SERIE CACCIATRICI
MARGOT LA CACCIATRICE DELL’OPERA
PARTE PRIMA
Di Bastet
Titolo:
La cacciatrice del teatro
Autore:
Elena Topastra Ratgirl
Genere:
saga cacciatrici, cross over con Il fantasma dell’Opera
Disclaimer:
i personaggi qui descritti appartengono a Gaston Leroux, Andrew Lloyd Webber e
Joss Whedon. Non guadagno niente a scrivere su di loro
Premessa.
Ho deciso di scrivere questo cross over dopo aver visto il film Il fantasma
dell’Opera, tratto dall’omonimo musical. I personaggi di riferimento sono
quelli di questo film, nelle interpretazioni dei rispettivi attori. Ovviamente
il racconto sarà in prosa.
Rating:
ovviamente nc 17. Scusate ma con quel pezzo di fantasma non vorrete mica che
non gli faccia fare il riccio con Christine?
Margot
Giry si sentiva felice come non mai. Felice per la sua amica Christine Daaè,
che stava trionfando sul palcoscenico. I capricci di Madame Carlotta la avevano
favorita.
Christine
era la sua amica da una vita, da quando era giunta al Teatro dell’Opera con suo
padre, anni prima, morto poi poco dopo. Era bravissima. Meritava tutto il
successo.
Margot
si girò verso sua madre, la costumista ed ex ballerina Madelaine Giry. Anche
lei sorrideva. Ma sembrava preoccupata da qualcosa. Forse una vendetta di
Madame Carlotta?
Margot
cacciò via questo pensiero e riguardò Christine. Dalla platea le sembrò che in
un palco il conte Raoul de Chagny si alzasse. Forse aveva riconosciuto
Christine. Sarebbe stato splendido. Una bellissima fiaba.
Lui
trattenne il fiato nell’oscurità. Era Christine, la sua Christine. E quella
notte l’avrebbe resa sua per sempre. Lui era il suo signore e padrone. Madelaine
aveva accettato di aiutarlo. Avrebbe fatto in modo che Christine rimanesse sola
nel camerino. E poi… giù nella cripta era tutto pronto per lei. Era diventata
una diva, sarebbe sbocciata alla passione carnale tra le sue braccia. Lui
sapeva cosa lei sognava. Sapeva tutto.
In
uno dei palchi più eleganti dell’Opera un uomo alto e con i capelli scuri non
riusciva a staccare gli occhi da Christine.
“Splendida
e innocente… Un binomio a cui non so resistere, come tu mia cara Drusilla ben
sai…”
Con
lui c’erano due giovani donne, una biondissima e l’altra brunissima ed un altro
uomo, biondo.
“Non
credo che le cantanti d’Opera siano tanto innocenti, almeno a quello che si
diceva a casa in Inghilterra”, osservò l’uomo biondo, “in ogni caso non hai
cattivo gusto… “
“Su
di lei c’è una nube nera”, osservò la donna bruna, stringendosi al primo uomo,
“sento che qualcuno di oscuro la desidera”.
“Certo,
quel qualcuno sono io…. Ma tanto qui a Parigi c’è solo l’imbarazzo della
scelta. Torneremo ancora all’Opera. Stanotte voglio andare a caccia altrove…”
Margot
entrò nella cappella in cui Christine si era rifugiata a pregare dopo lo
spettacolo.
“Sei
stata grande, una vera stella”
“Mio
padre ha sempre detto che su di me avrebbe vegliato un Angelo della Musica. E
lui è qui, con me da sempre. E’ a lui che devo tutto”.
“Oh
Christine, queste sono favole… Vai nel camerino a cambiarti, ti aspettano. E
sai una cosa? Mi hanno detto che il Visconte de Chagny ha chiesto di te”.
Christine
si alzò felice:
“Andiamo!”
Christine
aveva indossato un negligé di pizzo bianco e si stava preparando per
riabbigliarsi. Lo specchio in fondo al camerino diede uno strano bagliore. Non
rifletteva più il camerino, con tutti i mazzi di fiori. Bensì un abisso, un
abisso in cui si muoveva una figura maschile, robusta, mascherata.
“Christine…
sono il tuo Angelo della Musica… seguimi!”
Christine
fu presa da un turbamento indescrivibile. Non aveva mai percepito così da
vicino la sensualità e la passione. Quell’uomo gliela ispirava. Passione,
pericolo, eccitazione. Si lasciò prendere per mano e portare in un corridoio,
ignara del fatto che Raoul la stava chiamando da fuori.
Madelaine
Giry si mise in tasca la chiave con cui aveva chiuso la porta del camerino.
Doveva succedere prima o poi. Lui le aveva giurato che non le avrebbe fatto del
male. Ma questo dipendeva dai punti di vista…
Margot
Giry si scontrò con Raoul de Chagny:
“Mi
sapete dire dove è andata Christine?”
“Non
è nel suo camerino?”
“No,
non c’è. E il camerino è chiuso. Cosa sta succedendo?”
Margot
scosse la testa, senza saper rispondere, e si diresse verso il camerino di
Christine.
In
fondo ad un corridoio, il pubblico stava lasciando il teatro. Nessuno notò la
figurina bionda in abito da ballerina che sgusciava verso i camerini. Nessuno,
tranne un gruppo di quattro persone.
“Vuoi
quella ballerina in regalo, mia signora?”, disse l’uomo alto e bruno, Angelus,
alla donna bionda, Darla.
“Stiamo
attenti a quella ballerina. Può essere pericolosa….”
“Pericolosa
quanto?”, chiese Angelus.
“Pericolosa
quanto una cacciatrice”.
“Interessanti
le ragazze dell’opera”, notò Spike, “cacciatrici, possedute dalle forze delle
tenebre… Beh le conosceremo meglio.”
Christine
si lasciò trascinare su un lago sotterraneo, fino ad una grotta dove c’erano
tesori, un pianoforte e un letto. Lui la tentava, la stringeva nelle sue
braccia e non c’era la volgarità che aveva percepito in certe proposte di gente
di teatro, la toccava….
Ad
un tratto Christine si sentì mancare: in un angolo c’era una statua di cera
identica a lei, vestita da sposa. Perse conoscenza, percependo che lui la
adagiava sul letto…
Margot
entrò nel camerino di Christine. Lei non c’era. E non poteva essere uscita
perché la porta era chiusa dall’esterno.
Si guardò attorno. Lo specchio era spostato in maniera strana… Margot si
avvicinò e si accorse che dietro allo specchio non c’era un muro, ma un
corridoio lunghissimo, illuminato da strani lampadari.
Margot
iniziò a percorrerlo. Sentiva della strana musica che veniva da in fondo al
corridoio.
“Margot,
vieni via con me”, disse sua madre, prendendola per un braccio.
“Mamma,
dove è Christine?”
“Non
preoccuparti per lei. Noi due dobbiamo parlare”.
Christine
riprese conoscenza poco dopo. Lui stava suonando. Come sotto un incantesimo
andò verso di lui, lo accarezzò. Lui interruppe di suonare e si avvicinò a lei
e fece per baciarla. Aveva una maschera, su una parte del volto. Christine
gliela tolse.… ed urlò dall’orrore, perché quel volto, che le era sembrato
perfetto, era rovinato in una parte da un’orribile cicatrice purulenta.
“Sciocca
donna”, disse lui facendola cadere per terra.
Christine
cercò di dominare l’orrore e la paura che la stavano prendendo. Ma era rimasto
anche dell’altro, anche altri tipi di emozioni nascoste. Gli tese la maschera.
Lui la rimise. Christine gli sorrise timidamente.
“Perdonami
Christine”, disse lui, stringendola tra le sue braccia, “tu sarai la mia sposa,
sarai sposata con me e la mia musica”.
Christine
era stata baciata un paio di volte da parte di alcuni goffi ragazzi del teatro.
Una sensazione sgradevole. Niente paragonata a questo. Si trovo contro di lui,
in una stretta d’acciaio, mentre le sue labbra la dirovavano, facendole provare
cose che non credeva che esistessero. Con una mano , mentre le baciava le
labbra e il viso, il Fantasma le denudò i seni ed iniziò a stringerle i
capezzoli, facendola gemere contro le sue labbra. Poi lui scese con la bocca
sui seni. Christine tremava di desiderio, paura, eccitazione, orrore. I suoi
capezzoli diventarono presto duri, e lei sentì qualcosa di umido tra le cosce,
che cercò di respingere stringendo le gambe.
Lui
la riprese in braccio, un braccio sotto le sue natiche, percependo chiaramente
la reazione che lei stava avendo. Christine si ritrovò sul letto, con di nuovo
la sua bocca sui seni e la gola. Le due mani di lui presero l’elastico dei
mutandoni e pian piano cominciarono ad abbassarglieli. Christine cercò di
reagire, di fare resistenza, e con un gesto sicuro il Fantasma glieli abbassò
sotto le ginocchia, per poi sfilarglieli dai piedi. Lenzuola di seta bianca
accarezzavano le sue natiche nude. Christine ebbe un ultimo impeto di pudore
cercando di non aprire le gambe, mentre lui riprendeva a baciarla sulla bocca.
La
mano del Fantasma si insinuò tra le sue cosce, percependo l’umidità crescente.
Pian piano si fece strada, obbligando Christine ad aprirsi a lui. Alla fine lui
mise il suo corpo tra le sue gambe, costringendola a stare con le cosce aperte.
Il
fantasma baciò Christine sul collo mentre le sue dita cominciavano ad esplorare
le labbra di lei, stimolavano il clitoride e pian piano con il medio iniziava a
penetrare la sua vagina. Christine si irrigidì per la sensazione di dolore e
bruciore leggero che provava. Il Fantasma soffocò un suo gemito di dolore
baciandola, mentre con il dito continuava la sua penetrazione, muovendosi
dentro di lei. Era vergine. Meraviglioso.
Ad
un dito se ne aggiunse un altro dentro, mentre Christine sentiva che dal suo
corpo fluivano liquidi che non sapeva di avere, e mentre il dolore si
attenuava. Il suo clitoride ormai pulsava di vita propria, stimolato dal
pollice. Christine si irrigidì di nuovo quando altre due dita entrarono in lei,
ma poi lasciò che lui facesse tutto, spingendo, esplorando, aprendola. Il
dolore non era quasi più presente quando gridò dal piacere tra un bacio e
l’altro.
“Io
mi chiamo Erik”, le sussurrò subito dopo il primo orgasmo di lei. Poi inizio a
scendere con la bocca su di lei. Quando Christine capì dove voleva andare,
cercò di ribellarsi, ma era immobilizzata da due braccia forti. E quando la
bocca di Erik il Fantasma toccò il suo sesso Christine cessò di pensare. Si
lasciò di nuovo divorare, urlando per il piacere senza ritegno, finché non
crollò sazia. Stette immobile per un po’, conscia del fatto che lui si era
allontanato, per poi ritornare da lei senza abiti. Non aveva altre deformità,
ma Christine restò comunque spaventata dal suo aspetto di uomo. Lui sorrise
della sua innocenza, la strinse a sé e pian piano la penetrò. Christine riebbe
un moto di dolore. Ma poi lui iniziò con una mano a massaggiarle il sesso, le
fece mettere le gambe intorno al bacino, e presto Christine sentì di nuovo il
piacere dentro di sé. Anche lui gemette dopo di lei, baciandola e rimanendo
vinto su di lei.
“Ora
sei mia, Christine”, disse Erik, mentre si stringeva a lei esausta. Christine
non poteva contraddirlo. Paura, emozione, passione… tutto si agitava dentro di
lei.
“Cosa
mi stai dicendo mamma? Cos’è che sono? Una cacciatrice di vampiri? Ma….”
“Margot,
tu sei la prescelta per combattere i demoni e le forze delle tenebre. Lo sei
diventata perché io a suo tempo ho rinunciato a combatterli, dopo aver salvato
uno di loro ed aver capito che i demoni non sono tutti tali. Io non me la sono
sentita di continuare quest’opera, ed eccezionalmente ho potuto rinunciarvi. Ma
tu no. Tu devi combattere i demoni e i vampiri, questo è il tuo destino.”
“Ma
vuoi dirmi che i demoni sono reali….”
“Sì.
Demoni e vampiri sono reali. E sono ben diversi da colui che salvai anni fa…”
“Il
fantasma? Dov’è Christine? Gliel’hai data in pasto? Ma come puoi aver fatto una
cosa simile?”
“Lui
la ama. Ed è un demone particolare, più che altro è stato vittima dei demoni,
dei demoni umani. Ma ci sono altri demoni che tu devi combattere: i vampiri.
Esistono. E Parigi li sta attirando”.
“Mamma,
ma come?”
Madelaine
Giry tirò fuori dal suo camerino un bauletto e lo aprì. Dentro c’erano un
paletto, un pugnale e una fiasca di acqua benedetta.
“Queste
sono le tue armi. Io ti proteggerò come posso. Ma tu sei la cacciatrice e alla
fine sei tu che devi andare contro le forze del male. Non ne sei ancora
convinta. Temo che presto capiterà qualcosa che ti convincerà”.
“Piaciuta
l’opera?” chiese Drusilla al suo accompagnatore Angelus.
“Non
male. Come ti ho già detto, mi piace la sostituta. Meglio di quella donna da
strada che cantava prima di lei”, disse Angelus, “avrei qualche progetto per
lei. Mi pare così innocente. Ma c’è altro da cacciare….”
Poco
lontano era uscita una delle ballerine: non la biondina che avevano intravisto
nei corridoi dell’Opera, ma un’altra ragazza dai capelli biondi, dall’aria più
navigata.
“Sta
cercando compagnia”, disse Darla.
“Beh
rendiamola felice”, disse Angelus, avvicinandosi a lei.
Christine
aprì gli occhi. Giaceva ancora sul letto, coperta dalle lenzuola. Era sola. Ma
Erik era fuori dal letto che la guardava, vestito.
“Rivestitevi,
mia cara. Vi aspettano”.
Christine
si alzò dal letto, rimanendo imbarazzata dal sangue che macchiava le lenzuola
ed osservando il suo corpo, indolenzito, e con segni inconfutabili sulla sua
attività precedente.
“Ricordati
a chi appartieni Christine”, disse Erik il Fantasma, “stanotte sarai di nuovo
mia”.
Christine
ritornò nel suo camerino. Alla luce del sole tutto le sembrava una pazzia. Il pensiero
di Raoul la raggiunse. Era lui quello che amava, non Erik il fantasma. Ma non
era stato Raoul a baciarla, non era stato Raoul ad aprire il suo corpo, non era
stato Raoul a farla urlare di piacere….
Non
voleva tornare da Erik, non doveva. Ma una parte di lei non attendeva altro che
la notte successiva.
“Christine
stai bene?”, Margot era nel suo camerino.
“Sì,
sto bene”. Agli occhi di Margot, Christine aveva una luce nuova, un modo nuovo
di muoversi. La sposa di un demone…
E
Christine in Margot vide qualcosaltro. Più forte e più preoccupata.
“Il
visconte Raoul de Chagny ha lasciato un messaggio per te”.
Raoul…
Christine sentì sollievo a sentir parlare di lui. Era stata una pazzia quella
della notte precedente. Solo una pazzia.
Un
urlo scosse il teatro dell’Opera. Le due ragazze uscirono in strada, sul retro.
E
Margot capì che sua madre non le aveva raccontato bugie. Per strada c’era una
delle ballerine di fila insieme a lei, Brigitte. Era immobile, completamente
dissanguata, morta. Erano stati loro, i mostri contro cui lei avrebbe dovuto
combattere.
1-continua
SERIE CACCIATRICI
MARGOT LA CACCIATRICE DELL’OPERA
PARTE SECONDA
Titolo:
La cacciatrice del teatro
Autore:
Elena Topastra Ratgirl
Genere:
saga cacciatrici, cross over con Il fantasma dell’Opera
Disclaimer:
i personaggi qui descritti appartengono a Gaston Leroux, Andrew Lloyd Webber e
Joss Whedon. Non guadagno niente a scrivere su di loro
Premessa.
Ho deciso di scrivere questo cross over dopo aver visto il film Il fantasma
dell’Opera, tratto dall’omonimo musical. I personaggi di riferimento sono
quelli di questo film, nelle interpretazioni dei rispettivi attori. Ovviamente
il racconto sarà in prosa.
Rating:
ovviamente nc 17. Scusate ma con quel pezzo di fantasma non vorrete mica che
non gli faccia fare il riccio con Christine?
Margot
terminò di fare le piroette di esercizio quando ormai la notte stava scendendo.
Quella sera niente spettacolo.
La
polizia aveva interrogato tutti. La ballerina, Brigitte, era arrivata dalla
Provenza qualche mese prima. Molti avevano malignato sulle sue frequentazioni
maschili, ma Margot non avrebbe mai dimenticato i suoi occhi. Terrorizzati.
L’avevano portata all’obitorio, visto che a quanto pare non aveva parenti, o
quelli che aveva erano troppo lontani per ricordarsi di lei.
Margot
aveva una madre, che la stava indirizzando verso un destino che lei non aveva
scelto. Così come Christine.
“Margot?”.
Madame Giry la stava aspettando sulla soglia della palestra.
“Oggi
inizia la tua missione”.
Uscirono
nelle tenebre della sera.
“Dove
stiamo andando?”, chiese Margot.
“All’obitorio.
Brigitte non deve assolutamente diventare una di loro.”
“Non
ci faranno mai entrare”.
“Noi
entreremo lo stesso, conosco il modo”.
Margot
era abituata a lavorare di sera, ma non aveva mai pensato che il mondo di fuori
potesse essere così buio.
I
lumi, ancora ad olio in molte vie, illuminavano appena.
Per
arrivare all’obitorio dovettero passare in diversi vicoli ancora non toccati
dalla rivoluzione dei boulevard.
La
porta principale era chiusa. Ma su un lato, si apriva una porticina socchiusa.
Madre e figlia, con un mantello addosso, si addentrarono dentro.
C’era
una strana atmosfera dentro, silenziosa, un odore di morte e di sangue nel
sottofondo, e qualcosa di inquientante che Margot riusciva a percepire
chiaramente.
In
una delle stanze c’erano diversi fagotti.
“Questi
sono i cadaveri di oggi. Cerchiamo Brigitte”, disse madame Giry.
Di
colpo uno dei sudari si mosse e si spostò.
Brigitte
riemerse. Bella come non era mai stata in vita, e terribile.
“Avanti
Margot, è lei il vampiro!”
Brigitte,
che flirtava con tutti, un po’ stupida… Brigitte ridotta ad essere un mostro.
Margot
si avventò contro di lei, con in mano il paletto.
Non
ci fu molta resistenza, forse la stessa Brigitte non aveva ancora capito cosa
era.
Poco
dopo una pioggia di cenere cadde addosso a Margot.
“Non
sarà sempre così facile, figlia mia. E adesso torniamo all’Opera”.
Da
dietro una finestra chi aveva creato Brigitte vampira contemplava deliziato la
scena. Oh, questa cacciatrice sarebbe stata molto divertente da vampirizzare.
Ma prima… c’era di meglio da fare con lei.
Christine
era rientrata per un momento nel camerino.
Raoul….
Un amore non fosco, ma reale. Doveva stare con lui, era lui chi faceva per lei…
“Christine…”
Il
fantasma era davanti a lei. Bellissimo e pauroso. Lei non era più una dolce
vergine che si poteva offrire a Raoul, lo sapeva. Per colpa del fantasma…
Che
era davanti a lei.
“Christine,
forse non hai ancora capito di chi sei”, disse lui stringendola a sé.
Christine
non voleva rispondere al suo bacio, un bacio violento, che le tolse ogni
respiro. La mise contro il muro del camerino, mentre alzava le sue gonne oltre
la vita.
Non
ci furono preliminari, Christine era ancora indolenzita dalla notte precedente
ed urlò di dolore quanto lui la penetrò.
“Sei
mia, capisci?”, disse lui spingendosi più profondamente, mentre con una mano si
insinuava tra le sue gambe per provocarle piacere.
Christine
annuì mentre alcune lacrime le scorrevano lungo le guance.
Non
era degna di Raoul. Non sarebbe mai più stata sua. Non poteva. Raggiunse
l’estasi gemendo e arrendendosi.
Margot
era tornata al teatro, sconvolta. Lei era una cacciatrice, un’assassina.
Di
colpo sentì dei gemiti intensi provenire dal camerino di Christine.
Socchiuse
la porta.
E
vide la sua amica contro il muro, mezza nuda e scarmigliata, con il fantasma
sopra di lei….
2-continua
SERIE CACCIATRICI
MARGOT LA CACCIATRICE DELL’OPERA
PARTE TERZA
Titolo:
La cacciatrice del teatro
Autore:
Elena Topastra Ratgirl
Genere:
saga cacciatrici, cross over con Il fantasma dell’Opera
Disclaimer:
i personaggi qui descritti appartengono a Gaston Leroux, Andrew Lloyd Webber e
Joss Whedon. Non guadagno niente a scrivere su di loro
Premessa.
Ho deciso di scrivere questo cross over dopo aver visto il film Il fantasma
dell’Opera, tratto dall’omonimo musical. I personaggi di riferimento sono
quelli di questo film, nelle interpretazioni dei rispettivi attori. Ovviamente
il racconto sarà in prosa.
Rating:
ovviamente nc 17. Scusate ma con quel pezzo di fantasma non vorrete mica che
non gli faccia fare il riccio con Christine?
Margot
si allontanò con le gote in fiamme. Christine… e lei. Lei un’assassina, e
Christine l’amante di un demonio.
Qualcuno
le si parò davanti: un uomo giovane e bellissimo, ma inequivocabilmente un
vampiro, uno di loro.
“Salve
cacciatrice. Hai fatto un buon lavoro con la nostra nuova accolita. Ma sei
sconvolta… è un peccato che la tua carriera sia finita così presto”.
Margot
lo fissò sconvolta, mentre il vampiro la atterrava.
“Mmm,
ripensandoci ci sono cose migliori che potremmo fare prima…”, disse lui, “del
resto ad Angelus piace molto divertirsi con le sue prede.. E tu mi sembri molto
passionale, mia cara”
Angelus
si avvicinò al suo collo e iniziò a baciarla e morderla, scendendo via via più
giù verso i seni di Margot.
La
ragazza chiuse per un attimo gli occhi… come Christine, lei era come Christine,
quell’immagine di passione sarebbe stata la sua… Ma poi reagì e si divincolò
iniziando a lottare contro il vampiro.
Angelus
si rese conto di averla sottovalutata.
“Arrivederci
a presto mia cara. Non ti ucciderò… ma continuerò quello che ho cominciato”.
Christine
aveva giurato a Raoul eterno amore. Ma nonostante questo, continuava a scendere
spesso nel sotterraneo da Eric. Margot lo sapeva. Anche perché la seguiva, e
nascosta dietro la grata, con i piedi a bagno nell’acqua della Senna, vedeva
cosa faceva.
Ogni
cosa.
C’era
qualcosa di oscuro che la attirava giù a vedere, qualcosa di indefinibile che
la portava giù, con il volto in fiamme, a vedere quegli amplessi, a sentire
quei gemiti…
Poi
andava a caccia di vampiri. Ed era una Cacciatrice temibile.
Una
sera si era attardata nella cripta. Christine era distesa di traverso nel
letto, con il Fantasma sopra e dietro, che gemeva e si muoveva ritmicamente.
Margot non riusciva a togliere gli occhi di dosso. E sentì troppo tardi le mani
del vampiro che la bloccavano.
Era
Angelus.
“Cara
la mia Cacciatrice, ho scoperto il tuo piccolo e peccaminoso segreto. Ecco cosa
sogni… io posso darti quello che vuoi, avevo visto giusto!”
“Maledetto!”
sibilò lei.
“Vorrai
mica che la tua cara amica scopra che tu la spii e la brami mentre è con il suo
amante…”, disse Angelus.
Margot
fuggì nei corridoi, con Angelus che la seguiva, come un leone che insegue la
sua gazzella. Ma la ragazza conosceva bene i cunicoli e riuscì ad eludere il
suo inseguimento.
Lo
sentì che le diceva:
“Eppure
non ti chiedo molto. E mi darai quello che ti chiedo”.
Margot
si appoggiò al muro, ansimando. Una parte di lei voleva che il vampiro la
raggiungesse. Una parte voleva scappare lontano.
“Eccoti
cacciatrice!”, disse Angelus scoprendola nel cunicolo. Margot avrebbe potuto
scappare via. Ma non lo fece.
Fece
cadere il paletto ai suoi piedi. Ed attese Angelus.
Il
paletto era davanti alle sue mani mentre, messa a quattro zampe, la gonna
tirata su a vita, veniva per la prima volta penetrata dal vampiro.
“Le
prossime volte sarà più piacevole”, disse lui, “ma la prima volta devo punirti
cacciatrice per quello che fai a noi. Ed insegnarti chi comanda!”
Margot
trattenne i gemiti per orgoglio. Alla fine raccolse il paletto e se lo nascose
negli abiti.
“La
notte è ancora lunga Cacciatrice!”, disse lui, “e tu ed io non abbiamo ancora
finito”.
Prima
di arrivare nell’albergo in cui Angelus soggiornava con gli altri vampiri
Margot aveva dimenticato il dolore e la scomodità di quella prima volta. In una
berlina chiusa lasciò che la bocca del vampiro la marchiasse in ogni posto.
Anche lei era in balìa delle forze delle tenebre.
Christine
tornò nel suo camerino. Doveva finire tutto. Per il bene suo e di Raoul. Aveva
intravisto Margot mentre in preda all’estasi gridava. Il suo non era più un
segreto.
Tutto
doveva finire. Lei aveva la sua carriera e Raoul.
E
la sua determinazione diventò certezza quando Erik l’indomani uccise uno degli
addetti al palcoscenico.
Lo
impiccò con una corda al centro del palcoscenico.
Ma
del resto Christine diceva a se stessa che quello che le dava Erik non era
normale. Era passione cieca, degradazione di se stessa, dolore e piacere
mescolato. Niente di bello e di sano. Raoul era quello che c’era di bello e di
sano.
Decise
di appoggiare la proposta della polizia di attirare in trappola il Fantasma con
il suo Don Giovanni. E poi tutto sarebbe finito una volta per tutte.
3-continua