IL
POTERE DI UN’ANIMA
Autrice : Tizzy ( it’s me)
Periodo di produzione: Giugno 2005
Attenzione: gli eventi narrati si svolgono dopo la puntata finale
della serie di Buffy ( Chosen) e poi di quella di Angel ( Not fade away) ci
sono quindi alcuni spoiler su entrambe le serie.
Prologo:
immaginate che sia accaduto qualcosa di particolare quando le mani di Buffy e
Spike si sono unite in Chosen, qualcosa di inimmaginabile, forse le conseguenze
potrebbero essere state queste.
Protagonisti: Un po’ tutti i personaggi di BTS/ATS ma soprattutto
la coppia Buffy/Spike
Disclaimer: Appartiene tutto a Whedon e Co. Eccetto la storia
quella appartiene a me, scritta per puro divertimento visto che dubito molto
che Whedon girerà una fine.
Rating: Lo stesso delle varie serie televisive, violenza,
sentimenti, comicità, sesso, ma tutto contenuto, quindi niente di nuovo. N15
direi, comunque fate voi.
Prologo:
Sunnydale:
Era
la mattina della grande battaglia contro il Primo, nella bocca dell’inferno un
lampo improvviso squarciò il soffitto del liceo. La luce del sole si riversò
sopra il biondo vampiro, si incanalò in lui e uscì dall’amuleto travolgendo e
distruggendo ogni cosa ne venisse a contatto. La cacciatrice corse vicino a
Spike, rispondendo al suo richiamo. Non avrebbe saputo dire cosa la spinse ad
unire la sua mano con la sua, forse l’istinto, forse i suoi sentimenti, ma lo
fece e le loro mani unite presero fuoco. Buffy sentì qualcosa entrare dentro di
se, qualcosa che le fece capire che qualsiasi cosa fosse successa da quel
momento in poi, lui sarebbe rimasto in qualche modo dentro di lei. Non lo
avrebbe perso, lui non l’avrebbe mai abbandonata. Solo questo le diede la forza
per staccarsi da lui, ma prima c’era qualcosa che doveva dirgli “ Io ti amo”
“
Non è vero, ma grazie per averlo detto.”
Quella
risposta fu così ingiusta, ma comprensibile. Mai fino ad allora lei gli aveva aperto
il suo cuore. Con le lacrime agli occhi la cacciatrice uscì dalla bocca
dell’inferno e prese a cercare una via di fuga, l’unica possibile si rivelò
quella del tetto.
Di
tetto in tetto riuscì a saltare sul pulmino del liceo e mettersi in salvo. Quando
finalmente l’autobus si arrestò, ne scese per osservare davanti a lei una nuova
vita, la strada che si profilava all’orizzonte e le sue mille potenzialità.
Accettò con affetto l’abbraccio di sua sorella, quando Giles le chiese chi
fosse stato a provocare quel disastro rispose semplicemente “Spike”.
Poi,
infine si volse verso l’immane cratere che si era creato, sentiva gli altri
parlare ma provava come una sensazione di distacco da loro. Guardava quello che
una volta credeva essere il suo unico destino, ora altre porte si aprivano
davanti a lei e non sarebbe stata sola ad aprirle. Vide il cartello cadere e
capì il suo significato, a lui era sempre piaciuto abbatterlo.
Le
stavano chiedendo cosa avrebbe fatto da quel momento in poi, sul suo volto
apparve il cenno di un sorriso, simile a quello che Monna Lisa aveva nel
dipinto di Leonardo da Vinci. Se ne rese conto e pensò “ L’Italia, perché no?
Ho sempre desiderato vivere in Italia!”
Capitolo 1
Los
Angeles (quasi un anno dopo):
In
quel periodo era successo di tutto, Spike era tornato, prima fantasma e poi
finalmente corporeo. Cornelia, Fred, Wesley erano morti. Ciascuno di loro
aveva pagato un duro prezzo per la
difesa del bene comune. Ora erano rimasti solo in quattro a fronteggiare
l’immane esercito che i Senior Partners avevano liberato.
Gunn,
seppur ferito e che si manteneva in piedi a fatica. Illyria, il demone blu che
aveva usurpato il corpo di Fred. Angel, il vampiro con un’anima non voluta ed
ora piegata sotto il peso delle sue azioni. Ed infine Spike, l’altro vampiro.
I
quattro si stavano lanciando in avanti per affrontare i loro nemici quando…
SBAMMMMM……
Davanti
a loro apparve dal nulla una sorta di scudo magico e tutti e quattro presi
dalla foga ci sbatterono contro, per poi finire non proprio elegantemente a
terra, in un aggroviglio di braccia e gambe.
<<
Bloody Hell! >> esclamò il vampiro biondo spalmato a terra.
<<
Che diavolo… >> disse Angel mentre
cercava di tirarsi su.
<<
Non che, ma chi dovresti chiederti scimunito! >> lo rimbeccò Spike,
spazientito.
Angel
guardò storto il suo childe, come al solito non perdeva l’occasione per
offenderlo. Ma stavolta (come al solito) aveva ragione, qualcuno era
responsabile di avere creato quella barriera, ma chi?
Vedendo
che il suo gran-sire non sapeva che pesci pigliare, Spike sbuffò esasperato.
<< Conosco una sola persona che sarebbe capace di fare questo. E se ci
pensi bene….nonnino dei miei stivali….la conosci anche tu. >>
Nel
frattempo Illyria cercava di far alzare Gunn che era rimasto il più scosso dal
colpo ricevuto. L’uomo di colore infatti doveva fare i conti anche con le
ferite riportate con la lotta contro i vampiri della senatrice.
Angel
era rimasto perplesso per qualche istante e poi finalmente ebbe l’illuminazione.
<< Willow! >> quasi gridò.
<<
Plin Plon! Risposta esatta! Allora ti è rimasta qualche cellula grigia
funzionante in quella massa di melma che ormai è il tuo cervello. >>
disse il platinato, ironicamente, mentre aiutava a sua volta Gunn a stare in piedi.
<<
Spike, vedi di piantarla, non sono dell’umore giusto. >> ringhiò Angel.
<<
Quando mai ti succederà, di avere l’umore giusto, sarà un vero miracolo. Ecco a
voi mister depressione perenne! >> rispose a tono, Spike, mentre
osservava attentamente la ferita che l’uomo di colore recava.
Gunn
seppur messo male non poté fare a meno di ridere, Spike ci aveva preso in
pieno. Solo Illyria non comprese la battuta.
Angel
invece era diventato di tutti i colori (per quanto sia possibile per un
vampiro) e messo il volto della caccia stava per saltare addosso al biondino.
Non si aspettava certo che questi, si voltasse verso di lui con uno sguardo
gelido che quasi lo pietrificò.
<<
La vuoi smettere di fare il cretino, si o no? Se non te ne fossi accorto non
esisti solo tu a questo mondo. Wess è morto, Lorne se ne è andato disperato, e
qui c’è Gunn gravemente ferito. Piantala di pensare solo a te stesso! Per come
la vedo io…è tutto inutile. Se è stata la rossa a creare quella barriera vuole
dire che si trova nei paraggi, penso che la cosa migliore da fare sia muoversi
e cercarla. >> disse mentre si caricava sulle braccia Gunn.
Angel
scosse la testa e riprese il suo aspetto normale. Una predica da Spike proprio
non se l’aspettava. Improvvisamente sentì su di sé il peso degli eventi che si
erano susseguiti nelle ultime 48 ore. Quasi trascinando le gambe si mise a
seguire i tre, che procedevano davanti a lui, intanto si chiedeva quando era
successo che il vampiro biondo era diventato il leader del gruppo.
La
pioggia continuava a cadere incessante, mentre il gruppetto camminava in
silenzio lungo il vicolo. Arrivati in fondo la videro. Era ferma immobile sotto
una larga tettoia, al riparo dalla pioggia e sembrava che li stesse aspettando.
<<
Ciao rossa. Qual buon vento ti porta? >> la salutò Spike con uno dei suoi
soliti ghigni.
<<
Ciao Spike. Per essere un mucchietto di polvere che cammina non mi sembri messo
male. >> disse lei in risposta al saluto, sorridendo.
<< Già! Da un po’ di tempo a questa parte non è
per niente facile morire. Ma mi sa che se non ti dai da fare, questo qui fra
poco ci lascia le penne. >> disse il biondo, indicando Gunn.
Willow
fece un cenno e dal nulla apparvero due cacciatrici che il vampiro ossigenato
non conosceva, ma che riconobbe come tali. << Presto portatelo in
infermeria, ha bisogno di cure urgenti. >> ordinò loro la strega.
Subito
le due ragazze, si caricarono l’uomo e si diressero verso un portale, nel quale
scomparvero. Prima che accadesse però il vampiro riuscì a sentire l’ultime
parole dell’uomo di colore e rise.
<<
Adesso credo di avere capito…sono morto e voi siete due angeli, giusto?
>>
Incredibile
ci stava provando con due cacciatrici, c’era da chiedersi se stesse veramente
male o no.
Illyria
era rimasta perplessa vedendo Willow, sapeva chi fosse grazie ai ricordi che le
erano rimasti di Fred, ora però riusciva a percepirne la forza, non pensava che
potessero esistere degli esseri umani così forti. << Riesco a
sentirlo….il tuo potere. Come puoi averne tanto? >>
La
strega fissò quello strano demone, sapeva bene chi fosse e come si fosse
generato e in cuor suo avrebbe voluto aver potuto fare qualcosa per impedirlo,
ma non era stato possibile. Fu quindi con una smorfia di rassegnazione che si
accinse a rispondere. << Credimi, non ti servirebbe a niente saperlo!
>>
Angel
intanto si era ripreso dal profondo stato di prostrazione in cui era caduto e
come suo solito aveva deciso di riassumere il comando. << Willow, penso
che tu ci debba delle spiegazioni. Perché sei qui…e per… >> ma le sue
parole vennero bruscamente interrotte.
<<
Dimmi Angel…pensavi veramente di riuscire a scatenare un’apocalisse del genere
e impedire che si venisse a sapere? >> lo bloccò infatti lei in tono
duro.
Angel
rimase per un attimo come annichilito, poi la rabbia che aveva dentro ebbe la
meglio su di lui e sbottò. << Che diavolo stai dicendo? Pensi che tutto
questo sia dipeso da me? Che ne sai di quello che ho passato… >> ma
ancora una volta le sue parole vennero interrotte.
<<
So tutto al riguardo…del tuo patto con i Senior Partners, di come ti sei
consegnato a loro in cambio del loro aiuto. Di come hai venduto te stesso e i
tuoi amici….e per finire so anche di questo! >> disse con voce furente la
strega, mentre con un gesto improvviso gli stracciava la camicia e metteva in
evidenza il simbolo che marchiava il suo petto. Il simbolo del Circle of Black
Thorn.
<<
Ehi amico…mi sa che la rossa ci ha preso in pieno. >> sogghignò, piano
Spike.
Angel
non la prese bene, non bastava che Willow lo ritenesse responsabile, doveva
mettersi anche Spike a fare umorismo di bassa lega. Perso ogni controllo
assunse il volto della caccia e spiccò un balzo verso l’altro vampiro, deciso a
metterlo a tacere una volta per tutte. Ma prima che le sue mani riuscissero
anche solo a sfiorarlo venne investito da una forza inaudita che lo scaraventò
a terra diversi metri più in là. Il colpo era stato molto forte e pur essendo
un vampiro il suo corpo ne risentì. Stava per perdere conoscenza e si oppose
cercando di mantenere la lucidità. Con gli occhi semichiusi vide la strega
lasciare il riparo e camminare sotto la pioggia verso di lui. Le parole che lei
pronunciò gli arrivarono attutite agli orecchi, ma non per questo furono meno
dure da digerire.
<<
Quanti anni hai Angel…250? E in tutto questo tempo non hai imparato niente…non
si può combattere il male con il male. >>
Con
gli occhi appannati Angel, vide qualcosa di incredibile, i capelli di lei erano
diventati di un bianco abbagliante e dalle sue mani uscì un fascio d’energia
che si riversò su di lui, sul suo petto, il dolore che ne derivò fu troppo, e
senza più forze si lasciò cadere nell’oblio.
Se
fosse riuscito a rimanere lucido avrebbe visto che il simbolo sul suo petto
aveva preso a brillare, per poi scomparire poco a poco, liberandolo dal legame
che aveva contratto.
Ma
due occhi di un azzurro tempestoso videro tutto questo, videro il gesto
istintivo che Illyria aveva fatto per cercare di opporsi, per poi ritrarsi come
impaurita davanti alla strega, videro anche le cacciatrici, che prima avevano
portato via Gunn, tornare, prendere il corpo incosciente del vampiro e sparire
di nuovo nel portale. Infine vide uscire da quello stesso portale un altro
volto conosciuto, l’osservatore. Spike non capiva quello che stava accadendo,
ma non se ne fece cruccio. Sentiva che presto sarebbero arrivate le
spiegazioni, ma non resistette a fare un’altra delle sue battutine sarcastiche.
<< Ehilà Rupert! Anche tu qui? Non sia mai che ti perdi un’apocalisse!
>>.
Lo
sguardo che Giles gli rivolse fu indecifrabile, almeno per lui. << Ciao
Spike! Non avrei mai pensato di dirlo un giorno…ma sono felice di vederti.
>>
Il
vampiro piegò di lato la testa, confuso. Fra lui e l’osservatore non era mai
corso buon sangue e non solo nel ruolo di vampiro e preda. Ora invece sembrava
veramente felice di vederlo, una cosa nuova e decisamente inaspettata. Ci
mancava solo il bamboccio e la Scooby Gang sarebbe stata quasi al completo,
quasi.
Il
pensiero di lei lo sfiorò appena, e lo ricacciò subito dentro le profondità del
suo essere. Per un attimo però sentì come una stretta al cuore, quel cuore che
non batteva. Una smorfia si disegnò sul suo volto.
Come
se gli avesse letto nel pensiero, Willow si avvicinò a lui e gli strinse
affettuosamente il braccio. Quella estemporanea dimostrazione d’affetto lo
confuse ancora di più. Conosceva quelle persone da molti anni eppure non era
mai riuscito neppure ad incrinare quella sorta di muro che li divideva. Ed ora
tutto ad un tratto, il muro sembrava essere completamente scomparso.
La
riprova fu una affettuosa pacca sulla schiena che Rupert gli diede. Fu la voce
di Illyria a scuoterlo. << Sono amici tuoi? >> chiese.
Spike
non sapeva come rispondere, ma altri risposero per lui. << Sì! >>
esclamarono entrambi allo stesso tempo.
Lui
non riusciva a credere alle sue orecchie, ebbe la tentazione di pizzicarsi per
essere certo di essere sveglio, che tutto quello non fosse un sogno, anche se
in effetti era cominciato come un incubo. Da sopra la spalla di Rupert riusciva a vedere distintamente il
mare di demoni che si affannava contro la barriera, che neppure il drago
riusciva a infrangere. Ritornato al presente si riscosse e chiese: <<
Qualcuno vuole spiegarmi quello che sta succedendo? >>
<<
Sapevamo cosa stava per avvenire, ci siamo quindi preparati. Il tempo però non
era sufficiente quindi siamo stati costretti a creare quella barriera per
guadagnarne un po’ . Il merito non è di Willow, come certamente avrai
pensato…il suo compito è un altro….hai potuto vederne una parte poco fa. La
barriera è stata creata dalla congrega delle streghe, hanno unito i loro poteri
per crearne una abbastanza forte da poter resistere almeno per un’ora. Ora ci
rimangono circa 55 minuti, per il momento non posso dirti altro….io….sono qui
per occuparmi di Illyria. >> così dicendo l’osservatore si allontanò da
Spike e si avvicinò al demone blu.
<<
Le sarei grato se volesse seguirmi….devo consegnarle un messaggio….da parte di
Wess. >> le ultime parole furono pronunciate con evidente sofferenza. La
demone non fece domande né opposizioni, e in silenzio seguì l’umano attraverso
il varco.
Ora
erano rimasti solo Spike e Willow. Il vampiro guardò la strega con fare
interrogativo.
<<
Non ha preso bene la morte di Wesley. >> disse lei, rispondendo a quella
domanda silenziosa e accennando evidentemente a Giles. << Avrebbe voluto
poterlo evitare….ma non è stato possibile. Lui…Wess….lo aveva cercato qualche
giorno fa…sentiva di non potersi più fidare di Angel…e aveva bisogno di
appoggiarsi a qualcuno…qualcuno di fidato. >> concluse a disagio.
<<
E’ stato Wess a dirvi cosa stava succedendo? E come fate a sapere che è
morto…io stesso ho saputo solo poco fa. Ti prego rossa…>> chiese Spike, lasciando
per una volta da parte i suoi modi indifferenti e guardandola invece con
attenzione.
La
strega era in evidente stato d’imbarazzo, capiva il desiderio di sapere del
vampiro, ma non poteva dire più di tanto. << E’ una lunga storia Spike…e
non spetta a me raccontartela. Posso solo dirti che…sì…Wess ci ha informato di
quanto stava accadendo, ma che noi sapevamo già
tutto. Da varie fonti. In ogni caso Wesley aveva lasciato un messaggio
da consegnare ad Illyria, nel caso gli fosse successo qualcosa, e Giles ora sta
rispettando le sue ultime volontà. Ora però anche io devo andare…devo portare a
termine il rito che ho iniziato su Angel poco fa. Fra poco arriverà qualcuno
che ti spiegherà tutto il resto. >> fu una lunga tirata e alla fine la
strega aveva il fiatone.
Poi
a testa bassa, cercando di evitare lo sguardo del vampiro, si avviò a sua volta
verso il portale. Spike però la chiamò prima che lo varcasse. <<
Willow…aspetta…solo una cosa…lì dentro c’è anche il bamboccio? Xander, intendo.
>>
La
strega si voltò stupita, chissà perché voleva saperlo. << Si….perché?
>> chiese alzando un sopracciglio.
<<
E’ solo…ecco…ho saputo di Anya…so quanto lui l’amasse…così…io so cosa si prova
quando si perde qualcuno che…insomma…puoi fargli le mie condoglianze? Digli che
mi dispiace, ok? >> disse impacciato Spike.
Il
suo fu quasi un patetico balbettio, ma il messaggio arrivò chiaro e forte alle
orecchie di Willow, che presone atto si commosse e sorridendo gli rispose.
<<
Ci puoi scommettere bello! Non fosse altro per vedere la sua faccia….questa
proprio non se l’aspetta. >> rise immaginandosi la scena, poi con un
ultimo sorriso scomparve inghiottita dal varco.
Spike
rimase lì da solo, intanto pensava “che diavolo mi è preso…questo non è da
me…non è proprio da me.” Era arrabbiato con sé stesso, per la figura che aveva
appena fatto. Frustrato si appoggiò al muro dietro di lui, aveva voglia di
prenderlo a cazzotti, ma si limitò a stringere forte i pugni. Ora non era il
momento di lasciarsi andare, doveva rimanere integro in previsione della
battaglia che certamente fra poco si sarebbe svolta. Poi lo colse finalmente il
pensiero, Willow aveva detto che qualcuno sarebbe venuto a parlare con lui, e
lui temeva di sapere chi potesse essere.
Capitolo 2
Spike
stava camminando avanti e indietro senza sosta, innervosito sia dall’attesa,
sia dall’immaginare chi potesse essere quel “qualcuno”.
Pochi
istanti dopo il portale si aprì nuovamente, lui lo sentì, pur essendo di
spalle, ma non fece cenno di girarsi per vedere chi sarebbe apparso. Aveva
paura di sapere. Udì distintamente dei passi, passi femminili, poi al suo
olfatto giunse un profumo conosciuto.
Strinse
di nuovo con forza sia le mani che gli occhi, le sue paure stavano per realizzarsi.
I passi si fermarono proprio dietro di lui.
<<
Ciao Spike. >>
Oddio
la sua voce, era quasi un anno che non la sentiva e le sue ultime parole, aveva
cercato di dimenticarle, ma ora gli risuonavano nel cervello ad alto volume.
Cercando di rimanere freddo rispose. << Cacciatrice… >> lo disse
senza voltarsi, non era ancora pronto per vederla.
Certo
non si aspettava quello che avvenne di lì a pochi istanti. Lei lo afferrò
saldamente per un braccio e lo obbligò a voltasi, poi prima ancora di poterla
anche solo intravedere, la bocca di lei si posò sulla sua in un bacio
mozzafiato. La lingua di lei si fece varco fra le sue labbra e iniziò a danzare
nella sua bocca, rendendo il bacio poco a poco sempre più appassionato.
Nell’istante
in cui le loro bocche si erano incontrate, lui non aveva capito più niente. Si
era lasciato trasportare, ebbro di felicità. Solo quando Buffy lentamente si
sottrasse e poi posò la testa sul suo petto, riuscì vagamente a connettere.
Vagamente sì, perché anche se il bacio era finito, lei continuava a tenerlo
stretto a sé come a non volerlo più lasciare andare.
<<
Comincio ad apprezzare questo tuo modo di salutare. >> disse Spike, in
tono che sarebbe voluto essere ironico ma che gli uscì fuori tenero.
<<
Questo non era un saluto. Io non uso la lingua per salutare…o meglio…sbaglio o
ci siamo già passati di qui? >> disse lei facendo un risolino.
Entrambi
sapevano a cosa si riferivano, sembrava essere passato tanto tempo da allora,
ma le sensazioni erano le stesse. Lui tuffo il volto nei suoi capelli,
aspirandone il profumo, dio quanto gli era mancata. Un groppo alla gola lo
colse a tradimento, gli occhi gli diventarono lucidi e dovette farsi forza per
non mettersi a piangere. La strinse forte a se,
mentre silenziosamente rivolgeva un ringraziamento verso il cielo.
<<
Ehmm….io avrei anche bisogno di respirare ogni tanto. >> disse lei con il
fiato corto.
Rendendosi
conto che l’aveva stretta troppo allentò la presa, la distaccò da sé quel tanto
che bastava per poterla finalmente guardare in volto. Era sempre bellissima,
anche se ora aveva un’aria più matura, non più da ragazza ma da donna. I suoi
occhi splendevano come due smeraldi, pieni di un’emozione, che non aveva mai
visto rivolta verso di lui. Sembrava quasi…
Anche
lei lo guardava, non era cambiato poi molto. Nei suoi occhi poteva ancora
leggere l’amore incondizionato che le aveva sempre rivolto, e con senso di
colpa, ammise a sé stessa, di avere sempre rifiutato. Conosceva quello sguardo,
era lo stesso che aveva quando aveva scoperto che lei era tornata in vita, come
aveva potuto essere tanto stupida da non comprenderlo allora. Se solo lo avesse
guardato meglio, ne avrebbe visto la profondità, i suoi occhi dal colore così
mutevole, così simili al cielo terso o al mare più profondo.
Rimasero
così per qualche minuto, in silenzio ad osservarsi a vicenda. Poi come se si
risvegliasse da un sogno, Spike riprese contatto con la realtà. La dura e
dolorosa realtà. Lei capì subito cosa gli stava accadendo.
<<
Questa...questa cosa è sbagliata…tu...io… >> balbettò infatti Spike, poi
con tono più duro continuò. << E poi che mi dici dell’Immortale? Non
stavi con lui? >> disse voltandogli le spalle per non vedere la risposta
sul volto. Forse così sarebbe stato più facile accettarla.
<<
Era una balla! Con l’Immortale intendo….era una balla. Non avrei voluto toccare
quell’essere immondo neppure con un paletto. >> disse Buffy, facendo una faccia disgustata.
Lui
si girò di scatto. << Cosa? Ma Andrew… >> era decisamente confuso.
Si aspettava qualche scusa, ma non quello.
<<
Sarà meglio se ti spiego per bene…quella sottospecie di essere…aveva preso una
fissa per me….non corrisposto si intende. Avrei voluto mandarlo al diavolo, seduta
stante. Ma non potevo...lui era un membro del Circle of the Black Thorn!
>> cercò di dirgli con calma, Buffy, mentre appoggiava una mano sul suo
braccio.
<<
Vuoi dire uno di quelli… >> Spike, allargò scioccato gli occhi,
rendendosi conto dell’importanza delle sue parole.
Buffy
annuì, facendogli un piccolo sorriso. << Proprio così….faceva parte della
combriccola di quelli che tu e Angel avete fatto fuori. Penso che Willow ti
abbia detto che sapevamo cosa stava avvenendo qui, quindi capirai che ho dovuto
agire con discrezione. Inoltre c’è voluto un po’ per capire come fare per
ucciderlo, non si chiamava Immortale per niente. >> concluse, scuotendo
con noncuranza le spalle.
<<
Maledizione Buffy! E questo non potevi dircelo quando siamo venuti a Roma…ti
avremmo aiutato lo sai. Un attimo…lo hai ucciso? >> chiese Spike, incerto
se essere arrabbiato o felice.
<<
Hai capito bene. Morto, defunto, schiattato. E il trucco sai qual era? Solo una
donna poteva ucciderlo. Ecco perché si era fatto fare un incantesimo che faceva
innamorare di lui tutte le donne, in questo modo nessuna lo avrebbe eliminato.
Ti ricordi la storia del giubbotto di Ryan? Ho scoperto che una volta
apparteneva a lui. Qualcosa dell’incantesimo era rimasta attaccata al
giubbotto, e se quello era potente, non hai idea di come lo fosse il vero
potere dell’Immortale. Per fortuna con me stavolta non ha funzionato, non sai
che soddisfazione ho provato quando finalmente è morto. E per la cronaca…se non
vi ho detto niente…è stato solo per proteggervi, voi non potevate fare niente
contro di lui, rischiavate di mandare tutto all’aria. La posta in gioco era
troppo alta, gli appartenenti a quel gruppo non dovevano sapere prima del tempo
del nostro interessamento. >> rivelò tutta tranquilla Buffy, corrugando
la fronte solo verso la fine del discorso.
Spike
era basito, tutto quello che lei gli stava raccontando iniziava a dare un senso
a molte cose. Ripensò allo strano atteggiamento di Andrew, ora capiva, lui
stava solo recitando. E come al solito aveva esagerato. Aveva notato a suo
tempo che c’era una nota stonata, ma il pensiero di Buffy innamorata di un
altro lo aveva distolto.
<<
Capisco…quindi…tu...uhm…sapevi che io ero...tornato... >> disse Spike, la
sua non era una vera e propria domanda, quanto una considerazione. Ora era
arrivato il momento di affrontare un altro argomento spinoso.
<<
Sì….lo sapevo…prima ancora che Andrew venisse qui a Los Angeles, avrei tanto
voluto vederti….ma era troppo rischioso, se i Senior Partners lo avessero
scoperto…non potevo sopportare l’idea che potessero farti del male. >>
disse Buffy, rispondendogli ugualmente e
stringendosi le braccia contro il petto, assumendo un’espressione strana.
Spike
si sentì come rimescolare dentro, lei si era preoccupata per lui. Forse allora…ma
no che andava a pensare. Questo non era possibile…non poté però fare a meno di
inclinare il capo e guardarla in modo dolce e gentile.
Lei
però si riscosse e con fare deciso gli chiese. << Ora sentiamo…perché TU,
non ti sei fatto sentire?! E vedi di non propinarmi la balla dell’eroe
morto…perché a quella non ci credo. >>
A
lui venne quasi da ridere, sembrava un gattino con il pelo arruffato, adorava
quando faceva così. Il pensiero della risposta che doveva darle, però, lo fece
tornare serio. << Oh beh…sai…all’inizio…avrei voluto chiamarti, venire da
te. Ma non sapevo dove eri. Inoltre ero un dannato fantasma…non potevo fare un
passo fuori da Los Angeles. Inoltre il dannato piagnone aveva dato ordine a
tutti di non aiutarmi a contattarti, la sola cosa che sapevo era che stavi
bene, ed eri chissà dove in Europa. >> la testa bassa, quasi incuneata
fra le spalle, e un ghigno di rabbia, facevano capire cosa aveva passato.
<<
Non lo perdonerò mai…per non avermi informata…non ne aveva il diritto. Ed ora
mi dici che ti ha persino impedito di cercarmi…ma chi si crede di essere…
>> sbottò Buffy, raggrinzendo il naso e facendo una smorfia di rabbia.
Era
veramente infuriata, e per una volta non con lui. La cosa gli faceva
decisamente piacere. << Sai com’è…geloso marcio. Non ha mai accettato la
nostra storia…avrebbe preferito vederti con uno stregone, un demone come
l’Immortale, con un’ameba persino, piuttosto che con me. >> ghignò Spike,
felice di saperla arrabbiata con il grande pirla.
<<
Prima o poi ci faccio i conti. Ma tu non pensare di esserne fuori…posso capire
che non potevi cercarmi fino a quando eri un fantasma…ma dopo? >> Il
cipiglio di Buffy non accennava a diminuire.
Ahi,
Ahi! Ora la cosa si faceva dura.
<<
Non potevo…io…avevo capito alcune cose…tu eri finalmente libera di vivere la
tua vita, non più legata al ruolo della cacciatrice, dell’unica. Potevi
finalmente avere una vita normale…tornare da te…senza poterti offrire
niente…non avrebbe avuto senso. >> cercò di dire Spike a sua discolpa, il
dolore in quelle parole era palpabile e straziante.
Buffy,
non potè non avvertirlo, si accostò teneramente a lui e con una mano gli
accarezzo dolcemente il volto, come aveva fatto quasi un anno prima. Questa
volta gli occhi di lui rimasero ostinatamente abbassati, c’era una verità che
non poteva rivelarle. Una verità che lei in realtà conosceva, anche troppo
bene.
<<
Shhh…va tutto bene. Perdonami se sono stata dura…avrei voluto che fossi tu a
dirmelo…ma ora capisco che sbagliavo…avevi paura non è così? Avevi paura che ti
avrei respinto…perché avevi perso la tua anima. >> cercò di dirgli il più
dolcemente possibile.
Lui
rimase annichilito da quella affermazione, la sua paura più grande si era
appena avverata, lei sapeva. << Cosa? >> esclamò con voce
soffocata. Ancora una volta si staccò da lei e le volse le spalle, temendo di
vedere di nuovo quell’espressione di disgusto sul suo volto. Il cuore che non
batteva gli stava facendo un male cane, se continuava così andava a finire che
sarebbe stato il primo vampiro a morire d’infarto. Cercando di ritrovare la
calma, tirò due lunghi respiri, anche se non ne aveva bisogno quella semplice
operazione gli fu d’aiuto.
<<
E così lo hai scoperto…me lo aspettavo…ecco perché non sono venuto da te…sapevo
che non sarei mai riuscito ad ingannarti. >> nella sua voce c’era un
dolore sordo, quasi tangibile, mentre continuava a girarle la schiena per paura
di quello che avrebbe potuto vedere.
Lei,
però lo aggirò, ponendosi di nuovo di fronte a lui, poi con una mano gli
sollevò il volto in modo da potergli guardare gli occhi. << Hai
ragione…non saresti mai stato capace d’ingannarmi e sai perché? Per due buone
ragioni…la prima è perché ormai ti conosco come le mie tasche…so che non saresti
mai capace di mentirmi. La seconda è invece più pratica…io lo sapevo, ho sempre
saputo tutto quello che ti stava accadendo. >> la sua voce dolce era tesa
a lenire le sue ferite, così come lo sguardo così pieno di fiducia. Solo
nell’ultimo periodo che avevano passato insieme lo aveva guardato in quel modo.
<<
Maledizione Buffy! Non guardarmi così…non capisci che ora le cose sono
cambiate…sono tornato ad essere l’orrendo mostro senz’anima che ti ha ferito.
>> gridò quasi Spike, le sue
parole erano strazianti e mostravano apertamente il dolore di cui erano
impregnate.
Buffy
scosse la testa decisa udendolo. << Non è vero! Tu non sei così! Ci ho
messo tanto per capirlo…ma ora so che non è così! Tu avevi iniziato a cambiare
prima ancora di decidere di andare a riprenderti l’anima, sono io la stupida,
perché non ho saputo vedere…capire…quello che è successo non è stata solo colpa
tua….ma mia. Ti ho portato al limite…neanche un essere umano sarebbe riuscito a
resistere in quella situazione. Ci siamo fatti male a vicenda…per troppo
tempo…sai che ti ho perdonato per quello. Ma ora sono io ad avere bisogno del
tuo perdono, perché ho finalmente compreso che persona meravigliosa sei. Mentre
io mi crogiolavo nell’autocompassione, tu sei riuscito a trovare la forza per
cambiare le cose. Hai continuato a lottare per quello in cui credevi e ti sei
dimostrato molto più forte di me. >>
Le
sue parole erano come un balsamo per le sue ferite, mai avrebbe immaginato di
poterle sentire. Il dolore dentro di lui stava iniziando a sciogliersi, come
neve al sole. Ma la rabbia rimaneva, vi si aggrappò come ad uno scoglio.
<< Ti stai sbagliando! Io non sono così…odio doverlo ammettere…ma in
tutta la mia vita io sono stato solo un perdente. Ed ora sono stanco…stanco di
farmi in quattro per ottenere qualcosa…stanco di…accontentarmi di poche
briciole. La vuoi sapere la vera ragione per cui non sono venuto da te? Non
c’entrano ragioni nobili…è solo che non riuscivo più a resistere…starti
accanto…senza averti…era come un veleno…che mi stava uccidendo. >> la
rabbia presente nella sua voce era tangibile, rabbia verso sé stesso, verso di
lei, verso il mondo.
Gli
occhi di lei si strinsero mentre lo ascoltava, un tempo avrebbe preso quella
rabbia e fatta sua, per poi riversargliela nuovamente, triplicata. Ma ora tutto
era diverso, lei era diversa. Ora riusciva a vedere le ferite che si celavano
dietro il suo sfogo. Ferite che lei, in buona parte, gli aveva inferto. Tirò
quindi un sospiro per calmarsi e con voce pacata gli chiese: << Ti penti
di esserti innamorato di me? Vorresti non esserlo più? >>.
Attese
la risposta con un filo d’angoscia, nonostante la sicurezza interiore da poco
raggiunta, il sospetto serpeggiò nel suo cuore. Non dovette attendere molto.
Sbarrando gli occhi lui rispose a precipizio e istintivamente.
<<
NO! Mio Dio…questo no! Mai! Amarti…penso sia stata l’unica cosa…giusta…che ho
fatto nella mia maledetta vita. Per quanto dolore…pena…mi abbia procurato…non
c’è stato giorno, ora, minuto o istante in cui lo abbia rimpianto. Odiato forse…ma
pentito mai. Perché tu sei stata la sola…a parte mia madre…a vedere l’uomo che
si nascondeva in me…a dispetto del fallito e del mostro che sono. >>
proruppe, come un vulcano.
Già
una volta le aveva rivolto parole simili, poco prima d’incontrare Glory. Resa
più forte da quelle affermazioni, sgorgate dal suo cuore come una limpida
sorgente, lei si fece coraggio e gli pose un’altra domanda. Doveva sapere.
<< Allora forse rimpiangi di esserti sacrificato? >> gli chiese,
trattenendo il respiro.
Ancora
una volta la risposta non si fece attendere. << Bloody Hell! Ma sei
impazzita? Certo che no. Quello è stato il mio momento di gloria. Sapere che tu
e Dawn eravate sane e salve…grazie a me…che per una volta ero riuscito nel mio
intento…che non avevo fallito…è stata la realizzazione dei miei sogni…avere
finalmente mantenuto la promessa che ti feci tanto tempo fa…è stata l’unica
cosa che è riuscita a darmi la forza di andare avanti. >>
Ancora
una volta la memoria di Buffy corse ai momenti più duri della sua vita. Ricordò
di come lui le avesse raccontato dei suoi sogni, di come in essi la salvava.
Com’era stata stupida a quel tempo, stupida e persa dentro di sé. Ma ora
finalmente capiva, sperava solo di essere in tempo per rimediare agli errori
commessi. Commossa oltre ogni limite, sentì i suoi occhi riempirsi di lacrime,
non per sé stessa, ma per la persona splendida che aveva davanti.
Fraintendendo
le sue emozioni, lui le asciugò con una mano le lacrime che avevano preso a
scendere sul suo volto. << Sono un’idiota. Ti prego non piangere…non
posso sopportare…di vederti piangere…scusami io non volevo…sono un maledetto
idiota. Non avrei dovuto farti ricordare queste cose. Facciamo così…ora tiri fuori
un bel paletto appuntito e me lo cacci nel cuore. >>
Tipico
di Spike, risolvere le situazioni delicate con battute pungenti. Gettandosi fra
le sue braccia e nascondendo il volto nel suo petto Buffy si trovò a
ridacchiare. << Spiacente…non ho paletti. >> sussurrò fra le pieghe
del suo spolverino.
<<
Oh beh…se credi…potrei prestartelo io…dovrei averne uno in tasca. >>
propose Spike, che già si sentiva di nuovo inebriato dal suo profumo.
Tirando
su la testa per guardarlo negli occhi, Buffy, sorridendo ma decisa gli rispose:
<< NIENTE PALETTI! Questo non dovrà mai più succedere…non fra di noi.
>> Poi riadagiò la testa sul suo petto e lo strinse forte a sé. Voleva
comunicargli con i gesti quello che non era riuscita a fargli comprendere con le
parole. Con un sospiro di rassegnazione, lui si vide costretto alla resa. Le
sue braccia si mossero per avvolgerla in un tenero abbraccio.
Capitolo 3
Buffy
e Spike, erano rimasti così in silenzio, per alcuni istanti, poi la voce di lei
si fece di nuovo sentire. << Cosa hai provato….quando hai capito di non
avere più l’anima? >>
Lui
si sentì gelare, ma non interruppe l’abbraccio. Lei comprese il suo turbamento
e cercò di spiegarsi meglio.
<<
Ti prego non pensare che la mia sia una semplice e crudele curiosità. Il fatto
è che avrei tanto voluto essere lì in quel momento…per aiutarti…non ho potuto
farlo allora…ma adesso se me ne parlerai…forse riuscirò a…non so neppure io a
fare cosa…ma sento che te lo devo. >> gli disse, con voce tremante di
emozione.
<<
Tu non mi devi niente piccola. Semmai sono io a doverti qualcosa. Vuoi la
verità, tutta la verità? Forse è meglio così…almeno finalmente capirai. La vuoi
sapere una cosa buffa? Per molto tempo ne sono stato all’oscuro. Fintanto che
sono stato un dannato fantasma, l’idea non mi ha nemmeno sfiorato. >> le
rispose, Spike facendo una smorfia.
Lei
cercò di interromperlo, ma lui non le permise di farlo. Ormai era partito,
pronto a tirare fuori tutto lo schifo che aveva tenuto dentro di sé per tutti
quei mesi.
<<
Mai…neppure per un istante ho percepito di esserne privo…e sì che gli indizi
c’erano tutti. L’unica cosa che posso dire a mia discolpa è che neanche gli
altri ci sono arrivati. Nemmeno Fred. Lei era una scienziata…avrebbe dovuto
capire…ero un fantasma ma non c’erano tracce di ectoplasma. E da che mondo è
mondo non può esserci fantasma senza ectoplasma…ma lei non c’è arrivata. Forse
sarà stato perché mi aveva preso in simpatia, si fidava di me, e io per quanto
ne sapevo credevo di averla un’anima, non avevo idea che fosse andata
distrutta…bruciata insieme a me, grazie a quel maledetto medaglione. Poi
qualcuno ha deciso di farmi tornare corporeo, è arrivato un pacco…simile a
quello che era arrivato tempo prima, che aveva contenuto il maledetto gingillo
da cui ero uscito. Solo che questa volta era indirizzato a me, non appena
Harmony lo ha aperto…c’è stato come un lampo di luce. Lì per lì non ho capito
di essere tornato corporeo, tanto che mi sono trovato a sbattere il naso contro
la porta di Angel, finendo spalmato a terra. >> le ultime parole erano
state pronunciate con evidente disgusto.
Lei
fece un risolino divertito immaginandosi la scena. Lo sguardo scocciato che lui
le rivolse la fece però smettere. << Scusa! Continua ti prego. >>
disse, anche se il suo sguardo diceva a lui che dentro di sé lei stava ancora
ridendo.
Ora
veniva la parte più difficile, stringendo i denti per farsi forza lui riprese
il racconto. Temeva la sua reazione.
<<
Ero ancora confuso, sinceramente all’anima non ci pensavo di certo. Tornare
corporeo mi aveva elettrizzato…mi sentivo da dio. La prima cosa che ho fatto è
stato toccarmi e poi toccare Angel che era accorso a seguito della botta. Se ci
ripenso mi vengono ancora i brividi…ho messo le mani addosso al tenero
orsacchiotto. Dio che schifo! Poi mi sono avventato sulla tazza di sangue che
teneva in mano….me la sono sparata tutta. Ero come impazzito…un attimo dopo mi
ritrovavo a fare il filo ad Harmony. >>.
Sentì
il corpo di Buffy che si irrigidiva, bene, la voglia di ridere le era passata.
Stranamente però non accennò a distaccarsi da lui. Forse fra poco però lo
avrebbe fatto. Ancora una volta strinse i denti, doveva andare fino in fondo,
in modo che capisse che razza di animale era.
<<
Lei è stata felice di starci. Poco dopo eravamo entrambi in un ufficio che
avevo requisito al suo legittimo proprietario. E la stavo fottendo. >>
disse, con un tono di voce tagliente come un rasoio.
Buffy
era sempre rigida, ma continuava a tenerlo abbracciato. Spike non capiva più
niente, possibile che neanche questo servisse? Non potendo fare altro andò
avanti.
<<
Improvvisamente però lei è come impazzita. I suoi occhi sono diventati rossi e
ha cercato di aggredirmi. Si è lamentata del fatto che io la stavo solo usando,
perché la verità era che amavo te, ed eri tu che veramente volevo, non lei. Non
sapendo cosa fare prima ho cercato di calmarla, ma visto che non serviva, mi
sono trovato costretto a sbatterla contro un muro, facendola svenire. Nel
frattempo alla W&H tutto stava andando a rotoli. Harmony non era un caso
isolato, in molti stavano impazzendo, così come tutti gli strumenti
elettronici. Eve ha spiegato a me ed a Angel che la causa era il mio ritorno
alla corporeità, per qualche strana ragione che sinceramente non ho capito, il
fatto che esistessero due campioni, quali io e mister simpatia, stava mandando
a catafascio la nostra dimensione. E’ stato allora che ho sentito parlare per
la prima volta della profezia dello Shanshu. Wess non c’era quindi siamo stati
costretti ad andare da un tizio, che poi si è rivelato essere un imbroglione,
che ci ha sparato una balla grossa come una casa. Secondo lui esisteva un
calice detto dell’eterno tormento, dal quale il vero campione avrebbe dovuto
bere. Non ci ho pensato più di tanto, mi sono diretto dove diceva doveva
essere, con Angel alle costole. Quando entrambi siamo arrivati lì ci siamo
battuti…e per una volta ho vinto io! Sai per poco non lo impalettato. Non so
cosa mi abbia trattenuto dal farlo, in quel momento pensavo fosse a causa
dell’anima, e poi avevo pensato a te…sapevo non avresti approvato…così mi sono
limitato a ferirlo ad una spalla. Ho preso quel fottuto calice e stavo per bere
quando il tuo vampiro preferito si è messo a farmi la predica…non è servita a
molto…ho bevuto. E non è successo niente! Non so neppure io cosa mi
aspettassi…ma di certo non di bere della rugiada di montagna. Ho capito in quel
momento che era stata tutta una beffa. La mia sola soddisfazione è stata che
non ero stato il solo a caderci. Anche Angel lo aveva fatto e ne era uscito con
le corna rotte. Siamo tornati all’ufficio per scoprire che l’impostore era
sparito. Tutto però sembrava essere tornato normale. Finalmente ero libero, di
nuovo corporeo…potevo venire da te…ed è stato allora che ho incominciato a
capire…a vedere. Mi sono rivisto…con disgusto…mentre scopavo Harmony…aspettavo
quasi con sollievo di sentire la mia anima bruciare dentro di me dal
rimorso…invece niente! Dentro di me tutto era freddo…gelido…come prima della
scintilla. Ero turbato sì, ma non come avrei dovuto. E’ stato come se il cielo
fosse caduto sulla mia testa…la consapevolezza di essere tornato ad essere solo
un animale…dire che è stato orribile è stato poco. Tanto che mi sono chiesto se
veramente avevo bevuto dal calice dell’eterno tormento…ma sapevo che non era
così. Le implicazioni della cosa mi hanno sconvolto…non solo potevo dire addio
alla possibilità di tornare umano….ma soprattutto dovevo dire addio a te. Ho
cercato di annegare il dolore nell’alcol, ma a parte un feroce mal di testa non
è servito a niente. Dovevo prendere delle decisioni…e non è stato facile. Poi
ho ripensato ai discorsi di Eve, non capivo perché li avesse fatti, lei doveva
sapere che io non ero più un campione. Non ho sottovalutato il potere dei
Senior Partners neppure per un secondo…e lei era il loro portavoce. Ci ho visto
del marcio…per qualche strana ragione, loro volevano che gli altri credessero
che io avevo ancora l’anima. L’unica cosa che potevo fare era continuare a
tenergli il gioco, per avere il tempo di scoprire il loro scopo. Così ho
continuato a mentire, con tutti, facendo credere di avere ancora l’anima. Gran
bel casino ho combinato, forse se non avessi taciuto…tutto questo non sarebbe
successo. Anche se…devo ammettere…che ho agito anche per me stesso. Mi piaceva
dare il tormento al vecchio peaches, ma soprattutto mi piaceva la fiducia che
gli altri ora riponevano in me. >> alla fine del lungo monologo, Spike
stava quasi ansimando.
Nonostante la battuta sul
suo gran-sire, l’amarezza presente nella sua voce era chiara. Le lacrime che a
lungo aveva cercato di trattenere ora scorrevano veloci sul suo volto.
Buffy
vedendole non poté resistere e prese ad asciugargliele dolcemente con le
labbra. Baci leggeri, come ali di farfalla che si posavano lievi sui lineamenti
spigolosi di Spike, tesi a mitigare il suo tormento.
Lui
non seppe resistere, nonostante l’inferno che ancora aveva dentro, permise a sé
stesso di accettare quei gesti consolatori. Almeno per qualche istante poteva
illudersi. Poco a poco però una vocina dentro di lui prese a dirgli, questo non
è amore ma pietà, pietà, pietà, pietà. Allora la allontanò da se e stringendola
per le braccia prese a scuoterla.
<<
Maledizione Buffy! Come puoi provare ancora pietà per me…dopo tutto quello che
ti ho raccontato. Io non merito niente…soprattutto da te. >>
Lo
comprese all’istante, l’aveva fatta incazzare. Gli occhi di lei sembravano
fuoco mentre lo sbatteva con forza contro il muro alle sue spalle. Poi lo
inchiodò sul posto, tenendolo fermo, le mani serrate sulle sue spalle.
<<
Hai ragione. Sei un maledetto idiota. Perché solo un idiota non avrebbe capito
che quello che provo per te non è pietà!. E’ AMORE! Ed ora non venirmi a dire
che non è vero. Una volta ci sono passata sopra…ma se ti azzardi a ripeterlo ti
meno. Quindi apri bene le tue super-orecchie da vampiro e fai in modo che
arrivi tutto al cervello perché altrimenti sono guai. IO TI AMO! Non mi importa
un accidente se sei un vampiro con o senza anima…che tra l’altro non è affatto
andata distrutta… >> gli gridò decisa.
<<
Come? >> chiese sbalordito Spike, poi vedendo il piglio duro di lei disse
<< Scusa… >>
Buffy
continuò a gridare come se non fosse stata interrotta. << ….non me ne
frega niente se diventerai o no umano…anche se questa possibilità esiste. Io ti
amo! Amo tutto di te…perché tu sei riuscito a cambiare per me. Ed io amo quello
che sei riuscito a diventare, nessuno mai aveva fatto tanto per meritarsi il
mio amore. Mi sei stato vicino nei momenti difficili…hai protetto le persone
che mi erano care…mi hai riportato alla vita quando credevo solo di voler
morire…mi hai sostenuta quando pensavo di essere rimasta sola…mi hai donato
così tanta forza da permettermi di sconfiggere i miei nemici…mi sei stato
accanto nella battaglia e ti sei sacrificato per me…non mi hai mai
abbandonato……Io spero solo di essere degna di tanto amore…quindi vedi di
fartelo entrare in quella tua testaccia dura…IO TI AMO! >>. Le ultime
parole erano uscite fuori quasi singhiozzanti.
A
Spike aveva preso a girare la testa, o forse era il mondo che stava girando. Le
parole di lei continuavano a roteargli nella mente, rimbalzando come palline impazzite.
Quelle tre deliziose parole. Poco a poco ne assaporava il senso e la gioia che
ne traeva era indescrivibile. I lunghi anni di dolore e tormento erano finiti e
maledizione ne era valsa la pena. Come un assetato in un deserto si getta in
un’oasi, lui si gettò sulle sue labbra. Quella era pura estasi, gli sembrava
quasi di sentire le campane suonare, gli uccellini cinguettare, un coro di
angeli impazziti, non mancava neppure la banda di settantasei tromboni. Lei
aveva finalmente fatto la sua scelta e aveva scelto lui.
Tutto
finì però, deludendolo, poco dopo. Lei che in un primo momento si era lasciata
andare a quel bacio mozzafiato, si tirò seppur gentilmente indietro. Per un
attimo lui temette di essersi sognato tutto, ma le sue parole lo tranquillizzarono.
<< Non c’è niente che mi piacerebbe fare di più che continuare a
baciarti…ma ora non c’è tempo…manca poco prima che la barriera cada e ci sono
ancora molte cose che devo dirti. >>
Assicuratasi
di avere la sua attenzione continuò, non prima di avergli fatto però uno strano
sorrisetto. << Prima però voglio mettere in chiaro una cosa. Voglio la
tua parola che non appena avremo messo fine a questa apocalisse…tu mi sposerai.
>>
Oddio
un’altra volta campane, uccellini, angeli e tromboni. Per un attimo lui ebbe la
tentazione di gridare di fare silenzio. Lo trattenne solo l’idea di fare una
figura da scemo. << Co…Cosa…?!? >>
<<
E sia ben chiaro questa non è una proposta ma un ordine. >> La tipa
faceva sul serio.
Lui
intanto stava annaspando, gli sembrava di non avere più fiato e che il cuore
stesse impazzendo. “Fantastico, sono il primo vampiro che può morire
asfissiato, d’infarto e di felicità. Roba da non credere.” pensò. Cercando di mandare giù quel poco di
saliva che gli rimaneva nella bocca asciutta, deglutì più volte, prima di
riuscire a spiccicare parola.
<<
Hai…hai la mia parola…hai tutto di me maledizione! >> gran bella
dichiarazione, decisamente romantica.
Lei
per fortuna non sembrò badarci, anzi i suoi occhi si illuminarono di un’incontenibile
felicità. << Bene! Guai a te se non ci tieni fede. Ora passiamo oltre.
>> disse lei, pratica.
<<
Scusami honey…ma se non sbaglio ci siamo appena fidanzati. Beh…ecco…di
solito…questo presuppone…di solito in questi casi….ci si dovrebbe baciare.
>> a quanto pare, Spike, si stava riprendendo.
<<
Giù le mani Spike! Il bacio può aspettare…la tua anima no. >> disse lei
cercando di staccarsi da un abbraccio stile piovra.
L’accenno
all’anima lo fece tornare con i piedi per terra, in effetti poco prima aveva
avuto la sensazione di librarsi. << La mia anima? Che intendi? >>
<<
Come ti ho detto prima, non è affatto andata distrutta. Non chiedermi come sia
successo…fatto sta che nel momento in cui le nostre mani si sono unite, lì
nella bocca dell’inferno…lei…insomma la tua anima…è entrata dentro di me.
>> rivelò lei con un candore incredibile.
Capitolo 4
La tua anima è entrata dentro di me
A
Spike girò la testa a quell’affermazione, l’implicazione di quelle parole era incredibile.
Non solo la sua anima esisteva ancora, ma ora era dentro la donna che amava con
tutto sé stesso. << Cosa…come… >> chiese senza fiato.
<<
Non lo so….è un mistero. Neppure Willow con le sue ricerche in altre
dimensioni, è riuscita a trovare una risposta. Se vuoi saperlo io ho
interpretato la cosa, come un modo da parte tua di non lasciarmi. Come se
sentendo arrivare la fine…tu avessi cercato di donarmi la parte migliore di te.
Ed è stato grazie al tuo dono se finalmente ho iniziato a capire tante cose. A
me piace pensarla così… >> disse
Buffy, un po’ emozionata, mentre tuffava il viso nel suo spolverino.
Dio
come è tenera in questo momento, pensò Spike. << Dici bene passerotto.
Sai…se ci penso bene…credo proprio di averlo desiderato con tutte le mie forze.
Non so se veramente è andata così, ma…Bloody Hell…è meraviglioso pensare che lo
sia. E così…per tutto questo tempo la mia anima è stata al calduccio e alla
luce dentro il tuo delizioso corpicino…mi viene da credere che Dio esista
veramente. >>
Mai
tali parole furono pronunciate con tanta emozione. Entrambi ne furono sommersi.
Il tempo era però un cattivo tiranno.
<<
Ora ascoltami…ho una domanda da farti…ma prima voglio mettere in chiaro che la
tua risposta, non cambierà di una virgola i sentimenti che provo per te, né
quello che ti ho detto…sono stata chiara? >> disse ancora Buffy,
rialzando la testa e guardandolo, il
cenno di assenso che ebbe come risposta la invitò a proseguire. << La rivuoi…la
tua anima intendo…la rivuoi? Perché io posso restituirtela. >>
<<
Lo sai riccioli d’oro…in questo momento sono così felice…che non ne sento
proprio la mancanza…eppure al tempo stesso c’è una voce dentro di me che
grida…SI! SI! SI!….e credo proprio che l’ascolterò. Perché a me non basta
amarti così come sono…io voglio amarti anche con tutta l’anima. >> gli
occhi di Spike, erano diventati quasi trasparenti mentre pronunciava queste
parole.
Decisamente
commossa, lei si ritrovò ancora una volta con gli occhi lucidi, di felicità
questa volta. << Accidenti a te Spike. Non so come fai ma mi freghi
sempre…sei l’uomo, il vampiro o non morto più romantico che abbia mai
conosciuto. >> rise fra mezzo alle lacrime.
<<
E non scordarti il più Sexy baby. >> disse lui con il suo solito sorriso
scanzonato.
Come
al solito lei rispose con un pugno sulla sua spalla, tirato delicatamente però.
<< Ok! Bando alle ciance….scegli, in che modo vuoi riavere la tua anima,
vuoi il metodo dolce…o quello dolce? >> gli chiese con un sorriso
impertinente.
<<
Non sono certo di seguirti su questa curva love, ma se devo scegliere…meglio
quello dolce. >> fece lui con fare pensoso.
<<
Piantala stupido e baciami! >> disse lei mentre gli gettava le braccia al
collo.
Lui
non si fece attendere e si mise subito in azione. Non appena le loro labbra si
toccarono però capì subito che quello non era un bacio come gli altri. Sentì
come una forza entrare dentro di lui e il suo corpo si illuminò per qualche
istante.
E
di nuovo fu dolore, un dolore quasi piacevole, agognato. Inoltre le labbra di lei
ancora sulle sue, mitigavano ogni sofferenza, era stato proprio un metodo
dolce, decisamente diverso da quello provato la priva volta. Inoltre ora il
peso sembrava essersi fatto più leggero, forse stare dentro Buffy per quasi un
anno aveva fatto bene alla sua anima, di certo stava facendo bene a lui.
Lei
però lo sentì irrigidirsi e si tirò indietro preoccupata. << Va tutto
bene Spike? Ti senti male? >> gli chiese apprensiva.
<<
Tranquilla passerotto…non andrò fuori di
testa come la volta scorsa. E poi tenerti qui…abbracciata a me…aiuta un casino.
>> rispose Spike, ghignando.
Lei
tranquillizzata, si strinse ancora di più a lui, posando la sua testa di nuovo
sul suo petto, annusando il suo fantastico profumo. Lui invece immerse il volto
nei capelli di lei e al tempo stesso li carezzava teneramente. Il peggio era
passato.
<<
Spike ci resta poco tempo…ma volevo farti presente che ora…hai la concreta
possibilità di diventare umano. >> disse Buffy, tornando alla realtà dopo
un paio di minuti.
<<
Uhmm… >> mugolò Spike che era ancora preso dal suo bel sogno.
<<
Beh adesso sei di nuovo un vampiro con l’anima…e visto che Angel ci ha
rinunciato…sei anche il solo che possa concorrere al titolo di campione.
>> gli spiegò Buffy, tranquillamente.
<<
Di che stai parlando love? Come sarebbe a dire che il grande pirla ci ha
rinunciato?!? >> chiese Spike teso, alzando interrogativamente un
sopracciglio e allontanandola leggermente da sè.
<<
Sono stati quelli del Circle, lo hanno obbligato a firmare con il suo sangue un
patto in cui rinunciava a tornare umano. Era una sorta di rinuncia alla
speranza. >> cercò di spiegargli lei.
<<
Ma quello ha perso completamente il cervello. >> ruggì Spike. <<
Ecco come si spiega che continuava a dire che saremmo morti tutti. Aspetta solo
che mi capiti a tiro, io quello lo massacro. Idiota maledetto! Ma ora spiegami
gattina…tu come diavolo fai a sapere tutte queste cose? >> le chiese
ancora, volendoci vedere chiaro una volta per tutte.
<<
Da varie fonti…le veggenti del
consiglio, alcune cose che mi raccontava la tua anima…ed infine da Willow.
Mentre era a giro per dimensioni varie, è per così dire inciampata negli
spiriti degli oracoli. La maggior parte delle informazioni viene da loro. Ma
ora ascoltami bene, ti dispiacerebbe aspettare a massacrare Angel a dopo la
battaglia…voglio che tu non sprechi le tue forze con lui. Inoltre voglio che tu
mi prometta di non fare pazzie…non voglio rischiare di perderti ora che ti ho
ritrovato. E poi, se permetti, avrei da dire io due paroline al dannato
piagnone. >> gli rispose Buffy, assumendo un espressione battagliera.
Ecco
un altro bel cumulo di informazioni da mandare giù, mitigate dalla palese
preoccupazione di lei per lui. L’ultime due paroline erano state però un vero
shock. Da quando chiamava Angel dannato piagnone? Lo sguardo che le rivolse fu
tutto un programma.
<<
Beh che c’è? >> fece Buffy, arrossendo leggermente. << Non farci
caso…effetti collaterali. Tenere la tua anima per un anno ha sortito degli effetti.
Risultato…di tanto in tanto mi scappa un Bloody Hell, e altre paroline del
genere. Gli altri ci si sono abituati…hanno detto che non tutto il male viene
per nuocere, se è servito ad aprirmi gli occhi sul bellimbusto. E hanno
ringraziato il cielo quando proprio grazie alla tua anima non sono caduta sotto
l’effetto dell’Immortale. Era un po’ difficile cadere nelle sue grinfie, con la
tua voce in testa che mi elencava tutti i suoi peggiori difetti. Certe volte
dovevo trattenermi per non scoppiargli a ridere in faccia. Lui e le sue arie da
seduttore. >> Era deliziosa con quel piglio che voleva assomigliare anche
se vagamente al suo. Non resistette e la baciò.
Poco
dopo sembravano avere entrambi il fiato corto.
<<
Comunque sia…se sono riuscita a superare questo anno è stato solo grazie a te.
Non è stato per niente facile dover aspettare…senza fare niente…di arrivare a
questo momento. Con la consapevolezza inoltre che tu stavi soffrendo…ma non
potevo fare altrimenti…restituirti l’anima prima del tempo era troppo
rischioso. Potevi finire come Angel, o anche peggio…e non lo avrei sopportato.
>> Buffy adesso, aveva una strana espressione sul volto, un misto di
emozioni, amore, dolore, preoccupazione.
Baciandola
dolcemente sul naso per rassicurarla, Spike le disse: << Una cosa è
certa…piuttosto che fare un errore madornale come peaches, mi sarei impalettato da solo. >>
ghignando piano.
Funzionò,
perché Buffy a quell’accennò sembrò ritrovare tutto il suo spirito combattivo.
<< Bravo…così ti avrei perso per sempre. >> gli disse, guardandolo
torva.
<<
Potevi sempre riportarmi in vita…tanto dubito che sarei finito in paradiso. E
poi non esiste paradiso che tenga se tu non sei accanto a me. >> la
rimbeccò Spike, facendole un sorriso da cardiopalma.
E
Buffy si illanguidì nuovamente. Come al solito riusciva a spiazzarla. Nel
mentre aveva finalmente smesso di piovere, fra le nuvole sparse, si potevano
vedere spuntare alcune stelle. Sentendolo fremere fra le sue braccia lei gli
chiese preoccupata: << Sei certo
che vada tutto bene? >>
<<
E’ tutto ok love. Stavo solo…ascoltando la mia anima…sembra che anche lei abbia
cambiato idea su di me…forse dopotutto non è l’inferno il luogo al quale sono
destinato…soprattutto se tu continui a tenermi stretto a te. >> le
bisbigliò fra i capelli Spike, che non si stancava di sentirne il meraviglioso
profumo.
Buffy
sorrise teneramente, adorava questo suo lato coccolone.
<<
C’è anche Dawn là dentro? Mi piacerebbe vederla, chissà come è cresciuta. >>
chiese Spike.
Il
sorriso di Buffy si allargò ancora di più, le faceva piacere sapere che quel
pazzo vampiro di cui si era innamorata, teneva anche alla sua sorellina. Quei
due un tempo erano stati molto uniti. Ora però doveva deluderlo. << E’
diventata ancora più alta, se continua così fra poco tutti penseranno che è lei
la sorella maggiore. Comunque mi spiace…lei sarebbe voluta venire…ma non potevo
permetterlo. In Italia il sistema scolastico è diverso e lei si è ritrovata un
anno avanti. Fra poco dovrà dare l’esame di maturità, non potevo permettere che
perdesse giorni di scuola preziosi. >> gli disse con voce dispiaciuta.
<<
Peccato…mi sarebbe piaciuto salutarla.
>> la delusione di Spike era evidente, anche se mentalmente
rivedeva la scena in cui briciola lo minacciava di farlo arrosto, forse lei non
sarebbe stata altrettanto felice d’incontrarlo.
Le
parole di Buffy però lo tranquillizzarono. << Anche a lei sarebbe
piaciuto, le sei mancato sai? Non hai idea di come ho dovuto combattere per
farla restare a casa, non voleva sentire ragioni. >>
<<
Pazienza…vorrà dire che mi accontenterò della piccoletta della famiglia
Summers. >> disse lui, stringendola ancora di più a sé.
<<
Ehi! Io non sono piccola…sono proporzionata. >> esclamò lei facendo il
broncio.
Spike
non resistette più, quando lei tirava in fuori il labbro in quel modo, moriva dalla voglia di mangiarglielo di baci
e lei sapeva benissimo che effetto gli faceva. E di nuovo furono
sbaciucchiamenti a non finire, per fortuna questa volta non c’era Giles a
chiedere loro di smettere. ( piccolo cenno a Something Blue)
Erano
ancora teneramente abbracciati, quando udirono il portale riaprirsi. Dal varco
ne uscirono varie cacciatrici, alcune delle quali riconoscendo Spike gli fecero
un cenno di saluto, per poi dirigersi alle postazioni a loro assegnate.
Spike
si rese conto che quello non era l’unico varco che si era aperto, guardandosi
attorno ne vide almeno una dozzina e da tutti ne uscivano cacciatrici a
bizzeffe. Le cose cominciavano a prospettarsi bene.
Poi
fu la volta di Angel, Illyria e Gunn visibilmente rimesso a nuovo, di uscire.
Erano seguiti a ruota da Giles e Willow.
Vedendo
i due innamorati abbracciati, il vampiro moro strinse i pugni dalla rabbia. Per
una volta dalla parte del vincitore, Spike si limitò a scrollare leggermente le
spalle e lasciata libera Buffy, le si rivolse. << Se non sbaglio devi
dire due paroline all’orsacchiottone dolce. >>
<<
Sempre che non ti dispiaccia…sennò io… >> balbettò quasi Buffy, che non
si era aspettata tanta magnanimità. In fondo la pungeva il fatto che lui non si
dimostrasse più geloso e…le pungeva ancora di più doversi separare da lui.
<<
Tranquilla amore…è tutto ok. >> le disse Spike, facendole una carezza sul
volto, mentre le sorrideva sereno. Incredibile quanto potesse fare la fiducia e
l’amore reciproco.
Rasserenata,
lei si avviò verso il vampiro, non prima però di averlo sfiorato con un bacio.
Mentre
Spike guardava i due che si allontanavano di alcuni passi per parlare, Willow
gli si accostò. << Dammi un pizzicotto perché a questa non ci credo!
Buffy sta parlando con Angel e tu te ne stai qui tutto tranquillo. >>
esclamò, esagerando leggermente nel dimostrare stupore.
<<
Se per caso non te ne fossi accorta, Buffy è una donna non una ragazzina. Una
donna decisa che sa quello che vuole…e io non mi sognerei mai di interferire
nelle sue decisioni…anche perché non sono in grado di negarle niente. >>
rispose un po’ sgarbatamente Spike, che in fondo dentro di se la punta della
gelosia la sentiva eccome.
Willow
si diede mentalmente della scema. In effetti sapeva che mai da quando si era
innamorato, il vampiro biondo, si era opposto al volere della sua amica. Ci
litigava, discuteva, faceva a botte, ma la lasciava libera di fare le sue
scelte. L’unica volta che era stato sul punto di sopraffarla, se ne era poi
scappato pentito in Africa, per riprendersi l’anima. Al contrario di Angel che
invece in più di una occasione l’aveva privata della facoltà di decidere.
Forse
era meglio cambiare discorso… << A proposito…Xander ti ringrazia
dell’interessamento. Roba da non credere…si è persino commosso. Voleva venire
fuori a salutarti ma aveva paura di interrompere il colloquio con Buffy. Ora si
sta dando arie da comandante visto che Giles lo ha nominato capo
dell’infermeria. Dovresti vederlo tutto tronfio e gasato mentre da ordini a
medici e infermieri, lui che non ha neppure fatto l’università. >> disse
ridendo la strega, mentre scrollava la testa.
Spike
con poté fare a meno di accodarsi, era bello poter ridere di certe piccole
cose. << Senti rossa…tornando seri…non è che hai fatto un incantesimo su
Buffy? >> chiese però dopo qualche secondo, tornando serio.
Presa
in contropiede lei farfugliò. << No…nessun incantesimo, perché? >>
<<
O questo, oppure sono finito in una dannata dimensione parallela. >>
spiattellò Spike, scuotendo la testa, come per schiarirsela.
Ora
la strega era veramente sbalordita. << Cosa te lo fa pensare? >>
<<
Non che mi lamenti…ma è tutto troppo strano. Tu che stai qui…a ridere con me,
Xander che si commuove per qualcosa che ho detto, Rupert che sembra dimostrarmi
stima e fiducia…e per finire Buffy… >> disse Spike, pensieroso.
Saltando
la prima parte, Willow decise che forse era meglio chiedere spiegazioni per
l’ultima. << Perché…cosa ha fatto Buffy? >>
<<
Mihachiestodisposarla! >> disse lui, tutto d’un fiato.
<<
Cosa? >> chiese Willow che non aveva capito un accidente.
Sbuffando
lui cercò calmarsi e parlare più lentamente. << Ecco lei…mi ha detto che mi
ama e mi ha chiesto, o più precisamente ordinato…insomma vuole che la sposi.
>> se fosse stato possibile ora sarebbe stato tutto rosso. Il suo
imbarazzo non era per questo meno evidente, tanto che si fissava impacciato le
punte dei piedi. E lo divenne di più quando vide, o meglio sentì, che Willow
era scoppiata a ridere come una pazza.
<<
Ha ha, rossa. Ha ha. Se fossi in me non
avresti tanto da ridere. Se per caso te ne fossi scordata, tu hai un
precedente…ti ricorda niente Giles cieco, Xander calamita per demoni e io e la
cacciatrice innamorati persi in procinto di sposarci? >> disse scontroso
lui, facendo quasi il broncio. (Sempre Something Blue).
Tenendosi
la pancia per il gran ridere e asciugandosi gli occhi, la strega cercò di
riacquistare il controllo. Lui sembrava veramente preoccupato, forse era meglio
rispondergli. << Ehmmm…oddio fammi riprendere fiato…ti prego non
arrabbiarti…è solo che…capisco che per te sia tutto nuovo e strano, ma io
sapevo già tutto…tutti noi conoscevamo da tempo i sentimenti di Buffy per te.
Sapevamo anche dei suoi propositi matrimoniali…pensa che ha già gli
inviti…aspettava a farli stampare. Tutto questo è reale, la magia non
c’entra…se mi sono messa a ridere è stato solo perché non mi aspettavo che
facesse sul serio quando ha detto che intendeva ordinarti di sposarla. Pensavo
che te lo avrebbe chiesto…invece quella matta… >> e giù di nuovo risate.
<<
Ho capito. >> ululò lui << Se non è la magia, allora sono proprio
finito in una dimensione parallela. >> voleva fare il duro, ma vedere
Willow così ilare lo faceva stare bene così si unì a lei.
Giles
che stava ancora parlando con Illyria, vedendo la strega così divertita si
distrasse e curioso si avvicinò a loro a lunghi passi. << Siete senza
speranza…il mondo potrebbe finire oggi e voi vi sganasciate dalle risate. Si
può sapere perlomeno qual è il motivo? >>
Lottando
per riprendere il fiato Willow, bofonchiò: << Lo…lo ha fatto…davvero. Gli
ha veramente…ordinato…di…sposarla. >>
Il
volto dell’osservatore passò dal serio al faceto. Cercò di trattenersi, tanto
per darsi un contegno ma fallì miseramente. Dopo poco rideva come un matto
anche lui.
<<
Chi è che sta per sposarsi? >> chiese tranquilla e imperturbabile la
demone, che si era a sua volta avvicinata ed aveva sentito.
Fra
le risa e i singulti, Spike riuscì ad alzare una mano e a dichiarare: <<
Io! >>
<<
Felicitazioni. Chi è la sfortunata? >> chiese Illyria con un inaspettata
ironia.
Cercando
di riacquistare il controllo, lui indicò nella direzione di Buffy. <<
Lei. >>
Illyria
studiò apertamente il nuovo volto. << Non saprei…non mi sembra molto
forte…ha un’aria così delicata che ti fa venire voglia di spezzala. >>
tipico ragionamento da dio demone.
<<
Se fossi in te cocca non ci scommetterei. Forse non ci crederai…ma i suoi pugni
fanno più male dei tuoi. >> disse il vampiro cercando di difendere la sua
donna.
Illyria
guardò di nuovo la biondina, ma ora c’era una vena di rispetto nei suoi occhi. Si
fidava di quello che Spike le diceva. Senza contare che gli giunse alla mente
un ricordo che apparteneva a Fred. Qualcosa le diceva che quella ragazzetta era
in realtà qualcuno di speciale. La cacciatrice.
Quella
vera.
La
prescelta.
La
donna, che sia Spike che Angel amavano.
<<
Oh! >> “problemi in vista”, si disse, vedendo che stava parlando proprio
con quest’ultimo, anche se parlare non era esatto…gli altri sembrarono della
sua stessa opinione.
Capitolo 5
Lo
sguardo di tutti era corso alla cacciatrice,
impegnata in quel momento in una discussione con il vampiro moro. Non doveva
essere una discussione piacevole, si vedeva che erano entrambi alterati. Buffy
aveva un diavolo per capello e ad Angel mancava poco che uscisse del fumo dagli
orecchi.
Ad
un certo punto, il vampiro afferrò in modo non certo gentile un braccio di lei.
Istintivamente Giles fece un passo avanti per raggiungere i due, non poteva
permettere che qualcuno mancasse di rispetto alla sua prescelta. Fu la mano di
Spike a trattenerlo. Scotendo la testa gli fece cenno di non intervenire.
<<
Spike, lasciami, non posso permettere che la tratti così. E non capisco come
possa permetterlo tu. >> esclamò Giles, cercando di scrollarsi la mano di
dosso.
<<
Calma…lo sai che se fosse per me gli sarei saltato subito alla gola. Ma qui si
tratta di Buffy…lo sai che lei odia che qualcuno si intrometta nelle sue
battaglie. >> Spike la voce della ragione.
L’osservatore
scrutò attentamente il biondo vampiro davanti a lui, sentiva la sua mano sul
braccio fremere. Non mentiva quando asseriva che sarebbe stato felice di
saltare addosso ad Angel, ma incredibilmente riusciva a mantenersi lucido.
<< Sembri conoscerla veramente a fondo…non è così? >> gli chiese.
Facendo
spallucce e un po’ imbarazzato lui rispose. << Pratica…Rupert…ho passato
anni a osservarla…ormai ne conosco tutte le sfaccettature. E l’esperienza mi
dice che se Angel continua a fare il cretino, si ritroverà presto impalettato.
>>
Infatti
come volevasi dimostrare, Buffy dopo essersi liberata di scatto, colpì con
forza Angel al volto, facendolo volare per qualche metro.
<<
A già…dimenticavo…non ha il paletto. Rupert perché non glielo porti? >>
disse tirando fuori dalla tasca l’oggetto incriminato e tendendolo all’osservatore
con sguardo birichino.
Dire
che Giles non fu tentato sarebbe stato mentire, non aveva una buona opinione di
Angel da quando dopo avere perso l’anima, aveva ucciso Jenny Calendar. Ma il
vampiro poteva essere utile nella battaglia. Solo questo lo trattenne
dall’afferrare il paletto e piantarglielo di persona nel petto.
Inoltre
Buffy stava cavandosela egregiamente, dopo avere tirato su Angel da terra lo
teneva sollevato per il collo e continuava a gridargli in faccia verità che lui
non sembrava gradire. Spintolo poi di nuovo lontano gli voltò le spalle e
raggiunse i suoi amici.
Era
palesemente ancora arrabbiata, e non mancò di sfogarsi con loro. << Ma
dove avevo la testa, dico io! Per anni sono stata persa dietro quel…arrogante,
ipocrita, maligno, saccente e eterno depresso testa di…che diavolo ci fai tu
con quel paletto? >> aveva visto il paletto in mano a Spike.
Colto
in fallo lui ebbe la tentazione di nasconderlo, ma gasato dal modo in cui lei
aveva definito il suo gran-sire, optò per una risposta sagace. << Lo
avevo tirato fuori nel caso ne avessi avuto bisogno passerotto. >> disse
indicando con lo sguardo Angel, che non si curava di nascondere un broncio
lungo un chilometro.
<<
Oh! >> esclamò lei lusingata << Ora però mettilo via…niente paletti
fra di noi…pensavo di essere stata chiara. >>
Fiuuuu…l’aveva
scampata. Affrettandosi ad obbedire, lo ripose di nuovo al sicuro nella tasca.
In quel momento però realizzò che al contrario degli altri lei era disarmata.
<< Scusa Honey…ma pensi di affrontare quei demoni a mani nude? >>
le chiese.
Buffy
invece di rispondere guardò interrogativamente Giles. L’osservatore preso in
castagna balbettò: << Scu…scusa…con tutto quello che sta succedendo…ho
dimenticato la falce dentro…vado subito a prendertela. >> Partì come un
razzo, deciso a rimediare al suo errore, lasciando da soli gli altri.
<<
Tutto bene tesoro? >> chiese gentilmente Spike, mentre le carezzava i
capelli. Non sottovalutava il suo precedente stato emozionale. Dietro la sua
rabbia aveva visto del dolore e sperava di riuscire a lenirlo. Lei comprese le
sue intenzioni e istintivamente si strinse a lui per cercare conforto.
<<
E’ stato orribile. Ha cominciato a tirare fuori un sacco di roba cattiva su di
te…roba che sfortuna per lui conoscevo già. Non pensavo che potesse essere
tanto meschino…e non era Angelus a parlare…era proprio lui Angel. Mi sono resa
conto di non conoscerlo affatto…che forse la persona che una volta ho amato…non
è mai esistita. >>
Scambiando
uno sguardo con Willow, che decise che era meglio se si allontanava, Spike
continuò a carezzargli la testa e la schiena. << Non è così, love…è solo
che lui è un tipo molto complesso…quello che hai visto è solo il suo lato
oscuro…fino ad ora te lo aveva tenuto
nascosto…perché ti ama…e non voleva rischiare di perderti. Ma esiste anche il
suo lato buono…è di quello che ti sei innamorata…ed ora sono certo che si sta
già pentendo di averti ferita. >>
Ancora
una volta lui la stupiva, si sarebbe aspettata un’invettiva verso Angel, invece,
ne stava quasi prendendo le difese. Questo le fece capire una volta di più, che
persona fantastica era. C’erano solo un paio di paroline che le davano
fastidio. << Ero! >>
<<
Uhmm…? >>
<<
Non sono…ero innamorata…ora è te che
amo… >>
<<
Già…e spero che duri per sempre. Senti...vuoi togliermi una curiosità? >>
chiese Spike con un espressione pensierosa sul viso.
<<
Spara. >> gli rispose Buffy alzando lo sguardo per scrutarlo curiosa.
<<
Me la spieghi la storia dei biscotti? Quando siamo venuti in Italia, quel
rincitrullito ha incominciato a vaneggiare di biscotti…che tu non eri
cotta….non ci ho capito niente. Me lo spieghi per favore? >> chiese Spike
con un sopracciglio sollevato guardandola perplesso.
Facendo
un risolino al ricordo, lei si accinse a raccontargli gli eventi che avevano
portato a quel discorso e spiegando il suo significato. Per un attimo temette
una sua reazione negativa, non aveva dimenticato la sua espressione ferita quando
le aveva detto di averla vista mentre baciava Angel. Mentre parlava intensificò
quindi la stretta.
Ma
ancora una volta lui la stupì. << Concludendo…ora pensi di esserlo…cotta
intendo? >>
<<
Decisamente sì! >> gli rispose Buffy facendogli un ampio sorriso.
Sorriso
che Spike ricambiò all’istante. << Fantastico. Perché…non so se hai
presente….il vampiro qui…..va decisamente matto per i biscotti. Ed ora ne
pretendo un assaggio. >> così dicendo si abbassò velocemente
impossessandosi delle sue labbra.
Il
bacio che si scambiarono era inevitabile, ma
fu anche incredibilmente diverso dal solito. Buffy non aveva memoria di
essere stata baciata da lui in modo tanto dolce. Staccando le sue labbra dalle
sue, lui le sorrise altrettanto dolcemente.
Poi
gli occhi di Spike, caddero accidentalmente sulla demone poco distante.
<< Honey…non è che ti scoccia se scambio due paroline con Illy? Non so…mi
sembra turbata. >> le disse indicando con la testa in direzione di
Illyria.
Seguendo
il suo sguardo, anche lei osservò la demone, non le sembrò di vederci niente di
strano, beh a parte il colore blu della sua pelle, ma se lo diceva lui sentiva
che doveva essere così. Annuendo si distaccò dal suo abbraccio per permettergli
di raggiungerla. Mentre lo guardava allontanarsi, si ritrovò a pensare di nuovo
alla storia dei biscotti. Il suo discorso si era rivelato in un certo qual modo
profetico.
<<
Qualcosa non va? >> chiese Spike
alla demone quando la raggiunse.
<<
Sono confusa….quell’umano prima…mi ha raccontato di come Wess lo aveva
contattato. Aveva una cassetta…c’era la sua voce registrata… >> Anche se
in apparenza non lo dimostrava, Spike comprese che Illyria ne era rimasta
turbata.
<<
Cosa diceva? >> chiese Spike riferendosi alla cassetta.
<<
Raccontava di me, di noi….di quello che stava succedendo… >> rispose
Illyria comprendendo il senso della sua domanda.
<<
Ti ha fatto male…sentire la sua voce intendo? >> chiese ancora Spike
scrutando la demone per comprenderne le emozioni.
<<
Non lo so….è tutto così….confuso…io… >> balbettò quasi lei, scuotendo
leggermente le braccia dal nervosismo per il non sapersi esprimere. Quella che
stava provando era un’emozione nuova e totalmente sconosciuta e non era certa
che le piacesse.
Battendole
dolcemente una mano sulle spalle, lui cercò di confortarla. Avrebbe voluto
dirle che capiva, che una volta si era sentito anche lui così.
<<
Sentivo la sua voce, diceva che se gli fosse successo qualcosa voleva che
l’umano si prendesse cura di me. Diceva che era convinto che io potessi
diventare una persona migliore…ma come posso riuscirci cucciolo? Io non sono
una persona…sono un demone. Io uccido le persone. >> chiese esternando le
sue perplessità.
<<
Sai una volta anch’io parlavo così. Ehi non guardarmi storto. Se te ne fossi
dimenticata sono un vampiro, il demone, hai presente? Ma poi mi sono accorto
che uccidere le persone non era poi questa gran cosa, alla fine non ti rimaneva
niente. >> disse Spike sospirando mentre scuoteva tristemente la testa.
<<
Tu chiami niente la gioia del potere? L’esaltazione nel vedere la paura nel
volto dei nemici? Il sangue… >> la demone si stava infervorando, forse
era meglio correre ai ripari.
<<
Conosco benissimo tutte quelle sensazioni. >> si affrettò a dire Spike.
<< Ma alla fine, quando tutti i nemici sono morti, cosa ti resta? Niente
ecco cosa resta! Se non l’eterno desiderio di riprovare ancora e ancora. Beh
lasciatelo dire, non ne vale la pena, perché alla fine resti sempre solo.
Salvare una vita invece di dà molto di più. Le sensazioni non spariscono, anzi,
si fanno più forti giorno dopo giorno, vedendo che quella persona è viva grazie
a te. Anche questo è potere, ma la gioia che ne deriva è molto più grande. E
poi così facendo puoi farti degli amici, persone che ti staranno sempre vicine,
non sarai più da solo. >>
Spike
non voleva fare una tirata così lunga, ma le parole gli erano uscite di bocca
da sole. E quanta passione ci aveva messo nel pronunciarle. Non si era accorto
che un altro ascoltatore si era sintonizzato su di lui. Angel infatti,
incuriosito nel vedere i due parlare, si era avvicinato e aveva ascoltato buona
parte della conversazione.
Soprattutto
l’ultima parte lo aveva colpito veramente. Gli fece comprendere una volta di
più quanto lui e Spike fossero diversi. Lui combatteva il male in quanto fine a
sé stesso, certo lo faceva anche per salvare degli innocenti, ma soprattutto
era il male che sentiva dentro di sé che lui voleva distruggere. La sua era una
lotta continua contro il demone che lo possedeva. Compiere delle buone azioni
lo aiutava ad alleggerire il peso dei rimorsi. Per il suo childe invece la cosa
sembrava diversa, aveva chiaramente sentito che non era stato solo l’uomo a
parlare, ma il demone. Un demone che al contrario del suo, a quanto pare si era
stancato di compiere atrocità e che ora si era trovato un nuovo scopo nella
vita. Ma non era finita, Spike stava per dargli un’altra lezione.
<<
Decidere di cambiare non è stato facile, ma avevo delle ragioni maledettamente
buone per farlo. Volevo dare alla persona che amavo quello che si meritava. E’
questo che ora tu devi chiederti, vuoi dare a Wess quello che lui si meritava?
I sentimenti che provi per lui, anche se lo hai perso…e credimi so cosa si
prova….sono abbastanza forti da farti desiderare di essere migliore in suo
ricordo? >> stava dicendo il biondino.
<<
Ma per te è diverso, tu hai un’anima. >> la demone aveva ascoltato in
silenzio, ma era ancora perplessa.
<<
Non avevo un’anima quando Buffy morì, non per questo soffrii di meno. Eppure
rimasi lì, ad aiutare i suoi amici, a lottare al suo posto, a proteggere le
persone che lei amava, era la sola cosa che potessi fare, per lei. Perché
sapevo che era questo che lei voleva. Fu quando i suoi amici la riportarono in
vita, che compresi che questo non bastava, volevo migliorare ancora di più.
Solo allora andai a riconquistare la mia anima. A te non si chiede di fare
questo, ma solo di lottare per il bene come faceva lui. Pensi di poter essere
in grado di farlo? >> le chiese
Spike guardandola interrogativamente.
<<
Oh cucciolo. Io non so se ne sono capace, ma tu hai ragione, voglio almeno
provarci. Perché Wess se lo merita. >> Una nuova espressione decisa era
apparsa sul volto di Illyria.
Al
contrario l’espressione di Angel si era fatta incerta. La conversazione con
Buffy lo aveva fatto imbestialire, la gelosia e il suo demone, gli avevano
fatto scordare che aveva iniziato a rivalutare la figura del suo childe già da
tempo, ma ora sentendolo parlare in quel modo, lo faceva riflettere. Non aveva
mai preso in considerazione come fosse avvenuto il suo cambiamento, ma solo il
risultato. Ora si rendeva finalmente conto che quel processo non era stato
indolore, Spike aveva sofferto per poter cambiare.
Ma
ora non c’era tempo per queste divagazioni, la barriera stava per cadere.
Mancavano pochi secondi, già in alcuni punti stava iniziando a cedere.
Buffy
sopraggiunse imbracciando la sua fidata arma. Riservò al vampiro moro solo uno
sguardo sfuggente, mentre si avvicinava a quello biondo. << Si comincia
ragazzi! Spike, vedi di starmi vicino. >> nonostante il piglio serio, non
mancò di un sorridergli.
<<
Tranquilla baby, ti starò incollato come un francobollo. E’ ora del Rock and
Roll. >> un identico sorriso sulle
sue labbra. Amore e eccitazione per la battaglia, erano queste le cose che li
facevano sentire vivi.
E
la battaglia ebbe finalmente inizio.
Capitolo 6:
Era
una scena veramente apocalittica. Molte cacciatrici combattevano a terra,
massacrando a più non posso l’esercito di demoni. Altre invece si erano
appostate sui tetti dei palazzi e da lì con grosse balestre, lanciavano nuvole
di dardi verso il drago che svolazzava in giro. Peccato che ben pochi andassero
a segno.
Angel
comunque non sembrava apprezzare la cosa, voleva essere lui ad uccidere il
drago e l’idea che qualche ragazzetta lo battesse sul tempo non gli piaceva
gran che.
<<
Wow! La biondina se la cava veramente bene! >> gridò Illyria rivolta a
lui.
Lo
sguardo del vampiro corse alla cacciatrice, guardarla combattere era sempre un
gran spettacolo. Con sorpresa vide che non stava combattendo da sola come suo
solito, si muoveva al contrario in perfetta armonia con il suo partner, Spike.
I due si paravano a vicenda la schiena, e talvolta univano le loro forze per
abbattere un demone particolarmente grosso.
I
loro movimenti così fluidi, facevano pensare ad una danza. Ogni pugno, calcio o
sferzata, era il frutto di una combinazione quasi simbiotica. Non aveva mai
visto nessuno dei due combattere così. La passione che ci mettevano era
incredibile, non si fermavano un attimo, presi da quella danza sfrenata, così
incredibilmente simile al sesso. La rivelazione arrivò ad Angel come un pugno
nello stomaco. Quei due erano come una cosa sola, si appartenevano l’un
l’altro.
La
sensazione di estraneità lo spinse ad avvicinarsi a loro, desiderava
interrompere quella sorta di amplesso. << Ehi Buffy. Ti sarei grato se
dicessi alle tue cacciatrici di mollare il drago, quello è mio. >> disse
dovendo pur trovare una scusa.
<<
Scordatelo. La precedenza è mia. E’ dalla storia con Glory che voglio farlo
fuori. >> rispose lei senza degnarlo di uno sguardo.
<<
Pensi che sia lo stesso Honey? >> chiese il platinato che conosceva la
storia.
<<
Lo sai, ci sono due cose a cui non credo….le coincidenze e i folletti! >>
gli rispose ghignando Buffy.
Angel
non ci aveva capito niente, lui non era stato presente in quella battaglia.
Diede per buono quanto aveva appreso, in seguito avrebbe chiesto maggiori
spiegazioni. << Così però corri il rischio che qualche ragazzetta ti
freghi. >> le disse però un po’ astiosamente.
<<
Conoscono gli ordini, devono solo riuscire a farlo atterrare, poi ci penserò io
a farlo a fettine. >> rispose sbuffando la cacciatrice, senza degnarlo di
uno sguardo.
Un
ottimo piano non c’era che dire, è un po’ difficile fare fuori un essere che
svolazza se non puoi svolazzare a tua volta, fu però costretto ad ammettere
Angel.
La
battaglia continuava a procedere, i demoni erano però in gran numero. Di tanto
in tanto qualche cacciatrice ferita si ritirava in un vicolo, a volte da sola,
a volte sorretta da altre, per poi scomparire dentro un portale. Poco dopo ne
usciva una nuova, o qualcuna che nel frattempo era stata rattoppata.
L’idea
di creare una zona intradimensionale, era stata di Willow. In questo modo le
combattenti potevano contare su una zona sicura dove poter essere adeguatamente
curate. Medici e infermiere, uniti a varie streghe, usavano le loro arti per
rimettere velocemente in sesto i feriti. Inoltre era un’ottima base di comando,
da lì partivano i vari ordini diretti alle cacciatrici. A capo delle operazioni
c’era naturalmente Giles.
Finalmente
alcune cacciatrici riuscirono a trafiggere una delle ali del drago, che
impedito nel volare, si sfracellò letteralmente a terra. Per fortuna nessuno
dei buoni ci rimase sotto. In compenso alcune decine di mostri finirono
spiaccicati.
Non
fu una morte onorevole (sempre che i demoni abbiano l’onore), avete presente
quello che succede ad una mosca quando usate l’apposita paletta per colpirla?
Sostituite la paletta con il drago, e la mosca con i demoni. Bleah… Questo fu
l’esatto pensiero di Buffy.
Ora
veniva la parte dura, riuscire a raggiungere il mostrone che ferito, cercava di
rimettersi in equilibrio sulle zampe. Nel farlo intanto scuoteva violentemente
la testa e la coda. Si stavano entrambe rivelando molto pericolose, dalla testa
uscivano fiamme a non finire, mentre la coda era irta di spunzoni affilati.
Inutile dire che un gran numero di demoni ne facevano le spese. Forse conveniva
aspettare, magari li faceva fuori tutti lui.
<<
Dobbiamo prenderlo ai fianchi, è quello il suo punto debole. >> esclamò
Angel, dall’alto della sua autorità. (Chissà chi gliela aveva conferita? NDS
(nota di Spike) )
<<
Faccia strada Capitan Spaventa. Ho proprio voglia di vedere un vampiro arrosto.
>> esclamò sagace Spike con un ghigno, se voleva sapeva proprio rimettere
le persone al proprio posto.
Buffy
sogghignò, non c’era niente come una battuta di Spike per alleggerire una
situazione difficile come quella in cui si trovavano. Angel invece la prese
meno bene. << E’ arrivato Sancio Panza. Sentiamo hai forse un’idea
migliore? >> voleva fare anche lui dello spirito, ma gli uscì a denti
stretti.
<<
A parte il fatto che la parte di Sancio Panza sta meglio a te! Non ho problemi
di chili di troppo, Io! Si da il caso che ce l’abbia. >> rispose Spike. Presa e rispedita al mittente.
Tieni e porta a casa.
Buffy
era indecisa se prenderla sul ridere o intervenire. Dopo avere dato uno sguardo
al viso scuro di Angel, pensò che forse era meglio intervenire. << Quale
sarebbe la tua idea? >> chiese al suo amore (che non era Angel).
<<
Hai presente le cacciatrici sui tetti? Con quelle grosse e potenti balestre?
Ora che il drago non svolazza più non vedo cosa ci stiano ancora a fare là
sopra. Farebbero più comodo qua. >> Spike era tutto orgoglioso del suo
ingegno, mentre esponeva il piano che gli era venuto in mente.
Una
voce per poco non gli trapanò il cervello.<< Bella idea blondy bear.
Provvederò a comunicarla subito a chi di dovere. >>
Accidenti
a Willow e alla sua telepatia, per poco non gli prendeva un colpo. Ne era
passato di tempo dall’ultima volta che ne aveva provato gli effetti e non ci
era più abituato. Un attimo… << Grazie della fiducia rossa, ma ti sarei
ancora più grato se non mi chiamassi più in quel modo, lo detesto. >> le
ringhiò di rimando a voce alta.
Alla
sua mente giunse solo l’eco di un’allegra risata.
Angel
che non aveva sentito niente lo stava guardando stranito. Pensava che il suo
childe stesse iniziando a dare i numeri.
Buffy
che aveva invece compreso tutto, decise che forse era meglio dare qualche spiegazione.
<< Sta comunicando telepaticamente con Willow. Anche lei pensa che l’idea
di Spike sia brillante. Manderà subito qui delle cacciatrici con le balestre,
in questo modo potremo colpire il bestione da una distanza di sicurezza. Una
volta che sarà indebolito, ci saranno minori rischi ad avvicinarlo. >>
espose.
L’espressione
di felicità di orgoglio che Spike aveva in quel momento era impagabile.
Guardandolo con affetto Buffy, si rese conto di quante poche volte lui avesse
ricevuto dei complimenti in passato. Colpa sua, colpa di tutti, ma non sarebbe
stato più così. Lo avrebbe volentieri baciato, per dimostrargli quanto fosse
fiera di lui, se non fosse stato che erano accerchiati da demoni. Ma lo sguardo
che gli rivolse non fu per questo meno esauriente. Lo sguardo che lui le fece
in risposta, le mise il fuoco nelle vene, dio come amava quell’uomo. Ripresero
a combattere ancora più uniti che mai.
Ad
Angel non era sfuggito quello scambio di emozioni, e di nuovo si trovò ad
assistere alla loro danza. Questa volta però non sarebbe intervenuto a
dividerli, ormai aveva capito che era inutile. Quei due erano come luce e
ombra, sole e stelle. Due forze della natura create per stare unite per sempre,
perché solo così si completavano a vicenda. Fu quindi con una sensazione di
amaro in bocca che decise di distaccarsene, forse era meglio andare a vedere
cosa combinavano Illyria e Gunn.
Nel
frattempo, le cacciatrici erano arrivate e avevano iniziato a prendere di mira
il drago. Erano però poche le frecce che riuscivano a trapassare la dura
corazza del mostro. Colpirlo alle ali era ormai inutile, serviva semmai a farlo
infuriare di più. Inoltre la situazione si stava rivelando più difficile del
previsto, era faticoso riuscire a prendere bene la mira, con una selva di
demoni che ti attaccavano da tutte le parti.
Faith,
che era stata assegnata come capo del gruppo delle balestriere, cercava di fare
del suo meglio (o del suo peggio dal suo punto di vista) per difendere le
ragazze che gli erano state affidate. Era passato un anno da quando il mondo si
era risvegliato con migliaia di cacciatrici, ma molte di loro erano ancora
delle novelline.
<< Ehi B! Che ne dici di darci una mano? Dopotutto stiamo facendo il lavoro sporco
per voi. >> gridò all’indirizzo della cacciatrice bionda. La sua voce non
poteva raggiungerla, ma Willow trasmise telepaticamente il messaggio.
Buffy
udito il richiamo dell’ex-nemica e ora amica, fece cenno a Spike di affrettarsi
in quella direzione. Con un cenno della testa lui annuì, per poi mettersi in
prima linea, in modo da proteggere la donna amata dagli attacchi che certamente
non sarebbero mancati lungo il percorso. Facendo strada in quella bolgia
infernale, la guidò nei pressi della cacciatrice mora.
<<
Ciao gioia per gli occhi! Era ora che arrivasse qualcuno di sexy….non ne potevo
più di vedere solo mocciose e demoni mostruosi. >> era sempre la solita,
sfacciata e irriverente Faith.
Quella
accoglienza che lusingò Spike, non ottenne però uguale risultato su Buffy.
<< Poche smancerie. Lui è proprietà privata. Se vuoi vedere qualcosa di
meglio cerca altrove. >> sbottò la bionda, con tono leggermente feroce.
Se
prima Spike era lusingato ora era addirittura euforico, Buffy dimostrava di
essere gelosa di lui. Un’espressione un po’ beota gli apparve sul volto. Uno
sguardo complice passò tra le due cacciatrici, poi entrambe sorrisero. Avevano
comunicato telepaticamente, ma il biondo vampiro non se ne accorse.
“E’
ancora cotto, vedo.”
“Per
mia fortuna sì.”
“
E tu non sei da meno. Sono felice per te…te lo meriti.”
“
Grazie.”
Questo
si erano dette, molte cose erano cambiate fra di loro, dall’ultima battaglia
che avevano combattuto insieme. Era incredibile che in mezzo a quel casino fossero
riuscite a comunicare in modo così normale, ma per loro che combattevano da una
vita, la cosa era quasi scontata.
<<
Ora che ci penso…prima ho intravisto Angel. Dio come è ingrassato. La vita
sedentaria non gli ha fatto bene…comunque è sempre un bel pezzo di… >>
l’ultima parola venne persa nel fragore della battaglia, ma tutti capirono cosa
intendeva dire.
Buffy
e Spike risposero con una risatina, Faith non si smentiva mai. Ma mentre il
biondo era soddisfatto che la sua opinione sul peso del bel tenebroso fosse
condivisa, Buffy era un tantino preoccupata da quella esuberanza. Lei sapeva
infatti che Faith non era libera. Infatti la sua relazione con Robin Wood si
era fatta seria, tanto che i due convivevano da qualche mese.
Intuendo
la direzione che i pensieri della biondina avevano preso, Faith decise di
chiarire. << Non farti cruccio B. Robin sa che mi piace guardare, ma non
tocco. >> le disse ghignando.
Sconcerto
passò negli occhi di Spike, possibile che quei due stessero ancora insieme? A
suo tempo aveva infatti notato che fra di loro c’era stato del sesso. L’olfatto
di un vampiro non si sbaglia mai su questo, e poi anche se si trovava nel
seminterrato, gli erano giunti i gemiti e i lamenti che quei due avevano
prodotto la sera prima della battaglia. Lui invece si era dovuto accontentare
di tenere abbracciata a sé la donna che amava, ma presto sentiva che si sarebbe
rifatto.
Fu
Buffy la prima ad accorgersene, un dardo, scagliato contro il drago lo aveva
colpito all’addome, ed invece di rimbalzare via come quelli sul dorso, era
penetrato in profondità. La risposta dell’animale era stata un ringhio acuto.
<<
La pancia….devono prendere di mira la pancia. >> gridò folgorata
dall’idea.
Detto,
fatto. Dopo pochi minuti il ventre del drago assomigliava ad un puntaspilli.
Indebolito l’animale si accasciò quasi privo di forza al suolo. Era arrivato il
momento di entrare in azione.
Come
una perfetta macchina da guerra le due cacciatrici e il vampiro si fecero
strada verso l’essere gigantesco, ridotto all’impotenza. Mano a mano che si
avvicinavano si faceva sempre più forte un grande fetore, proveniva dalle sue
viscere. Ma non era solo l’odore ripugnante a pervadere l’aria, quanto una
strana sensazione; quell’essere seppur gravemente ferito, emanava un’energia incredibilmente malvagia.
Quello era male allo stato puro! Il liquame che gli usciva dalle ferite
sembrava provenire dalle profondità dell’inferno. Persino i demoni sembravano
temerlo e cercavano di allontanarsi.
Spike
sentì il demone dentro di sé contorcersi, urlare. Quel sangue era un richiamo
alla parte più oscura che viveva in lui. Istintivamente ringhiò, assumendo il
volto della caccia. Non voleva rispondere a quel richiamo e cercava di
sottrarsi come poteva, con la parte che in fondo era la più forte in lui.
Buffy,
percepì quasi intimamente il conflitto che lui stava vivendo, ed ebbe paura.
Paura di perderlo, paura di vedere la bestia vincere sull’uomo. Angosciata gli
si accostò, cercando un contatto fisico oltre che mentale. << Spike! Che
ti succede? >>.
<<
E ‘ potente Buffy. Lo sento….vuole che beva il suo sangue….ma io non posso…non
devo. >> articolò a fatica.
I
loro sguardi si incontrarono, e fu lì che la cacciatrice ebbe la rivelazione.
Per quanto fossero gli occhi gialli del demone a fissarla in quel momento, per
quanto fosse evidente lo strazio che essi dimostravano, in quello sguardo erano
comunque presenti i sentimenti che lui le aveva sempre rivolto. Anche in quel
momento, i suoi occhi le parlavano d’amore.
E
allora comprese. L’azione successiva venne dettata sia dal cuore che dalla
ragione, lo baciò.
Istintivamente,
Spike cercò di tirarsi indietro, aveva paura di ferirla con i suoi denti
aguzzi, ma lei non lo permise, usando la sua forza di cacciatrice premette
ancora di più le sue labbra sulle sue, ed intanto cercava di farsi strada nella
sua bocca con la lingua. Quella era la prima volta che lei lo baciava mentre
aveva su il volto della caccia, mai prima di allora lui lo aveva permesso.
Uomo, demone o anima, o forse tutti insieme, non seppero più resistere e si
abbandonarono a quel bacio, dapprima forte e appassionato come il fuoco, poi
poco a poco, dolce e struggente come un sogno.
Lentamente
i suoi tratti tornarono alla normalità, vinti da quell’esplosione di
sensazioni. Quando finalmente si staccarono (sembravano fossero passati
secoli), del demone rimanevano solo le pupille, lucide e splendenti come due
raggi di sole.
Staccandosi
da lui, Buffy gli tese la sua falce, era evidente modo per dirgli che voleva
che fosse lui ad usarla.
<<
Perché? Spetta a te uccidere il drago…io… >> non trovava le parole per
esprimersi.
Con
uno sguardo incredibilmente fermo e deciso lei tese ancora l’arma verso di lui.
<< Mi sbagliavo…questo è compito tuo. Io mi fido di te Spike…sento che
sei il solo che possa farlo. >>
Ancora
una volta Spike, sentì tutto il suo essere inondato dalla luce che lei emanava,
la prima volta che l’aveva provata, si trovava incatenato nello scantinato
della casa di lei a Sunnydale. Era stato grazie a quella luce se era riuscito a
resistere alle torture che il Primo gli aveva inflitto. La sua fiducia era
questo per lui ed ora sentiva che oltre alla fiducia lei gli stava dando tutto
il suo amore. Lentamente, pose le sue mani su quelle di lei, che tendevano
l’arma, i loro sguardi intrecciati parlavano rispettivamente alle loro anime.
Peccato
che per quanto romantica la scena, a qualcuno stesse stretta. << Vi
volete muovere sì o no? Se ve ne foste scordati qui c’è un drago da uccidere!
>> Per la miseria, Faith quando ci si metteva, era proprio una
rompiballe.
I
due biondi, scossero entrambi la testa infastiditi, addio idillio. Era il
momento di tornare alla realtà.
<<
Vuoi veramente che usi la falce? E’ un’arma da cacciatrici…non so se è il caso
che un vampiro… >> provò a protestare Spike ancora incerto.
<<
Così è perfetto non credi? Lo ucciderai tu, ma usando l’arma simbolo delle
cacciatrici,sarà come se tu lo uccidessi per noi. Per me. >> gli rispose
Buffy facendogli al contempo un sorriso fiducioso.
Spike
strinse le mani sull’arma, vagamente ne avvertì il potere, ma soprattutto la
responsabilità. Quella punta continuava a non piacergli molto, sperava solo di
non inciampare e impalettarsi da solo.
<<
Allora Sexy-boy ti vuoi dare una mossa? Se non ti spicci, giuro che lo faccio
fuori prima io. >> insorse ancora
Faith, che cominciava ad essere stufa di fare il terzo incomodo, seppur fra
mezzo a migliaia di demoni ululanti.
Ma
le sue furono le classiche ultime parole famose, un paio di secondi dopo un
forte colpo l’aveva fatta rotolare a terra. Nel punto in cui prima si ergeva,
ora era presente Angel. Il vampiro era chiaramente fuori controllo, gli occhi
gialli erano come allucinati. Anche lui aveva avvertito il richiamo del sangue
e la sua risposta era stata chiaramente
diversa da quella di Spike.
Capitolo 7:
La
comparsa improvvisa di Angel aveva preso tutti di sorpresa, ma si sa le
cacciatrici hanno la risposta pronta.
Con
un balzo Faith tornò in piedi e confusa guardò il vampiro che con la spada si
apprestava ad attaccarla di nuovo. Riuscì solo per miracolo ad evitare il
fendente che avrebbe potuto trapassarla, a farne le spese furono i suoi
vestiti, lacerati dalla lama. Parando un ulteriore colpo con la sua di spade,
riuscì a colpirlo con un calcio ben assestato nelle parti basse, per poi
colpirlo al volto con l’elsa della spada. Il vampiro cadde a terra, ma per
rialzarsi poco dopo.
<<
Che diavolo gli succede? >> chiese la cacciatrice mora cercando delle
spiegazioni a quello strano comportamento.
<<
Sente il richiamo del sangue del drago, dobbiamo fermarlo. >> rispose
Buffy accorrendo in aiuto della compagna. Anche Spike si apprestava a seguire
il suo esempio, ma la bionda lo fermò. << No tu no. Occupati del drago, a
lui pensiamo noi. >> gli ordinò.
Seppur
combattuto Spike, pensò che la cosa migliore da fare fosse quella di obbedire
all’ordine. Volgendo quindi le spalle al combattimento in corso, puntò la sua
attenzione al mostro. Sentiva ancora il richiamo, ma ora gli giungeva sommesso,
quasi inesistente.
Ma
ora aveva un problema: come si uccide un drago? Beh Spike non lo sapeva, forse
bisognava colpirlo al cuore. Si avvicinò quindi alla creatura che stava distesa
su un fianco, cercando di capire dove colpire.
Nel
frattempo anche Illyria e Gunn erano sopraggiunti, vedendo il loro amico dare
improvvisamente di matto, avevano ben pensato di seguirlo, per impedirgli di
commettere delle sciocchezze. Udite le spiegazioni di Buffy, si erano parati
anche loro davanti ad Angel, decisi ad impedirgli di raggiungere il drago.
Quattro
contro uno, seppur in difficoltà numerica, il vampiro sembrava non risentirne,
era come un atleta dopato, per quante volte veniva gettato a terra si rialzava
sempre, riuscendo anche ad assestare dei buoni colpi.
Spike
intanto traccheggiava davanti al bestione, non riusciva a prendere una
decisione.
<<
La testa…tagliagli la testa. >> gridò Buffy che aveva intuito la ragione
della sua esitazione.
Lui
fece per muoversi in quella direzione quando…
<<
Il cuore…colpiscilo al cuore. >> gli giunse l’ulteriore suggerimento di
Faith.
Tornato
alla precedente posizione, stava per sollevare l’arma e colpire…
<<
Ho detto la testa. >>
<<
No. Il cuore. >>
<<
Testa! >>
<<
Cuore! >>
Decisamente
un bel casino. Andarono avanti così per un po’, Spike non sapeva a chi dare
retta. Ci si mise anche Gunn. << Nelle palle…tagliagli le palle. >>
questa era la peggio di tutte.
Esasperato
gridò: << Vi volete decidere? >> era decisamente frustrato.
La
risposta che ricevette da tutti e quattro non gli fu di molto aiuto. <<
Sbrigati! >> gridarono in coro.
Sbuffando
dallo sconforto, volse di nuovo loro le spalle, deciso a fare a modo suo. Poi
lo vide, un lampo di luce attraversò la grossa pupilla iridescente del drago.
Era stata la falce che brillando, si rifletteva in quegli occhi mostruosi,
spaventosamente aperti. E allora capì, doveva colpire quegli occhi.
Impugnando
l’arma la sollevò per poi far ricadere
con forza la punta di legno al centro dell’iride. Il corpo del mostro venne
trapassato da violenti spasmi, dalla sua gola uscì un suono lacerante, denso di
dolore.
Nello
stesso momento, Angel iniziò a risentire dei colpi subiti, i suoi riflessi si
fecero più lenti e i suoi colpi più deboli.
Con
la stessa forza con cui aveva impresso il colpo, Spike estrasse la punta
dell’arma dall’occhio colpito. Ora doveva riservare lo stesso trattamento
all’altro.
Nell’attimo
in cui lo colpì, il corpo del drago iniziò a fremere, per poi cominciare ad
accartocciarsi, come la plastica quando brucia. Era una visione terrificante ed
esaltante al tempo stesso. Poco dopo di lui non rimaneva che un gigantesco
cumulo di cenere; l’aria che prima era
densa del suo fetore, tornò respirabile. Il drago era morto.
Angel
si accasciò a terra, privo di conoscenza e di forza, liberato dal tribale e
demoniaco richiamo che lo aveva fatto impazzire. E’ chiaro che quasi tutti
tirarono un sospiro di sollievo.
Imperturbabile,
Illyria, si avvicinò a Spike ed osservando il mucchio di cenere disse la sua:
<< Posso prenderne un po’? La cenere di drago è ottima per le maschere di
bellezza. >>
<<
Davvero? >> chiese Spike spiazzato.
<<
Si. Unita a acqua putrida, fa diventare la pelle di un verde favoloso. >>
rispose la demone che sembrava quasi eccitata.
Il
vampiro scosse la testa sconsolato, e lui che le dava pure retta. Certe volte
gli ricordava Drusilla, con le sue uscite pazzesche. << Accomodati…è
tutta tua! >> disse con fare disgustato.
Il
disgusto però gli passò subito, quando Buffy, che era rimasta indietro, gli si
gettò fra le braccia. Quello sì che era il paradiso. Gli altri si unirono alla
cacciatrice e poco dopo Spike era avvolto dalle braccia di tutti loro. Non
sarebbe stato male, se non fosse stato per Gunn che continuava a menargli colpi
sulle spalle. Basta che non mi baci, pensò il vampiro.
Angel
abbandonato e dimenticato, continuava a dormire (per così dire) della grossa a
terra.
<<
Lo avevi capito…che intendevo le palle degli occhi, vero? >> disse Gunn
cercando di prendersi un po’ di merito.
<<
Si, come no? Era giusto a quelle che
pensavi. >> fu la sagace risposta
di Spike, unita al suo classico ghigno.
Tutti
si misero a ridere, tranne Illyria, lei le battute non le capiva mai. Le faceva
ma non le capiva. Ora però che il momento di gloria era passato, bisognava
pensare al resto dell’esercito di demoni. Anche se si era sensibilmente
ridotto, non era per questo completamente sconfitto. Sciolto quindi l’abbraccio
comune, decisero di darsi una mossa, c’era ancora da combattere.
<<
Di lui che ne facciamo? >> chiese Illyria indicando il vampiro svenuto.
<<
Io un’ideuzza ce l’avrei. >> rispose Spike con un ghigno perfido.
La
gomitata che Buffy gli diede nello stomaco, non fu esattamente piacevole.
<< Che hai capito? Pensavo solo di nasconderlo nel mucchio di cenere, lì
sarà al sicuro. Magari quando si sveglierà sarà verde….ma almeno non correrebbe
rischi peggiori. >> espose con solito ghigno perfido, si stava
immaginando il suo gran-sire in versione Shrek.
Buffy
sbuffò, in fin dei conti non era un’idea malvagia, diede quindi il suo assenso.
Gunn invece dovette sforzarsi di non ridere, anche lui si immaginava la scena
del risveglio dell’amico, Spike avrebbe dovuto correre a nascondersi.
Accadde
tutto improvvisamente, Illyria e Gunn stavano sollevando Angel da terra, sotto
lo sguardo delle cacciatrici, quando… il vampiro biondo…venne piegato da una
fitta improvvisa. Una scarica di energia prese a scorrere sul suo corpo.
Buffy,
udendo il suo grido strozzato gli corse subito accanto, cercando di sostenerlo.
<< Spike, che ti succede? >> chiese preoccupata.
Un’altra
fitta, più forte della precedente lo attraversò. Il lampo di luce divenne più
violento. << Non…non è…possibile. E’ come…allora. >> articolò a
fatica lui.
Buffy
comprese subito a cosa lui si stesse riferendo, la bocca dell’inferno,
l’amuleto… << No…non è vero…non può essere vero. Tu non indossi l’amuleto…non
può succedere di nuovo. >> nella sua voce c’era un’angoscia tangibile. La
mente che girava a mille ma incapace di fermarsi su una possibile spiegazione.
<<
Non…non è il dannato gingillo. E’ la mia anima…sta…Bloody Hell! >> mentre
stava parlando, un raggio di luce purissima e dorata scaturì dal suo corpo,
proiettando un fascio lucente nel cielo notturno rischiarandolo.
E
lui rimase lì avvolto in quella luce. Incredibilmente si rese conto che non
provava dolore, ma al contrario una sensazione di calore e di pace. Questo però
non voleva dire che non sussistesse pericolo per gli altri.
<<
Scappa…vai via! E’ pericoloso rimanere qui. >> le gridò cercando di
allontanare Buffy da sé.
Ma
lei non volle sentire ragioni. << No. Io non ti lascio…non di nuovo.
>> disse decisa.
Vedendo
che non riusciva a convincerla, Spike pensò bene di rivolgersi all’altra
cacciatrice. << Faith, per la miseria…portala via da qui. >> le
gridò disperato.
La
cacciatrice mora si mosse come per trascinare via la collega, ma Buffy
assumendo una posizione da battaglia si preparò a fronteggiarla. <<
Provaci e giuro su Dio che ti uccido. O tu uccidi me. Solo così riuscirai a
staccarmi da qui. Io resto,dopotutto non rischio che una città mi cada in
testa. >> ringhiò.
Vedendo
che non esisteva nessun’altra possibilità, Faith si vide costretta alla resa.
<< Spiacente Spike. Ma quando B fa così non c’è da scherzare, l’ultima
volta mi sono ritrovata con un pugnale in pancia. Spero comprenderai che non
voglio ripetere l’esperienza. >> con un gesto sconsolato delle spalle, si
voltò e raggiungendo Illyria e Gunn li aiutò a trascinare via il corpo privo di
sensi di Angel. Dovevano fare in fretta.
Spike
cercò ancora una volta di ricondurre alla ragione la donna che amava. <<
Buffy…ti prego…vattene finché sei in tempo….se dovesse succederti qualcosa per
colpa mia io…non potrei sopportarlo. >> le disse cercando di mettere in
quelle parole tutto il sentimento possibile.
<<
No Spike. Non lo farò. Non posso….ma soprattutto non voglio. Qualunque cosa
accada…non permetterò che qualcosa mi allontani da te. >> fu purtroppo la
risposta affannata di Buffy.
Gioia
e terrore avvolsero il cuore del vampiro. Gioia nel sapere di rappresentare
così tanto per lei, terrore di quello che poteva accaderle. Ma ormai non c’era
più tempo, il fascio di luce che il suo corpo proiettava si andava man mano
allargando.
<<
Maledizione Buffy…sei sempre la solita testarda. Willow…se riesci a
sentirmi….fai sloggiare tutti quanti…il più in fretta possibile. >>
gridò, per poi abbracciarla strettamente. Se proprio dovevano morire, voleva
che la morte li cogliesse così, stretti l’uno all’altra. Parole come ti
amo in quel momento erano superflue.
Willow
intanto, si era accorta già dall’inizio che qualcosa stava accadendo al vampiro
biondo e aveva dato l’allarme. Tutte le cacciatrici, dovevano ritirarsi. Quando
le giunsero le parole del vampiro, le incitò a fare in fretta. Il suo cuore era oppresso dalla preoccupazione
per la sua migliore amica.
Comprendeva
la decisione che Buffy aveva preso, se fosse stata lei al suo posto e Tara a in
quello di Spike, avrebbe fatto lo stesso. Benché adesso ci fosse una nuova
persona nella sua vita, Tara sarebbe stata sempre nel suo cuore. A malincuore,
si apprestò lei stessa a raggiungere uno dei portali che intanto aveva aperto.
Il
raggio di luce, nel cielo si faceva sempre più grande. La strega, rimase per un
attimo a guardarlo, ne percepiva il potere incommensurabile. Ma ancora più
bello era l’effetto che sortiva, gridando alle ragazze di affrettarsi, non
poteva fare a meno di distoglierne lo sguardo, era una scena di incomparabile
bellezza, e lei sapeva che al centro c’erano due anime che per lungo tempo si
erano battute, cercate, lasciate e infine ritrovate, due anime gemelle.
Faith, Gunn, Illyria e
Angel (ancora ko) furono gli ultimi ad arrivare, stanchi e affannati dalla
lunga corsa. Faith e Willow, non erano mai andate esattamente d’accordo, ma
quando i loro sguardi si incontrarono, compresero di essere arrivate alla
stessa conclusione: qualunque cosa fosse accaduta loro, Buffy e Spike erano
finalmente insieme, ed insieme avrebbero affrontato quello che sarebbe
successo.
Volsero
un ultimo sguardo oltrepassarono il portale, che poi si chiuse dietro di loro, tenendo fuori i
due amanti.
All’interno
della zona intradimensionale, sembrava essere scoppiata la terza guerra
mondiale.
Cacciatrici
ferite o sane, medici, infermieri, streghe, osservatori, amici, tutti parlavano
a voce alta, chiedendo insistentemente cosa stesse accadendo. E nessuno che
sapesse dare una risposta, chi perché non la conosceva, chi per timore di
rivelare verità difficili da accettare.
Facendosi
strada in quella bolgia, Giles raggiunse Willow e Faith. Era seguito da Xander,
Robin e Andrew. Non ci furono domande, potevano vedere con i loro occhi che
Buffy non era lì, ne compresero anche la ragione, una volta tanto la
cacciatrice aveva lasciato il posto alla donna innamorata. Gli occhi di tutti
erano pieni della stessa tristezza e perché no,
dello stesso orgoglio.
Improvvisamente
il bell’addormentato (si fa per dire) decise che era giunto il momento di
svegliarsi. Sarà stata la confusione, o il modo in cui era stato sballottato,
Angel riprese conoscenza. Poi come se cadesse dalle nuvole chiese: << Che
è successo? La battaglia è finita? Abbiamo vinto? >> (Angel non è molto
lucido quando si sveglia)
Tutti
cercarono di evadere il suo sguardo. Personalmente Giles gli avrebbe tirato
volentieri una padellata in testa, magari tornava a dormire (mai sottovalutare
una padella), ma decise di soprassedere.
<<
Allora che avete tutti…dove sono Buffy e Spike? >> stava iniziando a
riprendersi, ma ancora non c’era del tutto, l’ultima cosa che si ricordava è
che stava combattendo, poi più niente.
Visto
che nessuno si decideva a rispondere, Illyria pensò bene di farlo lei. <<
Sei ammattito di colpo, diventando tutto Grrrr, hai cominciato a correre come
un pazzo verso il drago, lì hai attaccato la morettina, lei e la bionda hanno
cercato di fermarti. Poi siamo arrivati io e Gunn e le abbiamo aiutate. Intanto
il cucciolo cercava di capire come uccidere il drago, alla fine c’è riuscito e
tu sei svenuto. Cavoli ho lasciato lì la cenere, pensate che la ritroverò?
>> come spiegazione non era delle migliori.
Willow
ascoltando la demone, ebbe come una sensazione di deja-vu, quella tipa
assomigliava vagamente ad Anya, e si
chiese con divertimento se anche Xander, lo avesse notato. Poi ricordando cosa
stava accadendo, si rimproverò mentalmente, quello non era il momento per
simili facezie.
Comunque
anche gli altri dovevano essere arrivati alla stessa conclusione, risultato,
per qualche misterioso motivo, Xander si sentì un brivido freddo lungo la
schiena.
L’unico
che non solo non aveva capito un accidente della spiegazione, ma soprattutto
non aveva compreso la comunicazione silenziosa, fatta di sguardi, fu Angel.
<< Ho paura di non avere capito molto….non è che qualcuno potrebbe
spiegarmelo meglio? E la cenere che c’entra? >> chiese decisamente
perplesso.
Bloccando
Illyria che stava per ripartire in quarta, Willow decise che forse era meglio
se era lei a spiegare. Da prima con parole quasi smozzicate, poi sempre più
sicure, narrò gli eventi, così come si erano succeduti. Ogni parola era densa
di dolore, mentre spiegava come Buffy avesse deciso ancora una volta di
sacrificarsi, questa volta non per il bene comune, ma per sé stessa, per amore.
Angel
scosse la testa disperato, non riusciva ad accettare quella verità. Voleva
costringere Willow a riaprire il portale, forse c’era ancora tempo, forse
poteva ancora salvarla. Gli altri furono costretti a trattenerlo, nel suo sfogo
rischiava di fare del male a sé stesso e a chi gli stava vicino. Quando alla
fine si arrese all’ineluttabilità della situazione, era un uomo distrutto.
Faith
gli si avvicinò e con dolcezza gli sollevò il volto, in modo da poterlo
guardare negli occhi, c’erano parole che Willow non aveva pronunciato, parole
che dovevano essere dette. << Tu non hai visto Angel. Il suo sguardo….io
lo conoscevo….ed ho capito. Nessuno sarebbe riuscito a portarla via da lì.
Neppure tu. Ti avrebbe ucciso pur di impedirti di separarla da lui. Lei ha
fatto la sua scelta e tu devi accettarla. E poi, chi ha detto che debba per
forza finire male? Conoscendoli entrambi, sono capaci di rispuntare vivi e
vegeti. Ora non possiamo fare altro che aspettare… >>
Le
sue parole riportarono la speranza nei cuori di tutti. Forse, chissà, non tutto
era perduto. Ed incominciò quindi l’attesa.
Fuori,
nel mondo reale, Buffy e Spike erano ancora strettamente abbracciati l’uno a
l’altro. Questa volta non c’erano fiamme a lambire i loro corpi, l’energia
dorata che li avvolgeva, era come se li isolasse dal resto.
Non
udirono le grida e i ruggiti dei demoni, che cercavano di scappare da
quell’onda che stava per sommergerli. Non videro i loro corpi disintegrarsi al
contatto con l’energia. Un’energia che avanzava velocemente, metro dopo metro,
purificando al suo passaggio ogni strada, casa o palazzo.
La
sede della Wolfram and Hart, tremava. I Senior Partners cercavano di arginare
con i loro poteri, quell’onda mistica. Ma a nulla valsero i loro sforzi, come
un gigantesco maremoto, il palazzo venne sommerso da quel potere. Ogni contatto
fra le due dimensioni venne annullato, cancellato. Gli oscuri signori di quella
dimensione oscura furono costretti a sigillare l’accesso alla loro dimensione,
per impedire di essere a loro volta distrutti. Forse un giorno, sarebbe stato
possibile riaprirlo, ma ci sarebbe voluto del tempo, i danni causati erano
stati troppi. Si maledirono per non avere compreso il potenziale del vampiro
biondo, lo avevano creduto inoffensivo, poiché privo dell’anima, ed avevano
concentrato tutta la loro attenzione su Angel.
Lo
avevano indebolito nelle sue convinzioni, giorno dopo giorno, con l’intento di
trascinarlo dalla parte dell’oscurità. C’erano quasi riusciti, lui aveva
risposto al richiamo della bestia sacra, bevendone il sangue sarebbe diventato
un demone supremo, in grado di distruggere il mondo, asservendolo al male.
Ma
la cacciatrice era intervenuta, mandando a monte tutti i loro piani. Aveva
restituito l’anima a Spike, decretando così la loro sconfitta. Forte della sua
anima, il vampiro aveva preso una decisione diversa, aveva scelto di salvare il
mondo, invece di distruggerlo.
Capitolo 8:
La
città di Los Angeles, era ormai completamente purificata dal male che prima
l’aveva sommersa. Poco a poco, l’energia iniziò a ritirarsi, i soli segni di
distruzione, rimanevano quelli prodotti dalla battaglia. Lì al centro, dove era
stato ucciso il drago, a terra distesi, rimasero i corpi dei due amanti, ancora
strettamente abbracciati.
Sembrava
che dormissero, persi nel loro sogno d’amore.
Buffy
fu la prima a svegliarsi. Ancora incredula da quanto era accaduto, si beò di
guardare il volto dell’amato. Sembrava un angelo caduto dal cielo, così sereno
e in pace. Chi mai avrebbe pensato che in lui vi fosse un demone.
Timidamente
gli sfiorò le sopracciglia, poi le labbra, cercando di svegliarlo con dolcezza.
Sussurrava il suo nome, misto a dolci parole.
Ma
lui rimaneva lì, fermo, inerte.
La
paura iniziò a serpeggiarle nel petto. Prese a gridare il suo nome, a
scuoterlo, piangendo disperata. Dentro di sé continuava a ripetersi che non poteva
essere morto, lui è un vampiro e i vampiri quando muoiono diventano cenere.
Spike invece era lì, immobile, ma ancora pienamente corporeo.
Poi
lo sentì, la mano che lei gli teneva sul petto, si ritirò in fretta come se si
fosse scottata. Incerta, la riadagiò piano, no, non si era sbagliata, lo
sentiva ancora, debole e lento, il battito.
Nuove
lacrime le scivolarono sulle guance, cadendo su di lui. Ancora incredula posò
la testa sul suo petto, voleva ascoltare quel suono che le diceva che lui era
vivo, non non-morto, ma veramente vivo e che non lo avrebbe perso.
Quello
non fu il solo suono che udì, ma anche se flebile si sentiva anche il suo
respiro. Di nuovo le mani corsero al suo volto, lo carezzava e baciava felice
di sentire la nuova vita che stava nascendo in lui. Sotto le sue mani e le sue
labbra un corpo gelido che poco a poco si riscaldava.
Infine
lo prese fra le braccia e prese a cullarlo come se fosse un bambino. Spike il
suo amore, la sua vita.
Quando
la Scooby gang, con Angel, Illyria e Gunn al seguito, uscirono dallo spazio
intradimensionale, l’alba era ormai vicina. Willow aveva percepito che il
pericolo era passato e quindi accondisceso a riaprire il portale. Appena fuori
si resero conto che di qualunque natura fosse stata l’energia che Spike aveva
liberato, aveva lasciato nell’aria una sensazione di pace e serenità.
Poi
li videro, Buffy seduta a terra che stringeva fra le braccia Spike. Angel si
lanciò verso di lei, non riusciva più a percepire nessuno dei due, ma non
c’erano dubbi, lei era viva. Gli altri lo seguirono.
Sentendolo
arrivare Buffy si voltò lentamente, gli occhi che splendevano al buio pieni di
gioia. Una gioia che non era per lui, ma per l’uomo che lei stringeva fra le
braccia. Lei posandosi un dito sulle labbra gli fece cenno di fare silenzio.
<< Shhhh, Sta dormendo. >> sussurrò.
Per
qualche istante tutti rimasero in silenzio, pensando che lei fosse impazzita,
soprattutto Angel. Il suo childe era lì, ma non riusciva a sentirne la
presenza.
Xander,
borbottò sottovoce all’orecchio di Willow. << Scusa, ma se è morto….non
dovrebbe essere cenere? >>
Willow
a quelle parole, si riscosse, Xander aveva colto nel segno. Si inginocchiò in
fretta accanto ai due e posò con decisione la mano sul petto di Spike. Le due
amiche si guardarono negli occhi, incredulità in quelli della strega e certezza
in quelli della cacciatrice.
<<
Lo senti….è vivo! >> disse Buffy con un sorriso ampio e luminoso.
Willow
annuì commossa e felice per l’amica, Buffy aveva ragione.
<<
E’ vero. La profezia si è avverata….Spike è di nuovo umano. Ora però sarà
meglio portarlo in infermeria, così potranno controllare il suo stato e
medicargli le ferite. >> si costrinse però a dire Willow con un groppo
alla gola. Mentalmente inviò l’ordine di mandare una barella.
Udendo
le sue parole, gli altri esplosero in grida di giubilo, l’eccitazione salì alle
stelle. In mezzo a quella baraonda solo due persone rimasero immobili.
L’ex-vampiro
biondo che non accennò a risvegliarsi e il suo ex gran sire, Angel però aveva ben altre
ragioni.
Fissava
quasi con odio l’uomo disteso, lui lo aveva privato di tutto quello che sarebbe
dovuto essere suo.
Tutti
gli incubi che il parassita gli aveva indotto, si stavano avverando. Spike si
era rivelato un campione migliore, era stato lui a fermare l’apocalisse e a
diventare un bambino vero. Ultima, ma non per questo meno importante, gli aveva
portato via la donna che amava. Ora i due si appartenevano l’un l’altro, ecco
perché ogni legame si era spezzato.
L’arrivo
di alcune cacciatrici con la barella, lo distolse dai suoi lugubri pensieri,
guardò i suoi vecchi amici unirsi per sollevare Spike, per poi deporlo
delicatamente sulla lettiga. Prese così una decisione, ovunque lo avessero
portato lui intendeva seguirlo, avrebbe atteso con gli altri il suo risveglio,
c’erano cose di cui desiderava parlargli, verità che voleva sentirsi dire.
**********
Roma:
Erano
passate ormai quasi diciotto ore da quando la battaglia era finita. I medici
avevano visitato Spike e medicato le sue ferite, le sue condizioni erano state
dichiarate stabili, a quel punto Buffy era stata chiara, voleva portare Spike a
casa sua, avrebbe potuto prendersene maggiore cura. Nessuno si provò a
contraddirla, si limitarono a seguirla.
L’abbraccio
che Dawn diede alla sorella, fece capire a tutti come la piccola del gruppo
fosse stata in ansia. Fu lei ad aiutare Buffy a mettere a letto Spike, intanto
il bell’addormentato non dava segni di volersi svegliare.
L’appartamento
di Buffy era diventato una specie di accampamento, non solo gli amici più cari
avevano seguito la cacciatrice, ma c’erano anche tutte le ex-potenziali, ora
cacciatrici a loro volta, che avevano conosciuto Spike e gli dovevano la vita.
Mentre
il tempo passava lento, Buffy iniziava a preoccuparsi. << Willow, perché
non si sveglia? Ormai sono passate molte ore.
>>
<<
Non so che dirti Buffy, forse il processo è simile a quello che compie un umano
per diventare vampiro, solo inverso. C’è bisogno di tempo perché avvenga.
Sinceramente non saprei… >> le rispose cautamente l’amica,
picchiettandola confortante su una spalla.
<<
E se lui non dovesse svegliarsi…se morisse… >> Buffy era decisamente entrata nel panico.
<<
Buffy piantala! Spike sta bene, guarda…le sue ferite si sono già quasi tutte
rimarginate…questo è un buon segno….no? >> Dawn cercava di risollevare il
morale alla sorella, ma a quanto pare non ci riusciva tanto bene. Infatti lei
continuava a camminare avanti e indietro senza sosta.
<< No, non lo so…non so più niente…questa attesa
sta diventando snervante. Se solo ne sapessimo di più… >> lo sguardo che
rivolse alla strega era palese richiesta di aiuto.
<<
E va bene. Vorrà dire che farò un viaggetto in una “certa dimensione”, forse loro
sapranno spiegare cosa sta accadendo. >> disse Willow che aveva colto il
significato dello sguardo.
<<
Grazie Willow. Ti ho mai detto che sei la mia migliore amica? >> le
parole di Buffy furono accompagnate con un sorriso a trentadue denti.
<<
Ruffiana! Guarda che non lo faccio per te. Ma per Spike. >> rispose la
strega sorridendo sorniona.
Willow
si mise in posizione, poi con un PUFF sparì.
Dimensione
paradisiaca numero XYZ§:
Quello sì che era un vero
paradiso, sabbia soffice, mare trasparente, palme altissime, un dolce
venticello (non so voi ma io me lo immagino così il paradiso). Seduti su dei
lettini, i due oracoli, passati a miglior vita ( vedere ATS 1x22 To Shanshu in
L.A.), si davano alla tintarella, bevendo liquori simili ad ambrosia.
Quando
la strega ora dea, apparve davanti a loro, fecero una faccia decisamente
scocciata ( voi non lo sareste? )
<<
Cosa ti porta ancora qui? Ormai le cose nella vostra dimensione si dovrebbero
essere aggiustate. >> fu il saluto non proprio amichevole della femmina.
<<
Sì, l’apocalisse è stata scongiurata e Spike è diventato umano, ma non da segno
di svegliarsi, vi prego potete dirmi cosa sta accadendo? >> chiese con
tono umile, quei due erano di un altezzoso, per poter avere informazioni era
bene utilizzare l’atteggiamento giusto.
<<
Vorrei sapere perché gli umani sono così impazienti…poche ore ancora e il tuo
viaggio non sarebbe stato necessario. >> rispose lui che fu un po’ più gentile della sorella.
<<
Quindi è solo questione di tempo, vi prego di scusarmi per il disturbo che vi
arreco, ma avrei un’altra domanda da porvi, il suo lungo sonno è forse dovuto
alla trasformazione che il suo corpo sta subendo? >> la sua era curiosità
scientifica, inoltre se non lo avesse chiesto avrebbe dovuto fare i conti con
Giles.
I
due oracoli si guardarono a vicenda, chiedendosi silenziosamente se era il caso
di rivelare tale informazione. Evidentemente dovettero ricevere un messaggio
affermativo, perché dopo alcuni secondi risposero.
<<
No, ciò non ha niente a che fare con il suo ritorno all’umanità. >> fu la
sibillina risposta di lei.
<<
Se non si sveglia è perché il suo spirito è stato richiamato altrove. >>
spiegò un pochino di più lui.
Willow
era sconcertata, le loro parole erano state più enigmatiche del solito. Stava
per porre le nuove domande che le frullavano in testa, quando i due ripresero a
parlare.
<<
Le forze che sono, lo hanno ritenuto degno di un incontro. Se saprai attendere,
sarà il campione a rispondere alle tue domande. >> aggiunse un po’
stizzita la donna.
<<
Non chiedere nulla di più, perché nulla di più ti verrà detto. >> ed
anche l’uomo rese chiaro che non avrebbero apprezzato ulteriori questioni.
Era
un commiato definitivo. Willow si rese conto che era meglio se tornava a casa,
Buffy almeno sarebbe stata tranquilla.
Roma:
Con
un altro PUFF, Willow riappare nella
camera da letto dell’amica.
<<
Hai fatto in fretta. Cosa ti hanno detto…Bloody Hell…Willow dimmi cosa ti hanno
detto. >> chiese subito la cacciatrice preoccupata.
Willow
storse il naso a quella esclamazione, cercava di abituarsi al nuovo modo di
esprimersi dell’amica, ma ancora non c’era riuscita del tutto. Si chiese
inoltre se era il caso di dirle tutto, forse era meglio di no. <<
Tranquilla, va tutto bene. Hanno detto che si sveglierà fra poche ore.
Piuttosto…perché non ne approfitti per dormire un po’? Sono giorni che quasi
non chiudi occhio….sei distrutta. >> disse cercando di sviare il discorso.
Per
sua fortuna anche Dawn, le diede man forte. << Willow ha ragione. Ora è
tutto a posto…non devi più preoccuparti, quindi approfittane per riposarti. Non
vorrai che quando Spike si sveglia ti veda con quelle brutte occhiaie? >> argomentò. Puntare sulla sua vanità era la
mossa giusta.
<<
Mi sa che avete ragione…sono a pezzi. Tutta l’agitazione prima della
battaglia….ed ora questa attesa…mi hanno sfinita. >> sospirò Buffy
abbassando le spalle e cedendo alla stanchezza.
Così
mentre Dawn e Willow uscivano dalla stanza, Buffy si distese sul letto a fianco
di Spike, poi dopo avere appoggiato la testa sulla sua spalla, si lasciò cadere
nel sonno a sua volta. Finalmente dopo quasi un anno, poteva dormire ancora con
lui. Le era mancato così tanto, non era più riuscita a dormire serenamente da
allora, lui la faceva sentire amata, protetta, al sicuro, completa.
Capitolo 9:
Dimensione
numero 0000.0 : (diverse ore prima)
A Los Angeles, Spike sentì
le forze che venirgli a mancargli e cadde svenuto tenendo fra le braccia la
donna che amava.
Poco
dopo però si risvegliò in un ambiente completamente diverso, tutto è bianco e
accecante attorno a lui. Alzandosi di scatto, si guardò intorno stupito “ Che sia
il paradiso?” si chiese mentalmente.
Una
voce dall’alto tuonò, rispondendo ai suoi pensieri. << No, questo non è
il paradiso, ti trovi alla presenza delle forze dell’essere. >>
La
voce era profonda, completamente diversa da qualunque possibile voce umana.
Spike però non se ne curò, piuttosto
guardando attorno a sé notò con preoccupazione di essere solo.
<<
Dov’è Buffy! Sta bene? Vi prego ditemi se sta bene, se è viva! >> gridò,
angoscia era presente nella sua voce.
La
voce si fece sentire di nuovo. << La cacciatrice è salva. In questo
preciso momento si sta svegliando nella tua dimensione. >>
Parole
concise, che però ebbero il potere di tranquillizzare Spike. La felicità che
provò in quel momento fu altissima, lei stava bene, non avrebbe sopportato il
peso della responsabilità se le fosse accaduto qualcosa a causa sua. Ma passato
il momento di sollievo iniziò a chiedersi perché mai si trova lì.
<<
Sono io ad essere morto? >> chiese fremente.
<<
No, al contrario, adesso il tuo corpo sta veramente tornando alla vita.
>> rispose ancora la misteriosa voce che non si capiva bene da dove
provenisse.
In
quel momento Spike comprese, la profezia si stava avverando, lui stava tornando
ad essere umano. Una gioia incontenibile lo avvolse. << E’ per questo che
mi trovo qui? Per poter tornare umano? >>
chiese però con una leggera ansia nella voce.
<<
No, la tua presenza qui non era necessaria per questo, la ragione è un’altra
vampiro. >> Parole sibilline in contraddizione fra di loro, perché se
stava tornando umano veniva chiamato vampiro? Che senso aveva tutto ciò?
<<
Non ci capisco niente. Voglio sapere perché sono qui. >> il suo tono fu
leggermente arrogante, ma nascondeva la paura.
Per
sua fortuna i poteri presenti in quel luogo compresero che non era sua
intenzione di mancare loro di rispetto, e compresero anche la sua evidente
angoscia. << Sei stato richiamato qui, perché avevamo bisogno di
esaminare il demone dentro di te, vampiro. Un demone assai curioso e strano.
>>
Spike
era sbigottito, “Cosa mai ha di strano il mio demone? A me sembra perfettamente
normale.” pensò.
Ancora
una volta in risposta ai suoi pensieri la voce si fece sentire. << Invece
non lo è. Se collaborerai avrai modo di rendertene conto tu stesso. >>
Spike
era sempre più confuso, ma comprendeva che forse la cosa migliore da fare era
assecondare il volere di quell’entità suprema. << Va bene, ditemi solo
quello che devo fare e lo farò. >>
In
risposta al suo assenso questa volta non vi furono parole, al contrario l’aria
prese a turbinare, uno spesso drappo di nebbia si sollevò come a formare un
muro dinanzi a lui. Poi, su quel muro iniziarono a prendere vita immagini.
Dapprima
tutto era sfocato, ma lentamente diventò sempre più nitido e Spike si rivide
ancora una volta nella sua vecchia casa, la sera che aveva vampirizzato sua
madre. Rabbia, disgusto e dolore lo cinsero, perché gli mostravano proprio
quella scena?
<<
Dicci vampiro, perché lo facesti? Cosa ti spinse a trasformare quella donna in
un demone? >> chiese la voce, con un tono quasi imperativo.
Lottando
per tenere a bada il desiderio di vomitare anche l’anima, mentre sentiva sé
stesso dire “ Farà male solo un attimo.”, si costrinse a rispondere. <<
Non era questo che volevo…non desideravo che lei diventasse un demone…volevo
solo…farla stare meglio…volevo che vivesse… >> lacrime amare gli
solcavano il volto.
<<
E’ questo che noi non capiamo, perché desideravi il suo bene? >> chiese
ancora implacabile la voce.
Mentre
guardava la vita che poco a poco abbandonava il corpo di sua madre, Spike
rispose con rabbia. << Maledizione, come fate a non capire….era mia
madre…l’amavo! Lo so ho commesso un errore terribile… >>
<<
No vampiro, lei non era tua madre, era la madre di William…e lui era morto. Tu
eri solo l’essere che aveva usurpato il suo corpo. Ne possedevi i ricordi ed un
eco delle emozioni…ma non eri lui. Eppure agivi come se lo fossi stato >>
tuonò la voce stavolta con un tono perplesso.
L’immagine
cambiò, ora era si vedeva la sequenza in cui sua madre gli inveiva contro.
<<
No, vi prego, non…fatemelo rivivere di nuovo…risponderò alle vostre domande…ma
non fatemelo vedere di nuovo. >> singhiozzando Spike si accasciò in
ginocchio a terra, le mani strette sulla testa, per non risentire di nuovo
quelle parole.
Il
suo evidente dolore sembrò commuovere l’entità che annullò la visione. Tutto
tornò esattamente come era prima.
Poco
a poco, i singhiozzi cessarono, Spike era però ancora sconvolto. Benché avesse
rivissuto quelle scene un anno prima, gli erano ancora intollerabili. Non era
tanto il risentire la voce di sua madre dire quelle oscenità, ora comprendeva
che non era stata lei a parlare, quello che lo faceva stare male era il rimorso
per avere compiuto un’azione indegna.
<<
Io non so perché ho agito in quel modo…voi dite che non sono William….eppure io
mi sentivo tale. Mi sento ancora tale. Odiavo l’uomo fragile e fallito che ero
stato e mi glorificavo della nuova forza che avevo ottenuto…ma i sentimenti che
provavo erano gli stessi di prima. Rabbia e frustrazione nei confronti di chi
mi aveva ferito, ma anche affetto e desiderio di dare conforto a mia madre.
Chissà…forse una piccola parte della mia anima era rimasta….ma questo era ciò
che sentivo…ciò che sento. >> riuscì finalmente a dire. Il suo era stato
una specie di sfogo, ed era esausto quando terminò di parlare.
<<
Teoria interessante la tua, peccato che non possa essere valida. La verità è
un’altra, per qualche motivo tu sei un demone in grado di provare non solo dei
veri sentimenti, ma anche di poterli custodire, hai preso e fatto tuoi quelli
di William e ti sei comportato di conseguenza. Adesso capisci il nostro
interessamento? Non era mai esistito un demone come te. >> disse ancora
la voce con un tono più gentile.
Spike
era perplesso, in quel discorso c’era qualcosa che non gli tornava.<< Ma
Drusilla mi ha sempre detto che anche i vampiri possono amare, magari in modo
sbagliato, ma ne sono in grado. >> obbiettò.
<<
Essa non mentiva, non è un caso frequente ma accade. Però i sentimenti che di
solito riescono a provare, sono soprattutto di natura egocentrica. Il vampiro è
per sua stessa natura un predatore, e come dice la parola stessa egli prende ma
non dà, o dà solo se certo di avere qualcosa in cambio. Tu invece sei capace di
provare sentimenti disinteressati. Provi gioia nell’aiutare gli altri e dolore
quando non ci riesci. Lo hai dimostrato tante volte negli ultimi anni, pensa
solo al sacrificio che hai compiuto per amore. >> cercò ancora di
spiegare la voce.
A
Spike ancora le cose non tornavano, non capiva. << Ma allora avevo
l’anima, se ho agito così è stato solo per quello. >> esclamò sbuffando.
<<
Pensi veramente di dovere tutto ad essa? Non era forse quello anche che tu
volevi fare? Oppure pensa alle ragioni per cui hai riconquistato l’anima, era
solo per poter avere l’amore della cacciatrice o perché volevi darle quello che
si meritava? O al perché dopo aver persa di nuovo l’anima, hai provato tanto
dolore? Ciò non è normale in un demone quale tu sei. >> insistette la
voce.
Ora
Spike iniziava a comprendere, c’era veramente qualcosa di strano in lui.
Quando, si chiese, aveva smesso di agire come un demone e iniziato a
comportarsi da essere umano? << E
voi non sapete da cosa possa essere dipeso? Perché sono così diverso? >>
chiese perplesso.
<<
Crediamo che la causa sia dovuta a chi ti ha generato. >> fu la secca e
semplice risposta.
<<
Drusilla? Beh in effetti come vampiro non era tanto normale neanche lei. Anzi
era decisamente sciroccata. >> pazzesco era diverso perché la sua sire
era completamente pazza, pensò Spike.
<<
No, la causa non è da ricercarsi nella sua follia. Presumiamo che la ragione
sia dovuta piuttosto alle sue capacità di veggente, capacità che sono rimaste
immutate nonostante la sua vampirizzazione. Quando ti ha generato ti ha più o
meno coscientemente trasmesso ciò che era alla base dei suoi poteri, è questo
che ti ha reso diverso. >> fu invece rivelato.
“Wow
che storia! Quindi se ora io sono così lo devo principalmente a Dru.” pensò
Spike.
Come
al solito i suoi pensieri vennero interpretati come parole ed ottennero la loro
brava risposta. << Ne sei certo vampiro? Pensi che sia merito della tua
sire se hai intrapreso un cammino che mai nessun demone aveva iniziato prima di
te? Tu hai compiuto delle scelte, abbandonare l’oscurità che ti aveva generato
e seguire un sentiero che ti portava alla luce. Conta ben poco che tu avessi le
capacità per farlo, ciò che conta è che tu abbia voluto farlo. E’ questo che
noi vogliamo capire…il perché dietro questa cosa. >>
Era
veramente così? Spike se lo chiese. Poi gli ritornarono alla mente le parole
che Buffy gli aveva detto quando aveva dichiarato i suoi sentimenti per lui, e
le parole che lui stesso aveva detto ad Illyria. Era tutto vero. Lui aveva
scelto di stravolgere la sua natura di demone, attirato dalla luce che lei
emanava.
Aveva
desiderato intensamente poter essere migliore, prima per lei, poi per sé
stesso.
La
sensazione che qualcuno potesse avere fiducia in lui, era stata troppo bella.
La prima che gliel’avesse fatta provare era stata Joyce, ecco perché non aveva
mai desiderato morderla, neppure quando non aveva il chip. Poi era arrivata la
piccola Dawn, la sua briciola, ed infine aveva desiderato che anche Buffy
potesse fidarsi di lui.
L’amava
e desiderava che lei potesse fare affidamento sulla sua presenza. In seguito
era stata la fiducia di altri che aveva ricercato, Giles, Willow, Tara,
Xander…e tanti altri. Aveva sofferto quando gli era stata negata, così come
aveva gioito quando l’aveva ottenuta. Ed era andato avanti, per quella strada
che si era costruito a fatica, con pene e sofferenze.
Ma
ora che ne sarebbe stato di lui, del demone? A cosa sarebbero valsi tutti i suoi
sforzi se fosse stato cancellato nel ritorno all’umanità? Certo c’erano da
considerare i cento e più anni, passati a perpetrare il male, potevano avere
valore le poche cose buone che era riuscito a fare? Esisteva la possibilità di
redenzione anche per un demone? Questi e mille altri pensieri correvano per la
sua mente.
<<
Le domande che tu ti stai ponendo vampiro, sono le stesse che anche noi ci
siamo posti. Potevamo permettere che un demone quale tu sei, potesse essere
redento e innalzarsi verso quella luce che aveva ricercato, trasformandosi così
in un essere mai esistito prima? Un essere pieno di luce, capace di distruggere
l’oscurità che lo aveva generato? O dovevamo andare avanti con l’applicazione
della profezia e distruggerti? Infine abbiamo deciso, ti sottoporremo a tre
prove, se le supererai verrai ritenuto degno di elevarti e potrai fare ritorno
alla tua dimensione, unito all’anima nel corpo che ti ha ospitato. >> fu
dopo alcuni secondi il responso dato dalla voce.
Spike
tirò un sospiro di sollievo, “dunque una speranza esisteva.” << E se
invece le fallisco che succede? >> chiese però con una punta di
preoccupazione.
<<
Se fallirai, il demone verrà rigettato nell’inferno da cui proviene e solo
l’anima potrà fare ritorno al corpo. Non esistono altre scelte possibili, ma
attenzione: non saremo noi a decidere l’esito delle prove, ma le tue stesse
vittime! Riteniamo giusto che questo spetti a loro, poiché è il loro perdono
che devi ottenere per poterti redimere. >> fu la secca risposta.
Anche
se tremava al solo pensiero di sottoporsi a quel giudizio, Spike comprese che
era giusto così. Solo affrontando il male che aveva commesso, poteva sperare di
porvi rimedio. << Sono pronto! Quando si comincia? >> parole
baldanzose le sue che però nascondevano una profonda inquietudine.
Non
vi fu risposta alla sua domanda, ma l’aria riprese di nuovo a turbinare. Questa
volta però la nebbia che si sollevò iniziò ad avvolgerlo. Spike si sentì come
se una qualche forza lo cingesse per trasportarlo in un altro luogo. E infatti
fu così che qualche secondo più tardi,
quando la nebbia iniziò a diradarsi, lui si accorse di essere in un
posto diverso.
Era
un luogo triste e squallido quello in cui si ritrovò. Grigie nebbie sembravano
soffocare ogni cosa. Un senso di angoscia nacque nel cuore di Spike vedendo
figure indistinte che si spostavano fra le nebbie. Dove era finito e in cosa
consisteva la sua prova?
<<
Questo è il limbo. Un luogo in cui finiscono le anime che non sono riuscite a
trovare la pace che era stata loro promessa. Ve ne è qui una, che tu dovrai
aiutare, se riuscirai a far si che essa trovi in sé stessa la forza per uscire
da questa dimensione, avrai superato la prova. >> fu la risposta.
Spike
si chiese chi mai potesse essere la persona che doveva aiutare, come fare a
riconoscerla fra mezzo a quelle anime perse? Un leggero vento spirò davanti a
lui, come a tracciargli il cammino. Cercando di farsi forza e resistendo a
quella strana atmosfera che lo indeboliva, si incamminò nella direzione
indicata.
Quando
la vide non riuscì a credere ai suoi occhi, seduta a terra, con la schiena
appoggiata ad un tronco d’albero rinsecchito, c’era Nikki, la cacciatrice che
un tempo aveva ucciso.
Le
si avvicinò lentamente, temeva in una sua reazione violenta, dopotutto lei si
trovava lì a causa sua. Ciò che non si aspettava invece fu l’apatia con la
quale venne accolto.
<<
Ciao Nikki. >> la salutò imbarazzato.
<<
Spike…sei morto anche tu vedo. >> rispose lei con uno sguardo spento.
<<
Non esattamente….beh a dire il vero sono morto una volta o due….ma ora a quanto
pare sono un po’ più vivo del solito. >> non potè resistere a scherzare
Spike, anche nella speranza di riscuoterla.
<<
Oh… >> fu invece l’annoiata risposta.
Spike
non sapeva cosa aspettarsi quando le aveva parlato, ma di certo non una simile
mancanza di reazioni. Gli venne voglia di prenderla per le braccia e scuoterla,
fino a quando non ne avesse ottenuto una, ma comprese che sarebbe servito a ben
poco. Decise quindi di sedersi accanto a lei ed iniziò a parlarle, a
raccontarle cosa era stato di lui dopo la di lei morte.
Non
avrebbe saputo dire cosa lo spinse a fare così, con ogni parola che
pronunciava, cercava di trasmetterle le emozioni che aveva provato.
Lei
ascoltava a malapena quello che lui diceva, le parole sembravano scivolarle
addosso senza lasciare traccia. Quando ci fu una reazione, per poco lui non se
ne accorse.
Udendo
il nome di suo figlio Robin, il suo sguardo si fece più acceso, iniziò a
seguire quel monologo con sempre maggiore interesse. Sospirò di sollievo, nello
scoprire che era scampato alla battaglia con il primo male, in seguito la sua
attenzione non venne mai meno. Solo quando Spike finì il suo racconto, accennò
a parlare.
<<
Così è per questo che ti trovi qui. Se speri che ti aiuti a superare la tua
prova ti sbagli. Ho smesso di combattere da tanto tempo….sai avevi ragione
tu…ero così stanca…e desideravo la morte….sono ancora tanto stanca. >>
mano a mano che parlava, la sua voce si faceva di nuovo atona, stava per
ricadere nel torpore che fino a quel momento l’aveva avvolta.
<<
Bloody Hell! Possibile che in te non sia rimasto nulla della cacciatrice che
eri? Non hai idea della rabbia che provo nel vederti così. Non dovresti essere
qui….hai combattuto a lungo e meritavi una ricompensa migliore di questa.
>> gridò lui disperato nel vederla rinchiudersi nel suo guscio.
<<
Ascoltami. C’è una vita eterna là fuori che ti aspetta…una vita nella quale
potresti provare e vedere cose meravigliose…magari cosa ne sarà di tuo
figlio….lo hai abbandonato una volta…non continuare a farlo. Lui ti ama.
Potresti apparirgli nei sogni come fa Joyce con Buffy (lei gli aveva raccontato
di questi sogni, la sera prima della battaglia con il primo). Guidarlo nella sua
vita….vedere nascere i tuoi nipotini…per poi riunirti a lui quando verrà la sua
ora. Ma se resti qui…non accadrà niente di tutto questo….ti dissolverai poco a
poco, diventando nebbia. E’ veramente questo che vuoi? >> concluse
fremente di rabbia.
Quel
suo sfogo però riuscì ad ottenere una reazione, lei cominciò a piangere
dapprima silenziosamente, poi con singhiozzi sempre più disperati. A Spike
faceva male vederla così, sentiva e si assumeva tutta la responsabilità del suo
stato.
Agì
d’istinto, l’abbracciò stretta fra le braccia, cercando di infonderle conforto.
Lei all’inizio cercò di ritrarsi, per poi lasciansi andare. Lentamente i suoi
singulti si attenuarono fino a cessare, calmandosi.
<<
Sai…comincio a capire perché la tua Buffy si sia innamorata di te…sei veramente
una persona speciale… >> sussurrò poi dolcemente.
<<
Spiacente baby, se la tua è una proposta caschi male, sono già impegnato.
>> esclamò guardingo. L’ultima cosa che voleva era fare qualcosa per
scatenare la gelosia di Buffy. Una cacciatrice gelosa era una cosa da temere
quanto l’inferno.
<<
Scemo! Non mi riferivo a quello. Ma alla forza che hai dentro di te…hai così
tanto calore da dare…e me ne hai dato così tanto che ho sentito la forza
rinascere in me. Hai ragione…non voglio più rimanere qui. >> ridacchiò la
cacciatrice.
Mentre
Nikki pronunciava l’ultime parole, un raggio di luce apparve a rischiarare quel
mondo di ombre. Era la nuova strada che le si apriva davanti. I due si
scambiarono uno sguardo, speranza e gratitudine in quello di lei, gioia e
imbarazzo in quello di lui. Sciolto l’abbraccio, la cacciatrice prese a
camminare verso la luce, quando ne fu dentro si voltò a guardare il vampiro che
una volta l’aveva uccisa ed ora la riportava alla vita, una vita non terrena ma
eterna.
<<
Mi sbaglierò, ma credo proprio che tu abbia superato la tua prima prova….e per
quanto possa valere, hai il mio perdono. Ma stai attento a te…se non righerai
diritto verrò a popolare i tuoi di sogni e ti assicuro che saranno incubi.
>> disse scherzosa minacciandolo con un dito.
<<
Che tu ci creda o meno, il tuo perdono è il regalo più bello che potessi farmi.
E ti autorizzo a venire a imperversare nei miei sogni…basta che non siano a
luci rosse. >> rispose lui con uno sguardo birichino.
Lei
rise della sua battuta, poi con uno sfavillio scomparve dalla sua vista.
Ora
era di nuovo solo, ma non lo rimase a lungo. La solita voce si fece sentire.
<< Come la cacciatrice ha detto hai superato la tua prima prova, ora ti
attende la seconda. >>
Di
nuovo venne avvolto dalla nebbia, per poi essere trasportato altrove.
Capitolo 10:
Dimensione
sconosciuta (alcune ore prima):
Luci
di tenui colori pastello, caratterizzavano quello spazio. Un profumo dolce e
leggero permeava l’aria. Ovunque si avvertiva un senso di pace e serenità. “
Questo deve essere il paradiso.” pensò Spike.
Assomigliava
al luogo che Buffy gli aveva descritto, infatti vide tante piccole forme di
luce che danzavano nell’aria. “Devono essere anime.”. Lui però sembrava essere
rimasto nella sua forma corporea, intravide anche altre forme simili alla sua,
esse però apparivano diafane e luminose.
Era
perplesso, cosa ci doveva fare lui in un posto simile, la voce rispose ancora
alle sue domande. << Questo non è una delle dimensioni paradisiache, ma
la sua anticamera. Qui giungono le anime degne, che sono morte in circostanze
violente. Esse non hanno forma perché hanno bisogno di tempo per ritrovare la
pace e la serenità, per poi proseguire nella dimensione paradisiaca a loro più
congeniale. Gli esseri che vedi, sono anime elevate, il loro compito è
prendersi cura di chi arriva. La tua seconda prova sta per iniziare, non
possiamo dirti in cosa consiste, poiché il risultato dovrà scaturire dal
profondo del tuo cuore in modo spontaneo. >>
Non
sapendo che fare Spike, prese a girellare per la zona, di tanto in tanto
sfiorava quelle forme di luce, cercando di capire lo scopo della sua presenza
lì.
Quando
le toccava provava una strana sensazione, simile alla pena, infatti apprendeva
chi esse fossero state e come fossero morte e in cuor suo avrebbe voluto
aiutarle a superare il trauma, ma non sapeva che fare. Guardandosi attorno ne
vedeva alcune che dopo poco scomparivano, mentre altre prendevano il loro
posto.
Ad
un certo punto ne vide arrivare una leggermente più brillante delle altre, gli
parve familiare. Stava per incamminarsi verso di essa quando tutto intorno a
lui prese a tremare, sembrava che ci fosse un terremoto. In un attimo quel
luogo di pace e serenità si stava trasformando in un luogo di sofferenza. Le
anime avevano preso ad agitarsi impaurite e gli esseri luminescenti non
riuscivano a calmarle.
Correndo
verso di loro provò a parlargli. << Che sta succedendo? Posso essere
d’aiuto? >> forse era questa la prova che doveva superare.
Non
fu tanto una voce a rispondergli quanto un pensiero. Quegli esseri comunicavano
telepaticamente. << Non c’è niente che tu possa fare, ciò che accade non
è dovuto a questa dimensione, stiamo subendo un attacco. >> gli venne
risposto.
“Chi
mai può attaccare un luogo simile, forse le forze del male?” si chiese Spike.
Poi vide di nuovo l’anima che era appena arrivata, anche lei si agitava, ma
diversamente dalle altre. Era se cercasse di scappare da quel luogo ed evitava
di proposito gli esseri che lo governavano. Ancora una volta ebbe la strana
sensazione di conoscerla.
Intanto
un luminoso, stava rispondendo alla domanda che lui si era posto in
precedenza.<< Una giovane strega è morta, la sua compagna sta tentando di
forzare le leggi cosmiche per riportarla indietro. Sciocca imprudente, non si
rende conto del male che sta facendo, a causa sua anche l’anima di colei che brama sta soffrendo. >>
Udendo
quei pensieri, Spike comprese. << Tara! O mio Dio…quella è Tara! Ed è
Willow che sta combinando tutto questo casino. >> esclamò, rendendosi
conto che in qualche modo era stato trasportato anche in un altro tempo oltre
che in un altro posto.
“E
adesso che faccio?” si chiese preoccupato. Non poteva fare niente per fermare
Willow. Il sé stesso del passato in quel momento si trovava in Africa, ad
affrontare le prove del demone, ignaro di quanto stava accadendo. Inoltre lo
colse la dolorosa immagine di Buffy ferita. Quando lo aveva saputo si era
infuriato, avrebbe voluto essere lì per proteggerla, anzi per proteggere
entrambe dalla follia omicida di Warren.
Per
fortuna dopo poco, il tremito smise, la strega aveva desistito dal suo
proposito. Spike però sapeva che non era finita, ora la pazzia di Willow si
sarebbe scatenata contro il colpevole del delitto ed infine verso i suoi stessi
amici.
Le
altre anime stavano lentamente tornando tranquille, ma l’anima di Tara no.
Sembrava intuire cosa stava per accadere e continuava ad agitarsi. Inutilmente
le anime elette cercavano di calmarla.
Gli
faceva male vederla agitarsi in quel modo, era proprio un’anima in pena. Tara
gli era sempre piaciuta, un po’ come Joyce era stata una delle poche persone ad
essere sempre gentile con lui. Quando Buffy era morta, era stata Tara l’unica a
provare a consolarlo. Era merito suo se gli altri lo avevano accettato nel
ruolo di protettore di Dawn e loro compagno di lotta. E quando Buffy era
tornata in vita era stata l’unica a non giudicarlo male per la sua relazione
con lei, lo aveva capito alla festa di compleanno, per quanto stupido lui
fosse, aveva compreso le frecciatine che più volte gli aveva rivolto, tese a
prenderlo bonariamente in giro, ma non ad offendere. Ora toccava a lui
aiutarla, doveva restituirle il bene che aveva ricevuto.
<<
Lasciate che ci provi io…lei mi conosce. >> disse rivolto ai luminosi.
Questi
si fecero da parte, poi uno di essi lo fissò per qualche secondo, infine disse:
<< Vedo che tieni a lei….ti permetteremo di provare, ma ricorda…essa ora
non può comprendere il linguaggio delle parole, ma solo quello dei sentimenti.
>>
La
cosa si prospettava più difficile che mai, con Nikki aveva risolto facendole un
bel discorsetto, ma ora come poteva riuscire ad aiutare Tara, dirle che tutto
si sarebbe aggiustato, non sarebbe servito. Ma non poteva arrendersi senza
nemmeno provarci.
Tese
quindi le mani tremanti verso di lei, cercando di infondere in quel tocco, le
sue sensazioni, ed attese. Da principio sembrò non succedere niente, Tara
continuava ad agitarsi freneticamente fra le sue mani, poi lentamente i suoi
movimenti si fecero sempre meno convulsi.
Questo
lo incitò a intensificare il contatto. Chissà se lo aveva riconosciuto, ma
questo non era importante, quella comunicazione silenziosa si stava rafforzando. Ora riusciva a sentire
il suo dolore, la sua paura, la sua disperazione per quel destino così ingiusto
che le era capitato.
Sentire
quelle sensazioni come se fossero sue, fece scattare in Spike qualcosa. Fu come
se dentro di sé si fosse spezzato qualcosa, la maschera di duro che aveva
sempre portato si infranse. Come un’onda di piena rompe gli argini del fiume,
così le emozioni che raramente aveva mostrato agli altri, uscirono fuori.
Pianse,
lacrime lente e pure, pianse per lei che non poteva farlo, pianse per coloro
che lei aveva abbandonato, le sue lacrime chiare e brillanti scivolarono sopra
Tara, purificandola dalla sua pena. L’anima di lei, fra le sue mani, pulsava in
risposta a quelle lacrime, facendosi attimo dopo attimo sempre più serena.
<<
Incredibile…sei riuscito a calmarla….ma ora lascia che ce ne occupiamo noi.
>> gli disse una delle anime elette.
E
come se fosse un dono prezioso, Spike tese l’anima di Tara verso quegli esseri.
<< Mi raccomando…abbiatene cura….è una ragazza veramente speciale…e
qualcosa mi dice che farà del bene qui, come lo aveva fatto sulla terra.
>> c’era una punta di avvertimento nella sua voce, come a dire “ Se non
la tratterete bene farete i conti con me.”
Prendendo
in consegna la pregiata essenza, essi, sorrisero di quella velata minaccia.
<< Tranquillo…andrà tutto bene. Ora vai…il tuo compito qui è finito.
>>
In
quel momento Spike, si rammentò della ragione della sua presenza in quel luogo.
Si era completamente scordato della prova, tanto era stato assorbito dagli
eventi. Si chiese quindi se fosse riuscito a superarla.
<<
Si, vampiro, lo hai fatto! Ora ti resta la terza e ultima prova da superare!
>> La voce profonda delle forze dell’essere, si era fatta di nuovo
sentire. Di nuovo la corrente lo prese per trasportarlo.
Stranamente
questa volta il viaggio si rivelò più lungo del solito, ed insolito si rivelò
essere il luogo dove giunse.
Niente
ombre o tristi nebbie, né luci colorate e pace. In un cielo leggermente
nuvoloso, illuminato da lampi, si innalzava un monte gigantesco, caratterizzato
dalla presenza di numerosi individui che trascinavano grossi massi su per una
lunga salita.
“E
ora dove sono capitato?” si chiese Spike.
<<
Questo è il luogo che gli umani chiamano purgatorio. E’ qui che giungono le
anime di coloro che hanno vissuto fra il bene e il male. I massi che essi
trascinano sono le colpe che hanno commesso, per errore o volutamente, mentre è
la forza del bene che ancora possiedono a dar loro l’energia per trascinarli.
Il giorno in cui riusciranno a giungere in cima alla salita, sarà anche
l’ultimo che passeranno qui, poiché finalmente liberi dai loro peccati,
potranno elevarsi verso dimensioni paradisiache. >> giunse puntuale la
spiegazione.
“
Se ne scopre una nuova ogni giorno.” pensò prosaico Spike. Lui aveva sempre
creduto che esistessero solo l’inferno e il paradiso, ma le sue recenti vicende
gli avevano rivelato altre realtà.
<<
Cosa devo fa… >> stava chiedendo, ma si interruppe quando gli giunse
all’orecchio una voce familiare.
<<
Non è giusto, non è giusto, non è giusto! >>
<<
Anya? >> chiese sgomento.
Che
diavolo ci faceva lì l’ex-demone della vendetta? Un brivido corse lungo la
schiena di Spike, ora si immaginava benissimo quale fosse la terza prova.
In risposta ai suoi pensieri giunse la solita
voce profonda, ora però sembrava leggermente imbarazzata. << In effetti
la tua terza prova consiste nell’aiutarla ad accettare la sua nuova situazione.
Se ci riuscirai, oltre ad avere superato tutte le prove avrai anche la nostra
riconoscenza….non hai idea dei problemi che lei ci sta creando. >>
Oh
un idea Spike ce l’aveva eccome! Sentiva infatti ancora la sua voce che
protestava a tutto spiano.
<<
Io non dovrei essere qui! Sono un’eroina, ho aiutato a salvare il mondo! E potete
scordarvi che io sgobbi per voi senza essere pagata! >> gridava
furibonda.
Con
un sospiro di sconforto, Spike si incamminò in direzione della voce. La trovò
proprio alla base della salita, evidentemente non si era sforzata neppure un
pochettino. Stava ancora discutendo animatamente con quello che doveva essere
una specie di guida per le anime che arrivavano lì. Il poverino mancava poco
che iniziasse a strapparsi i capelli con le mani, tanto era disperato.
<<
Anya, sei sempre la solita, possibile che non ti vada mai bene niente?!?
>> la redarguì.
Voltandosi
di scatto e riconoscendo il vampiro, puntò la sua attenzione su di lui,
liberando il poveretto della guida che gli fece un sorriso di ringraziamento
prima di lasciarsi cadere a terra sfinito. << Spike…hanno sbattuto qui
anche te? Ehi! Dov’è il tuo masso? Perché lui non ce l’ha ed io si? >>
chiese però ancora lei al poveretto disteso.
Vedendo
che non riusciva a cavare un ragno dal buco, Spike pensò bene ti prenderla per
un braccio e strattonarla da parte. Il poveruomo emise un flebile “grazie a
Dio”, prima di collassare letteralmente.
Anya
però oppose resistenza. << Vacci piano Spike, quest’affare pesa una
tonnellata ed io non ho più la forza di un demone. >> esclamò
indispettita.
Sospirando
frustrato, il biondo afferrò la catena che teneva il masso e lo trascinò assieme alla sua proprietaria.
Poco distante, c’era un tronco d’albero abbattuto, la costrinse a sederci
sopra, poi con un altro sospiro si sedette al suo fianco.
<<
Primo: io non sono stato “sbattuto” qui, sono solo in visita. Secondo: si può
sapere che accidenti credi di fare? Sei fortunata che ti abbiano mandato
qui….invece che all’inferno. >> le disse in tono duro.
Come
al solito lei fece orecchie da mercante. << Senti chi parla, William the
bloody! E poi come sarebbe a dire che sei solo in visita? >>
<<
A parte il fatto che io come big bad sono stato attivo solo per un centinaio di
anni, e tu come demone della vendetta un millennio, sì, la mia è solo una
visita, è una lunga storia… >> cercò di spiegarle, ma lei lo interruppe.
<<
Per favore risparmiamela….sono già incasinata per conto mio e non ho nessuna
voglia di perdere tempo ad ascoltare le tue disgrazie. Quindi falla breve e
dimmi perché sei qui, >> proruppe.
Spike
non la finiva più di sospirare, possibile che con lei non ci fosse verso di
parlare in modo normale? Come diavolo aveva fatto Xander a sopportarla? Poi gli
giunse un ricordo, il magic box, il whisky di Giles, un tavolo, forse iniziava
a capire il bamboccio, almeno da quel lato non aveva da invidiare niente a
nessuna donna, beh a parte Buffy, lei era un altro discorso.
<<
Anya, non so se te ne sei accorta….sei morta….adesso il tempo per te non scorre
più. Quindi puoi scordarti il detto “il tempo è denaro”, perché in questo posto
credo che nessuno dei due abbia valore. >> le disse cercando di
ricondurla alla ragione.
Fiato
sprecato. << Certo che so di essere morta…cosa credi, che sia stato
piacevole essere trapassata da parte a parte con una sciabola? Fa un male cane,
lasciatelo dire. A proposito…tu come sei morto? >>
<<
Mi sono incenerito grazie al gingillo che paparino aveva portato. Non ne ho un
buon ricordo. Ma non sono esattamente morto…il mio spirito è rimasto
imprigionato nel maledetto amuleto per qualche giorno…pensa che quando sono
uscito fuori ho pensato di essere all’inferno, sai c’era Angel… >>
La
conversazione si stava facendo surreale e non approdava da nessuna parte.
Infatti dopo essersi guardati a vicenda, i due scoppiarono assurdamente a ridere.
Dopo
essersi un poco ripresa, Anya, si appoggiò alla sua spalla dicendo: <<
Certo che siamo proprio una strana coppia tu ed io. Se ci mettessimo a
raccontare la nostra vita, chissà quante storie ne verrebbero fuori. >>
sospirò.
<<
Già…un ex demone millenario e un vampiro centenario…ne abbiamo fatte di
esperienze. >>disse in tono leggermente triste.
<<
Ne ricordo una in particolare… >> disse lei con fare allusivo.
Fermando
la sua mano che si stava per protendere verso di lui, Spike si staccò da lei
prendendo le distanze. << Bloody Hell, Anya! Ma tu sei fissata…pensavo lo
avessi capito….quello è un episodio chiuso, morto e sepolto! >> disse
seccato.
<<
Uffa quante storie! Pensavo che visto che siamo entrambi morti…..e ci troviamo
qui….insieme…potevamo divertirci un pochino. >> sbuffò lei.
Irritato
e sdegnato, Spike iniziò a camminare avanti e indietro davanti a lei. <<
Per la miseria Anya, non pensi a Xander? E’ passato un anno e quel poveretto
sta ancora piangendo per la tua morte. Dovresti vergognarti….ti è stata data la
possibilità di redimerti e tu che fai? Pianti casini, ti lamenti e ti proponi
come una prostituta. >> era furibondo.
Sentendosi
redarguire a quel modo lei reagì di riflesso. << Ma chi ti credi di
essere per trattarmi così…>> ma poi la fulminò il pensiero di Xander
<< …davvero piange ancora per me? >> chiese lusingata, ma anche
triste.
La
frase messa insieme non aveva molto senso, ma d’altronde lei era fatta così
diceva sempre quello che pensava, nello stesso momento in cui lo pensava.
Inginocchiandosi
davanti a lei e prendendole le mani, Spike, la fissò negli occhi dicendole:
<< Sì, è così. Lui pensa ancora a te. Adesso ti prego ascoltami ho una
storia da raccontarti…riguarda me…ma anche molte delle persone che tu
conoscevi…forse se saprai cosa è accaduto dopo la tua morte, comprenderai che
essere finita qui non è poi tanto male. >> le disse con tutta la calma
che poteva.
Una
volta tanto, lei acconsentì senza fare storie. Quindi Spike dopo essersi di
nuovo seduto al suo fianco, iniziò a narrare. Con lei non fu così facile come
con Nikki, Anya, tendeva ad interromperlo continuamente, chiedendo o
delucidazioni o dettagli sui quali lui tendeva a sorvolare. Comunque sia, se
dio volle, riuscì ad arrivare alla fine, vale a dire a quando l’aveva incontrata.
<<
Certo che te ne sono successe di tutti i colori….ma alla fine in definitiva sei
stato più fortunato di me. Tu almeno potrai tornare alla vita in un modo o in
un altro… >> disse lei sospirando.
<<
Sai che ti dico…hai ragione, non è giusto! >> sbottò Spike.
Anya
credette che si riferisse a lei, in fondo rimaneva egocentrica sia che fosse
un’umana che un demone, ma Spike continuò a tutta birra, infervorato. <<
Tutta questa stramaledetta situazione è iniqua. Pensa a Nikki…a Tara…loro non avevano
mai fatto male a nessuno…eppure sono morte….hanno sofferto…e noi…noi che
abbiamo passato la maggior parte della nostra vita a…Noi non meritiamo di
essere qui. Dovremmo essere entrambi all’inferno…è quello il nostro posto. Ho
deciso…rinuncio, basta. Non so cosa mi passasse per la testa…un demone che
diventa umano…non è affatto giusto. >> concluse amareggiato.
<<
Ehi! Guarda che io ero un demone eppure sono tornata umana ! >> lo
rimbeccò lei, punta sul vivo.
<<
Ma è diverso, tu sei diversa….tu eri umana prima di diventare demone, e quando
sei morta lo eri di nuovo, ma io come demone ci sono nato. Per quanto credessi
di essere William, non lo ero. Lui è morto. Sono stati proprio loro a dirmelo…e
adesso di lui resta solo la sua anima, che io ho voluto dentro di me. Lui sì
che si merita di tornare a vivere….non certo io. >> cercò di spiegarle
angosciato.
Ma
Anya sembrava non voler capire…o forse… << Cosa vuoi, che ti dica che hai
ragione? Scordatelo! E sai perché? Perché né tu e né io sappiamo cosa è veramente
giusto o non lo è! Ragionando dal tuo punto di vista….la tua sembrerebbe la
versione corretta….ma noi conosciamo solo la realtà che vediamo….che ne
sappiamo del perché certe cose accadono? Noi siamo come piccoli ingranaggi in
un grande macchinario, solo chi ha costruito e muove la macchina conosce tutte
le risposte. E non le viene a dire certo a noi. Quindi chi ti credi di essere
per giudicare? >> esclamò indignata.
Spike
non si aspettava certo una simile predica, stupito, si rese conto che Anya poteva
aver visto giusto.
<<
Da quando sei diventata tanto saggia? >> le chiese ancora confuso.
<<
In mille anni, qualcosa lo impari. Dammi una mano và. >> disse alzandosi
e cercando di aggiustansi la cinghia che le cingeva la vita.
<<
Che intenzioni hai? >> le chiese lui aiutandola.
<<
Tu che ne dici? Complimenti campione…sei riuscito nella tua missione. Ho deciso
di darmi alla scalata…e giuro che batterò tutti i record. Arriverò in cima così
veloce che dovranno darmi una medaglia. >> disse lei cominciando ad
arrancare.
Ce
la stava veramente mettendo tutta, tanto che Spike dovette quasi correre per
affiancarsi a lei.
<<
Vuoi che dica qualcosa a Xander, quando lo vedo? >> le chiese.
<<
Sì, digli di prepararsi. Ho intenzione di fare tutto il possibile per tornare
da lui, mi manca il mio pirata sexy. Non so ancora come ma ci riuscirò. E
questa volta lo incatenerò e lo trascinerò a forza verso l’altare. >>
disse in tono bellicoso.
Spike
scoppiò a ridere di gusto, conoscendo Anya c’era da immaginarsi che ci sarebbe
riuscita. Povero bamboccio lo aspettava un futuro non proprio roseo.
Non
ci fu il tempo di salutarsi, infatti, inaspettatamente, questa volta il vortice
giunse senza essere annunciato.
E
si ritrovò ancora una volta in quello spazio bianco in cui si era risvegliato
all’inizio.
Capitolo 11:
Dimensione
numero 0000.0 : (pochissime ore prima)
<<
E così vampiro, sei riuscito a superare tutte le prove, ora non ti resta che attendere
che venga emesso il giudizio finale. >> esclamò la solita voce.
<<
Vi prego aspettate…io non so se tutto questo sia giusto…Anya aveva ragione…non
spetta a me giudicare. Ma comunque vadano le cose, io non ho intenzione di
tornare indietro, continuerò per la strada che ho intrapreso, anche se finirò
all’inferno. >> disse dapprima stentatamente poi con tono più deciso.
Spike aveva ritrovato sia la sua grinta e il desiderio che le cose fossero
fatte in modo giusto.
<<
Parole forti le tue, ma che ti rendono onore. >> fu però la secca
risposta a cui seguì un lungo silenzio.
E
iniziò l’attesa.
Lui
non avrebbe saputo dire quanto tempo durò, seduto a terra, con uno spasmodico
desiderio di fumare e maledicendosi per avere smesso. Infine la voce, tuonò ancora.
<<
Il giudizio è stato espresso….sei stato giudicato meritevole. >>
Spike
si alzò di scatto saltellando e proruppe in un grido di gioia. Il suo sogno si
era avverato, poteva tornare da Buffy e continuare ad essere il suo campione.
Era così gasato che non si accorse che le forze dell’essere cercavano di
richiamare la sua attenzione. La voce dovette quasi gridare per ricondurlo alla
ragione.
<<
ADESSO BASTA! Comprendiamo la tua felicità, ma ora devi prepararti…..il demone
e l’anima devono divenire una cosa sola. >> tuonò potente la voce.
Riacquistato
il controllo, Spike tornò serio, quello
era un momento importante.
Un
cono di luce apparve sopra di lui e lo inondò di un’energia mistica. Gli parve
di dissolversi, che ogni atomo di cui era composto venisse scisso, diventando
parte di qualcosa di infinitamente grande, grande come l’universo. Pensieri e
concetti scomparvero dalla sua mente, diventando nulla in confronto
all’esperienza che stava vivendo.
Poi
così come era iniziato, il processo, iniziò a retrocedere ed iniziò a
ricomporsi. Adesso però, non era più un demone e un’anima, ma era qualcosa di
nuovo. Era nata una nuova specie.
Ancora
frastornato, prese a tastarsi, fisicamente sembrava essere tornato come prima…a
parte…
<<
Bloody Hell! Ho le ali! >> esclamò sbigottito.
Anche
se era cambiato in fondo rimaneva sempre lo stesso.
<<
Non è che sono diventato un angelo, vero? >> chiese preoccupato <<
Altrimenti chi lo sente quel pirla di Angel? Mi prenderà in giro fino alla morte.
Per non parlare degli altri. >>
Un’allegra
risata gli giunse come risposta. Per fortuna venne aggiunta la spiegazione.
<< No, non sei un angelo. Non preoccuparti, non appena farai ritorno alla
tua dimensione, le ali spariranno. >>
Il
sospiro di sollievo che fece, ottenne una nuova risata dall’alto. <<
Sarai umano ma più forte di un umano, sarai un campione. Continuerai ad avere
gli stessi poteri di quando eri un demone, uniti ai poteri dell’anima. Poteri
che dovrai scoprire poco a poco. Noi ti osserveremo e ti daremo dei consigli
qualora ne avrai bisogno. Potrai
invecchiare, anche se lentamente, avere dei figli. Quando giungerà per te l’ora
della morte, farai ritorno qui…assieme a colei che ami. E da qui potrai
continuare a dare il tuo aiuto alla causa del bene. >>
Era
molto di più di quanto Spike si aspettava, una vita da vivere insieme a Buffy e
la promessa di una vita eterna al suo fianco.
<<
Dimenticavamo….noi ti dobbiamo un favore…che ci hai reso quando hai superato la
terza prova (Anya!), in considerazione di ciò abbiamo deciso di concederti un
desiderio. >>
Facendo
una smorfia e piegando la testa di lato, come suo solito, Spike, pensò bene di
riflettere con attenzione almeno per una volta. Un desiderio non è una cosa da
prendere alla leggera, poi un lampo illuminò i suoi occhi. Aveva deciso cosa
chiedere.
La
successiva conversazione, venne svolta telepaticamente, infine, raggiunto un
accordo e la voce tuonò ancora.
<<
E’ giunta l’ora per te di ritornare, William. Poiché d’ora in poi è così che ti
chiameremo. Fai buon uso dei doni che ti sono stati dati. >> disse
accomiatando l’ospite.
E
di nuovo fu luce.
Roma:
Spike,
si svegliò mentre il sole stava sorgendo (non ho tenuto conto del fuso orario
ma dovevano essere passate 24 ore circa.), alcuni lievi raggi lo raggiungevano
al volto, riscaldando la sua pelle. Era cosciente di essere tornato umano,
sentiva il cuore battere, l’aria che riempiva i suoi polmoni, ma quello era
niente rispetto al sole. Come un bambino tese quindi una mano verso quel
raggio, come per catturarlo.
Quel
movimento, seppur lieve, ottenne una risposta dal corpo di Buffy, che si agitò
nel sonno. Lo sguardo di lui cadde quindi sulla donna addormentata al suo fianco.
Era bellissima tutta rosea come una bambina, solo leggere ombre scure sotto i
suoi occhi gli dicevano che doveva essersi addormentata da poco; forse era
rimasta sveglia a vegliarlo per molte ore.
Delicatamente,
cercando di non interrompere il suo sonno, le carezzò teneramente i capelli,
spostando alcune ciocche che le coprivano il volto.
Quando
si sarebbe svegliata, aveva molte cose da raccontarle.
Improvvisamente
però, gli giunse impellente un richiamo di madre natura, doveva andare in
bagno. Che volete farci, l’umanità porta con sé alcuni disagi.
Cercò
quindi di scivolare via in silenzio, per non svegliarla. Si rese conto di
essere nudo, chissà chi l’aveva spogliato ( per la cronaca Buffy era sola
quando lo ha fatto, non poteva permettere che la sorellina vedesse certe cose.
), stava guardandosi attorno per cercare i suoi vestiti, quando la voce di lei
lo bloccò.
<<
Che stai facendo? >> chiese ancora mezza addormentata.
Imbarazzato,
lui cercò di coprirsi con l’unica cosa che aveva, vale a dire le mani. Il suo
volto per la prima volta da secoli era ora di un rosa acceso.
<<
Cercavo i miei vestiti. >> rispose, cercando di non far notare il suo
imbarazzo. Intanto pensava “Che diavolo mi prende, Buffy mi ha già visto nudo
un sacco di volte.”
Buffy
intanto vedendo la sua reazione, ne fraintese il motivo. “Oddio, e se tornando
umano si fosse scordato di me?….e se non mi ama più?” pensò. << Do…dove
stavi andando? >> chiese con le lacrime agli occhi, incapace di formulare
le altre domande che le passavano per la mente.
<<
Stavo andando in… >> stava rispondendo lui, quando vedendo gli occhi
lucidi di lei si riprese << …ehi passerotto, cosa c’è? Perché piangi?
>> le chiese avvicinandosi di nuovo al letto.
<<
Mi hai chiamato passerotto, allora ti ricordi di me. >> disse lei
gettandosi fra le sue braccia.
<<
Certo che mi ricordo di te…perché avrei dovuto scordarti, scusa? >> le
chiese lui perplesso.
<<
E mi ami ancora? >> chiese ancora lei non del tutto sicura.
<<
Che razza di domande fai? Si può sapere che ti prende? Certo che ti amo!
>> nonostante fosse confuso, non mancò di risponderle.
Il
bacio che seguì le sue parole, avrebbe potuto risvegliare anche i morti.
Infatti, ebbe l’effetto di risvegliare in lui qualcosa di decisamente vivo
(indovinate cosa).
Ora
sì che era imbarazzato, non solo era nudo come un verme, ma la sua eccitazione
era decisamente evidente. Inoltre il richiamo di madre natura si faceva sempre
più impellente.
Vedendolo
tutto rosso e impacciato, lei capì l’equivoco e scoppiò in una risatina.
<< I tuoi vestiti li abbiamo messi a lavare, erano sporchi da far schifo.
Dove pensavi di andare come mamma ti ha fatto? >> gli chiese
occhieggiando le sue nudità con un sorrisetto maligno.
“Perfidia,
il tuo nome è donna!” pensò lui vedendo come lei gongolava. A quanto pare le
piaceva lo spettacolo, non volendo darle ulteriori soddisfazioni, cercò di
riprendere la sua aria strafottente, ci riuscì a malapena. << Stavo
andando in bagno…pensavo di farmi una doccia. >> non le avrebbe detto la
verità nemmeno se da questo fosse dipesa la sua vita.
<<
Così…cercavo i vestiti…per rimetterli…dopo. >> come scusa doveva
funzionare.
Per
fortuna, lei sembrò cascarci. << Oh! Dubito che siano già asciutti…se
vuoi chiedo ai ragazzi se hanno qualcosa da prestarti. >> propose.
<<
Ehmm…grazie. Allora io vado. >> meglio tagliare la corda finchè era in
tempo.
Mentre
cercava di raggiungere la porta del bagno, la sua voce lo raggiunse.<<
WOW. Lo sai che da dietro sei anche meglio? Hai un culetto… >> risatina
perfida.
Scotendo
la testa, lui evitò di ribattere e chiusa la porta del bagno, aspettò di
sentire lei che si allontanava. Finalmente solo, si decise ad espletare le sue
funzioni. Poi, con un sospiro di sollievo entrò nel box doccia. Tanto valeva
approfittarne.
Dopo
qualche minuto, era tutto insaponato e si godeva il profumo del bagnoschiuma di
lei sulla pelle, quando….
La
porta della cabina si aprì, e…
Buffy,
nuda, si intrufolò all’interno.
Dopo
avere informato tutti quanti che Spike si era svegliato, la cacciatrice aveva
preso alcuni vestiti da Andrew, poi si era fiondata di nuovo in camera,
chiudendo a chiave la porta dietro di sé. Entrando nel bagno, aveva notato
subito la tavoletta alzata del water, ed aveva sorriso sorniona. Poi, dopo
essersi spogliata a sua volta, aveva ben pensato di raggiungerlo.
<<
Anch’io avevo bisogno di una doccia e ho pensato…che magari…potevamo lavarci la
schiena a vicenda. >> gli disse
sorridendo.
A
lui passò di tutto per la mente, ma di lavarle la schiena, proprio no!
Abbeverarsi alle sue dolci labbra, succhiare dai suoi capezzoli perfetti,
toccarla nelle sue parti più intime, sentirla gemere e gridare il suo nome.
Mancava solo di unirsi a lei quando… << Cazzo! >> esclamò tirandosi
indietro di scatto.
<<
Che c’è, che succede? >> chiese lei contrariata.
<<
C’è passerotto…che adesso sono umano….completamente non sterile…non so se
capisci il concetto. >> sbottò.
La
portata della cosa, la travolse come una valanga. A quello non aveva pensato.
<< Oh! Vuoi dire che io potrei…>> non riusciva a dirlo.
<<
Rimanere incinta. Già! E non vorrei sembrare vecchio stampo….ma io sono
dell’opinione che prima ci si sposa…poi si fanno i bambini. >> esclamò
tutto impettito.
Buffy
era frastornata, le emozioni che provava le si riflettevano sul volto. Si
immaginava mentre aspettava un figlio, un figlio suo, stranamente, nonostante
l’iniziale timore provato, l’idea le piaceva, anzi la deliziava. Poi si rese
conto dell’assurdità della situazione, stavano parlando di matrimonio e figli,
nudi sotto la doccia, e lui aveva assunto un atteggiamento vittoriano.
<<
Ma tu sei vecchio stampo…sei un vecchio gentiluomo inglese….di 130 e passa
anni! >> esclamò ridendo
divertita. Vedendo il broncio che iniziava a fare, aggiunse. << Ed io ti
amo anche per questo! >> poi lo baciò.
Fu
Spike ad interrompere il bacio, che rischiava di mandare a monte i suoi buoni
propositi.
<<
Amore, se continui così ci mettiamo nei guai. Ed io non voglio rovinare le
cose, non so tu ma io vorrei aspettare a mettere in cantiere una piccola
cacciatrice, prima vorrei godermi un po’ quella grande. >> le disse in
tono tenero.
Di
comune accordo i due decisero che era meglio uscire dalla doccia. Spike
guardò scettico i vestiti che lei gli
aveva procurato, fra tutte spiccava un paio di boxer a fiorellini. << E
questa che roba è? >> chiese inorridito, tenendo l’indumento incriminato
fra due dita.
Subitanea
fu la risata che ottenne per risposta.<< Scusa…dimenticavo che tu non
porti biancheria intima. >> disse fra le risatine.
<<
Questa non è biancheria intima…questa….è una vera e propria schifezza. Fammi
indovinare…Xander? >> ricordava bene le sue camice a fiori. Forse usava
lo stesso metodo di scelta anche per la biancheria.
<<
Ehmmm…no. A dire il vero sono di Andrew. Hai ragione sono orribili. >> fu
costretta ad ammettere lei.
Gli
altri indumenti non erano certo migliori. << Io questa roba non me la
metto. Anche perché non ci entro….Vorrà dire che aspetterò che i miei siano
asciutti. >> disse gettandosi disteso sul letto, le braccia incrociate
dietro la testa.
Non
si rendeva conto dello spettacolo che stava dando, a petto nudo e con solo un
normale asciugamano avvolto intorno alla vita. Ma Buffy si godeva la scena, e
come se la godeva.
Incapace
di stare lontana da tutto quel ben di dio, si sedette accanto a lui e prese a
scorrere le mani sul suo magnifico torace, le faceva una strana sensazione
sentirlo caldo al tatto, ma al tempo stesso era felice di riconoscerne ogni
dettaglio.
<<
Odio dovermi ripetere…ma sei in cerca di guai, gattina. >> esclamò lui
con voce soffocata, mentre insinuava una mano sotto l’accappatoio di lei.
<<
Sono la cacciatrice…il pericolo è il mio mestiere. >> rispose lei con
aria birichina, per poi sostituire il tocco delle sue mani con quello delle sue
labbra. Spike, gemette deliziato, intanto il suo asciugamano, tendeva ad
alzarsi in un certo punto.
Ma
a quanto pare non era destino.
Un
sonoro colpo alla porta, li fece sobbalzare. Poi da dietro la porta si udì la
voce di Angel. << Avete intenzione di starci parecchio lì dentro? Qui
stiamo aspettando tutti che l’eroe del giorno si faccia finalmente vedere! >>
disse in tono seccato.
“Maledetto
Angel.” sussurrarono entrambi, ma ormai l’idillio era stato infranto, era
chiaro, fintanto che il vampiro fosse rimasto fuori della porta non potevano
combinare niente.
<<
Arrivo subito. >> disse in risposta Buffy che prese a vestirsi ad ultra
velocità. Un paio di minuti dopo, apriva la porta e sorrideva in modo
fintamente ingenuo all’indirizzo dello scocciatore.
Lui
notò i capelli umidi di lei e saltò alle conclusioni. << Spiacente di
avere interrotto la vostra festicciola privata…ma qui fuori ci sono persone che
stanno aspettando da parecchio tempo. >> disse in tono critico.
<<
Per tua informazione, non stavamo facendo nessuna festicciola. Mi stavo solo
facendo la doccia…in quanto a Spike…abbiamo un problema, non ha niente da
mettersi, i suoi vestiti sono bagnati e quelli di Andrew non gli stanno.
>> rispose lei a tono con un’invidiabile faccia da poker.
Poi
spalancata la porta, mostrò al vampiro, l’uomo disteso sul letto. Per fortuna,
Spike aveva ben pensato d’infilarsi di nuovo sotto le coperte.
<<
Ciao denti aguzzi, mi scuso per l’attesa, ma sai…tornare umano è stato più
complicato di quanto tu non creda. >> disse con un ghigno perfido, aveva
sempre desiderato fare questo genere di battute, ed ora finalmente poteva.
Angel
avrebbe voluto ribattere, ma venne spintonato da dietro. In rapida successione,
entrarono nella stanza una decina di persone. La prima era stata Dawn, che si
era gettata subito fra le braccia di Spike per salutarlo con un caloroso
abbraccio.
<<
Wow briciola. Tua sorella aveva ragione…sei cresciuta tantissimo, ora sei una
bellissima ragazza. >> esclamò lui commosso da quell’abbraccio.
<<
Grazie, anche tu non sei niente male come umano. >> rispose a tono lei.
<<
Ehmm…questo vuole dire che non rischio più di andare a fuoco? >> chiese
timoroso Spike.
<<
No, adesso l’unico rischio che corri è di diventare mio cognato…..sei certo di
volere sposare quell’arpia di mia sorella? >> gli sussurrò lei
all’orecchio, per non farsi sentire dalla sorella in questione.
Il
sorriso che lei ricevette come risposta era inequivocabile. Spike era al
settimo cielo, Buffy lo amava, Briciola gli voleva di nuovo bene ed era
circondato da un gruppo di persone che sembravano essere molto felici di vederlo,
visto i saluti affettuosi che gli facevano.
Willow
non resisteva più, la curiosità la stava uccidendo, doveva sapere cosa era
successo. << Ti è successo qualcosa….. mentre stavi dormendo? >>
chiese in tono volutamente vago.
<<
Beh, si! Un sacco di cose….sbaglio o tu ne sai qualcosa, rossa? >> le
rispose lui, che aveva intuito il blef.
Presa
in castagna, la strega si strinse fra le spalle e fu costretta ad ammettere che
qualcosina la sapeva. << Molto…poco…in verità. Solo una cosetta che….mi
avevano detto gli oracoli. >> disse cercando di togliersi d’impiccio.
Buffy,
che non era una cima, ma scema non lo era per niente, comprese che l’amica le
aveva nascosto qualcosa. << Willow, di che accidenti stai parlando? Esigo
una spiegazione ora, subito! >> esclamò con tono deciso da cacciatrice.
<<
Ecco…loro…mi avevano informata…che Spike…non si svegliava perché il suo spirito
era stato richiamato dalle forze dell’essere. >> balbettò Willow, concludendo a precipizio.
<<
COSA?!? >> esclamarono insieme Buffy ed Angel, anche se per ragioni
diverse.
Mettendo
a tacere il vampiro con un gesto deciso della mano, Buffy si impose anche sugli
altri, quella discussione era sua, e guai a chi si intrometteva. << E
quando pensavi di dirmelo?>> chiese furibonda.
<<
Non volevo farti preoccupare…avevano anche detto…che Spike si sarebbe
risvegliato presto e che avrebbe raccontato tutto lui. >> cercò di
svicolare la strega, attirando le ire sul biondo.
Ottenne
l’effetto desiderato, ora il povero ex-vampiro, sentiva puntati su di sé gli
sguardi degli astanti, come tanti coltelli pronti a colpirlo. Degli altri
poteva fregarsene, ma di due occhi verde smeraldo, proprio non poteva. <<
Scusa, riccioli d’oro….lo sai anche tu…come sono andate le cose…quando mi sono
svegliato… >> la verità era sempre la strada migliore.
Infatti
Buffy, diventando di brace, borbottò. << Hai…hai…ragione…non stavi ancora
bene… >> come scusa era pietosa << Ma ora voglio sapere tutto.
>> concluse con tono più deciso.
“Questo
è un giochetto che possiamo fare in due, tesoro!” pensò Spike, sorridendo con
aria sorniona. << Niente in contrario, amore. Solo…non è che potrei
mettere prima, qualcosa sotto i denti? Il mio stomaco gorgoglia così forte…che
non riesco a connettere. >> In risposta alle sue parole, lo stomaco prese
effettivamente a brontolare.
<<
Ehmm…si va bene. Ora vado a prepararti qualcosa…ma dopo….mi racconti tutto.
>> esclamò lei, arrendendosi all’evidenza, ma lanciandogli uno sguardo
omicida.
<<
Scusa B, ma ho paura che in casa sia rimasto ben poco…le mocciose hanno
saccheggiato la cucina. Lo sai…sono peggio delle cavallette. >> esclamò
Faith, intromettendosi nella conversazione.
Con
un gesto di stizza, Buffy, maledisse in silenzio le responsabili. << Bene…a
questo punto non resta che una cosa da fare…andare a fare la spesa. Per fortuna
qui vicino c’è un supermarket ben fornito. Willow…tu vieni con me! >>
poteva sempre approfittarne per farle la ramanzina.
Spike
sospirò, era riuscito a rimandare le spiegazioni, voleva riflettere bene su
cosa dire e cosa no, ma soprattutto come dirlo. Alcuni eventi infatti sarebbero
stati duri da mandare giù, per alcune delle persone presenti nella camera. Poi
lo colse un pensiero. << Buffy…visto che ci sei…perché non compri
“qualcosa” per me? Vestiti….sempre che li vendano. >> ma non era esattamente ai vestiti che
pensava.
Facendo
un segno di assenso, la cacciatrice, afferrò la borsa e partì di gran carriera,
seguita da una mogia Willow che sapeva bene cosa l’aspettava.
Un
silenzio di tomba, era intanto caduto nella camera. Tutti quanti avrebbero
voluto dire qualcosa, ma nessuno sapeva come iniziare.
<<
Dawnye…tesoro…non è che potresti procurarmi un accappatoio, una vestaglia….una
qualsiasi maledetta cosa? Sono stufo di starmene a letto. >> disse Spike
alla ragazza.
Inaspettatamente
saltò su Andrew. << Ho io qualcosa…una veste da camera…quella dovrebbe
andarti. >> e scappò in camera sua per prenderla. Ritornò subito dopo
tutto felice, recando una vestaglia in broccato (simile a quella vista in
Storyteller).
Non
era proprio di suo gusto, ma a Spike dispiaceva deluderlo. << OK. Può
andare, grazie. Ed ora signori e signore….a meno che non vogliate godervi lo
spettacolo…vi pregherei di uscire. >> il messaggio era chiaro.
Uno
ad uno, uscirono dalla camera, l’ultima fu Faith, che non rinunciò a dare
un’ultima sbirciatina. Venne però subito tirata via, dal suo uomo. Il biondo
non poté fare a meno di fare una risatina, Robin Wood avrebbe avuto da penare
per tenere sotto controllo quella assatanata.
Capitolo 12
Qualche
minuto più tardi, l’ex-vampiro si trovava seduto in cucina, a bere una tazza di
caffè, circondato da cacciatrici che non smettevano un attimo di fargli domande
senza dargli il tempo di rispondere. Inoltre dall’altro lato della stanza,
vedeva stagliato contro la porta la figura del suo ex-gran-sire. Il cipiglio
che aveva in quel momento era tutto un programma, chissà quanto tempo ancora si
sarebbe trattenuto prima di saltargli addosso.
Ignari
della tensione presente fra i due, gli altri cicalavano a più non posso. Il
ritorno di Buffy, venne accolto con un sospiro di sollievo da parte di Spike,
non era ancora pronto per scontrarsi con Angel.
Deponendo
le borse sul tavolo, lei iniziò a tirarne fuori il contenuto. << Ho
comprato dei cornetti freschi…biscotti…il latte…il succo d’arancia….i cereali…e
tonnellate di confezioni di Quattro salti in Padella…sono veloci da preparare…e
non sono niente male. >> C’era poco da fare, lei in cucina era una frana.
Spike
si gettò a precipizio sui cornetti e i biscotti, aveva veramente fame.
<<
Dimenticavo…Angel…ho preso anche del sangue per te. >> aggiunse intanto
Buffy tendendo una bottiglia al vampiro.
Vedere
e sentire l’odore del sangue, fece uno strano effetto a Spike. Non era
disgusto, ma nemmeno desiderio…era come rivedere una vecchia foto dopo anni che
è stata scattata. Nessun rimpianto né nostalgia, solo la percezione di quanto
erano cambiate le cose.
Anche
Angel, stava guardando la bottiglia provando un profondo desiderio di bere, di
nutrirsi, ma non voleva farlo lì davanti agli altri. Non era vergogna, ormai
aveva superato quel handicap, piuttosto non voleva dare al biondino la
soddisfazione di vedere che per lui le cose non erano cambiate, era sempre un
vampiro.
Intuendo
il corso dei pensieri di mister simpatia, Spike sorprendendo anche sé stesso,
decise di voltargli le spalle, in modo da non creargli imbarazzo. In fondo in
quella storia era stato lui a rivelarsi il vincente, poteva quindi permettersi
di essere magnanimo.
<<
Ti ho comprato anche i “vestiti”…spero di avere indovinato la taglia. >>
disse Buffy, in tono allusivo, tendendogli un paio di jeans e una camicia,
sempre di jeans.
Beh,
adesso che si era ristorato, tanto valeva che andasse a vestirsi. Con il suo
solito passo strascicato, si diresse quindi in camera, Buffy lo seguiva, voleva
assincerarsi che gli abiti andassero bene, in modo da poter andare a cambiarli
se si fosse rivelato necessario, beh perlomeno quella era la scusa ufficiale.
Per
fortuna non ci furono problemi, gli stavano d’incanto, facendo risaltare
l’azzurro dei suoi occhi. Spike non era mai sazio di rimirarsi nel grande
specchio che c’era in camera, anche quello gli era decisamente mancato.
<< Buffy…senti…dopo…stai vicina a Willow…ne avrà bisogno. >> le
disse guardandola dallo specchio.
<< Uhmm?>> chiese soprappensiero Buffy, che era altrettanto presa a rimirarlo.
<<
Capirai! >> rispose misterioso Spike che per il momento non poteva dirle
di più.
Quando
uscì dalla camera, si erano spostati tutti nel salotto, Lo show stava per
cominciare, ed era lui la star!
Si
sedette sul divano con Buffy da una parte e Dawn dall’altra. Quello che doveva
dire non era facile e si fece forza, concentrandosi su sé stesso ed escludendo
gli altri. Non seppe neppure lui come fece a rimanere impassibile, mentre gli
eventi che narrava si dipanavano man mano, creando tutta una serie di reazioni.
Se si fosse fermato, anche solo per un istante, aveva paura che non sarebbe più
riuscito ad andare avanti. Raccontò tutto, nei minimi dettagli, beh non proprio
tutto, sorvolò sulla faccenda delle ali e del desiderio.
Solo
quando giunse alla fine si rese conto di avere tenuto per tutto il tempo gli
occhi chiusi, quello che vide aprendoli andò al di là delle sue previsioni. Non
c’era una sola persona con gli occhi asciutti. Beh, a parte Angel e Illyria,
loro erano i soli a non aver pianto, persino Gunn doveva avere versato qualche
lacrimuccia.
Dawn
e Buffy abbracciavano lui, come per paura di perderlo. Kennedy abbracciava
Willow, che sembrava la più sconvolta e se ne stava tutta rannicchiata. Faith,
dava conforto a Robin, e Giles si occupava di Xander. Andrew si era unito alla
schiera di ragazze sedute a terra e distribuiva fazzolettini a destra e a
manca. Illyria dava dei colpi, che avrebbero voluto essere gentili ma non erano
esattamente delicati sulla schiena di Gunn, il quale per poco non moriva
soffocato, forse era quella la causa delle lacrime.
E
poi c’era Angel, se ne stava in piedi, appoggiato al muro, fermo immobile, come
una statua.
Il
suo volto era più scuro del solito. Fu lui il primo a parlare. <<
Quindi…in definitiva…il vampiro della profezia, sei sempre stato tu. Perché sei
diverso. >> si vedeva che aveva voglia di litigare.
Spike
sbuffò infastidito. Avrebbe voluto poter evitare lo scontro, ma si stava
rivelando impossibile. Stringendo affettuosamente la mano di Buffy, le lanciò un
muto messaggio, poi si alzò lentamente e si diresse verso il vampiro, doveva
parlargli faccia a faccia.
<<
Sì, sono diverso. Ma per te non dovrebbe essere una novità, ho perso il conto
di tutte le volte che ho cercato di fartelo capire. >> gli disse a muso
duro.
Angel
perse il controllo e cercò di colpirlo. Intanto aveva assunto il volto della
caccia. Ma Spike, non si fece sorprendere e riuscì con un’abile mossa a
sbatterlo contro il muro, per poi tenerlo lì bloccato. << Cosa vuoi fare
Angel? Mordermi? Vuoi farmi tornare di nuovo un vampiro? Così ti sentirai
meglio? >> gli gridò in faccia.
Stranamente
quelle parole, sembrarono avere effetto. Con grande sollievo per tutti i
presenti, Angel tornò al suo aspetto umano, e si afflosciò contro la parete. Si
era reso conto che stava combattendo una battaglia che non poteva vincere.
Ma
a Spike, questo non bastava, c’erano molte altre cose da dire, ma non poteva
farlo lì, davanti a tutti. Preso il vampiro per un braccio, lo strattonò
dicendo: << Spero ci vorrete scusare, ma io ed Angel dobbiamo fare un
discorsetto…a quattrocchi. >> e prese a spintonarlo verso la camera di
Buffy, una volta dentro si chiuse la porta alle spalle.
In
sala intanto, dopo un momento in cui tutti erano rimasti di sale, cominciarono
a fioccare le prime ipotesi. Si sarebbero picchiati? O Peggio? Chi avrebbe
vinto? Qualcuno propose di fare anche delle scommesse.
Buffy
intanto, infastidita dalla confusione che si era creata, sbottò. <<
Volete farla finita? Spike ha detto che voleva parlare, quindi parleranno!
>> se uno sguardo avesse potuto incenerire, sarebbero diventati tutti
polvere.
Poi
guardando l’amica ancora distrutta dal dolore, memore delle parole di Spike le
si accostò. Willow, lasciando le braccia di Kennedy si gettò fra le sue. Buffy
aveva conosciuto Tara e poteva quindi comprendere meglio il suo dolore.
Intanto
in camera, un Angel quasi distrutto, diceva scotendo la testa: << Non
capisco di cosa mi vuoi parlare…è finita…>> Oddio, aveva rincominciato
con il vittimismo.
<<
Tanto che tu lo sappia…la mia diversità non ha influito per quanto riguarda la
profezia. Su quel piano eravamo pari, al 50 %, ma tu ti sei bruciato con le tue
mani l’occasione. Quindi non dare a me la colpa di tutto. E’ giunto il tempo
che tu impari ad assumerti le tue responsabilità, invece di continuare a
piangere su te stesso e a scappare. Inoltre non è finito proprio niente.
>> bel predicozzo.
<<
La profezia è finita. Con Buffy è finita. E’ tutto finito. >> certo che
quando era triste, non aveva rivali.
Sbuffando
scocciato, Spike, lo sbeffeggiò. << Certo che quando ti ci metti sei
proprio una lagna. Non capisco perché tendi ad arrenderti sempre tanto
facilmente. >>
La
tirata ebbe però successo, ed Angel passò dallo stato prostrato a quello
d’infastidito. << E sentiamo cosa faresti tu al mio posto? >>
chiese irritato.
<<
Di certo non come te. Tutto quello che sono riuscito ad ottenere ce l’ho perché
ho continuato per la mia strada, per quanto difficile fosse. Ora stammi bene a
sentire, devo dirti una cosa ma prima devi promettermi sulla testa di tuo
figlio di non rivelarla in giro. >> il tono verso la fine era molto
deciso.
Sentendo
nominare Connor, Angel comprese che qualunque cosa Spike volesse dirgli doveva
essere importante. Inoltre lo colse la preoccupazione e si sentì anche un po’
in colpa, non aveva avuto più sue notizie da prima che scoppiasse il finimondo.
<< Sentiamo…cosa devi dirmi di tanto importante? >> chiese
interessato.
<<
Beh…ecco…prima non ho raccontato tutto. Il fatto è che prima di venire via…mi
hanno detto che avevo diritto ad un desiderio. >> disse imbarazzato
Spike.
<<
Fantastico…come se tutto il resto non bastasse! >> disse
ironico-melanconico Angel.
<<
Proprio quello che ho pensato io. A me sembrava già tanto tutto quello che
avevo avuto…quindi ho chiesto se potevo devolvere questo desiderio per qualcun
altro. >> spiegò serio Spike.
Ora
Angel era basito, il suo ex-childe era riuscito a sorprenderlo ancora una volta.
Un flebile filo di speranza, tornò a palpitare nel suo cuore, che non batteva.
<< Che…a chi….>> non riusciva a continuare.
<<
Sai…ci ho pensato bene…volevo essere sicuro di fare la cosa giusta Mi sono
venuti in mente Fred, Wesley…Tara…e tante altre persone che non ci sono più.
Ero tentato di chiedere che almeno uno di loro potesse fare ritorno alla vita,
ma sapevo che era sbagliato. Ricordo ancora bene come stava Buffy quando è
tornata, la sua sofferenza…non potevo infliggere un simile castigo a chi mi era
caro. Ma gli altri…là fuori, dubito che avrebbero i miei stessi scrupoli, ecco
perché ti ho chiesto di non raccontare niente. >> spiegò l’ex vampiro con
una vena di preoccupazione.
Angel
che aveva seguito attentamente il discorso, rimase molto colpito dalla maturità
di Spike. << Hai ragione, è meglio che non sappiano, di certo Willow o
Xander non capirebbero la tua decisione. >> gli disse cercando di
dimostrargli il suo appoggio.
<<
Già…Sono certo che Tara ora sta bene, ed Anya è giusto che abbia la possibilità
di redimersi dai suoi peccati…ma vallo a spiegare a loro! Comunque sia…io il
desiderio dovevo esprimerlo….cose come la pace sulla terra e felicità per tutti
non era fattibile…quindi…ho dovuto ripiegare su qualcosa di più pratico….ed ho
scelto te. >> esclamò a sorpresa Spike.
Adesso
anche Angel stava rischiando di avere un infarto. << Co…Cosa?>>
biascicò diventando più pallido del solito.
Il
sorriso furbetto che ora era sul volto di Spike era adorabile. Non gli capitava
spesso di vedere Angel con un’espressione simile, ne doveva approfittare.
<< Gli ho chiesto di trasformati in una checca. >> disse
ridacchiando.
Lo
sguardo torvo che ricevette in risposta era impagabile. Stava però rischiando
grosso. Decisamente Angel non aveva il senso dell’umorismo.
<<
A parte gli scherzi…ho chiesto se potevi tornare umano anche tu. >> disse
leggermente più serio.
<<
Non stai scherzando, Vero?!? Perché se scherzi su questo sei un uomo morto!
>> quasi gridò minaccioso Angel.
<<
No peaches…non ti sto prendendo per i fondelli. Ora però vedi di darti una
calmata…la cosa non è semplice. >> disse fermando sul nascere l’euforia
che stava prendendo campo sul vampiro.
<<
Ti pareva….era troppo bello per essere vero…sentiamo dove sta l’inghippo?
>> il vampiro stava tornando depresso.
<<
A parte il fatto che lassù non hanno preso tanto bene alcune delle cavolate che
hai combinato…..c’è la questione del patto da aggirare. Ma si può essere tanto
scemi da firmare un patto di sangue simile? Si può sapere dove avevi parcheggiato
il cervello? >> esclamò incavolato nero Spike contro l’amico-nemico.
Angel,
sempre più a terra, non si prese nemmeno la briga di rispondere. Ormai si
rendeva conto di avere commesso molti errori, seppur in buona fede.
<<
Ne abbiamo discusso un po’….e alla fine hanno trovato una soluzione…l’unico
modo per far si che tu possa tornare umano dovrà essere legato al
raggiungimento di un preciso evento. Un evento che non dovrà avere niente a che
fare con il fermare un’apocalisse. Solo così quel patto non avrà nessun valore.
Ma sia ben chiaro…tornerai ad essere un semplice essere umano. A te la scelta
se tentare o meno. >>
Era
come se Spike avesse tirato una bomba. Mille pensieri si agitarono nella mente
di Angel. Tornare umano e rinunciare alla lotta contro il male o continuare a
vivere la sua vita come aveva fatto fino ad adesso. Incapace di riuscire a
prendere una decisione, per la prima volta in vita sua, si ritrovò a chiedere
consiglio al suo childe. << Tu…tu che faresti al posto mio? >>
<<
E me lo chiedi? Accetterei senza nemmeno pensarci. Ma ti rendi conto? Avere la
possibilità di vivere di nuovo alla luce del sole…di poter stare più tempo con
tuo figlio…magari averne degli altri…non dirmi che tutto questo non ti
piacerebbe. >> esclamò Spike, sicuro delle sue convinzioni.
<<
Ma non potrei più combattere! >> si oppose Angel.
<<
Stammi bene a sentire Superman. Di là ci sono quattro…no, tre e mezzo
(indovinate chi è il mezzo)…uomini che di super non hanno niente. Eppure mi
sembra che, chi più chi meno, abbiano avuto tutti un certo peso nella lotta
contro il male. Pensa a Xander…non è certo un eroe…ma anche lui è riuscito a
fermare un’apocalisse. E di Giles ne vogliamo parlare?…Persino Wood è un ottimo
combattente, Andrew lasciamolo perdere…è solo un ragazzo…ma chissà che non ci
riservi delle sorprese. Per la miseria…hai duecento anni di esperienza sulle
spalle. Varranno pure qualcosa. Potresti
lavorare per il consiglio….tanto per dirne una. >> era una bella
filippica, ma avrebbe funzionato?
Angel
aveva ascoltato il sermone in religioso silenzio. Non una singola parola era
passibile di contestazione. Spike aveva ancora una volta ragione. << Va
bene, va bene…hai vinto tu. Sentiamo…cos’è che dovrei fare? >> chiese
arrendendosi all’evidenza dei fatti.
<<
Tanto per cominciare…piantala con il vittimismo e incomincia a tirare fuori le
palle, ti serviranno. Ricorda, la prima regola è: mai arrendersi! Anche se sarà
dura dovrai tenere duro…e niente compromessi. >> era chiaro che Spike si
riferiva ai Senior Partners e a tutto quello che era successo.
<<
OK! Quella è una lezione che ormai conosco. Vai avanti. >> lo incitò
Angel che non vedeva l’ora di sapere cosa doveva fare.
La
risposta non si fece attendere. << Beh…in poche parole…la prova che
dovrai superare si basa su questo: dovrai trovare i discendenti di coloro che
ti hanno maledetto, riuscire ad ottenere il loro perdono e la modifica della
tua maledizione. Solo quando sarai veramente padrone della tua anima, potrai
tornare umano. >> ecco un’altra bomba.
Angel
era frastornato, non aveva mai pensato che la maledizione potesse essere
cambiata. Ad averlo saputo prima, la sua non-vita non sarebbe stata così
difficile. Si sentì stupido e colpevole, per non avere mai cercato una
soluzione al suo problema.
La
conversazione stava per svolgere alla fine. Ma rimanevano alcune cose da dire.
<< Perché lo hai fatto? Perché hai voluto aiutarmi? >> chiese
perplesso il vampiro.
<<
Cosa vuoi che ti dica…tu ed io…anche se diversi…in fondo siamo una famiglia.
Anche se il legame non esiste più. >> rispose imbarazzato Spike,
rivelando quello che in fondo aveva sempre pensato del suo sire.
Commosso,
Angel si ritrovò ad abbracciare il suo childe, grazie a lui aveva ritrovato la
speranza, ma soprattutto ora sapeva che non aveva un solo figlio di cui essere
orgoglioso, ma due, sì erano proprio una famiglia. E per una volta, Spike, fu
felice di quell’abbraccio, perché ne comprendeva il significato.
Ora
era tempo di uscire dalla camera.
Capitolo 13
Inutilmente
le persone nella sala cercarono tracce di colluttazione quando Angel e Spike
uscirono dalla camera. I due apparivano tranquilli e sereni, fu chiaro a tutti
che erano riusciti a risolvere le loro controversie.
Spike
guardò preoccupato in direzione di Willow, la strega sembrava stare un po’
meglio ma era ancora turbata. Xander invece sembrava essersi ripreso. Infatti
fu proprio quest’ultimo a rivolgergli la parola per primo. << Spike,
penso di parlare a nome di tutti, nel ringraziarti per quanto hai fatto per
noi. E non mi riferisco solo ad avere salvato il mondo, per ben due
volte…personalmente ti sono grato per quello che hai fatto per Anya. Se non
fosse stato per te, quella testona sarebbe ancora là a discutere. >>
disse a voce alta, in modo che anche gli altri sentissero.
Il
biondo era imbarazzato, non era ancora abituato a quegli elogi. Scosse quindi
la testa e messo su il solito ghigno rispose: << Beh…era nel mio
interesse farlo…idem per il mondo…e poi…sei certo che ti abbia fatto un favore?
Guarda che quella parlava sul serio. Conoscendola…se esiste anche un solo
modo….rischi di ritrovartela un giorno fra capo e collo. >> voleva
sdrammatizzare e muoveva su e giù le sopracciglia.
Xander
ridacchiò a sua volta << Si starà a vedere…in ogni caso, anche se dovesse
tornare…non avrebbe campo facile. Forse non lo sai, ma le ragazze trovano che
sia molto sexy la mia benda. >> disse facendo l’occhiolino che però non
tornava tanto bene visto che aveva un occhio solo.
Giles
da dietro gli diede uno scappellotto affettuoso. In fondo considerava quei
ragazzi come figli suoi. Beh a parte Spike, lui poteva essere suo nonno.
<< Lo sai Spike, mi piacerebbe saperne di più sulla tua esperienza con le
forze dell’essere. Sai potrebbe essere utile redigere una relazione in proposito
>> non c’era niente da fare, era proprio un osservatore.
<<
Ma lei non la smette mai di pensare al lavoro? Abbiamo appena evitato
un’apocalisse…io direi che sarebbe il caso di festeggiare. Musica, danze e
divertimenti…ecco di cosa ha bisogno Spike. Non certo di sprecare il suo primo
giorno da umano in inutili chiacchere. >> esclamò eccitato il ragazzo.
Si, Xander si era veramente ripreso, non c’era più l’ombra di tristezza che
prima oscurava il suo volto. Era tornato il ragazzone scanzonato e divertente
che era sempre stato, solo un po’ più maturo.
<<
Concordo in pieno! Il bamboccio…ehmm…scusa…Xander ha ragione! >> concordò Spike.
La
stretta di mano che i due si diedero, era un segnale che indicava la nascita di
una bella amicizia. E la festa ebbe inizio.
Una
festa un po’ strana, visto che era ancora mattina. Andrew era stato inviato a
comprare stuzzichini e bevande varie. Dawn, si era occupata di scegliere la
musica e gli altri avevano fatto spazio nella sala, per poter ballare. Illyria
scoprì con sorpresa che ballare le piaceva e si scatenò sulla pista
improvvisata.
Angel,
visto il baccano che c’era fu costretto ad andare in camera per telefonare.
Desiderava parlare con suo figlio, assincerarsi che stesse bene. Per fortuna
era così, la telefonata però durò poco, Gunn era andato a cercare l’amico e
nonostante le sue opposizioni lo aveva trascinato a ballare. Vedendo che
persino Giles si era lanciato nel ballo, il vampiro non poté esimersi e si vide
costretto ad accennare qualche passo, scoprendo che in fondo non se la cavava
tanto male.
Spike,
inutile a dirsi, era proprio nel mezzo e si divertiva come un matto. Buffy,
però lo marcava stretto, non le andava giù che tutte quelle ragazzine potessero
palparlo.
Solo
Willow e Kennedy se ne stavano in disparte. Al biondo bastò un’occhiata per
vedere che stavano discutendo. C’era qualcosa che non andava fra loro, infatti
pochi istanti dopo, Kennedy infuriata, lasciò la compagna da sola e si fiondò
al tavolo delle bibite.
Anche
Buffy aveva assistito alla scena e fece per raggiungere l’amica, Spike però la
trattenne. << Se non ti spiace, vorrei andare io da lei….dopotutto il
casino l’ho creato io. >> disse con una smorfia.
Fiduciosa
in lui e nelle sue capacità, Buffy lo autorizzò con uno sguardo.
Arrivato
davanti alla strega, la prese gentilmente sotto braccio. << Ti va di
uscire un po’ fuori? >> disse pilotandola verso la terrazza.
Una
volta fuori e all’aperto, con il frastuono della musica che giungeva attutita,
non sapeva però che dire, poi però ebbe un lampo di genio. << Ti ho
chiesto di uscire perché ho una cosa da chiederti. >> disse iniziando il
discorso.
<<
Con Buffy non ne abbiamo ancora parlato….ma visto che….ci sposiamo….vorresti
essere la mia testimone? >> concluse emozionato.
Questa,
Willow, non se l’aspettava proprio. Era incredula ma commossa. << Ne...ne
sei sicuro? Pe...perché hai scelto me? >> chiese balbettante.
<<
E a chi altri avrei dovuto chiederlo, rossa! Sei stata la prima a preoccuparsi
per me, ti ricordi…quando volevo impalettarmi? E poi…se non fosse stato per te,
non avrei mai scoperto come era bello baciare Buffy. E’ grazie al tuo stupido
incantesimo che mi sono innamorato…e se ora sto per sposarmi per davvero…lo
devo a te. >> le disse dolcemente.
Willow
era incredibilmente emozionata e stava quasi per mettersi a piangere. Vedendola
sulla soglia delle lacrime, Spike l’abbracciò d’istinto. << Ehi…se non te
la senti…non importa, vuol dire che ripiegherò su Xander, anche se avrei
preferito mollarlo a Buffy. >> esclamò con il suo solito sorrisetto.
<<
Non ci provare nemmeno! Essere la tua testimone è un onore per me. E’ solo…che
non me lo aspettavo. Tu hai un dono veramente speciale. >> disse lei
sorridendo.
<<
Io avrei cosa? >> chiese lui perplesso.
Willow
però non gli rispose era persa dietro ai suoi pensieri. << Sai…prima ti
guardavo ballare e divertirti, sarei voluta venire da te per ringraziarti…per
Tara. Per tutto quello che hai fatto per lei…ma non ci riuscivo…perché mi
vergognavo…è a causa mia se lei ha sofferto tanto. >> disse triste.
<<
Guarda che ti sbagli…lei non ha sofferto a causa tua, ma per te….è diverso,
perché è questo che accade quando si sente che la persona amata sta male,
soffri a tua volta. Tara ti amava e non sopportava di vederti soffrire…e sono
certo che ovunque si trovi adesso, lei continua ad amarti e a desiderare solo
la tua felicità, quindi se tieni ancora a lei, devi smettere di essere triste. >> disse Spike, le
parole gli erano sgorgate dal cuore.
<<
Lo sai, sei veramente incredibile! E’ a questo che mi riferivo prima, tu hai la
capacità di fare sentire meglio le persone. Mi è bastato ascoltarti, sentirti
vicino e ora mi sento meglio. Ora capisco quello che ha provato Tara. E’ un
dono molto raro il tuo. >> disse lei scostandosi un poco dall’abbraccio
per guardarlo in volto.
Tutti
quelle lodi stavano facendo imbarazzare Spike. Forse era meglio cambiare
discorso. << Senti rossa, non per volermi fare gli affari tuoi…ma perché
discutevi con Kennedy, prima? >>
<<
Ci hai viste? Sai lei è un po’ possessiva. Non le è andato giù che mi sia
sfogata con Buffy, invece che con lei. >> spiegò la strega.
<<
E che c’era di strano? Per te Buffy è molto più di un’amica, siete come
sorelle. Lo stesso dicasi per Xander e Giles, voi siete una famiglia. E di
solito quando stai male chi può capirti meglio dei tuoi familiari? Mi sa che la
ragazza ha qualche problema, se non lo capisce. Se vuoi ci scambio due
chiacchere io. >> propose il biondo.
<<
No, grazie…non è necessario. In ogni caso mi sei stato d’aiuto…ho cercato di
spiegarle tante volte come stavano le cose…ma grazie a te…tu sei veramente
bravo con le parole….e se non ti scoccia, vorrei prenderle a prestito, sento
che queste saranno quelle giuste. >>.gli rispose Willow, che rinfrancata aveva ritrovato tutta la sua
grinta. Sciogliendosi dall’abbraccio decise di entrare in azione, sarebbe
tornata dentro e avrebbe affrontato la compagna. Ma prima doveva dire un’altra
cosa a Spike. << A proposito, guarda che nella lista dei familiari, ora
ci sei anche tu. >> esclamò rientrando.
Lui
rimase di sasso, quell’affermazione lo aveva scombussolato un bel po’. Sentiva
il bisogno di stare un po’ da solo, voleva godersi fino in fondo l’emozione di
quelle parole e quel posto. Il sole brillava alto nel cielo e lo inondava con i
suoi raggi. Quello era un giorno speciale per lui, lo avrebbe ricordato per
sempre.
La
sua solitudine era però destinata a durare poco, infatti vide con la coda
dell’occhio sopraggiungere Buffy. La cacciatrice lo abbracciò dal dietro,
posando la testa sulle sue spalle. << Che effetto ti fa…sentire di nuovo
il sole dopo centinaia di anni? >> gli chiese.
<<
Beh, a dire il vero è un po’ meno, ti ricordi l’anello di Amarra? Hai idea di
quanto ti ho odiata quella volta? >> disse lui con finto sguardo truce.
<<
Ah gia! Ma in fondo quello non eri tu…eri il grande cattivo…volevi
uccidermi….non eri il mio amore. >> disse lei, passandogli davanti e
facendogli gli occhioni dolci.
<<
Prima però volevo divertirmi un po’ con te. La verità è che tu mi sei sempre
piaciuta, passerotto, sin dalla prima volta che ti ho visto….mentre ballavi…al
Bronze. >> anche lui se voleva sapeva essere sdolcinato.
<<
Non ci credo…eri sempre tutto Grrr. Altro che divertirti…tu volevi farmi
fuori…me lo hai persino detto. Sabato ti ucciderò…ti ricordi? >> si
impuntò lei.
<<
Pensaci bene amore, avevo la pietra, ero invulnerabile, potevo girare al sole,
sarei potuto andare ovunque e la prima cosa che ho fatto qual è stata? Sono
venuto a cercare te! Mossa decisamente stupida, non credi? La verità è che mi
sono innamorato di te a prima vista, solo che l’ho capito solo molto tempo
dopo. Dru aveva ragione, lei ha iniziato a perdermi nell’istante esatto in cui
i miei occhi si sono posati su di te. Perché tu, piccola mia, sei la cosa più
bella che io abbia mai visto e non mi sazio mai di guardarti. >>
Il
bacio che seguì fu quasi d’obbligo e lasciò entrambi affannati, ma decisamente
soddisfatti.
<<
Ora però potrò finalmente abbronzarmi. Non mi è mai piaciuto il look pallido
come un morto. >> esclamò a sorpresa lui che non si smentiva mai.
<<
Sei sempre il solito, un attimo prima fai l’ultraromantico e un attimo dopo mi
fai ridere con le tue battute…io dovrei essere arrabbiata con te, sai? >>
disse lei sorridente.
<<
Perché? Che ho fatto? >>
.
<<
Mi hai fregato la testimone, ecco cosa hai fatto! Willow è venuta tutta
saltellante ad annunciarmi che non poteva più essere la mia, perché aveva
accettato di farla a te. Come diavolo hai fatto a convincerla? >> disse
Buffy con il broncio.
<<
Che vuoi farci…è una dote di natura… >> disse lui sorridendo sornione. Il
pugno che ricevette sul braccio lo fece aggiungere: << Ehi! Non
prendertela con me…è stata Willow a dirlo…secondo lei io possiedo un dono.
>> disse massaggiandosi il braccio.
<<
Sentiamo…quale sarebbe questo dono? >> borbottò la Cacciatrice, il
cipiglio non proprio incoraggiante.
<<
Recito, testuali parole: Ho la capacità di far stare meglio le persone. Inoltre
ha detto che sono bello, atletico e sexy. >> rispose Spike, e dovette
scappare per evitare un altro pugno.
<<
Scherzavo! Beh, la prima parte è vera.
Ha anche detto che ora mi considera uno della famiglia. Ha significato molto
per me, sai? >> bastava guardare il suo sguardo per capire che era serio
ed intenerita Buffy, lo prese a braccetto.
<<
Bene, e adesso sarà meglio andare a raggiungere la famiglia, prima che mi
distruggano casa. >> disse lei, fingendo preoccupazione, ma sapendo che
in quel momento lui non aveva bisogno di stare a riflettere su come era e stava
cambiando la sua vita. Quel momento sarebbe arrivato, e lei sarebbe rimasta ad
ascoltarlo, ma adesso voleva fargli veramente provare cosa si sente ad essere
parte di una famiglia.
Capitolo 14
La
festa andò avanti per tutto il giorno, solo verso sera gli ospiti, cominciarono
a togliere le tende. Le prime ad andarsene furono la schiera di cacciatrici,
accompagnate dalla loro leader, vale a dire Faith. La morettina non vedeva
l’ora infatti di rimanere sola con il fidanzato, vale a dire Wood. Un po’ alla
volta le teletrasportò via Willow. Poi, visto che aveva bisogno di tempo
per riprendersi, Angel e Gunn dovettero
aspettare.
Illyria,
sarebbe partita il giorno dopo con Giles, per Londra, voleva tenere fede alla
volontà di Wesley.
Xander
e Kennedy invece rimanevano lì, volevano aiutare Buffy con i preparativi per il
matrimonio. Andrew dal canto suo, era ormai ospite fisso della casa. Dawn, si
era appartata con Spike e avevano preso a parlare fitto, fitto. Buffy invece
era tutta presa a riordinare, quando Angel le si avvicinò.
<<
Buffy, scusa posso parlarti un attimo?>> le chiese.
<<
Dipende da quello che vuoi dirmi. >> rispose lei fredda.
<<
Io…volevo scusarmi…per le cose che ti ho detto. Non le pensavo veramente…ero
ferito…e volevo ferire a mia volta. >> disse lui impacciato.
<<
Sai, Spike lo aveva detto…che ti saresti scusato…io non ci credevo….invece…
>> lei si stava lentamente ammorbidendo.
<<
A quanto pare mi conosce bene…al contrario di me…io ho appena iniziato a conoscerlo.
>> disse Angel pensieroso.
<< Lui è fatto così, gli piace osservare le
persone, in questo modo finisce per conoscerle meglio di loro stesse. >>
rivelò Buffy, riflettendo a sua volta.
<<
Tu, invece sembri conoscerlo bene. >> osservò quasi sorpreso il vampiro.
<<
Diciamo che l’ultimo anno, mi ha permesso di capire tante cose, riguardo me
stessa e lui. >> rispose lei all’inespressa domanda nella sua voce. Non
desiderava però fare cenno all’anima di Spike, questa era un’informazione che
solo lui aveva il diritto di divulgare.
<<
Così adesso sai chi sei e cosa vuoi….e a quanto pare si tratta di lui. >>
c’era una nota triste nella sua voce di Angel.
<<
Gia! Senti Angel…non facciamola tanto lunga, se devi dirmi qualcosa, fallo.
>> disse Buffy che iniziava a
seccarsi.
<<
Volevo solo augurarti tanta felicità….e chiederti di fare il possibile per
renderlo felice…se lo merita. >> ora il vampiro era di nuovo impacciato.
Questa
Buffy proprio non se l’aspettava. << Sai…mi confondi…pensavo che questo
genere di consigli li avresti dati a Spike, non a me. >>
Sospirando
e guardando il biondino poco distante, Angel cercò di spiegarsi. << Lui
non ha bisogno di questi consigli…so che lo farebbe in ogni caso. Te l’ho
detto…inizio a conoscerlo. >>
Buffy
si chiese cosa mai si fossero detti i due, mentre erano in camera. Il risultato
era sorprendente. << Ciascuno di noi, ha qualcosa da far perdonare
all’altro. Anch’io non ci sono andata leggera con te. Mettiamoci una pietra
sopra, vuoi?>> disse tendendogli una mano.
Mano
che Angel si affrettò ad afferrare, avrebbe voluto abbracciarla, ma aveva paura
di irritare Spike, così si accontentò di tenerla stretta il più a lungo
possibile.
Spike
intanto si era diretto verso Willow, che se ne stava comodamente seduta sul
divano. << Senti rossa, mi faresti un piacere…visto che devi riportare
Gunn ed Angel a casa, daresti uno strappo anche a me? >> le chiese.
<<
Non vorrai mica andartene? >> chiese subito lei preoccupata.
<<
Scherzi? Volevo solo fare un salto al mio vecchio appartamento, per prendere le
mie cose. Dopo tornerei assieme a te. Tanto anche tu devi tornare, giusto?
>> chiarì subito lui.
<<
Oh, se è solo per questo…conta pure su di me! >> rispose lei sollevata.
<<
Okay! Ora vado ad avvertire Buffy. >> disse Spike allontanandosi di
nuovo.
Quando
Buffy lo seppe decise di aggregarsi, la scusa ufficiale era che voleva aiutare
nel trasloco, in realtà non voleva separarsi dal suo amore.
Los
Angeles:
Con
un PUFF, i cinque, apparvero nei pressi della sede della W&H. Ora il palazzo aveva un’aria squallida e
abbandonata. In giro sembrava che non ci fosse anima viva, ma fu comunque con
circospezione, che decisero di entrare. Tutti gli uffici erano deserti, ed era
sparita quell’aurea malvagia che prima li permeava. Si poteva invece, ancora
sentire il senso di pace che era seguito alla battaglia. Il silenzio regnava
sovrano, l’unico suono che si udiva era il rumore dei loro passi. Lo sbattere
di una porta, fece prendere uno spavento a tutti. La voce che ne seguì però li
tranquillizzò.
<<
Papaà, sei tu? Sei tornato? >>
Era
Connor che preoccupato, era andato lì per cercare suo padre, non avendo trovato
nessuno si era accampato nell’ufficio di Angel.
<<
Sì! Siamo appena arrivati! >> gridò il vampiro, correndo poi ad
abbracciare il figlio.
Buffy
osservò il ragazzo con interesse, sapeva della sua esistenza ma non lo aveva
mai conosciuto ( qui vado a ruota libera, perché non so se è vero o no). Le
sembrava che non assomigliasse gran che a suo padre, forse somigliava di più a
Darla. Anche se aveva avuto il dispiacere di conoscerla (aveva morso sua
madre), non si ricordava bene i suoi lineamenti.
Finiti
i saluti intanto Angel, si era dato alle presentazioni. << Ti presento
due amiche, Buffy la cacciatrice e Willow la strega più potente della terra.
Lui è Connor, mio figlio >> disse pieno d’orgoglio.
Connor
guardò con interesse le due nuove arrivate, il suo sguardo si soffermò di più
sulla cacciatrice. Rammentava vagamente di averne sentito parlare.
Sentendo
quello sguardo su di sé, Buffy decise di farla corta, non voleva impantanarsi
in lunghe e noiose spiegazioni. Quelle le lasciava volentieri ad Angel.
<< Ciao, Connor, è un vero piacere conoscerti, finalmente. Peccato però
che ora siamo di fretta, dobbiamo andare a casa di Spike per prendere le sue
cose, visto che si trasferisce a Roma con me. Poi, sono certa che tu e tuo
padre abbiate molte cose da raccontarvi e la nostra presenza risulterebbe di
troppo. >> disse lanciando una significativa occhiata ad Angel.
Capita
l’antifona, il vampiro si vide costretto ad appoggiarla. Era arrivato il
momento dei saluti, che si rivelarono un po’ imbarazzanti. Soprattutto per
Spike che si vide riabbracciare ancora una volta.
Mentre
i tre uscivano dal palazzo, Angel con Gunn a fianco, si rivolse a suo figlio.
<< Buffy, aveva ragione…di devo parlare di un sacco di cose…non hai idea
di quante me ne siano successe negli ultimi tre giorni. Pensa che ho persino
imparato a ballare. >>
Sentendo
le ultime parole del suo ex-gran sire, Spike non poté fare a meno di ridere, e
le altre due gli fecero coro.
Roma:
Si era fatto tardi e quasi
tutti erano già andati a dormire, Spike stava finendo di sistemare in giro per
casa i suoi miseri averi. La prima cosa che aveva messo a posto era stato lo
spazzolino da denti che ora troneggiava accanto a quello di Buffy. Quello era
per lui come un simbolo, stava per cominciare una nuova vita al fianco della
donna che amava.
Stava
per raggiungerla quando la voce di Giles lo chiamò dalla cucina. Avrebbe voluto
fare finta di non averlo sentito, ma in fondo anche lui aveva da parlargli.
<<
Si, Rupert, che c’è? >> gli
chiese.
<<
So che penserai che sono uno scocciatore…ma c’è una cosa che continua a girarmi
per il cervello e volevo discuterne con te >> disse l’osservatore stranamente era
titubante.
<<
Sentiamo. >> esclamò gentile Spike.
<<
Stavo pensando…a quale sia il reale potere di un’anima…della tua nella
fattispecie. Non si può negare che si sia resa
rilevante nelle ultime due apocalissi…è grazie ad essa se è stato
possibile scongiurarle…stesso discorso per quanto riguarda il tuo ritorno
all’umanità. D’altro canto…se non fosse stato per il tuo demone….non l’avresti
mai riottenuta…né tantomeno saputa sfruttare…questo si evince dagli ultimi
eventi. Ecco volevo sapere cosa ne pensi tu. >> come discorso era bello
tosto.
Spike
si prese un po’ di tempo prima di rispondere, quello era un quesito veramente
difficile da risolvere. << Vedi Rupert, forse mi sbaglierò, ma io credo
che il potere di un’anima sia diverso da persona a persona. Molta gente non ci
pensa, agisce senza tenerne conto…altrimenti come si spiega che ci siano tanti
esseri umani che vivono la loro vita facendo del male agli altri? Nel mio caso
è stato diverso…perché io l’ho cercata, voluta…le ho dato importanza. Uomo o
demone non importa…tutti quanti dovrebbero fare lo stesso, perché solo agendo
così se ne scopre la forza. Ecco qual è il vero potere di un’anima…è quello che
tu stesso le dai. >>
Giles
ascoltò quel monologo con crescente stupore, quando aveva proposto quella
domanda a Spike, si aspettava quasi una risposta annoiata, invece aveva
ottenuto un giudizio semplice e profondo al tempo stesso. Possibile che l’uomo
che aveva davanti fosse lo stesso vampiro che aveva conosciuto tanto tempo fa?
Quanto di lui era cambiato e quanto rimasto uguale? Il desiderio di scoprirlo
lo fece sentire vivo, come non si sentiva da tempo. Quella era una sfida e lui
voleva vincerla.
<<
Credo che tu abbia ragione…sai mi piacerebbe parlare con te di tantissime altre
cose…ma capisco che per questa sera tu ne abbia abbastanza, sarai stanco e
vorrai andare a “dormire”. Ma che ne
dici se riprendiamo il discorso in un altro momento?>> chiese speranzoso.
<<
Niente in contrario. In cambio però avrei un favore da chiederti. >>
rispose tranquillo l’ex vampiro.
<<
Non è che vuoi dei soldi, vero? >> chiese invece preoccupato Giles,
memore del passato.
<<
Ehi! Per chi mi hai preso! Non le faccio più certe cose. >> rispose
indignato Spike.
<<
Scusa…di che si tratta allora? >> chiese Giles pentito.
<<
Beh…ecco…avrei un problema…e tu forse potresti aiutarmi…>>
Il
resto della frase si perse nel vuoto. (abbiate pazienza fra poco lo scoprirete)
Qualche
minuto più tardi, Spike entrava finalmente nella camera di Buffy, lei era a
letto e lo stava aspettando.
<<
Era ora, stavo per darti per disperso…cosa ti ha trattenuto tutto questo tempo?
>> gli chiese imbronciata.
<<
Scusa amore, ma Giles mi ha bloccato…era in vena di filosofeggiare. >> le
rispose, sedendosi sul letto vicino a lei.
<<
E non potevi inventarti una scusa e scappare via? >> esclamò lei, mentre
iniziava a sbottonargli la camicia.
<<
Ero tentato…ma avevo bisogno di chiedergli una cosa. >> dal canto suo,
lui le tirava su la maglietta.
<<
Ed era più importante di questo? >>
chiese lei, mentre faceva scorrere le sue mani su di lui.
<<
Se mi vuoi ancora sposare, sì. >> e lui faceva lo stesso.
<<
Che intendi dire? >> chiese lei tirandosi indietro per guardarlo seria in
volto.
<<
Passerotto, per sposarsi ci vogliono i documenti…ed io non posso certo andare
all’ambasciata inglese dicendo “ Scusate…sono stato un vampiro per un centinaio
di anni, ma ora sono tornato umano…non è che posso avere dei nuovi documenti?”,
così ho pensato di chiedere a Giles se poteva aiutarmi, lui ha un sacco di
conoscenze. >> le rispose.
<<
E lui che ha detto…ti può aiutare? >> chiese già preoccupata Buffy,
rendendosi conto solo in quel momento del problema.
<<
Dice di sì…ha intenzione di occuparsene già da domani, non appena arriverà a
Londra. Entro la fine della settimana dovrei riuscire ad averli. >> le
rispose mentre aveva preso a baciarle il collo.
Sollevata
che quella piccola crisi si fosse risolta, lei salì sopra di lui e prese a
mordicchiargli un orecchio.
<<
Mmmm! Amore, così mi fai impazzire. >> mugolò lui , mentre le sue mani
correvano ai seni di lei.
<<
Bene…perché è proprio quello che voglio. >> esclamò lei passando all’altro
orecchio e slacciandogli intanto i pantaloni. Sotto di sé sentiva l’evidente
eccitazione di lui.
<<
Tesoro…spero che tu non ti sia limitata a comprarmi solo questi di “vestiti”.
>> le chiese lui sollevando un sopracciglio.
<<
Tu che ne dici? >> rispose lei con un sorriso furbetto. Poi si sporse per
aprire il cassetto del comodino a fianco al letto, ci rovistò un attimo per poi
tirarne fuori una confezione formato famiglia di preservativi. << Spero
che la “taglia” sia giusta. >>
aggiunse.
<<
Non resta che provarli. >> le rispose con il suo solito sorrisetto
malizioso Spike.
Il
resto lo lascio alla vostra immaginazione, vi dirò solo una cosa, la scatola
non durò a lungo.
Roma
(due mesi dopo):
Spike, si stava facendo
una doccia nella camera d’albergo in cui aveva passato la notte. Non era
riuscito a dormire molto, Buffy gli era mancata. Le ragazze non avevano voluto
sentire ragioni…la notte prima delle nozze…i due innamorati dovevano dormire
separati (paura eh!).
Così
si era ritrovato solo soletto a riflettere su tutte le cose che gli erano
successe nell’ultimo periodo.
Adesso aveva ben due lavori, anzi tre,
considerando l’aiuto che dava a Buffy nell’allenare le cacciatrici. Il primo
consisteva nel ruolo di consulente, che aveva accettato di svolgere per il
consiglio, retribuito s’intende. Per il secondo invece, aveva dovuto
rispolverare la sua vecchia laurea in lingue antiche (latino e greco), Giles
era riuscito a inserirlo come docente presso l’università La Sapienza. Ad Ottobre
avrebbe iniziato a tenere dei corsi.
La
prima cosa che aveva fatto, con il suo primo stipendio era stato andare a
comprare l’anello di fidanzamento per Buffy. Per fortuna il consiglio lo pagava
bene, perché aveva scelto un diamante (è per sempre) tagliato a forma di cuore,
montato su oro bianco.
Per
darglielo aveva organizzato una serata romantica, in un ristorantino con luci
soffuse e musica soft.
Dopo
averle donato una rosa, si era messo in ginocchio, incurante degli sguardi degli
altri avventori, e presole la mano le aveva infilato l’anello al dito, dicendo
semplicemente “Ti amo Buffy.” Alle lacrime di commozione di lei era seguito un
applauso, proveniente dai tavoli vicini. La serata era poi proseguita come un
sogno, avevano ballato stretti, stretti, persi l’uno nell’altro. Tornati a casa
avevano poi fatto l’amore in un modo incredibilmente dolce e sensuale al tempo
stesso.
Ma
c’era di più, aveva iniziato a scoprire alcuni dei suoi nuovi poteri. Era
successo per caso, quella sera era impegnato in un meeting telematico con Giles
e non era potuto andare a fare la ronda con Buffy. Improvvisamente aveva
avvertito una strana sensazione, lei era in pericolo. Senza sapere come, si era
trovato a scomparire da dove si trovava e riapparire nelle vicinanze di lei.
Buffy
stava combattendo contro quattro demoni Fyarl. Si era lanciato immediatamente
in suo aiuto e in men che non si dica che cose si erano risolte. Ora restava
l’interrogativo “Come aveva fatto ad arrivare lì?”, c’era poi da considerare la
sensazione che aveva provato. Inaspettatamente la solita voce profonda delle
forze dell’essere, parlando alla sua mente, aveva dato la risposta.
<<
Il legame che hai con la donna che ami è molto forte, ecco perché sei riuscito
a sentire che era in difficoltà. Quanto al modo in cui l’hai raggiunta, si
tratta di semplice teletrasporto, un potere che potrà esserti molto utile in
futuro. >>
Galvanizzato
da quella scoperta, dopo averne informato Buffy, aveva deciso di provare a
tornare a casa nello stesso modo.
Per
scomparire, era scomparso…il problema era che non era ricomparso esattamente
dove voleva. Con orrore, aveva scoperto di essere finito nientemeno che nella
fontana di Trevi, con l’acqua che gli arrivava sopra i ginocchi. Cercando di uscirne
era poi scivolato, finendo col bagnarsi completamente. Per finire era dovuto
scappare da dei vigili che volevano fargli la multa.
<<
Devi stare attento, questo è un potere che all’inizio è difficile da
controllare. >> aveva esclamato la solita voce.
<<
Me lo dite solo adesso?!>> aveva sbraitato lui infuriato, ma non era
giunta nessuna risposta.
Tornato
a casa, bagnato come un pulcino, fece sbellicare dalle risate Buffy che era
tornata, e Dawn, con il racconto delle sue peripezie.
Da
allora aveva però imparato la lezione, aveva iniziato a fare spostamenti
semplici, da una stanza all’altra e a parte quella volta che si era ritrovato
con i piedi nel lavello della cucina (forse era attratto dall’acqua), non gli
erano capitati altri incidenti. Tremava al solo pensiero a quali danni in cui
sarebbe incorso, quando gli altri poteri si fossero attivati.
La
festa di addio al celibato che Xander aveva organizzato per lui, si era
rivelata un vero spasso. Il bamboccio si era aggiudicato molti punti in suo favore.
C’era solo da augurarsi che Buffy non venisse mai a sapere delle
spogliarelliste.
Ora
però doveva smettere di ricordare, chiudendo l’acqua della doccia, Spike uscì
prendendo ad asciugarsi. Doveva sbrigarsi, fra poco meno di un’ora doveva farsi
trovare pronto ad attendere davanti all’altare la sua promessa sposa.
Guardandosi
allo specchio, si passò una mano fra i capelli bagnati. Un mesetto prima gli
era venuta la tentazione di tagliarli corti e farli tornare del loro colore
naturale. Buffy si era però opposta con tutte le sue forze “Scordatene! I tuoi
capelli mi piacciono come sono, così lucidi, lucidi.”, gli aveva detto
accarezzandoli e lui aveva capitolato.
Si
era appena infilato i pantaloni del vestito, quando qualcuno bussò alla porta.
Era la sua testimone, Willow, accompagnata da Andrew.
<<
Sei ancora così? Guarda che fra poco dobbiamo essere in chiesa! >> lo
rimproverò lei.
Già
stava proprio per sposarsi in chiesa, con rito cattolico. Impensabile per uno che
fino a due mesi prima era stato un vampiro.
<<
Calma rossa, mi bastano cinque minuti e sarò vestito di tutto punto. Non sono
come voi donne, che perdete un sacco di tempo a trucchettarvi. >> le
rispose acido.
<<
Uh. A quanto vedo…qualcuno non ha preso bene…una notte da single. >>
rispose lei cogliendo nel segno.
Infilandosi
la camicia, lui le fece un sorrisetto che avrebbe voluto essere di scherno,
peccato che lo sfigato fosse proprio lui.
Ora
era la volta della cravatta. Andrew si offrì per sistemargliela, ma Spike,
ringraziandolo gentilmente rifiutò l’aiuto. Se c’era una cosa che sapeva fare
bene ( a parte il sesso) era proprio quella.
In
quel momento si udì ancora bussare alla porta, chi mai poteva essere? Con sua
grande sorpresa, scoprì che era Dawn, in compagnia di Robin Wood. Facendo un
cenno di saluto all’uomo ( i loro rapporti erano migliorati ma non erano ancora
ottimali) si rivolse subito alla ragazza.
<<
Dawn, che accidenti ci fai qui? Non dovresti essere con tua sorella? E’
successo qualcosa? >> chiese preoccupato.
Un’
identica domanda era partita anche da Willow.
Sbuffando
Dawn, li calmò. << Tranquilli! E’ tutto Okay! Se sono qui è proprio a
causa di quella pazza di mia sorella. E’ andata in tilt. Starsene una notte da
sola gli ha fatto più male che bene. Stava torturando tutti noi con domande del
tipo: e se Spike avesse cambiato idea? Se non si presentasse all’altare, Se non
mi ama più? E cose del genere. >>
Tutti
risero decisamente più sereni. A quanto pare non aveva preso bene neanche lei
la lontananza.
<<
Voleva chiamarti, ma aveva paura che portasse sfiga, sentirti prima delle
nozze. Così io mi sono offerta volontaria per venire a chiederti di persona
come stavano le cose. A dire il vero voleva venire Faith…ma io l’ho battuta sul
tempo, non avrei resistito un minuto di più a quella lagna. >> concluse a
precipizio, la ragazza, facendo un sospiro di sollievo.
<<
No, si, si! >> esclamò ermetico Spike.
L’Eheeee!
Fu di gruppo.
<<
Stavo rispondendo alle domande. No, non ho cambiato idea, si, mi presenterò
all’altare, si, la amo ancora. Può bastare o ce ne sono altre? >> spiegò
lui tutto sorridente.
Ancora
un po’ confusa Dawn, pensò bene di chiamare la sorella al cellulare. Buffy rispose
al primo squillo, doveva essere rimasta ad aspettare con il telefono in mano.
<<
Che cosa ha detto? Ci sono problemi? Per la miseria Dawn, mi vuoi rispondere?
>> era proprio partita per la tangente, visto che era proprio lei che
sbraitando impediva alla sorella di rispondere.
Per
riuscire a farsi sentire, la ragazza fu costretta ad alzare il tono della voce
al massimo. << Ti vuoi dare una calmata? Lui ti ama ancora e non vede
l’ora di sposarti! >> gridò esasperata.
Per
qualche secondo, dall’altro capo del telefono dopo un lungo sospiro di
sollievo, si sentì solo silenzio, ma non durò a lungo. Nel frattempo Spike
aveva finito di annodarsi la cravatta e stava per indossare la giacca.
<<
Digli di stare attento in macchina e se non dovesse partire, che non si azzardi
a usare il teletrasporto…potrebbe perdersi chissà dove…e….>> stava
continuando all’infinito Buffy.
<<
Buffy! Ti ricordo che qui c’è Willow, se la macchina non dovesse partire ci
penserebbe lei e…..WOW! >> stava dicendo esasperata Dawn, quando aveva
visto lo sposo al massimo del suo splendore.
<<
Wow?!? Che c’è, che è successo? >> chiedeva ultrapreoccupata la sposa che non capiva il perché di quella
esclamazione.
<<
C’è che Spike è WOW! Non ci sono parole per descriverlo…è un vero schianto.
Devi vederlo per capire…quindi vedi di darti una mossa, lui è già pronto e
stiamo uscendo. >> Incurante della voce di Buffy che ancora risuonava al
cellulare, Dawn interruppe la comunicazione. Voleva godersi quello spettacolo
in anteprima.
Spike
indossava un vestito grigio chiaro leggermente cangiante. I pantaloni erano di
taglio abbastanza classico, mentre la giacca aveva uno stile vagamente
orientale. Un po’ più lunga di una giacca normale, era priva di colletto,
aderiva al suo corpo come una seconda pelle, delineando sia le larghe spalle
che la vita e i fianchi stretti. La camicia era bianca, il collo piuttosto
alto, con solo due piccole punte, e vi era stata sapientemente abbinata una
cravatta di seta del colore dei suoi occhi, legata in un morbido nodo. Le
scarpe inoltre erano di un grigio leggermente più scuro rispetto al vestito
(tutta moda italiana). Il tutto faceva risaltare al meglio il fisico atletico
dello sposo che con i suoi capelli brillanti, era un vero e proprio spettacolo.
<<
Vado bene così? >> chiese un po’ preoccupato. Era talmente preso a
sistemarsi alcuni riccioli ribelli, che non aveva sentito né l’esclamazione, né
tantomeno la spiegazione di Dawn. E poi si sa l’emozione gioca brutti scherzi.
<<
Se quella scema di mia sorella non ti sposa, lo faccio io. >> esclamò con
voce sicura Dawn.
<<
Assomigli ad un principe, no che dico, a un re! >> Andrew era sempre il
solito.
<<
Sei un vero figurino. Se non fossi gay, quasi, quasi ti salterei addosso.
>> gli disse per rassicurarlo Willow.
<<
Confermo e sottoscrivo. Se non fossi etero farei lo stesso. >> disse sogghignando Wood. (Una battuta dovevo
pur fargliela dire)
<<
Non sono certo che mi piacciano i vostri apprezzamenti. Non è che mi devo
preoccupare, vero? >> rispose Spike stando allo scherzo.
Fu
tra battutine e risatine varie, che il gruppetto giunse fino agli scalini della
chiesa. La maggior parte degli ospiti era già arrivata e salutò festosa il
futuro sposo. La maggior parte era composta da cacciatrici, fra le quali spiccavano
due demoni. Una era Illyria, che per l’occasione si era vestita elegantemente
ma aveva rifiutato di assumere aspetto umano. L’altro era Clem. Willow era
riuscita infatti a rintracciare il simpatico demone e gli aveva recapitato
l’invito per le nozze. Commosso e contento che i suoi due amici fossero
finalmente felici insieme, aveva accettato con gioia d’intervenire. Non poteva
certo mancare al matrimonio dell’anno.
A
sorpresa, era invece arrivato con Gunn, Connor. Il ragazzo era venuto in rappresentanza
di suo padre, Angel infatti in quel momento si trovava in Romania. Il vampiro
aveva raccontato al figlio tutta la storia e lui si era sentito in obbligo
d’esserci, in fondo, come Angel gli aveva detto, lui e Spike erano un po’ come
fratelli. I due avevano passato un po’ di tempo la sera della festa di addio al celibato a parlare, rendendosi conto
di avere molto in comune.
Un
fremito d’eccitazione si fece strada fra la folla, l’auto della sposa, stava
arrivando. Spike si affrettò a raggiungere l’altare, avevano scelto di
utilizzare il rito classico. Negli ultimi tempi il suo colorito era diventato
decisamente abbronzato, ma in quel momento era pallido, preso dall’emozione.
Willow
intuendo la sua tensione, gli strinse forte il braccio per incoraggiarlo. Ecco,
la sposa stava entrando e la marcia nuziale aveva preso a suonare.
Buffy
era accompagnata da Giles, che impacciato la scortava all’altare. Li seguiva a
ruota Xander, testimone della sposa. Avevano deciso di non utilizzare delle
damigelle d’onore, sarebbe stato un problema sceglierle fra tante cacciatrici,
e poi c’era da considerare anche il fatto che la migliore amica della sposa era
la testimone dello sposo.
Mentre
la guardava avanzare lentamente, a passo di musica, Spike ripercorreva mentalmente
tutti i momenti più salienti della sua storia con lei. Quei primi baci, frutto
di un incantesimo. Il loro vero proprio primo bacio, scambiato fuori dal Bronze
con la musica di sottofondo. Poi quelli dati di nascosto nel locale. Infine
quello che lei gli aveva dato a Los Angeles quando si erano rivisti. La sua
vita era nelle labbra di quella donna.
Anche
Buffy stava facendo lo stesso percorso mentale, rivedeva il vampiro
inginocchiato a casa di Giles che le chiedeva di sposarlo. Il suo sguardo in
fondo alle scale, quando lei era tornata alla vita. Lo rivedeva distrutto,
mentre le diceva di avere ripreso la sua anima per lei. E ancora i suoi occhi,
nella bocca dell’inferno, mentre tutto crollava. Lei viveva nei suoi occhi.
Quando
finalmente si ritrovarono di fronte, l’uno all’altra e le loro mani si unirono,
sentirono che ogni dolore, pena, sofferenza subita era servita a portarli a
questo momento, quello era il loro destino.
Le
parole del prete, gli scambi degli anelli, tutto avvenne come in un sogno, un
sogno che si avverava.
Solo
quando le loro labbra si toccarono per suggellare il loro matrimonio, si
svegliarono un attimo, per continuare poi a sognare, un altro sogno, un’altra
vita.
Fine? (Chissa?)