AS DARKNESS SEDUCES

Di Jade

 

 

 

Disclaimer: I personaggi appartengono tutti a Joss Whedon e alla Mutant Enemy, eccetto quelli che non riconoscete, che appartengono a me.

Rating: PG-13

Personaggi/Pairing: Buffy/Angelus, Catherine (OC), Scooby Gang

Sommario: Angelus e Buffy intrecciano una relazione, e decidono di lasciare Sunnydale insieme. Quindici anni dopo però decidono di fare ritorno in città con loro figlia Catherine… ma la gente di Sunnydale ha la memoria lunga, e un’incredibile talento per ricordare i torti subiti, specialmente da una certa ex Cacciatrice.

Note: AU, ambientato durante la seconda stagione.

***

CAPITOLO 1

Guardava il soffitto ormai da ore. Di dormire pareva non se ne parlasse anche per quella notte.

Buffy si rigirava nel letto da ore, si era alzata a bere un bicchiere d'acqua, aveva anche cominciato a leggere il libro più noioso che avesse sottomano. Niente. Sentiva una morsa allo stomaco quasi dolorosa, il cuore le batteva forte, ed era in preda al nervosismo più assoluto. Ma per cosa poi non lo sapeva. Non aveva trovato Angelus a caccia, e lui non sarebbe potuto entrare in casa mai più grazie all'incantesimo che Willow aveva fatto. La sua vita era un inferno, grazie a lui, ma ora cominciava a diventare sopportabile. Andò alla finestra, e lasciò che l'aria fresca le sfiorasse il viso e le scompigliasse un poco i capelli. Quando riaprì gli occhi, si accorse che Angelus era seduto sul tetto, a neanche dieci centimetri da lei. La fissava dritto negli occhi in silenzio, e poi stese la mano simulando il gesto di farle una carezza sulla guancia. Buffy chiuse gli occhi, immaginando di sentirla davvero attraverso quella barriera magica, e poi a fior di labbra mormorò le parole fatidiche: ti invito ad entrare.

La magia era spezzata, ed Angelus lentamente entrò nella stanza di Buffy. La percorse a lungo con lo sguardo, poi le sfilò la maglietta di quattro taglie più grandi che usava come camicia da notte e iniziò a baciarla sul collo, scendendo verso la spalla. Ora il nervosismo di Buffy era passato, aveva capito chi ne era la causa, e mentre Angelus la adagiava sul letto si chiese se sapesse quello che stava facendo, ma poi si rese conto che niente le importava, eccetto il suo amante. Lo guardò mentre mutava faccia, indeciso se morderla o no e si strinse a lui quando le affondò le zanne nel collo. Quando poi la lasciò andare la baciò, le labbra ancora sporche di sangue.

Angelus se n'era andato prima dell'alba, lasciando Buffy che dormiva profondamente. Quando si era svegliata, le era dispiaciuto non trovarlo lì, ma sapeva sarebbe tornato. E infatti così fu per le tre notti successive. Il mattino dopo l'ultima visita del vampiro, quando Joyce andò a svegliare sua figlia trovò gli armadi vuoti e un biglietto.

Addio. Non cercarmi.

Buffy.

La madre di Buffy teneva il biglietto con mano tremante, rifiutandosi di credere a quello che stava succedendo. No, non era possibile. Era quasi in lacrime quando corse a scuola da Giles. Lo aveva trovato che discuteva con gli amici di sua figlia, e mostrò loro il biglietto. Subito cercarono di consolarla, Buffy ritornerà, non si preoccupi, sa badare a se stessa, non le succederà niente. Ma cinque mesi dopo queste certezze iniziavano a vacillare.

Fu solo per caso che la incontrarono. Cordelia aveva trascinato Xander a fare spese al centro commerciale, e quando uscirono dal terzo negozio di scarpe l'attenzione di Xander fu catturata da una biondina vestita di verde. Era rimasto letteralmente a bocca spalancata, e Cordelia tirandolo per un braccio gli domandò cosa mai avesse visto. Lui le indicò la ragazza. Buffy. Senza perdere tempo, Cordelia chiamò al cellulare Willow, che poi Giles dicendogli di correre, che avevano visto Buffy. Poi le si avvicinarono.

"Buffy…allora stai bene!"

"Certo che sto bene Xander. Perché non dovrei?" domandò lei, sorpresa e quasi divertita.

"Sei scomparsa nel nulla…temevamo che Angel ti avesse ammazzato!"

"Angel? Tu non lo conosci. Mi ama, non ha mai smesso, e neanch'io. Mi ci è solo voluto un po' di tempo per capirlo. Vivo con lui ora."

“COSA?!?”

“Dite a mia madre che la saluto” disse Buffy, approfittando del loro momentaneo shock per andarsene. Xander e Cordelia si voltarono per fermarla, ma era già scomparsa tra la folla.

Buffy fece ritorno al vecchio appartamento di Angel qualche ora prima del tramonto, e lo aveva trovato già sveglio che leggeva un libro. Era così attento alla lettura che non si era accorto del suo rientro, e Buffy ne aveva approfittato per avvicinarglisi in silenzio. Angel però stava solo facendo finta, e sfruttò l'occasione per afferrarla fulmineamente alla vita e attirarla verso di sé, strappandole un gridolino di sorpresa misto a divertimento. Si era ritrovata con la testa appoggiata ad un bracciolo, mentre Angel chino su di lei continuava a baciarla, e con la mano libera si era insinuato sotto la sua maglietta a carezzarle il seno.

"Ma non devi uscire tra poco?"

"Manca ancora abbastanza al tramonto."

"Allora, in questo caso…"

Il passo dalla poltrona al letto fu estremamente breve.

Buffy, con la testa appoggiata sul petto del suo amante, si sentiva sicura e protetta. Una sensazione così intensa non l'aveva mai provata neanche da piccola, quando i suoi genitori ancora si amavano. Sua madre non aveva preso per niente bene il fatto che lei vivesse con Angel, e le aveva imposto di scegliere tra lui e la sua famiglia. L'espressione che aveva quando le aveva risposto che sceglieva lui le aveva dato un nodo allo stomaco. Sapeva di averle spezzato il cuore, ma non poteva farci niente.

"Buffy, cosa c'è?" le chiese il vampiro, chinandosi a guardarla.

"Niente. Perché questa domanda?"

"Questo" le disse mettendole una mano sul cuore, che aveva cominciato a batterle forte "non mente mai. Che succede?"

"Forse sei tu a farmi questo effetto…" tentò di svicolare lei, ma lo sguardo indagatore di Angel le fece capire al volo che non se l'era bevuta.

"D'accordo, ho incontrato Giles, e il resto della banda. Mi hanno imposto di scegliere, e io ho scelto te. Lo sguardo che aveva negli occhi…non riesco a dimenticarlo. Volevo essere una figlia perfetta, una Cacciatrice perfetta… e invece eccomi qui."

"Pentita?"

"No. Mi dispiace solo che non riescano a capire quanto ti amo."

"Prima o poi se ne faranno una ragione, Buff" le disse sciogliendosi dal suo abbraccio e alzandosi dal letto per rivestirsi.

"Dove vai?"

"Lo sai bene dove vado."

Certo che lo sapeva. Andava al Bronze, insieme con Spike. Andava a nutrirsi, e quindi a uccidere qualunque ragazzo o ragazza gli fosse capitato a tiro. Poteva anche aver mandato al diavolo la sua vita di prima, ma il suo istinto di Cacciatrice no, l'avrebbe seguita fino alla morte, e non poteva negare che quello che faceva Angel le dava un po' fastidio. Decise di alzarsi anche lei, e questa volta fu Angel a domandarle sorpreso dove voleva andare.

"Lo sai bene anche tu dove vado."

A caccia, era sottinteso. In molti non vedevano di buon occhio il fatto che la compagna di Angel fosse anche l'angelo vendicatore di tutte le persone che morivano, e lui lo sapeva benissimo anche se nessuno aveva mai avuto il fegato di venire a lagnarsi da lui. Che strana coppia erano. Si amavano alla follia, ma non avrebbero mai rinunciato per l'altro a quello che erano. La osservò prepararsi in silenzio, prendere i paletti da un baule che si era portata con lei. Gli passò accanto per uscire, e lui l'afferrò alle spalle, attirandola verso di se, e dandole un bacio sui capelli.

"Non farti male. Capito?"

Lei sorrise senza guardarlo, e dolcemente si liberò della sua stretta per uscire di casa.

Calma piatta. Buffy camminava per il cimitero, avvolto in una leggera nebbia, aspettando che qualcuno risorgesse, ma forse avrebbe fatto meglio ad andarsene a dormire. Doveva studiare, avrebbe dato gli esami come privatista tra poco e aveva il cocente desiderio di non ripetere l'anno. Un rumore improvviso le fece voltare la testa, e si accorse di non essere sola. C'erano anche Willow, Cordelia, Xander e Giles, e parevano alquanto sorpresi di vederla lì con un paletto in mano.

"Ma guarda, cinque mesi da quando me ne sono andata ed è la prima volta che vi trovo. Volete darmi una mano o semplicemente farvi ammazzare?"

"Per quello basterebbe Angelus e cinque minuti a testa, se non meno."

Buffy alzò gli occhi al cielo. "Non vi torcerà un capello, Willow."

"E come diavolo lo sai?"

"Gliel'ho fatto giurare, e lui mantiene le promesse. Quindi rilassatevi e tornatevene a casa. Qui basto io."

"Certo, perché immagino che una Cacciatrice amante di un vampiro sia ancora più spietata verso gli amici del suo uomo!" aveva commentato sarcasticamente Xander facendo venire voglia a Buffy di prenderlo a pugni. Lui più degli altri non sopportava la sua scelta, ed era facile intuire anche il perché. Si era preso una cotta per Buffy da subito, e lei non l'aveva neanche mai preso in considerazione.

"Va all'Inferno Xander" disse voltandosi e andando in un altro degli undici cimiteri di Sunnydale. Quelli erano i suoi amici, con loro aveva condiviso gioie e dolori. Credeva che ormai ognuno riuscisse a comprendere l'altro, ma il fatto che le avessero imposto quell'ultimatum le aveva fatto capire quanto fosse diversa da loro.

Loro vivevano nella luce. Lei era stata sedotta dalle tenebre.

 

CAPITOLO 2

Due settimane più tardi Buffy si decise finalmente ad ammettere con se stessa che non stava bene. Nausea, vertigini, Angel l'aveva presa al volo un paio di volte prima che cadesse svenuta e, pareva incredibile, era più preoccupato di lei.

"Non insistere, sto bene. O almeno quasi bene."

"Piantala di raccontarmi bugie, lo sai che non lo sopporto. Ho trovato il nome della tua dottoressa, e ti ho preso appuntamento per domani mattina. Ora non hai scuse."

Già, ora non ne aveva proprio, e la dottoressa dopo gli esami del caso confermò quello che Buffy sospettava con terrore.

Era incinta.

Tornò a casa ore dopo sconvolta, con la sensazione che se si fosse messa a dormire il mattino dopo le sarebbe sembrato un brutto incubo. Non poteva essere incinta, come diavolo era potuto accadere? Angel non poteva avere figli, era stato chiaro al riguardo…Buffy si era seduta sul letto tenendosi la testa tra le mani, con una gran voglia di piangere, ma si accorse che Angel si stava svegliando e si costrinse a sorridere.

"Ciao amore" la salutò Angel carezzandole la schiena.

"Ciao. Avevo ragione io, niente di grave. Ho solo bisogno di riposo."

"Quindi ora ti metti a letto senza discutere e non vai a caccia fino a quando non starai meglio."

"Non avrei la forza di oppormi, quindi d'accordo."

Buffy si lasciò spogliare e mettere a letto da Angel come fosse stata una bambina, e lo salutò con un sorriso quando al calar del sole uscì di casa. Una volta sola si abbandonò alle lacrime, che ben presto inzupparono il cuscino. Doveva dirglielo, ma come?

Aspettando il momento propizio, una settimana passò, e un'altra, e un'altra ancora. Fu solo per caso che Angel lo scoprì, ascoltando un messaggio sulla segreteria per Buffy. Era il suo medico, che le consigliava una collega per i controlli prenatali che avrebbe dovuto fare. A quel punto era certo di aver capito male, o che il medico avesse sbagliato numero, ma poi collegò tra loro tutti i malesseri che Buffy aveva da quasi due mesi, e si rese conto di non essersi sbagliato. Buffy era incinta, e avrebbe dovuto dargli una spiegazione molto convincente.

Uscì di casa, e ritornò quando fu sicuro di trovarci anche lei. Il solo vederla gli fece ribollire il sangue di rabbia, ma si impose di mostrarsi calmo.

"Come è andata?"

"Bene."

"Hai già sentito la segreteria?"

"No. Perché?"

Angel allora la prese per mano e la portò vicino all'apparecchio, dicendole di azionarlo. Buffy lo guardò in modo strano, chiedendosi cosa volesse davvero, ma fece quel che le chiedeva. Il sangue le gelò nelle vene quando sentì la voce del suo medico. Al termine del messaggio, si voltò lentamente verso Angel. Il vampiro la fissò per un istante lunghissimo, e poi le assestò un ceffone che la fece finire a terra.

"Quanto pensavi di tenermelo nascosto?"

"Io…io non sapevo come dirtelo…"

"Chi è il padre?"

"Io non ti ho tradito, Angel, te lo giuro."

Angel la afferrò per le spalle e cominciò a scuoterla "Dimmi chi è!"

Buffy ora iniziava ad avere paura sul serio "Io non ho mai avuto nessun altro a parte te, e lo sai. Sono rimasta sconvolta anch'io quando…"

Angel le diede un altro schiaffo, e se ne andò come una furia lasciandola a terra in lacrime.

Quando rientrò la trovò dove l'aveva lasciata. Era seduta a terra, con la schiena contro il muro, e si abbracciava le ginocchia. Gli occhi erano umidi, segno che doveva aver pianto molto. Le si avvicinò in silenzio, e Buffy senza alzare lo sguardo mormorò di nuovo che lei non l'aveva tradito, che poteva anche non crederle ma che era la verità. Angel aveva steso una mano, ma rimase a mezz'aria come se fosse indeciso se colpire di nuovo la ragazza ai suoi piedi o mostrarsi clemente e consolarla. Incapace di comprendere il suo stato d'animo, se ne andò nella camera da letto lasciandola sola.

Al mattino Angel la trovò ancora nella stessa posizione, mezzo addormentata. Nel dormiveglia Buffy si sentì sollevare, e poi avvertì qualcosa di caldo che le veniva messo addosso, e una cosa gelata sulla guancia in fiamme. Quando poi si svegliò del tutto, si accorse che Angel non c'era. Dando un rapido sguardo fuori, si rese conto che era pieno giorno. Si alzò lentamente dal letto tenendosi la pezza fredda sul viso, e si accorse di alcuni oggetti sul tavolo, sembravano origami, e saranno stati almeno una trentina. Una volta aperti, su tutti c'era la stessa parola: perdonami. Il fatto che Angelus, seppur indirettamente, le stesse chiedendo scusa, era di sicuro una cosa che nessuno si sarebbe mai aspettata da un demone. Ma Buffy aveva smesso da tempo di considerarlo un demone come gli altri. Era Angel, punto e basta.

Ad ogni modo doveva sbrigarsi, aveva un appuntamento con quella dottoressa, Kate Erickson, entro trenta minuti.

Una volta arrivata davanti alla porta dello studio, sentì dalla porta socchiusa due voci che parlavano piano, un uomo e una donna, ma non riusciva a capire cosa si stessero dicendo. Quando poi bussò alla porta ed entrò, si accorse con sorpresa che a parte la donna lì non c'era nessuno.

"Buongiorno" disse sedendosi, e quasi all'istante avvertì una presenza familiare nella stanza, o almeno c'era stata fino a poco fa. Qualcosa di molto familiare.

La dottoressa Erickson era simpatica, sapeva mettere a proprio agio le persone, ma aveva una sorta di nervosismo che Buffy non riusciva a capire, ma che poi tutt'a un tratto le fu chiaro.

"Lei sa già tutto vero?"

La donna la guardò imbarazzata per qualche istante, e poi rispose che sì, un uomo di nome Angel era venuto da lei appena arrivata nel suo studio e che se n'era andato qualche istante prima che lei arrivasse.

"Angel mi ha dato la sua versione. Ora voglio la tua."

"Lo so anch'io che è impossibile, ma è successo."

"Questo non è poi così impossibile. Qualche volta ai vampiri capita…" disse Kate, fermandosi ad osservare la reazione di Buffy. Era impallidita tutta su un colpo.

"Vampiri? Ma no, lui…"

"Si è presentato da me con una coperta in testa e mi ha fatto chiudere tutte le tende prima di levarsela di dosso. In un'altra città avrei pensato ad una malattia chiamata Xeroderma Pigmentoso, ma qui a Sunnydale…"

"Capisco."

"Mia sorella è una di loro, e quando durante il tirocinio scendevo al Pronto soccorso ho visto parecchie persone con segni sul collo. Non pensare che la gente di qui sia stupida, sanno che c'è qualcosa che non va e perché la gente sparisce, ma è come una di quelle cose tabù di cui è meglio non parlare in giro."

"Sei una del Consiglio."

"Raramente e non per mia volontà, ma non tradirei mai il mio segreto professionale per gente della loro specie."

"Non hai una gran opinione di loro."

"Neanche tu ed Angel se è per questo."

"Tornando a lui…cos'altro ha detto?"

"Mi ha raccontato quanto è successo. E io ho cercato di dare una spiegazione a lui, la stessa che ora do a te. L'unica cosa buona che ho ricavato dall'avere a che fare con quelli è la possibilità di accedere alle loro banche dati, veramente interessanti. A volte succede che un vampiro possa avere figli, e i bambini nati da queste relazioni impossibili sono creature sostanzialmente umane che prendono le caratteristiche migliori da entrambe le razze e nessun punto debole. Spesso il Consiglio li sceglie come Cacciatori di demoni o Cacciatrici di vampiri, sono i candidati ideali."

In altre parole mio figlio non è ancora nato, ma so già che vita lo aspetta, pensò Buffy tristemente.

Se ne tornò subito a casa. Doveva parlare con Angel, ma lui non c'era. Di nuovo.

"Ma dove va in pieno giorno?"

Lo aspettò andando avanti e indietro per tutto l'appartamento, chiedendosi dove fosse finito, e quando fece ritorno al calar del sole non le disse niente nonostante le proteste di lei. Alla fine, prima di uscire di nuovo, le mise in mano una scatolina bianca.

Appena la porta si chiuse Buffy esasperata dal comportamento di Angel si lasciò cadere sulla poltrona, con in mano quella scatola. La curiosità infine ebbe la meglio, e la aprì. Subito si lasciò andare ad una risata, e ringraziò il cielo che nessuno la stava ascoltando perché l'avrebbero presa per matta. Quasi non voleva credere a quel che c'era dentro.

Un paio di scarpine da neonato bianche e così piccole che stavano nel palmo di una mano.

***

Avevano lasciato Sunnydale una settimana dopo, prima che il loro segreto diventasse di dominio pubblico, con la tacita benedizione di Kate che era diventata loro amica.

Appena arrivati, Angel fece a Buffy la sorpresa di avere già una casa per loro due. Monumentale, era l'unico aggettivo con cui Buffy si sentiva di definirla, ma a giudicare da che casa aveva scelto a Sunnydale per vivere con Dru e Spike, non poteva certo dire che non se lo aspettava.

I mesi passavano, e le cose andavano sempre meglio. Buffy era ancora più bella di come Angel l'aveva mai vista, costantemente di un buon umore così contagioso che a volte riusciva perfino a farlo sorridere, e cominciava a prenderla in giro.

"Sei sicura di riuscire a passare da quella porta, amore?"

"Rifammi la domanda quando sarò al nono mese e sembrerò l'omino Michelin, vuoi?" gli rispose lei sedendosi accanto a lui e appoggiandogli la testa sulla spalla.

"Come mai tanto sarcastica oggi?"

"Kate mi ha fatto vedere nostra figlia."

"Figlia? È una bambina?"

"Sì. Una bambina…una futura Cacciatrice."

"Che hai?"

"Mi sento come se l'avessi già condannata a morte."

"Questo solo lei e il tempo lo potranno dire" le disse mettendole una mano sulla pancia. La bambina scalciò in corrispondenza della mano di suo padre, e Angel sorrise. Forse Buffy sentiva di condannarla a morte, ma lui era certo che, al pari di sua madre, avrebbe lottato contro i suoi nemici e il suo destino fino all’ultimo respiro.

 Il giorno che Catherine venne al mondo Angel andò sull'orlo di una crisi nervosa. Le doglie avevano colto Buffy di sorpresa ed era parso chiaro che bisognava chiamare Kate, e subito. Vederla soffrire a quel modo lo faceva impazzire e prima di lasciarle salire le scale per andare da Buffy, un Angel molto poco in sé aveva spinto Kate contro una parete e le aveva promesso una morte lenta e dolorosa se fosse successo qualcosa alla donna che amava.

Neanche sapeva da quanto tempo era seduto in quel corridoio, con lo sguardo fisso sulla maniglia aspettando che si muovesse. Quando finalmente la porta si aprì, vide la dottoressa uscire, e pareva molto stanca.

"Come sta?"

"Angel, penso sia meglio che tu non la veda ora."

"Come sta?" ripeté Angel avvicinandosi a Kate, che stava rabbrividendo.

"Angel…"

Il vampiro la scansò bruscamente dalla porta ed entrò. Buffy giaceva immobile, la testa abbandonata sui cuscini, e nessun cenno di vita.

Era questo che cercava di dirgli Kate? Che se ne sarebbe andata lasciandogli una figlia che avrebbe odiato per questo?

Lo sguardo di Angel si distolse a fatica dal viso di Buffy, e si avvicinò alla culla dove invece era Catherine.

Si era avvicinato a guardarla colmo di risentimento nei suoi riguardi, e in quell'istante la bambina aveva spalancato gli occhi, due laghi ambra uguali a quelli del padre, e aveva cominciato a fissarlo.

"Angel?"

Angel si era voltato di scatto, e aveva visto Buffy aprire gli occhi e rivolgergli un sorriso stanco.

"Stai bene?" le domandò lui.

"Tutto considerato sì…e Cathy?"

Angel annuì, continuando a fissare Catherine, e sorrise. Ormai lo aveva stregato, se ne rendeva conto, come solo Buffy era riuscita a fare.

CAPITOLO 3

QUINDICI ANNI DOPO

Rientrando a casa dal liceo dove insegnava storia, Buffy sentì dei rumori di lotta venire dalla stanza dove lei si allenava. Al solito, pensò lei affacciandosi sulla porta. Cathy e Angel stavano lottando insieme. Il vederli combattere le faceva ricordare un tempo lontano, quindici anni prima, quando al suo posto c'era lei. Il rumore di Cathy messa violentemente a terra da Angel la riscosse dai suoi pensieri.

"Catherine, quante volte ti ho ripetuto di rimanere concentrata!"

"Lo ero papà, accidenti! Tu sei troppo forte per me, lo sei per chiunque."

"Non per me" disse Buffy avvicinandosi.

"Mamma!" esclamò Cathy alzandosi dal pavimento e andando a salutarla.

"Ciao Buffy."

"Angel. Cosa c'è, vi stavate divertendo senza di me?"

"Sì, proprio divertendo. Papà mi ha massacrato come al solito."

"Angel, sbaglio o ti avevo detto di non andarci pesante?"

Ma Angel non la stava a sentire. "Cosa avevi detto prima di entrare?"

Buffy aggrottò le sopracciglia.

"Hai detto di potermi mettere al tappeto."

"Se non ricordo male ci sono anche riuscita un paio di volte, amore."

"Vediamo se ti ricordi come si fa. Sai, il tempo passa per tutti…"

Ci risiamo, pensò Catherine asciugandosi il sudore, mentre guardava sua madre levarsi la giacca e avvicinarsi ad Angel. Ogni volta che si allenavano tra loro, sembrava che il fatto di avere una figlia o anche quello di vivere insieme da quindici anni sparisse. Ritornavano ad essere Buffy e Angelus, la Cacciatrice e il vampiro.

Ormai Catherine sapeva ogni cosa sul passato dei loro genitori. Sapeva chi era sua madre, cos'aveva fatto suo padre, e cosa fondamentale sapeva cosa sarebbe diventata. Era per questo che aveva domandato ai suoi genitori di addestrarla. Ricordava ancora l'occhiata perplessa che si erano scambiati, ma non si erano tirati indietro. Buffy si occupava della teoria, e di insegnarle le arti marziali, Angel di allenarla a combattere contro un vampiro, e si era dimostrato un maestro severo e intransigente. A volte forse anche troppo, ma Cathy aveva una tale adorazione per il padre che deluderlo era l'ultima cosa che voleva.

Buffy con un calcio aveva spedito Angel contro la parete, e il colpo lo aveva lasciato intontito per qualche secondo.

"Sì, tesoro, passa proprio per tutti."

Angel si era subito rialzato, e le aveva tirato un pugno allo stomaco e uno alla schiena, lasciandola a terra. Stava per chinarsi su di lei, quando lei gli fece lo sgambetto e si mise sopra di lui. Lui agilmente la imprigionò a terra, schiacciandola col proprio peso, e cercando di morderla. Perlomeno era la paura che aveva Buffy ogni volta che lui si avvicinava al suo collo. Non sapeva cosa poteva girargli in testa, e quel gioco con lui era sempre come una sorta di roulette russa.

Angel sogghignò, e le mordicchiò il collo con i denti. Gli piaceva spaventarla ogni tanto, e stava ancora sorridendo quando l'aiutò ad alzarsi e la prese poi tra le braccia per darle un bacio.

"Ehi, voi due! Volete che me ne vada?"

"No" disse Buffy staccandosi da Angel un po' a malincuore "Cathy, sbaglierò, ma credo che tu mi debba dare qualcosa."

"Cosa?"

"Non lo so…ad esempio la tua pagella?"

"Ecco il guaio di avere mia madre nel mio stesso liceo. Sa troppe cose…e non guardatemi così! Se non vi piace posso almeno avere cento metri di vantaggio?" disse consegnandola nelle mani della madre.

Ma lo sapevano tutti e tre che quello era solo una specie di rito. Cathy non aveva mai portato a casa un voto più basso di una B, e Buffy a volte pensava che più che figlia sua pareva figlia di Willow.

Già, Willow. Non aveva più visto e sentito lei, sua madre e gli altri da quella notte di quindici anni prima, quando aveva fatto i bagagli e aveva lasciato Sunnydale. Le erano mancati da impazzire le prime settimane, e si era buttata a capofitto nello studio, nell'allenamento, e nella caccia, fino a quando si era accorta che non faceva più male pensare a loro. Angel non le aveva mai detto niente, ma c'era sempre stato. Ormai non ricordava neanche più quante volte nei momenti di malinconia l'aveva sentito vicino a lei, in quel perfetto silenzio che nel loro caso diceva quello che le parole non sarebbero mai riuscite ad esprimere appieno.

Buffy stava riguardando nel suo studio i compiti in classe di suoi studenti, ma aveva la testa altrove e non riusciva a concentrarsi. La mente le tornava sempre all'incontro che aveva avuto col preside, alcuni giorni prima, e alle parole che le aveva detto. Sembrava che il professore del liceo di Sunnydale fosse rimasto ucciso "a seguito di un attacco di cani e al loro morso sul collo", e che lei essendo anche della città era stata scelta come supplente per tutto il semestre successivo. Era subito stato chiaro che non voleva un no come risposta, e lei per prendere tempo aveva risposto che doveva rifletterci un po' con la sua famiglia, altrimenti detto con Angel.

Dimostrando un cinismo che gli aveva visto solo in rarissime occasioni, le aveva detto che si sarebbe rimesso alla sua decisione. Odiava quando faceva così. Buffy si alzò con uno scatto rabbioso dalla scrivania, e andò diretta alla sala dedicata agli allenamenti per sfogarsi prendendo a pugni e calci il suo sacco, ormai al limite dell'utilizzabile.

Lo faceva con tanta forza che Angel riusciva a sentirla dalla sua biblioteca, nel seminterrato, e chiudendo il libro che stava leggendo decise di andare a vedere quale delle due donne della famiglia fosse furiosa con il mondo intero.

Non si stupì affatto di trovarci Buffy, e quando smise di tirare pugni le domandò se ora si sentisse meglio.

"Tu che dici?" rispose lei senza neanche voltarsi.

"Ancora quella faccenda di Sunnydale, vero?"

"Sì. Ancora quella. Mi dispiace di non essere algida come te, e di non saper nascondere quanto la cosa non mi piaccia."

"Buff, mi permetti di dire quello che ne penso ora?"

"Tanto lo faresti anche se ti dicessi di non farlo, quindi…"

"Ce ne siamo andati per Cathy, perché i tuoi amichetti, Giles, e tua madre non interferissero con la nostra vita. Sono passati quindici anni. Non ti sembra ora di chiudere definitivamente i conti?"

"Loro ti odiano, e odiano me perché ho preferito te a loro. Non voglio che Cathy abbia a soffrire, e venga messa in mezzo ad una lotta che riguarda solo noi."

"Deve sapere da dove viene, e deve sapere anche da dove verranno tutte le possibili minacce alla sua vita. La Bocca dell'Inferno non scherza, come tu sai piuttosto bene."

"Come pensi la prenderà?"

Domanda stupida. Di nuovo Buffy e Angel si scambiarono quell'occhiata perplessa, quando videro la reazione di Catherine alla notizia.

"Sunnydale? Ci trasferiamo sulla Bocca dell'Inferno? Grande! Ho sempre sognato farci un giro…cioè, non prendetemi per matta, è solo che sono molto curiosa al riguardo. È un centro di convergenza mistica così potente, merita uno studio. Se poi sarò veramente io la Cacciatrice di questa generazione è meglio che ne sappia di più…"

"Sa parlare amore. Glielo hai insegnato tu" sussurrò divertito Angel a Buffy, che guardava la figlia entusiasta di quella novità.

"C'eri anche tu a darmi una mano, sai?"

E alla fine dovette capitolare. Buffy Summers e Angelus di nuovo a Sunnydale. Chissà che sarebbe successo quando i loro ex amici lo avrebbero saputo.

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Cathy come al solito era arrivata tardi alla lezione della prima ora, ed era preoccupata da morire. La professoressa d'Informatica aveva fama di essere una tosta, e anche di essere una che prendeva come affronto personale il ritardo dei suoi studenti. Entrò in laboratorio silenziosa come un gatto, e ringraziando il cielo la donna, che stava scrivendo alla lavagna, non si accorse di niente. Una volta tornata alla cattedra, prese i fogli del precedente compito in classe e  cominciò a distribuirli. Pioggia scrosciante di insufficienze, tranne Cathy e altri cinque. Passando accanto a Cathy, la donna  si complimentò per l'ottimo lavoro.

"Certo, signorina Summers, se si degnasse di essere più puntuale credo che la sua media non potrebbe che trarne beneficio."

Catherine desiderò sprofondare, ma sapeva che sarebbe riuscita a farsi amica quella donna. Aveva un modo di fare che le ricordava quello di suo padre, e riuscire a far breccia in quella corazza era stata la cosa più difficile e soddisfacente di tutta la sua vita. Ci sarebbe riuscita un'altra volta, ne era certa.

Camminare per il corridoio di quel liceo le sembrava una cosa stranissima. Era come tornare indietro nel tempo, pensò mentre varcava le porte della biblioteca. Proprio come l'aveva sempre vista, niente di più, niente di meno…

"Posso aiutarti?"

Cathy sobbalzò, e si voltò verso l'uomo che aveva parlato "Lei è Rupert Giles? Il bibliotecario?"

Giles rimase imbambolato a fissare la ragazza, domandandosi come facesse a sapere il suo nome. Poteva contare sulle dita di una mano le persone che sapevano come si chiamava, e di sicuro nessuno studente.

"Sì. Ti serve qualcosa?"

"Una monografia. Su Leonardo. Dove…?"

"Terzo scaffale a destra, la in fondo."

Cathy sparì tra gli scaffali, alla ricerca, e le capitò di sentire una conversazione tra Giles e un altro uomo.

"Ne sei certo?"

"Li ho visti. Insieme. Lei che dice, Osservatore?"

"Santo cielo, non ci voleva. Non riesco a crederci, e non ci crederanno neanche loro."

"Non credo che per loro sia questa grande sorpresa. Li conoscono."

"Quei due sono imprevedibili, hai ragione."

"Non ti trattengo. Non è esattamente l'ora del giorno a te più congeniale, vero?"

"Sono le nove del mattino, praticamente ancora notte fonda per me" ridacchiò l'altro.

Cathy a quel punto fece la sua comparsa sulle scale col libro in mano, per vedere chi fosse l'interlocutore di Giles, ma l'uomo era già sparito.

"Ho trovato il libro."

"Bene, ma se non sbaglio è la prima volta che vieni. Dovrai dirmi il tuo nome e il resto."

"Catherine Anne Summers. 16, Madison street. Sono al primo anno."

"Summers?"

Furono interrotti dall'arrivo di una professoressa, così Cathy poté svignarsela prima che potesse fare qualche collegamento. La donna si avvicinò "Giles, sta bene? Sembra abbia visto un fantasma!"

"No, Willow. È solo la ragazza che è appena uscita. Mi sembrava così familiare, ma sono sicuro di non averla mai conosciuta."

"Ora che mi ci fa pensare, anch'io ho avuto questa impressione a lezione. Come si chiama?"

"Summers. Cathy Summers."

"Coincidenze, Giles. Coincidenze. Non possiamo sobbalzare ogni volta che sentiamo il cognome Summers. Buffy se n'è fregata di noi. Perché a noi dovrebbe fregare ancora qualcosa di lei?"

"Perché lei e suo marito sono di nuovo in città."

"Maledizione, l'equilibrio andrà a farsi benedire. Dobbiamo impedire loro di creare il casino di 15 anni fa."

"Willow, ricordati chi sono."

"Certo che lo ricordo" disse la ragazza uscendo. "Sono due traditori."

***

"Ecco fatto" disse Buffy sedendosi sulle ginocchia di Angel, seduto in poltrona. "Ora abitiamo di nuovo qui. Non capisco perché hai lasciato che Cathy andasse a vivere dalla zia di Kate. È ancora una bambina…"

"Meno legami ha con noi meglio è. Ricordati che se la trovano Spike e Dru…"

"O Giles e gli altri…Sì, forse hai ragione. E poi se la sa cavare, è più forte di quanto sembra."

"Tale e quale a sua madre. Sono quindici anni che devo sopportare due come voi…"

Buffy sorrise e gli diede un bacio, poi sentirono la serratura scattare. Era Cathy.

"Ma non posso lasciarvi due secondi che subito vi mettete a pomiciare?"

"Si sente che è tornata…" mormorò Buffy ad Angel, facendolo ridacchiare "Forza, com'è andata?"

"Bene. Bella scuola, bella biblioteca. Bibliotecario disponibile. Avevate ragione, è ancora Giles."

"Certe cose non cambiano mai."

"Lo conoscete vero? Sapete il suo nome…"

"Era il mio Osservatore, prima che io prendessi il volo."

"Ora capisco perché ha strabuzzato gli occhi quando ha sentito il mio cognome."

"Avrà pensato ad una coincidenza. Non sa di te."

"È per me che ve ne siete andati?"

"Lo avremmo fatto comunque, Cathy, non ti sentire in colpa. Chi altro hai visto?"

"Un'altra persona, ma per modo di dire. Parlava con Giles mentre cercavo i libri. Parlava di qualcuno che è tornato in città, ed era preoccupato. Si rivolgeva a lui chiamandolo Osservatore, magari parlavano di qualche demone. Chi può dirlo, magari inizio la mia vita qui facendo secco quel qualcuno. Oh, che tardi, devo correre al convitto per studiare. Ciao, non divertitevi troppo!" esclamò prendendo la porta.

Buffy e Angelus però non erano affatto contenti di quel che avevano saputo. Sapevano a chi si riferiva Giles.

"E bravo il tuo Osservatore. Si è svegliato quando pregavo che non lo facesse!"

"Speriamo non capitino altre complicazioni. Angel, loro sono il mio passato. Il mio futuro è con te e Cathy. Non voglio altro…"

"Buffy e Angelus sono di nuovo qui" sussurrò Willow al telefono di casa sua.

"Buffy la cacciatrice e quel Angelus? Le alleanze e l'equilibrio…"

"Già, e non voglio che vada tutto all'aria. Pensi di poterti occupare di lui?"

"Occuparmi di lui?"

"Sì, proprio in quel senso Faith. Non voglio sia più neanche una minaccia."

"Sai bene che lo farò, Willow. Ma Buffy era la tua migliore amica. Perché vuoi farla soffrire a quel modo?"

"Proprio perché è Buffy. Ti saluto, aspetterò tue notizie."

Willow a quel punto si rilassò sul divano, e riprese in mano il calice di vino che aveva poggiato sul tavolino. Improvvisamente qualcuno bussò alla porta, e ricordandosi di non aspettare nessuno prima di aprire prese in mano un paletto. Fu quasi tentata di usarlo quando vide Buffy davanti a lei, invece lo mise giù e la abbracciò stretta.

"Mio Dio! Sei tornata!"

"Quanto mi sei mancata Will…"

Le due ragazze uscirono a fare due passi, parlando un po' dei vecchi tempi. A Willow tremavano le mani a sentire quanto Buffy era stata felice, ma si impose di dominarsi.

Buffy aveva omesso volontariamente di parlare di Cathy, aveva come un sentore di pericolo nel profondo. Un brutto presentimento, che però ricacciò subito indietro. A furia di vivere con Angel, era diventata sospettosa di tutto e di tutti anche lei. Ad un certo punto Willow però si era fermata, e si era voltata a guardarla con uno sguardo di ghiaccio.

"Buffy, era ora che ci onorassi della tua presenza. Sono passati quindici anni dal giorno in cui ci hai mollati, lo sai?"

"Mi avete cacciato voi, e lo sai benissimo."

"E tu hai preferito il tuo amante a noi. E lo accetto. Angel dev'essere davvero l'essere più perfetto al mondo, e l'unico in grado di darti quello che vuoi, ma quello che non accetto, tesoro, è il fatto che mi hai lasciato qui, sola, a combattere una battaglia che invece era la tua."

"Non ho mai smesso di cacciare i vampiri."

"Il tuo posto era qui."

"Chi diavolo ti credi di essere per venirmi a dire di aver sbagliato tutto?"

"La persona che finalmente ti farà scontare tutto il male che hai fatto" e Buffy dovette piegarsi in due a causa del pugno che la donna le aveva appena tirato allo stomaco.

"Questo era per le lacrime di tua madre il giorno che hai preferito lui a noi."

"Willow, non voglio farti del male…"disse Buffy rialzandosi, e tossendo un po'. Willow allora le tirò un pugno in faccia.

"Questo è per aver ridotto Giles al fantasma di sé stesso."

E continuò a colpirla, ogni volta adducendo una motivazione: la morte di Joyce, il coma di Cordelia, la partenza di  Xander... Buffy non aveva accennato a difendersi perché non voleva alzare le mani contro di lei, perché ancora le voleva bene, ma cominciò a cambiare idea quando le vide in mano un pugnale.

"E ora veniamo a me."

Buffy a quel punto si era scagliata contro Willow, cercando di toglierle di mano l'arma, ma dovette riconoscere che i colpi che le sferrava erano frutto di un lungo allenamento. Si domandava se fosse veramente colpa sua, ma quello non era il momento e tantomeno il luogo adatto. Aveva appena cominciato a reagire, quando qualcuno alle spalle l'afferrò con forza alla vita, minacciando di toglierle il respiro.

"Era ora che arrivassi" sbottò Willow, alzandosi e levando la terra dal vestito.

"Scusa amore" esclamò Spike "Problemi con Drusilla."

Poi si rivolse a Buffy "Ma guarda chi abbiamo qui. Buffy Summers. Tu non sai da quanto tempo aspettavo questo momento…" disse stringendo la presa, e strappandole un gemito di dolore.

"Ti dispiace se resto?"

"Davvero vuoi, Willow? Dio, è colpa mia, ti ho fatto diventare quella che sei…e mi piaci ancora di più" e piantò le sue zanne nel collo di Buffy. La lasciarono in fin di vita a terra, con il pugnale nell'addome per confondere le acque. Idea di Willow, che poi le si avvicinò per dirle qualcosa.

"Questo in verità era un ringraziamento. Mi ha fatto diventare quella che sono, devo ringraziare solo te per questo. Ma ora non mi servi più."

 

Angel era nell'ala rianimazione dell'ospedale, cercando qualcuno che potesse andargli bene come cena, quando si accorse che due medici stavano correndo giù. Parlavano di una ragazza brutalmente aggredita e in fin di vita al Pronto Soccorso. Non sapeva perché si sentisse tanto agitato e spaventato, o perché corse giù anche lui, ma trovò la risposta appena vide Buffy sul lettino, attorniata da medici urlanti che stavano cercando di salvarle la vita. Lo sguardo di Angel continuava ad andare dall'ECG al viso di Buffy, e viceversa, fino a quando non vide che il tracciato era diventato piatto. E allora sembrò che il tempo si fermasse. Osservò come pietrificato i medici determinare l'ora del decesso, e uscire arrabbiati con sé stessi per non essere riusciti a salvare quella giovane donna. Quando non ci fu più nessuno, entrò.

Sembrava dormisse, non sembrava diversa da tutte le volte che l'aveva vista al mattino, prima che lei si svegliasse e gli facesse un sorriso. Ma stavolta quel sonno di morte era eterno, e i suoi occhi verdi non avrebbero mai più incrociato i suoi.

"Mi scusi, non può stare qui" disse un'infermiera entrando. "Solo la famiglia…"

"Sono io la sua famiglia, maledizione!" urlò lui furioso, facendo scappare la donna.

Poi lo sguardo tornò a guardare il viso di Buffy, e si addolcì all'istante "Sono io la tua famiglia, ora e per l'eternità."

Le carezzò i capelli, e depose un bacio sulla sua fronte. Poi uscì dall'ospedale.

Doveva dirlo a Cathy, e preferì non usare mezzi termini o inutili giri di parole.

Cathy, tua madre è morta, ecco quanto le aveva detto, e le parole avevano attraversato la mente della ragazza come una lama, facendola crollare in lacrime tra le braccia del padre, e poi scappando via.

Angel allora si era seduto in poltrona, la stessa dove quella mattina Buffy gli aveva detto che il suo futuro era con lei e Cathy, che non voleva altro dalla vita…

Fu in quell'istante che realizzò di stare piangendo.

CAPITOLO 4

Quando Cathy aveva fatto ritorno a casa del padre per vedere come stava, aveva trovato la casa vuota. Angelus era uscito a caccia, ma ogni volta che cercava di attaccare una donna era il viso di Buffy che vedeva. Più cercava di levarsi dalla testa la visione di lei morente, più questa ritornava, sempre più forte e vivida. E fu in quello stato che incontrò l'ultima persona che si sarebbe sognato di incontrare. Drusilla.

Era cambiata, non aveva più lo stesso sguardo che aveva un tempo, e il suo sorriso aveva lasciato il posto ad una espressione malinconica che Angelus non ricordava di averle mai visto.

"Il mio angelo…quanto ho aspettato il tuo ritorno."

"Salve anche a te, Drusilla."

La vampira gli si avvicinò, e gli mise una mano sul cuore chiudendo gli occhi "Lo sentivo, hai perso una parte di te. La Cacciatrice non cammina più in questo mondo, è così?"

"Le tue visioni non hanno mai sbagliato."

"Vattene finché sei in tempo, Angelus. Questa città non è il posto che ricordi."

"Che è successo?"

"Spike è stato molto cattivo con me" disse piagnucolando. Poi la sua voce diventò carica d'odio "Lui e la strega dai capelli rossi…credono che non sappia. Credono che non li veda, che non li senta quando sono insieme. Ma io invece so tutto. Lei lo ha convinto che sono solo una povera pazza, che sono indegna di lui…"

"Strega dai capelli rossi?"

"L'amica della Cacciatrice. Parlavano di voi, lei e Spike. La strega era furiosa perché il suo mondo rischiava di andare in pezzi a causa vostra. La morte di Buffy sarebbe stata un buon monito per te."

"Sono loro i responsabili."

"Spike non voleva, e aveva ricordato a Willow chi fosse Buffy. Lei invece gli ha ricordato chi era lui. La magia della rossa…ecco la causa di tutto quello che succede. Non ha anima, per il potere l'ha venduta da molto tempo."

"Non posso crederci."

"Ma sai che è vero. Sai che non ti ho mai mentito in vita mia. La mia infelicità è la tua…e la sua."

"Che vuoi dire?" esclamò Angelus sorpreso. Possibile che lo sapesse?

"Voci nel vento me l'hanno bisbigliato. Mi hanno sussurrato di Catherine. Hanno detto che lei è molto importante e che cambieranno molte cose."

Drusilla ritornò a casa silenziosamente come ne era uscita. Non che Spike prestasse attenzione a quello che faceva, ultimamente. Camminando per il salone, notò sul tavolo una bottiglia di cognac e due bicchieri ormai vuoti, e delle risatine soffocate dal piano di sopra. Prese un bicchiere in mano, osservandolo controluce, e trovando tracce di rossetto lo scagliò in preda alla rabbia contro il muro.

Angelus dopo l'incontro con Drusilla aveva deciso di tornarsene subito a casa. Cathy di sicuro era ancora lì. E se quello che Drusilla aveva detto era vero, sua figlia doveva fare attenzione, e lui avrebbe dovuto starle vicino.

Ad un tratto un dolore lancinante lo fece cadere in ginocchio. Una freccia, che l'aveva colpito vicino al cuore. Aspettò che il dolore si calmasse un po', ma quando provò a rialzarsi si accorse che le gambe non lo sostenevano più. Un dolore sordo poi cominciò a diffondersi dalla ferita, quasi accecandolo. Faith dall'alto del palazzo da cui aveva scoccato la freccia abbassò la balestra e rimase a guardare la scena impassibile. Vampiro, umano, demone… Non le era mai interessato chi fosse il suo bersaglio. Minacciava l'ordine costituito, e tanto bastava.

Mentre guardava la sua vittima torcersi in agonia, si accorse anche di un'altra figura nella strada, appena uscita di casa. Una ragazzina. Faith alzò gli occhi al cielo. Maledizione, non ci voleva!

Cathy si era appena svegliata, e dato che il padre non era ancora tornato aveva deciso di tornarsene a casa. Mentre camminava, si accorse di un uomo a terra, e corse da lui per aiutarlo. Quando vide che era suo padre, e quello che gli era capitato, iniziò ad avere paura.

"Mio Dio… Che ti hanno fatto…"

"Cathy…"

"Shh, non parlare. Sei stato avvelenato, devi conservare le forze…" e sollevandolo ruppe la freccia per estrarla. Annusò la punta, e riconobbe il veleno. Suo padre glielo aveva mostrato una volta, e gli aveva detto come uccideva, e l'unica cura. Il sangue di una Cacciatrice.

"Papà, stammi a sentire, l'unico modo per guarire è il mio sangue."

"Che cosa?"

"Devi mordermi, ora" disse la ragazza scostando i capelli dal collo e avvicinandosi a lui. Angelus però non aveva nessuna intenzione di farlo, neanche per salvarsi la vita. Sapeva cosa sarebbe potuto succedere se solo si fosse lasciato andare, e non poteva permettere che Cathy facesse una pazzia del genere. Cathy piangeva a dirotto, supplicava il padre di morderla e di salvarsi la vita, non voleva perdere anche lui, ma fu tutto inutile. Sentì Angelus abbandonarsi tra le sue braccia, e comprese che era finita. Suo padre se n'era andato.

Ora era sola. Nel silenzio risuonarono i suoi singhiozzi, fino a quando non sentì uno sguardo gelido sulla schiena, e si voltò. Faith quasi sobbalzò. Quella ragazzina aveva percepito la sua presenza, quando di solito nessuno ci riusciva. Si guardarono negli occhi per un istante lungo una vita, poi Faith svanì nel nulla, portando con sé quegli occhi scuri pieni di lacrime e di dolore, ma anche di odio. Uno sguardo che l'aveva fatta rabbrividire.

***

"Missione compiuta."

"Difficoltà? Ti ha visto qualcuno?"

"No, nessun problema. Solo una ragazzina. Ha tentato di salvarlo. E ha detto di essere la Cacciatrice."

"Quei bastardi del Consiglio non possono averti tolto l'incarico. Sei tu."

"Sono solo una sostituta. Buffy e Kendra erano le Cacciatrici ufficiali."

"Se lei sparisce però lo diventeresti."

"No. Non mi chiederai questo."

"Non mi pare tu ti sia fatta molti scrupoli. Cordelia è stato un tuo lavoro. Malvagia, ma umana."

"Era una minaccia, avevi ragione tu. Ma quella bambina… lei potrebbe distruggere me e te con niente, ne sono certa. Tu non hai visto i suoi occhi."

"Non ci credo. Hai paura di lei?"

"Mi ha fatto rabbrividire. Non è una cosa che di solito l'ultima arrivata riesce a fare, umana o demone che sia."

"Com'è?"

"Biondina, occhi scuri, una croce d'argento. Non molto alta."

"Una tipica californiana. Trovarla non sarà facile."

"Trovarla sarà fin troppo facile, fidati di me" disse Faith e interruppe la telefonata.

Willow era seduta in biblioteca, aspettando Giles. L'uomo le aveva detto che c'erano grosse novità. Willow dal canto suo sapeva già quale poteva esserne una. La morte di Angelus per mano di Faith era stata veramente un capolavoro. E aveva liberato Spike dai suoi complessi d'inferiorità una volta per tutte. Ora sarebbe stato il turno di Drusilla. Le sue doti di veggenza e la sua pazzia la rendevano pericolosa come Buffy. Ed era stufa di vederla sempre in giro per casa come uno spettro quando passava la notte con Spike.

Tutto questo sotto il naso di Giles. Povero stupido, s'illudeva di avere ancora lui il controllo, ma non era altro che un burattino nelle sue mani. Esattamente dal giorno in cui si era svegliata e aveva deciso che non sarebbe mai più stata al di sotto di qualcuno, ma che sarebbe stata lei ad essere al di sopra degli altri.

"Willow, ora che Buffy è morta ci sarà una nuova cacciatrice."

"Poco ma sicuro. E scommetto che è Faith."

"Faith è una brava ragazza, ma non è quello che il Consiglio ha deciso. La nuova cacciatrice è una mezzosangue. E quando c'è da scegliere tra una cacciatrice umana e una mezzosangue, si predilige sempre quest'ultima."

"Faith merita il posto di Buffy! Ce l'hanno mandata alla morte di Kendra, e deve essere lei!"

"Mi dispiace, so che siete amiche, ma così è deciso. Cathy Summers è la nuova cacciatrice."

"Catherine? Catherine Summers una mezzosangue?"

"Strano ma è così. Non mi hanno voluto dire però chi sono i suoi genitori."

"Ha importanza?"

"Non credo, ma sapere se ha avuto una famiglia alle spalle o se è da sola ci avrebbe aiutato…"

"Credo sia da sola. Mai visto nessuno riconducibile ad una famiglia, vive con una vecchia signora sulla Sesta, un’amica di amici di famiglia."

"Ora dovremo avvicinarla e dirle tutto."

"Non si preoccupi, posso farlo io. È una mia studentessa, ricorda?"

A lezione però Cathy non si fece vedere né quel giorno, né i successivi. Era nell'appartamento di suo padre, rannicchiata sul letto, senza riuscire a fare altro se non piangere. Non mangiava, non dormiva, continuava a ripensare a quanto era successo in quella notte. Lasciarsi andare pareva così facile… ma qualcuno non era della stessa opinione. Quando riaprì gli occhi si trovò di fronte una donna vestita di bianco con i capelli neri, che non aveva mai visto prima.

"Ciao Catherine. Finalmente ci incontriamo."

"Chi sei?" esclamò Cathy, mettendosi a sedere e asciugandosi gli occhi.

"Il mio nome è Drusilla. Tuo padre era il mio sire."

"Come fai a sapere il mio nome?"

"Lo so da molto tempo. Ti ho vista ancora  prima che tu nascessi, e che i tuoi genitori sapessero l'uno dell'altra. Eri in quella chiesa, e mi fissavi, mentre Angelus mi rendeva quella che sono. È da allora che ti aspetto."

"Perché non hai parlato allora? Sono certa che Spike sarebbe stato estremamente felice di prendersi una tale rivincita su mio padre."

"Tu ed io siamo legate, ed il legame di sangue è più forte di quello che lega un vampiro al suo sire. Lui è la mia creatura. Tu sei mia sorella."

"Angel ci lega, questo è innegabile. Voglio sapere chi l'ha ucciso e perché. Puoi aiutarmi?"

"Sai già che lo farò."

E così avevano cominciato ad incontrarsi tutte le notti. Spike aveva commesso con la sua ex fidanzata un grosso errore di valutazione, Drusilla sapeva tutto quello che succedeva ed era tutto fuorché la povera pazza che Willow credeva. Catherine era convinta di riuscire a farla tornare quella che era. Avevano sofferto tutte e due quasi per gli stessi motivi, poteva capire quel che provava meglio di chiunque.

"Cathy?"

"Sì, Dru?"

"Ti sembrerà stupido, ma… ti mancano i tuoi genitori?"

"All'inizio pregavo che qualcosa arrivasse e uccidesse anche me, per porre fine alle lacrime e allo strazio che avevo dentro. Ora va un po' meglio. Sopravvivo, ecco la parola giusta."

"Io quasi impazzii dal dolore. Letteralmente. E il resto le fece Angelus quando mi trovò in convento. Stai attenta, ora lei sa che sei la Cacciatrice, e non ne è felice."

"Lei chi?"

"La donna che mi ha rubato il mio Spike. Quella perfida maestrina me la pagherà."

"Come si chiama?"

"Tu la conosci già. Willow Rosemberg."

"Come, scusa?"

"È la responsabile di tutto quello che è successo qui. Della morte di tua madre, e di quella di tuo padre, anche se indirettamente."

A Cathy sembrò che il cielo le cadesse addosso. Era la persona che più ammirava, che voleva fosse fiera di lei. Ora scopriva che era la mandante degli omicidi dei suoi genitori. E desiderava dannatamente mettere le mani intorno a quel collo…

Senza notare lo sguardo fisso nel vuoto di Cathy, la vampira continuò a parlare.

"Vuole proteggere l'equilibrio… strana parola in bocca ad una come lei. Vuole solo proteggere il suo regno di terrore. Suo e di Faith."

"Faith?" esclamò Cathy.

"Una sostituta di Buffy. Quando lei e Angelus se ne andarono, arrivò Kendra. Morta Kendra, toccò a Faith. Era totalmente diversa dalle prime due, Giles capì al volo che razza di doppiogiochista fosse. Lavorava con lui, ma riferiva tutto al Sindaco Wilkins. Morto il sindaco, cominciò a sbrigare il lavoro sporco che Willow le affidava. Interrogatori, omicidi, rapimenti… non ha mai fallito una missione. Dev'essere diventata viola quando avrà saputo di non essere la nuova cacciatrice."

"L'hai mai affrontata?"

"No, e non ci tengo. Non sono ansiosa di morire."

"Dru, io ho un piano. Questa città così non mi piace. Facciamola tornare come prima, ti va?"

"D’accordo. Chiedi pure."

"Ho bisogno che tu faccia una cosa per me."

 

Si erano salutate, e poi ognuna aveva preso una direzione diversa. Cathy era andata al cimitero, a far valere i suoi diritti di cacciatrice in carica. C'era una banda di mezze tacche, appena risorti, e lei si ricordò di aver sentito da sua madre di un massacro avvenuto al Bronze tempo prima. Eccone il risultato. Dopo aver impalettato l'ultimo, sentì un applauso e dei passi.

"Congratulazioni, piccola. Rapido e oserei dire indolore. Ma quelli erano solo deficienti."

"Come tutti i vampiri di questa città quando fanno l'errore di rompermi le scatole. Tu per primo."

Spike rise. "Degna di Buffy questa battuta. Ci voleva una cacciatrice con spirito da queste parti. Kendra era così seria e silenziosa, e Faith… beh, è uguale. Forse peggio. Mi mancava tutto questo… preferisco uccidere quelle come voi, con le altre non c’è soddisfazione!"

"Io invece non ho preferenze, pensa un po'. Mi bastano le tue zanne. Lasciami indovinare… sei William il Sanguinario?"

Spike abbozzò un inchino, fingendo di togliersi un cappello "Per servirvi, madamigella Catherine."

"Dato che sei del posto farò a te questa domandina. C'è modo di uccidere qualche demone per svago in questo buco di mondo?"

La guardò mentre si avvicinava a passi lenti e misurati, con un finto sorrisetto innocente. Spike ora iniziava a non sentirsi più tanto sicuro… Quel modo di fare lo irritava particolarmente. Era quello che Angelus faceva quando si divertiva a giocare con le sue prede, una volta messe con le spalle al muro.

"Dimmi un po' Spike… ti piace la tua vita?"

"Immensamente. Uccido, mi diverto, ho potere, eliminerò alla fine di questa conversazione la mia quinta Cacciatrice…"

"La tua amante ha potere. Tu vivi nella sua ombra. Lo hai fatto fin dagli inizi della tua vita da vampiro, e sempre lo farai. Non hai il fegato di prendere iniziative."

Spike le fece un altro piccolo applauso "Sai scavare nelle persone, ma con me è fatica sprecata. Angelus ti ha istruita? Se non sapessi che è impossibile giurerei che siano proprio i suoi occhi a fissarmi. Gli stessi, precisi occhi scuri."

"Sì, sono in molti a dire che ho gli occhi e il modo di fare di mio padre…"

Spike rimase letteralmente a bocca aperta. Willow gli aveva accennato che della nuova cacciatrice non si sapeva niente, ma che fosse figlia di Angelus… e se lui era il padre, era inutile chiedersi chi fosse la madre.

"…e che tutto il resto l'ho preso da mia madre. Buffy Anne Summers. Ti dice niente? Dovrebbe. L'hai uccisa tu."

"E scommetto che la vuoi vendicare."

Cathy alzò le spalle. "Ho tutto il tempo che voglio. E mi aspetto tu riferisca questa conversazione alla tua amante. In fondo sei il suo lacchè…ops, volevo dire socio."

***

"…e mi ha definito il tuo lacchè. Quella ragazzina provoca e si fa odiare…un comportamento degno di Angelus" disse Spike a Willow, davanti un bicchiere di cognac.

"A proposito di persone che si fanno odiare, dov'è sparita la moretta? Non gira più per casa come un fantasma affranto?"

"Non mi interessa cosa fa Drusilla. Mi piaci tu."

"Continua il tuo racconto, amore."

"Arriviamo alla parte più interessante. Non assomiglia ad Angelus per puro caso, o perché è stato suo maestro. Catherine era sua figlia. Ti lascio indovinare chi era sua madre."

"O mio Dio…"

Cathy figlia di Angelus e Buffy? Pareva incredibile. Cathy aveva quindici anni ed era nata a dicembre. Buffy se n'era andata a giugno. Doveva già essere incinta, allora. E forse proprio per questo se n'erano andati.

Buffy non le aveva parlato di Cathy. E nessuno sapeva niente che potesse collegarla a loro. Viveva da loro, ma si faceva sempre trovare nella sua stanza in affitto, per cercare di tenere divise le sue due vite. Se non avesse dato a Giles l'indirizzo sbagliato non ci sarebbe arrivata.

"Bisogna riconoscerlo, Angelus e Buffy sapevano come mantenerli i segreti. La piccola deve ancora imparare l'arte."

"Fatica inutile. Cathy farà la loro stessa fine. Ma non subito. Credi di poter aspettare un po'?"

"E tu cosa mi dai in cambio?"

Willow l'aveva baciato appassionatamente, lasciandolo senza fiato, e poi si era alzata per andarsene.

"Ricorda. La piccola è tua, ma non subito. Giles deve ancora conoscerla, è il suo Osservatore del resto. E io devo fare la commedia."

Il mattino dopo Cathy tornò a scuola, e Willow corse da Giles ad avvertirlo.

"Giles, è ritornata. La porterò in biblioteca…"

"Non serve. Io e Catherine abbiamo avuto già modo di conoscerci. È veramente una brava ragazza, ligia al dovere. Un ottimo addestramento alle spalle, ringraziando il cielo. Sono vecchio per queste cose."

"Quando?"

"Ieri sera. Prima di andare a caccia."

"Che ne pensa?"

"Che i vampiri di questa città hanno smesso di fare la bella vita, a cominciare da Spike."

"È così brava?"

"È determinata. Le cose finalmente torneranno a posto. Willow, il tuo lavoro e quello di Faith è stato encomiabile, ma ora finalmente potete tornare alla vostra vita. Catherine è, per usare il linguaggio dei giovani, una veramente tosta."

Appena uscita dalla biblioteca, prese il cellulare in mano e trovata una aula vuota chiamò la sua amica.

"Sì?"

"Faith?"

"Angelus è morto. Buffy è morta, anche se non per merito mio. Non sono la Cacciatrice di questa generazione. Me ne vado, Will, torno a Boston."

"Faith, no. Ho ancora bisogno di te. Sei l'unica amica fidata che ho. E c'è un ultima cosa che tu devi fare per me."

"Sentiamo."

"La ragazzina che hai visto. Levamela di torno."

"Sai perlomeno come si chiama?"

"Cathy. È una che sa troppo. Sa come è andata, ti ha visto, e sa anche come è morta Buffy. Se parla sono morta io, e anche tu."

"D'accordo. Considerala già sistemata."

"Fa un buon viaggio."

"Grazie."

Trovare una quindicenne bionda, con gli occhi scuri, non molto alta di nome Cathy sarebbe stato un compito non molto facile. Solo il fatto che fosse la cacciatrice poteva semplificare le cose, ma al cimitero non l’aveva trovata.

Non sapeva dove cercarla, e tentò al Bronze. Ce n'erano almeno venti che corrispondevano a quella descrizione, quando all'improvviso una di loro attirò la sua attenzione, e lei la sua. Tra Cacciatrici bastava uno sguardo per riconoscersi.

"Cathy, suppongo."

"Tu hai ucciso Angelus."

"Minava l'equilibrio di questa affascinante cittadina."

"Cosa che so fare anch'io, vedrai."

"Tu credi, piccola?"

"Non parlo a vanvera. Tu vuoi uccidermi, e so chi te l'ha ordinato. Ma tu sai chi sono, e la cosa non ti va proprio a genio. Vero?"

"Lo ammetto."

"E cosa vuoi fare?"

"Vattene. Non voglio rivedere la tua faccia in questa città. La prossima volta non sarò tanto generosa" e detto questo se ne andò.

Catherine tornò al suo tavolo, dove l'aspettava Drusilla. La ragazza le chiese com'era andata, e Cathy le riportò la conversazione per filo e per segno.

"Indovino. Faith."

"Cosa vuoi fare?"

"Di sicuro non scapperò."

"È strana. Io stessa faccio fatica a capire cos'abbia dentro."

"Sta con Willow. Willow ha fatto uccidere i miei genitori. Faith ha ammazzato mio padre e potendo avrebbe fatto lo stesso con mia madre. Faith è una nemica. Che cosa ti sfugge?"

"È una sensazione. Potrei sbagliarmi."

"Hai fatto quel che ti ho chiesto?"

"Ha fatto un infarto quando mi ha visto, ma è d'accordo su tutto. Ma c'è un'altra cosa che ho fatto. Ho domandato della maledizione."

"Che ti frulla in testa, Dru?"

"È quanto ho visto. L'unica strada perché la storia possa compiersi ed arrivare a chiudersi."

"Ha ancora il rituale?"

"Non ha mai detto a nessuno di avere con sé quel disco. Ti puoi fidare."

"Bene. Diamo alla strega quel che si merita."

Willow quel giorno non aveva lezione, ma Giles aveva lo stesso insistito perché aveva qualcosa di importante da dirle. La donna accettò di venire nel tardo pomeriggio. Era così di buon umore…tutti i suoi nemici erano morti, niente minava la sua persona, ed era una splendida giornata. Che poteva succedere ancora?

La sua domanda trovò una stupefacente risposta appena varcata la soglia della biblioteca. Catherine, seduta di fronte a lei, con un sorrisetto divertito in faccia.

"Willow. Sorpresa di vedermi?"

CAPITOLO

La sua domanda trovò una stupefacente risposta appena varcata la soglia della biblioteca. Catherine, seduta di fronte a lei, con un sorrisetto divertito in faccia.

"Willow. Sorpresa di vedermi?"

"Io non capisco."

"Piantala di prendermi in giro, non sono stupida. So cos'hai fatto ai miei genitori. Dimmi, perché non te l'ho ancora fatta pagare?"

"La figlia di Buffy e Angel. Ma chi l'avrebbe mai detto."

"Ho passato la vita a prepararmi per il momento in cui sarebbe toccato a me difendere il mondo. Ore e ore spese ad imparare dai miei genitori. Ma mai, mai in nessuna delle mie fantasie, ero arrivata a concepire una realtà tanto assurda. Che cosa ti ha spinto a tanto, Willow? Il brivido del potere? Il fatto di voler dimostrare di essere anche tu all'altezza di Buffy? O semplicemente è quello che hai sempre voluto? Ti prego, dimmelo. Sono molto curiosa."

"Allora, principessina, com'è stato vivere col più spietato del vampiri e la più abile delle cacciatrici? Il potere di cui parli scorre nelle tue vene. Non hai fatto niente per meritarlo. Io ci ho messo la vita, ho sacrificato tutto, tutto! E ci vuole ben altro che una ragazzina come te per mandarmi in crisi."

"Vuoi eliminarmi? Fa pure, ci puoi tentare. Ma ti consiglio di non fallire…ho preso da mio padre più di quanto credi. E non sono sola in questa città."

"Oddio, sto tremando. E chi sarebbero, questi amici? Ragazzini? Vampiri?"

"No."

E Willow si trovò alle spalle Giles e Drusilla. Ma la cosa non la spaventò più di tanto.

"E io che pure mi stavo preoccupando. Una pazza e un povero imbranato. Tesoro, me li mangio a colazione. Concordi, amore?"

E dal soppalco fece la sua comparsa Spike "Sono d'accordo. Cos'hai in mente per loro?"

"Ancora non lo so."

"Se vuoi ho un suggerimento" esclamò una voce di donna, dagli scaffali. Sentirono un rumore di tacchi, e una donna vestita di rosso scese le scale insieme al vampiro.

"Glory. Quale onore."

"Allora, come vanno le cose?"

"Direi che procede tutto alla grande."

"Glory…colei che non può essere nominata…"

"Complimenti piccola. Sai di me."

"Ti stupirebbe vedere quante cose ci sono nei testi di mio padre su di te."

"Quanto siamo impertinenti! Mi piace. Ma sei un ostacolo ai nostri piani, quindi dovrò ucciderti. E anche i tuoi amici. Scusa, ma sai com'è quando due dee si mettono insieme…"

Giles, Drusilla e Cathy si voltarono con aria interrogativa verso Willow, che sorrise e avanzò verso Glory.

"Esatto. Dea. Il Sindaco non era l'unico di queste parti ad avere progetti ambiziosi, o la possibilità di leggere i rituali dell'Ascensione. Una volta dopo averlo ucciso me li sono presa e ho cominciato il percorso. E  stanotte a mezzanotte, la Bocca dell'Inferno si aprirà, e io e Glory entreremo in trionfo nel nostro nuovo regno, trascinando con noi questa inutile città!"

"Mancate solo voi. Il sangue di colui che crede, di colei che vede nel futuro, e di colei che è bene e male nello stessa persona. Sapevamo che Faith non avrebbe avuto il fegato di levarti di mezzo. Ha ancora reminiscenze del suo passato di Cacciatrice, unica sua debolezza."

"Toglietemi una curiosità, tutti e tre. Ammesso e non concesso che noi riusciamo a rendervi innocui, c'è qualcosa che vi può uccidere?"

"Forse, Cathy. Ma anche se esistesse? Tu morirai stanotte."

"Non esserne troppo sicura".

Quando sentirono la corda dell'arco tendersi, e il rumore della freccia scoccata, si resero conto che qualcuno aveva appena deciso di cambiare schieramento. Spike finì in polvere prima che potesse fare qualsiasi movimento e Willow e Glory furono le sue prossime vittime.

"Mai fidarsi di una doppiogiochista incallita, Willow. Specialmente dopo aver ammazzato la persona a cui più teneva al mondo" sussurrò Faith.

La donna poi scese lentamente le scale, e si mise davanti a Cathy "Me lo sentivo che tu sei una che fa quello che vuole. Grazie per le frecce di Aeghon. Dove hai trovato delle armi tanto antiche?"

"Vattene."

"Ti ho appena salvato la vita. Merito almeno un minuto d'attenzione."

"So che volevi Willow morta per quanto ha fatto a Wilkins. Bene, i nostri interessi sono coincisi. Ma io non ti devo niente. Vattene. Non voglio più rivedere la tua faccia qui, altrimenti ti ucciderò."

"Piccola, prima di farlo forse posso fare qualcosa per te."

"Non credo."

"Io invece credo di sì."

Faith sorrise a Giles, poi prese la porta e se ne andò.

"Bene signor Giles. Che ne dice di raccontarci tutta la storia dall'inizio?"

"La storia, Cathy, inizia quando i tuoi genitori se ne andarono da qui. Perso il nemico, e il loro leader, cominciò un periodo di anarchia totale. Willow una notte venne gravemente ferita, e rimase un mese in coma. Quando si risvegliò era cattiva, fredda, solitaria. Solamente molto in seguito scoprii che era l'amante di Spike, e che era un'adepta del sindaco, come Faith. Willow però non voleva dividere il potere con nessuno, e lo uccise convincendo Faith a lavorare per lei. Da quel giorno Faith ha fatto il doppio gioco con me, informandomi di tutto e cercando di salvare le persone che Willow voleva morte. Alcune volte arrivavamo in tempo, altre no. Poi scoprimmo i Libri dell'Ascensione, e quella donna chiamata Glory. Ma a differenza di te, io non sapevo neanche della sua esistenza."

"E in mezzo a questa sorta di guerra fredda durata quindici anni siamo arrivati io e i miei."

"Il colpo dal cielo che Willow non voleva. La coppia reale di Sunnydale era ritornata dal suo esilio volontario. Subito avvisò Faith, ma Faith rimaneva una Cacciatrice e ammazzare una collega…diciamo che non la stuzzicava l'idea. Allora passò il testimone a Spike."

"Però mio padre l'ha ucciso. E può essere anche un'alleata, ma per questo io la voglio morta."

"Lasciami finire, e comprenderai tutto. Nervosetta come Buffy, eh? Continuiamo. Lei aveva previsto tutto, ma non te. A differenza di lei, io e Faith sapevamo di te."

"Perché non avete impedito ai miei genitori di tornare allora, se eravate in contatto?"

"Non ci avrebbero ascoltati. Credo tu sappia quanto sono testardi."

"Sì, è vero."

"Avremmo voluto metterti al corrente di tutto, ma non riuscivamo mai a trovarti. E non potevo immaginare che una certa vampira qui presente lo avesse già fatto."

"Che razza di doppiogiochista! Chi l'avrebbe mai detto…credo che questo suo lato oscuro sarebbe piaciuto a mio padre. Molto."

"Ora Willow, Spike e Glory sono morti, le frecce di Aeghon erano l'unica cosa che potesse uccidere delle divinità. Mi spieghi come le hai trovate, Catherine?"

"Mio padre era un collezionista di armi antiche."

"Perché parli al passato? Non credo sia un hobby che lascerò perdere."

Cathy a quel punto si alzò di scatto, facendo cadere la sedia. Suo padre era appena entrato, e Cathy non riusciva a credere ai suoi occhi.

"Papà…tu…tu sei…"

"Lo hai detto tu stessa, Catherine. Sono troppo forte per chiunque."

Cathy era corsa tra le sue braccia, e Giles si stupì di vedere da parte di quel vampiro qualcosa di riconducibile ad una manifestazione d'affetto diversa dalle sue solite.

"Ma io ti ho visto morire."

"Hai visto quello che Faith ha voluto farti vedere."

"Se ora mi dici che Faith è amica tua e della mamma mi metto a urlare."

"Non di vecchia data. L'abbiamo conosciuta circa un anno prima del suo arrivo a Sunnydale."

"E fare in modo che vi dicesse come le cose andassero pareva brutto, immagino."

"Era troppo rischioso. Lei non poteva lasciare Sunnydale, e loro Los Angeles. E Willow da quella paranoica che era controllava tutto e tutti. Una sorta di Grande Sorella" spiegò Giles.

Solo in quell'istante Angelus realizzò che seduta accanto a lui c'era Drusilla. O almeno qualcuno che le somigliava. Aveva i capelli più corti, niente vestiti lunghi, e aveva uno sguardo di sfida nei suoi occhi.

"Drusilla. Cambiato look?"

"Sono cambiate molte cose."

"Faith mi ha detto che Giles ti ha maledetta. Mi dispiace."

"A me no. Così doveva essere, e così è stato."

"Tutti ti eviteranno come la peste."

"Ci sono abituata. E poi neanche tu sei così popolare qui."

"Portami rispetto. Sono e rimango il tuo sire."

"Vedremo."

Angelus schiumava di rabbia nel vedere la sua creatura ribellarsi a lui, ma in un certo senso ne era anche contento. Ora se la sarebbe cavata da sola, e dalle occhiate che Cathy e Dru si lanciavano c'era solo da immaginare cosa avrebbero combinato insieme.

"Cathy, c'è il tuo zampino?"

"Io le ho solo bruciato i suoi vestiti. Il resto l'ha fatto da sola."

"Signor Giles, complimenti. Ma non si azzardi a farmi questo scherzo, sarebbe morto prima che riuscisse a pronunciare una sillaba."

"Me lo ricorderò."

"A proposito, mi stavo dimenticando. C'è una sorpresa per te, piccola."

"Che genere? Mi piacerà?"

"Ne sono convinto."

Non poteva esserci cosa che Cathy desiderasse di più. Angelus aveva condotto lei, Giles e Drusilla fino all'ospedale, in una stanza del reparto Terapia Intensiva, dove videro Faith, accanto a un letto, parlare con una biondina. La ragazza sembrava debole, ma era viva, senza ombra di dubbio.

Faith si accorse della loro presenza e venne loro incontro.

"Te l'avevo detto che potevo fare ancora qualcosa per te."

"Come…?"

"Merito di una dottoressa molto scaltra di nome Erickson, e di un farmaco che stava analizzando per conto del Consiglio in grado di sospendere le funzioni vitali senza provocare danni a livello neurale. Quando l'ha riconosciuta ha pensato bene di aiutarla a sparire dalla circolazione."

"Farò una statua a quella dottoressa. Ma…sta bene?"

"È debole, ma si sta riprendendo."

Cathy andò da Buffy, e si sedette vicino a sua madre per parlarle un po', appena avesse riaperto gli occhi.

Intanto Angelus aveva abbracciato Faith, ringraziandola di quanto aveva fatto, e la ragazza riferì anche a lui la sua intenzione di trasferirsi a Boston.

"Una Cacciatrice va bene, due possono lavorare in maniera ottimale, ma tre…no, tre in questo caso è tutto tranne il numero perfetto."

 

"Sicura?"

"Va da tua moglie e non rompere le scatole a me."

Presa poi la sua borsa Faith uscì dalla stanza, diretta all'aeroporto… e decisa a non tornare in California almeno per un decennio.

 

Buffy era uscita dall'ospedale qualche giorno dopo, e lei e Angelus avevano traslocato nella ex dimora di Spike e Drusilla. Era diventato ancora più protettivo di prima nei suoi riguardi, e Buffy non poteva certo dire che non le facesse piacere. Aveva ripreso ad insegnare, e Cathy aveva ripreso a lagnarsi riguardo al fatto di avere sua madre nello stesso liceo. Giles finalmente aveva deciso di andare in pensione, e di raggiungere Joyce in Florida. Bisognava trovare un nuovo bibliotecario, qualcuno che sapesse chi era Cathy, e che conoscesse tutta la storia. Fu proprio Giles a fare a Cathy, Angelus e Buffy il nome di Drusilla. Dopo essere tornata in sé, si era buttata a studiare in una maniera che aveva lasciato Giles di stucco. In breve gli era stato possibile intavolare con lei discussioni che potevano andare avanti intere nottate, e spesso scopriva che ad essere dalla parte del torto non era Dru. Una volta Cathy li aveva sorpresi a litigare, e ridendo aveva chiesto se c'era la possibilità che si scannassero l'un l'altra.

Dru aveva accettato, pregustando il momento il cui nuovo Osservatore sarebbe arrivato. Lei e Cathy progettavano già di farlo scappare. Da quanto avevano saputo pareva si chiamasse Wesley Windham - Pryce.

Tutto era tornato come doveva essere. Erano mutati i giocatori, ma non la loro missione. Il periodo della guerra fredda, come l'aveva definito Cathy, era terminato. Tutto era tornato nelle mani di chi poteva farcela a mantenere l'ordine e ad evitare un'altra apocalisse. La Cacciatrice era di nuovo in città.

 

 

FINE