LILITH
Di Bastet
PARTE PRIMA
Titolo: Lilith
Autore: Elena Ratgirl
Genere: Romanzo
Rating: R
Premessa: questa serie parte come costola di una presunta ottava
stagione virtuale. Per comprenderla occorre aver letto i primi episodi di tale stagione.
Drusilla si trova a Torino, città dell’occulto per eccellenza. Il suo scopo
finale è risvegliare le forze dell’antica Lilith contro le forze della luce di
Iside e Bastet.
Si era attardata in cerca di emozioni forti vicino al vecchio Cimitero
degli Impiccati, a due passi da Porta Palazzo, uno dei centri della
multietnicità e anche della criminalità della capitale sabauda. A lei piacevano
quel tipo di emozioni, il rimorchiare sconosciuti di altri Paesi per fare un
po’ di sesso. Suo marito era sempre via per lavoro, i due figli erano adulti, e
lei nascondeva bene questo suo aspetto dietro una patina di casalinga perfetta.
Del resto sapeva che non era sola a comportarsi così, le casalinghe frustrate
non erano invenzioni di serie tv.
Claudia Botta sentiva che la notte per lei non era ancora finita. Voleva
ancora provare qualcosa di nuovo, quel senegalese era stato davvero bravo, ma
non era ancora del tutto soddisfatta.
Lì vicino tempo prima aveva trovato tre nordafricani con cui si era
divertita alla grande. Era stata indolenzita per un po’, ma ne valeva la pena.
Vide qualcuno che non si aspettava di vedere: una giovane donna vestita
all’Ottocento, diafana e dall’aspetto casto. Forse cercava anche lei emozioni.
Anche se non le sembrava il tipo, anche solo come abbigliamento.
“Bene”, disse la giovane venendo verso di lei, “aspettavo giusto te…”
Claudia non aveva mai voluto provare a farlo con una donna, odiava i gay
e le lesbiche, come quelle due spostate di sue compagne di scuola, come
facevano a non amare gli uomini? Ma qualcosa la bloccò per un attimo.
E fu un attimo di troppo.
Gustosa la casalinga dalla doppia vita, si disse Drusilla, quando ebbe
finito di assaporarla. Non era morta. Non ancora, doveva servirle per un suo
scopo. Non riusciva da sola ad arrivare a Lilith, ma con sua nonna ce l’avrebbe
fatta.
Darla poteva risuscitare in quel terreno, bagnato dal sangue di morti di
un tempo, tanti morti, e di un morto di oggi.
Drusilla si introdusse nel perimetro del cimitero, trascinandosi dietro
la donna che cercava emozioni. In fondo le avrebbe dato quello che voleva.
Tirò fuori dalla manica del suo vestito un nastro appartenuto a Darla in
cui era legata una ciocca di suoi capelli. La buttò sul terreno, e sul terreno
iniziò a smembrare la sua preda.
“Nonna risorgi da questo terreno bagnato dal sangue di ieri e di oggi,
nonna torna con me per dominare il mondo”.
Non sapeva se poteva funzionare una cosa del genere. Era un antico
rituale, non più tentato da secoli, per caso lo aveva trovato in un grimorio nella
biblioteca di quell’osservatore americano che si era divertita a torturare con
Angelus e Spike qualche anno prima, quel Giles. E c’erano anche rischi, Darla
era stata di nuovo umana, aveva avuto un figlio, si era sacrificata per lui. Ma
non importava. Non c’era altro modo di tentare.
La terra iniziò a muoversi e a corrugarsi, ad assorbire i pezzi della
donna di oggi. Non si poteva fare sempre questo rito, solo su certi terreni, ed
una volta che veniva fatto non si poteva più utilizzare lo stesso posto. Qui
almeno nessuno lo aveva mai fatto. C’era qualche speranza.
Dalla terra si alzò una figura, prima fangosa e che poi man mano prese
una forma che Drusilla conosceva bene.
“Grazie di avermi riportata mia adorata”, disse Darla, abbracciandola e
baciandola.
“Nonna… ho tante cose da raccontarti”.
Sotto la terra di un altro posto non lontano in linea d’aria, su cui
sorgeva una bella chiesa neoclassica, ci fu un tremito.
Nessuno sapeva che in quel luogo c’era qualcosa di arcano. Non era mai stato
scoperto malgrado tutti i lavori in profondità che erano stati fatti. Ma
c’erano antiche voci e leggende al riguardo. Pitture sulle pareti simili a
quelle che venivano ammirate in diversi musei del mondo, compreso quello di
Torino, statue raffiguranti due dee famose ma nello stesso tempo arcane e
avvolte nel mistero.
Una fanciulla si materializzò, circondata da gatti.
Stava cominciando tutto.
Bisognava risvegliare le prescelte e i prescelti, perché presto le forze
delle tenebre avrebbero dilagato.
Bianca Morini si svegliò in un bagno di sudore, e fuori non era caldo.
Aveva sognato qualcosa di spaventoso ma di splendido insieme.
Doveva smettere di bere birra alla sera mentre mangiava si disse.
Ma faticò ad abituarsi all’aspetto familiare della sua stanza, ancora
molto da adolescente, con la collezione di bambole in costume e di ceramica, i
peluches di gatto, i libri.
Era come se dietro vedesse qualcosaltro, delle antiche pitture.
Una voce le suonava nella testa:
“Svegliati, dovrai combattere…”
Era mattina presto a Londra, ma Rupert Gilles aveva scelto di alzarsi di
buon ora per mettere in ordine la sua biblioteca, in vista di un’apertura,
anche se parziale al pubblico.
Si era scaldato, a furia di fare su e giù dalle scale, ed aprì la
finestra.
Di colpo entrò dentro come una furia un gatto nero.
“Ehi che fai, vieni qua”.
Non voleva fargli del male. Anzi, magari sarebbe stata una bella idea
adottarlo.
Il gatto saltò in alto, sulla libreria, e diede un colpo ad un libro
nascosto che Gilles si era dimenticato di avere, che cadde ai suoi piedi. Poi
restò immobile, mentre lui si abbassava a raccoglierlo.
Il titolo del libro era: Il ritorno di Lilith.
1-continua