Per gentile concessione di Hytok. Parte dei racconti partecipanti al JossAwards2002, ospite sul sito http://lacasadeglielfi.altervista.org.

 

Il racconto che stai per leggere contiene delle descrizioni esplicite di sesso, ed è pertanto da intendersi come un racconto vietato ai minori di anni 18. Se hai meno di 18 anni, NON devi proseguire nella lettura. Se hai più di 18 anni puoi fare come vuoi, ma se decidi di leggere il racconto dichiari di essere stato informato sul contenuto dello stesso, e di rinunciare a qualsiasi protesta o reclamo per il contenuto dello stesso, in qualsiasi sede e con qualsiasi mezzo tale protesta sia esprimibile.

 

SENTIMENTI

 

di Hytok

 

 

 

Personaggi:

-Spike

-Willow Rosenberg

(Dal telefilm "Buffy The Vampire Slayer")

-Il demone V'ov

Ambientazione temporale: In un momento imprecisato della quarta stagione.

Da leggere ascoltando in loop la canzone By this river di Brian Eno.

 

Lo intravide... e gli chiese aiuto. Non sapeva chi fosse, poteva essere uno sconosciuto, una vecchietta indifesa, persino un vampiro... ma quella figura indistinta era la sua estrema speranza. Non c'era tempo di riflettere, aspettare, blandire il fato, Willow si diresse verso la sagoma dall'altra parte del marciapiede con le braccia larghe, come una trapezista che abbraccia l'aria per non cadere. Il demone V'ov le aveva sputato addosso quella schifezza viscida e l'aveva praticamente accecata, ma il temporale l'aveva salvata. Evidentemente quel mostro temeva l'acqua. Ma lei non si sentiva affatto in salvo... cieca, inzuppata d'acqua, sola in una Sunnydale deserta per il solito coprifuoco... e la tempesta sarebbe finita, il mostro sarebbe tornato, e lei doveva assolutamente avvertire Buffy... o il signor Giles.

Willow: "Scuhhhf, coff coff... scusi..."

Barcollante, lo vide muoversi lentamente verso di lei, ma nemmeno ad un metro riusciva a riconoscerlo.

Willow: "Mi aiuti."

Non resistette oltre, la scarpa incespicò sull'asfalto e Willow cadde, perdendo conoscenza.

 

I suoi occhi su quel corpo riverso, un cencio umiliato dal fango della strada ed un volto sfigurato dal terrore e da un liquido scuro che la ricopriva. La sete di sangue di Spike era inestinguibile, dolorosa, ma non poteva neppure pensare di sfiorarla coi suoi denti, un dolore acuto gli avrebbe incendiato la testa... il maledetto chip che quei nazisti dell'Iniziativa gli avevano impiantato era un handicap insopportabile, innaturale. La prese fra le sue braccia e la portò via in fretta. Non sapeva cosa fare, dove portarla... ci mancava soltanto che uno di quei soldati lo vedesse e gli sparasse contro.

Spike: "(La porto da Willy, la piazzo in una delle sue celle... e magari mi faccio una pinta di sangue di maiale... che schifo, come mi sono ridotto.)"

Silenzio, schizzi d'acqua... ed un pensiero:

"(Perché non l'ho lasciata crepare là? Non ho mai sopportato questa streghetta saccente, perché diavolo me la porto a spasso per la città, alla ricerca di un rifugio?)"

Spalancando la porta del bar con un calcio, urlò a Willy:

"Vado nel retro. Fa' finta che quella stanza non esista nemmeno, finché non me ne sarò andato."

 

Uno squallido posto ed una situazione senza senso, ma quella che gli esseri umani... o i demoni duri e puri, chiamavano "strada maestra", era rimasta fuori dalla porta. Una strega buona, un soldato del bene, la scudiera della Cacciatrice, era lì, inerme, intossicata da chissà cosa. Sola. Con lui, Spike. Il vampiro sanguinario, uccisore di due Cacciatrici, terrore di vivi e morti. Lì, inerme, intossicato da un pezzo di metallo, alterato nella sua natura malvagia eppure pieno di sentimenti crudeli, terribili, spietati... Pieno di sentimenti.

Spike: "(Il giudice percepiva l'amore per Drusilla, questa dannata impurità che ci rende mezzi demoni, perennemente insoddisfatti, costantemente impegnati a sopraffare gli umani per saziare la nostra tossicodipendenza. E adesso... che cosa mi succede? Non sono legato a questa ragazzina, non la conosco nemmeno. E nemmeno la odio. Eppure... stasera il suo destino mi premeva, mi toccava... non potevo lasciarla dov'era. Lei è come me, in fondo... Buffy, quell'idiota di Xander... tutti loro sono come me, lottano per qualcosa, ma non raggiungeranno mai il successo, l'appagamento, la vittoria finale. Bene? Male? Solo i lati di una scacchiera. La vita, la lotta fra bene e male sono soltanto un gioco, in cui i giocatori delle due fazioni non rispettano le stesse regole... poi arriva il giorno in cui qualcuno ti sbatte via, ti esclude dal gioco... e non sai più da che parte stai. Da che parte sto, io, a questo punto? Non certo con questa ragazzina smosciata mollata dal suo tappetto chitarrista. Ma nemmeno dove stavo prima, coi miei compagni di caccia... quel branco di decerebrati con le zanne che definire vampiri sarebbe troppo. Figli di Romero, piuttosto.)"

 

E mentre pensava alla sua sorte, si ritrovò a fare qualcosa per lei. Le mani nei suoi capelli, a cercare di togliere via quella colla grigia, con l'aiuto di un panno e dell'acqua.

Willow: "Ahhh... ah! Chi... chi sei? Dove sono? C'è più luce qui..."

Spike: "Ciao streghetta, scusa se ti ho fatto male, ma sono più bravo nelle trasfusioni che come sciampista."

Willow: "Spike? Che ci fai qui? Anzi... io che ci faccio qui? Ehm... qui dove, dove siamo?"

Spike: "Potrei dirti che sei al sicuro, ma sarebbe alquanto umiliante per me farti sentire al sicuro in mia compagnia... diciamo che sei all'asciutto."

Willow: "Io non ti temo! Hai tentato di mordermi qualche giorno fa, ma non ci sei riuscito. Non... non ti hanno tolto il chip, vero?"

Spike: "Shhh... sei appena sveglia e già non smetti di parlare. Ah, le donne! Vanno bene solo per bere e per il sesso."

Willow: "Oh!"

Spike: "Che c'è, ti ho scandalizzata?"

Willow: "No, è che... veramente..."

Spike: "Sta tranquilla, ragazzina, non mi avvicino... farti qualcosa che non vorresti mi farebbe male qui dentro, ricordi?!"

Spike si toccò la testa con due dita.

Willow: "Eh sì certo, ma... è che ancora non riesco a credere che voi vampiri possiate, insomma, farlo."

Spike: "La circolazione del sangue, la respirazione, e tutte quelle robe lì? Non so come funziona, non ci sono scienziati, fra noi vampiri, che si mettono a studiare la fisiologia dei non morti, sarebbe tempo perso. Però credo sia qualcosa legato alla volontà... se noi vogliamo aspirare il fumo di una sigaretta, farci due patatine fritte, scolarci un whisky, eccitarci e fare del sesso... beh, allora semplicemente possiamo."

Willow: "Sì, ma... siete freddi. Sento la tua mano sui miei capelli, sul viso... è gelida... come..."

Spike: "Oh, sei morbosa, ragazzina, lo sai? Hai una facciotta da santarellina, e invece... ci manca solo che sei abbonata a Hustler! Non ti ha raccontato nulla la tua amica Buffy sul suo gelido cucciolone, che per poco non ci portava sulla Terra Akathla e tutto il suo esercito?"

Willow: "Mmh... ma cosa credi, che noi ragazze passiamo tutto il giorno a chiacchierare? E poi io e Buffy non siamo ragazze normali, cioè... dobbiamo dare la caccia a voi cattivoni, studiare al College... non abbiamo mica tutto questo tempo per spettegolare!"

Spike: "Ok, ok, lascia che ti tiri via questo schifo dalla testa, e poi..."

Willow gli sviene tra le braccia, e d'un tratto Spike si accorge che la ragazza ha il viso biancastro, il battito del suo polso rallenta, quasi non respira. Sta morendo.

Spike: "Oh no! Dannazione! Che ci faccio io qui, che ci faccio con lei? Non posso mollarla qui e andarmene, ma nemmeno chiamare quella marmaglia dei suoi amici... potrei mollarla a Willy e che se la veda lui..."

 

CRASH

Un demone orrendo sfondò il finestrone dello scantinato e si lanciò su Spike, atterrandolo e inglobandone il viso in una specie di enorme pertugio che occupava tutta la parte frontale della sua testa. Il mostro si staccò dal biondo vampiro lasciandolo per terra, ricoperto della stessa sostanza che c'era addosso a Willow. E proprio verso di lei si diresse, per completare l'opera cominciata qualche ora prima; si chinò sulla ragazza priva di coscienza senza che più niente potesse fermarlo.

 

SHAFFFFF (Spike versò addosso al demone la bacinella dello shampoo di Willow.)

Spike: "Ehi, labbra siliconate, non ti piace l'acqua, vero? Nemmeno a me, in effetti preferisco il sangue, sangue umano possibilmente, ma in mancanza, anche una dose di sana violenza può mettermi di buon umore!"

Un colpo dietro il ginocchio per atterrarlo, una mazzata a due mani sulla schiena, ed infine le braccia bloccate in una morsa, tanto che dall'impressionante bocca del demone fuoriuscì una spuma verde che avrebbe potuto somigliare a saliva da soffocamento.

 

Spike: "E adesso, amico, devo pregarti di NON dirmi quello che voglio sapere, così potrò divertirmi ancora un po' con te. Però, se sei stanco di giocare, allora parla, e ti lascerò andare a casa. Che accidenti è quella roba che sputi su tutti? Ma lo sai che fa proprio schifo, eh? Non sei un demone di classe, lasciatelo dire. E sei anche stupido, se pensi che abbia un qualche effetto sui vampiri."

V'ov: "S... sono il demone V'ov. Vengo dal Gran Canyon... lì... mangiamo le nostre vittime digerendole prima d'ingoiarle."

Spike: "A me quella roba causerà solo un conto salato in tintoria, ma la ragazza sta male, che posso fare per tirarla fuori dai guai?"

V'ov: "Lasciamela... mangiare."

CRRRR (Spike strinse la morsa e gli fece scricchiolare le ossa delle braccia.)

V'ov: "Ma tu sei un vampiro, che t'importa di lei? Vuoi succhiartela tu?"

Spike: "Non ti deve interessare nulla, se non andartene tutto intero da qui. Ora parla. Adesso!"

V'ov: "Niente. Non c'è niente che puoi fare per lei. A quattro ore dal contatto coi miei succhi smetterà di respirare... e credo che la sua ora sia vicina."

Spike: "Anche la tua, allora!"

CRRRRRRRR

V'ov: "Aspetta. Puoi... puoi farla diventare come te. Un vampiro. Falle bere il tuo sangue, nei vampiri c'è qualcosa che rende immuni dai miei acidi... dalle i tuoi anticorpi... e forse guarirà."

STUK (Il collo del demone cedette sotto la stretta di Spike.)

Spike: "Aaah... niente male, direi! Devo farlo più spesso!"

 

Ma subito dopo aver assaporato, dopo tanto tempo, l'ebbrezza di uccidere, il suo sguardo tornò a Willow, la ragazzina che l'aveva trascinato in questa storia. E consapevolmente o meno, provava preoccupazione per lei, apprensione. Non voleva che morisse. Sentiva... sentiva. Sentiva qualcosa, sì, dovette ammetterlo. Si bagnò la mano e la passò sulla fronte della ragazza, sfregandola finché lei, debolmente, rinvenne.

Willow: "Ahh, Spike, non ti vedo. Dove sei..."

Spike: "Senti ragazzina... Willow, ascoltami bene."

E le raccontò del demone, dell'acido digerente, dell'immunità dei vampiri...

Willow: "Non ho speranze, vero?"

Spike: "Tu... tu non vuoi diventare come me, vero?"

Willow: "Eh? No, no, meglio morire!"

Spike: "Shhhh. Non morirai."

Le pose due dita sulle labbra, poi la baciò.

Willow: "Ehi! Che fai, sei impazzito! Io sto morendo e tu... avevi... avevi anche promesso!"

Spike: "Non morirai. E non diventerai vampira. Ma se vuoi salvarti... dovrai scoprire come lo fanno i vampiri."

Willow: "Eh? Ma che...?"

Spike: "I miei anticorpi da non morto, ricordi? Non sono solo nel sangue, ma anche nel seme... e il tuo corpo, il tuo sangue, ne hanno bisogno."

Willow: "No no no..."

Spike: "Shhh, chiudi gli occhi, vedrai che non sarà tanto male. Pensa se avessi dovuto farlo con lui!"

Le indicò il corpo esanime del demone V'ov.

Willow: "Lo hai ucciso tu?"

Spike: "Non sprecarti a ringraziarmi, mi è piaciuto! Non so come funziona, ma quando picchio i cattivi non sento dolore. Perciò... l'ho fatto fuori. E ora tocca a noi, bambolina. Non abbiamo molto tempo, e non vorrei doverlo fare quando sei svenuta, tu capisci, non sarebbe molto dignitoso..."

Willow: "Spike..."

Spike: "Sì..."

Willow: "Grazie."

E lo baciò dolcemente.

 

Mentre le carezzava le guance, il seno, le gambe, Spike provò uno strano brivido. Aveva fatto sesso centinaia di volte... con Drusilla e Harmony, ma erano vampire come lui. Con delle ragazze umane, ma erano stati solo dilanianti stupri prima di berle. Stavolta... era strano. La sua parte umana non aveva mai provato quel brivido... William, il poeta, era ancora puro ed ingenuo quando fu vampirizzato. Ed ora... non che non sapesse cosa fare, ma un pensiero lo attraversò. 'La mia prima volta.'

 

Mentre quelle mani ruvide s'infiltravano fra i suoi vestiti, violando confini che solo il suo Oz aveva varcato... una lacrima scese lungo la sua guancia. Era grata a Spike perché le stava salvando la vita, anche se non capiva perché lo stesse facendo. Ma si sentiva strana, sporca e strana, perché... iniziava a tremare, a provare un brivido lungo il corpo che NON voleva provare. Le braccia di Willow si staccarono dal corpo, a cui erano rimaste fino ad allora attaccate, e si mossero verso i fianchi di Spike, duri come acciaio e... caldi. I suoi muscoli, la sua pelle, il suo... Willow sfiorò il pene di Spike e lo senti caldo, come quello di un essere umano. E per un attimo soltanto, un lieve sorriso attraversò la sua mente.

 

Sentiva Willow, la piccola Willow, nuda sotto di lui, e in un attimo gli vennero in mente Buffy, Drusilla, Harmony, e poi Giles, Angel, Oz... amici, nemici, ed un senso di potere e di sbeffeggiamento lo fece sentire tronfio di soddisfazione all'idea che... ma fu solo un attimo. In quell'istante seppe che nessuno avrebbe mai saputo.

 

Non riusciva ad essere mentalmente libera, e come avrebbe potuto? Spike era sopra di lei, e per quanto cercasse di convincersi che stava solo "prendendo una medicina", la realtà le appariva diversa. Ormai Willow si muoveva all'unisono con Spike, non era più rigida e passiva come prima, per quanto comunque le consentisse il suo corpo debole ed intossicato. Ed era inevitabile pensare al dopo, allo shock che avrebbero subito Giles, Buffy, Xander, la sua nuova amica Tara... Oz, così lontano eppure così presente nel suo cuore. Ma... mentre le allargava le gambe con decisione eppure in qualche modo con... grazia, Spike le sollevò il bacino e... si fermò un istante.

Spike: "Se ti chiederanno cosa è successo..."

Willow: "Mmmh?"

Spike: "Senti... menti."

E mentre penetrava Willow, per la prima volta nella sua non vita, sentì di aver fatto qualcosa non per se stesso.