EVE
Di Jade
Disclaimer: I
personaggi appartengono tutti a Joss Whedon e alla Mutant Enemy, eccetto quelli
che non riconoscete, che appartengono a me.
Rating: PG-13
Personaggi/Pairing: Evelyn ‘Eve’ Capshaw (OC),
Faith, Giles, Scooby Gang, Angel
Sommario: Dopo la
morte di Buffy, il Consiglio manda a Sunnydale una nuova Cacciatrice, Eve. La
ragazza è accolta gelidamente, ma questo diventa il minore dei suoi problemi
quando si trova a dover difendere, con l’aiuto di Angel, nientemeno che Faith,
appena uscita di galera, da chi sta cercando di ucciderla…
Note: ambientata
alla fine della quinta stagione
***
PROLOGO
Faith era fuori
dalla sua cella, percorrendo con la mano la recinzione che la separava dal
mondo esterno durante la sua ora d'aria. Era una degli ultimi acquisti, e la
sua qualifica di omicida l'aveva preceduta. Non aveva problemi a farsi
rispettare dalle altre, eccetto per un gruppo che l'aveva presa di mira. Le Tre
Sorelle. Una sorta di Triumvirato che governava le altre carcerate, e che mal
vedeva quella ragazzina, anche se Faith non ne aveva mai voluto l'intenzione di
sfidarle. A meno che non considerassero l'essere un'eremita una sorta di
provocazione.
"Ehi
bellezza, che fai qui da sola? Ci snobbi?"
"Andate
all'Inferno."
"Oh, ma
sentitela questa pulce. Ci vuole mandare all'Inferno. Forse non si è accorta di
esserci già…"
Faith non era
dell'umore di sentire del sarcasmo, e aveva torto un braccio a quella che stava
parlando, spingendola contro la rete metallica "No, l'Inferno è da dove
vengo io, tesoro. E tu non ci dureresti due secondi."
Le altre due
liberarono la compagna da Faith, e la gettarono a terra. "Ragazzina,
grazie di averci dato un motivo per pestarti. Lo aspettavamo da tanto."
Erano in tre, e
anche se Faith rimaneva pur sempre una Cacciatrice e quindi una ragazza fin
troppo abile nell'arte di menare le mani, contro quelle tre energumene e le
altre loro amiche quella volta non riuscì a vincere. La guardia riuscì ad
arrivare appena in tempo per interrompere il combattimento. Una delle tre era
sopra di Faith, e continuava a prenderla a pugni. La ragazza però era svenuta,
e tutta sanguinante. La donna chiamò subito rinforzi, e si chinò a vedere se
Faith respirava ancora. Sì, era ancora viva, e la trasportarono d'urgenza
all'ospedale. Aveva lesioni interne, un trauma cranico, un polso slogato e una
gamba rotta. Oltre al resto delle botte. Sembrava che tutto stesse andando per
il meglio, quando il cuore di Faith si fermò. Subito intervennero con il
massaggio cardiaco e il defibrillatore, e riuscirono a farla tornare in vita.
Ma non riaprì mai gli occhi uscita dalla sala operatoria, una volta svanita
l'anestesia. Era entrata in coma.
CAPITOLO 1
SUNNYDALE - UN
MESE DOPO
Sunnydale,
California. Ad una prima vista non sembrava tanto male, pensò Eve disfacendo la
sua valigia nell'anonima stanza di un anonimo motel. Forse quello dove aveva
alloggiato la sua precedente collega in ordine di tempo, Faith. Boh. Cominciò a
camminare avanti e indietro, provando mille frasi. Salve, sono Evelyn Capshaw,
la nuova cacciatrice. Felice di conoscerla…o conoscerti…o meglio conoscervi,
visto che andava ad assumere il ruolo di quell'altra Cacciatrice e che andava a
conoscere i suoi amici, oltre che l'Osservatore?
Voglio tornarmene a Londra, pensò sconsolata, lì almeno so
come funzionano le cose. Ma il Consiglio rimaneva il Consiglio, e poi lo
aveva promesso al suo Osservatore.
Basta,
temporeggiare non serviva ad un accidenti di niente, e così prese la sua giacca
di pelle e andò al negozio di magia, dove le avevano detto era facile trovare
tutti i diretti interessati.
La campanella
alla porta, che annunciò la sua entrata, fece rizzare subito la testa di Anya,
per vedere se si trattava di una cliente. No, decisamente no, non sembrava il
tipo.
“Scusami, sto
cercando Rupert Giles. È qui?"
"È nel
retrobottega. Sei inglese anche tu?"
"Si sente,
eh?"
Anya andò a
chiamare Giles, e quest'ultimo fece un sobbalzo nel vedere Eve.
"Signorina
Capshaw, immagino. Lieto di conoscerla."
"Il piacere
è mio, signor Giles."
"Chi è
questa ragazza, Giles?" domandò Anya un po' seccata.
"Anya, ti
presento la nuova Cacciatrice."
Fulmine a ciel
sereno. Anya rimase un tantino sconvolta quando sentì Giles pronunciare le
parole "nuova" e "Cacciatrice" insieme.
"Allora tu
sai. Bene, io sono Evelyn Capshaw, ma tutti mi hanno sempre chiamato Eve.
Piacere di…"
Anya lasciò precipitosamente
il bancone e uscì di corsa dal negozio. Eve rimase con il braccio a mezz'aria.
"…conoscerti,
Anya."
Anya corse fino
al college da Willow, era sicura di trovarci anche Tara e Xander, e comunicò
loro la notizia.
"Ne hanno
mandato un'altra. 'Ciao mi chiamo Eve'…sono venuta subito a dirvelo."
"Eve?"
"Strano
diminutivo. Il suo nome per intero è Evelyn. Inglese, alta più o meno come me,
capelli castano chiaro, occhi verdi. È al negozio."
"No, sono
dietro di te" disse Eve apparendo alle spalle della ex demone. Anya aveva
spalancato gli occhi, e lei sorridendo le disse che a momenti non ce la faceva,
a starle dietro. E domandò se poteva entrare.
Anya si tolse
dalla porta, e Eve si presentò a Tara, Willow e Xander.
"Piacere di
conoscervi."
"Sei
inglese?"
"Gallese,
Xander, ma sono vissuta a Londra durante gli ultimi cinque anni."
"Che sai di
questo posto?"
"Bocca
dell'Inferno, punto di convergenza mistica, bla, bla, bla. Quello che c'è
scritto sui libri. Dei punti mistici europei so vita, morte e miracoli, ma
riguardo quelli americani sono carente. Spero di poter contare sul vostro
aiuto."
Tara annuì e le
sorrise, Willow e Xander abbassarono gli occhi, e Anya continuava a guardarla
con ostilità.
Cominciamo bene, si disse Eve.
Nei giorni a
seguire, Eve e Tara legarono parecchio. Per una strana coincidenza
frequentavano gli stessi posti, piacevano loro le stesse cose, e ormai era
diventata una consuetudine vederle entrare insieme e ridendo. Willow sapeva che
Tara la amava, ma non poteva fare a meno di sentirsi depressa nel vedere quanto
fossero diventate unite dopo neanche una settimana. Ma con qualcuno doveva pur
fare amicizia Eve, loro l'avevano sistematicamente esclusa dalla loro vita. La
vedevano come un'estranea, , e anche se a livello razionale non pensavano fosse
un'usurpatrice del ruolo di Buffy, era di fatto quello che sentivano. E che
sentiva anche Evelyn. Aveva letto di Buffy Summers i rapporti che Giles inviava
al Consiglio, aveva fatto ricerche per conto suo, era arrivata a fare domande
anche a quei due esseri viscidi di Quentin e Nigel, e di una cosa era certa.
Era una leggenda. E chi diavolo era lei per arrampicarsi al suo livello? Forse
l'avrebbero accettata, ma ci sarebbe voluto molto tempo e molta pazienza. Nel
frattempo, però, aveva Tara. E di questo era grata al cielo.
Quando erano
certe che non ci fosse nessuno, Tara e Eve andavano nella palestra dietro il
negozio, e Tara osservava la sua amica allenarsi. Giles le aveva dato la
disponibilità del locale, ma Anya non aveva perso tempo a farle sapere che era
stato creato appositamente per Buffy. E
non per me, aveva completato mentalmente
la frase Eve.
La ragazza prese
a pugni e calci il sacco per almeno un'ora filata, sfogandosi di tutta
l'amarezza che aveva dentro. Era veramente una buona cura, secondo lei, meglio
degli zuccheri e di un fidanzato. Poi Tara la vide salire sull'asse
d'equilibrio. Era un attrezzo che Buffy non aveva mai usato, e che Giles aveva
rinunciato a farle apprendere anche se sosteneva che doveva migliorare nei
salti, e che non poteva mai sapere se un giorno avrebbe affrontato un
combattimento in quelle condizioni. Eve invece si divertiva da matti. Tara
aveva paura ogni volta che staccava i piedi o le mani dall'attrezzo, e tirava
un sospiro di sollievo quando ce li rimetteva. Stava terminando l'esercizio con
un salto, quando Anya fece la sua comparsa.
"Ehi!"
Eve perse la
concentrazione e l'equilibrio, cadendo rovinosamente a terra di schiena. Tara
subito corse da Eve, che non si era ancora rialzata, e arrivò anche Anya.
"Eve, stai
bene?"
"Sì, tutto
OK. Cavolo che volo…"
"Anya, hai
visto che stava saltando, perché non sei stata zitta?"
"Che ci fa
lei qui?"
"Giles mi ha
dato il permesso."
"A me non
l'ha detto."
"Io sono
testimone" esclamò Tara.
"Se lo dite
voi…scusa per l'urlo" disse Anya andando via senza neanche voltarsi.
Tara aiutò Eve a
rialzarsi, e si accorse della sua smorfia di dolore quando le sfiorò la
schiena.
"Eve?"
"Ho solo
preso una brutta botta, tutto qui."
Ma a questa balla
non credeva né lei né Tara.
Eve aveva cercato
di autoconvincersi che stava bene per tutto il tragitto fino al motel. Poi si
lasciò pure andare alle lacrime di dolore. Si sfilò la maglietta, e la esaminò
vicino ad una lampada. Era stata fortunata, stavolta la ferita non si era
riaperta. Sarebbe stato difficile spiegare a Tara perché c'era una macchia di
sangue sul pavimento e sulla sua maglietta. Poi con qualche contorsione cercò
di vedere allo specchio come stava la sua schiena.
"Non stai
peggio del solito, eh?"
Il riguardare
quelle cicatrici ancora non rimarginate era un tormento. Ma non poteva
dimenticare quello che era successo, non voleva dimenticare Josh.
Contravvenendo a tutte le regole del Consiglio, più che un Osservatore e una
Cacciatrice erano stati l'uno per l'altra rispettivamente il padre e la figlia
che non avevano avuto. Josh l'aveva sempre protetta da loro, non voleva che le
facessero soffrire più di quanto fosse necessario, voleva darle una vita
normale... Il senso di colpa per non essere riuscita a salvarlo le attanagliava
il cuore e la mente. Da quell'incendio si era salvata a malapena lei, non
poteva continuare a pensare a cosa poteva essere se fosse ritornata a casa
cinque minuti prima…avevano continuato a ripeterglielo per giorni, mesi. Ma non
si cancella il dolore per la perdita di una persona cara. Ci puoi convivere, lo
puoi far diventare parte di te, ma ti rimane dentro. Per sempre.
Forse era per
questo che avevano scelto lei. Era la più indicata a capire quello che stavano
passando. Questo da quei vecchi baroni freddi e conservatori non se lo sarebbe
aspettato. Che avessero un cuore anche loro?
Beh, non era il
momento di starci a pensare. Era di ronda quella sera e voleva sbrigare
l'incarico nel più breve tempo possibile.
CAPITOLO 2
"Come sta?
Si risveglierà dal coma?" domandò Angel, mentre dai piedi del letto
guardava Faith, priva di conoscenza.
"Non saprei
dire” gli comunicò il medico. “Dalle lastre abbiamo visto un vecchio trauma
cranico, e nella sua storia clinica c'è stato un lungo periodo di coma. Ma
stavolta… Non le mentirò: potrebbe davvero non svegliarsi mai più."
Angel riguardò il
viso di Faith, ancora pieno di lividi, e non poté fare a meno di aver paura che
il dottore avesse ragione.
Disse all’uomo di
tenerlo informato e gli diede il suo numero di telefono. Il medico riguardò un
attimo il biglietto da visita, e poi si decise a fare la domanda che gli girava
in testa da quando se l'era visto nel suo studio.
"Ma lei chi
diavolo è?"
"La sola
persona a cui importi realmente di lei."
Povera Faith. Ci
mancava anche questa. Il medico aveva detto che era un vero miracolo che il suo
cuore avesse ripreso a battere…
Un momento.
Allora era rimasta morta per qualche istante. Che a Sunnydale ci fosse una
nuova cacciatrice?
Voleva scoprirlo,
anche se questo comportava tornare sulla Bocca dell'Inferno, rivedere quei
luoghi, lasciarsi sommergere da ricordi dolorosi. Erano passate due settimane
da quando aveva saputo di Buffy, della sua morte, e gli sembrava ancora fosse
successo ieri. E prima che avesse il tempo di pensarci troppo, era già in
viaggio.
***
Angel camminava
per una strada che costeggiava il cimitero, immersa nel silenzio. Poi sentì la
voce di una ragazza.
"Senti
tesoro, finiamola qui. Primo, sono stanca di venirti dietro…"
Angel entrò nel
cimitero, alla ricerca della ragazza che stava parlando. Solo allora si accorse
di una moretta che stava combattendo con un vampiro. La ragazza gli aveva
appena ficcato il paletto nel cuore.
"…secondo,
non esco con chi è già morto. Sai com'è, io cacciatrice, tu vampiro…non
funzionerebbe."
La ragazza si
scrollò di dosso la polvere del vampiro e si voltò per uscire dal cimitero. Fu
allora che si trovò faccia a faccia con Angel.
"E tu chi
sei?"
"Non mordo,
non preoccuparti. Bel colpo."
"Grazie,
normale routine. Chi sei?"
"Mi chiamo
Angel."
"Piacere,
Eve. Un momento…hai detto Angel? Angel come l'ex di Buffy? Quel Angel?"
"Sei
informata."
"Dio,
scusami, non volevo…"
"Non fa
niente, davvero. Così sei la nuova Cacciatrice?"
"Pare. Anche
se non sono stata accolta entusiasticamente."
"Hanno perso
un'amica preziosa, oltre alla Cacciatrice. Da' loro un po' di tempo."
"Se servisse
a qualcosa lo ruberei anche, ma ci vorrebbe un miracolo per sciogliere il gelo
tra me e loro. Perché sei qui, Angel?"
"Volevo
conoscerti. Tutto qui."
"Perché?"
Angel si trovò a
fissare i suoi occhi, e comprese che non avrebbe accettato una risposta diversa
dalla verità. Le chiese se aveva un posto dove parlare, e Eve lo portò al
motel.
"È carino,
qui…"
"È una
fogna, vorrai dire, ma non credo di potermi permettere molto di più. Ho dei
soldi da parte e con quelli mi pago il college, ma con quello che mi danno come
barista è già tanto se sono qui."
"Faith non
viveva in una stanza tanto diversa da questa, sai?"
"Faith? Cioè
"Tante cose,
successe troppo in fretta e nel momento sbagliato."
"So che è in
carcere a Los Angeles…o meglio, che era in carcere a Los Angeles. Se io sono
qui significa che lei non c'è più, vero?"
"No. Faith è
in coma, e i medici non sono ottimisti. È stata morta per due minuti, per
questo sei arrivata tu."
"Santo
cielo, povera Faith…"
"Una volta
abbiamo parlato di questa eventualità, e lei mi ha fatto avere questa busta. Io
non l'ho aperta, è destinata come mi ha detto "Alla cacciatrice che viene
dopo di me". Quindi a te."
"Sai cosa
c'è dentro?"
"Non me l'ha
voluto dire. Ha detto solo: "Qualcosa che potrà esserle utile".
Angel se n'era
andato da un'ora, e Eve guardava la busta appoggiata sul letto. La apro, non la
apro…aveva paura del contenuto, ma voleva anche sapere cosa le aveva lasciato
Faith. E così l'afferrò e la svuotò.
C'era una
lettera, e una specie di pacco.
Io
non ti conosco, e sinceramente non credo tu mi conoscerai o avrai voglia di
farlo. Il mio nome è Faith, ed ero una Cacciatrice come te. Non ero cattiva, ma
dopo che per errore uccisi un uomo, il mondo per me cambiò per sempre. Diventai
la nemesi di quella che prima era mia amica, il suo nome è Buffy, e rinnegai
quella che ero. Ora sono in carcere, a pagare per il male fatto, e Dio solo sa
se e come ne uscirò. Ma l'importante è che qualcuno, là fuori, continui a fare
quello che va fatto.
Io
non sono più in grado di farlo. Ma ho fiducia in te. L'arma che troverai con
questa lettera è mia. Direi che può servirti da ammonimento, a ricordare come
si finisce quando ci si dimentica chi si è in realtà. Spero che a te non
succeda mai.
Buona
fortuna.
Arma? Eve riprese
in mano il pacchetto e cominciò a scartarlo. In mano le rimase il pugnale più
strano che avesse mai visto. Qualcosa le diceva che se si fosse presentata al
negozio di magia con quello in mano avrebbero fatto un colpo. Loro odiavano
Faith. Lei invece…non sapeva spiegarselo, ma quelle poche righe le avevano dato
l'impressione di conoscerla da una vita. Se si risvegliava dal coma, non le
sarebbe dispiaciuto andare da lei con Angel.
Al momento però
aveva da pensare alle sue lezioni, se voleva diventare un avvocato entro i
trent'anni. Doveva finire una relazione per la lezione del giorno dopo, e
pregava di non addormentarsi come al solito.
La sveglia suonò
cinque ore dopo, svegliandola di soprassalto. Nel panico, riguardò la
relazione, e tirò un sospiro di sollievo quando si accorse che l'aveva finita. Oggi devo correre, si disse, e aveva
ragione. College, allenamenti, il dottore, i compiti, l'ostilità degli altri…
Non ricordava di
aver avuto giornate tanto piene quando ancora stava a Londra. Forse doveva
ancora abituarsi all'America, ai suoi ritmi. Anche Giles glielo aveva detto.
Era quello più depresso per la morte di Buffy, ma era sempre così. Un Osservatore
che perde la sua Cacciatrice si sente come se avesse fallito in qualcosa. È
stata colpa mia? Potevo evitarlo? Cosa poteva essere se…? Certe volte andava da
lui, e si sedeva sul divano ad ascoltarlo. Sentiva che ne aveva bisogno, e in
questo modo riuscì anche a comprendere meglio gli altri. Tutti gli altri, a
parte uno. Ripensando a quella persona scoppiò a ridere, attirandosi
un'occhiata incuriosita da Giles, e poi gli disse che doveva tornare a casa sua
a prendere qualche arma. Doveva andare di pattuglia.
Invece passò al
negozio di liquori sulla Terza strada a prendere una bottiglia di Whisky
scozzese, e al Bronze per farsi dare due porzioni di ali di pollo in salsa
agrodolce. Poi andò al cimitero, e rimase appoggiata allo stipite della porta
di quella cripta fino a quando Spike non si accorse di lei.
"Eve."
"Ciao. Come
ti è andata oggi?"
Il vampiro la
guardò di sottecchi, poi notò quel che aveva in mano e abbozzò un sorriso
"Meglio di come è andata a te, se ti trovi qui con una bottiglia di whisky.
Forza, entra."
Eve si sedette
sul bracciolo della poltrona, mentre Spike ammirava il liquore controluce.
"Lo vuoi
bere o mettere in cornice?"
Spike le lanciò
la bottiglia, e lei ne bevve un sorso per poi appoggiarsi allo schienale della
poltrona.
"Evelyn,
sputa il rospo."
"Non ho
rospi da sputare, e tantomeno altri anfibi. Solo il solito complesso
d'inferiorità" disse lei rilanciandogli la bottiglia. Lui riempì due
bicchieri, e avvicinandosi gliene porse uno.
"Credo di
sapere come ti senti" le rispose sedendosi in poltrona.
"Ah,
davvero?"
"Ho vissuto
con Angelus, e lui era considerato una pietra di paragone. Tu che dici?"
"Dio, che
situazione…speravo le cose potessero cambiare, ma mi sto rendendo conto che
rimarranno così. Lei su un piedistallo, e io a sfogarmi con te."
"Sei
gelosa?"
"No, sapevo
cos'ha fatto e perché è morta. Sono onorata di prendere il suo posto. Ma quello
che nessuno ha ancora capito è che non voglio gareggiare con lei, o dimostrare
di essere migliore…non ci riuscirei, punto e basta."
"Chi è che
bastona più forte?"
"Anya,
seguita da Xander. Poi viene Willow, e per ultimo Giles. Tara è l'unica che mi
abbia dimostrato da subito amicizia."
"Passi
Xander, aveva un debole per lei fin dal liceo, Willow, che era la sua migliore
amica, e Giles, il suo Osservatore. Anya perché ce l'ha con te?"
"E lo vieni
a chiedere a me? Forse non le piacciono le mie scarpe, i miei capelli, come mi
pettino, forse teme che le possa portare via Xander. Credi che dovrei dirle che
mai al mondo mi interesserei a lui?"
"Forse, ma
occhio all'effetto contrario. Potrebbe odiarti perché ritieni non attraente il
suo uomo."
"Ammazzami,
ti prego, e poni fine alle mie sofferenze!"
"Ti farei
volentieri anche diventare un vampiro, ma sai com'è…chip nella testa."
"La vita fa
proprio schifo…" mormorò lei bevendo un altro sorso di liquore.
"Quanti anni
hai, Eve? Ventidue? E sei ancora convinta che il mondo sia perfetto?"
"Ehi, tu hai
almeno un secolo più di me, hai avuto solo più tempo per pensarci, non darti
arie da filosofo."
"No, solo da
poeta."
"Ehi, non
darti troppe arie. Credi non sappia da dove viene il tuo soprannome, William il
Sanguinario?"
"Brava
piccola, hai fatto i compiti per casa. Spiffera una sola cosa e sei
morta."
"E il
chip?"
"Sopporterò
stoicamente il dolore mentre ti torcerò il collo, Evelyn."
"Ah beh,
quand'è così tolgo il disturbo. Grazie della chiacchierata, Spike" disse
lei alzandosi da dov'era seduta.
"Figurati,
dolcezza. È stato bello anche per me. Non sei l'unica a essere tenuta distante
ultimamente. Ah, Eve, un'ultima cosa."
"Spara."
Spike voleva dire
qualcosa, ma le parole gli rimasero in gola "No, niente."
Guardò Eve uscire
dalla porta e sparire nella notte, e poi tornò a sedersi nella sua poltrona.
"Fa solo
molta attenzione. Non ho voglia di piangere anche sulla tua tomba"
mormorò.
CAPITOLO 3
"Allora, è
già da un po' che Evelyn è qui con noi. Opinioni al riguardo?" domandò
Xander, durante una serata al Bronze in una delle rare occasioni in cui tutti
erano seduti senza sapere che dire.
"A me piace
tanto, Xander. È simpatica" disse subito Tara.
"Non è male,
s'interessa anche di magia. Mi ha chiesto di spiegarle alcuni filtri magici, ed
è dotata. Questo piace a Giles. E mi ha detto lui che è felice di avere Eve
qui. Poverino, qui come connazionale aveva solo Spike. Ripeto, non è male ora
che l'ho conosciuta un po' meglio."
"A me non
piace" dichiarò Anya.
"Perché?"
"Quella
vuole il posto di Buffy."
"È la nuova
Cacciatrice."
"Io rivoglio
Buffy, non voglio lei."
"Tutti noi
rivorremmo Buffy, ma è morta. Non può tornare. Evelyn è simpatica, e sarà bello
darle una mano."
"Aiutala e
tra noi è finita."
"Anya, ma
perché la odi tanto?"
"Non la
odio. Non la sopporto e basta, è diverso. Ci nasconde qualcosa, ne sono certa.
Sono un ex demone della vendetta, me ne accorgevo se gli uomini nascondevano
qualcosa. Le donne non fanno eccezione, sono solo un po' più complicate."
"Cosa è
complicato?" esclamò Eve arrivando al tavolo dov'erano seduti tutti, e
trovando posto vicino a Tara e Willow.
"Delle
lezioni al college."
"Vero. A
proposito Willow, grazie del libro. Sono a metà."
"Tu leggi
l'occitanico?" esclamò Willow sorpresa. Poi lanciando una rapida occhiata
agli altri si affrettò a dire che si trattava di una lingua europea medievale.
"Sono
appassionata del Medioevo, una malattia che mi ha trasmesso il mio precedente
Osservatore."
"Come si
chiama?"
"Si chiamava
Joshua Camden. È morto due mesi fa, un incendio è divampato nella sua casa e io
non sono riuscita a tirarlo fuori. Non sarei riuscita a tirare fuori neanche me
stessa se non fosse stato per i pompieri."
"Scusa. Non
lo sapevamo."
"Credo lo
sappia solo Giles."
"E come stai
ora?"
"Ancora mi
sorprendo a pensare perché non sia qui con me. Abbiamo passato otto anni insieme,
mi sembra strano non vedere più la sua faccia di punto in bianco."
Il sorriso
doloroso di Eve fece abbassare ad Anya, Xander e Willow lo sguardo. Dicevano
che non li poteva capire, e invece poteva meglio di quanto pensavano perché
aveva passato anche lei quel che stavano passando loro. Finalmente se ne
stavano rendendo conto.
Anya aveva detto
due parole su come si era comportata, le aveva chiesto scusa o almeno sembrava,
e anche gli sguardi di Xander e Willow erano cambiati. Era una di loro, finalmente.
Ora bisognava
vedere quanto sarebbe durata.
Stava per
arrivare il colpo dal cielo che Eve non voleva.
***
Erano arrivati a
bordo di una berlina nera, ed erano entrati nel negozio alla stessa maniera
dell'anno prima. Una volta fatti scappare i clienti, ordinarono a Giles di
vedere la signorina Capshaw. Giles chiese ad Anya di andare a chiamarla, era
occupata negli allenamenti nell'altra stanza.
Quando Eve si
trovò davanti ai due uomini, e Giles iniziò a fare le presentazioni, gli disse
che non era necessario. E che voleva parlarci a quattr'occhi in privato.
"Signor
Travers, Nigel…a che devo questa visita?"
"Miss
Capshaw, lieto di rivederla. Come si trova in questo nuovo frangente?"
"Bene, ma
non è Londra."
"L'ho
saputo, è stata recalcitrante a lasciare Londra. Ma ammetterà che la sua
presenza era necessaria qui."
"Ma certo. A
che devo questa visita?"
"Subito al
sodo…d'accordo. Dopo quanto ha passato, il Consiglio ha deciso di tenerla sotto
controllo. Una Cacciatrice instabile è molto pericolosa, e non vogliamo si
ripeta un'altra volta il caso di Faith, capisce..."
"Ma io non
sono instabile, credo di averlo dimostrato ampiamente."
"Ha subito
un trauma, e vogliamo essere sicuri che l'abbia superato. La perdita del suo
Osservatore, l'incendio, un trasferimento oltreoceano…"
"La
piantiamo di ripetere le stesse cose? Non lo sopporto."
"Evelyn, non
comprendo questo suo atteggiamento nei nostri riguardi."
"Scommetto
che è la stessa cosa che avete detto anche a Buffy. Solo che io ho più punti in
comune con la cara Faith, com'era prima
del fattaccio, e voi lo sapete bene. Se non avessi il suo carattere, potrei
anche essere tornata dall'Inferno e a voi non ve ne importerebbe niente."
"Lei ci
sottovaluta."
"No, siete
voi a sopravvalutarvi. Buffy è stata la prima a cantarvele chiare in faccia.
Fate attenzione, potrebbe esserci una seconda volta. Il fatto che non mi sia
mai ribellata, non significa che non ne sia in grado. Se ora volete scusarmi,
vorrei andare a scuola e cercare di laurearmi entro la fine del secolo."
Nigel e Quentin
rimasero impassibili fino a quando Evelyn non lasciò il negozio, poi gettata la
maschera si lasciarono andare alla stizza.
"Non è
simile a Faith. Quella È Faith."
"Crede sia
il caso di avvertire McAndrew?"
"No, non
ancora, Nigel. La situazione non ci è per il momento sfuggita di mano. Evelyn
non si fida di noi dopo quando è successo, è ovvio. Si tratta solo di
riconquistare la sua fiducia…e impedirle di parlare con Faith, quando si
risveglierà. Non siamo riusciti a controllare lei e Buffy. Non ripeteremo lo
stesso errore per la terza volta."
CAPITOLO 4
Camminava in un cimitero… le era familiare. Era lo
stesso cimitero che aveva visto prima di svegliarsi, mesi prima, quando era in
coma a Sunnydale. Si era accorta della tomba aperta, ma stavolta non c'era
caduta dentro. Si era fermata a guardare la lapide, ma il nome era illeggibile.
Una pioggia scrosciante aveva iniziato a cadere, ma lei rimaneva lì immobile.
Poi avvertì un rumore di passi alle sue spalle, e con la coda dell'occhio vide
una ragazza. Una moretta con gli occhi verdi, che non aveva mai visto prima. La
ragazza fissava la lapide, poi si era voltata verso di lei sorridendo.
"Perché ne hai paura?"
"Perché ci sono andata vicino due volte."
"Io una" rispose lei.
"Come mai sei qui?"
La ragazza non rispose, continuava a sorridere, e poi
le indicò la lapide.
"Tu hai ancora molto da fare qui, e di sicuro
anch'io. Ma la prossima volta una di noi due non sarà tanto fortunata."
Si erano messe entrambe a fissarla. La pioggia stava
ripulendo la scritta…finalmente si cominciava a intravedere il nome sotto…
Faith spalancò
gli occhi di colpo.
Cercò di muovere
il collo, ma le faceva male e decise di restare immobile. Con gli occhi guardò
la stanza dove si trovava. Era in ospedale o nell'infermeria del carcere? Non
sapeva dire. Gettando uno sguardo alla sua destra, si accorse di un uomo
addormentato su una sedia. Angel.
Tendendo una
mano, riuscì a sfiorargli il braccio e a farlo svegliare.
"La bella
addormentata si è svegliata, finalmente. Mi hai fatto preoccupare."
"Quanto
tempo, stavolta?"
"Un
mese."
"Beh, sto
migliorando…" sussurrò sorridendo, e poi gemendo di dolore.
"Hai un paio
di costole rotte. Non ridere."
"A momenti
neanche respiro, ma grazie lo stesso del consiglio. E cos'altro?"
"Le botte
sono guarite quasi tutte, e anche il polso tra non molto lo sarà."
"Il collo e
la testa mi stanno facendo un male cane."
"Aspetta,
chiamo un'infermiera. Ti darà qualcosa per il dolore"
Faith lo afferrò
per il polso "Solo un momento. Stavolta è successo, vero? C'è."
"Sì, Faith.
Stavolta c'è un'altra cacciatrice, e le ho dato quanto mi hai fatto
avere."
Faith annuì, e
poi richiuse gli occhi mentre Angel andava a dare la notizia del suo risveglio
al medico che la seguiva e alla guardia che sorvegliava la sua stanza. Ci
scommetteva, era lei quella che aveva sognato.
Sentì dei passi
nella stanza, e pensò che era l'infermiera con l'antidolorifico. Sperava fosse
l'infermiera con l'antidolorifico.
Quando spalancò
gli occhi e si accorse del cuscino che le stava per essere premuto in faccia,
un'ondata di paura la raggiunse. Cercò di urlare, ma il cuscino soffocava i
suoi gemiti. Tentava di muoversi, ma chiunque volesse ucciderla era più grosso
e più forte di lei. Poi tutto si fermò. Sentì un tonfo a terra, e poi Angel le
tolse il cuscino dalla faccia e l'aiutò ad alzarsi.
"Dobbiamo
andarcene da qui."
Faith guardò
l'uomo a terra, e riconobbe una delle guardie del carcere. Perché la voleva
morta?
"Angel, che
sta succedendo?"
"Qualcuno al
Consiglio ti vuole morta. Wesley ha ancora degli amici là, e gli hanno passato
l'informazione."
Faith si mise
addosso gli abiti che le aveva portato il vampiro, e poi corsero via per le
scale antincendio. Era notte fonda, nessuno fece caso a loro due, così Angel
riuscì a portare la ragazza a casa sua.
"Qui sarai
al sicuro per un po'. Vuoi qualcosa?"
"Un
analgesico per il mio collo, se non è troppo disturbo. E qualcosina sulla
nuova."
"Si chiama Evelyn
Capshaw, Eve per tutti" disse Angel porgendole la pastiglia e un bicchier
d'acqua. "Viene dall'Inghilterra."
"Il
Consiglio la manovrerà per bene."
"Non mi ha
dato quest'impressione. A dire il vero credo che Eve ti somigli un po'. Anche
tu eri molto legata alla tua prima Osservatrice, e come lei l'hai persa in modo
tragico. E anche tu sei sola… o almeno credevi di esserlo."
"Se è vero
quello che dici forse loro hanno paura di lei. Che si ripeta un'altra volta la
storia."
"Parla
chiaro."
"Di sicuro
sa come è andata la faccenda. E forse avrebbe voluto parlarne con me…"
"E un morto
non avrebbe potuto parlare. Di che faccenda parli?"
"Bastardi.
Lo so io com'è andata realmente, e ci giurerei che lo sa anche Eve. Andiamo a
Sunnydale, Angel. Ora."
***
"Pronto?"
"Signor
McAndrew, sono io."
L'uomo, sulla
quarantina e con già un accenno di capelli grigi si fece serio subito
"Immagino che il lavoro sia stato fatto."
"La ragazza
è scomparsa."
"Non è
possibile! Come può una ragazza nelle sue condizioni svegliarsi e
andarsene?"
"Lo ha già
fatto una volta, signore. Stavolta è stata aiutata."
"Chi?"
"Non l'ho
visto in faccia. Mi ha tramortito con un colpo alla testa arrivandomi da
dietro."
"Faith è un
problema. Il più grosso dopo la morte della Summers. Mi aspetto il massimo
impegno da dei professionisti come voi…perché immagino voi lo siate."
L'uomo non ebbe
neanche il tempo di ribattere. McAndrew aveva già riattaccato.
***
Quentin e Nigel
non avevano perso tempo, e subito avevano iniziato a sottoporre Eve ai loro
assurdi test. L'unico motivo per cui non aveva detto ancora loro in faccia quel
che ne pensava era Giles. Non voleva inguaiarlo con loro. Era ormai una
settimana che quella farsa andava avanti però, e Evelyn stava perdendo la
pazienza, cosa che si stava ripercuotendo negativamente anche sulla caccia. I
vampiri ormai quando la sentivano arrivare e vedevano il suo umore facevano
dietrofront in due nanosecondi netti, impedendole di sfogarsi a dovere… e
facendola arrabbiare ancora di più.
"Ma dove
sono spariti i vampiri di questa maledetta città?"
Poi ne avvertì
uno alle sue spalle, e con un movimento fulmineo lo sbatté contro il muro. Dopo
avergli puntato un paletto contro il petto si accorse che era Angel.
"Non te l'ha
mai detto nessuno che è pericoloso strisciare alle spalle di una Cacciatrice
furiosa?"
"Nervosa,
stanotte. Che succede?"
"Il
Consiglio ha deciso di rompermi le scatole ed è venuto in città di nuovo."
"Porta
pazienza. Se ne andranno."
"O li butto
fuori io da questa città. Non c'è molto da scegliere. Dio, sono al limite della
sopportazione!"
"Allora
ringraziami, sono venuto a prenderti. C'è una persona che ti vuole vedere, e
scommetto che sai anche chi."
"Faith?
Faith si è svegliata? Oh Signore ti ringrazio! Andiamo subito, muoio dalla
voglia di conoscerla. È in ospedale?"
"Non
precisamente…"
***
Quando Angel le
fece incontrare Faith, lei era seduta sul letto di Evelyn che si massaggiava il
collo. Evelyn diede un’occhiata a Faith col sopracciglio alzato, e poi a Angel.
"Che mi sono
persa?"
“Niente che tu
voglia sapere, Eve. Fidati.”
Faith continuava
a fissarla. Eve le sembrava familiare, ma non si erano mai incontrate prima...
Poi si ricordò del suo sogno.
Doveva avere
davvero un'espressione allibita, perché Eve la guardò in modo strano e le
chiese se andava tutto bene.
"Sicuro. Al
cento per cento."
"Felice di
sentirtelo dire. Dio, sono un po' emozionata. Sei la prima Cacciatrice con cui
parlo."
"Quanti anni
hai?"
"Ventidue.
Se non sbaglio, la tua stessa età."
"Non sbagli.
Faccio prima a chiederti cos'altro sai di me."
"Cacciatrice,
vita un po' sregolata, passaggio alle forze del male, coma, hai tentato di far
la festa a Buffy, poi sei venuta qui e stai cercando di redimerti."
"Questo non
viene dal Consiglio. Angel, che diavolo hai detto a questa ragazza di me?"
"Solo la
verità" rispose il vampiro con un sorriso. Faith scosse la testa,
sospirando.
"Bravo. Ora
se non ti dispiace voglio parlarci da sola."
“Sei sicura? Forse…”
E se Angel aveva
qualche dubbio sull'utilità della sua presenza nella stanza, gli sguardi di
Faith e Eve glieli chiarirono all'istante.
"Scusatemi"
e sparì dalla porta dov'era entrato.
"OK"
disse Eve sedendosi "Come stai?"
"Dolorante
ma viva."
"E il
carcere?"
"Non so più
che fare. Se torno, rischio di finire uccisa o da quelle che mi hanno pestato o
da quelli della squadra speciale del Consiglio."
"Lo vuoi il
consiglio di un quasi avvocato?"
"Studi
legge? E come cavolo fai a conciliare tutto?"
"Sono un
mito. Angel non te lo aveva accennato?"
"Va al
Diavolo, secchiona."
"Grazie, ci
andrò senz'altro. Mi ci avete mandato in molti ultimamente…Anche il mio
Osservatore esercitava. Poi sono arrivata io e gli ho sconvolto la vita."
"Anche per
Kathryn è stato così. Vederla morire in quel modo…non credo lo supererò tanto
presto."
"Lo so. Josh
è morto in un incendio a casa nostra. Mi ero trattenuta in palestra, ma se
fossi solo arrivata un minuto prima… sarei potuta arrivare in tempo e tirarlo
fuori. Invece sono arrivata tardi. Sono voluta entrare lo stesso, e mi è
crollata addosso una trave infuocata. Non sono rimasta paralizzata, ma mettermi
abiti scollati dietro è diventato davvero un bel problema."
"Mi
dispiace."
"Ormai sono
due mesi."
"Per te è stato
un incidente?"
"Sinceramente?
No. Il modo in cui le cose andavano nei giorni immediatamente prima…sentivo che
c'era qualcosa che non andava. E poi c'era un uomo, la notte dell'incendio.
Prima che perdessi conoscenza, l'ho visto vicino alla casa."
"Sulla
quarantina, capelli grigi, uno sguardo che avrebbe potuto tagliarti in
due?"
"Sì."
"Lo stesso
che ho visto quando Kakistos ha ucciso Kathryn. Sulle prime ho pensato ad uno
spettatore, ma poi…quello che vedeva non gli faceva né caldo né freddo."
"Proprio
l'impressione che ho avuto io. Ucciderli…ma perché?"
"Perché
hanno violato il sacro comandamento degli Osservatori. Mai considerare
"Bastardi.
Sai, Quentin e Nigel sono a Sunnydale. Sono sotto esame per evitare che diventi
‘psicotica’ come lo eri tu."
"Che
divertimento…"
"L'hai
detto. Sai, Angel mi ha parlato della tua situazione, e ho chiesto il tuo
fascicolo. Sono una studentessa di Legge, non possono negarmelo. E sai che c'è?
Puoi uscire per buona condotta."
"Non me la
daranno mai."
"Io dico di
sì."
"Sei sempre
così maledettamente ottimista, tu?"
"Solo quando
so in anticipo di vincere."
CAPITOLO 5
Dopo quella
chiacchierata, Faith rinunciò a opporsi ai piani rivoluzionari di Evelyn. Si
era eletta a suo avvocato, anche se tecnicamente non lo era ancora, e prima che
Faith riuscisse a capire quel che stava succedendo era in macchina con lei,
diretta a Sunnydale.
"Non riesco
a crederci."
"Credici,
sorella. Sei libera."
"Grazie.
Grazie davvero."
"Ho fatto il
mio dovere. In futuro mi pagheranno una fortuna anche per molto meno."
"Dannata
capitalista."
"Come ogni
bravo avvocato."
"Come gli
spiegherai la mia presenza?"
"Qualcosa mi
inventerò."
"Eve, sii realista."
"Sarà
difficile. Tramite Buffy hai fatto in modo che ti odiassero. Specialmente
Willow, scommetto."
"Soprattutto
Willow."
"Tara ha
paura di te, e Xander…beh, è diventato muto e rosso appena ho fatto il tuo
nome. Credo di aver capito…"
"Una notte.
E non guardarmi così!"
"Se non
parlasse sempre di Buffy, io ci avrei fatto un pensierino…"
"No…anche tu
con Xander?"
"Xander?
Ehi, non sono disperata. Io dicevo di Spike. Ma è perso nel ricordo di
Buffy."
"Anche
lui."
"Tesoro, se
tu ti sei dovuta confrontare con lei da viva, io devo misurarmi col mito da
morta."
"E come
va?"
"Ora che
finalmente non mi guardano più come un'aliena? Abbastanza bene."
"Cosa
facciamo appena arrivate?"
"Pensavo di
ospitarti al motel dove vivo. Lo spazio non è molto, ma…"
"Non se ne
parla" rispose Faith tirando fuori da una tasca una chiave "Ho
qualcosa di meglio. E credo proprio che sarò io a ospitare te."
***
Quando vide
l'appartamento, Eve comprese le parole di Faith, e accettò la convivenza.
Veramente aveva deciso di accettarla ancora prima di vedere la casa, visto lo
squallore della sua attuale residenza, e tempo tre ore, Evelyn poté finalmente
dire fieramente di avere finalmente una casa di tutto rispetto.
"Come
spiegherai la mia presenza qui, Eve?" disse Faith a Eve, che era seduta ai
piedi del suo letto con una fetta di pizza in mano.
"Prima tasto
il terreno, poi deciderò come indorare la pillola."
"Occhio a
quello che fai. Ti giocherai la loro fiducia aiutandomi."
"Non credo.
Anzi penso che non aspettino altro che un mio errore per rinfacciarmelo."
"È rabbia
quella che sento?"
"No, solo
frustrazione."
"Benvenuta
nel club."
"Ma al
momento non mi interessa. Voglio sapere se quello che sospetto su Kathryn e
Joshua è vero. Perché se lo è, Quentin e Nigel avranno molto di che
preoccuparsi."
"Cosa vuoi
fare?"
"Nell'immediato,
ho solo intenzione di dormire. Domani devo andare al college. Ci vediamo per
pranzo alla mensa?"
"Perché
no…aspetta. Willow. Tara."
"Due parole.
Corso. Sospeso. Non ci saranno domani, se ne andranno alla spiaggia. Ora stai
meglio?"
"Decisamente."
Eve si addormentò
poco dopo, con un libro di diritto penale ancora aperto in mano. Faith invece
non riusciva a dormire. Non condivideva l'ottimismo di Evelyn, ed era troppo
preoccupata da quello che sarebbe potuto succedere. Quel sogno…l'immagine di
lei e Eve davanti a quella tomba. Una di loro due la prossima volta non sarà
tanto fortunata da sopravvivere.
"Non
toccherà a te, lo prometto. Tra noi due, quella che qui non ha più niente di
buono da fare sono io."
Il segreto però
non riuscì a rimanere tale per un tempo sufficiente a Evelyn da farsi venire in
mente una storia convincente, e tutto per colpa di Xander.
Era successo nel
modo più stupido. Xander passava per caso e dalla strada aveva visto Evelyn
entrare in un palazzo. L'aveva seguita per salutarla e chiederle che ci faceva
così lontano dal motel, e poi si era accorto che era entrata nel vecchio
appartamento di Faith. Aveva bussato. Evelyn era sotto la doccia, e così Faith
andò ad aprire.
Dopo essere
rimasto imbambolato per un nanosecondo, corse via prima che la ragazza
riuscisse a bloccarlo.
Dopo aver
avvertito Eve, le due Cacciatrici uscirono di corsa per andare al negozio di
magia, e bloccare Xander prima che dicesse tutto, ma gli sguardi con cui Eve
venne accolta le fecero intuire che ormai era tardi.
"Faith. Qui.
Evelyn come hai potuto?"
"Willow,
lascia che ti spieghi…"
"Spiegare
cosa?" s'intromise Xander "Ci hai ingannato. Sei sparita per giorni
senza dire una parola, e poi ritorni con una evasa."
"Con una
donna fuori per buona condotta, Xander. L'ho fatta uscire io dal carcere."
"E
come?"
"Sono un
avvocato. Faith era in pericolo, e…"
"…e sai
quanto la cosa non ci interessa? Ha quasi fatto uccidere Buffy!"
"Vi piaccia
o no, io continuerò ad aiutarla. E se volete proprio saperlo, è stato Angel a
portarmi da lei."
"Tu conosci
Angel?"
"Da poco. Mi
ha cercato lui. Ad ogni modo Faith rimane qui."
"Se fa
qualcosa" disse Giles, che finora era stato zitto "Ti riterremo
responsabile delle sue azioni. Mi hai compreso, Evelyn?"
"Perché non
lo dice a me, signor Giles?" esclamò Faith, entrando nel negozio.
"Che fai qua
dentro?" le sussurrò Eve.
Faith camminò
fino a quando non si trovò al suo fianco, e le strinse la spalla."Non te
li lascio affrontare da sola."
CAPITOLO 6
L'Antartide aveva
una temperatura più calda dell'atmosfera che era scesa tra di loro.
In meno di dieci
minuti Eve aveva perso tutto quello che aveva conquistato, ma Faith vedeva che
stranamente non ne faceva un dramma. Anzi, l'aveva presa quasi con filosofia.
Non si poteva dire che lei e Evelyn avessero avuto una vita facile: madre
alcolizzata, niente altri legami in vita, pochi amici… erano le stesse
esperienze, ma avevano influito in maniera molto diversa su di loro. Invidiava
il suo modo di prendere le cose come capitavano, belle o brutte che fossero. Se
ne fosse stata in grado anche lei, forse molte cose non sarebbero successe.
Eve passava tutto
il tempo con il naso in mezzo ai libri, e alla fine Faith una sera gliene aveva
strappato uno di mano chiedendole cosa ci fosse di tanto interessante. Era un
testo del suo corso, e dopo due righe le disse che l'unica cosa che aveva
capito erano i punti. Ma che non le sarebbe dispiaciuto capire anche il resto.
Aveva ripreso il
liceo, parlava di continuare a studiare. Questo era quello che diceva a Eve. In
realtà Faith continuava a pensare a quell'incubo, e giurò a sé stessa che mai
quella sorte sarebbe toccata alla sua amica.
Circa tre giorni
dopo vennero sorprese da una setta di vampiri, calata in città per sfidare
Evelyn. In principio, Eve e Faith combatterono schiena contro schiena, cercando
di non allontanarsi l'una dall'altra, ma ben presto furono separate e non si
videro più. Lasciata da parte la preoccupazione, che in una battaglia del
genere avrebbe potuto costare loro la vita, si gettarono nella mischia e non si
fermarono fino a quando non furono circondate altro che da cenere. Faith era
stata colpita alla testa, ed era preda come di vertigini. L'ultima cosa che
vide prima di cadere a terra fu Evelyn, svenuta, con la testa e il viso sporchi
di sangue. E l'uomo dagli occhi di ghiaccio.
Quando Faith si
riprese all'ospedale, quasi tramortì l'infermiera che si occupava di lei pur di
alzarsi e andare da Evelyn. La ragazza si trovava in Terapia Intensiva, piena
di lividi, e circondata da Giles e gli altri che ascoltavano il medico
descrivere la sua situazione clinica.
"…i lividi
guariranno, e anche la gamba, ma le lesioni al resto dell'apparato scheletrico
e il trauma cranico…è una miracolata solo ad essere ancora viva. Non credo però
che si risveglierà. Bisogna avvertire la sua famiglia."
"Non ha
nessuno ancora vivo, dottore."
"Capisco. Se
volete rimanere qui, fate pure. Non state troppo" disse il medico uscendo.
"Non vi
sembra una sorta di assurdo déjà vu?"
"Sì, Willow.
Ma al suo posto c'era Faith."
"A
proposito, non che m'interessi, ma…?"
"Una botta
in testa, lividi e un polso malconcio. Sta bene tutto sommato."
"Povera
Eve" mormorò Tara "Non meritava una fine così."
Faith, che era
fuori dalla stanza e osservava tutto, sentì una lacrima scorrerle sulla
guancia. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per impedirlo, e invece la storia si era
compiuta ugualmente.
Entrò nella
stanza, e passò in mezzo agli sguardi accusatori di Willow, Xander e Giles come
se neanche li vedesse. Tara, intuendo le sue intenzioni, si era alzata dalla
sedia vicino al letto, e Faith si era seduta restando immobile a guardare
Evelyn neanche si aspettasse che aprisse gli occhi da un momento all'altro.
Era seduta da
alcuni minuti, che l'infermiera che l'inseguiva si accorse di lei e cercò di
riportarla nella sua stanza. L'occhiata piena di dolore e rabbia che le scoccò
la fece correre via, e sotto gli occhi di tutti Faith si era chinata su letto,
e aveva iniziato a piangere.
Aveva chiamato
Angel per avvertirlo, e lui era corso subito a Sunnydale. L'aveva abbracciata
d'istinto appena l'aveva vista, non ricordava di averla mai vista tanto
sconvolta.
"Non doveva
succedere. Non doveva essere lei!"
"Faith…"
"Guardami,
Angel. Ho fatto del male a tante persone, te compreso, ne ho anche uccise.
Evelyn invece sgobbava per conciliare la caccia e il suo sogno di diventare
avvocato. Mi ha dato una possibilità quando nessuno a parte te era disposto a
darmela. Doveva toccare a me, dovevo esserci io in quel letto…"
"Faith, ma
che stai dicendo? Non è stata colpa tua. "
"Sì, invece.
Potevo impedirlo. Angel, io sapevo di Eve ancora prima di incontrarla. L'avevo
sognata."
E così raccontò
il suo sogno ad Angel.
"Era una
premonizione."
"A volte non
si può cambiare il destino. E forse quella che qui può fare ancora qualcosa sei
tu."
"Sai che ti
dico? Hai proprio ragione. Devo trovare il responsabile."
"E
poi?"
"E poi? Uhm,
non lo so. Magari fargli rimpiangere di essere vivo."
Sentiva di nuovo
dentro di sé la rabbia della vecchia Faith mentre camminava per le strade di
Sunnydale. Aveva in mano la sua arma, e con lei anche tanti paletti che
sarebbero bastati per un esercito nel caso il suo uomo misterioso avesse
qualche non-morto al seguito.
Poi si accorse di una presenza vagamente
familiare alle spalle. Sorrise, e sentì un rumore di passi che si stavano
avvicinando lentamente.
"Faith
Lewis. Finalmente ti conosco di persona."
La ragazza si voltò
"Lei chi è?"
"Non credo
abbia molta importanza. Io di te so tutto, invece. Vuoi vendicare la tua amica
Evelyn, vero? Povera innocente, coinvolta in un gioco che non la riguardava.
Non avrebbe mai iniziato a fare domande scomode a Travers se tu non le avessi
messo quelle idee in testa."
"Lei è del
Consiglio…l'avete uccisa voi…"
"Una cosa
che voi ultime Cacciatrici, Kendra esclusa, avete dimenticato è che noi del
Consiglio abbiamo potere di vita e di morte su di voi. Evelyn e la sua
curiosità non sono più un problema. Tra non molto non lo sarai neanche
tu."
"E Kathryn?
E Joshua? Che cosa avevano fatto loro?"
"Hanno
violato il nostro comandamento. Non è quello che dicevi tu, cioè sul
considerare o meno
Faith stringeva
il suo pugnale talmente forte che la sua mano aveva iniziato a sanguinare.
Stava per scagliarsi contro di lui, quando Angel comparve dal nulla alle sue
spalle e le bloccò la mano.
"Non farlo,
Faith. È esattamente quello che McAndrew vuole."
McAndrew abbozzò
un sorriso "Bravo, Angel. L'hai tirata fuori dai guai una volta di più. Ma
quanto durerà stavolta?"
Se n'era poi
andato, e Faith e Angel stavano per fare altrettanto. Esattamente quello che il
tiratore di McAndrew aspettava. Faith si ritrovò a terra tra le braccia di
Angel, in preda ad un dolore fortissimo e a tratti accecanti. Poi si accorse
della freccia che l'aveva colpita a pochissima distanza dal cuore.
CAPITOLO 7
Dove mi trovo?
Faith si trovava
in mezzo ad un deserto senza fine, senza capire come c'era arrivata. Si guardò
le mani. Non c'era il taglio che si era fatta, e il polso dell'altra mano non
le faceva più male. Non c'era neanche la ferita provocata dalla freccia.
Era tutto così…
"Strano, vero?"
Faith cercò nella
direzione dove aveva sentito la voce, ma non vide nessuno.
"Chi
sei?"
"Chi sono?
Faith, andiamo che lo sai benissimo. Dovrei sentirmi offesa dal fatto che non
mi riconosci già dalla voce."
Poi si accorse di
un'ombra che si andava delineando, man mano che si avvicinava. Faith rimase a
bocca spalancata quando vide che si trattava di Buffy.
"Buffy?"
"Risposta
esatta."
“Angel mi ha
detto quello che è successo. Mi dispiace."
"Beh, sapevo
di non essere immortale, sono stata sul filo del rasoio per troppo e dovevo
cadere. Cadiamo tutte prima o poi."
"Sono
morta?"
"Non ancora.
E neanche Evelyn."
"Anche Eve è
qui?"
"Perché non
lo constati con i tuoi occhi?" le disse indicando un'altra sagoma che si
stava avvicinando.
"Ciao
Faith."
“Evelyn…"
"Buffy,
credo di fare questa domanda anche a nome di Faith: che ci stiamo a fare
qui?"
"Non lo
sapevo neanch'io, ma è stato qui che me l'hanno chiesto."
"Cosa?"
"Se volevo
tornare dai miei amici, o restare morta. Con vuoi la situazione è un po'
diversa, solo una può ritornare indietro."
"E perché,
Buffy?"
"Non lo so,
Faith, davvero, ma ho una teoria. Ci sono state quattro Cacciatrici in neanche
cinque anni. Io, Kendra, tu, Evelyn. Secondo me non vogliono che ne arrivi una
quinta, e per rimettere le cose a posto deve esserci solo una Cacciatrice. La
scelta è rimasta tra voi due."
"Gli altri
sono distrutti. Perché tu non hai scelto di tornare?"
"È stato
doloroso anche per me, ma non ce l'ho fatta. Ho combattuto, ho salvato il mondo
per cinque anni ed ero convinta che potevo andare avanti così all'infinito. Poi
sono arrivata qui, e ho conosciuto una pace che mi era totalmente sconosciuta.
Niente demoni, niente sangue o battaglie…mi sono resa conto di averlo sempre
desiderato. E ora l'ho finalmente ottenuto. Mi giudicate egoista per
questo?"
Forse a qualcuno
Buffy sarebbe potuta sembrare la persona più egoista del mondo perché sceglieva
di rinunciare alla battaglia che era stata chiamata a combattere, ma per Faith
e Evelyn no. Loro capivano, e non potevano condannare Buffy per una cosa che
possibilmente avrebbero voluto entrambe.
***
Angel aveva preso
Faith in braccio e decidendo di correre un bel rischio l'aveva portata al
negozio di Giles. Vedendo la ragazza in fin di vita, Giles aveva dimenticato in
un istante chi era e aveva chiamato da dietro anche Willow e Tara per dargli
una mano. Angel la depose sul tavolo, e dopo che Giles tolse la freccia Willow
la prese in mano per vedere se era avvelenata, e con cosa.
Giles, preso Angel
da parte, gli domandò cosa fosse successo.
"Ero un po'
distante, non ho sentito tutto il discorso. Quando mi sono avvicinato a Faith
però l'ho riconosciuto. L'avevo già visto di sfuggita a Los Angeles, credo si
chiami McAndrew."
"Mordecai
McAndrew?" esclamò Giles. Pareva sconvolto.
"Allora lo
conosci."
"Tutti al
Consiglio lo conoscono. Lo conoscono e ne hanno un timore reverenziale. L'uomo
ombra del Consiglio, il capo della Squadra Speciale che si occupa di tutti i
problemi che insorgono. Cacciatrici ribelli, Osservatori che mancano ai loro
doveri…"
"Eve e
Faith. Perché?"
"Curiamo
Faith. Poi ce lo dirà lei."
***
Buffy era
scomparsa nello stesso modo in cui era arrivata, lasciando Faith e Evelyn da
sole affinché decidessero. Faith stava per dire a Eve la sua intenzione di
restare, quando lei, sorridendo, disse che sarebbe rimasta con Buffy.
"Evelyn, no.
Ti prego, rifletti, perché vuoi lasciare tutto?"
"Faith, ho
visto come sono ridotta. Sono attaccata ad una macchina che mi fa respirare, e
nel caso mi risvegliassi non vivrei in un modo tanto diverso da un vegetale.
No, non voglio vivere a quel modo, anzi non voglio più vivere per svegliarmi
ogni mattina con gli incubi e con i miei rimorsi. Non ce la farei ad andare
avanti. Evidentemente non era destino, non era per combattere che sono capitata
qui."
"Ma che stai
dicendo?"
"Sto dicendo
che voglio che tu vada via da qui, che trovi quello che ci ha fatto questo
scherzo e che gliela faccia pagare cara. Sono io quella fuori posto in città,
non tu. Sunnydale ti riserverà ancora molte sorprese, fidati di me, ma ora
vai."
"Mi
mancherai."
"Anche tu.
Ho solo un ultimo favore da chiederti. Va da Spike. Spiegagli perché non sono
tornata indietro."
"Spike?
William il Sanguinario?"
"Proprio
quel vampiro. Colui che ha ascoltato i miei sfoghi, e ti assicuro che sono
stati tanti."
***
Faith riprese
conoscenza nel momento in cui Evelyn moriva all'ospedale. Subito si accorse di
non riuscire a muoversi, e prima che ci provasse di nuovo Willow la fermò
dicendole cos'era successo e perché era lì.
"Ti avevano
inoculato un composto mistico che assomiglia a quello con cui avevi avvelenato
Angel. E comunque, un centimetro più in su e avresti raggiunto Buffy all'altro
mondo."
Stavo proprio per
venire ripagata con la stessa moneta, pensò Faith. Poi sentì Willow parlare di
Eve, di quanto era stata vicina a morire.
"Willow,
Evelyn è morta."
"No, l'hai
vista anche tu, è in coma."
"No. Mi ha
mandato qui al posto suo."
"Non
capisco."
"Aiutami ad
alzarmi. Io devo…"
Angel subito andò
ad aiutare Willow a sostenerla "Faith, non se ne parla. Devi
riposarti."
"Ho dormito
per un mese, e se proprio vuoi che lo faccia ancora lo farò… dopo aver
sistemato McAndrew. Mi è venuto a cercare, ha detto che era solo colpa mia se
Eve era in quelle condizioni, ma non è altri che lui il colpevole. Sono certa
che è stato lui a fare in modo che Kakistos trovasse me e Kathryn, e a dare
l'ordine che l'Osservatore di Evelyn…E quei due non avevano altra colpa che
quella di averci voluto bene. Io e Eve vogliamo vendetta."
"Forse non
sai chi è, Faith" disse Giles "McAndrew può eliminarci solo
schioccando le dita. Anche Nigel e Travers hanno una paura del diavolo di lui,
e tieni conto che sono i due più vicini al capo supremo del Consiglio."
"Già,
Quentin e Nigel…Eve mi aveva detto che erano in città. Ci sono ancora?"
"Che vuoi
fare, Faith?" le chiese Angel.
"Niente di
illegale, non preoccupatevi voi due. Solo quattro chiacchiere… alla mia
maniera."
CAPITOLO 8
"Perché mi
rendi tutto tanto difficile? Voglio solo avere una risposta alla mia
domanda" sussurrò Faith a Nigel, mentre lo teneva per il bavero. L'uomo
aveva una delle sue espressioni impassibili, ma gli occhi tradivano la paura di
essere nelle mani di Faith.
"Io non so
niente."
"E io non ti
credo. Come la mettiamo?"
Faith stava per
tirargli un pugno, quando Quentin entrò nell'alloggio del collega.
"Faith
Lewis?" esclamò sorpreso.
Faith lasciò
andare Nigel, che si cercò una sedia e si sedette felice di averla scampata, e
si diresse verso l'uomo.
"Quentin
Travers. Quanto tempo è passato dall'ultima volta che volevo spaccarti la
faccia? Quattro anni?"
"Sorpreso di
vederla viva."
"Mi creda,
anch'io. Lo devo a Eve."
"Eve?"
"Mi scusi,
credo che voi la conosciate come Evelyn Capshaw. Sa che è morta? Certo che lo
sa. L'ordine l'ha dato proprio lei, vero? Io e Kathryn avevamo un'opinione
bassa di lei, ma questo… questo non può essere quantificato in termini di odio
e disprezzo."
"Ha
finito?"
"Per ora sì,
ma non si preoccupi. Di disprezzo ho ancora la parte di Eve."
"Sa chi è
Mordecai McAndrew?"
"Il capo
della Squadra Speciale."
"È un dio.
Persino il capo supremo del Consiglio ne ha timore. Noi ci limitiamo a dirgli
la situazione, poi come la gestisce non sono affari che ci riguardano. Evelyn è
un prezzo accettabile, se alla fine lei sarà resa inoffensiva."
"Un prezzo
accettabile. E io? Che cosa sono io?"
"Una
minaccia e una vergogna, ragazzina" esclamò McAndrew entrando. Con un
cenno fece segno a Travers e Nigel di uscire, e gli Osservatori presero la
porta e sparirono alla velocità della luce.
"Che
dispiacere rivederla."
"Anche per
me, Faith. Me lo immaginavo saresti venuta a torchiare questi due, perciò
eccomi qua. Ma che speri di ottenere?"
"Giustizia."
"Giustizia.
Definisci il concetto. Il male deve essere sconfitto perché il bene trionfi? Ma
chi tra noi due è dalla parte del torto, tu o io?"
"Domanda
stupida."
"Non quanto
pensi. La risposta è entrambi, e nessuno. Tu mi consideri un mostro, ma anche
tu lo eri, e sei finita in carcere per quanto hai fatto."
"E ho pagato
per quanto ho fatto. Ma lei non lo fa per i motivi che mi spingevano a essere
così. Il suo è puro e semplice delirio d'onnipotenza, e ne è pienamente
consapevole."
Le parole di
Faith non lo scomposero minimamente, e lei sentiva crescere in sé il desiderio
di colpirlo, di levargli dalla faccia quell'espressione indolente e di liberare
la sua rabbia.
"Vuoi
colpirmi, vero? Fallo. Uccidimi, che aspetti? Vendica Kathryn, Joshua e
Eve."
Le mani di Faith
avevano iniziato a tremare, e lei le strinse a pugno cercando di riguadagnare
il suo controllo.
"No. No, non
lo farò. Evelyn ha rinunciato alla sua vita per farmi tornare qui e io non la
sprecherò dietro le sbarre solo perché in un momento di rabbia ho deciso di
sporcarmi le mani con uno come lei" e lasciò cadere ai piedi dell'uomo
l'arma ricevuta dal Sindaco "Semplicemente, non ne vale la pena."
***
Lasciò la stanza
d'albergo, e quando fu abbastanza lontana tirò fuori il cellulare che aveva
portato con sé, e lo spense. Giles aveva sentito tutto, e anche gli altri,
forse era meglio tornare al negozio. Ma prima doveva andare da Spike, come
voleva Evelyn. Arrivata alla cripta, si accorse che era deserta e nel caos più
totale. Mobili sfasciati, bottiglie rotte… solo adesso capiva le parole di Eve.
Attaccato al muro, Faith trovò un biglietto indirizzato a Giles e gli altri.
Potete
gioire. Spike finalmente ha deciso di levarsi dai piedi. Non resisto nella
città dove in poco più di due mesi ho perso la donna che amavo e la mia
migliore (nonché unica) amica. Due Cacciatrici, ironica coincidenza.
Dite
a Briciola, se mai suo padre la riportasse qui, che le voglio bene.
Prese il
biglietto, e andò al negozio di magia dove tutti la stavano aspettando.
"Avete sentito
tutto?"
"Ogni
parola. Ma dov'eri finita? Avevamo paura che…?"
"Non sono
così pazzi. Io con loro non voglio avere più niente a che fare. Mandino chi
vogliono, io rimango qui."
"Come hai
detto, non sono così pazzi. Non faranno niente, finché sarai tu
"Non avrei
mai immaginato che fossero capaci di una cosa del genere" mormorò Xander.
"Che figli
di…"esclamò Willow, mordendosi la lingua prima di terminare.
"Siamo
fuori, sia lei che io, Giles."
"Dopo quanto
è successo, non posso desiderare di meglio. Cos'hai in mente, Faith?"
"Ricominciare
da zero, totalmente. Potete anche non credermi, ma
"Vero. Ti
concediamo un periodo di prova" disse Willow.
"E quanto
durerà?"
"Abbastanza…ma
ti faremo sapere quando finisce" aggiunse sorridendo.
"D'accordo,
ma ora? Niente Consiglio, niente banca dati. Come facciamo?"
"Beh,
abbiamo pur sempre l'agenzia di Angel, Cordelia, Wesley e Gunn. Che ne
dite?"
"Potrebbe
funzionare" disse Giles senza sbilanciarsi.
Altro che
potrebbe funzionare. Aveva funzionato eccome, e continuava da dieci anni.
Faith, stupendo tutti compresa se stessa era diventata avvocato, e su richiesta
di Angel legale dell'agenzia. Wolfram & Hart aveva trovato pane per i suoi
denti. Lei ed Angel lavoravano bene insieme, e Anya e Willow ormai cominciavano
a sospettare qualcosa. Insomma, lei ospite da lui a Los Angeles, lui ospite da
lei a Sunnydale… loro negavano e se la ridevano, anche se, certe volte, avevano
l'impressione che poteva esserci qualcos'altro… ma tanto o suonava il telefono,
o Cordelia aveva una visione, o irrompeva Wesley in ufficio. Ogni volta che
tornavano a Sunnydale insieme, la tappa obbligata era da Buffy e Eve. Spesso ci
trovavano anche altri fiori, quasi sempre rose bianche. Faith e Angel erano
praticamente certi che era opera di Spike. Chissà che fine aveva fatto, non lo
avevano più incontrato.
Come Giles aveva
detto, il Consiglio non si era fatto più sentire. Ogni tanto ci ripensava a
quelle persone, e a McAndrew. Quell'uomo di ghiaccio credeva che la giustizia
non esistesse. Allora Buffy, Eve e Kendra erano morte per niente, solo per
inseguire una vaga illusione.
Ma lei era ancora
lì.
E avrebbe
impiegato la vita per dimostrare quanto quell'uomo sbagliasse.