Per
gentile concessione di Hytok. Parte dei racconti partecipanti al JossAwards2002,
ospite sul sito http://lacasadeglielfi.altervista.org.
Il
racconto che stai per leggere contiene delle descrizioni esplicite di sesso, ed
è pertanto da intendersi come un racconto vietato ai minori di anni 18. Se hai
meno di 18 anni, NON devi proseguire nella lettura. Se hai più di 18 anni puoi
fare come vuoi, ma se decidi di leggere il racconto dichiari di essere stato
informato sul contenuto dello stesso, e di rinunciare a qualsiasi protesta o
reclamo per il contenuto dello stesso, in qualsiasi sede e con qualsiasi mezzo
tale protesta sia esprimibile.
JONATHAN,
UNA GIORNATA PARTICOLARE
di Fenice Nera
Personaggi:
-Faith
-Jonathan
-Buffy Anne Summers
(Dal telefilm "Buffy The Vampire Slayer")
Ambientazione temporale: Dalla quarta alla quinta
stagione.
Sfida: Usare almeno nella descrizione del rapporto
sessuale il romanesco, o presunto tale.
Prefazione: Mentre i ragazzi del liceo di Sunnydale
organizzano una festa al Bronze, Jonathan impara a sue spese quanto può essere
faticoso tenere testa a una cacciatrice. Questa è una sorta di
"spoof" (parodia) con l'obbligo di far usare ad alcuni personaggi,
almeno nelle scene di sesso, il dialetto romanesco. Le parti in romanesco, o in
presunto tale, sono contrassegnate dai segni di underscore: _ _
Jonathan
sapeva cosa si diceva di lui al liceo. Essere il nerd della scuola non
significava necessariamente non avere né occhi né orecchie. Vedeva i risolini
delle ragazze, quando passava e sentiva i loro commenti. "Guarda quello
lì, ma come è vestito?" - "Quello, chi?" - "Quel tipo lì,
l'imbranato, non vedi che capelli, ahahahah!". Le odiava, le odiava tutte.
Odiava il loro odore di pulito, lui che era sempre sudato e raffazzonato, non
sopportava l'imperturbabilità con cui camminavano per i corridoi della scuola.
Jonathan non camminava, cadeva di continuo. Odiava il fatto che, il solo
vederle, gli procurasse erezioni continue. "Se solo sapessero"
pensava, "forse ne sarebbero schifate, oppure no, sono tutte troiette.
Magari un bel cazzo duro piantato in quelle boccucce le farebbe smettere di
ridere". Si diresse verso i bagni, meditando propositi di vendetta e
immaginando scene di sesso in cui lui, l'unico dominatore, sottometteva tutte
le ragazze del liceo, che, adoranti, l'avrebbero ricambiato con piaceri
sessuali degni di un armatore greco! "Dunque, vediamo... mentre Cordelia
mi massaggia con l'olio di mandorle, Harmony potrebbe spogliarsi al ritmo di
una musica sensuale, fino a rimanere con le solo mutandine, poi mi si
avvicinerebbe, e..."
"Jonathan?
Jonathan? Ehi! Base Buffy chiama Jonathan, ci sei?" Ma c'era un'eccezione,
questo sì, e si trovava proprio accanto a lui in quel momento. Buffy lo
osservava spazientita e Jonathan si trovò, involontariamente, ad arrossire.
"Ciao Buffy, come va la vita?", che cosa da idioti da dire a una
ragazza che la rischiava ogni giorno, la vita, pensò il povero Jonathan.
"Tutto OK, volevo solo chiederti se ti andava di venire al Bronze,
stasera. C'è una festa che abbiamo organizzato per raccogliere fondi per la
biblioteca. Il signor Giles non era per niente convinto, ma abbiamo bisogno di
nuovi libri per le nostri ricerch... ehm... per la scuola e non c'è niente di
meglio di un bel casino organizzato al Bronze per scucire qualche dollaro al
tipico teen-ager di questo liceo!" Mentre Buffy continuava a parlare,
muovendo quelle meravigliose labbra rosse, da cui spuntavano i denti bianchi e
una lingua da succhiare, Jonathan sperimentò per la prima volta la sensazione
di essere un essere umano 'normale'. Lei gli parlava! "...allora, che ne
dici?" "Cosa? Ah, sì, sì, certo che ci sarò", le rispose
Jonathan. "Allora a stasera, alle 10, mi raccomando!" Si allontanò
correndo. Buffy correva sempre, era piena di energia, a volte ci si stancava
solo a guardarla. Ma non Jonathan, che per qualche minuto godette della vista
del culetto sodo e sbarazzino di Buffy, che la minigonna bianca contribuiva a
mettere in risalto. "Decisamente, essere vergini alla mia età, è una
maledizione", concluse sconsolatamente Jonathan, avviandosi verso la sua
classe. Ogni tanto si tirava i pantaloni all'altezza del cavallo, suscitando le
risatine dei pochi ragazzi ancora nel corridoio.
Quella
sera al Bronze c'erano tutti. Tutti i suoi compagni di liceo e lui. La musica
era bella, l'atmosfera calda e persino il signor Giles sembrava soddisfatto
dell'esito della colletta. Infatti la cifra raccolta per la biblioteca era
risultata molto più di quanto i ragazzi avevano sperato e il signor Giles aveva
promesso di cantare, in caso di risultato positivo. Questo aveva richiamato una
folla ulteriore di ragazzine urlanti che trovavano irresistibile il maturo
bibliotecario inglese, per qualche motivo che Jonathan non riusciva a
comprendere. "Veste come un pezzo d'antiquariato, porta gli occhiali,
puzza di libro, eppure eccole lì, tutte a sbavargli dietro. Forse anch'io
dovrei usare il fascino della cultura", pensava Jonathan; che, per
l'occasione, aveva indossato un paio di jeans neri e una t-shirt di identico
colore. Seguendo poi l'impulso del momento, si era anche messo un giubbotto di
pelle che aveva comprato un anno prima e che non aveva mai osato indossare.
Guardandosi riflesso nello specchio del bagno, dove era andato a riprendere
fiato, si trovava quasi decente. "Ma chi è questo bel ragazzo? Ma certo, è
Jonathan il Magnifico, Jonathan il Conquistatore di donne!" Continuò per
un bel pezzo a fare smorfie davanti allo specchio e a mettersi in varie pose da
macho, mentre fischiettava il tema di 'Corilo il Grande' da Xena. "Ma Xena
sarà lesbica?" Scuotendo la testa, decise di andare a sentire un po' di
musica e magari sbirciare sotto la gonna di qualche ragazza.
Uscendo,
andò a sbattere contro qualcosa, anzi, qualcuno? Diamine, aveva la consistenza
di un muro di mattoni e... e le curve meravigliose di Faith. "Attento a dove
vai, bamboccio, rischi di farti male!" ringhiò Faith. Indossava pantaloni
di pelle nera che le aderivano in modo sensuale sui fianchi, sulle natiche e le
gambe. Un top nero, attillato, che metteva in risalto i capezzoli del seno,
stivali alti fino al ginocchio e un'aria di sesso che sembrava circondarla
fisicamente. "Ehi, ma guarda un po' cosa abbiamo qui", Faith allungò
la mano a stringergli lo scroto, "sembra che l'imbranato riconosca una
donna di classe quando la vede". Jonathan credeva di morire. La mano di
Faith gli carezzava dolcemente il pene e i jeans furono presto dolorosamente
stretti al cavallo. "Senti, ragazzino, stasera ho voglia di essere
caritatevole, in fondo è una serata di beneficenza, in un certo senso,
no?" disse ridendo rumorosamente. "Ora io e te ce ne andiamo in un
posto tranquillo, perché ne ho piene le palle di quest'atmosfera buonista e
degli ipocriti di merda che zompettano in questo buco. Ho voglia di scopare e
tu capiti giusto a proposito. Non so, stasera mi sembri particolarmente
attraente". Jonathan venne trascinato fuori, tirato, ahimè, per le palle
da una Faith che sembrava posseduta da un demone. "Magari è questa la
spiegazione! Qui a Sunnydale capita ogni giorno.. è impossibile che una come
lei voglia uno come me, anche solo per una scopata!" Ma che importava?
L'unica cosa su cui Jonathan riusciva a focalizzare il pensiero, era la mano
calda di Faith, il suo sguardo che sembrava bruciare in lui ogni minima
resistenza.
Raggiunsero
la stanza di Faith a tempo di record. La porta non era ancora chiusa alle
spalle di Jonathan che Faith l'aveva afferrato per la maglietta, cominciando a
sfilargliela. _"C'ho voglia, so' già tutta bagnata, sbrigate a spojatte
che vojo vede' se quello che ho toccato co' mano è vero o se è 'na sòla"_ Dalla
sorpresa, a Jonathan per poco non si ammosciò il cazzo, che pure, poco prima,
sembrava dotato di vita propria e se ne stava facendo capolino dagli slip.
"Ma come parla? Cos'è, uno slang da cacciatrici? Non riesco a capirla,
probabilmente sarà un effetto collaterale della possessione! Ma a questo punto,
a me, che mi importa?" E questo fu l'ultimo pensiero logico che Jonathan
fu in grado di elaborare per i minuti successivi.
Faith
era un turbine di mani, di lingua, di membra. Jonathan si ritrovò nudo come un
verme sul letto sfatto della valchiria posseduta, con la stessa valchiria,
altrettanto nuda, che aderiva al suo corpo come una ventosa sul vetro.
_"Nun è 'na sòla! Damme 'sto tortore, riempime tutta, dalla fica fino ar
bucio der culo. Famme godè, come se nun ce fosse domani, come se quella
troietta de Buffy nun se scopasse l'unico vampiro bbono de Sunnydale, come se
fossi vergine e tu me sfonnassi 'a prima vorta!"_ Faith continuava ad
accarezzare il pene di Jonathan, le palle, fino al culo. Lo leccava, lo
mordicchiava dappertutto, sul petto, succhiandogli i capezzoli, scendendo sullo
stomaco, fino ad appoggiare la guancia sui peli del pube. _"Te piacerebbe
esse succhiato fino a fatte uscì le palle dell'occhi? C'ho voja d'assaggià 'sto
maritozzo, pe' sentinne er sapore"_ e, di colpo, abbassò la bocca fino al
cazzo di Jonathan che pulsava dolorosamente per quanto era in tiro e se lo
divorò, letteralmente.
Jonathan
urlò e sobbalzò così violentemente, che Faith dovette usare la sua forza di
cacciatrice per tenerlo bloccato. Poi, con la lingua, comincio a leccarlo,
dalla base fino alla punta, infilando la lingua persino nella fessura. Lo
ciucciava come fosse un biberon, mordicchiava la base e poi ricominciava a
leccarlo sul serio. Intanto con le mani non aveva smesso di massaggiargli le
palle, finché un dito non si insinuò sempre più dietro, fino a sfiorare l'ano,
all'inizio lievemente, poi con maggiore urgenza. Jonathan ormai era totalmente
incoerente, mugolava, si agitava, sentiva che il membro si inturgidiva sempre
di più e Faith leccava il fluido che colava dalla punta del pene,
incessantemente. "Sto per venire!" urlò Jonathan. _"Enno', bello
mio, che stamo a scherza'? Er bello deve ancora da veni'. Frena 'a nerchia, che
mo' ce penso io"_, dicendo così, Faith gli strinse dolorosamente la base
del pene, impedendogli di eiaculare. _"Ecchimeeee, arrivooo! La
cacciatrice de 'sti cazzi alla riscossa!!! Damme er pene o soffrirai le
pene"_, urlando come un'ossessa, Faith si mise a cavalcioni di Jonathan e
con la mano che gli stringeva il pene, indirizzò il cazzo verso la sua vagina,
che era così bagnata da accogliere facilmente Jonathan e farlo scomparire in
profondità.
_"Sempre
libera degg'io, folleggiare di gioia in gioiaaaa! Che batocchio, Gionata mio,
CHE BATOCCHIOOOO!"_ Muovendosi ritmicamente, cavalcando un Jonathan che
ormai sentiva solo col cazzo (così se qualcuno gli avesse detto, dopo quel
momento, 'hai una faccia da cazzo', avrebbe avuto ragione), sembrava
un'invasata. Si stringeva i seni, mugolava, agitava i fianchi e di nuovo
ricadeva su Jonathan. Sembrava che dovesse andare avanti per sempre. Finché non
cambiò posizione e con forza incredibile, non fece rotolare Jonathan sopra di lei,
mentre continuava a scoparselo. _"Ficcamelo ancora più drento, de più, più
ancora, più ancora!"_ E di nuovo quelle mani da piovra a toccarli il culo,
l'ano, accarezzandolo sempre più insistentemente, finché un dito si fece
strada, senza troppo dolore, bisogna dire, dentro Jonathan. Quello fu troppo.
Impalato davanti nella vagina insaziabile di Faith, con quel dito voglioso che
andava a strofinarsi ripetutamente sulla prostata, Jonathan emise un urlo
strozzato e venne. Continuò ad eiaculare per interminabili momenti, ancora e
ancora, cavalcando le onde dell'orgasmo più forte che avesse mai sperimentato
(anche se, bisogna ammetterlo, quando si viene mentre ci si fa una pippa
davanti alle foto rubate di Buffy, non conta molto). _"Godo pur'iooooooooo,
Sì!!!"_ Faith inarcò le reni e lanciò un gemito inarticolato, quasi
spezzando i polsi di Jonathan a cui si era aggrappata. Poi ormai sazia, si
accasciò di nuovo, trascinando accanto a sé, in un abbraccio da orso, il povero
Jonathan, ridotto ormai ad un ammasso balbuziente di imbranato.
La
luce di un'auto in corsa penetrò i vetri luridi della stanza di Faith,
illuminando un groviglio di corpi sudati. La fiamma di un accendino, l'odore di
fumo di una sigaretta. "Non so cosa sia successo e come mai fra tutti, ho
preso proprio te, bamboccio. Ma da quello che ricordo, mi sono davvero
divertita", disse Faith, con voce roca. "Sto pensando che tra un po'
potremmo fare il bis, tu che ne dici?" "Nooooooooo!" Urlò
mentalmente il povero Jonathan che, oltre a qualche costola incrinata, in quel
momento non aveva più circolazione nelle braccia, si sentiva il culo in fiamme
e aveva il pene che, passato il suo momento di gloria, si era piegato in una
strana angolazione, quasi agonizzante. Mentre l'insaziabile Faith, dopo aver spento
la sigaretta procedeva a ficcargli in gola un palmo di lingua, i pensieri di
Jonathan si agitavano febbrilmente "Ma chi l'ha detto che il sesso fa
bene!!!"
In
quello stesso momento, una Buffy infuriata urlava contro Willow, che, ad occhi
bassi, se ne stava in un angolo del Bronze. "Ma sei pazza!! Cosa hai
fatto? Un incantesimo per rendere Tara irresistibile? Ma perché? E non ha
funzionato nel modo giusto? Come fai a saperlo? Che formula hai usato?"
"Ecco.." balbettò Willow, più rossa dei suoi capelli, "in realtà
era un incantesimo che mi ha chiesto lei.. per una volta non voleva più
sentirsi nerd e isolata dal gruppo, ma affascinante e seducente. Solo che ho la
vaga impressione di aver allargato un po' troppo l'effetto
dell'incantesimo.." "Te ne sei forse accorta per il fatto che tutti
gli imbranati presenti alla festa stanno scopando come ricci nei bagni? O che
persino il signor Giles sta tampinando Xander? Ti rendi conto?? XANDER! A parte
che non pensavo che Xander potesse rientrare fra i nerd... COMUNQUE, ottima
deduzione, Sherlock! Ma poi, spiegami, PERCHE', per l'amor del cielo, le
persone affascinate da questi imbranati si sono messe a parlare in quel modo
strano?" Willow diventò ancora più rossa, se possibile "Vedi, Buf,
ecco.. mia mamma la scorsa settimana è stata a Roma e mi ha portato un souvenir
veramente orrendo, un posacenere a forma di Colosseo. Penso sia convinta che
abbia iniziato a fumare, sai, non si ricorda nemmeno come sono fatta, dunque è
possibile. E quindi, uhm.. come dire.. l'ho usato per bruciarci le essenze
necessarie per l'incantesimo. Mi sbaglierò, ma credo che quelle persone si
esprimano in un qualche dialetto italiano". Poi, voltando le spalle a una
Buffy annichilita e dirigendosi verso Tara, che giaceva mezza svestita e in posa
provocante su uno dei divanetti del Bronze, aggiunse _"E mo' o' sai che te
dico, pische'? Vatte a cerca' Angelo tuo o quell'altro tisico de vampiro tinto,
che io c'ho n'attimo da fa co' quella bonazza de la ragazza mia"._ In
lontananza, un lupo mannaro ululò.
FINE
Pubblico:
"Lupo ulula! Castello ululì!"
Autrice: "Silenzio! Via le mani dalle parti intime e tornatevene a casa, lo spettacolo è finito! E lei, Frau Blucher (iiiiiihhhhhh), ancora non l'ha capito che la parodia di 'Frankenstein Jr.' è qualche racconto più in là? Sparisca! E cerchi di non importunare Spike con le sue orzate, che già ha i suoi problemi, quel poveraccio!"