LA VAMPIRA DEL BOSCO


Di Bastet

 

 

Autore Elena Azusa

Genere: Cross over Buffy Lady Oscar

Rating R per violenza e riferimenti sessuali

Riassunto: da leggere dopo Rosa con spine, contiene riferimenti alla fanfiction precedente.

 

Pierre si sentiva stufo di tutto, soprattutto di queste donne stronze che ormai non lo consideravano più di un solo sguardo.

Ma chi si credevano di essere? Volevano la parità dei sessi, volevano lavorare fuori casa (sua madre le giudicava svergognate, santa donna che aveva dedicato la vita al marito e al figlio), volevano decidere di mettere fine ad una storia, di stare da sole, di non volere un figlio. Tutte pazze.

Quella sera voleva fare qualcosa di più grosso che investire qualche gatto o cane, o magari torturarlo. Voleva tornare a prendere una donna e farle vedere chi comandava.

Era notte buia, tirava un’aria gelida, ma lui correva sulla sua Renault sulla strada nazionale che fiancheggiava la foresta di Fontainbleau. Se non ricordava male un po’ più in giù c’era un bar, ci sarebbe stata qualcuna da rimettere in riga.

Di colpo i fari illuminarono sul bordo della strada una ragazza giovane, con un abito bianco e lunghi capelli biondi.

Perfetto… Si fermò e si sporse dall’auto:

Ehi, ti va compagnia?”

Oh sì…” disse lei sorridendogli.

Pierre sogghignò. Facile. Probabilmente era una mezza pazza come quella che aveva ridotto in fin di vita due anni prima. Quanto si era divertito…

La vide avvicinarsi, era giovanissima. Chissà come era stretta ed umida, da farla urlare.

Ma ad urlare fu lui, quando la ragazza cambiò espressione, per diventare qualcos’altro.

Pierre si ricordò di tutto il male che aveva fatto, mentre quella ragazza gli succhiava via ogni goccia di sangue e lo sbranava, senza pietà come lui aveva avuto con le sue vittime, donne o animali.

Charlotte si tirò su. Era della stessa razza del duca de Guiche, quel verme. Ma non saporito come lui. Si allontanò verso il bosco, aveva fiuto a trovare i bastardi. E che soddisfazione divorarli. Lui era molto peggio di lei.

 

Il tenente di polizia André Grandier cercò di trattenere un conato di vomito. La sua pattuglia aveva ricevuto una segnalazione da un autista di TIR olandese e mezzo ubriaco, che diceva di aver visto sul lato della strada un probabile incidente.

Non era la prima volta che vedeva una cosa del genere. Per i primi dieci anni della sua carriera aveva lavorato sui Pirenei, sopra Tolosa, e aveva trovato un paio di cadaveri sventrati e dissanguati. Un serial killer… da qualche parte c’era un serial killer. Ma il suo capo, l’arcigno Bouillot, non gli aveva creduto. E poi l’aveva trasferito a Parigi, con la scusa di una promozione, perché gli sembrava troppo ossessionato da storie strane.

Due cadaveri sventrati e dissanguati… uno spacciatore (sarà stata una vendetta tra bande, aveva liquidato Bouillot) e una vagabonda. E poi c’era la storia di sua sorella Babette, la sua sorellina, scomparsa quando erano piccoli, ma che lui era stato sicuro di aver visto girare ancora anni dopo intorno a casa sua, identica a come era allora. E lo chiamava, lo chiamava, finché una sera sua nonna non era uscita con in mano qualcosa di legno, ed era rientrata tutta sporca di sangue dicendo semplicemente è finita…

Non sapeva se aveva sognato tutto oppure no. André faceva tanti sogni, ma qualcosa di vero ci doveva essere.

Si riscosse.

Tarik, il suo collega, disse:

Guarda chi abbiamo: una nostra vecchia conoscenza! Pierre Faux, il maniaco sessuale. Alla faccia della fine!”

Una vendetta o cosa? Sembrava che qualcuno di non umano si fosse accanito su di lui.

Di non umano, come una bestia.

Rimuoviamo tutto”.

Calma, André, tra poco arriva la Scientifica”.

Pochi minuti dopo arrivò un’auto, da cui scesero tre persone.

Siamo della Scientifica, abbiamo cercato di fare il prima possibile”, disse una di loro, una donna dai lunghi capelli biondi, vestita sobriamente.

André rimase per un attimo senza fiato. C’era un qualcosa di più remoto di quella notte con suo fratello, che affiorava dentro di lui di fronte a quella giovane donna.

Voi siete i tenenti Grandier e Moussaif, vero? Io sono la dottoressa Françoise de Jarjayes, dell’Istituto di Medicina legale, e questi sono i miei aiutanti Alain Soissons e Hubert Da Guie. Se volete scusarci, spero che collaboreremo…”

Poteva aiutarlo a fargli capire cosa succedeva. Lo sentiva, guardando quegli splendidi occhi azzurri e quei meravigliosi capelli biondi. Ma c’era dell’altro. Jarjayes… lo stesso nome, gli stessi occhi, gli stessi capelli, tanti e tanti anni prima…

 

Era sazia, ma non si era allontanata. Le piaceva immaginare le prossime prede.

Ma in quel momento il suo cuore morto aveva avuto un attimo di subbuglio.

Era tornata, la splendida madamigella Oscar era tornata. E sarebbe stata sua, l’avrebbe resa come lei.

Quanto l’aveva amata e sognata.

Avrei voluto sposarmi tra qualche anno, quando mi fossi innamorata di qualcuno gentile e affascinante come voi, madamigella Oscar…” le aveva detto quando era ancora umana.

Poi era cambiata, era diventata depositaria del dono oscuro.

Ed ora avrebbe trovato qualcuno con cui dividerlo.

E magari non sarebbero state sole.

Charlotte tirò indietro i capelli biondi. Era splendido essere una creatura della notte, anche quando l’angoscia ti attanagliava.

 

Charlotte de Polignac. Ancora attiva e pericolosissima”, disse Gilles alzando lo sguardo da un libro risalente a metà Ottocento, nella biblioteca della sua casa di Londra ora nuova sede del Consiglio degli Osservatori.

Credo sia uno dei pochi casi di vampira nata da un corpo ormai morto. L’ha creata Darla, se non ricordo male”, disse Willow.

Ed è temibile. Willow… te la sentiresti di venire a Parigi con me? Credo che dovremo anche localizzare le nuove cacciatrici”.

Parlate di Parigi?”, disse Dawn, appena entrata nella biblioteca della casa dove viveva in pianta quasi stabile.

Sì”, rispose Gilles.

Vorrei venire anch’io con voi”.

Willow e Gilles esitarono. Ma Dawn poteva essere utile nella loro ricerca.

D’accordo, ma seguirai esattamente le nostre istruzioni”.

Ci potete contare!”

 

Françoise de Jarjayes scosse la testa: la scena del crimine non presentava nessuna traccia evidente di chi potesse aver fatto un simile scempio. Aveva esaminato quel che rimaneva del corpo di Pierre Faux: poco o niente.

Nel suo studio aveva foto e riscontri di quello che possono fare certi animali selvatici: ma nemmeno l’orso grizzly o il coccodrillo dell’Australia sarebbe riuscito a fare una cosa del genere. Sbranato e dissanguato.

Françoise si ricordò di aver sentito di casi analoghi. Tra l’altro la strada era trafficata fino ad un paio d’ore prima, e per fare una cosa del genere ci sarebbero volute ore… Senza contare il mistero su dove fosse finito tutto il sangue.

Qualcuno bussò alla porta.

Dottoressa? Sono il tenente Grandier, le ho portato il fascicolo su Pierre Faux”.

Grazie mille”.

Per un attimo i due si guardarono. Qualcosa di remoto passò tra di loro. Poi si riscossero.

Sarò felice di aiutarla”, disse Grandier.

Certo”.

Pierre Faux era tutto tranne che un santo. Ma credere ad una vendetta era molto strano. Non perpetrata in quel modo.

André Grandier disse una cosa:

Non è la prima volta che vedo una cosa del genere. Nel nostro lavoro abbiamo a che fare con serial killer ed affini, ma ci deve essere qualcosa o qualcuno che riduce alcune sue vittime in questo modo”.

Ha una teoria?”

Mi dia pure del tu… Ci sono stati altri omicidi del genere. Io non credo che sia un assassino umano, non del tutto…”

In che senso?”

Mia nonna mi raccontava le leggende del Poitou, sua terra natale… parlavano di non morti che si nutrono dei vivi e che riducevano alcune loro vittime così”.

Mi stai parlando di vampiri, Grandier? Ho adorato sia i romanzi di Anne Rice che il film di Francis Ford Coppola, ma sono leggende”.

Non proprio. Hai mai sentito parlare Jarjayes delle cacciatrici e degli osservatori…”

Materia per fare serial televisivi di genere fantastico. Carucci, ma io mi diverto di più con Ally Mac Beal e Sex and the city”.

Jarjayes, queste storie sono vere. Mia nonna può confermatele”.

Françoise rimase stupita. La sua nonna paterna era morta durante la guerra a causa della sua attività di partigiana, mentre sua nonna materna, protagonista del jet set, era rimasta vittima di un incidente stradale di ritorno dal casinò di Montecarlo una ventina d’anni prima.

Se vuoi possiamo andare a parlare anche con tua nonna. Dove abita?”

Nella campagna vicino a Poitiers. Ha quasi novant’anni ma vive da sola con i suoi gatti”.

Mi piace già. Ma capisci, qui bisogna usare la razionalità.”

Ma è una storia vera”

 

Gilles, Willow e Dawn uscirono dalla Gare de Lyon: il viaggio sotto il tunnel della Manica era stato veloce ed interessante. Avrebbero alloggiato in un albergo al Marais e si sarebbero messi subito al lavoro.

Gilles ricevette un sms:

Viene da Faith in America. C’è il nome di una potenziale cacciatrice: Françoise de Jarjayes, 28 anni, agente della polizia scientifica ed erede di non so quale nobile famiglia. Mi ha mandato una mail con tutti i dati, quando arriviamo in albergo controllo subito”.

De Jarjayes…”, disse Willow, “il nome non mi è nuovo”.

Un nome nobile”, disse Gilles, “comunque credo che questa signorina riceverà la nostra visita”.

 

Martine si sedette sul water sconsolata, il test di gravidanza in mano. Positivo. Era stata idiota a non chiedere la pillola del giorno dopo subito, appena dopo quella serata, in cui quel bastardo e i suoi due amici l’avevano violentata. Suoi ex compagni di scuola.

Ed ora era tutto un gran casino. Doveva fare presto. Non voleva una cosa del genere, il frutto di una violenza.

Era ormai tardi per pensare di andare dal ginecologo. Lo avrebbe fatto l’indomani.

Ma non riusciva a stare a casa. Sua madre era fuori con le colleghe per una cena. A due passi c’era il parco di Sceaux. Voleva stare un po’ tranquilla.

Le ombre della notte stavano già avvolgendo gli alberi, mentre Martine entrò ed iniziò a vagare. Tanto ormai il peggio era successo.

 

Charlotte si sentiva sola. Voleva compagnia. Era difficile arrivare a Madamigella Oscar, ma lo avrebbe fatto.

Era tanto che non veniva in quella zona. Ricordava il ballo a cui aveva partecipato al castello di Sceaux due secoli prima. Quel mondo non esisteva più da tanto tempo.

Ad un certo punto si scosse. C’era una ragazza. Non era madamigella Oscar, ma era bella. Bella e triste.

Avrebbero potuto passare del tempo insieme.

Ciao, vuoi essere mia amica?”

Martine si scosse di fronte a quell’apparizione quasi ultraterrena. Era bellissima.

Charlotte si avvicinò a lei e la abbracciò. I suoi denti vennero fuori.

Non era andata come previsto. Non era riuscita a trasformarla. Era morta. E da lei era uscito un parassita, che aveva bloccato la sua trasformazione. Charlotte sapeva, aveva visto di chi era colpa. Quei tre bastardi non avrebbero visto la luce del sole.

 

Mathieu, Jacques e Jean si stavano divertendo. La tipa era quasi cotta al punto giusto, aveva bevuto parecchio con loro in discoteca e sembrava decisa a seguirli. Era andata certo meglio che con quella smorfiosa di Martine, ma del resto lì era una vendetta per aver fatto la sostenuta con loro ai tempi del liceo.

Non restava che appartarsi.

Quando le strapparono di dosso la camicetta, la stronzetta cominciò ad urlare.

Merda, dovevano farla tacere. Le furono addosso, tappandole la bocca.

Non volete giocare anche con me?”

Era giovane, giovanissima. Beh si sarebbero divertiti anche con lei.

Arlette, la loro ultima vittima stava per terra quando non si trovò più addosso gli aggressori. Alzò la testa e vide una ragazzina bionda con i capelli lunghi, ma non era più una ragazzina, era un’altra cosa, che si avventava contro di loro. Uno fu ucciso a pochi passi da lei, gli altri due poco lontano. Udì le loro urla nella notte.

Arlette stette immobile. Quella creatura si avvicinò.

Charlotte aveva ancora fame ed era sola.

Ma quella ragazza non era il suo tipo:

Per questa volta vattene!”

 

Françoise era arrivata a casa, aveva coccolato le sue due gatte, si era fatta una doccia e poi si era messa in poltrona a leggere. Da sempre adorava leggere libri sul Settecento e la Rivoluzione francese. Doveva essere stata un’epoca interessante come vivere, anche se una donna allora non avrebbe mai potuto entrare nella polizia o fare il medico legale.

Del resto, i cambiamenti che avevano permesso alle donne di poter conoscere quel tipo di libertà erano proprio iniziati grazie alla Rivoluzione francese. E a tutto quello che era successo dopo, compresa la guerra partigiana, in cui aveva perso la vita sua nonna, morta come un’eroina. Anche a nonna Margot piaceva la storia della Rivoluzione francese. Tra le sue carte era stata trovata una biografia incompiuta di Maria Antonietta, che Françoise stava cercando di rimettere insieme. Anche se ormai i libri in argomento si sprecavano.

C’era qualcosa di più nella sua vita legato a quello: ricordi, sogni, una sensazione di dejà vu fortissima la prima volta che era stata a Versailles. E quel Grandier… un tipo stravagante, ma c’era qualcosa in lui che la attirava irresistibilmente.

Chissà se era vera la storia della reincarnazione. Françoise era sempre stata anticonformista, giocava con i soldatini invece che con le bambole, sportivissima, dal nuoto alle arti marziali all’equitazione, e molto razionale, dato il lavoro che faceva. Ma la reincarnazione era l’unica cosa che la affascinava e la convinceva di tutto quell’ambaradan di credenza che andavano ultimamente per la maggiore.

Magari era davvero già vissuta all’epoca della Rivoluzione francese.

Aprì il portatile e digitò qualcosa per la storia delle cacciatrici e degli osservatori. Oltre ad una serie di siti di storie e di riferimento a telefilm (uno di quelli l’aveva anche intravisto forse, ma lei continuava a divertirsi di più con le peripezie di Carrie e delle sue Manolo Blahnik, aveva bisogno di rilassarsi dopo una giornata di indagini ed autopsie!) c’era un sito che sembrava serio sull’argomento.

Con la foto di un responsabile del gruppo, un inglese, tale Rupert Gilles, un tipo affascinante, poteva sembrare un Hugh Grant più vecchio, uno dei suoi attori preferiti, ricordava le risate che si era fatta con Quattro matrimoni e un funerale e Bridget Jones.

Parlavano di ragazze prescelte, di vampiri, di demoni. O era tutto un gigantesco scherzo, tipo la storia della strega di Blair o c’era qualcosa di vero.

Françoise però si sentiva stanca. Spense il computer e si attaccò il dvd di Notting Hill. Chissà magari un giorno o l’altro avrebbe aperto una libreria specializzata in libri sul Settecento nel quartiere Latino a due passi da casa sua.

 

Il telefono suonò: era presto, non erano neanche le sei.

Sam e Ally, le sue due gatte, arrivarono sulla sua pancia.

Françoise rispose:

Ciao, sono Grandier. Ci sono stati alcuni omicidi che si rifanno alla mia teoria. Sta colpendo di nuovo”.

 

Era stato il padrone di un cane a trovare Martine Fouchère, 19 anni, morta dissanguata e reduce da un aborto spontaneo. Mentre erano stati due operai stradali a trovare gli altri tre morti, a neanche due chilometri di distanza. I tre morti ed una ragazza, Arlette Prat, in stato di choc.

Jarjayes, qui c’è qualcosa di più di quello che ti può spiegare la razionalità”.

Faremo tutte le indagini del caso.”

Mia nonna ci aspetta dopodomani, sabato”.

Va bene”. Françoise sentiva che non poteva trascurare nessuna pista.

 

Tre simpaticoni anche questi tre”, disse André Grandier chiudendo il fascicolo sui tre ragazzi fatti a brandelli.

Ho letto”, rispose Françoise de Jarjayes, “avevano precedenti per molestie, violenze sessuali, aggressioni razziali e abuso di alcol. Senti, e se ci fosse un giustiziere, tipo quelli che ogni tanto se la prendono con le prostitute o i barboni?”

Ipotesi interessante. Ma non credo che nessun essere umano possa fare quello che abbiamo visto. Comunque ho letto il diario di Martine: pare che fosse stata stuprata dai tre simpaticoni, e dal test di gravidanza che abbiamo scoperto probabilmente era rimasta incinta”.

Lei come te la spieghi?”

Come spieghi tu quei due buchi sul collo e niente sangue? Arlette Prat è ancora in stato di choc, ma forse riesce a parlare”.

Allora magari andiamo da lei”.

 

Arlette Prat non era del tutto uscita dallo stato di choc.

Quelli mi sono saltati addosso, volevano violentarmi, sono stata cretina a fidarmi di loro.. e poi è arrivata lei, era bionda, ma non era una ragazza, era un’altra cosa!”

Una ragazza che fa questo?”, disse incredula Françoise.

Una ragazza o una vampira…”, disse André. Non aveva dubbi. Quei segni sul collo erano inconfondibili. Ricordava cosa gli diceva sua nonna. Anche le cose che non ricordava prima. E poi c’erano quegli altri sogni, su lui e Françoise. Tutto doveva mettersi insieme in qualche modo.

Domani andiamo da mia nonna, che ne dici?”

 

Françoise passò ancora dall’ufficio prima di andare a casa. Voleva raccogliere un po’ di materiale da studiare.

Era una storia pazzesca. Aveva visitato di nuovo quel sito, che era certo meno delirante di altri che aveva visto. Sembrava una storia vera quella delle cacciatrici, dei vampiri e degli Osservatori, ed era suffragato da una serie di prove di fatti misteriosi.

Sembrava molto ben fatto e documentato. Ma del resto Didier, il cugino di una sua collega, aveva messo on line un sito sui folletti e le fate nel Massiccio centrale, documentatissimo, che poi si era rivelato una bufala. L’aveva ammesso ridendo alla trasmissione radiofonica a cui era stato invitato.

Il sito degli Osservatori parlava anche di fatti remoti, molti già avvenuti in Francia. Faceva anche un nome, de Jarjayes, una nipote di un Jarjayes che si diceva che era stata una Cacciatrice. Morta tragicamente in Vandea.

Agente, possiamo entrare?”

Una voce con accento anglosassone la scosse. Aveva perso un attimo davanti ad Internet, doveva muoversi.

Un uomo che lei aveva già visto e una giovane donna con i capelli rossi si erano affacciati al suo studio.

L’orario delle visite e dei consulti è finito per oggi”, disse lei.

Lo sappiamo. Io mi chiamo Rupert Gilles e lei è la mia collaboratrice Willow Rosenberg. Vorremmo parlare con lei riguardo ad una questione, agente de Jarjayes”.

Françoise si ricordò del nome di Rupert Gilles. L’uomo dietro al sito degli Osservatori e delle Cacciatrici.

Sono un po’ di fretta, domani parto presto per Poitiers con un mio collega”.

Non c’è problema, possiamo raccontarle tutto anche strada facendo”.

 

Françoise si sentiva come la protagonista di quel telefilm paranormale ultra scettica, che aveva guardato ogni tanto dopo che una sua collega le aveva detto che lei gliela ricordava. La rossa… Scully.

I casi erano due: o Rupert Gilles e Willow Rosenberg erano degli autori di best-seller fantasy alla Tolkien e Harry Potter mancati, o c’era qualcosa di vero.

Ma come poteva credere nel Ventunesimo secolo ai vampiri?

Mi state dicendo che io sono una Cacciatrice. E come mai non l’ho scoperto prima?”

Perché fino a poco tempo fa poteva esistere solo una Cacciatrice per volta, e fino alla sua morte nessuno la rimpiazzava. Ora non più: il mondo è pieno di cacciatrici e anche chi aveva questa dote latente per tutta la vita ora la può avere. Nel suo caso è una questione anche di discendenza. Nella sua famiglia anticamente c’è stata almeno una Cacciatrice. La sto studiando”, concluse Gilles.

Mi sa che sa lei più della mia famiglia di me. So che il mio cognome era presente anticamente, ma la mia famiglia si è poi distinta in tempi più recenti. Mi pare tutto assurdo”.

Non lo è”, disse Willow Rosenberg, “ e la sua assassina seriale è una vampira, Charlotte de Polignac”.

Polignac…. Una dama di Maria Antonietta aveva quel nome, una sua favorita, fu anche accusata di avere con la regina una relazione lesbica se non ricordo male”, disse Françoise.

Si tratta della figlia di questa dama”.

Ma avrebbe più di duecento anni!”

Charlotte de Polignac si tolse la vitaidò nel 1779 per sfuggire ad un matrimonio imposto. Ma fu resuscitata dalla vampira Darla, una delle più temibili d’Europa. E da allora…”, Gilles mise davanti a Françoise alcune cartelline con dentro fotocopie di documenti. I primi risalivano a fine Settecento, e poi man mano si avvicinavano. Delitti come quelli che aveva visto lei e parallelamente strane scomparse di giovani donne.

Io non so se credervi o meno. Ma forse fareste meglio ad incontrarvi con il mio collega André Grandier. Domani andiamo insieme a Poitiers per incontrare sua nonna”.

Se non è un problema ci uniremmo”, disse Gilles, “e speriamo che Charlotte stia tranquilla”.

 

Françoise si sforzò di andare a dormire presto. Nonostante questo, si rigirò parecchio prima di addormentarsi.

E sognò… Era a Versailles e c’era anche André Grandier, ma l’epoca era diversa dalla loro. Aveva un’uniforme addosso e con lei c’era una giovane donna… la regina Maria Antonietta. Tanti sprazzi venivano fuori. Il conte di Fersen, il favorito della regina, e lei si innamorava di lui. André Grandier, il suo collega con la testa tra le nuvole, che le dichiarava il suo amore. E poi una ragazzina… Charlotte de Polignac che le diceva:

Io avrei voluto sposarmi tra qualche anno… quando avrei incontrato qualcuno gentile ed affascinante come voi, madamigella Oscar!”

La sveglia la scosse dal sonno.

Si preparò ed uscì nella Parigi ancora buia. Sotto casa c’era l’auto di Grandier e l’auto con Gilles e Willow. Fecero le presentazioni e poi si avviarono.

Avremo fatto bene a lasciare Dawn qui da sola?”, chiese Willow.

Ha manifestato lei l’idea di fare la turista. Pare che voglia andare a Versailles. Posto magnifico, mi piacerebbe tornarci”, disse Gilles.

 

Arrivarono a Poitiers intorno alle undici del mattino. La nonna di André abitava fuori città, su un’altura, in una vecchia casa che piacque subito a Françoise, a Gilles e Willow.

Fuori c’era un orto pieno di erbe aromatiche. E tanti gatti, fuori e dentro casa.

La nonna di André, Marie, stava seduta in poltrona.

Vi aspettavo da tempo, soprattutto te, Françoise”.

Mi conosce?”

Da tanto tempo, da un’altra vita. Tu e mio nipote vi siete ritrovati, come doveva essere. Tu sei una Cacciatrice, ma non solo…”

Françoise trasalì. I suoi sogni, che senso avevano.

Nonna Marie sembrò leggere dentro di lei:

Tu in un’altra vita ti chiamavi Oscar Françoise de Jarjayes ed eri la guardia della Regina Maria Antonietta. Oltre ad un’eroina il cui ricordo è avvolto nella leggenda. Dicono che moristi durante la presa della Bastiglia, con il mio nipote di allora ed oggi, André Grandier, il tuo compagno. Ma forse non andò così. Tua nipote è stata una cacciatrice ed è morta in Vandea. Devi sapere che quello che sogni è tutto vero”.

Françoise sentì un attimo come se tutte le tessere del mosaico andassero a posto. Ma come poteva credere a quelle storie.

Come ti ha già detto il signor Gilles, Osservatore decisamente più simpatico di quelli che l’hanno preceduto, i vampiri esistono. La mia altra nipote, la sorella di André era diventato uno di loro. Non ero una Cacciatrice e dovetti ucciderlo. Sono stata anche un Osservatore, decenni fa, quando ero giovane. Lei era mia cugina Therese. Sono stata pessima nel mio compito, morì poco dopo… La gente pensa che io sia una specie vecchia strega di campagna piena di gatti, che però sa usare il pc. Ma io conosco segreti. Ho conosciuto anche tua nonna paterna, siamo state compagne di lotta partigiana. Ma questa è un’altra storia. Comunque: ho ragione di pensare che Charlotte si nasconda nel vecchio palazzo della famiglia Jarjayes, aveva un debole per madamigella Oscar, come forse hai potuto vedere dai tuoi sogni.”

Quale palazzo?”, chiese Françoise, “la mia famiglia ha uno stabile in rue de l’Opera e una casa in Provenza”.

Dimenticavo che neanche più tua nonna sapeva di quel palazzo. Del resto andò in rovina all’epoca della Rivoluzione francese, quando il generale Jarjayes impazzì e morì per il rimorso. Ho ancora tante cose da raccontarti, per fortuna che le ho scritte sul mio pc, credo di essere l’unica vecchietta nell’arco di parecchi chilometri ad averne uno. Si trova a Versailles, vicino all’entrata est del parco.”

Possibile che nessuno l’abbia rilevato”.

Charlotte è stata resuscitata dai morti ed è potente. Non è sola. Mia nipote Babette è solo una delle sue seguaci. Il palazzo è pieno di vampire come lei. Ma nonostante questo soffre da sempre di solitudine. Per questo non riesco ad odiarla fino in fondo. Per questo non riuscii ad ucciderla tanti anni fa dopo quello che aveva fatto a Therese”.

La uccise lei?”, chiese Gilles.

No, l’aveva trasformata. Sono stata io”, disse Marie abbassando gli occhi. Poi li alzò e guardò Willow.

Vorrei parlare un attimo con te da sola, Willow”, disse.

 

Dawn era entusiasta dalla visita al castello di Versailles, anche se era davvero vasto e c’era tanta gente. Si addentrò nel parco e prese a girare. Era bellissimo.

 

Charlotte era sveglia nel castello avvolto nel buio. Si sentiva di nuovo sola. Voleva qualcuno prima di arrivare a madamigella Oscar. Che sentiva che poteva esserle nemica, ma non importava.

Si concentrò.

 

Dawn imboccò un viale alberato. Aveva fatto foto che non vedeva l’ora di mostrare a Gilles e Willow per avere consigli e complimenti.

Ma ora sentiva di dover andare verso di là.

Giunse in fondo al viale. C’era un cancello di uscita dalla reggia e al di là un palazzo, più piccolo ma non meno bello.

Dawn fece una foto, si sentiva come quelle giapponesi fanatiche con la macchina fotografica in mano. E poi si avvicinò man mano.

 

Charlotte sorrise: stava funzionando di solo. La sua solitudine non sarebbe diminuita, ma ci sarebbe stato qualcun altro a dividerla.

 

Dawn attraversò una strada non trafficata ed arrivò di fronte al palazzo. Spinse il portone, che si aprì.

Dentro sembrava tutto disabitato, ma c’erano mobili di pregio, di poco inferiori come qualità a quelli di Versailles a quanto poteva capirne. Non entrava la luce del sole, e si accorse poco dopo che quel po’ di chiarore veniva da alcune candele.

C’era un quadro enorme nella stanza in cui era entrata: un cavaliere dai capelli biondi su un cavallo bianco. Poteva essere un uomo… o una donna.

Dawn fu presa dal panico: c’era qualcosa che non andava. Come mai una casa così bella non era protetta in nessun modo.

Si girò per uscire.

Ma c’era una ragazza davanti a lei.

Benvenuta sorella. Sarai una di noi”.

Dawn si trovò circondata da diverse ragazze… non ragazze, vampire.

 

Françoise era stata silenziosa per tutto il viaggio. La sua unica certezza è che c’era una serial killer pericolosa che lei doveva fermare. E che era una vampira.

Poi c’era qualcosa nel suo passato, qualcosa di irrisolto, legato ad un’altra vita.

André Grandier la guardava. Ripensandoci era proprio un bel tipo. Lei aveva scelto di essere single, perché non sopportava quelle che passavano da un uomo all’altro (manco fossero tutti divi di Hollywood) o quelle che si adattavano senza personalità al primo che incontravano pur di non stare da sole.

Ma André poteva essere diverso. E forse si inseguivano da più di una vita.

Giunsero a Versailles, Gilles e Willow erano dietro di loro.

Secondo le indicazioni palazzo Jarjayes dovrebbe essere di là”.

 

Dawn si ridestò. Era distesa su uno splendido divano e non aveva più i suoi vestiti, ma un abito antico rosa.

Si mosse ma si accorse che l’avevano legata.

Tra poco quelle non serviranno più”, disse Charlotte chinandosi sopra di lei e baciandola sul collo. Altre due vampire la accarezzarono.

Con noi sarai forte, nessuno ti farà più del male”, disse Charlotte.

Dawn lesse storie di violenza dietro a quelle vampire. Ma non poteva diventare come loro.

Un boato interruppe l’attività delle ragazze.

Gilles, Willow e due persone che non conosceva erano entrate.

Charlotte e le altre due smisero di dedicarsi a lei e si avventarono sopra gli aggressori.

Willow si staccò dal gruppo e riuscì a liberare Dawn.

Scappa! Io devo fare una cosa!”

 

Le vampire erano tante ed erano pericolose. Françoise sentiva che erano state tutte vittime di violenze, come Charlotte. Qualcuna era stata trasformata già da morta. La stavano sopraffacendo, André dovette andare in suo aiuto due volte, polverizzandone un paio. Per fortuna che c’era anche Gilles.

Di colpo crollarono entrambi sotto l’attacco di quattro vampire ciascuno.

Volevano sbranarli.

Françoise comprese per un attimo la loro rabbia, quella che aveva spinto Charlotte contro quei maniaci. Ma non voleva… non voleva perdere di nuovo André.

Si scagliò per salvarlo, riuscì ad eliminare due vampire, ma poi fu atterrata da Charlotte.

Era forte, fortissima, non era più la timida adolescente romantica che aveva incontrato la sua antenata.

Cercò di muoversi, ma anche se era atletica, sportiva e una Cacciatrice non aveva ancora abbastanza esperienza.

Charlotte avvicinò i denti alla sua gola, dopo averla baciata.

Madamigella Oscar, ti aspetto da secoli. Sei tornata da me…”

Françoise rimase immobile. Ricordò la tristezza che l’altra lei aveva provato di fronte alla morte prematura di Charlotte, il disgusto per la contessa di Polignac.

Ora Charlotte era diventata questo…. Un mostro. Ma era più un mostro lei, o la vampira che l’aveva trasformata, o la contessa di Polignac e il duca di Guise? Quanto erano mostri queste vampire che cercavano compagnia ed uccidevano maniaci e violenti?

Françoise di colpo sentì che non poteva combattere, che di nuovo, come allora nell’altra vita aveva capito che il bene non era dove aveva pensato, non sempre.

 

Willow estrasse la boccetta che le aveva dato Marie. Sembrava unguento di rose, ma le aveva detto che era magico.

Lo mise intorno a sé in circolo e tirò fuori la pergamena che le aveva dato sempre la nonna di André.

Dea, dai la pace alle tue figlie reiette. Permetti loro di trovare la libertà alla quale hanno ispirato, liberale da questo simulacro di vita…” Concluse con una frase in una lingua arcaica, che nemmeno lei capì.

Di colpo ci fu un botto e una luce accecante che travolse tutti.

Le vampire scomparvero tutte.

Charlotte gridò e si accasciò in un angolo.

Françoise aveva creduto di essere morta, come quell’altra volta. C’era André che le diceva:

Non può andare di nuovo così, non questa volta!”

Si riscosse. Era libera dalla morsa di Charlotte che la guardò prima di dissolversi:

Madamigella, io ti amavo, io non sono un mostro, loro lo erano”.

Gilles ed André erano feriti ma non gravi.

Willow li raggiunse:

Per fortuna ha funzionato!”

Dove saranno finite?”, chiese André.

In pace, tutte, in seno alla dea. Hanno tanto sofferto e lottato”.

Anche Oscar ed André in quell’altra vita avevano sofferto.

Françoise si avvicinò ad André e si strinse a lui.

Abbiamo una cosa da fare. Il rapporto su quest’indagine”.

Lascialo fare a me. Tanto sanno che sono fuori di testa!”

 

Due giorni dopo Françoise e André si accomiatarono da Willow, Gilles e Dawn che tornavano in Inghilterra. Ma tanto si trattava comunque di un arrivederci.

Resteremo in contatto, dobbiamo”

Sono tante le cose che sono da chiarire,” disse Françoise, “i nostri dati li avete. Ah, prima che mi dimentichi, Dawn questi sono i cd con le canzoni di Sex and the city che mi avevi chiesto. Giusto per alleggerire l’atmosfera”.

Grazie”.

Il mistero più grande riguarda noi”, disse André. “secondo le informazioni che abbiamo anche raccolto nella casa dei Jarjayes le famiglie Grandier e Jarjayes dovrebbero essersi estinte oltre duecento anni fa con Oscar ed André. Ma noi ci chiamiamo così!”

Forse non era la prima volta che qualcuno faceva una magia”, disse Willow, “o forse le leggende nascondono la realtà. A presto!”

Françoise si strinse ad André: lui era anche il suo Osservatore.

Stava cercando di rivelare come suo il palazzo. Nei prossimi mesi avrebbero dovuto passare tutti i ritagli di tempo lì dentro. E senz’altro non era l’ultima volta che vedevano Willow e Gilles.

Si allontanarono mentre il sole cominciava a tramontare. In un’altra vita sapevano entrambe di averlo fatto tante volte…

 

I tacchi delle scarpe di Prada di Lilah Morgan risuonavano sul parquet.

Non credeva ancora di aver fatto un colpo simile, superiore a quello che aveva fatto con Darla che purtroppo era loro sfuggita di mano.

Aprì la porta chiusa a chiave.

Aveva un asso nella manica che l’avrebbe messa a capo della Wolfram ed Hart.

Benvenuta, è un onore avervi tra di noi…. Contessina Charlotte de Polignac!”

L’altra le sorrise: non si sentiva così bene da oltre duecento anni.