PARTITA FINALE
Di Jade
Disclaimer: I
personaggi appartengono tutti a Joss Whedon e alla Mutant Enemy, eccetto quelli
che non riconoscete, che appartengono a me.
Rating: PG-13
Personaggi/Pairing:
Buffy/Angel
Sommario: Buffy e
Angel fanno ritorno a Sunnydale, ma la città non è più come l’avevano lasciata…
Note: Seguito di
Light and Darkness
CAPITOLO 1
Faceva uno strano
effetto a Buffy tornare a casa dopo tutto quel tempo. Angel non era con lei,
era tornato in Irlanda per vedere come stava venendo la loro nuova casa. Buffy
lo avrebbe raggiunto appena venduto l'appartamento al Greenwich Village.
Non era più la
stessa città…beh, era ovvio. Cinquant'anni dopo la loro partenza, l'Hellmouth
era stata riaperta, la città praticamente distrutta e la popolazione
sterminata.
Nessuno aveva
osato metterci piede da quel giorno, a parte quella mezza dozzina di superstiti
che ancora ci vivevano e ai vampiri che avevano preso possesso della città e
che ora la governavano. Il Consiglio neanche aveva provato ad opporsi, o a
combatterli, aveva semplicemente preso coscienza che la loro più importante
roccaforte era caduta.
Quando Buffy lo
aveva saputo, le erano venuti i brividi. Ma di che si stupiva? Quelli non erano
uomini, non avevano anima. Se possibile, li riteneva peggio dei demoni e dei
vampiri a cui dava la caccia.
Passeggiando in
mezzo a quella desolazione, passò davanti alla sua vecchia scuola, ora solo un
cumulo di macerie. Il cimitero era diventato grande quasi come metà della
città, e in completo abbandono. Sembrava che nessuno avesse più voglia o forza
di piangere i morti. La parte dove una volta sorgeva il Bronze, ora era
diventata veramente la parte brutta della città. I vampiri ne avevano fatto la
loro zona.
Buffy alzò gli
occhi e guardò il cielo. Tra non molto il sole sarebbe scomparso all'orizzonte,
meglio tirare fuori un paletto.
E quando le ombre
presero il posto della luce, Buffy si accorse di non essere sola.
Una schiera di
vampiri l'aveva semi circondata, e le loro espressioni
non lasciavano presagire niente di buono. Il mezzo sorrisetto che fece Buffy
mentre valutava la situazione mandò in bestia un paio dei vampiri lì presenti,
che le si scagliarono addosso. Senza scomporsi, Buffy li polverizzò all'istante. Alzando
lentamente lo sguardo, si accorse che tutti la stavano fissando con stupore. Ma
chi diavolo era quella straniera che era riuscita ad eliminare due di loro in
un paio di secondi? Beh, non importava, tanto non sarebbe sopravvissuta a un
loro attacco in gruppo.
Li vide
avvicinarsi, con delle espressioni che in teoria avrebbero dovuto spaventarla.
Buffy alzò gli occhi al cielo e represse una risatina. Ne aveva visti troppi di
vampiri per non riconoscere a prima vista dei buoni a nulla. Ma che fine avevano
fatto i vampiri di una volta?
Dopo averli
eliminati tutti, continuò la sua passeggiata solitaria fino alla villa dove una
volta aveva abitato con Angel, Spike e Drusilla. Curioso, era l'unica
costruzione che non fosse danneggiata e che avesse le luci accese. Si avvicinò
per cercare di scorgere gli abitanti, quando un braccio spuntato dal niente la
prese per il collo, sollevandola a venti centimetri da terra.
"Non so chi
tu sia dolcezza, e non mi interessa, ma se ci tieni alla pelle non ti azzardare
ad avvicinarti a quella villa" le sussurrò l'uomo tenendola a qualche
centimetro dal suo viso, prima di gettarla a terra e scomparire.
Buffy si
allontanò prudentemente dalla casa, continuando a porsi un sacco di domande, e
si diresse a casa di Drusilla.
La sua amica era
sopravvissuta per miracolo alla strage, e da allora cercava di fare quel che
poteva per evitare che la situazione andasse più a rotoli di quando già non
stesse andando. Quando Giles era morto, da lui aveva ereditato tutti i suoi
libri, e Buffy per prenderla in giro le ripeteva che ora conosceva più cose di
un Osservatore in carica.
Dru appena vista
l'amica fuori dalla porta, la fece entrare di corsa e rimise i tre catenacci
alla porta.
"Scusa se
non ti ho salutato, ma…"
"Non ti
scusare. Ho visto cos'è successo alla città, fai bene ad essere prudente.
Quello che non capisco è perché sei rimasta in questo
inferno."
"Forse per
abitudine, forse perché l'avevo promesso a Giles quando è morto, forse per
restare vicino al mio Xander…chi lo sa."
"Mi dispiace
di non essere riuscita a venire al funerale di tuo marito..."
Dru scosse la
testa, dicendo che ormai era passato tanto tempo e che non voleva discuterne.
Le chiese di Angel e Spike, e Buffy raccontò quello che lei e il marito avevano
fatto in quei secoli, e quello che aveva saputo dell'ex di Dru. Le chiese anche
se sapeva chi abitava alla villa.
"Ho visto delle luci, ma quando ho
tentato di avvicinarmi un bestione mi ha aggredito e spiegato a chiare lettere
di non avvicinarmi."
"Hai avuto
fortuna. Di solito il Luogotenente se ti becca dove non devi ti ammazza e
basta."
"Chi
è?"
"Il vampiro
che detta legge in città."
***
La mattina dopo
Dru accompagnò Buffy a fare un altro giro per la città, per poi andare al
cimitero. Buffy pose due rose sulle tombe di Giles e Xander.
"Com'è
successo?"
"Eravamo a
caccia, io e Xander. Ad un certo punto non lo vidi più, e cominciai a cercarlo.
Lo trovai morto, e il Luogotenente era sopra di lui, con la bocca sporca del
suo sangue. Due notti dopo, toccò a Giles, a casa sua. Gli promisi che avrei
cercato di fermare quel vampiro…"
"Che fine
hanno fatto Cordelia, Willow e Oz?"
"Saranno
morti, come tutte le persone mortali, ma non ne ho la certezza. Se ne sono
andati pochi anni dopo il diploma, e da allora non li ho più visti."
"Kendra?"
Morta due anni
dopo la tua partenza. Hanno portato il cadavere in Africa. Ogni Slayer arrivata
qui dopo di lei è stata sistematicamente uccisa."
"Se non me
ne fossi andata…"
"Non potevi
conoscere il futuro."
"Parlami
ancora di questo tipo, il Luogotenente."
"Vediamo un
po'…Alto, grosso, crudele, e governa Sunnydale da quando l'Hellmouth è stata
riaperta. Anzi, è stato proprio lui a farlo, nonostante abbia cercato di
impedirlo. A momenti uccideva anche me, ma il suo capo, una donna, gli ha detto
di risparmiarmi. Lei vive nella villa, e nessuno l'ha mai vista. Non esce
mai."
"Vi siete
scontrati di recente, tu e lui?"
"Dopo che ha
fatto uscire quella donna dalla Bocca dell’Inferno ha moltiplicato i suoi
poteri. Non posso niente contro di lui…"
"Vedrai che
insieme riusciremo a fare qualcosa."
"Ho paura, Buffy."
Buffy mise un
braccio intorno alle spalle della ragazza, e insieme
andarono via. Non si erano accorte che qualcuno le stava spiando da lontano.
***
"Ciao Angel,
sono io. Mi dispiace, non credo di riuscire a venire. Sono passata per
Sunnydale, o meglio per quello che ne resta. Dru è ancora qui. Devo fare una
cosa per lei, poi prendo il primo volo e arrivo a Dublino. Non preoccuparti. Si, lo so. Sì, starò attenta. Ti amo anch'io. Ci sentiamo presto."
Buffy interruppe
la telefonata e spense il cellulare. Davvero, non vedeva l'ora di salire su
quell'aereo. Aveva ripreso a camminare, sentiva solo i suoi passi. Tutta la
strada era immersa in un silenzio irreale, quando, all'improvviso, un rumore le
fece comprendere che c'era qualcuno davanti a lei.
"Salve,
bellezza."
Buffy s'irrigidì:
odiava essere chiamata a quel modo.
Il vampiro si
avvicinò, continuando a parlare "Che ci fa una donna come te in un posto
come questo?"
"È quello
che mi domando anch'io. La risposta credo che sia ammazzare qualche tuo amico."
"Bella, e
sincera. Mi piacciono queste cose in una donna…certo, prima di ucciderla."
"Credi di
essere all'altezza?"
L'osservazione aveva punto sul vivo il misterioso vampiro che aveva
sguainato una spada "Ti ho vista la notte scorsa. Finiti i paletti hai tirato fuori un'altra arma. Vediamo
che sai fare, ragazzina."
Buffy,
sorridendo, dal cappotto tirò fuori una spada, dalla lama lunga e sottile. Ci
erano voluti duecento anni, ma alla fine Angel era riuscito a farle amare
quella disciplina, fino a renderla pressoché imbattibile. Il vampiro se ne
accorse subito, il combattimento era finito ancora prima di cominciare. Con
un'abile mossa, lei gli fece cadere la spada, e prima che riuscisse a
riprenderla lei ci mise un piede sopra, e gli puntò la spada alla gola.
"Fine dei
giochi" sussurrò, e con un rapido gesto lo decapitò.
Sentendo dei
passi alle spalle, si voltò di scatto con la spada in mano.
"Ehi!"
esclamò Drusilla, spostandosi prima che la lama le arrivasse vicino al collo
"Guarda che io sono con i buoni!"
"Oh, scusami
Dru. Non ti avevo vista."
"Fatto buona
caccia?" disse lei indicando il cumulo di polvere. Tra la cenere,
luccicava un anello con smeraldo, che Drusilla prese subito in mano.
"Mio Dio,
Buff, ma lo sai chi hai fatto secco?"
"Qualche
pezzo grosso?"
"Il
Luogotenente! Hai fatto secco il gran bastardo!"
Buffy pareva
sconvolta tanto quanto Dru era eccitata. Quest'ultima le chiese cosa fosse
successo, e lei le rispose che ora erano nei guai.
"Ti rendi conto di quello che dici? Stai parlando del vampiro che ha ucciso Giles e Xander! Meritava di morire!"
"Non
fraintendere. Dico solo che ora ci daranno la caccia."
"Credo sia
la prima volta che ti vedo spaventata."
"Andiamo
via."
E un'altra volta
una figura emerse dall'ombra per spiarle mentre se ne andavano. Buffy in città,
il Luogotenente morto…Milady doveva esserne informata, e subito.
CAPITOLO 2
A due passi da
casa, Dru disse a Buffy che sarebbe andata a farsi uno spuntino prima di andare
a dormire, oramai sapeva dove trovarli, i criminali.
Si sentiva
felice, come non succedeva da molto. Buffy era qui, l'assassino di Xander era
morto…finalmente si intravedeva un po' di luce alla fine del tunnel.
Senza avere il
tempo di accorgersene, qualcuno l'aveva afferrata e scaraventata con forza
contro un muro. Stordita, quando alzò la testa vide che il suo assalitore stava
mutando aspetto.
Drusilla iniziò a
correre più veloce che poteva. Il mostro però era veloce, fin troppo, e la
raggiunse a qualche passo da casa saltandole alla gola.
Buffy, dal canto
suo, la stava aspettando a casa. A furia di andare avanti e indietro aveva
ormai quasi fatto un solco nel pavimento…fino a quando una fitta lancinante al
cuore la fece accasciare a terra. Sembrava quasi che qualcuno le volesse
strappare il cuore. In quello stato di semi incoscienza, riuscì a vedere
Drusilla, a due passi da casa, che stava morendo.
Facendosi forza,
e cercando di ignorare il dolore, si alzò in piedi e andò da lei. Appena la
vide capì che era tardi. Drusilla era a terra con il collo spezzato.
Buffy represse un
conato di vomito. Sapeva che era un'altra maniera di uccidere i vampiri, ma
dopo averlo fatta una volta si era ripromessa di non farlo più. A tutto c'era
un limite.
Non riuscì a fare
altro che rimanere immobile, e una folata di aria fredda le scompigliò i
capelli.
Ora non aveva più
dubbi.
La guerra era
cominciata.
***
Buffy la mattina
dopo cominciò a cercare Angel e Spike, ma non rispondevano né al telefono né al
cellulare. Ma dov'erano andati? Era uscita, voleva andare in chiesa, cosa che
non faceva da secoli, ma non era rimasta una sola chiesa consacrata in tutta la
città. Allora decise di tornarsene a casa a piangere in pace per un altro po'.
Era entrata da neanche dieci minuti, che sentì bussare alla porta. Era Spike,
con l'espressione sconvolta. Le venne spontaneo abbracciarlo, e cercare di
consolarlo. Le raccontò che stava per partire per
Dieci minuti dopo
arrivò anche Angel, e allora Buffy li portò dove aveva seppellito Dru.
Come se
finalmente avesse realizzato quel che era successo,
Buffy scoppiò a piangere tra le braccia di Angel.
"Voglio la
testa di quello che l'ha uccisa…"
"La vendicheremo, Buffy, te lo prometto."
"Buffy,
Angel, sarà difficile. Tu hai ucciso quel vampiro, ma
Dru gli ha pestato i piedi per più di una vita. Hanno eliminato lei e dato un
avvertimento a te, e di solito in questi casi il colpevole non si trova."
"Io invece
credo di sapere dove sia" disse Buffy, scostandosi da Angel e indicando la
villa.
All'interno della
casa, una donna vestita di bianco stava osservando la scena da uno specchio
magico seduta su un trono. Sorrideva, e sorseggiava con eleganza un calice di
vino.
"Complimenti,
hai fatto un ottimo lavoro, mia cara. Devo dedurre che ci sia stato
dell'attrito tra te, la moretta e questa Buffy?"
La giovane vampira si fece avanti "Come sempre avete ragione. Io Buffy e Drusilla ci conoscevamo già."
"Puoi
andare, Cordelia. Se avrò bisogno di te, te lo farò sapere."
Cordelia sorrise
alla sua signora, e facendole un inchino uscì dalla stanza. L'aver visto Buffy
uccidere il suo fidanzato e sire l'aveva mandata letteralmente in bestia, e
aveva avuto il pretesto per regolare i conti con Drusilla riguardo Xander una
volta per tutte, e colpire l'ex slayer dandole il bentornato in città.
Cielo, come le
piaceva essere cattiva. Finalmente aveva trovato la vera sé stessa…e le
piaceva.
Buffy nonostante
la pastiglia che Angel l'aveva costretta a prendere non riusciva a dormire.
Cercando di non svegliarlo, si alzò dal letto, si vestì e andò a farsi un giro
nei dintorni della villa. Stavolta niente le avrebbe impedito di vedere chi ci
abitava.
Si accostò alla
finestra del salone, e si accorse che alla parete opposta c'erano due donne.
Una di loro, quella con i capelli rossi, le dava le spalle. L'altra, quella
vestita di bianco, le dava i brividi. Alta, con i capelli biondi così chiari da
sembrare bianchi, e due occhi color ghiaccio. Irreale, Buffy non trovava altro
aggettivo con cui definirla. Irreale, bellissima e di sicuro anche altrettanto
crudele. La osservò parlare con l'altra ragazza, e mai lasciò trapelare le sue
emozioni, accuratamente celate sotto una maschera di fredda serenità.
All'improvviso lo
sguardo suo e di Buffy si incrociarono per una frazione di secondo, e
quest'ultima si ritrasse fulmineamente, accostandosi al muro. Sperava, pregava
che quella donna non l'avesse vista.
***
"Hai fatto
un ottimo lavoro anche tu. Continua a spiare la ragazza come ti ho chiesto."
"Come
desiderate mia signora" sussurrò la ragazza abbozzando un inchino e
facendo per andarsene.
"Aspetta,
non ho finito. Chiama Cordelia, ho un nuovo incarico per lei."
Era giunto il
momento di tirare un altro dardo al cuore di quella ragazzina.
***
Tornata a casa,
Angel era sveglio che l'aspettava. E anche arrabbiato per come se n'era andata
nel bel mezzo della notte, una cosa che faceva fin troppo spesso. Una cosa che
aveva capito di lui era che non amava che gli si nascondessero le cose, quindi
Buffy preferì dirgli tutta la verità.
"Perché hai
fatto una tale pazzia?"
"Volevo
vedere chi era questa misteriosa signora, e finalmente ci sono riuscita."
"Qualcuno
che conosciamo?"
"No. Molto
bella, bionda, occhi azzurri…fredda come un iceberg. Pareva un angelo, qualcosa
di irreale, non saprei…"
Angel le sembrò
avesse ricevuto una mazzata "Credo di sapere chi sia."
"Vecchia
conoscenza?"
"È una
leggenda. Una leggenda su come il Maestro sia diventato un vampiro. Darla me
l'aveva raccontata una notte."
"Racconta."
"Si narra
che il Maestro, prima di diventare un vampiro malvagio, fosse un monaco
gesuita. Una notte che stava pregando, una giovane donna bussò alla porta del
monastero chiedendo asilo. Rimase incantato a guardarla, pareva un angelo. Era
una castellana che aveva smarrito la via mentre tornava a casa, il suo nome era
Hélène Gabrielle de Saint-Valére. Contravvenendo alle regole, il monaco permise
che una donna dormisse tra le mura del monastero. Fu la rovina sua e degli
altri monaci. Hélène li uccise tutti, e quando arrivò il turno del monaco che
l'aveva fatta entrare lei gli sorrise, e lo rese un
vampiro."
"Pensi che
sia vera?"
"Il sire
trasmette parte del demone che lo anima alla sua creatura, direi che spiega
perché il Maestro era quello che era, e ci dà un'idea di come sia questa
signora."
"Non oso
neanche pensarci. Spike la sa tutta questa storia?"
Angel le sorrise "Spike non è mai stato un tradizionalista, e non
dirmi che non l'avevi capito. Non ama
ascoltare le storie del passato, anche se insegnano qualcosa."
"Beh,
stavolta dovrà fare un eccezione."
Andati alla
vecchia fabbrica, dove Spike si nascondeva, si accorsero che non c'era nessuno.
Cominciarono a chiamarlo, a cercare in giro, ma Spike
non si trovava.
C'erano segni di
colluttazione, e sul terreno c'erano tracce di sangue, che riconobbero come di
Spike.
"Che cosa è
successo?"
"Credo che Hélène
de Saint-Valére ci stia invitando ad andarla a trovare."
Alla villa,
intanto, la vampira con i capelli rossi e Cordelia stavano legando Spike,
ancora privo di conoscenza, a due catene che pendevano ad una parete.
"Cosa pensi
che ne farà Milady?"
"Non sono
affari nostri " le rispose Cordelia "forza, ora leviamoci dai piedi.
Angelique gli vuole parlare a quattr'occhi."
Spike non rimase da solo a lungo. Una donna
sopraggiunse poco dopo, e sfiorò i lividi che Spike aveva in faccia, facendolo
trasalire di dolore.
"E così tu sei Spike, una volta conosciuto come William the Bloody. Il poetastro."
Spike spalancò
gli occhi. E come diavolo faceva a saperlo? A nessuno aveva detto cosa faceva
in vita, neanche a Dru.
"Ti stai
chiedendo come lo so, vero? Il clan della mia creatura, e i suoi componenti,
non hanno segreti per me."
Si accorse poi
della presenza di Cordelia, che sembrava quasi spaventata. Le chiese cosa ci
fosse, e Cordelia chiese perdono per non essere riuscita a portarle Angel,
com'era suo desiderio.
Allora la donna l'abbracciò "Oh, Cordelia, non temere. Non sono in collera con te. Portandomi lui, mi hai assicurato che
Buffy e Angel verranno a salvarlo. Due piccioni con una
fava."
"Sanno già di Spike. Ora stanno
venendo qui" esclamò l'altra vampira, arrivando
alle sue spalle.
La vampira sobbalzò a sentire la sua voce all'improvviso
"Maledizione! Quante volte ti
ho detto di non strisciarmi alle spalle!" le urlò arrabbiatissima,
prendendola per il bavero.
"C-Chiedo
per-perdono…forza dell'abitudine, dopo secoli a spiare prima Drusilla e poi
Buffy…"
La vampira scosse la testa, e la lasciò andare "Cerca di fare un
rumore quando arrivi. Bussa, un colpo
di tosse…qualunque cosa!"
La giovane demone le ridisse quanto aveva scoperto, e
la sua signora, sorridendo alle altre due, continuò dicendo che bisognava
preparargli un comitato di benvenuto.
Angel e Buffy non
si fecero attendere, e si introdussero nella villa senza problemi. Era pur
sempre casa loro, e la regola dell'invito non funzionava in quel caso.
Dopo una rapida
ispezione in giro, si accorsero di essere soli. Appena messo piede nel salone,
videro Spike legato alla parete, pesto e sanguinante.
Subito Buffy
corse da lui, cercando di fargli prendere conoscenza, ma lui borbottava solo
una frase incomprensibile.
Angel cominciò a
slegarlo, e una volta libero lo aiutarono a camminare.
"Buffy,
Angel, andatevene…è una trappola…"
Finalmente era
riuscito a dirglielo, ma ormai era tardi.
"Quanto hai
ragione, biondino."
Buffy aveva
riconosciuto quella voce, e sentirla di nuovo dopo tutto quel tempo le fece
l'effetto di una doccia fredda.
"Willow?"
"Ciao
Buffy" disse Willow uscendo dall'ombra insieme a Cordelia "Ti siamo
mancate?"
CAPITOLO 3
Buffy rimase a
guardare le due ragazze come in stato di shock. Willow e Cordelia, le sue
nemiche. Come un flash, le ritornarono alla mente i giorni che aveva passato
insieme a loro, chiacchierando, litigando, o più semplicemente essendo amiche
l'una dell'altra. Assurdo. Come poteva essere successo?
Willow si
avvicinò a lei "Cosa c'è, non mi abbracci?"
"Mi dispiace
tanto…"
"A me no, e
neanche a Cordy. Beh per lei non è stata un'esperienza nuova, ma per me lo è. Essere rispettata e temuta...ma lo sai quanto ho
desiderato esserlo?"
Gli occhi le
brillavano, la sua voce era carica d'odio verso di Buffy, e Cordelia, dietro di
lei, si limitò a sorridere cattiva.
Poi con un balzo
le fu addosso, gettandola a terra, mentre Willow si occupava di Angel, che
stava provando a portare Spike in salvo.
"Tu non sai da quanto aspettavo di fartela pagare. Tu e la tua amichetta pazza…spero vi siate divertite a portarmi mia
gli unici due uomini che
abbia mai amato!" disse Cordelia, sferrandole un paio di pugni.
"Ma che stai
dicendo?"
"Il
Luogotenente e Xander. Il primo ha avuto la sfortuna di incontrarti, il secondo
grazie a te ha sposato dopo il liceo la persona che più detestavo al mondo, con
la benedizione di tutti. Non sai che piacere è stato levarmela di torno…"
Quell'ultima
frase le attraversò la mente come una lama. Era stata lei. Cordelia aveva
ucciso sua sorella. Dal profondo cominciò a crescere una rabbia profonda, un
odio che le impediva di pensare, che le stringeva lo
stomaco e minacciava di soffocarla, se non lo avesse lasciato uscire. Il demone
dentro di lei, quell'antica maledizione che le aveva ridato la vita, premeva
per prendere il controllo, vendicare una parte della sua essenza che a causa di
quella vampira con cui stava combattendo era stata distrutta. E Buffy lo lasciò
libero.
Quando alla fine
riprese il controllo, aveva un paletto in mano, e un cumulo di polvere davanti
ai piedi. Aveva ucciso una vampira che un tempo era sua amica, e tutto quello
che riusciva a provare era un po' di senso di colpa, che quasi subito
scomparve. Voleva vendetta, e finalmente l'aveva ottenuta. Willow aveva provato
a mettersi in mezzo, e si era presa un colpo che l'aveva fatta finire contro un
muro, lasciandola svenuta.
Angel le era
arrivato alle spalle, silenzioso come sempre, e le aveva tolto il paletto dalla
mano.
"Non era lei. Era la cosa che l'ha uccisa."
"Lo so. Ma
non mi sentirò subito meglio per questo."
"E questa è
l'unica cosa che traccia una differenza tra me e te."
I due si
voltarono verso la porta, dove con portamento maestoso entrò nella stanza la
loro nemica.
"Hélène Gabrielle de Saint-Valére, suppongo."
"Supponi giusto, ragazzina. Ma da quando il mio sire mi ha
ribattezzato Angelique è questo il mio nome. Voi dovete essere Angelus e Buffy,
tra i membri più giovani della mia grande famiglia."
Poi sollevò per il bavero Spike, ancora semi incosciente "Come
anche questo qui. Cielo, William,
che delusione sei stata per me…" e con la mano libera lo impalettò davanti
ai suoi amici. Angelique osservò i due contorcersi dal dolore, stringendosi
il petto, e ordinò a Willow di ucciderli.
Rimaneva il fatto
che per quanto Willow fosse forte, loro erano in due, e molto arrabbiati.
Quando si accorse che la sua ancella non ce l'avrebbe fatta, si avventò su
Angel, impedendogli di fuggire come era riuscita a fare la sua compagna.
Buffy aveva
oltrepassato il giardino correndo come mai aveva fatto in vita sua, e non si
era fermata fino a quando non fu a casa. Dopo aver chiuso la porta, si lasciò
scivolare fino a terra, e appoggiò la testa sulle ginocchia.
Si sentiva una
vigliacca, per essere scappata ed aver lasciato Angel da solo, ma se non
l'avesse fatto avrebbe giocato l'unica possibilità di salvarlo. Quando
ricominciò a pensare coerentemente, iniziò a tremare. Questa era la partita
finale, lo sentiva. Comunque sarebbe andata, questa storia finalmente si
sarebbe conclusa.
Angelique aveva
ordinato a Willow e Cordelia di legare Angel esattamente come Spike, e poi di
lasciarla da sola con lui.
"Angelus. Ho
sentito parlare di te. Sai chi sono?"
"Sì. Credo di sì."
Angelique
continuava ad avvicinarsi, aveva negli occhi lo sguardo del gatto che giocava
col topo, e cominciò ad accarezzargli lentamente il viso, e il torso nudo. Più
lui di sentiva a disagio, più lei si divertiva.
"Che peccato
che un uomo bello e affascinante come te sia anche maledettamente fedele…Avrei
proprio voluto divertirmi stanotte" disse lei con voce roca, allungando le
sue braccia su quelle di lui, fino ad afferrargli la mano sinistra "ma credo
che questo anello Claddagh e la tua anima me lo impediscano. Sai, è difficile
che un sire e la sua creatura riescano ad avere una relazione duratura. Tu e
tua moglie siete un caso raro."
Poi gli sussurrò
all'orecchio "Un caso che tra poco non esisterà più…"
Angel come una furia cercò allora di strappare i legacci che lo
imprigionavano, provocando in Angelique uno scoppio di risa "Tu sei la sua
vita. Senza di te morirebbe, e lo sa benissimo.
Sono proprio curiosa di combattere contro di lei."
"Non osare
toccarla!"
"Altrimenti?"
Angel distolse lo sguardo, e Angelique si riavvicinò a lui "Chi me
lo impedirebbe? Tu?"
La donna prese il
viso di Angel tra le mani e gli diede un bacio, poi lo lasciò da solo.
Buffy sapeva che
la stavano aspettando, e aveva come la sensazione che da quella casa non
sarebbe uscita viva.
Angel le aveva
sempre detto di non preoccuparsi di quelle strane sensazioni che ogni tanto
aveva, che non volevano dire niente. Forse non voleva credere che sua moglie
avesse delle premonizioni come Drusilla, o forse ne aveva semplicemente paura.
E così lei aveva smesso di raccontargliele. Ma non aveva mai smesso di
proteggerlo dall'ombra, anche se lui non l'avrebbe mai saputo. Una volta lui
aveva detto a sua madre che non poteva vivere senza di lei. Era verissimo anche
il contrario: lui era la sua ragione di vita. Buffy riguardò la sua immagine
allo specchio. Dio, le sembrava impossibile di essere ancora la stessa ragazza
che era morta poco lontano da quella casa. Era così lontana da quella che era
diventata…tutto quello che le era successo prima di diventare un vampiro,
pareva addirittura fosse successo a un'altra, in un'altra vita. Sospirò, e
sorrise amaramente. Non è carino far aspettare la persona che forse ti
ucciderà, pensò sarcasticamente mentre finiva di indossare i pantaloni di pelle
nera e quel top in tinta che non aveva mai avuto l'occasione, o il fegato, di
indossare. Mise al collo la croce d'argento che Angel le aveva regalato secoli
prima, l'unico gioiello che avesse mai portato oltre al Claddagh, e presa la
sua spada si diresse a casa di Angelique. Era arrivato il momento di chiudere i
giochi.
La vampira la
stava aspettando, seduta su quella specie di trono.
"Ti
aspettavo."
"Dov'è
Angel?"
"Non ti
preoccupare, è ancora vivo. Quello che voglio ora è parlare con te."
"Ma guarda
un po'" disse lei sguainando la spada "io invece non ne ho
assolutamente voglia."
Angelique continuava a sorseggiare il suo vino "Mi deludi. Pensavo sapessi che il metallo non uccide i vampiri."
"Questa è un
regalino del mio defunto osservatore Giles, e ti assicuro che li uccide
eccome."
Angelique si alzò
in piedi, e prese dallo scomparto di un mobile una spada identica alla sua.
"Fammi
vedere di cosa sei capace."
A Buffy vennero i
brividi lungo la schiena.
Sfidare Angelique
per lei equivaleva a sfidare un dio, ma se voleva salvare Angel non aveva
scelta.
Iniziarono
dapprima lentamente, facendo tintinnare le spade, poi i movimenti cominciarono
a farsi sempre più veloci e furiosi. Dalla sala dove si trovavano si spostarono
ad un'altra, e poi a un'altra ancora, fino a quando non arrivarono a dove Angel
era prigioniero. Facendo avvicinare Angelique ai ceppi di Angel, Buffy fece in
modo che li tranciasse di netto con un colpo andato a vuoto. Angelique guardò
prima le catene spezzate, poi Buffy. La ragazzina era furba…meglio così. Il
combattimento sarebbe stato più interessante.
Il combattimento
procedeva ormai senza sosta da due ore, e Buffy cominciava a essere stanca, a
differenza di Angelique. Gettarla a terra e allontanarle la spada fu uno
scherzo da ragazzi. Subito Willow prese la spada e la porse alla sua padrona.
"Finalmente
nelle mie mani."
"Cos'è?"
"Un'arma
forgiata dall'Ordine di Byzantinum…l'unica cosa che può uccidermi, e uccidere i
membri della mia famiglia."
"È stato il
regalo di nozze che quel maledetto osservatore aveva fatto a Buffy e
Angel."
Con l'arma in
mano, si avvicinò ad Angel, abbandonato contro la parete.
"Oh, mio
povero Angel, forse avrei dovuto dirtelo. Quando ti ho baciato, ti ho fatto
prendere una forte droga. Questo mi renderà molto semplice levarti di mezzo…o
levare di mezzo tua moglie. Devo decidere ancora chi sarà il primo e il
secondo. Tu cosa mi suggerisci, Willow?"
La ragazza
sorrise, e annuì. Capiva sempre al volo quello che lei voleva fare.
"So cosa
volete fare, e sono d'accordo."
Angelique levò la
spada sopra la sua testa con ambo le mani, pronta a
piantarla nel cuore di Angel…
La spada aveva
colpito a morte la sua vittima predestinata, sotto lo sguardo divertito della
donna.
Angel guardò
sconvolto sua moglie, mentre scivolava a terra con lei tra le braccia.
"Sapevo lo
avresti fatto, Buffy" le disse Angelique.
La ragazza infatti quando aveva visto cosa stava per succedere, aveva
fatto appello alle sue forze e si era messa in mezzo per salvare Angel. La
spada le aveva perforato un polmone, impedendole di riuscire a parlare, di dire
almeno una parola di addio a suo marito. L'unica cosa che riuscì a fare fu
quella di appoggiare la testa alla sua spalla, e chiudere gli occhi. Angel fece
in tempo solo a farle un'ultima carezza sul viso, e poi la donna che aveva
amato con tutto se stesso si dissolse nel nulla tra le sue braccia.
Con gli occhi
accecati dalle lacrime, si scagliò contro Angelique "Completa l'opera
adesso!"
"L'ho
fatto."
"Queste
morti…no, non puoi aver fatto tutto questo solo per colpire me!"
"Sei la
rovina di questa famiglia, Angelus. La tua anima, la tua storia con la nostra
nemica, il fatto che pur indirettamente tu le abbia salvato la vita…"
"Perché non
mi hai ucciso allora?"
"Perché avrei dovuto? Gli amici di
Buffy hanno fatto una cosa giusta, ridandoti l'anima. Così soffrirai per
l'eternità e ricorderai com'è stato aver visto morire il tuo grande amore, e i
tuoi amici. Ricordati che tu devi a me quello che sei, e che io ho potere di
vita e di morte su di te. Ucciderti non mi sarebbe di nessuna gioia, guardare
il tuo tormento sì. E ora vattene, quando ritornerò qui non
voglio trovarti" e se ne andò con Willow al seguito.
Angel si sentiva
soffocare, e stava per uscire quando tra le ceneri vide l'anello di Buffy.
Angel lo prese un mano, e lo strinse forte. Era stato
il simbolo di una promessa d'amore eterna, e lei pur di salvare questa promessa
aveva pagato con la vita. Si rialzò, e uscendo da quella casa sparì nella
notte.
EPILOGO
Un secolo dopo…
Un secolo era
passato, e non passava giorno che non pensasse a lei. Era tornato a Dublino,
nella casa immersa nel verde che aveva fatto costruire per Buffy e che lei non
aveva mai visto, pregando che il tempo lo aiutasse a dimenticare l'unica donna
che avesse mai amato.
Oramai erano tre
giorni che rimaneva in casa, seduto in poltrona a fissare fuori dalla finestra.
Aveva sempre avuto un pensiero in testa, fin da quella maledetta notte, ma lo
aveva sempre ricacciato indietro. Non era quello che lei avrebbe voluto, se lo
era ripetuto fino alla nausea, ma in quegli ultimi tre giorni si era accorto di
essere stanco. Stanco di vivere, stanco di lottare, stanco di combattere una
battaglia che non era più la sua.
Come ogni sera,
andò fuori nel giardino. In un angolo riparato, tra gli alberi, aveva collocato
la tomba di sua moglie.
Davanti alla
lapide, dopo avervi deposto una rosa, trafisse il suo cuore con un paletto che
aveva con sé.
Era discesa la
nebbia.
Angel era
inginocchiato a terra, incapace di comprendere cosa fosse successo. Ad un
tratto, si accorse che qualcuno gli stava tendendo una mano per rialzarsi. Alzò
lo sguardo. Davanti a lui, Buffy, vestita di verde, che gli sorrideva in un
modo dolcissimo. Angel prese la mano, e una volta in piedi la portò alle
labbra, ricambiandole il sorriso. Buffy gli fece cenno di seguirla, e i due si
inoltrarono tra gli alberi, mano nella mano, fino a quando non furono delle
ombre evanescenti nella nebbia.
E scomparvero.
Fine