sbagli. Ho smesso di combattere da tanto tempo….sai avevi ragione tu…ero così stanca…e desideravo la morte….sono ancora tanto stanca. >> mano a mano che parlava, la sua voce si faceva di nuovo atona, stava per ricadere nel torpore che fino a quel momento l’aveva avvolta.

 

<< Bloody Hell! Possibile che in te non sia rimasto nulla della cacciatrice che eri? Non hai idea della rabbia che provo nel vederti così. Non dovresti essere qui….hai combattuto a lungo e meritavi una ricompensa migliore di questa. >> gridò lui disperato nel vederla rinchiudersi nel suo guscio.

 

<< Ascoltami. C’è una vita eterna là fuori che ti aspetta…una vita nella quale potresti provare e vedere cose meravigliose…magari cosa ne sarà di tuo figlio….lo hai abbandonato una volta…non continuare a farlo. Lui ti ama. Potresti apparirgli nei sogni come fa Joyce con Buffy (lei gli aveva raccontato di questi sogni, la sera prima della battaglia con il primo). Guidarlo nella sua vita….vedere nascere i tuoi nipotini…per poi riunirti a lui quando verrà la sua ora. Ma se resti qui…non accadrà niente di tutto questo….ti dissolverai poco a poco, diventando nebbia. E’ veramente questo che vuoi? >> concluse fremente di rabbia.

 

Quel suo sfogo però riuscì ad ottenere una reazione, lei cominciò a piangere dapprima silenziosamente, poi con singhiozzi sempre più disperati. A Spike faceva male vederla così, sentiva e si assumeva tutta la responsabilità del suo stato.

 

Agì d’istinto, l’abbracciò stretta fra le braccia, cercando di infonderle conforto. Lei all’inizio cercò di ritrarsi, per poi lasciansi andare. Lentamente i suoi singulti si attenuarono fino a cessare, calmandosi.

 

<< Sai…comincio a capire perché la tua Buffy si sia innamorata di te…sei veramente una persona speciale… >> sussurrò poi dolcemente.

 

<< Spiacente baby, se la tua è una proposta caschi male, sono già impegnato. >> esclamò guardingo. L’ultima cosa che voleva era fare qualcosa per scatenare la gelosia di Buffy. Una cacciatrice gelosa era una cosa da temere quanto l’inferno.

 

<< Scemo! Non mi riferivo a quello. Ma alla forza che hai dentro di te…hai così tanto calore da dare…e me ne hai dato così tanto che ho sentito la forza rinascere in me. Hai ragione…non voglio più rimanere qui. >> ridacchiò la cacciatrice.

 

Mentre Nikki pronunciava l’ultime parole, un raggio di luce apparve a rischiarare quel mondo di ombre. Era la nuova strada che le si apriva davanti. I due si scambiarono uno sguardo, speranza e gratitudine in quello di lei, gioia e imbarazzo in quello di lui. Sciolto l’abbraccio, la cacciatrice prese a camminare verso la luce, quando ne fu dentro si voltò a guardare il vampiro che una volta l’aveva uccisa ed ora la riportava alla vita, una vita non terrena ma eterna.

 

<< Mi sbaglierò, ma credo proprio che tu abbia superato la tua prima prova….e per quanto possa valere, hai il mio perdono. Ma stai attento a te…se non righerai diritto verrò a popolare i tuoi di sogni e ti assicuro che saranno incubi. >> disse scherzosa minacciandolo con un dito.

 

<< Che tu ci creda o meno, il tuo perdono è il regalo più bello che potessi farmi. E ti autorizzo a venire a imperversare nei miei sogni…basta che non siano a luci rosse. >> rispose lui con uno sguardo birichino.

 

Lei rise della sua battuta, poi con uno sfavillio scomparve dalla sua vista.

 

Ora era di nuovo solo, ma non lo rimase a lungo. La solita voce si fece sentire. << Come la cacciatrice ha detto hai superato la tua prima prova, ora ti attende la seconda. >>

 

Di nuovo venne avvolto dalla nebbia, per poi essere trasportato altrove.

 

 

Capitolo 10:

 

 

Dimensione sconosciuta (alcune ore prima):

 

Luci di tenui colori pastello, caratterizzavano quello spazio. Un profumo dolce e leggero permeava l’aria. Ovunque si avvertiva un senso di pace e serenità. “ Questo deve essere il paradiso.” pensò Spike.

 

Assomigliava al luogo che Buffy gli aveva descritto, infatti vide tante piccole forme di luce che danzavano nell’aria. “Devono essere anime.”. Lui però sembrava essere rimasto nella sua forma corporea, intravide anche altre forme simili alla sua, esse però apparivano diafane e luminose.

 

Era perplesso, cosa ci doveva fare lui in un posto simile, la voce rispose ancora alle sue domande. << Questo non è una delle dimensioni paradisiache, ma la sua anticamera. Qui giungono le anime degne, che sono morte in circostanze violente. Esse non hanno forma perché hanno bisogno di tempo per ritrovare la pace e la serenità, per poi proseguire nella dimensione paradisiaca a loro più congeniale. Gli esseri che vedi, sono anime elevate, il loro compito è prendersi cura di chi arriva. La tua seconda prova sta per iniziare, non possiamo dirti in cosa consiste, poiché il risultato dovrà scaturire dal profondo del tuo cuore in modo spontaneo. >>

 

Non sapendo che fare Spike, prese a girellare per la zona, di tanto in tanto sfiorava quelle forme di luce, cercando di capire lo scopo della sua presenza lì.

 

Quando le toccava provava una strana sensazione, simile alla pena, infatti apprendeva chi esse fossero state e come fossero morte e in cuor suo avrebbe voluto aiutarle a superare il trauma, ma non sapeva che fare. Guardandosi attorno ne vedeva alcune che dopo poco scomparivano, mentre altre prendevano il loro posto.

 

Ad un certo punto ne vide arrivare una leggermente più brillante delle altre, gli parve familiare. Stava per incamminarsi verso di essa quando tutto intorno a lui prese a tremare, sembrava che ci fosse un terremoto. In un attimo quel luogo di pace e serenità si stava trasformando in un luogo di sofferenza. Le anime avevano preso ad agitarsi impaurite e gli esseri luminescenti non riuscivano a calmarle.

 

Correndo verso di loro provò a parlargli. << Che sta succedendo? Posso essere d’aiuto? >> forse era questa la prova che doveva superare.

 

Non fu tanto una voce a rispondergli quanto un pensiero. Quegli esseri comunicavano telepaticamente. << Non c’è niente che tu possa fare, ciò che accade non è dovuto a questa dimensione, stiamo subendo un attacco. >> gli venne risposto.

 

“Chi mai può attaccare un luogo simile, forse le forze del male?” si chiese Spike. Poi vide di nuovo l’anima che era appena arrivata, anche lei si agitava, ma diversamente dalle altre. Era se cercasse di scappare da quel luogo ed evitava di proposito gli esseri che lo governavano. Ancora una volta ebbe la strana sensazione di conoscerla.

 

Intanto un luminoso, stava rispondendo alla domanda che lui si era posto in precedenza.<< Una giovane strega è morta, la sua compagna sta tentando di forzare le leggi cosmiche per riportarla indietro. Sciocca imprudente, non si rende conto del male che sta facendo, a causa sua anche l’anima  di colei che brama sta soffrendo. >>

 

Udendo quei pensieri, Spike comprese. << Tara! O mio Dio…quella è Tara! Ed è Willow che sta combinando tutto questo casino. >> esclamò, rendendosi conto che in qualche modo era stato trasportato anche in un altro tempo oltre che in un altro posto.

 

“E adesso che faccio?” si chiese preoccupato. Non poteva fare niente per fermare Willow. Il sé stesso del passato in quel momento si trovava in Africa, ad affrontare le prove del demone, ignaro di quanto stava accadendo. Inoltre lo colse la dolorosa immagine di Buffy ferita. Quando lo aveva saputo si era infuriato, avrebbe voluto essere lì per proteggerla, anzi per proteggere entrambe dalla follia omicida di Warren.

 

Per fortuna dopo poco, il tremito smise, la strega aveva desistito dal suo proposito. Spike però sapeva che non era finita, ora la pazzia di Willow si sarebbe scatenata contro il colpevole del delitto ed infine verso i suoi stessi amici.

 

Le altre anime stavano lentamente tornando tranquille, ma l’anima di Tara no. Sembrava intuire cosa stava per accadere e continuava ad agitarsi. Inutilmente le anime elette cercavano di calmarla.

 

Gli faceva male vederla agitarsi in quel modo, era proprio un’anima in pena. Tara gli era sempre piaciuta, un po’ come Joyce era stata una delle poche persone ad essere sempre gentile con lui. Quando Buffy era morta, era stata Tara l’unica a provare a consolarlo. Era merito suo se gli altri lo avevano accettato nel ruolo di protettore di Dawn e loro compagno di lotta. E quando Buffy era tornata in vita era stata l’unica a non giudicarlo male per la sua relazione con lei, lo aveva capito alla festa di compleanno, per quanto stupido lui fosse, aveva compreso le frecciatine che più volte gli aveva rivolto, tese a prenderlo bonariamente in giro, ma non ad offendere. Ora toccava a lui aiutarla, doveva restituirle il bene che aveva ricevuto.

 

<< Lasciate che ci provi io…lei mi conosce. >> disse rivolto ai luminosi.

 

Questi si fecero da parte, poi uno di essi lo fissò per qualche secondo, infine disse: << Vedo che tieni a lei….ti permetteremo di provare, ma ricorda…essa ora non può comprendere il linguaggio delle parole, ma solo quello dei sentimenti. >>

 

La cosa si prospettava più difficile che mai, con Nikki aveva risolto facendole un bel discorsetto, ma ora come poteva riuscire ad aiutare Tara, dirle che tutto si sarebbe aggiustato, non sarebbe servito. Ma non poteva arrendersi senza nemmeno provarci.

 

Tese quindi le mani tremanti verso di lei, cercando di infondere in quel tocco, le sue sensazioni, ed attese. Da principio sembrò non succedere niente, Tara continuava ad agitarsi freneticamente fra le sue mani, poi lentamente i suoi movimenti si fecero sempre meno convulsi.

 

Questo lo incitò a intensificare il contatto. Chissà se lo aveva riconosciuto, ma questo non era importante, quella comunicazione silenziosa  si stava rafforzando. Ora riusciva a sentire il suo dolore, la sua paura, la sua disperazione per quel destino così ingiusto che le era capitato.

 

Sentire quelle sensazioni come se fossero sue, fece scattare in Spike qualcosa. Fu come se dentro di sé si fosse spezzato qualcosa, la maschera di duro che aveva sempre portato si infranse. Come un’onda di piena rompe gli argini del fiume, così le emozioni che raramente aveva mostrato agli altri, uscirono fuori.

 

Pianse, lacrime lente e pure, pianse per lei che non poteva farlo, pianse per coloro che lei aveva abbandonato, le sue lacrime chiare e brillanti scivolarono sopra Tara, purificandola dalla sua pena. L’anima di lei, fra le sue mani, pulsava in risposta a quelle lacrime, facendosi attimo dopo attimo sempre più serena.

 

<< Incredibile…sei riuscito a calmarla….ma ora lascia che ce ne occupiamo noi. >> gli disse una delle anime elette.

 

E come se fosse un dono prezioso, Spike tese l’anima di Tara verso quegli esseri. << Mi raccomando…abbiatene cura….è una ragazza veramente speciale…e qualcosa mi dice che farà del bene qui, come lo aveva fatto sulla terra. >> c’era una punta di avvertimento nella sua voce, come a dire “ Se non la tratterete bene farete i conti con me.”

 

Prendendo in consegna la pregiata essenza, essi, sorrisero di quella velata minaccia. << Tranquillo…andrà tutto bene. Ora vai…il tuo compito qui è finito. >>

 

In quel momento Spike, si rammentò della ragione della sua presenza in quel luogo. Si era completamente scordato della prova, tanto era stato assorbito dagli eventi. Si chiese quindi se fosse riuscito a superarla.

 

<< Si, vampiro, lo hai fatto! Ora ti resta la terza e ultima prova da superare! >> La voce profonda delle forze dell’essere, si era fatta di nuovo sentire. Di nuovo la corrente lo prese per trasportarlo.

 

Stranamente questa volta il viaggio si rivelò più lungo del solito, ed insolito si rivelò essere il luogo dove giunse.

 

Niente ombre o tristi nebbie, né luci colorate e pace. In un cielo leggermente nuvoloso, illuminato da lampi, si innalzava un monte gigantesco, caratterizzato dalla presenza di numerosi individui che trascinavano grossi massi su per una lunga salita.

 

“E ora dove sono capitato?” si chiese Spike.

 

<< Questo è il luogo che gli umani chiamano purgatorio. E’ qui che giungono le anime di coloro che hanno vissuto fra il bene e il male. I massi che essi trascinano sono le colpe che hanno commesso, per errore o volutamente, mentre è la forza del bene che ancora possiedono a dar loro l’energia per trascinarli. Il giorno in cui riusciranno a giungere in cima alla salita, sarà anche l’ultimo che passeranno qui, poiché finalmente liberi dai loro peccati, potranno elevarsi verso dimensioni paradisiache. >> giunse puntuale la spiegazione.

 

“ Se ne scopre una nuova ogni giorno.” pensò prosaico Spike. Lui aveva sempre creduto che esistessero solo l’inferno e il paradiso, ma le sue recenti vicende gli avevano rivelato altre realtà.

 

<< Cosa devo fa… >> stava chiedendo, ma si interruppe quando gli giunse all’orecchio una voce familiare.

 

<< Non è giusto, non è giusto, non è giusto! >>

 

<< Anya? >> chiese sgomento.

 

Che diavolo ci faceva lì l’ex-demone della vendetta? Un brivido corse lungo la schiena di Spike, ora si immaginava benissimo quale fosse la terza prova.

 

 In risposta ai suoi pensieri giunse la solita voce profonda, ora però sembrava leggermente imbarazzata. << In effetti la tua terza prova consiste nell’aiutarla ad accettare la sua nuova situazione. Se ci riuscirai, oltre ad avere superato tutte le prove avrai anche la nostra riconoscenza….non hai idea dei problemi che lei ci sta creando. >>

 

Oh un idea Spike ce l’aveva eccome! Sentiva infatti ancora la sua voce che protestava a tutto spiano.

 

<< Io non dovrei essere qui! Sono un’eroina, ho aiutato a salvare il mondo! E potete scordarvi che io sgobbi per voi senza essere pagata! >> gridava furibonda.

 

Con un sospiro di sconforto, Spike si incamminò in direzione della voce. La trovò proprio alla base della salita, evidentemente non si era sforzata neppure un pochettino. Stava ancora discutendo animatamente con quello che doveva essere una specie di guida per le anime che arrivavano lì. Il poverino mancava poco che iniziasse a strapparsi i capelli con le mani, tanto era disperato.

 

<< Anya, sei sempre la solita, possibile che non ti vada mai bene niente?!? >> la redarguì.

 

Voltandosi di scatto e riconoscendo il vampiro, puntò la sua attenzione su di lui, liberando il poveretto della guida che gli fece un sorriso di ringraziamento prima di lasciarsi cadere a terra sfinito. << Spike…hanno sbattuto qui anche te? Ehi! Dov’è il tuo masso? Perché lui non ce l’ha ed io si? >> chiese però ancora lei al poveretto disteso.

 

Vedendo che non riusciva a cavare un ragno dal buco, Spike pensò bene ti prenderla per un braccio e strattonarla da parte. Il poveruomo emise un flebile “grazie a Dio”, prima di collassare letteralmente.

 

Anya però oppose resistenza. << Vacci piano Spike, quest’affare pesa una tonnellata ed io non ho più la forza di un demone. >> esclamò indispettita.

 

Sospirando frustrato, il biondo afferrò la catena che teneva il masso e  lo trascinò assieme alla sua proprietaria. Poco distante, c’era un tronco d’albero abbattuto, la costrinse a sederci sopra, poi con un altro sospiro si sedette al suo fianco.

 

<< Primo: io non sono stato “sbattuto” qui, sono solo in visita. Secondo: si può sapere che accidenti credi di fare? Sei fortunata che ti abbiano mandato qui….invece che all’inferno. >> le disse in tono duro.

 

Come al solito lei fece orecchie da mercante. << Senti chi parla, William the bloody! E poi come sarebbe a dire che sei solo in visita? >>

 

<< A parte il fatto che io come big bad sono stato attivo solo per un centinaio di anni, e tu come demone della vendetta un millennio, sì, la mia è solo una visita, è una lunga storia… >> cercò di spiegarle, ma lei lo interruppe.

 

<< Per favore risparmiamela….sono già incasinata per conto mio e non ho nessuna voglia di perdere tempo ad ascoltare le tue disgrazie. Quindi falla breve e dimmi perché sei qui, >> proruppe.

 

Spike non la finiva più di sospirare, possibile che con lei non ci fosse verso di parlare in modo normale? Come diavolo aveva fatto Xander a sopportarla? Poi gli giunse un ricordo, il magic box, il whisky di Giles, un tavolo, forse iniziava a capire il bamboccio, almeno da quel lato non aveva da invidiare niente a nessuna donna, beh a parte Buffy, lei era un altro discorso.

 

<< Anya, non so se te ne sei accorta….sei morta….adesso il tempo per te non scorre più. Quindi puoi scordarti il detto “il tempo è denaro”, perché in questo posto credo che nessuno dei due abbia valore. >> le disse cercando di ricondurla alla ragione.

 

Fiato sprecato. << Certo che so di essere morta…cosa credi, che sia stato piacevole essere trapassata da parte a parte con una sciabola? Fa un male cane, lasciatelo dire. A proposito…tu come sei morto? >>

 

<< Mi sono incenerito grazie al gingillo che paparino aveva portato. Non ne ho un buon ricordo. Ma non sono esattamente morto…il mio spirito è rimasto imprigionato nel maledetto amuleto per qualche giorno…pensa che quando sono uscito fuori ho pensato di essere all’inferno, sai c’era Angel… >>

 

La conversazione si stava facendo surreale e non approdava da nessuna parte. Infatti dopo essersi guardati a vicenda, i due scoppiarono assurdamente a  ridere.

 

Dopo essersi un poco ripresa, Anya, si appoggiò alla sua spalla dicendo: << Certo che siamo proprio una strana coppia tu ed io. Se ci mettessimo a raccontare la nostra vita, chissà quante storie ne verrebbero fuori. >> sospirò.

 

<< Già…un ex demone millenario e un vampiro centenario…ne abbiamo fatte di esperienze. >>disse in tono leggermente triste.

 

<< Ne ricordo una in particolare… >> disse lei con fare allusivo.

 

Fermando la sua mano che si stava per protendere verso di lui, Spike si staccò da lei prendendo le distanze. << Bloody Hell, Anya! Ma tu sei fissata…pensavo lo avessi capito….quello è un episodio chiuso, morto e sepolto! >> disse seccato.

 

<< Uffa quante storie! Pensavo che visto che siamo entrambi morti…..e ci troviamo qui….insieme…potevamo divertirci un pochino. >> sbuffò lei.

 

Irritato e sdegnato, Spike iniziò a camminare avanti e indietro davanti a lei. << Per la miseria Anya, non pensi a Xander? E’ passato un anno e quel poveretto sta ancora piangendo per la tua morte. Dovresti vergognarti….ti è stata data la possibilità di redimerti e tu che fai? Pianti casini, ti lamenti e ti proponi come una prostituta. >> era furibondo.

 

Sentendosi redarguire a quel modo lei reagì di riflesso. << Ma chi ti credi di essere per trattarmi così…>> ma poi la fulminò il pensiero di Xander << …davvero piange ancora per me? >> chiese lusingata, ma anche triste.

 

La frase messa insieme non aveva molto senso, ma d’altronde lei era fatta così diceva sempre quello che pensava, nello stesso momento in cui lo pensava.

 

Inginocchiandosi davanti a lei e prendendole le mani, Spike, la fissò negli occhi dicendole: << Sì, è così. Lui pensa ancora a te. Adesso ti prego ascoltami ho una storia da raccontarti…riguarda me…ma anche molte delle persone che tu conoscevi…forse se saprai cosa è accaduto dopo la tua morte, comprenderai che essere finita qui non è poi tanto male. >> le disse con tutta la calma che poteva.

 

Una volta tanto, lei acconsentì senza fare storie. Quindi Spike dopo essersi di nuovo seduto al suo fianco, iniziò a narrare. Con lei non fu così facile come con Nikki, Anya, tendeva ad interromperlo continuamente, chiedendo o delucidazioni o dettagli sui quali lui tendeva a sorvolare. Comunque sia, se dio volle, riuscì ad arrivare alla fine, vale a dire a quando l’aveva incontrata.

 

<< Certo che te ne sono successe di tutti i colori….ma alla fine in definitiva sei stato più fortunato di me. Tu almeno potrai tornare alla vita in un modo o in un altro… >> disse lei sospirando.

 

<< Sai che ti dico…hai ragione, non è giusto! >> sbottò Spike.

 

Anya credette che si riferisse a lei, in fondo rimaneva egocentrica sia che fosse un’umana che un demone, ma Spike continuò a tutta birra, infervorato. << Tutta questa stramaledetta situazione è iniqua. Pensa a Nikki…a Tara…loro non avevano mai fatto male a nessuno…eppure sono morte….hanno sofferto…e noi…noi che abbiamo passato la maggior parte della nostra vita a…Noi non meritiamo di essere qui. Dovremmo essere entrambi all’inferno…è quello il nostro posto. Ho deciso…rinuncio, basta. Non so cosa mi passasse per la testa…un demone che diventa umano…non è affatto giusto. >> concluse amareggiato.

 

<< Ehi! Guarda che io ero un demone eppure sono tornata umana ! >> lo rimbeccò lei, punta sul vivo.

 

<< Ma è diverso, tu sei diversa….tu eri umana prima di diventare demone, e quando sei morta lo eri di nuovo, ma io come demone ci sono nato. Per quanto credessi di essere William, non lo ero. Lui è morto. Sono stati proprio loro a dirmelo…e adesso di lui resta solo la sua anima, che io ho voluto dentro di me. Lui sì che si merita di tornare a vivere….non certo io. >> cercò di spiegarle angosciato.

 

Ma Anya sembrava non voler capire…o forse… << Cosa vuoi, che ti dica che hai ragione? Scordatelo! E sai perché? Perché né tu e né io sappiamo cosa è veramente giusto o non lo è! Ragionando dal tuo punto di vista….la tua sembrerebbe la versione corretta….ma noi conosciamo solo la realtà che vediamo….che ne sappiamo del perché certe cose accadono? Noi siamo come piccoli ingranaggi in un grande macchinario, solo chi ha costruito e muove la macchina conosce tutte le risposte. E non le viene a dire certo a noi. Quindi chi ti credi di essere per giudicare? >> esclamò indignata.

 

Spike non si aspettava certo una simile predica, stupito, si rese conto che Anya poteva aver visto giusto.

 

<< Da quando sei diventata tanto saggia? >> le chiese ancora confuso.

 

<< In mille anni, qualcosa lo impari. Dammi una mano và. >> disse alzandosi e cercando di aggiustansi la cinghia che le cingeva la vita.

 

<< Che intenzioni hai? >> le chiese lui aiutandola.

 

<< Tu che ne dici? Complimenti campione…sei riuscito nella tua missione. Ho deciso di darmi alla scalata…e giuro che batterò tutti i record. Arriverò in cima così veloce che dovranno darmi una medaglia. >> disse lei cominciando ad arrancare.

 

Ce la stava veramente mettendo tutta, tanto che Spike dovette quasi correre per affiancarsi a lei.

 

<< Vuoi che dica qualcosa a Xander, quando lo vedo? >> le chiese.

 

<< Sì, digli di prepararsi. Ho intenzione di fare tutto il possibile per tornare da lui, mi manca il mio pirata sexy. Non so ancora come ma ci riuscirò. E questa volta lo incatenerò e lo trascinerò a forza verso l’altare. >> disse in tono bellicoso.

 

Spike scoppiò a ridere di gusto, conoscendo Anya c’era da immaginarsi che ci sarebbe riuscita. Povero bamboccio lo aspettava un futuro non proprio roseo.

 

Non ci fu il tempo di salutarsi, infatti, inaspettatamente, questa volta il vortice giunse senza essere annunciato.

 

E si ritrovò ancora una volta in quello spazio bianco in cui si era risvegliato all’inizio.

 

 

Capitolo 11:

 

 

Dimensione numero 0000.0 : (pochissime ore prima)

 

<< E così vampiro, sei riuscito a superare tutte le prove, ora non ti resta che attendere che venga emesso il giudizio finale. >> esclamò la solita voce.

 

<< Vi prego aspettate…io non so se tutto questo sia giusto…Anya aveva ragione…non spetta a me giudicare. Ma comunque vadano le cose, io non ho intenzione di tornare indietro, continuerò per la strada che ho intrapreso, anche se finirò all’inferno. >> disse dapprima stentatamente poi con tono più deciso. Spike aveva ritrovato sia la sua grinta e il desiderio che le cose fossero fatte in modo giusto.

 

<< Parole forti le tue, ma che ti rendono onore. >> fu però la secca risposta a cui seguì un lungo silenzio.

 

E iniziò l’attesa.

 

Lui non avrebbe saputo dire quanto tempo durò, seduto a terra, con uno spasmodico desiderio di fumare e maledicendosi per avere smesso. Infine la voce, tuonò ancora.

 

<< Il giudizio è stato espresso….sei stato giudicato meritevole. >>

 

Spike si alzò di scatto saltellando e proruppe in un grido di gioia. Il suo sogno si era avverato, poteva tornare da Buffy e continuare ad essere il suo campione. Era così gasato che non si accorse che le forze dell’essere cercavano di richiamare la sua attenzione. La voce dovette quasi gridare per ricondurlo alla ragione.

 

<< ADESSO BASTA! Comprendiamo la tua felicità, ma ora devi prepararti…..il demone e l’anima devono divenire una cosa sola. >> tuonò potente la voce.

 

Riacquistato il controllo,  Spike tornò serio, quello era un momento importante.

 

Un cono di luce apparve sopra di lui e lo inondò di un’energia mistica. Gli parve di dissolversi, che ogni atomo di cui era composto venisse scisso, diventando parte di qualcosa di infinitamente grande, grande come l’universo. Pensieri e concetti scomparvero dalla sua mente, diventando nulla in confronto all’esperienza che stava vivendo.

 

Poi così come era iniziato, il processo, iniziò a retrocedere ed iniziò a ricomporsi. Adesso però, non era più un demone e un’anima, ma era qualcosa di nuovo. Era nata una nuova specie.

 

Ancora frastornato, prese a tastarsi, fisicamente sembrava essere tornato come prima…a parte…

 

<< Bloody Hell! Ho le ali! >> esclamò sbigottito.

 

Anche se era cambiato in fondo rimaneva sempre lo stesso.

 

<< Non è che sono diventato un angelo, vero? >> chiese preoccupato << Altrimenti chi lo sente quel pirla di Angel? Mi prenderà in giro fino alla morte. Per non parlare degli altri. >>

 

Un’allegra risata gli giunse come risposta. Per fortuna venne aggiunta la spiegazione. << No, non sei un angelo. Non preoccuparti, non appena farai ritorno alla tua dimensione, le ali spariranno. >>

 

Il sospiro di sollievo che fece, ottenne una nuova risata dall’alto. << Sarai umano ma più forte di un umano, sarai un campione. Continuerai ad avere gli stessi poteri di quando eri un demone, uniti ai poteri dell’anima. Poteri che dovrai scoprire poco a poco. Noi ti osserveremo e ti daremo dei consigli qualora ne avrai bisogno.  Potrai invecchiare, anche se lentamente, avere dei figli. Quando giungerà per te l’ora della morte, farai ritorno qui…assieme a colei che ami. E da qui potrai continuare a dare il tuo aiuto alla causa del bene. >>

 

Era molto di più di quanto Spike si aspettava, una vita da vivere insieme a Buffy e la promessa di una vita eterna al suo fianco.

 

<< Dimenticavamo….noi ti dobbiamo un favore…che ci hai reso quando hai superato la terza prova (Anya!), in considerazione di ciò abbiamo deciso di concederti un desiderio. >>

 

Facendo una smorfia e piegando la testa di lato, come suo solito, Spike, pensò bene di riflettere con attenzione almeno per una volta. Un desiderio non è una cosa da prendere alla leggera, poi un lampo illuminò i suoi occhi. Aveva deciso cosa chiedere.

 

La successiva conversazione, venne svolta telepaticamente, infine, raggiunto un accordo e la voce tuonò ancora.

 

<< E’ giunta l’ora per te di ritornare, William. Poiché d’ora in poi è così che ti chiameremo. Fai buon uso dei doni che ti sono stati dati. >> disse accomiatando l’ospite.

 

E di nuovo fu luce.

 

Roma: 

 

Spike, si svegliò mentre il sole stava sorgendo (non ho tenuto conto del fuso orario ma dovevano essere passate 24 ore circa.), alcuni lievi raggi lo raggiungevano al volto, riscaldando la sua pelle. Era cosciente di essere tornato umano, sentiva il cuore battere, l’aria che riempiva i suoi polmoni, ma quello era niente rispetto al sole. Come un bambino tese quindi una mano verso quel raggio, come per catturarlo.

 

Quel movimento, seppur lieve, ottenne una risposta dal corpo di Buffy, che si agitò nel sonno. Lo sguardo di lui cadde quindi sulla donna addormentata al suo fianco. Era bellissima tutta rosea come una bambina, solo leggere ombre scure sotto i suoi occhi gli dicevano che doveva essersi addormentata da poco; forse era rimasta sveglia a vegliarlo per molte ore.

 

Delicatamente, cercando di non interrompere il suo sonno, le carezzò teneramente i capelli, spostando alcune ciocche che le coprivano il volto.

 

Quando si sarebbe svegliata, aveva molte cose da raccontarle.

 

Improvvisamente però, gli giunse impellente un richiamo di madre natura, doveva andare in bagno. Che volete farci, l’umanità porta con sé alcuni disagi.

Cercò quindi di scivolare via in silenzio, per non svegliarla. Si rese conto di essere nudo, chissà chi l’aveva spogliato ( per la cronaca Buffy era sola quando lo ha fatto, non poteva permettere che la sorellina vedesse certe cose. ), stava guardandosi attorno per cercare i suoi vestiti, quando la voce di lei lo bloccò.

 

<< Che stai facendo? >> chiese ancora mezza addormentata.

 

Imbarazzato, lui cercò di coprirsi con l’unica cosa che aveva, vale a dire le mani. Il suo volto per la prima volta da secoli era ora di un rosa acceso.

 

<< Cercavo i miei vestiti. >> rispose, cercando di non far notare il suo imbarazzo. Intanto pensava “Che diavolo mi prende, Buffy mi ha già visto nudo un sacco di volte.”

 

Buffy intanto vedendo la sua reazione, ne fraintese il motivo. “Oddio, e se tornando umano si fosse scordato di me?….e se non mi ama più?” pensò. << Do…dove stavi andando? >> chiese con le lacrime agli occhi, incapace di formulare le altre domande che le passavano per la mente.

 

<< Stavo andando in… >> stava rispondendo lui, quando vedendo gli occhi lucidi di lei si riprese << …ehi passerotto, cosa c’è? Perché piangi? >> le chiese avvicinandosi di nuovo al letto.

 

<< Mi hai chiamato passerotto, allora ti ricordi di me. >> disse lei gettandosi fra le sue braccia.

 

<< Certo che mi ricordo di te…perché avrei dovuto scordarti, scusa? >> le chiese lui perplesso.

 

<< E mi ami ancora? >> chiese ancora lei non del tutto sicura.

 

<< Che razza di domande fai? Si può sapere che ti prende? Certo che ti amo! >> nonostante fosse confuso, non mancò di risponderle.

 

Il bacio che seguì le sue parole, avrebbe potuto risvegliare anche i morti. Infatti, ebbe l’effetto di risvegliare in lui qualcosa di decisamente vivo (indovinate cosa).

 

Ora sì che era imbarazzato, non solo era nudo come un verme, ma la sua eccitazione era decisamente evidente. Inoltre il richiamo di madre natura si faceva sempre più impellente.

 

Vedendolo tutto rosso e impacciato, lei capì l’equivoco e scoppiò in una risatina. << I tuoi vestiti li abbiamo messi a lavare, erano sporchi da far schifo. Dove pensavi di andare come mamma ti ha fatto? >> gli chiese occhieggiando le sue nudità con un sorrisetto maligno.

 

“Perfidia, il tuo nome è donna!” pensò lui vedendo come lei gongolava. A quanto pare le piaceva lo spettacolo, non volendo darle ulteriori soddisfazioni, cercò di riprendere la sua aria strafottente, ci riuscì a malapena. << Stavo andando in bagno…pensavo di farmi una doccia. >> non le avrebbe detto la verità nemmeno se da questo fosse dipesa la sua vita.

 

<< Così…cercavo i vestiti…per rimetterli…dopo. >> come scusa doveva funzionare.

 

Per fortuna, lei sembrò cascarci. << Oh! Dubito che siano già asciutti…se vuoi chiedo ai ragazzi se hanno qualcosa da prestarti. >> propose.

 

<< Ehmm…grazie. Allora io vado. >> meglio tagliare la corda finchè era in tempo.

 

Mentre cercava di raggiungere la porta del bagno, la sua voce lo raggiunse.<< WOW. Lo sai che da dietro sei anche meglio? Hai un culetto… >> risatina perfida.

 

Scotendo la testa, lui evitò di ribattere e chiusa la porta del bagno, aspettò di sentire lei che si allontanava. Finalmente solo, si decise ad espletare le sue funzioni. Poi, con un sospiro di sollievo entrò nel box doccia. Tanto valeva approfittarne.

 

Dopo qualche minuto, era tutto insaponato e si godeva il profumo del bagnoschiuma di lei sulla pelle, quando….

 

La porta della cabina si aprì, e…

 

Buffy, nuda, si intrufolò all’interno.

 

Dopo avere informato tutti quanti che Spike si era svegliato, la cacciatrice aveva preso alcuni vestiti da Andrew, poi si era fiondata di nuovo in camera, chiudendo a chiave la porta dietro di sé. Entrando nel bagno, aveva notato subito la tavoletta alzata del water, ed aveva sorriso sorniona. Poi, dopo essersi spogliata a sua volta, aveva ben pensato di raggiungerlo.

 

<< Anch’io avevo bisogno di una doccia e ho pensato…che magari…potevamo lavarci la schiena a vicenda. >>  gli disse sorridendo.

 

A lui passò di tutto per la mente, ma di lavarle la schiena, proprio no! Abbeverarsi alle sue dolci labbra, succhiare dai suoi capezzoli perfetti, toccarla nelle sue parti più intime, sentirla gemere e gridare il suo nome. Mancava solo di unirsi a lei quando… << Cazzo! >> esclamò tirandosi indietro di scatto.

 

<< Che c’è, che succede? >> chiese lei contrariata.

 

<< C’è passerotto…che adesso sono umano….completamente non sterile…non so se capisci il concetto. >> sbottò.

 

La portata della cosa, la travolse come una valanga. A quello non aveva pensato. << Oh! Vuoi dire che io potrei…>> non riusciva a dirlo.

 

<< Rimanere incinta. Già! E non vorrei sembrare vecchio stampo….ma io sono dell’opinione che prima ci si sposa…poi si fanno i bambini. >> esclamò tutto impettito.

 

Buffy era frastornata, le emozioni che provava le si riflettevano sul volto. Si immaginava mentre aspettava un figlio, un figlio suo, stranamente, nonostante l’iniziale timore provato, l’idea le piaceva, anzi la deliziava. Poi si rese conto dell’assurdità della situazione, stavano parlando di matrimonio e figli, nudi sotto la doccia, e lui aveva assunto un atteggiamento vittoriano.

 

<< Ma tu sei vecchio stampo…sei un vecchio gentiluomo inglese….di 130 e passa anni!  >> esclamò ridendo divertita. Vedendo il broncio che iniziava a fare, aggiunse. << Ed io ti amo anche per questo! >> poi lo baciò.

 

Fu Spike ad interrompere il bacio, che rischiava di mandare a monte i suoi buoni propositi.

 

<< Amore, se continui così ci mettiamo nei guai. Ed io non voglio rovinare le cose, non so tu ma io vorrei aspettare a mettere in cantiere una piccola cacciatrice, prima vorrei godermi un po’ quella grande. >> le disse in tono tenero.

 

Di comune accordo i due decisero che era meglio uscire dalla doccia. Spike guardò  scettico i vestiti che lei gli aveva procurato, fra tutte spiccava un paio di boxer a fiorellini. << E questa che roba è? >> chiese inorridito, tenendo l’indumento incriminato fra due dita.

 

Subitanea fu la risata che ottenne per risposta.<< Scusa…dimenticavo che tu non porti biancheria intima. >> disse fra le risatine.

 

<< Questa non è biancheria intima…questa….è una vera e propria schifezza. Fammi indovinare…Xander? >> ricordava bene le sue camice a fiori. Forse usava lo stesso metodo di scelta anche per la biancheria.

 

<< Ehmmm…no. A dire il vero sono di Andrew. Hai ragione sono orribili. >> fu costretta ad ammettere lei.

 

Gli altri indumenti non erano certo migliori. << Io questa roba non me la metto. Anche perché non ci entro….Vorrà dire che aspetterò che i miei siano asciutti. >> disse gettandosi disteso sul letto, le braccia incrociate dietro la testa.

 

Non si rendeva conto dello spettacolo che stava dando, a petto nudo e con solo un normale asciugamano avvolto intorno alla vita. Ma Buffy si godeva la scena, e come se la godeva.

 

Incapace di stare lontana da tutto quel ben di dio, si sedette accanto a lui e prese a scorrere le mani sul suo magnifico torace, le faceva una strana sensazione sentirlo caldo al tatto, ma al tempo stesso era felice di riconoscerne ogni dettaglio.

 

<< Odio dovermi ripetere…ma sei in cerca di guai, gattina. >> esclamò lui con voce soffocata, mentre insinuava una mano sotto l’accappatoio di lei.

 

<< Sono la cacciatrice…il pericolo è il mio mestiere. >> rispose lei con aria birichina, per poi sostituire il tocco delle sue mani con quello delle sue labbra. Spike, gemette deliziato, intanto il suo asciugamano, tendeva ad alzarsi in un certo punto.

 

Ma a quanto pare non era destino.

 

Un sonoro colpo alla porta, li fece sobbalzare. Poi da dietro la porta si udì la voce di Angel. << Avete intenzione di starci parecchio lì dentro? Qui stiamo aspettando tutti che l’eroe del giorno si faccia finalmente vedere! >> disse in tono seccato.

 

“Maledetto Angel.” sussurrarono entrambi, ma ormai l’idillio era stato infranto, era chiaro, fintanto che il vampiro fosse rimasto fuori della porta non potevano combinare niente.

 

<< Arrivo subito. >> disse in risposta Buffy che prese a vestirsi ad ultra velocità. Un paio di minuti dopo, apriva la porta e sorrideva in modo fintamente ingenuo all’indirizzo dello scocciatore.

 

Lui notò i capelli umidi di lei e saltò alle conclusioni. << Spiacente di avere interrotto la vostra festicciola privata…ma qui fuori ci sono persone che stanno aspettando da parecchio tempo. >> disse in tono critico.

 

<< Per tua informazione, non stavamo facendo nessuna festicciola. Mi stavo solo facendo la doccia…in quanto a Spike…abbiamo un problema, non ha niente da mettersi, i suoi vestiti sono bagnati e quelli di Andrew non gli stanno. >> rispose lei a tono con un’invidiabile faccia da poker.

 

Poi spalancata la porta, mostrò al vampiro, l’uomo disteso sul letto. Per fortuna, Spike aveva ben pensato d’infilarsi di nuovo sotto le coperte.

 

<< Ciao denti aguzzi, mi scuso per l’attesa, ma sai…tornare umano è stato più complicato di quanto tu non creda. >> disse con un ghigno perfido, aveva sempre desiderato fare questo genere di battute, ed ora finalmente poteva.

 

Angel avrebbe voluto ribattere, ma venne spintonato da dietro. In rapida successione, entrarono nella stanza una decina di persone. La prima era stata Dawn, che si era gettata subito fra le braccia di Spike per salutarlo con un caloroso abbraccio.

 

<< Wow briciola. Tua sorella aveva ragione…sei cresciuta tantissimo, ora sei una bellissima ragazza. >> esclamò lui commosso da quell’abbraccio.

 

<< Grazie, anche tu non sei niente male come umano. >> rispose a tono lei.

 

<< Ehmm…questo vuole dire che non rischio più di andare a fuoco? >> chiese timoroso Spike.

 

<< No, adesso l’unico rischio che corri è di diventare mio cognato…..sei certo di volere sposare quell’arpia di mia sorella? >> gli sussurrò lei all’orecchio, per non farsi sentire dalla sorella in questione.

 

Il sorriso che lei ricevette come risposta era inequivocabile. Spike era al settimo cielo, Buffy lo amava, Briciola gli voleva di nuovo bene ed era circondato da un gruppo di persone che sembravano essere molto felici di vederlo, visto i saluti affettuosi che gli facevano.

 

Willow non resisteva più, la curiosità la stava uccidendo, doveva sapere cosa era successo. << Ti è successo qualcosa….. mentre stavi dormendo? >> chiese in tono volutamente vago.

 

<< Beh, si! Un sacco di cose….sbaglio o tu ne sai qualcosa, rossa? >> le rispose lui, che aveva intuito il blef.

 

Presa in castagna, la strega si strinse fra le spalle e fu costretta ad ammettere che qualcosina la sapeva. << Molto…poco…in verità. Solo una cosetta che….mi avevano detto gli oracoli. >> disse cercando di togliersi d’impiccio.

 

Buffy, che non era una cima, ma scema non lo era per niente, comprese che l’amica le aveva nascosto qualcosa. << Willow, di che accidenti stai parlando? Esigo una spiegazione ora, subito! >> esclamò con tono deciso da cacciatrice.

 

<< Ecco…loro…mi avevano informata…che Spike…non si svegliava perché il suo spirito era stato richiamato dalle forze dell’essere. >>  balbettò Willow, concludendo a precipizio.

 

<< COSA?!? >> esclamarono insieme Buffy ed Angel, anche se per ragioni diverse.

 

Mettendo a tacere il vampiro con un gesto deciso della mano, Buffy si impose anche sugli altri, quella discussione era sua, e guai a chi si intrometteva. << E quando pensavi di dirmelo?>> chiese furibonda.

 

<< Non volevo farti preoccupare…avevano anche detto…che Spike si sarebbe risvegliato presto e che avrebbe raccontato tutto lui. >> cercò di svicolare la strega, attirando le ire sul biondo.

 

Ottenne l’effetto desiderato, ora il povero ex-vampiro, sentiva puntati su di sé gli sguardi degli astanti, come tanti coltelli pronti a colpirlo. Degli altri poteva fregarsene, ma di due occhi verde smeraldo, proprio non poteva. << Scusa, riccioli d’oro….lo sai anche tu…come sono andate le cose…quando mi sono svegliato… >> la verità era sempre la strada migliore.

 

Infatti Buffy, diventando di brace, borbottò. << Hai…hai…ragione…non stavi ancora bene… >> come scusa era pietosa << Ma ora voglio sapere tutto. >> concluse con tono più deciso.

 

“Questo è un giochetto che possiamo fare in due, tesoro!” pensò Spike, sorridendo con aria sorniona. << Niente in contrario, amore. Solo…non è che potrei mettere prima, qualcosa sotto i denti? Il mio stomaco gorgoglia così forte…che non riesco a connettere. >> In risposta alle sue parole, lo stomaco prese effettivamente a brontolare.

 

<< Ehmm…si va bene. Ora vado a prepararti qualcosa…ma dopo….mi racconti tutto. >> esclamò lei, arrendendosi all’evidenza, ma lanciandogli uno sguardo omicida.

 

<< Scusa B, ma ho paura che in casa sia rimasto ben poco…le mocciose hanno saccheggiato la cucina. Lo sai…sono peggio delle cavallette. >> esclamò Faith, intromettendosi nella conversazione.

 

Con un gesto di stizza, Buffy, maledisse in silenzio le responsabili. << Bene…a questo punto non resta che una cosa da fare…andare a fare la spesa. Per fortuna qui vicino c’è un supermarket ben fornito. Willow…tu vieni con me! >> poteva sempre approfittarne per farle la ramanzina.

 

Spike sospirò, era riuscito a rimandare le spiegazioni, voleva riflettere bene su cosa dire e cosa no, ma soprattutto come dirlo. Alcuni eventi infatti sarebbero stati duri da mandare giù, per alcune delle persone presenti nella camera. Poi lo colse un pensiero. << Buffy…visto che ci sei…perché non compri “qualcosa” per me? Vestiti….sempre che li vendano. >>  ma non era esattamente ai vestiti che pensava.

 

Facendo un segno di assenso, la cacciatrice, afferrò la borsa e partì di gran carriera, seguita da una mogia Willow che sapeva bene cosa l’aspettava.

 

Un silenzio di tomba, era intanto caduto nella camera. Tutti quanti avrebbero voluto dire qualcosa, ma nessuno sapeva come iniziare.

 

<< Dawnye…tesoro…non è che potresti procurarmi un accappatoio, una vestaglia….una qualsiasi maledetta cosa? Sono stufo di starmene a letto. >> disse Spike alla ragazza.

 

Inaspettatamente saltò su Andrew. << Ho io qualcosa…una veste da camera…quella dovrebbe andarti. >> e scappò in camera sua per prenderla. Ritornò subito dopo tutto felice, recando una vestaglia in broccato (simile a quella vista in Storyteller).

 

Non era proprio di suo gusto, ma a Spike dispiaceva deluderlo. << OK. Può andare, grazie. Ed ora signori e signore….a meno che non vogliate godervi lo spettacolo…vi pregherei di uscire. >> il messaggio era chiaro.

 

Uno ad uno, uscirono dalla camera, l’ultima fu Faith, che non rinunciò a dare un’ultima sbirciatina. Venne però subito tirata via, dal suo uomo. Il biondo non poté fare a meno di fare una risatina, Robin Wood avrebbe avuto da penare per tenere sotto controllo quella assatanata.

 

 

Capitolo 12

 

 

Qualche minuto più tardi, l’ex-vampiro si trovava seduto in cucina, a bere una tazza di caffè, circondato da cacciatrici che non smettevano un attimo di fargli domande senza dargli il tempo di rispondere. Inoltre dall’altro lato della stanza, vedeva stagliato contro la porta la figura del suo ex-gran-sire. Il cipiglio che aveva in quel momento era tutto un programma, chissà quanto tempo ancora si sarebbe trattenuto prima di saltargli addosso.

 

Ignari della tensione presente fra i due, gli altri cicalavano a più non posso. Il ritorno di Buffy, venne accolto con un sospiro di sollievo da parte di Spike, non era ancora pronto per scontrarsi con Angel.

 

Deponendo le borse sul tavolo, lei iniziò a tirarne fuori il contenuto. << Ho comprato dei cornetti freschi…biscotti…il latte…il succo d’arancia….i cereali…e tonnellate di confezioni di Quattro salti in Padella…sono veloci da preparare…e non sono niente male. >> C’era poco da fare, lei in cucina era una frana.

 

Spike si gettò a precipizio sui cornetti e i biscotti, aveva veramente fame.

 

<< Dimenticavo…Angel…ho preso anche del sangue per te. >> aggiunse intanto Buffy tendendo una bottiglia al vampiro.

 

Vedere e sentire l’odore del sangue, fece uno strano effetto a Spike. Non era disgusto, ma nemmeno desiderio…era come rivedere una vecchia foto dopo anni che è stata scattata. Nessun rimpianto né nostalgia, solo la percezione di quanto erano cambiate le cose.

 

Anche Angel, stava guardando la bottiglia provando un profondo desiderio di bere, di nutrirsi, ma non voleva farlo lì davanti agli altri. Non era vergogna, ormai aveva superato quel handicap, piuttosto non voleva dare al biondino la soddisfazione di vedere che per lui le cose non erano cambiate, era sempre un vampiro.

 

Intuendo il corso dei pensieri di mister simpatia, Spike sorprendendo anche sé stesso, decise di voltargli le spalle, in modo da non creargli imbarazzo. In fondo in quella storia era stato lui a rivelarsi il vincente, poteva quindi permettersi di essere magnanimo.

 

<< Ti ho comprato anche i “vestiti”…spero di avere indovinato la taglia. >> disse Buffy, in tono allusivo, tendendogli un paio di jeans e una camicia, sempre di jeans.

 

Beh, adesso che si era ristorato, tanto valeva che andasse a vestirsi. Con il suo solito passo strascicato, si diresse quindi in camera, Buffy lo seguiva, voleva assincerarsi che gli abiti andassero bene, in modo da poter andare a cambiarli se si fosse rivelato necessario, beh perlomeno quella era la scusa ufficiale.

 

Per fortuna non ci furono problemi, gli stavano d’incanto, facendo risaltare l’azzurro dei suoi occhi. Spike non era mai sazio di rimirarsi nel grande specchio che c’era in camera, anche quello gli era decisamente mancato. << Buffy…senti…dopo…stai vicina a Willow…ne avrà bisogno. >> le disse guardandola dallo specchio.

 

<< Uhmm?>> chiese soprappensiero Buffy, che era altrettanto presa a rimirarlo.

 

<< Capirai! >> rispose misterioso Spike che per il momento non poteva dirle di più.

 

Quando uscì dalla camera, si erano spostati tutti nel salotto, Lo show stava per cominciare, ed era lui la star!

 

Si sedette sul divano con Buffy da una parte e Dawn dall’altra. Quello che doveva dire non era facile e si fece forza, concentrandosi su sé stesso ed escludendo gli altri. Non seppe neppure lui come fece a rimanere impassibile, mentre gli eventi che narrava si dipanavano man mano, creando tutta una serie di reazioni. Se si fosse fermato, anche solo per un istante, aveva paura che non sarebbe più riuscito ad andare avanti. Raccontò tutto, nei minimi dettagli, beh non proprio tutto, sorvolò sulla faccenda delle ali e del desiderio.

 

Solo quando giunse alla fine si rese conto di avere tenuto per tutto il tempo gli occhi chiusi, quello che vide aprendoli andò al di là delle sue previsioni. Non c’era una sola persona con gli occhi asciutti. Beh, a parte Angel e Illyria, loro erano i soli a non aver pianto, persino Gunn doveva avere versato qualche lacrimuccia.

 

Dawn e Buffy abbracciavano lui, come per paura di perderlo. Kennedy abbracciava Willow, che sembrava la più sconvolta e se ne stava tutta rannicchiata. Faith, dava conforto a Robin, e Giles si occupava di Xander. Andrew si era unito alla schiera di ragazze sedute a terra e distribuiva fazzolettini a destra e a manca. Illyria dava dei colpi, che avrebbero voluto essere gentili ma non erano esattamente delicati sulla schiena di Gunn, il quale per poco non moriva soffocato, forse era quella la causa delle lacrime.

 

E poi c’era Angel, se ne stava in piedi, appoggiato al muro, fermo immobile, come una statua.

 

Il suo volto era più scuro del solito. Fu lui il primo a parlare. << Quindi…in definitiva…il vampiro della profezia, sei sempre stato tu. Perché sei diverso. >> si vedeva che aveva voglia di litigare.

 

Spike sbuffò infastidito. Avrebbe voluto poter evitare lo scontro, ma si stava rivelando impossibile. Stringendo affettuosamente la mano di Buffy, le lanciò un muto messaggio, poi si alzò lentamente e si diresse verso il vampiro, doveva parlargli faccia a faccia.

 

<< Sì, sono diverso. Ma per te non dovrebbe essere una novità, ho perso il conto di tutte le volte che ho cercato di fartelo capire. >> gli disse a muso duro.

 

Angel perse il controllo e cercò di colpirlo. Intanto aveva assunto il volto della caccia. Ma Spike, non si fece sorprendere e riuscì con un’abile mossa a sbatterlo contro il muro, per poi tenerlo lì bloccato. << Cosa vuoi fare Angel? Mordermi? Vuoi farmi tornare di nuovo un vampiro? Così ti sentirai meglio? >> gli gridò in faccia.

 

Stranamente quelle parole, sembrarono avere effetto. Con grande sollievo per tutti i presenti, Angel tornò al suo aspetto umano, e si afflosciò contro la parete. Si era reso conto che stava combattendo una battaglia che non poteva vincere.

 

Ma a Spike, questo non bastava, c’erano molte altre cose da dire, ma non poteva farlo lì, davanti a tutti. Preso il vampiro per un braccio, lo strattonò dicendo: << Spero ci vorrete scusare, ma io ed Angel dobbiamo fare un discorsetto…a quattrocchi. >> e prese a spintonarlo verso la camera di Buffy, una volta dentro si chiuse la porta alle spalle.

 

In sala intanto, dopo un momento in cui tutti erano rimasti di sale, cominciarono a fioccare le prime ipotesi. Si sarebbero picchiati? O Peggio? Chi avrebbe vinto? Qualcuno propose di fare anche delle scommesse.

 

Buffy intanto, infastidita dalla confusione che si era creata, sbottò. << Volete farla finita? Spike ha detto che voleva parlare, quindi parleranno! >> se uno sguardo avesse potuto incenerire, sarebbero diventati tutti polvere.

 

Poi guardando l’amica ancora distrutta dal dolore, memore delle parole di Spike le si accostò. Willow, lasciando le braccia di Kennedy si gettò fra le sue. Buffy aveva conosciuto Tara e poteva quindi comprendere meglio il suo dolore.

 

Intanto in camera, un Angel quasi distrutto, diceva scotendo la testa: << Non capisco di cosa mi vuoi parlare…è finita…>> Oddio, aveva rincominciato con il vittimismo.

 

<< Tanto che tu lo sappia…la mia diversità non ha influito per quanto riguarda la profezia. Su quel piano eravamo pari, al 50 %, ma tu ti sei bruciato con le tue mani l’occasione. Quindi non dare a me la colpa di tutto. E’ giunto il tempo che tu impari ad assumerti le tue responsabilità, invece di continuare a piangere su te stesso e a scappare. Inoltre non è finito proprio niente. >> bel predicozzo.

 

<< La profezia è finita. Con Buffy è finita. E’ tutto finito. >> certo che quando era triste, non aveva rivali.

 

Sbuffando scocciato, Spike, lo sbeffeggiò. << Certo che quando ti ci metti sei proprio una lagna. Non capisco perché tendi ad arrenderti sempre tanto facilmente. >>

 

La tirata ebbe però successo, ed Angel passò dallo stato prostrato a quello d’infastidito. << E sentiamo cosa faresti tu al mio posto? >> chiese irritato.

 

<< Di certo non come te. Tutto quello che sono riuscito ad ottenere ce l’ho perché ho continuato per la mia strada, per quanto difficile fosse. Ora stammi bene a sentire, devo dirti una cosa ma prima devi promettermi sulla testa di tuo figlio di non rivelarla in giro. >> il tono verso la fine era molto deciso.

 

Sentendo nominare Connor, Angel comprese che qualunque cosa Spike volesse dirgli doveva essere importante. Inoltre lo colse la preoccupazione e si sentì anche un po’ in colpa, non aveva avuto più sue notizie da prima che scoppiasse il finimondo. << Sentiamo…cosa devi dirmi di tanto importante? >> chiese interessato.

 

<< Beh…ecco…prima non ho raccontato tutto. Il fatto è che prima di venire via…mi hanno detto che avevo diritto ad un desiderio. >> disse imbarazzato Spike.

 

<< Fantastico…come se tutto il resto non bastasse! >> disse ironico-melanconico Angel.

 

<< Proprio quello che ho pensato io. A me sembrava già tanto tutto quello che avevo avuto…quindi ho chiesto se potevo devolvere questo desiderio per qualcun altro. >> spiegò serio Spike.

 

Ora Angel era basito, il suo ex-childe era riuscito a sorprenderlo ancora una volta. Un flebile filo di speranza, tornò a palpitare nel suo cuore, che non batteva. << Che…a chi….>> non riusciva a continuare.

 

<< Sai…ci ho pensato bene…volevo essere sicuro di fare la cosa giusta Mi sono venuti in mente Fred, Wesley…Tara…e tante altre persone che non ci sono più. Ero tentato di chiedere che almeno uno di loro potesse fare ritorno alla vita, ma sapevo che era sbagliato. Ricordo ancora bene come stava Buffy quando è tornata, la sua sofferenza…non potevo infliggere un simile castigo a chi mi era caro. Ma gli altri…là fuori, dubito che avrebbero i miei stessi scrupoli, ecco perché ti ho chiesto di non raccontare niente. >> spiegò l’ex vampiro con una vena di preoccupazione.

 

Angel che aveva seguito attentamente il discorso, rimase molto colpito dalla maturità di Spike. << Hai ragione, è meglio che non sappiano, di certo Willow o Xander non capirebbero la tua decisione. >> gli disse cercando di dimostrargli il suo appoggio.

 

<< Già…Sono certo che Tara ora sta bene, ed Anya è giusto che abbia la possibilità di redimersi dai suoi peccati…ma vallo a spiegare a loro! Comunque sia…io il desiderio dovevo esprimerlo….cose come la pace sulla terra e felicità per tutti non era fattibile…quindi…ho dovuto ripiegare su qualcosa di più pratico….ed ho scelto te. >> esclamò a sorpresa Spike.

 

Adesso anche Angel stava rischiando di avere un infarto. << Co…Cosa?>> biascicò diventando più pallido del solito.

 

Il sorriso furbetto che ora era sul volto di Spike era adorabile. Non gli capitava spesso di vedere Angel con un’espressione simile, ne doveva approfittare. << Gli ho chiesto di trasformati in una checca. >> disse ridacchiando.

 

Lo sguardo torvo che ricevette in risposta era impagabile. Stava però rischiando grosso. Decisamente Angel non aveva il senso dell’umorismo.

 

<< A parte gli scherzi…ho chiesto se potevi tornare umano anche tu. >> disse leggermente più serio.

 

<< Non stai scherzando, Vero?!? Perché se scherzi su questo sei un uomo morto! >> quasi gridò minaccioso Angel.

 

<< No peaches…non ti sto prendendo per i fondelli. Ora però vedi di darti una calmata…la cosa non è semplice. >> disse fermando sul nascere l’euforia che stava prendendo campo sul vampiro.

 

<< Ti pareva….era troppo bello per essere vero…sentiamo dove sta l’inghippo? >> il vampiro stava tornando depresso.

 

<< A parte il fatto che lassù non hanno preso tanto bene alcune delle cavolate che hai combinato…..c’è la questione del patto da aggirare. Ma si può essere tanto scemi da firmare un patto di sangue simile? Si può sapere dove avevi parcheggiato il cervello? >> esclamò incavolato nero Spike contro l’amico-nemico.

 

Angel, sempre più a terra, non si prese nemmeno la briga di rispondere. Ormai si rendeva conto di avere commesso molti errori, seppur in buona fede.

 

<< Ne abbiamo discusso un po’….e alla fine hanno trovato una soluzione…l’unico modo per far si che tu possa tornare umano dovrà essere legato al raggiungimento di un preciso evento. Un evento che non dovrà avere niente a che fare con il fermare un’apocalisse. Solo così quel patto non avrà nessun valore. Ma sia ben chiaro…tornerai ad essere un semplice essere umano. A te la scelta se tentare o meno. >>

 

Era come se Spike avesse tirato una bomba. Mille pensieri si agitarono nella mente di Angel. Tornare umano e rinunciare alla lotta contro il male o continuare a vivere la sua vita come aveva fatto fino ad adesso. Incapace di riuscire a prendere una decisione, per la prima volta in vita sua, si ritrovò a chiedere consiglio al suo childe. << Tu…tu che faresti al posto mio? >>

 

<< E me lo chiedi? Accetterei senza nemmeno pensarci. Ma ti rendi conto? Avere la possibilità di vivere di nuovo alla luce del sole…di poter stare più tempo con tuo figlio…magari averne degli altri…non dirmi che tutto questo non ti piacerebbe. >> esclamò Spike, sicuro delle sue convinzioni.

 

<< Ma non potrei più combattere! >> si oppose Angel.

 

<< Stammi bene a sentire Superman. Di là ci sono quattro…no, tre e mezzo (indovinate chi è il mezzo)…uomini che di super non hanno niente. Eppure mi sembra che, chi più chi meno, abbiano avuto tutti un certo peso nella lotta contro il male. Pensa a Xander…non è certo un eroe…ma anche lui è riuscito a fermare un’apocalisse. E di Giles ne vogliamo parlare?…Persino Wood è un ottimo combattente, Andrew lasciamolo perdere…è solo un ragazzo…ma chissà che non ci riservi delle sorprese. Per la miseria…hai duecento anni di esperienza sulle spalle.  Varranno pure qualcosa. Potresti lavorare per il consiglio….tanto per dirne una. >> era una bella filippica, ma avrebbe funzionato?

 

Angel aveva ascoltato il sermone in religioso silenzio. Non una singola parola era passibile di contestazione. Spike aveva ancora una volta ragione. << Va bene, va bene…hai vinto tu. Sentiamo…cos’è che dovrei fare? >> chiese arrendendosi all’evidenza dei fatti.

 

<< Tanto per cominciare…piantala con il vittimismo e incomincia a tirare fuori le palle, ti serviranno. Ricorda, la prima regola è: mai arrendersi! Anche se sarà dura dovrai tenere duro…e niente compromessi. >> era chiaro che Spike si riferiva ai Senior Partners e a tutto quello che era successo.

 

<< OK! Quella è una lezione che ormai conosco. Vai avanti. >> lo incitò Angel che non vedeva l’ora di sapere cosa doveva fare.

 

La risposta non si fece attendere. << Beh…in poche parole…la prova che dovrai superare si basa su questo: dovrai trovare i discendenti di coloro che ti hanno maledetto, riuscire ad ottenere il loro perdono e la modifica della tua maledizione. Solo quando sarai veramente padrone della tua anima, potrai tornare umano. >> ecco un’altra bomba.

 

Angel era frastornato, non aveva mai pensato che la maledizione potesse essere cambiata. Ad averlo saputo prima, la sua non-vita non sarebbe stata così difficile. Si sentì stupido e colpevole, per non avere mai cercato una soluzione al suo problema.

 

La conversazione stava per svolgere alla fine. Ma rimanevano alcune cose da dire. << Perché lo hai fatto? Perché hai voluto aiutarmi? >> chiese perplesso il vampiro.

 

<< Cosa vuoi che ti dica…tu ed io…anche se diversi…in fondo siamo una famiglia. Anche se il legame non esiste più. >> rispose imbarazzato Spike, rivelando quello che in fondo aveva sempre pensato del suo sire.

 

Commosso, Angel si ritrovò ad abbracciare il suo childe, grazie a lui aveva ritrovato la speranza, ma soprattutto ora sapeva che non aveva un solo figlio di cui essere orgoglioso, ma due, sì erano proprio una famiglia. E per una volta, Spike, fu felice di quell’abbraccio, perché ne comprendeva il significato.

 

Ora era tempo di uscire dalla camera.

 

 

Capitolo 13

 

 

Inutilmente le persone nella sala cercarono tracce di colluttazione quando Angel e Spike uscirono dalla camera. I due apparivano tranquilli e sereni, fu chiaro a tutti che erano riusciti a risolvere le loro controversie.

 

Spike guardò preoccupato in direzione di Willow, la strega sembrava stare un po’ meglio ma era ancora turbata. Xander invece sembrava essersi ripreso. Infatti fu proprio quest’ultimo a rivolgergli la parola per primo. << Spike, penso di parlare a nome di tutti, nel ringraziarti per quanto hai fatto per noi. E non mi riferisco solo ad avere salvato il mondo, per ben due volte…personalmente ti sono grato per quello che hai fatto per Anya. Se non fosse stato per te, quella testona sarebbe ancora là a discutere. >> disse a voce alta, in modo che anche gli altri sentissero.

 

Il biondo era imbarazzato, non era ancora abituato a quegli elogi. Scosse quindi la testa e messo su il solito ghigno rispose: << Beh…era nel mio interesse farlo…idem per il mondo…e poi…sei certo che ti abbia fatto un favore? Guarda che quella parlava sul serio. Conoscendola…se esiste anche un solo modo….rischi di ritrovartela un giorno fra capo e collo. >> voleva sdrammatizzare e muoveva su e giù le sopracciglia.

 

Xander ridacchiò a sua volta << Si starà a vedere…in ogni caso, anche se dovesse tornare…non avrebbe campo facile. Forse non lo sai, ma le ragazze trovano che sia molto sexy la mia benda. >> disse facendo l’occhiolino che però non tornava tanto bene visto che aveva un occhio solo.

 

Giles da dietro gli diede uno scappellotto affettuoso. In fondo considerava quei ragazzi come figli suoi. Beh a parte Spike, lui poteva essere suo nonno. << Lo sai Spike, mi piacerebbe saperne di più sulla tua esperienza con le forze dell’essere. Sai potrebbe essere utile redigere una relazione in proposito >> non c’era niente da fare, era proprio un osservatore.

 

<< Ma lei non la smette mai di pensare al lavoro? Abbiamo appena evitato un’apocalisse…io direi che sarebbe il caso di festeggiare. Musica, danze e divertimenti…ecco di cosa ha bisogno Spike. Non certo di sprecare il suo primo giorno da umano in inutili chiacchere. >> esclamò eccitato il ragazzo. Si, Xander si era veramente ripreso, non c’era più l’ombra di tristezza che prima oscurava il suo volto. Era tornato il ragazzone scanzonato e divertente che era sempre stato, solo un po’ più maturo.

 

<< Concordo in pieno! Il bamboccio…ehmm…scusa…Xander ha ragione! >>  concordò Spike.

 

La stretta di mano che i due si diedero, era un segnale che indicava la nascita di una bella amicizia. E la festa ebbe inizio.

 

Una festa un po’ strana, visto che era ancora mattina. Andrew era stato inviato a comprare stuzzichini e bevande varie. Dawn, si era occupata di scegliere la musica e gli altri avevano fatto spazio nella sala, per poter ballare. Illyria scoprì con sorpresa che ballare le piaceva e si scatenò sulla pista improvvisata.

 

Angel, visto il baccano che c’era fu costretto ad andare in camera per telefonare. Desiderava parlare con suo figlio, assincerarsi che stesse bene. Per fortuna era così, la telefonata però durò poco, Gunn era andato a cercare l’amico e nonostante le sue opposizioni lo aveva trascinato a ballare. Vedendo che persino Giles si era lanciato nel ballo, il vampiro non poté esimersi e si vide costretto ad accennare qualche passo, scoprendo che in fondo non se la cavava tanto male.

 

Spike, inutile a dirsi, era proprio nel mezzo e si divertiva come un matto. Buffy, però lo marcava stretto, non le andava giù che tutte quelle ragazzine potessero palparlo.

 

Solo Willow e Kennedy se ne stavano in disparte. Al biondo bastò un’occhiata per vedere che stavano discutendo. C’era qualcosa che non andava fra loro, infatti pochi istanti dopo, Kennedy infuriata, lasciò la compagna da sola e si fiondò al tavolo delle bibite.

 

Anche Buffy aveva assistito alla scena e fece per raggiungere l’amica, Spike però la trattenne. << Se non ti spiace, vorrei andare io da lei….dopotutto il casino l’ho creato io. >> disse con una smorfia.

 

Fiduciosa in lui e nelle sue capacità, Buffy lo autorizzò con uno sguardo.

 

Arrivato davanti alla strega, la prese gentilmente sotto braccio. << Ti va di uscire un po’ fuori? >> disse pilotandola verso la terrazza.

 

Una volta fuori e all’aperto, con il frastuono della musica che giungeva attutita, non sapeva però che dire, poi però ebbe un lampo di genio. << Ti ho chiesto di uscire perché ho una cosa da chiederti. >> disse iniziando il discorso.

 

<< Con Buffy non ne abbiamo ancora parlato….ma visto che….ci sposiamo….vorresti essere la mia testimone? >> concluse emozionato.

 

Questa, Willow, non se l’aspettava proprio. Era incredula ma commossa. << Ne...ne sei sicuro? Pe...perché hai scelto me? >> chiese balbettante.

 

<< E a chi altri avrei dovuto chiederlo, rossa! Sei stata la prima a preoccuparsi per me, ti ricordi…quando volevo impalettarmi? E poi…se non fosse stato per te, non avrei mai scoperto come era bello baciare Buffy. E’ grazie al tuo stupido incantesimo che mi sono innamorato…e se ora sto per sposarmi per davvero…lo devo a te. >> le disse dolcemente.

 

Willow era incredibilmente emozionata e stava quasi per mettersi a piangere. Vedendola sulla soglia delle lacrime, Spike l’abbracciò d’istinto. << Ehi…se non te la senti…non importa, vuol dire che ripiegherò su Xander, anche se avrei preferito mollarlo a Buffy. >> esclamò con il suo solito sorrisetto.

 

<< Non ci provare nemmeno! Essere la tua testimone è un onore per me. E’ solo…che non me lo aspettavo. Tu hai un dono veramente speciale. >> disse lei sorridendo.

 

<< Io avrei cosa? >> chiese lui perplesso.

 

Willow però non gli rispose era persa dietro ai suoi pensieri. << Sai…prima ti guardavo ballare e divertirti, sarei voluta venire da te per ringraziarti…per Tara. Per tutto quello che hai fatto per lei…ma non ci riuscivo…perché mi vergognavo…è a causa mia se lei ha sofferto tanto. >> disse triste.

 

<< Guarda che ti sbagli…lei non ha sofferto a causa tua, ma per te….è diverso, perché è questo che accade quando si sente che la persona amata sta male, soffri a tua volta. Tara ti amava e non sopportava di vederti soffrire…e sono certo che ovunque si trovi adesso, lei continua ad amarti e a desiderare solo la tua felicità, quindi se tieni ancora a lei, devi smettere di  essere triste. >> disse Spike, le parole gli erano sgorgate dal cuore.

 

<< Lo sai, sei veramente incredibile! E’ a questo che mi riferivo prima, tu hai la capacità di fare sentire meglio le persone. Mi è bastato ascoltarti, sentirti vicino e ora mi sento meglio. Ora capisco quello che ha provato Tara. E’ un dono molto raro il tuo. >> disse lei scostandosi un poco dall’abbraccio per guardarlo in volto.

 

Tutti quelle lodi stavano facendo imbarazzare Spike. Forse era meglio cambiare discorso. << Senti rossa, non per volermi fare gli affari tuoi…ma perché discutevi con Kennedy, prima? >>

 

<< Ci hai viste? Sai lei è un po’ possessiva. Non le è andato giù che mi sia sfogata con Buffy, invece che con lei. >> spiegò la strega.

 

<< E che c’era di strano? Per te Buffy è molto più di un’amica, siete come sorelle. Lo stesso dicasi per Xander e Giles, voi siete una famiglia. E di solito quando stai male chi può capirti meglio dei tuoi familiari? Mi sa che la ragazza ha qualche problema, se non lo capisce. Se vuoi ci scambio due chiacchere io. >> propose il biondo.

 

<< No, grazie…non è necessario. In ogni caso mi sei stato d’aiuto…ho cercato di spiegarle tante volte come stavano le cose…ma grazie a te…tu sei veramente bravo con le parole….e se non ti scoccia, vorrei prenderle a prestito, sento che queste saranno quelle giuste. >>.gli rispose Willow,  che rinfrancata aveva ritrovato tutta la sua grinta. Sciogliendosi dall’abbraccio decise di entrare in azione, sarebbe tornata dentro e avrebbe affrontato la compagna. Ma prima doveva dire un’altra cosa a Spike. << A proposito, guarda che nella lista dei familiari, ora ci sei anche tu. >> esclamò rientrando.

 

Lui rimase di sasso, quell’affermazione lo aveva scombussolato un bel po’. Sentiva il bisogno di stare un po’ da solo, voleva godersi fino in fondo l’emozione di quelle parole e quel posto. Il sole brillava alto nel cielo e lo inondava con i suoi raggi. Quello era un giorno speciale per lui, lo avrebbe ricordato per sempre.

 

La sua solitudine era però destinata a durare poco, infatti vide con la coda dell’occhio sopraggiungere Buffy. La cacciatrice lo abbracciò dal dietro, posando la testa sulle sue spalle. << Che effetto ti fa…sentire di nuovo il sole dopo centinaia di anni? >> gli chiese.

 

<< Beh, a dire il vero è un po’ meno, ti ricordi l’anello di Amarra? Hai idea di quanto ti ho odiata quella volta? >> disse lui con finto sguardo truce.

 

<< Ah gia! Ma in fondo quello non eri tu…eri il grande cattivo…volevi uccidermi….non eri il mio amore. >> disse lei, passandogli davanti e facendogli gli occhioni dolci.

 

<< Prima però volevo divertirmi un po’ con te. La verità è che tu mi sei sempre piaciuta, passerotto, sin dalla prima volta che ti ho visto….mentre ballavi…al Bronze. >> anche lui se voleva sapeva essere sdolcinato.

 

<< Non ci credo…eri sempre tutto Grrr. Altro che divertirti…tu volevi farmi fuori…me lo hai persino detto. Sabato ti ucciderò…ti ricordi? >> si impuntò lei.

 

<< Pensaci bene amore, avevo la pietra, ero invulnerabile, potevo girare al sole, sarei potuto andare ovunque e la prima cosa che ho fatto qual è stata? Sono venuto a cercare te! Mossa decisamente stupida, non credi? La verità è che mi sono innamorato di te a prima vista, solo che l’ho capito solo molto tempo dopo. Dru aveva ragione, lei ha iniziato a perdermi nell’istante esatto in cui i miei occhi si sono posati su di te. Perché tu, piccola mia, sei la cosa più bella che io abbia mai visto e non mi sazio mai di guardarti. >>

 

Il bacio che seguì fu quasi d’obbligo e lasciò entrambi affannati, ma decisamente soddisfatti.

 

<< Ora però potrò finalmente abbronzarmi. Non mi è mai piaciuto il look pallido come un morto. >> esclamò a sorpresa lui che non si smentiva mai.

 

<< Sei sempre il solito, un attimo prima fai l’ultraromantico e un attimo dopo mi fai ridere con le tue battute…io dovrei essere arrabbiata con te, sai? >> disse lei sorridente.

 

<< Perché? Che ho fatto? >>

.

<< Mi hai fregato la testimone, ecco cosa hai fatto! Willow è venuta tutta saltellante ad annunciarmi che non poteva più essere la mia, perché aveva accettato di farla a te. Come diavolo hai fatto a convincerla? >> disse Buffy con il broncio.

 

<< Che vuoi farci…è una dote di natura… >> disse lui sorridendo sornione. Il pugno che ricevette sul braccio lo fece aggiungere: << Ehi! Non prendertela con me…è stata Willow a dirlo…secondo lei io possiedo un dono. >> disse massaggiandosi il braccio.

 

<< Sentiamo…quale sarebbe questo dono? >> borbottò la Cacciatrice, il cipiglio non proprio incoraggiante.

 

<< Recito, testuali parole: Ho la capacità di far stare meglio le persone. Inoltre ha detto che sono bello, atletico e sexy. >> rispose Spike, e dovette scappare per evitare un altro pugno.

 

<< Scherzavo! Beh,  la prima parte è vera. Ha anche detto che ora mi considera uno della famiglia. Ha significato molto per me, sai? >> bastava guardare il suo sguardo per capire che era serio ed intenerita Buffy, lo prese a braccetto.

 

<< Bene, e adesso sarà meglio andare a raggiungere la famiglia, prima che mi distruggano casa. >> disse lei, fingendo preoccupazione, ma sapendo che in quel momento lui non aveva bisogno di stare a riflettere su come era e stava cambiando la sua vita. Quel momento sarebbe arrivato, e lei sarebbe rimasta ad ascoltarlo, ma adesso voleva fargli veramente provare cosa si sente ad essere parte di una famiglia.

 

 

Capitolo 14

 

 

La festa andò avanti per tutto il giorno, solo verso sera gli ospiti, cominciarono a togliere le tende. Le prime ad andarsene furono la schiera di cacciatrici, accompagnate dalla loro leader, vale a dire Faith. La morettina non vedeva l’ora infatti di rimanere sola con il fidanzato, vale a dire Wood. Un po’ alla volta le teletrasportò via Willow. Poi, visto che aveva bisogno di tempo per  riprendersi, Angel e Gunn dovettero aspettare.

 

Illyria, sarebbe partita il giorno dopo con Giles, per Londra, voleva tenere fede alla volontà di Wesley.

 

Xander e Kennedy invece rimanevano lì, volevano aiutare Buffy con i preparativi per il matrimonio. Andrew dal canto suo, era ormai ospite fisso della casa. Dawn, si era appartata con Spike e avevano preso a parlare fitto, fitto. Buffy invece era tutta presa a riordinare, quando Angel le si avvicinò.

 

<< Buffy, scusa posso parlarti un attimo?>> le chiese.

 

<< Dipende da quello che vuoi dirmi. >> rispose lei fredda.

 

<< Io…volevo scusarmi…per le cose che ti ho detto. Non le pensavo veramente…ero ferito…e volevo ferire a mia volta. >> disse lui impacciato.

 

<< Sai, Spike lo aveva detto…che ti saresti scusato…io non ci credevo….invece… >> lei si stava lentamente ammorbidendo.

 

<< A quanto pare mi conosce bene…al contrario di me…io ho appena iniziato a conoscerlo. >> disse Angel pensieroso.

 

<<  Lui è fatto così, gli piace osservare le persone, in questo modo finisce per conoscerle meglio di loro stesse. >> rivelò Buffy, riflettendo a sua volta.

 

<< Tu, invece sembri conoscerlo bene. >> osservò quasi sorpreso il vampiro.

 

<< Diciamo che l’ultimo anno, mi ha permesso di capire tante cose, riguardo me stessa e lui. >> rispose lei all’inespressa domanda nella sua voce. Non desiderava però fare cenno all’anima di Spike, questa era un’informazione che solo lui aveva il diritto di divulgare.

 

<< Così adesso sai chi sei e cosa vuoi….e a quanto pare si tratta di lui. >> c’era una nota triste nella sua voce di Angel.

 

<< Gia! Senti Angel…non facciamola tanto lunga, se devi dirmi qualcosa, fallo. >>  disse Buffy che iniziava a seccarsi.

 

<< Volevo solo augurarti tanta felicità….e chiederti di fare il possibile per renderlo felice…se lo merita. >> ora il vampiro era di nuovo impacciato.

 

Questa Buffy proprio non se l’aspettava. << Sai…mi confondi…pensavo che questo genere di consigli li avresti dati a Spike, non a me. >>

 

Sospirando e guardando il biondino poco distante, Angel cercò di spiegarsi. << Lui non ha bisogno di questi consigli…so che lo farebbe in ogni caso. Te l’ho detto…inizio a conoscerlo. >>

 

Buffy si chiese cosa mai si fossero detti i due, mentre erano in camera. Il risultato era sorprendente. << Ciascuno di noi, ha qualcosa da far perdonare all’altro. Anch’io non ci sono andata leggera con te. Mettiamoci una pietra sopra, vuoi?>> disse tendendogli una mano.

 

Mano che Angel si affrettò ad afferrare, avrebbe voluto abbracciarla, ma aveva paura di irritare Spike, così si accontentò di tenerla stretta il più a lungo possibile.

 

Spike intanto si era diretto verso Willow, che se ne stava comodamente seduta sul divano. << Senti rossa, mi faresti un piacere…visto che devi riportare Gunn ed Angel a casa, daresti uno strappo anche a me? >> le chiese.

 

<< Non vorrai mica andartene? >> chiese subito lei preoccupata.

 

<< Scherzi? Volevo solo fare un salto al mio vecchio appartamento, per prendere le mie cose. Dopo tornerei assieme a te. Tanto anche tu devi tornare, giusto? >> chiarì subito lui.

 

<< Oh, se è solo per questo…conta pure su di me! >> rispose lei sollevata.

 

<< Okay! Ora vado ad avvertire Buffy. >> disse Spike allontanandosi di nuovo.

 

Quando Buffy lo seppe decise di aggregarsi, la scusa ufficiale era che voleva aiutare nel trasloco, in realtà non voleva separarsi dal suo amore.

 

Los Angeles:

 

Con un PUFF, i cinque, apparvero nei pressi della sede della W&H.  Ora il palazzo aveva un’aria squallida e abbandonata. In giro sembrava che non ci fosse anima viva, ma fu comunque con circospezione, che decisero di entrare. Tutti gli uffici erano deserti, ed era sparita quell’aurea malvagia che prima li permeava. Si poteva invece, ancora sentire il senso di pace che era seguito alla battaglia. Il silenzio regnava sovrano, l’unico suono che si udiva era il rumore dei loro passi. Lo sbattere di una porta, fece prendere uno spavento a tutti. La voce che ne seguì però li tranquillizzò.

 

<< Papaà, sei tu? Sei tornato? >>

 

Era Connor che preoccupato, era andato lì per cercare suo padre, non avendo trovato nessuno si era accampato nell’ufficio di Angel.

 

<< Sì! Siamo appena arrivati! >> gridò il vampiro, correndo poi ad abbracciare il figlio.

 

Buffy osservò il ragazzo con interesse, sapeva della sua esistenza ma non lo aveva mai conosciuto ( qui vado a ruota libera, perché non so se è vero o no). Le sembrava che non assomigliasse gran che a suo padre, forse somigliava di più a Darla. Anche se aveva avuto il dispiacere di conoscerla (aveva morso sua madre), non si ricordava bene i suoi lineamenti.

 

Finiti i saluti intanto Angel, si era dato alle presentazioni. << Ti presento due amiche, Buffy la cacciatrice e Willow la strega più potente della terra. Lui è Connor, mio figlio >> disse pieno d’orgoglio.

 

Connor guardò con interesse le due nuove arrivate, il suo sguardo si soffermò di più sulla cacciatrice. Rammentava vagamente di averne sentito parlare.

 

Sentendo quello sguardo su di sé, Buffy decise di farla corta, non voleva impantanarsi in lunghe e noiose spiegazioni. Quelle le lasciava volentieri ad Angel. << Ciao, Connor, è un vero piacere conoscerti, finalmente. Peccato però che ora siamo di fretta, dobbiamo andare a casa di Spike per prendere le sue cose, visto che si trasferisce a Roma con me. Poi, sono certa che tu e tuo padre abbiate molte cose da raccontarvi e la nostra presenza risulterebbe di troppo. >> disse lanciando una significativa occhiata ad Angel.

 

Capita l’antifona, il vampiro si vide costretto ad appoggiarla. Era arrivato il momento dei saluti, che si rivelarono un po’ imbarazzanti. Soprattutto per Spike che si vide riabbracciare ancora una volta.

 

Mentre i tre uscivano dal palazzo, Angel con Gunn a fianco, si rivolse a suo figlio. << Buffy, aveva ragione…di devo parlare di un sacco di cose…non hai idea di quante me ne siano successe negli ultimi tre giorni. Pensa che ho persino imparato a ballare. >>

 

Sentendo le ultime parole del suo ex-gran sire, Spike non poté fare a meno di ridere, e le altre due gli fecero coro.

 

Roma:

 

Si era fatto tardi e quasi tutti erano già andati a dormire, Spike stava finendo di sistemare in giro per casa i suoi miseri averi. La prima cosa che aveva messo a posto era stato lo spazzolino da denti che ora troneggiava accanto a quello di Buffy. Quello era per lui come un simbolo, stava per cominciare una nuova vita al fianco della donna che amava.

 

Stava per raggiungerla quando la voce di Giles lo chiamò dalla cucina. Avrebbe voluto fare finta di non averlo sentito, ma in fondo anche lui aveva da parlargli.

 

<< Si, Rupert, che c’è? >>  gli chiese.

 

<< So che penserai che sono uno scocciatore…ma c’è una cosa che continua a girarmi per il cervello e volevo discuterne con te >>  disse l’osservatore stranamente era titubante.

 

<< Sentiamo. >> esclamò gentile Spike.

 

<< Stavo pensando…a quale sia il reale potere di un’anima…della tua nella fattispecie. Non si può negare che si sia resa  rilevante nelle ultime due apocalissi…è grazie ad essa se è stato possibile scongiurarle…stesso discorso per quanto riguarda il tuo ritorno all’umanità. D’altro canto…se non fosse stato per il tuo demone….non l’avresti mai riottenuta…né tantomeno saputa sfruttare…questo si evince dagli ultimi eventi. Ecco volevo sapere cosa ne pensi tu. >> come discorso era bello tosto.

 

Spike si prese un po’ di tempo prima di rispondere, quello era un quesito veramente difficile da risolvere. << Vedi Rupert, forse mi sbaglierò, ma io credo che il potere di un’anima sia diverso da persona a persona. Molta gente non ci pensa, agisce senza tenerne conto…altrimenti come si spiega che ci siano tanti esseri umani che vivono la loro vita facendo del male agli altri? Nel mio caso è stato diverso…perché io l’ho cercata, voluta…le ho dato importanza. Uomo o demone non importa…tutti quanti dovrebbero fare lo stesso, perché solo agendo così se ne scopre la forza. Ecco qual è il vero potere di un’anima…è quello che tu stesso le dai. >>

 

Giles ascoltò quel monologo con crescente stupore, quando aveva proposto quella domanda a Spike, si aspettava quasi una risposta annoiata, invece aveva ottenuto un giudizio semplice e profondo al tempo stesso. Possibile che l’uomo che aveva davanti fosse lo stesso vampiro che aveva conosciuto tanto tempo fa? Quanto di lui era cambiato e quanto rimasto uguale? Il desiderio di scoprirlo lo fece sentire vivo, come non si sentiva da tempo. Quella era una sfida e lui voleva vincerla.

 

<< Credo che tu abbia ragione…sai mi piacerebbe parlare con te di tantissime altre cose…ma capisco che per questa sera tu ne abbia abbastanza, sarai stanco e vorrai andare a “dormire”.  Ma che ne dici se riprendiamo il discorso in un altro momento?>> chiese speranzoso.

 

<< Niente in contrario. In cambio però avrei un favore da chiederti. >> rispose tranquillo l’ex vampiro.

 

<< Non è che vuoi dei soldi, vero? >> chiese invece preoccupato Giles, memore del passato.

 

<< Ehi! Per chi mi hai preso! Non le faccio più certe cose. >> rispose indignato Spike.

 

<< Scusa…di che si tratta allora? >> chiese Giles pentito.

 

<< Beh…ecco…avrei un problema…e tu forse potresti aiutarmi…>>

 

Il resto della frase si perse nel vuoto. (abbiate pazienza fra poco lo scoprirete)

 

Qualche minuto più tardi, Spike entrava finalmente nella camera di Buffy, lei era a letto e lo stava aspettando.

 

<< Era ora, stavo per darti per disperso…cosa ti ha trattenuto tutto questo tempo? >> gli chiese imbronciata.

 

<< Scusa amore, ma Giles mi ha bloccato…era in vena di filosofeggiare. >> le rispose, sedendosi sul letto vicino a lei.

 

<< E non potevi inventarti una scusa e scappare via? >> esclamò lei, mentre iniziava a sbottonargli la camicia.

 

<< Ero tentato…ma avevo bisogno di chiedergli una cosa. >> dal canto suo, lui le tirava su la maglietta.

 

<< Ed era più importante di questo? >>  chiese lei, mentre faceva scorrere le sue mani su di lui.

 

<< Se mi vuoi ancora sposare, sì. >> e lui faceva lo stesso.

 

<< Che intendi dire? >> chiese lei tirandosi indietro per guardarlo seria in volto.

 

<< Passerotto, per sposarsi ci vogliono i documenti…ed io non posso certo andare all’ambasciata inglese dicendo “ Scusate…sono stato un vampiro per un centinaio di anni, ma ora sono tornato umano…non è che posso avere dei nuovi documenti?”, così ho pensato di chiedere a Giles se poteva aiutarmi, lui ha un sacco di conoscenze. >> le rispose.

 

<< E lui che ha detto…ti può aiutare? >> chiese già preoccupata Buffy, rendendosi conto solo in quel momento del problema.

 

<< Dice di sì…ha intenzione di occuparsene già da domani, non appena arriverà a Londra. Entro la fine della settimana dovrei riuscire ad averli. >> le rispose mentre aveva preso a baciarle il collo.

 

Sollevata che quella piccola crisi si fosse risolta, lei salì sopra di lui e prese a mordicchiargli un orecchio.

 

<< Mmmm! Amore, così mi fai impazzire. >> mugolò lui , mentre le sue mani correvano ai seni di lei.

 

<< Bene…perché è proprio quello che voglio. >> esclamò lei passando all’altro orecchio e slacciandogli intanto i pantaloni. Sotto di sé sentiva l’evidente eccitazione di lui.

 

<< Tesoro…spero che tu non ti sia limitata a comprarmi solo questi di “vestiti”. >> le chiese lui sollevando un sopracciglio.

 

<< Tu che ne dici? >> rispose lei con un sorriso furbetto. Poi si sporse per aprire il cassetto del comodino a fianco al letto, ci rovistò un attimo per poi tirarne fuori una confezione formato famiglia di preservativi. << Spero che la “taglia”  sia giusta. >> aggiunse.

 

<< Non resta che provarli. >> le rispose con il suo solito sorrisetto malizioso Spike.

 

Il resto lo lascio alla vostra immaginazione, vi dirò solo una cosa, la scatola non durò a lungo.

 

 

Epilogo

 

 

Roma (due mesi dopo):

 

Spike, si stava facendo una doccia nella camera d’albergo in cui aveva passato la notte. Non era riuscito a dormire molto, Buffy gli era mancata. Le ragazze non avevano voluto sentire ragioni…la notte prima delle nozze…i due innamorati dovevano dormire separati (paura eh!).

 

Così si era ritrovato solo soletto a riflettere su tutte le cose che gli erano successe nell’ultimo periodo.

 

 Adesso aveva ben due lavori, anzi tre, considerando l’aiuto che dava a Buffy nell’allenare le cacciatrici. Il primo consisteva nel ruolo di consulente, che aveva accettato di svolgere per il consiglio, retribuito s’intende. Per il secondo invece, aveva dovuto rispolverare la sua vecchia laurea in lingue antiche (latino e greco), Giles era riuscito a inserirlo come docente presso l’università La Sapienza. Ad Ottobre avrebbe iniziato a tenere dei corsi.

 

La prima cosa che aveva fatto, con il suo primo stipendio era stato andare a comprare l’anello di fidanzamento per Buffy. Per fortuna il consiglio lo pagava bene, perché aveva scelto un diamante (è per sempre) tagliato a forma di cuore, montato su oro bianco.

 

Per darglielo aveva organizzato una serata romantica, in un ristorantino con luci soffuse e musica soft.

 

Dopo averle donato una rosa, si era messo in ginocchio, incurante degli sguardi degli altri avventori, e presole la mano le aveva infilato l’anello al dito, dicendo semplicemente “Ti amo Buffy.” Alle lacrime di commozione di lei era seguito un applauso, proveniente dai tavoli vicini. La serata era poi proseguita come un sogno, avevano ballato stretti, stretti, persi l’uno nell’altro. Tornati a casa avevano poi fatto l’amore in un modo incredibilmente dolce e sensuale al tempo stesso.

 

Ma c’era di più, aveva iniziato a scoprire alcuni dei suoi nuovi poteri. Era successo per caso, quella sera era impegnato in un meeting telematico con Giles e non era potuto andare a fare la ronda con Buffy. Improvvisamente aveva avvertito una strana sensazione, lei era in pericolo. Senza sapere come, si era trovato a scomparire da dove si trovava e riapparire nelle vicinanze di  lei.

 

Buffy stava combattendo contro quattro demoni Fyarl. Si era lanciato immediatamente in suo aiuto e in men che non si dica che cose si erano risolte. Ora restava l’interrogativo “Come aveva fatto ad arrivare lì?”, c’era poi da considerare la sensazione che aveva provato. Inaspettatamente la solita voce profonda delle forze dell’essere, parlando alla sua mente, aveva dato la risposta.

 

<< Il legame che hai con la donna che ami è molto forte, ecco perché sei riuscito a sentire che era in difficoltà. Quanto al modo in cui l’hai raggiunta, si tratta di semplice teletrasporto, un potere che potrà esserti molto utile in futuro. >>

 

Galvanizzato da quella scoperta, dopo averne informato Buffy, aveva deciso di provare a tornare a casa nello stesso modo.

 

Per scomparire, era scomparso…il problema era che non era ricomparso esattamente dove voleva. Con orrore, aveva scoperto di essere finito nientemeno che nella fontana di Trevi, con l’acqua che gli arrivava sopra i ginocchi. Cercando di uscirne era poi scivolato, finendo col bagnarsi completamente. Per finire era dovuto scappare da dei vigili che volevano fargli la multa.

 

<< Devi stare attento, questo è un potere che all’inizio è difficile da controllare. >> aveva esclamato la solita voce.

 

<< Me lo dite solo adesso?!>> aveva sbraitato lui infuriato, ma non era giunta nessuna risposta.

 

Tornato a casa, bagnato come un pulcino, fece sbellicare dalle risate Buffy che era tornata, e Dawn, con il racconto delle sue peripezie.

 

Da allora aveva però imparato la lezione, aveva iniziato a fare spostamenti semplici, da una stanza all’altra e a parte quella volta che si era ritrovato con i piedi nel lavello della cucina (forse era attratto dall’acqua), non gli erano capitati altri incidenti. Tremava al solo pensiero a quali danni in cui sarebbe incorso, quando gli altri poteri si fossero attivati.

 

La festa di addio al celibato che Xander aveva organizzato per lui, si era rivelata un vero spasso. Il bamboccio si era aggiudicato molti punti in suo favore. C’era solo da augurarsi che Buffy non venisse mai a sapere delle spogliarelliste.

 

Ora però doveva smettere di ricordare, chiudendo l’acqua della doccia, Spike uscì prendendo ad asciugarsi. Doveva sbrigarsi, fra poco meno di un’ora doveva farsi trovare pronto ad attendere davanti all’altare la sua promessa sposa.

 

Guardandosi allo specchio, si passò una mano fra i capelli bagnati. Un mesetto prima gli era venuta la tentazione di tagliarli corti e farli tornare del loro colore naturale. Buffy si era però opposta con tutte le sue forze “Scordatene! I tuoi capelli mi piacciono come sono, così lucidi, lucidi.”, gli aveva detto accarezzandoli e lui aveva capitolato.

 

Si era appena infilato i pantaloni del vestito, quando qualcuno bussò alla porta. Era la sua testimone, Willow, accompagnata da Andrew.

 

<< Sei ancora così? Guarda che fra poco dobbiamo essere in chiesa! >> lo rimproverò lei.

 

Già stava proprio per sposarsi in chiesa, con rito cattolico. Impensabile per uno che fino a due mesi prima era stato un vampiro.

 

<< Calma rossa, mi bastano cinque minuti e sarò vestito di tutto punto. Non sono come voi donne, che perdete un sacco di tempo a trucchettarvi. >> le rispose acido.

 

<< Uh. A quanto vedo…qualcuno non ha preso bene…una notte da single. >> rispose lei cogliendo nel segno.

 

Infilandosi la camicia, lui le fece un sorrisetto che avrebbe voluto essere di scherno, peccato che lo sfigato fosse proprio lui.

 

Ora era la volta della cravatta. Andrew si offrì per sistemargliela, ma Spike, ringraziandolo gentilmente rifiutò l’aiuto. Se c’era una cosa che sapeva fare bene ( a parte il sesso) era proprio quella.

 

In quel momento si udì ancora bussare alla porta, chi mai poteva essere? Con sua grande sorpresa, scoprì che era Dawn, in compagnia di Robin Wood. Facendo un cenno di saluto all’uomo ( i loro rapporti erano migliorati ma non erano ancora ottimali) si rivolse subito alla ragazza.

 

<< Dawn, che accidenti ci fai qui? Non dovresti essere con tua sorella? E’ successo qualcosa? >> chiese preoccupato.

 

Un’ identica domanda era partita anche da Willow.

 

Sbuffando Dawn, li calmò. << Tranquilli! E’ tutto Okay! Se sono qui è proprio a causa di quella pazza di mia sorella. E’ andata in tilt. Starsene una notte da sola gli ha fatto più male che bene. Stava torturando tutti noi con domande del tipo: e se Spike avesse cambiato idea? Se non si presentasse all’altare, Se non mi ama più? E cose del genere. >>

 

Tutti risero decisamente più sereni. A quanto pare non aveva preso bene neanche lei la lontananza.

 

<< Voleva chiamarti, ma aveva paura che portasse sfiga, sentirti prima delle nozze. Così io mi sono offerta volontaria per venire a chiederti di persona come stavano le cose. A dire il vero voleva venire Faith…ma io l’ho battuta sul tempo, non avrei resistito un minuto di più a quella lagna. >> concluse a precipizio, la ragazza, facendo un sospiro di sollievo.

 

<< No, si, si! >> esclamò ermetico Spike.

 

L’Eheeee! Fu di gruppo.

 

<< Stavo rispondendo alle domande. No, non ho cambiato idea, si, mi presenterò all’altare, si, la amo ancora. Può bastare o ce ne sono altre? >> spiegò lui tutto sorridente.

 

Ancora un po’ confusa Dawn, pensò bene di chiamare la sorella al cellulare. Buffy rispose al primo squillo, doveva essere rimasta ad aspettare con il telefono in mano.

 

<< Che cosa ha detto? Ci sono problemi? Per la miseria Dawn, mi vuoi rispondere? >> era proprio partita per la tangente, visto che era proprio lei che sbraitando impediva alla sorella di rispondere.

 

Per riuscire a farsi sentire, la ragazza fu costretta ad alzare il tono della voce al massimo. << Ti vuoi dare una calmata? Lui ti ama ancora e non vede l’ora di sposarti! >> gridò esasperata.

 

Per qualche secondo, dall’altro capo del telefono dopo un lungo sospiro di sollievo, si sentì solo silenzio, ma non durò a lungo. Nel frattempo Spike aveva finito di annodarsi la cravatta e stava per indossare la giacca.

 

<< Digli di stare attento in macchina e se non dovesse partire, che non si azzardi a usare il teletrasporto…potrebbe perdersi chissà dove…e….>> stava continuando all’infinito Buffy.

 

<< Buffy! Ti ricordo che qui c’è Willow, se la macchina non dovesse partire ci penserebbe lei e…..WOW! >> stava dicendo esasperata Dawn, quando aveva visto lo sposo al massimo del suo splendore.

 

<< Wow?!? Che c’è, che è successo? >> chiedeva ultrapreoccupata  la sposa che non capiva il perché di quella esclamazione.

 

<< C’è che Spike è WOW! Non ci sono parole per descriverlo…è un vero schianto. Devi vederlo per capire…quindi vedi di darti una mossa, lui è già pronto e stiamo uscendo. >> Incurante della voce di Buffy che ancora risuonava al cellulare, Dawn interruppe la comunicazione. Voleva godersi quello spettacolo in anteprima.

 

Spike indossava un vestito grigio chiaro leggermente cangiante. I pantaloni erano di taglio abbastanza classico, mentre la giacca aveva uno stile vagamente orientale. Un po’ più lunga di una giacca normale, era priva di colletto, aderiva al suo corpo come una seconda pelle, delineando sia le larghe spalle che la vita e i fianchi stretti. La camicia era bianca, il collo piuttosto alto, con solo due piccole punte, e vi era stata sapientemente abbinata una cravatta di seta del colore dei suoi occhi, legata in un morbido nodo. Le scarpe inoltre erano di un grigio leggermente più scuro rispetto al vestito (tutta moda italiana). Il tutto faceva risaltare al meglio il fisico atletico dello sposo che con i suoi capelli brillanti, era un vero e proprio spettacolo.

 

<< Vado bene così? >> chiese un po’ preoccupato. Era talmente preso a sistemarsi alcuni riccioli ribelli, che non aveva sentito né l’esclamazione, né tantomeno la spiegazione di Dawn. E poi si sa l’emozione gioca brutti scherzi.

 

<< Se quella scema di mia sorella non ti sposa, lo faccio io. >> esclamò con voce sicura Dawn.

 

<< Assomigli ad un principe, no che dico, a un re! >> Andrew era sempre il solito.

 

<< Sei un vero figurino. Se non fossi gay, quasi, quasi ti salterei addosso. >> gli disse per rassicurarlo Willow.

 

<< Confermo e sottoscrivo. Se non fossi etero farei lo stesso. >>  disse sogghignando Wood. (Una battuta dovevo pur fargliela dire)

 

<< Non sono certo che mi piacciano i vostri apprezzamenti. Non è che mi devo preoccupare, vero? >> rispose Spike stando allo scherzo.

 

Fu tra battutine e risatine varie, che il gruppetto giunse fino agli scalini della chiesa. La maggior parte degli ospiti era già arrivata e salutò festosa il futuro sposo. La maggior parte era composta da cacciatrici, fra le quali spiccavano due demoni. Una era Illyria, che per l’occasione si era vestita elegantemente ma aveva rifiutato di assumere aspetto umano. L’altro era Clem. Willow era riuscita infatti a rintracciare il simpatico demone e gli aveva recapitato l’invito per le nozze. Commosso e contento che i suoi due amici fossero finalmente felici insieme, aveva accettato con gioia d’intervenire. Non poteva certo mancare al matrimonio dell’anno.

 

A sorpresa, era invece arrivato con Gunn, Connor. Il ragazzo era venuto in rappresentanza di suo padre, Angel infatti in quel momento si trovava in Romania. Il vampiro aveva raccontato al figlio tutta la storia e lui si era sentito in obbligo d’esserci, in fondo, come Angel gli aveva detto, lui e Spike erano un po’ come fratelli. I due avevano passato un po’ di tempo la sera della festa di  addio al celibato a parlare, rendendosi conto di avere molto in comune.

 

Un fremito d’eccitazione si fece strada fra la folla, l’auto della sposa, stava arrivando. Spike si affrettò a raggiungere l’altare, avevano scelto di utilizzare il rito classico. Negli ultimi tempi il suo colorito era diventato decisamente abbronzato, ma in quel momento era pallido, preso dall’emozione.

 

Willow intuendo la sua tensione, gli strinse forte il braccio per incoraggiarlo. Ecco, la sposa stava entrando e la marcia nuziale aveva preso a suonare.

 

Buffy era accompagnata da Giles, che impacciato la scortava all’altare. Li seguiva a ruota Xander, testimone della sposa. Avevano deciso di non utilizzare delle damigelle d’onore, sarebbe stato un problema sceglierle fra tante cacciatrici, e poi c’era da considerare anche il fatto che la migliore amica della sposa era la testimone dello sposo.

 

Mentre la guardava avanzare lentamente, a passo di musica, Spike ripercorreva mentalmente tutti i momenti più salienti della sua storia con lei. Quei primi baci, frutto di un incantesimo. Il loro vero proprio primo bacio, scambiato fuori dal Bronze con la musica di sottofondo. Poi quelli dati di nascosto nel locale. Infine quello che lei gli aveva dato a Los Angeles quando si erano rivisti. La sua vita era nelle labbra di quella donna.

 

Anche Buffy stava facendo lo stesso percorso mentale, rivedeva il vampiro inginocchiato a casa di Giles che le chiedeva di sposarlo. Il suo sguardo in fondo alle scale, quando lei era tornata alla vita. Lo rivedeva distrutto, mentre le diceva di avere ripreso la sua anima per lei. E ancora i suoi occhi, nella bocca dell’inferno, mentre tutto crollava. Lei viveva nei suoi occhi.

 

Quando finalmente si ritrovarono di fronte, l’uno all’altra e le loro mani si unirono, sentirono che ogni dolore, pena, sofferenza subita era servita a portarli a questo momento, quello era il loro destino.

 

Le parole del prete, gli scambi degli anelli, tutto avvenne come in un sogno, un sogno che si avverava.

 

Solo quando le loro labbra si toccarono per suggellare il loro matrimonio, si svegliarono un attimo, per continuare poi a sognare, un altro sogno, un’altra vita.

 

                                                              

Fine? (Chissa?)