EVE

Di Jade

 

 

 

Disclaimer: I personaggi appartengono tutti a Joss Whedon e alla Mutant Enemy, eccetto quelli che non riconoscete, che appartengono a me.

Rating: PG-13

Personaggi/Pairing: Evelyn ‘Eve’ Capshaw (OC), Faith, Giles, Scooby Gang, Angel

Sommario: Dopo la morte di Buffy, il Consiglio manda a Sunnydale una nuova Cacciatrice, Eve. La ragazza è accolta gelidamente, ma questo diventa il minore dei suoi problemi quando si trova a dover difendere, con l’aiuto di Angel, nientemeno che Faith, appena uscita di galera, da chi sta cercando di ucciderla…

Note: ambientata alla fine della quinta stagione

***

PROLOGO

Faith era fuori dalla sua cella, percorrendo con la mano la recinzione che la separava dal mondo esterno durante la sua ora d'aria. Era una degli ultimi acquisti, e la sua qualifica di omicida l'aveva preceduta. Non aveva problemi a farsi rispettare dalle altre, eccetto per un gruppo che l'aveva presa di mira. Le Tre Sorelle. Una sorta di Triumvirato che governava le altre carcerate, e che mal vedeva quella ragazzina, anche se Faith non ne aveva mai voluto l'intenzione di sfidarle. A meno che non considerassero l'essere un'eremita una sorta di provocazione.

"Ehi bellezza, che fai qui da sola? Ci snobbi?"

"Andate all'Inferno."

"Oh, ma sentitela questa pulce. Ci vuole mandare all'Inferno. Forse non si è accorta di esserci già…"

Faith non era dell'umore di sentire del sarcasmo, e aveva torto un braccio a quella che stava parlando, spingendola contro la rete metallica "No, l'Inferno è da dove vengo io, tesoro. E tu non ci dureresti due secondi."

Le altre due liberarono la compagna da Faith, e la gettarono a terra. "Ragazzina, grazie di averci dato un motivo per pestarti. Lo aspettavamo da tanto."

Erano in tre, e anche se Faith rimaneva pur sempre una Cacciatrice e quindi una ragazza fin troppo abile nell'arte di menare le mani, contro quelle tre energumene e le altre loro amiche quella volta non riuscì a vincere. La guardia riuscì ad arrivare appena in tempo per interrompere il combattimento. Una delle tre era sopra di Faith, e continuava a prenderla a pugni. La ragazza però era svenuta, e tutta sanguinante. La donna chiamò subito rinforzi, e si chinò a vedere se Faith respirava ancora. Sì, era ancora viva, e la trasportarono d'urgenza all'ospedale. Aveva lesioni interne, un trauma cranico, un polso slogato e una gamba rotta. Oltre al resto delle botte. Sembrava che tutto stesse andando per il meglio, quando il cuore di Faith si fermò. Subito intervennero con il massaggio cardiaco e il defibrillatore, e riuscirono a farla tornare in vita. Ma non riaprì mai gli occhi uscita dalla sala operatoria, una volta svanita l'anestesia. Era entrata in coma.

 

CAPITOLO 1

SUNNYDALE - UN MESE DOPO LA MORTE DI BUFFY  

Sunnydale, California. Ad una prima vista non sembrava tanto male, pensò Eve disfacendo la sua valigia nell'anonima stanza di un anonimo motel. Forse quello dove aveva alloggiato la sua precedente collega in ordine di tempo, Faith. Boh. Cominciò a camminare avanti e indietro, provando mille frasi. Salve, sono Evelyn Capshaw, la nuova cacciatrice. Felice di conoscerla…o conoscerti…o meglio conoscervi, visto che andava ad assumere il ruolo di quell'altra Cacciatrice e che andava a conoscere i suoi amici, oltre che l'Osservatore?

Voglio tornarmene a Londra, pensò sconsolata, lì almeno so come funzionano le cose. Ma il Consiglio rimaneva il Consiglio, e poi lo aveva promesso al suo Osservatore.

Basta, temporeggiare non serviva ad un accidenti di niente, e così prese la sua giacca di pelle e andò al negozio di magia, dove le avevano detto era facile trovare tutti i diretti interessati.

La campanella alla porta, che annunciò la sua entrata, fece rizzare subito la testa di Anya, per vedere se si trattava di una cliente. No, decisamente no, non sembrava il tipo.

“Scusami, sto cercando Rupert Giles. È qui?"

"È nel retrobottega. Sei inglese anche tu?"

"Si sente, eh?"

Anya andò a chiamare Giles, e quest'ultimo fece un sobbalzo nel vedere Eve.

"Signorina Capshaw, immagino. Lieto di conoscerla."

"Il piacere è mio, signor Giles."

"Chi è questa ragazza, Giles?" domandò Anya un po' seccata.

"Anya, ti presento la nuova Cacciatrice."

Fulmine a ciel sereno. Anya rimase un tantino sconvolta quando sentì Giles pronunciare le parole "nuova" e "Cacciatrice" insieme.

"Allora tu sai. Bene, io sono Evelyn Capshaw, ma tutti mi hanno sempre chiamato Eve. Piacere di…"

Anya lasciò precipitosamente il bancone e uscì di corsa dal negozio. Eve rimase con il braccio a mezz'aria.

"…conoscerti, Anya."

Anya corse fino al college da Willow, era sicura di trovarci anche Tara e Xander, e comunicò loro la notizia.

"Ne hanno mandato un'altra. 'Ciao mi chiamo Eve'…sono venuta subito a dirvelo."

"Eve?"

"Strano diminutivo. Il suo nome per intero è Evelyn. Inglese, alta più o meno come me, capelli castano chiaro, occhi verdi. È al negozio."

"No, sono dietro di te" disse Eve apparendo alle spalle della ex demone. Anya aveva spalancato gli occhi, e lei sorridendo le disse che a momenti non ce la faceva, a starle dietro. E domandò se poteva entrare.

Anya si tolse dalla porta, e Eve si presentò a Tara, Willow e Xander.

"Piacere di conoscervi."

"Sei inglese?"

"Gallese, Xander, ma sono vissuta a Londra durante gli ultimi cinque anni."

"Che sai di questo posto?"

"Bocca dell'Inferno, punto di convergenza mistica, bla, bla, bla. Quello che c'è scritto sui libri. Dei punti mistici europei so vita, morte e miracoli, ma riguardo quelli americani sono carente. Spero di poter contare sul vostro aiuto."

Tara annuì e le sorrise, Willow e Xander abbassarono gli occhi, e Anya continuava a guardarla con ostilità.

Cominciamo bene, si disse Eve.

Nei giorni a seguire, Eve e Tara legarono parecchio. Per una strana coincidenza frequentavano gli stessi posti, piacevano loro le stesse cose, e ormai era diventata una consuetudine vederle entrare insieme e ridendo. Willow sapeva che Tara la amava, ma non poteva fare a meno di sentirsi depressa nel vedere quanto fossero diventate unite dopo neanche una settimana. Ma con qualcuno doveva pur fare amicizia Eve, loro l'avevano sistematicamente esclusa dalla loro vita. La vedevano come un'estranea, , e anche se a livello razionale non pensavano fosse un'usurpatrice del ruolo di Buffy, era di fatto quello che sentivano. E che sentiva anche Evelyn. Aveva letto di Buffy Summers i rapporti che Giles inviava al Consiglio, aveva fatto ricerche per conto suo, era arrivata a fare domande anche a quei due esseri viscidi di Quentin e Nigel, e di una cosa era certa. Era una leggenda. E chi diavolo era lei per arrampicarsi al suo livello? Forse l'avrebbero accettata, ma ci sarebbe voluto molto tempo e molta pazienza. Nel frattempo, però, aveva Tara. E di questo era grata al cielo.

Quando erano certe che non ci fosse nessuno, Tara e Eve andavano nella palestra dietro il negozio, e Tara osservava la sua amica allenarsi. Giles le aveva dato la disponibilità del locale, ma Anya non aveva perso tempo a farle sapere che era stato creato appositamente per Buffy. E non per me, aveva completato mentalmente  la frase Eve.

La ragazza prese a pugni e calci il sacco per almeno un'ora filata, sfogandosi di tutta l'amarezza che aveva dentro. Era veramente una buona cura, secondo lei, meglio degli zuccheri e di un fidanzato. Poi Tara la vide salire sull'asse d'equilibrio. Era un attrezzo che Buffy non aveva mai usato, e che Giles aveva rinunciato a farle apprendere anche se sosteneva che doveva migliorare nei salti, e che non poteva mai sapere se un giorno avrebbe affrontato un combattimento in quelle condizioni. Eve invece si divertiva da matti. Tara aveva paura ogni volta che staccava i piedi o le mani dall'attrezzo, e tirava un sospiro di sollievo quando ce li rimetteva. Stava terminando l'esercizio con un salto, quando Anya fece la sua comparsa.

"Ehi!"

Eve perse la concentrazione e l'equilibrio, cadendo rovinosamente a terra di schiena. Tara subito corse da Eve, che non si era ancora rialzata, e arrivò anche Anya.

"Eve, stai bene?"

"Sì, tutto OK. Cavolo che volo…"

"Anya, hai visto che stava saltando, perché non sei stata zitta?"

"Che ci fa lei qui?"

"Giles mi ha dato il permesso."

"A me non l'ha detto."

"Io sono testimone" esclamò Tara.

"Se lo dite voi…scusa per l'urlo" disse Anya andando via senza neanche voltarsi.

Tara aiutò Eve a rialzarsi, e si accorse della sua smorfia di dolore quando le sfiorò la schiena.

"Eve?"

"Ho solo preso una brutta botta, tutto qui."

Ma a questa balla non credeva né lei né Tara.

Eve aveva cercato di autoconvincersi che stava bene per tutto il tragitto fino al motel. Poi si lasciò pure andare alle lacrime di dolore. Si sfilò la maglietta, e la esaminò vicino ad una lampada. Era stata fortunata, stavolta la ferita non si era riaperta. Sarebbe stato difficile spiegare a Tara perché c'era una macchia di sangue sul pavimento e sulla sua maglietta. Poi con qualche contorsione cercò di vedere allo specchio come stava la sua schiena.

"Non stai peggio del solito, eh?"

Il riguardare quelle cicatrici ancora non rimarginate era un tormento. Ma non poteva dimenticare quello che era successo, non voleva dimenticare Josh. Contravvenendo a tutte le regole del Consiglio, più che un Osservatore e una Cacciatrice erano stati l'uno per l'altra rispettivamente il padre e la figlia che non avevano avuto. Josh l'aveva sempre protetta da loro, non voleva che le facessero soffrire più di quanto fosse necessario, voleva darle una vita normale... Il senso di colpa per non essere riuscita a salvarlo le attanagliava il cuore e la mente. Da quell'incendio si era salvata a malapena lei, non poteva continuare a pensare a cosa poteva essere se fosse ritornata a casa cinque minuti prima…avevano continuato a ripeterglielo per giorni, mesi. Ma non si cancella il dolore per la perdita di una persona cara. Ci puoi convivere, lo puoi far diventare parte di te, ma ti rimane dentro. Per sempre.

Forse era per questo che avevano scelto lei. Era la più indicata a capire quello che stavano passando. Questo da quei vecchi baroni freddi e conservatori non se lo sarebbe aspettato. Che avessero un cuore anche loro?

Beh, non era il momento di starci a pensare. Era di ronda quella sera e voleva sbrigare l'incarico nel più breve tempo possibile.

CAPITOLO 2

"Come sta? Si risveglierà dal coma?" domandò Angel, mentre dai piedi del letto guardava Faith, priva di conoscenza.

"Non saprei dire” gli comunicò il medico. “Dalle lastre abbiamo visto un vecchio trauma cranico, e nella sua storia clinica c'è stato un lungo periodo di coma. Ma stavolta… Non le mentirò: potrebbe davvero non svegliarsi mai più."

Angel riguardò il viso di Faith, ancora pieno di lividi, e non poté fare a meno di aver paura che il dottore avesse ragione.

Disse all’uomo di tenerlo informato e gli diede il suo numero di telefono. Il medico riguardò un attimo il biglietto da visita, e poi si decise a fare la domanda che gli girava in testa da quando se l'era visto nel suo studio.

"Ma lei chi diavolo è?"

"La sola persona a cui importi realmente di lei."

Povera Faith. Ci mancava anche questa. Il medico aveva detto che era un vero miracolo che il suo cuore avesse ripreso a battere…

Un momento. Allora era rimasta morta per qualche istante. Che a Sunnydale ci fosse una nuova cacciatrice?

Voleva scoprirlo, anche se questo comportava tornare sulla Bocca dell'Inferno, rivedere quei luoghi, lasciarsi sommergere da ricordi dolorosi. Erano passate due settimane da quando aveva saputo di Buffy, della sua morte, e gli sembrava ancora fosse successo ieri. E prima che avesse il tempo di pensarci troppo, era già in viaggio.

***

Angel camminava per una strada che costeggiava il cimitero, immersa nel silenzio. Poi sentì la voce di una ragazza.

"Senti tesoro, finiamola qui. Primo, sono stanca di venirti dietro…"

Angel entrò nel cimitero, alla ricerca della ragazza che stava parlando. Solo allora si accorse di una moretta che stava combattendo con un vampiro. La ragazza gli aveva appena ficcato il paletto nel cuore.

"…secondo, non esco con chi è già morto. Sai com'è, io cacciatrice, tu vampiro…non funzionerebbe."

La ragazza si scrollò di dosso la polvere del vampiro e si voltò per uscire dal cimitero. Fu allora che si trovò faccia a faccia con Angel.

"E tu chi sei?"

"Non mordo, non preoccuparti. Bel colpo."

"Grazie, normale routine. Chi sei?"

"Mi chiamo Angel."

"Piacere, Eve. Un momento…hai detto Angel? Angel come l'ex di Buffy? Quel Angel?"

"Sei informata."

"Dio, scusami, non volevo…"

"Non fa niente, davvero. Così sei la nuova Cacciatrice?"

"Pare. Anche se non sono stata accolta entusiasticamente."

"Hanno perso un'amica preziosa, oltre alla Cacciatrice. Da' loro un po' di tempo."

"Se servisse a qualcosa lo ruberei anche, ma ci vorrebbe un miracolo per sciogliere il gelo tra me e loro. Perché sei qui, Angel?"

"Volevo conoscerti. Tutto qui."

"Perché?"

Angel si trovò a fissare i suoi occhi, e comprese che non avrebbe accettato una risposta diversa dalla verità. Le chiese se aveva un posto dove parlare, e Eve lo portò al motel.

"È carino, qui…"

"È una fogna, vorrai dire, ma non credo di potermi permettere molto di più. Ho dei soldi da parte e con quelli mi pago il college, ma con quello che mi danno come barista è già tanto se sono qui."

"Faith non viveva in una stanza tanto diversa da questa, sai?"

"Faith? Cioè la Cacciatrice che ha tradito il Consiglio? Io ero nei dintorni quando è arrivata la notizia, non hai idea del polverone. Ma mi sono sempre chiesta cosa aveva portato una ragazza in gamba come lei a comportarsi così."

"Tante cose, successe troppo in fretta e nel momento sbagliato."

"So che è in carcere a Los Angeles…o meglio, che era in carcere a Los Angeles. Se io sono qui significa che lei non c'è più, vero?"

"No. Faith è in coma, e i medici non sono ottimisti. È stata morta per due minuti, per questo sei arrivata tu."

"Santo cielo, povera Faith…"

"Una volta abbiamo parlato di questa eventualità, e lei mi ha fatto avere questa busta. Io non l'ho aperta, è destinata come mi ha detto "Alla cacciatrice che viene dopo di me". Quindi a te."

"Sai cosa c'è dentro?"

"Non me l'ha voluto dire. Ha detto solo: "Qualcosa che potrà esserle utile".

Angel se n'era andato da un'ora, e Eve guardava la busta appoggiata sul letto. La apro, non la apro…aveva paura del contenuto, ma voleva anche sapere cosa le aveva lasciato Faith. E così l'afferrò e la svuotò.

C'era una lettera, e una specie di pacco.

Io non ti conosco, e sinceramente non credo tu mi conoscerai o avrai voglia di farlo. Il mio nome è Faith, ed ero una Cacciatrice come te. Non ero cattiva, ma dopo che per errore uccisi un uomo, il mondo per me cambiò per sempre. Diventai la nemesi di quella che prima era mia amica, il suo nome è Buffy, e rinnegai quella che ero. Ora sono in carcere, a pagare per il male fatto, e Dio solo sa se e come ne uscirò. Ma l'importante è che qualcuno, là fuori, continui a fare quello che va fatto.

Io non sono più in grado di farlo. Ma ho fiducia in te. L'arma che troverai con questa lettera è mia. Direi che può servirti da ammonimento, a ricordare come si finisce quando ci si dimentica chi si è in realtà. Spero che a te non succeda mai.

Buona fortuna.

Arma? Eve riprese in mano il pacchetto e cominciò a scartarlo. In mano le rimase il pugnale più strano che avesse mai visto. Qualcosa le diceva che se si fosse presentata al negozio di magia con quello in mano avrebbero fatto un colpo. Loro odiavano Faith. Lei invece…non sapeva spiegarselo, ma quelle poche righe le avevano dato l'impressione di conoscerla da una vita. Se si risvegliava dal coma, non le sarebbe dispiaciuto andare da lei con Angel.

Al momento però aveva da pensare alle sue lezioni, se voleva diventare un avvocato entro i trent'anni. Doveva finire una relazione per la lezione del giorno dopo, e pregava di non addormentarsi come al solito.

La sveglia suonò cinque ore dopo, svegliandola di soprassalto. Nel panico, riguardò la relazione, e tirò un sospiro di sollievo quando si accorse che l'aveva finita. Oggi devo correre, si disse, e aveva ragione. College, allenamenti, il dottore, i compiti, l'ostilità degli altri…

Non ricordava di aver avuto giornate tanto piene quando ancora stava a Londra. Forse doveva ancora abituarsi all'America, ai suoi ritmi. Anche Giles glielo aveva detto. Era quello più depresso per la morte di Buffy, ma era sempre così. Un Osservatore che perde la sua Cacciatrice si sente come se avesse fallito in qualcosa. È stata colpa mia? Potevo evitarlo? Cosa poteva essere se…? Certe volte andava da lui, e si sedeva sul divano ad ascoltarlo. Sentiva che ne aveva bisogno, e in questo modo riuscì anche a comprendere meglio gli altri. Tutti gli altri, a parte uno. Ripensando a quella persona scoppiò a ridere, attirandosi un'occhiata incuriosita da Giles, e poi gli disse che doveva tornare a casa sua a prendere qualche arma. Doveva andare di pattuglia.

Invece passò al negozio di liquori sulla Terza strada a prendere una bottiglia di Whisky scozzese, e al Bronze per farsi dare due porzioni di ali di pollo in salsa agrodolce. Poi andò al cimitero, e rimase appoggiata allo stipite della porta di quella cripta fino a quando Spike non si accorse di lei.

"Eve."

"Ciao. Come ti è andata oggi?"

Il vampiro la guardò di sottecchi, poi notò quel che aveva in mano e abbozzò un sorriso "Meglio di come è andata a te, se ti trovi qui con una bottiglia di whisky. Forza, entra."

Eve si sedette sul bracciolo della poltrona, mentre Spike ammirava il liquore controluce.

"Lo vuoi bere o mettere in cornice?"

Spike le lanciò la bottiglia, e lei ne bevve un sorso per poi appoggiarsi allo schienale della poltrona.

"Evelyn, sputa il rospo."

"Non ho rospi da sputare, e tantomeno altri anfibi. Solo il solito complesso d'inferiorità" disse lei rilanciandogli la bottiglia. Lui riempì due bicchieri, e avvicinandosi gliene porse uno.

"Credo di sapere come ti senti" le rispose sedendosi in poltrona.

"Ah, davvero?"

"Ho vissuto con Angelus, e lui era considerato una pietra di paragone. Tu che dici?"

"Dio, che situazione…speravo le cose potessero cambiare, ma mi sto rendendo conto che rimarranno così. Lei su un piedistallo, e io a sfogarmi con te."

"Sei gelosa?"

"No, sapevo cos'ha fatto e perché è morta. Sono onorata di prendere il suo posto. Ma quello che nessuno ha ancora capito è che non voglio gareggiare con lei, o dimostrare di essere migliore…non ci riuscirei, punto e basta."

"Chi è che bastona più forte?"

"Anya, seguita da Xander. Poi viene Willow, e per ultimo Giles. Tara è l'unica che mi abbia dimostrato da subito amicizia."

"Passi Xander, aveva un debole per lei fin dal liceo, Willow, che era la sua migliore amica, e Giles, il suo Osservatore. Anya perché ce l'ha con te?"

"E lo vieni a chiedere a me? Forse non le piacciono le mie scarpe, i miei capelli, come mi pettino, forse teme che le possa portare via Xander. Credi che dovrei dirle che mai al mondo mi interesserei a lui?"

"Forse, ma occhio all'effetto contrario. Potrebbe odiarti perché ritieni non attraente il suo uomo."

"Ammazzami, ti prego, e poni fine alle mie sofferenze!"

"Ti farei volentieri anche diventare un vampiro, ma sai com'è…chip nella testa."

"La vita fa proprio schifo…" mormorò lei bevendo un altro sorso di liquore.

"Quanti anni hai, Eve? Ventidue? E sei ancora convinta che il mondo sia perfetto?"

"Ehi, tu hai almeno un secolo più di me, hai avuto solo più tempo per pensarci, non darti arie da filosofo."

"No, solo da poeta."

"Ehi, non darti troppe arie. Credi non sappia da dove viene il tuo soprannome, William il Sanguinario?"

"Brava piccola, hai fatto i compiti per casa. Spiffera una sola cosa e sei morta."

"E il chip?"

"Sopporterò stoicamente il dolore mentre ti torcerò il collo, Evelyn."

"Ah beh, quand'è così tolgo il disturbo. Grazie della chiacchierata, Spike" disse lei alzandosi da dov'era seduta.

"Figurati, dolcezza. È stato bello anche per me. Non sei l'unica a essere tenuta distante ultimamente. Ah, Eve, un'ultima cosa."

"Spara."

Spike voleva dire qualcosa, ma le parole gli rimasero in gola "No, niente."

Guardò Eve uscire dalla porta e sparire nella notte, e poi tornò a sedersi nella sua poltrona.

"Fa solo molta attenzione. Non ho voglia di piangere anche sulla tua tomba" mormorò.

CAPITOLO 3

"Allora, è già da un po' che Evelyn è qui con noi. Opinioni al riguardo?" domandò Xander, durante una serata al Bronze in una delle rare occasioni in cui tutti erano seduti senza sapere che dire.

"A me piace tanto, Xander. È simpatica" disse subito Tara.

"Non è male, s'interessa anche di magia. Mi ha chiesto di spiegarle alcuni filtri magici, ed è dotata. Questo piace a Giles. E mi ha detto lui che è felice di avere Eve qui. Poverino, qui come connazionale aveva solo Spike. Ripeto, non è male ora che l'ho conosciuta un po' meglio."

"A me non piace" dichiarò Anya.

"Perché?"

"Quella vuole il posto di Buffy."

"È la nuova Cacciatrice."

"Io rivoglio Buffy, non voglio lei."

"Tutti noi rivorremmo Buffy, ma è morta. Non può tornare. Evelyn è simpatica, e sarà bello darle una mano."

"Aiutala e tra noi è finita."

"Anya, ma perché la odi tanto?"

"Non la odio. Non la sopporto e basta, è diverso. Ci nasconde qualcosa, ne sono certa. Sono un ex demone della vendetta, me ne accorgevo se gli uomini nascondevano qualcosa. Le donne non fanno eccezione, sono solo un po' più complicate."

"Cosa è complicato?" esclamò Eve arrivando al tavolo dov'erano seduti tutti, e trovando posto vicino a Tara e Willow.

"Delle lezioni al college."

"Vero. A proposito Willow, grazie del libro. Sono a metà."

"Tu leggi l'occitanico?" esclamò Willow sorpresa. Poi lanciando una rapida occhiata agli altri si affrettò a dire che si trattava di una lingua europea medievale.

"Sono appassionata del Medioevo, una malattia che mi ha trasmesso il mio precedente Osservatore."

"Come si chiama?"

"Si chiamava Joshua Camden. È morto due mesi fa, un incendio è divampato nella sua casa e io non sono riuscita a tirarlo fuori. Non sarei riuscita a tirare fuori neanche me stessa se non fosse stato per i pompieri."

"Scusa. Non lo sapevamo."

"Credo lo sappia solo Giles."

"E come stai ora?"

"Ancora mi sorprendo a pensare perché non sia qui con me. Abbiamo passato otto anni insieme, mi sembra strano non vedere più la sua faccia di punto in bianco."

Il sorriso doloroso di Eve fece abbassare ad Anya, Xander e Willow lo sguardo. Dicevano che non li poteva capire, e invece poteva meglio di quanto pensavano perché aveva passato anche lei quel che stavano passando loro. Finalmente se ne stavano rendendo conto.

Anya aveva detto due parole su come si era comportata, le aveva chiesto scusa o almeno sembrava, e anche gli sguardi di Xander e Willow erano cambiati. Era una di loro, finalmente.

Ora bisognava vedere quanto sarebbe durata.

Stava per arrivare il colpo dal cielo che Eve non voleva.

***

Erano arrivati a bordo di una berlina nera, ed erano entrati nel negozio alla stessa maniera dell'anno prima. Una volta fatti scappare i clienti, ordinarono a Giles di vedere la signorina Capshaw. Giles chiese ad Anya di andare a chiamarla, era occupata negli allenamenti nell'altra stanza.

Quando Eve si trovò davanti ai due uomini, e Giles iniziò a fare le presentazioni, gli disse che non era necessario. E che voleva parlarci a quattr'occhi in privato.

"Signor Travers, Nigel…a che devo questa visita?"

"Miss Capshaw, lieto di rivederla. Come si trova in questo nuovo frangente?"

"Bene, ma non è Londra."

"L'ho saputo, è stata recalcitrante a lasciare Londra. Ma ammetterà che la sua presenza era necessaria qui."

"Ma certo. A che devo questa visita?"

"Subito al sodo…d'accordo. Dopo quanto ha passato, il Consiglio ha deciso di tenerla sotto controllo. Una Cacciatrice instabile è molto pericolosa, e non vogliamo si ripeta un'altra volta il caso di Faith, capisce..."

"Ma io non sono instabile, credo di averlo dimostrato ampiamente."

"Ha subito un trauma, e vogliamo essere sicuri che l'abbia superato. La perdita del suo Osservatore, l'incendio, un trasferimento oltreoceano…"

"La piantiamo di ripetere le stesse cose? Non lo sopporto."

"Evelyn, non comprendo questo suo atteggiamento nei nostri riguardi."

"Scommetto che è la stessa cosa che avete detto anche a Buffy. Solo che io ho più punti in comune con la cara Faith, com'era  prima del fattaccio, e voi lo sapete bene. Se non avessi il suo carattere, potrei anche essere tornata dall'Inferno e a voi non ve ne importerebbe niente."

"Lei ci sottovaluta."

"No, siete voi a sopravvalutarvi. Buffy è stata la prima a cantarvele chiare in faccia. Fate attenzione, potrebbe esserci una seconda volta. Il fatto che non mi sia mai ribellata, non significa che non ne sia in grado. Se ora volete scusarmi, vorrei andare a scuola e cercare di laurearmi entro la fine del secolo."

Nigel e Quentin rimasero impassibili fino a quando Evelyn non lasciò il negozio, poi gettata la maschera si lasciarono andare alla stizza.

"Non è simile a Faith. Quella È Faith."

"Crede sia il caso di avvertire McAndrew?"

"No, non ancora, Nigel. La situazione non ci è per il momento sfuggita di mano. Evelyn non si fida di noi dopo quando è successo, è ovvio. Si tratta solo di riconquistare la sua fiducia…e impedirle di parlare con Faith, quando si risveglierà. Non siamo riusciti a controllare lei e Buffy. Non ripeteremo lo stesso errore per la terza volta."

CAPITOLO 4

Camminava in un cimitero… le era familiare. Era lo stesso cimitero che aveva visto prima di svegliarsi, mesi prima, quando era in coma a Sunnydale. Si era accorta della tomba aperta, ma stavolta non c'era caduta dentro. Si era fermata a guardare la lapide, ma il nome era illeggibile. Una pioggia scrosciante aveva iniziato a cadere, ma lei rimaneva lì immobile. Poi avvertì un rumore di passi alle sue spalle, e con la coda dell'occhio vide una ragazza. Una moretta con gli occhi verdi, che non aveva mai visto prima. La ragazza fissava la lapide, poi si era voltata verso di lei sorridendo.

"Perché ne hai paura?"

"Perché ci sono andata vicino due volte."

"Io una" rispose lei. 

"Come mai sei qui?"

La ragazza non rispose, continuava a sorridere, e poi le indicò la lapide.

"Tu hai ancora molto da fare qui, e di sicuro anch'io. Ma la prossima volta una di noi due non sarà tanto fortunata."

Si erano messe entrambe a fissarla. La pioggia stava ripulendo la scritta…finalmente si cominciava a intravedere il nome sotto…

 

Faith spalancò gli occhi di colpo.

Cercò di muovere il collo, ma le faceva male e decise di restare immobile. Con gli occhi guardò la stanza dove si trovava. Era in ospedale o nell'infermeria del carcere? Non sapeva dire. Gettando uno sguardo alla sua destra, si accorse di un uomo addormentato su una sedia. Angel.

Tendendo una mano, riuscì a sfiorargli il braccio e a farlo svegliare.

"La bella addormentata si è svegliata, finalmente. Mi hai fatto preoccupare."

"Quanto tempo, stavolta?"

"Un mese."

"Beh, sto migliorando…" sussurrò sorridendo, e poi gemendo di dolore.

"Hai un paio di costole rotte. Non ridere."

"A momenti neanche respiro, ma grazie lo stesso del consiglio. E cos'altro?"

"Le botte sono guarite quasi tutte, e anche il polso tra non molto lo sarà."

"Il collo e la testa mi stanno facendo un male cane."

"Aspetta, chiamo un'infermiera. Ti darà qualcosa per il dolore"

Faith lo afferrò per il polso "Solo un momento. Stavolta è successo, vero? C'è."

"Sì, Faith. Stavolta c'è un'altra cacciatrice, e le ho dato quanto mi hai fatto avere."

Faith annuì, e poi richiuse gli occhi mentre Angel andava a dare la notizia del suo risveglio al medico che la seguiva e alla guardia che sorvegliava la sua stanza. Ci scommetteva, era lei quella che aveva sognato.

Sentì dei passi nella stanza, e pensò che era l'infermiera con l'antidolorifico. Sperava fosse l'infermiera con l'antidolorifico.                 

Quando spalancò gli occhi e si accorse del cuscino che le stava per essere premuto in faccia, un'ondata di paura la raggiunse. Cercò di urlare, ma il cuscino soffocava i suoi gemiti. Tentava di muoversi, ma chiunque volesse ucciderla era più grosso e più forte di lei. Poi tutto si fermò. Sentì un tonfo a terra, e poi Angel le tolse il cuscino dalla faccia e l'aiutò ad alzarsi.

"Dobbiamo andarcene da qui."

Faith guardò l'uomo a terra, e riconobbe una delle guardie del carcere. Perché la voleva morta?

"Angel, che sta succedendo?"

"Qualcuno al Consiglio ti vuole morta. Wesley ha ancora degli amici là, e gli hanno passato l'informazione."

Faith si mise addosso gli abiti che le aveva portato il vampiro, e poi corsero via per le scale antincendio. Era notte fonda, nessuno fece caso a loro due, così Angel riuscì a portare la ragazza a casa sua.

"Qui sarai al sicuro per un po'. Vuoi qualcosa?"

"Un analgesico per il mio collo, se non è troppo disturbo. E qualcosina sulla nuova."

"Si chiama Evelyn Capshaw, Eve per tutti" disse Angel porgendole la pastiglia e un bicchier d'acqua. "Viene dall'Inghilterra."

"Il Consiglio la manovrerà per bene."

"Non mi ha dato quest'impressione. A dire il vero credo che Eve ti somigli un po'. Anche tu eri molto legata alla tua prima Osservatrice, e come lei l'hai persa in modo tragico. E anche tu sei sola… o almeno credevi di esserlo."

"Se è vero quello che dici forse loro hanno paura di lei. Che si ripeta un'altra volta la storia."

"Parla chiaro."

"Di sicuro sa come è andata la faccenda. E forse avrebbe voluto parlarne con me…"

"E un morto non avrebbe potuto parlare. Di che faccenda parli?"

"Bastardi. Lo so io com'è andata realmente, e ci giurerei che lo sa anche Eve. Andiamo a Sunnydale, Angel. Ora."

***

"Pronto?"

"Signor McAndrew, sono io."

L'uomo, sulla quarantina e con già un accenno di capelli grigi si fece serio subito "Immagino che il lavoro sia stato fatto."

"La ragazza è scomparsa."

"Non è possibile! Come può una ragazza nelle sue condizioni svegliarsi e andarsene?"

"Lo ha già fatto una volta, signore. Stavolta è stata aiutata."

"Chi?"

"Non l'ho visto in faccia. Mi ha tramortito con un colpo alla testa arrivandomi da dietro."

"Faith è un problema. Il più grosso dopo la morte della Summers. Mi aspetto il massimo impegno da dei professionisti come voi…perché immagino voi lo siate."

L'uomo non ebbe neanche il tempo di ribattere. McAndrew aveva già riattaccato. 

***

Quentin e Nigel non avevano perso tempo, e subito avevano iniziato a sottoporre Eve ai loro assurdi test. L'unico motivo per cui non aveva detto ancora loro in faccia quel che ne pensava era Giles. Non voleva inguaiarlo con loro. Era ormai una settimana che quella farsa andava avanti però, e Evelyn stava perdendo la pazienza, cosa che si stava ripercuotendo negativamente anche sulla caccia. I vampiri ormai quando la sentivano arrivare e vedevano il suo umore facevano dietrofront in due nanosecondi netti, impedendole di sfogarsi a dovere… e facendola arrabbiare ancora di più.

"Ma dove sono spariti i vampiri di questa maledetta città?"

Poi ne avvertì uno alle sue spalle, e con un movimento fulmineo lo sbatté contro il muro. Dopo avergli puntato un paletto contro il petto si accorse che era Angel.

"Non te l'ha mai detto nessuno che è pericoloso strisciare alle spalle di una Cacciatrice furiosa?"

"Nervosa, stanotte. Che succede?"

"Il Consiglio ha deciso di rompermi le scatole ed è venuto in città di nuovo."

"Porta pazienza. Se ne andranno."

"O li butto fuori io da questa città. Non c'è molto da scegliere. Dio, sono al limite della sopportazione!"

"Allora ringraziami, sono venuto a prenderti. C'è una persona che ti vuole vedere, e scommetto che sai anche chi."

"Faith? Faith si è svegliata? Oh Signore ti ringrazio! Andiamo subito, muoio dalla voglia di conoscerla. È in ospedale?"

"Non precisamente…"

***

Quando Angel le fece incontrare Faith, lei era seduta sul letto di Evelyn che si massaggiava il collo. Evelyn diede un’occhiata a Faith col sopracciglio alzato, e poi a Angel.

"Che mi sono persa?"

“Niente che tu voglia sapere, Eve. Fidati.”

Faith continuava a fissarla. Eve le sembrava familiare, ma non si erano mai incontrate prima... Poi si ricordò del suo sogno.

Doveva avere davvero un'espressione allibita, perché Eve la guardò in modo strano e le chiese se andava tutto bene.

"Sicuro. Al cento per cento."

"Felice di sentirtelo dire. Dio, sono un po' emozionata. Sei la prima Cacciatrice con cui parlo."

"Quanti anni hai?"

"Ventidue. Se non sbaglio, la tua stessa età."

"Non sbagli. Faccio prima a chiederti cos'altro sai di me."

"Cacciatrice, vita un po' sregolata, passaggio alle forze del male, coma, hai tentato di far la festa a Buffy, poi sei venuta qui e stai cercando di redimerti."

"Questo non viene dal Consiglio. Angel, che diavolo hai detto a questa ragazza di me?"

"Solo la verità" rispose il vampiro con un sorriso. Faith scosse la testa, sospirando.

"Bravo. Ora se non ti dispiace voglio parlarci da sola."

“Sei sicura? Forse…”

E se Angel aveva qualche dubbio sull'utilità della sua presenza nella stanza, gli sguardi di Faith e Eve glieli chiarirono all'istante.

"Scusatemi" e sparì dalla porta dov'era entrato.

"OK" disse Eve sedendosi "Come stai?"

"Dolorante ma viva."

"E il carcere?"

"Non so più che fare. Se torno, rischio di finire uccisa o da quelle che mi hanno pestato o da quelli della squadra speciale del Consiglio."

"Lo vuoi il consiglio di un quasi avvocato?"

"Studi legge? E come cavolo fai a conciliare tutto?"

"Sono un mito. Angel non te lo aveva accennato?"

"Va al Diavolo, secchiona."

"Grazie, ci andrò senz'altro. Mi ci avete mandato in molti ultimamente…Anche il mio Osservatore esercitava. Poi sono arrivata io e gli ho sconvolto la vita."

"Anche per Kathryn è stato così. Vederla morire in quel modo…non credo lo supererò tanto presto."

"Lo so. Josh è morto in un incendio a casa nostra. Mi ero trattenuta in palestra, ma se fossi solo arrivata un minuto prima… sarei potuta arrivare in tempo e tirarlo fuori. Invece sono arrivata tardi. Sono voluta entrare lo stesso, e mi è crollata addosso una trave infuocata. Non sono rimasta paralizzata, ma mettermi abiti scollati dietro è diventato davvero un bel problema."

"Mi dispiace."

"Ormai sono due mesi."

"Per te è stato un incidente?"

"Sinceramente? No. Il modo in cui le cose andavano nei giorni immediatamente prima…sentivo che c'era qualcosa che non andava. E poi c'era un uomo, la notte dell'incendio. Prima che perdessi conoscenza, l'ho visto vicino alla casa."

"Sulla quarantina, capelli grigi, uno sguardo che avrebbe potuto tagliarti in due?"

"Sì."

"Lo stesso che ho visto quando Kakistos ha ucciso Kathryn. Sulle prime ho pensato ad uno spettatore, ma poi…quello che vedeva non gli faceva né caldo né freddo."

"Proprio l'impressione che ho avuto io. Ucciderli…ma perché?"

"Perché hanno violato il sacro comandamento degli Osservatori. Mai considerare la Cacciatrice una persona. Per Kathryn io ero molto di più… come tu eri per Joshua."

"Bastardi. Sai, Quentin e Nigel sono a Sunnydale. Sono sotto esame per evitare che diventi ‘psicotica’ come lo eri tu."

"Che divertimento…"

"L'hai detto. Sai, Angel mi ha parlato della tua situazione, e ho chiesto il tuo fascicolo. Sono una studentessa di Legge, non possono negarmelo. E sai che c'è? Puoi uscire per buona condotta."

"Non me la daranno mai."

"Io dico di sì."

"Sei sempre così maledettamente ottimista, tu?"

"Solo quando so in anticipo di vincere."

CAPITOLO 5          

Dopo quella chiacchierata, Faith rinunciò a opporsi ai piani rivoluzionari di Evelyn. Si era eletta a suo avvocato, anche se tecnicamente non lo era ancora, e prima che Faith riuscisse a capire quel che stava succedendo era in macchina con lei, diretta a Sunnydale.

"Non riesco a crederci."

"Credici, sorella. Sei libera."

"Grazie. Grazie davvero."

"Ho fatto il mio dovere. In futuro mi pagheranno una fortuna anche per molto meno."

"Dannata capitalista."

"Come ogni bravo avvocato."

"Come gli spiegherai la mia presenza?"

"Qualcosa mi inventerò."

"Eve, sii realista."

"Sarà difficile. Tramite Buffy hai fatto in modo che ti odiassero. Specialmente Willow, scommetto."

"Soprattutto Willow."

"Tara ha paura di te, e Xander…beh, è diventato muto e rosso appena ho fatto il tuo nome. Credo di aver capito…"

"Una notte. E non guardarmi così!"

"Se non parlasse sempre di Buffy, io ci avrei fatto un pensierino…"

"No…anche tu con Xander?"

"Xander? Ehi, non sono disperata. Io dicevo di Spike. Ma è perso nel ricordo di Buffy."

"Anche lui."

"Tesoro, se tu ti sei dovuta confrontare con lei da viva, io devo misurarmi col mito da morta."

"E come va?"

"Ora che finalmente non mi guardano più come un'aliena? Abbastanza bene."

"Cosa facciamo appena arrivate?"

"Pensavo di ospitarti al motel dove vivo. Lo spazio non è molto, ma…"

"Non se ne parla" rispose Faith tirando fuori da una tasca una chiave "Ho qualcosa di meglio. E credo proprio che sarò io a ospitare te."

***

Quando vide l'appartamento, Eve comprese le parole di Faith, e accettò la convivenza. Veramente aveva deciso di accettarla ancora prima di vedere la casa, visto lo squallore della sua attuale residenza, e tempo tre ore, Evelyn poté finalmente dire fieramente di avere finalmente una casa di tutto rispetto.

"Come spiegherai la mia presenza qui, Eve?" disse Faith a Eve, che era seduta ai piedi del suo letto con una fetta di pizza in mano.

"Prima tasto il terreno, poi deciderò come indorare la pillola."

"Occhio a quello che fai. Ti giocherai la loro fiducia aiutandomi."

"Non credo. Anzi penso che non aspettino altro che un mio errore per rinfacciarmelo."

"È rabbia quella che sento?"

"No, solo frustrazione."

"Benvenuta nel club."

"Ma al momento non mi interessa. Voglio sapere se quello che sospetto su Kathryn e Joshua è vero. Perché se lo è, Quentin e Nigel avranno molto di che preoccuparsi."

"Cosa vuoi fare?"

"Nell'immediato, ho solo intenzione di dormire. Domani devo andare al college. Ci vediamo per pranzo alla mensa?"

"Perché no…aspetta. Willow. Tara."

"Due parole. Corso. Sospeso. Non ci saranno domani, se ne andranno alla spiaggia. Ora stai meglio?"

"Decisamente."

Eve si addormentò poco dopo, con un libro di diritto penale ancora aperto in mano. Faith invece non riusciva a dormire. Non condivideva l'ottimismo di Evelyn, ed era troppo preoccupata da quello che sarebbe potuto succedere. Quel sogno…l'immagine di lei e Eve davanti a quella tomba. Una di loro due la prossima volta non sarà tanto fortunata da sopravvivere.

"Non toccherà a te, lo prometto. Tra noi due, quella che qui non ha più niente di buono da fare sono io."

 

Il segreto però non riuscì a rimanere tale per un tempo sufficiente a Evelyn da farsi venire in mente una storia convincente, e tutto per colpa di Xander.

Era successo nel modo più stupido. Xander passava per caso e dalla strada aveva visto Evelyn entrare in un palazzo. L'aveva seguita per salutarla e chiederle che ci faceva così lontano dal motel, e poi si era accorto che era entrata nel vecchio appartamento di Faith. Aveva bussato. Evelyn era sotto la doccia, e così Faith andò ad aprire.

Dopo essere rimasto imbambolato per un nanosecondo, corse via prima che la ragazza riuscisse a bloccarlo.

Dopo aver avvertito Eve, le due Cacciatrici uscirono di corsa per andare al negozio di magia, e bloccare Xander prima che dicesse tutto, ma gli sguardi con cui Eve venne accolta le fecero intuire che ormai era tardi.

"Faith. Qui. Evelyn come hai potuto?"

"Willow, lascia che ti spieghi…"

"Spiegare cosa?" s'intromise Xander "Ci hai ingannato. Sei sparita per giorni senza dire una parola, e poi ritorni con una evasa."

"Con una donna fuori per buona condotta, Xander. L'ho fatta uscire io dal carcere."

"E come?"

"Sono un avvocato. Faith era in pericolo, e…"

"…e sai quanto la cosa non ci interessa? Ha quasi fatto uccidere Buffy!"

"Vi piaccia o no, io continuerò ad aiutarla. E se volete proprio saperlo, è stato Angel a portarmi da lei."

"Tu conosci Angel?"

"Da poco. Mi ha cercato lui. Ad ogni modo Faith rimane qui."

"Se fa qualcosa" disse Giles, che finora era stato zitto "Ti riterremo responsabile delle sue azioni. Mi hai compreso, Evelyn?"

"Perché non lo dice a me, signor Giles?" esclamò Faith, entrando nel negozio.

"Che fai qua dentro?" le sussurrò Eve.

Faith camminò fino a quando non si trovò al suo fianco, e le strinse la spalla."Non te li lascio affrontare da sola."

 

CAPITOLO 6

L'Antartide aveva una temperatura più calda dell'atmosfera che era scesa tra di loro.

In meno di dieci minuti Eve aveva perso tutto quello che aveva conquistato, ma Faith vedeva che stranamente non ne faceva un dramma. Anzi, l'aveva presa quasi con filosofia. Non si poteva dire che lei e Evelyn avessero avuto una vita facile: madre alcolizzata, niente altri legami in vita, pochi amici… erano le stesse esperienze, ma avevano influito in maniera molto diversa su di loro. Invidiava il suo modo di prendere le cose come capitavano, belle o brutte che fossero. Se ne fosse stata in grado anche lei, forse molte cose non sarebbero successe.

Eve passava tutto il tempo con il naso in mezzo ai libri, e alla fine Faith una sera gliene aveva strappato uno di mano chiedendole cosa ci fosse di tanto interessante. Era un testo del suo corso, e dopo due righe le disse che l'unica cosa che aveva capito erano i punti. Ma che non le sarebbe dispiaciuto capire anche il resto.

Aveva ripreso il liceo, parlava di continuare a studiare. Questo era quello che diceva a Eve. In realtà Faith continuava a pensare a quell'incubo, e giurò a sé stessa che mai quella sorte sarebbe toccata alla sua amica.

Circa tre giorni dopo vennero sorprese da una setta di vampiri, calata in città per sfidare Evelyn. In principio, Eve e Faith combatterono schiena contro schiena, cercando di non allontanarsi l'una dall'altra, ma ben presto furono separate e non si videro più. Lasciata da parte la preoccupazione, che in una battaglia del genere avrebbe potuto costare loro la vita, si gettarono nella mischia e non si fermarono fino a quando non furono circondate altro che da cenere. Faith era stata colpita alla testa, ed era preda come di vertigini. L'ultima cosa che vide prima di cadere a terra fu Evelyn, svenuta, con la testa e il viso sporchi di sangue. E l'uomo dagli occhi di ghiaccio.

 

Quando Faith si riprese all'ospedale, quasi tramortì l'infermiera che si occupava di lei pur di alzarsi e andare da Evelyn. La ragazza si trovava in Terapia Intensiva, piena di lividi, e circondata da Giles e gli altri che ascoltavano il medico descrivere la sua situazione clinica.

"…i lividi guariranno, e anche la gamba, ma le lesioni al resto dell'apparato scheletrico e il trauma cranico…è una miracolata solo ad essere ancora viva. Non credo però che si risveglierà. Bisogna avvertire la sua famiglia."

"Non ha nessuno ancora vivo, dottore."

"Capisco. Se volete rimanere qui, fate pure. Non state troppo" disse il medico uscendo.

"Non vi sembra una sorta di assurdo déjà vu?"

"Sì, Willow. Ma al suo posto c'era Faith."

"A proposito, non che m'interessi, ma…?"

"Una botta in testa, lividi e un polso malconcio. Sta bene tutto sommato."

"Povera Eve" mormorò Tara "Non meritava una fine così."

Faith, che era fuori dalla stanza e osservava tutto, sentì una lacrima scorrerle sulla guancia. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per impedirlo, e invece la storia si era compiuta ugualmente.

Entrò nella stanza, e passò in mezzo agli sguardi accusatori di Willow, Xander e Giles come se neanche li vedesse. Tara, intuendo le sue intenzioni, si era alzata dalla sedia vicino al letto, e Faith si era seduta restando immobile a guardare Evelyn neanche si aspettasse che aprisse gli occhi da un momento all'altro.

Era seduta da alcuni minuti, che l'infermiera che l'inseguiva si accorse di lei e cercò di riportarla nella sua stanza. L'occhiata piena di dolore e rabbia che le scoccò la fece correre via, e sotto gli occhi di tutti Faith si era chinata su letto, e aveva iniziato a piangere.

 

Aveva chiamato Angel per avvertirlo, e lui era corso subito a Sunnydale. L'aveva abbracciata d'istinto appena l'aveva vista, non ricordava di averla mai vista tanto sconvolta.

"Non doveva succedere. Non doveva essere lei!"

"Faith…"

"Guardami, Angel. Ho fatto del male a tante persone, te compreso, ne ho anche uccise. Evelyn invece sgobbava per conciliare la caccia e il suo sogno di diventare avvocato. Mi ha dato una possibilità quando nessuno a parte te era disposto a darmela. Doveva toccare a me, dovevo esserci io in quel letto…"

"Faith, ma che stai dicendo? Non è stata colpa tua. "

"Sì, invece. Potevo impedirlo. Angel, io sapevo di Eve ancora prima di incontrarla. L'avevo sognata."

E così raccontò il suo sogno ad Angel.

"Era una premonizione."

"A volte non si può cambiare il destino. E forse quella che qui può fare ancora qualcosa sei tu."

"Sai che ti dico? Hai proprio ragione. Devo trovare il responsabile."

"E poi?"

"E poi? Uhm, non lo so. Magari fargli rimpiangere di essere vivo."

Sentiva di nuovo dentro di sé la rabbia della vecchia Faith mentre camminava per le strade di Sunnydale. Aveva in mano la sua arma, e con lei anche tanti paletti che sarebbero bastati per un esercito nel caso il suo uomo misterioso avesse qualche non-morto al seguito.

 Poi si accorse di una presenza vagamente familiare alle spalle. Sorrise, e sentì un rumore di passi che si stavano avvicinando lentamente.

"Faith Lewis. Finalmente ti conosco di persona."

La ragazza si voltò "Lei chi è?"

"Non credo abbia molta importanza. Io di te so tutto, invece. Vuoi vendicare la tua amica Evelyn, vero? Povera innocente, coinvolta in un gioco che non la riguardava. Non avrebbe mai iniziato a fare domande scomode a Travers se tu non le avessi messo quelle idee in testa."

"Lei è del Consiglio…l'avete uccisa voi…"

"Una cosa che voi ultime Cacciatrici, Kendra esclusa, avete dimenticato è che noi del Consiglio abbiamo potere di vita e di morte su di voi. Evelyn e la sua curiosità non sono più un problema. Tra non molto non lo sarai neanche tu."

"E Kathryn? E Joshua? Che cosa avevano fatto loro?"

"Hanno violato il nostro comandamento. Non è quello che dicevi tu, cioè sul considerare o meno la Cacciatrice come persona, ma questo: Non farti coinvolgere."

Faith stringeva il suo pugnale talmente forte che la sua mano aveva iniziato a sanguinare. Stava per scagliarsi contro di lui, quando Angel comparve dal nulla alle sue spalle e le bloccò la mano.

"Non farlo, Faith. È esattamente quello che McAndrew vuole."

McAndrew abbozzò un sorriso "Bravo, Angel. L'hai tirata fuori dai guai una volta di più. Ma quanto durerà stavolta?"

Se n'era poi andato, e Faith e Angel stavano per fare altrettanto. Esattamente quello che il tiratore di McAndrew aspettava. Faith si ritrovò a terra tra le braccia di Angel, in preda ad un dolore fortissimo e a tratti accecanti. Poi si accorse della freccia che l'aveva colpita a pochissima distanza dal cuore.

CAPITOLO 7

Dove mi trovo?

Faith si trovava in mezzo ad un deserto senza fine, senza capire come c'era arrivata. Si guardò le mani. Non c'era il taglio che si era fatta, e il polso dell'altra mano non le faceva più male. Non c'era neanche la ferita provocata dalla freccia.

Era tutto così…

"Strano, vero?"

Faith cercò nella direzione dove aveva sentito la voce, ma non vide nessuno.

"Chi sei?"

"Chi sono? Faith, andiamo che lo sai benissimo. Dovrei sentirmi offesa dal fatto che non mi riconosci già dalla voce."

Poi si accorse di un'ombra che si andava delineando, man mano che si avvicinava. Faith rimase a bocca spalancata quando vide che si trattava di Buffy.

"Buffy?"

"Risposta esatta."

“Angel mi ha detto quello che è successo. Mi dispiace."

"Beh, sapevo di non essere immortale, sono stata sul filo del rasoio per troppo e dovevo cadere. Cadiamo tutte prima o poi."

"Sono morta?"

"Non ancora. E neanche Evelyn."

"Anche Eve è qui?"

"Perché non lo constati con i tuoi occhi?" le disse indicando un'altra sagoma che si stava avvicinando.

"Ciao Faith."

“Evelyn…"

"Buffy, credo di fare questa domanda anche a nome di Faith: che ci stiamo a fare qui?"

"Non lo sapevo neanch'io, ma è stato qui che me l'hanno chiesto."

"Cosa?"

"Se volevo tornare dai miei amici, o restare morta. Con vuoi la situazione è un po' diversa, solo una può ritornare indietro."

"E perché, Buffy?"

"Non lo so, Faith, davvero, ma ho una teoria. Ci sono state quattro Cacciatrici in neanche cinque anni. Io, Kendra, tu, Evelyn. Secondo me non vogliono che ne arrivi una quinta, e per rimettere le cose a posto deve esserci solo una Cacciatrice. La scelta è rimasta tra voi due."

"Gli altri sono distrutti. Perché tu non hai scelto di tornare?"

"È stato doloroso anche per me, ma non ce l'ho fatta. Ho combattuto, ho salvato il mondo per cinque anni ed ero convinta che potevo andare avanti così all'infinito. Poi sono arrivata qui, e ho conosciuto una pace che mi era totalmente sconosciuta. Niente demoni, niente sangue o battaglie…mi sono resa conto di averlo sempre desiderato. E ora l'ho finalmente ottenuto. Mi giudicate egoista per questo?"

Forse a qualcuno Buffy sarebbe potuta sembrare la persona più egoista del mondo perché sceglieva di rinunciare alla battaglia che era stata chiamata a combattere, ma per Faith e Evelyn no. Loro capivano, e non potevano condannare Buffy per una cosa che possibilmente avrebbero voluto entrambe.

***

Angel aveva preso Faith in braccio e decidendo di correre un bel rischio l'aveva portata al negozio di Giles. Vedendo la ragazza in fin di vita, Giles aveva dimenticato in un istante chi era e aveva chiamato da dietro anche Willow e Tara per dargli una mano. Angel la depose sul tavolo, e dopo che Giles tolse la freccia Willow la prese in mano per vedere se era avvelenata, e con cosa.

Giles, preso Angel da parte, gli domandò cosa fosse successo.

"Ero un po' distante, non ho sentito tutto il discorso. Quando mi sono avvicinato a Faith però l'ho riconosciuto. L'avevo già visto di sfuggita a Los Angeles, credo si chiami McAndrew."

"Mordecai McAndrew?" esclamò Giles. Pareva sconvolto.

"Allora lo conosci."

"Tutti al Consiglio lo conoscono. Lo conoscono e ne hanno un timore reverenziale. L'uomo ombra del Consiglio, il capo della Squadra Speciale che si occupa di tutti i problemi che insorgono. Cacciatrici ribelli, Osservatori che mancano ai loro doveri…"

"Eve e Faith. Perché?"

"Curiamo Faith. Poi ce lo dirà lei."

***

Buffy era scomparsa nello stesso modo in cui era arrivata, lasciando Faith e Evelyn da sole affinché decidessero. Faith stava per dire a Eve la sua intenzione di restare, quando lei, sorridendo, disse che sarebbe rimasta con Buffy.

"Evelyn, no. Ti prego, rifletti, perché vuoi lasciare tutto?"

"Faith, ho visto come sono ridotta. Sono attaccata ad una macchina che mi fa respirare, e nel caso mi risvegliassi non vivrei in un modo tanto diverso da un vegetale. No, non voglio vivere a quel modo, anzi non voglio più vivere per svegliarmi ogni mattina con gli incubi e con i miei rimorsi. Non ce la farei ad andare avanti. Evidentemente non era destino, non era per combattere che sono capitata qui."

"Ma che stai dicendo?"

"Sto dicendo che voglio che tu vada via da qui, che trovi quello che ci ha fatto questo scherzo e che gliela faccia pagare cara. Sono io quella fuori posto in città, non tu. Sunnydale ti riserverà ancora molte sorprese, fidati di me, ma ora vai."

"Mi mancherai."

"Anche tu. Ho solo un ultimo favore da chiederti. Va da Spike. Spiegagli perché non sono tornata indietro."

"Spike? William il Sanguinario?"

"Proprio quel vampiro. Colui che ha ascoltato i miei sfoghi, e ti assicuro che sono stati tanti."

***

Faith riprese conoscenza nel momento in cui Evelyn moriva all'ospedale. Subito si accorse di non riuscire a muoversi, e prima che ci provasse di nuovo Willow la fermò dicendole cos'era successo e perché era lì.

"Ti avevano inoculato un composto mistico che assomiglia a quello con cui avevi avvelenato Angel. E comunque, un centimetro più in su e avresti raggiunto Buffy all'altro mondo."

Stavo proprio per venire ripagata con la stessa moneta, pensò Faith. Poi sentì Willow parlare di Eve, di quanto era stata vicina a morire.

"Willow, Evelyn è morta."

"No, l'hai vista anche tu, è in coma."

"No. Mi ha mandato qui al posto suo."

"Non capisco."

"Aiutami ad alzarmi. Io devo…"

Angel subito andò ad aiutare Willow a sostenerla "Faith, non se ne parla. Devi riposarti."

"Ho dormito per un mese, e se proprio vuoi che lo faccia ancora lo farò… dopo aver sistemato McAndrew. Mi è venuto a cercare, ha detto che era solo colpa mia se Eve era in quelle condizioni, ma non è altri che lui il colpevole. Sono certa che è stato lui a fare in modo che Kakistos trovasse me e Kathryn, e a dare l'ordine che l'Osservatore di Evelyn…E quei due non avevano altra colpa che quella di averci voluto bene. Io e Eve vogliamo vendetta."

"Forse non sai chi è, Faith" disse Giles "McAndrew può eliminarci solo schioccando le dita. Anche Nigel e Travers hanno una paura del diavolo di lui, e tieni conto che sono i due più vicini al capo supremo del Consiglio."

"Già, Quentin e Nigel…Eve mi aveva detto che erano in città. Ci sono ancora?"

"Che vuoi fare, Faith?" le chiese Angel.

"Niente di illegale, non preoccupatevi voi due. Solo quattro chiacchiere… alla mia maniera."

CAPITOLO 8

"Perché mi rendi tutto tanto difficile? Voglio solo avere una risposta alla mia domanda" sussurrò Faith a Nigel, mentre lo teneva per il bavero. L'uomo aveva una delle sue espressioni impassibili, ma gli occhi tradivano la paura di essere nelle mani di Faith.

"Io non so niente."

"E io non ti credo. Come la mettiamo?"

Faith stava per tirargli un pugno, quando Quentin entrò nell'alloggio del collega.

"Faith Lewis?" esclamò sorpreso.

Faith lasciò andare Nigel, che si cercò una sedia e si sedette felice di averla scampata, e si diresse verso l'uomo.

"Quentin Travers. Quanto tempo è passato dall'ultima volta che volevo spaccarti la faccia? Quattro anni?"

"Sorpreso di vederla viva."

"Mi creda, anch'io. Lo devo a Eve."

"Eve?"

"Mi scusi, credo che voi la conosciate come Evelyn Capshaw. Sa che è morta? Certo che lo sa. L'ordine l'ha dato proprio lei, vero? Io e Kathryn avevamo un'opinione bassa di lei, ma questo… questo non può essere quantificato in termini di odio e disprezzo."

"Ha finito?"

"Per ora sì, ma non si preoccupi. Di disprezzo ho ancora la parte di Eve."

"Sa chi è Mordecai McAndrew?"

"Il capo della Squadra Speciale."

"È un dio. Persino il capo supremo del Consiglio ne ha timore. Noi ci limitiamo a dirgli la situazione, poi come la gestisce non sono affari che ci riguardano. Evelyn è un prezzo accettabile, se alla fine lei sarà resa inoffensiva."

"Un prezzo accettabile. E io? Che cosa sono io?"

"Una minaccia e una vergogna, ragazzina" esclamò McAndrew entrando. Con un cenno fece segno a Travers e Nigel di uscire, e gli Osservatori presero la porta e sparirono alla velocità della luce.

"Che dispiacere rivederla."

"Anche per me, Faith. Me lo immaginavo saresti venuta a torchiare questi due, perciò eccomi qua. Ma che speri di ottenere?"

"Giustizia."

"Giustizia. Definisci il concetto. Il male deve essere sconfitto perché il bene trionfi? Ma chi tra noi due è dalla parte del torto, tu o io?"

"Domanda stupida."

"Non quanto pensi. La risposta è entrambi, e nessuno. Tu mi consideri un mostro, ma anche tu lo eri, e sei finita in carcere per quanto hai fatto."

"E ho pagato per quanto ho fatto. Ma lei non lo fa per i motivi che mi spingevano a essere così. Il suo è puro e semplice delirio d'onnipotenza, e ne è pienamente consapevole."

Le parole di Faith non lo scomposero minimamente, e lei sentiva crescere in sé il desiderio di colpirlo, di levargli dalla faccia quell'espressione indolente e di liberare la sua rabbia.

"Vuoi colpirmi, vero? Fallo. Uccidimi, che aspetti? Vendica Kathryn, Joshua e Eve."

Le mani di Faith avevano iniziato a tremare, e lei le strinse a pugno cercando di riguadagnare il suo controllo.

"No. No, non lo farò. Evelyn ha rinunciato alla sua vita per farmi tornare qui e io non la sprecherò dietro le sbarre solo perché in un momento di rabbia ho deciso di sporcarmi le mani con uno come lei" e lasciò cadere ai piedi dell'uomo l'arma ricevuta dal Sindaco "Semplicemente, non ne vale la pena."

***

Lasciò la stanza d'albergo, e quando fu abbastanza lontana tirò fuori il cellulare che aveva portato con sé, e lo spense. Giles aveva sentito tutto, e anche gli altri, forse era meglio tornare al negozio. Ma prima doveva andare da Spike, come voleva Evelyn. Arrivata alla cripta, si accorse che era deserta e nel caos più totale. Mobili sfasciati, bottiglie rotte… solo adesso capiva le parole di Eve. Attaccato al muro, Faith trovò un biglietto indirizzato a Giles e gli altri.

Potete gioire. Spike finalmente ha deciso di levarsi dai piedi. Non resisto nella città dove in poco più di due mesi ho perso la donna che amavo e la mia migliore (nonché unica) amica. Due Cacciatrici, ironica coincidenza.

Dite a Briciola, se mai suo padre la riportasse qui, che le voglio bene.  

Prese il biglietto, e andò al negozio di magia dove tutti la stavano aspettando.

"Avete sentito tutto?"

"Ogni parola. Ma dov'eri finita? Avevamo paura che…?"

"Non sono così pazzi. Io con loro non voglio avere più niente a che fare. Mandino chi vogliono, io rimango qui."

"Come hai detto, non sono così pazzi. Non faranno niente, finché sarai tu la Cacciatrice in carica."

"Non avrei mai immaginato che fossero capaci di una cosa del genere" mormorò Xander.

"Che figli di…"esclamò Willow, mordendosi la lingua prima di terminare.

"Siamo fuori, sia lei che io, Giles."

"Dopo quanto è successo, non posso desiderare di meglio. Cos'hai in mente, Faith?"

"Ricominciare da zero, totalmente. Potete anche non credermi, ma la Faith che conoscevate è morta quando si è svegliata dal coma e ha incrociato Evelyn. Quella matta continuava a ripetermi che se sono qui c'è un buon motivo, che il mio posto è qui, e voglio vedere se aveva ragione. Ma non posso fare tutto da sola."

"Vero. Ti concediamo un periodo di prova" disse Willow.

"E quanto durerà?"

"Abbastanza…ma ti faremo sapere quando finisce" aggiunse sorridendo.

"D'accordo, ma ora? Niente Consiglio, niente banca dati. Come facciamo?"

"Beh, abbiamo pur sempre l'agenzia di Angel, Cordelia, Wesley e Gunn. Che ne dite?"

"Potrebbe funzionare" disse Giles senza sbilanciarsi.

 

Altro che potrebbe funzionare. Aveva funzionato eccome, e continuava da dieci anni. Faith, stupendo tutti compresa se stessa era diventata avvocato, e su richiesta di Angel legale dell'agenzia. Wolfram & Hart aveva trovato pane per i suoi denti. Lei ed Angel lavoravano bene insieme, e Anya e Willow ormai cominciavano a sospettare qualcosa. Insomma, lei ospite da lui a Los Angeles, lui ospite da lei a Sunnydale… loro negavano e se la ridevano, anche se, certe volte, avevano l'impressione che poteva esserci qualcos'altro… ma tanto o suonava il telefono, o Cordelia aveva una visione, o irrompeva Wesley in ufficio. Ogni volta che tornavano a Sunnydale insieme, la tappa obbligata era da Buffy e Eve. Spesso ci trovavano anche altri fiori, quasi sempre rose bianche. Faith e Angel erano praticamente certi che era opera di Spike. Chissà che fine aveva fatto, non lo avevano più incontrato.

Come Giles aveva detto, il Consiglio non si era fatto più sentire. Ogni tanto ci ripensava a quelle persone, e a McAndrew. Quell'uomo di ghiaccio credeva che la giustizia non esistesse. Allora Buffy, Eve e Kendra erano morte per niente, solo per inseguire una vaga illusione.

Ma lei era ancora lì.

E avrebbe impiegato la vita per dimostrare quanto quell'uomo sbagliasse.