QUELLO CHE JOSS NON CI DARA’ MAI…

 

di Elena P.

 

Disclaimer

 

Titolo: “Quello che Joss non ci darà mai”
Autore: Elena P.
E-mail: profondoblu@hotmail.com , aracne2005@gmail.com
Spoiler: nessuno

Pairing: Buffy/Spike

Rating: nessuno
Timeline: AtS 5° serie e più precisamente durante la puntata 5.08 “Destiny”

Summary: come avrei voluto veder finire questa puntata…

Feedback: assolutamente sì! Di qualsiasi tipo!!!

 

Buffy si svegliò di soprassalto. Non era possibile, lo aveva fatto di nuovo. Eppure c’era qualcosa in quei sogni che la turbava. Basta, doveva saperne di più! Scese dal letto senza nemmeno cercare le pantofole, rabbrividendo al contatto con la superficie gelata e stringendosi forte le mani attorno alle spalle per cercare un po’ di calore. Si vestì velocemente e afferrò la coperta del letto avvolgendola attorno alle spalle. Sì, così poteva andare… Scese le scale di corsa andando praticamente a sbattere contro il gilè del signor Giles, intento come suo solito, a sfogliare con aria scettica una qualche rivista di carattere storiografico.

«Buffy!» constatò lui, non appena ebbe capito chi era quel fagotto che gli era piombato addosso con la velocità di un fulmine «Cosa ci fai già in piedi a quest’ora?» «L’ho fatto ancora signor Giles, l’ho fatto di nuovo…» rispose lei nascondendosi il viso fra le mani e cominciando a singhiozzare «ed era così reale, così… vivo… mi deve aiutare signor Giles!»

L’osservatore la prese affettuosamente tra le braccia. Tremava. Non l’aveva mai vista in quello stato prima di allora o forse, pensandoci bene, l’aveva vista così indifesa il primo anno di liceo, quando aveva scoperto della profezia che la legava al Maestro… forse allora aveva avuto una reazione simile…

«Coraggio…» le sussurrò dolcemente « perché non vieni di là? Magari riusciamo a risolvere tutta la faccenda…»

 

Buffy osservava il fumo denso uscire dalla tazza che l’osservatore aveva posto sul tavolo, proprio davanti a lei. Non l’avrebbe bevuta: non sarebbe servito a niente, esattamente come non sarebbe servito a niente parlare di nuovo con il suo osservatore di una questione morta e sepolta da tempo, in tutti i sensi.

«Allora?» chiese lui sedendosi sulla comoda poltrona in pelle dall’altra parte della scrivania. Buffy afferrò la tazza con entrambe le mani, forse un po’ di quel calore si sarebbe trasferito nel suo corpo e lei avrebbe smesso di tremare come una foglia… «E’ successo esattamente come le altre volte» disse la ragazza «Ogni cosa?» chiese lui «Ogni cosa: Angel che mi sorrideva e la grande porta di mogano che non si apriva, per quanti sforzi io facessi, poi la frase alle mie spalle e il fascio di luce accecante che mi investiva…» «E c’era anche…» «Sì, c’era anche lui…» Buffy appoggiò la tazza, era inutile tenerla ancora tra le mani, non funzionava. «Lei mi deve aiutare signor Giles. Non ce la faccio più…» L’osservatore si sporse un poco sulla sedia per avvicinarsi di più alla cacciatrice «Sei sicura che non ci sia nulla di diverso da tutte le altre volte?» Buffy annuì silenziosamente «Ogni volta è più reale, più tangibile… ma a parte questo…»

DRIIIN!!! Lo squillo del telefono li fece sobbalzare entrambi. «Ma chi può essere?!» si lamentò Rupert sollevando il ricevitore «Sì?… Pronto?…Pronto?!…Mah, si vede che hanno riagganciato…» disse mettendo giù la cornetta «Stavamo dicendo?» L’apparecchio telefonico riprese a squillare. «Spero che stavolta rispondano!» esclamò portandosi nuovamente il ricevitore vicino all’orecchio «Pronto?… Pronto?! Non è divertente, se volete continuare a fare scherzi idioti come questo chiamate un altro numero!»

«Signor Giles…» Buffy era in piedi al centro della stanza, il suo cellulare stava suonando esattamente come il telefono di casa « “numero privato”…» lesse rivolgendosi poi all’osservatore «Metta giù il telefono!» gli ordinò. Giles obbedì, immediatamente e quello riprese a squillare con ancora più insistenza. «Ma cosa diavolo sta succedendo?!» chiese Rupert alzandosi e seguendo Buffy in soggiorno. La TV, spenta fino a qualche attimo prima, cambiava ora repentinamente canale come se qualcuno stesse conducendo un frenetico zapping senza fine. La cacciatrice afferrò il telecomando cercando di spegnere l’apparecchio. Invano. «Cosa ci sta attaccando signor Giles?» chiese spaventata. In quel momento tutto ritornò al silenzio.

 

Giles si avvicinò cautamente al telecomando «Cosa può essere…?» «Non lo so…» disse Buffy sempre più spaesata fissando i suo osservatore come se potesse fornirle le risposte che lei non riusciva a trovare. Improvvisamente la porta si spalancò e una agitatissima Willow fece il suo ingresso in casa. «Lo avete saputo?!» chiese gettando senza tanti complimenti le borse della spesa sul divano «Saputo… cosa?» chiese Rupert togliendosi gli occhiali e cominciando, come suo solito, a sfregarli energicamente con un angolo del maglione «Ma il cambiamento!» rispose Willow come se fosse la cosa più naturale del mondo, accorgendosi poi, dalle loro espressioni, che una profezia cumana sarebbe stata molto più chiara.

«Le forze si sono spostate: qualcuno poco fa ha usato un potere incredibile per compiere un incantesimo molto potente e l’intero universo si sta riallineando di conseguenza» «Ma… - la interruppe Giles - questo significa che l’intero universo potrebbe essere sull’orlo di una crisi e che… Buffy… cosa ti prende?» La ragazza era sulla soglia della porta e fissava il giardino davanti a sé «Buffy?» «Basta così!» esclamò decisa ritornando dentro casa e afferrando con una rapida mossa una borsa ancora mezza disfatta dal trasloco e cominciando a gettarvi dentro alcuni indumenti. Willow e Giles la fissavano senza parole «Buffy…cosa hai intenzione di fare?» le chiese la strega quando finalmente trovò il coraggio di parlare. Per tutta risposta la cacciatrice si mise la borsa sulle spalle «Io vado a Los Angeles! - disse decisa - vado da Angel!» Giles la fissò sbalordito «Credevo che avessimo già parlato di questo punto Buffy: avevamo deciso di chiamare Angel solo in caso di grave emergenza!» «Questo è un caso di grave emergenza Giles! Il mondo potrebbe essere sull’orlo di un’altra crisi e io non posso far fronte a tutto da sola!» «Anche prima eri da sola ma abbiamo comunque combattuto e sconfitto il…» «Prima con noi c’era Spike!» esclamò Buffy trattenendo le lacrime a quei ricordi «E’ stato lui a salvare il mondo l’ultima volta, non se lo dimentichi!» «Cosa pensi di fare?» chiese Willow titubante «Cercherò di capire se stiamo davvero andando incontro a un’apocalisse…e in caso affermativo cercherò di accaparrarmi tutto l’aiuto possibile…»

«Ti accompagno» le disse Giles facendo un passo avanti. Buffy sorrise «Grazie!» e partirono insieme alla volta dell’aeroporto.

 

La lotta procedeva senza quartiere. “Il vampiro con l’anima berrà dalla coppa dell’eterno tormento, e dovrà sopportare altri tormenti finché non sceglierà da che parte stare e allora salverà o distruggerà il mondo. Dopo ciò il vampiro verrà purificato e vivrà di nuovo come umano”

Le parole del vecchio studioso si ripetevano nella testa del vampiro mentre colpiva il suo avversario a pochi metri dalla coppa. «Diventare umano… cosa avrebbe meritato di più dopo tutto quello che aveva fatto per il mondo? Cosa avrebbe potuto desiderare di più dopo duecento anni trascorsi nelle tenebre? Chi avrebbe meritato più di lui una ricompensa dopo tutto quello che aveva sopportato da quando quella zingara gli aveva restituito l’anima?» pensava, spingendo il biondo lontano da quel trofeo tanto ambito.

«Buffy… per lei aveva fatto di tutto e per lei sarebbe andato fino in fondo» , pensava l’altro vampiro cadendo su una cassa di legno che si ruppe all’impatto con la sua schiena, fornendogli un provvidenziale paletto. «Avrebbe bevuto da quel calice, a tutti i costi. Per poterle stare accanto nella normalità, per poterla rivedere alla luce del sole, per poterle dare quello che meritava, perché l’amava… »

Angel parò di nuovo l’attacco di Spike, allontanandolo momentaneamente da sé «Credi di essere tu il prescelto?» lo provocò parando un altro pugno «Credo che la profezia si chiami “Shanshu” e non “Angel”!» rispose Spike di rimando continuando ad attaccare il suo avversario. «E cosa farai dopo che sarai diventato umano eh?» «Sai, pensavo che prima o poi nella vita l’Italia vada vista alla luce del sole…» spiegò il vampiro bloccando l’altro contro il pavimento «E tu cosa avresti fatto se fossi riuscito a battermi?» chiese minacciandolo con il paletto.

Angel chiuse gli occhi. Lo avrebbe ucciso, ne era certo. Per una cosa del genere si poteva arrivare ad uccidere? Sì, pensò. Lui al posto suo lo avrebbe fatto. Irrigidì il corpo, sentendo pochi attimi dopo un intenso dolore. Angel aprì gli occhi realizzando quello che era successo. Il paletto era conficcato nella sua spalla, a una spanna dal cuore, ma non l’aveva centrato. Lo aveva mancato… No. Aveva deciso di mancarlo e ora stava a un passo dalla coppa.

«L’ho fatto solo per Buffy sia chiaro: le sarebbe dispiaciuto se fossi morto!» chiarì il biondo avvicinandosi ulteriormente al calice e allungando la mano «Aspetta!» lo chiamò Angel «Pensaci: non è un premio, è una condanna!». Per tutta risposta Spike afferrò la coppa e se la avvicinò alle labbra «Perché lo fai? Solo per dimostrare la tua superiorità su di me?» chiese Angel rialzandosi «Oppure per farmi un dispetto?». Spike soppesò il calice con una mano «Un po’ per tutti e due i motivi…» disse bevendo dalla coppa. E anche per un terzo, molto più importante, pensò.

 

La coppa cadde a terra con un rumore sordo. Angel guardava il vampiro con un misto di curiosità e timore. Poi Spike si voltò. «Non funziona…» disse in un soffio.

 

Buffy era arrivata agli uffici della Wolfram&Hart sul fare dell’alba, decisa come non mai a parlare con Angel e a scoprire cosa potesse significare quello che le era accaduto. Si infilò di corsa nell’ascensore che portava ai piani alti. Era già stata in quell’edificio e sapeva che gli uffici erano al piano superiore, ben nascosti dagli sguardi indiscreti dei passanti.

«Avanti…» pensò spiando dalla fessura della porta i vari strati di cemento susseguirsi man mano che l’ascensore saliva. «Coraggio… oh, finalmente!» esclamò non appena la porta si aprì su un immenso attico nel mezzo del quale una segretaria bionda stava scrivendo, chinata su una grande scrivania.

«Scusi…» chiese Buffy avvicinandosi «avrei bisogno di parlare con Angel. Sa, non ho un appuntamento ma sono sicura che vorrà…. Harmony?! Cosa ci fai tu qui?!» «Lavoro per Angel!» disse lei alzandosi dal mucchio di scartoffie sul quale era chinata «Sono la sua segretaria! E tu che ci fai qui?» Buffy la fissava allibita. Harmony che faceva la segretaria per Angel?! C’era qualcosa di più assurdo?

«Io… veramente sono venuta per parlare con il tuo capo, se questo non lo disturba…» «Disturbarlo?» fece Harmony con un sorrisetto allusivo «Dubito proprio! Però farebbe restare molto male quell’altro, sai com’è, da quando è qui non fa altro che parlare di te… oltre che di sé stesso è chiaro…» «L’altro?» chiese Buffy che non capiva a cosa la vampiro bionda si riferisse.

«Ma sì: Spike! Sai, prima era una tale noia, formato Casper, non faceva altro che correre dietro ad Angel dicendo che voleva andare in Italia per cercarti, ma poi oggi è arrivato quel pacco e puff… è tornato corporeo…prima c’è stato un gran casino con i telefoni però…» Buffy aveva lo sguardo fisso nel vuoto. Spike. Tornato. Cercarti. Queste erano le sole tre parole che il cervello di Buffy aveva composto e continuava a comporre mentre i suoi occhi fissavano il frenetico gesticolare della segretaria.

«Harmony…» disse con un filo di voce «Sì?» «Hai… nominato…Spike?» «Certo che ho nominato Spike, sei sorda?» «E dove…?» «Oh, non lo so!» sbuffò lei visibilmente alterata «E’ uscito con Angel poche ore fa dicendo che dovevano interpretare un antico scritto contenete non so bene quale profezia per rendere di nuovo umani i vampiri, ma non ci ho capito molto. Se vuoi ti faccio un caffè intanto?» «No grazie» disse Buffy precipitandosi verso l’ascensore «Vado a cercarli!»

Non aveva ancora finito di pronunciare quelle parole che la porta si aprì permettendo ad una coppia di vampiri alquanto malridotti di entrare nella grande hall.

«Buffy…» dissero all’unisono i due, riconoscendo la cacciatrice nella ragazzina che gli stava di fronte «Spike…» sussurrò lei, incapace di muovere anche un solo passo nella direzione del vampiro. «Cosa…» ma Spike non le lasciò il tempo di finire neppure questa frase. Le si gettò addosso, abbracciandola, stringendola forte a sé come se la lontananza fosse stata eccessiva per entrambi. E Buffy ricambiò quell’abbraccio, affondando il viso nella giacca di pelle del vampiro, sentendo gli occhi bruciare di lacrime al pensiero del suo amore, vivo e solido davanti a lei. «Ti amo…» sussurrò «e stavolta non dirmi che non è vero…» «Non lo dirò…» disse lui con appena un filo di voce nel momento in cui la ragazza lo guardò negli occhi. «Non lo dirò…» ripeté, perdendosi nel dolce sapore delle labbra della ragazza, della cacciatrice, della donna che amava.

In quel momento, sotto lo sguardo di uno sconcertato Angel, la stanza fu invasa da una brillante luce rossa che avvolse il vampiro. Quando il vortice di luce scomparve, Spike si aggrappò un po’ più forte a Buffy. «Cosa c’è? Non ti senti bene?» chiese lei preoccupata «No…No. Solo un piccolo giramento… va tutto bene adesso…» disse prima che la cacciatrice fosse di nuovo costretta a sorreggerlo «Ma forse… è meglio se mi siedo un attimo sul divano…». Buffy lo accompagnò, Angel era rimasto fermo al centro della stanza, gli occhi spalancati. «Non è che ti sei ammalato vero? No, i vampiri non si ammalano e…» «E’ umano»

La voce di Angel li fece voltare tutti «Come scusa?» chiese Buffy appoggiando una mano sul petto del ragazzo «E’ vero! Spike il tuo cuore batte e…» «Non è possibile!» disse lui alzandosi e spalancando con un rapido gesto la finestra. Il sole lo colpì in pieno viso. «Non è possibile…» ripeté, mentre il canto degli uccellini invadeva l’aria e Buffy lo raggiungeva abbracciandolo ancora una volta. «Come è possibile…?» chiese in un soffio stringendo la ragazza un po’ più forte a sé, come se avesse paura che sarebbe scappata.

«“Il vampiro con l’anima berrà dalla coppa dell’eterno tormento, e dovrà sopportare altri tormenti finché non sceglierà da che parte stare e allora salverà o distruggerà il mondo. Dopo ciò il vampiro verrà purificato e vivrà di nuovo come umano” recitò Angel tra sé e sé.

«Come?» Buffy ora lo stava guardando intensamente. « “finché non sceglierà da che parte stare” recita la profezia… probabilmente non si riferiva agli schieramenti del bene o del male, ma da quale parte stare: se umano o vampiro» «Ma io avrei voluto diventare umano anche prima!» lo apostrofò Spike scocciato «perché quella cosa è avvenuta soltanto adesso?» «Perché tu non lo volevi davvero…» disse Angel «Io volevo diventare umano a tutti i costi ma, non ho lottato per ottenerlo perché lo consideravo una specie di premio, che mi spettava di diritto in cambio di tutto ciò che avevo fatto per il mondo. Tu, al contrario, lo volevi davvero; ma lo volevi per poter stare con lei, alla luce del giorno. Se lei per un qualche motivo ti avesse rifiutato, avresti probabilmente preferito restare quello che eri, e avresti anche riscoperto i vantaggi di essere un vampiro… cosa che evidentemente dovrò fare io a questo punto…».

«Ma io non lo avrei mai rifiutato…» lo redarguì Buffy. Angel tossicchiò discreto «Evidentemente questo a Spike è stato chiaro solo adesso…». La ragazza allora si voltò e lo baciò dolcemente «Beh, spero che almeno adesso tu mi creda…»

Spike sorrise «sì… ti credo» disse continuando a baciarla «E stai attenta: sono sempre stato testardo!»