FACCENDE IN SOSPESO
Di Jade
Disclaimer: I
personaggi appartengono tutti a Joss Whedon e alla Mutant Enemy, eccetto quelli
che non riconoscete, che appartengono a me.
Rating: PG-13
Personaggi/Pairing: Buffy, Scooby Gang, Spike
Sommario: Mesi
dopo la morte di Buffy, una notte Spike nella sua cripta si trova di fronte al
suo fantasma. Che fare, visto che Buffy può essere vista solo da lui… e non sa
di essere morta?
Note:
***
Che giornata
d'Inferno.
Spike ultimamente
ripeteva quella frase un po' troppo spesso. Dopotutto, aveva rischiato di
finirci davvero, all'Inferno. E forse sarebbe stato meglio così. Senza di lei
la vita non era più la stessa. Lo aveva realizzato una notte, uscendo dal
Bronze. A quel punto di solito lei si faceva vedere, lo prendeva un po' a male
parole. Lui invece neanche la stava a sentire. Studiava il suo viso, i suoi
splendidi occhi verdi, la luce che vi era dentro quando era arrabbiata, e per
una frazione di secondo si fermava a pensare cosa avrebbe fatto se l'avesse
presa di sorpresa e baciata. Forse sarebbe stata zitta, forse si sarebbe
allontanata disgustata e l'avrebbe ucciso subito. Chissà.
Di sicuro ora che
si trovava dieci metri sottoterra non l'avrebbe mai saputo. Dawn era partita,
suo padre si era risposato e voleva sua figlia con lui e la nuova signora
Summers. Spike non ricordava di essersi sentito tanto depresso per la partenza
di qualcuno che conosceva. Ma Dawn era speciale, e non solo per la sua origine
così poco ortodossa. Usando Giles come tramite aveva ricevuto sue lettere, che
l'avevano fatto sorridere. Odiava Los Angeles, odiava la sua nuova famigliola.
Voleva tornare a Sunnydale dagli amici di sua sorella, ma la cosa secondo suo
padre non valeva la pena neanche di essere discussa. Non gli sarebbe
dispiaciuto riavere intorno Briciola, ma la soluzione più logica e razionale
era che Dawn rimanesse con suo padre. Forse, fra un po' di tempo, quando le
acque si fossero calmate e suo padre avrebbe smesso di comportarsi da paranoico
sarebbe potuta tornare in visita. Los Angeles era solo a qualche ora di
macchina da lì, dopotutto, non era sull'altra faccia del pianeta. Così avrebbe
potuto ancora avere tempo per sé, per riflettere, o per andare a ubriacarsi se
gli sembrava di aver riflettuto troppo.
Non immaginava di
certo, al ritorno da una delle sue passeggiate notturne, di trovare lei nella
sua cripta. E invece era lì, in lacrime, che lo guardava.
Lui rimase a
guardarla come tramortito, e cercò la sua poltrona a tastoni per sedersi. Oh Signore non può succedere davvero. Oh no,
non a me…
***
Buffy era davanti
a lui, uguale a come l'aveva vista per l'ultima volta. Non poteva credere che
di tutte le persone che conosceva, solo Spike riuscisse a vederla. Aveva
provato con Giles, Anya e Xander. Niente. Aveva deciso di provare con Spike,
dopotutto che altro aveva da perdere?, e invece lui la vedeva. Ringraziando il
cielo.
"Spero che
tu mi voglia dire cosa diavolo sta succedendo."
"Speravo tu
lo dicessi a me."
"Mi sono
risvegliata da sola ai piedi di quella dannata torre, e voi non c'eravate. Il
mondo era ancora in piedi, quindi ce l'avevo fatta a fermare Glory, ma non vi
vedevo. Ho avuto paura che vi avesse uccisi tutti. Sono corsa da Giles, alla
ricerca di una spiegazione, ma mi è passato accanto senza vedermi. Anche Anya
hanno fatto così. Xander…Xander mi aveva fissato come se mi avesse
riconosciuto, ma poi mi sono accorta che guardava qualcun altro e non me. Cosa
mi è successo?"
"Io ti vedo
e ti sento, ma forse non faccio testo. Sono un vampiro. Ma, aspetta un
minuto…tu non ricordi cos'è successo dopo che ti sei buttata dalla torre?"
"Ricordo di
essermi buttata nel vuoto, una bolla di luce abbagliante…e poi mi sono
svegliata a terra. Un momento, dov'è Dawn? Si è salvata vero?"
"Sì,
tranquilla. È viva e sta bene. È a Los Angeles con tuo padre."
Spike l'aveva poi
fatta sedere e lì si era assopita un istante, con la testa appoggiata al muro.
Non era possibile. Non era possibile.
Buffy, o per lo
meno la sua anima, non sapeva di essere morta. E toccava a lui dirglielo.
Che giornata
d'Inferno.
***
Al mattino, si
accorse che era sparita. Forse era stata solo un'allucinazione.
"Basta
Bourbon prima di tornare a casa. Mi fa uno strano effetto."
Prese una
coperta, e mettendosela in testa uscì per andare al negozio a rompere le
scatole a Giles e a gli altri. Stava per aprire la porta, quando si accorse di
Buffy. Era là, davanti a Willow, che cercava disperatamente di farsi notare.
Willow si era alzata, e le era passata a neanche cinque centimetri di distanza.
Buffy era al centro del locale, che li chiamava per nome, e nessuno la vedeva.
Spike si sentiva stringere il cuore nel vedere la sua disperazione. E decise di
entrare.
"Salve a
voi, salvatori del mondo."
"Vattene
Spike."
"Che c'è
Xander? Ci siamo svegliati dalla parte sbagliata del letto sbagliato?"
Xander non
raccolse e si limitò ad un mugugno, Willow scosse la testa e riprese a leggere.
Nell'indifferenza totale, Spike si era avvicinato a Buffy e le aveva fatto
cenno di seguirlo con la testa.
"Capito…"
e uscì rimettendosi la coperta in testa. Buffy era uscita un secondo prima di
lui, ed era rimasta in silenzio durante tutto il tragitto fino alla cripta. Una
volta dentro nascose il viso tra le mani e cominciò a singhiozzare. Spike la
lasciò in pace e, dopo averla lasciata sfogare durante la giornata, le mise una
mano sulla spalla per consolarla, ma lei si scostò come se avesse preso la
scossa.
"Non
toccarmi!"
"Buffy,
io…credo di sapere come ti senti."
"Non credo
proprio. Cosa mi è successo per diventare così?"
“Non lo ricordi
proprio?"
"No."
"Ti sei
gettata dalla torre. Sei entrata in quella bolla di luce."
"Sì…"
"E sei
caduta a terra. Ma quando siamo corsi da te, tu eri immobile, non respiravi.
Eri morta. Sei morta."
"Stai
mentendo, stai mentendo…Tu non hai mai fatto altro in vita tua!"
"Buffy, è
l'unica spiegazione possibile. Io sono già morto, dev'essere per questo che ti
vedo."
"Non è
vero!"
"Ho visto la
tua tomba!" e afferrandola per un polso la trascinò fuori. Doveva sembrare
un matto, trascinava una persona che gli altri non vedevano, e ci parlava
anche. Ma al momento non gli interessava. Buffy doveva sapere la verità e
accettarla.
***
Buffy rimase
pietrificata a guardare la sua lapide per non ricordava quanto tempo. Forse una
mezzora buona. Ricordava solo che Spike le aveva messo un braccio intorno alle
spalle e l'aveva riportata alla sua cripta. Lì si era seduta, e aveva
cominciato a guardare il vuoto abbracciandosi le ginocchia.
Che serata
d'Inferno, povera Buffy, pensò Spike, e cominciò a sentirsi in colpa per come
l'aveva presa e trascinata lì, ma quel suo modo di comportarsi, di negare
l'evidenza l'aveva mandato in bestia, e ultimamente ce ne voleva.
Rimase così due
giorni, poi all'alba del terzo uscì. Camminò un po' tra la gente, fece un salto
al negozio di magia. Lì si sedette, e rimase ad osservare Giles e Anya
lavorare. La fece ridere quando Anya appena uscito l'ultimo cliente si mise a
contare canticchiando i soldi guadagnati, mentre Giles scuoteva la testa. Poi
arrivarono mano nella mano anche Tara e Willow, e raccontarono ai due l'ultima
disavventura di Xander. Povero Xander, gliene capitavano di tutti i colori, e
Buffy non poté fare a meno di scoppiare a ridere con loro. A quel punto
successe una cosa stranissima. Tara si voltò nella direzione dove lei era
seduta.
"Avete
sentito?"
"Cosa?"
"Una
risata."
"Stavamo
tutti ridendo fino a cinque secondi fa."
"Un'altra
risata, Anya, oltre alle nostre. Non guardatemi così, non sono pazza, l'ho
sentita davvero."
Tara mi ha
sentito!, voleva gridare Buffy, ma non sarebbe stato il momento adatto. Come
non lo era per mettersi a ballare dalla gioia. Approfittando della discussione,
e della porta lasciata aperta, Buffy uscì dal negozio e tornò alla cripta.
Buffy non poteva
saperlo, ma Spike quando si era accorto della sua assenza era andato sull'orlo
della crisi di nervi. Continuava a domandarsi dov'era, cosa poteva esserle
successo, e ormai aveva fatto un solco a furia di camminare avanti e indietro.
Quando finalmente
Buffy fece capolino, a momenti Spike non la riconobbe. Sorrideva, era felice.
Che cosa le era successo?
"Non
indovineresti mai cosa mi è successo."
"Escludiamo
i saldi ai grandi magazzini. Allora, che c'è?"
"Tara. Mi ha
sentito!"
"Come?"
"Ero al
negozio, e li ho sentiti parlare di Xander. Mi sono messa a ridere…e Tara mi ha
sentito!"
"Meno
male…almeno saremo in due ad essere chiamati pazzi. Che vuoi fare?"
"Andrò da
lei, ma stasera. Voglio che tu venga con me."
"Willow mi
farà la pelle se entro in camera sua."
"Ma Willow
stasera è a cena dai suoi. E Tara è un pochino più bendisposta nei tuoi
riguardi."
"Benissimo,
hai pensato a tutto."
"Sì, tranne
a come far passare il tempo. Sono così nervosa!"
"A questo si
rimedia" disse Spike. "Ho un'idea."
"Di solito
le tue idee non mi piacciono."
"Questa
potrebbe."
Tara era
ritornata a casa. Tutti le avevano detto che forse era stata un'allucinazione,
anche a loro ogni tanto succedeva e avevano l'impressione di vederla, ma non
era vero. Buffy era morta, e non si poteva cambiare la realtà. Tara però era
certa di quello che aveva sentito. La risata di Buffy. Cominciò a cercare tra i
suoi libri se c'era qualcosa di simile a quello che le era accaduto, e trovò
degli appunti, scritti da sua madre. Anche lei aveva avuto la stessa esperienza
della figlia quando era morta sua madre, e aveva scritto tutto quello che era
successo perché se fosse capitato un'altra volta a qualche altro membro della
famiglia non si sarebbe convinto di essere pazzo.
E man mano che
continuava a leggere si convinceva di essere dalla parte del giusto.
E di sapere anche
come aiutarla.
CAPITOLO 2
"Allora,
William, cos'hai?"
"Due coppie,
dolcezza. E tu?"
"Spiacente.
Full d'assi."
"Non è
possibile!" sbraitò Spike mentre Buffy, che era scoppiata a ridere nel
frattempo, prendeva le fiches che le spettavano.
"E dato che
ho già vinto tre volte di fila, possiamo dire che non è la classica fortuna del
principiante. Forza, i debiti di gioco si pagano."
Spike mugugnò
qualcosa di incomprensibile, ma obbedì. E si sfilò la maglietta. Chi l'avrebbe
mai immaginato che la piccola Buffy giocasse tanto bene a poker? Con lei adesso
era rimasto in brache di tela. Letteralmente. E lui non era riuscito a farle
levare altro che un paio di orecchini.
"Che c'è,
vuoi fare un altro giro?"
"Uhm…no"
disse lei ridendo e scuotendo la testa "Non credo di volerti conoscere
così a fondo."
"Grazie,
m'hai levato un peso dal cuore" disse alzandosi e cominciando a
raccogliere il resto degli abiti. Poi si accorse che Buffy continuava a
fissarlo divertita.
"Ti
dispiace?"
"Cielo,
questo non me lo immaginavo di te" esclamò lei voltandosi.
"Hai già
visto abbastanza…Sono io che sono stupido o sei tu che sei una brava attrice?
Non immaginavo fossi una matta del genere."
"E
invece…no, a parte gli scherzi, erano cinque anni che non facevo una cosa così.
Da prima che diventassi
"E ora che
conti di fare?"
"Cercare di
spassarmela fin quando mi è possibile. Non avevi notato?"
***
Al tramonto, come
stabilito, uscirono dalla cripta, ma non andarono subito da Tara. Buffy,
passando davanti a casa sua, era voluta entrare. Che strano, non era stato
toccato niente.
"Tuo padre
ha comprato la casa, forse progetta di tornare qui con Dawn fra un po' di
tempo" rispose Spike alla domanda inespressa di Buffy, che continuava a
vagare per la casa. Poi arrivò fino alla porta di camera sua, e vide che niente
era stato toccato neanche là.
Rimase a
guardarla mentre prendeva una borsa e ci metteva dentro le sue cose. Non voglio
che Dawn le veda e abbia l'impressione che io sono ancora qui, così aveva
detto. Poi sempre insieme andarono al convitto da Tara.
***
"Se non urla
nei primi cinque secondi, forse ce la facciamo ad entrare e a spiegarle
tutto."
"Quanto
siamo pessimisti. È Tara. Se non le tiravi quel pugno la sua famiglia se la
sarebbe portata via senza tanti complimenti, diciamo che forse un pelino di
gratitudine verso di te ce l'ha."
"E se non ci
riesce?"
"Ti prego,
sono un fantasma o qualcosa di simile, divido una cripta con un vampiro, vuoi
deprimermi ancora di più?" disse Buffy bussando alla porta. Spike entrò
per primo, facendo segno a Tara di stare zitta.
"Ti prego,
so che è incredibile, ma…"
"Tara,
riesci a sentirmi?" disse Buffy una volta entrata.
"Sì Buffy. Ti
sento. Perché sei con Spike?"
"Perché è
l'unico che mi vede."
"Sì, come da
manuale…"
"Come da
manuale cosa?" domandò Spike "Mi sono trovato in casa un fantasma o
giù di lì, che io vedo e tu senti, e tu mi vieni a dire che è normale?"
"No che non
lo è! Insomma, lo è per certe persone…persone speciali."
"Tara parla
chiaro. Che mi è successo?"
"Sei morta,
su questo non posso fare niente, ma se sei ancora qui è perché hai ancora
qualcosa da fare, che non sei riuscita a sbrigare in vita. Era successa la
stessa cosa a mia madre, per questo lo so."
"Faccende in
sospeso?"
"Sì,
ragazzi, faccende in sospeso. Rifletti, Buffy. C'è niente che rimpiangevi di
non aver fatto mentre precipitavi?"
Buffy cercò di
ritornare con la mente al momento in cui si era gettata dalla torre. Quanti
pensieri aveva in testa…tutte le cose che avrebbe voluto fare, le persone che
avrebbe voluto salutare…Sì, Tara aveva ragione.
"Rimpiangevo
di non aver detto a voi ragazzi quanto vi volessi bene, di non aver abbracciato
un'altra volta Dawn…"
"Queste sono
le tue faccende in sospeso."
"Sì, ma come
farò a sbrigarle se nessuno mi vede a parte lui?"
"A questo
penserò io. Ora l'importante è capire quanto tempo hai."
"Come quanto
tempo ha?"
"Se rimani
intrappolato nel mondo reale quando sei morto, è solo una situazione di
passaggio. Prima o poi le cose tornano a posto, che tu lo voglia o no."
"Quindi mi
devo sbrigare."
"Esattamente.
Comincio a fare un po' di ricerche tra i miei libri, forse trovo il modo di
renderti visibile anche al resto del mondo. Domani venite al negozio…avrò
bisogno del vostro aiuto per dimostrare di non essere impazzita del
tutto."
***
Tara era arrivata
al negozio appena Giles aveva aperto, e gli aveva detto di far venire tutti
perché era successa una cosa molto importante e molto strana.
"Tara, che
significa?"
"Mi creda,
ha dell'incredibile."
La stessa domanda
gliela fecero anche Xander, Willow, e Anya, un po' sorpresi per quella
chiamata.
"Ragazzi, ve
la ricordate la nostra conversazione di ieri?"
"Quella in
cui tu dicevi di sentire le voci? Tara, pensavo che la faccenda fosse chiusa…e
che tu fossi in cura da uno psichiatra" disse Anya attirandosi
un'occhiataccia da Willow.
"Beh, che ho
detto? È quello che abbiamo pensato tutti."
"Io no"
disse Spike entrando nel negozio.
"Non mi pare
di averti chiamato, Spike."
"Frena,
Giles. Sono con la ragazza."
Tutti si girarono
a guardare Tara. "L'hai chiamato tu?" domandò Giles,
"Sì, e c'è
una ragione. A differenza di me, lui ha anche visto a chi appartiene la
risata."
"Ebbene?"
"Buffy."
Tutti sbiancarono
e rimasero a bocca aperta "Buffy? Ma sai quello che dici?"
"L'avevo
detto che era una cosa molto strana. Ma ieri sera sono venuti da me tutti e
due, e abbiamo parlato. A proposito, Spike, dov'è?"
Spike si girò, e
indicò la porta. Buffy era appoggiata contro la porta chiusa, e aveva un
sorrisetto divertito sulla faccia, che non mancò di far sorridere anche Spike
"Te lo già detto oggi che sei impossibile?"
"Solo cinque
volte. Facciamo sei?"
Anche a Tara
venne da sorridere "Vieni qui e piantala."
I ragazzi
guardarono nello spazio vuoto tra Tara e Spike.
Non riuscivano ancora a credere che lì ci fosse veramente Buffy…o quello
che ne rimaneva.
"Giles, io
ho trovato un incantesimo che potrebbe renderla visibile, ma ho bisogno
dell'aiuto di tutti per prepararlo. Ci vorrà un po' " disse poi
rivolgendosi a Buffy e Spike. Buffy sorrise "Io ce l'avrei un'idea su come
passare il tempo…"
Spike si girò e
l'ammonì con un dito "Non pensarci nemmeno. Una volta basta e
avanza."
"Una volta
di…cosa, Spike?" domandò Xander incuriosito.
"Sapessi…"
***
Una nuvola di
fumo, qualche parola in latino, e tutti gli amici di Buffy in cerchio a formare
una catena d'energia. Buffy era seduta su uno sgabello dietro al bancone,
insieme a Spike, mentre osservava i sui amici recitare quell'interminabile
litania. Tamburellava nervosamente le dita di una mano sul bancone, e Spike
impulsivamente gliela afferrò stringendola forte.
"Andrà bene,
piantala di preoccuparti. Mi stai facendo venire mal di testa."
"Ho solo
paura di quanto ha detto Tara, tutto qui."
"Vedrai che
il tuo tempo sarà sempre più di quanto ti aspetti ora."
"Siamo
diventati ottimisti tutto d'un colpo?"
"Vado a
giornata. Non avevi notato?"
"Spike, ora
non montarti la testa per quanto sto per dire, perché se serve arriverò a
negare di averlo detto, ma…grazie. Grazie per non avermi lasciato da sola, e
non avermi buttato fuori. Devo esserti sembrata proprio patetica. Non facevo
altro che piangere."
"Non è una
cosa che capita tutti i giorni, eri spaventata. Non credo avrei fatto qualcosa
di diverso io stesso."
"Tu avresti
rubato una bottiglia di Bourbon e ti saresti sbronzato di brutto" disse
lei voltandosi a guardarlo con un mezzo sorriso.
"Probabilmente
sarebbe andata proprio così. E brava, leggiamo anche nel pensiero ora?"
"Non credo
ne avrò mai l'occasione. Sono morta, ricordi? Sono morta, e per la seconda
volta."
"E hai avuto
questa possibilità. Quanti possono dire altrettanto?"
"Non ho le
statistiche sottomano, non credo di poter rispondere."
"Complimenti.
Hai appena fatto una battuta nel bel mezzo del tuo turbolento stato
emotivo" ridacchiò lui, poi le indicò con un leggero movimento del viso i
suoi amici. Occhi chiusi, continuavano a formare la catena.
"Secondo te
cos'altro stanno facendo?"
"Se ti
dicessi che non lo so neanch'io?"
***
Nonostante il rito fosse finito già da dieci
minuti, tutti continuavano a tenere gli occhi chiusi, come per paura.
Fu Willow la
prima a sbirciare, aprendo l'occhio destro e guardando vicino a Spike.
Buffy era lì,
dietro al bancone, che parlava col vampiro. Poi, accorgendosi di essere
osservata si voltò verso di lei. Il sorriso di Willow, felice di vederla, fu la
cosa più bella che Buffy avesse mai visto.
"Mi
vedi…"
Willow annuì,
vicina alle lacrime, e diede uno strattone a Xander. Pian piano tutti aprirono
gli occhi, si alzarono, e le si avvicinarono. Tara in disparte sorrideva
compiaciuta, guardando la scena mentre rimetteva a posto tutti gli oggetti
usati.
"Ciao,
ragazzi."
"Buffy…come
al solito non ti ferma niente e nessuno, eh?" le disse Giles.
"Pare
proprio di no."
"Ma come è
possibile? Sei morta, e i morti sono
sottoterra. E gli spiriti di solito escono di notte."
"Anya, di
notte voi dormite o fate altro. Non credo mi sareste stati a sentire…non mi
vedevate neanche!"
"Vero."
"Grazie,
Willow."
Mentre parlavano,
Tara aveva ripreso la polvere rimasta delle erbe bruciate, e ne aveva riempito
una clessidra. Poi si era avvicinata e l'aveva messa con cautela tra le mani di
Buffy.
"Ascolta con
attenzione. Questa clessidra scandirà il tempo che ti resta qui in questo
mondo. Non so quanto sia, mi dispiace, ma dovrai portare a termine quello che
ti sei prefissa prima che la polvere finisca."
"Altrimenti,
che succederà?"
"Te ne
andrai, tu lo voglia o no."
CAPITOLO 3
Te ne andrai, tu lo voglia o no.
Tara era stata
chiara ed esplicita, nel metterle in mano la clessidra già voltata. E sapere
che il tempo che aveva le stava scivolando tra le dita non era esattamente la
cosa più tranquillizzante del mondo.
Si era seduta con
l'oggetto in mano, ed era rimasta immobile per ore persa in pensieri lontani.
Aveva fatto un
sobbalzo quando Spike le aveva messo una mano sulla spalla, e si era voltata
verso di lui.
"Prima che
tu lo dica, parlo io. Sto bene. Sono solo nervosa."
"Troppo
nervosa. Dovresti posare quell'affare e riposare un po'."
"Non riesco
a lasciarla andare. Lo giuro."
Spike si era inginocchiato,
e aveva preso tra le mani la clessidra. Gentilmente la prese dalle mani di
Buffy, e la posò sul tavolino.
"Ora tu hai
bisogno di dormire. Vieni, ti cedo il letto."
"Non è
necessario."
"E invece
sì. Ora fili a letto senza discutere altrimenti…"
Aveva fatto una
faccia seria che non gli si addiceva, e Buffy era scoppiata a ridere. Appoggiò
la testa sul suo cuscino, e chiuse gli occhi. Un'ora dopo, era ancora sveglia.
Continuava a rigirarsi nel letto e non riusciva a calmarsi. Alla fine decise di
alzarsi, e mettendosi una coperta intorno alle spalle andò da Spike che stava
guardando la televisione.
"Che fai
ancora sveglia?"
"Non riesco
a dormire" disse lei appoggiandosi al muro.
"Pensi
ancora a quello che devi fare?"
"Almeno ho
deciso chi voglio salutare per prima. Dawn."
"Briciola
manca anche a me. Mi piaceva averla tra i piedi."
"Era sempre
in mezzo come il prezzemolo…non ho potuto dirle addio come avrei voluto, l'ho
capito solo quando stavo precipitando. Ho capito tante cose in quei pochi
secondi…"
Ora ricordava
tutto della caduta, nei minimi dettagli. Appena chiudeva gli occhi rivedeva la
scena, e cominciava a tremare…D'un tratto si accorse riaprendo gli occhi che
Spike era accanto a lei. Lasciò che la prendesse tra le braccia, la stringesse
forte. E finalmente quella sera riuscì a trovare un po' di pace.
***
Buffy si era
risvegliata all'alba, a letto, e nel buio della stanza cercò con lo sguardo
Spike. Della notte scorsa ricordava l'abbraccio, il momento in cui l'aveva
riportata a letto, e di come Spike le fosse rimasto accanto fino a quando non
si era addormentata, carezzandole i capelli come se fosse una bambina.
Sinceramente questo da lui non se lo sarebbe mai aspettato. Lei lo aveva sempre
trattato male, si aspettava come minimo di essere ripagata con la stessa
moneta.
Aveva sempre
pensato che si trattasse di ossessione e non d'amore, e ora tutte le sue
convinzioni erano crollate. Credeva di sapere tutto, ora invece si rendeva conto
di non aver capito niente.
Lo trovò
addormentato in poltrona, e cercando di non svegliarlo andò in punta di piedi
verso la porta per uscire.
"Dov'è che
vuoi andare tu?"
Beccata, si disse
lei voltandosi verso Spike. Ma che imbroglione, faceva solo finta di dormire.
"Andavo a
vedere com'era il tempo. Perché?"
"Perché con
te non si sa mai, ecco tutto."
"Come farò a
trovarla? Non so dove abita…non so neanche se vive ancora a Los Angeles."
"Lo so
io" disse il vampiro prendendo da un cassetto tutte le lettere che Dawn
gli aveva mandato e facendogliele vedere. "E le ho anche telefonato appena
ti sei addormentata, ieri sera. Le ho detto che sarei andato da lei a trovarla
stanotte, e che avevo una sorpresa per lei."
***
Non era felice.
Dawn odiava Los
Angeles, voleva tornare da Willow e Tara. E da Spike. E Xander e Giles. E
volendo anche Anya. Charlotte era simpatica, non voleva prendere nessun posto
nella sua vita a parte quello di matrigna, ma non era Joyce. E tantomeno Buffy.
A volte saltava la scuola, altre mentiva ai suoi su quello che faceva, e altre
volte ancora di notte sgattaiolava fuori e vagava per le strade.
I suoi pensieri
tornavano a quella sera. Le parole che Buffy le aveva detto le risuonavano
ancora nelle orecchie. Sii coraggiosa…vivi anche per me…
Io non voglio
vivere anche per te, io voglio vivere
con te, continuava a pensare con
rabbia, maledicendo Glory e anche sé stessa. Sentiva che era colpa sua quanto
era successo, solo ed esclusivamente colpa sua. La tortura di Spike, la pazzia
di Tara, e per ultimo la morte di sua sorella.
Quella sera i
suoi genitori erano usciti per andare a teatro, e per farla sentire un po'
importante e grande le avevano concesso di passare la serata da sola. Dawn ne
era stata contenta. Sarebbe stato difficile spiegare ad una baby-sitter come
mai era tanto felice di vedere un ragazzo più grande di lei e dall'aria non
raccomandabile.
Spike aveva detto
che sarebbe arrivato alle dieci, con una sorpresa. Dawn era in fibrillazione
già dal momento che aveva riagganciato il telefono. Una sorpresa? Proprio non
immaginava cosa poteva essere. Forse avrebbe finito di raccontare la storia
della bambina nella carbonaia. Riflettendoci un po', non poteva essere finita
in un modo tanto stupido. Insomma, si trattava pur sempre di Spike!
Dalla strada,
Buffy e Spike osservavano Dawn, tutta eccitata, andare avanti e indietro per il
salotto.
"Ho una
paura folle."
"Non ti
sbranerà. Al massimo ti abbraccerà forte e non ti vorrà far andar via."
"Ho paura di
farle ancora del male."
"Non
succederà. Buffy, lei ha bisogno che qualcuno le dica che non è colpa
sua."
"Non è colpa
sua."
"Lei ne è
convinta, però."
"Dio, povera
Dawn…"
"Andiamo?"
"Sì.
Facciamolo, prima che cambi idea e scappi."
Spike era andato
avanti per primo, bussando alla porta. S'era sentito un rumore di passi di
corsa, e subito si era ritrovato Dawn tra le braccia.
"Ciao
Briciola. Come te la passi?"
"Quanto sono
felice di vederti!"
Spike gettò
un'occhiata dentro la casa "Ma sei qui da sola?"
"Mio padre e
Charlotte sono a teatro, e hanno detto che ormai sono grande e non mi serve una
baby-sitter."
"Questo è da
dimostrare…" borbottò Buffy.
Dawn subito si
guardò intorno, domandandosi se l'aveva sentito davvero quel commento.
"Spike, hai
sentito anche tu?"
"Cosa?"
"La voce che
ha parlato cinque secondi fa."
"Ah, quella.
Appartiene alla mia sorpresa, che dalla fifa si è nascosta dietro
l'albero."
"Non può
essere vero."
Buffy si scostò
dall'albero, e venne incontro a Dawn "E invece sì."
***
Dawn fece subito
entrare Spike e Buffy in casa, e come da
previsione di Spike abbracciò stretta la sorella e iniziò a piangere.
"Ma per
tutti i diavoli dell'Inferno" esclamò Spike stralunando gli occhi.
"Voi donne Summers non fate altro che piangere?"
Buffy e Dawn comunque
non lo stavano a sentire.
"Sei
tornata. Ora non ti lascerò più andar via."
"Dawn…io non
sono tornata per sempre."
"Che…cosa?"
"Non sono
io. Sono solo una specie di spirito. Io sono stata seppellita a Sunnydale. C'è
una lapide col mio nome."
"Perché mi
stai dicendo questo?"
"Quando mi
sono ritrovata di nuovo qui, non sapevo cos'era successo. Pensavo di essere
diventata invisibile, perché nessuno poteva vedermi o sentirmi a parte Spike, e
non ricordavo di essere morta. Grazie a Tara poi tutti sono diventati capaci di
vedermi, e ho capito che non potevo andarmene senza prima aver fatto
determinate cose. E la prima era venire da te per abbracciarti un'ultima volta.
E dirti che non è stata colpa tua."
"È colpa mia
invece. Tu sei morta per salvare me!"
"Io ero
"Io sono
"Tu sei la
mia sorellina, ed il mio compito era difenderti a tutti i costi da chi ti
voleva fare del male. Ce l'ho fatta."
"Non mi
sentirò meglio per questo."
"Lo
farai."
"No, non lo
farò."
"Lo
farai."
"Vuoi
litigare?"
"Sarà la
cosa che più mi mancherà."
"Anche a
me."
***
Aveva aspettato
di salutare Dawn, uscire da quella casa, e allontanarsi. Solo allora Spike si
era azzardato a metterle un braccio intorno alle spalle e ad attirarla contro
di sé. Lei non disse neanche una parola, ma gli era grata del gesto, e di tutto
quello che faceva per lei. Era diverso da quello che aveva sperimentato con
Angel e Riley. Angel l'aveva amava, avrebbe continuato a farlo per sempre, come
sempre aveva cercato di proteggerla. Ci aveva anche provato Riley, con scarsi
risultati. L'unico che aveva capito come prenderla era anche l'unica persona
che pensava di dover odiare con tutta sé stessa, o addirittura di uccidere.
Beh, meglio averlo capito tardi che mai, si disse Buffy appoggiando la testa
sulla spalla di Spike e lasciando che lui la riportasse a casa.
Cercava di
scacciare dalla mente lo sguardo implorante di Dawn che la supplicava di
restare, e di non pensare al suo cuore che si stava strappando. Alla fine di
quel che doveva fare, avrebbe pregato di morire, non ce l'avrebbe fatta a
sopportare altro. Aveva chiuso gli occhi, e quando li aveva riaperti si era
ritrovata alla cripta, con Spike accanto.
Si era tirata a
sedere sul letto, e aveva chiesto di vedere la clessidra. Lui l'aveva portata a
lei, e aveva detto che ora si poteva quasi stimare il tempo che mancava.
"Ad occhio e
croce, credo che tu abbia ancora…"
"Non voglio
saperlo. Non voglio sapere quando me ne andrò, quindi non dirmelo."
"Come
vuoi" disse Spike prendendo la clessidra e portandola dove l'aveva presa.
"Ora scommetto che sarà il turno dei tuoi amici…"
Spike aggrottò le
sopracciglia, e le si avvicinò di nuovo. Quando si era voltato per parlarle, si
era accorto che si fissava le mani. E sembrava spaventata a morte.
"Che è
successo?"
"Erano
scomparse. Non le ho più viste per un paio di secondi…"
Si era seduto
vicino a lei, e le aveva preso le mani tra le sue "Tara te l'aveva
accennato quando le abbiamo fatto visita. Vicino al momento della partenza,
avresti cominciato ad aver problemi del genere. E saresti diventata invisibile
anche a me."
"Ho
veramente così poco tempo?"
"Non è
molto, questo sì. Ma abbastanza per dire addio a quell'esercito d'amici che ti
ritrovi."
"Allora
facciamolo subito."
"Bene."
"Andrò da
sola."
"No, ti
accompagno…"
"Se ti
vedono un'altra volta, ti ammazzano. E dopo quello che hai fatto per me, non
potrei perdonarmelo."
A quel punto gli
aveva sorriso, e lui era andato via prima che si accorgesse che era arrossito.
Dopo una vita che lo prendeva a pugni, sentirle dire una cosa carina su di lui
era veramente la cosa più strana al mondo. Forse ancora più strana di tutta
quella situazione.
CAPITOLO 4
Buffy era fuori
dal negozio di magia, e osservava i suoi amici aiutare Giles. Sembravano
tornati quelli di sempre, l'espressione triste che avevano negli occhi era
sparita. Xander e Anya stavano pomiciando dietro il bancone, Giles lanciava
loro occhiate torve, Tara sorrideva mentre portava dei libri a Willow che li
guardava divertita.
Era un equilibrio
precario, e ora lei sarebbe entrata e lo avrebbe distrutto.
Nel sentire la
campanella della porta, Giles e Anya si voltarono e vedendo di chi si trattava
la salutarono.
"Dove hai
lasciato Spike?"
"Gli ho
chiesto di non venire, oggi. Dovevo fare una cosa da sola."
"Cosa?"
Buffy sorrise
amaramente e abbassò gli occhi "Dirvi addio."
Rivolgendosi a
Tara, le disse che era diventata completamente invisibile agli occhi di Spike
un paio di volte e che questo voleva dire che era quasi arrivato il momento.
"Sono stata
da Dawn ieri notte, e ora voglio dire addio a voi."
"Come puoi
chiederci di lasciarti andare una seconda volta? Ci dev'essere un modo, una
magia…"
"Anche se ci
fosse, io non vorrei usarlo."
"Sei
egoista" borbottò Anya.
"Forse lo
sono. Ma se sono tornata qui non è per restare e questo lo sapete tutti. Non è
facile neanche per me, ma se è così che deve andare io non mi opporrò. E
neanche voi."
Tara era stata la
prima.
"Grazie di
tutto."
"È stato un
piacere. Sono felice di averti conosciuta."
Poi si era
avvicinata a Willow, e l'aveva abbracciata stretta "Ti voglio bene,
Will."
"Mi
mancherai tanto. Se puoi fatti viva, ogni tanto….ops, scusa per il gioco di
parole."
"Ehi,
Willow, mi hai rubato la battuta!" disse Xander fingendo di essere
arrabbiato "E ora con cosa la saluto? Volevo mi ricordasse con una delle
mie battute sceme…"
Buffy lo aveva
abbracciato "Mi mancheranno. Mi mancano già, se è per questo."
Xander l'aveva
tenuta tra le braccia un po' più del necessario, abbastanza per meritarsi
un'occhiataccia da Anya. Buffy se n'era accorta, e le si era avvicinata.
"Anya, non
sarai gelosa di un fantasma o giù di lì?"
"Sono gelosa
di qualunque cosa si avvicini al mio Xander. Tu per prima, in qualunque forma.
E poi…e poi è colpa tua se sono qui."
"Colpa
mia?" esclamò Buffy sorpresa.
"Se tu non
fossi arrivata, Cordelia non avrebbe avuto modo di avvicinare Xander, e di
soffrire per quel bacio tra lui e Willow. Io non sarei venuta qui, e non avrei
perso la mia collana e i miei poteri…e non mi sarei innamorata di questo qua e
non starei per sposarlo. È tutta colpa tua, e pertanto grazie."
Alla notizia
delle nozze imminenti si erano voltati tutti a guardarli, e allora Anya tutta
felice aveva messo in mostra l'anello. Buffy sorrise, contenta per Anya, e
ricacciò indietro le lacrime che minacciavano di uscire da un momento
all'altro. A lei non sarebbe mai capitato di avere un anello di fidanzamento al
dito, o di indossare un abito bianco e di uscire da una chiesa al braccio
dell'uomo che amava…
Ora era il turno
di Giles, e Buffy non sapeva che parole usare. Era stato il punto di
riferimento nei momenti difficili, il padre che non aveva avuto vicino in
quegli anni.
Prima che
riuscisse a dire qualcosa, lui le aveva messo le mani sulle spalle "Un
padre non potrebbe essere più fiero di come mi senta io, Buffy."
***
Il percorrere
quei pochi passi verso la porta, senza voltarsi indietro, era stata la cosa più
difficile che avesse mai fatto. Doveva tornare alla cripta, di sicuro Spike la
stava aspettando torcendosi le mani, invece decise di andare nella sua vecchia
casa. Passò due ore buone a vagare per le stanze guardando le fotografie,
rievocando tutti i bei momenti passati con sua madre e Dawn. Arrivata nella sua
stanza, si sedette sul letto, poi si rialzò subito e si mise davanti allo
specchio. Non dovette aspettare a lungo. Stavolta scomparve per intero, e per
un po' più di quei due secondi.
Aveva mentito ai
suoi amici, era la prima volta che succedeva davvero. Ma come poteva far capire
loro che voleva tempo per dire addio anche a sé stessa e alla vita che non
avrebbe avuto? Loro si sarebbero sposati, sarebbero invecchiati, avrebbero
avuto figli e nipoti da veder crescere. La sua vita invece era finita su una
torre per salvare il mondo, e le sembrava una cosa molto ingiusta.
***
Nel suo armadio
Buffy aveva trovato il suo vecchio vestito bianco, lo stesso che indossava la
notte che era morta per mano del Maestro. Non l'aveva più indossato da allora,
nessuna occasione le sembrava adatta. Questa invece era perfetta.
Dopo averlo
messo, lisciò la gonna con le mani, intrecciò i capelli, e si truccò con
attenzione. Lo specchio le rimandava il riflesso di una ragazza ventenne,
vestita in modo elegante, pronta per andare ad una festa, o ad un incontro
molto importante. Dopotutto era quello che sentiva. Erano passate sei ore da
quando aveva lasciato il negozio, e tra non molto avrebbe fatto buio. Aveva
deciso di non tornare alla cripta, voleva andarsene da sola. Non voleva
spezzare di nuovo anche il cuore di Spike, lo aveva già fatto due volte: quando
lo aveva rifiutato, e quando era morta.
Fece un respiro
profondo, e uscì di casa. Ora cominciava a diventare invisibile a intervalli
regolari, ma che erano ancora distanti tra loro. Aveva tempo per tornare al
posto dove tutto era iniziato.
***
Spike camminava
per la cripta avanti e indietro come un'animale in gabbia. Riguardava la
clessidra, ormai non c'era più molto tempo, perché non tornava?
Afferrò
l'oggetto, e uscì di corsa diretto al negozio di arti magiche. Non era lì, e a
sentire quel che Tara diceva Buffy aveva mentito. Lasciò il negozio senza dire
una parola, lasciando a Tara la clessidra, e corse fuori alla ricerca di Buffy.
Pensa, Spike,
pensa. Sei morto, stai per andartene, che diavolo potresti fare? Dove andresti
prima di sparire per sempre?
Andò subito al
cimitero, e cercò Buffy con lo sguardo. Sì, aveva proprio visto giusto. Lei era
lì, esattamente davanti alla tomba di sua madre.
"Buffy,
perché ci hai voluto tener lontani?"
"Ciao Spike. Come l'hai capito?"
"Ti conosco
meglio del tuo esercito d'amici. Li hai ingannati per bene."
"Volevo del
tempo da sola per dire addio alla mia vita. È così difficile da capire?"
"No, non lo
è."
"Divento
invisibile sempre più spesso. Devo andare alla torre. Lasciami andare Spike,
devo farlo da sola."
"E chi l'ha
detto?" disse lui prendendole la mano.
"Ti prego,
ho spezzato troppi cuori in questi ultimi giorni. Non ci voglio mettere anche
il tuo nella lista."
"Sono
coriaceo riguardo questo genere di emozioni, quindi sta tranquilla. E
poi…"
"E
poi?"
"Nessuno
deve andarsene da solo."
***
Ormai Buffy
diventava invisibile agli occhi di Spike ad intervalli sempre più frequenti.
Dovevano sbrigarsi.
Buffy camminò
fino al punto dov'era caduta e morta. Spike non le aveva lasciato la mano un
solo istante.
"Bene, ci
siamo. Credo che questo sia il momento degli addii. Definitivi."
"Non ti
voglio lasciar andar via."
"Ma non
dipende da me o da te. È semplicemente arrivato il momento che vada. Sai, Tara
aveva detto che sono tornata indietro perché avevo una faccenda in sospeso,
ricordi? E io ho detto che volevo rivedere Dawn, o salutare i miei amici…Invece
la mia faccenda in sospeso era un'altra."
"Quale?"
"Tu."
Spike rimase
senza parole, e Buffy continuò. "L'ho capito solo ora che eri tu l'unica
cosa che non avevo sistemato. Non potevo andarmene senza fare questo"
disse carezzandogli la guancia con la mano, e poi baciandolo con dolcezza.
Spike chiuse gli occhi, cercando di fissare nella sua testa quel momento, le
sensazioni che provava tenendola vicino a sé, tra le sue braccia, per l'ultima
volta. A quel punto Buffy si era scostata un attimo, e gli aveva messo una
piccola scatola in mano.
"Aprila
quando io me ne sarò andata."
Ancora continuava
a tenerla per mano, e continuò a farlo fino a quando gli fu possibile. Quando
fu nel punto esatto, Buffy si voltò e gli sorrise. Poi un lampo di luce lo
accecò.
Era scomparsa,
stavolta per sempre. Spike continuava a fissare quel punto, e poi si ricordò
della cosa che Buffy gli aveva lasciato. Aprì la scatolina, e fu sorpreso di
trovarci il suo claddagh e un biglietto.
So quello che sai
riguardo a questo anello e al modo in cui l'ho ricevuto, ma se aveva un
significato diverso o dei ricordi legati a quando ero in vita, ora non ne ha
più. Il suo significato è una promessa d'amore, lo stesso sentimento che ho
scoperto per te…solo che sono dovuta morire per capirlo.
Voglio che
l'abbia tu, e vorrei tanto che andaste d'accordo, tu e gli altri. Non c'è
motivo di farsi la guerra, non più.
Aveva appena
finito di leggere, quando Giles arrivò, insieme agli altri. Avevano esaminato
la clessidra, ed erano arrivati a capire che Buffy li aveva ingannati. Spike
mise in tasca il biglietto, infilò l'anello all'anulare della mano sinistra,
con il cuore verso di lui, e andò verso di loro.
"Dov'è?"
domandò Giles guardandosi intorno.
Spike sorrise
mestamente, e guardò il cielo. Una notte senza Luna, come la prima volta che
l'aveva incontrata. Strinse forte la mano dove c'era l'anello, e poi fece per
andarsene.
"Se n'è andata, Giles. Ha risolto le sue
faccende in sospeso."
FINE