IMMORTAL LOVERS                                    

 

Di Bastet

 

1-MICOL

 

Titolo: Immortal lovers 1 Micol

Autore: Elena Ratgirl

Genere: Romanzo

Rating: NC17 (femslash, sesso)

Premessa: con questo romanzo, fatto da una serie di racconti, si parlerà di amori tra Drusilla ed altre donne, vampire e non. Intendo omaggiare le mie amiche Franca e Rogiari con più di una storia. Questa storia è in particolare un omaggio alla fanfiction Le mille bolle blu di Rogiari, come ambientazione.

 

Da lontano, sotto le luci della trasmissione televisiva, il suo fascino era quasi inalterato.

Certo, non era la Micol Rosselli che aveva avuto Roma ai suoi piedi all’epoca della Dolce Vita, l’indimenticata interprete del cult romanzesco Floriana, e poi la più matura e sempre affascinante interprete del cinema non solo italiano. Ma era sempre bellissima. Almeno agli occhi dei suoi fan, ancora presenti nel mondo a frotte.

Micol parlò senza pudori della lotta contro il tumore, che in quel momento, da fuori, in quel sontuoso abito di Valentino, sembrava non averla devastata, ma che dentro pian piano la stava mangiando. Non sarebbe diventata una decana del cinema come la grande Katharine Hepburn, forse non sarebbe arrivata ad avere l’età delle sue colleghe conterranee Sofia Loren, Claudia Cardinale e Virna Lisi. Ma questo lei non doveva farlo vedere, doveva far vedere che era vincente, in fondo viveva da anni in una città magnifica come Parigi, andava in montagna a Cortina e al mare a Portofino, aveva continuato a fare film senza essere ridicola, e quando dieci anni prima aveva vinto l’Oscar per il suo ruolo di madre partigiana nei giorni dell’occupazione di Roma aveva dato dei punti alle giovani stelline, molte orma finite nel dimenticatoio.

Non poteva finire così.

Paolo Limiti la ringraziò della sua partecipazione ed ebbe per lei parole d’affetto.

“Non sono ancora morta”, disse Micol, e di colpo sentì un forte rimpianto per non aver fatto quello che lei le aveva proposto, tanti e tanti anni prima.

 

Micol Rosselli, rampolla dell’alta borghesia meneghina, si era trasferita nella Roma della dolce Vita nel 1962, quando aveva 19 anni. Nelle intenzioni dei suoi genitori questo era un anno sabbatico nell’attesa di tornare in seno alla famiglia, a progetti più casalinghi. Ma Micol, con un gruzzolo da parte messo a disposizione dalla prozia Chiara, che viveva a Londra con la sua compagna modello Virginia Woolf, aveva iniziato a studiare recitazione, e si era presentata a provini e a fare la comparsa, prevalentemente in film in costume.

La sua era la bellezza di una Venere di Botticelli, eterea ma irresistibile. Ed era stato per quello che l’avevano consigliata di fare i provino per il ruolo di Floriana, fanciulla di umili origini diventata cortigiana a Venezia ed innamorata per sempre di un nobile rinnegato diventato pirata.

Un fumettone romanzesco che l’aveva fatta diventare una star.

 

La sera della prima, in cui Micol era diventata una diva per poi non smettere più di esserlo, aveva visto lei per la prima volta.

Lo sguardo più bello ed enigmatico di quelli di Liz Taylor ed Ava Gardner messe insieme (fare la comparsa come ancella in Cleopatra sarà una delle cose più allucinanti che Micol ricorderà per sempre, per i capricci della Taylor, peggiore ancora del suo personaggio ne L’albero della vita), dei capelli neri come la notte, un fascino incredibile.

Chi può essere? Poi Micol ricordò che qualcuno aveva parlato di questa nobildonna straniera e stravagante, in viaggio con il suo fidanzato compagno o amante o cosa era, dagli occhi cerulei.

Una nobildonna a cui nessuno poteva resistere e su cui pochi sapevano la provenienza.

“Sei splendida”, disse la nobildonna misteriosa a Micol, “ti voglio come ospite stasera nella mia villa”.

 

Drusilla non aveva creduto ai suoi occhi a vedere dal vivo Micol. La scena del film in cui usciva fuori mezza nuda dall’acqua del lago, al principio del film, era rimasta troppo viva nella sua mente.

Doveva avere quella bellezza, ma non solo per nutrirsene, anche per renderla una sua creatura, darle il dono oscuro..

Micol Rosselli, la nuova diva del cinema, l’aveva seguita nella villa in mezzo alle colline dei Castelli Romani, quella villa silenziosa, in cui aveva avuto paura… all’inizio.

 

Micol non aveva dovuto andare a letto con produttori e attorucoli di serie B per fare carriera. Quello che aveva fatto a Roma era stato solo per suo piacere.

Quando in quell’alcova seicentesca della villa aveva visto i due nobili pronti a riceverla, nudi e bellissimi, non aveva fatto storie. Non aveva mai provato a farlo con una donna, ma sapeva da cosa le aveva mormorato la zia che poteva essere molto appagante.

Stesa sul letto, sulle coperte, piena di vino dei castelli e di una tirata di polverina, aveva lasciato che lei la baciasse tutta. Ad un tratto alcuni suoi baci le erano sembrati dei morsi, ma non ci aveva fatto caso.

Drusilla, questo era il nome della sua misteriosa ospite, aveva usato le sue mani come strumenti per il piacere più sfrenato. Le mani e le unghie di Drusilla aveva esplorato ogni recesso del suo corpo, anche quelli più intimi, dove in seguito era passata con la bocca e la lingua. Micol aveva urlato di piacere come mai prima, si era stretta a Drusilla, che era sempre più certa di aver trovato una childe degna di sé stessa.

Dopo, confusamente, era stata posseduta anche da Spike, il fidanzato di Drusilla, mentre da dietro lei la stimolava, procurandole ancora più piacere.

Dopo, era caduta in un torpore da cui l’aveva svegliata la netta impressione di un morso sul suo seno.

Aveva aperto gli occhi e Drusilla era lì, o meglio quello che era Drusilla, una vampira:

“Non spaventarti. Io voglio darti il mio dono. Sarai per sempre bella come oggi, non dovrai pensare a niente che non al piacere e alla realizzazione dei tuoi desideri.”

Drusilla aveva continuato a succhiarle via il sangue mentre con le dita penetrava il suo sesso, procurandole un orgasmo intenso.

Ma quando, ormai sfinita, avrebbe dovuto bere il sangue del suo sire, si era rifiutata.

“No”.

Si era sempre chiesta il perché. Forse perché amava la vita da non poter diventare una non morta.

 

Aveva continuato a vedersi con Drusilla ancora qualche volta, sempre per fare sesso, e sempre alla fine c’era di nuovo la richiesta a diventare una vampira. Ma aveva rifiutato, voleva vivere nella luce del giorno, sotto il sole che la accarezzava sulla Croisette, o a Trinità dei Monti, o a Los Angeles.

Un giorno era tornata nella villa e Drusilla e Spike non c’erano più. Era il 1965, non li aveva più visti.

 

Micol giunse nel suo appartamento in Piazza del Popolo, uno dei tanti. Aveva scelto la vita, anni prima, piuttosto che un’esistenza nell’ombra. Ma ora la vita la stava abbandonando e tradendo.

Aveva fatto male a scegliere quello. Ma c’era ancora una cosa che poteva fare, prima di vedere il suo corpo e la sua bellezza distrutti dal male.

 

Drusilla entrò nell’appartamento di Micol. Era sempre splendida, come in quella scena di Floriana, un film che aveva continuato a vedere e rivedere, insieme a tutti gli altri che la sua incredibile amante della Dolce Vita aveva continuato a fare.

Ora avrebbe accettato il suo dono e sarebbe diventata splendida come da giovane.

Una casa splendida, che lei conosceva, per anni aveva guardato tutti i servizi su di lei.. non l’aveva persa di vista un istante.

Forse solo uno… uno che era bastato.

Micol Rosselli, la diva di cento e passa film, l’attrice da Oscar, la bionda ed indomita Floriana, giaceva sul divano dove aveva rilasciato tante interviste, con gli occhi sbarrati e vicino un tubetto di tranquillanti vuoto.

Non aveva pensato che lei, Drusilla, sarebbe arrivata per salvarla dal declino e dalla malattia. Aveva scelto di nuovo la morte.

Drusilla si strinse a lei sul divano, come tanti anni prima aveva fatto con lei nell’alcova, tanti anni che a lei sembravano un soffio su un fiore….

 

“Lei era una parente”, chiese l’agente Paola Miretti, giunta nell’alloggio dell’attrice Rosselli dopo che era stata segnalata una sua mancata presenza ad un premio.

“Un’amica… una vecchia amica”, disse Drusilla, dileguandosi, mentre un fotografo la riprendeva. Forse qualche fan avrebbe notato una qualche rassomiglianza tra quella signora triste e un’affascinante protagonista della Dolce Vita. Forse….

Mentre scendeva nei vicoli di Roma quasi all’alba, in vista della sua residenza, Drusilla sentì dopo tanti anni gli occhi che le si facevano umidi. Ancora una volta, una vita era passata vicino alla sua immortalità come un lampo d’estate..

 

FINE DELL’EPISODIO