THE POWER OF LOVE

 

 

Autrice: Cristal

spoiler: 3° serie Ats, 6° Btvs.

nota: la storia comincia alla fine di Lullaby, quando Darla sta per dare alla luce Connor. Ma, amanti dei crossover(mancati in quella stagione), non disperate: Btvs ci sarà anche se un po’ in minoranza.

disclaimer: i personaggi di Angel e Buffy the Vampire Slayer appartengono a Joss Whedon, la Fox, la Wb, la Upn, la Mutant Enemy e la Kuzui Entertaiment. Io non scrivo per scopi di lucro.

 

La pioggia continuava a cadere incessante ma loro non la sentivano neanche. Erano troppo impegnati, troppo concentrati su Darla che cercava dolorosamente e disperatamente di dare alla luce il suo bambino aiutata da Angel e Fred mentre gli altri cercavano di tenere testa ad Holtz e di non farlo avvicinare.

-Coraggio, ce la puoi fare!-la incitò Angel stringendole forte una mano.

-No....Angel....lo sto uccidendo...-pianse la vampira scuotendo la testa. Il viso era una maschera di dolore. Tentava disperatamente di partorire senza riuscirci.

-No! Non lo ucciderai!-la contraddisse.

-Avrebbe bisogno di un cesareo.-interruppe Fred.-Ma qui è un pò difficile.-si guardò rapidamente intorno tenendosi la giacca inzuppata sulla testa.

-Possiamo portarla all’Hyperion.-propose Angel.

-È a venti minuti di macchina.-gli ricordò.-Non ce la farebbero.-lo guardò.

-Dannazione, dobbiamo fare qualcosa!-esclamò con uno scatto d’impazienza.

-Angel....non ce la faccio più...-Darla gli strinse con forza una mano.-Forse....io posso....-e afferrò il paletto accanto a loro. Angel glielo tolse prontamente dalle mani.

-Non pensarci neanche!-le urlò.-Non puoi lasciarmi solo con nostro figlio!-

-Angel va sempre peggio!!-urlò Fred con le mani sul ventre.

-Portiamola dentro uno dei capannoni.-il vampiro si alzò, prese la vampira in braccio e insieme a Fred entrarono dentro uno di quei capannoni.

La depose in un angolo mormorandole parole di conforto mentre Fred cercava freneticamente ovunque un qualsiasi cosa potesse aiutarli. Rischiavano di perdere madre e figlio se non facevano in fretta.

Era un magazzino che conteneva piccole imbarcazioni. Fred trovò una specie di ufficio ed una cassetta di pronto soccorso con più di quanto si aspettasse dentro. Tornò dai due e la aprì. Aveva trovato anche un minuscolo coltello.

-Adesso ti farò molto male, Darla, mi dispiace.-estrasse una siringa e la riempì con una fiala.-Spero che questo funzioni, è morfina ma non so se ha effetto sui vampiri.-le scoprì il ventre e le fece la siringa, poi la posò di lato e prese del disinfettante.

-Cosa posso fare?-chiese Angel impaziente di rendersi utile.

-Dalle qualcosa che possa mordere. Se urla e attira gente è la fine.-gli consigliò disinfettando il coltello.

Il vampiro si strappò una manica e per sicurezza la imbavagliò.

E Fred cominciò ad incidere lentamente e con cautela la carne. Darla emise dei gemiti di dolore attraverso il bavaglio, in realtà erano urla, e strinse quasi fino a stritolarla la mano di Angel. Ma lui non ci fece assolutamente caso.

Approfondì il taglio, era disumano quello che stava facendo, contro ogni logica e medicina. Se fosse stata umana l’avrebbe uccisa ma era una vampira e nella cassetta c’erano anche ago e filo di sutura. Incise un taglio di circa tredici centimetri ed inserì le mani. Iniziò come a frugare e dopo qualche secondo tirò fuori il bambino che tanto stava facendo soffrire la madre. Lo avvolse nella giacca inzuppata e lo sculacciò, dopo un paio di colpi il piccolo cominciò a piangere.

-Tienilo tu.-lo consegnò ad Angel che iniziò a cullarlo e mormorargli qualcosa per calmarlo, mentre Fred iniziava a ricucire Darla.

Finì dopo pochi minuti, aveva fatto il più rapidamente possibile.

-Dobbiamo portarli in ospedale.-concluse tamponando la ferita di Darla. Aveva perso conoscenza e le sciolse il bavaglio.

-Si, il piccolo ha bisogno di essere controllato.-concordò Angel.

-Anche la madre.-precisò seria.

-È una vampira, i medici non possono fare niente per lei. Guarirà in pochi giorni.-si stupì.

-È umana, Angel, e se non viene operata potrebbe morire.-gli spiegò.

-Ma come...-non riusciva a capire.

-Dobbiamo muoverci.-lo incitò prendendo il bambino dalle sue braccia.

Angel prese Darla, perdeva sangue dalla ferita, e corsero fuori dove li attendevano tutti. Li stavano cercando, avevano fatto scappare Holtz per il momento ed erano preoccupati.

-Che succede?-chiese Wesley.

-Dobbiamo portarli in ospedale.-disse velocemente Fred stringendo a sé il piccolo che si era calmato.

Salirono in macchina e si mise Gunn alla guida. Ingranò la marcia più veloce e partì a razzo. Durante il tragitto fino in ospedale perse il conto di quante infrazioni aveva commesso, tanto che aveva i vigili all’inseguimento dietro di lui.

Quando arrivò, per farla completa, parcheggiò sul posto destinato alle autoambulanze con metà macchina sul marciapiede. E mentre tutti si precipitavano dentro, lui rimase a fare questione con i vigili cercando di spiegargli la situazione.

Darla fu subito portata in sala operatoria e subì immediatamente una urgente trasfusione di sangue. Il bambino fu portato in neonatologia per tutti i controlli di routine.

Diedero notizie del piccolo neanche mezzora dopo, in fondo non c’era molto.

-Allora?-Angel si precipitò dall’infermiera.

-Il bambino sta bene. È un maschio. Ha un pò di febbre a causa della pioggia presa ma abbiamo già provveduto. In un paio di giorni starà benissimo ma per sicurezza lo terremo in osservazione.-spiegò e poi tornò ad altre cose.

-Ho un figlio.-disse Angel con voce atona, pareva sotto shock.

-Congratulazioni.-gli sorrise Cordelia.

-Grazie e....-ma non riuscì a proseguire perché fece un sonoro starnuto.-Credo che la pioggia non faccia bene neanche ai vampiri.-tirò su con il naso.-Non starnutivo da quando ero umano.-

Senza dir niente, Fred gli afferrò una mano e gli tastò il polso seria. Rimase in silenzio per qualche secondo, poi parlò.

-Abituati. Tu sei umano e credo che ti sei preso un raffreddore.-disse lasciando tutti senza parole.

-U...umano?-fece Cordelia.-Andiamo, è impossibile!-protestò.

-Evidentemente dev’essere successo qualcosa. Farò delle ricerche.-concluse Wesley.

In quel momento arrivò Gunn lamentandosi dello scontro con i vigili.

-Cose da non credere!-borbottò.-Non capiscono neanche le emergenze.-sorrise agli amici.-Che si sa?-si informò preoccupato.

-Il bambino ha solo un pò di febbre. Di Darla ancora nulla.-gli rispose Angel.

-Congratulazioni per il bambino.-gli batté una mano sulla spalla con un sorriso.-Ti hanno dato duecento dollari di multa per tutte le infrazioni che ho fatto.-gli gettò la bomba.

-Cosa?!-esclamò.

-Scusa.-si limitò a dire in colpa.

Ma Angel lo rassicurò che non importava in quel momento. Avrebbe telefonato a Kate per farsi aiutare.

Quasi quattro ore dopo, il medico uscì dalla sala operatoria e si avvicinò. Aveva una faccia molto seria.

-Come sta?-deglutì Angel.

-Si riprenderà.-e tutti tirarono un sospiro di sollievo.-Non sono stati danneggiati organi, ma c’era una lesione all’utero irrecuperabile e abbiamo dovuto praticare una stectomia per paura che andasse in cancrena contagiando anche il resto.-spiegò serio.

-Questo vuol dire che.....non potrà più avere figli.-sentì che stava per piangere.

-Purtroppo è così.-confermò.-Resterà in ospedale per qualche giorno ma starà bene.-concluse e si allontanò per svolgere dell’altro lavoro.

Andarono tutti nella stanza della donna. Dormiva profondamente per l’effetto dell’anestesia, una flebo al braccio ed il tubicino dell’ossigeno sotto al naso.

Rimasero tutta la notte a vegliarla. Non avevano sonno e non erano stanchi, volevano solo assicurarsi che sarebbe andato tutto bene.

All’alba, Wesley trovò Angel davanti al vetro della nursery. Piangeva silenziosamente guardando il suo bambino che dormiva.

-Stai bene?-gli mormorò mettendogli una mano sulla spalla.

-Non avrei mai creduto che avere un figlio mi avrebbe fatto questo effetto. Guardalo, è perfetto. Un piccolo fagottino innocente bello da stupirti. Ed è mio.-si asciugò una lacrima.

-È ancora senza nome.-cercò di sdrammatizzare.

-Se a Darla piacerà, lo chiamerò Connor.-si voltò a guardarlo.

-È un bel nome.-concordò con un sorriso alzando le spalle.

-Cambierà tutto. Dovrò sposare Darla, non posso concepire l’idea di non dare una vera famiglia a mio figlio.-abbassò la testa e la scosse lentamente.-Non che non ami Darla, è la mia sire e ho un legame sacro con lei. Ma....non era così che doveva andare a finire.-

-Buffy se ne farà una ragione. Lo sai che ti ama, capirà.-cercò di consolarlo.

-No, non le dirò niente. Non dovrà mai sapere niente, è appena tornata dal paradiso, è ancora sconvolta e provata questa notizia sarebbe benzina sul fuoco e non voglio farla soffrire ancora.-decise.

-Paradiso?-si stupì.-Ma Willow ci aveva detto che l’avevano tirata fuori da una dimensione infernale!-rifletté perplesso.

-Pensavano che si trovasse lì e Buffy gliel’ha fatto credere. In realtà era una sorta di paradiso, non mi ha spiegato molto e io ho preferito non fargliene parlare per cercare di consolarla.-raccontò.

Darla si svegliò nel pomeriggio e per prima cosa chiese del suo bambino. Angel glielo fece vedere ed entrambi lo trovarono bellissimo. Stupendosi di come potesse essere in ospedale, Darla chiese spiegazioni ed Angel le rispose che in qualche modo strano adesso entrambi erano umani e non più vampiri ma che Wesley avrebbe fatto delle ricerche.

Intanto, Fred, intrufolandosi nei database dell’anagrafe di Los Angeles, creò delle identità per Angel e Darla in modo che potessero rivelare il bambino senza avere problemi di nessun genere.

Consegnarono il bambino ad Angel due giorni dopo. A Darla il nome che aveva scelto era piaciuto, così era stato rivelato come Connor Angel O’Donovan. All’Hyperion ci avevano pensato Cordelia e Fred alla cameretta per il bambino completa di tutto, forse con anche troppe cose.

Darla fu dimessa una settimana dopo, la notizia che non avrebbe più avuto figli l’aveva intristita ma si era detta che era meglio andare avanti, e il medico le consigliò l’assoluto riposo. Naturalmente era assistita amorevolmente da Angel e dagli altri. Un mese dopo stava già molto meglio.

E proprio un mese dopo la nascita di Connor, Angel le chiese di sposarlo. La donna accettò all’istante e, aiutata dalle altre due ragazze, si gettò nei preparativi. Sarebbe stata una cerimonia intima svolta nell’atrio dell’ex hotel con solo loro e Lorne e che avvenne due mesi dopo.

Gli sposi non sarebbero partiti per il viaggio di nozze. Darla non era in grado di sostenere un viaggio e oltretutto stava anche allattando Connor ne avevano voglia di lasciarlo. L’avrebbero fatto un’altra volta, o così dissero.

Due giorni dopo il matrimonio, Wesley trovò Angel al telefono nel suo studio. Era seduto alla sua scrivania e, serio, si rigirava pensieroso la fede nuziale al dito. Fece per andare via ma l’amico lo fermò indicandogli una delle due poltrone davanti la scrivania. Per lui non aveva segreti, così l’ex osservatore si sedette e rimase ad ascoltare.

-Si, O’Donovan....-disse Angel.-....il bambino si chiama Connor Angel, è nato il diciannove novembre e pare essere riconducibile alla profezia del Figlio del Miracolo.....Il cognome di Darla è Evans....si pare essere stata l’anima del bambino a farci tornare umani....-rimase all’ascolto.-...Okay, mi faccia sapere se trova qualcosa....A presto, Giles, arrivederci.-e chiuse.

-Che ti ha detto Giles?-gli chiese Wes.

-Era abbastanza stupito e dice di avere un testo che parla del Figlio del Miracolo, farà delle ulteriori ricerche.-spiegò.-Per il resto....-prevenne la sua ovvia domanda.-....gli ho chiesto di mantenere il segreto e mi ha assicurato che lo farà.-fissò lo sguardo sulla fede che si stava ancora rigirando.

-Inizia a pesare?-lo prese in giro sorridendo.-E sono ancora solo due giorni. Che farai quando sarai arrivato a venti anni?-lo punzecchiò.

-C’è ancora tempo e succedono molte cose in venti anni.-rispose cercando di essere allegro, ma Wesley notò il velo di tristezza nei suoi occhi e gli fece una pena infinita.

OTTO ANNI(e diversi mesi)DOPO

Non erano cambiate molte cose in quegli anni, a parte Connor che cresceva sempre di più ed il matrimonio di Wesley e Fred avvenuto cinque anni prima. Gunn usciva regolarmente con Patricia che ancora non aveva presentato a nessuno e Cordelia cambiava fidanzato ogni due mesi, nessuno si stupiva più se un giorno usciva con Robert e quello dopo con John. Ormai ci erano abituati.

Connor era diventato un bellissimo bambino di otto anni con i capelli castani, gli occhi azzurri, il naso di Angel e le labbra e le guance di Darla. Adorava disegnare e leggere come il suo papà e adorava la sua mamma. Stava per completare la terza elementare, si divertiva un mondo a fare scappare i continui fidanzati di Cordelia e tentava di aiutare nelle ricerche cosa impossibile per lui. Ma tutti lo adoravano e presto avrebbero avuto un altro arrivo dato che adesso Fred era incinta. Abitavano tutti all’Hyperion e nessuno aveva voglia di cambiare la situazione dato che stavano tutti benissimo insieme.

Non avevano affrontato molti pericoli incombenti, c’era solo la solita Wolfram & Hart a creare problemi, ma ormai avevano imparato a gestirla. Ancora un pò e l’avrebbero definitivamente messa ko o così speravano. In quanto ad Holtz....era storia da quando Connor aveva otto mesi.

-Che facciamo stasera?-si informò Gunn uscendo dalla cucina. Era allegro e sereno.

-Io esco con Michael!-rispose Cordelia entusiasta staccando un attimo gli occhi da computer su chi stava ricopiando alcune informazioni.

-Ma non si chiamava Jack?-chiese perplessa Fred.

-Non esco più con Jack da almeno tre mesi.-la informò.-Era troppo spocchioso e antipatico, e portava anche il parrucchino! Brr!-si scosse come se avesse avuto un brivido.-Che schifo.-fece disgustata facendo ridere gli altri.

-Quando ti deciderai a cercartene uno fisso?-le chiese Angel.

-Quando tu la smetterai di prendertela sempre con me per lo schedario in disordine.-lo punzecchiò.

-Ho ragione!-fece piccato.

-Si, come no!-e tornò ad occuparsi del computer.

In quel momento suonò il telefono e la donna rispose.

-Angel’s Investigations, aiutiamo i disperati.-anni e ancora non aveva cambiato lo slogan, diceva che le piaceva troppo e non ne esisteva uno più adatto.-Glielo passo.-e porse la cornetta ad Angel.-Cercano te.-si limitò a dirgli. Non aveva riconosciuto l’interlocutore.

-Parla Angel.-rispose curioso ma subito si fece serio.-Si...è un piacere sentirla...Cosa?!...Ma certo, posso pensarci io se è questione di così poco tempo....Va bene, arrivo subito...a tra poco.-e chiuse.

-Che succede, amore?-si preoccupò Darla.

-Ah...ehm...-non sapeva cosa inventarsi.-Ehm...un....un mio vecchio amico si è messo nei guai, con un demone.-sperò che tutti la bevessero.-Devo assentarmi per un pò, forse un paio di giorni.-concluse.

-Ti serve aiuto?-si offrì subito Gunn.

-NO!-rifiutò forse con troppa enfasi.-Devo solo tenere d’occhio una...la...sua figlia mentre lui lo uccide.-deglutì nervosamente.

Wesley non stava credendo ad una sola parola ma fece finta di bersi le sue spiegazioni.

Angel sistemò in fretta e furia una borsa e partì. Salutò con un bacio Darla chiedendole di baciare anche Connor e poi si mise in macchina. Wesley controllò il numero della chiamata e non ebbe bisogno di guardare nella rubrica per riconoscere il numero di Giles......ma non lo disse a nessuno.

 

Angel posteggiò nel retro del negozio e bussò alla porta della palestra dove gli aprì Giles e lo fece entrare in fretta e furia. Facendo in modo che Anya non lo sentisse gli spiegò la situazione: Buffy si era scontrata con un demone sconfiggendolo e secondo il suo codice d’onore adesso doveva farla sua sposa e portarla nella sua dimensione. Solo che la cacciatrice non ne aveva nessuna intenzione e aveva già rischiato tre volte di essere rapita. A quel punto, Giles aveva chiamato Angel per proteggerla. Willow e Tara avevano trovato modo di confinarlo per sempre all’Inferno ma il rito era complesso e serviva qualcuno che nel mentre proteggeva Buffy, non aveva reputato nessuno meglio di Angel.

-La seguirò di nascosto e farò in modo che non si accorga di me.-assicurò l’ex vampiro.

-Tieni questo.-l’inglese gli consegnò una collanina di cuoio con una pietra ovale azzurra.-È una pietra nuova, ce l’ha consegnata Spike evitando che si spargesse la voce, è l’unica che esista. Permette a chi la indossa di essere nascosto agli occhi della cacciatrice, credo che ti servirà.-gli spiegò.

-La indosserò.-e lo fece subito.-Come...come sta lei?-chiese timidamente abbassando il viso.

-Soffre. Si comporta normalmente, come sempre e cerca di essere forte ma la a da bere raramente a tutti noi. Ha avuto una storia con Spike per tre anni e la cosa l’ha quasi consumata. Da sette anni, comunque, lavora come consulente studentesca al liceo e almeno con il lavoro è apposto.-gli raccontò.-Non le ho mai detto niente di te e di tutto quello che ti è successo, nemmeno agli altri.-

-La ringrazio per averlo fatto.-lo guardò.

-Confido in te, Angel. Devi proteggerla come quando la amavi.-si tolse gli occhiali.

-Io la amo da sempre, Giles. Non dica niente agli altri, io raggiungo Buffy al liceo per proteggerla.-e detto questo uscì dalla stessa porta da cui era entrato.

Giles tornò nel negozio, Anya pareva non essersi accorto della sua mancanza. Anche per loro erano cambiate delle cose: Dawn stava per laurearsi, Xander ed Anya si erano sposati da sei anni e avevano una bambina di due, Emelyn, mentre Willow e Tara continuavano a filare d’amore e d’accordo soprattutto dopo la crisi dove Tara era stata quasi uccisa da Warren e Willow era diventata cattiva tanto da ucciderlo. Spike era ormai una presenza costante nella loro vita e tutti lo avevano accettato, anche se lui e Xander davano spesso spettacolo di battutine e frecciatine sarcastiche. Aiutava Buffy ma adesso i loro rapporti erano solo lavorativi.

Angel parcheggiò a qualche metro dal liceo e con il binocolo cominciò a guardare l’edificio. Guardò le finestre del piano terra e alla terza la vide, era il suo ufficio. Era seduta alla scrivania, i capelli legati a coda di cavallo e indossava una camicetta bianca. Stava leggendo dei fogli e ogni tanto trascriveva qualcosa al computer.

La trovò bellissima. Buffy ormai aveva ventinove anni ma ne dimostrava ancora venti, e si era fatta ancora più bella di quanto la ricordasse. Poi la vide alzarsi e aprire la finestra, era una calda giornata di giugno. Si rimboccò le maniche della camicetta e bevve un sorso di caffè guardando il giardino. Poi si voltò di scatto e dalla porta che vedeva appena vide entrare Dawn.

Scambiarono qualche parola e poi Dawn uscì. Buffy tornò alla scrivania e riprese a leggere i suoi documenti. Rimase a guardarla fino a che non la vide uscire, era, ormai, quasi il tramonto. Buffy salì in macchina e andò al negozio, non si accorse minimamente di lui.

Con il binocolo, sempre restando in macchina, osservò la gang al negozio a parlare di quella situazione anomala. Buffy era al limite dell’esasperazione mentre Dawn la prendeva in giro. Vide Willow con i capelli lunghi seduta accanto a Tara mentre Anya teneva in braccio una bambina bionda. Xander si era fatto crescere un pò di baffi e barba.

Poco dopo, la cacciatrice tornò in macchina e si diresse verso casa, al negozio non avevano bisogno di lei, se la cavavano benissimo da soli. Angel continuò a seguirla, e nascosto tra gli alberi del suo giardino, la vide mentre si aggirava per casa mangiando biscotti. Salì le scale con le scarpe in mano e andò nella sua camera, sempre la stessa non era cambiata di una virgola, si spogliò indossando una camicia da notte in raso con su una vestaglia e cominciò a struccarsi.

Poi si sedette su una sedia e cominciò a controllare alcune scartoffie che si era portata dall’ufficio. Continuava a smangiucchiare i biscotti togliendo le briciole dai fogli.

Angel si stava riempiendo gli occhi di lei. Stava facendo gesti semplici, non la stava spiando mentre affrontava un vampiro, la stava proteggendo mentre era seduta nella sua camera a mangiare e lavorare. Dopo Connor, non avrebbe potuto desiderare di meglio.

Si accorse appena del cellulare che suonò. Rispose sperando che non fosse Darla, anche se forse era Connor che voleva salutarlo prima di andare a dormire. Invece era Giles che gli annunciava che il rito era andato a buon fine e che adesso Buffy era fuori pericolo.

-Vieni qui al negozio?-gli chiese alla fine.

-Non ora, ci vediamo domattina se a lei va bene.-propose.

-Come vuoi.-lo salutò e chiusero.

Buffy viveva nella sua casa da sola, Dawn dormiva ancora al dormitorio ma andava spesso a trovare la sorella. Tranne quella sera.

Silenziosamente si arrampicò fino alla sua stanza ed entrò dalla finestra, sapendo che lei non poteva vederlo, la pietra lo nascondeva al suo sguardo. Buffy stava parlando al telefono con Willow che le comunicava la buona riuscita del piano.

-È meraviglioso, grazie Will.-sorrise.

La sua voce era ancora più bella e melodiosa di quanto ricordasse.

-Okay...a domani...Uhm, non lo so...va bene, andremo al Bronze anche se stiamo diventando vecchi per lui...-rise.-...Buonanotte.-e chiuse scuotendo la testa. Riprese un foglio e lo lesse attentamente.

Angel mise la mano sinistra in tasca e ci fece scivolare la fede nuziale. Poi si tolse la pietra dal collo e la mise nella tasca del cappotto. Adesso era visibile ed era quello che voleva. E attese pazientemente che lei lo notasse.

Buffy alzò lo sguardo sullo specchio e rimase pietrificata da ciò che vide mentre il foglio le scivolava dalle mani e planava dolcemente sul pavimento. Si alzò di scatto e si voltò sentendo le lacrime sugli occhi, da quanto tempo attendeva quel momento.

Si guardarono un lungo attimo infinito negli occhi e poi Buffy volò tra le sue braccia baciandolo. Angel la strinse forte baciandola a sua volta.

-Oddio, non ci posso credere...tu...sei qui.-Buffy gli accarezzò il viso ed i capelli emozionata.-Con le guance rosa, la pelle calda e il riflesso. Tu hai molte cose da spiegarmi.-ammiccò con un sorriso.

-È vero ma....domani.-e la baciò ancora deponendola sul letto.

Le tre e mezza di notte, ma loro non dormivano ancora. Buffy guardò distrattamente l’orologio sul suo comodino mentre era comodamente stesa su Angel, la testa appoggiata sul suo largo petto. Lui le accarezzava i capelli, le mani intrecciate.

-Perché sei venuto stasera?-gli chiese.-Non che mi dispiaccia comunque.-si affrettò a precisare.

-Ero nei paraggi e ho pensato di fare un salto.-rispose indifferente.

Lei alzò la testa di scatto per guardarlo, adesso era livida e stava per scaricargli addosso cose velenose.

-Sto scherzando.-la precedette con un sorriso.-Perché ti amo e mi sei mancata da morire.-la vide rilassarsi e sorridere di nuovo.-Giles mi ha chiamato per proteggerti mentre Willow e Tara confinavano il demone che ti voleva in moglie all’Inferno. Se non mi hai notato è perché avevo al collo una pietra che mi nascondeva ai tuoi occhi.-gli spiegò.

-Quella portata da Spike, la conosco. Ma adesso ti vedo ed è meraviglioso poterlo fare.-lo baciò.-Uff, dovrei dormire, domani ho una riunione del corpo docenti.-sbuffò infastidita.

-Tra poco ti lascio dormire, promesso.-e la voltò sul letto baciandola ancora.

Le sette del mattino, ma era già in piedi da mezzora, tanto che si era già fatta la doccia e adesso si accingeva a vestirsi. Angel dormiva profondamente abbracciato ad un cuscino. Si sedette sul letto e gli posò dei leggeri baci sul viso.

-Sveglia, dormiglione, sono le sette.-gli mormorò ad un orecchio.

-Ah...sto facendo un sogno bellissimo....non svegliarmi....Buffy....-bofonchiò sospirando e lei rise.

-Uhm...e cosa stai sognando di bello?-gli diede un altro bacio su una guancia.

-Sto sognando quanto ti amo.-sorrise.

-Allora continua a dormire ma io alle otto esco di casa!-lo informò.-Ti ho messo degli asciugamani puliti nel bagno per la doccia.-

Lui aprì gli occhi e si tirò a sedere stiracchiandosi e sbadigliando. Il sole entrava dalle finestre e li investiva in pieno. Come buongiorno, Angel la baciò appassionatamente.

-Non andare e resta a letto con me.-la pregò facendola ridere.

-Ho una riunione.-gli diede un leggero bacio.-Ti aspetto di sotto con la colazione, vai a lavarti.-lo incitò.

-Va bene.-rassegnato si alzò, nudo, e si diresse nel bagno.

Buffy rifece il letto e sistemò la sua camicia da notte, poi afferrò i vestiti di Angel. Poggiò la giacca sulla sedia e ripiegò i suoi boxer e la maglietta. Iniziò a piegare i pantaloni ma nel metterli all’ingiù qualcosa cadde dalla tasca e si chinò a raccoglierlo. Sorrise emozionata quando vide la fede nuziale, pensò che i suoi sogni stavano per avverarsi. Si stupì del fatto che era un pò grande e per istinto guardò all’interno del cerchietto d’oro.

L’attimo dopo non sorrideva più, era pietrificata. All’interno c’era inciso “by Darla to Angel, March 20/2002”.

Si era sposato.....con Darla......piegò i pantaloni e li adagiò sul letto, poi si vestì e si mise l’anello dentro la tasca della gonna. Scese di sotto con il cuore a pezzi, preparò il caffè e si sedette a gustarlo al tavolo. La mente piena di pensieri.

La voce di Angel sulla porta la fece sobbalzare. Posò la tazza sul tavolo e cercò di sorridergli. Lui si avvicinò e la baciò. Buffy gli versò una tazza di caffè e lui si sedette di fronte a lei per berlo.

-Ti...ti devo spiegare alcune cose.-esordì lui stringendo la tazza tra le mani e fissando lo sguardo sul tavolo. Adesso era il momento della verità.

-Già. Comincia da questo.-e posò l’anello d’oro sul tavolo, in mezzo a loro.

-Come....dove l’hai trovata?-si stupì.

-Stavo ripiegando i tuoi pantaloni ed è caduta dalla tasca.-gli spiegò.-Darla è....?-ma non riuscì a finire.

-Proprio quella Darla.-le confermò.-Ma....non è successo cosa pensi. L’ho sposata perché....perché abbiamo avuto un bambino. L’anima di nostro figlio ci ha resi umani e non potevo concepire l’idea di non dargli una famiglia, mi conosci.-

Una lacrima le scivolò per una guancia ma ormai voleva sapere tutto fino in fondo.

-Continua.-lo incitò.

-Non c’è molto altro da dire, Darla ha avuto un parto difficile, una mia amica l’ha quasi scuoiata per far nascere il bambino in un magazzino e a causa di questo adesso non può più avere figli. Abbiamo solo Connor. Giles ha sempre saputo tutto, per i diari degli osservatori, ma gli ho fatto promettere di non dirti niente.-raccontò.-Stamattina ti avrei detto tutto, davvero.-cercò di prenderle una mano ma lei non si fece toccare.

-L’hai già tradita?-alzò lo sguardo velato di lacrime su di lui.

-Mai, questa è stata la prima volta.-scosse la testa.

-Perché mi hai fatto questo?!-urlò singhiozzando.-Ed io stupida che ho sperato che tu fossi tornato per me, Dio che illusa che sono!!-

-Buffy io ti amo.-si alzò velocemente e la prese per le spalle. Doveva sapere che era la verità.

-Si, ma ti sei sposato con un’altra!!-si alzò a sua volta.-Fuori da casa mia!-con il braccio indicò la porta.

Lui abbassò lo sguardo e si accinse ad uscire da quella casa. Aprì la porta ma la voce di lei la fermò.

-Mi accontento anche delle briciole che potresti darmi.-disse con voce tremante.

Lui si voltò lentamente e se la trovò di fronte. Le asciugò le lacrime dolcemente.

-Non posso, non sarebbe giusto principalmente per te.-scosse la testa.-E non posso fare questo a mio figlio.-la baciò.

-Hai una sua foto?-gli chiese.

Lui sorrise e prese il portafoglio. Ne prese una piccola foto e gliela mostrò.

-Gliel’abbiamo fatta il giorno del suo ottavo compleanno, a novembre dell’anno scorso.-

-È bellissimo.-gliela porse e lui la ripose nel portafoglio.-Adesso vai.-lo incitò tristemente e lui uscì.

Buffy sentì richiudere la porta e si impose di non piangere. Si lavò il viso per cancellare i segni delle lacrime e poi si truccò. Cominciava un’altra giornata di lavoro e lei aveva un’altra maschera da indossare insieme alle altre. Adesso era davvero finita.

 

Angel andò da Giles dicendogli della lite avuta con Buffy e ascoltò il resoconto della sconfitta del demone, poi ripartì alla volta di Los Angeles.

Rientrò a casa per l’ora di pranzo, Fred stava cucinando aiutata da Darla. Connor non era andato a scuola e si precipitò tra le braccia del suo papà.

-Come mai tu oggi sei a casa?-gli chiese sospettoso ma con un sorriso.

-Sciopero degli insegnanti.-lo informò Wesley.

-Il tuo amico?-gli chiese Gunn.

-Ora lui e sua figlia sono al sicuro.-rispose cercando di non tradirsi anche se i suoi occhi si intristirono all’istante. Posò a terra il figlio che tornò a giocare con i suoi pennarelli.

Andò nel suo studio subito raggiunto da Wesley.

-Tu sei andato a Sunnydale, vero?-lo incalzò.

Angel si tolse la giacca riponendola nell’appendiabiti e esitò un pò prima di rispondergli.

-Giles mi ha chiamato per proteggere qualche ora Buffy da un demone che voleva farne sua sposa.-gli raccontò brevemente.

-Sarebbe già il secondo demone con cui si metterebbe.-tentò di sdrammatizzare.

-Il terzo.-precisò.-È stata anche con Spike.-

-Interessante. L’hai vista?-si sedette su una poltrona.

-Ieri sera, stamattina abbiamo litigato.-si sedette dietro la sua scrivania e puntò i gomiti sul tavolo di legno. Si prese la testa tra le mani.-Ha saputo tutto.-

-L’ha presa molto male, se ho capito bene.-lo guardò attentamente in cerca di capire qualcosa di più.

-Si, dopo stanotte poi...-e qui si rese conto di aver detto troppo.-Non dirlo a nessuno, ti prego.-

-Muto come un pesce.-gli assicurò e si alzò.-Ma tu devi fare un pò di chiarezza in te stesso.-e detto questo uscì.

Angel si disse che aveva ragione. Era troppo confuso e doveva mettere ordine nei suoi pensieri e soprattutto nel suo cuore anche se non ne aveva molto bisogno.

 

Trascorsero un paio di giorni da quell’avvenimento. Willow notò che Buffy era più triste del solito e cercò di convincerla a sfogarsi. La cacciatrice le rivelò tutto una mattina che erano al negozio sedute intorno al tavolo. Sussurrava in modo che gli altri non le sentissero.

Willow rimase a bocca aperta stupendosi di ogni singola parola, non riusciva a crederci ma la tristezza di Buffy le dicevano che era tutto vero.

-Che farabutto!!!-esclamò alla fine così forte che tutti la guardarono.

-Chi?-le chiese Xander curioso.

Buffy guardò la sua migliore amica con la muta richiesta di non rivelare niente.

-Nessuno che ti importi.-gli rispose.

-E comunque, non è solo colpa sua. Avrei dovuto chiedergli qualcosa subito.-concluse la cacciatrice.

-Mi dispiace così tanto.-le accarezzò i capelli nel tentativo di consolarla.

-Tutto bene?-si preoccupò Tara sedendosi accanto a loro e posando dei libri sul tavolo.

-Non proprio.-e Buffy sospirò tristemente.

Tara guardò interrogativamente Willow. Adesso era davvero preoccupata.

-Qualche sera fa è tornato Angel.-le sussurrò Willow.-Hanno trascorso la notte insieme ma la mattina dopo Buffy ha scoperto che adesso è sposato e ha anche un figlio. Da otto anni.-le raccontò brevemente e un pò scandalizzata.

-Mi dispiace molto.-Tara tentò di consolarla.

-Starò bene.-la cacciatrice abbozzò un sorriso e alzò le spalle.-Mi serve solo un pò di tempo.-si alzò.

-Vai via?-le chiese Giles.

-Devo andare a fare la spesa.-precisò prendendo la borsa. Gli passò accanto e si fermò.-Non credevo che proprio lei mi avrebbe tenuto nascosto del matrimonio di Angel.-gli sussurrò e uscì.

L’osservatore si sentì in colpa e con il morale sotto i piedi tornò al suo lavoro.

Buffy cominciò a non stare troppo bene. Nausea, affaticamento e vertigini erano solo alcuni dei suoi sintomi. Aveva uno strano presentimento ma non voleva dargli credito. Solo dovette farlo e così si decise a fermarsi dalla farmacia.

Tornò a casa e fece quello che doveva fare. I minuti di attesa le parvero interminabili e appena il tempo scadde deglutì, poi prese lentamente il piccolo bastoncino bianco che aveva deposto sulla mensola accanto allo specchio e lo voltò lentamente. Un attimo dopo si lasciò cadere a sedere sul letto sconvolta.

Fu in quel modo che Willow la trovò quando salì per cercarla. Dovevano andare a cenare da Xander ed Anya ed erano quasi in ritardo.

-Tutto bene?-si preoccupò sulla porta.

Senza dir niente le porse quello che a Willow parve una penna. Ma appena lo guardò attentamente capì.

-Oddio, Buffy questo è un test di gravidanza!-si preoccupò.-Ed è....?-

-Positivo?-la interruppe guardandola.-Si, lo è. Sono incinta.-le confermò.

-Devi dirglielo.-non ebbe dubbi su chi poteva essere il padre.

-Mai.-si alzò scuotendo la testa.-L’ultima cosa che voglio è la nomina di rovina famiglie e sono in grado di occuparmene da sola, economicamente e non. Posso farcela.-disse caparbia.

-Ma lui è il padre.-tentò di convincerla.-È un suo diritto.-

-Ma non mi ha detto del suo matrimonio e di suo figlio!-ribatté.-Adesso andiamo e tieni la bocca chiusa stasera.-afferrò la borsa e si accinse ad uscire.

Willow lasciò il test sulla sua scrivania. Tara le stava aspettando in macchina con Dawn.

Anya aveva dato libero sfogo alla sua fantasia per la cena di quella sera, il secondo aveva il contorno di cipolle al forno con aceto e appena ebbe messo il piatto di fronte a Buffy, la cacciatrice si sentì disgustata dell’odore della cipolla e dell’aceto. Le venne da vomitare, portò una mano alla bocca e scusandosi corse a chiudersi nel bagno.

-Ma che le prende?-si stupì Anya.-Se non le piaceva poteva anche dirlo.-protestò offesa.

Tutti corsero dalla cacciatrice ma Buffy si era chiusa a chiave. Bussarono e la chiamarono ma lei non rispose, la sentirono vomitare. Poi il rumore dello sciacquone e del rubinetto aperto.

Due secondi dopo la serratura scattò e Buffy uscì.

-Stai bene?-le chiese Dawn.-Sei pallida come uno straccio.-si preoccupò.

-Sto bene, davvero.-cercò di convincerli sorridendo.-Ma toglietemi le cipolle e l’aceto dal piatto, vi prego.-prese la mano che la sorella le offriva per tornare al tavolo.

-Sicura di stare bene?-rincarò Anya.-Pensavo che ti piacessero, scusa. Forse come odori sono un pò forti, mi facevano vomitare anche l’anima quando aspettavo Emelyn.-

La cacciatrice sgranò gli occhi e deglutì nervosamente. Distolse lo sguardo imbarazzata.

-Anya, Buffy non è incinta.-la riprese dolcemente Xander.-O si?-guardò la sua amica.

-Buffy devi dirlo.-la incitò Willow.

-Sei davvero incinta?-si stupì Dawn.

-Si.-mormorò.-L’ho scoperto giusto stasera.-

-È meraviglioso.-e la sorella la abbracciò.-Non lo è?-precisò quando vide i suoi occhi velati di lacrime.

-No, è una tragedia!-esclamò rabbiosamente e si andò a sedere sul divano incrociando le braccia al petto e versando qualche lacrima.-Cosa darò a questo bambino? Io sono sola.-

Willow le sedette accanto e la abbracciò per consolarla.

-Hai tante cose da offrire a questo bambino.-la contraddisse.-Forse non suo padre ma tu sei così piena d’amore che sarà un bambino fortunato. Sarai una madre perfetta.-le sorrise dolcemente.

Buffy annuì e si asciugò le lacrime con i palmi delle mani. Tirò su con il naso.

-Sono patetica.-mormorò.

-Coraggio, tirati su.-cercò di consolarla Anya.-Anch’io ero piena di dubbi quando ho saputo di aspettare Emelyn ma man mano che passava il tempo e la sentivo crescere dentro di me pensavo che ero davvero fortunata. Avere un bambino è una cosa meravigliosa, te l’assicuro.-le sorrise.

-Grazie, a tutti voi.-strinse una mano di Willow.

-Chi è il padre?-chiese Xander con mal celata curiosità.

-Non ve lo posso dire.-rispose.-Lui è sposato, ha un figlio ed una vita lontana da me e da tutto il resto. Neanche lui saprà mai niente di tutto questo.-spiegò.

-Beh, non ci pensiamo.-interruppe Dawn sorridendo.-Sarò zia e questo è meraviglioso!-era entusiasta.

Ripresero la cena allegramente cominciando a fare progetti per il nascituro. Spesso Buffy ricordava loro che era lei che l’avrebbe avuto ma adesso era serena, aveva degli amici meravigliosi che le sarebbero stati sempre vicini.

Ebbe una gravidanza tranquilla, continuò a lavorare ma non potè occuparsi della caccia. Non volle sapere il sesso del nascituro, voleva una sorpresa. Si trasferì nella camera che era stata di sua madre cambiando qualcosa dell’arredamento e allestì la sua ex camera per il suo bambino.

Partorì il dieci marzo. Per tutto il tempo pensò che il fato era stato beffardo con lei anche nella nascita di suo figlio. Quel giorno erano esattamente dodici anni che si era trasferita a Sunnydale e aveva conosciuto tutti i suoi amici. E anche lui......Angel.....il padre di suo figlio.

Partorì una bellissima bambina. La trovarono tutti adorabile e se ne innamorarono all’istante. Cominciarono a scegliere un nome ma Buffy li sorprese tutti. Quando uscì dall’ospedale non la venne a prendere nessuno, sapeva che l’avrebbero accolta a casa, e lei ne approfittò per passare dall’anagrafe.

Gli amici le avevano organizzato una festicciola a sorpresa con tanto di festoni e palloncini rosa e bianchi. Tara e Dawn si erano occupate del buffet.

-Quando ti deciderai a darle un nome?-le chiese Anya sfacciata come sempre.

-Già, non può restare “la bambina”.-rincarò Dawn.

-Già fatto!-sorrise Buffy sorniona.-L’ho rivelata prima di tornare a casa per farvi una sorpresa.-

-E come l’hai chiamata?-le chiese Willow curiosa.

-Ci ho pensato molto e volevo un nome speciale per la mia bambina, non che le vostre proposte non fossero tutte molto interessanti ma alla fine ho deciso.-fece una pausa.-L’ho chiamata Love.-annunciò.

-Lo...Love?-ripeté Giles esterefatto.

-Non vi piace?-si fece seria.

-È....semplicemente adorabile!-esclamò Dawn.-Non avrei saputo trovare un nome più perfetto.-

-Come mai proprio Love?-le chiese Tara stupita della scelta dell’amica.

-Perché sono sicura che è nata dall’amore.-sorrise ovvia mentre le sfilavano in mente ricordi che solo lei conosceva.

-Le calza a pennello.-concordò Willow.

-E....ha anche un secondo nome?-si informò Giles.

-E quale potrebbe essere? Happiness?-scherzò Xander ricevendo una manata di Anya.-Scherzavo!-si difese massaggiandosi la spalla.

-Le ho messo anche il nome di mia madre.-rispose Buffy.-Ah....sono sfinita.-si stiracchiò.-E dato che sono anche in maternità non vedo l’ora di cominciare ad occuparmi della mia piccolina.-sorrise e la osservò dormire beatamente nella carrozzina.

-Quanto tornerai al lavoro?-si informò Willow.

-All’inizio del nuovo anno scolastico, siamo già a marzo, e per allora dovrò anche trovare una baby sitter.-rispose coprendo la bambina con il lenzuolo.-Non potrò portarla con me.-

-Ogni tanto, se vuoi, posso tenertela io!-si offrì subito volontaria Dawn.

-Uhm...non so se posso fidarmi a lasciarti la mia Love, ma vedremo.-la punzecchiò e gli altri risero.

Trascorse l’estate, allegramente tra le gite al mare e le serate al Bronze, a cui Buffy partecipava di rado dato che non voleva mai staccarsi dalla sua bambina ma lei ed Anya lasciavano le loro figlie a Giles, e andavano a divertirsi. Non che l’osservatore fosse entusiasta di quella cosa ma teneva di buon grado le bambine, erano due angioletti.

Arrivò settembre e tutti ripresero a lavorare. Dawn si era laureata all’inizio dell’estate e per il momento aveva trovato lavoro al negozio con Giles ed Anya. Buffy lasciava Love a loro, Emelyn andava all’asilo quindi Xander ed Anya non avevano problemi.

Una sera, Buffy lasciò la bambina con Dawn e Tara per andare a fare la spesa con Willow. Love, ormai aveva quattro mesi e mezzo. A Buffy pareva che stesse crescendo troppo rapidamente ma la adorava. La sua migliore amica non le aveva più parlato di Angel e la cacciatrice pensava che fosse meglio così. Era fuori dalla sua vita e doveva occuparsi di Darla e Connor.

Rientrarono allegre e sorridenti cariche di buste ma subito i loro sorrisi svanirono quando videro che nel salotto regnava il caos. Dawn era svenuta sul divano e Tara sul pavimento. Mollarono le buste e corsero da loro per farle riprendere. Avevano qualche contusione e qualche taglio, pareva essere passato un ciclone da lì. Si ripresero quasi subito.

-Dov’è Love?-chiese Buffy notando la carrozzina rovesciata a terra. Corse lì e tirò via rapidamente le lenzuola ma della bambina non c’era traccia.-Dov’è la mia bambina?!-la cercò freneticamente.

-L’hanno presa.....loro.-mormorò Dawn a fatica.

-Loro chi?!-la guardò preoccupata.

-Avevano aspetto umano ma non sappiamo chi fossero.-le rispose Tara.

-No...no....la mia Love.-pianse.-La mia bambina!-singhiozzò disperata.

Willow chiamò Giles, Xander ed Anya che corsero lì. Buffy si era chiusa in camera sua mentre Willow cercava di riordinare un pò aiutata, nonostante le ferite, da Dawn e Tara. Spiegarono loro la situazione e subito si buttarono nelle ricerche. Non avevano molti indizi ma trovarono un foglio con su un disegno forse di uno stemma e quello era già un buon punto di partenza.

Per due giorni non trovarono niente mentre Buffy era a pezzi e sembrava che stesse lentamente impazzendo. Allora Willow perse la pazienza e afferrate delle foto della bambina che c’erano sullo scrittoio uscì di corsa e prese la macchina.

Nessuno riuscì a fermarla e nessuno sapeva dove stesse andando, ma Tara lo intuì.

 

In quell’anno nella vita di Angel e degli altri erano cambiate poche cose, a parte la nascita di Joseph, il figlio di Wesley e Fred. Gunn aveva finalmente, da tempo, presentato a tutti Patricia e adesso cominciavano già a progettare il matrimonio. Cordelia pareva aver messo la testa a posto, stava con Michael e l’aveva anche presentato agli altri. Tutti speravano che questa fosse la volta buona.

Quella mattina c’erano solo Angel, Wesley e Cordelia all’Hyperion. Darla, Fred e Gunn erano usciti per fare la spesa e Connor era a scuola.

Stavano controllando delle scartoffie quando qualcuno cominciò a bussare freneticamente alla porta. Cordelia non fece in tempo ad andare ad aprire che la porta si aprì da sola e Willow andò direttamente da Angel.

-Willow!!-esclamò Wesley.

-Che modi, non potevi aspettare che ti venissi ad aprire invece di farlo con la magia?!-protestò Cordelia ma la strega non prestò attenzione a nessuno dei due.

-Devi aiutare Buffy.-esordì la strega.-È a pezzi, distrutta, non fa che piangere e disperarsi, se continua così impazzirà! Ha bisogno di te!-era agitata e mise in agitazione anche i tre.

-Ma che stai dicendo?!-Angel non aveva capito molto del suo discorso.

-Sto dicendo che hanno rapito vostra figlia!-rispose lasciandoli scioccati.

-Ma io e Buffy non....-ma subito Angel si interruppe pensando alla sera di un anno prima.

-Loro cosa?!-esclamò Cordelia.

-Figlia?!-ricambiò Wesley.

-Ma loro non hanno una figlia!-rifletté la segretaria.

Willow uscì dalla tasca le foto e le porse ad Angel che cominciò a guardarle una per una. Erano foto di Love fatte dalla nascita fino a una settimana prima circa del suo rapimento.

-Si chiama Love, ha quattro mesi e mezzo.-adesso la strega pareva essere più calma.

-Quella sera......-mormorò tenendo gli occhi fissi su una foto di quell’estate dove Buffy era seduta su una sdraio di legno del suo giardino e teneva in braccio Love.

-Proprio quella.-gli confermò la strega.-Buffy non ti ha detto niente perché mi ha detto che non voleva essere una rovina famiglie. L’hanno rapita due sere fa e da allora Buffy è andata giù di testa.-

-Oddio, è incredibile.-mormorò Wesley togliendosi gli occhiali.

-Ehi, ehi fermi tutti!!-interruppe Cordelia.-Da quando loro hanno una figlia?! Che figlia?! Non si vedono da dieci anni! E poi perché io non ne so niente?!-protestò.

-E l’ha chiamata....-Angel sorrise guardando Willow.

-L’ha chiamata Love, ha detto di essere sicura che è nata dall’amore.-ricambiò.

-È un nome originale.-sorrise Wesley. Si avvicinò e prese le foto dalle mani di Angel per guardarle continuando a sorridere.-È proprio bella.-diede le foto a Willow.

-Pronto?!-fece Cordelia ironica.-State parlando di fronte a qualcuno che non sa niente!-attirò finalmente l’attenzione dei tre.

-È successo che....l’anno scorso Angel abbia passato la notte con Buffy.-raccontò brevemente Wesley.

-Bravo, signor fedeltà.-lo riprese la segretaria ironica.

-E Buffy è rimasta incinta. A marzo ha avuto Love.-Willow le mostrò le foto.

-Ha un nome strano ma è una bella bambina.-commentò comunque.

-E ora che faccio?-fece Angel agitato.

-Un consiglio capo? Fatti castrare!-e tre persone fulminarono Cordelia con un’occhiataccia.

-Sto parlando seriamente!-esclamò Angel.-Cosa dico a Darla?-sospirò sconsolato.

-Evita la parte della verità.-gli consigliò Wesley.

Avrebbe detto altro ma dalla porta rimasta aperta entrarono Gunn carico di buste, Darla con tre e Fred che spingeva il passeggino di Joseph. Ridevano ma si bloccarono quando videro Willow e compresero che i quattro erano seri.

-Io ti ho già visto.-Gunn posò le buste per terra e guardò la strega rossa.

-Si, eri qui la sera che siamo tornati da Pylea per annunciarci che...-ci pensò bene.-Come si chiamava?-chiese perplessa.

-Buffy.-gli suggerì il marito.

-Si, Buffy era morta.-concluse.-E poi hai anche chiamato quattro mesi dopo per annunciare che l’avevi riportata in vita.-concluse.

-Sono io.-confermò.-Willow.-abbozzò un sorriso.

-Che ci fai qui?!-le chiese Darla acida. Non era proprio contenta di vederla, se Willow era lì significava solo che il marito sarebbe dovuto accorrere ad aiutare Buffy e non voleva proprio.

-Ehm...-esordì Angel.-...è successo che...hanno rapito una bambina e...Willow voleva che la aiutassi.-sperò che quella spiegazione sarebbe bastata.

-Proprio così.-la strega andò in soccorso dell’ex amico.-È un caso disperato, altrimenti non sarei mai venuta.-precisò.

-Scommetto che ti manda la tua migliore amica.-la donna incrociò le braccia al petto con un sorrisino.

-Affatto. Se Buffy viene a sapere che sono qui io divento automaticamente una strega morta e...amo la vita. Oltretutto vorrei rivedere la mia Tara, quindi glielo dirò il più tardi possibile.-rispose.

-Tara è tua figlia?-le chiese Fred.

-La mia ragazza.-precisò vedendola diventare sgomenta.-Angel, dovresti darmi una risposta.-si voltò verso l’uomo che aveva in mano una foto di Buffy e Love.

-Io...non lo so...-balbettò indeciso.

-La vita di Love è nelle tue mani, ci devi aiutare.-tentò di convincerlo.

-Love?-chiese Gunn perplesso.

-È il nome della bambina.-gli rispose Cordelia.-È così piccola, neanche cinque mesi.-mormorò triste guardando anche lei alcune delle foto.

-Che nome strano.-rifletté il ragazzo.

-Angel?-lo incitò Willow.

Lui era combattuto tra due fuochi e non sapeva cosa fare. Da un lato voleva prendere la macchina e precipitarsi a Sunnydale per consolare Buffy e cercare di salvare la loro bambina ma dall’altro non voleva che Darla immaginasse neanche lontanamente la verità, non voleva ferire ne lei ne Connor.

-Vai.-e fu proprio Darla a prendere la decisione e tutti la guardarono sgomenti.-Love è...è la figlia di Buffy, vero?-guardò Willow.

-Si.-le confermò.-Ed è tutta la sua vita, se la sta crescendo da sola, senza un padre.-

-Allora devi andare.-posò lo sguardo sul marito.-Tu sei un eroe e faresti lo stesso per Connor. Noi cercheremo di aiutare da qui.-

-Va bene.-assentì Angel.-Prendo il cellulare e arrivo.-andò dietro al bancone.

-I rapitori hanno lasciato questo.-Willow porse a Wesley un disegno con lo stemma dei rapitori.

-Faremo delle ricerche.-le assicurò l’ex osservatore.

-Grazie, Buffy vi sarà per sempre grata del vostro aiuto.-abbozzò un sorriso.

Angel si dichiarò pronto e dopo aver baciato la moglie sulla fronte e averle chiesto di abbracciare Connor uscì con Willow. Appena furono usciti, Fred e Darla si misero a sistemare la spesa mentre gli altri cominciavano le ricerche. C’era una bambina da salvare.

 

Dawn era riuscita a convincere Buffy a scendere di sotto, la cacciatrice era sempre chiusa nella camera di Love. Non riusciva a mangiare ne a fare ricerche, così si limitava a stare seduta sul divano con le gambe strette al petto coperte da un plaid. Nessuno sapeva come consolarla.

Willow aprì la porta ed entrò seguita da Angel. Entrarono nel salotto e molti si chiesero cosa ci facesse lui lì e perché Willow l’aveva chiamato.

Buffy sorrise vedendolo e si alzò per andarsi a gettare tra le sue braccia e scoppiare di nuovo in lacrime.

-Shh...non piangere.-tentò di consolarla.-La ritroveremo.-le accarezzò i capelli.

Le prese il volto tra le mani e le asciugò le lacrime dolcemente.

-Avresti dovuto dirmi di lei.-la riprese bonariamente.

-Non potevo.-scosse la testa.-Non volevo che tu facessi soffrire Connor.-

-Sempre gli altri prima di te. Tu dovevi dirmelo, era giusto che io mi prendessi le mie responsabilità.-sospirò e poi la scortò sul divano e la fece sedere.

-È un piacere rivederti, amico.-si intromise Xander.-Che succede?-guardò prima Willow, poi Angel e Buffy. Non stava capendo molto, come gli altri del resto.

-Willow è venuta a chiedermi aiuto.-lo informò Angel.

-Forse è meglio cominciare dall’inizio, non credi?-gli propose Buffy asciugandosi le ultime lacrime.

-Dieci anni fa sono diventato umano grazie all’anima di mio figlio.-esordì.-E con me anche Darla, sua madre e....mia moglie. Ma...l’anno scorso è successa una cosa.-e qui si interruppe.

-Angel è il padre di Love.-concluse Buffy lasciandoli tutti esterefatti.

-Però, ne accadono di cose.-esclamò Anya stupita.

-Wesley e gli altri cercheranno di aiutare nelle ricerche.-li informò Angel.-Che si sa?-chiese.

-Lo stemma pare essere riconducibile ad una setta veneratrice del Male Primordiale composta da esseri umani.-esordì Giles.

-E perché rapire Love?-si stupì Buffy.

-Quando Love è nata mi ha chiamato il Consiglio. È molto probabile che Love diventerà cacciatrice, la più forte cacciatrice mai esistita.-li lasciò tutti a bocca aperta.

-C’era da aspettarselo essendo nata dall’attuale cacciatrice più forte mai esistita.-rifletté Willow.

-Quindi l’Inferno ha avuto paura e ha mandato questa setta a liberarsi di Love?-ipotizzò Tara.

-Infatti.-confermò Giles.-Devono avere una sede qui a Sunnydale ma nascosta, forse dietro qualche associazione.-sospirò.-Buffy...voglio essere sincero: non ci sono molte possibilità che Love sia ancora viva.-le comunicò triste.-Ma...se non ci hanno ancora rimandato il suo corpo è un buon segno.-

-Io ho bisogno della mia bambina, la prego faccia qualcosa.-piagnucolò la cacciatrice stringendo forte le mani di Angel.

-C’è modo di scoprire il loro nascondiglio?-chiese Angel cercando di non pensare che probabilmente non avrebbe mai visto la sua bambina.

-Io e Tara ci stiamo lavorando, il foglio che hanno lasciato è un indizio.-gli rispose Willow.-Proveremo a rintracciarli con la magia, non dovrebbe essere troppo difficile.-

-Mentre voi continuate le ricerche, vi dispiace se io ed Angel parliamo un attimo in privato?-chiese Buffy alzandosi, Angel continuava a tenerla per mano e si alzò a sua volta.

-Niente affatto.-Giles acconsentì per tutti.

I due si scusarono e salirono di sopra, Buffy condusse Angel nella cameretta di Love. Voleva che lui la vedesse, ci aveva messo tutto il suo amore per sistemarla.

-È davvero bella.-sorrise lui guardandosi in giro.

Buffy aveva tolto la carta da parati a righe e aveva dipinto la cameretta di rosa appendendo peluches e infantili quadretti sulle pareti. La culla era sistemata a muro in un angolo, al centro c’era un tappeto con la stampa di allegri coniglietti, in un altro angolo c’era il fasciatoio e il box. Su una sedia c’erano ripiegate alcune tutine e su una parete c’era appesa una foto di Love al suo secondo giorno di vita. Era una camera dolcissima.

-Quando crescerà toglierò il tappetino, i quadretti ed i peluches ma per adesso mi piacciono.-Buffy alzò le spalle torcendosi le mani.

-Avresti dovuto informarmi.-poggiò le mani sulla culla, era perfettamente sistemata con delle lenzuola bianche candide ed un piumone a colori pastello.

-Già, ti saresti preso le tue responsabilità facendo soffrire tua moglie e tuo figlio. Io non volevo questo.-scosse la testa.-Darla sa di Love?-si informò.

-Sa la storia fino alla parte che Love è tua figlia ed è stata rapita, è all’oscuro del resto. Quando Willow è arrivata c’eravamo solo io, Wesley e Cordelia in casa. Loro hanno scoperto tutto, anche se Wesley sapeva che avevamo passato la notte insieme.-rispose accarezzando dolcemente una copertina poggiata alla testata di legno.-Le hai messo un nome davvero originale.-si voltò verso di lei sorridendo, la copertina tra le mani.

-Quella sera mi hai detto che mi amavi ed io ci ho creduto. Love, come ho detto ai miei amici, è nata dall’amore e ne sarò per sempre convinta. Volevo un nome originale, pieno di ricordi e che significasse quello che c’è stato tra noi e Love mi è sembrato il più adatto. All’inizio mi era venuto in mente Angela ma era....-cercò le parole giuste da dire.-....troppo esplicito.-concluse.

-Hai ragione.-concordò.-Non avresti potuto trovare nome più perfetto.-rimise la copertina al suo posto.

-Non la posso perdere.-abbassò la testa per nascondere le lacrime.-È tutta la mia vita.-

Angel si precipitò ad abbracciarla e lei si sciolse in lacrime stretta al suo petto.

-La riporteremo a casa sana e salva.-tentò di rassicurarla.

-Non faccio che chiedermi se sta bene, se ha mangiato e se il pannolino le è stato cambiato. Prende ancora il latte materno e le piace il solletico sul palmo della mano.-mormorò distrutta.

Angel non sapeva cosa dirle per consolarla. Non c’erano parole per lenire il suo dolore, Love era un pezzo di lei, era la sua stessa carne, il suo stesso sangue.

In quel momento Dawn bussò alla porta ed entrò timidamente. I due si voltarono a guardarla ma senza staccarsi, faceva troppo male.

-Willow pare avere una traccia e ha chiamato Wesley. Ha detto che stanno arrivando.-li informò.

-Scendiamo subito.-le sorrise la sorella.-Dawn puoi preparare dei sandwich?-le chiese.

-Certo, chiederò a Tara di aiutarmi.-assentì e dopo aver sorriso uscì.

Buffy si ricompose e non convincendo troppo Angel dichiarò di essere pronta a scendere. Ma lui la bloccò. La convinse ad andarsi a stendere nella sua camera dicendole che le avrebbe portato una camomilla. Scese in cucina dove trovò Dawn e Tara impegnate nella preparazione dei panini e aiutato dalla sorella della cacciatrice preparò la suddetta camomilla. Pochi minuti dopo la portò a Buffy e riuscì a fargliela bere tutta. Lei era così stanca che si addormentò dopo aver finito.

E dormiva ancora quando tutti arrivarono da Los Angeles. Ne Connor, ne Joseph erano presenti ed Angel chiese dove fossero.

-Passerà la madre di Jim a prendere Connor e lo terrà qualche ora con sé.-gli rispose Darla.

-E Joseph è con Patricia.-concluse Fred.

Furono fatte le presentazioni tra chi non si conosceva mentre Dawn e Tara arrivavano con i panini per tutti, e chi non si vedeva da parecchio si salutò affettuosamente raccontandosi gli ultimi avvenimenti. La Scooby gang sapeva di non dover rivelare la vera paternità di Love di fronte a Darla.

-E Buffy?-si informò Cordelia.

-Adesso dorme.-le rispose Angel.

-Menomale, non dormiva da quando hanno rapito Love.-Dawn sospirò di sollievo alla notizia, era tremendamente preoccupata per la sorella.

-Credo sia meglio lasciarla riposare.-propose Giles.-Deve recuperare le forze per salvare la bambina.-

-Io e Tara siamo riusciti a localizzare un possibile nascondiglio, speriamo solo di arrivare in tempo.-spiegò Willow ai nuovi arrivati.

-Si, pensiamo che sia ancora viva altrimenti ci avrebbero ridato indietro il corpo.-precisò l’osservatore.

-Si sa perché l’hanno rapita?-si informò Wesley stupito.

-Love potrebbe diventare la cacciatrice più forte mai esistita e l’Inferno ne ha avuto paura.-gli rispose Angel sedendosi sul divano.

-Addirittura più forte di Buffy?!-si stupì Cordelia.

-A quanto pare.-le confermò Xander.

Sentirono scendere le scale e pochi secondi dopo Buffy apparve sulla porta. Si era cambiata indossando abiti comodi e si era raccolta i capelli.

-Potevi dormire ancora un pò.-le disse Dawn.

-Ho dormito per quasi due ore, mi bastano.-alzò le spalle.-Ciao a tutti.-salutò i nuovi arrivati.

-Ciao Buffy.-Cordelia la abbracciò rapidamente. Non aveva mai sopportato molto Buffy ma quello era un momento disperato e l’espressione della sua ex compagna di scuola l’aveva spinta a mostrarle un pò d’affetto. Ne aveva un gran bisogno.

Buffy le sorrise quando Cordelia la lasciò e le furono presentati Fred e Gunn che non conosceva. Poi fissò lo sguardo su Darla. La sua nemica, ma in quel momento non aveva la forza per considerarla tale.

-Ciao Darla.-si limitò ad abbozzarle un sorriso.

-Ciao.-e anche la donna le sorrise.

-Scoperto altro?-si informò Buffy.

-Tre poche ore sarà il tramonto. A quell’ora partiremo all’attacco, l’indicazione del nascondiglio è affidabile.-le rispose Willow.

-Le armi sono in quel baule.-indicò il baule in legno che Xander ed Anya le avevano regalato per il suo ventunesimo compleanno, era accanto la libreria.

Xander lo aprì rivelandolo pieno di armi di ogni tipo. Tutti avevano voglia di fare una strage.

-Ti va di mangiare qualcosa?-le propose dolcemente Tara.

-Non ho molta fame. Ma voi non fate complimenti, per qualsiasi cosa abbiate bisogno.-sorrise.

Le ore fino al tramonto parvero un’eternità ma tutti si diedero da fare elaborando piani d’attacco, Buffy disse a tutti di fare una strage ma di non toccare la sua bambina.

E al tramonto uscirono tutti da casa Summers armati fino ai denti seguendo le indicazioni di Willow e Tara che li condussero ad un vecchio magazzino abbandonato. Sbirciarono da alcune finestre ma riuscirono a vedere uomini incappucciati con lunghe tonache marroni. Avevano allestito una specie di altare e parevano stare recitando un rito. In quel momento li raggiunse Spike che anche lui voleva rendersi utile nel salvare Love.

Videro una culla ma era vuota. Ad un certo punto due degli adepti misero sull’altare una grossa croce a cui avevano legato Love che piangeva disperatamente. A quel punto, Buffy ritrovò la sua grinta e la sua rabbia più feroce.

-Male Primordiale, ti sacrifichiamo la vita di questa neonata per permetterti di trionfare.-recitò solennemente uno degli uomini segnando una croce sulla fronte di Love con del sangue animale.

Gli altri parevano recitare piano preghiere sataniche. Avevano le mani giunte e le teste abbassate ma erano in piedi.

-Un giorno il tuo Inferno trionferà sulla Terra e per questo ti doniamo la vita di questa bambina....-e l’uomo non potè continuare perché la porta si aprì rumorosamente sotto il calcio di Buffy e tutti fecero irruzione. L’unico intento era salvare Love e farla pagare a quei maledetti.

Quell’uomo si lanciò su Buffy che stava per prendere quasi la figlia.

-Tu hai osato toccare la mia bambina.-livida, Buffy lo colpì con un pugno allo stomaco.-E ora la pagherai per questo.-gli diede una ginocchiata al mento.

Erano tutti impegnati a combattere contro quegli uomini. Quando si accorsero che erano umani, Cordelia afferrò il suo cellulare e chiamò la polizia.

Nessuno riusciva ad avvicinarsi a Love, anche se umani quegli uomini erano forti. Probabilmente era l’alleanza con il male che li rendeva potenti.

Gunn ne atterrò uno dandogli un pugno e poi passò a colpirne un altro. Quello rimasto a terra si accorse della presenza di una balestra a pochi centimetri da lui e si trascinò fino ad afferrarla e puntarla contro l’altare dove Love era ancora legata alla croce strepitando e dimenandosi. Era scoperta ed un ottimo bersaglio.

Fu Darla l’unica a notare quello che a breve sarebbe successo e spingendo lontano da sé l’uomo che stava affrontando corse verso l’altare mettendosi a scudo davanti la bambina giusto nel momento in cui l’uomo scagliò la freccia. Gli si conficcò dritto al centro della schiena e inarcandosi si inginocchiò poggiando le mani sul tavolo dell’altare.

-NO!!!-urlò Angel che aveva visto tutto. Colpì violentemente i due uomini che stava affrontando e si precipitò dalla moglie. A qualche metro di distanza, anche Buffy aveva assistito alla scena.

La prese per le spalle e si inginocchiò al suolo tenendola. Darla perdeva molto sangue e aveva cominciato a tremare.

-Darla...-mormorò scostandole i capelli dal volto.

-L’ho salvata....-le tremavano le labbra.-Sta...sta bene....vero?-chiese.

Angel guardò distrattamente sull’altare dove Love piangeva e si dimenava ancora.

-Si..si, sta bene.-le confermò.-La senti come urla?-sorrise mentre piangeva.-Coraggio, sta arrivando la polizia.-tentò di farle forza.

-Angel...dimmi la verità....Love...lei è...è tua, vero? È tua...tua figlia...vero?-gli chiese.-Ti prego...non importa se...la verità mi farà....male io...io lo devo...sapere...non mentirmi...-tremava sempre di più.

-Mi dispiace così tanto.-scosse la testa.-Si, Love è mia figlia. Ma è capitato, non ti avevo mai tradito, te lo giuro.-

-Connor....lo devi...proteggere....lui adesso ha...ha solo te...-alzò una mano che Angel prontamente strinse.

-No, Connor ha anche la sua mamma. Non lo puoi lasciare solo.-non la voleva perdere, non la doveva perdere, era sua moglie. Forse non la amava davvero ma le voleva bene ed era la madre di suo figlio.

In quel momento la polizia fece irruzione e cominciò ad arrestare i membri della setta. Finalmente libera dal pericolo, Buffy corse a slegare Love. La strinse forte a sé cullandola e mormorandole parole di conforto, la piccola cominciò a calmarsi. La polizia accorgendosi che c’era un ferito mandò a chiamare un’ambulanza.

-Angel...-mormorò Darla.-....il mio bambino....gli...gli devi dire che...lo amo da morire...che non deve dimenticarmi....mai...mai...-ormai era prossima alla fine.

-No, tu glielo dirai. Sta arrivando l’ambulanza.-la informò.

-Angel...io ti...ti amo.....Con...nor....-l’ultima parola fu poco più di un sussurro, poi Darla voltò la testa di lato chiudendo gli occhi mentre la mano che teneva tra quella di Angel le scivolò cadendole sul pavimento freddo e sporco.

-Darla?-la chiamò Angel scuotendola.-Darla, coraggio non lasciarmi!-strinse cullandolo quel corpo senza vita e piangendo.

Erano tutti fermi a guardare la scena mentre Cordelia, Fred e Buffy si scioglievano in lacrime. Darla era una vittima innocente in quella situazione che si era offerta di aiutare e invece aveva sacrificato la sua vita per la bambina di quella che sarebbe dovuta essere la sua peggiore nemica.

In quel momento arrivò l’ambulanza che caricò il corpo senza vita di Darla e portò via anche Buffy e Love. La bambina aveva bisogno di essere controllata.

Cordelia chiamò la madre del compagno di Connor informandola della brutta notizia ma dicendole di non farne parola con il bambino, anche perché Angel stava andando a prenderlo. Gli altri si diressero tutti all’obitorio dell’ospedale di Sunnydale.

 

Durante il lungo tragitto fino alla casa dell’amico di Connor, Angel pianse. Con quale forza poteva dire ad un bambino di quasi undici anni che la sua mamma era morta per salvare la bambina nata dall’adulterio del padre?

Appena parcheggiò e scese, subito la porta si aprì e Connor gli corse incontro. Si incontrarono a metà del vialetto d’ingresso, Angel si inginocchiò per abbracciarlo. Sulla porta apparvero una signora ed un bambino dell’età di Connor.

-Ti sei divertito oggi?-chiese Angel al figlio tirando su con il naso.

-Molto.-sorrise.-Ma papà tu hai pianto.-notò i suoi occhi rossi, gonfi e lucidi di pianto.-Dov’è la mamma?-chiese.

-Ehm...Connor, ti devo dire una cosa....riguarda la mamma.-esordì deglutendo.

-So che siete dovuti andare fuori città per un lavoro.-

-Si, è vero. Abbiamo dovuto aiutare una mia vecchia amica a salvare la sua figlioletta di quattro mesi.-gli spiegò brevemente.-La mamma....l’ha salvata, sai.-abbozzò un sorriso.

-Vi siete di nuovo riempiti di lividi come quella volta che i cattivoni della Wolfram&Hart hanno cercato di rapirmi?-ipotizzò sorridendo.-Oppure avete affrontato un mostro enorme con le zanne?-

-Erano dei cattivoni tipo quelli della Wolfram&Hart.-distolse un attimo lo sguardo.-È successa una cosa molto brutta....La mamma....lei ha combattuto molto bene, ma....si è ferita e....una ferita molto profonda e dolorosa....-ricominciò a piangere silenziosamente.

-La mamma sta bene, vero?-adesso il bambino era serio e preoccupato.

-No, Connor, la mamma non sta bene.-gli rispose.-La mamma è....la mamma è morta.-gli comunicò.

-No...-mormorò mentre cominciava a piangere.-Non è vero.-scosse la testa.-È stata colpa tua!-urlò disperato e cominciò a dargli pugni sul petto.-Sempre a voler combattere i mostri!!-

Angel lo strinse forte facendolo sfogare. Si, forse aveva ragione. Forse era anche un pò colpa sua.

-Mi dispiace così tanto.-gli diede un bacio sulla spalla e gli accarezzò i capelli. Connor aveva smesso di prenderlo a pugni e adesso singhiozzava sul largo petto del padre.

Adorava la sua mamma e non poteva pensare che adesso non l’avrebbe più vista.

-La mamma è stata una vera eroina e si è sacrificata per salvare la tua sorellina.-pianse mentre sulla porta anche la madre di Jim versava qualche lacrima.

Connor si calmò appena dopo qualche minuto, non riuscì neanche a salutare il suo amichetto. Ma ci pensò Angel che ringraziò anche la sua famiglia di avervi badato. La giovane donna gli fece le sue condoglianze, aveva conosciuto Darla e le piaceva.

Andarono a Sunnydale dove trovarono tutti lì, tranne Buffy e Love. La bambina aveva bisogno di mangiare e dormire e quindi erano tornate a casa. Angel dovette solo firmare dei documenti per poter portare via il corpo di Darla per il funerale che si sarebbe svolto due giorni dopo a Los Angeles.

A sorpresa, anche Buffy si presentò al funerale. Alla fine della funzione si unì per fare le condoglianze ad Angel e Connor, non rimase per il rinfresco all’Hyperion preferì tornare a casa.

Trascorsero diversi mesi e arrivò Natale. Nonostante tutto, Connor si riprese abbastanza bene della morte di Darla. Certo le mancava ma aveva comunque il suo papà e i due si facevano conforto a vicenda.

Angel andava spesso a Sunnydale per vedere Love, non aveva ancora detto niente a Connor di quella storia. Lui e Buffy si vedevano ma ancora ci andavano con i piedi di piombo. Visite regolari e di poche ore, soprattutto a Love. Angel era ancora a lutto e poi c’era la questione di come avrebbe potuto prenderla Connor.

Fu proprio Buffy ad incitarlo a venire entrambi a Sunnydale per passare una giornata insieme. Il bambino entrò nello studio del padre mentre definiva le ultime cose. Angel chiuse in fretta e poi si accinse a parlargli ma il figlio lo precedette.

-Io ho una sorella?-gli chiese stupito. Era seduto di fronte la scrivania.

-Si, hai una sorellina di otto mesi.-gli confermò.

-Hai tradito la mamma?-gli chiese con un pò di delusione.

-Per la prima ed unica volta.-doveva sapere che comunque aveva amato la madre.

-Parlavi con lei al telefono?-si informò con un pò di astio.-L’altra?-precisò.

-Esatto, Buffy vuole conoscerti. Ci ha invitato entrambi domani per passare la giornata tutti insieme.-attese una sua risposta che non arrivò.-E...anch’io vorrei che tu conoscessi Buffy e Love.-

-Che nome buffo.-abbozzò un sorriso.-Non ci posso credere di avere una sorellina che si chiama Love.-

-Già, è vero.-ricambiò.-Non ti voglio imporre niente, Connor. Sarà solo una giornata, e poi mi dirai le tue impressioni. Ma devi almeno accettare tua sorella.-lo ammonì scherzosamente puntandogli contro un dito.

-Promesso.-alzò la mano.-Com’è questa Buffy?-si informò.

-Lo vedrai domani, ma credo che ti piacerà.-sorrise.

-In caso contrario le rendo la vita difficile.-commentò tranquillamente alzando le spalle e facendo ridere di gusto Angel.

 

Anche se era dicembre era una bella giornata di sole quasi afosa, così Buffy sistemò la tovaglia sul prato in giardino. I cibi del pranzo si stavano tutti cuocendo e ne avevano ancora per un pò, quindi lei aveva tempo per vestire Love, le mise un bel vestitino azzurro con le calze di pizzo bianco.

Erano quasi le undici e mezza quando sentì suonare alla porta. Tenendo Love in braccio andò ad aprire, si era messa un paio di pantaloni neri e un top nero con su una camicetta bianca. Aprì con un sorriso.

-Ciao.-sorrise ai suoi ospiti.-Accomodatevi.-li fece entrare e poi richiuse la porta.-Finalmente ti conosciamo, Connor.-sorrise porgendo la mano al bambino.

-È un piacere.-sorrise stringendogliela.

-Anche per me.-lo lasciò e indicò loro dove appendere i cappotti.

-Siamo in ritardo?-si preoccupò Angel.

-Ma no, non è neanche mezzogiorno.-sorrise.-Tieni un attimo Love.-gliela mise in braccio e poi prese Connor per mano.-Ti piacciono le brioche con la crema?-gli chiese andando in cucina.

-Tantissimo.-assentì mentre Angel li seguiva giocherellando con la bambina.

-Bene, c’è una pasticceria qui a Sunnydale che ne fa di squisite.-lo lasciò per prendere una busta di carta da dentro uno sportello. Afferrò un tovagliolo e prese da dentro la busta una brioche che porse al bambino.-Ci vuole ancora un pò al pranzo, quindi puoi tranquillamente fare uno spuntino.-con un sorriso gli scompigliò i capelli.

-Posso, papà?-Connor si voltò verso il padre per chiedere il suo consenso.

-Certo.-sorrise.-Hai già visto Love?-si avvicinò.

-È carina.-alzò le spalle addentando la brioche e sia Buffy che Angel risero.

Si misero a parlare un pò mentre Buffy cercava di coinvolgere Connor nella preparazione del pranzo, Angel giocherellava con Love. Appena fu tutto pronto si spostarono in giardino, Connor trovò strana l’idea del picnic in giardino in pieno dicembre ma in fondo la trovò originale.

Buffy aveva allestito la “tavola” all’ombra di un albero. Angel posò Love nel passeggino, tanto aveva già mangiato, e iniziarono a pranzare. Lui e Connor erano seduti vicini e Buffy di fronte a loro. I due mangiarono di gusto, Buffy era stata brava.

Poco dopo, Love si addormentò e Buffy le abbassò il passeggino per farla stare comoda. Conquistò definitivamente Connor quando uscì con una torta alle fragole e gliene diede una bella fetta.

-Se continui a mangiare così scoppierai!-lo ammonì il padre allegramente.

-Ma è tutto così buono.-protestò infilando in bocca una bella forchettata del dolce. La finì in un tempo da record e poi posò il piattino sulla tovaglia, era sazio ma soddisfatto.

-Ti è piaciuto tutto?-si premurò Buffy e il bambino annuì.

-Lo sai, Buffy...-esordì e qui la cacciatrice ed Angel si fecero seri.-...tu mi piaci.-proclamò.-Se avessi qualche anno in più....ti sposerei.-la fece ridere.

-Non ti sembra di esagerare?-lo riprese il padre stupito.

-Sarebbe un vero piacere.-lo assecondò invece Buffy prendendogli le mani.-Anche tu mi piaci davvero molto, sei un bambino meraviglioso e vorrei che diventassimo amici.-gli sorrise.

-Tra te e mio padre....si insomma...c’è qualcosa vero?-le chiese serio.

-Io voglio molto bene a tuo padre. Quando sarai più grande dovrai farti raccontare molte cose da lui, te lo consiglio. E...vorrei che tu capissi che...io non voglio prendere il posto di tua madre, è sbagliato e non lo vorrei mai. Tu le devi trovare un posto super specialissimo nel tuo cuore e ricordarti di lei ogni giorno, se vuoi io potrei essere una specie di rimpiazzo. Non il migliore sulla faccia della terra ma posso provarci. Anch’io ho perso la mia mamma molti anni fa ed è stato bruttissimo, ma penso a lei ogni giorno e quando ricordo qualcosa di lei mi accorgo che le voglio sempre più bene e così sarà per sempre.-gli strinse le mani con un caloroso sorriso.

Connor parve riflettere un attimo e poi si voltò verso Angel che era serio ed in ansia.

-Credo che non ci sarà bisogno di renderle la vita difficile.-proclamò.

L’espressione di Angel si rasserenò e sorrise. Il giudizio di Connor era positivo e questa era l’unica cosa che contava davvero.

-Sono contento.-gli scompigliò affettuosamente i capelli ma quando fece per abbracciarlo, il bambino abbracciò Buffy. Lui rimase a guardarli contento che tutto stesse andando bene.

-Ma...-e Connor lasciò Buffy.-...se vi sposate dovrò trasferirmi qui?-si informò.

-Ne parleremo più avanti.-gli rispose Angel.

Buffy sparecchiò aiutata da Connor e poi tornarono in giardino con un libro da leggere. Love si era svegliata e adesso Angel stava giocherellando con lei. Buffy tornò a sedersi sulla tovaglia, stese le gambe e fece sedere Connor accanto a lei. Abbracciati, cominciò a leggergli il libro.

Ogni tanto, Buffy ed Angel si scambiavano degli sguardi felici. Adesso sarebbero stati insieme, non c’era più nessun ostacolo. Connor aveva accettato la situazione, Angel sperava che questo lo aiutasse ancora di più a superare la morte della madre.

Il sacrificio di Darla aveva pesato un pò su Buffy, lei non voleva rovinare la famiglia di Angel ma forse Darla avrebbe voluto che adesso fosse lei a prendersi cura di suo figlio e lei lo avrebbe fatto, nel migliore dei modi. Da lassù non si sarebbe mai pentita di averglielo affidato.

Dawn rientrò prima del dovuto e iniziò a chiamare la sorella non trovandola da nessuna parte. Entrò nella camera da pranzo e sentì delle voci provenire dal giardino. Si diresse lì e curiosa si affacciò sulla porta. Sorridendo non ebbe più il coraggio di chiamarla, le pareva che avrebbe rotto un meraviglioso incanto. Angel era seduto accanto a Buffy e Connor e Love sorrideva ai suoi giochini.

Velocemente corse nel salotto e da uno sportello afferrò la macchina fotografica, senza farsene accorgere scattò una foto, l’avrebbe mostrata loro appena sviluppato il rullino. Poi rimase qualche altro secondo a vederli sorridere.

Quello era il primo giorno di una nuova vita e....di una nuova famiglia.

 

FINE.