UMANO

Di Bastet

 

 

Titolo: Umano

Autore: Elena Azusa Romanello

Genere. Angst, occhio che è molto triste

Trama: Angel è tornato umano, alla fine...

Era l'alba, la sua prima alba dopo secoli. Per la prima volta non doveva più temere il sole, che lo accarezzava: era di nuovo umano.

Angel guardò quella luce che lo avvolgeva: malgrado l'inquinamento era sempre lui, bello come lo ricordava nei giorni della sua vita mortale. Ce l'aveva fatta, era un uomo di nuovo. Un uomo con cuore e sentimenti, che non avrebbe mai più perso l'anima se fosse stato felice. Poteva stare con Buffy, poteva essere suo per sempre, senza timore di ferirla o farle del male.

Piano piano camminò per Sunnydale, guardando la città ridestarsi, la gente che andava al lavoro e a scuola (mai più massacri di liceali!), la scuola ricostruita, le auto sempre più veloci, i negozi. Era umano. Poteva vivere con loro e morire.

Arrivò al cimitero, entrò. Che diverso che era di giorno, senza più vampiri e demoni. Una vecchietta gli sorrise, stava dando da mangiare a tre gatti:

"Che bravo ragazzo, vieni qui a pregare?"

"Sì", disse lui, "devo ringraziare perché oggi sono di nuovo un uomo"

La nonnina gli sorrise e continuò ad occuparsi dei mici.

Angel camminò per il cimitero. I suoi occhi si posarono su ognuno di loro. C'era Jenny Calendar, la vittima della sua mancanza di anima. Vicino a lei c'era Rupert Giles, morto per le ferite riportate in uno scontro vent'anni esatti dopo la morte della sua Jenny. Xander... una delle più grandi sofferenze per lui era stata vedere l'arrogante e sbruffone Xander declinare ed ammalarsi in un letto. Cordelia... la sua vanità le era stata fatale, a sessantacinque anni aveva preferito guardarsi allo specchio che fare attenzione ad un incrocio. Tanti altri nomi lo accompagnavano, tanti altri.... Alla fine arrivò da lei. La foto sopra la tomba era di lei eternamente giovane, con i capelli biondi che rilucevano nel sole. La sua Buffy. La cacciatrice più longeva, morta a quasi novant'anni per cause naturali.

L'aveva vista per l'ultima volta la sera prima che lei se ne andasse, dopo anni che Buffy non voleva più che lui la vedesse:

"Avrei voluto che mi ricordassi come ero una volta..." Ma lui l'amava anche con i capelli bianchi e le rughe, e lo strazio di non essere potuto invecchiare con lei lo aveva pervaso.

Da allora erano passati altri decenni, un'infinità di tempo. Ma ora era umano.

Si inginocchiò sulla tomba ricordando una frase di tanti anni prima: "Angel quando penso alla mia vita io la vedo solo con te" Non era potuto essere così, forse solo nei loro cuori.

Angel sentì le lacrime salirgli agli occhi e gli parve di colpo che lei nella foto si animasse e lo attirasse verso di sé. Un dolore al petto gli ricordò che era umano e che un cuore umano può spezzarsi. Ma fu un attimo. Poi si trovò Buffy davanti e capì che questa volta non ci sarebbero state né maledizioni spezzate né vampiri né false vite eterne a dividerli.

Il giorno dopo la vecchietta dei gatti trovò i suoi beniamini vicino alla tomba di quella ragazza di cui aveva sentito parlare ai tempi del liceo come la Cacciatrice. Era una storia che le raccontava sua madre come accaduta più o meno ai tempi del nonno. C'era tanta cenere per terra, e in mezzo alla cenere un anello, incastonato nella pietra tombale. Un antico anello irlandese. La vecchietta allontanò i gatti e poi rimase a guardarlo. Brillava di una luce pura, la luce di un amore vero.