AS DARKNESS SEDUCES
Di Jade
Disclaimer: I
personaggi appartengono tutti a Joss Whedon e alla Mutant Enemy, eccetto quelli
che non riconoscete, che appartengono a me.
Rating: PG-13
Personaggi/Pairing: Buffy/Angelus, Catherine
(OC), Scooby Gang
Sommario: Angelus
e Buffy intrecciano una relazione, e decidono di lasciare Sunnydale insieme.
Quindici anni dopo però decidono di fare ritorno in città con loro figlia
Catherine… ma la gente di Sunnydale ha la memoria lunga, e un’incredibile
talento per ricordare i torti subiti, specialmente da una certa ex Cacciatrice.
Note: AU,
ambientato durante la seconda stagione.
***
CAPITOLO 1
Guardava il
soffitto ormai da ore. Di dormire pareva non se ne parlasse anche per quella
notte.
Buffy si rigirava
nel letto da ore, si era alzata a bere un bicchiere d'acqua, aveva anche
cominciato a leggere il libro più noioso che avesse sottomano. Niente. Sentiva
una morsa allo stomaco quasi dolorosa, il cuore le batteva forte, ed era in
preda al nervosismo più assoluto. Ma per cosa poi non lo sapeva. Non aveva
trovato Angelus a caccia, e lui non sarebbe potuto entrare in casa mai più
grazie all'incantesimo che Willow aveva fatto. La sua vita era un inferno, grazie
a lui, ma ora cominciava a diventare sopportabile. Andò alla finestra, e lasciò
che l'aria fresca le sfiorasse il viso e le scompigliasse un poco i capelli.
Quando riaprì gli occhi, si accorse che Angelus era seduto sul tetto, a neanche
dieci centimetri da lei. La fissava dritto negli occhi in silenzio, e poi stese
la mano simulando il gesto di farle una carezza sulla guancia. Buffy chiuse gli
occhi, immaginando di sentirla davvero attraverso quella barriera magica, e poi
a fior di labbra mormorò le parole fatidiche: ti invito ad entrare.
La magia era
spezzata, ed Angelus lentamente entrò nella stanza di Buffy. La percorse a
lungo con lo sguardo, poi le sfilò la maglietta di quattro taglie più grandi
che usava come camicia da notte e iniziò a baciarla sul collo, scendendo verso
la spalla. Ora il nervosismo di Buffy era passato, aveva capito chi ne era la
causa, e mentre Angelus la adagiava sul letto si chiese se sapesse quello che
stava facendo, ma poi si rese conto che niente le importava, eccetto il suo amante.
Lo guardò mentre mutava faccia, indeciso se morderla o no e si strinse a lui
quando le affondò le zanne nel collo. Quando poi la lasciò andare la baciò, le
labbra ancora sporche di sangue.
Angelus se n'era
andato prima dell'alba, lasciando Buffy che dormiva profondamente. Quando si
era svegliata, le era dispiaciuto non trovarlo lì, ma sapeva sarebbe tornato. E
infatti così fu per le tre notti successive. Il mattino dopo l'ultima visita
del vampiro, quando Joyce andò a svegliare sua figlia trovò gli armadi vuoti e
un biglietto.
Addio. Non cercarmi.
Buffy.
La madre di Buffy
teneva il biglietto con mano tremante, rifiutandosi di credere a quello che
stava succedendo. No, non era possibile. Era quasi in lacrime quando corse a
scuola da Giles. Lo aveva trovato che discuteva con gli amici di sua figlia, e
mostrò loro il biglietto. Subito cercarono di consolarla, Buffy ritornerà, non
si preoccupi, sa badare a se stessa, non le succederà niente. Ma cinque mesi
dopo queste certezze iniziavano a vacillare.
Fu solo per caso
che la incontrarono. Cordelia aveva trascinato Xander a fare spese al centro
commerciale, e quando uscirono dal terzo negozio di scarpe l'attenzione di
Xander fu catturata da una biondina vestita di verde. Era rimasto letteralmente
a bocca spalancata, e Cordelia tirandolo per un braccio gli domandò cosa mai
avesse visto. Lui le indicò la ragazza. Buffy. Senza perdere tempo, Cordelia
chiamò al cellulare Willow, che poi Giles dicendogli di correre, che avevano
visto Buffy. Poi le si avvicinarono.
"Buffy…allora
stai bene!"
"Certo che
sto bene Xander. Perché non dovrei?" domandò lei, sorpresa e quasi
divertita.
"Sei
scomparsa nel nulla…temevamo che Angel ti avesse ammazzato!"
"Angel? Tu
non lo conosci. Mi ama, non ha mai smesso, e neanch'io. Mi ci è solo voluto un
po' di tempo per capirlo. Vivo con lui ora."
“COSA?!?”
“Dite a mia madre
che la saluto” disse Buffy, approfittando del loro momentaneo shock per
andarsene. Xander e Cordelia si voltarono per fermarla, ma era già scomparsa
tra la folla.
Buffy fece
ritorno al vecchio appartamento di Angel qualche ora prima del tramonto, e lo
aveva trovato già sveglio che leggeva un libro. Era così attento alla lettura
che non si era accorto del suo rientro, e Buffy ne aveva approfittato per
avvicinarglisi in silenzio. Angel però stava solo facendo finta, e sfruttò
l'occasione per afferrarla fulmineamente alla vita e attirarla verso di sé,
strappandole un gridolino di sorpresa misto a divertimento. Si era ritrovata
con la testa appoggiata ad un bracciolo, mentre Angel chino su di lei
continuava a baciarla, e con la mano libera si era insinuato sotto la sua
maglietta a carezzarle il seno.
"Ma non devi
uscire tra poco?"
"Manca
ancora abbastanza al tramonto."
"Allora, in
questo caso…"
Il passo dalla
poltrona al letto fu estremamente breve.
Buffy, con la
testa appoggiata sul petto del suo amante, si sentiva sicura e protetta. Una
sensazione così intensa non l'aveva mai provata neanche da piccola, quando i
suoi genitori ancora si amavano. Sua madre non aveva preso per niente bene il
fatto che lei vivesse con Angel, e le aveva imposto di scegliere tra lui e la
sua famiglia. L'espressione che aveva quando le aveva risposto che sceglieva
lui le aveva dato un nodo allo stomaco. Sapeva di averle spezzato il cuore, ma
non poteva farci niente.
"Buffy, cosa
c'è?" le chiese il vampiro, chinandosi a guardarla.
"Niente.
Perché questa domanda?"
"Questo"
le disse mettendole una mano sul cuore, che aveva cominciato a batterle forte
"non mente mai. Che succede?"
"Forse sei
tu a farmi questo effetto…" tentò di svicolare lei, ma lo sguardo
indagatore di Angel le fece capire al volo che non se l'era bevuta.
"D'accordo,
ho incontrato Giles, e il resto della banda. Mi hanno imposto di scegliere, e
io ho scelto te. Lo sguardo che aveva negli occhi…non riesco a dimenticarlo.
Volevo essere una figlia perfetta, una Cacciatrice perfetta… e invece eccomi
qui."
"Pentita?"
"No. Mi
dispiace solo che non riescano a capire quanto ti amo."
"Prima o poi
se ne faranno una ragione, Buff" le disse sciogliendosi dal suo abbraccio
e alzandosi dal letto per rivestirsi.
"Dove
vai?"
"Lo sai bene
dove vado."
Certo che lo
sapeva. Andava al Bronze, insieme con Spike. Andava a nutrirsi, e quindi a
uccidere qualunque ragazzo o ragazza gli fosse capitato a tiro. Poteva anche
aver mandato al diavolo la sua vita di prima, ma il suo istinto di Cacciatrice
no, l'avrebbe seguita fino alla morte, e non poteva negare che quello che
faceva Angel le dava un po' fastidio. Decise di alzarsi anche lei, e questa
volta fu Angel a domandarle sorpreso dove voleva andare.
"Lo sai bene
anche tu dove vado."
A caccia, era
sottinteso. In molti non vedevano di buon occhio il fatto che la compagna di
Angel fosse anche l'angelo vendicatore di tutte le persone che morivano, e lui
lo sapeva benissimo anche se nessuno aveva mai avuto il fegato di venire a
lagnarsi da lui. Che strana coppia erano. Si amavano alla follia, ma non
avrebbero mai rinunciato per l'altro a quello che erano. La osservò prepararsi
in silenzio, prendere i paletti da un baule che si era portata con lei. Gli
passò accanto per uscire, e lui l'afferrò alle spalle, attirandola verso di se,
e dandole un bacio sui capelli.
"Non farti
male. Capito?"
Lei sorrise senza
guardarlo, e dolcemente si liberò della sua stretta per uscire di casa.
Calma piatta.
Buffy camminava per il cimitero, avvolto in una leggera nebbia, aspettando che
qualcuno risorgesse, ma forse avrebbe fatto meglio ad andarsene a dormire.
Doveva studiare, avrebbe dato gli esami come privatista tra poco e aveva il
cocente desiderio di non ripetere l'anno. Un rumore improvviso le fece voltare
la testa, e si accorse di non essere sola. C'erano anche Willow, Cordelia,
Xander e Giles, e parevano alquanto sorpresi di vederla lì con un paletto in
mano.
"Ma guarda,
cinque mesi da quando me ne sono andata ed è la prima volta che vi trovo.
Volete darmi una mano o semplicemente farvi ammazzare?"
"Per quello
basterebbe Angelus e cinque minuti a testa, se non meno."
Buffy alzò gli
occhi al cielo. "Non vi torcerà un capello, Willow."
"E come
diavolo lo sai?"
"Gliel'ho
fatto giurare, e lui mantiene le promesse. Quindi rilassatevi e tornatevene a
casa. Qui basto io."
"Certo,
perché immagino che una Cacciatrice amante di un vampiro sia ancora più
spietata verso gli amici del suo uomo!" aveva commentato sarcasticamente
Xander facendo venire voglia a Buffy di prenderlo a pugni. Lui più degli altri
non sopportava la sua scelta, ed era facile intuire anche il perché. Si era preso
una cotta per Buffy da subito, e lei non l'aveva neanche mai preso in
considerazione.
"Va
all'Inferno Xander" disse voltandosi e andando in un altro degli undici
cimiteri di Sunnydale. Quelli erano i suoi amici, con loro aveva condiviso
gioie e dolori. Credeva che ormai ognuno riuscisse a comprendere l'altro, ma il
fatto che le avessero imposto quell'ultimatum le aveva fatto capire quanto
fosse diversa da loro.
Loro vivevano
nella luce. Lei era stata sedotta dalle tenebre.
CAPITOLO 2
Due settimane più
tardi Buffy si decise finalmente ad ammettere con se stessa che non stava bene.
Nausea, vertigini, Angel l'aveva presa al volo un paio di volte prima che
cadesse svenuta e, pareva incredibile, era più preoccupato di lei.
"Non
insistere, sto bene. O almeno quasi bene."
"Piantala di
raccontarmi bugie, lo sai che non lo sopporto. Ho trovato il nome della tua
dottoressa, e ti ho preso appuntamento per domani mattina. Ora non hai
scuse."
Già, ora non ne
aveva proprio, e la dottoressa dopo gli esami del caso confermò quello che
Buffy sospettava con terrore.
Era incinta.
Tornò a casa ore
dopo sconvolta, con la sensazione che se si fosse messa a dormire il mattino
dopo le sarebbe sembrato un brutto incubo. Non poteva essere incinta, come
diavolo era potuto accadere? Angel non poteva avere figli, era stato chiaro al
riguardo…Buffy si era seduta sul letto tenendosi la testa tra le mani, con una
gran voglia di piangere, ma si accorse che Angel si stava svegliando e si
costrinse a sorridere.
"Ciao
amore" la salutò Angel carezzandole la schiena.
"Ciao. Avevo
ragione io, niente di grave. Ho solo bisogno di riposo."
"Quindi ora
ti metti a letto senza discutere e non vai a caccia fino a quando non starai
meglio."
"Non avrei
la forza di oppormi, quindi d'accordo."
Buffy si lasciò
spogliare e mettere a letto da Angel come fosse stata una bambina, e lo salutò
con un sorriso quando al calar del sole uscì di casa. Una volta sola si
abbandonò alle lacrime, che ben presto inzupparono il cuscino. Doveva
dirglielo, ma come?
Aspettando il
momento propizio, una settimana passò, e un'altra, e un'altra ancora. Fu solo
per caso che Angel lo scoprì, ascoltando un messaggio sulla segreteria per
Buffy. Era il suo medico, che le consigliava una collega per i controlli
prenatali che avrebbe dovuto fare. A quel punto era certo di aver capito male,
o che il medico avesse sbagliato numero, ma poi collegò tra loro tutti i
malesseri che Buffy aveva da quasi due mesi, e si rese conto di non essersi sbagliato.
Buffy era incinta, e avrebbe dovuto dargli una spiegazione molto convincente.
Uscì di casa, e
ritornò quando fu sicuro di trovarci anche lei. Il solo vederla gli fece
ribollire il sangue di rabbia, ma si impose di mostrarsi calmo.
"Come è
andata?"
"Bene."
"Hai già
sentito la segreteria?"
"No.
Perché?"
Angel allora la
prese per mano e la portò vicino all'apparecchio, dicendole di azionarlo. Buffy
lo guardò in modo strano, chiedendosi cosa volesse davvero, ma fece quel che le
chiedeva. Il sangue le gelò nelle vene quando sentì la voce del suo medico. Al
termine del messaggio, si voltò lentamente verso Angel. Il vampiro la fissò per
un istante lunghissimo, e poi le assestò un ceffone che la fece finire a terra.
"Quanto
pensavi di tenermelo nascosto?"
"Io…io non
sapevo come dirtelo…"
"Chi è il
padre?"
"Io non ti
ho tradito, Angel, te lo giuro."
Angel la afferrò
per le spalle e cominciò a scuoterla "Dimmi chi è!"
Buffy ora
iniziava ad avere paura sul serio "Io non ho mai avuto nessun altro a parte
te, e lo sai. Sono rimasta sconvolta anch'io quando…"
Angel le diede un
altro schiaffo, e se ne andò come una furia lasciandola a terra in lacrime.
Quando rientrò la
trovò dove l'aveva lasciata. Era seduta a terra, con la schiena contro il muro,
e si abbracciava le ginocchia. Gli occhi erano umidi, segno che doveva aver
pianto molto. Le si avvicinò in silenzio, e Buffy senza alzare lo sguardo
mormorò di nuovo che lei non l'aveva tradito, che poteva anche non crederle ma
che era la verità. Angel aveva steso una mano, ma rimase a mezz'aria come se
fosse indeciso se colpire di nuovo la ragazza ai suoi piedi o mostrarsi
clemente e consolarla. Incapace di comprendere il suo stato d'animo, se ne andò
nella camera da letto lasciandola sola.
Al mattino Angel
la trovò ancora nella stessa posizione, mezzo addormentata. Nel dormiveglia
Buffy si sentì sollevare, e poi avvertì qualcosa di caldo che le veniva messo
addosso, e una cosa gelata sulla guancia in fiamme. Quando poi si svegliò del
tutto, si accorse che Angel non c'era. Dando un rapido sguardo fuori, si rese
conto che era pieno giorno. Si alzò lentamente dal letto tenendosi la pezza
fredda sul viso, e si accorse di alcuni oggetti sul tavolo, sembravano origami,
e saranno stati almeno una trentina. Una volta aperti, su tutti c'era la stessa
parola: perdonami. Il fatto che Angelus, seppur indirettamente, le stesse
chiedendo scusa, era di sicuro una cosa che nessuno si sarebbe mai aspettata da
un demone. Ma Buffy aveva smesso da tempo di considerarlo un demone come gli
altri. Era Angel, punto e basta.
Ad ogni modo
doveva sbrigarsi, aveva un appuntamento con quella dottoressa, Kate Erickson,
entro trenta minuti.
Una volta
arrivata davanti alla porta dello studio, sentì dalla porta socchiusa due voci
che parlavano piano, un uomo e una donna, ma non riusciva a capire cosa si
stessero dicendo. Quando poi bussò alla porta ed entrò, si accorse con sorpresa
che a parte la donna lì non c'era nessuno.
"Buongiorno"
disse sedendosi, e quasi all'istante avvertì una presenza familiare nella
stanza, o almeno c'era stata fino a poco fa. Qualcosa di molto familiare.
La dottoressa
Erickson era simpatica, sapeva mettere a proprio agio le persone, ma aveva una
sorta di nervosismo che Buffy non riusciva a capire, ma che poi tutt'a un
tratto le fu chiaro.
"Lei sa già
tutto vero?"
La donna la
guardò imbarazzata per qualche istante, e poi rispose che sì, un uomo di nome
Angel era venuto da lei appena arrivata nel suo studio e che se n'era andato
qualche istante prima che lei arrivasse.
"Angel mi ha
dato la sua versione. Ora voglio la tua."
"Lo so
anch'io che è impossibile, ma è successo."
"Questo non
è poi così impossibile. Qualche volta ai vampiri capita…" disse Kate,
fermandosi ad osservare la reazione di Buffy. Era impallidita tutta su un
colpo.
"Vampiri? Ma
no, lui…"
"Si è
presentato da me con una coperta in testa e mi ha fatto chiudere tutte le tende
prima di levarsela di dosso. In un'altra città avrei pensato ad una malattia
chiamata Xeroderma Pigmentoso, ma qui a Sunnydale…"
"Capisco."
"Mia sorella
è una di loro, e quando durante il tirocinio scendevo al Pronto soccorso ho
visto parecchie persone con segni sul collo. Non pensare che la gente di qui
sia stupida, sanno che c'è qualcosa che non va e perché la gente sparisce, ma è
come una di quelle cose tabù di cui è meglio non parlare in giro."
"Sei una del
Consiglio."
"Raramente e
non per mia volontà, ma non tradirei mai il mio segreto professionale per gente
della loro specie."
"Non hai una
gran opinione di loro."
"Neanche tu
ed Angel se è per questo."
"Tornando a
lui…cos'altro ha detto?"
"Mi ha
raccontato quanto è successo. E io ho cercato di dare una spiegazione a lui, la
stessa che ora do a te. L'unica cosa buona che ho ricavato dall'avere a che
fare con quelli è la possibilità di accedere alle loro banche dati, veramente
interessanti. A volte succede che un vampiro possa avere figli, e i bambini
nati da queste relazioni impossibili sono creature sostanzialmente umane che
prendono le caratteristiche migliori da entrambe le razze e nessun punto
debole. Spesso il Consiglio li sceglie come Cacciatori di demoni o Cacciatrici
di vampiri, sono i candidati ideali."
In altre parole mio figlio non è ancora nato, ma so già
che vita lo aspetta, pensò Buffy tristemente.
Se ne tornò
subito a casa. Doveva parlare con Angel, ma lui non c'era. Di nuovo.
"Ma dove va
in pieno giorno?"
Lo aspettò
andando avanti e indietro per tutto l'appartamento, chiedendosi dove fosse
finito, e quando fece ritorno al calar del sole non le disse niente nonostante
le proteste di lei. Alla fine, prima di uscire di nuovo, le mise in mano una
scatolina bianca.
Appena la porta
si chiuse Buffy esasperata dal comportamento di Angel si lasciò cadere sulla
poltrona, con in mano quella scatola. La curiosità infine ebbe la meglio, e la
aprì. Subito si lasciò andare ad una risata, e ringraziò il cielo che nessuno
la stava ascoltando perché l'avrebbero presa per matta. Quasi non voleva
credere a quel che c'era dentro.
Un paio di
scarpine da neonato bianche e così piccole che stavano nel palmo di una mano.
***
Avevano lasciato
Sunnydale una settimana dopo, prima che il loro segreto diventasse di dominio
pubblico, con la tacita benedizione di Kate che era diventata loro amica.
Appena arrivati,
Angel fece a Buffy la sorpresa di avere già una casa per loro due. Monumentale,
era l'unico aggettivo con cui Buffy si sentiva di definirla, ma a giudicare da
che casa aveva scelto a Sunnydale per vivere con Dru e Spike, non poteva certo
dire che non se lo aspettava.
I mesi passavano,
e le cose andavano sempre meglio. Buffy era ancora più bella di come Angel
l'aveva mai vista, costantemente di un buon umore così contagioso che a volte
riusciva perfino a farlo sorridere, e cominciava a prenderla in giro.
"Sei sicura
di riuscire a passare da quella porta, amore?"
"Rifammi la
domanda quando sarò al nono mese e sembrerò l'omino Michelin, vuoi?" gli
rispose lei sedendosi accanto a lui e appoggiandogli la testa sulla spalla.
"Come mai
tanto sarcastica oggi?"
"Kate mi ha
fatto vedere nostra figlia."
"Figlia? È
una bambina?"
"Sì. Una
bambina…una futura Cacciatrice."
"Che
hai?"
"Mi sento
come se l'avessi già condannata a morte."
"Questo solo
lei e il tempo lo potranno dire" le disse mettendole una mano sulla
pancia. La bambina scalciò in corrispondenza della mano di suo padre, e Angel
sorrise. Forse Buffy sentiva di condannarla a morte, ma lui era certo che, al
pari di sua madre, avrebbe lottato contro i suoi nemici e il suo destino fino
all’ultimo respiro.
Il giorno che Catherine venne al mondo Angel
andò sull'orlo di una crisi nervosa. Le doglie avevano colto Buffy di sorpresa
ed era parso chiaro che bisognava chiamare Kate, e subito. Vederla soffrire a
quel modo lo faceva impazzire e prima di lasciarle salire le scale per andare
da Buffy, un Angel molto poco in sé aveva spinto Kate contro una parete e le
aveva promesso una morte lenta e dolorosa se fosse successo qualcosa alla donna
che amava.
Neanche sapeva da
quanto tempo era seduto in quel corridoio, con lo sguardo fisso sulla maniglia
aspettando che si muovesse. Quando finalmente la porta si aprì, vide la
dottoressa uscire, e pareva molto stanca.
"Come
sta?"
"Angel,
penso sia meglio che tu non la veda ora."
"Come sta?"
ripeté Angel avvicinandosi a Kate, che stava rabbrividendo.
"Angel…"
Il vampiro la
scansò bruscamente dalla porta ed entrò. Buffy giaceva immobile, la testa
abbandonata sui cuscini, e nessun cenno di vita.
Era questo che
cercava di dirgli Kate? Che se ne sarebbe andata lasciandogli una figlia che
avrebbe odiato per questo?
Lo sguardo di
Angel si distolse a fatica dal viso di Buffy, e si avvicinò alla culla dove
invece era Catherine.
Si era avvicinato
a guardarla colmo di risentimento nei suoi riguardi, e in quell'istante la
bambina aveva spalancato gli occhi, due laghi ambra uguali a quelli del padre,
e aveva cominciato a fissarlo.
"Angel?"
Angel si era
voltato di scatto, e aveva visto Buffy aprire gli occhi e rivolgergli un
sorriso stanco.
"Stai bene?"
le domandò lui.
"Tutto
considerato sì…e Cathy?"
Angel annuì,
continuando a fissare Catherine, e sorrise. Ormai lo aveva stregato, se ne
rendeva conto, come solo Buffy era riuscita a fare.
CAPITOLO 3
QUINDICI ANNI
DOPO
Rientrando a casa
dal liceo dove insegnava storia, Buffy sentì dei rumori di lotta venire dalla
stanza dove lei si allenava. Al solito, pensò lei affacciandosi sulla porta.
Cathy e Angel stavano lottando insieme. Il vederli combattere le faceva
ricordare un tempo lontano, quindici anni prima, quando al suo posto c'era lei.
Il rumore di Cathy messa violentemente a terra da Angel la riscosse dai suoi
pensieri.
"Catherine,
quante volte ti ho ripetuto di rimanere concentrata!"
"Lo ero
papà, accidenti! Tu sei troppo forte per me, lo sei per chiunque."
"Non per
me" disse Buffy avvicinandosi.
"Mamma!"
esclamò Cathy alzandosi dal pavimento e andando a salutarla.
"Ciao
Buffy."
"Angel. Cosa
c'è, vi stavate divertendo senza di me?"
"Sì, proprio
divertendo. Papà mi ha massacrato come al solito."
"Angel,
sbaglio o ti avevo detto di non andarci pesante?"
Ma Angel non la
stava a sentire. "Cosa avevi detto prima di entrare?"
Buffy aggrottò le
sopracciglia.
"Hai detto
di potermi mettere al tappeto."
"Se non
ricordo male ci sono anche riuscita un paio di volte, amore."
"Vediamo se
ti ricordi come si fa. Sai, il tempo passa per tutti…"
Ci risiamo, pensò
Catherine asciugandosi il sudore, mentre guardava sua madre levarsi la giacca e
avvicinarsi ad Angel. Ogni volta che si allenavano tra loro, sembrava che il
fatto di avere una figlia o anche quello di vivere insieme da quindici anni
sparisse. Ritornavano ad essere Buffy e Angelus,
Ormai Catherine
sapeva ogni cosa sul passato dei loro genitori. Sapeva chi era sua madre,
cos'aveva fatto suo padre, e cosa fondamentale sapeva cosa sarebbe diventata.
Era per questo che aveva domandato ai suoi genitori di addestrarla. Ricordava
ancora l'occhiata perplessa che si erano scambiati, ma non si erano tirati
indietro. Buffy si occupava della teoria, e di insegnarle le arti marziali,
Angel di allenarla a combattere contro un vampiro, e si era dimostrato un
maestro severo e intransigente. A volte forse anche troppo, ma Cathy aveva una
tale adorazione per il padre che deluderlo era l'ultima cosa che voleva.
Buffy con un
calcio aveva spedito Angel contro la parete, e il colpo lo aveva lasciato
intontito per qualche secondo.
"Sì, tesoro,
passa proprio per tutti."
Angel si era
subito rialzato, e le aveva tirato un pugno allo stomaco e uno alla schiena,
lasciandola a terra. Stava per chinarsi su di lei, quando lei gli fece lo
sgambetto e si mise sopra di lui. Lui agilmente la imprigionò a terra,
schiacciandola col proprio peso, e cercando di morderla. Perlomeno era la paura
che aveva Buffy ogni volta che lui si avvicinava al suo collo. Non sapeva cosa
poteva girargli in testa, e quel gioco con lui era sempre come una sorta di
roulette russa.
Angel sogghignò,
e le mordicchiò il collo con i denti. Gli piaceva spaventarla ogni tanto, e
stava ancora sorridendo quando l'aiutò ad alzarsi e la prese poi tra le braccia
per darle un bacio.
"Ehi, voi
due! Volete che me ne vada?"
"No"
disse Buffy staccandosi da Angel un po' a malincuore "Cathy, sbaglierò, ma
credo che tu mi debba dare qualcosa."
"Cosa?"
"Non lo
so…ad esempio la tua pagella?"
"Ecco il
guaio di avere mia madre nel mio stesso liceo. Sa troppe cose…e non guardatemi
così! Se non vi piace posso almeno avere cento metri di vantaggio?" disse
consegnandola nelle mani della madre.
Ma lo sapevano
tutti e tre che quello era solo una specie di rito. Cathy non aveva mai portato
a casa un voto più basso di una B, e Buffy a volte pensava che più che figlia
sua pareva figlia di Willow.
Già, Willow. Non
aveva più visto e sentito lei, sua madre e gli altri da quella notte di
quindici anni prima, quando aveva fatto i bagagli e aveva lasciato Sunnydale.
Le erano mancati da impazzire le prime settimane, e si era buttata a capofitto
nello studio, nell'allenamento, e nella caccia, fino a quando si era accorta
che non faceva più male pensare a loro. Angel non le aveva mai detto niente, ma
c'era sempre stato. Ormai non ricordava neanche più quante volte nei momenti di
malinconia l'aveva sentito vicino a lei, in quel perfetto silenzio che nel loro
caso diceva quello che le parole non sarebbero mai riuscite ad esprimere
appieno.
Buffy stava
riguardando nel suo studio i compiti in classe di suoi studenti, ma aveva la
testa altrove e non riusciva a concentrarsi. La mente le tornava sempre all'incontro
che aveva avuto col preside, alcuni giorni prima, e alle parole che le aveva
detto. Sembrava che il professore del liceo di Sunnydale fosse rimasto ucciso
"a seguito di un attacco di cani e al loro morso sul collo", e che
lei essendo anche della città era stata scelta come supplente per tutto il
semestre successivo. Era subito stato chiaro che non voleva un no come
risposta, e lei per prendere tempo aveva risposto che doveva rifletterci un po'
con la sua famiglia, altrimenti detto con Angel.
Dimostrando un
cinismo che gli aveva visto solo in rarissime occasioni, le aveva detto che si
sarebbe rimesso alla sua decisione. Odiava quando faceva così. Buffy si alzò
con uno scatto rabbioso dalla scrivania, e andò diretta alla sala dedicata agli
allenamenti per sfogarsi prendendo a pugni e calci il suo sacco, ormai al
limite dell'utilizzabile.
Lo faceva con
tanta forza che Angel riusciva a sentirla dalla sua biblioteca, nel
seminterrato, e chiudendo il libro che stava leggendo decise di andare a vedere
quale delle due donne della famiglia fosse furiosa con il mondo intero.
Non si stupì
affatto di trovarci Buffy, e quando smise di tirare pugni le domandò se ora si
sentisse meglio.
"Tu che
dici?" rispose lei senza neanche voltarsi.
"Ancora
quella faccenda di Sunnydale, vero?"
"Sì. Ancora
quella. Mi dispiace di non essere algida come te, e di non saper nascondere
quanto la cosa non mi piaccia."
"Buff, mi
permetti di dire quello che ne penso ora?"
"Tanto lo
faresti anche se ti dicessi di non farlo, quindi…"
"Ce ne siamo
andati per Cathy, perché i tuoi amichetti, Giles, e tua madre non
interferissero con la nostra vita. Sono passati quindici anni. Non ti sembra
ora di chiudere definitivamente i conti?"
"Loro ti
odiano, e odiano me perché ho preferito te a loro. Non voglio che Cathy abbia a
soffrire, e venga messa in mezzo ad una lotta che riguarda solo noi."
"Deve sapere
da dove viene, e deve sapere anche da dove verranno tutte le possibili minacce
alla sua vita.
"Come pensi
la prenderà?"
Domanda stupida.
Di nuovo Buffy e Angel si scambiarono quell'occhiata perplessa, quando videro
la reazione di Catherine alla notizia.
"Sunnydale?
Ci trasferiamo sulla Bocca dell'Inferno? Grande! Ho sempre sognato farci un
giro…cioè, non prendetemi per matta, è solo che sono molto curiosa al riguardo.
È un centro di convergenza mistica così potente, merita uno studio. Se poi sarò
veramente io
"Sa parlare
amore. Glielo hai insegnato tu" sussurrò divertito Angel a Buffy, che
guardava la figlia entusiasta di quella novità.
"C'eri anche
tu a darmi una mano, sai?"
E alla fine
dovette capitolare. Buffy Summers e Angelus di nuovo a Sunnydale. Chissà che
sarebbe successo quando i loro ex amici lo avrebbero saputo.
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Cathy come al
solito era arrivata tardi alla lezione della prima ora, ed era preoccupata da
morire. La professoressa d'Informatica aveva fama di essere una tosta, e anche
di essere una che prendeva come affronto personale il ritardo dei suoi
studenti. Entrò in laboratorio silenziosa come un gatto, e ringraziando il
cielo la donna, che stava scrivendo alla lavagna, non si accorse di niente. Una
volta tornata alla cattedra, prese i fogli del precedente compito in classe
e cominciò a distribuirli. Pioggia
scrosciante di insufficienze, tranne Cathy e altri cinque. Passando accanto a
Cathy, la donna si complimentò per
l'ottimo lavoro.
"Certo,
signorina Summers, se si degnasse di essere più puntuale credo che la sua media
non potrebbe che trarne beneficio."
Catherine
desiderò sprofondare, ma sapeva che sarebbe riuscita a farsi amica quella
donna. Aveva un modo di fare che le ricordava quello di suo padre, e riuscire a
far breccia in quella corazza era stata la cosa più difficile e soddisfacente
di tutta la sua vita. Ci sarebbe riuscita un'altra volta, ne era certa.
Camminare per il
corridoio di quel liceo le sembrava una cosa stranissima. Era come tornare
indietro nel tempo, pensò mentre varcava le porte della biblioteca. Proprio
come l'aveva sempre vista, niente di più, niente di meno…
"Posso
aiutarti?"
Cathy sobbalzò, e
si voltò verso l'uomo che aveva parlato "Lei è Rupert Giles? Il
bibliotecario?"
Giles rimase
imbambolato a fissare la ragazza, domandandosi come facesse a sapere il suo
nome. Poteva contare sulle dita di una mano le persone che sapevano come si
chiamava, e di sicuro nessuno studente.
"Sì. Ti
serve qualcosa?"
"Una
monografia. Su Leonardo. Dove…?"
"Terzo
scaffale a destra, la in fondo."
Cathy sparì tra
gli scaffali, alla ricerca, e le capitò di sentire una conversazione tra Giles
e un altro uomo.
"Ne sei
certo?"
"Li ho
visti. Insieme. Lei che dice, Osservatore?"
"Santo
cielo, non ci voleva. Non riesco a crederci, e non ci crederanno neanche
loro."
"Non credo
che per loro sia questa grande sorpresa. Li conoscono."
"Quei due
sono imprevedibili, hai ragione."
"Non ti
trattengo. Non è esattamente l'ora del giorno a te più congeniale, vero?"
"Sono le
nove del mattino, praticamente ancora notte fonda per me" ridacchiò
l'altro.
Cathy a quel
punto fece la sua comparsa sulle scale col libro in mano, per vedere chi fosse
l'interlocutore di Giles, ma l'uomo era già sparito.
"Ho trovato il
libro."
"Bene, ma se
non sbaglio è la prima volta che vieni. Dovrai dirmi il tuo nome e il
resto."
"Catherine Anne Summers. 16,
"Summers?"
Furono interrotti
dall'arrivo di una professoressa, così Cathy poté svignarsela prima che potesse
fare qualche collegamento. La donna si avvicinò "Giles, sta bene? Sembra
abbia visto un fantasma!"
"No, Willow.
È solo la ragazza che è appena uscita. Mi sembrava così familiare, ma sono sicuro
di non averla mai conosciuta."
"Ora che mi
ci fa pensare, anch'io ho avuto questa impressione a lezione. Come si
chiama?"
"Summers.
Cathy Summers."
"Coincidenze,
Giles. Coincidenze. Non possiamo sobbalzare ogni volta che sentiamo il cognome
Summers. Buffy se n'è fregata di noi. Perché a noi dovrebbe fregare ancora
qualcosa di lei?"
"Perché lei
e suo marito sono di nuovo in città."
"Maledizione,
l'equilibrio andrà a farsi benedire. Dobbiamo impedire loro di creare il casino
di 15 anni fa."
"Willow,
ricordati chi sono."
"Certo che
lo ricordo" disse la ragazza uscendo. "Sono due traditori."
***
"Ecco
fatto" disse Buffy sedendosi sulle ginocchia di Angel, seduto in poltrona.
"Ora abitiamo di nuovo qui. Non capisco perché hai lasciato che Cathy
andasse a vivere dalla zia di Kate. È ancora una bambina…"
"Meno legami
ha con noi meglio è. Ricordati che se la trovano Spike e Dru…"
"O Giles e
gli altri…Sì, forse hai ragione. E poi se la sa cavare, è più forte di quanto
sembra."
"Tale e
quale a sua madre. Sono quindici anni che devo sopportare due come voi…"
Buffy sorrise e
gli diede un bacio, poi sentirono la serratura scattare. Era Cathy.
"Ma non
posso lasciarvi due secondi che subito vi mettete a pomiciare?"
"Si sente
che è tornata…" mormorò Buffy ad Angel, facendolo ridacchiare "Forza,
com'è andata?"
"Bene. Bella
scuola, bella biblioteca. Bibliotecario disponibile. Avevate ragione, è ancora
Giles."
"Certe cose
non cambiano mai."
"Lo
conoscete vero? Sapete il suo nome…"
"Era il mio
Osservatore, prima che io prendessi il volo."
"Ora capisco
perché ha strabuzzato gli occhi quando ha sentito il mio cognome."
"Avrà
pensato ad una coincidenza. Non sa di te."
"È per me
che ve ne siete andati?"
"Lo avremmo
fatto comunque, Cathy, non ti sentire in colpa. Chi altro hai visto?"
"Un'altra
persona, ma per modo di dire. Parlava con Giles mentre cercavo i libri. Parlava
di qualcuno che è tornato in città, ed era preoccupato. Si rivolgeva a lui
chiamandolo Osservatore, magari parlavano di qualche demone. Chi può dirlo,
magari inizio la mia vita qui facendo secco quel qualcuno. Oh, che tardi, devo
correre al convitto per studiare. Ciao, non divertitevi troppo!" esclamò
prendendo la porta.
Buffy e Angelus
però non erano affatto contenti di quel che avevano saputo. Sapevano a chi si
riferiva Giles.
"E bravo il
tuo Osservatore. Si è svegliato quando pregavo che non lo facesse!"
"Speriamo
non capitino altre complicazioni. Angel, loro sono il mio passato. Il mio
futuro è con te e Cathy. Non voglio altro…"
"Buffy e
Angelus sono di nuovo qui" sussurrò Willow al telefono di casa sua.
"Buffy la
cacciatrice e quel Angelus? Le alleanze e l'equilibrio…"
"Già, e non
voglio che vada tutto all'aria. Pensi di poterti occupare di lui?"
"Occuparmi
di lui?"
"Sì, proprio
in quel senso Faith. Non voglio sia più neanche una minaccia."
"Sai bene
che lo farò, Willow. Ma Buffy era la tua migliore amica. Perché vuoi farla
soffrire a quel modo?"
"Proprio
perché è Buffy. Ti saluto, aspetterò tue notizie."
Willow a quel
punto si rilassò sul divano, e riprese in mano il calice di vino che aveva
poggiato sul tavolino. Improvvisamente qualcuno bussò alla porta, e
ricordandosi di non aspettare nessuno prima di aprire prese in mano un paletto.
Fu quasi tentata di usarlo quando vide Buffy davanti a lei, invece lo mise giù
e la abbracciò stretta.
"Mio Dio!
Sei tornata!"
"Quanto mi
sei mancata Will…"
Le due ragazze
uscirono a fare due passi, parlando un po' dei vecchi tempi. A Willow tremavano
le mani a sentire quanto Buffy era stata felice, ma si impose di dominarsi.
Buffy aveva
omesso volontariamente di parlare di Cathy, aveva come un sentore di pericolo
nel profondo. Un brutto presentimento, che però ricacciò subito indietro. A
furia di vivere con Angel, era diventata sospettosa di tutto e di tutti anche
lei. Ad un certo punto Willow però si era fermata, e si era voltata a guardarla
con uno sguardo di ghiaccio.
"Buffy, era
ora che ci onorassi della tua presenza. Sono passati quindici anni dal giorno
in cui ci hai mollati, lo sai?"
"Mi avete
cacciato voi, e lo sai benissimo."
"E tu hai
preferito il tuo amante a noi. E lo accetto. Angel dev'essere davvero l'essere
più perfetto al mondo, e l'unico in grado di darti quello che vuoi, ma quello
che non accetto, tesoro, è il fatto che mi hai lasciato qui, sola, a combattere
una battaglia che invece era la tua."
"Non ho mai
smesso di cacciare i vampiri."
"Il tuo
posto era qui."
"Chi diavolo
ti credi di essere per venirmi a dire di aver sbagliato tutto?"
"La persona
che finalmente ti farà scontare tutto il male che hai fatto" e Buffy
dovette piegarsi in due a causa del pugno che la donna le aveva appena tirato
allo stomaco.
"Questo era
per le lacrime di tua madre il giorno che hai preferito lui a noi."
"Willow, non
voglio farti del male…"disse Buffy rialzandosi, e tossendo un po'. Willow
allora le tirò un pugno in faccia.
"Questo è
per aver ridotto Giles al fantasma di sé stesso."
E continuò a
colpirla, ogni volta adducendo una motivazione: la morte di Joyce, il coma di
Cordelia, la partenza di Xander... Buffy
non aveva accennato a difendersi perché non voleva alzare le mani contro di
lei, perché ancora le voleva bene, ma cominciò a cambiare idea quando le vide
in mano un pugnale.
"E ora
veniamo a me."
Buffy a quel
punto si era scagliata contro Willow, cercando di toglierle di mano l'arma, ma
dovette riconoscere che i colpi che le sferrava erano frutto di un lungo
allenamento. Si domandava se fosse veramente colpa sua, ma quello non era il
momento e tantomeno il luogo adatto. Aveva appena cominciato a reagire, quando
qualcuno alle spalle l'afferrò con forza alla vita, minacciando di toglierle il
respiro.
"Era ora che
arrivassi" sbottò Willow, alzandosi e levando la terra dal vestito.
"Scusa amore"
esclamò Spike "Problemi con Drusilla."
Poi si rivolse a
Buffy "Ma guarda chi abbiamo qui. Buffy Summers. Tu non sai da quanto
tempo aspettavo questo momento…" disse stringendo la presa, e strappandole
un gemito di dolore.
"Ti dispiace
se resto?"
"Davvero
vuoi, Willow? Dio, è colpa mia, ti ho fatto diventare quella che sei…e mi piaci
ancora di più" e piantò le sue zanne nel collo di Buffy. La lasciarono in
fin di vita a terra, con il pugnale nell'addome per confondere le acque. Idea
di Willow, che poi le si avvicinò per dirle qualcosa.
"Questo in
verità era un ringraziamento. Mi ha fatto diventare quella che sono, devo
ringraziare solo te per questo. Ma ora non mi servi più."
Angel era
nell'ala rianimazione dell'ospedale, cercando qualcuno che potesse andargli
bene come cena, quando si accorse che due medici stavano correndo giù.
Parlavano di una ragazza brutalmente aggredita e in fin di vita al Pronto
Soccorso. Non sapeva perché si sentisse tanto agitato e spaventato, o perché
corse giù anche lui, ma trovò la risposta appena vide Buffy sul lettino,
attorniata da medici urlanti che stavano cercando di salvarle la vita. Lo
sguardo di Angel continuava ad andare dall'ECG al viso di Buffy, e viceversa,
fino a quando non vide che il tracciato era diventato piatto. E allora sembrò
che il tempo si fermasse. Osservò come pietrificato i medici determinare l'ora
del decesso, e uscire arrabbiati con sé stessi per non essere riusciti a
salvare quella giovane donna. Quando non ci fu più nessuno, entrò.
Sembrava dormisse,
non sembrava diversa da tutte le volte che l'aveva vista al mattino, prima che
lei si svegliasse e gli facesse un sorriso. Ma stavolta quel sonno di morte era
eterno, e i suoi occhi verdi non avrebbero mai più incrociato i suoi.
"Mi scusi,
non può stare qui" disse un'infermiera entrando. "Solo la
famiglia…"
"Sono io la
sua famiglia, maledizione!" urlò lui furioso, facendo scappare la donna.
Poi lo sguardo
tornò a guardare il viso di Buffy, e si addolcì all'istante "Sono io la
tua famiglia, ora e per l'eternità."
Le carezzò i
capelli, e depose un bacio sulla sua fronte. Poi uscì dall'ospedale.
Doveva dirlo a
Cathy, e preferì non usare mezzi termini o inutili giri di parole.
Cathy, tua madre
è morta, ecco quanto le aveva detto, e le parole avevano attraversato la mente
della ragazza come una lama, facendola crollare in lacrime tra le braccia del
padre, e poi scappando via.
Angel allora si
era seduto in poltrona, la stessa dove quella mattina Buffy gli aveva detto che
il suo futuro era con lei e Cathy, che non voleva altro dalla vita…
Fu in
quell'istante che realizzò di stare piangendo.
CAPITOLO 4
Quando Cathy
aveva fatto ritorno a casa del padre per vedere come stava, aveva trovato la
casa vuota. Angelus era uscito a caccia, ma ogni volta che cercava di attaccare
una donna era il viso di Buffy che vedeva. Più cercava di levarsi dalla testa
la visione di lei morente, più questa ritornava, sempre più forte e vivida. E
fu in quello stato che incontrò l'ultima persona che si sarebbe sognato di
incontrare. Drusilla.
Era cambiata, non
aveva più lo stesso sguardo che aveva un tempo, e il suo sorriso aveva lasciato
il posto ad una espressione malinconica che Angelus non ricordava di averle mai
visto.
"Il mio
angelo…quanto ho aspettato il tuo ritorno."
"Salve anche
a te, Drusilla."
La vampira gli si
avvicinò, e gli mise una mano sul cuore chiudendo gli occhi "Lo sentivo,
hai perso una parte di te.
"Le tue
visioni non hanno mai sbagliato."
"Vattene
finché sei in tempo, Angelus. Questa città non è il posto che ricordi."
"Che è
successo?"
"Spike è
stato molto cattivo con me" disse piagnucolando. Poi la sua voce diventò
carica d'odio "Lui e la strega dai capelli rossi…credono che non sappia.
Credono che non li veda, che non li senta quando sono insieme. Ma io invece so
tutto. Lei lo ha convinto che sono solo una povera pazza, che sono indegna di
lui…"
"Strega dai
capelli rossi?"
"L'amica
della Cacciatrice. Parlavano di voi, lei e Spike. La strega era furiosa perché
il suo mondo rischiava di andare in pezzi a causa vostra. La morte di Buffy
sarebbe stata un buon monito per te."
"Sono loro i
responsabili."
"Spike non
voleva, e aveva ricordato a Willow chi fosse Buffy. Lei invece gli ha ricordato
chi era lui. La magia della rossa…ecco la causa di tutto quello che succede.
Non ha anima, per il potere l'ha venduta da molto tempo."
"Non posso
crederci."
"Ma sai che
è vero. Sai che non ti ho mai mentito in vita mia. La mia infelicità è la tua…e
la sua."
"Che vuoi
dire?" esclamò Angelus sorpreso. Possibile che lo sapesse?
"Voci nel
vento me l'hanno bisbigliato. Mi hanno sussurrato di Catherine. Hanno detto che
lei è molto importante e che cambieranno molte cose."
Drusilla ritornò
a casa silenziosamente come ne era uscita. Non che Spike prestasse attenzione a
quello che faceva, ultimamente. Camminando per il salone, notò sul tavolo una
bottiglia di cognac e due bicchieri ormai vuoti, e delle risatine soffocate dal
piano di sopra. Prese un bicchiere in mano, osservandolo controluce, e trovando
tracce di rossetto lo scagliò in preda alla rabbia contro il muro.
Angelus dopo
l'incontro con Drusilla aveva deciso di tornarsene subito a casa. Cathy di
sicuro era ancora lì. E se quello che Drusilla aveva detto era vero, sua figlia
doveva fare attenzione, e lui avrebbe dovuto starle vicino.
Ad un tratto un
dolore lancinante lo fece cadere in ginocchio. Una freccia, che l'aveva colpito
vicino al cuore. Aspettò che il dolore si calmasse un po', ma quando provò a
rialzarsi si accorse che le gambe non lo sostenevano più. Un dolore sordo poi
cominciò a diffondersi dalla ferita, quasi accecandolo. Faith dall'alto del
palazzo da cui aveva scoccato la freccia abbassò la balestra e rimase a
guardare la scena impassibile. Vampiro, umano, demone… Non le era mai
interessato chi fosse il suo bersaglio. Minacciava l'ordine costituito, e tanto
bastava.
Mentre guardava
la sua vittima torcersi in agonia, si accorse anche di un'altra figura nella
strada, appena uscita di casa. Una ragazzina. Faith alzò gli occhi al cielo.
Maledizione, non ci voleva!
Cathy si era
appena svegliata, e dato che il padre non era ancora tornato aveva deciso di
tornarsene a casa. Mentre camminava, si accorse di un uomo a terra, e corse da
lui per aiutarlo. Quando vide che era suo padre, e quello che gli era capitato,
iniziò ad avere paura.
"Mio Dio…
Che ti hanno fatto…"
"Cathy…"
"Shh, non
parlare. Sei stato avvelenato, devi conservare le forze…" e sollevandolo
ruppe la freccia per estrarla. Annusò la punta, e riconobbe il veleno. Suo
padre glielo aveva mostrato una volta, e gli aveva detto come uccideva, e
l'unica cura. Il sangue di una Cacciatrice.
"Papà,
stammi a sentire, l'unico modo per guarire è il mio sangue."
"Che
cosa?"
"Devi
mordermi, ora" disse la ragazza scostando i capelli dal collo e
avvicinandosi a lui. Angelus però non aveva nessuna intenzione di farlo,
neanche per salvarsi la vita. Sapeva cosa sarebbe potuto succedere se solo si
fosse lasciato andare, e non poteva permettere che Cathy facesse una pazzia del
genere. Cathy piangeva a dirotto, supplicava il padre di morderla e di salvarsi
la vita, non voleva perdere anche lui, ma fu tutto inutile. Sentì Angelus
abbandonarsi tra le sue braccia, e comprese che era finita. Suo padre se n'era
andato.
Ora era sola. Nel
silenzio risuonarono i suoi singhiozzi, fino a quando non sentì uno sguardo
gelido sulla schiena, e si voltò. Faith quasi sobbalzò. Quella ragazzina aveva
percepito la sua presenza, quando di solito nessuno ci riusciva. Si guardarono
negli occhi per un istante lungo una vita, poi Faith svanì nel nulla, portando
con sé quegli occhi scuri pieni di lacrime e di dolore, ma anche di odio. Uno
sguardo che l'aveva fatta rabbrividire.
***
"Missione
compiuta."
"Difficoltà?
Ti ha visto qualcuno?"
"No, nessun
problema. Solo una ragazzina. Ha tentato di salvarlo. E ha detto di essere
"Quei
bastardi del Consiglio non possono averti tolto l'incarico. Sei tu."
"Sono solo
una sostituta. Buffy e Kendra erano le Cacciatrici ufficiali."
"Se lei
sparisce però lo diventeresti."
"No. Non mi
chiederai questo."
"Non mi pare
tu ti sia fatta molti scrupoli. Cordelia è stato un tuo lavoro. Malvagia, ma
umana."
"Era una minaccia,
avevi ragione tu. Ma quella bambina… lei potrebbe distruggere me e te con
niente, ne sono certa. Tu non hai visto i suoi occhi."
"Non ci
credo. Hai paura di lei?"
"Mi ha fatto
rabbrividire. Non è una cosa che di solito l'ultima arrivata riesce a fare,
umana o demone che sia."
"Com'è?"
"Biondina,
occhi scuri, una croce d'argento. Non molto alta."
"Una tipica
californiana. Trovarla non sarà facile."
"Trovarla
sarà fin troppo facile, fidati di me" disse Faith e interruppe la
telefonata.
Willow era seduta
in biblioteca, aspettando Giles. L'uomo le aveva detto che c'erano grosse
novità. Willow dal canto suo sapeva già quale poteva esserne una. La morte di
Angelus per mano di Faith era stata veramente un capolavoro. E aveva liberato
Spike dai suoi complessi d'inferiorità una volta per tutte. Ora sarebbe stato
il turno di Drusilla. Le sue doti di veggenza e la sua pazzia la rendevano
pericolosa come Buffy. Ed era stufa di vederla sempre in giro per casa come uno
spettro quando passava la notte con Spike.
Tutto questo
sotto il naso di Giles. Povero stupido, s'illudeva di avere ancora lui il
controllo, ma non era altro che un burattino nelle sue mani. Esattamente dal
giorno in cui si era svegliata e aveva deciso che non sarebbe mai più stata al di
sotto di qualcuno, ma che sarebbe stata lei ad essere al di sopra degli altri.
"Willow, ora
che Buffy è morta ci sarà una nuova cacciatrice."
"Poco ma
sicuro. E scommetto che è Faith."
"Faith è una
brava ragazza, ma non è quello che il Consiglio ha deciso. La nuova cacciatrice
è una mezzosangue. E quando c'è da scegliere tra una cacciatrice umana e una
mezzosangue, si predilige sempre quest'ultima."
"Faith
merita il posto di Buffy! Ce l'hanno mandata alla morte di Kendra, e deve
essere lei!"
"Mi dispiace,
so che siete amiche, ma così è deciso. Cathy Summers è la nuova
cacciatrice."
"Catherine? Catherine
Summers una mezzosangue?"
"Strano ma è
così. Non mi hanno voluto dire però chi sono i suoi genitori."
"Ha
importanza?"
"Non credo,
ma sapere se ha avuto una famiglia alle spalle o se è da sola ci avrebbe
aiutato…"
"Credo sia
da sola. Mai visto nessuno riconducibile ad una famiglia, vive con una vecchia
signora sulla Sesta, un’amica di amici di famiglia."
"Ora dovremo
avvicinarla e dirle tutto."
"Non si
preoccupi, posso farlo io. È una mia studentessa, ricorda?"
A lezione però
Cathy non si fece vedere né quel giorno, né i successivi. Era nell'appartamento
di suo padre, rannicchiata sul letto, senza riuscire a fare altro se non
piangere. Non mangiava, non dormiva, continuava a ripensare a quanto era
successo in quella notte. Lasciarsi andare pareva così facile… ma qualcuno non
era della stessa opinione. Quando riaprì gli occhi si trovò di fronte una donna
vestita di bianco con i capelli neri, che non aveva mai visto prima.
"Ciao
Catherine. Finalmente ci incontriamo."
"Chi
sei?" esclamò Cathy, mettendosi a sedere e asciugandosi gli occhi.
"Il mio nome
è Drusilla. Tuo padre era il mio sire."
"Come fai a
sapere il mio nome?"
"Lo so da
molto tempo. Ti ho vista ancora prima
che tu nascessi, e che i tuoi genitori sapessero l'uno dell'altra. Eri in
quella chiesa, e mi fissavi, mentre Angelus mi rendeva quella che sono. È da
allora che ti aspetto."
"Perché non
hai parlato allora? Sono certa che Spike sarebbe stato estremamente felice di
prendersi una tale rivincita su mio padre."
"Tu ed io
siamo legate, ed il legame di sangue è più forte di quello che lega un vampiro
al suo sire. Lui è la mia creatura. Tu sei mia sorella."
"Angel ci
lega, questo è innegabile. Voglio sapere chi l'ha ucciso e perché. Puoi
aiutarmi?"
"Sai già che
lo farò."
E così avevano
cominciato ad incontrarsi tutte le notti. Spike aveva commesso con la sua ex
fidanzata un grosso errore di valutazione, Drusilla sapeva tutto quello che
succedeva ed era tutto fuorché la povera pazza che Willow credeva. Catherine
era convinta di riuscire a farla tornare quella che era. Avevano sofferto tutte
e due quasi per gli stessi motivi, poteva capire quel che provava meglio di
chiunque.
"Cathy?"
"Sì,
Dru?"
"Ti sembrerà
stupido, ma… ti mancano i tuoi genitori?"
"All'inizio
pregavo che qualcosa arrivasse e uccidesse anche me, per porre fine alle
lacrime e allo strazio che avevo dentro. Ora va un po' meglio. Sopravvivo, ecco
la parola giusta."
"Io quasi
impazzii dal dolore. Letteralmente. E il resto le fece Angelus quando mi trovò
in convento. Stai attenta, ora lei sa che sei
"Lei
chi?"
"La donna
che mi ha rubato il mio Spike. Quella perfida maestrina me la pagherà."
"Come si
chiama?"
"Tu la
conosci già. Willow Rosemberg."
"Come,
scusa?"
"È la
responsabile di tutto quello che è successo qui. Della morte di tua madre, e di
quella di tuo padre, anche se indirettamente."
A Cathy sembrò
che il cielo le cadesse addosso. Era la persona che più ammirava, che voleva
fosse fiera di lei. Ora scopriva che era la mandante degli omicidi dei suoi
genitori. E desiderava dannatamente mettere le mani intorno a quel collo…
Senza notare lo
sguardo fisso nel vuoto di Cathy, la vampira continuò a parlare.
"Vuole
proteggere l'equilibrio… strana parola in bocca ad una come lei. Vuole solo
proteggere il suo regno di terrore. Suo e di Faith."
"Faith?"
esclamò Cathy.
"Una
sostituta di Buffy. Quando lei e Angelus se ne andarono, arrivò Kendra. Morta
Kendra, toccò a Faith. Era totalmente diversa dalle prime due, Giles capì al
volo che razza di doppiogiochista fosse. Lavorava con lui, ma riferiva tutto al
Sindaco Wilkins. Morto il sindaco, cominciò a sbrigare il lavoro sporco che
Willow le affidava. Interrogatori, omicidi, rapimenti… non ha mai fallito una
missione. Dev'essere diventata viola quando avrà saputo di non essere la nuova
cacciatrice."
"L'hai mai
affrontata?"
"No, e non
ci tengo. Non sono ansiosa di morire."
"Dru, io ho
un piano. Questa città così non mi piace. Facciamola tornare come prima, ti
va?"
"D’accordo.
Chiedi pure."
"Ho bisogno
che tu faccia una cosa per me."
Si erano
salutate, e poi ognuna aveva preso una direzione diversa. Cathy era andata al
cimitero, a far valere i suoi diritti di cacciatrice in carica. C'era una banda
di mezze tacche, appena risorti, e lei si ricordò di aver sentito da sua madre
di un massacro avvenuto al Bronze tempo prima. Eccone il risultato. Dopo aver
impalettato l'ultimo, sentì un applauso e dei passi.
"Congratulazioni,
piccola. Rapido e oserei dire indolore. Ma quelli erano solo deficienti."
"Come tutti
i vampiri di questa città quando fanno l'errore di rompermi le scatole. Tu per
primo."
Spike rise.
"Degna di Buffy questa battuta. Ci voleva una cacciatrice con spirito da
queste parti. Kendra era così seria e silenziosa, e Faith… beh, è uguale. Forse
peggio. Mi mancava tutto questo… preferisco uccidere quelle come voi, con le
altre non c’è soddisfazione!"
"Io invece
non ho preferenze, pensa un po'. Mi bastano le tue zanne. Lasciami indovinare…
sei William il Sanguinario?"
Spike abbozzò un
inchino, fingendo di togliersi un cappello "Per servirvi, madamigella
Catherine."
"Dato che
sei del posto farò a te questa domandina. C'è modo di uccidere qualche demone
per svago in questo buco di mondo?"
La guardò mentre
si avvicinava a passi lenti e misurati, con un finto sorrisetto innocente.
Spike ora iniziava a non sentirsi più tanto sicuro… Quel modo di fare lo
irritava particolarmente. Era quello che Angelus faceva quando si divertiva a
giocare con le sue prede, una volta messe con le spalle al muro.
"Dimmi un
po' Spike… ti piace la tua vita?"
"Immensamente.
Uccido, mi diverto, ho potere, eliminerò alla fine di questa conversazione la mia
quinta Cacciatrice…"
"La tua
amante ha potere. Tu vivi nella sua ombra. Lo hai fatto fin dagli inizi della
tua vita da vampiro, e sempre lo farai. Non hai il fegato di prendere
iniziative."
Spike le fece un
altro piccolo applauso "Sai scavare nelle persone, ma con me è fatica
sprecata. Angelus ti ha istruita? Se non sapessi che è impossibile giurerei che
siano proprio i suoi occhi a fissarmi. Gli stessi, precisi occhi scuri."
"Sì, sono in
molti a dire che ho gli occhi e il modo di fare di mio padre…"
Spike rimase
letteralmente a bocca aperta. Willow gli aveva accennato che della nuova
cacciatrice non si sapeva niente, ma che fosse figlia di Angelus… e se lui era
il padre, era inutile chiedersi chi fosse la madre.
"…e che
tutto il resto l'ho preso da mia madre. Buffy Anne Summers. Ti dice niente?
Dovrebbe. L'hai uccisa tu."
"E scommetto
che la vuoi vendicare."
Cathy alzò le
spalle. "Ho tutto il tempo che voglio. E mi aspetto tu riferisca questa
conversazione alla tua amante. In fondo sei il suo lacchè…ops, volevo dire
socio."
***
"…e mi ha
definito il tuo lacchè. Quella ragazzina provoca e si fa odiare…un
comportamento degno di Angelus" disse Spike a Willow, davanti un bicchiere
di cognac.
"A proposito
di persone che si fanno odiare, dov'è sparita la moretta? Non gira più per casa
come un fantasma affranto?"
"Non mi
interessa cosa fa Drusilla. Mi piaci tu."
"Continua il
tuo racconto, amore."
"Arriviamo
alla parte più interessante. Non assomiglia ad Angelus per puro caso, o perché
è stato suo maestro. Catherine era sua figlia. Ti lascio indovinare chi era sua
madre."
"O mio
Dio…"
Cathy figlia di
Angelus e Buffy? Pareva incredibile. Cathy aveva quindici anni ed era nata a
dicembre. Buffy se n'era andata a giugno. Doveva già essere incinta, allora. E
forse proprio per questo se n'erano andati.
Buffy non le
aveva parlato di Cathy. E nessuno sapeva niente che potesse collegarla a loro.
Viveva da loro, ma si faceva sempre trovare nella sua stanza in affitto, per
cercare di tenere divise le sue due vite. Se non avesse dato a Giles
l'indirizzo sbagliato non ci sarebbe arrivata.
"Bisogna
riconoscerlo, Angelus e Buffy sapevano come mantenerli i segreti. La piccola
deve ancora imparare l'arte."
"Fatica
inutile. Cathy farà la loro stessa fine. Ma non subito. Credi di poter
aspettare un po'?"
"E tu cosa
mi dai in cambio?"
Willow l'aveva
baciato appassionatamente, lasciandolo senza fiato, e poi si era alzata per
andarsene.
"Ricorda. La
piccola è tua, ma non subito. Giles deve ancora conoscerla, è il suo Osservatore
del resto. E io devo fare la commedia."
Il mattino dopo
Cathy tornò a scuola, e Willow corse da Giles ad avvertirlo.
"Giles, è
ritornata. La porterò in biblioteca…"
"Non serve.
Io e Catherine abbiamo avuto già modo di conoscerci. È veramente una brava
ragazza, ligia al dovere. Un ottimo addestramento alle spalle, ringraziando il
cielo. Sono vecchio per queste cose."
"Quando?"
"Ieri sera.
Prima di andare a caccia."
"Che ne
pensa?"
"Che i
vampiri di questa città hanno smesso di fare la bella vita, a cominciare da
Spike."
"È così
brava?"
"È
determinata. Le cose finalmente torneranno a posto. Willow, il tuo lavoro e
quello di Faith è stato encomiabile, ma ora finalmente potete tornare alla
vostra vita. Catherine è, per usare il linguaggio dei giovani, una veramente
tosta."
Appena uscita
dalla biblioteca, prese il cellulare in mano e trovata una aula vuota chiamò la
sua amica.
"Sì?"
"Faith?"
"Angelus è
morto. Buffy è morta, anche se non per merito mio. Non sono
"Faith, no.
Ho ancora bisogno di te. Sei l'unica amica fidata che ho. E c'è un ultima cosa
che tu devi fare per me."
"Sentiamo."
"La
ragazzina che hai visto. Levamela di torno."
"Sai
perlomeno come si chiama?"
"Cathy. È
una che sa troppo. Sa come è andata, ti ha visto, e sa anche come è morta
Buffy. Se parla sono morta io, e anche tu."
"D'accordo.
Considerala già sistemata."
"Fa un buon
viaggio."
"Grazie."
Trovare una quindicenne
bionda, con gli occhi scuri, non molto alta di nome Cathy sarebbe stato un
compito non molto facile. Solo il fatto che fosse la cacciatrice poteva
semplificare le cose, ma al cimitero non l’aveva trovata.
Non sapeva dove
cercarla, e tentò al Bronze. Ce n'erano almeno venti che corrispondevano a
quella descrizione, quando all'improvviso una di loro attirò la sua attenzione,
e lei la sua. Tra Cacciatrici bastava uno sguardo per riconoscersi.
"Cathy,
suppongo."
"Tu hai
ucciso Angelus."
"Minava l'equilibrio
di questa affascinante cittadina."
"Cosa che so
fare anch'io, vedrai."
"Tu credi,
piccola?"
"Non parlo a
vanvera. Tu vuoi uccidermi, e so chi te l'ha ordinato. Ma tu sai chi sono, e la
cosa non ti va proprio a genio. Vero?"
"Lo
ammetto."
"E cosa vuoi
fare?"
"Vattene.
Non voglio rivedere la tua faccia in questa città. La prossima volta non sarò
tanto generosa" e detto questo se ne andò.
Catherine tornò
al suo tavolo, dove l'aspettava Drusilla. La ragazza le chiese com'era andata,
e Cathy le riportò la conversazione per filo e per segno.
"Indovino.
Faith."
"Cosa vuoi
fare?"
"Di sicuro
non scapperò."
"È strana.
Io stessa faccio fatica a capire cos'abbia dentro."
"Sta con
Willow. Willow ha fatto uccidere i miei genitori. Faith ha ammazzato mio padre
e potendo avrebbe fatto lo stesso con mia madre. Faith è una nemica. Che cosa
ti sfugge?"
"È una
sensazione. Potrei sbagliarmi."
"Hai fatto
quel che ti ho chiesto?"
"Ha fatto un
infarto quando mi ha visto, ma è d'accordo su tutto. Ma c'è un'altra cosa che
ho fatto. Ho domandato della maledizione."
"Che ti
frulla in testa, Dru?"
"È quanto ho
visto. L'unica strada perché la storia possa compiersi ed arrivare a
chiudersi."
"Ha ancora
il rituale?"
"Non ha mai
detto a nessuno di avere con sé quel disco. Ti puoi fidare."
"Bene. Diamo
alla strega quel che si merita."
Willow quel
giorno non aveva lezione, ma Giles aveva lo stesso insistito perché aveva
qualcosa di importante da dirle. La donna accettò di venire nel tardo
pomeriggio. Era così di buon umore…tutti i suoi nemici erano morti, niente
minava la sua persona, ed era una splendida giornata. Che poteva succedere
ancora?
La sua domanda
trovò una stupefacente risposta appena varcata la soglia della biblioteca.
Catherine, seduta di fronte a lei, con un sorrisetto divertito in faccia.
"Willow.
Sorpresa di vedermi?"
CAPITOLO
La sua domanda
trovò una stupefacente risposta appena varcata la soglia della biblioteca.
Catherine, seduta di fronte a lei, con un sorrisetto divertito in faccia.
"Willow.
Sorpresa di vedermi?"
"Io non
capisco."
"Piantala di
prendermi in giro, non sono stupida. So cos'hai fatto ai miei genitori. Dimmi,
perché non te l'ho ancora fatta pagare?"
"La figlia
di Buffy e Angel. Ma chi l'avrebbe mai detto."
"Ho passato
la vita a prepararmi per il momento in cui sarebbe toccato a me difendere il
mondo. Ore e ore spese ad imparare dai miei genitori. Ma mai, mai in nessuna
delle mie fantasie, ero arrivata a concepire una realtà tanto assurda. Che cosa
ti ha spinto a tanto, Willow? Il brivido del potere? Il fatto di voler
dimostrare di essere anche tu all'altezza di Buffy? O semplicemente è quello
che hai sempre voluto? Ti prego, dimmelo. Sono molto curiosa."
"Allora,
principessina, com'è stato vivere col più spietato del vampiri e la più abile
delle cacciatrici? Il potere di cui parli scorre nelle tue vene. Non hai fatto
niente per meritarlo. Io ci ho messo la vita, ho sacrificato tutto, tutto! E ci
vuole ben altro che una ragazzina come te per mandarmi in crisi."
"Vuoi
eliminarmi? Fa pure, ci puoi tentare. Ma ti consiglio di non fallire…ho preso
da mio padre più di quanto credi. E non sono sola in questa città."
"Oddio, sto
tremando. E chi sarebbero, questi amici? Ragazzini? Vampiri?"
"No."
E Willow si trovò
alle spalle Giles e Drusilla. Ma la cosa non la spaventò più di tanto.
"E io che
pure mi stavo preoccupando. Una pazza e un povero imbranato. Tesoro, me li
mangio a colazione. Concordi, amore?"
E dal soppalco
fece la sua comparsa Spike "Sono d'accordo. Cos'hai in mente per
loro?"
"Ancora non
lo so."
"Se vuoi ho
un suggerimento" esclamò una voce di donna, dagli scaffali. Sentirono un
rumore di tacchi, e una donna vestita di rosso scese le scale insieme al
vampiro.
"Glory.
Quale onore."
"Allora,
come vanno le cose?"
"Direi che
procede tutto alla grande."
"Glory…colei
che non può essere nominata…"
"Complimenti
piccola. Sai di me."
"Ti
stupirebbe vedere quante cose ci sono nei testi di mio padre su di te."
"Quanto
siamo impertinenti! Mi piace. Ma sei un ostacolo ai nostri piani, quindi dovrò
ucciderti. E anche i tuoi amici. Scusa, ma sai com'è quando due dee si mettono
insieme…"
Giles, Drusilla e
Cathy si voltarono con aria interrogativa verso Willow, che sorrise e avanzò
verso Glory.
"Esatto.
Dea. Il Sindaco non era l'unico di queste parti ad avere progetti ambiziosi, o
la possibilità di leggere i rituali dell'Ascensione. Una volta dopo averlo
ucciso me li sono presa e ho cominciato il percorso. E stanotte a mezzanotte,
"Mancate
solo voi. Il sangue di colui che crede, di colei che vede nel futuro, e di
colei che è bene e male nello stessa persona. Sapevamo che Faith non avrebbe
avuto il fegato di levarti di mezzo. Ha ancora reminiscenze del suo passato di
Cacciatrice, unica sua debolezza."
"Toglietemi
una curiosità, tutti e tre. Ammesso e non concesso che noi riusciamo a rendervi
innocui, c'è qualcosa che vi può uccidere?"
"Forse,
Cathy. Ma anche se esistesse? Tu morirai stanotte."
"Non esserne
troppo sicura".
Quando sentirono
la corda dell'arco tendersi, e il rumore della freccia scoccata, si resero
conto che qualcuno aveva appena deciso di cambiare schieramento. Spike finì in
polvere prima che potesse fare qualsiasi movimento e Willow e Glory furono le
sue prossime vittime.
"Mai fidarsi
di una doppiogiochista incallita, Willow. Specialmente dopo aver ammazzato la
persona a cui più teneva al mondo" sussurrò Faith.
La donna poi
scese lentamente le scale, e si mise davanti a Cathy "Me lo sentivo che tu
sei una che fa quello che vuole. Grazie per le frecce di Aeghon. Dove hai
trovato delle armi tanto antiche?"
"Vattene."
"Ti ho appena
salvato la vita. Merito almeno un minuto d'attenzione."
"So che
volevi Willow morta per quanto ha fatto a Wilkins. Bene, i nostri interessi
sono coincisi. Ma io non ti devo niente. Vattene. Non voglio più rivedere la
tua faccia qui, altrimenti ti ucciderò."
"Piccola,
prima di farlo forse posso fare qualcosa per te."
"Non
credo."
"Io invece
credo di sì."
Faith sorrise a
Giles, poi prese la porta e se ne andò.
"Bene signor
Giles. Che ne dice di raccontarci tutta la storia dall'inizio?"
"La storia,
Cathy, inizia quando i tuoi genitori se ne andarono da qui. Perso il nemico, e
il loro leader, cominciò un periodo di anarchia totale. Willow una notte venne
gravemente ferita, e rimase un mese in coma. Quando si risvegliò era cattiva,
fredda, solitaria. Solamente molto in seguito scoprii che era l'amante di
Spike, e che era un'adepta del sindaco, come Faith. Willow però non voleva
dividere il potere con nessuno, e lo uccise convincendo Faith a lavorare per
lei. Da quel giorno Faith ha fatto il doppio gioco con me, informandomi di
tutto e cercando di salvare le persone che Willow voleva morte. Alcune volte
arrivavamo in tempo, altre no. Poi scoprimmo i Libri dell'Ascensione, e quella
donna chiamata Glory. Ma a differenza di te, io non sapevo neanche della sua
esistenza."
"E in mezzo
a questa sorta di guerra fredda durata quindici anni siamo arrivati io e i
miei."
"Il colpo
dal cielo che Willow non voleva. La coppia reale di Sunnydale era ritornata dal
suo esilio volontario. Subito avvisò Faith, ma Faith rimaneva una Cacciatrice e
ammazzare una collega…diciamo che non la stuzzicava l'idea. Allora passò il
testimone a Spike."
"Però mio
padre l'ha ucciso. E può essere anche un'alleata, ma per questo io la voglio
morta."
"Lasciami
finire, e comprenderai tutto. Nervosetta come Buffy, eh? Continuiamo. Lei aveva
previsto tutto, ma non te. A differenza di lei, io e Faith sapevamo di
te."
"Perché non
avete impedito ai miei genitori di tornare allora, se eravate in
contatto?"
"Non ci
avrebbero ascoltati. Credo tu sappia quanto sono testardi."
"Sì, è
vero."
"Avremmo
voluto metterti al corrente di tutto, ma non riuscivamo mai a trovarti. E non
potevo immaginare che una certa vampira qui presente lo avesse già fatto."
"Che razza
di doppiogiochista! Chi l'avrebbe mai detto…credo che questo suo lato oscuro
sarebbe piaciuto a mio padre. Molto."
"Ora Willow,
Spike e Glory sono morti, le frecce di Aeghon erano l'unica cosa che potesse
uccidere delle divinità. Mi spieghi come le hai trovate, Catherine?"
"Mio padre
era un collezionista di armi antiche."
"Perché
parli al passato? Non credo sia un hobby che lascerò perdere."
Cathy a quel
punto si alzò di scatto, facendo cadere la sedia. Suo padre era appena entrato,
e Cathy non riusciva a credere ai suoi occhi.
"Papà…tu…tu
sei…"
"Lo hai
detto tu stessa, Catherine. Sono troppo forte per chiunque."
Cathy era corsa
tra le sue braccia, e Giles si stupì di vedere da parte di quel vampiro
qualcosa di riconducibile ad una manifestazione d'affetto diversa dalle sue
solite.
"Ma io ti ho
visto morire."
"Hai visto
quello che Faith ha voluto farti vedere."
"Se ora mi
dici che Faith è amica tua e della mamma mi metto a urlare."
"Non di
vecchia data. L'abbiamo conosciuta circa un anno prima del suo arrivo a Sunnydale."
"E fare in
modo che vi dicesse come le cose andassero pareva brutto, immagino."
"Era troppo
rischioso. Lei non poteva lasciare Sunnydale, e loro Los Angeles. E Willow da
quella paranoica che era controllava tutto e tutti. Una sorta di Grande Sorella"
spiegò Giles.
Solo in
quell'istante Angelus realizzò che seduta accanto a lui c'era Drusilla. O
almeno qualcuno che le somigliava. Aveva i capelli più corti, niente vestiti
lunghi, e aveva uno sguardo di sfida nei suoi occhi.
"Drusilla.
Cambiato look?"
"Sono
cambiate molte cose."
"Faith mi ha
detto che Giles ti ha maledetta. Mi dispiace."
"A me no.
Così doveva essere, e così è stato."
"Tutti ti
eviteranno come la peste."
"Ci sono
abituata. E poi neanche tu sei così popolare qui."
"Portami
rispetto. Sono e rimango il tuo sire."
"Vedremo."
Angelus schiumava
di rabbia nel vedere la sua creatura ribellarsi a lui, ma in un certo senso ne
era anche contento. Ora se la sarebbe cavata da sola, e dalle occhiate che
Cathy e Dru si lanciavano c'era solo da immaginare cosa avrebbero combinato
insieme.
"Cathy, c'è
il tuo zampino?"
"Io le ho
solo bruciato i suoi vestiti. Il resto l'ha fatto da sola."
"Signor
Giles, complimenti. Ma non si azzardi a farmi questo scherzo, sarebbe morto prima
che riuscisse a pronunciare una sillaba."
"Me lo
ricorderò."
"A
proposito, mi stavo dimenticando. C'è una sorpresa per te, piccola."
"Che genere?
Mi piacerà?"
"Ne sono
convinto."
Non poteva
esserci cosa che Cathy desiderasse di più. Angelus aveva condotto lei, Giles e
Drusilla fino all'ospedale, in una stanza del reparto Terapia Intensiva, dove
videro Faith, accanto a un letto, parlare con una biondina. La ragazza sembrava
debole, ma era viva, senza ombra di dubbio.
Faith si accorse
della loro presenza e venne loro incontro.
"Te l'avevo
detto che potevo fare ancora qualcosa per te."
"Come…?"
"Merito di
una dottoressa molto scaltra di nome Erickson, e di un farmaco che stava
analizzando per conto del Consiglio in grado di sospendere le funzioni vitali
senza provocare danni a livello neurale. Quando l'ha riconosciuta ha pensato
bene di aiutarla a sparire dalla circolazione."
"Farò una
statua a quella dottoressa. Ma…sta bene?"
"È debole,
ma si sta riprendendo."
Cathy andò da
Buffy, e si sedette vicino a sua madre per parlarle un po', appena avesse
riaperto gli occhi.
Intanto Angelus
aveva abbracciato Faith, ringraziandola di quanto aveva fatto, e la ragazza
riferì anche a lui la sua intenzione di trasferirsi a Boston.
"Una
Cacciatrice va bene, due possono lavorare in maniera ottimale, ma tre…no, tre
in questo caso è tutto tranne il numero perfetto."
"Sicura?"
"Va da tua
moglie e non rompere le scatole a me."
Presa poi la sua
borsa Faith uscì dalla stanza, diretta all'aeroporto… e decisa a non tornare in
California almeno per un decennio.
Buffy era uscita
dall'ospedale qualche giorno dopo, e lei e Angelus avevano traslocato nella ex
dimora di Spike e Drusilla. Era diventato ancora più protettivo di prima nei
suoi riguardi, e Buffy non poteva certo dire che non le facesse piacere. Aveva
ripreso ad insegnare, e Cathy aveva ripreso a lagnarsi riguardo al fatto di
avere sua madre nello stesso liceo. Giles finalmente aveva deciso di andare in
pensione, e di raggiungere Joyce in Florida. Bisognava trovare un nuovo
bibliotecario, qualcuno che sapesse chi era Cathy, e che conoscesse tutta la
storia. Fu proprio Giles a fare a Cathy, Angelus e Buffy il nome di Drusilla.
Dopo essere tornata in sé, si era buttata a studiare in una maniera che aveva
lasciato Giles di stucco. In breve gli era stato possibile intavolare con lei
discussioni che potevano andare avanti intere nottate, e spesso scopriva che ad
essere dalla parte del torto non era Dru. Una volta Cathy li aveva sorpresi a
litigare, e ridendo aveva chiesto se c'era la possibilità che si scannassero
l'un l'altra.
Dru aveva
accettato, pregustando il momento il cui nuovo Osservatore sarebbe arrivato.
Lei e Cathy progettavano già di farlo scappare. Da quanto avevano saputo pareva
si chiamasse Wesley Windham - Pryce.
Tutto era tornato
come doveva essere. Erano mutati i giocatori, ma non la loro missione. Il
periodo della guerra fredda, come l'aveva definito Cathy, era terminato. Tutto
era tornato nelle mani di chi poteva farcela a mantenere l'ordine e ad evitare
un'altra apocalisse.
FINE