SERIE CACCIATRICI

MARGOT LA CACCIATRICE DELL’OPERA

PARTE PRIMA

 

Di Bastet

 

 

 

Titolo: La cacciatrice del teatro

Autore: Elena Topastra Ratgirl

Genere: saga cacciatrici, cross over con Il fantasma dell’Opera

Disclaimer: i personaggi qui descritti appartengono a Gaston Leroux, Andrew Lloyd Webber e Joss Whedon. Non guadagno niente a scrivere su di loro

Premessa. Ho deciso di scrivere questo cross over dopo aver visto il film Il fantasma dell’Opera, tratto dall’omonimo musical. I personaggi di riferimento sono quelli di questo film, nelle interpretazioni dei rispettivi attori. Ovviamente il racconto sarà in prosa.

Rating: ovviamente nc 17. Scusate ma con quel pezzo di fantasma non vorrete mica che non gli faccia fare il riccio con Christine?

 

Margot Giry si sentiva felice come non mai. Felice per la sua amica Christine Daaè, che stava trionfando sul palcoscenico. I capricci di Madame Carlotta la avevano favorita.

Christine era la sua amica da una vita, da quando era giunta al Teatro dell’Opera con suo padre, anni prima, morto poi poco dopo. Era bravissima. Meritava tutto il successo.

Margot si girò verso sua madre, la costumista ed ex ballerina Madelaine Giry. Anche lei sorrideva. Ma sembrava preoccupata da qualcosa. Forse una vendetta di Madame Carlotta?

Margot cacciò via questo pensiero e riguardò Christine. Dalla platea le sembrò che in un palco il conte Raoul de Chagny si alzasse. Forse aveva riconosciuto Christine. Sarebbe stato splendido. Una bellissima fiaba.

 

Lui trattenne il fiato nell’oscurità. Era Christine, la sua Christine. E quella notte l’avrebbe resa sua per sempre. Lui era il suo signore e padrone. Madelaine aveva accettato di aiutarlo. Avrebbe fatto in modo che Christine rimanesse sola nel camerino. E poi… giù nella cripta era tutto pronto per lei. Era diventata una diva, sarebbe sbocciata alla passione carnale tra le sue braccia. Lui sapeva cosa lei sognava. Sapeva tutto.

 

In uno dei palchi più eleganti dell’Opera un uomo alto e con i capelli scuri non riusciva a staccare gli occhi da Christine.

“Splendida e innocente… Un binomio a cui non so resistere, come tu mia cara Drusilla ben sai…”

Con lui c’erano due giovani donne, una biondissima e l’altra brunissima ed un altro uomo, biondo.

“Non credo che le cantanti d’Opera siano tanto innocenti, almeno a quello che si diceva a casa in Inghilterra”, osservò l’uomo biondo, “in ogni caso non hai cattivo gusto… “

“Su di lei c’è una nube nera”, osservò la donna bruna, stringendosi al primo uomo, “sento che qualcuno di oscuro la desidera”.

“Certo, quel qualcuno sono io…. Ma tanto qui a Parigi c’è solo l’imbarazzo della scelta. Torneremo ancora all’Opera. Stanotte voglio andare a caccia altrove…”

 

 

Margot entrò nella cappella in cui Christine si era rifugiata a pregare dopo lo spettacolo.

“Sei stata grande, una vera stella”

“Mio padre ha sempre detto che su di me avrebbe vegliato un Angelo della Musica. E lui è qui, con me da sempre. E’ a lui che devo tutto”.

“Oh Christine, queste sono favole… Vai nel camerino a cambiarti, ti aspettano. E sai una cosa? Mi hanno detto che il Visconte de Chagny ha chiesto di te”.

Christine si alzò felice:

“Andiamo!”

 

Christine aveva indossato un negligé di pizzo bianco e si stava preparando per riabbigliarsi. Lo specchio in fondo al camerino diede uno strano bagliore. Non rifletteva più il camerino, con tutti i mazzi di fiori. Bensì un abisso, un abisso in cui si muoveva una figura maschile, robusta, mascherata.

“Christine… sono il tuo Angelo della Musica… seguimi!”

Christine fu presa da un turbamento indescrivibile. Non aveva mai percepito così da vicino la sensualità e la passione. Quell’uomo gliela ispirava. Passione, pericolo, eccitazione. Si lasciò prendere per mano e portare in un corridoio, ignara del fatto che Raoul la stava chiamando da fuori.

Madelaine Giry si mise in tasca la chiave con cui aveva chiuso la porta del camerino. Doveva succedere prima o poi. Lui le aveva giurato che non le avrebbe fatto del male. Ma questo dipendeva dai punti di vista…

 

Margot Giry si scontrò con Raoul de Chagny:

“Mi sapete dire dove è andata Christine?”

“Non è nel suo camerino?”

“No, non c’è. E il camerino è chiuso. Cosa sta succedendo?”

Margot scosse la testa, senza saper rispondere, e si diresse verso il camerino di Christine.

 

In fondo ad un corridoio, il pubblico stava lasciando il teatro. Nessuno notò la figurina bionda in abito da ballerina che sgusciava verso i camerini. Nessuno, tranne un gruppo di quattro persone.

“Vuoi quella ballerina in regalo, mia signora?”, disse l’uomo alto e bruno, Angelus, alla donna bionda, Darla.

“Stiamo attenti a quella ballerina. Può essere pericolosa….”

“Pericolosa quanto?”, chiese Angelus.

“Pericolosa quanto una cacciatrice”.

“Interessanti le ragazze dell’opera”, notò Spike, “cacciatrici, possedute dalle forze delle tenebre… Beh le conosceremo meglio.”

 

Christine si lasciò trascinare su un lago sotterraneo, fino ad una grotta dove c’erano tesori, un pianoforte e un letto. Lui la tentava, la stringeva nelle sue braccia e non c’era la volgarità che aveva percepito in certe proposte di gente di teatro, la toccava….

Ad un tratto Christine si sentì mancare: in un angolo c’era una statua di cera identica a lei, vestita da sposa. Perse conoscenza, percependo che lui la adagiava sul letto…

 

Margot entrò nel camerino di Christine. Lei non c’era. E non poteva essere uscita perché la porta era chiusa dall’esterno.  Si guardò attorno. Lo specchio era spostato in maniera strana… Margot si avvicinò e si accorse che dietro allo specchio non c’era un muro, ma un corridoio lunghissimo, illuminato da strani lampadari.

Margot iniziò a percorrerlo. Sentiva della strana musica che veniva da in fondo al corridoio.

“Margot, vieni via con me”, disse sua madre, prendendola per un braccio.

“Mamma, dove è Christine?”

“Non preoccuparti per lei. Noi due dobbiamo parlare”.

 

Christine riprese conoscenza poco dopo. Lui stava suonando. Come sotto un incantesimo andò verso di lui, lo accarezzò. Lui interruppe di suonare e si avvicinò a lei e fece per baciarla. Aveva una maschera, su una parte del volto. Christine gliela tolse.… ed urlò dall’orrore, perché quel volto, che le era sembrato perfetto, era rovinato in una parte da un’orribile cicatrice purulenta.

“Sciocca donna”, disse lui facendola cadere per terra.

Christine cercò di dominare l’orrore e la paura che la stavano prendendo. Ma era rimasto anche dell’altro, anche altri tipi di emozioni nascoste. Gli tese la maschera. Lui la rimise. Christine gli sorrise timidamente.

“Perdonami Christine”, disse lui, stringendola tra le sue braccia, “tu sarai la mia sposa, sarai sposata con me e la mia musica”.

Christine era stata baciata un paio di volte da parte di alcuni goffi ragazzi del teatro. Una sensazione sgradevole. Niente paragonata a questo. Si trovo contro di lui, in una stretta d’acciaio, mentre le sue labbra la dirovavano, facendole provare cose che non credeva che esistessero. Con una mano , mentre le baciava le labbra e il viso, il Fantasma le denudò i seni ed iniziò a stringerle i capezzoli, facendola gemere contro le sue labbra. Poi lui scese con la bocca sui seni. Christine tremava di desiderio, paura, eccitazione, orrore. I suoi capezzoli diventarono presto duri, e lei sentì qualcosa di umido tra le cosce, che cercò di respingere stringendo le gambe.

Lui la riprese in braccio, un braccio sotto le sue natiche, percependo chiaramente la reazione che lei stava avendo. Christine si ritrovò sul letto, con di nuovo la sua bocca sui seni e la gola. Le due mani di lui presero l’elastico dei mutandoni e pian piano cominciarono ad abbassarglieli. Christine cercò di reagire, di fare resistenza, e con un gesto sicuro il Fantasma glieli abbassò sotto le ginocchia, per poi sfilarglieli dai piedi. Lenzuola di seta bianca accarezzavano le sue natiche nude. Christine ebbe un ultimo impeto di pudore cercando di non aprire le gambe, mentre lui riprendeva a baciarla sulla bocca.

La mano del Fantasma si insinuò tra le sue cosce, percependo l’umidità crescente. Pian piano si fece strada, obbligando Christine ad aprirsi a lui. Alla fine lui mise il suo corpo tra le sue gambe, costringendola a stare con le cosce aperte.

Il fantasma baciò Christine sul collo mentre le sue dita cominciavano ad esplorare le labbra di lei, stimolavano il clitoride e pian piano con il medio iniziava a penetrare la sua vagina. Christine si irrigidì per la sensazione di dolore e bruciore leggero che provava. Il Fantasma soffocò un suo gemito di dolore baciandola, mentre con il dito continuava la sua penetrazione, muovendosi dentro di lei. Era vergine. Meraviglioso.

Ad un dito se ne aggiunse un altro dentro, mentre Christine sentiva che dal suo corpo fluivano liquidi che non sapeva di avere, e mentre il dolore si attenuava. Il suo clitoride ormai pulsava di vita propria, stimolato dal pollice. Christine si irrigidì di nuovo quando altre due dita entrarono in lei, ma poi lasciò che lui facesse tutto, spingendo, esplorando, aprendola. Il dolore non era quasi più presente quando gridò dal piacere tra un bacio e l’altro.

“Io mi chiamo Erik”, le sussurrò subito dopo il primo orgasmo di lei. Poi inizio a scendere con la bocca su di lei. Quando Christine capì dove voleva andare, cercò di ribellarsi, ma era immobilizzata da due braccia forti. E quando la bocca di Erik il Fantasma toccò il suo sesso Christine cessò di pensare. Si lasciò di nuovo divorare, urlando per il piacere senza ritegno, finché non crollò sazia. Stette immobile per un po’, conscia del fatto che lui si era allontanato, per poi ritornare da lei senza abiti. Non aveva altre deformità, ma Christine restò comunque spaventata dal suo aspetto di uomo. Lui sorrise della sua innocenza, la strinse a sé e pian piano la penetrò. Christine riebbe un moto di dolore. Ma poi lui iniziò con una mano a massaggiarle il sesso, le fece mettere le gambe intorno al bacino, e presto Christine sentì di nuovo il piacere dentro di sé. Anche lui gemette dopo di lei, baciandola e rimanendo vinto su di lei.

“Ora sei mia, Christine”, disse Erik, mentre si stringeva a lei esausta. Christine non poteva contraddirlo. Paura, emozione, passione… tutto si agitava dentro di lei.

 

“Cosa mi stai dicendo mamma? Cos’è che sono? Una cacciatrice di vampiri? Ma….”

“Margot, tu sei la prescelta per combattere i demoni e le forze delle tenebre. Lo sei diventata perché io a suo tempo ho rinunciato a combatterli, dopo aver salvato uno di loro ed aver capito che i demoni non sono tutti tali. Io non me la sono sentita di continuare quest’opera, ed eccezionalmente ho potuto rinunciarvi. Ma tu no. Tu devi combattere i demoni e i vampiri, questo è il tuo destino.”

“Ma vuoi dirmi che i demoni sono reali….”

“Sì. Demoni e vampiri sono reali. E sono ben diversi da colui che salvai anni fa…”

“Il fantasma? Dov’è Christine? Gliel’hai data in pasto? Ma come puoi aver fatto una cosa simile?”

“Lui la ama. Ed è un demone particolare, più che altro è stato vittima dei demoni, dei demoni umani. Ma ci sono altri demoni che tu devi combattere: i vampiri. Esistono. E Parigi li sta attirando”.

“Mamma, ma come?”

Madelaine Giry tirò fuori dal suo camerino un bauletto e lo aprì. Dentro c’erano un paletto, un pugnale e una fiasca di acqua benedetta.

“Queste sono le tue armi. Io ti proteggerò come posso. Ma tu sei la cacciatrice e alla fine sei tu che devi andare contro le forze del male. Non ne sei ancora convinta. Temo che presto capiterà qualcosa che ti convincerà”.

 

“Piaciuta l’opera?” chiese Drusilla al suo accompagnatore Angelus.

“Non male. Come ti ho già detto, mi piace la sostituta. Meglio di quella donna da strada che cantava prima di lei”, disse Angelus, “avrei qualche progetto per lei. Mi pare così innocente. Ma c’è altro da cacciare….”

Poco lontano era uscita una delle ballerine: non la biondina che avevano intravisto nei corridoi dell’Opera, ma un’altra ragazza dai capelli biondi, dall’aria più navigata.

“Sta cercando compagnia”, disse Darla.

“Beh rendiamola felice”, disse Angelus, avvicinandosi a lei.

 

 

Christine aprì gli occhi. Giaceva ancora sul letto, coperta dalle lenzuola. Era sola. Ma Erik era fuori dal letto che la guardava, vestito.

“Rivestitevi, mia cara. Vi aspettano”.

Christine si alzò dal letto, rimanendo imbarazzata dal sangue che macchiava le lenzuola ed osservando il suo corpo, indolenzito, e con segni inconfutabili sulla sua attività precedente.

“Ricordati a chi appartieni Christine”, disse Erik il Fantasma, “stanotte sarai di nuovo mia”.

 

Christine ritornò nel suo camerino. Alla luce del sole tutto le sembrava una pazzia. Il pensiero di Raoul la raggiunse. Era lui quello che amava, non Erik il fantasma. Ma non era stato Raoul a baciarla, non era stato Raoul ad aprire il suo corpo, non era stato Raoul a farla urlare di piacere….

Non voleva tornare da Erik, non doveva. Ma una parte di lei non attendeva altro che la notte successiva.

“Christine stai bene?”, Margot era nel suo camerino.

“Sì, sto bene”. Agli occhi di Margot, Christine aveva una luce nuova, un modo nuovo di muoversi. La sposa di un demone…

E Christine in Margot vide qualcosaltro. Più forte e più preoccupata.

“Il visconte Raoul de Chagny ha lasciato un messaggio per te”.

Raoul… Christine sentì sollievo a sentir parlare di lui. Era stata una pazzia quella della notte precedente. Solo una pazzia.

Un urlo scosse il teatro dell’Opera. Le due ragazze uscirono in strada, sul retro.

E Margot capì che sua madre non le aveva raccontato bugie. Per strada c’era una delle ballerine di fila insieme a lei, Brigitte. Era immobile, completamente dissanguata, morta. Erano stati loro, i mostri contro cui lei avrebbe dovuto combattere.

1-continua

 

 

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PARTE SECONDA

 

Titolo: La cacciatrice del teatro

Autore: Elena Topastra Ratgirl

Genere: saga cacciatrici, cross over con Il fantasma dell’Opera

Disclaimer: i personaggi qui descritti appartengono a Gaston Leroux, Andrew Lloyd Webber e Joss Whedon. Non guadagno niente a scrivere su di loro

Premessa. Ho deciso di scrivere questo cross over dopo aver visto il film Il fantasma dell’Opera, tratto dall’omonimo musical. I personaggi di riferimento sono quelli di questo film, nelle interpretazioni dei rispettivi attori. Ovviamente il racconto sarà in prosa.

Rating: ovviamente nc 17. Scusate ma con quel pezzo di fantasma non vorrete mica che non gli faccia fare il riccio con Christine?

 

Margot terminò di fare le piroette di esercizio quando ormai la notte stava scendendo. Quella sera niente spettacolo.

La polizia aveva interrogato tutti. La ballerina, Brigitte, era arrivata dalla Provenza qualche mese prima. Molti avevano malignato sulle sue frequentazioni maschili, ma Margot non avrebbe mai dimenticato i suoi occhi. Terrorizzati. L’avevano portata all’obitorio, visto che a quanto pare non aveva parenti, o quelli che aveva erano troppo lontani per ricordarsi di lei.

Margot aveva una madre, che la stava indirizzando verso un destino che lei non aveva scelto. Così come Christine.

“Margot?”. Madame Giry la stava aspettando sulla soglia della palestra.

“Oggi inizia la tua missione”.

Uscirono nelle tenebre della sera.

“Dove stiamo andando?”, chiese Margot.

“All’obitorio. Brigitte non deve assolutamente diventare una di loro.”

“Non ci faranno mai entrare”.

“Noi entreremo lo stesso, conosco il modo”.

 

Margot era abituata a lavorare di sera, ma non aveva mai pensato che il mondo di fuori potesse essere così buio.

I lumi, ancora ad olio in molte vie, illuminavano appena.

Per arrivare all’obitorio dovettero passare in diversi vicoli ancora non toccati dalla rivoluzione dei boulevard.

La porta principale era chiusa. Ma su un lato, si apriva una porticina socchiusa. Madre e figlia, con un mantello addosso, si addentrarono dentro.

C’era una strana atmosfera dentro, silenziosa, un odore di morte e di sangue nel sottofondo, e qualcosa di inquientante che Margot riusciva a percepire chiaramente.

In una delle stanze c’erano diversi fagotti.

“Questi sono i cadaveri di oggi. Cerchiamo Brigitte”, disse madame Giry.

Di colpo uno dei sudari si mosse e si spostò.

Brigitte riemerse. Bella come non era mai stata in vita, e terribile.

“Avanti Margot, è lei il vampiro!”

Brigitte, che flirtava con tutti, un po’ stupida… Brigitte ridotta ad essere un mostro.

Margot si avventò contro di lei, con in mano il paletto.

Non ci fu molta resistenza, forse la stessa Brigitte non aveva ancora capito cosa era.

Poco dopo una pioggia di cenere cadde addosso a Margot.

“Non sarà sempre così facile, figlia mia. E adesso torniamo all’Opera”.

 

Da dietro una finestra chi aveva creato Brigitte vampira contemplava deliziato la scena. Oh, questa cacciatrice sarebbe stata molto divertente da vampirizzare. Ma prima… c’era di meglio da fare con lei.

 

Christine era rientrata per un momento nel camerino.

Raoul…. Un amore non fosco, ma reale. Doveva stare con lui, era lui chi faceva per lei…

“Christine…”

Il fantasma era davanti a lei. Bellissimo e pauroso. Lei non era più una dolce vergine che si poteva offrire a Raoul, lo sapeva. Per colpa del fantasma…

Che era davanti a lei.

“Christine, forse non hai ancora capito di chi sei”, disse lui stringendola a sé.

Christine non voleva rispondere al suo bacio, un bacio violento, che le tolse ogni respiro. La mise contro il muro del camerino, mentre alzava le sue gonne oltre la vita.

Non ci furono preliminari, Christine era ancora indolenzita dalla notte precedente ed urlò di dolore quanto lui la penetrò.

“Sei mia, capisci?”, disse lui spingendosi più profondamente, mentre con una mano si insinuava tra le sue gambe per provocarle piacere.

Christine annuì mentre alcune lacrime le scorrevano lungo le guance.

Non era degna di Raoul. Non sarebbe mai più stata sua. Non poteva. Raggiunse l’estasi gemendo e arrendendosi.

 

Margot era tornata al teatro, sconvolta. Lei era una cacciatrice, un’assassina.

Di colpo sentì dei gemiti intensi provenire dal camerino di Christine.

Socchiuse la porta.

E vide la sua amica contro il muro, mezza nuda e scarmigliata, con il fantasma sopra di lei….

2-continua

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PARTE TERZA

 

Titolo: La cacciatrice del teatro

Autore: Elena Topastra Ratgirl

Genere: saga cacciatrici, cross over con Il fantasma dell’Opera

Disclaimer: i personaggi qui descritti appartengono a Gaston Leroux, Andrew Lloyd Webber e Joss Whedon. Non guadagno niente a scrivere su di loro

Premessa. Ho deciso di scrivere questo cross over dopo aver visto il film Il fantasma dell’Opera, tratto dall’omonimo musical. I personaggi di riferimento sono quelli di questo film, nelle interpretazioni dei rispettivi attori. Ovviamente il racconto sarà in prosa.

Rating: ovviamente nc 17. Scusate ma con quel pezzo di fantasma non vorrete mica che non gli faccia fare il riccio con Christine?

 

Margot si allontanò con le gote in fiamme. Christine… e lei. Lei un’assassina, e Christine l’amante di un demonio.

Qualcuno le si parò davanti: un uomo giovane e bellissimo, ma inequivocabilmente un vampiro, uno di loro.

“Salve cacciatrice. Hai fatto un buon lavoro con la nostra nuova accolita. Ma sei sconvolta… è un peccato che la tua carriera sia finita così presto”.

Margot lo fissò sconvolta, mentre il vampiro la atterrava.

“Mmm, ripensandoci ci sono cose migliori che potremmo fare prima…”, disse lui, “del resto ad Angelus piace molto divertirsi con le sue prede.. E tu mi sembri molto passionale, mia cara”

Angelus si avvicinò al suo collo e iniziò a baciarla e morderla, scendendo via via più giù verso i seni di Margot.

La ragazza chiuse per un attimo gli occhi… come Christine, lei era come Christine, quell’immagine di passione sarebbe stata la sua… Ma poi reagì e si divincolò iniziando a lottare contro il vampiro.

Angelus si rese conto di averla sottovalutata.

“Arrivederci a presto mia cara. Non ti ucciderò… ma continuerò quello che ho cominciato”.

 

Christine aveva giurato a Raoul eterno amore. Ma nonostante questo, continuava a scendere spesso nel sotterraneo da Eric. Margot lo sapeva. Anche perché la seguiva, e nascosta dietro la grata, con i piedi a bagno nell’acqua della Senna, vedeva cosa faceva.

Ogni cosa.

C’era qualcosa di oscuro che la attirava giù a vedere, qualcosa di indefinibile che la portava giù, con il volto in fiamme, a vedere quegli amplessi, a sentire quei gemiti…

Poi andava a caccia di vampiri. Ed era una Cacciatrice temibile.

Una sera si era attardata nella cripta. Christine era distesa di traverso nel letto, con il Fantasma sopra e dietro, che gemeva e si muoveva ritmicamente. Margot non riusciva a togliere gli occhi di dosso. E sentì troppo tardi le mani del vampiro che la bloccavano.

Era Angelus.

“Cara la mia Cacciatrice, ho scoperto il tuo piccolo e peccaminoso segreto. Ecco cosa sogni… io posso darti quello che vuoi, avevo visto giusto!”

“Maledetto!” sibilò lei.

“Vorrai mica che la tua cara amica scopra che tu la spii e la brami mentre è con il suo amante…”, disse Angelus.

Margot fuggì nei corridoi, con Angelus che la seguiva, come un leone che insegue la sua gazzella. Ma la ragazza conosceva bene i cunicoli e riuscì ad eludere il suo inseguimento.

Lo sentì che le diceva:

“Eppure non ti chiedo molto. E mi darai quello che ti chiedo”.

Margot si appoggiò al muro, ansimando. Una parte di lei voleva che il vampiro la raggiungesse. Una parte voleva scappare lontano.

“Eccoti cacciatrice!”, disse Angelus scoprendola nel cunicolo. Margot avrebbe potuto scappare via. Ma non lo fece.

Fece cadere il paletto ai suoi piedi. Ed attese Angelus.

Il paletto era davanti alle sue mani mentre, messa a quattro zampe, la gonna tirata su a vita, veniva per la prima volta penetrata dal vampiro.

“Le prossime volte sarà più piacevole”, disse lui, “ma la prima volta devo punirti cacciatrice per quello che fai a noi. Ed insegnarti chi comanda!”

Margot trattenne i gemiti per orgoglio. Alla fine raccolse il paletto e se lo nascose negli abiti.

“La notte è ancora lunga Cacciatrice!”, disse lui, “e tu ed io non abbiamo ancora finito”.

Prima di arrivare nell’albergo in cui Angelus soggiornava con gli altri vampiri Margot aveva dimenticato il dolore e la scomodità di quella prima volta. In una berlina chiusa lasciò che la bocca del vampiro la marchiasse in ogni posto. Anche lei era in balìa delle forze delle tenebre.

 

Christine tornò nel suo camerino. Doveva finire tutto. Per il bene suo e di Raoul. Aveva intravisto Margot mentre in preda all’estasi gridava. Il suo non era più un segreto.

Tutto doveva finire. Lei aveva la sua carriera e Raoul.

E la sua determinazione diventò certezza quando Erik l’indomani uccise uno degli addetti al palcoscenico.

Lo impiccò con una corda al centro del palcoscenico.

Ma del resto Christine diceva a se stessa che quello che le dava Erik non era normale. Era passione cieca, degradazione di se stessa, dolore e piacere mescolato. Niente di bello e di sano. Raoul era quello che c’era di bello e di sano.

Decise di appoggiare la proposta della polizia di attirare in trappola il Fantasma con il suo Don Giovanni. E poi tutto sarebbe finito una volta per tutte.

3-continua