ROSA FRANCESCA

 

 

Autrice: Cristal(e-mail cristallidiluce@libero.it)

Timeline: spoiler: 2° serie Btvs

Disclaimer: i personaggi di Buffy the Vampire Slayer non sono miei ma di Joss Whedon, la Fox, la Wb(allora), la Mutant Enemy e la Kuzui Entertaiment. Io non scrivo per scopi di lucro ma per passione.

Rating: PG-13

Pairing: Buffy/Angel

 

 

Nota: la storia si svolge tra le puntate Phases e Bewitched, bothered and bewildered, quindi tra il 27 gennaio e il 10 febbraio 1998. Qui il ruolo di Angelus è fondamentale perché anche se lui vuole distruggere Buffy, si ritrova a capire che in fondo non può fare a meno di lei. Il fiore che vi descriverò non esiste quindi non provate a cercarlo, me lo sono inventato.

 

Quella sera Buffy aveva deciso di andare a caccia da sola.

Willow si era appena messa con Oz e la storia tra Xander e Cordelia cominciava a farsi sempre più vera, quindi lei aveva deciso di lasciarli stare e dedicarsi alla ronda per conto suo.

Giles avrebbe dovuto accompagnarla, ma all’ultimo gli era giunta una chiamata dall’Inghilterra e probabilmente era ancora attaccato al telefono con quelli del Consiglio.

La sera pareva fiacca. Buffy girava da ore per i cimiteri senza trovare traccia di vampiri, forse quella sera anche i novellini avevano deciso di non uscire.

“Oh, dannazione, possibile che abbiate tutti così tanta paura di me?!”

Pensò infastidita. Aveva voglia di menare le mani, doveva scaricare un bel pò di tensione.

Ma poi ricordò che da quando Angelus era tornato qualche vampiro aveva strategicamente deciso di abbandonare la Bocca dell’Inferno per non avere a che fare con lui. Sunnydale pareva essere diventato il suo territorio.

Sentì una stretta al cuore pensando a lui. Come le mancava. E ancora erano passati solo pochi giorni. Non poteva credere che l’uomo dolce e affettuoso di cui si era innamorata si era trasformato nel mostro crudele e spietato che aveva avuto la sfortuna di incontrare.

E tutto per colpa sua.........Sentì un rumore dietro un cespuglio e uscendo dalla tasca il suo paletto si avvicinò senza far rumore.

Stava per scostare le foglie quando qualcosa saltò fuori e le saltò addosso facendola cadere a terra. Poi si scansò da lei e dopo aver ripreso per un attimo il respiro Buffy ebbe modo di vederlo.

Era un demone, alto, dalla pelle verde e dura, pareva molto pericoloso.

Si alzò con un balzò e si mise in guardia. Il demone non perse tempo ad attaccarla mettendola subito in difficoltà.

Lei ebbe un attimo di smarrimento ma subito dopo riacquistò la concentrazione e con un calcio lo allontanò da sé. Il demone tornò ad attaccarla ma lei schivò i suoi pugni rispondendo con altri allo stomaco e poi con un calcio.

Gli si lanciò contro ma il demone la afferrò per la gola alzandola da terra e stringendogliela forte. Buffy annaspò in cerca del terreno e del fiato che cominciava a mancarle sempre di più.

Non si accorse che il demone le bucò la pelle con un ago che aveva attaccato ad un dito. Poi la fece cadere a terra.

Buffy tossì in cerca di aria tenendosi la gola. Quando si rialzò si accorse che il demone era sparito.

Si guardò intorno cercandolo ma pareva essersi volatilizzato nel nulla.

-Giles, domani si divertirà un mondo a fare ricerche.-borbottò ironica rimettendosi a posto e poi riprese la strada di casa. Per quella sera avrebbe finito lì.

Sentì un leggero pizzicare al braccio destro e se lo massaggiò con la mano sinistra continuando a camminare. Forse, il demone l’aveva colpita lì durante la lotta senza che lei se ne fosse accorta, pensò.

La mattina dopo si ritrovò in biblioteca con i suoi amici al completo per parlare del demone della sera prima.

-Ed è sparito?-fece Willow stupita.

-Volatilizzato!-le confermò Buffy.-Ha tentato di strozzarmi, poi mi ha gettato a terra e se ne è andato.-spiegò rapidamente.

-Forse all’ultimo ha avuto i sensi di colpa e ha deciso di lasciarti andare.-ipotizzò Cordelia.-Magari c’è ancora qualche demone che ha una coscienza.-concluse per dare maggior forza alle sue prime parole.

-Questo lo escluderei, Cordelia.-la contraddisse Giles posando un libro aperto davanti Buffy.-Era questo?-le chiese.

-No, l’ho visto bene, non aveva questa testa a punta. Era un pò sferica e bella dura.-rispose dopo aver guardato la figura.

-Riprenderò le ricerche.-l’osservatore riprese il libro e tornò sul soppalco a cercare.

-Beh, è meglio che ti abbia lasciato andare, adesso tu sei qui a raccontarcelo.-cercò di sdrammatizzare Xander.

-Non avevo pensato a questo.-rifletté la cacciatrice. Si accorse che sentiva il braccio debole.-Deve avermi fatto più male di quanto ricordi, quasi non sento più il braccio.-notò roteando la spalla.

-Ti riprenderai in fretta, sei la cacciatrice ricordi?-le sorrise Willow.

-Si, è vero.-in quel momento si accorse anche di avere più caldo di quanto non ce ne fosse fuori.-Non vi sembra che la temperatura sia un pò aumentata?-chiese agli amici.

-Credo che ci sia un grado in più di ieri.-concordò Cordelia.

In quel momento Giles tornò e mise un altro libro davanti la cacciatrice.

-Era questo?-le chiese.

Buffy lo osservò bene.

-Si, era questo. Visto così è ancora più brutto.-constatò con una smorfia.

Giles si riprese il libro e cominciò a leggere le informazioni sul demone.

-È un demone potente, in effetti.-esordì.-La sua specie si chiama Elistro, è originario dell’Italia. Ti sei sentita pungere?-la guardò.

-No.-scosse la testa.

-Pare che droghi le sue vittime con una droga che ha nell’ago che gli spunta da un dito della mano.-spiegò.

-Sono stata fortunata.-sorrise e si alzò ma la colse un senso di vertigine.

Si aggrappò alla sedia e sorrise facendo in modo che nessuno si accorgesse del suo malore.

-Stanotte non hai visto Angel?-si informò Giles.

-No, per fortuna no.-gli rispose capendo a stento che stava parlando del vampiro.

-Meglio così, penso che tu non sia ancora pronta.-chiuse il libro e lo posò sul tavolo.

-Ma per quando sarai pronta, ricordati che il paletto nel suo cuore io lo vorrei vedere.-aggiunse Xander ricevendo un’occhiata torva da parte di Willow e una gomitata da Cordelia.

Buffy fece qualche passo ma la stanza cominciò a vorticarle attorno.

-Giles....-chiamò barcollando.

Tutti se ne accorsero e corsero da lei che svenne.

Quando riaprì gli occhi si trovava nell’infermeria e tutti i suoi amici erano intorno a lei.

-Dove sono?-chiese piano.

-In infermeria.-la informò Willow.-Stai bene?-si preoccupò.

-Si, è stato solo un giramento di testa.-si tirò a sedere.

-Dovresti riposarti, forse ieri sera hai preso freddo.-ipotizzò Giles con una preoccupazione quasi paterna.

-Si, forse è così.-si alzò lentamente e aiutata da Xander tornò a casa.

Quella sera si sentiva peggio. Mentre si spogliava per mettersi il pigiama si guardò allo specchio e notò che aveva una grossa macchia scura sul braccio destro.

La osservò più attentamente e constatò che era simile ad un livido, con un piccolo buco, come se le avessero fatto un’iniezione, al centro.

Pensò che forse si era punta con qualcosa e alzando le spalle indossò il pigiama.

Si sedette sul letto sentendo la testa che le scoppiava. Se la prese tra le mani e fu così che Joyce la trovò quando entrò nella sua camera per informarla che lei andava a dormire.

-Amore, stai male?!-esclamò sedendole accanto.

-Mi scoppia la testa.-mormorò.

 

 

Joyce le tastò la fronte preoccupata.

-Buffy tu hai la febbre alta.-constatò.-Mettiti sotto le coperte.-

La fece coricare rimboccandole le coperte.

-Dopo una bella dormita ti sentirai meglio, magari è un pò di freddo.-le sorrise dolcemente e dopo averle dato un bacio in fronte le spense la luce e uscì.

Quella notte Buffy si rigirò nel letto in preda a vampate di calore. Sudava e si era tutta scoperta togliendosi addirittura la giacca del pigiama e rimanendo con una canotta che aveva sotto.

Fu così che Angelus la trovò quando entrò nella sua stanza dalla finestra. Stupito si avvicinò al letto e le tastò la fronte. Dopo aver constatato che aveva la febbre alta, le rimboccò le coperte e poi le accarezzò il viso.

Nel buio e nel sonno la trovava di una bellezza accecante, quasi eterea.

Rimase a guardarla per un’ora circa toccandola un pò qua e là e poi se ne andò così come era venuto.

La mattina dopo, Buffy stava anche peggio e quando Joyce andò a svegliarla, la figlia le disse che non sentiva più il suo corpo.

Preoccupata, la donna la caricò in macchina e la portò in ospedale dove subito la misero sotto osservazione e le fecero un mucchio di analisi.

Nella tarda mattina un medico finalmente le disse qualcosa.

-Abbiamo riscontrato una sostanza strana e sconosciuta nel sangue di sua figlia.-esordì.

-Che sta dicendo?-si stupì e preoccupò insieme.

-Non è droga, stia tranquilla. Io credo che sia veleno.-le disse.

-Cosa?-sgranò gli occhi.-Ma conoscete una cura.-

-Ci stiamo ancora studiando, io non avevo mai visto una sostanza simile.-rispose.-Abbiamo portato Buffy in osservazione se peggiora saremo costretti a spostarla in terapia intensiva.-continuò guardando una cartelletta.

-Vado a prenderle delle cose a casa. Torno subito.-disse e lasciò l’ospedale.

Una volta a casa trovò davanti Willow, Xander e Cordelia in ansia per l’assenza di quella mattina di Buffy. La donna spiegò loro tutto con le lacrime agli occhi e poi disse loro che se volevano andarla a trovare sarebbero stati i benvenuti.

-Io vado da Buffy. Xander, Cordelia avvisate Giles.-disse Willow e i tre si separarono.

Giles rimase scioccato dalla novità e si gettò nelle ricerche sul demone affrontato da Buffy, forse qualcosa era andato storto nelle sue prime ricerche. Rimase Cordelia ad aiutarlo mentre Xander raggiungeva Willow.

Trovò la sua migliore amica nella camera della cacciatrice seduta su una sedia. Buffy dormiva sotto l’effetto di sedativi ed era attaccata ad una flebo e alla macchina che prendeva i battiti cardiaci. Aveva il tubicino dell’ossigeno sotto al naso.

-Che si sa?-chiese il ragazzo.

-La signora Summers è appena andata a chiamare suo padre.-esordì.-I medici non sanno di cosa possa trattarsi, è una sostanza sconosciuta ma molto rapida.-concluse.

-Pensi che sia....letale?-fece timidamente.

-Guarda come l’ha ridotta in quasi quarantotto ore.-prese una mano della sua migliore amica tra le sue.

-Già, è terribile.-concordò.-Dovremmo tenere nascosta la cosa ad Angel.-

-Si, lo credo anch’io.-accarezzò i capelli di Buffy e poi le adagiò dolcemente la mano sul suo stomaco.

In quel momento Joyce entrò e rimase quasi commossa della presenza dei due.

-Siete molto carini a farle visita.-sorrise.

-Vogliamo bene a Buffy.-ricambiò Xander.

-È vero.-rincarò Willow.-Adesso andiamo da Giles, torneremo presto.-si alzò e uscì con l’amico.

Una volta in biblioteca non li attendevano buone notizie.

-Il libro che ho trovato dava notizie errate. Ne ho trovato uno più attendibile e dice che.....il demone è molto velenoso. Il suo è un veleno sconosciuto che trasmette attraverso una puntura inavvertibile e agisce in fretta.-spiegò ai due. Pareva disperato.

-C’è una cura?-chiese Xander.

 

 

-Sto ancora cercando, ma se non trovo niente contatterò il Consiglio, loro hanno un elenco di tutte lo sostanze mistiche.-rispose.

-Quanto tempo ha Buffy?-chiese Willow timidamente.

-Un individuo normale resiste fino a quattro giorni, ma considerando che Buffy è la cacciatrice e quindi più forte........credo che possa resistere massimo una settimana.-disse.

-Dobbiamo fare in fretta.-Xander si sedette su una sedia.

Cercarono per tutto il pomeriggio fino a quando fece buio, poi si accorsero di essere stanchissimi e di non aver trovato nulla.

-Siamo in mezzo ad una strada.-sospirò Giles.-Per adesso andiamo da Buffy, riprenderemo le ricerche più tardi.-propose.

Tutti accettarono e uscirono discutendo di quello che era successo. Non notarono Angelus nascosto nel giardino del campus che li spiava e che aveva sentito tutto.

Alla notizia i suoi lineamenti si indurirono e una rabbia cieca lo invase. No! La sua Buffy non poteva morire! Doveva fare qualcosa!

Quando gli altri arrivarono in ospedale, insieme a Joyce trovarono anche Hank che era accorso come una furia da Los Angeles appena aveva sentito cosa era successo alla figlia.

Dopo qualche ora dove non si venne a sapere niente, Xander decise di andare a prendersi un caffè.

-Qualcuno ne vuole?-si informò.

Risposero tutti negativamente tranne Hank e il giovane si offrì di andarglielo a prendere.

Una volta alla macchinetta, che era vicino all’entrata, mise le monete, selezionò cosa voleva a poi si voltò ad aspettare. Sulla porta scorse Angel.

-Che cosa ci fai tu qui?-gli chiese avvicinandosi ma facendo in modo che nessuno lo sentisse.

-Ho saputo la novità.-rispose il vampiro sornione.

-Sei venuto ad accertarti la sua morte di presenza?-fece arrabbiato.

-No, sono solo venuto a farle visita e se volessi farlo....ne tu ne nessun altro riuscireste ad impedirmelo.-gli fece notare.

-Tu credi, eh? È arrivato anche suo padre da Los Angeles.-lo informò.

-Ho meno paura di prima e più voglia di vederla. Appena riprende conoscenza, dalle un bacio da parte mia.-fece ironico.-Oh dimenticavo che non puoi o la tua fidanzatina si ingelosirebbe. Pazienza, in un modo o nell’altro farò da me.-gli fece un sorriso crudele e sarcastico e andò via.

Xander ritirò i caffè e tornò dagli altri. Consegnò il caffè ad Hank e tirò gli altri di lato.

-Angel è stato qui.-mormorò loro.

-Cosa?-si stupì Willow.

-Ha saputo tutto, ma non so come.-spiegò.

-Forse le voci sono corse tra i demoni.-ipotizzò Cordelia.

-È una cosa possibile.-concordò Giles.-Per stasera non c’è più niente che possiamo fare. Riposiamoci e domani mattina riprenderemo le ricerche.-propose.

Tutti assentirono e dopo aver salutato Joyce ed Hank, con la promessa che sarebbero tornati il giorno dopo li lasciarono.

I due stettero svegli tutta la notte nel corridoio a parlare di quando Buffy era bambina e ricordando gli anni che non sarebbero tornati più.

Nella camera di Buffy, improvvisamente la finestra si aprì e nella semi oscurità una figura vestita di nero e con un lungo cappotto di lana entrò silenziosamente. Si avvicinò al letto e si chinò ad accarezzare la fronte bollente della cacciatrice.

Poi le sfiorò le labbra con un bacio. Le sue labbra erano bollenti ed arse. Si sedette sul letto e notò sul comodino una bottiglia di acqua con un bicchiere mezzo pieno e un fazzoletto di stoffa.

Bagnò la punta del fazzoletto nell’acqua e poi glielo passò sulle labbra per tergerle un pò.

Buffy sospirò e mosse la testa, poi aprì lentamente gli occhi. Sbattè più volte le palpebre per mettere a fuoco l’immagine davanti a sé e poi abbozzò un lieve sorriso quando capì di chi si trattava.

-Angel.....-mormorò.

-Ciao amore.-le disse con un sorriso.

 

 

-Ti aspettavo, sai.-la sua voce era poco più di un sussurro ed altri non l’avrebbero sentita appieno, ma lui si grazie al suo sviluppato udito da vampiro.

Sorrise ancora perché capì che non parlava con lui ma con la sua anima. Il veleno iniziava a non farle comprendere più le cose correttamente.

-Ed io sono venuto.-la assecondò. In quel momento non le sarebbe stato d’aiuto capire la verità.

-Resti con me?-gli chiese.

-Sai che non posso.-le disse alzandole un pò di più le coperte.

-Torni domani?-continuò.

-Se mi sarà possibile.-alzò le spalle e si chinò a baciarla.

Un bacio dolce, perché in quel momento lei non avrebbe retto un bacio violento e appassionato.

-Dormi adesso, domani ti sentirai meglio.-le disse dandole un bacio sulla fronte e poi andò via richiudendo la finestra.

Due minuti dopo, Buffy dormiva già profondamente.

Angelus arrivò alla fabbrica spalancando la porta con un calcio e chiamando a gran voce qualcuno dei suoi ragazzi.

-Lucius!!-sbraitò.-Melvin!!-continuò entrando nella sala da pranzo.-C’è nessuno in questo stramaledetto buco?!-urlò fuori di sé.

-Qualcosa non va sire?-gli chiese Spike ironico arrivando con la sua sedia a rotelle.

-Sparisci se non vuoi che me la prenda con te!-gli puntò contro un dito.-Dove sono tutti?-si informò.

-I ragazzi sono in giro a cenare.-lo informò calmo.-Drusilla li ha portati a spasso.-precisò.-Come mai così di cattivo umore?-fece con un sorriso sardonico.

-Non impicciarti!-fece livido avvicinandosi minacciosamente.-Dovrò sfogarmi da solo, a quanto ho capito.-ci pensò bene.-Rimorchierò una delle prostitute dei paraggi. Ci vediamo dopo.-e senza aggiungere altro uscì.

Spike girò la sua sedia a rotelle e tornò a guardare la televisione.

Angel non si diresse nella zona delle prostitute, ma nella zona del Bronze dove era più facile incontrare qualcuna che avrebbe fatto più al caso suo.

Fuori dalla porta notò una giovane bionda tutta sola che continuava a guardare l’orologio nervosamente. Le si avvicinò e le andò alle spalle.

-Chi ti ha lasciato sola evidentemente o è un pazzo o non capisce niente.-le disse sorridendo poggiato al muro con le braccia incrociate. Aveva un piccolo fiorellino in mano e lo roteava davanti alla bocca.

La ragazza si voltò di scatto spaventata sorridendo di fronte a quell’uomo bello e misterioso.

-Tanto ormai non verrà più. È in ritardo di un’ora.-sorrise.

-Che mascalzone! Nessuno gli ha mai insegnato che non si lasciano sole le belle donne come te?-sorrise e la vide imbarazzarsi e arrossire abbassando lo sguardo timidamente.

Le sfiorò il viso con il fiore e lei lo guardò. Angel lesse il desiderio nei suoi occhi e allora la prese per mano guidandola in uno dei vicoli bui lì vicino.

La poggiò al muro e cominciò a baciarla tenendola per la vita. Con una mano scese ad accarezzarle una coscia e poi le alzò la minigonna.............

Poco dopo, un uomo vestito di nero usciva da un vicolo apparentemente indifferente, nessuno prestò attenzione alla sua presenza.

La mattina dopo ritrovarono il corpo di una giovane ragazza bionda con la gonna alzata, la giacca per terra, il top strappato e senza slip, due buchi sporchi di sangue sul collo e completamente dissanguata.

Xander entrò in biblioteca con il giornale del mattino e subito lo porse a Giles facendogli leggere la notizia sulla ragazza. Willow e Cordelia erano già lì.

-Si, l’ho saputo.-lo informò l’osservatore serio.-Hanno detto la notizia anche al telegiornale del mattino.-si passò inquieto una mano tra i capelli.

-Pensa che possa essere stato Angel?-fece Willow timidamente.

-La firma è la sua.-affermò l’inglese.

-Povera Molly.-sospirò Willow dispiaciuta.

 

 

-Già, e pensare che era una delle più brave ragazze della squadra di atletica leggera. Era anche simpatica.-rincarò Cordelia.

-A che punto siamo con le ricerche?-si informò Xander sedendosi e cambiando argomento.

-Ad un punto morto. Ma sto ancora cercando.-Giles andò nel suo studio per posare un paio di libri.

-Dobbiamo fare in fretta, Buffy potrebbe non farcela.-lo esortò.

-Ci sto lavorando, Xander!-lo riprese uscendo e avvicinandosi al tavolo.-Andate tutti a lezione, ci vediamo pomeriggio.-li incitò togliendosi gli occhiali.

-A dopo.-lo salutò Cordelia e insieme agli altri uscì.

Dopo le lezioni tornarono in biblioteca dove trovarono Giles immerso nelle ricerche. L’osservatore era riuscito ad avere altri libri che sarebbero potuti tornare utili, ma le loro ricerche giunsero a poco.

Andarono all’ospedale prima che potesse finire l’orario delle visite e una volta nella camera della cacciatrice, insieme ai suoi genitori trovarono anche Jenny.

-Ciao Rupert, salve ragazzi.-sorrise la giovane insegnante alzandosi da una sedia. Stava parlando con Joyce.

-Signorina Calendar.-la salutarono più o meno all’unisono Willow, Xander e Cordelia.

Giles si limitò a farle un cenno del capo.

-La signorina Calendar è stata così cara a venire.-sorrise Joyce.-Ha saputo di Buffy ed è subito corsa a farle visita.-spiegò.

-Era il minimo che potessi fare, anche se Buffy non è una mia alunna le sono affezionata.-abbozzò un sorriso.

-E Buffy come sta?-si informò Willow.

-Stabile, al momento.-le rispose Hank.-Stamattina ha ripreso conoscenza e all’ora di pranzo ha mangiato qualcosa ma il medico ha detto che è sempre più debole.-raccontò. Pareva disperato e la preoccupazione pareva averlo fatto invecchiare di almeno dieci anni.

-Non hanno ancora trovato niente?-chiese Cordelia.

-No, sono in alto mare.-le rispose Joyce.

In quel momento un’infermiera entrò con un enorme mazzo di rose bianche in mano.

-Sono arrivate giusto ora per Buffy.-sorrise posandole con tutto il vaso sul comodino.

In quei due giorni, quella giovane infermiera era stata spesso con Buffy.

-Chi le manda?-si stupì Joyce alzandosi.

-Non lo so, ma qui c’è il biglietto.-l’infermiera prese il foglio di carta color avorio tra le rose e lo porse a Joyce.

La donna lo aprì curiosa.  Con elegante calligrafia maschile, a lettere cubitali con il carboncino c’era solo scritto: ti amo.

-Allora?-le chiese Hank avvicinandosi.

-Tua figlia ha uno spasimante molto innamorato.-gli sorrise porgendogli il biglietto.

L’uomo lo prese stupito e curioso e lesse le due parole con un sorriso.

-Così pare.-sospirò e posò il foglio sul comodino accanto il vaso delle rose.

-Io torno tra poco per controllare Buffy.-disse l’infermiera e uscì.

-Io vado a prendere un caffè. Qualcuno ne vuole?-si offrì Giles.

Hank e Joyce accettarono molto volentieri e Jenny si offrì di accompagnarlo alla macchinetta.

-Come l’hai saputo tu?-le chiese Giles mentre infilava le monetine e selezionava un primo caffè.

-Una mia amica fa l’infermiera qui e me l’ha detto.-lo informò prendendo il caffè che lui le porgeva.

-Sai di cosa si tratta?-inserì altre monete e selezionò il secondo caffè.

-No, ma vorrei saperlo.-sorseggiò un pò del liquido caldo.

-Un demone Elistro.-le rispose.-La tua tribù sarà contenta di questo, finalmente Buffy non intralcerà più le vostre vendette.-osservò con una punta di cattiveria porgendole la seconda tazza.

-Non dire così, Rupert, lo sai che anch’io sono affezionata a Buffy.-lo riprese mentre Giles selezionava il terzo caffè.

-Non esistono segreti per le persone che amiamo.-le fece notare aspettando.

-Quante volte ancora dovrò dirti che mi dispiace?-fece amara sorseggiando un altro pò del suo caffè.

 

 

-Non è a me che devi dirlo, perché se tu avessi detto tutto e subito ci saremmo evitati molte cose. Anche l’uccisione di quella giovane ragazza di ieri sera.-prese il terzo caffè e stavolta selezionò un tea.

-Lo so, Molly era una mia alunna.-fece una pausa.-Angel sa cos’è successo?-si informò.

-L’ha scoperto.-le rispose.-Il veleno di Buffy è molto potente e letale. Se non ci sbrighiamo non le resteranno più di cinque giorni.-sospirò stancamente e prese l’ultima tazza.-E Molly è opera di Angel.-

I due si incamminarono verso la camera di Buffy cercando una soluzione.

-Cercherò in rete qualcosa. Contatterò il mio gruppo tecno pagano e anche la mia tribù, forse potranno aiutarci.-si offrì alzando le spalle.

-Grazie.-le sorrise ed entrarono nella camera.

Diedero il caffè a Joyce ed Hank e notarono che Buffy era sveglia anche se non del tutto lucida. Willow e Xander erano seduti sul letto accanto a lei e Cordelia ai piedi del letto. Le stavano parlando senza stancarla, consapevoli che forse non avrebbero avuto altre occasioni di poterle parlare ancora.

Angelus era giunto in biblioteca consapevole che nessuno era presente, sapeva che erano tutti al capezzale di Buffy. Aveva tirato fuori un mucchio di libri e si era messo a cercare freneticamente una cura per il veleno di Elistro.

Spesse volte aveva avuto scatti di nervi e aveva sbattuto libri contro al muro. Era nervoso, molto nervoso. Quella mattina quando Drusilla era entrato nella sua camera per chiedergli perché era nervoso, l’aveva trovato con una ragazza mora.

La ragazza era legata ad una sedia, nuda e Angel stava “giocando” con lei. Quando Drusilla gli aveva chiesto se poteva unirsi ai giochi, lui l’aveva cacciata malamente facendola restare anche male.

Afferrò un altro libro e lo sfogliò velocemente finché ad un certo punto qualcosa lo colpì.

Lesse le parole velocemente e poi di nuovo ma lentamente e con più attenzione.

Sorrise finalmente soddisfatto ma un rumore di passi che si avvicinavano lo sorprese e velocemente scavalcò la balaustra e uscì di corsa dall’uscita secondaria. Quello che aveva letto gli bastava.

Giles entrò in biblioteca con gli altri e subito si accorse del disordine che regnava.

-Se un altro dei vostri compagni è stato qui a combinare tutto questo trambusto stavolta al collegio dei docenti mi sentiranno.-protestò Giles raccogliendo un libro sul pavimento.

-Scommetto che è stato Roy!-esclamò Xander raccogliendone un altro.

-Guarda che Roy si è diplomato l’anno scorso.-gli ricordò Willow prendendo un libro aperto sul tavolo. Lesse velocemente cosa vi era scritto e poi lo fissò stupita.-Giles, guardi qui!-lo porse all’osservatore.

-Che succede?-si preoccupò prendendolo.-Sono informazioni sul veleno di Buffy.-si stupì.

-E dicono qualcosa di utile?-chiese Cordelia in ansia.

Giles lesse velocemente e poi si accinse a rispondere.

-C’è una cura.-li informò facendoli sospirare di sollievo.

-E quindi?-lo esortò Xander.

-È impossibile.-fece sconsolato.

-Che vuol dire impossibile?-chiese Willow.

-L’unica cura per il veleno è una pozione che si estrae da un fiore.-spiegò.

-E allora compriamo un intero mazzo di questi fiori.-propose Xander.

-È un fiore derivato dall’unione di due tipi di rosa e coltivato da dei frati francescani. Si chiama rosa francesca e ormai non viene più coltivato da diversi anni. Solo i frati francescani di Assisi continuano ad averne una pianta.-spiegò tenendo gli occhi sul libro.

-Andiamo ad Assisi!-Xander pensava che fosse tutto facile.

-Assisi si trova in Italia, Xander.-lo informò Willow.

-Non possiamo contattarli e farcene portare solo una?-ipotizzò Cordelia.

Ma nessuno le diede retta e anche lei constatò che la sua proposta era un pò assurda. Per quella sera andarono tutti a dormire, tanto avevano scoperto la cura. Dovevano solo fare in modo di usarla.

Angel aveva diverse conoscenze dappertutto, umane e demoniache, e velocemente contattò un demone che sapeva trovarsi nei pressi di Los Angeles e che aveva aiutato per sbaglio un secolo prima. Quel demone gli doveva un favore.

Si incontrarono in un bar per demoni e non solo di Los Angeles e subito, lui gli spiegò la situazione.

 

 

-Angelus non ti capisco.-fece il demone.-Tutti vogliono la morte della cacciatrice e stiamo tutti confidando in te, che tu la uccida. Perché vuoi salvarla?-si stupì.

-Appunto per questo. Solo io dovrò uccidere la cacciatrice, io e nessun altro! Lei è mia!-strinse forte il suo bicchiere quasi fino a romperlo.-L’hai mai vista?-gli chiese.

-No, ma dicono che è carina.-sorrise.

-È bellissima, te l’assicuro e sto raggiungendo ottimi risultati con lei, mi ama ancora.-ricambiò il sorriso.-Portami solo uno di quei fiori. Mi devi un favore, ricordi?-bevve un sorso del suo scotch.

-Me lo ricordo. Tokyo, era il 1876.-sorrise al ricordo.

-Lo farai?-gli chiese.

-Per quanto ti serve?-gli chiese in rimando.

-Domani, massimo dopodomani.-rispose.

-Lo avrai domani sera, parola mia.-gli assicurò.

-Grazie.-si alzò e posò una banconota sul tavolo.-Offro io come ringraziamento.-

-Ehi, ti dovevo un favore.-il demone bevve un lungo sorso del suo whiskey.

-Teniamoci in contatto.-gli porse una mano che il demone strinse e poi si accinse ad uscire.

Mentre si avviava verso la porta notò che un demone al bancone lo teneva d’occhio. Non gli staccava gli occhi di dosso e non si curava minimamente di non farsene accorgere.

Era verde, con due piccole corna sulla fronte e indossava una sgargiante camicia a fiori ed un completo pantalone e giacca bianco.

Angel lo guardò un’ultima volta e poi uscì dal locale.

-Tutto bene, amico?-chiese il barista al demone verde.

-Si, tutto bene.-assentì prendendo il suo bicchiere.

-Mi è parso di vedere Angelus, ma non ne sono sicuro.-passò un panno umido sul bancone.

-Era lui.-gli confermò.

-Che ne pensi, Lorne?-posò il panno.

-Quel vampiro ha una vita lunga e triste davanti a sé segnata dalla presenza della cacciatrice.-disse sicuro bevendo un altro sorso della sua bevanda. Poi si concentrò sulla giovane che cantava al karaoke.

Angel tornò a Sunnydale a notte fonda, trovando Drusilla preoccupata e Spike no.

Andò subito a dormire, era nervoso perché non era potuto andare all’ospedale da Buffy.

Si rilassò e chiuse gli occhi. Doveva riposarsi, la sera di domani sarebbe stata frenetica e doveva mantenere le forze. Ignorò il bussare di Drusilla che, avendo trovato chiuso a chiave non era riuscita ad entrare, e si addormentò. Fu un sonno senza sogni.

Giles era stato tutta la notte buttato sui libri per tentare di scoprire se c’era un altro metodo, un altro antidoto ma altri libri diedero la stessa soluzione.

Nella tarda mattinata, arrivò Jenny.

-Ho trovato qualcosa ma....è qualcosa di irrealizzabile.-esordì.

-Se stai parlando della rosa francesca, l’ho scoperto anch’io.-la informò passandosi una mano tra i capelli ormai arruffati.

-Fratello Luca, il mio corrispondente, ha provato a contattare quei frati francescani e chiedere un fiore per la vita di Buffy, ma gli hanno risposto che non lo danno a nessuno. Ormai il fiore è troppo raro per essere distribuito con leggerezza.-gli spiegò sconsolata.

-Grazie comunque.-le abbozzò un sorriso.

-Dovresti andare a casa a riposarti un pò.-gli suggerì preoccupata.

-Non riesco a riposare. Buffy è come una figlia per me e sapere che ormai non c’è più niente da fare per lei mi fa star male.-sospirò e si sedette sulla sedia del suo ufficio.

-È una ragazza eccezionale.-sorrise ricordando la vitalità e l’allegria di quella ragazza distesa in un letto d’ospedale e prossima alla morte.

-Già.-assentì.

-Adesso torno in classe.-si accinse ad andare via ma la voce di lui la fermò.

-Grazie per aver provato a salvarla.-le disse.

-Era il minimo che potessi fare dopo il dolore che vi ho provocato.-sorrise e lasciò la biblioteca per tornare alle sue lezioni.

 

 

Angel si recò sul luogo dell’appuntamento alle undici. Avevano scelto un vecchio magazzino abbandonato di una cittadina tra Sunnydale e Los Angeles, per non dare nell’occhio.

-Ecco, questo è per te.-il demone aprì una scatola di legno e gli fece vedere il suo contenuto.

Era un fiore simile alla rosa canuta, ma di un colore panna venato di rosa. Aveva corte e piccole spine e foglie come quelle della rosa comune.

Il demone chiuse la scatola che cambiò proprietario.

-L’ho tenuto il più fresco possibile.-gli disse.

-È perfetto, grazie.-fissò la scatola.-Nessuno deve sapere che ho salvato la vita della cacciatrice.-lo ammonì.

-Amico, il tuo segreto è al sicuro con me. Lo sai che ti rispetto e ti stimo Angelus.-gli fece notare serio.

-Lo stesso vale per me.-si strinsero la mano e poi si separarono.

Angel si rimise in viaggio e una volta a Sunnydale si diresse al liceo. Controllò che non ci fosse nessuno, evidentemente erano tutti in ospedale, e poi entrò in biblioteca e prese un libro e si diresse nel laboratorio di scienze.

Leggendo i passi sul libro creò la cura del veleno con quel fiore raro e prezioso e una volta che fu pronta, verso il liquido chiaro in una boccetta e velocemente si diresse all’ospedale.

Una volta lì con disappunto notò che erano tutti nella camera di Buffy. La cacciatrice si era aggravata rapidamente e adesso si trovava in terapia intensiva. I medici la davano per spacciata e dicevano che non sarebbe sopravvissuta più di due giorni.

Doveva fare qualcosa. Dopo aver rimuginato a lungo decise di agire a modo suo.

Pochi secondi dopo un urlo scaturì in tutto l’ospedale. Si precipitarono tutti in una camera vicina a quella di Buffy, un’infermiera aveva trovato un delinquente che stava tentando di uccidere una malata e poi era uscito dalla finestra.

Mentre erano tutti concentrati in quello, Angel aprì la finestra della camera di Buffy ed entrò guardandosi in giro.

Si avvicinò al letto e prese una siringa ancora confezionata. La riempì con l’antidoto e poi lo iniettò nel braccio della cacciatrice. Quello che era rimasto nella boccetta glielo fece ingoiare sostenendola. Buffy dormiva incurante che quello che adesso era il suo peggior nemico, le stava salvando la vita.

Dopo, Angel la adagiò di nuovo sul cuscino notando che i battiti cardiaci stavano aumentando in maniera impressionante. Sentì che qualcuno stava per tornare e velocemente uscì dalla finestra lasciando rapidamente un foglio dietro la lampada sul comodino e la stessa finestra aperta.

Era un’infermiera che appena si accorse dei battiti aumentati in quel modo corse fuori dalla stanza a chiamare un medico.

Accorsero tutti nella camera di Buffy temendo il peggio e attendendo la diagnosi del medico.

-La temperatura sta scendendo.-disse mettendosi lo stetoscopio e controllando il petto della sua malata.

Tutti si guardarono stupiti e senza capire se quello era un buon segno o meno.

-Sta cominciando a reagire. Se supera la notte ci sono speranze che si salvi.-disse ricoprendola.

Tutti si rilassarono, anche se appena. In fondo era una buona notizia.

-Si gela qui dentro!-osservò l’infermiera.-Chissà chi ha aperto la finestra!-sbuffò e andò a chiuderla.

I medici lasciarono la stanza e tutti attesero con impazienza che quella lunga notte passasse. A tarda notte, Willow e Cordelia si addormentarono stremate sui divani della sala d’aspetto, vegliate da Xander che in mattinata cedette anche lui al sonno.

Joyce, Hank e Giles rimasero a controllare Buffy e pregare affinché quella notte passasse serena.

Verso le otto, un medico controllò Buffy e disse che adesso la possibilità che si salvasse erano più alte.

Ma i tre continuarono a non adagiarsi sugli allori. C’era solo un forse a decidere della vita di Buffy.

Finché alle nove e trenta del mattino, Buffy aprì gli occhi sbattendoli più volte per mettere a fuoco il luogo dove si trovava e girò la testa per guardarsi in giro vedendo sua madre, suo padre e il suo osservatore.

-Mamma......-fu un sussurrò ma che parve un urlo nel silenzio carico d’ansia di quella camera.

Joyce si voltò a guardarla e appena notò che era sveglia si precipitò accanto a lei prendendole una mano e stringendogliela.

 

 

-Buffy.-disse con le lacrime agli occhi.-Ti sei svegliata.-le accarezzò la fronte.

-Come ti senti?-le chiese Hank seduto all’altro lato della figlia.

-Stanca.-mormorò e posò lo sguardo su Giles.-Spero che non sia venuto a darmi una multa sull’ultimo libro che ho preso dalla biblioteca.-sorrise e fece sorridere anche il suo osservatore.

-No, certo che no.-disse.-Vado a chiamare i tuoi amici.-disse e lasciò la camera.

Una volta fuori si adagiò sul muro e si concesse un paio di maschie ed inglesi lacrimucce di felicità.

Poi si diresse verso la sala d’aspetto e si chinò a svegliare Willow.

-Willow?-la scosse.-Willow, svegliati.-la ragazza si mosse.

-Signor Giles....che succede?-mormorò la ragazza alzandosi su un gomito e passandosi una mano tra i capelli arruffati.

-Ho una bella notizia: Buffy si è svegliata.-le disse.

Improvvisamente la ragazza spalancò gli occhi sveglia.

-Cosa?! È sicuro?-esclamò.

-Sicurissimo.-le confermò.

-Oddio, è meraviglioso!-lo abbracciò di slancio commossa e il suo urlo svegliò anche Cordelia e Xander.

Appena seppero del risveglio di Buffy, corsero nella sua camera e la abbracciarono tutti felici di saperla sveglia e apparentemente salva.

Il medico, poco dopo, confermò che Buffy era davvero fuori pericolo. Tirarono tutti un sospiro di sollievo e appena fu andato via, Buffy notò il mazzo di rose bianche sul suo comodino.

-Chi le ha mandate queste?-chiese a tutti.

-Un tuo spasimante che ti ha lasciato un biglietto piuttosto conciso.-le sorrise Joyce porgendole il foglio color avorio piegato.

Buffy lo aprì e lesse le due parole scritte fissandole per diversi secondi. Poi guardò le rose e capì chi era stato.

-Un giorno dovrai presentarmi questo tuo innamorato.-le sorrise Hank.

-Lo spero.-ricambiò il sorriso sperando che nessuno si accorgesse della sua improvvisa tristezza.

Ricordò la sera che lui era passato a trovarlo fingendo di essere quello che non era più.

Poco dopo cacciò tutti via dalla sua camera, voleva riposare ma non ci riusciva. Fu allora che scorse un secondo foglio color avorio sul comodino, dietro la lampada.

Lo prese e lo aprì curiosa e ansiosa al tempo stesso mentre le mani le tremavano.

“Ciao amore.

Non sarò lungo. Non potevo permettere che uno stupido veleno di uno stupido demone, per quanto potenti, ti uccidessero. Se non ti dispiace, quello è un piacere che voglio riservare per me.

Ma comunque, salvarti la vita è stato un piacere. Non mi aspetto ringraziamenti, attendo solo il momento in cui potrò riprenderti a pugni.

Tuo, Angelus.”

Rilesse il biglietto ancora e ancora fino ad impararlo a memoria e consumarsi gli occhi.

Man mano che le ore passavano cominciava a sentirsi meglio, tanto che il giorno dopo riuscì ad alzarsi e due giorni dopo, addirittura, fu dimessa dall’ospedale con gran stupore di tutti sulle sue facoltà di ristabilimento.

Buffy stette tre giorni a casa, in convalescenza curata amorevolmente da sua madre, suo padre e dai suoi amici che venivano tutti i giorni, poi tornò a scuola.

Durante la pausa pranzo si vide con i suoi amici nella biblioteca.

-Signor Giles mi può spiegare le circostanze della mia guarigione?-gli chiese anche se sapeva chi era stato a salvarla.

-Ti assicuro che non siamo stati noi, ne lo sappiamo.-esordì.-Comunque il veleno che ti è stato iniettato era molto potente e si poteva annullare solo con una pozione che viene estratto da un fiore raro e quasi estinto chiamato rosa francesca e che viene coltivato da alcuni frati francescani ad Assisi.-le spiegò.

-Ho capito.-annuì con un sorriso.

-Siamo contenti che tu sia viva.-le sorrise Willow.

 

 

-Anch’io, te l’assicuro.-concordò.-Andiamo a mangiare?-propose alzandosi.-Sono affamata!-

Lei e i suoi amici uscirono a braccetto sorridendo allegri. Erano felici che tutto era finito.

Ma Buffy aveva tanti pensieri che le frullavano per la testa. Così, la sera dopo, prima di andare in biblioteca da Giles decise di passare da qualcuno.

Non sapeva se Angel si sarebbe trovato lì, ma lo sperava ardentemente, così tirò un sospiro di sollievo quando, aprendo la porta del suo vecchio appartamento, sentì l’acqua scrosciare nella doccia e le luci accese nella camera.

Posò il suo cappotto sulla spalliera della poltrona e poi si diresse nel bagno.

Una volta lì intravide una figura ben nota dentro la doccia attraverso le pareti opache e offuscate dal fumo del box e notò anche i suoi vestiti accuratamente riposti su una sedia.

Tirò un sospiro per farsi coraggio e poi si avvicinò aprendo piano il box.

Angel le dava le spalle e non si accorse di lei finché non gli poggiò una mano su una spalla per chiamarlo. Si voltò di scattò spaventato e schizzandola un pò.

-Sei impazzita?-la aggredì.-Non si sbuca così alle spalle di un vampiro.-la riprese non pensando minimamente a coprirsi un pò. Quanto gli piaceva farsi guardare!

-Volevo parlarti.-lo informò.

-Ti ascolto.-la esortò con un sorriso mentre l’acqua continuava a scrosciargli addosso.

-Perché l’hai fatto?-gli chiese.

-Fatto cosa?-chiese facendo finta di non sapere di cosa stesse parlando.

-Non fare lo gnorri, lo sai benissimo.-incrociò le braccia al petto.

-Te l’ho detto, voglio essere io ad ucciderti.-le fece un sorriso che in altre occasione l’avrebbe spaventata ma che in quell’occasione trovò sensuale.

-Molto gentile.-osservò ironica.-Ti voglio ringraziare.-concluse.

-Beh, prego. Adesso lasciami finire la mia doccia.-fece per richiudere il box ma lei lo fermò.

-Non ho detto che volevo dirti grazie, ho detto che ti voglio ringraziare!-precisò.

-Vuoi offrirti a me come pasto? Lo troveri molto ringraziante.-le propose per provocarla e sapendo che lei avrebbe rifiutato.

-Spiritoso!-fece ironica.-Ti offro me....per ringraziarti. Solo per stasera.-

Lui sgranò gli occhi di fronte a quella proposta che aveva dell’assurdo. Non gli si sarebbe presentata un’altra occasione simile, ma non era sicuro se accettare o meno.

-Tu stai delirando, il veleno deve averti danneggiato il cervello.-osservò pungente.-Per quanto mi piacerebbe ho già fatto una volta l’errore di andare a letto con te, quindi......no grazie.-rispose.

-Ti prego.-insistette.

Lui fece finta di pensarci qualche secondo mettendo ancora più in mostra il suo corpo. Buffy lo percorse dalla testa ai piedi rialzando poi subito lo sguardo.

-No!-esclamò lui e chiuse violentemente il box riprendendo a lavarsi.

Buffy scosse la testa e poi decise che avrebbe fatto di testa sua. Silenziosamente si spogliò posando i vestiti sulla sedia, sui suoi, e poi aprì di nuovo lentamente il box ed entrò richiudendole rumorosamente.

Angel sobbalzò e si voltò di scatto fingendosi sorpreso. In realtà sapeva che l’avrebbe fatto.

-Esci fuori.-le ingiunse.

-Coraggio, non dirmi che non ti alletta l’idea di un’altra notte tra noi due.-gli sorrise sfiorandogli il petto con le dita. La verità era che non le importava niente, a parte essere di quel corpo ancora una volta e sapeva che anche lui la bramava a tal punto che non l’avrebbe uccisa, per quanto avesse voluto.

-Tu sei malata.-osservò scuotendo la testa.

-Voglio solo ringraziare chi mi ha salvato la vita.-gli fece notare poggiando il suo corpo al suo.

-Te la sei cercata.-alzò le spalle e poi le afferrò la nuca cominciando a baciarla violentemente.

Un attimo dopo era poggiata alle piastrelle bagnate, le gambe intorno ai suoi fianchi.

Tutto era appena cominciato.

Nel frattempo, gli altri aspettavano Buffy in biblioteca. Willow stava spiegando ad Oz, appena tornato da una settimana di serate con la band a San Francisco, cos’era successo a Buffy.

 

 

-Però, un veleno.-disse alla fine.-Interessante.-constatò.

-Già, e Buffy stava per morire finché qualcuno di misterioso non l’ha salvata.-gli disse la fidanzata.

-E nessuno di noi ha una vaga idea di chi possa essere.-concluse Xander.

-Ma che fine avrà fatto Buffy?-chiese Giles in ansia guardando l’ora.

-Starà per arrivare.-Cordelia alzò le spalle.

-Spero che non si sia già rimessa di pattuglia. Deve ancora finire di ristabilirsi e non sappiamo se il demone è ancora in circolazione o meno.-disse l’osservatore bevendo un sorso del suo tea.

-Vedrà che Buffy non è così avventata da fare gesti sconsiderati.-tentò di rassicurarlo Willow.

-Non ne sarei così sicuro. Non ci dimentichiamo che prima Angel era un cucciolone tenero e che a volte spariva e adesso è un mostro assetato di sangue che l’anno prossimo non farà diplomare diversi nostri compagni di classe.-obiettò Xander acido come sempre.

-Magari l’essere arrivata in fin di vita le avrà messo un pò di sale in zucca.-ipotizzò Cordelia con un sorriso ricevendo occhiate torve da tutti.-Beh, certe esperienze formano il carattere!-si difese.

Tutti scossero la testa e poi parlarono d’altro.

Dopo la passione scoppiata nella doccia, Angel aveva deciso di cambiare postazione e aveva continuato a prendersi il suo “grazie”, a letto.

Adesso, lui era seduto con la schiena poggiata sui cuscini e Buffy era in braccio a lui, la schiena poggiata sul suo largo torace. Con un braccio le cingeva la vita posandole una mano sui fianchi, e l’altro era sui suoi seni. Le baciava il collo da diversi minuti.

-Forse adesso è meglio che vada.-disse la cacciatrice, aveva le mani sulle sue.

-Resta ancora cinque minuti.-fece con voce apparentemente supplichevole.

-Non ti sembra che ti abbia ringraziato abbastanza per stasera?-gli fece notare con un sorriso.

-Sei tu che l’hai voluto.-fece con lo stesso tono.

-Lo so. Stavolta come sono andata?-gli chiese timidamente sperando di non arrossire.

-Non male.-la punzecchiò con un tono indifferente.

-Non male?!-protestò lei voltandosi a guardarlo.-Non male?!-ripeté a voce un pò più alta.

-Ehi, io sono il tuo peggior nemico. Non ti aspetterai mica paroline dolci e cose del genere.-le rispose  baciandole il mento.

-Ah davvero? E allora mi sono sbagliata quando mi hai mormorato all’orecchio che ero bellissima e speciale.-fece pensandoci bene.

-Parole dettate dall’estasi.-si giustificò come se niente fosse. Non gliel’avrebbe mai data vinta.

-Come ti pare, ma adesso devo davvero andare.-gli diede un bacio sulla punta del naso e si alzò velocemente prima che lui avesse modo di trattenerla.

-Hai un sedere da sogno, lo sai?-le fece notare mentre lei andava nel bagno a recuperare i suoi vestiti.

-Lo so!-gli urlò entrando nel bagno.

Uscì pochi minuti dopo già rivestita e sistemandosi i capelli. Prese il suo cappotto e si accinse a correre via.

-Vieni qui un attimo.-la fermò lui tenendo una mano verso di lei.-Fatti almeno salutare visto che da domani riprenderemo a fare a pugni.-le precisò con un sorriso.

Lei indugiò un attimo, poi posò di nuovo il cappotto e si avvicinò a lui. Stava per sedersi su letto ma lui la prese per i fianchi e se la mise in braccio.

Buffy gli passò le braccia intorno al collo e si chinò a baciarlo sapendo che lui aveva perfettamente ragione. Quella sera era stata una breve parentesi e dal giorno dopo la guerra sarebbe ripresa.

Angel la stese sul letto anche se lei aveva le gambe sul suo fianco.

-Adesso te lo dico, ma se dovessimo litigare negherò tutto, specialmente se siamo di fronte ad altre persone.-esordì lui.-Io ti amo. Quando ho saputo che eri stata avvelenata mi sono gettato nelle ricerche e ho fatto di tutto per salvarti. Non potevo concepire l’idea di perderti. Sei la mia ossessione, tu mi sei entrata dentro cacciatrice e per quanto ti odio e ti disprezzo in un modo perverso e tutto mio io ti amo e ti perseguiterò di qui fino all’eternità finché non ti arrenderai a me e sarai mia per l’eternità.-le rivelò con una serietà che la lasciò senza parole.

Non sapeva cosa dire, così si limitò ad accarezzargli i capelli e baciarlo appassionatamente.

 

 

-Adesso vai.-la incitò lui facendola alzare.

-Va bene.-assentì seriamente, poi prese il suo cappotto e andò verso la porta.

Stava per uscire quando si voltò un’ultima volta, poi varcò la soglia e richiuse la porta alle sue spalle.

-Sei mia per sempre, Buffy.-mormorò lui con un sorriso poi inspirò a fondo per sentire ancora il suo profumo che aleggiava nell’aria.

Buffy aveva fatto la strada fino in biblioteca lentamente per pensare a quella sera ed a quello che era appena avvenuto. Non era pentita, lo desiderava intensamente, e qualcosa gliela doveva dopo che lui le aveva salvato la vita. Avrebbe potuto finirla in ospedale ma non l’aveva fatto ed anche se era l’essere più crudele e perverso che avesse mai conosciuto....lo amava ancora.

Quando entrò in biblioteca tutti si voltarono verso di lei e le chiesero dov’era finita.

-Oh...sono andata a riflettere un pò per conto mio.-inventò sul momento alzando le spalle.

-Hai incontrato vampiri?-le chiese Giles.

-Nessuno.-gli rispose.

Posò il cappotto sulla spalliera di una sedia e poi si scostò i capelli dal collo.

-Buffy!!!-esclamò Willow sconvolta fissando l’amica ad occhi sgranati.

-Cosa?!-si preoccupò la cacciatrice.

La ragazza girò intorno al tavolo fino ad andarle di fronte e la prese per mano.

-Vieni con me!!-e senza dire altro la trascinò fuori dalla biblioteca ignorando le proteste dell’amica.

Tutti si fissarono scioccati e senza sapere cosa dire e pensare.

-Willow lasciami!!-protestò Buffy cercando di liberarsi dalla stretta dell’amica invano mentre la trascinava nel bagno delle ragazze.-Insomma che ti prende?!-le chiese.

Willow la mise davanti allo specchio.

-Guarda!-le disse solamente indicandole il collo.

Buffy lo fece scoprendo una macchia. La osservò più attentamente e impallidì quando capì cos’era.

-Quel brutto....-si interruppe toccandola.-Avrei dovuto immaginarlo che mi avrebbe lasciato un ricordino.-sospirò.

-Buffy quello è un succhiotto!!-esclamò Willow.-E non credo che tu possa essertelo fatto da sola.-

-No, certo che no!-sbuffò.-Ah...ed ora cosa spiego a mia madre?-fece preoccupata.

-Adesso tua madre è l’ultima delle tue preoccupazioni.-la riprese.

Buffy si voltò a guardarla stando qualche secondo in silenzio. Poi si decise a dirle la verità.

-È stato Angel a curarmi.-le rivelò d’un fiato.

-Angel?-si stupì.-Forse una volta l’avrebbe fatto quando aveva l’anima ma adesso è cattivo e ti vuole morta.-le ricordò.

Buffy tirò fuori dalla tasca il biglietto che lui le aveva lasciato e glielo porse. Willow lo lesse e poi fissò l’amica stupefatta.

-Angel ti ha curato.-disse come conferma porgendole il biglietto.-Ma questo cosa centra con il tuo succhiotto sul collo?-

-Stasera sono andata da lui e gli ho detto che volevo ringraziarlo.-la informò.

-Ringraziarlo? Ma, Buffy, Angel non è più l’uomo dolce e tenero che conoscevi prima, adesso è un mostro che sta uccidendo molti dei nostri compagni.-le ricordò.-Hai sentito di Molly?-

-Si, me l’ha detto mia madre.-abbassò gli occhi in colpa.-Comunque glielo dovevo, mi ha salvato la vita.-insistette.

-Così ti sei fatta fare un succhiotto bello evidente sul collo?-ipotizzò.

Buffy scosse la testa negativamente e la guardò facendole capire ben altro.

-Oh...-fece la giovane.

-Lo so, sono una pazza incosciente!-la precedette.-Dimmelo pure che sono da manicomio! Ma il fatto è che buono o cattivo io lo amo da impazzire e volevo averlo ancora una volta!-esclamò esasperata.

-Dimmi il resto della storia e poi ti dirò se sei da manicomio o meno.-la incitò.

-Non mi ha fatto del male, ne mi ha costretta, l’idea è stata mia. Non conoscevo altri modi per ringraziarlo, ma è stato solo per stanotte. Non capiterà più.-le assicurò.

-Lo dirai a Giles?-le chiese.

 

 -Solo la parte di Angel che mi salva la vita, il resto non dovrà mai saltare fuori!-la ammonì.

-Di me ti puoi fidare, lo sai.-le assicurò con un sorriso.

-Adesso pensiamo a questo coso!-si riferì al suo succhiotto.-Appena lo vedo me la paga.-sospirò e tirò fuori dalla tasca della minigonna un foulard.

Lo sistemò intorno al collo coprendo il segno e poi tornarono in biblioteca.

-Allora? Cosa c’era di così sconvolgente?-si informò Cordelia.

-Nulla, ero sporca in viso.-inventò Buffy.

-Noi non l’abbiamo notato.-rifletté Xander.

-È stato Angel a salvarmi la vita!-rivelò Buffy.

Tutti fecero silenzio e si voltarono a guardarla stupiti.

-Angel?-chiese Xander stupito.

-Si, è stato lui. Mi ha lasciato un biglietto per informarmi.-confermò uscendo il biglietto in questione e porgendolo a Giles che lo prese e lo lesse.

-E a quale scopo?-le chiese tornandoglielo indietro.

-L’ha letto, vuole uccidermi personalmente.-gli rispose sedendosi.

-È pazzo.-sospirò l’osservatore togliendosi gli occhiali per pulirli.

-Già.-assentì.-È anche venuto in ospedale ma ero troppo debole e non ragionavo lucidamente così non mi ha fatto del male.-raccontò.-Credo sia stata l’unica volta che sia venuto.-rifletté.

-Lo crediamo anche noi, anche perché eravamo sempre in ospedale e tua madre e tuo padre non hanno mai lasciato la tua stanza.-concordò Xander.

-Tranne quei pochi minuti in cui è riuscito a darmi l’antidoto.-sorrise.

-Già, ha scatenato un finimondo per poterti curare.-le disse brevemente Cordelia.

-Per un pò dovrai stare attenta Buffy, devi finire di recuperare appieno le forze e oltretutto sta anche girando una brutta influenza.-la ammonì Giles.

-Si, Devon è a casa con la febbre alta, speriamo che si rimetta in tempo per la nostra serata di San Valentino al Bronze.-confermò Oz.

-Starò attenta.-disse la cacciatrice per rassicurare il suo osservatore e poi passò ad informarsi su come era proceduta l’attività demoniaca durante la sua malattia.

Da quando Buffy era andata via, Angel non aveva minimamente avuto intenzione di alzarsi.

Ancora nudo, era seduto sotto le coperte e rimuginava. Forse aveva sbagliato a dirle quello che provava, ma tanto lei non avrebbe mai parlato con nessuno, forse con Willow, e lui si sarebbe fatto esporre al sole piuttosto che confessare di aver passato la notte con lei.

Lei gli era entrata nel sangue.....durante il giorno era la sua ossessione, non poteva fare a meno di pensare a lei. Era solo un’insulsa umana, e la cacciatrice per di più!

Ma non poteva farci niente, quella ragazzina era il suo unico pensiero.

Pigramente pensò che avrebbe dovuto fare un’altra doccia, o una volta tornato alla fabbrica Spike e Drusilla si sarebbero accorti di quello che avevano fatto. Ma Sapeva anche che i due, se avessero osato dirgli più del necessario, avrebbero pagata cara la loro curiosità.

Ma non aveva ancora voglia di alzarsi così si stese e si coprì deciso a fare una bella dormita, si sarebbe lavato di nuovo dopo.

“Sei mia Buffy.”

Fu il suo ultimo pensiero prima di scivolare nel sonno, affondando il viso nel cuscino per sentire ancora il suo odore.

 

FINE.