ROSA FRANCESCA
Autrice:
Cristal(e-mail cristallidiluce@libero.it)
Timeline:
spoiler: 2° serie Btvs
Disclaimer:
i personaggi di Buffy the Vampire Slayer non sono miei ma di Joss Whedon,
Rating:
PG-13
Pairing:
Buffy/Angel
Nota:
la storia si svolge tra le puntate Phases e Bewitched, bothered and bewildered,
quindi tra il 27 gennaio e il 10 febbraio 1998. Qui il ruolo di Angelus è
fondamentale perché anche se lui vuole distruggere Buffy, si ritrova a capire
che in fondo non può fare a meno di lei. Il fiore che vi descriverò non esiste
quindi non provate a cercarlo, me lo sono inventato.
Quella
sera Buffy aveva deciso di andare a caccia da sola.
Willow
si era appena messa con Oz e la storia tra Xander e Cordelia cominciava a farsi
sempre più vera, quindi lei aveva deciso di lasciarli stare e dedicarsi alla
ronda per conto suo.
Giles
avrebbe dovuto accompagnarla, ma all’ultimo gli era giunta una chiamata
dall’Inghilterra e probabilmente era ancora attaccato al telefono con quelli
del Consiglio.
La
sera pareva fiacca. Buffy girava da ore per i cimiteri senza trovare traccia di
vampiri, forse quella sera anche i novellini avevano deciso di non uscire.
“Oh,
dannazione, possibile che abbiate tutti così tanta paura di me?!”
Pensò
infastidita. Aveva voglia di menare le mani, doveva scaricare un bel pò di
tensione.
Ma
poi ricordò che da quando Angelus era tornato qualche vampiro aveva
strategicamente deciso di abbandonare
Sentì
una stretta al cuore pensando a lui. Come le mancava. E ancora erano passati
solo pochi giorni. Non poteva credere che l’uomo dolce e affettuoso di cui si
era innamorata si era trasformato nel mostro crudele e spietato che aveva avuto
la sfortuna di incontrare.
E
tutto per colpa sua.........Sentì un rumore dietro un cespuglio e uscendo dalla
tasca il suo paletto si avvicinò senza far rumore.
Stava
per scostare le foglie quando qualcosa saltò fuori e le saltò addosso facendola
cadere a terra. Poi si scansò da lei e dopo aver ripreso per un attimo il
respiro Buffy ebbe modo di vederlo.
Era
un demone, alto, dalla pelle verde e dura, pareva molto pericoloso.
Si
alzò con un balzò e si mise in guardia. Il demone non perse tempo ad attaccarla
mettendola subito in difficoltà.
Lei
ebbe un attimo di smarrimento ma subito dopo riacquistò la concentrazione e con
un calcio lo allontanò da sé. Il demone tornò ad attaccarla ma lei schivò i
suoi pugni rispondendo con altri allo stomaco e poi con un calcio.
Gli
si lanciò contro ma il demone la afferrò per la gola alzandola da terra e
stringendogliela forte. Buffy annaspò in cerca del terreno e del fiato che
cominciava a mancarle sempre di più.
Non
si accorse che il demone le bucò la pelle con un ago che aveva attaccato ad un
dito. Poi la fece cadere a terra.
Buffy
tossì in cerca di aria tenendosi la gola. Quando si rialzò si accorse che il
demone era sparito.
Si
guardò intorno cercandolo ma pareva essersi volatilizzato nel nulla.
-Giles,
domani si divertirà un mondo a fare ricerche.-borbottò ironica rimettendosi a
posto e poi riprese la strada di casa. Per quella sera avrebbe finito lì.
Sentì
un leggero pizzicare al braccio destro e se lo massaggiò con la mano sinistra
continuando a camminare. Forse, il demone l’aveva colpita lì durante la lotta
senza che lei se ne fosse accorta, pensò.
La
mattina dopo si ritrovò in biblioteca con i suoi amici al completo per parlare
del demone della sera prima.
-Ed
è sparito?-fece Willow stupita.
-Volatilizzato!-le
confermò Buffy.-Ha tentato di strozzarmi, poi mi ha gettato a terra e se ne è
andato.-spiegò rapidamente.
-Forse
all’ultimo ha avuto i sensi di colpa e ha deciso di lasciarti andare.-ipotizzò
Cordelia.-Magari c’è ancora qualche demone che ha una coscienza.-concluse per
dare maggior forza alle sue prime parole.
-Questo
lo escluderei, Cordelia.-la contraddisse Giles posando un libro aperto davanti
Buffy.-Era questo?-le chiese.
-No,
l’ho visto bene, non aveva questa testa a punta. Era un pò sferica e bella
dura.-rispose dopo aver guardato la figura.
-Riprenderò
le ricerche.-l’osservatore riprese il libro e tornò sul soppalco a cercare.
-Beh,
è meglio che ti abbia lasciato andare, adesso tu sei qui a raccontarcelo.-cercò
di sdrammatizzare Xander.
-Non
avevo pensato a questo.-rifletté la cacciatrice. Si accorse che sentiva il braccio
debole.-Deve avermi fatto più male di quanto ricordi, quasi non sento più il
braccio.-notò roteando la spalla.
-Ti
riprenderai in fretta, sei la cacciatrice ricordi?-le sorrise Willow.
-Si,
è vero.-in quel momento si accorse anche di avere più caldo di quanto non ce ne
fosse fuori.-Non vi sembra che la temperatura sia un pò aumentata?-chiese agli
amici.
-Credo
che ci sia un grado in più di ieri.-concordò Cordelia.
In
quel momento Giles tornò e mise un altro libro davanti la cacciatrice.
-Era
questo?-le chiese.
Buffy
lo osservò bene.
-Si,
era questo. Visto così è ancora più brutto.-constatò con una smorfia.
Giles
si riprese il libro e cominciò a leggere le informazioni sul demone.
-È
un demone potente, in effetti.-esordì.-La sua specie si chiama Elistro, è
originario dell’Italia. Ti sei sentita pungere?-la guardò.
-No.-scosse
la testa.
-Pare
che droghi le sue vittime con una droga che ha nell’ago che gli spunta da un
dito della mano.-spiegò.
-Sono
stata fortunata.-sorrise e si alzò ma la colse un senso di vertigine.
Si
aggrappò alla sedia e sorrise facendo in modo che nessuno si accorgesse del suo
malore.
-Stanotte
non hai visto Angel?-si informò Giles.
-No,
per fortuna no.-gli rispose capendo a stento che stava parlando del vampiro.
-Meglio
così, penso che tu non sia ancora pronta.-chiuse il libro e lo posò sul tavolo.
-Ma
per quando sarai pronta, ricordati che il paletto nel suo cuore io lo vorrei
vedere.-aggiunse Xander ricevendo un’occhiata torva da parte di Willow e una
gomitata da Cordelia.
Buffy
fece qualche passo ma la stanza cominciò a vorticarle attorno.
-Giles....-chiamò
barcollando.
Tutti
se ne accorsero e corsero da lei che svenne.
Quando
riaprì gli occhi si trovava nell’infermeria e tutti i suoi amici erano intorno
a lei.
-Dove
sono?-chiese piano.
-In
infermeria.-la informò Willow.-Stai bene?-si preoccupò.
-Si,
è stato solo un giramento di testa.-si tirò a sedere.
-Dovresti
riposarti, forse ieri sera hai preso freddo.-ipotizzò Giles con una
preoccupazione quasi paterna.
-Si,
forse è così.-si alzò lentamente e aiutata da Xander tornò a casa.
Quella
sera si sentiva peggio. Mentre si spogliava per mettersi il pigiama si guardò
allo specchio e notò che aveva una grossa macchia scura sul braccio destro.
La
osservò più attentamente e constatò che era simile ad un livido, con un piccolo
buco, come se le avessero fatto un’iniezione, al centro.
Pensò
che forse si era punta con qualcosa e alzando le spalle indossò il pigiama.
Si
sedette sul letto sentendo la testa che le scoppiava. Se la prese tra le mani e
fu così che Joyce la trovò quando entrò nella sua camera per informarla che lei
andava a dormire.
-Amore,
stai male?!-esclamò sedendole accanto.
-Mi
scoppia la testa.-mormorò.
Joyce
le tastò la fronte preoccupata.
-Buffy
tu hai la febbre alta.-constatò.-Mettiti sotto le coperte.-
La
fece coricare rimboccandole le coperte.
-Dopo
una bella dormita ti sentirai meglio, magari è un pò di freddo.-le sorrise
dolcemente e dopo averle dato un bacio in fronte le spense la luce e uscì.
Quella
notte Buffy si rigirò nel letto in preda a vampate di calore. Sudava e si era
tutta scoperta togliendosi addirittura la giacca del pigiama e rimanendo con
una canotta che aveva sotto.
Fu
così che Angelus la trovò quando entrò nella sua stanza dalla finestra. Stupito
si avvicinò al letto e le tastò la fronte. Dopo aver constatato che aveva la
febbre alta, le rimboccò le coperte e poi le accarezzò il viso.
Nel
buio e nel sonno la trovava di una bellezza accecante, quasi eterea.
Rimase
a guardarla per un’ora circa toccandola un pò qua e là e poi se ne andò così
come era venuto.
La
mattina dopo, Buffy stava anche peggio e quando Joyce andò a svegliarla, la
figlia le disse che non sentiva più il suo corpo.
Preoccupata,
la donna la caricò in macchina e la portò in ospedale dove subito la misero
sotto osservazione e le fecero un mucchio di analisi.
Nella
tarda mattina un medico finalmente le disse qualcosa.
-Abbiamo
riscontrato una sostanza strana e sconosciuta nel sangue di sua figlia.-esordì.
-Che
sta dicendo?-si stupì e preoccupò insieme.
-Non
è droga, stia tranquilla. Io credo che sia veleno.-le disse.
-Cosa?-sgranò
gli occhi.-Ma conoscete una cura.-
-Ci
stiamo ancora studiando, io non avevo mai visto una sostanza
simile.-rispose.-Abbiamo portato Buffy in osservazione se peggiora saremo
costretti a spostarla in terapia intensiva.-continuò guardando una cartelletta.
-Vado
a prenderle delle cose a casa. Torno subito.-disse e lasciò l’ospedale.
Una
volta a casa trovò davanti Willow, Xander e Cordelia in ansia per l’assenza di
quella mattina di Buffy. La donna spiegò loro tutto con le lacrime agli occhi e
poi disse loro che se volevano andarla a trovare sarebbero stati i benvenuti.
-Io
vado da Buffy. Xander, Cordelia avvisate Giles.-disse Willow e i tre si
separarono.
Giles
rimase scioccato dalla novità e si gettò nelle ricerche sul demone affrontato
da Buffy, forse qualcosa era andato storto nelle sue prime ricerche. Rimase
Cordelia ad aiutarlo mentre Xander raggiungeva Willow.
Trovò
la sua migliore amica nella camera della cacciatrice seduta su una sedia. Buffy
dormiva sotto l’effetto di sedativi ed era attaccata ad una flebo e alla
macchina che prendeva i battiti cardiaci. Aveva il tubicino dell’ossigeno sotto
al naso.
-Che
si sa?-chiese il ragazzo.
-La
signora Summers è appena andata a chiamare suo padre.-esordì.-I medici non
sanno di cosa possa trattarsi, è una sostanza sconosciuta ma molto
rapida.-concluse.
-Pensi
che sia....letale?-fece timidamente.
-Guarda
come l’ha ridotta in quasi quarantotto ore.-prese una mano della sua migliore
amica tra le sue.
-Già,
è terribile.-concordò.-Dovremmo tenere nascosta la cosa ad Angel.-
-Si,
lo credo anch’io.-accarezzò i capelli di Buffy e poi le adagiò dolcemente la
mano sul suo stomaco.
In
quel momento Joyce entrò e rimase quasi commossa della presenza dei due.
-Siete
molto carini a farle visita.-sorrise.
-Vogliamo
bene a Buffy.-ricambiò Xander.
-È
vero.-rincarò Willow.-Adesso andiamo da Giles, torneremo presto.-si alzò e uscì
con l’amico.
Una
volta in biblioteca non li attendevano buone notizie.
-Il
libro che ho trovato dava notizie errate. Ne ho trovato uno più attendibile e
dice che.....il demone è molto velenoso. Il suo è un veleno sconosciuto che
trasmette attraverso una puntura inavvertibile e agisce in fretta.-spiegò ai
due. Pareva disperato.
-C’è
una cura?-chiese Xander.
-Sto
ancora cercando, ma se non trovo niente contatterò il Consiglio, loro hanno un
elenco di tutte lo sostanze mistiche.-rispose.
-Quanto
tempo ha Buffy?-chiese Willow timidamente.
-Un
individuo normale resiste fino a quattro giorni, ma considerando che Buffy è la
cacciatrice e quindi più forte........credo che possa resistere massimo una
settimana.-disse.
-Dobbiamo
fare in fretta.-Xander si sedette su una sedia.
Cercarono
per tutto il pomeriggio fino a quando fece buio, poi si accorsero di essere
stanchissimi e di non aver trovato nulla.
-Siamo
in mezzo ad una strada.-sospirò Giles.-Per adesso andiamo da Buffy,
riprenderemo le ricerche più tardi.-propose.
Tutti
accettarono e uscirono discutendo di quello che era successo. Non notarono
Angelus nascosto nel giardino del campus che li spiava e che aveva sentito
tutto.
Alla
notizia i suoi lineamenti si indurirono e una rabbia cieca lo invase. No! La sua
Buffy non poteva morire! Doveva fare qualcosa!
Quando
gli altri arrivarono in ospedale, insieme a Joyce trovarono anche Hank che era
accorso come una furia da Los Angeles appena aveva sentito cosa era successo
alla figlia.
Dopo
qualche ora dove non si venne a sapere niente, Xander decise di andare a
prendersi un caffè.
-Qualcuno
ne vuole?-si informò.
Risposero
tutti negativamente tranne Hank e il giovane si offrì di andarglielo a
prendere.
Una
volta alla macchinetta, che era vicino all’entrata, mise le monete, selezionò
cosa voleva a poi si voltò ad aspettare. Sulla porta scorse Angel.
-Che
cosa ci fai tu qui?-gli chiese avvicinandosi ma facendo in modo che nessuno lo
sentisse.
-Ho
saputo la novità.-rispose il vampiro sornione.
-Sei
venuto ad accertarti la sua morte di presenza?-fece arrabbiato.
-No,
sono solo venuto a farle visita e se volessi farlo....ne tu ne nessun altro
riuscireste ad impedirmelo.-gli fece notare.
-Tu
credi, eh? È arrivato anche suo padre da Los Angeles.-lo informò.
-Ho
meno paura di prima e più voglia di vederla. Appena riprende conoscenza, dalle
un bacio da parte mia.-fece ironico.-Oh dimenticavo che non puoi o la tua
fidanzatina si ingelosirebbe. Pazienza, in un modo o nell’altro farò da me.-gli
fece un sorriso crudele e sarcastico e andò via.
Xander
ritirò i caffè e tornò dagli altri. Consegnò il caffè ad Hank e tirò gli altri
di lato.
-Angel
è stato qui.-mormorò loro.
-Cosa?-si
stupì Willow.
-Ha
saputo tutto, ma non so come.-spiegò.
-Forse
le voci sono corse tra i demoni.-ipotizzò Cordelia.
-È
una cosa possibile.-concordò Giles.-Per stasera non c’è più niente che possiamo
fare. Riposiamoci e domani mattina riprenderemo le ricerche.-propose.
Tutti
assentirono e dopo aver salutato Joyce ed Hank, con la promessa che sarebbero
tornati il giorno dopo li lasciarono.
I
due stettero svegli tutta la notte nel corridoio a parlare di quando Buffy era
bambina e ricordando gli anni che non sarebbero tornati più.
Nella
camera di Buffy, improvvisamente la finestra si aprì e nella semi oscurità una
figura vestita di nero e con un lungo cappotto di lana entrò silenziosamente.
Si avvicinò al letto e si chinò ad accarezzare la fronte bollente della
cacciatrice.
Poi
le sfiorò le labbra con un bacio. Le sue labbra erano bollenti ed arse. Si sedette
sul letto e notò sul comodino una bottiglia di acqua con un bicchiere mezzo
pieno e un fazzoletto di stoffa.
Bagnò
la punta del fazzoletto nell’acqua e poi glielo passò sulle labbra per tergerle
un pò.
Buffy
sospirò e mosse la testa, poi aprì lentamente gli occhi. Sbattè più volte le
palpebre per mettere a fuoco l’immagine davanti a sé e poi abbozzò un lieve
sorriso quando capì di chi si trattava.
-Angel.....-mormorò.
-Ciao
amore.-le disse con un sorriso.
-Ti
aspettavo, sai.-la sua voce era poco più di un sussurro ed altri non
l’avrebbero sentita appieno, ma lui si grazie al suo sviluppato udito da
vampiro.
Sorrise
ancora perché capì che non parlava con lui ma con la sua anima. Il veleno
iniziava a non farle comprendere più le cose correttamente.
-Ed
io sono venuto.-la assecondò. In quel momento non le sarebbe stato d’aiuto
capire la verità.
-Resti
con me?-gli chiese.
-Sai
che non posso.-le disse alzandole un pò di più le coperte.
-Torni
domani?-continuò.
-Se
mi sarà possibile.-alzò le spalle e si chinò a baciarla.
Un
bacio dolce, perché in quel momento lei non avrebbe retto un bacio violento e
appassionato.
-Dormi
adesso, domani ti sentirai meglio.-le disse dandole un bacio sulla fronte e poi
andò via richiudendo la finestra.
Due
minuti dopo, Buffy dormiva già profondamente.
Angelus
arrivò alla fabbrica spalancando la porta con un calcio e chiamando a gran voce
qualcuno dei suoi ragazzi.
-Lucius!!-sbraitò.-Melvin!!-continuò
entrando nella sala da pranzo.-C’è nessuno in questo stramaledetto buco?!-urlò
fuori di sé.
-Qualcosa
non va sire?-gli chiese Spike ironico arrivando con la sua sedia a rotelle.
-Sparisci
se non vuoi che me la prenda con te!-gli puntò contro un dito.-Dove sono
tutti?-si informò.
-I
ragazzi sono in giro a cenare.-lo informò calmo.-Drusilla li ha portati a
spasso.-precisò.-Come mai così di cattivo umore?-fece con un sorriso sardonico.
-Non
impicciarti!-fece livido avvicinandosi minacciosamente.-Dovrò sfogarmi da solo,
a quanto ho capito.-ci pensò bene.-Rimorchierò una delle prostitute dei
paraggi. Ci vediamo dopo.-e senza aggiungere altro uscì.
Spike
girò la sua sedia a rotelle e tornò a guardare la televisione.
Angel
non si diresse nella zona delle prostitute, ma nella zona del Bronze dove era
più facile incontrare qualcuna che avrebbe fatto più al caso suo.
Fuori
dalla porta notò una giovane bionda tutta sola che continuava a guardare
l’orologio nervosamente. Le si avvicinò e le andò alle spalle.
-Chi
ti ha lasciato sola evidentemente o è un pazzo o non capisce niente.-le disse
sorridendo poggiato al muro con le braccia incrociate. Aveva un piccolo
fiorellino in mano e lo roteava davanti alla bocca.
La
ragazza si voltò di scatto spaventata sorridendo di fronte a quell’uomo bello e
misterioso.
-Tanto
ormai non verrà più. È in ritardo di un’ora.-sorrise.
-Che
mascalzone! Nessuno gli ha mai insegnato che non si lasciano sole le belle
donne come te?-sorrise e la vide imbarazzarsi e arrossire abbassando lo sguardo
timidamente.
Le
sfiorò il viso con il fiore e lei lo guardò. Angel lesse il desiderio nei suoi
occhi e allora la prese per mano guidandola in uno dei vicoli bui lì vicino.
La
poggiò al muro e cominciò a baciarla tenendola per la vita. Con una mano scese
ad accarezzarle una coscia e poi le alzò la minigonna.............
Poco
dopo, un uomo vestito di nero usciva da un vicolo apparentemente indifferente,
nessuno prestò attenzione alla sua presenza.
La
mattina dopo ritrovarono il corpo di una giovane ragazza bionda con la gonna
alzata, la giacca per terra, il top strappato e senza slip, due buchi sporchi
di sangue sul collo e completamente dissanguata.
Xander
entrò in biblioteca con il giornale del mattino e subito lo porse a Giles
facendogli leggere la notizia sulla ragazza. Willow e Cordelia erano già lì.
-Si,
l’ho saputo.-lo informò l’osservatore serio.-Hanno detto la notizia anche al
telegiornale del mattino.-si passò inquieto una mano tra i capelli.
-Pensa
che possa essere stato Angel?-fece Willow timidamente.
-La
firma è la sua.-affermò l’inglese.
-Povera
Molly.-sospirò Willow dispiaciuta.
-Già,
e pensare che era una delle più brave ragazze della squadra di atletica
leggera. Era anche simpatica.-rincarò Cordelia.
-A
che punto siamo con le ricerche?-si informò Xander sedendosi e cambiando
argomento.
-Ad
un punto morto. Ma sto ancora cercando.-Giles andò nel suo studio per posare un
paio di libri.
-Dobbiamo
fare in fretta, Buffy potrebbe non farcela.-lo esortò.
-Ci
sto lavorando, Xander!-lo riprese uscendo e avvicinandosi al tavolo.-Andate
tutti a lezione, ci vediamo pomeriggio.-li incitò togliendosi gli occhiali.
-A
dopo.-lo salutò Cordelia e insieme agli altri uscì.
Dopo
le lezioni tornarono in biblioteca dove trovarono Giles immerso nelle ricerche.
L’osservatore era riuscito ad avere altri libri che sarebbero potuti tornare
utili, ma le loro ricerche giunsero a poco.
Andarono
all’ospedale prima che potesse finire l’orario delle visite e una volta nella
camera della cacciatrice, insieme ai suoi genitori trovarono anche Jenny.
-Ciao
Rupert, salve ragazzi.-sorrise la giovane insegnante alzandosi da una sedia.
Stava parlando con Joyce.
-Signorina
Calendar.-la salutarono più o meno all’unisono Willow, Xander e Cordelia.
Giles
si limitò a farle un cenno del capo.
-La
signorina Calendar è stata così cara a venire.-sorrise Joyce.-Ha saputo di
Buffy ed è subito corsa a farle visita.-spiegò.
-Era
il minimo che potessi fare, anche se Buffy non è una mia alunna le sono
affezionata.-abbozzò un sorriso.
-E
Buffy come sta?-si informò Willow.
-Stabile,
al momento.-le rispose Hank.-Stamattina ha ripreso conoscenza e all’ora di
pranzo ha mangiato qualcosa ma il medico ha detto che è sempre più
debole.-raccontò. Pareva disperato e la preoccupazione pareva averlo fatto invecchiare
di almeno dieci anni.
-Non
hanno ancora trovato niente?-chiese Cordelia.
-No,
sono in alto mare.-le rispose Joyce.
In
quel momento un’infermiera entrò con un enorme mazzo di rose bianche in mano.
-Sono
arrivate giusto ora per Buffy.-sorrise posandole con tutto il vaso sul
comodino.
In
quei due giorni, quella giovane infermiera era stata spesso con Buffy.
-Chi
le manda?-si stupì Joyce alzandosi.
-Non
lo so, ma qui c’è il biglietto.-l’infermiera prese il foglio di carta color
avorio tra le rose e lo porse a Joyce.
La
donna lo aprì curiosa. Con elegante
calligrafia maschile, a lettere cubitali con il carboncino c’era solo scritto:
ti amo.
-Allora?-le
chiese Hank avvicinandosi.
-Tua
figlia ha uno spasimante molto innamorato.-gli sorrise porgendogli il biglietto.
L’uomo
lo prese stupito e curioso e lesse le due parole con un sorriso.
-Così
pare.-sospirò e posò il foglio sul comodino accanto il vaso delle rose.
-Io
torno tra poco per controllare Buffy.-disse l’infermiera e uscì.
-Io
vado a prendere un caffè. Qualcuno ne vuole?-si offrì Giles.
Hank
e Joyce accettarono molto volentieri e Jenny si offrì di accompagnarlo alla
macchinetta.
-Come
l’hai saputo tu?-le chiese Giles mentre infilava le monetine e selezionava un
primo caffè.
-Una
mia amica fa l’infermiera qui e me l’ha detto.-lo informò prendendo il caffè
che lui le porgeva.
-Sai
di cosa si tratta?-inserì altre monete e selezionò il secondo caffè.
-No,
ma vorrei saperlo.-sorseggiò un pò del liquido caldo.
-Un
demone Elistro.-le rispose.-La tua tribù sarà contenta di questo, finalmente
Buffy non intralcerà più le vostre vendette.-osservò con una punta di
cattiveria porgendole la seconda tazza.
-Non
dire così, Rupert, lo sai che anch’io sono affezionata a Buffy.-lo riprese
mentre Giles selezionava il terzo caffè.
-Non
esistono segreti per le persone che amiamo.-le fece notare aspettando.
-Quante
volte ancora dovrò dirti che mi dispiace?-fece amara sorseggiando un altro pò
del suo caffè.
-Non
è a me che devi dirlo, perché se tu avessi detto tutto e subito ci saremmo
evitati molte cose. Anche l’uccisione di quella giovane ragazza di ieri
sera.-prese il terzo caffè e stavolta selezionò un tea.
-Lo
so, Molly era una mia alunna.-fece una pausa.-Angel sa cos’è successo?-si
informò.
-L’ha
scoperto.-le rispose.-Il veleno di Buffy è molto potente e letale. Se non ci
sbrighiamo non le resteranno più di cinque giorni.-sospirò stancamente e prese
l’ultima tazza.-E Molly è opera di Angel.-
I
due si incamminarono verso la camera di Buffy cercando una soluzione.
-Cercherò
in rete qualcosa. Contatterò il mio gruppo tecno pagano e anche la mia tribù,
forse potranno aiutarci.-si offrì alzando le spalle.
-Grazie.-le
sorrise ed entrarono nella camera.
Diedero
il caffè a Joyce ed Hank e notarono che Buffy era sveglia anche se non del
tutto lucida. Willow e Xander erano seduti sul letto accanto a lei e Cordelia
ai piedi del letto. Le stavano parlando senza stancarla, consapevoli che forse
non avrebbero avuto altre occasioni di poterle parlare ancora.
Angelus
era giunto in biblioteca consapevole che nessuno era presente, sapeva che erano
tutti al capezzale di Buffy. Aveva tirato fuori un mucchio di libri e si era
messo a cercare freneticamente una cura per il veleno di Elistro.
Spesse
volte aveva avuto scatti di nervi e aveva sbattuto libri contro al muro. Era
nervoso, molto nervoso. Quella mattina quando Drusilla era entrato nella sua
camera per chiedergli perché era nervoso, l’aveva trovato con una ragazza mora.
La
ragazza era legata ad una sedia, nuda e Angel stava “giocando” con lei. Quando
Drusilla gli aveva chiesto se poteva unirsi ai giochi, lui l’aveva cacciata
malamente facendola restare anche male.
Afferrò
un altro libro e lo sfogliò velocemente finché ad un certo punto qualcosa lo
colpì.
Lesse
le parole velocemente e poi di nuovo ma lentamente e con più attenzione.
Sorrise
finalmente soddisfatto ma un rumore di passi che si avvicinavano lo sorprese e
velocemente scavalcò la balaustra e uscì di corsa dall’uscita secondaria.
Quello che aveva letto gli bastava.
Giles
entrò in biblioteca con gli altri e subito si accorse del disordine che
regnava.
-Se
un altro dei vostri compagni è stato qui a combinare tutto questo trambusto
stavolta al collegio dei docenti mi sentiranno.-protestò Giles raccogliendo un
libro sul pavimento.
-Scommetto
che è stato Roy!-esclamò Xander raccogliendone un altro.
-Guarda
che Roy si è diplomato l’anno scorso.-gli ricordò Willow prendendo un libro
aperto sul tavolo. Lesse velocemente cosa vi era scritto e poi lo fissò
stupita.-Giles, guardi qui!-lo porse all’osservatore.
-Che
succede?-si preoccupò prendendolo.-Sono informazioni sul veleno di Buffy.-si
stupì.
-E
dicono qualcosa di utile?-chiese Cordelia in ansia.
Giles
lesse velocemente e poi si accinse a rispondere.
-C’è
una cura.-li informò facendoli sospirare di sollievo.
-E
quindi?-lo esortò Xander.
-È
impossibile.-fece sconsolato.
-Che
vuol dire impossibile?-chiese Willow.
-L’unica
cura per il veleno è una pozione che si estrae da un fiore.-spiegò.
-E
allora compriamo un intero mazzo di questi fiori.-propose Xander.
-È
un fiore derivato dall’unione di due tipi di rosa e coltivato da dei frati
francescani. Si chiama rosa francesca e ormai non viene più coltivato da
diversi anni. Solo i frati francescani di Assisi continuano ad averne una
pianta.-spiegò tenendo gli occhi sul libro.
-Andiamo
ad Assisi!-Xander pensava che fosse tutto facile.
-Assisi
si trova in Italia, Xander.-lo informò Willow.
-Non
possiamo contattarli e farcene portare solo una?-ipotizzò Cordelia.
Ma
nessuno le diede retta e anche lei constatò che la sua proposta era un pò
assurda. Per quella sera andarono tutti a dormire, tanto avevano scoperto la
cura. Dovevano solo fare in modo di usarla.
Angel
aveva diverse conoscenze dappertutto, umane e demoniache, e velocemente
contattò un demone che sapeva trovarsi nei pressi di Los Angeles e che aveva
aiutato per sbaglio un secolo prima. Quel demone gli doveva un favore.
Si
incontrarono in un bar per demoni e non solo di Los Angeles e subito, lui gli
spiegò la situazione.
-Angelus
non ti capisco.-fece il demone.-Tutti vogliono la morte della cacciatrice e
stiamo tutti confidando in te, che tu la uccida. Perché vuoi salvarla?-si
stupì.
-Appunto
per questo. Solo io dovrò uccidere la cacciatrice, io e nessun altro! Lei è
mia!-strinse forte il suo bicchiere quasi fino a romperlo.-L’hai mai vista?-gli
chiese.
-No,
ma dicono che è carina.-sorrise.
-È
bellissima, te l’assicuro e sto raggiungendo ottimi risultati con lei, mi ama
ancora.-ricambiò il sorriso.-Portami solo uno di quei fiori. Mi devi un favore,
ricordi?-bevve un sorso del suo scotch.
-Me
lo ricordo. Tokyo, era il 1876.-sorrise al ricordo.
-Lo
farai?-gli chiese.
-Per
quanto ti serve?-gli chiese in rimando.
-Domani,
massimo dopodomani.-rispose.
-Lo
avrai domani sera, parola mia.-gli assicurò.
-Grazie.-si
alzò e posò una banconota sul tavolo.-Offro io come ringraziamento.-
-Ehi,
ti dovevo un favore.-il demone bevve un lungo sorso del suo whiskey.
-Teniamoci
in contatto.-gli porse una mano che il demone strinse e poi si accinse ad
uscire.
Mentre
si avviava verso la porta notò che un demone al bancone lo teneva d’occhio. Non
gli staccava gli occhi di dosso e non si curava minimamente di non farsene
accorgere.
Era
verde, con due piccole corna sulla fronte e indossava una sgargiante camicia a
fiori ed un completo pantalone e giacca bianco.
Angel
lo guardò un’ultima volta e poi uscì dal locale.
-Tutto
bene, amico?-chiese il barista al demone verde.
-Si,
tutto bene.-assentì prendendo il suo bicchiere.
-Mi
è parso di vedere Angelus, ma non ne sono sicuro.-passò un panno umido sul
bancone.
-Era
lui.-gli confermò.
-Che
ne pensi, Lorne?-posò il panno.
-Quel
vampiro ha una vita lunga e triste davanti a sé segnata dalla presenza della
cacciatrice.-disse sicuro bevendo un altro sorso della sua bevanda. Poi si
concentrò sulla giovane che cantava al karaoke.
Angel
tornò a Sunnydale a notte fonda, trovando Drusilla preoccupata e Spike no.
Andò
subito a dormire, era nervoso perché non era potuto andare all’ospedale da
Buffy.
Si
rilassò e chiuse gli occhi. Doveva riposarsi, la sera di domani sarebbe stata
frenetica e doveva mantenere le forze. Ignorò il bussare di Drusilla che,
avendo trovato chiuso a chiave non era riuscita ad entrare, e si addormentò. Fu
un sonno senza sogni.
Giles
era stato tutta la notte buttato sui libri per tentare di scoprire se c’era un
altro metodo, un altro antidoto ma altri libri diedero la stessa soluzione.
Nella
tarda mattinata, arrivò Jenny.
-Ho
trovato qualcosa ma....è qualcosa di irrealizzabile.-esordì.
-Se
stai parlando della rosa francesca, l’ho scoperto anch’io.-la informò
passandosi una mano tra i capelli ormai arruffati.
-Fratello
Luca, il mio corrispondente, ha provato a contattare quei frati francescani e
chiedere un fiore per la vita di Buffy, ma gli hanno risposto che non lo danno
a nessuno. Ormai il fiore è troppo raro per essere distribuito con
leggerezza.-gli spiegò sconsolata.
-Grazie
comunque.-le abbozzò un sorriso.
-Dovresti
andare a casa a riposarti un pò.-gli suggerì preoccupata.
-Non
riesco a riposare. Buffy è come una figlia per me e sapere che ormai non c’è
più niente da fare per lei mi fa star male.-sospirò e si sedette sulla sedia
del suo ufficio.
-È
una ragazza eccezionale.-sorrise ricordando la vitalità e l’allegria di quella
ragazza distesa in un letto d’ospedale e prossima alla morte.
-Già.-assentì.
-Adesso
torno in classe.-si accinse ad andare via ma la voce di lui la fermò.
-Grazie
per aver provato a salvarla.-le disse.
-Era
il minimo che potessi fare dopo il dolore che vi ho provocato.-sorrise e lasciò
la biblioteca per tornare alle sue lezioni.
Angel
si recò sul luogo dell’appuntamento alle undici. Avevano scelto un vecchio
magazzino abbandonato di una cittadina tra Sunnydale e Los Angeles, per non
dare nell’occhio.
-Ecco,
questo è per te.-il demone aprì una scatola di legno e gli fece vedere il suo
contenuto.
Era
un fiore simile alla rosa canuta, ma di un colore panna venato di rosa. Aveva
corte e piccole spine e foglie come quelle della rosa comune.
Il
demone chiuse la scatola che cambiò proprietario.
-L’ho
tenuto il più fresco possibile.-gli disse.
-È
perfetto, grazie.-fissò la scatola.-Nessuno deve sapere che ho salvato la vita
della cacciatrice.-lo ammonì.
-Amico,
il tuo segreto è al sicuro con me. Lo sai che ti rispetto e ti stimo
Angelus.-gli fece notare serio.
-Lo
stesso vale per me.-si strinsero la mano e poi si separarono.
Angel
si rimise in viaggio e una volta a Sunnydale si diresse al liceo. Controllò che
non ci fosse nessuno, evidentemente erano tutti in ospedale, e poi entrò in
biblioteca e prese un libro e si diresse nel laboratorio di scienze.
Leggendo
i passi sul libro creò la cura del veleno con quel fiore raro e prezioso e una
volta che fu pronta, verso il liquido chiaro in una boccetta e velocemente si
diresse all’ospedale.
Una
volta lì con disappunto notò che erano tutti nella camera di Buffy. La
cacciatrice si era aggravata rapidamente e adesso si trovava in terapia
intensiva. I medici la davano per spacciata e dicevano che non sarebbe
sopravvissuta più di due giorni.
Doveva
fare qualcosa. Dopo aver rimuginato a lungo decise di agire a modo suo.
Pochi
secondi dopo un urlo scaturì in tutto l’ospedale. Si precipitarono tutti in una
camera vicina a quella di Buffy, un’infermiera aveva trovato un delinquente che
stava tentando di uccidere una malata e poi era uscito dalla finestra.
Mentre
erano tutti concentrati in quello, Angel aprì la finestra della camera di Buffy
ed entrò guardandosi in giro.
Si
avvicinò al letto e prese una siringa ancora confezionata. La riempì con
l’antidoto e poi lo iniettò nel braccio della cacciatrice. Quello che era
rimasto nella boccetta glielo fece ingoiare sostenendola. Buffy dormiva
incurante che quello che adesso era il suo peggior nemico, le stava salvando la
vita.
Dopo,
Angel la adagiò di nuovo sul cuscino notando che i battiti cardiaci stavano
aumentando in maniera impressionante. Sentì che qualcuno stava per tornare e
velocemente uscì dalla finestra lasciando rapidamente un foglio dietro la
lampada sul comodino e la stessa finestra aperta.
Era
un’infermiera che appena si accorse dei battiti aumentati in quel modo corse
fuori dalla stanza a chiamare un medico.
Accorsero
tutti nella camera di Buffy temendo il peggio e attendendo la diagnosi del
medico.
-La
temperatura sta scendendo.-disse mettendosi lo stetoscopio e controllando il
petto della sua malata.
Tutti
si guardarono stupiti e senza capire se quello era un buon segno o meno.
-Sta
cominciando a reagire. Se supera la notte ci sono speranze che si salvi.-disse
ricoprendola.
Tutti
si rilassarono, anche se appena. In fondo era una buona notizia.
-Si
gela qui dentro!-osservò l’infermiera.-Chissà chi ha aperto la finestra!-sbuffò
e andò a chiuderla.
I
medici lasciarono la stanza e tutti attesero con impazienza che quella lunga
notte passasse. A tarda notte, Willow e Cordelia si addormentarono stremate sui
divani della sala d’aspetto, vegliate da Xander che in mattinata cedette anche
lui al sonno.
Joyce,
Hank e Giles rimasero a controllare Buffy e pregare affinché quella notte
passasse serena.
Verso
le otto, un medico controllò Buffy e disse che adesso la possibilità che si
salvasse erano più alte.
Ma
i tre continuarono a non adagiarsi sugli allori. C’era solo un forse a decidere
della vita di Buffy.
Finché
alle nove e trenta del mattino, Buffy aprì gli occhi sbattendoli più volte per
mettere a fuoco il luogo dove si trovava e girò la testa per guardarsi in giro
vedendo sua madre, suo padre e il suo osservatore.
-Mamma......-fu
un sussurrò ma che parve un urlo nel silenzio carico d’ansia di quella camera.
Joyce
si voltò a guardarla e appena notò che era sveglia si precipitò accanto a lei
prendendole una mano e stringendogliela.
-Buffy.-disse
con le lacrime agli occhi.-Ti sei svegliata.-le accarezzò la fronte.
-Come
ti senti?-le chiese Hank seduto all’altro lato della figlia.
-Stanca.-mormorò
e posò lo sguardo su Giles.-Spero che non sia venuto a darmi una multa
sull’ultimo libro che ho preso dalla biblioteca.-sorrise e fece sorridere anche
il suo osservatore.
-No,
certo che no.-disse.-Vado a chiamare i tuoi amici.-disse e lasciò la camera.
Una
volta fuori si adagiò sul muro e si concesse un paio di maschie ed inglesi
lacrimucce di felicità.
Poi
si diresse verso la sala d’aspetto e si chinò a svegliare Willow.
-Willow?-la
scosse.-Willow, svegliati.-la ragazza si mosse.
-Signor
Giles....che succede?-mormorò la ragazza alzandosi su un gomito e passandosi
una mano tra i capelli arruffati.
-Ho
una bella notizia: Buffy si è svegliata.-le disse.
Improvvisamente
la ragazza spalancò gli occhi sveglia.
-Cosa?!
È sicuro?-esclamò.
-Sicurissimo.-le
confermò.
-Oddio,
è meraviglioso!-lo abbracciò di slancio commossa e il suo urlo svegliò anche
Cordelia e Xander.
Appena
seppero del risveglio di Buffy, corsero nella sua camera e la abbracciarono
tutti felici di saperla sveglia e apparentemente salva.
Il
medico, poco dopo, confermò che Buffy era davvero fuori pericolo. Tirarono
tutti un sospiro di sollievo e appena fu andato via, Buffy notò il mazzo di
rose bianche sul suo comodino.
-Chi
le ha mandate queste?-chiese a tutti.
-Un
tuo spasimante che ti ha lasciato un biglietto piuttosto conciso.-le sorrise
Joyce porgendole il foglio color avorio piegato.
Buffy
lo aprì e lesse le due parole scritte fissandole per diversi secondi. Poi
guardò le rose e capì chi era stato.
-Un
giorno dovrai presentarmi questo tuo innamorato.-le sorrise Hank.
-Lo
spero.-ricambiò il sorriso sperando che nessuno si accorgesse della sua improvvisa
tristezza.
Ricordò
la sera che lui era passato a trovarlo fingendo di essere quello che non era
più.
Poco
dopo cacciò tutti via dalla sua camera, voleva riposare ma non ci riusciva. Fu
allora che scorse un secondo foglio color avorio sul comodino, dietro la
lampada.
Lo
prese e lo aprì curiosa e ansiosa al tempo stesso mentre le mani le tremavano.
“Ciao
amore.
Non
sarò lungo. Non potevo permettere che uno stupido veleno di uno stupido demone,
per quanto potenti, ti uccidessero. Se non ti dispiace, quello è un piacere che
voglio riservare per me.
Ma
comunque, salvarti la vita è stato un piacere. Non mi aspetto ringraziamenti,
attendo solo il momento in cui potrò riprenderti a pugni.
Tuo,
Angelus.”
Rilesse
il biglietto ancora e ancora fino ad impararlo a memoria e consumarsi gli
occhi.
Man
mano che le ore passavano cominciava a sentirsi meglio, tanto che il giorno
dopo riuscì ad alzarsi e due giorni dopo, addirittura, fu dimessa dall’ospedale
con gran stupore di tutti sulle sue facoltà di ristabilimento.
Buffy
stette tre giorni a casa, in convalescenza curata amorevolmente da sua madre,
suo padre e dai suoi amici che venivano tutti i giorni, poi tornò a scuola.
Durante
la pausa pranzo si vide con i suoi amici nella biblioteca.
-Signor
Giles mi può spiegare le circostanze della mia guarigione?-gli chiese anche se
sapeva chi era stato a salvarla.
-Ti
assicuro che non siamo stati noi, ne lo sappiamo.-esordì.-Comunque il veleno
che ti è stato iniettato era molto potente e si poteva annullare solo con una
pozione che viene estratto da un fiore raro e quasi estinto chiamato rosa
francesca e che viene coltivato da alcuni frati francescani ad Assisi.-le
spiegò.
-Ho
capito.-annuì con un sorriso.
-Siamo
contenti che tu sia viva.-le sorrise Willow.
-Anch’io,
te l’assicuro.-concordò.-Andiamo a mangiare?-propose alzandosi.-Sono affamata!-
Lei
e i suoi amici uscirono a braccetto sorridendo allegri. Erano felici che tutto
era finito.
Ma
Buffy aveva tanti pensieri che le frullavano per la testa. Così, la sera dopo,
prima di andare in biblioteca da Giles decise di passare da qualcuno.
Non
sapeva se Angel si sarebbe trovato lì, ma lo sperava ardentemente, così tirò un
sospiro di sollievo quando, aprendo la porta del suo vecchio appartamento,
sentì l’acqua scrosciare nella doccia e le luci accese nella camera.
Posò
il suo cappotto sulla spalliera della poltrona e poi si diresse nel bagno.
Una
volta lì intravide una figura ben nota dentro la doccia attraverso le pareti
opache e offuscate dal fumo del box e notò anche i suoi vestiti accuratamente
riposti su una sedia.
Tirò
un sospiro per farsi coraggio e poi si avvicinò aprendo piano il box.
Angel
le dava le spalle e non si accorse di lei finché non gli poggiò una mano su una
spalla per chiamarlo. Si voltò di scattò spaventato e schizzandola un pò.
-Sei
impazzita?-la aggredì.-Non si sbuca così alle spalle di un vampiro.-la riprese
non pensando minimamente a coprirsi un pò. Quanto gli piaceva farsi guardare!
-Volevo
parlarti.-lo informò.
-Ti
ascolto.-la esortò con un sorriso mentre l’acqua continuava a scrosciargli
addosso.
-Perché
l’hai fatto?-gli chiese.
-Fatto
cosa?-chiese facendo finta di non sapere di cosa stesse parlando.
-Non
fare lo gnorri, lo sai benissimo.-incrociò le braccia al petto.
-Te
l’ho detto, voglio essere io ad ucciderti.-le fece un sorriso che in altre
occasione l’avrebbe spaventata ma che in quell’occasione trovò sensuale.
-Molto
gentile.-osservò ironica.-Ti voglio ringraziare.-concluse.
-Beh,
prego. Adesso lasciami finire la mia doccia.-fece per richiudere il box ma lei
lo fermò.
-Non
ho detto che volevo dirti grazie, ho detto che ti voglio ringraziare!-precisò.
-Vuoi
offrirti a me come pasto? Lo troveri molto ringraziante.-le propose per
provocarla e sapendo che lei avrebbe rifiutato.
-Spiritoso!-fece
ironica.-Ti offro me....per ringraziarti. Solo per stasera.-
Lui
sgranò gli occhi di fronte a quella proposta che aveva dell’assurdo. Non gli si
sarebbe presentata un’altra occasione simile, ma non era sicuro se accettare o
meno.
-Tu
stai delirando, il veleno deve averti danneggiato il cervello.-osservò
pungente.-Per quanto mi piacerebbe ho già fatto una volta l’errore di andare a
letto con te, quindi......no grazie.-rispose.
-Ti
prego.-insistette.
Lui
fece finta di pensarci qualche secondo mettendo ancora più in mostra il suo
corpo. Buffy lo percorse dalla testa ai piedi rialzando poi subito lo sguardo.
-No!-esclamò
lui e chiuse violentemente il box riprendendo a lavarsi.
Buffy
scosse la testa e poi decise che avrebbe fatto di testa sua. Silenziosamente si
spogliò posando i vestiti sulla sedia, sui suoi, e poi aprì di nuovo lentamente
il box ed entrò richiudendole rumorosamente.
Angel
sobbalzò e si voltò di scatto fingendosi sorpreso. In realtà sapeva che
l’avrebbe fatto.
-Esci
fuori.-le ingiunse.
-Coraggio,
non dirmi che non ti alletta l’idea di un’altra notte tra noi due.-gli sorrise
sfiorandogli il petto con le dita. La verità era che non le importava niente, a
parte essere di quel corpo ancora una volta e sapeva che anche lui la bramava a
tal punto che non l’avrebbe uccisa, per quanto avesse voluto.
-Tu
sei malata.-osservò scuotendo la testa.
-Voglio
solo ringraziare chi mi ha salvato la vita.-gli fece notare poggiando il suo
corpo al suo.
-Te
la sei cercata.-alzò le spalle e poi le afferrò la nuca cominciando a baciarla
violentemente.
Un
attimo dopo era poggiata alle piastrelle bagnate, le gambe intorno ai suoi
fianchi.
Tutto
era appena cominciato.
Nel
frattempo, gli altri aspettavano Buffy in biblioteca. Willow stava spiegando ad
Oz, appena tornato da una settimana di serate con la band a San Francisco,
cos’era successo a Buffy.
-Però,
un veleno.-disse alla fine.-Interessante.-constatò.
-Già,
e Buffy stava per morire finché qualcuno di misterioso non l’ha salvata.-gli
disse la fidanzata.
-E
nessuno di noi ha una vaga idea di chi possa essere.-concluse Xander.
-Ma
che fine avrà fatto Buffy?-chiese Giles in ansia guardando l’ora.
-Starà
per arrivare.-Cordelia alzò le spalle.
-Spero
che non si sia già rimessa di pattuglia. Deve ancora finire di ristabilirsi e
non sappiamo se il demone è ancora in circolazione o meno.-disse l’osservatore
bevendo un sorso del suo tea.
-Vedrà
che Buffy non è così avventata da fare gesti sconsiderati.-tentò di
rassicurarlo Willow.
-Non
ne sarei così sicuro. Non ci dimentichiamo che prima Angel era un cucciolone
tenero e che a volte spariva e adesso è un mostro assetato di sangue che l’anno
prossimo non farà diplomare diversi nostri compagni di classe.-obiettò Xander
acido come sempre.
-Magari
l’essere arrivata in fin di vita le avrà messo un pò di sale in zucca.-ipotizzò
Cordelia con un sorriso ricevendo occhiate torve da tutti.-Beh, certe
esperienze formano il carattere!-si difese.
Tutti
scossero la testa e poi parlarono d’altro.
Dopo
la passione scoppiata nella doccia, Angel aveva deciso di cambiare postazione e
aveva continuato a prendersi il suo “grazie”, a letto.
Adesso,
lui era seduto con la schiena poggiata sui cuscini e Buffy era in braccio a
lui, la schiena poggiata sul suo largo torace. Con un braccio le cingeva la
vita posandole una mano sui fianchi, e l’altro era sui suoi seni. Le baciava il
collo da diversi minuti.
-Forse
adesso è meglio che vada.-disse la cacciatrice, aveva le mani sulle sue.
-Resta
ancora cinque minuti.-fece con voce apparentemente supplichevole.
-Non
ti sembra che ti abbia ringraziato abbastanza per stasera?-gli fece notare con
un sorriso.
-Sei
tu che l’hai voluto.-fece con lo stesso tono.
-Lo
so. Stavolta come sono andata?-gli chiese timidamente sperando di non
arrossire.
-Non
male.-la punzecchiò con un tono indifferente.
-Non
male?!-protestò lei voltandosi a guardarlo.-Non male?!-ripeté a voce un pò più
alta.
-Ehi,
io sono il tuo peggior nemico. Non ti aspetterai mica paroline dolci e cose del
genere.-le rispose baciandole il mento.
-Ah
davvero? E allora mi sono sbagliata quando mi hai mormorato all’orecchio che
ero bellissima e speciale.-fece pensandoci bene.
-Parole
dettate dall’estasi.-si giustificò come se niente fosse. Non gliel’avrebbe mai
data vinta.
-Come
ti pare, ma adesso devo davvero andare.-gli diede un bacio sulla punta del naso
e si alzò velocemente prima che lui avesse modo di trattenerla.
-Hai
un sedere da sogno, lo sai?-le fece notare mentre lei andava nel bagno a
recuperare i suoi vestiti.
-Lo
so!-gli urlò entrando nel bagno.
Uscì
pochi minuti dopo già rivestita e sistemandosi i capelli. Prese il suo cappotto
e si accinse a correre via.
-Vieni
qui un attimo.-la fermò lui tenendo una mano verso di lei.-Fatti almeno
salutare visto che da domani riprenderemo a fare a pugni.-le precisò con un
sorriso.
Lei
indugiò un attimo, poi posò di nuovo il cappotto e si avvicinò a lui. Stava per
sedersi su letto ma lui la prese per i fianchi e se la mise in braccio.
Buffy
gli passò le braccia intorno al collo e si chinò a baciarlo sapendo che lui
aveva perfettamente ragione. Quella sera era stata una breve parentesi e dal
giorno dopo la guerra sarebbe ripresa.
Angel
la stese sul letto anche se lei aveva le gambe sul suo fianco.
-Adesso
te lo dico, ma se dovessimo litigare negherò tutto, specialmente se siamo di
fronte ad altre persone.-esordì lui.-Io ti amo. Quando ho saputo che eri stata
avvelenata mi sono gettato nelle ricerche e ho fatto di tutto per salvarti. Non
potevo concepire l’idea di perderti. Sei la mia ossessione, tu mi sei entrata
dentro cacciatrice e per quanto ti odio e ti disprezzo in un modo perverso e
tutto mio io ti amo e ti perseguiterò di qui fino all’eternità finché non ti
arrenderai a me e sarai mia per l’eternità.-le rivelò con una serietà che la
lasciò senza parole.
Non
sapeva cosa dire, così si limitò ad accarezzargli i capelli e baciarlo
appassionatamente.
-Adesso
vai.-la incitò lui facendola alzare.
-Va
bene.-assentì seriamente, poi prese il suo cappotto e andò verso la porta.
Stava
per uscire quando si voltò un’ultima volta, poi varcò la soglia e richiuse la
porta alle sue spalle.
-Sei
mia per sempre, Buffy.-mormorò lui con un sorriso poi inspirò a fondo per
sentire ancora il suo profumo che aleggiava nell’aria.
Buffy
aveva fatto la strada fino in biblioteca lentamente per pensare a quella sera
ed a quello che era appena avvenuto. Non era pentita, lo desiderava
intensamente, e qualcosa gliela doveva dopo che lui le aveva salvato la vita.
Avrebbe potuto finirla in ospedale ma non l’aveva fatto ed anche se era
l’essere più crudele e perverso che avesse mai conosciuto....lo amava ancora.
Quando
entrò in biblioteca tutti si voltarono verso di lei e le chiesero dov’era
finita.
-Oh...sono
andata a riflettere un pò per conto mio.-inventò sul momento alzando le spalle.
-Hai
incontrato vampiri?-le chiese Giles.
-Nessuno.-gli
rispose.
Posò
il cappotto sulla spalliera di una sedia e poi si scostò i capelli dal collo.
-Buffy!!!-esclamò
Willow sconvolta fissando l’amica ad occhi sgranati.
-Cosa?!-si
preoccupò la cacciatrice.
La
ragazza girò intorno al tavolo fino ad andarle di fronte e la prese per mano.
-Vieni
con me!!-e senza dire altro la trascinò fuori dalla biblioteca ignorando le
proteste dell’amica.
Tutti
si fissarono scioccati e senza sapere cosa dire e pensare.
-Willow
lasciami!!-protestò Buffy cercando di liberarsi dalla stretta dell’amica invano
mentre la trascinava nel bagno delle ragazze.-Insomma che ti prende?!-le
chiese.
Willow
la mise davanti allo specchio.
-Guarda!-le
disse solamente indicandole il collo.
Buffy
lo fece scoprendo una macchia. La osservò più attentamente e impallidì quando
capì cos’era.
-Quel
brutto....-si interruppe toccandola.-Avrei dovuto immaginarlo che mi avrebbe
lasciato un ricordino.-sospirò.
-Buffy
quello è un succhiotto!!-esclamò Willow.-E non credo che tu possa essertelo
fatto da sola.-
-No,
certo che no!-sbuffò.-Ah...ed ora cosa spiego a mia madre?-fece preoccupata.
-Adesso
tua madre è l’ultima delle tue preoccupazioni.-la riprese.
Buffy
si voltò a guardarla stando qualche secondo in silenzio. Poi si decise a dirle
la verità.
-È
stato Angel a curarmi.-le rivelò d’un fiato.
-Angel?-si
stupì.-Forse una volta l’avrebbe fatto quando aveva l’anima ma adesso è cattivo
e ti vuole morta.-le ricordò.
Buffy
tirò fuori dalla tasca il biglietto che lui le aveva lasciato e glielo porse.
Willow lo lesse e poi fissò l’amica stupefatta.
-Angel
ti ha curato.-disse come conferma porgendole il biglietto.-Ma questo cosa
centra con il tuo succhiotto sul collo?-
-Stasera
sono andata da lui e gli ho detto che volevo ringraziarlo.-la informò.
-Ringraziarlo?
Ma, Buffy, Angel non è più l’uomo dolce e tenero che conoscevi prima, adesso è
un mostro che sta uccidendo molti dei nostri compagni.-le ricordò.-Hai sentito
di Molly?-
-Si,
me l’ha detto mia madre.-abbassò gli occhi in colpa.-Comunque glielo dovevo, mi
ha salvato la vita.-insistette.
-Così
ti sei fatta fare un succhiotto bello evidente sul collo?-ipotizzò.
Buffy
scosse la testa negativamente e la guardò facendole capire ben altro.
-Oh...-fece
la giovane.
-Lo
so, sono una pazza incosciente!-la precedette.-Dimmelo pure che sono da
manicomio! Ma il fatto è che buono o cattivo io lo amo da impazzire e volevo
averlo ancora una volta!-esclamò esasperata.
-Dimmi
il resto della storia e poi ti dirò se sei da manicomio o meno.-la incitò.
-Non
mi ha fatto del male, ne mi ha costretta, l’idea è stata mia. Non conoscevo
altri modi per ringraziarlo, ma è stato solo per stanotte. Non capiterà più.-le
assicurò.
-Lo
dirai a Giles?-le chiese.
-Solo la parte di Angel che mi salva la vita,
il resto non dovrà mai saltare fuori!-la ammonì.
-Di
me ti puoi fidare, lo sai.-le assicurò con un sorriso.
-Adesso
pensiamo a questo coso!-si riferì al suo succhiotto.-Appena lo vedo me la
paga.-sospirò e tirò fuori dalla tasca della minigonna un foulard.
Lo
sistemò intorno al collo coprendo il segno e poi tornarono in biblioteca.
-Allora?
Cosa c’era di così sconvolgente?-si informò Cordelia.
-Nulla,
ero sporca in viso.-inventò Buffy.
-Noi
non l’abbiamo notato.-rifletté Xander.
-È
stato Angel a salvarmi la vita!-rivelò Buffy.
Tutti
fecero silenzio e si voltarono a guardarla stupiti.
-Angel?-chiese
Xander stupito.
-Si,
è stato lui. Mi ha lasciato un biglietto per informarmi.-confermò uscendo il
biglietto in questione e porgendolo a Giles che lo prese e lo lesse.
-E
a quale scopo?-le chiese tornandoglielo indietro.
-L’ha
letto, vuole uccidermi personalmente.-gli rispose sedendosi.
-È
pazzo.-sospirò l’osservatore togliendosi gli occhiali per pulirli.
-Già.-assentì.-È
anche venuto in ospedale ma ero troppo debole e non ragionavo lucidamente così
non mi ha fatto del male.-raccontò.-Credo sia stata l’unica volta che sia
venuto.-rifletté.
-Lo
crediamo anche noi, anche perché eravamo sempre in ospedale e tua madre e tuo
padre non hanno mai lasciato la tua stanza.-concordò Xander.
-Tranne
quei pochi minuti in cui è riuscito a darmi l’antidoto.-sorrise.
-Già,
ha scatenato un finimondo per poterti curare.-le disse brevemente Cordelia.
-Per
un pò dovrai stare attenta Buffy, devi finire di recuperare appieno le forze e
oltretutto sta anche girando una brutta influenza.-la ammonì Giles.
-Si,
Devon è a casa con la febbre alta, speriamo che si rimetta in tempo per la
nostra serata di San Valentino al Bronze.-confermò Oz.
-Starò
attenta.-disse la cacciatrice per rassicurare il suo osservatore e poi passò ad
informarsi su come era proceduta l’attività demoniaca durante la sua malattia.
Da
quando Buffy era andata via, Angel non aveva minimamente avuto intenzione di
alzarsi.
Ancora
nudo, era seduto sotto le coperte e rimuginava. Forse aveva sbagliato a dirle
quello che provava, ma tanto lei non avrebbe mai parlato con nessuno, forse con
Willow, e lui si sarebbe fatto esporre al sole piuttosto che confessare di aver
passato la notte con lei.
Lei
gli era entrata nel sangue.....durante il giorno era la sua ossessione, non
poteva fare a meno di pensare a lei. Era solo un’insulsa umana, e la cacciatrice
per di più!
Ma
non poteva farci niente, quella ragazzina era il suo unico pensiero.
Pigramente
pensò che avrebbe dovuto fare un’altra doccia, o una volta tornato alla
fabbrica Spike e Drusilla si sarebbero accorti di quello che avevano fatto. Ma
Sapeva anche che i due, se avessero osato dirgli più del necessario, avrebbero
pagata cara la loro curiosità.
Ma
non aveva ancora voglia di alzarsi così si stese e si coprì deciso a fare una
bella dormita, si sarebbe lavato di nuovo dopo.
“Sei
mia Buffy.”
Fu
il suo ultimo pensiero prima di scivolare nel sonno, affondando il viso nel
cuscino per sentire ancora il suo odore.
FINE.